Booklet Laboratorio di Progettazione Architettonica
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COLLABORATORI: ARCH. ANDREA FRADEGRADA
ARCH. GIOVANNI MUNAFÒARCH. SIMONE NATOLI
ARCH. PIETRO TODESCHINIARCH. FLAVIO VIDA
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA IIIA.A. 2012-2013
PROF. MASSIMILIANO ROCA
22 FEBBRAIO 2013
ALESSANDRO GIACOMELLI GIAN MARCO MORIGI STEFANO SARTORI PEZZI
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INDICE
Progetto per la musealizzazione di una domus romana p. 5Piazza Sordello, Mantova
caratterizzazione di un vuoto p. 7
principi insediativi p. 9
Progetto di un Urban Center p. 13Via Brisa, Milano
la maglia cardo-decumanica p. 15
attraversare la maglia: percorso e limite p. 16
area di progetto: tensioni e frammenti p. 19
contesto, memoria, modificazioni p. 21
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TAVOLA DI INQUADRAMENTO 01
MODIFICAZIONIPROGETTO DI MUSEALIZZAZIONE DELLA DOMUS ROMANA, PIAZZA SORDELLO_MANTOVA
ANALISI DEL CONTESTO SCALA 1:2000
MAPPA STRATEGICA SCALA 1:1000
PLANIVOLUMETRICO SCALA 1:1000
St. Andrews Beach House - Sean Godsell - Australia, 2006
ICA - DS+R - USA, 2006
Studenti:Alessandro Giacomelli 760749 Gian Marco Morigi 763036Stefano Sartori Pezzi 762791
Espacio Pùblico Teatro La Lira - RCR Arquitectes - Spagna, 2011
Politecnico di MilanoScuola di Architettura e SocietàLABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA IIIa.a. 2012-2013
Prof. Massimiliano Roca
integrazioneProf. Maddalena D’Alfonso
Collaboratori:Arch. Andrea FradegradaArch. Giovanni MunafòArch. Simone NatoliArch. Pietro TodeschiniArch. Flavio Vida
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TAVOLA DI INQUADRAMENTO 01
MODIFICAZIONIPROGETTO DI MUSEALIZZAZIONE DELLA DOMUS ROMANA, PIAZZA SORDELLO_MANTOVA
ANALISI DEL CONTESTO SCALA 1:2000
MAPPA STRATEGICA SCALA 1:1000
PLANIVOLUMETRICO SCALA 1:1000
St. Andrews Beach House - Sean Godsell - Australia, 2006
ICA - DS+R - USA, 2006
Studenti:Alessandro Giacomelli 760749 Gian Marco Morigi 763036Stefano Sartori Pezzi 762791
Espacio Pùblico Teatro La Lira - RCR Arquitectes - Spagna, 2011
Politecnico di MilanoScuola di Architettura e SocietàLABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA IIIa.a. 2012-2013
Prof. Massimiliano Roca
integrazioneProf. Maddalena D’Alfonso
Collaboratori:Arch. Andrea FradegradaArch. Giovanni MunafòArch. Simone NatoliArch. Pietro TodeschiniArch. Flavio Vida
PROGETTO DI MUSEALIZZAZIONE DELLA DOMUS ROMANAPiazza Sordello, Mantova
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CARATTERIZZAZIONE DI UN VUOTO
Caratterizzata da un assetto architettonico e urbano definito e compatto, la città di Mantova presenta un tessuto denso, con poche eccezioni. Una di queste è Piazza Sordello, un vuoto disegnato in modo compiuto, inalterato e protetto durante lo sviluppo della città. È teatro di una stratificazione eterogenea di particolare interesse, su cui affacciano palazzi di diverse epoche, dal Duomo al Palazzo Ducale dei Gonzaga. Gli scavi del 2006 hanno portato alla luce addirittura un mosaico facente parte di una residenza risalente al periodo romano. È dalla riscoperta di questo elemento storico che nasce l’esigenza di un progetto di musealizzazione da realizzarsi in Piazza Sordello. La regolarità del vuoto e la rilevanza delle architetture che vi si affacciano hanno suggerito un’affinità con l’immaginario teatrale delle grandi scenografie: posta su uno dei lati corti della piazza – opposta al Duomo — l’area di progetto si trova al limite tra la costituzione in un quarto fronte significativo e l’accentramento dell’attenzione di chi vive la piazza, come già accade durante eventi occasionali o ricorrenti (come il Festival della Letteratura) attraverso strutture provvisorie.
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PRINCIPI INSEDIATIVI
Volendo quindi riconfigurare la piazza per i suoi diversi usi, senza però agire direttamente su di essa nella sua totalità, si è partiti dall’intenzione di realizzare un edificio con una duplice identità: la creazione di un piano rialzato genera allo stesso tempo una platea, spazio di qualità pur sempre appartenente alla piazza, e un palcoscenico, chiaramente identificabile nella sua identità rispetto al piano continuo della pavimentazione. Questa volontà richiede, per potersi trasformare in architettura, un involucro permeabile, che non ostacoli la visibilità e allo stesso tempo schermi la luce. Nello svolgere la funzione di filtro e schermo, l’elemento di copertura diventa involucro continuo, caratterizzando il linguaggio contemporaneo dell’edificio, che pure si pone in consonanza con il contesto tramite il materiale — listelli di acciaio imbrunito — che richiama il colore rosso del mattone.
PIANO TERRA
Politecnico di MilanoScuola di Architettura e SocietàLABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA IIIa.a. 2012-2013
Prof. Massimiliano Roca
integrazioneProf. Maddalena D’Alfonso
Collaboratori:Arch. Andrea FradegradaArch. Giovanni MunafòArch. Simone NatoliArch. Pietro TodeschiniArch. Flavio Vida
Studenti:Alessandro Giacomelli 760749 Gian Marco Morigi 763036Stefano Sartori Pezzi 762791
MODIFICAZIONIPROGETTO DI MUSEALIZZAZIONE DELLA DOMUS ROMANA, PIAZZA SORDELLO_MANTOVA
TAVOLA DI PROGETTO 02
PROGRAMMA
1. PUNTO INFORMAZIONI2. DEPOSITO-LOCALE TECNICO3. BOOKSHOP4. PALCO5. SALA ESPOSITIVA
PIANTA PIANO TERRA
PIANTA PIANO PRIMO
PIANTA PIANO SECONDO
SEZIONE AA SCALA 1:200
SEZIONE BB SCALA 1:500
PIANTA AL SUOLO SCALA 1:200
PIANTA PIANO SECONDO SCALA 1:500
PIANTA PIANO PRIMO SCALA 1:500
1
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PROSPETTO LATERALE SCALA 1:500
SEZIONE CC SCALA 1:200
PROSPETTO FRONTALE SCALA 1:500
DETTAGLIO COPERTURA SCALA 1:20
PIANO TERRA
Politecnico di MilanoScuola di Architettura e SocietàLABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA IIIa.a. 2012-2013
Prof. Massimiliano Roca
integrazioneProf. Maddalena D’Alfonso
Collaboratori:Arch. Andrea FradegradaArch. Giovanni MunafòArch. Simone NatoliArch. Pietro TodeschiniArch. Flavio Vida
Studenti:Alessandro Giacomelli 760749 Gian Marco Morigi 763036Stefano Sartori Pezzi 762791
MODIFICAZIONIPROGETTO DI MUSEALIZZAZIONE DELLA DOMUS ROMANA, PIAZZA SORDELLO_MANTOVA
TAVOLA DI PROGETTO 02
PROGRAMMA
1. PUNTO INFORMAZIONI2. DEPOSITO-LOCALE TECNICO3. BOOKSHOP4. PALCO5. SALA ESPOSITIVA
PIANTA PIANO TERRA
PIANTA PIANO PRIMO
PIANTA PIANO SECONDO
SEZIONE AA SCALA 1:200
SEZIONE BB SCALA 1:500
PIANTA AL SUOLO SCALA 1:200
PIANTA PIANO SECONDO SCALA 1:500
PIANTA PIANO PRIMO SCALA 1:500
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PROSPETTO LATERALE SCALA 1:500
SEZIONE CC SCALA 1:200
PROSPETTO FRONTALE SCALA 1:500
DETTAGLIO COPERTURA SCALA 1:20
Pianta Piano Terra Scala 1:1000Piante Piani 1 e 2 Scala 1:2000
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PROGETTO DI UN URBAN CENTERMilano, Via Brisa
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LA MAGLIA CARDO-DECUMANICA
Milano affonda le sue radici storiche nell’età Romana, a cui risale la prima gerarchizzazione urbana secondo forme e principi molto differenti rispetto agli sviluppi verificatisi nei secoli successivi. Sorta su un territorio pianeggiante ricco di acque – per le numerose risorgive e i vicini fiumi — la città è stata organizzata secondo l’impostazione cardo-decumanica tipica della centuriazione romana. La stessa griglia ortogonale di epoca repubblicana è stata mantenuta in età imperiale, quando il tessuto del nucleo urbano si è consolidato in isolati regolari, orientati nord-ovest/sud-est, intervallati soltanto dalle eccezioni dei grandi complessi imperiali come il circo, che ha influito sull’orientamento nord-sud del tessuto circostante, fino ad oggi.
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ATTRAVERSARE LA MAGLIA: PERCORSO E LIMITE
La complessità che il centro storico di Milano ha acquisito nel corso dei secoli per le successive stratificazioni — ideologiche e materiali — si è riflessa di conseguenza sulle possibilità di percorrenza ed attraversamento del tessuto urbano. Sempre più volta all’espansione radiocentrica, Milano ha posto la sua attenzione sul binomio anelli/radiali, dimenticando l’originaria impostazione romana. Nelle aree interstiziali determinate da questi due elementi è quindi osservabile il contrasto tra frammenti di antichi tracciati, la cui storia è testimoniata ancora dalla odonomastica di alcune zone, e modificazioni locali determinate principalmente dall’inserimento nel tessuto di architetture simboliche, capaci di tradurre i propri principi formali in forma urbana. All’interno di questo labirinto di percorsi, è possibile individuarne uno in particolare, che mantiene un carattere di continuità nel connettere alcuni spazi aperti fondamentali del centro storico occidentale di Milano. Sono spazi di diversa natura e differente scala, dal Parco Sempione al Parco delle Basiliche, dalla regolarità di Piazza Mentana alla frammentarietà del vuoto di via Brisa. Al di là della sua origine, principalmente residuale, è un percorso che ci appare oggi come una fenditura rilevante nel cuore della città, ben diversa dalla ferita di uno sventramento come quello di via Dante, poiché conserva le tracce di una memoria storica stratificata. L’identificazione di questo tracciato come percorso pone in primo piano il tema dell’attraversamento, e dunque del movimento, che nell’incontro con i luoghi dell’interazione e della riflessione determina il primo concetto di limite, anche in prossimità dell’area di progetto.
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AREA DI PROGETTO: TENSIONI E FRAMMENTI
La complessità morfologica dell’area di progetto si fonda sulla contrapposizione tra la compattezza dei fronti degli isolati adiacenti e l’irregolarità degli edifici conservati in seguito ai bombardamenti dell’area. Il vuoto risultante vive quindi una tensione tra questi opposti, acuita dalla presenza di due frammenti isolati: le rovine romane e la torre Gorani. La diversa natura di questi resti è amplificata dal loro differente carattere: l’orizzontalità di ciò che rimane dei setti murari in mattoni diventa quasi una trama, che suggerisce nuove direttrici e movimenti, mentre la torre conserva nella sua verticalità la possibilità di catalizzare le forze che agiscono sulla struttura della forma, recuperando il perduto ruolo di perno compositivo. Il campo in cui agiscono gli elementi citati presenta inoltre un dislivello irrisolto tra la quota della città e la quota di scavo, che concorre già in partenza a modificare la condizione di complanarità della maglia cardo-decumanica.
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CONTESTO, MEMORIA, MODIFICAZIONI
Prima di procedere alla descrizione del processo progettuale è necessaria una breve riflessione sul ruolo dell’architettura contemporanea e sui valori di contesto e memoria nell’impostazione attuale del progetto. Riconoscendo all’architettura la possibilità di fornire un’interpretazione critica del mondo contemporaneo, anche grazie ai molteplici ambiti che coinvolge, la realtà in cui essa agisce diventa il primo termine di confronto: non è possibile porsi utopicamente fuori dai riferimenti di luogo e di tempo, quando sono essi stessi le categorie fondamentali che regolano la vita dell’uomo. Il contesto in cui andiamo ad agire, con la sua morfologia, si traduce in un insieme di variabili che concorrono alla specificazione e modificazione delle strutture che determinano la forma. Esse interagiscono con le variabili di progetto, sulla base, appunto, di un’interpretazione critica, ed entrano a far parte del materiale su cui l’architetto opera, non tanto per essere religiosamente rispettate e conservate, ma perché possano vivere di una luce nuova, rientrando a far parte del contemporaneo. In questo processo, la memoria è dunque uno strumento che permette di decodificare la realtà in continua mutazione, costituendo il territorio fertile da cui far nascere l’interpretazione del presente storico.
Sezione A-A’ Scala 1:1000
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A’
B
B’
C
C’
D
D’
0 2 100 2 10
Pianta Piano Terra Scala 1:1000
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Pianta Piano Primo
Pianta Piano Terra
Pianta Piano Interrato
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Sezione D-D’ Scala 1:500
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Sezione B-B’ Scala 1:500
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Sezione D-D’ Scala 1:1000
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PROGETTO DI SUOLO
I volumi del nuovo edificio si collocano al limite tra via Brisa e l’interno svuotato del vecchio isolato, sia per demarcare il bordo tra un luogo dell’attraversamento e uno spazio aperto dedicato alla riflessione e all’interazione, sia per riflettere il carattere di continuità del fronte dell’isolato adiacente. L’orientamento è determinato dalla maglia cardo-decumanica, che subisce una prima inflessione per la forte presenza dei tracciati del Circo Romano. Questo limite è infranto soltanto al confluire di via Brisa in via Morigi, dove si apre nello spazio di ingresso dell’Urban Center, costituendo la connessione tra interno ed esterno, e tra città e isolato. Addentrandosi nel cuore dell’area di progetto le tensioni spaziali e le sovrapposizioni storiche deformano ulteriormente la regolarità della maglia. Una tale interpretazione dello spazio ci spinge a riflettere su tempo e memoria: il mondo contemporaneo sembra caratterizzato dalla ricaduta di ogni evento o valore nel momento presente; la difficoltà di operare una distinzione netta tra i piani e i livelli che ne fanno parte si riflette metaforicamente in architettura nell’evoluzione del suolo. Discostandosi dall’identificazione con il concetto di terreno, il suolo diventa l’elemento che genera nuove relazioni ripiegandosi su se stesso: è quello che intende dire Eisenman quando parla di un nuovo contrasto figura/figura a proposito del suo progetto per Santiago, mettendo in crisi la classica opposizione gestaltica figura/sfondo. Il continuum che si viene a creare non è piatto ed indifferenziato, bensì risente delle variabili che coinvolge, e si deforma sotto la loro azione attraverso la piega: così il suolo, elemento interpretativo che potenzialmente può suggerire un orientamento, allo stesso tempo riflette l’indeterminazione contemporanea della posizione dell’uomo nella realtà.
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