Borello-Impaginato

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  • Luigi Leonardo Borello

    Promotore della Fondazione Cesare Colangeli

    La pi grande conquista del sapere

    Lo Spazio un pieno continuo non ripieno di etere, ma di particelle elettriche ete-ronime (+ e -) veramente elementari: positrino ed elettrino, le quali quandosono immedesimate si neutralizzano e danno origine al neutrino che il compo-nente dello Spazio in quiete.Dove non sono completamente immedesimate formano il neutrino polarizzato ilquale esercita azione di perturbamento sui neutrini ad esso adiacenti. Questa azio-ne crea nodulazioni statiche = materia o perturbazioni statiche che sono la basefisica della memoria, o ancora perturbazioni mobili= onde elettromagnetiche.

    Lintuizione di quanto viene descritto lebbe Cesare Colangeli e don Luigi Borellola conferm sperimentalmente.

  • Giovanni Borello, 2002 [[email protected]]

    Tutti i diritti riservati.

    Stampa: Cooptipograf, c.so Viglienzoni 78r, 17100 Savona.

    In copertina: fotografia di Nevio Doz.

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  • PresentazionePRETE E SCIENZIATO

  • Ha suscitato vasto rimpianto in diocesi di Albae nel mondo accademico-scientifico la repentinascomparsa (22 febbraio 2001) di don LuigiBorello, deceduto a Varazze, nel suo attrezzatolaboratorio scientifico, presso la colonia elioterapi-ca diocesana, che egli dirigeva dal 1964. La suapastorale educativa era apprezzata in Liguria, comela ricerca scientifica che lappassionava nellinsegui-re una nuova fisica del futuro, in cui i fenomenibiologici risulteranno una parte essenziale dellabase concettuale che avr portato alla nuova sintesie io penso si possa tranquillamente prevedere che laparte fisica della nuova scienza unificata presentermolte modificazioni per linclusione di fenomeni

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  • che oggi consideriamo appartenere al mondo dellavita.

    Borello perseguiva come gi un illustre mae-stro del clero, il venerabile canonico FrancescoChiesa lunificazione di tutte le scienze, non ginella teologia, ma nel suo ambito sperimentale,quello fisico, che lettura puntuale del mondo visi-bile.

    Nato a Pezzolo Valle Uzzone il giorno di Nataledel 1924 e ordinato sacerdote il 27 luglio 1950, eracresciuto ed era stato educato nello studentatoalbese della Societ San Paolo, ove la con genialepropensione alle discipline scientifiche aveva trova-to un eccellente maestro nel professore di fisica,chimica e matematica don Enzo Manfredi(1916-1977). Questi era un genio eclettico chevolava alto sullorizzonte scientifico. Aveva attrez-zato un buon gabinetto-laboratorio in cui trascina-va i suoi allievi nel gorgo della ricerca e sperimen-tazione fisica.

    Fin dagli anni giovanili la scienza non avevaavuto segreti per lui. Le sue intuizioni nel campodella fisica elettronica lo portarono a inventare untubo catodico e a formulare ipotesi di telegrafia etelefonia multipla che lo piazzano fra gli antesigna-ni della televisione.

    Lo studente Borello fu certo il pi dotato fra gli

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  • allievi del maestro e ne eredit insieme al gabi-netto sperimentale la passione geniale per laricerca e la realizzazione scientifica, cui dedic asua confessione ben 35 anni di vita. Quando nel1964 egli abbandon il gabinetto scientifico diSan Paolo (in gran parte creato da lui) per lariviera ligure, si era portato dietro soltanto un vec-chio oscilloscopio a raggi catodici, il prototipo sulquale aveva iniziato i primi esperimenti sulle rima-nenze delle luci e dei suoni sulla materia con unamontagna di appunti, sviluppati poi in 35 anni distudio e di sperimentazione che portarono Borelloalla scoperta della cronovisione, ossia un modonuovo di leggere la materia, vedere le immagini esentire i suoni di epoche passate.

    Lo spazio dice Borello un pieno conti-nuo nel quale non possibile esista il vuoto. Ognivolta che i suoni o le immagini di un avvenimentocolpiscono la materia vengono in parte trasformatiin energia statica che pu in determinate condizio-ni essere di nuovo suscitata; una forma di energiafinora sconosciuta. La scienza capace di leggere lamateria la cronovisione e lo strumento di lettu-ra, descritto da Borello, da lui chiamato crono-visore.

    Questa indagine scientifica, dice il nostroinventore, propone qualcosa di veramente

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  • nuovo. Borello si scopre in compagnia di altri illu-stri maestri che lo precedono sia nel campo del-lintelligenza artificiale, prospettando addiritturaun computer biologico, sia nelle recenti acquisizio-ni sulle reti neurali, siano esse naturali o artificia-li.

    Tra gli illustri maestri Borello riconosceEinstein (teoria della relativit), Schrdinger, Bohr,Wiener e litaliano Cesare Colangeli che, con lateoria neutrinica, riusc a fare questa unificazionerealizzando il sogno di Einstein, ossia che le leggidel campo siano valide sia per la radiazione cheper la materia, dando ragione di ambedue conununica formula, la quale varia soltanto per uncoefficiente numerico diverso tra radiazione emateria.

    La teoria neutrinica studia e interpreta i feno-meni naturali partendo dai concetti di campo edi spazio. Quali sono i criteri fisici che distin-guono la materia dal campo? La materia rappresen-ta grandi riserve di energia e lenergia rappresentala materia. Di conseguenza non si pu procedere auna distinzione qualitativa fra materia e campo; siha materia ove la concentrazione dellenergia grande; si ha campo ove la concentrazione delle-nergia debole. Ma nella nostra nuova fisica nonc pi posto per il binomio campo e materia. Non

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  • c che una sola realt: il campo. Per questa ragio-ne, afferma Borello, il nostro problema finale sem-bra dover consistere nella modificazione delle leggidel campo in guisa tale che non cessino di esserevalide nelle regioni di grandissima concentrazionedellenergia.

    Cesare Colangeli riusc a fare questa unificazio-ne, asserendo che le leggi del campo sono valide siaper la radiazione, sia per la materia. Nella teorianeutrinica le particelle di materia sono la chiavedelluniverso, con le due cariche elettriche eteroni-me che, convenzionalmente, vengono chiamatepositiva e negativa, si attraggono quando sonoopposte, si respingono quando sono uguali, cessa-no da ogni interazione quando si immedesimano.Lattrazione e la neutralizzazione lunica tendenzache esista nelluniverso. Non pu esistere il vuoto.Nella posizione di reciproca soddisfazione dellecariche elettriche, detta anche spazio in quiete, sicrea il neutrino e la teoria da cui prende il nome.Tutto quello che esiste, tutto quello che possiamorilevare direttamente o indirettamente, tutto quel-lo che avviene, ossia tutta la dinamica delluniver-so, dipende da questo unico principio e da questaunica tendenza. Lo si prova algebricamente.

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  • Vedremo il Cristo dalla nascita alla morte

    Per definizione la cronovisione il nuovomezzo tecnico con il quale possibile, operando suqualsiasi agglomerato di materia inerte che sia statoimpressionato da immagini o da suoni, rivederedette immagini e risentire tali suoni che in passatohanno lasciato tracce nellimpatto con la materia.Tale ipotesi era gi stata ventilata dal benedettinoPellegrino Ernetti, il quale, in una intervista chefece notizia (La Domenica del Corriere del 2maggio 1972) diede come fatta la macchina deltempo, peraltro mai realizzata, perch si basava supresunti principi inadeguati, e fu anche propostada Edoardo Rhein nel libro Il miracolo delle onde,edito in Italia da Hoepli nel 1937. Il termine cro-novisione stato coniato dallo scrivente affer-ma don Borello e il suo significato venne illu-strato in diversi miei articoli nel 1972-74, i qualirivelano i princpi su cui si basa unipotesi di lavo-ro completamente diversa. La cronovisione, appe-na avr raggiunto un certo grado di sviluppo,diventer un fatto non solo scientifico e tecnico,ma culturale, sociale e religioso, che rivoluzionertante conoscenze.

    In campo religioso, ad esempio, ognuno con lacronovisione avr la possibilit di vedere il Cristo

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  • dalla nascita alla morte, vedere come agiva, ascolta-re quello che ha detto con la mentalit critica cheabbiamo oggi e di poter giudicare se veramente egliera linviato di Dio, il Figlio di Dio, Dio egli stes-so (per precauzione, essendo egli sacerdote, donBorello si premur di far conoscere ai dicastericompetenti del Vaticano le virtualit conoscitivedel nuovo mezzo elettronico, senza ricevere undivieto a desistere di sorta).

    Peraltro, egli avverte il lettore che per le acqui-sizioni alle quali siamo arrivati, essendo consci ditutte le conseguenze che il nuovo mezzo pu com-portare (per la privacy dognuno), ritardiamo, perora, qualsiasi accordo con le case costruttrici diapparecchiature elettroniche, le quali potrebberosenza grandi difficolt iniziarne la produzione e ladiffusione indiscriminata, senza tener conto delleviolazioni che ne potrebbero derivare di segretianche molto delicati che ognuno desidera conser-vare.

    Se comprensibili riserve di brevetto sconsiglia-rono allautore la descrizione dellapparecchio, sin-tuisce che si tratta di una specie di sonda che pre-leva le tracce mnestiche registrate nella materia e siopera in due tempi, mediante lapprendimento e ilriconoscimento. Si tratta di operazioni note agliesperti elettronici che, sullonda delle sperimenta-

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  • zioni avanzate, si aprono alla fisica del futuro.Chiss con che occhi il nostro caro e insonne

    don Luigi guarder dallal di l nella luce in cuiluom seterna questo spiraglio che egli s affati-cato, in oltre trentanni di studio, ad aprire nelmondo della conoscenza fisica!

    Don Eugenio Fornasari

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  • La pi grande conquista del sapere

    Don Luigi Borello25.12.1924-22.2.2001

    Al Ministero Sacerdotale dellAnnunzio della Parola, della Liturgiae della guida delle anime esercitato in Alba e nel Soggiorno Albesedi Varazze, ha unito limpegno di Docente di Fisica nel Liceo S.Paolo e nel Seminario diocesano e soprattutto ha svolto grandelavoro di ricerca scientifica, innamorato del Creatore e della natu-ra Sua manifestazione.

    Rimane nei suoi cari, parenti e amici, e nella Chiesa albese il caroricordo e il rimpianto.

  • Introduzione

  • Il sapere un complesso immane formatosi nelcorso dei secoli e dei millenni che non sappiamonemmeno quanti siano stati, ma il culmine1 fu rag-giunto solo pochi decenni fa: a met dellultimosecolo del millennio appena concluso, intuito ereso noto in due preziose pubblicazioni di CesareColangeli2, un fisico che ritengo fra i pi autore-voli studiosi del nostro tempo in questa materia.

    Il giudizio potr sembrare esagerato, ma non lo, perch Cesare Colangeli fu il primo ad avere lin-tuizione che lo Spazio un qualcosa e dirci che cos,fino a permetterci di asserire, senza tema di sba-gliare, che tutto ci che esiste Spazio, indipenden-temente dagli aspetti che pu assumere.

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  • Nel concetto di Spazio e quindi della sua realt,contenuto e contenente sono la stessa cosa edintervengono ambedue a costituirlo.

    Avendo Cesare Colangeli individuato anchequali sono i componenti dello Spazio, si pu affer-mare che: solo conoscendo cos lo Spazio e come sicomportano gli elementi che lo costituiscono, possi-bile capire tutto ci che esiste e come avvengono tuttii fenomeni.

    Soltanto negli ultimi cinquantanni siamo riu-sciti a scoprirlo.

    Per asserire, come mia convinzione, che il pigrande genio del sapere nel secolo XX statoCesare Colangeli, sar costretto a fare un appuntoa Maxwell e ben due al grande Einstein, senzanulla togliere ai loro meriti da tutti riconosciuti.

    Capire cos veramente lo spazio servir a tuttiper conoscere meglio Colui che 3.

    1 Nulla preclude che questo culmine possa venire ulteriormente perfe-zionato.2 C. Colangeli, Materia e radiazione, Hoepli, Milano, 1950; Ibid.,Materia, radiazione, gravitazione, Hoepli, Milano, 1954.3 Nota esegetica. Quando faccio cenno al Principio, al Creatore, Colui cheha fatto tutte le cose, lo chiamo come Egli stesso si definito sul MonteSinai a Mos: soltanto che, invece di riportare la frase Io sono colui chesono (Esodo 3,14) della versione classica, che suona male, la modifico,senza variarne il significato, in Io sono colui che ossia Colui che sem-pre stato, che e che sar.

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  • Capitolo primoNEL QUALE RIBADISCO LE CATEGORICHE AFFER-MAZIONI SOPRA ESPRESSE, MI STUPISCO CHEMOLTI GRANDI SCIENZIATI E PENSATORI NON LE

    CONSIDERINO IMPORTANTI.

  • Il fatto essenziale da evidenziare e sul quale nonmi stancher di insistere fino alla noia, di averavuto Cesare Colangeli lintuizione che lo Spazio un qualcosa, anzi, nelle sue varie forme il tutto.

    Tutto spazio, sia quelle zone ritenute vuoto,ove, oltre alla mancanza di atmosfera, manca anchela forza di gravitazione o qualsiasi altro influsso; losono sia i corpi chiamati celesti, sia il sole con i suoisatelliti e quindi anche la Terra, sia gli aeriformi, iliquidi, la materia solida ed anche noi stessi, le cel-lule, le molecole, gli atomi, gli elettroni e gli spaziche li separano, le particelle subatomiche e subnu-cleari, senza escludere tutto il mondo vegetale edanimale.

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  • Purtroppo quasi nessuno si accorse che il mes-saggio di Colangeli era prezioso e la scienza arrival 2000 con cinquantanni di ritardo sui traguardiche poteva raggiungere, se tale messaggio fossestato recepito.

    La mia pubblicazione del 1989 sullargomento1,a qualcosa giov certamente, come ne ebbi confer-ma da coloro che, in tutte le parti del mondo, lapresero in considerazione, sia pure a livello teorico,come una originale ipotesi.

    Antonino Zichichi, grande estimatore diGalileo Galilei, spesso usa dire, giustamente, cheviviamo nellera postgalileiana: probabilmente per-ch ritiene non esserci stato, negli ultimi secoli,alcunch di paragonabile alla rivoluzionaria scoper-ta di Galileo.

    Evidentemente, o non ha conosciuto CesareColangeli, o non ha colto limportanza della suateoria e, di conseguenza, dubito che sia lui sia tantiillustri fisici, si siano dedicati con un minimo diimpegno a cercare di capire cosa sia lo Spazio.

    Quando, per iscritto, gli chiesi cosa pensasse diquanto Cesare Colangeli ed io riteniamo, evit larisposta, cambiando argomento.

    Con questo mio scritto gli ripropongo la stessadomanda e la rivolgo anche ad un altro grande fisi-co, da me molto stimato, Carlo Rubbia.

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  • Nel nostro itinerario partiamo da Galileo, per-ch, oltre alle numerose e strepitose scoperte cheegli fece, noto, soprattutto, per aver rivoluziona-to la conoscenza del sistema eliocentrico, confer-mando il modello Copernicano al posto di quel-lo Tolemaico e sappiamo tutti che tale scopertagli procur dure vicissitudini.

    Proseguendo, ci soffermiamo soprattutto suMaxwell e su Einstein per arrivare, dopo circa 60anni dalla scomparsa di Einstein, a CesareColangeli: ci troviamo di fronte ad una nuova sco-perta, forse altrettanto importante di quella diGalileo.

    Lattento lettore giudichi se pi importantesapere che la Terra a girare attorno al sole e nonviceversa, o conoscere cos lo spazio nel quale sitrovano il sole e le altre stelle, perch conoscendoquesto potremo meglio operare per il progresso intutti i campi.

    Ai tempi di Galileo, i due Papi che lo hannoconosciuto, come quelli precedenti ed anche alcuniche seguirono, erano convinti che fosse il sole agirare attorno alla Terra, come erano della stessaopinione anche le menti pi elette di allora e deltempo ce ne volle prima che lidea di Galileo venis-se ammessa da tutti.

    vero che questo errore su una realt pura-

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  • mente teorica e culturale non era tale da influiresulla vita materiale e spirituale dei pellegrini sullaTerra, ma altrettanto vero che sia i Papi e sia igrandi pensatori di allora abbiano fatto non troppobella figura, rifiutando volutamente di interessarsiad una teoria di tal genere.

    Non so come gli scienziati di allora, non con-cordi con Galileo, giustificassero la loro ostinazio-ne, ma noto come lautorit ecclesiastica di queltempo abbia ritenuto di non accogliere la teoriaproposta da Galileo con il pretesto che largomen-to non era di sua competenza.

    A portare questa scusa, pi che i Papi, furono legerarchie ecclesiastiche le quali, interpretando let-teralmente alcune espressioni della Sacra Scrittura,erano del parere che si poteva anche fare a meno diinteressarsi o disquisire su come sorga il sole e seguail suo corso lungo la giornata.

    Figuriamoci se sar passato, anche per un soloistante, nelle loro menti la domanda di che cosapotrebbe essere fatto lo Spazio e perci cosa succe-derebbe se le prime parole della Bibbia In princi-pio Dio cre il cielo e la terra (Gen. 1,1) io pro-ponessi i cambiarle con: In principio Dio cre loSpazio?

    Questa, per me, la giusta lettura che si devedare alla prima frase della Genesi. Lo affermo cate-

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  • goricamente perch lo posso dichiarare in base alleconoscenze sulla natura dello Spazio che CesareColangeli ci ha dato.

    Il Sacro Testo si esprime come sopra riportatoperch, al tempo in cui fu scritto, quelli che lo leg-gevano vedevano il cielo, azzurro di giorno o vela-to o costellato di punti luminosi di notte e la Terrala potevano toccare.

    Tutti i commentatori della Bibbia sono daccor-do che la Sacra Scrittura non ha la pretesa di dareinformazioni scientifiche sulle origini e sulla natu-ra dellUniverso.

    Considerazioni di un anonimo su verit, scienza,fede e pastorale

    La Chiesa cattolica, come anche le altre Chiesecristiane insistono perch venga promossa la teo-logia pastorale che la promozione e la diffusionedella Verit.

    Linvito rivolto in particolare a quei Pastoriche sembrano dare troppa importanza ad altri argo-menti e metodi di insegnamento.

    Altra considerazione il discorso sulla fedequando si cerca, in tutti i modi, di portare nuoveprove dellesistenza di Dio.

    Se lesistenza di Dio venisse provata irrefutabil-

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  • mente, non esisterebbe pi la Fede, perch verreb-bero a mancare i motivi che la giustificano, essen-do la fede credere quod non vides.

    Molto bello il secondo capoverso della Genesiove troviamo Dio disse: Sia la luce! E la luce fu(Gen. 1,2).

    Saranno gli scienziati protagonisti del nostroviaggio lungo lultimo mezzo millennio a cercare didescrivere che cosa la luce, ancora prima di averindagato e capito cos veramente lo Spazio.

    Personalmente sono convinto (e lo sarete anchevoi, dopo aver capito cos lo Spazio) che laCreazione fu un atto unico per tutte le cose cheebbero forma in quellistante ed anche per tutte lealtre che presero forma successivamente ed altrenuove che continueranno a prenderla, perch inquellatto erano gi comprese tutte le memoriedelle cose che si sarebbero evidenziate nei tre aspet-ti: aeriformi, liquidi, solidi o altri aspetti interme-di.

    Siccome in questo lavoro e gi prima in Come lepietre raccontano, si parla anche della nostra memo-ria, dato che il cardine tutti i miei lavori di defi-nire qual la base fisica di tutte le memorie: equindi anche quella attivit della mente umana checomprende anche il pensiero, non posso trala-sciare la frase di Sir Charles Sherrinton, fisico di

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  • fama mondiale e Premio Nobel, che ho fatto mia:Sembra assodato che, per quanto possa esistere lamateria senza la mente, non conosciamo alcunesempio in cui la mente esista senza la materia.

    In altre parole: lattivit della mente, sia comesede dei ricordi, sia come sede del pensiero latti-vit di un agglomerato, se pur complesso e alta-mente organizzato per quanto sempre fatto dimateria.

    Anche questo grado superiore di organizzazionedello Spazio (e soprattutto questo) rientra in quel-la che ho chiamato la pi grande conquista delsapere, perch, prima di raggiungerla, non sapeva-mo che fossero gli stessi componenti dello Spazio ainteragire nelle funzioni di attivit ritenute appar-tenenti ad un ordine superiore.

    Fra gli studiosi del passato e del presente ce nesono stati alcuni, pochi in verit, prima di CesareColangeli, che si sono interessati allargomento chestiamo trattando, senza, peraltro, riuscire a costrui-re un modello privo di dubbi e di supposizioni.

    Einstein, parlando della realt del campo,citando anche Oersted e Faraday, riferendosi aMaxwell dice che la scoperta teorica dellondaelettromagnetica propagantesi con la velocit dellaluce, costituisce una delle maggiori conquiste delpensiero che la storia della scienza registri.

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  • Le teorie sulla energia, sulla elettricit, sulmagnetismo, sulle onde elettromagnetiche, sulcampo, hanno seguito nel corso delle sperimen-tazioni un percorso quasi inestricabile, al puntoche, in alcuni casi, rimane incerto stabilire la prio-rit di chi ne ebbe lintuizione esatta.

    Secondo Einstein: Hertz riusc per primo afornire la prova dellesistenza delle onde elettroma-gnetiche e a dimostrare sperimentalmente che laloro velocit eguale a quella dalla luce; non pernulla furono denominate onde hertziane.

    Si tratta quindi di un passo avanti rispetto aMaxwell.

    Alcune caratteristiche delle onde elettromagne-tiche, una volta evidenziate sperimentalmente, ven-nero subito ammesse da tutti i fisici; per esempio ilfatto che la carica elettrica o magnetica oscillantegenera unonda elettromagnetica e questa, unavolta prodotta, non dipende pi dalla fonte che lhagenerata, ma conduce unesistenza indipendente,tutta sua.

    Maxwell, con le sue equazioni, disse quasi tuttoquello che sappiamo sulle onde elettromagnetiche.

    Sulla fonte che le genera, parla di variazioni,(questo verissimo) e si esprime cosi: Ogni varia-zione di un campo elettrico (per esempio, lo scor-rere di energia elettrica in un conduttore) genera

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  • un campo magnetico; ogni variazione di un campomagnetico (per esempio lo scotimento di una sferao di una barretta magnetica) genera un campo elet-trico; ogni variazione di, e cos via.

    E siccome il campo rappresenta energia,tutte queste variazioni che si diffondono nello spa-zio, con una velocit determinata, produconounonda.

    Fin qui tutto bene, perch questo realmenteavviene. Einstein lo avalla pienamente, Oersted,Faraday, ed Hertz lo confermano sperimentalmen-te, ma nessuno di essi ci ha mai detto perch e inche modo venga prodotta lenergia che si irradia.

    Nemmeno Cesare Colangeli ce lo ha spiegato,nonostante le sue brillanti e preziose intuizioni.

    Appunto servendomi di queste intuizioni mi riuscito di fare un passo in avanti.

    Il passo in avanti stato possibile farlo, dedu-cendo dalla Teoria dello Spazio neutrinico, cosasuccede quando qualcosa (in questo caso una cari-ca elettrica o una carica magnetica) si muove nelloSpazio e come lenergia prodotta da una variazio-ne e diventata onda si propaghi; in altre parole,come nasce e come viaggia.

    Altrettanto, con deduzioni dalla stessa teoria,ho potuto evidenziare le contraddizioni e le lacunedi Einstein.

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  • Nei suoi scritti, prima di introdurre la Teoriadella relativit ed anche dopo, il suo chiodo fisso di insistere affinch non si parli pi di etere e diquanto il meccanicismo aveva proposto.

    Poche righe prima della definizione di campo,suo cavallo di battaglia, a riguardo del vecchioetere, dice,: Nulla rimasto di tutte le proprietdelletere, eccetto quella per la quale stato inven-tato, ovvero la facolt di trasmettere le onde elet-tromagnetiche.

    Questo senzaltro vero, ma dice ben poco setrascura di individuare come il campo si forminello spazio, descrivendolo unicamente come unapropriet non ulteriormente precisata (testualiparole usate da Einstein).

    Circa lo spazio qualcosa laveva gi detto prima,ma anche allora diceva presso a poco la stessa cosa:Lunica nostra via duscita e quella di tenere percerto che lo Spazio possiede la propriet fisica ditrasmettere le onde elettromagnetiche e, alcolmo dei colmi, aggiunge: senza troppo preoccu-parci del significato di questa afferazione.

    Questo modo di dare spiegazioni o di inventareteorie fu il difetto principale degli Scolastici, i qualispiegavano tutto con le virt o con la naturadelle cose.

    Molire prende bene in giro, in latino macche-

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  • ronico, questo sistema degli Scolastici quando civuole dare la spiegazione dellazione sonnifera del-loppio:

    Mihi a docto doctore domandatur causam etrationem quare opium facit dormire; a quoi respon-deo: quia est in eo virtus dormitiva cuius est naturasensus assoupire.

    [Mi fu chiesto da un dotto dottore quale lacausa e la ragione per cui loppio fa dormire; al cheio risposi: perch in esso c la virt dormitiva la cuinatura di assopire i sensi].

    Qualche volta anche noi, come Einsten, nellefrasi succitate, ci accontentiamo di spiegazioni delgenere.

    Altre volte, Einstein, sostituisce la parola pro-priet con facolt.

    Propriet, tendenza, virt, facolt,caratteristiche, natura sono parole, molto usatedagli Scolastici, che non dovrebbero mai entrare inuna definizione scientifica quando tale definizionela si vuole porre come base e fondamento di unfenomeno reale.

    Gli antichi avevano notato che una calamitasospesa ad un filo tende a disporsi nella direzionenord-sud e spiegavano il fenomeno dicendo che in

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  • essa vi erano degli spiriti imprigionati che cerca-vano di tornare alla loro sede. Poteva essere unaspiegazione se si fosse saputo qualcosa di pi suglispiriti, almeno che esistessero e che alcuni prove-nissero dal nord e altri dal sud; altrimenti non sipu parlare di spiegazione.

    Le uniche entit che hanno una esistenza reale,alle quali non possibile dare una spiegazione,sono le due cariche elettriche elementari positivae negativa, che anche Einstein ammette, dicendoche la teoria del campo non le esclude e che lostesso Maxwell le intende come sorgenti di uncampo elettrico.

    Einstein nel 1937 quando tent di spiegarequale relazione pu esserci tra energia, campo emateria, era quasi arrivato ad identificare cos loSpazio.

    Alla domanda quali siano i criteri fisici chedistinguono la materia da campo risponde:Non ha senso attribuire alla materia e al campoqualit nettamente diverse. La stessa difficolt sipresenta nei riguardi della carica elettrica e del suocampo,

    Ma non potremmo in tal caso modificare lenostre equazioni di guisa che risultino valide ovun-que, e cio anche nelle regioni di enorme concen-trazione dellenergia?

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  • Non potremmo, a questo punto, rinunciare alconcetto di materia e costruire una fisica del purocampo?

    In seguito precisa anche il motivo di questa ipo-tetica nuova fisica, ossia quanto gi varie volteaveva asserito, che ci che fa impressione sui nostrisensi come materia, in realt non altro che unagrande concentrazione di energia.

    Continua poi con lasserzione che io ritengo lapi alta del suo ingegno: Da tale punto di vista,un sasso lanciato in aria un campo variabile nelquale gli stati di maggior intensit nel campo (cioil sasso vero e proprio) attraversano lo spazio con lavelocit del sasso stesso. Ma finora non siamo anco-ra riusciti a realizzare questo programma in formaconvincente e coerente. Il decidere se ci sia possi-bile appartiene al futuro.

    Vedremo che la Teoria dello Spazio neutrinicoinvece, senza cadere nel meccanicismo e senzanegare lesistenza di probabili campi, abolisceanchessa, come, Einstein, il concetto di etere comeera comunemente inteso, ma lo sostituisce con unconcetto inedito di Spazio; d la spiegazione dicome si forma, in determinate situazioni uncampo ed inoltre, identificandone lorigine, uni-fica tutti i campi eliminandone la molteplicit; taleera anche il sogno mai raggiunto di Einstein.

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  • Risultato mai raggiunto, come egli stesso con-fessa, dicendo di non essere arrivato a proporre unprogramma convincente e coerente.

    Nel capitolo che segue immagino come inmodo quasi romanzesco sia sorta ldea che portalla grande conquista.

    1 L. BORELLO, Come le pietre raccontano, Gribaudo, Cavallermaggione,1989.

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  • Capitolo secondoNEL QUALE SI SPIEGA COME PRESERO CORPO NELLAMENTE DI CESARE COLANGELI GLI ELEMENTI CHECOMPONGONO LO SPAZIO.

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  • Cesare Colangeli, lideatore della Teoria delloSpazio neutrinico, apertamente ha dichiarato chenon gli era mai passato per la mente la probabilitche la sua creatura, a parte il fatto di rendere con-sci gli esseri umani della realt dello Spazio, lipotesse portare anche tecnicamente e sperimental-mente a rivivere il passato e ad altre scopertequali nuove fonti di energia alternativa e cono-scere cosa sono in realt la materia, i liquidi, gliaeriformi, la luce e tutte le altre onde elotttroma-gnetiche e, meraviglia delle meraviglie, qual labase fisica della memoria.

    In verit, molte delle realt che ha sperimental-mente dimostrate sono gi evidenti nei suoi scritti

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  • quando parla delle onde elettromagnetiche delneutrino, in particolare del magnetrino.

    Nella vita egli fu aviatore (generale dellaereo-nautica) e scienziato. Durante i suoi voli era con-temporaneamente preso dallebbrezza che essicomportavano e dalla tristezza che nessun princi-pio fisico conosciuto, se non quello fondamentaleche in natura esistono due polarit elettriche oppo-ste, potesse essergli di aiuto a capire cosera quelloSpazio che egli solcava e quello che c oltre lat-mosfera negli spazi interplanetari ed oltre il sistemasolare e tutte le galassie.

    Ogni volta che scendeva dallaereo tirava fuorida una tasca della tuta il suo quadernetto gi zeppodi annotazioni e vi aggiungeva qualcosa.

    In esso aveva gi sottolineato pi di una voltaquello che Maxwell ed Einstein avevano detto, cioche tutto quello che viaggia nello spazio ne costi-tuisce una perturbazione, sia unonda elettroma-gnetica o qualcosa di materiale come il suo aereo,indipendentemente dallaria dove essa presente.

    Ma se succede una perturbazione, deve essere laperturbazione di un qualcosa; non pu essere laperturbazione del nulla.

    Perturbazione dellaria senzaltro, dove essa c,ma dove non c atmosfera, come nello spaziointerplanetario, quando viene attraversato da un

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  • razzo, cos che viene perturbato?Poche pagine prima in quel quadernetto si era

    annotato e messo ben in evidenza quellesempio diEinstein del sasso lanciato che percorre lo spazio,da me citato in precedenza.

    Le annotazioni e le continue riflessioni, poco apoco prendono corpo sotto forma di domande spe-cifiche alle quali egli dava una risposta affermativaove i concetti erano gi stati assodati dai fisici suoipredecessori:

    Esiste lenergia? S.Esiste la materia? S.Esistono le onde elettromagnetiche? S.Esiste lo Spazio nel quale possono viaggiare sia

    le onde elettromagnetiche sia le aggregazioni mole-colari? S.

    Esistono le cariche elettriche elementari positi-va e negativa? S.

    Succede che in certi casi si neutralizzano tra diloro? S.

    Risulta evidente che in questi casi si forma unaporzione di stato neutro.

    Queste porzioni di spazio neutro lo chiamerspazio in quiete ed la maggior parte dello spa-zio esistente.

    In queste regioni di Spazio in quiete non suc-

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  • cede nulla se non quando in esso arriva qualcosache lo turbi, per Spazio che esiste.

    Nelle due cariche elettriche eteronime chia-mer elettrino quella negativa e positrino quel-la positiva.

    Quando si neutralizzano immedesimandosisuccede che si crea la situazione corrispondente alformarsi di un vuoto il quale, secondo la convin-zione di quasi tutti i fisici non ammissibile, per-ch sarebbe un non spazio.

    Il motivo per cui si creerebbe questa situazione dovuto al fatto che la nuova particella ha un volu-me uguale ad una sola di esse e non due che si sonofuse.

    Ad evitare che accada il fenomeno del formarsidi un non spazio provvedono automaticamente idue componenti dei neutrini adiacenti (positrinoed elettrino) i quali si sfasano luno rispetto-allal-tro di quel tanto che necessario a colmare la lacu-na in via di formazione.

    Questo fenomeno di sfasamento dei neutrini,meglio sarebbe dire lo sfasamento dei loro compo-nenti, la chiamer polarizzazione.

    Esistono polarizzazioni mobili che sono tuttele radiazioni che viaggiano nello Spazio ed esistonodelle polarizzazioni statiche che sono il magnetri-no e tutte le zone dove c, in poco spazio, una

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  • forte concentrazione di energia polarizzata, comediceva anche Einstein.

    Statiche per modo di dire, perch pu ancheintervenire una causa fisica che le faccia muovere;pur mantenendo esse la loro struttura.

    Mi sorge per una perplessit: se divulgo que-sta mia teoria, non mi tacceranno di meccanici-smo? Di essere uno riesumatore del vecchio etere?

    No, quello che io propongo non ha nulla a chefare con lipotetico etere, il fluido creduto dai mec-canicisti, perch io parto da due entit reali, certa-mente esistenti, le pi semplici ed elementari, ossiaquelle che ho chiamato positrino la prima edelettrino la seconda quando sono in evidenza eneutrino quando si fondono assieme a formare loSpazio in quiete.

    Tutte queste annotazioni trovai condensate inmodo organico in un trattato che scopersi casualn-te, proprio come accade nella realt romanzesca.

    Fu un errore di citazione di un fisico, il dott. G.E. Quaglia a darmene loccasione. In una sua con-ferenza del settembre 1954 parlando del neutrino(quello della fisica atomica classica) e delle funzio-ni che ha nel nucleo atomico, ossia parlando diquella particella che, tra le altre sue propriet,quando per qualche causa si libera dallatomo, haquella di esplodere unenergia talmente intensa e

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  • potente che potrebbe attraversare uno spessore dipiombo delle dimensioni non di qualche chilome-tro, ma di alcuni anni-luce e proseguiva: il neutri-no, secondo alcuni fisici, la sostanza primordialedalla quale derivata con una specie di condensa-zione, tutta la materia.

    In una nota a pi di pagina ove la conferenzaveniva riportata, si diceva: confronta Colangeli C.,Materia e radiazione, ediz. Hoepli, Milano 1951.

    Fu cosi che scopersi Cesare Colangeli, il qualenei suoi lavori, quando parla di neutrino, nonintende quello di cui parlava il dott. Quaglia, benslelemento neutro primordiale costituito dalle duecariche elettriche veramente elementari, immedesi-mate o variamente polarizzate, come dicevo pocan-zi.

    Mi misi subito alla ricerca degli scritti diColangeli e non fu cosa facile il reperirli. Oggi lepochissime copie che ancora esistono sono diven-tate preziose, specialmente quelle firmate dallauto-re.

    In essi trovai una pietra preziosa, quella che midiede la possibilit di scoprire come le pietre equalsiasi oggetto materiale possono raccontare gliavvenimenti dei quali, lungo la loro esistenza pas-sata, furono testimoni.

    Avvenimenti che hanno lasciato in qualsiasi

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  • agglomerato di materia le loro tracce.Quando riuscii ad accertare, con esperimenti

    mirati, che questo realmente avveniva ed era possi-bile rilevare queste tracce comunicai subito almondo della scienza, non solo i risultati, ma anchei procedimenti delle mie esperienze e, nel 1989,stesi e diedi alle stampe il mio lavoro completo.

    La prima copia la inviai a Cesare Colangeli.Ricevetti subito in data 17 maggio 1989 un

    telegramma che mi diceva: Congratulazionimagnifica pubblicazione. Seguir lettera.Colangeli In data 9 giugno 1989 giunse la lettera:

    Gen. Cesare Colangelivia Cremona 3900100 Roma RM

    Roma, 9. 6. 1989

    Ill.mo ProfessorDon Luigi Borello

    Ho letto con grande attenzione la Sua pubblicazio-ne Come le pietre raccontano e non so esprimerLe lamia ammirazione.In essa Lei illustra la Teoria dello spazio neutrinicocon grande chiarezza e propriet di termini meglio

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  • di quanto abbia saputo fare io stesso.Lei, soprattutto, ha posto in risalto riferendosi allaBibbia, come in uno spazio siffatto, costituito dadue fluidi che, solo unendosi trovano reciprocasoddisfazione, il Fiat lux dovesse necessariamentedare origine alla Materia e quindi alla Vita. Dinuovo, la mia ammirazione e la mia gratitudine.A Roma, peraltro, il libro non si trova ancora nellelibrerie.Saluti carissimi

    Gen. Cesare Colangeli.

    ovvio che avevo assimilato bene quanto il suogenio aveva partorito, seppure con un po di diffi-colt, almeno inizialmente.

    Non esito a confessare che i due momenti pibelli della mia vita furono, il primo quando conob-bi, attraverso i lavori di Colangeli, le sue intuizionie il secondo quando ricevetti le sue congratulazio-ni per la mia pubblicazione.

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  • Capitolo terzoLA TEORIA NEUTRICNICA DI CESARE COLANGELIE LE SPERIMENTAZIONI DI DON LUIGI BORELLO

  • A questo punto indispensabile sospendere, peralcune pagine, il discorso scorrevole, se cos lo sipu chiamare, quello fatto fin qu e passare ad unlinguaggio tecnico-scientifico che per molti sar unpo pi pesante, nel quale il mio collaboratore ElioCarletti, noto divulgatore di argomenti scientificiche sentitamente ringrazio, vi ragguaglier sia suiprincipi della Teoria dello Spazio neutrinico chesulle sperimentazioni fatte o in corso.

    Tali nozioni, sono convinto, daranno una base euna impronta a tutti i lavori della scienza del nuovomillennio.

    Per capire meglio limportanza di quanto statoapportato alla idea originale di Cesare Colangeli, i

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  • lettori sono invitati a porre molta attenzione alfenomeno della eccitazione ove si spiega come que-sta, nelle sue fasi alterne, permetta il rilievo dellaenergia che si sprigiona.

    Anche i lettori non troppo agguerriti con il lin-guaggio scientifico, con un po di sforzo, vi trove-ranno spunti comprensibili a tutti.

    Tale servizio lo faccio precedere dalle profeticheprevisioni di due illustri scienziati, i quali, quandole formularono, non immaginavano che proprio inquegli anni nasceva la grande idea che il noc-ciolo della nostra trattazione.

    Norberto Wiener, uno dei pi importanti eprimi padri della cibernetica, geniale applicatore diessa alla scienza, i lavori del quale partono da primadel 1947, pronosticava: La teoria del campo unifi-cato sulla quale Einstein faceva affidamento anco-ra una pia speranza. Siamo tutti in attesa di unasintesi di idee sulle quali la fisica potr operare perdecenni, se non per secoli.

    Il prof. Margenau, famoso fisico dello SloaneLaboratory della Yale University, poneva le sue spe-ranze in qualcosa di ancora pi avanzato, auguran-dosi che, presto o tardi, nascesse una teoria cheapplicasse una metrica valida non solo per i fattiche ancora dovevano essere spiegati, ma anche perle leggi fisiche che possono essere spiegate in sua

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  • assenza. Con una frase un po contorta intendevadire: una teoria che dia spiegazione sia dei fenome-ni dei quali sappiamo poco o nulla nel contempo,con gli stessi principi generali, dia anche una spie-gazione pi profonda di quei fenomeni che ritenia-mo di aver gi capito sufficientemente, mentre nonsempre cos.

    Passo, quindi la parola ad Elio Carletti1:

    1. Il finalismo insito nella Natura

    La Teoria Neutrinica postula lesistenza di duecariche elettriche elementari di segno opposto.convenzionalmente definite luna positiva e laltranegativa.

    La carica elettrica elementare positiva viene chia-mata positrino e si simbolizza cos:

    La carica elettrica elementare negativa vienechiamata elettrino e si simbolizza cos:

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  • Queste cariche elettrostatiche, per farsi unideadella loro elementarit sono milionesimi di frazio-ne della carica di un elettrone, sia come entit elet-trica che come volume di spazio occupato.

    La tendenza o forza che muove la Natura tutta la ricerca del completamento, del soddisfacimento,onde procedere a continui miglioramenti verso laCausa Prima o soddisfazione originaria, che dir sivoglia.

    Questa lunica tendenza che permea tutta laNatura ed la ragion dessere dei meccanismi dicompensazione che verifichiamo agire sia a livellosubatomico che negli organismi molto complessi. Eil primo grande equilibrio compensativo si avutoproprio al principio con linizio dellesistenzadello Spazio.

    Lipotetico Big Bang, sempre che sia avvenu-to, potrebbe essere stato una modifica al preceden-te equilbrio; comunque, questo gran botto deveessere stato di qualcosa che gi esisteva.

    Alla base dellattrazione tra le suddette due cari-

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  • che vi appunto la tendenza al completamento,che mira alla soddisfazione delle stesse. Queste,unendosi, si neutralizzano, si immedesimano, ces-sando, di conseguenza, ogni loro attivit energetica,di ricerca, dando luogo pertanto ad uno spazio elet-tricamente neutro o in quiete. In tale stato si formail neutrino, privo appunto di campo e di massa, chesi simbolizza cos:

    Quando le due cariche sono sfasate tra di loro,si dice che sono insoddisfatte o polarizzate e si indi-cano in talmodo:

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  • Lunica tendenza di tutti i processi naturali pertanto lunione, il completamento, teso al finedella soddisfazione originaria o completa. Talelegge sottende il brulichio che avviene in natura(negli aeriformi, nei liquidi e nei solidi) ed la basedi tutti i fenomeni fisici, chimici e biologici. Taletendenza permea, pertanto, qualunque processo equalunque struttura, dalle pi elementari alle picomplesse, e la ritroviamo alla base di tutti i fer-menti compresi quelli della Vita e della Mente. Perquesto la Teoria Neutrinica riuscita a chiarire qual la base fisica della memoria, che nessuno finora riuscito a definire.

    2. La Teoria accetta sia levoluzionismo che ilcreazionismo.

    La comprensione dei passaggio dal semplice alcomposto, dallindifferenziato al differenziato, dal-linforme allorganizzato, alla portata di ogniosservatore attento, ma tutto ci presuppone lesi-stenza di una memoria come mezzo di pilotaggioverso il finalismo innanzi esposto. la memoria ilmeccanismo teleonomico della Natura.

    Per tale caratteristica, la Natura, allocchio del-losservatore, sembra essere capace di ricercareautonomamente nuove vie, ma ci avviene per-

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  • ch il processo attivato dal finalismo stesso,immanente nelle pi elementari particelle subato-miche, e si sviluppa servendosi dellIntelligenzamemorativa in esso codificata progressivamente.

    Quindi il passaggio dallinforme allorganicoprima e al vivente e allintelligente poi, ci indi-ca che la Vita, e quindi lIntelligenza, come formacategoriale pi sofisticata, non sono venute dal difuori, che non esiste, ma la Materia stessa. Per,affinch ci avvenga, necessario che tutti queicaratteri che godono di un certo grado di stabilitnon vadano perduti, ma permangano sotto formadi codice latente, di memoria, trasmissibile neicasi di replicazione (patrimonio ereditario).

    Quanto abbiamo detto non elimina ilPrincipio della luce, dellenergia, della vita; maci sar sempre al di l delle nostre capacit cogni-tive logiche.

    3. Lo spazio neutrinico

    Lo spazio per la Teoria Neutrinica un pienosenza discontinuit, governato da ununica legge, inforza della quale in esso non possono esistere vuoti.

    Tutto ci che in esso esiste, materia e radiazio-ne, corpi e menti, insoddisfatto, e tale insoddisfa-zione motiver la dinamica dellUniverso alla con-

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  • tinua ricerca della soddisfazione originaria.Lo spazio ha la consistenza delle cariche elettri-

    che elementari eteronime, ossia con polarit elettri-ca opposta. Pertanto, quando si parla di spazio siparla di cariche elettriche, e quando si parla dicariche elettriche si fa riferimento allo spazio.

    Ma spazio polarizzato o cariche elettrichepolarizzate significa insoddisfazione, significa con-tinua ricerca di completamento. Tale tendenza, asua volta, significa movimento alla ricerca dellacontroparte compensatoria.

    La dinamica; il moto, il movimentodellUniverso e quindi il tempo che ne scaturisce,vengono a costituire lunica realt di tutte le cose,in quanto esse trovano la loro ragion dessere nellaLegge di trasformazione che impone loro limpel-lente tendenza al raggiungimento di sempre nuovicompletamenti.

    Da tale concezione deriva una visione necessa-riamente unitaria, nella quale la dualit delle ener-gie complementari ed opposte del tutto strumen-tale, costituendo la causa dinamica di tutti i feno-meni, dalla formazione della materia, allappariredella vita e sino allintelligenza.

    Pur essendo una teoria fisica, non meccanici-stica, in quanto, pur ponendo come regola incon-trastabile il binomio causa-effetto, fondamento di

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  • qualunque ricerca scientifica, ha come cardine unfinalismo le cui radici hanno sede in unaltradimensione, altrettanto viva e reale e i cui rami sin-sinuano in tutti i processi biologici.

    una teoria olistica, in quanto riconduce tutti ifenomeni ad una causa originaria: lattivit di pola-rizzazione delle cariche elettriche che costituisconolo spazio e gli danno consistenza. Campo, massa,energia sono concetti equivalenti, grandezze lunaallaltra sostituibili, tutte derivate dalla diversaintensit di polarizzazione delle cariche elettriche.

    Riepilogando, la base fisica di tutto ci che esi-ste da ricercare nella polarizzazione dello spazio,

    4. Una Teoria unitaria

    La Teoria Neutrinica unifica la materia ilcampo, dando la spiegazione di tutti i fenomenifisici, biologici e mentali, ed eliminando alla radiceil dualismo. tra fisico e metafisico, mediante il rin-venimento di una base fisica unitaria, che vieneidentificata nella polarizzazione delle due caricheelettriche primarie.

    Tale comune origine fa assumere alla TeoriaNeutrinica il valore di Teoria Unitaria dellUniversoFisico.

    Gi Einstein aveva avuto laspirazione a formu-

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  • lare una teoria unitaria, conseguenza logica dellasua famosa equivalenza tra massa ed energia, senzaperaltro essere riuscito ai trovarne n la base fisican la formulazione matematica. Egli intendeva lamateria come un campo di alta concentrazione dienergia e tutti gli altri campi come regioni spazialia debole concentrazione di energia.

    Il fisico Cesare Colangeli con la TeoriaNeutrinica, che vide la luce intorno agli anni 50,trova la base fisica della radiazione e della materiaed unifica pertanto in una sola formula campo emateria, radiazione e materia, differenziandole soloper un coefficiente numerico.

    Le due preziose formule, che qu non riporto,perch so che di solito le espressioni matematichesono ostiche a molti, le potete trovare nel libro didon Borello, Come le pietre raccontano.

    5. Il vuoto non esiste

    Questo il Principio fondamentale ed unicodella Teoria Neutrinica.

    Tutto ci che esiste, tutto ci che possiamoosservare, tutto ci che avviene, tutta la dinamicadellUniverso dipendono dalla contemporanea pre-senza di questunico Principio e dellunicaTendenza esistente in Natura. Per comprendere

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  • limportanza di tale legge, occorre esaminare un popi da vicino questa Teoria.

    Essa propone un modello di Universo nel qualelo spazio si sostanzia di due componenti elettricheprimordiali eteronime. Lo spazio non un conte-nitore d cariche elettriche, ma sono le cariche elet-triche a sostanziare lo spazio; pertanto, contenentee contenuto si identificano.

    Quando qualunque tipo di energia (onde dipressione, onde elettromagnetiche, radiazioni varie,ecc.), che spazio polarizzato o linea di neutrinipolarizzati in movimento (luce nella sua forma piatipica), colpisce un atomo o un agglomerato diatomi, neutrini insoddisfatti hanno loccasione ditrovare le controparti compensative, dando luogoalla neutralizzazione o soddisfazione tra caricheelettriche.

    Dimensionalmente il neutrino in quiete non la somma volumetrica delle due particelle eteroni-me che lo compongono, ma ha il volume di unasingola carica elementare. Qui varrebbe leccezioneche 1 + 1 = 1. Per nel bilancio totale dello spaziolassurdo matematico precedente non pu esistere.Infatti, per il Principio esposto, altri neutrini adia-centi, scindendosi, polarizzandosi, vanno a colmarequello spazio vuoto che verrebbe a formarsi. Essi siassumono il dovere di disunirsi, rinunciando in

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  • tutto o in parte alla loro soddisfazione, e si polariz-zano quel tanto che basta a colmare il vuoto pro-dotto dalle loro consorelle che si sono fuse.Pertanto, il Principio fondamentale il vuoto nonesiste pi forte della tendenza alla neutralizzazio-ne delle due polarit opposte.

    Queste due cariche elettriche eteronime polariz-zandosi (stato di insoddisfazione) sono allorigine:

    a) della luce o polarizzazione mobile (onde,radiazioni, varie forme di energia);

    b) della polarizzazione statica eteropolare omagnetrino (memoria);

    c) della polarizzazione statica omeopolare onodulazione (materia).

    Se le cariche elettriche in fase di neutralizzazio-ne, invece di immedesimarsi in ununico volume, siaccostassero soltanto

    ed ognuna conservasse la propria dimensione, ilproprio volume, poco alla volta tutte le particelle,elettriche che esistono nellUniverso, nel trovare lacompagna eteronima, porterebbero progressiva-mente lo spazio alla quiete, senza luce, senza vita,

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  • senza moto, senza manifestazione di alcuna formadi energia.

    6. La luce o polarizzazione mobile

    La polarizzazione mobile una perturbazionedi una linea neutrinica:

    Parte da una carica primaria centrale (neutrinodi partenza), che polarizzandosi (sempre per col-mare il vuoto generatosi), provoca uno scorrimen-to di questa sfasatura nello spazio neutrinico conti-guo.

    Ogni neutrino polarizzato va visto come untensore in contrazione.

    La polarizzazione mobile corre, sfasando pro-gressivamente e momentaneamente i vari neutrini,i quali torneranno allo stato di quiete dopo il suopassaggio. La distanza tra il neutrino che sta peressere polarizzato e il neutrino ritornato allo statodi quiete d la lunghezza donda, e la linea neutri-nica d la direzione dellonda.

    La polarizzazione mobile primaria la luce, e

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  • dalle sue trasformazioni nello spazio attraversatoavremo tutta la fenomenologia delle radiazioni, delfotone, delle onde elettromagnetiche, delle onde dipressione, e la propagazione degli impulsi nervosi,che partono dagli organi di senso e, correndo lungola rete neurale, vanno sino al cervello. Queste pola-rizzazioni sono dette mobili appunto perch viag-giano. La loro velocit massima , come noto,circa 300.000 km/sec, ma per ogni neutrino inte-ressato, la polarizzazione perde carica elettrica nellasua propagazione.

    La velocit di diffusione nello Spazio inoltrein funzione delle caratteristiche dello spazio cheattraversa. Se questo in quiete, la velocit di pro-pagazione sar massima; se invece gi polarizzato,la velocit varier a seconda della densit gravita-zionale del campo attraversato.

    Non presentano massa, mancando di un campointerno, mentre dispongono di un campo elettricoesterno che si estender radialmente sino a doverisulta operante lattivit della predetta carica.

    7. Il magnetrino2

    Abbiamo visto che quando qualsiasi forma dienergia colpisce un agglomerato di materia, produ-ce polarizzazione neutrinica allinterno dellagglo-

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  • merato. Ma sappiamo che ci genera anche unvuoto, che viene colmato con la sfasatura di unaltro neutrino adiacente. Inizia cosi una nuova per-turbazione lungo una linea di neutrini.

    Questa perturbazione coinciderebbe con laproduzione del fotone, che la scienza attuale attri-buisce alla fase di ritorno in quiete dellelettrone,dopo leccitazione in esso causata dallarrivo dinuova energia.

    Pertanto, secondo la Teoria Neutrinica, il foto-ne consiste nella propagazione di un processo dipolarizzazione. Contemporaneamente alla produ-zione del fotone, con la parte di energia che il foto-ne non utilizza, si origina unaltra polarizzazione,per statica, nel senso che rimane nella materia, aricordo del fenomeno avvenuto. Essa costituisce latraccia mnesica dellaccaduto. Tali tracce, combi-nandosi tra loro, daranno poi origine a forme com-posite. A tale polarizzazione statica viene dato ilnome di magnetrino.

    Ci che diversifica la polarizzazione mobile daquella statica, oltre allo spostamento della prima eallimmobilit della seconda, sta nel fatto che nellaprima intervenuto un solo neutrino che si pola-rizzato, cio che si scisso nelle due particelle chelo compongono, per compensare lo spazio vuotoche stava per formarsi; mentre nella seconda, quel-

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  • la statica, intervengono due neutrini, detto inmodo molto semplice, quello a destra e quello asinistra del buco che stava per formarsi. Luno sipolarizzer nellelettrino, laltro nel positrino.

    una polarizzazione eteropolare, in quanto agliestremi si formano due polarit complementari.Essendo statica, essa deve localizzarsi in certi siti,che a livello atomico sono i cosiddeti spazi in quie-te della materia i quali, in gergo tecnico, vengonochiamati livelli o bande proibite, situati tra ilnucleo e gli elettroni e tra un elettrone e laltro.Nellorganismo umano si localizzano invece nelsistema nervoso centrale, allo stesso modo.

    Che tali registrazioni magnetriniche si incidanonelluomo a livello del sistema nervoso centrale si accertato inibendo le cellule sensoriali degli organidi senso.

    Si constatato che le cellule nervose e la reteneurale sono ugualmente sensibili alle registrazioniin questione. La scienza della persuasione occulta,verificata sperimentalmente dalle aziende pubblici-tarie tramite i mass media, trova spiegazione in tali

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  • polarizzazioni statiche. Allorch lo spazio polariz-zato staticamente, non pu essere occupato da unanuova linea magnetrinica, la quale, pertanto, si col-locher di seguito. Si ha cosi una sequenza di lineemagnetiche elementari agganciate le une alle altre.Essa costituisce la sequenza temporale degli eventimemorizzati. Queste linee rappresentano la basefisica della memoria e sono comprovate sperimen-talmente a livello umano dalla cronovisione natura-le (psicometria) e a livello tecnico dal sistema dellacronovisione elettronica.

    Pertanto, ogni nostra esperienza viene incisanelle profondit della materia e nessuna di questeincisioni, dotate di una certa stabilit, andr perdu-ta, anzi modificher, ad ogni nuovo arrivo, la com-posizione energetica atomica e cellulare interessata.

    8. Rilevazione delle tracce magnetriniche

    Don Borello mi diceva che una obiezione chegli fanno sovente questa: ammettiamo pure che tusia riuscito a rilevare le tracce dei suoni e delleimmagini che sono rimaste impresse in un pezzo dimateria che tu chiami testimonio, ma queste sus-sisteranno affastellate in modo disordinato.

    Questo perch si tratta di una sequenza di lineemagnetriniche agganciate luna dopo laltra come

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  • sono pervenute nel tempo al testimonio per ilmotivo che dove gi ne esiste una non pu formar-sene unaltra.

    Si tratta di una ennesima acquisizione di donBorello cui Cesare Colangeli non accenna nei suoiscritti.

    Altra acquisizione, raggiunta sempre da donBorello il fenomeno della complementarit,della quale parler tra poco, chiave magica usataper scovare le registrazioni sopite nella materia.

    Il magnetrino, che una carica elettromagneti-ca e quindi una pseudo-carica elettrica, ha la por-tentosa capacit di sviluppare unenergia di polariz-zazione c volte maggiore di quella sviluppata dauna carica elettrostatica, posto c =299.796.000.000.

    Quindi il magnetrino, allorch capiti loccasio-ne, ha in potenza una capacit di pilotaggio delle-nergia pari al valore di cui sopra. Da ci ne conse-gue che dimensionalmente c volte inferiore aduna carica elementare.

    il magnetrino a pilotare la trasmissione gene-tica e quindi il patrimonio ereditario, le forme, gliistinti, ma anche la nascita, la comprensione, ilricordo, il pensiero. Per esempio, il magnetrinoche pilota lorganizzazione dei componenti cellula-ri delluovo fecondato, quando cominceranno a

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  • moltiplicarsi, sino a raggiungere il giusto sito e lafunzione che loro compete.

    il magnetrino che, utilizzando lenergia chegli proviene dal Sole, dallumidit e dalla fertlitdel terreno, rimette in moto le sue memorie, risve-gliando la Natura ad ogni ciclo di rinnovo.

    Nelluomo, come nelle cose, la riattivazionedelle tracce mnestiche si basa sulla tendenza allasoddisfazione mediante la complementarit.

    Trattandosi di polarizzazioni statiche, i magne-trini non esplicano alcuna azione attiva, se nonquando vengono eccitati. Cos facendo. si permet-te loro di manifestarsi. In caso contrario, essirimangono inerti, sopiti, come un tesoro dimenti-cato in un profondo pozzo.

    Tale eccitazione pu essere provocata solo daunaltra polarizzazione statica, complementare allaprima, nella quale la prima trovi appunto soddisfa-zione, e si concretizzer in una oscillazione dellecatene magnetriniche, le cui radiazioni, emessenella fase di ritorno allo stato di quiete, saranno piintense allorch la nuova registrazione pervenuta analoga,e complementare.alla registrazione gi esi-stente nel campione osservato.

    in forza di tali osservazioni che nel 1967 ilfisico don Luigi Borello ide un sistema di crono-visione elettronica per mezzo dei quale possibile,

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  • operando su qualsiasi agglomerato di materia iner-te, gi impressionato dalle immagini o dai suoniche in passato hanno lasciato tracce del loro impat-to con la materia, rivedere tali immagini e risentiretali suoni.

    Il sistema si compone essenzialmente di unasonda che sottopone il testimone (loggettosotto analisi) ai segnali analogici prodotti da ungeneratore; dopodich preleva le risposte daltestimone~ passandole ad un elaboratore e ad unoscilloscopio. Detti segnali analogici sono fasci dilinee polarizzate che riproducono limmagine o lasituazione di cui si vuole verificare lesistenza neltestimone.

    Allorch tale fascio viene proiettato sul testimo-ne, provoca, come espresso in precedenza, unoscil-lazione delle catene magnetriniche. Se il fasciorisulta complementare ad un fronte esistente neltestimone, allorch si interrompe il flusso eccitato-re, le cariche delle linee magnetriniche del testimo-ne ritornano nella posizione originaria, restituendolaliquota di carica che stata smossa. Questa costi-tuisce la risposta che, raccolta dalla sonda, vieneinviata allelaboratore e quindi alloscilloscopio, cheverificher lidentit totale o parziale tra il segnalecampione e le rimanenze esistenti nel testimone.

    Dimostrando lesistenza della memoria magne-

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  • trinica postulata dalla Teoria Neutrinica, la crono-

    visione comprova i fondamenti della Teoria stessa ene costituisce la prima applicazione sperimentale.

    9. La materia

    Ove il campo molto intenso e concentrato,cio se le cariche elettriche elementari raggiungonounenergia di polarizzazione molto intensa provoca-no una saldatura, un agganciamento tra le lineeneutriniche che costituiscono il protone e le lineeneutriniche che costituiscono lelettrone. Tale feno-meno chiamato nodulazione.

    Queste linee neutriniche sono omeopolari, ciopresentano alle estremit uguale segno elettrico.

    Quelle con segno elettrico positivo danno

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  • appunto origine al protone (n. di neutrini =11421024):

    Quelle con segno elettrico negativo danno ori-gine allelettrone:

    Sempre per la tendenza al completamento checaratterizza ogni lavorio della Natura, anche taleagganciamento permette la costituzione di unastruttura composita, latomo, o meglio il campointerno dellatomo. Il campo esterno invece siestende radialmente e si distingue da quello internosolo per il ridotto valore della polarizzazione. Nondobbiamo mai dimenticare che, anche a livellodella massima elementarit, ci si trova innanzi aspazio polarizzato, quindi insoddisfatto, e pertantoalla ricerca eterna degli elementi compensatori ai

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  • fini del completamento.Questa concezione della materia non differisce

    dallintuizione di Einstein, che la definiva come laregione spaziale nella quale il campo estrema-mente forte. La Teoria Neutrinica approfondiscequesto concetto e definisce i componenti elementa-ri della materia e il loro meccanismo formativo.

    10. Dallincosciente al cosciente

    Luce, energia, pensiero, forma, materia, vita,tutto ha una base fisica e lorigine va ricercata inuna iniziale polarizzazione, (insoddisfazione) dellospazio che dette il la al moto inizialenellUniverso.

    Questo ci che risulta dallexcursus sullaTeoria dello Spazio Neutrinico di Cesare Colangeli,perfezionata e comprovata da don Luigi Borello, ilquale riuscito ad individuare la base fisica di tuttoci che si manifesta, dando cos una migliore giu-stificazione ai fenomeni la cui spiegazione era rite-nuta ormai assodata e prospettando una interpreta-zione dei fenomeni ancora inesplicabili.

    Sempre dalla polarizzazione, se staticizzata nellamateria, come Borello ha constatato, si originano lelinee magnetriniche che costituiscono la memoria,definita come il fenomeno pi notevole

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  • dellUniverso fisico e biologico. Memoria deglieventi, e quindi patrimonio ereditario, da cui istin-ti, tropismi, ma anche ricordo, comprensione, pen-siero Tutto ci che stato risulta perci sopitonegli tomi e pronto ad essere riattivato allorchforze complementari, sia di origine cosmica, siagenerate dagli eventi, ne permettono leccitazione ela soddisfazione.

    Tale patrimonio ereditario soggetto a conti-nuo arricchimento. Nuove linee magnetiche (sareb-be meglio dire magnetriniche) continuano a col-locarsi in sequenza temporale. Gli eventi appresi, sedotati di una certa stabilit, divengono permanen-ti, determinano continui mutamenti energetici alivello sia atomico che neurocellulare.

    Cos siamo arrivati a capire qual la base fisicadegli eventi e della memoria (di tutte le memorie),ma cosa sia la coscienza ancora non lo sappiamo.

    I fisici, i biologi e tutti gli studiosi delle svaria-te branche del sapere ammettono, sinceramente, ditrovarsi davanti a tanti interrogativi, davanti a tantecose che non sanno spiegarsi. Anche noi siamo arri-vati solo ad un certo punto, ma siamo convinti diaver suggerito qualcosa di pi avanzato e, final-mente, qualcosa di veramente nuovo.

    Elio Carletti

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  • 1 Spazio pieno o spazio vuoto, Palermo 1995 (copyright Associazione cul-turale Aquarius).2 Questo argomento il cardine del lavoro di don Luigi Borello. Qui vieneriassunto quanto nel saggio Come le pietre raccontano egli sviluppa lideaavuta da Einstein e formulata da Cesare Colangeli. Con lapprofondi-mento del concetto di magnetrino, Borello riuscito a convalidare tuttala Teoria dello Spazio neutrinico e ad individuare la base fisica della memo-ria e dellattivit della mente.

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  • Capitolo quartoNEL QUALE SI DESCRIVE COME CERTE OCCASIONIPOSSONO CONDIZIONARE UNA VITA ED APRIRE

    NUOVE VIE AL SAPERE.

  • 1935. Avevo 11 anni quando andai in collegio.Nello stesso lungo corridoio ove cerano le aule

    di noi ragazzi alle prese con i primi elementi dellatino e dellalgebra, cera anche un Gabinetto fisi-co-biochimico nel quale gli studenti del Liceoandavano ad assistere agli esperimenti che il loroprofessore di Scienze effettuava, eseguendo speri-mentalmente quanto i libri descrivevano.

    Quegli apparecchi, alcuni molto strani ai mieiocchi, quando negli intervalli delle lezioni riuscivoad intrufolarmi, mi incuriosivano.

    Due di questi mi erano gi noti, il telegrafo e iltelefono, che avevo visto nellufficio postale del miopaese.

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  • La curiosit mi diede modo di conoscere davicino quel professore di scienze, don EnzoManfredi, un vero scienziato1, colui che, per primonel mondo, realizz la telegrafia e telefonia multi-pla, ossia la trasmissione contemporanea di pimessaggi su di una sola linea di due fili o su di unasola onda elettromagnetica, cosa a quel tempo,completamente nuova ed oggi comunissima nelcampo delle comunicazioni.

    Viene qu spontaneo asserire che le idee, le sco-perte, le invenzioni nascono quando il loro tempo maturo.

    Le sperimentazioni di don Enzo Manfredi, nelchiuso di quel Gabinetto fisico le seguii pi di unavolta, ma la prima, a distanza ragguardevole, allaquale diedi una mano anchio, quando avevo 18anni, avvenne in una freddissima mattinata delgennaio 1942, usando due radio-ricetrasmettitoridellEsercito italiano, posti uno in un prato ad Albae laltro sul terrazzo di una caserma di Racconigi.

    A causa della guerra in corso non si era ancorapotuto avere informazione se tali sperimentazioni sieffettuassero anche in altre parti del mondo. Siseppe poi che esperimenti analoghi vennero com-piuti negli Stati Uniti dAmerica nel 1945 ed anchein Giapppne, senza mai riuscire a sapere la datanella quale avvennero.

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  • Ci prova che le intuizioni hanno un lorotempo di fioritura, anche se gli scienziati che lehanno non sanno luno dellaltro.

    Pare sia stato cos anche per linvenzione deltelefono, della radio e di altre.

    Lo fu senzaltro per un altro ritrovato, allelabo-razione tecnica del quale, ancora una volta, ebbiloccasione di essere fra i pionieri, con il bravissimotecnico Ugo Preti, lo stesso che scrisse la presenta-zione del mio lavoro del 19892.

    Quando in Italia le trasmissioni televisive eranosoltanto sperimentali e si incominciava a costruire iprimi televisori di casa nostra, ci arriv notizia chein altri Stati avevano realizzato la tecnica di proiet-tare limmagine televisiva su grande schermocome un telone cinematografico.

    Costruimmo al tornio, con le nostre mani,diversi specchi e lenti di vetro fino a trovare la cur-vatura esatta e con laiuto di una industria diNovara, realizzammo noi il televisore a grandeschermo, senza aver avuto dettagli da altri, i qualiper ovvi motivi, tenevano nascosti.

    Chiusa questa lunga parentesi, ritorniamo aglianni 1935-37.

    Dello stesso professore del quale ero diventatoamico e poi allievo quando raggiunsi il Liceo, nel1951 diventato anchio professore presi il

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  • posto, come insegnante in quello stesso Gabinettofisico bio-chimico che mi aveva fatto sognare neglianni, delladolescenza.

    In quel lontano 1935, nella biblioteca di quellaboratorio trovai il primo libro che mi diede unavisione globale, sintetica e quasi sinfonicadellUniverso: Antonino Anile, Bellezza e veritdelle cose, (Vallecchi, Firenze, 1935), che conservotuttora e che allora lessi. centellinandone pochepagine al giorno.

    1937. Trovai anche il catalogo delleditoreUlrico Hoepli di Milano che conteneva una selva dilibri, soprattutto di tecnica.

    Uno di questi mi colp particolarmente: Ilmiracolo delle onde, del tedesco Edoard Rhein, cheaveva come sottotitolo: Il romanzo della radio edella televisione.

    Nel giro di 15 giorni riuscii a procurarmelo e loconservo tuttora.

    Vi sembrer strano che gi nel 1937 si parlassedi televisione.

    Ebbene s. Lidea primordiale lebbe un certoPaolo Nipkow, quando non esisteva nemmenoancora la radio.

    Alla fine del 1800 e nei primi anni del 1900 siprospettava gi persino una televisione a colori euna televisione stereoscopica, da trasmettere

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  • mediante filo.Incominciai ad assimilare i concetti elementari

    della elettricit, del magnetismo, come funziona unmicrofono e un altoparlante, la registrazione su filomagnetico e la trasformazione dei suoni e delleimmagini per essere trasmesse, prima con un con-duttore e poi con onde elettromagnetiche.

    Conobbi, per la prima volta, da quel libro, lavalvola termoionica, il tubo a raggi catodici e il lorofunzionamento, nonch loscilloscopio sul cuischermo s potevano osservare i tracciati dei suonitradotti da un microfono.

    Edoard Rhein, nella prefazione, scriveva: Purela fredda e calcolatrice tecnica ha sangue e vita edha bisogno di antesignani, di entusiasti, di audaciuomini di cuore e di fantasia. Non solo di intelli-genze.

    Si auspicava ancora: Anche se un paio soltantodi tali uomini questo libro riuscir ad attirare versoil lavoro di ricerca e di realizzazione, ci considerere-mo paghi della nostra fatica

    Questo appello mi ha sempre sostenuto daquando avevo 13 anni fino ad oggi.

    Ma c ancora qualcosa di pi che la fervidafantasia suggeriva a questi autori: Non si pu pre-vedere il domani, ma possiamo rivivere il passato.E si riferiva non solo alle immagini e ai suoni che

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  • sono stati in qualche modo fissati, ad esempio, suuna pellicola cinematografica o con qualche altromezzo tecnico di registrazione.

    Non intendeva nemmeno le immagini e i suoniche hanno colpito locchio o lorecchio di un viven-te e sono rimaste registrate nella sua memoria, maanche quelle che non hanno avuto alcun spettato-re.

    Prospettava che la luce e le onde sonore di tantianni fa, forse corrono ancora per lUniverso e quan-do colpiscono un ostacolo possono essere riflesseverso di noi che, con mezzi opportuni, potremmoevidenziarle.

    Ma, come tecnico, onestamente concludeva:Le onde si smorzano. Anche le trasmissioni pipossenti, gi dopo alcuni minuti di percorso sonocos indebolite, che non si riuscirebbe pi a captar-le, neppure col pi sensibile dei ricevitori.

    Infine la fantasia ha ancora il sopravvento sulragionamento tecnico e lo porta a citare un deside-rio gi vivo nei tempi antichissimi: Le pi bellefiabe di tutti i tempi e di tutti i paesi raccontano diuno specchio magico. Ai principi di queste fiabe eraconcesso di vedere svolgersi sulla sua tersa superfi-cie avvenimenti lontani

    Nel cortile della reggia c un profondo pozzo,

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  • scendendovi, si giunge ad un grande specchio posto sulfondo. Quivi non solo possibile udire tutto quello chevien detto sulla Terra, bens anche vedere ci che viaccade proprio come se lo avessimo davanti agli occhi.(Da: Il viaggio nella luna, fiaba dellantica Grecia diLuciano).

    A questa fiaba volli aggiungere un capoverso nelquale descrivo come, con quello specchio, possi-bile, non solo vedere quel che avviene sulla terra,cosa che gi hanno fatto altri con la radio e la tele-visione, ma anche cosa stato detto ed avvenutofin dai millenni pi lontani.

    Fu da quei lontani anni 1937-1938 che inco-minciai a pensare alla Cronovisione, anche se il ter-mine non lavevo ancora coniato.

    Lo feci qualche anno dopo, quando incomin-ciai ad apprendere un po di terminologia della lin-gua greca, modificando il termine televisore incrono-visore.

    Con la televisione accoppiata alla radio sipu vedere e udire da lontano; con la Cronovisionesi pu vedere e udire addietro nel tempo, suscitan-do le tracce che il passato ha lasciato.

    In quegli anni non potevo ancora avere lidea dicome suscitare quelle tracce. Eppure ero convintoche qualche sistema ci doveva essere.

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  • Dovevano passare ancora molti anni prima chearrivasse Cesare Colangeli a suggerirmi lo spuntoopportuno.

    Per intanto, non rimaneva che indagare lememorie esistenti e studiare a fondo come si fis-sassero nel cervello dei viventi o nel seme di unvegetale.

    Delusioni su delusioni, condivise anche dalleaffermazioni dei pi valenti studiosi della memoriae della fisiologia della mente.

    Grandi conquiste erano state raggiunte sul Dnae sul codice genetico sia dei vegetali che degli ani-mali, ma erano osservazioni che si fermavano aquanto si poteva vedere con il microscopio a livellocellulare e molecolare.

    Per un paio di anni fui abbonato a Leco dellastampa, alla parola memoria.

    Nei numerosi ritagli che ricevetti in due anni,non uno ove si parlasse della base fisica dellamemoria, ma solo dei metodi per potenziarla,richiamarla pi facilmente, evitare che diminuisca,con artifizi, cure, rimedi.

    Altrettanto succedeva, non solo nella stampaperiodica, ma anche in tutti i testi librari intera-mente dedicati allargomento o testi che lo toccava-no in qualche modo.

    E penso di aver dato una scorsa a quasi tutte le

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  • pubblicazioni esistenti su questa funzione del cer-vello.

    Non mi risulta che alcun altro studioso per altrevie, diverse da quelle proposte dalla TeoriaNeutrinica, sia riuscito a rilevare le registrazioni cheesistono nella materia della luce e dei suoni che inpassato lhanno colpita.

    Il caso di Padre Ernetti

    Esiste il caso di padre Pellegrino Ernetti chenon posso tralasciare di citare, perch ha delle ana-logie, almeno nello scopo che intendeva raggiunge-re, anche se i mezzi che proponeva erano inadegua-ti e molto vaghi per ottenerlo.

    Coloro che hanno strombazzato ai quattroventi la ipotetica macchina del tempo attribuita apadre Pellegrino Ernetti (il quale solo quando nel1989 lesse il mio libro cambi la denominazionemacchina del tempo in cronovisore ed abban-don lidea dei raggi riflessi da qualche corpo cele-ste e raccolti da una selva di antenne parabolicheper rivedere il passato, non si sono resi conto chelErnetti basava il suo progetto su un fenomenoimpossibile, cio su queste onde riflesse non capta-bili.

    Padre Ernetti non poteva aver inventato alcuna

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  • macchina del tempo, o alcun cronovisore, perchnon era a conoscenza degli scritti di Cesare Colangeli,il quale, per primo, propose lidea del magnetrino, lasola struttura di una porzione di spazio capace di con-servare nel tempo le tracce di suoni e immagini.

    La prova dellautenticit del Volto di Cristo diCollevalenza che egli dice di aver captato, si reggesolo sulla sua parola e su quella di una visionaria,come egli scrive in una lettera a me indirizzata il 21novembre 1990.

    Il commento musicale della commedia Thyestedi Quinto Ennio, senza senza far ricorso a impossi-bili ritorni di suoni, pu benissimo averlo fatto lui,poich risaputo che era un buon musico e cono-scitore della prepolifonia.

    A contrastare lo strombazzamento di cui sopra,assieme anche ad altri, provvide egregiamenteMassimo Biondi su Il Giornale dei Misteri delsettembre 1990, rispondendo ad un lettore che glichiedeva se ci fossero nuove sul cronovisore.

    Non conosco personalmente Massimo Biondima, dal suo modo di esprimersi, si deduce essereuomo di alta cultura che non si lascia condizionareda fantasie, fatte passare come realt non realizzabi-li per mancanza di principi fisici adeguati.

    Il cronovisore sembra sia stata una fantastica

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  • invenzione degli anni Settanta. Invenzione non inquanto strumento tecnico in grado di raccogliereimmagini dal passato, ma in quanto notizia deltutto infondata diramata attraverso la stampapopolare da persone di imperfetta cultura e di con-fuso intelletto. Il cosiddetto cronovisore non mai esistito, n allo stadio di prototipo n a quellodi progetto teorico.

    Nessuno mai riuscito a catturare immaginivive del passato (oltre ovviamente quelle fissate inrappresentazioni pittoriche e artistiche, e pi recen-temente fotografiche e filmiche). N qualcuno hamai ripeso la passione di Ges, lo sbarco diColombo in America, o la cacciata di Adamo edEva dal paradiso terrestre. La foto di Ges sof-ferente prodotta da padre Pellegrino Ernetti statascattata su un modello artistico la cui provenienza ben nota, e non c il minimo indizio che si siamai ottenuto alcuna immagine, sia pur sbiaditaannebbiata o, sfocata, di fatti e atti risalenti nondico a duemila o mille anni fa, ma nemmeno a cin-que minuti prima. Baster unocchiata a un qual-siasi dizionario scientifico per convincersi del-linfondatezza dellidea di catturare immagini diquello che gi accaduto: in estrema sintesi, si pudire che il problema non sta solo nellintercettareuna certa immagine (la luce si allontana dallorigi-

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  • ne, appunto, alla velocit della luce ed la cosa piveloce di tutto luniverso: difficile raggiungerla!),quanto anche nel ricreare il contenuto informativodi un certo fascio energetico. Giustamente lei affer-ma che lenergia non si crea n si distrugge: per sitrasforma e relativamente allinformazione cisignifica una tendenza al massimo disordine, allamassima disgregazione dellordine per noi ricono-scibile (limmagine di qualcosa una disposizionealtamente strutturata di componenti luminose).

    Possiamo dunque archiviare il cronovisoreassieme a moltissime altre novit dei favolosianni Settanta: anche perch sarebbe ormai ora difare un po di pulizia in mezzo alle innumerevoliscorie buttateci addosso, e dentro i giornali, daglientusiastici, aderenti al movimento della New Age.

    Massimo Biondi

    Siccome al momento in cui scrive Biondi siamoal settembre 1990, va bene quanto dice a riguardodel presunto cronovisore annunciato da padreErnetti (cio che il cosidetto cronovisore non mai esistito n allo stadio di prototipo n a quellodi progetto teorico) ma probabilmente, anzi cer-tamente, non aveva ancora avuto modo di cono-scere il mio libro uscito appena un anno prima,

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  • perch in esso c sia il progetto teorico sia lillu-strazione del prototipo con tanto di schema elettri-co ed elettronico di funzionamento e col, anchiodicevo che la macchina di padre Ernetti era unideaperegrina.

    Per questa mia frase ricevetti rimbrotti dallostesso Ernetti e minacce di ricorso giudiziario.Meno male che ora qualcun altro dice la stessa cosa.

    Comunque non so come Massimo Biondi giu-dichi il mio cronovisore basato su principi fisicicompletamente diversi da quelli propostidallErnetti.

    Posso per dirgli che, nel mio caso, non cnulla che abbia a che fare con la New Age, ma frutto di oltre quarantanni di studi, di tentativi edi esperimenti non mascherati da alcunch dimisterioso.

    1 Cfr. E. FORNASARI, Don Enzo. Sacerdote, scienziato, inventore, San Paolo,Cinisello Balsamo, 1994.2 BORELLO, Come le pietre raccontano, cit.

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  • Capitolo quintoRASSEGNA DI CITAZIONI DELUDENTI.

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  • Da mezzo secolo i settimanali in cerca discoop si sono sprecati in titoli eclatanti.

    Il settimanale Chi del 10 novembre 1999, inun servizio di Renzo Allegri, titolava: Don LuigiBorello, un religioso con la passione della scienzasostiene la possibilit di vedere nel passato e sotto-titolava: Cade il velo che nasconde i grandi eventidella storia.

    Proseguendo, presenta largomento piuttostocome una gara, se non un conflitto, fra due preti,don Borello e padre Ernetti.

    Prima ancora, il 29 ottobre 1999, il giornalistaVanni Perrone su Il Secolo XIX di Genova scriveun articolo dal titolo provocatorio: Un prete sfida

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  • il Vaticano per sentire le voci delle pietre.Don Borello, 75 anni, sacerdote piemontese,

    in passato collaboratore di Famiglia Cristiana, dal1964 direttore della Colonia Albese di Varazze, maanche professore di fisica e membro dellAccademiaTiberina di Roma (titolo conferitogli per i suoistudi sulla memoria), rettamente asserisce che fu ilprimo a coniare, molti anni fa, il termine cronovi-sione, mai apparso prima su alcun vocabolario osu qualche enciclopedia ed attribuito erroneamen-te, su qualche dizionario, a padre Ernetti.

    Spiega poi, in poche righe, in che consiste lin-venzione, frutto di oltre 40 anni di studi ed esperi-menti e come, avendo don Borello, per deferenza,segnalato alla Sacra congregazione per la fede (exSantUffizio), le conseguenze alle quali poteva por-tare nella privacy degli individui, ne deduce che Lacronovisione stata scomunicata prima ancora diessere entrata in funzione.

    Per confermare tale asserzione, Vanni Perroneriporta due pagine da Come le pietre raccontano: Lacronovisione, non appena avr raggiunto un certogrado di sviluppo diventer un fatto non soloscientifico e tecnico, ma culturale, sociale e religio-so che rivoluzioner tante nostre conoscenze.

    In campo religioso, ad esempio, pu chiarirci severamente c stata una rivelazione da parte del

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  • Creatore allumanit, come ci stata tramandata ese sia stata manipolata lungo i secoli.

    Nello stesso Cristo non tutti credono e non esi-stono, per ora, argomenti capaci di convincere chinon crede.

    Un argomento che portano coloro che non cre-dono nella Rivelazione che non si pu essere certiche tutto quello che ci viene riferito di Cristo e checi stato tramandato, corrisponda realmente aquello che ha detto e ha fatto.

    Chi ci assicura, dicono costoro, che i tradutto-ri, gli scribani, gli amanuensi non abbiano mani-polato i testi originali e travisato i fatti in essi nar-rati?

    Ognuno con la Cronovisione avr la possibilitdi vedere il Cristo dalla sua nascita alla sua morte,vedere come agiva, ascoltare quello che ha detto ecome lo ha detto, con la mentalit critica cheabbiamo oggi e poter giudicare se veramente Egliera linviato di Dio, il figlio di Dio, Dio egli stesso.

    Questo avverr: i dubbi verranno sciolti e serealmente le cose stanno come le propone la ChiesaCattolica, i dogmi e gli insegnamenti verranno datutti accettati e la morale che ne derivata, seguita,mentre se le cose non stanno come si dice, moltiindirizzi e molte strade potrebbero cambiare.

    In considerazione che i capoversi sopra riporta-

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  • ti potevano attirarmi le censure di Santa RomanaChiesa, anche se non intaccano alcuno dei dogmicattolici, ma appunto, come dicevo, il nuovomezzo potrebbe violare segreti molto delicati, a suotempo mi premurai di segnalare questo pericoloalla Sacra congregazione per la dottrina della fede(ex SantUffizio) e tramite persona della Segreteriadi Stato della Citt del Vaticano molto vicina alPapa, al Santo Padre stesso.

    Finora non mi ancora pervenuta alcunacomunicazione in merito, nonostante sia trascorsooltre un anno e s con certezza che la lettera stataricevuta.

    Ritengo pertanto che i responsabili deiDicasteri di Santa Romana Chiesa considerino lanotizia del nuovo ritrovato priva di ogni fonda-mento, non degna di essere presa in considerazionee quindi ritengo siano rimasti scettici al riguardo.come se fosse un nuovo tipo di computer fra i tantiche continuamente vengono sfornati.

    * * *Il dott. Angelo Cacioppo nei suoi scritti sul

    pianeta cervello, lo definisce scatola nera dellaquale si conosce ormai abbastanza minuziosamen-te il contenuto ma non il funzionamento e conti-nua:

    Sappiamo che esso (il cervello) riceve ed ela-

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  • bora messaggi, per non conosciamo la natura delmezzo che trasporta questi messaggi; sappiamo chevengono registrati, ma non sappiamo come; possiamoosservare che c un messaggio in entrata e ritro-varlo alluscita del cervello, tramite qualche suamanifestazione ma, nellintemo, lo perdiamo com-pletamente.

    Tutto quello che riguarda lapprendimento, lamemoria (e quindi la registrazione), la coscienza, ilpensiero e lintelligenza, costituiscono una zonadombra che nessun microscopio riuscito a pene-trare, n alcun bisturi o elettrodo a sfiorare.

    Il pianeta cervello, o meglio ancora, luniversocerebrale aspetta ancora, non solo il suo Einstein,ma addirittura il suo Copernico.

    * * *In un aureo libretto, Le basi scientifiche del pen-

    siero, edito da Einaudi nel 1953, eminenti scienzia-ti esprimono il loro parere su argomenti fonda-mentali riguardanti la conoscenza.

    Speravo fortemente di trovare finalmente qual-cosa di importante che servisse a risolvere i proble-mi delle mie ricerche.

    Il titolo del libro fa supporre che si parli dibasi fisiche, tanto pi perch nella introduzioneSir Charles Sherrington, che gi ho citato, dicecategoricamente che non pu esistere mente,

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  • spirito, pensiero, apprendimento, memoriae riconoscimento di essa (tutte attivit compresenel termine inglese mind che egli usa) senza lapresenza della materia.

    Riporto alcune frasi di due scienziati i qualidelle succitate facolt mentali parlano e dovrebbe-ro dirci qualcosa sulla loro base fisica, ma, purtrop-po, la mia delusione stata grande, per le conclu-sioni alle quali giungono:

    E. D. Adrian: Nel funzionamento del nostrocervello il punto destinato a rimanere oscuro ,naturalmente, quello che concerne la mente, ilpunto cio che dovrebbe spiegare come un partico-lare tipo di impulsi nervosi pu produrre unidea.

    La psicologia pu difficilmente progredire senon si raggiunge un accordo sul rapporto esistentetra il corpo e la mente. Cosicch, per il momento,dobbiamo procedere cercando di scoprire quali tipidi alterazioni fisiche avvengono nel nostro cervelloquando la nostra mente lavora.

    Poich tutti i nostri pensieri dipendono da ciche abbiamo appreso, non sapremo mai un granche su ci che accade quando pensiamo, finchnon avremo studiato ci che avviene nel sistemanervoso quando apprendiamo qualcosa.

    Un punto di cui sappiamo ancora molto poco,

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  • e che realmente assai importante riguarda lamemoria, lapprendere e la formazione delle abitu-dini.

    In realt non sappiamo quale tipo di alterazio-ni avvenga nel nostro cervello quando in esso sifissa un ricordo.

    S. Zuckerman: Non possiamo supporre cheogni cellula nervosa (anche se numerosissime nelcervello) sia interessata soltanto in un processo diapprendimento. Quale che sia iI processo fisico esso siapplica chiaramente anche al processo del ricordo.Nel ricordo, vecchie sensazioni ed azioni sono evo-cate, modificate da nuove cose che si vedono o sisentono in altro modo. Nessuno conosce la base fisi-ca di questa particolare capacit.

    * * *Poich mio convincimento che qualsiasi tipo

    di memoria ha la stessa base fisica e dato che hofatto cenno anche alla memoria genetica la qualeguida i processi ereditari, voglio proporvi in meri-to qualcosa che dice Salvador E. Luria nel suo lavo-ro: La vita: un esperimento non finito (Zanichelli,1974).

    Come impara il sistema nervoso? E che cos lamemoria?

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  • Imparare significa fare associazioni tra millemiliardi di cellule del cervello, e la memoria lafacolt di riattivare queste associazioni o al ripeter-si della stessa situazione, o nel pensiero o nel sogno.

    Dispositivi cos disparati, quali sono gliorgani di senso, rappresentano una sfida al biologomolecolare, perch ciascuno di essi un congegnoatto a convertire un dato stimolo (sia esso una sostan-za chimica, un raggio di luce, un impulso, musco-lare o un suono) in una variazione transitoria delladisposizione molecolare che pu essere convertita asua volta in un segnale nervoso.

    ancora ignoto agli scienziati che cosa realmenteaccada quando una cellula sensoriale riceve un segna-le rimane ancora un mistero il modo in cui unsegnale chimico o meccanico si trasforma in un impul-so nervoso, n si conoscono le fasi attraverso le qualilimpatto con il mondo esterno si converte nel cer-vello in sensazioni e, almeno per luomo, in ricor-do cosciente .

    La stessa sfida che la Natura ci pone e dellaquale parla Salvador Luria, la troviamo ancheespressa ancora con maggior forza da RobertOrnstein e Richard F. Thompson nel libro: Il cer-vello e le sue meraviglie (Rizzoli, 1987):

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  • La capacit della mente umano di imparare, dimemorizzare informazioni e di accedere ad esse, il fenomeno pi notevole delluniverso biologico.

    I ricordi vengono memorizzati fra i neuroni delcervello in una qualche forma relativamente per-manente come tracce fisiche, le cosidette traccemnestiche. Se ne possedessimo il codice, potrem-mo leggere in tali tracce cerebrali lintera storia diesperienze e di conoscenza di un individuo. Questa forse la sfida pi grande che si ponga la neuroco-scienza: capire in che modo avvenga la memorizza-zione dei ricordi nel cervello.

    Nello stesso libro citato gli autori (Ornstein eRichard Thompson) dicono altre due cose moltoimportanti che voglio mettere particolarmente inevidenza:

    Bench il meccanismo basilare.di operazionedellimpulso nervoso implichi movimenti di ioniattraverso la membrana plasmatica, nei qualihanno una parte critica i mutamenti nel potenzia-le elettrico della membrana plasmatica, limpulsonervoso stesso non una corrente elettica.

    In che modo le cellule nervose archiviano iricordi? I ricordi appresi sono permanenti, cosicchlarchiviazione cellulare deve implicare mutamenti

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  • permanenti nelle cellule nervose. Noi non conosciamoancora la natura di questi processi di memorizzazio-ne.

    * * *Quanto nelle citazioni ho messo maggiormen-

    te in evidenza, oltre ad essere sempre stata una miaprofonda convinzione, lo voglio ribadire ancoracon le parole di Paul Chauchard (da La scienza delcervello, Bompiani, 1968):

    Per comprendere il funzionamento cerebralenel suo intimo bisogna sapere come si generino imessaggi (funzione di eccitabilit), come si propagbi-no e in che cosa consistano (funzione di conduzione)e infine come agiscano (funzione di comando o ditrasmissione). certo un errore, sul quale non vale lapena di ritornare, considerare il pensiero c