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Carducci

San Pietro

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Palazzo AlbergatiVia Saragozza 28www.palazzoalbergati.com

Collezioni Comunali d’Arte Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6www.museibologna.it/arteantica

Pinacoteca Nazionale di BolognaVia delle Belle Arti 56www.pinacotecabologna.beniculturali.it

MAMbo - Museo d’Arte Moderna di BolognaVia Don Minzoni 14www.mambo-bologna.org

Mi Ri-GuardaItinerario in città alla scoperta

di celebri autoritratti

È sempre emozionante poter dare un volto al nome di un artista, conoscere la sua

fisionomia, coglierne l’espressione, guardare in quegli occhi che ti ri-guardano...

Frida KahloAutoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri), 1943

Olio su masonite, 76x61 cmThe Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican

Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust, México D.F. by SIAE 2016

Hai apprezzato il dipinto Autoritratto come tehuana (o Diego nei miei pensieri), in cui Frida Kahlo racconta l’impossibilità di vivere lontana dall’amato Diego Rivera?

Ti suggeriamo una passeggiata per Bologna in tre tappe, in ognuna potrai ammirare un altro autoritratto, in un viaggio fra le epoche storiche, tra le sale dei nostri musei, a caccia di nuovi sguardi d’autore.

E ricorda: con la Card Musei Metropolitani Bologna hai l’ingresso gratuito o ridotto a tutte le Collezioni!

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Collezioni Comunali d’Arte

MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna

Pinacoteca Nazionale di Bologna

Fino all’8 maggio le Collezioni Comunali d’Arte (Musei Civici d’Arte Antica) espongono per la prima volta un dipinto di Diego Velázquez (1599-1660), Ritratto di uomo della Pinacoteca Capitolina, che la critica ha supposto possa essere un autoritratto del celebre artista spagnolo. Pur giocato su una scala cromatica ridotta, il ritratto è una prova dell’abilità introspettiva del pittore: contro uno sfondo sommario, la resa impressionistica del volto lascia focalizzare l’espressione vigile dello sguardo, che instaura con quello dello spettatore un rapporto diretto. Velázquez traduce la verità della sua anima in una pittura veloce, in cui sta sospeso l’istante fuggente della vita.

Spinto da una propensione verso il fiabesco e l’esotico, Luigi Ontani impersona di volta in volta figure tratte dalla cultura popolare, dalla favola, dalla mitologia, creando messe in scena dove iconografie occidentali e orientali si fondono per dare corpo a visioni fantastiche. La storia dell’arte s’incarna nel corpo stesso dell’artista che si spoglia dei propri abiti per assumere identità nuove. Ontani cambia pelle, dando vita a personaggi ambigui dal corpo ibrido, creature sempre in bilico tra un sottile erotismo e una leggera ironia, come questo ErmafroDito Mignolo del 1996.

In questo Autoritratto, databile intorno al 1780, Gaetano Gandolfi si presenta come artista in termini del tutto non celebrativi, sfrondando la rappresentazione del proprio ruolo sociale

da complesse e simboliche caratterizzazioni. La resa naturalistica dei particolari allusivi al suo

mondo quotidiano, come i pennelli, la tavolozza dei colori e la pipa infilata nel tricorno,

contribuiscono a fare di questo dipinto un esempio di ritrattistica “borghese”.

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