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BOLLETTINO Stà # ilN() ANNO 1onm . l'QUINDICINA° 1GENNAIO1982 SPEDIZIONEINABBONAMENTOPOSTALEGRUPPO2o(70) DELLA FAMIGLIASALESIANAFONDATADASANGIOVANNIBOSCONEL1877

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BOLLETTINO

Stà#ilN()ANNO 1onm . 1 ° l' QUINDICINA ° 1 GENNAIO 1982

SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2o (70)

DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA SAN GIOVANNI BOSCO NEL 1877

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BOLLE O

2 ∎ BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982

Il IUMEROSALESIANO

LE IDEEDON EGIDIO VIGANO /Uno stlle'dl vita che contesta il mondo, 4.7La pace è un dono dl Dio, 11 .12Per I giovani con la genialità dl Don Bosco, 20-22

LE FORZEAperto un noviziato a Timor, 8PROGETTO AFRICA /L'Ispettoria di Sicilia saluta i «suoi» missionari, 8ITALIA /Nuovo Presidente alla Federazione Italiana, 9COOPERATORI /Giovane cooperatore si fa prete, 8L'ordinazione episcopale di monsignor Domenico Amoroso, 7

L'AZIONEC'è gente che vuoi bene ai giovani, 9Presentata l'indagine sulla religiosità giovanile, 10Pierre Octave Fasani espone a San Benigno, 10Torte a chili per rifare la scuola, 10GIAPPONE / Inaugurato un teatro a MijazakiLo dice Angelo Montonati : Don Bosco .funziona», 13.14FILIPPINE / Le donne di Pesi[, 15-16ZAIRE /A Kasungami c'è una chiesa che cresce, 17ARGENTINA /La scommessa dl Trelew, 18.19EXALLIEVI /Tra dl loro l'Europa è di casa, 23.24HONG KONG /Le scuole serali di Mr Lee & Rev . Lee, 27.28

IL PASSATOOmaggio a Don Bosco, 3Quasi un diario cento anni dopo, 25-27

RUBRICHE . Don Bosco è notizia, 8-10 - Il successore di DonBosco, 4.7 - Libreria, 29 - I nostri santi, 30-32 - I nostri morti,33-34 - Solidarietà, 35

VIGNETTA ∎DIECI E LODE»

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I-U~, COME/Ndt4',W4 Se-3T4>

L'UOMO!

1 GENNAIO 1982ANNO 106 - NUMERO 1

IN COPERTINA:L'educazione è un fatto di cuore(Don Bosco) .Foto Josè Luis Mena .Servizio di copertina a pag . 20.22 .

RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANAFondata da san Giovanni Bosco nel 1877Quindicinale di informazione e culturareligiosa edito dalla CongregazioneSalesiana di San Giovanni Bosco

INDIRIZZOVia della Pisana 1111 - Casella post . 909200163 Roma-Aurelio. Tel . 06/69 .31 .341 .Conto corr . post. n . 46 .20 .02 intestato aDirezione Gen . Opere Don Bosco, Roma .

DIRETTORE RESPONSABILE GIUSEPPE COSTACollaboratori . Giuliana Accornero - Marco Bongioanni - Um-berto De Vanna - Elia Ferrante - Domenica Grassiano - AdolfoL'ArcoFotografia Fulgenzio Ceccon . Archivio Guido CantoniPropaganda Giuseppe ClementelDiffusione Arnaldo MontecchioFotocomposizione e ImpaginazioneScuola Grafica Salesiana Pio XI - RomaStampa Officine Grafiche SEI - TorinoRegistrazione Tribunale di Torino n . 403 del 16 .2 .1949

IL .BOLLETTINO SALESIANO» Si PUBBLICA1r Il primo dl ogni mese (undici numeri, eccetto agosto) perla Famiglia Salesiana ;

1l 15 del mese peri Cooperatori Salesiani .Collaborazione . La Direzione invita a mandare notizie e fotoriguardanti la Famiglia Salesiana, e s'impegna a pubblicarlesecondo il loro interesse generale e la disponibilità di spazio .Edizione di metà mese . Redattore don Armando Buttarelli .Viale dei Salesiani 9, 00175 Roma . Tel . (06) 74 .80 .433 .

IL «BOLLETTINO SALESIANO» NEL MONDOIl BS esce nel mondo in 41 edizioni nazionali e 20 lingue di-verse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie) in :Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia - Austria- Belgio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile - Canada - CentroAmerica (a San Salvador) - Cile - BS Cinese (a Hong Kong) -Colombia - Ecuador - Filippine - Francia - Germania -Giappone - Gran Bretagna - India (in inglese, malayalam,tamil e telugú) - Irlanda - Italia - Jugoslavia (in croato e insloveno) - Korea del Sud - BS Lituano (edito a Roma) -Malta - Messico - Olanda - Paraguay - Perù - Polonia -Portogallo - Spagna - Stati Uniti - Sudafrica - Thailandla -Uruguay - Venezuela .

DIFFUSIONE E ABBONAMENTI11 BS è dono di Don Bosco ai componenti la Famiglia Sa-lesiana, agli amici e sostenitori delle sue Opere .È Inviato In omaggio a quanti lo richiedono.Copie arretrate o dl propaganda : a richiesta, nei limiti delpossibile .Cambio dl Indirizzo : comunicare anche l'indirizzo vecchio .Per queste operazioni: Ufficio Propaganda SalesianaVia Maria Ausiliatrice 32 .10152 Torino. Tel . (011) 48 .29 .24 .

I LIBRI PRESENTATI SUL BS vanno richiesti alle Editrici1"r o contrassegno (spese di spedizione a carico del ri-

chiedente);iY o con versamento anticipato su conto corrente postale

(spedizione a carico dell'Editrice) :LAS: Libreria Ateneo Salesiano - Piazza Ateneo Salesiano 1,00139 Roma . Ccp . 57 .49 .20 .01 .LDC : Libreria Dottrina Cristiana - 10096 Leumann (TO). Ccp.8128 .SEI : Società Editrice Internazionale - Corso Regina Mar-gherita 176, 10152 Torino . Ccp . 20.41 .07 .

IL GRAZIE CORDIALE DI DON BOSCO ai lettori che- contribuiscono a sostenere le spese per Il Bollettino,- aiutano le Opere dl Don Bosco nel mondo,- e soprattutto aiutano le Missioni Salesiane .

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Omaggio a Don Bosco

di paul Claudel

Uno di quei santi, direi, ai quali puoi dare Cristo senza che si confessi .(Non mi sento di dire altrettanto di aureolati e volontari della medesima causa) .Subito vedi che non è solo un santo, ma un onest'uomo .Chiaro come un mattino di maggio, rubizzo come una mela .Mi piacciono quei forti capelli crespi sulla fronte e l'impressione di forza e agilità ch'egli emana .Dovunque mette mano Don Bosco là senti presenza di autorità .Autorità e dolcezza, amore di Dio e amore di giovani senza padre, che sono suoi .Dovunque sono ragazzi poveri, questi sono suoi.Gioventù, povertà, con la stella del mattino sulla fronte .Ecco, era quella la Chiesa dei suoi desideri .Una Chiesa grezza di magli e martelli, che crede e lavora e canta a squarciagola .Come Mosè in mezzo a tutti, lui con saggezza e ordine e parole e conforto e sacramenti . A riformare

- egli sa come - il mondo.Tenetevi le vostre teorie, voialtri, le dispute e i governi .Io mi stringo a questo popolo di ragazzi che cresce e apprende con me il buon Dio .Questo popolo che apprende con me a leggere, e adoperare le dita .«Il Padre opera senza sosta in me, e io nel Padre».Uditemi, figli, queste sono le parole di Gesù Cristo .Il lavoro, ecco ciò che nessuno può fare senza gli altri .Sforzo comune per prolungare insieme la creazione, la nostra .«Voi tutti che lavorate c faticate - dice il Signore - venite a me» .La croce e il mio corpo, quando vorrete mangiarne ... Io ve l'avrei detto se vi fosse stato di meglio .Perciò, quando è finito il giorno e la settimana è finita e domani è domenica, sporco di ferro e d'o-

lio l'operaio si lava, indossa la camicia bianca ;

e rivantando le cose apprese come suo pane e sua acqua, come un figlio, come un ragazzino, si restituisce alle braccia di Don Bosco .Padre, eccoti tra le braccia quest'uomo, fatto di semplicità, di confidenza, di meccanica . . .Dimmi se è vero che andremo tutti in cielo, e che nostra sarà la repubblica . . .Padre, anche se so lavorare ora, e mi è cresciuta la barba sul mento,questa non è una ragione perché tra le tue braccia io non sia più il tuo ragazzo!Apro a te il cuore, la bocca, e tu, Padre, chiedi a Dio che con il pane quotidiano mi sfami,e che a tutti i miei compagni dia giustizia perché siamo cristiani .Abbiamo ripreso a credere in Dio, a ritrovare nella Chiesa qualcuno più forte .Abbiamo ritrovato smarrite certezze sulla vita e sulla morte .Essere vecchi non è una ragione per smettere di sentirsi ragazzi .Ragazzi e uomini e donne non sono che aspetti d'un tuttuno .Tutto ribolle e sospinge e collima e vuole insieme. Ed è tutto inizio .Giovanni Bosco, patrono dell'eterna adolescenza, prega per noi .

(trad . M . Bongioanni)* Nella festa di S . Giovanni Bosco .

(31-1-1938)

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LETTERA DEL RETTOR MAGGIORE ALLA FAMIGLIA SALESIANA

Uno stile di vita che contesta il mondo

Don Egidio Viganò ha proposto alla Famiglia Salesiana come «Strenna per l'anno 1982» il motto di Don Bosco «Lavoro e temperanza»

. E in questa lettera di commento alla Strenna invita gli amici di Don Bosco a tradurre lavoro e temperanza in atteggiamenti concreti di vita, che contestino il mondo d'oggi impregnato di materialismo.

Cari amici della Famiglia Sa-lesiana, porgo con gioia aciascuno di voi il mio più

cordiale augurio per il nuovo anno,nella fiducia che il Signore vorràcolmarvi della sua grazia . E vi pre-sento - secondo una simpaticatradizione di famiglia che risale aDon Bosco - la mia Strenna, cheper il nuovo anno è incentrata sulbinomio «lavoro e temperanza» .

1. Perché questo argomento

La Strenna nasce dalla preoc-cupazione della vocazione salesiana,che abbiamo in comune e rea-lizziamo in forme diverse nel mon-do. A guardare la realtà di oggi -soprattutto la gioventù, ma un po'tutte le strutture della nostra so-cietà - balza agli occhi uno stile divita che è impregnato di ma-terialismo, ispirato sia alle ideologieliberali di un benessere sempremaggiore, sia a quelle collettiviste .Questo stile di vita, molto diffuso etutto improntato all'interpretazionematerialistica ell'esistenza, lo ve-diamo riflesso soprattutto nei gio-vani, e questo fatto ci tocca da vi-cino. Al centro della spiritualitàsalesiana, della nostra vocazione, c'èappunto il dono della predilezioneverso i giovani, una preoccupazionedi servizio alla gioventù . L'elementocentrale della nostra vocazione è lacarità pastorale, che ci spinge adagire. Di fronte al quadro in-quietante della gioventù il nostro«cuore oratoriano» non può ri-manere passivo. Sentiamo l'urgenzadi fare qualcosa a servizio di questagioventù, di cambiare il modo diessere di una società che fa del-l'amore un elemento di piacere e diegoismo, e fa del sacrificio un ele-mento negativo e da evitare.

Sentiamo quindi tutta l'urgenzadi contestare una società che non permette lo sviluppo e la pro-

mozione della persona umana .Il nostro lavoro in mezzo ai gio-

vani deve fal loro vedere che questodissidio, questa dicotomia tra amoree sacrificio, è uno dei più gravi erroriche si commettono nella società, eva combattuto con tutte le forze .

Oltre a queste considerazioni, èintervenuta a suggerire la Strennauna particolare circostanza . È ri-corso nel settembre scorso il cen-tenario di un singolare «sogno» diDon Bosco, quello detto «dei diecidiamanti». In esso un personaggiomisterioso avvolto in un manto or-nato di diamanti illustra a DonBosco con immagini suggestivequale debba essere la spiritualitàsalesiana . Tra quei diamanti dueoccupano una posizione importanteben in vista, sostengono tutto ilmanto: il diamante del lavoro, equello della temperanza. Prendendo

lo spunto dal centenario, nei mesi scorsi avevo inviato ai confratellisalesiani un commento al sogno,osservando tra l'altro che quei duediamanti, ossia il binomio lavoro etemperanza, costituivano a miomodo di vedere l'espressione di unarisposta salesiana contestatrice diquesto mondo impregnato di ma-terialismo .

Diversi amici in seguito mi hannoscritto sull'argomento, e uno hasuggerito che sarebbe stato distraordinaria attualità dare laStrenna proprio su questo binomio .Ho accettato la proposta, quantomai opportuna.

2. Uno stemma e uno stile di vita

Vediamo dunque come dovremointendere il binomio «lavoro etemperanza» . Anzitutto i due ter-mini vanno presi insieme, in quantocostituiscono lo stemma salesiano .In una lettera che Don Bosco scri-veva al missionario don Fagnano nel1877, gli diceva : «Ma tu, caro Fa-gnano, ricorda sempre a tutti i sa-lesiani il monogramma da noiadottato: Labor et Temperantia .Sono due armi con cui noi riusciamoa vincere tutto e tutti» .C'è poi un altro sogno di Don

Bosco, che è stato chiamato «deltoro infuriato», in cui il nostro santosi sente dire : «Guarda, bisogna chetu faccia stampare queste parole chesaranno come il vostro stemma, lavostra parola d'ordine, il vostro di-stintivo . Notate bene : "Il lavoro e latemperanza faranno fiorire laCongregazione Salesiana". Questeparole le farai spiegare, le ripeterai,insisterai. Farai stampare il ma-nuale che le spieghi e faccia capirbene che il lavoro e la temperanzasono l'eredità che lasci alla Con-gregazione, e nello stesso tempo nesaranno anche la gloria» .

4 • BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982

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Noi sappiamo il valore dei «sogni»nella vita di Don Bosco, l'influssoche hanno avuto sulla spiritualità ela prassi salesiana . Ci troviamoquindi proprio di fronte allo stemmasalesiano, all'eredità che Don Boscostesso ci ha lasciata .

Resta da precisare come questostemma diventi per noi uno stile divita. Una prima indicazione: quan-do parliamo di lavoro e temperanza,non usiamo questi termini conmentalità moralistica, come se in-dicassero due mezzucci con cuiportare avanti un vago impegnoascetico. Non è questo. Lavoro etemperanza in senso salesiano co-stituiscono uno stile di vita cherappresenta un proclama profeticoper la nuova cultura .

Mi spiego. Abbiamo assistitonella storia della Chiesa a granditrapassi culturali, per esempio allafine dell'impero romano . In queisecoli si compì la cristianizzazionedelle popolazioni trasmigrate inEuropa da lontane regioni . Quandosi realizzò questo incontro di popolinella fede, la cultura romana avevaancora delle grandi qualità, e anchedei grandi difetti . Ora proprio inquei secoli sorsero nella Chiesa dellefigure eccezionali di santi - comeAgostino, Ambrogio, Paolino diNola, Leone Magno ecc . - cheseppero assimilare nell'orbita delcristianesimo quei grandi valori etici della cultura romana, e li seppero

trasmettere come elementi co-struttori della nuova società .Ora a me pare che anche Don

Bosco appartenga a un'epoca storicadi «terminazione di una cultura» -che possiamo chiamare contadina -in cui, nei secoli anteriori, si eranoaccumulati pregi e qualità, fruttoanche dell'evangelizzazione dellaChiesa. Questa cultura contadina ciè stata così bene descritta ed evi-denziata per esempio nel film«L'albero degli zoccoli», in cui erafacile notare come il Vangelo stessepermeando tutta la giornata, tuttala maniera di vivere della gente, deicontadini, del popolo. Li risco-priamo nelle radici della storia sa-lesiana, per esempio in mammaMargherita, negli ambienti in cuivisse santa Maria Mazzarello . O, piùvicino a noi, per chi abbia un certonumero di anni, gli è sufficienteriandare alla mentalità culturaleimpregnata di fede riscontrata neglianziani della propria famiglia .

Bene, tutte queste persone eranoricche di grandi valori vincolati conla loro cultura popolare. E tra que-

sti loro valori è facile scoprire proprio quelli fondamentali del lavoro edella temperanza. Non si tratta didue piccoli strumenti ascetici a séstanti, ma di atteggiamenti fon-damentali, in cui confluivano tantevirtù. In realtà questi due valorierano come le due solide colonne chesostenevano allora, nei nostri popolicristiani, la maniera di vivere lapropria cultura .

«LAVORO E TEMPERANZA»

siano per noi, alla scuola di Don Bosco testimonianza ascetica di carità pastorale

contestatrice di un mondo che promuove il dissidio tra amore e sacrificio.

Don Egidio Viganò

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Ora io dico che questo stile di vi-ta, questi due valori profondamentecristiani, portati sugli altari da DonBosco e dalla Mazzarello sono di-ventati per i primi Salesiani - edevono continuare a essere per noi - una autentica profezia per la

nuova cultura emergente, un pro-clama vivo d'evangelizzazione perquesta nostra società tecnico-in-dustriale, tanto aperta al lavoro matanto deteriorata dal materialismo enegatrice della temperanza. In altreparole, gli atteggiamenti del lavoroe della temperanza vissuti insiemecostituiscono per noi, per la Fa-miglia Salesiana, uno stile di spi-ritualità che ci rende in questanuova cultura dei profeti del Van-gelo. Cioè dei portatori della te-stimonianza che certi valori po-polari di ieri, ispirati al Vangelo, sipossono e si debbono pienamenterealizzare anche in una civiltà cosìdinamica e utilitarista come l'at-tuale .

3. Il lavoro in stile salesiano

Vediamo dunque come vivere illavoro in stile salesiano . E notiamosubito che esso, nel suo senso socialee specifico, è oggi un elemento cen-trale nella nostra società ; gli stessistati si dichiarano «fondati sul la-voro» . Anche il Papa recentementenella sua enciclica «Laborem Exer-cens» ha condotto un'analisi ap-profondita sul lavoro umano, sullasua problematica, sulle cause chehanno condotto alla manipolazionedell'attività umana e a tante in-giustizie nell'organizzazione dellasocietà . Noi parliamo qui del lavoroin un senso salesiano. Dell'enciclicadel Papa ci interessa più da vicinol'ultima parte, doye si tracciano lelinee di una spiritualità del lavoro, esi suggeriscono gli atteggiamenticristiani della persona del la-voratore, la sua capacità di per-fezionare con tale impegno la stessasocietà.

Per noi della Famiglia Salesiana illavoro diventa il modo concreto divivere la carità pastorale. Essa è undinamismo della fede, della spe-ranza, dell'amore, tradotto in stiledi vita, in attività. In questa pro-spettiva san Francesco di Salesparlava di «estasi dell'azione» . Ve-diamo di comprendere questo suopensiero profondo .

Il salesiano è uno che non vive persé ma per Dio, e perciò per gli altri,che vede le necessità soprattutto deigiovani, i loro problemi: è uno chevive per la loro educazione, la lorocrescita umana e cristiana. E quindi,in prospettiva di futuro, il salesianolavora per la costruzione dellanuova società, perché per essa stapreparando degli «onesti cittadini» .

Questi vasti orizzonti, il salesiano

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li guarda dal centro della caritàpastorale, ossia dall'unione con Dio ;contempla e scopre nell'amore diDio l'esigenza di agire, si lancia peril Signore in una vita operativa, cheè appunto ciò che san Francesco diSales chiama «estasi dell'azione» .Quindi niente egoismi, ma vivereaiutando gli altri : l'amore di Dio èla sorgente dell'amore del prossimo .Si guarda al Padre che ha tantoamato il mondo, da mandare il Fi-glio non per condannare il mondoma per salvarlo.Si tratta pertanto di un lavoro

apostolico . Non necessariamentetale in forma diretta (c'è anche unlavoro che si realizza in cucina, nellostabilimento, ecc.), ma che è in de-finitiva un lavorare per gli altri inCristo, e che spinge alla ricercacreativa di «pratiche di Carità» .

Questo lavoro fa del salesiano unuomo sempre occupato, sempre de-dito agli altri, sempre inventivo,ricercatore di possibilità di maggiorbene verso tutti. Don Bosco diceva :«Quando vedo o sento che nellenostre case si lavora molto, vivotranquillo». Diceva pure : «Dove c'èil lavoro non c'è il demonio» . Eglinon badava tanto ai difetti (che cisono sempre), ma se c'era moltadedizione a realizzare le finalitàapostoliche per cui un'opera erasorta .Cosi anche noi oggi dobbiamo

guardare se le nostre opere, le as-sociazioni di Cooperatori, di Exal-lievi ecc . e i membri che le com-pongono, realizzano un intenso la-voro in questo senso.

4. La temperanza in stilesalesiano

La temperanza richiama a tuttaprima l'idea della mortificazione,fatta di macerazione e di com-battimento interiore . Ma, purcomportando un legame con lamortificazione, la temperanza non siesaurisce in essa . Don Bosco volevala mortificazione piuttosto nascosta,e invece voleva la temperanza benvisibile, perché deve comportare, inchi la vive con carità pastorale, unatteggiamento simpatico e at-traente . Infatti frutto di questatemperanza è una rasserenante ca-pacità di dominio di sé, di mo-derazione, di equilibrio . Ne conseguequella «regalità» del battezzato, cheacquista la signoria su di sé .Questo dominio è un atteggia-

mento necessario, perché ogni uomoha istinti, inclinazioni, passioni egusti personali

. E dovendo il salesiano lanciare tutta la sua personanell'attività, sarebbe un errore im-perdonabile se a sospingerlo nel-l'agire fosse primariamente il tu-multo della passione o la preferenzadelle sue idee, e non la carità pa-storale .

6 • BOLLETTINO SALESIANO •1 GENNAIO 1982

Occorre dunque la temperanza amoderare istinti, inclinazioni, pas-sioni, gusti e scelte personali

. Ma essa non appare semplicemente co-me singola virtù, bensì come centrodi convergenza di svariate virtù. Perquesto la si è chiamata virtù «car-dinale», perché molte altre muovonointorno a essa come intorno a uncardine. Quali? Proviamo a enun-ciarle, e risulterà anche più chiaroche cosa sia temperanza.

Per esempio: la continenza controle tendenze di lussuria, l'umiltàcontro le tendenze di superbia, lamansuetudine contro le tendenzedella violenza, la modestia contro latendenza all'esibizionismo del corpo,la clemenza contro le tendenze dellacrudeltà e della vendetta, la sobrietàe astinenza contro le tendenze e glieccessi della bevanda e del cibo,l'economia e la semplicità contro letendenze dello sperpero e del lusso,l'austerità nel tenore di vita controle tendenze del comodismo. . .

Sono tutte cose che formano ciòche chiamiamo temperanza . Ne ri-sulta un uso dell'intelligenza cheguida la volontà a dominare ciò cheè eccessivo, i propri slanci in-

controllati, le passioni . Ne risulta -come frutto della capacità di frenarele proprie reazioni - uno stile divita spartano, fatto di sacrificio e diorario esigente, caratterizzato da unsenso di misura e di equilibrio, cheha effetti benefici sulla psiche deigiovani, sempre in avida ricerca dimodelli validi da imitare .

5. L'effetto sui giovani

Rientra in questa temperanzauna caratteristica curiosa dellaspiritualità di Don Bosco, in-dividuata da don Rinaldi : la fur-bizia. Evidentemente non una fur-bizia intesa come scaltrezza e ca-pacità di inganno, ma in senso pie-namente positivo e spirituale . Mispiego .

È attraverso il dominio di sé chesi conquistano le persone, in par-ticolare i giovani . In tutto ciò che fa,il salesiano dovrebbe essere l'uomoche sa farsi amare : non per sé, maper Dio. Ora farsi amare comportaanche presentarsi con una certasimpatia, una certa capacità di at-trazione. Al contrario quel che èeccessivo, incontrollato, passionale,nell'educatore, provoca sempre delleresistenze. Cosi tutto ciò che aiuta adominare se stessi, a moderare gliinizi di eccessi, è anche ciò che ciapre la porta all'incontro con i ra-gazzi .

Il dominio di sé rende così pos-sibile con i giovani quella furbiziache porta a intervenire con mo-derazione e tempestività . Tempe-stività non vuol dire interveniresubito, ma saper aspettare il mo-mento opportuno. Tante volte con iragazzi bisogna far finta di niente,non sentirsi offesi per un gesto o unaparola. E ciò non perché non si èvisto, ma perché è nell'interesse delgiovane. Il dominio di sé porta cosìnon a pretendere giustizia, a ot-tenere riparazioni di torti alla pro-pria dignità offesa, ma ad aiutarenella pazienza il ragazzo, che deveancora maturare .

Don Rinaldi voleva che il sa-lesiano fosse - sull'esempio di DonBosco - «dominatore di sé anchenel gioco misurato col ragazzo che lofa disperare, capace di tacere e didissimulare, di parlare a tempo de-bito, di essere . . . furbo» . Una furbiziache è resa possibile dal dominio, cherende l'educatore amabile, e lo abi-lita a quell'amicizia che è alla basedell'educazione .

Altrettanta efficacia sui giovaniottiene l'esempio del lavoro, quandosgorga dalla carità pastorale. Il

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giovane è colpito da una personache si preoccupa degli altri, che sene occupa in forma pratica, ossiache fa, che non solo desidera o con-siglia ma interviene, risolve i pro-blemi, si tira su le maniche . Il nostrodon Rasmussen, incaricato di se-guire le nuove fondazioni mis-sionarie in Africa, di ritorno inquesti giorni dalla Liberia ha rac-contato che ciò che più ha im-pressionato la gente del posto è ve-dere i tre missionari salesiani che sicostruivano la loro casetta, comemuratori . . . Così succede all'edu-catore salesiano che si mostrapreoccupato delle associazioni gio-vanili, che organizza, mette su lesquadre, i cinecircoli ecc . I giovanihanno bisogno di vedere questi sa-lesiani creativi, pieni di iniziativa .Credono in questi uomini sempredisponibili, che non badano a orari,dimenticano le proprie comodità,non si fermano dinanzi a incomodidi salute, si espongono con ge-nerosità .

Sono tutti comportamenti, questi,che nascono dal lavoro e dalla tem-peranza vissute in stile salesiano,che contestano la società di oggi,che nelle sue linee generali è orien-tata all'imborghesimento. Ma oc-corre comprendere bene il senso diquesta contestazione. Non è che ilsalesiano, o colui che si ispira a DonBosco come modello di vita, si pro-ponga esplicitamente l'atteggia-mento contestativo, quasi per gri-dare da una tribuna il suo spirito diopposizione o rifiuto . La con-testazione invece consegue ne-cessariamente al solo fatto che lui siimpegna nel far si che quel tipo dilavoro e quel tipo di temperanzadiventino atteggiamenti abituali divita, risalendo contro corrente lafiumana del comodismo .

6. A tutti buon anno

e buon lavoro

Queste considerazioni sono giàstate codificate per i salesiani nelleloro Costituzioni. L'articolo 42, do-po aver ricordato le parole del sogno«Il lavoro e la temperanza farannofiorire la Congregazione», li avvertedel pericolo contrario: «La ricercadelle comodità e delle agiatezze nesaranno invece la morte» . Il sa-lesiano - prosegue il testo - «si dàalla sua missione con operosità in-stancabile. Il lavoro apostolico è lasua mistica, perché ne percepisce lagrandezza divina e l'urgenza ; è lasua ascetica, perché ne accetta ledure esigenze. E pronto a sop-portare il caldo e il freddo, la sete e la fame, le fatiche e il disprezzo,

ogni volta che si tratti della gloria diDio e della salvezza degli uomini» .

Il salesiano sa tutto questo, perciòogni mattina rinnovando la suadedizione al Signore chiede a MariaAusiliatrice «l'amore al lavoro e allatemperanza, la bontà e la donazioneillimitata ai fratelli». Maria Au-siliatrice possa donare anche a tutti

gli amici di Don Bosco questi sen-timenti .

A tutti va il mio augurio di im-pegno e di efficacia nel realizzarequesta Strenna, così difficile ma cosìutile per i giovani e la società.

Cordialmente, nel Signore : buonanno e buon lavoro!

Don Egidio ViganòRettor Maggiore

Messina . La foto mostra uno dei momenti più suggestivi dell'ordinazioneepiscopale di don Domenico Amoroso nominato recentemente Ausiliaredella Diocesi di Messina: il cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo diPalermo, invoca lo Spirito Santo sull'eletto .Assieme a tanta gente che ha gremito la Cattedrale di Messina, la sera

del 24 ottobre 1981, hanno partecipato, concelebrando, 26 vescovi e oltre300 sacerdoti . Particolarmente numerosa è stata la presenza della Fa-miglia Salesiana guidata dal Vicario del Rettor Maggiore Don GaetanoScrivo e dall'Ispettore dei Salesiani della Sicilia don Calogero Montanti .

BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982 • 7

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TIMORAPERTO IL SECONDO NO-VIZIATO DELL'ISPETTORIA PORTOGHESE

Con decreto del 24 set-tembre 1981 il Rettor Mag-giore dei salesiani ha erettocanonicamente un secondonoviziato nell'Ispettoria por-toghese. Come luogo è stataprescelta la casa di Fa-tumaca nell'isola di Timor ;con lo stesso decreto il Ret-tor Maggiore ha nominatomaestro dei novizi don Car-los Filipe Ximenez Belo pri-mo salesiano nativo di Timor .È certamente questo un fattoche premia i sacrifici di tantimissionari e che lascia bensperare per il futuro .

GERMANIA È SCATTATA L'«OPERAZIONE GLORIA»

Esser. 600 bambini poveriche vivono negli slums La-tino-Americani verranno gior-nalmente nutriti con . . . dischie musicassette . L'idea è ba-lenata al «Katolische ju-gendant» operante in Re-nania e Ruhr . Si tratta della«operazione Gloria» che,tramite la vendita di incisionimusicali realizzate in Ger-mania dall'attrice cantantemessicana Olivia Molina incollaborazione con alcuniimpresari e l'«Adveniat» sipropone di reperire i fondinecessari a sfamare i bam-bini della parrocchia delBambin Gesù, alla periferiadi Bogotà in Colombia . Ilquartiere è affidato ai sa-lesiani della provincia co-lombiana che si sono ge-mellati in questa impresa coni confratelli tedeschi . OliviaMolina, insieme con una or-chestra latino americana eun coro di ragazzi pro-venienti da una scuola sa-lesiana di Bogotà, si pro-pongono di offrire in tournée,e incidere, concerti di mu-siche religiose scelte tra ilrepertorio loro proprio. Èprevista una vendita di al-meno 30 mila dischi e mu-sicassette . Quattro marchidel ricavato per ogni unitàvenduta saranno destinatiall'«Operazione Gloria» os-sia al programma di Bogotà .8 • BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982

DON BOSCO È NOTIZIA

«Non si tratta solo di unastraordinaria

.produzione musicale - dicono i "pro-duttori" - ma di una venditaa straordinarie condizioniper un nobile fine» . In praticaci si propone di distribuireviveri a bambini par-ticolarmente bisognosi .Cento famiglie, per iniziare,sono state incluse in un par-ticolare elenco . Ad ognunadi esse viene consegnatoogni due settimane un pac-chetto per il valore di settemarchi; in questo modo siassicura la nutrizione quo-tidiana di 600 bambini .Non è possibile per il mo-

mento allargare di più questointervento data la scarsitàdei fondi: ma si scelgono ipiù poveri tra i poveri, ed èun primo passo . Da cosanascerà cosa. Gli arteficidell'iniziativa seguono vied'intervento diretto. Termi-nato il ciclo dell'«Opera-zione Gloria» il salesianodon Karl Oerder di Bonn e ilparroco M . Zillekens di Es-ser saranno presenti a Bo-gotà sia per le consegne deifondi, sia per ulteriori svi-luppi del programma. «Conquesti sussidi - ha di-chiarato Olivia Molina - nonfacciamo un'elemosina macontrattiamo uno scambio :l'America Latina ci offre unpezzo della propria culturanoi le diamo in contropartitaun finanziamento che spe-

riamo possa soccorreremolta gente il più a lungopossibile». (ANS)

ECUADORORDINATO SACERDOTE AGUAYAQUIL UN GIOVANE

COOPERATORE«Molti mi chiedono: per-

ché ti sei fatto prete? Possorispondere a questa do-manda soltanto alla lucedella persona di Gesù Cristoe della sua chiesa . Tuttaviaposso affermare che laCongregazione Salesiana hamolta parte in questa miascelta . . .» .A parlare così è Stanlej

Enriquez, 35 anni, ecua-doriano di Guayaquil, or-dinato sacerdote il 26 luglio1981 nel santuario di MariaAusiliatrice di Cuenca. En-riquez ha conosciuto DonBosco al collegio salesianoCristobal Colon della suacittà d'origine: qui ha fre-quentato per 12 anni e qui èdiventato Cooperatore sa-lesiano. Ma ecco come neparla egli stesso : "Debbomolto a don Giovenale . Conlui infatti ho lavorato negliultimi anni di collegio performare a Guayaquil i Coo-peratori . Furono anni duri edifficili ma pieni di speranza .Con don Giovenale mi toccòvivere anche un periodo di

Zaire. Don Egidio Viganò e don Pietro Gavioli posano connata di un cristiano di Kasungami . (Servizio a pag . 17) .l'ultima

«Divina Provvidenza» quan-do si incominciò a costruireun centro per ragazzi poveri .Quante difficoltà! Eppure allafine arrivavano sempre i soldiper pagare operai e ma-teriale . . . proprio come DonBosco a Valdocco . Questaesperienza mi fece co-noscere il dono della sa-lesianità : non l'ho più persa espero di metterla a serviziodella chiesa locale di Cuen-ca" .

PROGETTO AFRICAL'ISPETTORIA SICULA SA-LUTA I «SUOI» MISSIONARIII 29 novembre 1981 la

Famiglia Salesiana di Siciliaha salutato i quattro mis-sionari destinati ad aprireun'opera di Don Bosco aTulear in Madagascar .

Il saluto è avvenuto a Ca-tania ed in una maniera cheha visto centinaia di giovaniascoltare i quattro partenti,intervistarli e certamenteanche farsi provocare. Erapresente anche il ConsigliereGenerale per le Missioni sa-lesiane, don Bernard Tohill .Una concelebrazione con

l'Arcivescovo della città et-nea e con il vescovo sa-lesiano monsignor Amorosoha voluto sottolineare ilcoinvolgimento, in respon-sabilità e solidarietà, dellachiesa locale di Sicilia perquesta iniziativa .

I quattro «scanzonati ra-gazzi» - così qualcuno ha

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voluto chiamare simpati-camente i neo missionari -sono: don Vittorio Costanzo,don Giovanni Corselli, donRosario Vella, don PaoloLongo .Di don Vittorio - capo

spedizione - diciamo sol-tanto che fa parte di una fa-miglia di religiosi : due suoree un sacerdote, è stato di-rettore per alcuni anni ed èlaureato in lettere ; di donGiovanni che ha studiatoCatechetica all'UniversitàSalesiana di Roma predi-legendo sempre esperienzepastorali difficili ; di don Ro-sario che è laureato in fi-losofia all'Università di Pa-lermo e di don Paolo, il piùgiovane, che si è fatto le os-sa all'Oratorio catanese divia Teatro Greco .

EXALLIEVILA FEDERAZIONE ITALIANAHA UN NUOVO PRESIDENTEII 23° consiglio nazionale

della Federazione italianaExallievi Don Bosco tenuto aFrascati dall'11 al 13 set-tembre 1981, ha eletto il suonuovo presidente nella per-sona del dr. Walter Su-danese che succede cosìall'avv. Nicola Ciancio . Su-danese è nato a Bologna il20 settembre 1919 e fin dal-l'età di 12 anni frequental'oratorio salesiano dellaparrocchia del Sacro Cuoredel capoluogo romagnolo .Da sempre è impegnato nelleassociazioni cattoliche, nel1949 assieme ad altri hafondato l'unione Exallievi diBologna oratorio . Dal 1965 al1973 è stato segretario re-gionale della sua asso-ciazione per diventare primavicepresidente fino al 1975 equindi presidente ispet-toriale. Walter Sudanese èanche Cooperatore sale-siano ed è laureato in me-dicina veterinaria . È sposato .Da presidente della Fe-derazione italiana ha unasola aspirazione : «Lavorareper Don Bosco onde re-stituire a lui non poco diquanto egli ci ha donato!» .

ITALIANEL BASSO POLESINE A DON

ADA C'È GENTE CHE VUOL BENE AI GIOVANI

Quando un anno fa circaun gruppo di persone ventilòl'idea di iniziare a costruireun luogo d'incontro sano e

sereno per il basso Polesine non pochi a Donada e parlarono di incoscienza . Ora tutto è realtà. Sabato 10 ottobre a San Giusto di Donada è stata inaugurata una spaziosa sala giochu con altri ambienti annessi con un'area di 25 mq. Se a qualcuno potrà sembrare poca cosa sappia che è frutto di sacrifici di tanti genitori e per-sone che hanno condiviso leansietà dei salesiani : offrirela possibilità ai giovani delbasso Polesine di fre-quentare un ambiente riccodi contatto umano, di ami-cizia e di impegno . Il centrogiovanile san Giusto di Do-nada non si ferma con que-sta inaugurazione perché giàsi sta pensando a nuovi svi-luppi, ad iniziative semprepiù interessanti per aiutare igenitori nel difficile problemadell'educazione dei loro figli .

UN FESTIVAL PERFARE L'EUROPA

L'8 dicembre 1981 la televisione italiana ha mandato inonda sul primo canale la edizione 1981 de «La Scaletta» . Ilprogramma realizzato dallo studio Audio Cine Televisivo diRoma, via della Pisana, è stato filmato in Belgio, Inghilterra,Scozia, Irlanda . Hanno partecipato i gruppi artistici salesianie delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Groot-Bijagarden, Li-verpool, Manchester, Bolton, Paislej, Glasgow, Dublin e Li-meric. Tema del programma è stata la «difficile fraternitàeuropea» : per costruire veramente una Europa «patria deglieuropei» non bastano i compromessi politici, i giochi . . .l'Europa deve riscoprire e accettare alcuni valori umani esociali fondamentali : la generosità, il rispetto delle culture,la solidarietà . . . deve bandire la violenza . I giovani credono inun futuro per l'Europa e ripetono con i loro canti, le lorodanze i loro mimi questo messaggio di speranza e di gioia .

CAMBIO DI DIRETTORE AL BSDopo parecchi anni di lavoro al Bollettino Salesiano come redattore prima, a fianco

di Teresio Bosco, e direttore dopo, don Enzo Bianco lascia questo compito per as-sumerne un altro nella sua Torino .

Don Bianco è a tutti noto : i suoi articoli infatti sono giunti in ogni parte del mondo .Ha lavorato con passione, puntualità e competenza ed il Bollettino in questi anni ècresciuto in tutti i sensi diventando per i lettori un amico atteso e desiderato . Lo con-fermano altresì i consensi che dappertutto abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare .

Lo sostituisce don Giuseppe Costa, giovane sacerdote siciliano, giornalista pub-blicista da alcuni anni nonché attento osservatore del mondo giovanile e salesiano,che ha accettato l'incarico in spirito di servizio alla missione salesiana .

Gli auguriamo di portare avanti con gioiosa efficacia quel dialogo con la grandeFamiglia salesiana avviato da Don Bosco attraverso il Bollettino sin dal lontano 1877 aservizio della comune missione .

A nome del Rettor Maggiore, dei Superiori e della Famiglia Salesiana sono lieto diesprimere una riconoscenza affettuosa a don Enzo Bianco che si accinge a con-tinuare, in altra sede e con altra responsabilità, il suo lavoro, e un sentimento di fi-ducia a don Giuseppe Costa nelle cui mani è ora la speranza del Bollettino Salesiano,l'«incompiuta», attualissima, di Don Bosco .Roma, 24 novembre 1981

don Giovanni Raineri(Consigliere Generale per la Famiglia Salesiana)

-

ITALIAASSEGNATO IL PREMIO

.XX SECOLO» AL SALESIANO DON FAUSTO CURTO

La società «XX secolo»fondata a Bologna da pro-fessionisti delle arti e dellelettere, chiama a rap-presentare le varie regionioperatori culturali, artisti,fotografi d'arte, partico-larmente meritevoli . Tale so-cietà assegna ogni anno unpremio e un titolo di di-mensione internazionale : ilpremio è il titolo di «scrittoredel XX secolo», «artista delXX secolo», «fotografo delXX secolo»; si vuol così ce-lebrare l'effettiva presenza ela continuità che artistiscrittori poeti e critici hannonel variegato mondo dellacultura . Per la Sicilia assiemead altri cinque è stato pre-miato un salesiano estroso esimpatico don Fausto CurtoD'Andrea. Il premio è statoconsegnato a Bologna il 31ottobre scorso .ITALIA

BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982 • 9

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UNIVERSITA' SALESIANA PRESENTATA

L'INDAGINE SULLA RELIGIOSITÀ GIO-VANILE

Con una tavola rotondaorganizzata dalla Facoltà diScienze dell'educazione del-l'Università Pontificia Sale-siana di Roma è stata pre-sentata il 3 dicembre 1981l'indagine sociologica sullareligiosità dei giovani delleultime generazioni condottadal prof . Don Giancarlo Mi-lanesi . Alla tavola rotondamoderata da don RiccardoTonelli hanno partecipato ilprof . Roberto Cipriani del-l'Università di Roma, il dr.Ruggero Orfei dell'Ufficiostudi ACLI, il prof. GiovanniSchasching dell'UniversitàGregoriana, Pasquale Stra-ziota dell'Azione CattolicaItaliana, lo stesso don Gian-carlo Milanesi . Con la pub-blicazione di questa indaginela Facoltà di Scienze del-l'Educazione celebra cosìdegnamente il suo 25° diapprovazione.

ITALIA

IL SALESIANO COADIUTORE PIERRE OCTAVE FASANI ESPONE A SAN BENIGNOCANAVESE

Dopo tanti anni di moltiformeattività artistica, il salesianoPierre Octave Fasani, pittoree scultore i cui lavori hanno raggiunto quotazioni no-

tevoli, ha esposto ufficial-mente nella cittadina doverisiede e lavora da oltre untrentennio: San BenignoCanavese . L'opportunità si èpresentata in occasione delcompimento da parte delpittore di un'opera grandiosae originale: la Via Crucis.Quello del maestro Fasani èun invito a contemplare ilvolto divino di Gesù chesoffre lungo la Via Crucis . Sitratta di 15 tavole che cer-cano di esprimere la pas-sione del Signore attraversole sembianze del suo volto edi attrarre l'uomo al suo Re-dentore. La tecnica usata daFasani è il «Bois Brulè» conessa riesce - scrive un cri-tico - ad evocare un'auraascetica intorno alle figure,specie quelle di ispirazionesacrale, suggerendo per es-se, attraverso smussati taglidi luce, un'impronta ieraticada icona antica . Il pittore,continuando la sua ap-passionata ricerca artistica espirituale, ha iniziato unaserie di quadri ispirati al-l'Apocalisse : vi lavorerà peralmeno tre anni .

FMA TORTE A CHILI PER RIFARE LA SCUOLAÈ accaduto a Sondrio,

presso l'Oratorio Auxilium . Inuna bella giornata del pas-sato autunno le FMA hanno tenuto una vera e propriamostra-mercato della torta .

10 • BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982

Una festa - dicono -ormai tradizionale ma che,questa volta, ha avuto unaparticolare finalità: racco-gliere fondi da devolverealla missione di Silvania inBrasile nella zona di BeloHorizonte, perché si possaricostruire una scuola di-strutta recentemente da unuragano .

La fiera del dolce è per-fettamente riuscita .

Il merito del successo vadiviso in parti uguali allesuore, alle mamme delle ra-gazze e alle ragazze stesseche hanno «costretto» legenitrici a fare autentici«tour de force» con mat-tarello, uova, lievito e in-gredienti vari, panna com-presa si capisce, per farrealizzare loro due o più tor-te .C'era di che far in-

digestione: profitterol, allafrutta, al cioccolato, con bi-gnè, la crema a più strati,con le meringhe, insommatutta roba da acquolina inbocca .

In passato l'iniziativa si era realizzata per dare una mano

al salesiano don Boffi, son-driese e missionario ; un'altraalla famiglia Tam, due spo-sini missionari laici in Kenya ;una terza ad una suora diGrosio missionaria in Indiaed un'altra a don Ugo DeCensi impegnato in Perù .Quest'anno l'esperienza

maturata in passato è statamessa a frutto in favore dellascuola abbattuta da un tifonea Silvania.Un brutto colpo per quella

missione.La festa del dolce di Son-

drio ha pensato alla ri-costruzione . Durante l'interagiornata c'è stato un con-tinuo via vai di gente : chientrava da una porta con latorta in mano e chi ne uscivadall'altra con il dolce benconfezionato . È stata cer-tamente una giornata allegrama anche di intensa co-munione spirituale e socialenell'ambito di una ma-nifestazione sentita e pia-cevole grazie alla quale inuno sperduto angolo delBrasile si potrà fare un passoavanti nella ricostruzione diuna scuola .

GIAPPONE INAUGURATO UN TEATRO A MIJAZAKI«Hyuga» in giapponese significa «verso il sole» . «Hyuga

Gakuin» è denominata la scuola superiore fondata a Mi-jazaki in Giappone da don Vincenzo Cimatti nel 1946 .Quando il Servo di Dio acquistò quel terreno a guardarsiattorno c'era proprio d'aver paura : di fronte le vecchie car-ceri, a sinistra le fabbriche, a destra il macello . Adesso tuttoè cambiato : al posto delle carceri stanno sorgendo un cen-tro culturale e campi da tennis, al posto del macello un ef-ficientissimo «Riabilitation Center», al posto delle fabbricheun quartiere residenziale . La scuola salesiana è così oggi alcentro della città .

Qui il 9 ottobre 1981 si è festeggiato il 350 di fondazioneinaugurando con un concerto il nuovo salone teatro . Per chiconosce la sensibilità giapponese per la musica e la storiasalesiana in quella nazione non poteva esserci migliorcommemorazione . Come don Vincenzo Cimatti i salesianidel Giappone continuano così ad evangelizzare con la mu-sica e lo spettacolo .

LA VOCAZIONE DI MAX

Caro Bollettino, chi ti scrive è un insegnante di let-tere di scuola media statale ; là dentro cerca comepuò di aprire le porte a Cristo, sotto lo sguardo e conl'aiuto di Maria . Voglio segnalarti un «miracolo» fattoda Don Bosco tra i miei alunni . Qualche anno fa, nellamia prima media, c'era un ragazzino di 11 anni cheaveva perso entrambi i genitori . Qui lo chiamerò Max .Intelligente, di carattere dolcissimo, diventammoamici . Così amici che lui mi volle come padrino per lasua cresima. Durante le vacanze estive lo portai allabasilica di Maria Ausiliatrice in Torino, e là, davantialla Madonna e all'urna di Don Bosco, pregai più omeno così: «Don Bosco, tu sai che lavoro nellascuola per portare Gesù ai ragazzi . Ora, guarda il miopiccolo Max e prendilo tu, nella tua banda, fa di lui unaltro Cristo». Passarono gli anni . Max crebbe e di-ventò un giovane forte, studioso, generoso quantomai. Incontrò sul suo cammino dei salesiani me-ravigliosi . S'innamorò di Cristo . Scopri il progetto diDon Bosco: vivere e consumarsi per i giovani .Nel luglio scorso Max ha conseguito la maturità

tecnica in modo brillante . . . ed ora, ecco «il miracolo» :Max ha deciso : «Sarò salesiano e sacerdote per ser-vire tanti giovani» . E oggi è novizio salesiano . Grazie,Don Bosco fa che ogni anno nella mia scuola media,nella mia classe ci sia almeno un ragazzo che Gesùchiama a continuare la sua missione . (P.R.)

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VITA ECCLESIALE i GIORNATA DELLA PACE

La pace dono di Dio

Dal 1968 il Papa, tutti gli anni, ci invita a dedicare il primo giornodell'anno alla pace . La Giornata di quest'anno per molti motivi èdi particolare importanza. Proponiamo una riflessione alla Fa-miglia Salesiana tradizionalmente attenta alla parola del Papa e

agli avvenimenti del mondo .

Cosi, la delegazione dellaSanta Sede si augura vi-vamente e fermamente che

si riesca a convocare una Conferenzasul disarmo in Europa, perché essa èconvinta che ogni autentico sforzodi trattativa serva la causa dellapace». Come spesso accade, un in-vito tanto pressante - e che equi-vale a una proposta - si è perdutonelle schermaglie procedurali e negliscontri verbali di una pur im-portante riunione come quella che,apertasi a Madrid nel novembre del1980, figura da seconda «verifica» -dopo quella di Belgrado del '77-'78- dell'attuazione degli impegnipresi dai firmatari del solenne «Attofinale» della Conferenza, tenutasi aHelsinki nel 1975, per la sicurezza ela cooperazione in Europa .

Il brano citato è contenuto nel-l'intervento, del 3 novembre 1981,del domenicano p. Paul Grossrieder,che fa parte della Delegazione dellaSanta Sede a Madrid. Aveva dettoin precedenza: «Chi potrebbe cre-dere che il silenzio e l'assenza dellearmi porterebbe alla pace se l'odio eil risentimento abitano ancora nelcuore di uomini impediti di trovareuno spazio per la vita dello spirito?La pace non meriterà questo nomesino a quando le persone non po-tranno, tutte e dappertutto, fruiredi una espansione integrale, nel lorocorpo e nella loro anima» .

Si tratta di un discorso non ca-suale ma profondamente radicato inun'azione di pace che, per la SantaSede, ha trovato in questo senso unlineare sviluppo, particolarmentenel nostro secolo. A partire daglisforzi di Benedetto XV per porretermine alla «inutile strage» dellaprima guerra mondiale, sino allaserie di Radiomessaggi di Pio XII,alla vigilia e durante il secondosanguinoso conflitto, e ancora alla«Pacem in terris», l'Enciclica del1963 dovuta a Giovanni XXIII, per

arrivare alle «Giornate della pace»,volute da Paolo VI nel 1968 e chequest'anno si celebrano per laquindicesima volta con il tema,dettato da Giovanni Paolo Il, di«La Pace, dono di Dio» .Riflettiamo al mondo, che ci

circonda: nel 1980 il «bilancio-armi»del pianeta è stato di due-milaseicento miliardi di dollari, nel1981 è cresciuto, anche se le stimesono soltanto approssimative, e nel1982 dovrebbe compiere un ulteriorebalzo all'insù se non interverrannofatti nuovi - di saggezza, si spera- che stronchino questa spiraleperversa. Due milioni e nove-centomila miliardi di lire : una cifrada capogiro che basterebbe, da sola,a risolvere in un decennio, o quantomeno a far incamminare sulla viadella soluzione, quei problemi dellafame e del sottosviluppo di fronte aiquali ci si sente tanto impotenti . GliStati Uniti e l'Unione Sovieticahanno concorso a quel bilancio conoltre seicentoventimila miliardi dilire per uno, mentre i Paesi del-l'Alleanza Atlantica hanno speso,complessivamente, altri cin-quecentomila miliardi circa e la Ci-na popolare più di due-centosettantamila. C'è un grosso eflorido mercato della morte nelmondo. Ad esso contribuiscono -cifre del 1980 - gli Stati Uniti conil 43 per cento del totale, l'UnioneSovietica con il 24 e la Francia conl'undici .

A questo punto è pura ipocrisiarifriggere vecchi brocardi del tipo«se vuoi la pace, prepara la guerra»,coniati da un popolo, il latino-ro-mano, di avventurieri, predatori econquistatori sanguinari . Se si vuolela pace, bisogna preparare soltantola pace . Perciò è necessario rivederetutti i criteri di giudizio partendodallo «Sheiàmà lekòn» aramaico -«la pace sta con voi» (Giov., 20, 19)- con il quale Gesù si presentò agli

Apostoli dopo la Resurrezione e, inquella logica, accingersi a leggere ilmessaggio che i successori di Pietroci stanno inviando . Non si tratta diun discorso isolato, ma dello svi-luppo di una pedagogia che acquistatutta la sua forza proprio di frontealla realtà nella quale ci troviamo avivere . Qui e oggi .

Dal 1977 l'Unione Sovietica haprovveduto a istallare centinaia dimissili sempre più perfezionati, da-gli iniziali «SS 4» e «SS 5» a quellidella stessa serie che hanno rag-giunto il numero 20 e che pro-babilmente si trasformeranno nelgiro di poco tempo nei molto piùsofisticati «SS 21» e «SS 22» . Dopoaver negato per tanti anni che queivettori nucleari esistessero, e chefossero puntati contro i paesi eu-ropei della Nato, negli ultimi tempii dirigenti sovietici hanno fattoampiamente sapere che dispongonodi un migliaio di ogive . Nello scorsonovembre il massimo leader del-l'URSS, Leonid I . Breznev, lo haesplicitamente dichiarato all'au-torevole settimanale tedesco «DerSpiegel» (un milione di copie didiffusione) . Nessuna fonte di in-formazione orientale, che pur harilanciato l'intervista, ha però ri-portato questa parte del-l'informazione : il mondo socialista,per definizione, è pacifico, anche senon lo sa ed è chiamato ad «aiutare»l'Afghanistan .

Gli Stati Uniti, per quanto li ri-guarda, non costituiscono certo ilpolo del pacifismo ideale. A parte lecifre che abbiamo citato, alcuni er-rori di natura politica sono stati

Roma. Giovanni Paolo Il ha visitato,domenica 8 novembre 1981 l'I-stituto dei Santi Cirillo e Metodio . ISalesiani vi dirigono il seminario, sioccupano del centro catechistico edi altre attività . Nella foto: il Papa siintrattiene con i ministranti .

BOLLETTINO SALESIANO - 1 GENNAIO 1982 • 1 1

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commessi negli ultimi tempi, inparticolare la mancata ratifica deltrattato «Salt II» che avrebbe per-messo di disporre di uno strumentocon il quale controllare - e forseimpedire - già da tempo la di-slocazione e il numero dei missilisovietici . La incerta strategia delpenultimo presidente americano,Jimmy Carter, è stata corretta insenso inverso dall'attuale, RonaldReagan, tutto proteso a una politicadi nuovo «containment» della po-tenza sovietica .

Nel dicembre del 1979, intanto, iPaesi dell'Alleanza Atlantica ave-vano sottoscritto il principio dellacosiddetta «doppia decisione» : av-vertire il blocco comunista di esseredisposti all'istallazione di missilinucleari con testata multipla alunga e media gittata, i «Cruise» e i«Pershing 2» - particolarmentesofisticati e capaci di sorprendere icontrolli radar -, e nello stessotempo a negoziare per raggiungereun accordo sulla diminuzione dellivello atomico in Europa e «ri-costituire» l'equilibrio rotto dal-l'URSS .Dopo l'avvento di Reagan alla

Casa Bianca - novembre 1980 -c'è stato un momento di francocontrasto fra gli americani e gli al-leati europei della NATO, poichésembrava che Washington fossedecisa ad applicare soltanto la fase«istallazione» della doppia de-cisione. Ma l'opinione pubblica eu-ropea si è mossa, sia pure in mododifferenziato e con diversi gradi diresponsabilità : le marce della pace- in un primo momento viste concompiacimento dall'Unione So-vietica, che credeva fossero tutte afavore di un pacifismo unilateralepgr lei conveniente, e in un secondotempo delusa dal fatto che la ri-guardassero polemicamente allostesso modo degli Stati Uniti - ;l'opera della diplomazia, in par-ticolare tedesca e italiana, ferma neiprincipii e duttile nell'approccio aun possibile negoziato; il deciso ri-fiuto di fronte a ipotesi come quelladella costruzione della bomba alneutrone, detta «atomica pulita»perché distrugge «soltanto» la vita enon danneggia le cose ; la reazione difronte a rozzi tentativi di pressionee di intimidazione come quelli fatti,in tempi successivi, da diversiesponenti dell'amministrazioneamericana circa l'eventualità chel'Europa divenga teatro di un con-flitto atomico localizzato e cir-coscritto .

Di fronte a questa situazione dicarattere generale, di cui è bene

tutti siamo consapevoli, assume un'assoluta pregnanza l'appellocontinuo che ci viene ancora unavolta quest'anno appunto con il te-ma «La pace, dono di Dio», lanciatoda Giovanni Paolo Il per la Gior-nata della pace del l° gennaio 1982 .C'è un'eco della prima Enciclica, la«Redemptor Hominis», del nuovoPapa polacco, là dove dice « . . .invecedel pane e dell'aiuto culturale ainuovi stati e nazioni che si stannodestando alla vita indipendente,vengono offerti, talvolta in ab-bondanza, armi moderne e mezzi didistruzione, posti a servizio di con-flitti armati e di guerre, che nonsono tanto un'esigenza della difesadei loro giusti diritti e della lorosovranità, quanto piuttosto unaforma di sciovinismo, di im-perialismo, di neocolonialismo divario genere» . La Chiesa, quindi,«non cessa di pregare ciascuna delledue parti, e di chiedere a tutti nelnome di Dio e nel nome dell'uomo :Non uccidete! Non preparate agliuomini distruzione e sterminio!Pensate ai vostri fratelli che sof-frono fame e miseria! Rispettate ladignità e la libertà di ciascuno! » .

1 2 - BOLLETTINO SALESIANO - 1 GENNAIO 1982 -

Ricordiamo qualche tema sug-gerito da Paolo VI : 1971, Ogni uomoè mio fratello ; 1972, Se vuoi la pace,lavora per la giustizia; 1974, La pacedipende anche da te ; 1977, Se vuoila pace, difendi la vita ; e con Gio-vanni Paolo II, 1978, No alla vio-lenza, si alla pace; 1979, Per giun-gere alla pace, educare alla pace . . . Inquel grande discorso che avevapronunciato alle Nazioni Unite -ottobre 1965 -, Papa Montiniaveva esclamato : « . ..non più 'laguerra, non più la guerra! La pace,la pace deve guidare le sorti deipopoli e dell'intera umanità» ; e, inun altro passo del discorso : «Non sipuò amare con armi offensive inpugno! » .

Non senza il ricordo e la memoriadi un messaggio radiofonico del 24agosto 1939, pochi giorni primadello scoppio del secondo conflittomondiale, in cui Pio XII dava inpoche righe un codice di com-portamento per uomini di pace deigiorni nostri : «Nulla è perduto conla pace. Tutto può esserlo con laguerra. Ritornino gli uomini acomprendersi . Riprendano a trat-tare. Trattando con buona volontà econ rispetto dei reciproci diritti siaccorgeranno che ai sinceri e fattivinegoziati non è mai escluso unonorevole successo» . Ancora unavolta sarà stato proclamato, comepiù tardi nella «giornata» del 1973,«la pace è possibile» . Perché «beatigli operatori di pace» (Mt . 5,9) .

Angelo Paoluzi

Aulici diDon BoscosenzaBollettinoSa1 p-`- -N9

Eppure. . .. ..eppure il BS è il donocordiale che Don Bosco dallontano 1877 Invia ai suoiamici .

È la rivista della FamigliaSalesiana: Informa sul la-voro che I figli di Don Boscosvolgono tra I giovani e nellemissioni .

• Lei non riceve Il BS? Èinteressato ai suoi con-tenuti? Lo richieda .

• Conosce persone spi-ritualmente vicine a DonBosco, che gradirebberoriceverlo? Lo richeda .Scriva chiedendo per sé,

per altri, l'omaggio del Bol-lettino Salesiano .Comunichi gli Indirizzi

chiari e completi a :

DIREZIONEBOLLETTINO SALESIANOCASELLA POSTALE 909200163 ROMA-AURELIO

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PROTAGONISTI

Lo dice Angelo Montonati

: Don Bosco «funziona»

Il più diffuso settimanale italiano, Famiglia Cristiana, il 22 novembre 1981 ha pubblicato un «ap-passionato» servizio su Don Bosco e l'opera salesiana . L'ha fatto Angelo Montonati, giornalista dirazza ma anche salesiano a 18 carati

. II Bollettino Salesiano lo ha intervistato .

D. - Perché e come è arrivatoal giornalismo?R. - "Più per caso che per pre-

cisa scelta personale, anche se mi èsempre piaciuto scrivere. Ricordoche in quinta elementare - nelcollegio salesiano di Caviglia -venni premiato per un tema cheavevo fatto rielaborando libera-mente un racconto lettoci in pre-cedenza dal maestro . Mi diederoun'intera annata de «Lo Scolaro»,un settimanale per ragazzi alloramolto diffuso .

Più che lo scrivere, la mia più vivaaspirazione era la musica : sognavodi diventare un pianista famoso oun direttore d'orchestra . Tra leprofessioni, invece, mi appassionavala medicina. Ma erano traguardiimpossibili per me, data la povertàdella mia famiglia, a cui era venutoimprovvisamente a mancare il padre(per incidente stradale) quandoavevo appena un anno e mezzo .

Gli studi li feci in diverse case diDon Bosco, coltivando per un certoperiodo anche l'ideale della vitasalesiana e del sacerdozio. Fu dopola maturità classica che mi si apri-rono le porte di un giornale. Perpagarmi l'università, mi ero im-piegato presso l'Ente Provincialeper il Turismo di Varese, dove col-laboravo anche alla stesura del no-tiziario destinato alla stampa . Unaserie di circostanze fortuite michiamò nel 1958 alla redazione de«La Prealpina», dove rimasi fino al1963, per passare a Milano (Il Sole)e infine a Roma ; qui ho vissuto lemie esperienze giornalistiche piùimportanti, appassionandomi to-talmente a quella che avevo capitoessere la mia vera strada. In spiritodi servizio accettai, nel 1980, la di-rezione del quotidiano comasco«L'Ordine», che poi le precariecondizioni economiche costrinseroalla chiusura e al passaggio di pro-prietà."D. - Che cosa ha rappre-

sentato per lei il suo lavoro aFamiglia Cristiana?

R. - "Ha rappresentato in-nanzitutto una piena realizzazionepersonale, grazie all'ampio spaziolasciato alla libertà e all'inventivadei giornalisti . Credo che in pochiperiodici si possa lavorare con tantalarghezza di responsabilità e dimezzi .

Naturalmente, rispetto agli altrigiornali c'è il vantaggio di poterdare una lettura degli avvenimentiin chiave cristiana, di fare dellanostra fede un messaggio per glialtri. Oltre che come uomo, mi sonosentito dunque realizzato anchecome cristiano" .D. - Il giornalismo per lei è

soprattutto un mestiere o unimpegno sociale?R. - "Da quanto ha premesso si

capisce che quello del giornalistanon è soltanto un appassionantemestiere, che gratifica sul pianoprivato e anche materiale, ma ancheun impegno sociale di notevole re-sponsabilità .

Oggi viviamo sotto il dominio deimass-media, alla gente abbiamol'obbligo morale di dire la verità, diaiutarla a capire e a giudicare . Illettore deve avere la sensazione diessere rispettato e servito, non ma-nipolato o sfruttato . Ricordo che ungiorno Vittorio G . Rossi - il notoscrittore scomparso - intervistatoalla Tv sulla stampa in Italia, uscicon questo giudizio su FamigliaCristiana : «Talvolta è mal scritta (eda uno del suo calibro, è ùn rilievoche si può accettare e discutere,n.d.r.) ma ha un pregio abbastanzararo: ti dà la certezza che non tiimbroglia» .

Ecco, direi che il far percepire allagente in modo palpabile che siamocredibili è la sostanza del nostroimpegno sociale ."D. - Ed è anche un impegno

cristiano?R. - "Certo. Per un cristiano la

parola ha la «P» maiuscola, assumevalore direttamente legati alla no-stra fede .

Il giornalista Angelo Montonati .

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La stessa realtà di Cristo - Pa-rola di Dio rivestita di umiltà e distoria - dà al nostro lavoro unadignità e una finalità specifiche ; nefa strumento di evangelizzazionecollegandolo intimamente alla te-stimonianza nella vita di ogni gior-no.

Il Concilio e il magistero dellaChiesa al riguardo ci insegnano co-me concretare l'impegno cristianonei mass-media e coi mass-media .Ciò, lungi dal crearci complessi neiconfronti dei colleghi «laici», fa dinoi degli autentici intellettuali,poiché ci impedisce di piegarci aicompromessi tipici del mestierantemercenario, dandoci il coraggio discelte coerenti coi principi e coi va-lori in cui crediamo, e di pagarne dipersona il costo a volte elevato» .

D. - Che cosa ha significatoper lei essere direttore di unquotidiano?R. - "Devo precisare, nel caso de

L'Ordine, che si trattava di unquotidiano cattolico, rimasto taleanche dopo il passaggio di pro-prietà. Perciò luogo ideale per tra-durre in pratica la mia fede .

Anche da questa angolatura ildialogo con la gente ha costituitoun'esperienza indimenticabile : es-sere seguiti, letti, scrutati, giudicatie anche castigati al momento op-portuno mi ha fatto crescere in re-sponsabilità e in umiltà . Ho capitodavvero che il nostro lavoro è so-prattutto servizio» .

D. - C'è qualcosa di Don Bo-sco in lei? Che cosa?R. - "Don Bosco in me è rimasto

tutto intero; fa parte della miaesperienza di vita, della mia cultura,del mio modo di essere. Ciò che èl'accento e il dialetto di un paese peruno che vi è nato, ecco Don Bosco loè per la mia anima, che ritengo nonpossa non dirsi veramente salesiana .Ho trascorso gli anni felici del-l'adolescenza all'ombra del suosorriso, il suo inquietante mistero -o «enigma», chiamatelo come volete- non cessa di appassionarmi .

Personaggi come Don Bosco sonochiavi di interpretazione di un'e-poca storica . Pensate alla carica disperanza che questo prete ha saputodare dalla chiesa, all'Italia e almondo ai suoi tempi e ancora oggi,attraverso l'opera dei suoi figli .Bisogna essere ciechi e in ma-

lafede per non ammetterlo. Sulpiano personale, Don Bosco è ri-masto in me attraverso il ricordovivo dei miei educatori molti dei1 4 • BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982

quali, fortunatamente ancora vi-venti, mi onorano della loro sinceraamicizia; è rimasto nel mio ca-rattere come qualcosa che mi man-tiene giovane e mi aiuta a capire igiovani .

E rimasto nel modo con cui cercodi educare le mie tre figlie, ba-sandomi sulla ragione, sulla re-ligione e sulla amorevolezza, i car-dini del sistema educativo salesiano .

Come exallievo militante e coo-peratore, cerco di non far farebrutta figura a Don Bosco e ai suoifigli che così profondamente hannoinciso sulla mia formazione .

Posso dire infine che Don Bosco èpresente nella mia casa anche fisicamente

: un mio antico insegnantemi ha regalato un frammento diossa del Santo, custodito in unprezioso reliquiario d'argento .

L'aspirazione di mia moglie e miaera di battezzare col nome di Gio-vanni il primo maschio della fa-miglia. E qui ci è andata male : sonovenute tre bambine . Ma posso dirleche su Don Bosco sanno tutto, vitae miracoli" .

CHI È ANGELO MONTONATI

Nato a Varese il 25 ottobre 1931, ha frequentato case sa-lesiane dalla quinta elementare (a Cavaglia Biellese) alla media(Casale Monferrato e Chieri) e al liceo (Nave) .

Ha esordito nel giornalismo professionistico come redattorea la Prealpina, quotidiano di Varese, per passare poi al quo-tidiano economico-finanziario «Il Sole» prima della fusione con«24 Ore» . Nel 1966 era redattore al Radiogiornale della RadioVaticana, e nel 1969 passava alla redazione romana di FamigliaCristiana come vaticanista e inviato speciale . Dal marzo 1980 algiugno 1981 ha diretto il quotidiano cattolico comasco «L'Or-dine» ed attualmente è caporedattore di Jesus .

Ha pubblicato «Continente uomo» (SEI), «Siate liberi quandoleggete» (LDC), «Morire in Africa, morire per l'Africa» (EdizioniPaoline) e «33 anni con Dio» (Edizioni Paoline) .

Ha collaborato per diversi anni alla redazione di «Voci Fra-terne» . Al congresso nazionale Exallievi di Pompei gli è statoassegnato il distintivo d'oro dell'Associazione .

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FILIPPINE

Le donne di Pasil

A Cebu, l'isola più antica e popolosa delle Filippine, tre giovani donne hanno preso sul serio la loro fede. Ne è nata per Nar-

dalita, Regina e Ceniza un'azione coraggiosa tra i poveri più poveri

Un giorno di primavera del1521 Ferdinando Magellano,dopo aver attraversato quel

mare che chiamò Pacifico, piantò lacroce sulle spiagge di Cebu fa-cendone l'ultimo avamposto cri-stiano alle porte della Cina .Oggi quest'isola con più di due

milioni di abitanti è la provincia piùantica e popolosa delle Filippine .Roccaforte del cristianesimo, Cebuha anche una presenza salesianarobusta. Qui, come del resto altrovenel mondo, i Salesiani lavorano per ipoveri dando aiuti materiali, pren-dendosi cura degli affamati e dandoun mestiere a centinaia di ragazziattraverso la scuola professionale .Qui un'équipe di giovani donne fi-lippine aiuta i poveri più poveridell'isola.

Quest'ultimi sono immigrati eprofughi giunti su barche e zatteredalle isole vicine in cerca di un la-voro e di una sistemazione . Il loronuovo domicilio diventa così unabidonville sulle spiagge del quartierePasil di Cebu City che è il ca-poluogo.

I Salesiani sono a Pasil sin dal1969 ed iniziarono con un centrogiovanile. Il primo maggio 1977 ac-cettarono la responsabilità di unaparrocchia dedicata a Gesù Bam-bino patrono delle Filippine sin daquando Magellano portò una statuadel «Santo Nino» a Cebu .

La prima iniziativa del parroco,don Giuseppe Giaime, fu di crearecon la responsabilità di alcunedonne, un centro di apostolato fa-miliare .Come le donne della Bibbia,

quelle di Pasil così iniziano a daretestimonianza con atti di fede, disperanza e di carità .

Pasil non è un luogo dove si la-vorerebbe volentieri : mucchi di ba-racche in legno e lamiera sorgono suun terreno rubato al mare con gliscarichi dei rifiuti della città mentregli odori nauseabondi che da questiesalano, si mescolano a quelli in-quinanti delle ciminiere e ciò anchequando il vento soffia in direzionecontraria .

L'équipe è composta da tredonne che vivono in mezzo allagente: un'infermiera, un'igienista,una catechista . C'è anche unacoordinatrice. Quest'ultima assiemealla catechista non soltanto lavorain mezzo alla gente quotidia-namente ma anche vi abita . Ciò nonè cosa facile dal momento che Pasilnon è Cebu: qui non ci sono gra-devoli foreste di banane e di noci dicocco né strade principali ; le pochestradine esistenti sono quasi sempreallagate dall'ultima pioggia o dalmare e attraversarle è già un'av-ventura .

Generalmente non c'è correnteelettrica ; tutto perciò si svolge al-l'aperto, dalla cucina alla puliziapersonale, cosicché maiali, polli epersone umane debbono soventecombattere per un po' di spazio inquelle viuzze infangate .

Le famiglie filippine sono nu-merose e sovente con sette e più fi-gli .

Gli uomini che lavorano sulle navio come portatori di pesce riescono apagarsi la condotta idrica. Tuttaviasoltanto il dieci per cento della gente ha l'acqua in casa

; gli altridopo averla comprata se la tra-sportano in bidoni . Il Comune, nonmolto lontano dalla chiesa par-rocchiale, ha costruito un gabinettopubblico ma è in condizioni igie-niche impossibili.

L'infermiera del gruppo è preoc-cupata per il pericolo di tubercolosie dissenteria. Dice che molte per-sone, incoraggiate dal tiepido climatropicale, dormono sul terreno per-ché mancano di letti . Le ciminieredelle fabbriche espellono odori nonsoltanto cattivi ma nocivi alla sa-lute. Dagli acquitrini stagnantimosche e zanzare vanno e vengonoposandosi sui cibi e sulla gente mi-nacciando continue infezioni . Lasporcizia, insomma, è dappertuttonella più assoluta mancanza di fo-gne e con bambini che si muovononudi e scalzi.Nardalita Manangan, la ca-

techista, dice che le attuali con-dizioni di Pasil sono migliori ri-spetto a quattro anni fa ; è una bellaragazza dall'apparente età di ven-t'anni e proviene dalla vicina isoladi Negros. Sorridendo splendida-mente dice che il suo nome è il di-minuitivo della parola «narda» ilfiore usato dalla Maddalena perungere i piedi del Cristo ma nonsorride più quando incomincia a ri-cordare l'inizio a Pasil .

«Rimasi sconvolta. Non vi eraigiene, né la gente, comprese le ra-gazze, sapeva vestirsi e pulirsi . Nonvi era morale. Tutti erano soliti farsiil bagno nella strada. I genitori nonamavano i bambini e del resto nonavevano nemmeno la forza e la sa-lute fisica per cucinare loro . La

Cebu-Pasil. Tra sporcizia e miseria l'équipe semina segni dl speranza .

BOLLETTINO SALESIANO - 1 GENNAIO 1982 • 1 5

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maggior parte dei bambini non an-dava a scuola e cominciammo araccoglierli in gruppo insegnando unpo' di igiene e moralità» .Anche i ricordi di Regina Pa-lencia, la coordinatrice del gruppo,sono terribili .

Regina è una donna sui trent'anniapparentemente ingenua come unaragazzina che si offre per l'operabuona settimanale eppure passaquasi tutta la giornata fra il fangodelle strade e la puzza delle ba-racche .

Regina, come le altre ragazze delgruppo, è vestita con una sobriaeleganza. Vogliono ricordare allagente, anche in questo modo, che èpossibile una vita diversa.

«Durante i primi anni - raccontaRegina - rientravo a casa prestoper la paura di trovarmi coinvolta inuna delle frequenti «battaglie» fradelinquenti . Ora non più: la gentemi conosce ed alcuni mi scambianoper suora» .La casa per Regina e Narda, la

catechista, è un appartamento alsecondo piano di un edificio in le-gno: dista appena cento metri dallaParrocchia anche se vicoli e stradinela fanno sembrare più lontana .

Le donne si alzano alle quattro emezzo e si preparano per la messa ;alle sette hanno già fatto colazione esono pronte per il lavoro . Si met-tono a letto alle nove della sera : quinon c'è televisione ed anche se cifosse - osserva Regina - sarebberotroppo stanche per poterla vedere .

Durante il giorno, l'équipe simuove per il quartiere . Ci sono circavetitimila abitanti .Ciascun membro del gruppo ha il

proprio lavoro ma tutte hanno uncontinuo scambio di informazioni .Così l'infermiera Ceniza Ce-

quina facendo una visita per fareuna puntura di streptomicina a unamamma con la tubercolosi, ha ve-duto un bambino che probabilmentenon va a scuola ; Cecilia Erasmo,l'esperta in igiene, visitando unafamiglia nota che la povera baraccain cui questa abita, necessita di ri-parazioni urgenti . Una volta allasettimana l'équipe si incontra con ilparroco.

Essa avvicina le famiglie per l'i-giene e la salute .

Un medico dà il suo aiuto gra-tuito due ore al giorno mentre undentista iene a Pasil una volta allasettimana. Ogni giovedì mattinal'infermiera mette a disposizione unambulatorio pre-natale mentre sulsuo taccuino ci sono i nomi di 200ammalati di TBC da visitare .

Sono state riedificate quasi trentabaracche e rese agibili settanta . AlCentro giovanile Don Bosco ci sonocorsi per la formazione di meccanicie falegnami mentre per le donne sitengono corsi di cucito .

Le visite alle famiglie hanno ri-velato - soltanto l'anno scorso -400 bambini denutriti con notevolicarenze .Grazie all'impegno del gruppo,

adesso sono bambini normali. Ibambini ricevono un pasto caldoquotidiano in 16 centri (piccole saleaffollate di bambini dai sei mesi aisei anni) .Forse una quinta parte delle

coppie a Pasil non sono sposate e frale cause c'è anche il costo della ce-rimonia a cui qui si tiene tanto .L'équipe si muove anche per questo :accompagna la coppia al municipioper i documenti, ricicla abiti ma-trimoniali graditissimi perché madein USA o in Italy .

Prima del matrimonio si tengonocorsi di istruzione .

Narda, la catechista, pensa adorganizzare i giovani. Una dozzinadi ragazze si ritrovano nell'asso-ciazione Maria Ausiliatrice per ladiffusione del Rosario . Il 13 di ognimese si ricorda la Madonna di Fa-tima mentre il 24 si celebra la messaper l'Associazione .

Il Movimento Giovani Catechisti- sono circa 24 giovani dai 15 ai 18anni - insegna strada per strada :un catechista parla mentre l'altroscrive . Ogni sera c'è una messa per ipiù piccoli ai quali Narda . . . da labuona notte assieme ad un mes-saggio dell'amore di Dio.Come Narda, Regina la coor-

dinatrice, viene dall'isola di Negros.È la più grande di una famiglia di 10

fratelli e sorelle . Regina trascorrevail suo tempo quasi sempre presso leFiglie di Maria Ausiliatrice tantoche la mamma scherzando le dicevadi restarsene sempre dalle suore . Ineffetti Regina voleva farsi suora male sue condizioni di salute nonl'hantko permesso .

Nel 1976 ha partecipato ad uncorso di «vita familiare» organizzatodalla Conferenza Episcopale Fi-lippina .

«Io mi sentivo un po' terrorizzata- ricorda la coordinatrice - perchéquasi tutti i partecipanti a quelcorso erano sacerdoti e suore o, ge-neralmente, gente che aveva - di-mestichezza con la teologia, il di-ritto, ecc. Mi hanno invece detto cheessi stessi erano sconcertati dalmomento che io riuscivo a fare inpratica quel che loro studiavano suilibri» .

Dopo quel corso Regina ha la-vorato a pieno tempo nella suaparrocchia per i problemi della fa-miglia. Racconta :

«Non ho subito affrontato i pro-blemi della coppia e della famiglia ;prima ho cercato di guadagnare lafiducia della gente e di essere loroamica. Poi cominciavano a dirmi iloro problemi : la povertà, i figli, ilmarito ubriaco . . . e quindi c'erasempre l'opportunità di fare ca-techesi . Proprio come il nostroobiettivo : aiutare la coppia e la fa-miglia e far catechesi ai genitori .Siamo, insomma, diventati amici atal punto che queste famiglie si ri-volgono a noi per ogni cosa . A la-vorare siamo in quindici . Tuttedonne» .

A Pasil ci sono anche momenti discoraggiamento ma Regina sorride edice: «Noi siamo qui per mettere interra i semi, altri ci seguiranno» .

Daniel M. Madden

Bambini a Pasil .

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ZAIRE/ SI EVANGELIZZA ALLA PERIFERIA DI LUBUMBASHI

A Kasungami c'è una chiesa che cresce

Lubumbashi, nel profondo sud dello Zaire . Qui i Salesiani agi-scono dal lontano 1911 e sono cresciuti a tal punto da formare una Ispettoria

. Tuttavia c'è sempre tanto da fare .

Kasungami, quartiere pe-riferico di Lubumbashi, nelprofondo Sud dello Zaire .

Sorse alcuni anni dopo l'in-dipendenza, quando la città nonpoté più accogliere l'ondata d'im-migrati che incalzava a invaderladall'interno del paese. Costoro oc-cuparono un'area piena di termitai,oltre il fiume Kafubu a dieci chi-lometri dal centro città, e vi co-struirono le loro casupole : quattromuri rimediati a secco e un tetto dilatta .

Ne risultò qualcosa di mezzo tra ilvillaggio africano e la bidonvilleoccidentale.

Benché non esistano statisticheufficiali, gli abitanti di Kasungamisi aggiravano sui 30 mila negli anni'70. Ne restano oggi 5-6 mila, aven-do la maggior parte degli altri tro-vato da sistemarsi in sedi più vicinealla città, sulla sponda interna delKafubu. L'attuale popolazionesembra relativamente stabile. Partedella gente lavora presso le aziendecittadine e parte - soprattutto ledonne - coltiva un pezzetto diterra presso casa o anche più lon-tano, nella boscaglia, senza alcunriparo dai furti . . .Non poche persone attempate

sono abbandonate a se stesse.* Una comunità che si fa ca-

rico dei poveri . Questa gente sidice in maggioranza cristiana, circala metà cattolica . Agli inizi un pretedella vicina parrocchia di SanMartin a Katuba veniva a diremessa in una cappella provvisoria .In seguito venne costruita una salaa più mansioni, chiesa e foyer so-ciale all'occorrenza, con una casaannessa. Primo parroco «stabile» fuil rev. Adolfo Kukekwa (1970-72) .Nel 1972 diventa parroco di Ka-sungami il salesiano don MarioValente. Un altro salesiano, donPietro Gavioli, va a stabilirsi con luil'anno dopo . Dal settembre 1979 lacura della parrocchia - dedicata almartire S. Mattia Mulumba - ègestita, per diverse ragioni, dallaresidenza della «Cité de Jeunes» a quattro chilometri da Kasungami

.Come tutte le parocchie di Lu-

bumbashi anche questa è ripartitain quartieri. Ne ha quattro . I cri-stiani dei singoli quartieri formanoquella che si dice una «comunitàecclesiale di base» . Questa si fa ca-rico dell'assistenza ai poveri e aglianziani, della catechesi e della pre-parazione ai sacramenti (specie pergli adulti), delle veglie e funzionifunebri, e via dicendo .

Due rappresentanti per ogniquartiere - un uomo e una donna- partecipano una volta alla set-timana al raduno del comitatoparrocchiale insieme a tre re-sponsabili (eletti) della parrocchia ea un rappresentante dei giovani .Una volta al mese il consiglio par-rocchiale raduna tutti i cristiani chelo desiderano per fare il punto sulleattività, per approvare i bilanci, perdiscutere i problemi comunitari .

A livello parrocchiale operanoalcuni movimenti cristiani di adulti(Azione Cattolica, «Legio Mariae»,etc.) che si occupano della for-mazione spirituale dei rispettivimembri e svolgono sovente un ruoloapostolico molto efficace .

* Un ponte, un mulino e undispensario. Anni addietro, al-l'inizio della nostra presenza a Ka-sungami, noi chiedemmo al consiglioparrocchiale di definire quali fosseroi bisogni più urgenti della comunità .Le risposte furono, nell'ordine, leseguenti: un ponte, un mulino, undispensario. Grazie alla collabo-razione dei parrocchiani e a qualcheaiuto estero oggi i tre desideri sonostati appagati .

Il ponte. Va ricordato che Ka-sungami è separata dalla città dalfiume Kafubu. Questo non era va-licabile nei periodi di piena, quandol'acqua si portava via anche le pas-serelle gettate alla bell'e meglio contronchi d'albero e pezzi d'assisconnessi . Oggi esiste un ponte me-tallico sicuro, a costruire il qualehanno collaborato per diverse va-canze i giovani, mentre siamo in

attesa di un ponte in cemento armato grazie a finanziamenti dellaComunità Europea .

Il mulino. Sta ottimamente fun-zionando dall'ottobre 1976 . Tutta lapopolazione ha sottoscritto uncontributo per costruire l'edificio incui è stato sistemato . Rende unservizio innegabile : vengono almulino a macinare mais, cereali,manioca, molti clienti anche dalontano . .. Parte del reddito è de-voluto ai poveri.Il dispensario. Abbiamo una

scorta di medicinali «di base» per imalanni più comuni: vermifughi,aspirina, chinino . . . L'afflusso deimalati è notevolmente aumentatonel corso dell'ultimo anno : circa uncentinaio al giorno. Fortunatamentei membri del Lion's Club Kampalahanno scelto Kasungami per rea-lizzare opere a favore della gentebisognosa. Il Centro medico-socialeda essi costruito è praticamente altermine: attendiamo che una pic-cola comunità di suore venga adassumerne la gestione.

Svolgiamo altre attività di in-teresse sociale : asilo nido e pue-ricultura, agricoltura in cooperativa,mercati e scambi . .. con una par-ticolare attenzione : che pur essendofondamentale il ruolo da noi eser-citato, esso coinvolga e respon-sabilizzi sempre la gente locale, cheviene chiamata a partecipare se-condo le capacità di ciascuno. Unconsiglio amministrativo par-rocchiale controlla le varie attività .In particolare esso è responsabiledell'assistenza ai poveri che sono acarico (vitto, alloggio, spesso la se-poltura. ..) della comunità par-rocchiale .

* Si favorisce il «centro gio-vanile». E ovvio che, come sa-lesiani, rivolgiamo speciali at-tenzioni ai ceti giovanili . La nostra

(segue a pag . 20)

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ARGENTINA/ I COOPERATORI NEL CHUBUT

La scommessa di Trelew

Da cinque anni i Cooperatori italiani e argentini hanno una «loro» missione

. Il centro comunitario Nuestra Senora del Carmen al Barrio Norte cresce sempre più.

Trelew, in piena Patagonia, è ormai nota a chi legge il Bol-lettino . Qui, fra un agglomerato di baracche e nugoli diragazzini si svolge dal 1976 l'esperienza missionaria dei

Cooperatori italiani .Il progetto, si ricorderà, nacque come impegno per il cen-

tenario delle Missioni Salesiane e come approfondimento del-l'Evangelii nuntiandi, il documento con cui, fra l'altro papaPaolo VI esortava i laici ad assumere proprie iniziative evan-gelizzatrici e missionarie .

I cooperatori italiani hanno inteso anche realizzare a Trclewuna esperienza che concretizzasse quanto si legge nel loro re-golamento: «l'Associazione incoraggia gruppi di Cooperatoriidonei e disponibili a dar vita a nuove opere, e ad assumerle inproprio dove le esigenze locali ne suggeriscano l'utilità» (Art .106) .Due ragazzi, Bernardino Proietti e Romano Ridotti, furono i

primi a partire ; furono quasi subito affiancati da due argentini,Maria del Carmen e Luis, e da altri tre italiani : Giuseppe Be-lardo, Oliviero Zoli e Daniela Beretta . Recentemente que-st'ultima - ultimati i due anni di aspettativa che si era presodalla scuola - è tornato e ne sono partite altre due : Maria Con-cetta Firrincieli e Olimpia De Gennaro .In diretto contatto con la loro Associazione questi ragazzi

stanno promuovendo tutta una serie di attività missionarie chevanno dai contatti giornalieri con i «canillitas», piccoli ri-venditori di giornali, al gioco, alla catechesi .

Il gruppo dei Cooperatori - afferma il Vescovo del luogomonsignor Moure - ha avuto l'incarico di una parrocchia, pro-priamente di un centro comunitario che ha il carattere di unaparrocchia.

"Una esperienza di questo tipo - scrive da laggiù don LucioSabatti - nonostante i limiti e i problemi, marca a fuoco l'animodei protagonisti, semina nel loro cuore «una grande in-quietudine» e per il resto della loro vita si sentiranno «obbligati»a fare qualcosa per gli altri . . . A Trelew il gruppo conduce ancheun'intensa vita di preghiera : messa quotidiana, ritiro mensile,esercizi spirituali .

Si lavora assieme, si progetta assieme .«Noi stiamo bene - essi scrivono - le Suore e i salesiani ci

sono sempre vicini e ci danno in ogni circostanza, aiuto, con-siglio e appoggio» . Qui a Trelew, si capisce meglio la forza del-l'intuizione di Don Bosco nel fondare la Famiglia salesiana .Il quartiere attorno al Centro comunitario tende a crescere

sempre più cosicché esistono problemi di spazio e di . . . braccia .Olimpia e Maria Concetta - dicono laggiù - sono stati due

regali preziosi per noi .Con Rosa, Giuseppe, Oliviero, Maria del Carmen e con il

gruppo dei Cooperatori locali, fanno rifiorire la vita della Fa-miglia Salesiana .Per il prossimo marzo si spera di inaugurare una nuova chie-

sa mentre altre strutture sociali sono in costruzione .Per sostenere l'iniziativa i Cooperatori italiani hanno ideato

«El dia de Trelew» una giornata cioè di preghiera, di sen-sibilizzazione e di raccolta di fondi .Scrive Rita Baldinelli, del Gruppo Centrale Giovani Coo-

peratori : «Noi siamo tutti chiamati a lavorare per Trelew e ciò èpossibile in tanti modi . Rinunciare per un mese alle sigarette o alcaffè, al bar. . . fa anche bene alla salute! È un sacrificio così in-sormontabile (per chi ha la fortuna di avere un lavoro!) dedicareuna parte - una piccola parte - del nostro stipendio a Trelew?Noi siamo tutti Trelew, perché Trelew è i Cooperatori, le fa-

miglie povere della Patagonia, Don Bosco che pensava già disalvare la gioventù di quei luoghi»" .

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Da Trelew Romano scrive : avevo voglia di strillare dalla rabbia,perché tutta quella povertà penso sia dovuta al nostro egoismo .

Anche nel Chubut si incomincia con il gioco : da Don Bosco i Coo-peratori hanno imparato ad amare le «cose . dei ragazzi .

cooperatori hanno la pazienza di seguire uno per uno questi ra-gazzi . Ecco Maria del Carmen impegnata nel doposcuola .

Immersi fra questi ragazzi I Cooperatori italiani scoprono la gioiad'essere salesiani.

Ecco un piccolo «strillone» prima di vendere Il suo fascio di gior-nali: non succede tutti I giorni dl fare una colazione così!

II volto di questi tre ragazzi - come di altri - è sempre quello dlun Cristo che I Cooperatori hanno imparato ad amare e servire .

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presenza e animazione è soprattuttorivolta ai gruppi, anche se spessosono labili e provvisori, e solo inqualche caso perseveranti. Abbiamogruppi per la liturgia, per l'azionesociale, per l'apostolato, per la for-mazione, per l'animazione dei ra-gazzi, per giovani operai, per fi-danzati e sposi . . . tutti coordinati inun Centro giovanile . Teniamo corsiserali della durata di un anno chechiamiamo «Libera Università diKasungami» e che dedichiamo allaformazione permanente di tutti gliiscritti. Questi corsi si differenzianosecondo estrazioni di gruppo: ca-techesi, lavoro, pedagogia, ecc .Durante le vacanze i giovani

uniscono volontariamente al tempolibero altre utili attività sociali . Tral'altro hanno gettato una diga-passaggio sul fiume Kafubu ; hannoallestito campi da gioco ; hanno co-struito un edificio per la scuolaprimaria (sei classi), un foyer perragazze, una casa per ragazzi. . . equattro chilometri di strada per ilcollegamento di Kasungami con levie cittadine.

Le feste trascorrono in liete ini-ziative. Disponiamo di cinema etelevisione grazie all'aiuto di alcunibenefattori, ma chiediamo un mi-nimo di contributo agli utenti percoprire le spese del gruppo elet-trogeno. Il che giova anche alle or-ganizzazioni dei gruppi sportivi, chesono abbastanza numerosi e al-lenati. Disponiamo di diversesquadre di calcio (che disputano uncampionato annuale), di una squa-dra di basket, di gruppi di ping-pong, di giochi da tavolo . . . e nonmanca la possibilità di coltivare laboxe e di dedicarsi all'atletica .

Delle ragazze e del loro foyer sioccupa soprattutto una signoraspagnola distinguendo anche inquesto caso le varie attività di ap-prendimento (le preferenze vanno alcucito e al ricamo) .

Un'assemblea settimanale con-voca tutti i giovani all'incontro ealla discussione sulle attività incorso, sui progetti a venire. Nonstiamo a parlare di questi ultimi,che le necessità e la creatività gio-vanile vede e vorrebbe presto rea-lizzati. Lo speriamo anche noi in-sieme ai nostri ragazzi, perché lamissione acquisti sempre maggioreslancio e forza di penetrazione tratutta la gente del territorio., Comedimostrano i dati siamo vivi e vivacinel sentirci chiesa, nel realizzare innoi e nell'estendere ad altri l'an-nuncio di Cristo . Quésto de-sideriamo fare sempre più e meglio .Mario Valente e Pietro Gavioli

B.P. 4852 Lubumbashi (Zaire)

20 • BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982

VIAGGIO NELLA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA

Per i giovanicon la genialitàdi Don Bosco

La situazione dei giovani in Italia non è certo felice né so-cialmente né religiosamente. Cosi mentre la crisi economica cisegnala un graduale incremento della disoccupazione giovanile -è soltanto uno dei tanti problemi - una recente indagine so-ciologica condotta da don Giancarlo Milanesi docente al-l'Università Pontificia Salesiana ci fa sapere, sul versante re-ligioso, che l'ateismo giovanile raggiunge cifre fra il 13 ed il 15%dell'intera popolazione giovanile italiana dai 18 ai 25 anni . Né ilprossimo decennio si prospetta meglio . Un recente rapporto del-l'Unesco - che ha proclamato il 1985 anno internazionale dellagioventù - ci informa infatti che per molti giovani diminuirannole possibilità di impegnarsi in ruoli adulti di fronte alle condizioniche.caratterizzeranno probabilmente il prossimo decennio .

La stessa religiosità giovanile - pur non volendo dare uncredito assoluto alle indagini sociologiche - anche se in alcunigruppi elitari si esprime in forme compiute e mature, nella mi-gligre delle ipotesi rischia di diventare un «residuo storico» pernon pochi giovani .

La situazione giovanile italiana poi non sembra molto dis-simile dagli altri paesi europei . Occuparsi di giovani diventa al-lord,ed in poche parole sempre più difficile e urgente. Cosa fannoi salesiani «evangelizzatori dei giovani» per antonomasia? Come~si•organizzano?

Iniziano un viaggio nella pastorale giovanile salesiana pre-sentando in una intervista il Dicastero della Pastorale gio-vanile . Si tratta di una struttura centrale di governo voluta nel1978 dal Capitolo Generale della Congregazione per il coor-dinamento e lo stimolo dell'azione salesiana fra i giovani . Ne èresponsabile il Consigliere generale don Giovanni Vecchi .

Giuseppe Costa

Bollettino Salesiano - Alcuneindagini sociologiche ci segnalanouna caduta di religiosità fra i gio-vani. Ritiene che sia in, crisi la re-ligione oppure sono in crisi i metodidi evangelizzazione?Don Vecchi - "Non ritengo che

siamo entrati in un'epoca post re-ligiosa dove cioè gli interessi re-ligiosi non hanno senso e non pro-vocano interrogativi. Il perno delproblema piuttosto sta nel fatto chela religiosità emerge ed è sentita informe diverse con il mutare dellecondizioni socio-culturali .

E li entrano in crisi i metodi dievangelizzazione per i quali si im-pone una capacità nuova di dialogoanche provocante con il mondo

giovanile. In questo senso ci sonoproblemi sul «come» arrivare aitanti giovani che un tempo eranoraggiunti dalle strutture pastoralitradizionali (tipo la parrocchia) .

Altro problema è quello dellaqualità del «linguaggio adeguato -nel senso più profondo e non sol-tanto delle parole - per fare inmodo che la questione religiosa di-venti rilevante per i giovani .

BS - Sembra che l'esperienza dialcuni movimenti giovanili (Co-munione e Liberazione, Gen,Scouts . . .) si stia dimostrando validaai fini della maturazione religiosadei giovani. Come giudica il fattoche oggi i salesiani non hanno deigrossi movimenti per i giovani dai

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18 ai 25 anni?D. Vecchi - "Oggi certamente

l'esperienza di chiesa e la ma-turazione nella fede si porta avantiin modo molto più profondo e per-sonalizzato nei gruppi . Per quantoriguarda i salesiani c'è da dire cheper essi il gruppo è stato tra-dizionalmente uno strumento edu-cativo e perciò mai movimentogiovanile ecclesiale. Le Compagniesorgevano all'interno di un am-biente con lo scopo di far maturare iragazzi.

C'è poi da osservare che i Sa-lesiani come primo loro impegnopastorale hanno degli ambienti po-polari giovanili (tipo oratorio)aperti a tutti . Essi cioè si rivolgononon soltanto all'élite giovanile maanche alla massa indifferente edapatica per aiutarla ad «esprimersi»religiosamente. C'è ancora da os-servare che il fenomeno della co-siddetta «adolescenza prolungata»tra i giovani è una novità non sol-tanto sociologica ma anche sa-lesiana.

Qui infatti l'associazionismo in-teressava fino ai 17 anni circa es-sendo soltanto educativo ed im-pegnato all'interno di un ambiente .Per chi voleva c'erano i Cooperatori,forza viva nella e per la Chiesa. Bi-sogna ancora dire che molti nostriadolescenti sono andati ad ali-mentare tanti movimenti giovanili .Certamente non possiamo oggi af-fermare che tradizionalmente siamofatti per i preadolescenti e gli ado-lescenti perché esiste il fenomenodell'allungamento dell'età giovanile .Bisogna prendere questa gioventù e

Don Giovanni Vecchi

portare un po' più di forze versol'età adulta senza per questo smo-bilitare nell'età preadolescenziale eadolescenziale. Io penso che le Co-stituzioni Salesiane dicano bene : isalesiani si occuperanno di ado-lescenti e giovani . Tuttavia qualcosagià si muove . . .

A livello di adolescenti in Italiaad esempio ci sono gli Amici di Do-menico Savio (ADS) mentre inqualche regione esistono forme dicollegamento fra gruppi giovaniliche rappresentano un piccolo mo-vimento. Un'altra cosa da ag-giungere in questo senso è quello chein Italia chiamano «spiritualitàgiovanile salesiana» cioè un'i-tinerario comune di maturazioneper gruppi. Non si pensa tanto auna organizzazione monoliticaquanto ad un insieme di gruppi chefanno un itinerario pedagogico espirituale comune" .

BS - È stato detto che oggi nonbasta più la buona volontà ma oc-corre una «politica» globale nellasocietà e nella chiesa per risolvere ilproblema giovanile . Il suo Dicasterocome «fa politica»?D. Vecchi - "Il Dicastero ha il

compito di agire verso le Ispettorie ele Case salesiane, le quali, nei propriambienti, svolgono quest'azione. Peril Dicastero dunque si tratterà divedere che stimoli dare alle Ispet-torie perché queste si facciano ca-rico di tale impegno . In pratica vuoldire sensibilizzare la Chiesa allacentralità del problema giovanile inogni azione pastorale anche perchése non si comunica la fede alle nuove

generazioni la battaglia è perduta .Far si che i salesiani diventino un

po' come gli specialisti della con-dizione giovanile, della pastoralegiovanile all'interno della chiesalocale. Nella società poi occorredialogare con quanti nel territorio(quartiere, comune, distretti sco-lastici ecc.) sono interessati al pro-blema giovanile ed appurare le idee,confrontare i progetti e perfino sti-molare legislatori e politici .

Ecco. Tutto questa problematicail Dicastero l'ha raccolta nei co-siddetti progetti educativi dove sidice sempre che la comunità edu-cativa salesiana ha un ruolo di tipopolitico sociale verso il quartiere acui si propone anche come centro diaggregazione e di interessi umani .

Del resto compito della comunitàeducativa è anche quello di col-legarsi con le strutture ecclesialilocali e con le associazioni pro-fessionali impegnate nel settore. Se inuclei ispettoriali e locali non fun-zionassero in tal senso sarebbetroppo pesante per il Dicastero as-sumere tali compiti perché esso devepensare non soltanto all'Italia, maall'India, alle Filippine, allo Zaireecc., e sempre in egual misura" .

BS - La Congregazione sa-lesiana dispone di alcune «centraliculturali» quali l'Università, leeditrici, i centri catechistici . Qualicollegamenti in particolare il Di-castero ha con l'Università sa-lesiana?D. Vecchi - 'I nostri rapporti

con l'Università salesiana sonomolto buoni, frequenti e fruttuosi .

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Il Dicastero di pastorale giovanile ha redatto numerosi documenti per stimolare le Ispettoriee le Case Salesiane a qualificare il loro impegno per i giovani .

BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982 ∎ 2 1

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Bisognerebbe senz'altro dire che gliuomini dell'Università ci hannoaiutato a sviluppare ed elaborare lanostra politica, i nostri contenutisebbene da parte nostra si sia sem-pre dato l'apporto che dà il contattocon le cose concrete .

BS - Seguendo un'indicazione delCapitolo Generale del 1978, il Di-castero ha elaborato in alcuni do-cumenti le linee fondamentali delprogetto educativo salesiano. Fino ache punto ritiene che queste siano

state fatte proprie dalla «periferia»?D. Vecchi - "Mah! penso che in

questo momento come per ogni do-cumento del resto stia arrivandol'avanguardia, i più sensibili . Bi-sogna dire che la periferia ha ri-cevuto i progetti con grande ca-pacità di accoglienza intuendoneanche le linee fondamentali assiemeall'esigenza del cammino di qua-lificazione che questo comporta. Delresto è la stessa situazione giovanileche oggi esige un più alto livello diqualificazione, più alto rispetto aquello a cui eravamo abituati" .BS - Qual è il rapporto fra la

strategia del progetto e la numerosaFamiglia salesiana?D. Vecchi - "Direi che questa

famiglia salesiana è unificata neipunti sostanziali del progetto, chevuol dire: una predilezione par-ticolare per l'area giovanile e la co-noscenza del metodo educativo ti-pico di Don Bosco. Si stanno fa-cendo passi poi presso le Figlie diMaria Ausiliatrice, gli Exallievi edaltri se ne faranno con tutte lecomponenti della famiglia salesiana

22 • BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982 •

ma sempre al livello di Dicastero .La caratteristica del governo sa-lesiano infatti affida le realizzazioniconcrete alle comunità locali . Noifacciamo questo a livello di strut-ture mondiali però non vuol dire chetutto ciò influisca in ciascuna partedel mondo salesiano" .

BS - Guardando al suo di-castero e ai documenti elaborati siha l'impressione che al suo internosi lavori assieme . Vuol dirci come?D. Vecchi - "Per noi il punto di

partenza è stato il progetto. Un'é-quipe infatti si costituisce in base aquel che si vuol realizzare. Avendoper intanto visto che il progettoeducativo salesiano ha due grandisettori, quello dell'educazione equello dell'evangelizzazione, ab-biamo affidato ad un confratello ilprimo tema e ad un altro il secondo .Avendo ancora osservato che ilprogetto salesiano sbocca nel-l'orientamento vocazionale del ra-gazzo e che la nostra metodologiapersonalistica punta alla dinamicadi gruppo e di comunità, abbiamoaffidato rispettivamente l'uno el'altro settore ad altrettanti con-fratelli .

Ciascuno di questi settori poi siverifica in una particolare struttura(scuola, centri giovanili, strutturevocazionali . . .) . Insomma abbiamocostituito l'équipe non in base adelle cose da fare ma come ungruppo interdisciplinare d'appro-fondimento delle dimensioni stessedel progetto. C'è così lo sforzo, unpo' pratico ed un po' dottrinale, difar convergere questi quattro am-biti" .

BS - Quale ruolo hanno i ge-nitori nel progetto educativo sa-lesiano?D. Vecchi - "Io, per essere rea-

listico, distinguerei : a livello di di-rettive diciamo: i genitori nella co-munità educativa debbono averegrande spazio, il più ampio pos-sibile! A livello pratico si fa questo?Non sempre . Il cammino restaaperto. . .

BS - Nel suo girovagare per ilmondo salesiano ha certamenteincontrato delle esperienze di pa-storale giovanile efficace, autentica .Vuol ricordarne qualcuna?D. Vecchi - "Sì. Prima alcune

inquadrate nelle strutture tra-dizionali quali scuole o centri gio-vanili profondamente rinnovati alloro interno.

Esistono scuole che hanno rea-lizzato veri modelli operativi discuola cattolica (comunità edu-cativa, struttura di partecipazione,inserimento nel quartiere, una ri-flessione culturale su che tipo diuomo si vuol costruire . . .). Esistonoaltresì centri giovanili che riescono astabilire un dialogo con un certonumero di giovani e del resto oggiraccogliere tutta la gioventù sarebbeun'utopia; dobbiamo perciò ac-contentarci di avvicinarne unaparte .Accanto a queste realizzazioni

non mancano quelle di tipo nuovo .Qui si realizza un'approccio congiovani in situazione di estremo bi-sogno e di povertà . Di queste si-tuazioni ne esistono tante e moltospesso ne ha anche parlato il Bol-lettino Salesiano . Le nostre presenzenelle periferie latino-americane oasiatiche, quelle tra gli emigratid'Europa; alcune presenze - nonmolto numerose in verità - tra igiovani drogati . Una novità di pre-senza è anche per me l'organizzarsiin ente giuridico nazionale ed esserecosì presenti nel territorio per unimpegno educativo culturale a fa-vore dei giovani. Questo lo fa cer-tamente l'Italia con le PolisportiveGiovanili Salesiane (PGS) ed i Cir-coli Giovanili Culturali (CGS) .

BS - Vuol dire qualcosa ai let-tori del Bollettino Salesiano par-ticolarmente attenti ai problemi deigiovani?D. Vecchi - "Credo che una si

possa dire assieme all'invito a qua-lificarsi costantemente ; tornare allagenialità primitiva di Don Boscoacquistando la stessa sua ispi-razione, forza e creatività per lagioventù di oggi" .

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EXALLIEVI

Tra di lorol'Europa è di casa

Fare l'Europa non è facile. Gli Exallievi di Don Bosco sono con-vinti europeisti . Ecco quel che fanno e dicono . . .

P arlare oggi di Europa non faquasi più novità . Sono pas-sati infatti i tempi «gloriosi»

di quando le prime elezioni a suf-fragio diretto per il ParlamentoEuropeo facevano accorrere uditorinutriti ad ascoltare oratori, nonsempre purtroppo europeisti dellaprima ora, che disquisivano di sto-ria, economia, politica e diritto,spiegando come equalmente l'Eu-ropa fosse la soluzione di tutti imali.

Gli Exallievi Salesiani invececontinuano a parlare ancora oggi diEuropa. E lo hanno fatto anche aLugano dal 15 al 19 ottobre scorsi,celebrando il loro IV Eurobosco(così si chiamano i Congressi Eu-ropei degli Exallievi) .

Il tema, «Il nostro impegno con igiovani e per i giovani d'Europa»,chiarisce già cosa intendano gliExallievi come Europa : non unasemplice realtà istituzionale, nonsoltanto un apparato burocratico inpiù, ma una concreta esperienza disolidarietà fra i popoli. Erano oltre400 i delegati delle varie Fede-razioni Nazionali europee (c'eranoanche polacchi e jugoslavi a ri-cordare che l'Europa, sotto il segnodi Benedetto, Cirillo e Metodio, nonsi arresta alla cortina di ferro) .

E tutti insieme hanno discussodella loro condizionendi laici im-pegnati nell'apostolato a favoredella gioventù europea . Anzi più chediscutere, hanno vissuto l'Europa,unita al di là delle frontiere, nellaconvivenza quotidiana, mangiandoallo stesso tavolo, vivendo gli stessimomenti di gioia, offrendo lo stessoSacrificio Eucaristico .

I quattrocento convegnistihanno articolato i lavori in gruppi distudio su ciascuno dei seguentisottotemi : «Giovani e società» .«Giovani e scuola» . «Giovani eChiesa» . «Giovani e Famiglia» .«Giovani e Organizzazione degliExallievi» .

Al termine è stata approvata unamozione tutta centrata sull'idea chela nuova società europea che si

vuole costruire per il domani deveessere la società della perfetta «co-municazione» . Cosa vuol dire? Noncerto nel senso di una sofisticataevoluzione di quei mezzi tecnici cheoggi sono sempre più in grado diinformare e condizionare le massema nel senso di una comunicazionecapace di andare al cuore dellapersona e di riconoscerla nella suavera essenza. L'amore cristiano, inaltri termini .

Soltanto così l'Europa diventeràrealtà visibile e tangibile tra gli eu-ropei, invece di rimanere un insiemedi istituzioni tragicamente scollatedal cuore della gente comune .Un Segretariato Europeo. Non

da ieri gli Exallievi si occupanodell'Europa con questo spirito . Giànegli altri Eurobosco, partico-larmente in quello del 1975 a Lo-vanio, il secondo, si lasciarono in-terrogare dalle nuove realtà isti-tuzionali delle Comunità Europee,cercando di vedere quale potesseessere il loro ruolo in questa Europache si sta costruendo giorno pergiorno .

E da allora un Segretariato Eu-ropeo, coordinato dagli Exallievi

belgi, assicura la presenza degliExallievi Salesiani e il loro con-tributo di studio e riflessione ai la-vori alle Commissioni consultive delConsiglio d'Europa sui giovani,sull'educazione, sulla famiglia .

(Il Consiglio d'Europa, che non haniente a che vedere con le ComunitàEuropee, è stato istituito il 5 maggiodel 1949 per promuovere una piùstretta unione al fine di salva-guardare il patrimonio comune diideali e di favorire il progresso eco-nomico degli Stati membri che sonoa tutt'oggi Belgio, Danimarca,Francia, Gran Bretagna, Irlanda,Italia, Lussemburgo, Norvegia,Paesi Bassi, Svezia, Austria, Re-pubblica Federale di Germania,Islanda, `I urchia, Grecia, Cipro,Svizzera, Malta, Portogallo, Spa-gna, Liechtenstein) .

Ma non solo nelle sedi di presenzaistituzionale gli Exallievi hannooperato per l'Europa.Anche in «periferia» sono state

organizzate attività di formazioneall'ideale europeistico, come la Set-timana europeistica di Catania,nell'autunno del 1979, con l'in-tervento di Maria Romana De Ga-speri, figlia del grande statista ita-liano che a ragione viene chiamatouno dei Padri dell'Europa ; in quel-l'occasione il senatore Petrilli, Pre-sidente del Movimento Europeo, e ilgiornalista Marcello Palumbo, eu-ropeista convinto e rappresentanteitaliano nella Segreteria europeadegli Exallievi, tennero interessantirelazioni.

Un momento di incontro europeoci fu ancora a Maroggia, nell'estatedel 1980, per il primo Eurogex,l'incontro europeo degli exallievigiovani, che fu un momento di stu-

Lugano. L'Eurobosco 1981 è stato anche un momento di vita ed allegra fraternità salesiana .

BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982 • 23

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dio e dibattito sul messaggio di DonBosco, sul suo progetto educativo esulle attuali esigenze dell'Europa .

Questa, tra cronaca e . . . storia, lavicenda delle attività europeistichedegli Exallievi salesiani . Ma qualisono i contenuti di questo impegno?

Il contributo dei cristiani . Siparte da una constatazione chemolti fanno oggi : l'Europa o saràcostruita momento per momento,quasi continuamente, nella vita ditutti i giorni, inaugurando unanuova mentalità di comprensione, disprovincializzazione nel cuore ditutti gli uomini, o resterà una sem-plice entità istituzionale che, a di-spetto di anni di storia e di civiltàcomune, sarà condannata alla ste-rilità . Se questo è il problema, qualepotrà essere il contributo di laicicristianamente impegnati?

A Lugano, nel corso di una tavolarotonda dedicata a questi problemi,gli Exallievi hanno avuto modo diaffermare cose fondamentali inmerito a questo interrogativo . Viparteciparono con don GiovanniRaineri, l'exallievo e ministroZamberletti, il Presidente del Go-verno del Canton Ticino, Flavio

kCatania . Settimana Europeistica nel-l'autunno 1979: parla la signora Maria Ro-mana De Gasperi figlia dell'illustre eu-ropeista, on . Alcide De Gasperi .

Cotti, il senatore Giuseppe Petrilli .Tutti furono concordi con quantoaffermò Giovanni Paolo II nel giu-gno del 1979 parlando in Polonia :«Il cristianesimo deve nuovamenteimpegnarsi nella formazione del-l'unità spirituale dell'Europa . Lesole ragioni economiche e politichenon sono in grado di farlo . Dob-biamo scendere più a fondo alle ra-gioni etiche» .

Lo slancio europeistico - è statodetto - rappresenta quindi unamanifestazione per noi cristiani diquell'atteggiamento d'amore chedeve stare alla base di ogni nostraazione sociale . Superare tutte le

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UNA MEDAGLIAPER L'EUROBOSCO

L'Eurobosco di Lugano ha mes-so in evidenza, fra le altre cose an-che la capacità organizzativa degliexallievi svizzeri guidati dal pre-sidente confederale Giuseppe Ca-stelli .Con la precisione che li con-

traddistingue gli svizzeri hannopensato persino alla medagliacommemorativa . Ne è risultato unpiccolo capolavoro anche perchél'ha realizzata uno scultore cheunisce alla valentia del propriomestiere, l'amore verso Don Bosco .

E l'exallievo Tomaso Pizio diSchilpario. La medaglia preparata

in 20 esemplari d'argento e 100 inrame, rappresenta di profilo SanGiovanni Bosco, con di fronte l'im-magine di un bambino e, in alto asinistra, il simbolo «E» che lega ilvolto del bambino con quello delSanto .

Lo scultore ha inteso mettere inrisalto l'attualità di Don Bosco at-traverso il suo messaggio di bontàche rivive nei salesiani con l'operaeducativa a favore dei giovani .Il bambino presente nella fa-

miglia, al quale si rivolge lo sguardodi San Giovanni Bosco, è il simbolodella purezza, della semplicità,dell'amore di cui ha bisogno l'u-manità .Sul piano stilistico la medaglia

riflette quello che dicono esserel'inconfondibile «mano» delloscultore di Schilpario : il segno èforte ed incisivo, ma pastoso nel-l'insieme .

Il velato sorriso di Don Bosco èmesso in risalto dalle vibrazionidella materia che, nell'esprimeremolto bene i lineamenti del Santo,dona all'immagine un accento digrande dolcezza e serenità .

Il retro della medaglia porta ladicitura : «Con i giovani per i giovani'- IV Eurobosco - Lugano 15-19 ot-tobre 1981 » .

barriere per costruire una societàpiù a misura d'uomo è il compitooggi di un'azione sociale cristia-namente ispirata, che in quantotale, dialoga con tutte le culture etutte le supera .Al fianco dei giovani . Ma c'è,

per gli Exallievi Salesiani, un modoparticolare di contribuire a costruireun'Europa cristiana, in conformitàcon il carisma dell'intera Con-gregazione: essere presenti al fiancodei giovani, di quei giovani che sa-ranno, che sono già adesso l'Europadi domani. Giovani che sono oggifatti oggetto delle attenzioni più omeno strumentalizzatrici di tutti eche chiedono invece una parola cheli aiuti a trovare la strada della li-berazione autentica .

E questa verità è emersa più voltenel corso dei lavori del Congresso diLugano, anche nelle parole di Giu-seppe Castelli, svizzero, Presidentedella Confederazione Mondiale degliExallievi .

Occorre, se si vuole costruirel'Europa, lavorare nel cantiere cheDon Bosco ci ha indicato : lavorareper la formazione e l'educazione deigiovani. Ed occorre farlo con unaparticolare attenzione al problemadell'Europa, ricordando che educareall'Europa non è soltanto un mododi acquisire una dimensione cul-turale attuale, ma un modo so-

prattutto di acquisire valori ope-rando per una crescita globale del-l'uomo.Tre temi chiave. In questo im-

pegno educativo secondo gli Exal-lievi è possibile individuare almenotre temi fondamentali :- abbandono di una visione

«provinciale» della vita. In con-fronto diretto con altre modalità diessere uomo, aiuta a trovare, infondo e al di là, quel che veramente«fa» uomini.

- Acquisizione di una mentalitàdi «partecipazione» come mezzo diricerca del bene comune . Non c'èinfatti integrazione se non c'è par-tecipazione, e non c'è bene comunese non se ne condivide la ricerca e lafaticosa costruzione .- Una visione del mondo fon-

data non sulla conflittualità, masulla ricerca di spazi di incontro e diintegrazione. La ricerca della libertàdi ognuno non può infatti pre-scindere dal limite che gli derivadall'«altro» .

Questa in sintesi la storia e questele idee della scelta europea degliExallievi . Un cammino difficile,iniziato ormai da anni e che pro-segue, per le strade d'Europa, alservizio della gioventù, nello spiritodi Don Bosco.

Rosario Sapienza

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STORIA SALESIANAs

Quasi un diariocento anni dopo

II 1882 è per Don Bosco un anno di realizzazioni e di con-solidamento . Mentre in Italia e nel resto d'Europa è di moda at-taccare la Chiesa Egli si muove con la certezza che il Signore fabene ogni cosa . È l'anno in cui si completa la Chiesa di San Gio-vanni Evangelista a Torino e s'avvia a completamento, tra dif-

ficoltà, la Basilica del Sacro Cuore a Roma .

Q uella mattina del 25 aprile1882 gli anticlericali italianidovettero gioire non poco

nell'apprendere dalla Gazzetta delPopolo di Torino la seguente no-tizia: «Il Governo (della Repubblicafrancese) ha dato ordine ai prefettidi Nimes, Tolosa e Marsiglia, disorvegliare il sacerdote Bosco diTorino, il quale col pretesto di rac-cogliere in Francia sottoscrizioni perun monumento a Pio IX, si è ab-boccato coi capi del partito rea-zionario per iscopi politici» .

E questo soltanto un episodio frai tanti di quel 1882, anno non fa-voloso ma certamente importanteper l'Italia e la giovane Congre-gazione salesiana .

L'Italia è retta dalla Sinistra de-mocratica, che, grazie al tra-sformismo e al parlamentarismofavorito dalla nuova legge elettoraledel gennaio 1882 nonché all'abilitàmanovriera di Depretis, raccoglieparlamentari d'ogni regione e colore .

In politica estera è l'anno dellaTriplice Alleanza con la quale sispera di rifarsi sulla Francia dopo ladelusione tunisina . Con essa giungein Italia un'ondata militaristica fi-lotedesca che finirà con l'in-

La Casa Salesiana di Marsiglia.

crementare l'industria pesante e conaccendere l'aspirazione a far del-l'Italia «una grande potenza» .

C'è chi non è molto convinto .È il caso di Pasquale Vullari il

quale ammoniva dicendo che i verinemici dell'Italia erano «la nostracolossale ignoranza, le moltitudinianalfabete, i burocrati-macchina, iprofessori ignoranti, i politici bam-bini, i diplomatici impossibili, i ge-nerali incapaci, l'operaio inesperto,l'agricoltura patriarcale, e la reto-rica che ci rode le ossa» .

In effetti i nostri governanti,troppo intenti a realizzare una po-litica estera megalomane, non siaccorgono dei veri problemi delPaese .

Quell'anno, dunque, fa culturaessere antifrancesi ed anticlericali .

Così mentre il non più giovaneCarducci a Bologna ed in altrepiazze declama versi commisti aferoci battute anticlericali, l'anzianogenerale Garibaldi - morirà a Ca-prera il 2 giugno 1882 -, ritornatoin una Sicilia irrequieta e delusa,per celebrare il sesto anniversariodei Vespri Siciliani, accusa laFrancia e offende la Chiesa .

Questa, intanto è retta sempre da

La Chiesa di S . Giovanni Evangelista inau-gurata nell'ottobre 1882 .

Papa Leone XIII e si fa sempre piùattenta ai problemi sociali .

L'impegno dei cattolici italiani,organizzati nell'Opera dei congressie dei comitati cattolici, diventamassiccio e sollecita la ripresa di undialogo Stato-Chiesa fino a talpunto da sembrare imminente,proprio quell'anno, un accordo . Nonse ne farà niente e si dovrà at-tendere i Patti Lateranensi del 1929 .

La Francia vive la sua terza re-pubblica e proprio quell'anno almoderato Ferry succede il radicaleGambetta, legato alla massoneriache gridava: «Il clericalismo, ecco ilnemico». Eppure il 1882 per DonBosco in Francia è un trionfo tantoche Madre Caterina Daghero, su-periora delle Figlie di Maria Au-siliatrice, recatasi in quella nazione

La Casa Salesiana «Astori fondata nel 1882 a Mogliano .

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su proposta dello stesso Santo,scrive alle sue consorelle che nellaCosta Azzurra persino la brezza delmare parla di Don Bosco .Ma andiamo con ordine, mese

dopo mese.. Gennaio . E proprio del primo

gennaio l'inizio della corrispondenzafra Don Bosco e MadamoiselleClara Louvet . Seguiranno oltre 57lettere fino al 5 settembre 1887 . Lasignorina Clara - francese del nord,che a maggio parteciperà alla festatorinese di Maria Ausiliatrice - fuper lei di straordinaria generosità edè una delle poche cooperatrici di cui

applausi dei presenti - racconta lastoria dei due preti che tentarono dimandare Don Bosco al manicomio ecome questi fini con il mandar loro.

e Febbraio . La mezzanotte del 4giunge a Tolosa. L'alba del 5 vedeuna folla di cittadini per ascoltare lasua messa. In cattedrale, qualchegiorno dopo con una «simplicitàcharmante» racconterà le originidella sua opera soffermandosi so-prattutto sul tema delle scuoleprofessionali e della cooperazionesalesiana. A metà mese ritorna aMarsiglia carico di stanchezza maanche di . . . franchi .

La Colonia agricola di Marocco dipendente dalla Casa di Mogliano Veneto in una foto dei1882 .

abbiamo informazioni precise didirezione spirituale da parte di DonBosco.

La metà del mese vede il Santo inFrancia dove le quattro case sa-lesiane erano state da poco affidatea Don Paolo Albera, futuro suosuccessore. A Lione Don Boscoviene accolto dal rettore della localeUniversità cattolica, monsignorGuiol.

Le sue principali preoccupazioniin Francia saranno : far questuedopo le conferenze, visitare am-malati guarendone non pochi, dareudienze. In questa città - primasede dell'Opera di Propaganda Fide- Don Bosco ha modo di esporre iproblemi delle sue Missioni al Con-siglio centrale dell'Opera . La seradel 21 giunge a Valenza, città ametà strada fra Lione e Marsiglia;qui, fra l'altro, assiste ad uno spet-tacolo il cui incasso è destinato alcompletamento della costruzionedella Basilica del Sacro Cuore in viaMarsala a Roma . Nell'intervallo -dietro insistenza dell'amico abateDidelot e fra le risate seguite dagli

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«Il soggiorno di Don Bosco aMarsiglia - scrisse don Bologna -è veramente qualcosa di me-raviglioso. La gente lo consideracome un santo. Staziona nei corridoia centinaia tutta la giornata . Io nonso veramente come Don Bosco possareggere a tante fatiche» .

Il 20 febbraio parte per Tolone .Qui, fra l'altro, parlando ai Coo-peratori dice : «Essi non debbonosolamente raccogliere limosine per inostri ospizi, ma anche adoperarsicon ogni mezzo possibile per coo-perare alla salvezza dei loro fratellied in particolar modo della gio-ventù. Cerchino pertanto di man-dare i ragazzi al catechismo, aiutinopersonalmente i parroci a farlo,preparino i fanciulli alla comunionee vedano che abbiano anche gli abiticonvenienti, diffondano buoni libri esi appongano energicamente allastampa irregolare e immorale» .

e Marzo . Sawvebonne, Cuers,Frejus, Nizza, Cannes, sono al-trettante tappe del mese di marzo .In Costa Azzurra Don Bosco an-dava volentieri perché vi incontrava

generosi benefattori che non man-cavano di presentargli amici e sim-patizzanti. Uno di questi è il gior-nalista Saint-Genest. «Confesso -ebbe a scrivere - che a tutta primal'atteggiamento e la fisionomia delSanto non mi fece impressione . MaDon Bosco non è quello che apparea primo acchito. Sull'esordire di unaconversazione generale, qualsiasialtro ha maggior importanza di lui .Esprimendosi con difficoltà infrancese, resta nella penombra. Poia poco a poco certe parole dettesotto voce sono lampi luminosi .Questi sprazzi vanno crescendo.Tosto si fa silenzio, e non si guarda enon si ascolta che lui . Allora chi neosserva bene il volto, vi scorge lostampo di un uomo creato da Dioper qualche cosa. . . Quello che in luicolpisce è la finezza del sorriso,l'occhio furbo e un'aria di bontàsuperiore e di volontà indomita» .

Intanto quel vedere Don Bosco,un prete, circondato sempre datanta folla insospettì qualche ze-lante funzionario repubblicano cheinforma a modo suo, il governo diParigi. Il provvedimento - di cuiabbiamo riferito - giunge un po'tardi. . .

e Aprile. La primavera vedeDon Bosco trattenersi qualchegiorno in Liguria: ne approfitta perincontrare amici e cooperatori e perspronarli a sostenere la sua operaeducativa. Ma il desiderio del Santoè quello di essere, come l'anno pre-cedente, a Firenze per la Pasqua. Ilsuo primo gesto in terra fiorentina èquello di visitare la contessa Gi-roloma Ugoccioni . Cooperatrice dal1866 la nobildonna fiorentina ve-niva considerata come «la nostrabuona mamma di Firenze» .Il 12 aprile è a Roma per af-

frontare tre problemi: la costruzionedella chiesa del Sacro Cuore che vaa rilento, le Missioni d'America e gliaffari con le Congregazioni romane .

Il 25 viene ricevuto in udienza daLeone XIII il quale l'esorta a rac-comandare ai cooperatori la pre-ghiera e l'azione .

e Maggio. Fino al 9 il Santo è aRoma; il 13 è a Faenza, il 15 a Bo-logna .

Finalmente rieccolo a Valdoccodove da un giorno era iniziata lanovena di Maria Ausiliatrice. Lafesta viene celebrata con l'ormaiconsueta solennità. Fra i pellegrinifanno spicco un gruppo di francesicon in testa il conte e la contessaColle rispettivamente `priore' e`priora' della festa.

s Giugno. Non è un mese lietoper Don Bosco .

Si apre con un articolo de «La

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cronaca dei tribunali» che ha l'e-loquente, offensivo, titolo : «DonBosco e la sua bottega» mentre ametà mese, per mancanza di mezzisi blocca la costruzione della Chiesadel Sacro Cuore a Roma.

I mesi di luglio, agosto e set-tembre sono alquanto tranquilli ;Don Bosco ne approfitta per vi-sitare la casa salesiana di Borgo SanMartino mentre si completano i la-vori della Chiesa di San GiovanniEvangelista .

• Ottobre. Il 4 ottobre muore aTorino il conte Carlo Alberto Caysdi Gileta e Caselette. Nato il 21novembre del 1813 era stato fral'altro deputato al ParlamentoSubalpino dal 1857 al 1860. Mor-tagli la moglie e sistemato il figlio siera fatto salesiano . Il 28 ottobreviene consacrata dall'arcivescovo diTorino, mons. Castaldi, la Chiesa diSan Giovanni. «In quel giorno av-venturato - si legge nel BollettinoSalesiano del novembre 1882 - fu-rono coronate le fatiche e le sol-lecitudini di tante benemerite per-sone che nel volgere di più anni colsenno, coll'arte e colla mano ci aiu-tarono a consacrare a Dio questosacro edificio». All'interno dellachiesa vi fa spicco una statua: èquella di Pio IX; un gesto d'amore edi riconoscenza per un Papa che glifu padre e amico.

• Novembre. Il 18 novembreviene aperta l'opera salesiana diMogliano Veneto . L'iniziativa diuna casa salesiana in Veneto si puòrealizzare grazie all'impegno e allagenerosità della signora ElisabettaAstori .

e Dicembre. L'ultimo mesedell'anno Don Bosco lo trascorre aValdocco, tra i suoi .

«Nell'anno ora decorso - dice adamici e cooperatori - molte furonole opere, che colla benedizione delCielo e coll'appoggio della caritàvostra abbiamo potuto compiere inEuropa e specialmente in Francia.Di molto si accrebbe il numero deigiovanetti tolti dall'abbandono,strappati ai pericoli dell'immo-ralità . .. Tutte le Case furono cosìpiene di fanciulli che non ebbe piùluogo ove mettere quelli, i quali ognigiorno facevano richiesta d'essereaccettati . ..» .

E di fronte alle difficoltà delmomento Don Bosco continua :«Noi non dobbiamo temere, anzidobbiamo aprire il cuore alla piùgrande speranza, e continuare adoccuparci della maggior gloria diDio, sicuri che Egli non lascerà difavorirci a misura dei nostri bi-sogni» .

Giuseppe Costa

HONG KONG

Le scuole seralidi Mr. Lee & Rev. Lee

Oltre 30.000 giovani hanno frequentato i corsi della St . LouisSchool . E una iniziativa gestita interamente da Exailievi DonBosco. Mr. Lee non ha dubbi: «la gente di Hong Kong ha un

grande rispetto per i Salesiani»

C hiamarsi Lee tra i cinesi none cosa insolita . Ad HongKong due uomini che si

chiamano Lee sono accomunati a uninsolito progetto degli exallievi dellaScuola salesiana St. Louis. Uno, ilreverendo Giuseppe Lee, è prete edex insegnante del St. Louis; l'altro,il signor Giuseppe Lee, è insegnanteed exallievo della stessa scuola .

I due Lee, assieme ad altri amiciexallievi, hanno organizzato nellospirito di Don Bosco altre scuolemoltiplicando in tal modo in ma-niera nuova, l'efficacia missionariasalesiana .Padre Lee è diventato nel frattempoassistente spirituale dell'Associa-zione Exailievi Don Bosco di HongKong .

Il progetto degli exallievi del St .Louis - conosciuti in quell'isola conil termine inglese «old boys» -rende possibile l'estensione dellapresenza di Don Bosco nell'edu-cazione giovanile di scuole non di-rettamente gestite dai Salesiani .Senza l'aiuto di questo originaleprogetto la presenza salesiana adHong Kong sarebbe limitata dimolto; mentre infatti il numero deimissionari salesiani resta limitato,la popolazione giovanile dell'isolaaumenta in maniera spettacolare .

Come dice infatti il signor Lee,quando frequentava il liceo di St.Louis vi erano 26 sacerdoti ed era-vamo nel 1958 .

Oggi vi sono 8 salesiani mentre lapopolazione di Hong Kong continuaa crescere.Vera lanterna magica di luci

affascinanti dal tramonto al sorgeredel sole, Hong Kong è stata unacalamita per profughi fin dal 1842quando con il concordato di Nan-chino fu consegnata agli Inglesi .Dall'inizio poi del potere comunistadi Mao Tse Tung, - anno 1949 - ilnumero dei rifugiati ha avuto unincredibile aumento .

Oggi la popolazione è di cinquemilioni; il doppio circa di un quarto

La Chiesa di St . Anthony.

di secolo fa. I cattolici sono appenail 6% .

Più di 200 parrocchie servono icattolici residenti nelle 235 isole checompongono questa colonia bri-tannica di 403 .000 metri quadrati .L'isola principale è appunto HongKong e con i suoi 32 .000 mq diestensione è poco più grande dellaSicilia .• collegata alla penisola di

Kowloon attraverso piccoli tra-ghetti ed un tunnel sottomarino .La St. Louis School si trova al

nord dell'isola e proprio di fronte aKowloon .• in una zona collinare dove pe-

doni, taxi e bus si contendono ilpoco spazio delle caratteristicheviuzze piene di negozietti che ven-dono tutto.• l'opera salesiana più antica di

Hong Kong essendo stata fondatanel 1927 . L'anno dopo la visitatoriacinese veniva elevata ad ispettoria .La scuola inizialmente fu di tipoprofessionale; successivamente vi siaprì l'elementare e la scuola su-periore. Oggi è frequentata da 2.000alunni .•

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La St. Louis School .alma mater . degli E :allievi di Hong Kong.

Gli exallievi, in accordo con i sa-lesiani, hanno iniziato questa loroesperienza educativa 10 anni fa conuna scuola serale e proprio presso ilSt. Louis, loro «alma mater» .Mister Lee fu invitato a fare il

preside.«L'invito - ricorda egli stesso

con un sorriso - mi venne fatto il30 luglio e la scuola iniziò il 15 ago-sto successivo» .

Il signor Lee ha sempre fatto l'e-ducatore. Dopo essersi laureato nel1963, è tornato come insegnante dichimica al St. Louis riuscendo anchead insegnare presso la scuola deiGesuiti di Hong Kong .La scuola serale degli exallievi è

indirizzata a quei giovani che nonhanno ultimato la scuola superioreed hanno bisogno del diploma peraccedere all'università.

«Messa una inserzione pubbli-citaria sui giornali - dice il signorLee - si ebbe una risposta in-coraggiante. Risposero subito quasi300 giovani che frequentarono tuttele sere e l'intera giornata del sabatoper due anni. Essa continua tut-t'oggi. Ai nostri corsi abbiamo re-gistrato ben 30.000 ahlnni di cui5.000 nella succursale di Kowloon .Quasi due terzi degli studenti pa-gano per seguire questi corsi» .

La scuola serale di St . Louis è adindirizzo tecnico-scientifico e que-sto, secondo Mr . Lee è il motivo cherende i ragazzi di gran lunga piùnumerosi delle ragazze» .

Egli è anche molto orgoglioso dellivello di rendimento raggiunto dallascuola .

«I risultati di ammissione al-l'università sono inferiori soltantodell'uno, due per cento rispetto aglialunni provenienti dai corsi diurni» .Un giovane studente della

scuola è stato il primo non pro-veniente da scuole diurne ad essereaccettato all'università di HongKong. Si è iscritto alla facoltà di

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medicina.Centinaia di allievi serali vanno

ogni anno nelle altre università al-cuni alle Hawaii e in Canada .

Quelli che vanno all'università diTaiwan sono così numerosi cheadesso questa università manda ipropri professori al St . Louis .

L'iniziativa è finanziariamente inattivo. Con le entrate si è pensato diaiutare gli alunni della scuola diWan Chai nella parte est dell'isoladi Hong Kong. In questa scuoladalle elementari alle superiori cisono 1.900 alunni ed i Salesiani viinsegnano religione .

Una scuola privata con 80 allievirilevata da questi exallievi nel girodi due anni è arrivata ad averne1.400.Mr. Lee non ha dubbi : la gente

di Hong Kong ha un grande rispettoper i salesiani e questo spiega ilsuccesso dei corsi serali .

Per queste scuole diurne e serali èstato formato un corpo insegnantedenominato «St. Louis Matri-culation Course Ltd.» : appartienecompletamente all'associazionecompletamente all'associazione ex-allievi. Il salesiano don Deane è ildirettore di questo gruppo assiemeal signor Lee ed altri tre exallievi,Winston Chu e John Liu, avvocati, eAnthony Liu, ingegnere .Quest'ultimo ha lavorato per la

costruzione di un secondo tunnelper Kowloon ed attualmente è in-gegnere capo al Dipartimento go-vernativo delle acque .

Il signor Lee è molto occupato .Sei volte alla settimana lascia la suaabitazione alle 7 del mattino e nonvi fa ritorno prima delle 11 di sera .È padre di quattro bambini, tremaschi ed una femmina. Il piùgrande ha 15 anni .

L'iniziativa degli exallievi con-tinua la sua espansione .

Essi hanno intenzione di prendereun collegio privato vicino alla scuola

di Wan Chai. Il direttore di questascuola infatti è morto e la famiglianon pensa di continuarne l'attività ;attualmente ci sono 300 alunni eMr. Lee pensa che ne potrebbeavere altri 1 .500 .La St. Louis school è stata non

soltanto all'origine di queste nuoveiniziative educative ma anche lapietra angolare della presenza sa-lesiana ad Hong Kong. Negli annisuccessivi alla fondazione le si sonoaggiunte altre opere come la par-rocchia St. Anthony con l'annessascuola elementare.

Qui ogni mattina il reverendoLee, assistente spirituale del-l'associazione, celebra la messa . Egliè nato in Cina e da ragazzo ha fre-quentato la scuola salesiana diShanghai .Alcuni membri dell' associazione

exallievi, egli dice, sono discendentidi nobili famiglie emigrate da Ma-cao nel 1920. Un certo numero diexallievi sono giovani altri arrivanofino ad ottant'anni . Gli exallievi diHong Kong sono più di 100 .000.

Come tutti i Salesiani padre Leeha una speciale devozione alla Ma-donna. Ricorda la chiesa di MariaAusiliatrice costruita dai Gesuiti aSo Se, vicino Shanghai, dopo esseresopravvissuti alla rivoluzione Boxer .

Maria si mostra in abiti regalicinesi copiati dalla madre del-l'ultimo re della dinastia Ching .

La sua faccia è orientale ; la sta-tua fu realizzata per quella chiesa edoggi viene chiamata la Madonnadella Cina. Ci sono molti pel-legrinaggi e ciò dà fastidio alle au-torità cinesi .

Attualmente è in mano ai preti«patriottici». Quando nacque padreLee, la nonna felice esclamò: «Ab-biamo preso un drago». Il drago èinfatti per i cinesi un segno por-tafortuna.

Padre Lee ricorda bene come ilgiorno della sua prima comunione,all'età di 12 anni, accompagnatodalla mamma e dalla nonna si recòin pellegrinaggio a quel Santuario .La strada era infangata e temette disporcare il vestito bianco della ce-rimonia; la mamma lo rassicuròraccontandogli questo episodio : «Ilsacerdote del Santuario di So Seaveva pregato la Madonna perché loaiutasse a trovare i soldi necessarialla sistemazione della strada ma laMadonna gli rispose di non preoc-cuparsi perché i pellegrini ingi-nocchiandosi non si sarebberosporcati» .

Questo accadde quasi 48 anni fama padre Lee si ricorda che i suoivestiti bianchi non divennero spor-chi. Non se ne è mai dimenticato . ∎

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AGOSTINO FAVALE(a cura di)

Vocazione comune e vo-cazioni specifiche. Aspettibiblici, teologici, e palco -pedagogico - pastorali, LAS,Roma, 1981, pp . 533, Lire20.000

Don Agostino Favale, do-cente all'Università Sale-siana, continua a farci donodi volumi che certamentesono illuminanti ed esaustivi .Così dopo «Movimenti ec-clesiali contemporanei» edi-to dalla stessa Libreria Ate-neo Salesiano, ecco que-st'altro volume sulla vo-cazione considerata da di-versi aspetti .Il saggio di don Favale

raccoglie i contributi di nu-merosi studiosi che dallapropria specifica compe-tenza affrontano il comunetema vocazionale .

Così gli aspetti biblici sonoaffrontati oltre che dallostesso Curatore, da GiovanniHelewa, Martino Conti, Ce-sare Bissoli, Antonio Sicari,Stefano Virgulin, Juan Picca,Salvatore M. Meo: tutti bi-blisti e teologi insigni .La seconda parte del vo-

lume analizza gli aspettiteologici del fatto voca-zionale ed è affidata a Jo-seph Gevaert, Guido Gatti,Juan Esquerda Bifet, AlbertoAltana, Joseph Aubry, Ar-mando Oberti, Ugo Vanni . Laterza ed ultima parte è svoltainteramente da Paul Griegered affronta gli aspetti piùpropriamente psicopedago-gici e pastorali della vo-cazione .Pur essendo un volume

destinato agli studiosi, potràessere utile anche a chi, aidiversi livelli ecclesiali, senteil bisogno di un aggiorna-mento .

* VALERIA E ODILLAVERONESI

II libro della famiglia. Comeeducare I nostri figli, LDC,Leumann, 1981, pp . 182, Lire5200.Questo volume - scrive

l'Editore presentandolo - èil risultato di una lungaesperienza educativa con-dotta con cuore materno econ costante ottimismo dadue maestre nella scuolaelementare .

Si tratta in effetti, di un la-voro semplice che potrà es-

sere utile a tanti genitorisempre desiderosi d'ap-prendere il loro difficile«mestiere» . Pur ripromet-tendoci di tornare su questovolume, diciamo subito che i22 capitoli che lo com-pongono sono altrettanti«quadri» di vita e di espe-rienza non soltanto riferiti alrapporto genitori-figli maanche alla vita di coppia .Centottantadue pagine in-somma, semplici ed efficaci .

* MICHELE PELLEREYProgettare

l'educazionenella scuola cattolica, LAS,Roma 1981, pp. 234, Lire12.000.Dal 2 al 4 gennaio 1981 la

Facoltà di Scienze del-l'Educazione dell'UniversitàSalesiana ha organizzato aRoma un convegno sul temadella progettazione edu-cativa nella scuola cattolica .

Gli Atti di quel riuscito in-contro sono ora raccolti inquesto volume . È a tutti notala difficile situazione in cuivivono i ragazzi ed i giovani .Ciò esige un rinnovato im-pegno da parte degli edu-catori .Questo volume - che ri-

porta le relazioni tenute alConvegno - rappresenta uncontributo notevole per lachiarificazione dei terminidel rapporto fra educazionecattolica e scuola, fra questae la comunità ecclesiale, fracultura e professione, fra in-segnamento della religione edelle altre discipline sco-lastiche .Progettare l'educazione

nei suoi aspetti globali eparticolari non è un lussoaccademico ma l'esigenzaprima di chi opera in mezzoai giovani .

E questo il messaggio delvolume che, del resto, rac-coglie con il saluto di donEgidio Viganò nella suaqualità di Gran Cancellieredell'Università, gli interventiqualificati di Michele Pel-lerey, Luigi Sartori, LucianoCorradini, Pio Scilligo, An-tonio Pieretti, DomenicoConti, Emilio Alberich, JosefGevaert, Riccardo Tonelli eAntonio M. Javierre .

Per chi opera con diversemotivazioni nel mondo dellascuola, questo volume puòessere di notevole utilità . Pur

LIBRERIA

essendo attrezzato di unapparato scientifico tipicodei lavori universitari, essoha anche il pregio di un lin-guaggio chiaro anche setecnico .

* AUTORI VARISpezziamo Il pane, LDC,Leumann, 1981, pp. 215, Lire5.500Questo volume, compilato

da un gruppo di specialisti

dell'Ufficio Catohistico diTrento, è diretto chi fa dellacatechesi un impegno per glialtri : ai catechisti .Partendo dalla lettura di

alcuni catechismi, gli Autorivogliono affermare la ne-cessità che i catechisti di unachiesa locale vi si scopranoanche come gruppo che la-vora insieme ed insieme siconfronta con la Parola diDio .

OGGICREDONO

1 RISULTATI

.TI APPROFONDIMENTI

* GIANCARLO MILANESI E COLLABORATORI

Oggi credono così, indagine multidisciplinare sulla do-manda di religione dei giovani, Voi . 1 - I risultati, pp .496, Lire 18 .000, Voi . 2 - Approfondimenti tematici ecommento multidisciplinare, pp. 344, Lire 13.000, LDC,Leumann, 1981

Questi due volumi raccolgono i risultati - con le re-lative indicazioni metodologiche - dell'indagine sullareligiosità di 5.000 giovani condotta da don GiancarloMilanesi e dai suoi collaboratori, in massima parte do-centi dell'Università Salesiana di Roma .

Va segnalata innanzitutto la generosità dell'Editriceche dopo aver in parte finanziato, ha anche pubblicato laricerca .

È questo un contributo non indifferente che viene datoalla conoscenza degli atteggiamenti e delle aspirazionidei giovani di oggi .

Il primo volume (i risultati) raccoglie i dati dell'indagineed è una parte densa di grafici e diagrammi ; più pa-storale e metodologico invece è il secondo volume (ap-profondimenti tematici e commento multidisciplinare)che vede raccolti, fra gli altri, i contributi di Guido Gatti,Cesare Bissoli, Riccardo Tonelli, Greta Chavez, SandraChistolini .

Certo, questi volumi sono particolarmente utili per pa-storalisti e catecheti, cioè per chi studia a livello scien-tifico i problemi di metodo e di contenuto derivanti dal-l'annuncio del vangelo ai giovani di oggi . Tuttavia se-gnaliamo ben volentieri la pubblicazione per l'im-portanza che ha nel panorama degli studi sociologici epastorali sulla situazione giovanile .

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I NOSTRI SANTINO CONFIDATO NELL'AUSILIATRICECHE TANTO PUÒ PRESSO DIO

Mi trovo pressoalcuni miei fa-miliari, quando ri-cevo per lettera lanotizia che miofratello medicochirurgo, facenteparte di una équipemolto conosciuta,entro 15 giorni de-v'essere operato ditumore maligno. Il

parroco del luogo, salesiano, iniziauna novena di preghiere e ci invita aconfidare in Maria Ausiliatrice, chetanto può presso il Signore. Rivedomio fratello serenamente cosciente delsuo grave stato, mentre tutti in famigliasiamo angosciati, come è ben com-prensibile . L'operazione, però, dopotutte le diagnosi del caso, rivela nonsolo che il tumore non ha radici, mache è chiaramente benigno . A un annodi distanza, mio fratello sta bene e haripreso la sua normale attività .

lettera firmata

Adempio alla promessa fatta al-l'Ausiliatrice di pubblicare la graziaavuta per la guarigione di mio padre .All'età di 76 anni si è ammalato gra-vemente di ulcera gastrica ; e quindi èstato ricoverato all'ospedale con forti,continui dolori . Allora iniziai con fedela novena di preghiere all'Ausiliatrice,consigliata da Don Bosco . Intanto ilcontrollo medico escludeva che fossepossibile la guarigione senza in-tervento. lo continuavo a pregare . Ilsuccessivo controllo, con grande stu-pore il medico notò che l'ulcera eracicatrizzata ; e la guarigione sicura .

Nella SpregaVoghera (PV)

Ringrazio pubblicamente Maria Au-siliatrice per aver aiutato la nipote Ka-tia a superare un momento difficile edoloroso, perché ridotta in fin di vitada una emorragia interna .

Maria GomieroScorzè (VE)

Mio figlio di 11 anni ha subìto l'annoscorso in aprile un grave incidentestradale . È rimasto in coma al-l'ospedale per 90 giorni . Ai primi digiugno i medici ci hanno avvisato chenon c'era più nulla da fare . Non ci sia-mo rassegnati: abbiamo consultatospecialisti in Italia e all'estero . Ab-biamo pregato l'Ausiliatrice e i santisalesiani . Finalmente la grazia è ar-

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rivata, quando la notte fra il 12 e il 13luglio il bambino ha dato i primi segnidi risveglio . Sono passati 15 mesi, ilbambino è stato seguito da cure adattee ora sta frequentando la 5a ele-mentare; e in casa è tornata la se-renità .

Vincenzo VersaceRomanò d'invernigo (CO)

CREDO NELLA FORZA DELLA FEDE

In agosto miamadre fu colpita dauna terribile formadi arteriosclerosicelebrale, perden-do l'uso della pa-rola. Le sue sof-ferenze eranoespresse da gemiti,lacrime e sguardiimploranti . . . Allorami impegnai a

pregare giorno e notte, invocandol'aiuto di Don Bosco perché implorassela grazia dall'Ausiliatrice . La fiducianell'aiuto soprannaturale cresceva amisura che si dileguava la speranzanelle cure mediche. Ora (in ottobre)mia madre con sorriso giovanile e pa-role spedite celebra le lodi del Signorementre parenti e amici non credono ailoro occhi ; e io credo nella forza dellafede .

Anna Della PaoleraNapoli

RINGRAZIANOI SANTI SALESIAI

Vorrei veder pubblicate sul BollettinoSalesiano diverse grazie, che ho ri-cevuto da Dio per l'intercessione diMaria Ausiliatrice, Don Bosco e Do-menico Savio . Mio fratello e mia sorellacolpiti da grave forma di esaurimentonervoso sono ormai guariti ; mio padresi è ristabilito da una brutta caduta, lamamma da una forte asma . Continuo apregare .

lettera firmata (CN)

Graziella Calvisi Cherchi, di Or-tignano (AR). Mio figlio di 9 anni vennericoverato all'ospedale dove si ri-scontra una fimòsi, che richiede l'in-tervento chirurgico . La famiglia, in at-tesa delle ultime diagnosi, prega DonBosco e don Rua. L'intervento chi-rurgico viene escluso e il bambinoviene curato in cinque minuti in am-bulatorio, senza anestesia . Guarigionecompleta .

Maddalena lori (San Nicola daCrissa, CZ): a 75 anni sofferente di

numerosi disturbi, e ricoverata d'ur-genza all'ospedale perché colpita daembolia polmonare, ringrazia don Mi-chele Rua perché ha accolto le suepreghiere concedendole di ricuperarela salute e di lasciare l'ospedale dopopochissimi giorni .

Heliodoro Riveros (Bogotà, Co-lombia) : «Sono un salesiano coa-diutore di 80 anni ; da due anni soffrivodi vertigini che mi lasciavano per varigiorni senza vigore, e che dato il miotipo di lavoro potevano risultare moltopericolose . I medici non riuscivano aliberarmi da questa infermità, ma ciòche essi non seppero fare me lo ot-tennero il beato Don Rua e la Ma-donna, a cui sono ricorso con fede :ora dico loro il mio grazie, perché horicuperato in pieno la salute» .

Floridia Maria, di Catanzaro. Daanni invoco tutte le mattine, leggendola preghiera sull'immaginetta, don Fi-lippo Rinaldi, che mi ha fatto co-noscere ed amare i santi salesiani, iquali hanno aiutato mia nuora a su-perare difficili gravidanze .

Rosalia Patanè, di Maletto (CT) . Hopregato tanto per salvare il mio bam-bino diagnosticato in fin di vita, ora inottima salute .

* Loredana Scordo, di Bova Marina(RC) . Ho pregato perché fosse provatal'innocenza di mio padre e sono stataesaudita .

MI HANNO INVITATO A PREGARELA MADRE MAZZARELLO

Mio marito èstato ricoveratoall'ospedale conuna diagnosi ter-ribile: la neoplasiaalla testa del pan-creas. Confidai la

t mia angoscia alleFiglie di Maria Au-siliatrice, che miinvitarono a pre-gare tanto e fer-

vorosamente Madre Mazzarello. L'in-tervento chirurgico non confermò ladiagnosi di prima ; e mio marito ora stabenissimo .

lettera firmata

Mia sorella è stata colpita da emor-ragia cerebrale. L'hanno portata gra-vissima dall'ospedale di Melegnanoall'istituto Nevrologico di Milano .L'abbiamo assistita per 10 giorni enotti, mentre da noi, a Paullo, in-cominciavano le feste per il Centenariodi Madre Mazzarello . Mi misi a pregarela santa con fede . Dopo 15 giorni miasorella è stata dimessa in buona sa-lute .

Angela MorettiPaullo (MI)

Mi ero raccomandata ai santi sa-lesiani, particolarmente a Madre Maz-zarello perché mi aiutasse a superare

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le difficoltà che si frapponevano allarealizzazione della mia vocazione mo-nastica. Nel giorno della mia entratanel monastero benedettino adempio lapromessa di scrivervi, chiedendo dipubblicare la grazia .

Eloisa de' SantisChieri (TO)

CI SIAMO RACCOMANDATIA SUOR PALOMINO

Mio fratello spo-sato con due figliefu colpito da ma-lore, ricoverato emesso in camera dirianimazione . Av-visata dai parenti,pensai subito diraccomandarlo asuor Palomino. In-tanto il fratello siaggrava, i medici

non sanno come diagnosticare il male :virus, tetano, epatite virale, polmonitefulminante? . . . Non sanno a che ap-pigliarsi . lo, continuo con tutti in fa-miglia a supplicare suor Palomino .Dopo cinque giorni il malato riprende amigliorare . Dopo dieci giorni viene di-messo .

Una F.M.A .,Paullo (Ml)

Ero stata sfrattata dal mio antico al-loggio e, nonostante tutte le ricerche,non ne trovavo uno che fosse adattoanche per la mia vecchia zia, di oltre90 anni. Sono stata consigliata di ri-volgermi a suor Palomino, che co-minciai a pregare, unitamente allesuore della comunità locale . Fi-nalmente, contro tutte le difficoltà, lesperanze e le delusioni, l'abbiamo tro-vato, adatto e confortevole .

Clementina GalbaniVercelli

Ho ricevuto una grande grazia daDio, mediante l'intercessione di suorPalomino. Mia madre è stata per mesiammalata, senza che i medici po-tessero diagnosticare la natura deigravi disturbi . Allora, insieme a lei, hocominciato una novena. La mammacominciò a migliorare, i medici ten-tarono una nuova terapia con esitopositivo; e così la paziente di giorno ingiorno si riprese bene .

suor Francesca TrombadoreModica (RG)

IL MIO GRAZIE A DON CIMATTI

Voglio qui rin-graziare medianteil Bollettino Sa-lesiano don Cimattiper la guarigioneda una grave ma-lattia . Nel pienodella crisi dovutaad embolo da fle-bite e che si tra-sformò poi inbroncopolmonite, il

medico disse : «Ci fu un momento incui solo Dio mise mano! Noi non po-

tevamo più fare niente . Se Lui ti hasalvato, vuoi dire che ti vuole ancoralaggiù, con la tua gente in Bolivia» .Don Cimatti era stato a casa mia duevolte e la mamma e il papà lo ri-cordano con molto affetto ; io mi affidaia lui appena sopravvenne la malattia,con la scusa che ero partito per lamissione alla sua stessa età . La miafiducia fu ben riposta; lo prego cheancora ci aiuti con la sua potente in-tercessione : io per la missione, i mieiper vivere sereni la volontà di Dio .

d. Ermanno NigrisMissione S. Carlos - Bolivia

La signora Eloisa Fiores V . Fuentesda mesi era ammalata di cancro . Idottori dichiararono che non c'eranulla da fare . L'ammalata raccomandòi cinque figlioli ancora in tenera etàalle suore e si dispose a morire . Ma ifigli e le suore non disperarono . Allapiù grandicella fu messa in mano l'im-magine con la reliquia di mons . V . Ci-matti, perché con i fratellini, vicino allamamma, recitassero tutte le sere lapreghiera e poi lasciassero l'immaginesotto il guanciale dell'ammalata . «Nonerano passati dieci giorni, il cam-panello dall'esterno suonò, aprii laporta e mi vidi davanti la signora Eloi-sa. Fuori di me per la sorpresa, la presiper un braccio, domandandole se eraproprio lei . . .» . Andò avanti per qualchetempo senza medicine. Ora continua afare i lavori di sempre .

suor Angela PiovesanSantiago (Cile)

Mi sono ammalato gravemente esono ricorso a don Cimatti per guarire,pregando unitamente a tutti quelli chemi conoscono, perché egli guidasse imedici nelle loro decisioni e il caso miosi risolvesse senza operazioni . Ero at-taccato da quattro virus in tutto l'or-ganismo, con emorragie interne, vo-miti, febbri alte e continue . Fra le di-verse soluzioni i medici si pro-spettavano un'esplorazione su tutti gliorganismi interni, con una laparatomiaall'addome. Invece si scartò l'ipotesidell'operazione e prevalse la decisionedi una terapia antibiotica . Ora sto benee ringrazio i medici ; e soprattutto donCimatti .

don Darbino Stringhini, sales .Torino-Rebaudengo

PENSAI A SIMONE SRUGI

La signora Maria Giolli, di anni 76, èstata ricoverata all'Ospedale di Ales-sandria-Egitto, con molti dolori e unapiaga a una gamba che ne rendevanecessaria l'amputazione . La po-veretta non voleva e piangeva di-speratamente. lo pensai al salesianocoad. Srugi, le ho dato l'immagine, in-vitandola a pregare . Da allora i doloridiminuirono e la piaga si è chiusa manmano quasi completamente. I dottori sisono meravigliati e non sanno ancoracosa dire .

don Ferruccio Bordignon, sales .Alessandria-Egitto

Pierina Gibin,Oulx (TO) con lafamiglia desiderarendere pubblica lariconoscenza aimartiri salesiani inCina mons. Ver-siglia e don Ca-ravarlo, perché daessi hanno ot-tenuto grazie spi-

rituali e nello stesso tempo guarigioneda seri disturbi nella salute .

• Maria Vittoria Repetto (Genova)ringrazia i Martiri Salesiani in Cina perl'aiuto prestato durante una gravemalattia che aveva colpito il fratello,attribuendo alla loro intercessione«non solo il buon risultato, ma anchele tante grazie spirituali ricevute nellalunga prova» .

• Angela ved. Rosso, Livorno Ferraris(VC). A 85 anni, colpita da acciacchi eda una tosse che la tormentava da unasettimana giorno e notte, si è rivoltacon fede ai due martiri . Ricoveratad'urgenza all'ospedale, dopo tre giornila tosse è scomparsa e la salute è ri-tornata. Non sa come spiegare laguarigione così rapida .

* Lettera firmata,Verona . Per il miobambino malato i

rivolta a Zefflrlno Namuncurà perchélo aiutasse. Nel giro di pochi giornitutto si è risolto senza bisogno di in-tervento chirurgico .

• Giuseppe Fonte, di Cave (Roma),per il superamento di una grave ma-lattia e tre giorni passati in coma ; e ilsuo ristabilimento in salute .

9 Lina Pompeo, di Caltagirone (CT),per la protezione accordata alla figliain un parto che sembrava impossibile ;e per la nascita di un bel bambino .

Caterina Ro-berto comune Co-staurana (VC) . Hopregato con fedeLaura Vicufia e laringrazio pub-blicamente, perchécon la sua in-tercessione mi haliberato da una fa-stidiosa malattia .

y Fausta Cassinelli, di Vetria (SV), perla guarigione improvvisa e totale di uncarissimo parente e un aiuto insperatoper lei .

BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982 • 3 1

medici ormai pre-vedevano il

ri-covero e l'in-tervento chirur-gico.

Il tempopassava e il pro-blema si ag-gravava . Mi sono

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* N.S. Bronte (CA). Eravamo an-gosciati per una seconda operazione apapà, che sembrava indispensabile .Ma io vedendo sul Bollettino Salesianola foto di Laura Vicuna che pri-meggiava, la invocai, chiedendole chefacesse qualche cosa per mio padre . Ilrisultato ci fu . Così scoprii di avere incielo un'amica meravigliosa, che saràsempre nei miei pensieri e nel miocuore .

* Gina Caroti, Genova. In una si-tuazione difficile che mi ha addoloratotanto, ho avuto l'ispirazione di in-vocare per prima Laura Vicuna ; e tuttosi è risolto bene . Penso sia bene se-gnalare tali aiuti, perché non sono im-portanti solo gli aiuti materiali, ma an-che quelli spirituali .

RINGRAZIANOS. DOMENICO SAVIO

Mi sento in do-vere di far co-noscere una graziaricevuta . Un bam-bino mio parente siferì e gravementevicino all'occhio .Fu trasportato al-l'ospedale, peròl'intervento chi-rurgico sembravaimpossibile. In quei

tremendi minuti mi rivolsi con de-vozione al protettore dei bambini sanDomenico Savio . Dopo vari tentativi imedici riuscirono a dare i punti ne-cessari, riservandosi la prognosi dopoqualche ora . Ma tutto si è risolto bene ;e dopo tre settimane il bimbo è deltutto guarito .

Maria Rosaria'MasulloVietri sul Mare (SA)

Da alcuni anni abbiamo desideratoche la nostra unione fosse allietatadalla nascita di un bambino . Co-minciammo con molta fede a fare tutti igiorni la novena, promettendo di por-tare addosso l'abitino, di aggiungere ilnome Domenico e di pubblicare lagrazia. Dopo alcuni mesi è venuto almondo un bellissimo bambino, che hariempito di felicità i nostri cuori . Rin-graziamo san Domenico Savio, rac-comandandogli di proteggerci e dicustodire il nostro piccolo .

Mariella e SalvatoreInterguglielmi (PA)

Dal febbraio dell'anno scorso fino atutto settembre, mi assalivano crampidolorosi all'addome . La sofferenza eraindicibile e permanente . Mi rivolsi asan Domenico Savio e misi al collol'abitino con la sua reliquia . Ma le sof-ferenze continuavano. Un giorno misono uscite queste parole : «Do-menichino, tu hai fatto guarire tuamadre con l'abitino, ma a me nonpensi!». Invece, fui proprio esaudita,avendo lui interceduto per me pressoMaria Ausiliatrice e il Signore ; e non hopiù accusato i fastidiosi dolori .

Maria Palermo Moliterno (PZ)

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Alla fine di maggio dello scorso annonostro figlio fu colpito da un im-provviso e grave malore, per cui fu ri-coverato d'urgenza all'ospedale spe-cializzato per malattie infantili. Fusubito diagnosticata una grave ma-lattia, che avrebbe potuto avere con-seguenze deleterie per tutta la vita, sefosse scampato alla morte. Angosciatima fiduciosi, invocammo san Do-menico Savio, promettendo la pub-blicazione della grazia . Un sacerdotesalesiano portò l'abitino che noi ap-plicammo all'ammalato ; e impartì labenedizione di Maria Ausiliatrice .Quando a tarda sera si attendeva ilprimario per un ultimo accertamento ein sala operatoria era tutto pronto ilnostro bambino, che da 40 ore nonriusciva a calmarsi e a riposare, consorpresa di tutti si addormentò pla-cidamente. Giunto il primario, decise dirimandare l'accertamento al giornoseguente, ma non fu più necessario,perché al risveglio il bambino non ac-cusava più alcun male. Da quella serail nostro bambino è sempre stato bene,senza bisogno di cure .

Marisa e Bruno BellegatiRoletto (TO)

Non mi è stata concessa subito lagioia di diventare madre . Dopo lamorte della mia prima creatura, mi ri-volsi con mio marito a san DomenicoSavio perché mi intercedesse la graziapresso Dio di avere una nostra crea-tura, come desideravamo tanto. Hoportato l'abitino; e dopo un'attesapiena di fiducia, sono diventata madredi una bambina bellissima, alla qualeabbiamo dato il nome Roberta Do-menica. Vi prego di pubblicare la gra-zia .

Bianca DamianoVietri sul Mare (SA)

Mia zia di 76 anni era stata colpita daun tumore maligno all'intestino e alpancreas. Non si era potuto operarla,perché il male era diffuso in tutto ilcorpo. I medici preannunciavano do-lori atroci, ma io mi rivolsi con intensafiducia a san Domenico Savio, con lepreghiere della novena; e feci in-dossare alla zia l'abitino, perché al-meno non soffrisse . Sono stata ascol-tata. Con grande meraviglia dei medicil'ammalata non ha più avuto dolori edè vissuta per quasi un anno con nor-mali analgesici, trovando negli ultimigiorni lucidità e forza per fare co-scientemente le pratiche religiose inpreparazione alla morte .

Tina Quarta - Lecce

Il piccolo Davide è stato ricoveratoall'ospedale gravissimo . Una équipe dimedici e di specialisti non erano ingrado di fare una diagnosi del male .Una persona amica ha portato in casaun abitino di san Domenico Savio, checon venerazione e fiducia i familiarihanno portato sul lettino del bambinoall'ospedale . II bambino era in comada tre settimane . Alla scadenza delmese i genitori furono avvisati che ilfiglio aveva un'ora sola di vita . . . Il pa-

dre al mattino prestissimo accorre etrova Davide seduto sul letto chechiede da bere e da mangiare . I medicinon sanno cosa fare . Dicono che ilbambino comunque resterà me-nomato, ad esempio negli occhi, o al-trove. Ma Davide dopo un altro mese èdimesso sano e forte, che sembra stiameglio di prima la malattia . Chiede lapubblicazione della grazia la madre .

Anna LucantonioMelbourne (Australia)

• Bruno e Palma Brigida Vazzana,Condofuri Mar. (RC), ringraziano Do-menico Savio per la nascita di MariaDomenica .• Silvana e Gianni Baldi, Ostia (Roma)si sono rivolti con fiducia al santo delleculle e la neonata Michela quasi subitoè stata liberata da febbre e con-vulsioni .• Antonietta De Francesco, Roma, haavuto fiducia in san Domenico Savioed è stata esaudita, sia nel parto dif-ficile, sia nell'occasione di due in-terventi medici sulla figlia Donatella .• 1 coniugi Lo Groi, Cammarata (AG),in attesa da quasi sette anni di unbambino, hanno pregato san Do-menico Savio con familiari e amici ; eultimamente sono stati felici della na-scita di Domenico .• Mariuccia e Renato Invernizzi, rin-graziano per la grazia loro accordatadella felice nascita di Filippo .

HANNO SEGNALATO GRAZIE

Anfuso Gabriella - Angileri Anna Maria - AnninoMaria - Avaro Franca - Bacussi Adele - BadellinoLaura - Balma Maria - Basso Donatella - BassoMarta - Bellone Margherita - Bondi Angelina - Bor-setto Paolo - Bosco cav. Pietro - Buzzoni Santina -Cairati Antonio - Cantoni Giuseppina - Carapelli Eva- Cardinale Maria - Carezzano Luigina e Pietro -Castello Teresa - Castiglione Giovanna - CatalanoConcetta - Chiesa Linda - Chiesa Maria - ChiofaloGiuseppe - Colombo Sandra - Coppo Santino - Cri-stoforo Giustina - Croce Calogera - Cossu Maria -Dalla Balla Giuseppina - Della Procera Anna - De-brio Paola - De Molina Norma - Di Renzo sac . Fran-cesco - Epis Noemi - Fadda Dina - Fermani Simone -Ferraris Cristina - Ferrero Angela - Fosson Fran-cesco - Fracchia Emilia - Furieri De Stefanis Olga -Gandolfi Rosa - Garau Maria - Garavaglia Rosa -Gennarelli Lina - Ghiazza Luigia - Ghisolfi An-tonietta - Giovannelli Elvira - Giovannini dr . Bruno -Suor Girolama - Giummazza Sebastiana - GrassoFrancesco - torio Marta - La Spina Giuseppina - LaVecchia Epifania - Lazzati Ada - Leonetti Luisa - Li-gia C. Maria - Lucchi Emma - Malpassuto Maria -Mancini Ida - Marchiaro Giovanni - Massa Eliana -Massara Giuseppina - Mastai Agata - Maurelli Lina -Michero G . Rosa - Michero Marilena - MigliavaccaAngela - Mingoia Salvatrice - Mitti Gabriella - NegroPietro - Lelic Nicoletoa - Novaro Giovanna - OlivelliEster - Oteri Giuseppina - Ottani sr. Anna - OttonelloAnna - Paone Lina - Parodi Renzo - Patuzzi Agnese- Perret Dina - Pezzoli Dora - Pintus M . Paola - Pi-stoia Giuseppe - Podda Mariannina - Ponte Be-nedetta - N .N . Quarona - Reveglia Antonio - RistaCecilia - Roccella Lucia - Roggero Irma - Rolle Lu-cia - Romano Luigi - Rosso cav . Pietro - RubagottiGiuditta - Ruggiero Salvatore - Sammartino BarbaraSavarese Rita - Scatola Ines - Stantero MargheritaStrazzoni Maria - Taddei Angelica - Tomasi Olim-

pia - Tosca Angelica - Vaglio Lucia - ValchiusaMarta - Vallana Egidio - Vezzaro Lucia - VianelloGigetta - Vuillermin Maria - Zacchia Maria - ZambonBenedetta - Zanello Lucia - Zeppa Piero - Zito Giu-seppe - Zulian Carmela .

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NOSTRI MORTI

BORRA *no. GUIDO Salesiano t NoviLigure (AL) a 85 anni

Fu una bella figura di salesiano, en-tusiasta ed attivo, di grande apertura ecordialità, tra le più conosciute del se-condo cinquantennio della Con-gregazione . Si preparava a celebrare70 anni di vita con Don Bosco e 60anni di sacerdote di Dio, quando lo hacolto la morte in quel periodo di stasi acui lo ha costretto l'età, il logorio diuna vita operosissima e le sofferenzedella malattia. Ha passato gli ultimianni di vita in Liguria, alla Spezia, an-cora pieno di vitalità e di impegno pa-storale, con la parola e con gli scritti .Mi è ricordato soprattutto come Con-sigliere Generale alla Casa Madre deiSalesiani a Torino per la guida spi-rituale della Federazione Mondialedegli Exallievi Don Bosco . Questo in-carico, che svolse con grande con-vinzione e passione, era sopravvenutodopo una lunga, avventurosa espe-rienza missionaria in Brasile - quasiventicinque anni! -, prima come di-rettore in una casa salesiana del nord,poi come ispettore delle opere di DonBosco al nord e quindi a sudovestdell'immenso paese. Da qui mandòfrequenti e interessanti informazionipubblicate sul Bollettino Salesiano ; equi raccolse la documentazione delsacrificio dei due eroici missionari sa-lesiani don Fuchs e don Sacilotti,massacrati insieme dai Xavantes sulRio das Mortes (che pubblicò sudrammatiche pagine del BollettinoSalesiano, nel febbraio del 1959, a 25anni dal fatto). Fu qui che si ritennemiracolato dal Servo di Dio don FilippoRinaldi, perché guarito in modo in-spiegabile dopo appena un mese dagravi fratture alle gambe, riportate inuna caduta durante una visita allemissioni del Mato Grosso .

Questa intensa, sacrificata attivitàmissionaria era stata preceduta da al-cuni anni tra i giovani, come in-segnante ed animatore al liceo sa-lesiano di Torino-Valsalice, ove maturòper l'apostolato Giacomo Maffei e altriindimenticabili giovani, di cui donCoiazzi raccolse le memorie .

Lo ricorda con stima e riconoscenzaun'intera generazione di salesiani cheoperano in Brasile ; e di exallievi di DonBosco, in tutto il mondo.

ARACRI sac. CESARE Salssiano tRoma-S. Tarcisio a 71 anniL'aspetto della sua personalità più

evidente era l'entusiasmo salesiano,concretato nella vitalità e nel lavoro,nella parola facile e trascinatrice, nelgesto festoso e nel sorriso aperto eamico. Nella sua eccezionale vitalitàera creativo e disponibile si può dire«da sempre ., da quando ragazzo stu-dente salesiano a Bova Marina fu af-ferrato dall'amore a Don Bosco allasua prima attività da salesiano fra igiovani a Napoli, Taranto, Venosa inLucania, fino alle responsabilità as-sunte come Ispettore a Milano, Novarae a Napoli, concluse con la direzionedel .S . Cuore . a Roma, dove la ma-lattia di cuore lo fermò e lo costrinse alriposo al .S . Tarcisio . . Il lavoro di donAracri ispettore fu molteplice e semprea ritmo fervido, fondato su un grandespirito di fede, alimentato e sorrettodalla preghiera . Fu lui ad aprire la Ca-sa di Arese, vicino a Milano, per i ra-gazzi in difficoltà e in pericolo, da sot-trarre alla delinquenza. Ma il campodove egli ha saputo e voluto dare ilmeglio di sé è stato senza dubbioquello dell'animazione delle comunitàe dei membri della Famiglia Salesianaall'impegno per l'orientamento vo-cazionale dei giovani, con attenzioneparticolare alle vocazioni salesiane .Aprì o incrementò Noviziati e Aspi-rantati ; e moltiplicò iniziative rivolte auna più convinta e appropriata pa-storale vocazionale . È morto al suopaese natale, a Petrizzi (Catanzaro)mentre si preparava a celebrare laterza messa per i fedeli, il 15 agosto,festa di Maria assunta in cielo.

BOTTAZZI sae . LUIGI Salesiano t Ge-nova-Quarto a 68 anniPer un trentennio fu visto come sa-

lesiano attivo ed esemplare nella vitapersonale e nella missione di edu-catore . All'inizio degli anni '60 in-cominciò il suo calvario di malattie e didolori, che si prolungherà per oltrequindici anni, durante i quali dovrà af-frontare otto interventi chirurgici . An-che negli ultimi mesi lottava contro ilmale con rassegnazione e coraggio . Achi gli domandava : «Come sta? . abi-tualmente rispondeva : «E lei dubitadella mia salute? . . Pregava molto; eanche all'ospedale non tralasciava larecita della liturgia delle ore e del ro-sario . Una pietà semplice e concreta :Dio, Maria Ausiliatrice, S . Giuseppe,Don Bosco . Trascorse la maggiorparte della vita nelle scuole pro-fessionali, quelle che stavano a cuorein modo particolare a Don Bosco .Tanti exallievi lo ricordano per gliesempi, gli insegnamenti e gli aiutiavuti nella ricerca dei posti di lavoro .Uno scrive : «Era un superiore d'ac-ciaio, instancabile, presente ovunque .Accorto osservatore, sapeva in-tervenire con prontezza, prevenendo ilmale . Formava noi ragazzi con cor-diale fermezza . Non ammetteva de-bolezze . Diceva : per riuscire, occorreessere convinto delle proprie buoneintenzioni, altrimenti, mancando lebasi, è inutile cominciare a costruire! . .

Orfano di padre in tenerissima età,ebbe sempre vicina la madre, anchenella malattia, fino al suo trapasso . Unconfratello da ricordare.

FORALOSSO sac . ANTONIO Salesianot Brescia a 71 anni

Brillante negli studi fin da ragazzo,come pure impegnatissimo nella suaformazione personale. Per prepa-razione scientifica e profonda spi-ritualità, appena conseguite due laureepresso le università ecclesiastiche aRoma, fu chiamato pur così giovaneancora egli stesso ad essere «for-matore . dei giovani salesiani . Parevache la sua strada fosse già segnata,ma non fu così . Sembrava tutto scon-tato per gli uomini, ma non altrettantoper Dio . C'era un altro tirocinio, un'al-tra formazione che attendeva don An-tonio : quella della sofferenza nellamalattia, in una casa di cura . In tuttosette lunghi anni . Ne usci mi-racolosamente - dirà lui - ma ancheimmensamente arricchito di espe-rienza . La utilizzerà al massimo, acontatto con chi soffre . E ritornò al la-voro, come superiore e formatore, conuna vitalità gioiosa anche se segnatadalla tribolazione . I suoi giovani sa-lesiani, ora già maturi di età e di espe-rienza, da Foglizzo (Torino) a Roma-S.Cuore e Roma-S . Callisto, a Cison diValmarino (Treviso), lo hanno ri-cordato e lo ricordano come uomo,salesiano di grande cultura, di vivasensibilità e attività da attirare stima esimpatia, luce e forza per la fedeltà allaloro vocazione . Tutto sommato : unavita invidiabile.

GALIZIA LUIGI Salesiano Coadiutore ta Palermo a 76 anni

Salesiano convinto, senti pro-fondamente e coltivò intensamentel'amicizia e il rapporto umano con tutti,specialmente coi giovani . Seppe in-trecciare rapporti assai preziosi ai finicaritativi e assistenziali con per-sonaggi del mondo politico e sociale.Si prodigava verso tutti, a tutti do-nando qualcosa di sé e del suo tempo.Sua mansione principale dal 1948 fu ilservizio di infermiere, ma da buon sa-lesiano aveva già svolto diversi com-piti .

GORGOGLIONE *ce. GIUSEPPE Sa-Ieslano t a Roma-Testaccio a 74 anni

Scorrendo la scheda personale delsuo «curriculum v itae. si resta me-ravigliati come egli, con docilità eprontezza, passasse da un'occu-pazione all'altra, da un Istituto sa-lesiano all'altro conservando inalteratala serenità dello spirito e sempre fer-vida la sua attività di insegnante, ani-matore della comunità educativa enella pastorale della parrocchia . Que-sto soprattutto nella Casa di Roma-Testaccio ove fu tempo addietro di-rettore pieno di iniziativa e di coraggioper lo sviluppo dell'opera ; e dove tor-nò, già anziano, per dedicarsi al-l'animazione di vari gruppi giovanili edi adulti . È stata la sua una vita pienaed esemplare, come sacerdote, re-ligioso, salesiano .

RASÀ *se. ANTONINO Salesiano tPedara (CT) a 83 anni

Il contatto coi salesiani della primaora, il clima austero di vita che sca-turiva dal fondatore e dai primi grandisalesiani, il ritmo di lavoro entusiasta efervido trovarono in lui una natura e untemperamento capaci di pronta e pie-na assimilazione. Non si può di-menticare la sua carica salesiana diottimismo e di gioia contagiosa, siache si trovasse tra i giovani, o che sisentisse impegnato come delegato peri Centri dei cooperatori salesiani, cheanimò per tanto tempo, o tutto preso inuna rete di azioni caritative a van-taggio di molti poveri, che ben lo co-noscevano e lo ricercavano come sa-cerdote e come benefattore. Egli rea-lizzò il sacerdozio secondo il cuore diCristo, sempre, ovunque, «tutto . sa-cerdote, con tutti sacerdote . In lui nonerano altri interessi se non quelli delRegno di Dio ; sentiva di essere pro-lungamento dell'azione di salvezza di-sposta da Dio, convinto che il risultatopastorale dipende dall'unione con Dioe si regola di conseguenza nelleespressioni della pietà semplice, dellaspiritualità salesiana . Fu pure sa-cerdote secondo il cuore di Don Bo-sco : trovarsi tra i giovani, essere in-traprendente, lavoratore instancabile .Amava ripetere «lavorare vivendo,morire lavorando! . . Con don Rasà sispegne uno di quei salesiani di spicco,che furono artefici dell'opera salesianain Sicilia.

oPATRI MARIA BIANCA Figlia dl MariaAusiliatrice t Torino a 87 anniHa avuto commosse onoranze e so-

lenni esequie nella Basilica del-l'Ausiliatrice a Torino, proprio alla vi-gilia del giorno in cui avrebbe com-piuto gli 87 anni di età . La sua è statauna lunga operosissima vita, con-sacrata a Dio e alla missione che l'i-stituto, sotto l'impulso dei due santifondatori Don Bosco e Madre Maz-zarello, attua nel mondo, nella pa-storale della gioventù e degli adulti . Hasvolto pure compiti di grande re-sponsabilità : è stata direttrice, ispet-trice e per 25 anni Economa Generaledelle Figlie di Maria Ausiliatrice . Si eraprodigata di più specialmente nel-l'organizzare ed espandere le scuoledi formazione della Congregazione .Aveva dei tratti di personalità che nonsi dimenticano : buona, comprensiva,paziente, instancabile, spirituale . Daotto anni si era ritirata dalla vita attiva,dedicandosi tutta alla preghiera e apreparare il suo incontro con Dio .

ASPESI GIOVANNA Cooparatrlee t aCardano al Campo (VA) a 72 anniFu provata, giovane sposa, dalla

perdita del marito; e poi anche diquello cui si era unita nel secondomatrimonio. Madre di due bimbe do-vette compiere molti sacrifici permantenerle ed educarle . A renderlemeno dura l'accettazione di questesofferenze, fu il dono che la pri-mogenita fece di sé all'istituto delleFiglie di Maria Ausiliatrice . Donna difede e di preghiera, attese se-renamente la venuta del Signore, chevenne improvvisa ma non imprevista .

BIANCHI PAOLINA ved. ERCOLI Coo-peratrice t La Spezia a 82 anni

Dotata di energica vitalità, vedova daquasi cinquant'anni, mai si è concessa

BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982 • 33

Page 34: BOLLETTINO StàilN()biesseonline.sdb.org/1982/198201.pdf · /Ndt4',W4 Se-3T4> L'UOMO! 1 GENNAIO 1982 ANNO 106 - NUMERO 1 IN COPERTINA: L'educazione è un fatto di cuore (Don Bosco).

spazi di tempo libero o attività che nonle consentissero educazione severadei figli, dedizione generosa al lavoro,onestà senza cedimenti, anche difronte a una lunga serie di penosi sa-crifici . La sua fede religiosa, senzafronzoli, ma vigorosa e tenace, le hadato forza per assecondare la vo-cazione salesiana e sacerdotale delfiglio don Osvaldo, al quale torna ilsoave e prezioso ricordo degli in-segnamenti suoi e dell'ammirazione ebenevolenza da parte di quanti la co-nobbero .

BROGGINI SANTINA Coopera~ t aCaiello di Gallarate (VA) a 84 anniLa sua lunga esistenza fu segnata

da numerose e grandi sofferenze.Tragicamente, in incidenti stradali ri-petuti perse il marito e due figli. La suavita, purificata da tanto dolore, divenneabbandono in Dio e donazione ge-nerosa agli altri . Una delle figlie si do-nò all'istituto di Maria Ausiliatrice, fa-cendosi suora di Don Bosco . Passò gliultimi anni in compagnia delle suoredella Scuola Materna di Caiello, che latennero come loro mamma. Passava lasua giornata riempiendo di preghiera edi servizio umile e generoso tutto iltempo disponibile .

BUSATTO RAGGIO ARPAUCE Coo-peratrice t Cavazzale (VI) a 91 anni

La sua vita è stata una testimonianzaattiva e gioviale di madre cristiana .Alimentava la sua fede ogni giorno conla partecipazione alla santa Messa,comunicandosi . Rendeva molto pra-tica la sua cooperazione salesianaimpegnandosi in parrocchia per tuttele iniziative apostoliche e missionarie .Fu cooperatrice di Don Bosco nelsenso pieno della parola: dei suoiquattro figli tre si consacrarono ge-nerosamente a Dio, dei quali due nellaFamiglia Salesiana : don Federicomissionario in Giappone e il coa-diutore Flavio; e una figlia tra le Suoredi Nostra Signora al Monte Calvario .Tra i suoi meriti spicca pure quello diaver fatto conoscere anche ad altrigiovani la Congregazione salesiana,nella quale poi sono entrati . Maria Au-siliatrice, che Ella tanto amava, la vollecon sé proprio il giorno della suacommemorazione, il 24 del mese (insettembre), mentre il figlio sacerdoteFederico iniziava la celebrazione dellasanta Messa, in ospedale .

CRIVELLARO CATTACIN UMBILINACoopera~ t a Biandronno (VA)La figlia Teresa con grande dolore

dà notizia della morte, chiedendo ilpassaggio dell'abbonamento di Bol-lettino Salesiano dalla madre al suonome, perché questo le farà sembraredi avere ancora la sua adorata mammaassieme a lei .

FRACCHIA VITTORINA Cooperatrloe tAlessandria a 87 anni

34 • BOLLETTINO SALESIANO •1 GENNAIO 1982

Insegnante elementare, educatricenel pieno senso della parola, medagliad'oro della Pubblica Istruzione . Con lospirito di Don Bosco, nella sua mis-sione educativa ha collaborato al fio-rire di vocazioni sacerdotali . Tre suoiscolari, ora già sacerdoti, per ri-conoscenza alla loro insegnante sisono trovati al suo funerale, con-celebrando la santa Messa . Sempregenerosa in ogni iniziativa salesiana .

GAVIOU DELIA Cooperatrice t Padovaa 80 anni

Si è spenta serenamente, dopo il ri-covero all'ospedale . Rimasta vedovagiovanissima, ebbe il grande dolore diperdere anche il figlio poco più cheventenne e la figlia dopo poco che siera sposata. Così, rimasta sola, congrande sacrificio e generosità si de-dicò tutta all'amore di Dio e del pros-simo. Era impegnata in parrocchianell'apostolato della preghiera e dellacarità, aiutava chi soffriva con la pa-rola e le opere . Fedele alle riunioni deiCooperatori, fino a quando venne ri-coverata, vi prendeva parte con in-teresse e con amore, generosa sem-pre, anche se le sue possibilità nonerano floride . Ma sapeva sempre daresenza nulla chiedere . Amò Don Boscoe l'Opera Salesiana ; leggeva volentierie diffondeva il Bollettino Salesiano .

LONONI GINETTA Cooperatrice adExallleva t Mede (PV) a 71 anni

Educata dalle Figlie di Maria Au-siliatrice, ne aveva assimilato pro-fondamente lo spirito salesiano. Erapresidente dell'Unione Exallieve, leinvitava, le guidava, le accompagnavanei momenti difficili della loro vita. Lasua presenza ispirava fiducia, spa-lancava i cuori . Tutti gli impegni apo-stolici hanno sempre ruotato attornoalla sua persona: catechismo, stampa,azione cattolica, associazione Coo-peratori salesiani . Era conosciuta datutti proprio perché in tutte le cir-costanze era la persona disponibile adare una mano, con tanto amore. L'e-sempio della sua fedeltà ai principidell'educazione salesiana e il suo cri-stianesimo vissuto in pienezza e tra-dotto in delicatezza e forza di sen-timenti resta un segno di grande spe-ranza per la crescita della nostra co-munità cristiana, delle unioni Coo-peratori ed Exallieve.

MASETTI ZANNINI ALESSANDRACooperatrice t Bologna a 80 anniDi nobile ed antica famiglia bo-

lognese servi il Signore nella gioia enella sofferenza . Reagì al male chel'aveva colpita nella prima giovinezzariuscendo a conseguire il diploma dipianoforte e a dedicarsi tutta al-l'insegnamento . Ma la sua vita fu so-prattutto una continua preghiera eun'offerta a Dio di tutti i suoi dolori perl'apostolato dei sacerdoti . Attiva e ge-

A quanti hanno chiesto informazioni, annunciamo che LA DIRE-ZIONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede in ROMA, ricono-sciuta giuridicamente con D .P. del 2-9-1971 n . 959, e L'ISTITUTOSALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, avente perso-nalità giuridica per Decreto 13-1-1924 n . 22, possono legalmente ri-cevere Legati ed Eredità .

Formule valide sono :

- se si tratta d'un legato : « . . .lascio alla Direzione Generale OpereDon Bosco con sede in Roma (oppure all'Istituto Salesiano per lemissioni con sede in Torino) a titolo di legato la somma di lire . . .,(oppure) l'immobile sito in . . . per gli scopi perseguiti dall'Ente, e parti-

nerosa cooperatrice, visse nella piùrigida povertà, passò gli ultimi anniquasi costantemente in clinica ; e il suoletto diventò altare di dolore san-tificante. Ritornò alla casa del Padrecon le mani cariche di opere di bene eil cuore colmo di gioia .

PACE FERACE MARIA Cooperatrlu tPalermo a 47 anni

È deceduta il 1° venerdì del mese diottobre, festa degli Angeli Custodi .Durante la sua malattia diede prova digrande pazienza, serenità e ab-bandono in Dio . La Madonna su il suosostegno e il suo conforto. Ha fattouna morte invidiabile, con il distaccototale di tutto senza rincrescimenti . Halasciato la mamma novantenne, il ma-rito e due figli ai quali prodigava tuttala sua vita . Partecipava volentieri alleriunioni del Laboratorio .MammaMargherita» dove era felice di poterincontrare le altre sorelle Cooperatrici .Con il suo modo grazioso e faceto te-neva tutte allegre . Pregava con fervoree la sua preghiera preferita era il santoRosario .

PASINI EUGENIA •ad. MUSATTI tMontechiarugolo (PR) a 86 anniCristiana coerente, fervente Coo-

peratrice educò i figli ai valori della fe-de. Tre di essi si sono consacrati alSignore: il maggiore fratel Antonio,diacono permanente dei Servi di Ma-ria, e due figlie suor Velia e suor Marianelle Figlie di Maria Ausiliatrice. Si im-pegnò a diffondere la devozione al S .Cuore, la recita del Rosario, la buonastampa, anche in ambienti ostili, nonbadando a sacrifici . Fece della sua vitaun dono per alleviare le sofferenze al-trui e ne preparò molti all'incontro conDio . Sempre disponibile nelle opere dibene, anche nell'assistenza agli am-malati, di preferenza i più soli e bi-sognosi, sempre gratuitamente . Offri lesue ultime, lunghe sofferenze per laChiesa e per tante intenzioni, per imedici e le infermiere che la curavanoe che rimasero edificati per la serenitàe fortezza del suo animo di fronte allamorte.

PEIRETTI CATERINA ved. VALLACooperatrice t a Castagnole Piemonte(Torino) a 73 anniOgni giorno Messa con la Co-

munione erano per lei tutto . De-votissima di Maria Ausiliatrice (il 24maggio di ogni anno era lei che gui-dava l'incontro di preghiera nella cap-pella di Maria Ausiliatrice), era en-tusiasta della persona e dell'opera diDon Bosco e benefattrice insigne deimissionari salesiani, dei quali si in-teressava costantemente . Lascia ungrande rimpianto, colmato dalla cer-tezza che questa sorella, pur chiamataimprovvisamente alla casa del Padre, ègià nella pace di Dio .

PISANI SANTINA Cooperatrice t aMessina a 65 anni

Una grave malattia l'ha portata allamorte in due, tre giorni, lasciando tuttisgomenti, ma nello stesso tempo se-reni, perché essa visse una vita di sa-crificio vero, rinunciando al ma-trimonio per assistere i suoi familiari,specialmente la mamma, morta a 97anni . Era sempre presente alle riunionidelle Cooperatrici, faceva a tutti il do-no della sua gioia interiore e della suabella voce : era la prima ad inalzare ilcanto di lode a Gesù e alla MadonnaAusiliatrice, con Don Bosco santo . Siricorda la sua generosità nel sostenereil laboratorio .Mamma Margherita ., ilcui scopo è aiutare l'oratorio e le mis-sioni .

ZOLA BRAGAGUA ELIDE Coaperatrlce t Nave (BS)Aveva tanta fede in Dio, semplice ma

profonda, devozione vivissima alMariavergine e madre, che diffuse nella suafamiglia, ricca di sette figli ; e amava lospirito di Don Bosco (era sorella di unaFiglia di M . Ausiliatrice) . Visse con fe-deltà totale la sua missione di sposa edi madre. Dedita anche all'apostolatoin parrocchia, partecipò a movimenti einiziative . Sopportò con grande ras-segnazione la lunga, dolorosa ma-lattia, da commuovere ed edificarequanti l'avvicinarono, fino alla sua se-rena morte .

ZORTEA GUIDO Cooperatore t CanalS . Bovo (TN) a 77 anniDa ragazzo - assieme ai suoi cugini

salesiani don Giovanni e don Luigi -fu ospitato all'Oratorio di Torino-Val-docco, come profugo della PrimaGuerra Mondiale (1914-18) . Per questoha sempre conservato una grandedevozione a Don Bosco, seguiva coninteresse sul Bollettino Salesiano levicende della sua opera e con cuoregeneroso e grato aiutava in modoparticolare le missioni salesiani . Aquesto spirito cristiano e salesianoispirò la sua famiglia, tanto che le figlieinsegnanti continuano a vivere e ope-rare sull'esempio del padre. Impiegatoper quasi mezzo secolo nel Comune,era ben voluto e stimato da tutti per lasua rettitudine ed interessamento, perle persone e le cose . In Parrocchia erapresente per tutte le pratiche religiosee le opere di bene . Negli ultimi anni,colpito da un malessere preoccupanteagli occhi, si era raccomandato al-l'intercessione di don Filippo Rinaldi ; esi era sentito liberato da quel gravedisturbo. Andava preparandosi allamorte, che lo colse di sorpresa, manon impreparato . Parenti (tra cui unnipote sacerdote salesiano) e il paesetutto, a lui tanto caro, lo consideranoun protettore in cielo.

ecolarmente di assistenza e beneficenza, di istruzione e educazione, diculto e di religione .

- se si tratta invece di nominare erede di ogni sostanza l'uno ol'altro dei due Enti su indicati :

« . . .annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomi-no mio erede universale la Direzione Generale Opere Don Bosco consede in Roma (oppure l'istituto Salesiano per le Missioni con sede inTorino) lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo, pergli scopi perseguiti dall'Ente, e particolarmente di assistenza e bene-ficenza, di istruzione e educazione, di culto e di religione . .

(luogo e data)

(firma per disteso)

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•orsa : Maria Ausiliatrice e Santi Sa-lesiani, a cura di E .F.L . Milano L.1 .000.000

Borsa : Anna Scarfone, a cura delleCooperatrici Salesiane di Latina L .600 .000

Borsa : Maria Ausiliatrice, confido neltuo aiuto, a cura di N .N . L. 500.000

• orsa : Maria Ausiliatrice e S . Giovanni• osco, in memoria e suffragio di Bo-nino Caterina, a cura della cognata enipoti L . 500 .000

• orsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco,in ringraziamento e invocando pro-tezione, a cura di M .P ., Torino L .500.000

•orsa: Sacro Cuore di Gesù, MariaAusiliatrice e Don Bosco, in rin-graziamento e in suffragio del fratelloBattista, a cura di N.N . L . 500.000

•orsa : Maria Ausiliatrice, Santi Sa-lesiani, per grazia ricevuta e in-vocandone altre, a cura di PatuzziAgnese, Bassano del Grappa, VI L.500 .000

•orsa : Beato Don Rua, in memoria esuffragio della mamma Ines Pini e deinostri defunti, a cura dei F.lli Verga L .500 .000

•orsa: Maria Ausiliatrice, in memoriadi Zanasso Battista, a cura di StoppaniGaudenzio Junior, L . 500 .000

orsa: S. Maria Mazzarello, a cura diN.N ., Bresso L . 400 .000

Borsa: Maria Ausiliatrice, per la salutedi Daniele e di noi tutti, a cura di Fer-rigno Letteria, Messina L . 250 .000

• orsa: Maria Ausiliatrice e Santi Sa-lesiani, a cura di N.N ., Trino VC L.200.000

Borsa : Maria Ausiliatrice, in suffragiodi Gino Pediglieri, invocando pro-tezione sul nipote prossimo al sa-cerdozio, a cura F .M .A. Sampolo, Pa-lermo L . 200.000

orsa : Beato Michele Rua, a cura diOliveri Maria Rizzo, Campo Ligure, GE

Borsa: S. Domenica Savio, per graziaricevuta e implorando protezione, acura di Bozzolino Paolo e Rosalba,Torino

•orsa: Maria Ausiliatrice s S . Giovanni•osco, in ringraziamento, a cura diMombellardo Enrichetta e Antonietta,Torino

orsa: S. Giovanni Bosco, per graziaricevuta, a cura di C .F ., Torino

orsa: Maria Ausiliatrice, per graziaricevuta, a cura di C .F ., Torino

orsa : Maria Ausiliatrice e Santi Sa-

SOLIDARIETÀBorse di studio per giovani Missionari pervenute alla

Borsa: In suffragio di Bergonzi Gia- Argentina, a cura di Drovandi Gio-comina, a cura della sorella Teresa

vanna e Rossetti Vittorio

orea : Don Bosco, a cura di FollioleyVittoria e Castagno Alfredo

orsa : Maria Ausiliatrice, a cura diMagistroni Angelo e Mascia Laura

orsa: Don Bosco, a cura di ZanettiFrancesca e Pessina Teresa

y

Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi Sa-lesiani, invocando protezione sullafamiglia in urgente bisogno, a cura diDe Agostini Silvia, Bernate CO

Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco,Don Rua, invocando protezione, a curadi Tengattini Angelo, Paratico BS

Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi Sa-lesiani, in ringraziamento e chiedendo

Borsa: In suffragio dei nostri genitori protezione, a cura di Scantamburlodefunti, a cura di Guidotti Zerbina e Maria, Arsego PDVittorio Borsa: Don Filippo Rinaldl, in suffragio

di Don Lorenzo Demartini, a cura dellanipote M . Grazia, Mede PV

•orsa : Maria Ausiliatrice e S. GiovanniBosco, proteggete i miei figli, a cura diD .S .

Borsa : Repossi Antonio di sempre caramemoria, a cura della figlia RepossiRosina, Abbiategrasso MI

Borsa : Don Mario Bianchi, invocandopreghiera per il figlio Antonio e la ni-pote orfana, a cura di Mastroianni Ti-na, Villaguardia CO

Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco,in suffragio di Dino, Cesira e Irma Ca-sanova, a cura di Casanova Ales-sandro, Cerreto d'Esi AN

• orsa: Maria Ausiliatrice, ringraziandoe invocando protezione, a cura di N.N .,S . Giorgio di Nogara

•orsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco,in memoria e suffragio di DemattéMaria, a cura dei familiari

orsa: Don Bosco, a cura di RinaldiAnna, Legnago VR

orsa: Gesù Misericordia, in suffragiodi Dante, a cura di Rebora Pia, Genova

Borsa : Maria Ausiliatrice e S . GiovanniBosco, per grazia ricevuta e invocandoprotezione, a cura di Favre Lino, Pe-riasc Ayas AO

•orsa : In suffragio del defunto BarassiLuigi, a cura di Barassi Mariuccia,Grantola VA

Borsa : Maria Ausiliatrice e Santi Sa-lesiani, in suffragio di Adolfo Te/esca,a cura di Telesca Rosa, Maschito PZ

Borsa: Don Bosco, S. Domenico Savio,per la pace in famiglia, a cura di DiBiagio Don Ugo, Spoleto PG

Borsa: Maria Ausiliatrice, 5 . Giovanni•osco, implorando protezione sullafamiglia, a cura di Leonardi C. Maria,Sassuolo MO

•orsa: Maria Ausiliatrice, per aiuto ri-cevuto e chiedendo protezione, a curadi Gennari Angioletta, Scurano PR

Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura dilaia Maria, Castellana Grotte BA

Borsa : Maria Ausiliatrice, S. Giovanni•osco, in ringraziamento, a cura diTononi Angelo, Milano

•orsa : Don Bosco, invocando pro-tezione, in suffragio di Cartasso Lino ePaolina, a cura di Cartasso Pia, Cro-cefieschi GE

Borsa : Maria Ausiliatrice, in memoriadi Mariuccia Visconti, a cura degli ziiBonzano, Vercelli

Direzione Opere Don Bosco

BOLLETTINO SALESIANO • 1 GENNAIO 1982 • 35

L .200 .000

Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria Isslanl, in ringraziamento e invocando Borsa : Maria Ausiliatrice, 5 . GiovanniAusiliatrice e Santi Salesiani, per protezione, a cura di F .P., Torino Bosco, S. Domenico Savio, pro-grazia ricevuta e invocando pro- teggeteci sempre, a cura di Scor-tezione, a cura di Caldini Laura, Lasino

Borsa : Santi Salesiani, in rin-tegagna Bruno, Piavene Rocchette VI

TN L . 200 .000graziamento e invocando protezionesulla famiglia, a cura di Segafredo

Borsa: In memoria e suffragio defunti Olivetta, Rosà VI Borsa: In suffragio dei miei familiari, aFamiglia Baldassarre Ronzoni, a cura cura di Travaglino Rosanna, Bor-

di Zorloni Emilio, Seregno MI L .Borsa : Maria Ausiliatrice, invocando gomanero NO

200.000guarigione, a cura di Berti Marisa, To-

Borsa : In ringraziamento ai nostririnoSanti, a cura di Zambiasi Alda, Tre-Borsa: Don Bosco, a cura di De Sandre

Borsa : Don Filippo Rinaldi, in- score CRA . Teresa, Padova L . 150 .000 vocandone protezione e intercessionedi grazie, a cura di Pasini Giannina, Borsa : Don Bosco, a cura di Ghizzoni

BORSE DI LIRE 100 .000 Torino Giuliano, Cadeo PC

Borsa : S. Maria Mazzarello, per graziaBorsa: Maria Ausiliatrice e 8 . Giovanniricevuta, a cura di Macchi Annanda,

Borsa: In memoria e suffragio di PoliBosco, per la guarigione della cugina e

Bogliasco, GEEmma, a cura di Poli Clementina, BG in memoria della zia, a cura di F .C .,

Ovada AL Borsa : In memoria e suffragio di miaBorsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco, madre, d cura di De Paoli Fabio, Pioveper grazia ricevuta, a cura di Gel-

Borsa: Maria Ausiliatrice, S . Giovannidi Sacco, PD

somino Pietro, Mussomeli CLBosco, S . Domenica Savio, per graziaricevuta, a cura di Ivonne Cavanna, Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura di

Borsa: Maria Ausiliatrice o 5 . Giovanni Ovada AL Agostani Pietro, Monza MIBosco, proteggete i miei nipoti e te-neteli lontani da ogni male, a cura di

Borsa : Maria Ausiliatrice, Santi U . Borsa: Maria Ausiliatrice, 5 . Giovanni

Chirico Bello Assunta, RC Isolani, in ringraziamento e invocando Bosco, in suffragio di Molina Giu-ancora protezione, a cura di N .N .S . seppe, nel X di sua morte, a cura di

Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Molina Claudia, NovaraAusiliatrlcs, S . Giovanni Bosco, in

Borsa : Don Pa/estro Romeo, in me-

ringraziamento e implorando graziamoria, a cura di G .C ., Torino Borsa: Maria Ausiliatrice, invocando

per le persone care, a cura di N .N ., Borsa : Divina Provvidenza, a cura diprotezione per la mia famiglia, a cura

Iseo BS Boglione Francesco, Torino di Noli Civati Pina, Rogoredo CO

Borsa: Maria Ausiliatrice, per graziaBorsa : Gesù, eterno Sacerdote, fa' che Borsa : Maria Ausiliatrice, 5. Giovanniricevuta, a cura di Maccioni Lina ei sacerdoti siano sempre fedeli alla loro Bosco, per grazia ricevuta e invocando

vocazione e siano santi, a cura di N .N ., protezione per i nipoti, a cura di N .N.,Ferrari Barbara

Brescia GE-Voltri Borsa : In memoria di Drovandi Tito e

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Spediz. in abbon . postale - Gruppo 2° (70) - la quindicina

AVVISO PER ILPORTALETTEREIn caso diMANCATO RECAPITOinviare aTORINOCENT-per la restituzione al mittente

Mi sono sentito, semprèmolto vicino ai giovani_non si può non amarli.

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SEI

SOCIETÀ EDITRICEINTERNAZIONALETORINO

Dante AlimentiAlberto Michelini

IL PAPAI GIOVANILA SPERANZAOggi tutti, e specialmente i giovani,interrogano il Papa . A loro è destinatoquesto libro, una originalissima«intervista» con Giovanni Paolo Ilsui temi maggiormente dibattuti nelmondo giovanile . In esso il lettorepuò trovare una risposta alle difficoltàe alle attese di ogni giorno .

Collana «Speciale Dossier»