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ANNOVIII .N .5 . Esceunavoltaalmese . MAGGIO 1884 BOLLETT INO SALESIANO Direzione_nell' Oratorio Salesiano . - ViaCottolengo,N .32,TORINO SOMMARIO.InpreparazioneallafestadiMariaAusi- liatrice - NovenadiMariaAusiliatrice - Graziaper intercessionediMariaAusiliatrice - Partedellachiesa delSacroCuoreinaugurataaldivinculto - «LaVoce dellaVerità»elachiesanuovaalCastroPretorio . - EnciclicadiLeoneXIIIcontrolaSocietàMassonica -Ragionam entosulPatriarchìoLateranenseeduna letteradelCard .Alimonda - ConferenzaaSpeziae D . BoscoaRoma -FiascodeicosìdettiEvangelici - Lapropagazionedellafedeemezziperottenerla - L'Amazzonia - EmiliaMargotti-Tomatis . INPREPARAZIONEALLAFESTA DIMARIAAUSILIATRICE . Siavvicinailgiorno24dimaggio,de- dicatoallasolennitàdiMariaSS .Ausilia- trice .L'avvicinarsidiquestogiornoèper noicomel'appressarsidellastessaRegina delcieloedellaterrainpersona .Chialtre voltefupresenteatalesolennitànella chiesadiValdoccopuòfarfededelsenso arcano,insinuante,celestedalqualesisentì preoccupato, sensoinesplicabilemache attiraicuoriversolasantaimmagine, chiamadalontaneregionifolledidivoti, produceungenerososlancioperleopere virtuose,commuoveapenitenzaipeccatori, consolagliafflitti,ristoracoloro,chesof- fronolemiseriedellavita . Nonèsololabellezzadeltempio,la maestàdellesacrecerimonie,lastupenda armoniadicentinaiadigiovanetticantori, cheproducesìmirabilieffetti .Èlastessa manobenedettadellaMadonna,stesasuco- loro,cheaccorronoperonorarla .Questa manobeneficasitravedenellemoltegrazie, dicuiinostriocchigiàmiraronoelenostre orecchiegiàudironofavoritiinquelgiorno coloro,chefervorosamentelapregavano ; ciechi,chericuperaronolavista,storpie paralitici, cheriacquistaronol'integrità dellemembra , moribondicheinvocandola dalontanoritornaronoinunistantedalla morteallavita . Siavvicinadunqueilgrangiorno,cari CooperatorieCooperatrici , enoifacendo nostreleparoledellaSantaScritturapre- ghiamoMariaSS .avisitarcicolsuopoten- tissimopatrocinio : Surge,propera,amica mea,etveni . Vieni,olapiùbella,lapiù pura,lapiùsanta,lapiùgrande,lapiù gloriosadituttequantelecreature .Vieni, oMariaSS .Ausiliatrice ;noitiattendiamo esultantinelgrangiornodellatuafesta ! Épurgraditacosailpensarecheessaè

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ANNO VIII. N. 5 .

Esce una volta al mese.

MAGGIO 1884

BOLLETT INO SALESIANO

Direzione_nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO

SOMMARIO. In preparazione alla festa di Maria Ausi-liatrice - Novena di Maria Ausiliatrice - Grazia perintercessione di Maria Ausiliatrice - Parte della chiesadel Sacro Cuore inaugurata al divin culto - « La Vocedella Verità » e la chiesa nuova al Castro Pretorio.- Enciclica di Leone XIII contro la Società Massonica- Ragionam ento sul Patriarchìo Lateranense ed unalettera del Card . Alimonda - Conferenza a Spezia eD. Bosco a Roma - Fiasco dei così detti Evangelici- La propagazione della fede e mezzi per ottenerla- L'Amazzonia - Emilia Margotti-Tomatis .

IN PREPARAZIONE ALLA FESTADI MARIA AUSILIATRICE .

Si avvicina il giorno 24 di maggio, de-dicato alla solennità di Maria SS . Ausilia-trice. L'avvicinarsi di questo giorno è pernoi come l'appressarsi della stessa Reginadel cielo e della terra in persona . Chi altrevolte fu presente a tale solennità nellachiesa di Valdocco può far fede del senso

arcano, insinuante, celeste dal quale si sentìpreoccupato , senso inesplicabile ma cheattira i cuori verso la santa immagine,chiama da lontane regioni folle di divoti,produce un generoso slancio per le operevirtuose, commuove a penitenza i peccatori,consola gli afflitti, ristora coloro, che sof-frono le miserie della vita .

Non è solo la bellezza del tempio, lamaestà delle sacre cerimonie, la stupendaarmonia di centinaia di giovanetti cantori,che produce sì mirabili effetti . È la stessamano benedetta della Madonna, stesa su co-loro, che accorrono per onorarla . Questamano benefica si travede nelle molte grazie,di cui i nostri occhi già mirarono e le nostreorecchie già udirono favoriti in quel giornocoloro, che fervorosamente la pregavano ;ciechi, che ricuperarono la vista, storpi eparalitici , che riacquistarono l'integritàdelle membra , moribondi che invocandolada lontano ritornarono in un istante dallamorte alla vita .

Si avvicina dunque il gran giorno, cariCooperatori e Cooperatrici , e noi facendonostre le parole della Santa Scrittura pre-ghiamo Maria SS . a visitarci col suo poten-tissimo patrocinio : Surge, propera, amicamea, et veni . Vieni, o la più bella, la piùpura, la più santa, la più grande, la piùgloriosa di tutte quante le creature . Vieni,o Maria SS . Ausiliatrice ; noi ti attendiamoesultanti nel gran giorno della tua festa !

É pur gradita cosa il pensare che essa è

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Madre nostra pietosa, e noi figli di Colei,che è Madre di Dio, Regina degli Angioli,padrona dell' universo , onnipotente pergrazia, cuore tenerissimo per noi, tale for-mato da Dio stesso, affinchè fosse il canaledi tutte le sue misericordie, grazie, miracoli,trionfi d'amore ! O cari Cooperatori ! I figlipartecipano sempre di tutto ciò, che pos-siede la madre loro .È pur gradita cosa il riflettere come MariaSS . sia stata sempre in ogni secolo la pro-tettrice della Chiesa e dei singoli fedeli, edoggigiorno in modo specialissimo sia bene-fattrice ed ausiliatrice benigna dei Coope-ratori e delle opere Salesiane . E chi nonvede in queste opere la sua visibile pro-tezione? La si scorge in Italia, in Francia,nella Spagna, nell'America ; la si scorge trai popoli civili e tra i barbari ; la si scorgetra i giovanetti cattolici e tra i figli dei Pa-tagoni . Oh ! se non ci renderemo indegnidell'amor suo, noi scorgeremo sempre questasua mano materna a tergere le nostre la-grime in vita ed in morte, a difenderci daogni nemico assalto, a benedirci pel tempo eper la eternità .

E pur gradita cosa il vedere come MariaSS . sia pronta a concedere grazie e bene-dizioni a quanti la invocano sotto il titolodi Ausiliatrice, e cooperano al sostegno edall'incremento delle opere Salesiane, chesono opera sua . Noi abbiam già stampatoalcuni fascicoli di queste grazie negli anniscorsi, e potremmo pubblicarne grossi vo-lumi, se avessimo da raccogliere tutte quelle,che ci son note .

Prepariamoci adunque a celebrare degna-mente la festa del 24 maggio, e le nostrepreghiere, e gli atti di speciali virtù Lesieno quali graziosi inviti a scendere in quelgiorno tra noi colle mani piene di celestifavori : Surge, propera, amica mea, et veni .Ma non sia la nostra una divozione sterile,ma ricca di efficaci proponimenti, che comefiori debbano tramutarsi in frutti copiosi . Ediciamo alla Madonna il motivo che ha divenire con noi : Flores apparuerunt in terranostra . Celebriamo la novena della granfesta, rendendo bella la nostra anima colsanto lavacro della sacramentale Penitenza .Celebriamo questa festa coll'accostarci a ri-cevere degnamente Gesù benedetto nella SS .Comunione . Celebriamo questa festa col farein questi giorni eziandio la solita Conferenzain onore e gloria della celeste Regina, tantopiù che il Sommo Pontefice concede ai ra-dunati la Indulgenza plenaria. Per questaRadunanza noi ci raccomandiamo partico-

larmente ai Capi e ai Decurioni, al cui zeloe pietà spetta l'intimarla .

Mettiamo in questi giorni, alla prova labontà e la potenza di Maria Ausiliatrice .Noi siam sicuri che avremo la consolazionedi raccogliere i particolari ragguagli delle-grazie, che la potentissima Vergine ci avràottenute dal divino suo Figlio Gesù . Surge,propera, amica mea, et veni . Flores appa-ruerunt in terra nostra .

NOVENA DI MARIA AUSILIATRICE.

Diamo qui l'orario delle sacre funzioni durantela Novena e del giorno della solennità, e intantoinvitiamo i Cooperatori e le Cooperatrici della di-vota città a prendervi parte, ad onore dell'AugustaRegina del Cielo .

A quelli poi, che non possono intervenirvi, rac-comandiamo che vogliano celebrarla privatamente,recitando per nove giorni qualche speciale pre-ghiera, o compiendo qualche altra ;pratica di cri-stiana pietà . A questo scopo giova, un appositolibretto intitolato : Nove giorni consacrati all'Au-gusta Madre di Dio . Contiene una considerazione,un esempio ed una pratica per ogni giorno, ed èmolto acconcio alla circostanza, (1) .

ORARIO DELLE SACRE FUNZIONILa Novena comincia il 15 maggio, e vi predi-

cherà ogni sera il M. Rev. canonico BernardinoQuattrini, rinomato professore di sacra eloquenzanel Seminario Arcivescovile di Perugia .

In ciascun giorno lungo il mattino sino alle oreundici vi sarà celebrazione di Messe e comodità diaccostarsi ai santi Sacramenti della ., Confessione eComunione .

Nel mattino dei giorni feriali alle 5 1/2 edalle 7 1/2 Messa e Comunione con particolari eser-cizi di pietà ; e nella sera alle 7 . canto di unalode sacra, Predica e Benedizione col SS . Sacra-mento .

Nei dì festivi , come sono il quarto e l'ottavodella Novena, l'ordine delle funzioni cangia comesegue : Al mattino alle ore 7, Messa e Comunionegenerale ; alle 10 1/2 Messa solenne ; alla seraverso le 3 1/2 Vespri, Predica e Benedizione colSS. Sacramento .

Tutte le pratiche religiose, compresa la Messadelle ore 7, le comunioni e le preghiere dei duegiorni festivi, che occorrono durante la Novena ,sono offerte a Dio secondo la pia intenzione deiBenefattori e delle Benefattrici della Chiesa e del-l'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma, e dellealtre Opere Salesiane .

Nel venerdì, 23 maggio . vigilia della festa, sifarà la Conferenza pei Cooperatori e per le Coo

-peratrici Salesiane nella Chiesa di Maria Ausilia-trice, alle ore 3 1/2 pomeridiane .

(1) Si vende nella Libreria Salesiana di Torino, alprezzo di cent . 20 la copia .

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Il prodotto della questua della Conferenza saràa totale benefizio della Chiesa e dell'Ospizio delSacro Cuore di Gesù in Roma .

VENERDl' 23 MAGGIO .Sera.

Alle ore 6 1/4 Primi Vespri, Predica e Bene-dizione col SS. Sacramento .

SABATO 24 MAGGIO .Solennità di Maria Auto dei Cristiani.

Mattino.Alle ore 7 Messa e Comunìone generale .Alle ore 10 Messa solenne .

Sera .Alle ore 6 Vespri solenni, Panegirico detto dal

M . Rev . Can . QUATTRINI, Tantum Ergo, e Bene-dizione col Santissimo Sacramento .

La solennità sarà resa più splendida per l'interventodi sua Em. Rev.ma il Cardinale Alimonda, o diMons.Bertagna suo Vescovo Ausiliare . In questo giorno verràeseguita dai giovani dell'Oratorio Salesiano, coadiuvatida distinti professori di canto della città, la grandiosaMessa in Re del CHERUBINI (detta Missa solemnis N°2) . - Nei Vespri, il Domine, Dixit e Magnificat sonodel MERCADANTE, tutti gli altri Salmi l'inno Saepedum Christi (ipotipòsi musicale della battaglia di Le-panto) ed il Tantum Ergo del M° Giovanni CAGLIERO.

DOMENICA 25 MAGGIO.Mattino .

Alle ore 7 Messa, Comunione ed altre pratichedi pietà ín suffragio delle anime dei defunti Coope-ratori e Cooperatrici, e dei Confratelli e delle Con-sorelle dell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice .

Alle 10 Messa solenne .

Sera .Alle ore 3 1/2 Vespri in musica , Predica e

Benedizione col SS. Sacramento .Tanto, al mattino quanto alla sera si eseguirà la

musica del giorno innanzi .

NB. - Chi desidera farsi iscrivere nell'Arciconfra-ternita di Maria Ausiliatrice, troverà persona appo-sitamente incaricata nella sacrestia della Chiesa .

GRAZIAper in tercessione di Maria Ausiliatrice .

Ad onore di Maria e per edificazione dei fedelipubblichiamo una delle moltissime grazie, che si ot-tengono quotidianamente per sua potente interces-sione .

Torpiana, 15 aprile 1884 .

MOLTO REVERENDO SIGNORE,Rivolgo a Lei queste mie linee per incarico

datomi da una mia sorella, la quale, come già altra

volta le scrissi, fu dalla possente Ausiliatrice deiCristiani graziata della salute, e liberata da unapolmonite sì fiera, che forte facea temere anche ipratici dell'arte sanitaria . Si fu appunto in quellostato tanto pericoloso ch' ella fè ricorso a MariaAusiliatrice, e promise di donare al suo Santuariodi Torino tutto l'oro del suo sposalizio . La San-tissima Vergine, madre ognor benigna, accettò latenue offerta, le fece la grazia e la serbò ancoraall' amore del suo compagno e dei suoi cinquefigliuoli .

Parte del suo voto l'adempì quando fu costì inTorino e parte deve ancora adempierlo . Ora ellabrama sapere da V . S. M. R. se le tornerà piùgradito l' oro stesso, oppure l' equivalente, indanaro: Ell'è disposta a far quello che da V . S .le verrà suggerito. Abbia pertanto la gentilezzadi rispondermi qualche cosa su tal proposito, poi-ché a mia sorella sta molto a cuore l' adempi-mento della fatta promessa .

Io pure dopo che feci ricorso a Maria Ausilia-trice sto assai meglio, ed anche il dottore fida divedermi presto perfettamente risanata . Sarà que-sto un debito di più ch'io avrò con la VergineSS. ed un favore di più ch' Ella aggiungerà aquei tanti che già mi fece. Sia Ella sempre amatae benedetta da tutte le genti .

Mi faccia la carità di una speciale preghieraper me a Maria, mentre con tutta stima ed osse-quio mi professo

Um.a ed Ubb . ma ServaANGELA SOTTANI

NB. - Da una persona anonima e pur favo-rita da Maria abbiamo ricevuto la limosina diL . 50. Non potendo ringraziarla per ignorarne ilnome, preghiamo la Beatissima Vergine a span-dere sopra di lei favori ognor più segnalati .

PARTE DELLA CHIESA DEL SACRO CUOREinaugurata al divin culto.

Abbiamo la consolazione di rendere consapevolii Cooperatori e le Cooperatrici che la carità fat-taci per la erezione della Chiesa del Sacro Cuore diGesù in Roma ricevette già il principio di quellasplendida corona, la quale tra non molto sarà ter-minata e riuscirà loro di soavissima gioia in questaterra, e caparra di gran premio in Cielo .

Stante il grave bisogno di un locale più ampioche non fosse la cappella provvisoria, onde racco-gliere per la istruzione religiosa e per le sacrefunzioni le più migliaia di fedeli, che formano lanuova parrochia del Sacro Cuore, si giudicò d'i-naugurare al divin culto il Coro e il Presbiterodella Chiesa in costruzione , fortunatamente giàcondotti a termine . Questa parte principalissimadel sacro edifizio, il 23 dello scorso marzo, venneperciò solennemente benedetta dall'EminentissimoCardinale Lucido Maria Parocchi , n uovo VicarioGenerale di Roma, con gran festa della numerosapopolazione e con alta soddisfazione del SantissimoPadre Leone XIII .

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Tale notizia deve tornare certamente gradita aquanti con limosine ed altri sacrifizi concorsero aquest'opera religiosissima, e in pari tempo deve sti-

molare vieppiù la loro carità a prestarci genero-samente la mano, affinché possiamo ben presto con-durre a fine l'intiero Santuario alla gloria deiSacratissimo Cuore di Gesù .

Intanto ringraziamo di tutto cuore quelle bene-vole persone, che ci aiutarono a compiere già sì granparte del sacro monumento, e preghiamo il Cuoreamorosissimo di Gesù a ricompensarnele fin d'oracon ogni squisitezza dei suoi divini favori , e adinspirar loro a non venirci meno nella nobilissimaimpresa .

LA VOCE DELLA VERITÀla Chiesa nuova al Castro Pretorio .

L' egregio giornale romano « La Voce dellaVerità » nel suo numero 70 riferiva col seguentearticolo il fatto da noi sopra enunciato

« Secondo che preannunziammo, Domenica ultimaprecorsa furono aperti al pubblico il Coro ed ilPresbiterio della nuova Chiesa parocchiale dedicataal Sacro Cuore di Gesù , che da qualche anno sista costruendo lassù al Castro Pretorio, sopra levie Porta S. Lorenzo e Vicenza .

Mantenendo la riserva che facemmo nel nu-mero antecedente, di non iscrivere con dettagliodi tale grandiosa fabbrica, la quale, fin d' ora lonotiamo,, è stata disegnata dall'architetto romanosignor conte Francesco Vespignani, ci occuperemooggi invece e solamente del rendiconto della grandegiornata che la Fede registrava ieri nel libro aureodelle sue glorie .

» Cominciamo dalla sacra cerimonia, onde si èinaugurata la festa d'apertura della suddetta partedel novello tempio .

» Intorno alle ore sette e mezzo antimeridiane,Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale LucidoMaria Parocchi, Vicario Generale del Sommo Pon-tefice Leone XIlI , procedette in forma solennealla benedizione del Coro e del Presbiterio, e dellelocalità adiacenti a questi, e, in modo più o menodiretto, inservienti anch'esse al culto .

» Compiuta l' augusta cerimonia alla presenzadi numeroso popolo, che aveva persino invaso lecantorie, nonostante le vaste proporzioni del sacroambiente, l'Eminentissimo Principe di S . M. C .,assistito sempre dai suoi cerimonieri e dal RevmoProcuratore Generale dei Salesiani e Parroco dellaChiesa stessa, Don Francesco Dalmazzo, e facendoala ad esso gli altri Sacerdoti Salesiani ed i pic-coli chierici della Parocchia, prostratosi dinanziall'altare di mezzo (oggi gli altari sono tre), par-tecipò al canto delle Litanie dei Santi, e dopo diquesto celebrò al prefato altare l'incruento Sacri-ficio, distribuendo il Pane eucaristico a molti divotid'ambo i sessi .

» Sul finire della santa Messa, precisamente dap-presso al B enedictio Dei Omnipotentis, Sua Emi-nenza Reverendissima rivolse al popolo un brevediscorso. che tutti, anco i più lontani dall'illustre

oratore, debbono aver inteso, grazie all'armoniositàdel luogo .

» Il Cardinale Parocchi, con quella lucidezza didire che tanto gli è propria e risponde addiritturaal nome ch'egli porta, e con quella efficacia di ra-gionamento che non mai si scompagna da' suoi elevatisermoni, salutò anzitutto la nuova opera surta lìdove , pochi anni or sono , non erano che orti evigne ; salutò il nuovo Santuario diventato una ne-cessità per l'esteso e popolato rione che è succe-duto alle terre , non ha guari , quasi disabitate ,presagendo ei poscia i grandi vantaggi morali espirituali, i frutti preziosi d'ogni maniera che de-riveranno dal medesimo, e in tempo non lontano .Ebbe quindi nobili, vibrate parole all'indirizzo diquell' uomo di Dio che è il venerando Sacerdotetorinese Don Giovanni Bosco , al quale è dovutal' erezione del Santuario, nonchè all'indirizzo deibenemeriti Salesiani che , imitatori e seguaci diquel fondatore della loro Congregazione, attende-ranno all' ufficiatura del Santuario stesso. Final-mente, siccome ancora dell'altro c'è da fare primache la chiesa sia compiuta, eccitò e calorosamentei fedeli ad aiutare il compimento dell'edificio, adaffrettarlo col loro generoso concorso . « La Chiesaspirituale (sembraci abbia detto l' EminentissimoPrincipe), che sta nel cuore dei cattolici, dev'essafarsi ausiliatrice del tempio materiale : quando la fedee lo zelo interno pel culto cattolico verranno estrin-secati col fatto dai parocchiani, allora essi potrannoappellarsi degni del Santuario e del Sacro Cuoredi Gesù, a cui è consacrato .

» La bella e prima funzione antimeridiana furesa completa dall'intervento degli alunni della ri-nomata Scuola Gregoriana , che , accompagnatidall'Harmonium, cantarono con la ben nota lorovalentìa, pie ed affettuose canzoni durante la Messadel Cardinal Vicario .

» Alla Messa letta dal Parroco Don Dalmazzo,cui ascoltava pure l' Eminentissimo Parocchi, la-sciando questi dippoi la chiesa, ne faceva seguito,verso le ore dieci e mezzo antimeridiane , altracantata dal reverendo Sacerdote prof . Bielli, deiSalesiani .

» La musica di questa Messa, composta dal RmoMons. Giovanni Cagliero, egli pure Salesiano, inoggi Vicario Apostolico di Patagonia, venne feli-cemente eseguita dagli allievi della Scuola musi-cale della Parocchia .

» Questi cenni valgano per le due funzioni an-timeridiane .

» Nel pomeriggio , avuto che ebbe termine laconsueta quotidiana predica quaresimale, fatta dalzelantissimo Missionario Apostolico e Sacerdote Sa-lesiano Don Giuseppe Maria Persi, che trattò l'argo-mento del Purgatorio, al cospetto di un'affollata u-dienza, l' Illmo e Rev mo Vice Gerente di Roma, Mons .Giulio Lenti, previo il canto delle Litanie Laure-tane e del Tantum Ergo, le une e l'altro in mu-sica, eseguito dagli alunni della Scuola suindicatadella Parocchia, impartiva la trina benedizionecoll'Augustissimo Sacramento .

» E così si chiuse la splendida giornata che, con-siderando l'affluenza di gente nel corso della me-desima al tempio, e quella raffrontando all'indif-

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ferentismo dei nostri giorni in materia di religio-ne, convien concludere abbia aggiunto un altrotrionfo agl'innumeri ai quali è avvezza la Fede . »

Fin qui La Voce della Verità del 25 e del 26marzo .

ENCICLICA DI LEONE XIIIContro la Società Massonica .

Come dal sole procede la luce ed il calore adiffondere da per tutto la vita , così dal palazzodel Vaticano, o per meglio dire dal Papa, si man-dano splendidi raggi di alta sapienza e di celestecarità, che diradano le tenebre di errori più mi-cidiali, e recano ad un tempo il rimedio a malori,minaccianti di morte l'umano consorzio .

Uno sprazzo di vivissima luce, un nuovo lampodi divina carità per illuminare e salvare il mondoodierno è uscito testè dal Sommo Pontefice Leo-ne XIII , ed è una sua Lettera Enciclica in datadel 20 scorso aprile, diretta a far conoscere le i-niquità, i biechi intendimenti e le male arti dellasocietà dei Frammassoni , e a impedire e a sce-mare almeno le rovine morali, religiose e sociali,che va menando tra i popoli cristiani .

Il sapiente ed invitto Pontefice colla sua solitalucidezza di mente, con sodi argomenti di celestedottrina , con perizia di abile ed infallibile mae-stro svela che cosa sia e che cosa intenda la so-cietà Massonica, ne dimostra la monstruosità deglierrori perniciosi alla società ed alla famiglia, con-trarii non solo alla fede, ma alla stessa ragione eall' onestà naturale , segnala le arti maligne cheusa la diabolica setta per accalappiare la gente, einfine addita ai Vescovi del mondo cattolico cin-que mezzi da adottare, per opporre un argine effi-cace al suo devastatore progresso .

Lasciando ai reverendissimi Vescovi il cómpitodi segnalare ai fedeli i mezzi suggeriti dal Su-premo Gerarca, noi proponiamo ai nostri Coope-ratori e alle nostre Cooperatrici che si provve-dano questa stupenda Enciclica del Santo Padre,e poi la leggano e la facciano leggere alle per-sone di loro famiglia , specialmente ai giovani , iquali nei giorni nostri sono in modo particolareinsidiati dalla frammassoneria, invitati ed eccitatiad ascriversi nelle sue orde infernali .

Per facilitare a tutti questa lettura la nostraTipografia Salesiana di Torino ristampò la letterapontificia in libretto a parte, e la nostra Libreria lavende al modico prezzo di 10 centesimi la copia .

Cooperatori, in questa Enciclica il Papa eser-cita il ministero del supremo suo apostolato , eparla alla Chiesa a nome di Gesù Cristo ; quindila sua parola , il suo insegnamento è infallibilequale un oracolo dello Spirito Santo . Leggiamolaadunque con fede come una lettera mandataci daDio, ed impariamo a vegliare su noi e sui nostricari, affinché non cadiamo nelle trame di Sata-nasso, e non ci rendiamo infelici in questa e nell'al-tra vita .

RAGIONAMENTO SUL PATRIARCHIO LATERANENSE

ed una lettera del Card . Alimonda .

Il sac . D. Francesco Cerruti, direttore del no-stro Collegio di Alassio e autore della Storia dellaPedagogia in Italia, colta l'occasione dell'alto con-cetto, esternato dal sapientissimo Pontefice LeoneDecimoterzo , quello cioè di ricostituire l' anticoPatriarchío Lateranense e porre colà gli studi diquanto si attiene all'alta teologia, scrisse testé epubblicò un apposito ragionamento . In questo eglidice che cosa fosse l'antico Patriarchío Lateranense,qual posto occupi nella storia della pedagogia ita-liana e mondiale, e quali saranno nell'ordine in-tellettuale , morale e civile le conseguenze dellasua ricostituzione . È un lavoro molto opportunoai giorni nostri, e degno di essere letto da quantidesiderano di conoscere quello, che in tutti i tempifecero i Romani Pontefici per tenere accesa nelmondo la face della scienza , e come Roma peropera loro sia sempre stata e sia della vera scienzail faro più luminoso .

Il sac . D. Cerruti avendo dedicato il suo lavoroall'Eminentissimo signor Cardinale Alimonda Ar-civescovo di Torino, questi degnavasi di scriverglila seguente lettera , la quale , mentre fa meglioconoscere l'importanza e il pregio dell'operetta an-nunziata, svela ad un tempo il bel cuore del dottoed eloquente Porporato e l'animo suo benevoloverso dei Salesiani

« Molto illustre e carissimo signore,Le stringo di cuore la mano, e benedico la

sua penna , affinché continui a tramandare splen-dori tanto belli! Bravo il mio signor D . Cerruti!Ella ha scritto stupendamente su gli alti concettipedagogici di Leone XIII, ha svelato al mondo ungrande concetto, una grande idea dell'attuale Pon-tefice e lo ha fatto con penna forbita e col cuoredi un'anima credente .

» La ricostituzione dell'antico Patriarchío La-teranense, mentre formerà una pagina d'oro nellastoria di Leone XIII, sarà una benedizione per laChiesa. I nuovi discepoli emuleranno la maschiezzadegli antichi : usciranno di colà agguerriti e forti,belli e potenti come il genio del bene : sarannosalvatori della società .

» Nel suo Ragionamento però ho trovato unacosa, che m'ha dispiaciuto . . . ho trovato una cosa,che non doveva essere stampata . . . Parlo delle lodi,che ella fa di me poverello . Oh ! a vece di lodi,mi dia preghiere, levi le mani al cielo per invo-care sopra della mia persona la misericordia delSignore ! Preghiamo, mio carissimo, preghiamo avicenda : Oremus ad invicem ut salvemur .

» Le rinnovo i miei ringraziamenti , Le pregoda Dio salute e forza da per continuare nell'o-norabile palestra, e nel benedire a Lei e a tuttii buoni Salesiani che trovansi costì, godo raffer-marmi con vera stima

» Della S. V. Carmaa Torino, 3 aprile 1884 .

» Devotissimo servitore+ GAETANO, Card. Arcivescovo . »

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CONFERENZA A SPEZIA

E D. BOSCO A ROMA .

Dal Segretario, che accompagnò D. Bosco aRoma, riceviamo lettera, in cui vien data notiziadella sua salute e fatta relazione di una Conferenzada lui tenuta nella nostra chiesa di Spezia, il giornodi Pasqua, nel suo passaggio per quella città .

Roma, .17 Aprile 1884 ..

CARISSIMO D . BONETTI,

Siamo giunti in Roma, e D . Bosco continua astare abbastanza bene in sanità . Si vede che il buonDio e Maria Ausiliatrice si degnano di esaudire lepreghiere, che si fanno per lui . Proseguiamo a pre-gare e speriamo in quel Dio, qui sanat omnes in-

firmitates,ed in quella Vergine pietosa, che agiusto titolo è appellata Salus i nfirmorum .Inquanto a me, non ostante la occupazione dello scri-vere lettere e dell'assistere il nostro caro Padre,non mi resto dallo scrivere le mie impressioni al-l'uno ed all' altro de' miei confratelli . A te oggiscrivo specialmente per darti relazione di una speciedi Conferenza, che D . Bosco ha tenuto nella chiesadel nostro Oratorio di S . Paolo della Spezia, laDomenica di Pasqua . Nel mattino alle ore 7 1 / 2 eglicelebrò la Messa della comunità ed amministrò lasanta Comunione ai giovanetti del Collegio e aifedeli accorsi in gran numero ; e nella sera versole ore 7, essendo la chiesa stipata di gente pre-cedentemente avvertita, D . Bosco sebbene stancosalì sul pulpito, e tenne in sostanza il seguentediscorso .

« Mi presento a voi, o cari uditori, col cuoreveramente commosso dalla riconoscenza pel beneche voi avete fatto e fate tuttora a questo Ora-torio Salesiano. Quanti giovanetti il dovranno avoi, se hanno conservata la fede, se vissero dabuoni cristiani, se giunsero all'eterna felicità . Perquesto fine io vengo per fare nuovo appello allavostra carità, vengo per raccomandarvi una questuaper sostenere opere che non sono mie, ma appar-tengono al Sommo Pontefice, e gli stanno somma-mente a cuore. Esso l'immortale Pontefice LeoneXIIl vi dà pel primo uno splendido esempio . Seesiste alla Spezia questo Oratorio, dove tanti gio-vanetti trovano il pane della vita, dobbiamo a Luiesserne riconoscenti . Sì, il Santo Padre è povero,vive di elemosina, perchè fu privato di tutto, ep-pure per la Spezia il povero Pontefice trova mododi mandare mensilmente soccorsi, coi quali si rendepiù povero ancora a vantaggio dei giovanetti dellevostre famiglie, della vostra città . Imitate adunquequesto splendido esempio di generosità .

Voi mi direte : E fino a quando dovremo conti-nuare a prestarci in queste opere di beneficenza?- Fino a quando? Cari miei! Finchè vi sarannoanime da salvare , finchè i poveri giovanetti nonsiano più circondati da insidie e da inganni, sinoa che siano giunti alle porte dell'eternità, ed en-trati in paradiso, ove solamente potranno trovarsial sicuro dagli agguati, che loro tende il nemico .

Io potrei oggi ragionarvi delle missioni dei nostri

Salesiani sparsi nelle varie parti del mondo e spe-cialmente in America, parlarvi delle loro fatiche,dei loro bisogni, del bene che operano ; ma milimito invece a parlarvi della Chiesa e, dell'Ospiziodel Sacro Cuore di Gesù in Roma, I protestantihanno aperto in Roma scuole e templi per sedurrei Cristiani e specialmente la povera gioventù . IlPapa Leone XIII addolorato per tanto disastro fecedire a D . Bosco essere necessario salvar l' onoredella Religione Cattolica, e porre un argine allapropagazione dell'eresia, e al peryertimento dellagioventù. E in qual modo? Coll'erigere la Chiesagià designata al Sacro Cuore di Gesù, ed un grandeOspizio per raccogliere i giovanetti peric olanti . -Santo Padre , io ho risposto , di buon grado iomi accingo a quest' opera, ma non ho danari . -E questo io pure non ho, disse il Sommo Ponte-fice. Rivolgetevi dunque ai fedeli,e dite che ilSanto Padre raccomanda a tutti la Chiesa del SacroCuore , e che il Signore benedirà temporalmentee spiritualmente chiunque presterà mano ad operacosì bella . Ecco o cari Cristiani, ecco perchè ioho cercato e cerco sussidii altrove e qui , eccoperchè ora si farà una questua in questa Chiesa .Si tratta di onorare l' amoroso Cuore del nostrodolcissimo Salvatore . Il Sacro Cuore di Gesù è lasorgente di tutte le benedizioni, di tutte le grazie .Tutti abbiamo bisogno di queste grazie . Facendoquindi un'obblazione in onore del Sacro Cuore chie-diamo nello stesso tempo quella grazia di cui ab-biamo speciale bisogno o per l'anima o pel corpo,o per i genitori, o per la figliuolanza o per i nostriinteressi materiali, o per il conseguimento di qualchebene intellettuale o morale, e state certi che ot-terrete quanto sarete per chiedere , perchè Dionon si lascia vincere in generosità quando lavostra domanda non sia d' impediment o al vostrobene spirituale .

Altra ragione per contribuire si è Colui , chechiede la vostra elemosina in nome del Sacro Cuore .Chi chiede la vostra limosina è lo stesso SommoPontefice, il nostro Padre, il Vicario di Gesù Cristo .Il Santo Padre domanda che procur iate favoriredue cose in modo particolare : questa opera del-l'Oratorio nella Spezia, e l'opera del Sacro Cuoredi Gesù in Roma. Il Santo Padre dal canto suoche cosa fa , che cosa promette? `Sta colle manilevate al cielo, prega per voi, vi benedice, ed ognigiorno si ricorda di voi nella Santa Messa. La suaintercessione è potentissima per l' autorità dellaquale è rivestito, per l'amore col quale è predi-letto dal Sacro Cuore di Gesù. Esso parla in nomedel Sangue del Salvatore, e noi non ascolteremo?Esso ci invita in nome della salvezza di tante a-nime immortali, e noi saremo restii? Esso chiedesoccorso ai figli per i fratelli e noi rifiuteremo ?Ah no ! Voi non farete certamente questo tortoal Vicario di Gesù Cristo, e al vostro caratteredi Cristiani cattolici .

Qualcuno forse dirà : E dove dovró io prenderedanari? Le mie entrate non sono grandi i tempi sonodifficili, i negozi non prosperano - La sciate cheio vi parli con libertà . Se vogliamo soddisfare uncapriccio, prenderci un divertimento, fare in certecircostanze una bella figura in società, oh allora

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sappiamo trovar danaro ; e poi non troveremonoi un obolo da donare a Gesù Cristo , mentretutto quello che possediamo l'abbiamo da Lui, chepuò renderci centuplicato anche in questo mondoil nostro dono?

Altri dirann : Sono tanti che domandano l'ele-mosina per opere buone così svariate e molteplici!Ce ne sono troppe ! - Questa risposta , o carimiei, non è da Cristiano . Voi dite : Non posso so-stenerle tutte queste opere buone ; ed io vi do-mando in confidenza : ne sostenete almeno qual-cuna ? Io credo che quelli, i quali gridano che cene sono troppe , non ne sostengano nessuna . Ah!ricordatevi che il far carità è un obbligo . Se nonsi hanno danari si può dare oggetti di vestiario,si può dar commestibile, si può cercare e incorag-giare altri che lo facciano . Se assolutamente pos-sediamo nulla, vi è l'opera delle opere : La pre-ghiera. Pregare perchè il Santo Padre sia conso-lato e confortato nel grande uffizio di reggere laChiesa ; pregare per gli operai evangelici, accioc-chè il Signore dia loro sanità, forze, virtù, mezzi,corrispondenza, trionfo nelle loro missioni ; pregareper le anime de'traviati, affinché si convertano, deigiusti, affinchè perseverino ; ecco una limosina, chenon tutti fanno .

Qualcun altro per esimersi dal fare elemosina dice :Io potrei fare limosina , ma desidero riservarmiqualche cosa per i miei bisogni futuri ; potrebberosuccedere anni nei quali le campagne renderannopoco, ristagno d'aff are, fallimento, e simili disgrazie .Quindi bisogna c he io pensi all'avvenire e mi mettain serbo una qualche fortuna . - Pur troppo ciò, chevien chiamato previdenza, è cagionato da mancanzadi fiducia nella divina Provvidenza ; pur tropposi risparmia oggi, si risparmia domani, agli avanzidegli anni addietro si aggiungono gli avanzi del-l' anno seguente, cresce nell' animo l' amor aldanaro, e lo spirito dell'avarizia ; pur troppo checoll'accrescersi della fortuna il cuore si fa semprepiù duro verso i poverelli , e a poco a poco dalsuo stesso denaro un Cristiano è tirato all'inferno .I Cristiani furbi non accumulano danaro per untempo che passa come un lampo, danaro che inbuona sostanza si può chiamare denaro di morte ;i Cristiani furbi con opere buone portano all'eter-nità il danaro della vita . S. Lorenzo era il depo-sitario dei tesori della Chiesa Romana . Il Presidepagano avido di queste ricchezze, chiamato a sèil S . Diacono gl'intima di consegnargli quanto oro,argento, pietre preziose avea in deposito . S. Lo-renzo promise che avrebbe ciò fatto, chiedendo iltempo di pochi giorni per radunarle. Il Preside ac-consentì, sicuro di aver tra poco la preda agognata ;ma Lorenzo distribuita ai poveri la somma di da-naro ritratto dal tesoro venduto, di costoro radunòuna folla grandissima nell' atrio del Preside . En-trato quindi al suo cospetto, lo pregò a voler di-scendere nell'atrio, poichè avrebbe visto il man-tenimento della sua promessa. Il Preside al primovedere tanta foll a di miserabili, meravigliato chiesea Lorenzo, perchè avesse condotta colà tutta quellagente . ;- Sono, disse il santo, i tesori della Chiesaquesti poveri ed io te li ho presentati, come tiaveva promesso. - Il Preside credendosi schernito

sali sulle furie : L'oro e l'argento io ti ho chiesto ;ove l' hai tu nascosto ? - Ed il Santo risposeFacultates Ecclesiae, quas requiris , in caelestesthesauros manus pauperum deportaverunt . - Lericchezze della Chiesa che tu agogni furono por-tate nei tesori celesti dalle mani dei poveri . Sì,cari miei. Le mani dei poveri portano le nostreelemosine in paradiso . Dare ai poveri il nostroobolo è come darlo nelle mani di Gesù Cristo . IlDivin Salvatore protestò che nell'ultimo giudiziopronuncierà la sua sentenza principalmente secondoche avremo o non avremo avuto viscere di mise-ricordia per i meschini, e dirà apertamente innanzia tutto il mondo : - Ciò che avete fatto al piùpiccolo di costoro lo avete fatto a me . - Voleteportare con voi il vostro danaro non nella tomba,non nella perdizione, non nell'eternità dell'inferno,ma nell'eternità del paradiso ? Fate elemosina aipoveri, specialmente quando si tratta di coadiuvarela salute delle loro anime . Il Salvatore ha fati-cato, ha sudato, ha vissuto povero, ha patito , èmorto per le anime. E voi guardate quanti po-veri giovanetti vi sono mai nel mondo , che tra-diti, che ingannati, che senza educazione religiosacadono nel vizio e si perdono! E potete voi resi-stere impassibili a così straziante spettacolo? Ba-date che ai cuori duri dice Gesù Cristo : - Tunon ti adoperi a salvare le anime coi mezzi cheio stesso ti ho dato, perciò il tuo danaro sia tecoin perdizione . - Procuriamo adunque di promuo-vere i nostri veri interessi . Diamo a Gesù Cristo,e quanto daremo ci sarà restituito con usura neltempo e nell'eternità, perchè la banca del Signorenon fa fallimento .

Ho parlato come a fratelli, quindi perdonatemila libertà e la confidenza del mio dire . Vado aRoma e porterò l'offerta che voi farete, perchèsia impiegata nello edificare la Chiesa e l'Ospiziodel Sacro Cuore. Parlerò di voi al Sommo Pon-tefice, che tanto tiene a cuore la popolazione dellaSpezia, come lo dimostra questo Oratorio mede-simo, soccorso da lui più di quello che le sue forzegli permettano . Io gli chiederò la benedizione pervoi, per le vostre famiglie, e pei vostri interessi .

lo poi dal canto mio non mancherò di fare ognimattina una preghiera speciale per voi, e voi ab-biate la bontà di pregare per me . Così coll'eser-cizio della carità operosa e colla preghiera avremofondata speranza di trovarci tutti insieme in Pa-radiso. »

Così finiva il nostro amatissimo D. Bosco . L'u-ditorio era composto nella massima parte di operai,poichè per i signori era quella l' ora del pranzo .Eppure la colletta fu abbastanza cospicua, ed unanello d'oro colla sua stessa semplicità di ornatopalesava che il donatore sconosciuto avea certa-mente fatto un non indifferente sacrifizio in onoredi Gesù Cristo . Terminavasi la funzione col Tan-tum Ergo in musica e colla benedizione del SS. Sa-cramento .

D . Bosco rientrava in camera continuando leudienze. Verso le 10 ritiravasi a prendere un pocodi riposo. Alle 2 antimeridiane era già in piedi,e alle 2 e 40 partivamo di Spezia per alla voltadi Roma .

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Perdona se fui troppo lungo. Ho pensato discriverti questa relazione, nel caso che potesse ser-virti pel Bollettino .

Fino ad oggi D. Bosco non ha ancor fatto nes-suna visita, ma i visitatori non mancano . Vi hatutto a sperare che sotto la sua guida si potràmettere in moto la disegnata lotteria, della qualeei parla con tutti e per la quale cerca promotori

epromotrici. I nostri buoni Cooperatori e zelantiCooperatrici a suo tempo smercieranno i biglietti

in ogni paese d'Italia, e Iddio farà il resto. Sa-lutami D. Rua, D. Cagliero, D. Lazzero, D. Du-rando, D . Sala, D. Berto, ecc . ecc. e credimi

Tuo aff.mo in Gesù CristoSac . LEMOYNE GIOVANNI BATTISTA

FIASCO DEI COSÌ DETTI EVANGELICI

Prima che D. Bosco passasse alla Spezia e vitenesse la riferita Conferenza ricevemmo da unCooperatore di quella città la consolante notizia ,contenuta nella seguente lettera, che presentiamoai nostri lettori, affinché ne godano e ne ringra-zino con noi Iddio .

« È già da qualche tempo che mi trovo nellacittà di Spezia, famosa pel suo golfo e per le o-pere militari, che si vanno costruendo a difesa dalgrande arsenale . La setta , detta per antifrasi e-vangelica, aveva piantato qui le sue tende . Pro-tetta e sicura d'impunità non se ne stava oziosa,e disseminava largamente in modo proteiforme glierrori dei protestantesimo , cotalchè nel 1880 lesue scuole erano frequentate da oltre cinquecentoalunni : ma il buon senso de' cittadini si riscossemirabilmente, e il numero di coloro, che essa a-veva guadagnato alla miscredenza con mezzi cheè bello il tacere , andò sensibilmente diminuendoogni anno, ed oggi è ridotto a soli 17 .

» Qual fu la causa di questa catastrofe ? Ful'ottimo Istituto Salesiano di D . Bosco, e lo con-fessano gli stessi protestanti . I savi maestri, chestudiano e posseggono lo spirito di S. Francescodi Sales, non risparmiano tempo e fatica nello im-partire una soda istruzione e cristiana educazioneai numerosi giovanetti interni ed esterni, che ac-corrono alle scuole dell' Istituto , dove si trovapure un giardino ricreativo, e si dispensano premii,e si provvedono libri, scarpe, abiti ed anche vittoa chi ne manca . Il loro zelo e perizia, ecco i fat-tori di tale consolante risultato . » Così il benevoloSpezzino .

A questa grata notizia aggiungiamo che le dettescuole furono nel mese di marzo diligentementevisitate dal Regio Ispettore locale, il cav . Bonino,il quale ne fu soddisfattissimo . In prova del chediamo qui la lettera, che egli ne scriveva al Di-rettore di quella nostra Casa , sac. D . GiuseppeLeveratto. Vi premettiamo solo, che il bene ope-rato dalle scuole e dall' Oratorio Salesiano dellaSpezia, noi lo attribuiamo anzitutto a Dio, il qualesi è degnato di benedire i nostri deboli sforzi ;poi ai cittadini, che ci mandarono numerosi i lorofigli ; indi ai benefattori di quell'Opera, e soprat-

tutto al promotore di tutte le opere buone delmondo, che è il Pontefice Leone XIII.

Ecco ora la lettera del Regio Ispettore

a Spezia, li 31 Marzo 1884.

» Ill.mo signor Rettore,» Compio, per la seconda volta, al gradito de-

vere di segnalare a V . S. Ill.ma la mia viva sod-disfazione per l'ottimo andamento di tutte le scuoleelementari e complementari di codesto Collegio ,alla cui direzione Ella degnamente presiede .

» E lo fa anche più volentieri in questo secondoanno , in cui la lodata S . V., bene accogliendo imiei suggerimenti , al corso elementare già com-pleto, aggiunse una prima intermedia tra la primasuperiore e la prima inferiore, nella quale gli a-lunni, che lasciati in una correano rischio di per-dere un tempo utile, ed ammessi nell'altra poteanoessere d' inciampo, allo sviluppo del programma,ed in fine d'anno non potea la prima classe dareun contingente abbastanza numeroso alla seconda,ora profittano, e la prima può dare il suo conti-gente alla seconda, come questa alla terza, e laterza alla quarta, con risultati soddisfacentissimi .

» Fo adunque con lei le mie sincere congratula-zioni pel nuovo ordinamento dato alle scuole ele-mentari inferiori e superiori , nelle quali il gra-duato insegnamento dato con buon metodo, la di-sciplina educativa, ed il profitto degli alunni nonlasciano proprio nulla a desiderare .» E queste mie congratulazioni voglia V. S .

Ill .ma ripeterle a tutti e singoli i suoi bravi mae-stri ed aiuto-maestri, non che agli alunni di tuttele classi, mentr' io con perfetta stima e particolareaffezione pregio dirmi

» Di lei» Devotissimo

» C . ALVANO BONINO R . Ispettore . »

LA PROPAGAZIONE DELLA FEDEE MEZZI PER OTTENERLA.

Da Orvieto ci venne comunicato tempo fa unbreve lavoro intorno alla Propagazione della Fede,opera di un illustre Canonico di quella città ,e fervido Cooperatore Salesiano. Crediamo cosautile il pubblicarlo in questo nostro periodo, e ilfaciamo tanto più volentieri, in quanto che speriamodi poter eccitare così i cuori cattolici a dilatarecon uno zelo vie maggiore il regno di Gesù Cristo,e a diminuire in qualche poco i danni recati allaCongregazione di Propaganda dalla famosa sentenzadella Corte di Cassazione di Roma, che la obbligò aconvertire i suoi beni in cartelle, incagliando grave-mento la sua amministrazione e i pronti e validisoccorsi alle estere Missioni .

1 .L'umanità decaduta in Adamo .

Eravi tra Gerusalemme e Gerico un desertofamoso per le aggressioni e le stragi, che vi fa-cevano gli assassini , dei viandanti , che per colà

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passavano. Sventuratamente un cotale, che da Geru-salemme andava in Gerico pel disbrigo de'suoi affari,incappò tra i loro artigli . Non paghi d'averlo dispo-gliato di ciò, che portava seco, crudelmente avven-tano più colpi contro di lui, e coperto di ferite lo ab-bandonano in un lago di sangue . Intanto un Sacerdotegiudeo, in passando per quella via, gitta uno sguardosull'infelice, ma non punto commosso per tal vistaprosiegue il suo cammino . Poco stante, passa unLevita, e sebbene più da vicino vegga le ferite ,ne oda i lamenti , non però è più sensibile delprimo : ancora questi passa oltre senza apprestar-gli un aiuto. Gran ventura fu per quell' infelice,che sopravvenendo un cittadino di Samaria , evedutolo in quello stato sì deplorevole , discendetosto dal suo giumento, a lui s'appressa, si curvaa lavare con vino i grumi di sangue delle ferite,le unge con olio per lenirne l' acerbità , stringequelle piaghe ; le fascia ; e , sollevatolo amorosa-mente dal suolo , lo adagia sul suo giumento , elo conduce al vicino albergo per proseguirvi lecure ed ottenerne la perfetta guarigione . Al qualfine consegna all'albergatore due preziose monete .La carità del Samaritano conseguì mirabilmente ildesiderato effetto .

2.L'umanità rialzata per Gesù Cristo .

Chi è mai quello sventurato viandante che daGerusalemme sen va a Gerico? È Adamo (e inlui e per lui tutto l' uman genere) , che pel suopeccato decade dalla vera Gerusalemme, ossia dallostato d' innocenza della giustizia originale, ed in-comincia a vivere una vita terrena, varia , inco-stante (significata da Gerico) . Pur egli cadde nellemani di spietati assassini, cioè degli angioli delletenebre, che lo spogliarono di tutto il più pre-zioso, cioè della grazia santificante, della giustiziaoriginale e con essa di tutti gli altri doni gra-tuiti, di che avevalo Dio generosamente ricolmo ;e lo copersero di mortali ferite . L'intelletto fu otte-nebrato dall' ignoranza , la volontà riluttante albene, il cuore proclive al male, il libero arbitrioin continua lotta tra il male ed il bene, gli appe-titi inferiori in ribellione colla ragione, la ragionecon Dio. Misero Adamo, come fu profonda la tuacaduta ! Ambisti di farti simile a Dio, e ne incor-resti lo sdegno ; eri ammantato di gloria ed orasei coperto d'ignominia ; eri figlio di Dio, ed oraschiavo del diavolo ; eri destinato pel cielo e tiscegliesti l' inferno. Deplorabile sventura! Comeriparare le ruine della sorte di Adamo e della suaposterità , accresciute da tanti peccati personali ?Da chi sperare tale riparazione? Dalla virtù delministero levitico per l'osservanza dei riti e delleceremonie prescritte da Dio nella legge data aMosè, o dalle moltiplicate vittime offerte a Dio dalSacerdozio ebraico, l'uno e l'altro figurato nel Le-vita e nel Sacerdote, che non si mossero a pietàalla vista dell'infelice? Mai no : questi additavano,proclamavano le piaghe della decaduta Umanità ,ma non potevano punto guarirle. A placare la Mae-stà infinita per l'offesa recatale dal peccato di o-rigine e dai peccati nostri , faceva uopo di una

soddisfazione di merito infinito : solo per questaera a sperarsi il perdono dei peccati , la riconci-liazione con Dio, la sua grazia e figliuolanza , lariabilitazione al diritto della gloria , il ritornoalla perduta grandezza . E tutto questo fu amoro-samente compiuto dal celeste Samaritano G. C .Ancor Egli disceso di cielo , venne nell' assuntacarne sulla terra, e nel vedervi la misera Umanitàspogliata, ferita, prostrata, anzi morta e dannata :all'eterna perdizione, n'ebbe pietà . Accorse Gesùa lavare quelle ulcerose piaghe col vino del pre-zioso suo Sangue, che versò per la sua salute finoall'ultima goccia ; ad alleviarne il dolore col sa-cro Crisma , santificandola colla grazia, mediantei santi Sacramenti, per la quale l'anima ed è pu-rificata dalla bruttura del peccato ed è corrobo-rata per resistere all' ardore della rea concupi-scenza. Ma affinchè questa misera Umanità dallasua degradazione ora innalzata alla primiera di-gnità ; spoglia d' ogni bene, ora rivestita d' ogniricchezza ; giacente sul suolo per morte ed ora ri-chiamata a novella vita, possa ottenere piena sa-lute e conservarla perfetta, il celeste Samaritanala conduce al suo Albergo . Ah ne sia Egli lodatoed in eterno glorificato

Gli Apostoli .

Quale è mai questo mistico Albergo? È la Chiesadi Gesù Cristo , la Chiesa Cattolica , la quale èstata da Lui aperta a tutti gli uomini riscattati econquistati da Lui a prezzo assai prezioso . Qua Egliinvita tutti e ciascuno , e ci consegna al Capo diessa, a S. Pietro, e in questo a tutti i suoi succes-sori , legittimi Pastori e Sacerdoti : a lui racco-manda caldamente ciascun di noi, come il Samari-tano il suo infermo, curasti ipsius habe ; gli affidadue monete più preziose assai di quelle, che queglipose nelle mani del padrone dell'Albergo, per ispen-derle a vantaggio di quel ferito a lui affidato

; esono la verità e la grazia:la verità, che guarisce,illuminando la mente ; la grazia, che, santificandoil cuore , lo risana e fortifica ; la verità nel de-posito della dottrina, che a lui s'affida ; la grazia,che si riceve nei santi Sacramenti . Oltre a ciò in-veste Pietro, come suo Rappresentante sulla terra,dell' alta autorità di assoggettargli tutti i popolidivenuti suoi per titolo di donazione e di riscatto,euntes docete omnes gentes, baptizantes eos in no-mine Patris et Filii et Spiritus Sancti :e Pietroper sè e per i suoi successori di buon gradoaccetta le due monete, e le pone a traffico, a van-taggio della inferma Umanità . Ecco là i dodiciApostoli, che accesi dal fuoco dello Spirito Santopendono dal cenno di Pietro, costituito da G . Cloro Capo ; di concerto si dividono il mondo, e qualialtrettanti conquistatori lo percorrono per assog-gettarlo, coll'efficacia della loro parola e dei mi-racoli, alla Croce di Gesù Cristo, e condurlo allasua Chiesa . Pietro pel primo vola in Antiochia evi fonda la sua Cattedra di verità , percorre ilPonto, la Galazia, la Cappadocia, l'Asia, la Biti-nia , poi risiede in Roma. Mattia percorre la Col-

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chide: Giuda o Taddeo la Mesopotamia:Simonel'Egitto : Matteo l'Etiopia : Bartolomeo l' Arme-nia ; Tommaso le regioni dei Parti : Filippo l'A-sia : Andrea la Scizia di Europa, l'Epiro, la Tracia :Giacomo figlio di Alfeo Gerusalemme : l'altro Gia-como fratello di Giovanni, la Giudea, la Samaria,la Spagna : Giovanni l' Asia minore : Barnaba incompagnia di Paolo, Antiochia , Seleucia , Cipro .E la dottrina predicata da questi prodi e confer-mata col proprio sangue, quale un raggio solarepervase tutta la terra, passò di contrada in con

-

trada, di generazione in generazione, di secolo insecolo : sicchè potè dirsi che il suono della lorovoce fu udito su tutta la terra. Con quale effica-cia lo dicono i popoli abbrutiti nel vizio, sollevatialla dignità umana ; barbari per costumi, amman-siti ; selvaggi di condizione, inciviliti ; superstiziosiper religione, rifiutanti i crudeli riti e le ridicoleosservanze ; pagani per abominevole culto, condottialla cognizione ed adorazione del vero Dio . Lo di-cono i Filosofi, i Cesari, i Re, i Potenti, i Magi-strati, che conquisi dalla forza della verità china-rono la superba loro cervice e con docile sommis-sione credettero dommi sebbene superiori all'umanointelletto, ed abbracciarono una dottrina in oppo-sizione alle male tendenze dell'uman cuore: sicchès é nel mondo intero aveva piantato e dilatato ilsuo regno il demonio, mercè la dottrina predicatae l o zelo degli Apostoli, fu esso distrutto, e sullesue ruine venne fondato quello di Gesù Cristo .Tant'è vero, che la parola di Dio è sì potente daspezzare i cedri del Libano !

4 .Le Missioni.

Per la predicazione degli Apostoli è cangiata lafaccia della terra ; ma questo universale rinnovel-lamento sarà duraturo? Ahi fatale incostanza delcuore umano ! Molti di questi popoli richiamatigià dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita,sia per inclinazione alle passate abitudini, sia per

effetto d'invidia del comune nemico, sia per insi-dia di uomini scellerati, molti di questi popoli lungo

i secoli ricaddero nell'abisso dell'ignoranza, dellabarbarie, della scostumatezza, dell'idolatria . Ed ohcome è mai doloroso vedere stupidi popoli adorareper Dio tutto, fuori che il vero Dio, prostrarsiinnanzi ai più malefici animali e alle più invere-

conde deità: offrire vittime umane, o consumatedal fuoco, o trucidate dal ferro! Vedere i genitorigittare intrepidamente i bambini sulle pubbliche

strade a pascolo di mastini,o affogarli nelle ac-que,o scannarli di propria marco:vedere nella

salita al trono del re la più nobile donzella dellacittà, inghirlandata di fiori, offrirsi a pascolo deicoccodrilli inmezzo all' esultante moltitudine ac-orsa : e alla morte del re vedere col cadavere di

questo chiusi nella tomba stessa tutti i suoi schiavi :vedere i vincitori crudelmente trattare i vinti ,

divorarne le carni;andare a caccia di uomini epascersi delle carni della preda umana ; uccidereimpunemente i propri genitori divenuti vecchi einabili al lavoro ; vedere prostrati a centinaia gio-vanetti e donzelle , per essere stritolati dal pas-

saggio di un carro trionfale per atto di culto su-perstizioso alle loro divinità ! Deh, cali una tela,che ci nasconda sì umiliante degradazione , allaquale giunge l'Umanità fuori del mistico Albergodel celeste Samaritano !

Pertanto alla vista di cotanti mali, si rimaseroforse mai inerti spettatori i successori di Pietro, iRomani Pontefici? No per certo : poichè tutti eciascuno di essi, ascoltando sempre la voce di queldivino comando, curam ipsius habe, furono sempresolleciti ad adoperare ogni industria per iscuoteree rialzare l' inferma Umanità, e invitandola allaChiesa di G . C ., operare la sua guarigione esalute . Perciò eglino in ogni tempo hanno mandatidei novelli Apostoli su tutte le spiagge dell' uni-verso a spargervi la vera luce , per dissiparnele tenebre , a portare il portentoso balsamo deldivin Salvatore per risanarne le ferite . Sono essiquesti sublimi personaggi, che, abbandonato il pa-trio tetto, i cari parenti, gli amici del cuore, gliagi della vita, in mezzo a travagli e a stenti va-licano immensi mari, s'inoltrano senza spavento,ora tra i ghiacci polari ,ora sotto l' arsura delsole , non in cerca di ricchezze o di rinomanza ,ma in cerca d'anime derelitte, abbrutite, in cercadell' Esquimale , del Groenlandese, dell' Irocchese,del Zulù, dell' Atabo, del Cafro , del Cinese , delGiapponese, del Patagone . O vivano queste crea-ture ragionevoli in società , o s' ascondano nellecaverne , o scorrazzino pe' monti, o abitino nellasolitudine , o s' inselvino nelle foreste, il Missio-nario cattolico non risparmia sudori . e stenti perapportare loro colla verità e colla Fede ogni benetemporale ed eterno , per far tutti partecipi deifrutti della copiosa Redenzione di Gesù Cristo .

Ma chi sono mai questi prodi , che generosa-mente si espongono a mille cimenti a pro dell'U-manità ? Sono quelli appunto che voi, o libertini,con sogghigno beffardo appellate col titolo di genteoziosa , di gravame per la società ; sono quelli ,che certi Governi deprimono, spogliano, mandanoin esilio, imprigionano quali facinorosi . Tant'è tristal'empietà, tant'è crudele l'ingiustizia !E tra que-sta falange di eroi , non è forse spettacolo stu-pendo vedervi stuoli di intemerate donzelle , checon coraggio superiore al loro sesso, superati ipiù fieri contrasti opposti dalla carne e dal san-gue, si spingono colà in quelle remote contrade,ove a raccogliere bambini, ove a catechizzare fan -ciulle, ove a reggere scuole, ove a dirigere con-servatorii, ove a servire negli ospizi e negli ospe-dali? Quale eroismo mancò mai alla donna cattolica!Onta e vergogna per tante invereconde e degradatedonzelle dei nostri tempi, che lungi dall' imitarecotesti esempi di carità vivono tra il popolo cri-stiano scandalizzando i buoni e perdendo se stessee gli altri! Deh, buon Dio, ricevi quelle siccome ostiepure, sante a te piacenti, in ricambio e in ripa-razione di queste frivole e spudorate figlie di Eva .

5 .La Carità Cristiana.

A conseguire i salutari effetti di cotali aposto-liche spedizioni , chi non vede la necessità di so

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stenere immense spese? Si tratta di mandare indiversa direzìone migliaia di Religiosi, di Sacerdoti,di Suore, poste a parte alla grande impresa, spin-gerli alle contrade anche più lontane del globo,a popoli, a nazioni, a tribù varie per clima, perlinguaggio, per costumi, per religione ; si trattadi percorrere immensi spazi per mare e per terracon spese incalcolabili di viaggi , di trasporti, diprovviste e di sovvenzioni ; si tratta di erigere neiluoghi opportuni, od ampliare oratorii, e residenze,di aprire scuole, raccogliere fanciulli, assistere in-fermi, sovvenire, accorrere a tutte le umane mi-serie : si tratta insomma di usare tutte le industrieche suggerisce la carità , per convertire e con-durre alla Chiesa di Gesù Cristo tutto il mondo (1) .

Ora donde mai si trassero i mezzi necessari perinteri secoli a sopperire alle immense spese periniziare, per mantenere, per ampliare le apostoli-che spedizioni ? Dalla carità cattolica . Per ef-fetto di questa stessa carità, coll'attività dei Pon-tefici e con la cooperazione deì Re e dei po-poli, in tratto di tempo si giunse a formare, nelcentro della Chiesa Cattolica in Roma, la grandeIstituzione della Congregazione detta De Propa-

ganda Fide.Qua sono chiamati i giovanetti ditutte le nazioni per educarli e crescerli all'istru-zione e pietà sacerdotale : di qua partono annual-mente i generosi apostoli a promulgare la dottrinadi Gesù Cristo , e con ciò a civilizzare e cristia-nizzare i popoli : di qua si traggono i sussidi e sidiramano alle varie e moltiplicate occorrenze dellemissioni . Opera veramente gigantesca, degna solodi quei sommi Pontefici che la idearono, la pro-mossero, la consolidarono ! Onta eterna invece achi in pieno secolo XIX, e in nome di una men-titrice civiltà danneggia questa opera immortale

Sussidiaria a questa grand'Opera si presentò laIstituzione denominata - La Propagazione dellaFede - canonicamente eretta ai 3 di maggio 1822in Lione, allo scopo di promuovere le Missioni inAmerica ; ma benedetta da Dio e dal suo Vicario interra , come il grano di senapa , crebbe dipoi inalbero, i cui rami largamente fiorirono, e così ha po-tuto essa pure alle Missioni sparse per tutta la terraporgere benefica la sua mano. In lode di questa Isti-tuzione così scrisse la s . m. di Pio IX « E que-sta un'Opera veramente grande e santissima, checon tenui oblazioni e preci quotidiane a Dio innal-zate da ciascuno dei soci, si sostiene, s'accresce,s' ingagliardisce , e che ha in mira di soccorrereagli operai evangelici , di esercitare verso i neo-fiti le opere di cristiana carità, e di liberare i fe-deli dall'émpito delle persecuzioni . - Noi la sti-miamo degnissima dell'ammirazione e dell' amoredi tutti i buoni... Speciale Provvidenza di Dio,che mentre con ogni specie di macchinazioni si ac-caneggia la Chiesa, i veri fedeli, accesi dal desi-derio di propagare la cattolica verìtà, si sforzas-

(1) Al presente la popolazione del mondo si fa ascen-dere a un bilione quattrocento cinquanta cinque milioni,novecento ventitre mila ,cinquecento,1.455.923.500. Diquesti sono cattolici appena la quinta parte, circa un 300milioni Oh la messe è molta, e pochi gli operai: preghiamoil Signore della messe, che moltiplichi i raccoglitori, e delricolto empia i granai!

sero tutti con concorde zelo e con riuniti sussidia guadagnare anime a Gesù Cristo » . Ed oh, chipotrebbe ridire i copiosi frutti derivati dalle col

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lette di tale Associazione !Se ora si adora il Crocifisso, ove si prestava

culto al demonio : se l'uomo ha acquistata la sua di-gnità , ove viveva da vile schiavo : se si vive aprincipi di onestà , ove regnava la brutalità : sesi appresero arti e scienze e si coltiva il terreno,ove attristivasi l'ingegno coll'ignoranza, ed abban

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donavasi all'inerzia il suolo : se il selvaggio, de

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posta la natìa fierezza, ama i suoi simili : se sonodissipati gli errori, confutate le false dottrine, tuttociò nella massima parte si è ottenuto, dopo l'aiuto diDio e lo zelo apostolico , per i mezzi pecuniariisomministrati dai socii ascritti alla Propagazionedella Fede . Ma ahi indicibile sventura ! I tempi ;che corrono, sono fatali anche a questa Opera pro

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videnziale : sia pel raffreddamento della carità inmolti, sia per le angustie delle cose private e ri-volgimenti delle cose pubbliche, sia pel timore ditempi peggiori , è avvenuto che ben molti sono

diventati tenaci nel ritenere , e parchi nel darecon danno immenso delle Apostoliche Missioni . Enoi che la Dio mercè viviamo nel seno della Cat-tolica Chiesa saremo solo paghi a rimpiangere lasventura , senza agitarci a ripararla ? Su dunque,rasciughiamo le sterili lacrime, poniamo sollecitila mano all'opera .

6 .

L'appello ai Cattolici.

Ma come ? in un modo il più facile ed efficace .In questi ultimi anni l'Associazione della Propaga-zione della Fede ha mandati alla Congregazione diPropaganda i suoi sussidii, per le Apostoliche Mis

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sioni, più scarsi che negli anni, nei quali fioriva,per la ragione che moltissimi si sono ritirati dal-l'appartenere all'Associazione ; e quindi ritirandoil nome, hanno sottratta la tenue settimanale obla-zione alla Pia Associazione. Or bene chi non portainvano il nome di cristiano , chi ha in cuore usisentimento di compassione al prossimo, di amorea Gesù, si faccia innanzi . In ogni Impero, Regno,Repubblica , Provincia , Città o Parrocchia , sor

-gano di tali zelatori e zelatrici, ravvivino l'illan-guidito fervore nei socii passati , si impegnino

a

tutto studio per accrescere il catalogo coi nomidei nuovi socii . Con ciò sarà riparato il vuoto ca-gionato dalle cessate oblazioni, e provveduto con

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venientemente ai moltiplicati bisogni delle Aposto-liche Missioni. Adoperarsi con vivo zelo di apportarela luce, la verità, la consolazione, la vera libertàa tanti milioni di viventi ; sottrarli dal duro giogodella schiavitù del demonio ; renderli atti al con-seguimento della vita eterna ; oh questa sì è l'o-pera più generosa del cristiano e in pari tempo dimaggior gloria e gradimento a Dio (1).

(1) Quale sia l'organizzazione dell'Associazione per laPropagazione della Fede, ed anche della S . Infanzia fi-glia e sussidiaria di essa, è ben noto ; occorre solo l'at

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tività nel porla in pratica più diffusamente che si possa,Quest'Opera è propria dello zelo di tutti i veri Cattolici

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Su dunque quale un solo uomo, accingiamocitutti ad accrescere le file dell' Associazione allaPropagazione della Fede, a procurarle quelleofferte, che per tal fine si potessero raccogliere .E potrà ricusare la sua offerta il ricco ? Nel di-spendio di cavalli di lusso, di cani da caccia, dilaute mense non rimarrà un tozzo di pane per mi-lioni di famelici ? Le Signore? Ma in mezzo allefrivole occupazioni di vesti , di mode , di vanitànon avranno un pensiero per coprire d' un cenciomilioni di poveri nudi ? I mercanti, gli artieri, iborghesi , i braccianti ? Ma dal frutto delle loroindustrie sarà duro risecare un bricciolino a prodi tanti infelici ? Qual'onta al nome cattolico ve-dere la generosità dei protestanti , che per soste-nere e dilatare l'empie loro dottrine, non la per-donano a sollecitudini, non risparmiano sacrifizi ,

epovero e ricco,e uomo e donna,mercante edoperaio gareggiano per ammassare somme immensecolle loro oblazioni, da erogarsi per la spedizionedegli emissari, per stampe e diffusione di libri diogni gusto e d'ogni linguaggio a perversione deideboli ; e noi Cattolici , che giornalmente chie-diamo che sia lodato il Nome del Signore, che siadilatata la sua gloria, patire di vedere gemeresotto il peso di gravi sciagure temporali ed eternetanti nostri fratelli immagini e fatture di Dio ,e non porgere generosa la mano, fervida a Dio laprece, per ritrarneli ! Che più ? Quanti sforzi, sa-crifici e contribuzioni enormi s'impongono gli empie scellerati settari nelle loro notturne congreghe,per formarsi complici allo scopo di sovvertire l'or-dine della società, di rovesciare trono ed altare ,di tenere accesa la guerra tra il cielo e la terra,di coprire il mondo di ruine , di desolazione e distragi ! Ah ! si vegga ormai che i seguaci di GesùCristo non sono da meno di quelli di Satana, eche è più generoso il cuore e la mano del catto-lico a sollevare dalla sventura di quello del set-tario ad aggravarla .

Tu, Erode, fosti un crudel tiranno, che per tru-cidare un Bambino, che s'involò al tuo sdegno, me-nasti una strage orribile di 14 mila lattanti . Siodono ancora quegli acuti vagiti di tanti morienti,le grida disperate delle madri, fuma ancora quelsangue innocente, ne sono tinte le cune, le pareti,il pavimento . . . Ma pure quella morte non fu unaperdita, sì bene un guadagno ; perderono il corpo,salvarono l'anima . Ah! di cuore più duro di quellodi Erode sono a dirsi coloro, che richiesti di unsoccorso per salvare centinaia di milioni d'infelici,vi si rifiutano. Nel dipartirsi dalle nostre terrequei prodi conquistatori di anime avvampante il

ma specialmente dei Cooperatori e Cooperatrici Salesiane,poiché al frutto delle loro industrie possono anchepartecipare i loro Fratelli e Sorelle in G . C ., che si tro-vano nelle Missioni . - Anzi aggiungiamo che se i Coo-peratori e le Cooperatrici amassero inviare le loro offertea Torino in vantaggio delle Missioni della Patagonia ,affidate ai Salesiani , potrebbero farlo senza lasciare dipartecipare al merito ed alla gloria della Propagazionedella Fede. - Quali e quanti sieno i bisogni delle Mis

-sioni è da apprendersi dagli Annali bimestrali della Pro-pagazione della Fede, della S . Infanzia e dal BollettinoSalesiano . Dio volesse che queste fossero le letture nellefamiglie cristiane .

petto di cocente carità, ai loro occhi e più al cuorebalenò il raggio della speranza, che, ad onta deivasti oceani, degli orridi deserti e delle inospitespiagge, che ci dividono con immense distanze, noili avremmo seguiti colla memoria dei loro stenti,col soccorso delle nostre oblazioni , col confortodelle nostre preghiere . Deh , non rimangano pernoi deluse sì dolci speranze !

7 .

Il Premio o il castigo.

Il Samaritano vangelico diè promessa al pa-drone dell'Albergo che di ritorno dal suo viaggio,lo avrebbe rimborsato delle spese occorse, e ricam-biato delle cure e sollecitudini sue per la guari-gione dell'infermo. Parimente il Samaritano celestedi ritorno dal cielo retribuirà tutti quelli, che sisaranno adoperati con zelo a procurare il bene spi-rituale e temporale dei prossimi . Ma quando ?Quando Egli apparirà seduto sopra il trono dellasua Maestà. Allora s' aduneranno dinanzi a Luitutte le nazioni , ed Egli separerà gli uni daglialtri, come il pastore separa le pecorelle dai ca-pretti . Dirà a quelli posti alla sua destra : Venitebenedetti a prendere il possesso di quel regno ,che fuvvi già preparato dal Padre mio . - Maperché la promessa di un premio sì immenso, sìperfetto ed eterno ? Perché, dice Egli, ebbi fame,e mi deste a mangiare : ebbi sete , e mi deste abere : fui pellegrino , e mi riceveste : ignudo , emi rivestiste : malato, e mi visitaste : carcerato,e veniste a me . Risponderanno quei fortunati : Equando fu questo? Quando avete tali cose fatte avantaggio di uno dei più piccoli, le avete fatte ame, dirà il Signore. - Se pertanto sì generosamentesaranno retribuiti quelli, che al prossimo furonolarghi dei beni corporali, che sarà mai di quelli, chelo avranno soccorso nello spirito? Qual premio! Pos-sedere, amare, goder Dio in compagnia di quellistessi , che colla nostra cooperazione furono illu-minati, soccorsi, convertiti e salvati in eterno! Alcontrario qual pena è riservata a coloro, che noncurarono, o si rifiutarono a sovvenire il prossimonei bisogni corporali e spirituali ? Ciechi mortali,che non conoscete altro Dio fuorché l'oro ed il ven-tre, come lo stolto vangelico ; ingordi, che altrettantiEpuloni avara avete la mano come il cuore a solle-vare le miserie di tanti mendici Lazzari ; ingrati,che negate a Dio, negandolo ai suoi poveri ciò ; cheè più suo che vostro, quale sia per essere il vostrotremendo castigo, uditelo dalla bocca stessa di GesùCristo giudice inesorabile : - Partite da me, ma-ledetti, al fuoco eterno !

8.La Preghiera.

Eterno Dio, quant'è mai grande il tesoro dellevostre misericordie ! Se l'infelice Umanità, perchémacchiata di colpa, addiviene abbominevole oggettoinnanzi a Voi, il vostro divino Unigenito da Voimandato , nell' assunta carne si offre alla vostragiustizia Vittima di espiazione e di pace . Per que-

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sta Vittima dì pregio infinito è cancellato il de-creto di eterna condanna, è vinta la morte, debel-lato l'inferno, ottenuto il perdono a tutte le ge-nerazioni passate , presenti e future ; e la vostraMaestà ha ritratta gloria maggiore di quella, chericevesse di oltraggio dall'umana malizia . Eppure,oimè ! quante popolose nazioni , quanti vasti im-peri, quante inospiti contrade abbrutite per co-stumi, degradate per sacrileghi culti, vivono tut-tora avvolte nelle tenebre e nell'orrore di sempi-terna morte : non conoscono Voi fonte di verità ,nè il vostro Unigenito e nostro Redentore . Deh,per la vostra pietà , volgete lo sguardo benignosu questa divina Vittima, svenata per l'umana sal-vezza sull' altare della Croce, e fate che di quelSangue, che copioso sgorga da quelle ferite, nonne cada invano una sola stilla . Esso è prezzo del-l' umano riscatto : ogni stilla è una lingua , chealto parla ed implora da Voi che torniate agli an-tichi portenti . Quali già gli Apostoli ripieni delvostro spirito tra le persecuzioni, le ignominie ele spade, si sparsero sulla terra a bandire la vo-stra legge e assoggettarvi tutte le genti ; tali ivostri ministri loro successori, non punto atterriti,o dall'orgoglio dei dominanti, o dalla fierezza deipopoli, o dall'inclemenza dei climi, o dall'aspettodei tormenti e della morte , sì presentino ovunquecolla sola arma del vostro Nome, a predicare GesùCrocifisso, e tutto il mondo ne accolga la fede, neabbracci la dottrina! Sia franca sul loro labbro lavostra parola, e la luce rischiari quelle menti ot-tenebrate, sia spada e col suo taglio trapassi queicuori protervi ! Mercè la vostra grazia fate cheil terreno, che annualmente vanno a coltivare coiloro sudori tanti novelli vostri Missionari e gene-rose Suore, produca ubertoso frutto di conversionee di salute. Sì, o Signore , date gloria al vostroNome, esaltamento al vostro divin Figlio fattosia Voi umiliato fino alla morte di Croce . Su que-sta innalzato lo rimiri l'infedele e lo creda, il pa-gano e lo adori, l'eretico e s'illumini, lo scisma-tico e si ravveda, l'ebreo e si convinca, lo rimiriil peccatore e si converta . Sì, avvenga , o buonDio , che tutti gli uomini , formando una solafamiglia , vi conoscano , vi servano , vi amino interra, per meritare poi di cantare in cielo le vostremisericordie .

L' AMAZZONIA .

III.

Necessità del mentovato disegno .

Non sarà ora difficile, signori , far risaltare inmodo evidente la necessità ed i v antaggi di que-sto disegno .

È necessario andare in cerca del popolo .

Se vogliamo rimediare , come tutti vogliamo ,all'infelice stato in che trovasi questo popolo, no-stro conterraneo, legittimo brasiliano e tutto no-

stro, il rimedio non abbiamo da sperare che eglivenga a cercarlo in casa nostra, ma siamo noi chedobbiamo portarglielo in casa sua . Questa mede-sima universale dispersione di lui ci sta indicandoed avvertendo che, per istruirlo, fissarlo, mora-lizzarlo e fargli alcun bene, non c'è altro mezzo,se non andar a cercarlo nelle sue macchie, ed internesolitudini ; visitarlo, e visitarlo con frequenza, so-pratutto nel tempo, che libero de' suoi soliti la-vori, possa dare seria e non interrotta attenzioneall'insegnamento dei principii e dettami essenzialiad ogni uomo che deve vivere in società .

Contrariare violentemente il movimento che slan-cia questo popolo per le industrie estrattive, forzarloa concentrarsi di nuovo nelle riduzioni , sarebbeviolentare le leggi economiche, e pretendere l'im-possibile . Pertanto dobbiamo adattarci noi all'esi-genza delle circostanze e recargli la morale e lareligione , come sarà mestieri all' autorità civileportargli la scuola , l' amministrazione della giu-stizia , la medicina . Dobbiamo aver per forza unministerio evangelico ambulante, come avremo adimitazione della Svezia professori ambulanti, comeavremo giudici ambulanti , come avremo mediciambulanti , come già abbiamo ed in grande scalacommercio ambulante . E una necessità prementea cui tutti dobbiamo arrenderci se vorremo man-tenere relazioni con questo popolo per aiutarlo ,proteggerlo , difenderlo , educarlo e inspirargli inobili sentimenti dell'onore e del dovere .

È necessario che lo vada a cercareil sacerdote cattolico .

Per la realizzazione di questo disegno, ripiglie-remo il filo interrotto delle nostre gloriose tradi-zioni storiche sopra il Catechismo .

Quando il genio avventuroso del vecchio Porto-gallo, solcando le onde di mari non mai da altrinavigati, andava a scoprire nuovi mondi e dilatareper mezzo di essi il suo impero, noi, apostoli delCrocifisso, andavamo in bande numerose nel seno disue caravelle a portar nel medesimo tempo la lucedella fede ai popoli barbari . La fede e l' imperoera la divisa gloriosa di questo eroico popolo, cheperciò aprì un solco così profondo e luminoso nellastoria della civilizzazione .

Vennero al Brasile i Nobrega , gli Anchieta ,gli Almeida, i Gusmano, gli Azevedo e i Vieira ;ed all'ombra dei nomi per sempre illustri di co-desti uomini apostolici una falange di oscuri e ze-lanti operai del Vangelo , i quali obbedendo allavoce del Divino Maestro : Andate per l'universomondo, predicate il Vangelo ad ogni creatura ,volarono attraverso l'Oceano abbandonando patria,famiglia, e muniti appena d'un breviario e d'unacroce si internarono nei nostri nascondigli, pene-trarono nelle selve, perlustrarono deserti, varca-rono montagne , navigarono in fragili barchettefiumi sconosciuti, esposti di continuo al dente dellefiere, alle intemperie dei climi, alle punture degliinsetti , alle insidie delle tribù antropofaghe , so-stentandosi le molte volte di frutti selvatici, dor-mendo la notte un sonno atterrito fra le ombre

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seminate di terrori, e tingendo durante il giornola vergine zolla delle foreste col sangue dei piediscalzi .

Essi furono dei primi che affrontarono le pre-cipitose onde delle Amazzoni , e perlustrarono larete de' suoi numerosi affluenti per procurare laconversione dei gentili, riunirli sotto capanne indiversi punti , affezionarli alla vita sociale e am-mollirne la fierezza dei costumi all' ombra dellaCroce .

Furono essi che per virtù del nome e della gra-zia di nostro Signor Gesù Cristo andavan riducendoalla fede ed all' amor del vero Dio le tribù abo-rigeni, che abitavano questa vallata, lavoro colos-sale, che durò 214 anni senza che lor venisse meno,in mezzo a mille difficoltà pericoli, l'indomabileenergia, né si rattiepidisse un istante l'ardore diuno zelo veramente degno degli Apostoli . Se lorofosse stato dato di continuare le loro evangelichefatiche, oggi, probabilmente non avremmo più unsolo Indiano selvaggio nelle nostre foreste ; go-dremmo la dolce consolazione di vedere tutte letribù camminare animose per un illuminato avve-nire, incorporate all' unione politica dell' impero,anche quelle che pei loro istinti feroci incutonoterrore all' uomo civilizzato . L' elemente indianosarebbe già tutto trasformato , costituendo nellerive dei nostri fiumi popolazioni pacifiche e indu-striose, come quelle di cui fa menzione il Muratorinel suo Cristianesimo Felice .

Ma disgraziatamente così non doveva succedere ;la grand'opera fu interrotta prima che potesse ve-nir portata a capo Il torvo despotismo del Mar-chese di Pombal cacciando in bando i nostri mi-gliori catechisti, quelli che andavano in fronte deglisquadroni apostolici, scaricò il colpo di morte allemissioni del Brasile, e fece ritardare di 300 annila civilizzazione di questo popolo Dopo la deca-denza e soppressione di tutti gli ordini religiosinel Portogallo e il profondo abbattimento, in cheandarono cadendo fin d'allora quelli del Brasile ,finirono per estinguere il leggiero soffio di vitache ancora respirava il Catechismo .

Or bene ! Dopo la lunga e per noi sì disgrazìatainterruzione di 114 anni, viene il Cristoforo a ria-nimare la grand' opera, darle nuova vita, benchésotto forma diversa, come diverse sono le circo-stanze .E pregio, è nobiltà, è credito, è punto d'onore

del nostro patriotismo, ristaurare in alcun modocodesta opera che sparse sì bella luce nella storiadelle nostre origini , e di cui tanto ha mestieriquesto gran popolo, che quivi giace prostrato e ab-battuto .

Signori, quel che succedette nelle Amazzoni (leveggano o non vogliano vederlo quelli cui deveimportare) è ciò che la storia ci mostra da ogniparte. Senza il prete non si conservano le Chiese .La pioggia del cielo cade sopra quegli altari inrovina, e sul pavimento abbandonato E se la pietàne conserva alcune, più non le imbalsama l'odoredel sacrifizio più non risuona in esse la predicaevangelica, non v'è più il SS . Sacramento nel ta-bernacolo, cessano le cerimonie del culto e tuttele pratiche cristiane . Senza predica, senza sacra-

menti, senza pratiche della vita cristiana, perdesia poco a poco ed estinguesi la fede ; perduta edestinta la fede si corrompono i costumi, la corru-zione dei costumi trae con sé la degradazione delcarattere, il vivere grossolano e tutto animalesco,l'abito di infami orgie, che conduce alla barbarie .Ecco la scala per cui un popolo scende grado pergrado fino alla selvatichezza . Il selvaggio non èl'uomo primitivo, é l'uomo degenerato . Per rial-zarlo dalla decadenza, per sollevarlo di nuovo allecime illuminate e sane, in cui si vive la vita dello spi-rito e del cuore, vada ad abitare con lui il sacer-dote, il sacerdote secondo il cuor di Dio, il vero

apostolo con la parola del Vangelo in sulle labbrae l'amor degli uomini nel cuore .

Vada il sacerdote, il ministro di quella Chiesache tiene il segreto delle grandi trasformazioni so-ciali, che degli avanzi dello sfasciato imperio deiCesari , e di alcune orde barbare fanno i grandipopoli inciviliti e prosperi dell' Europa moderna

Vada il sacerdote ! Parli , consigli , esorti innome di Dio, riprenda con tutta la pazienza e dot-trina, sia il consigliero, l'amico, il Padre di quelpopolo, e in breve apparirà agli occhi di tutti lamutazione che si operò nell' idee e nei costumi .Un chiarore della luce dall' alto rischiarò quelleombre, e un popolo rigenerato sorse alla vita dellastoria .

La mancanza dei principii morali, avevalo im-bastardito e fatto cadere in una mollezza che lorendeva vile strumento nella mano de' suoi oppres-sori . Noi lo vedremo affrontare i pubblici pericoli,capace di quelle maschie virtù, che sono il primobaluardo della libertà , secondo la frase elegantedi Villemain .

Il Cristoforo coopererà efficacemente per questogrande risultato. È il più facile mezzo di evan-gelizzazione , e il più adattato alle condizioni at-tuali della regione Amazzonica

Le Missioni in punti fissinon sono attualmente possibili ..

L'antico sistema di missioni stabilite in puntifissi, non è possibile eseguirsi attualmente, se nonin molto piccola scala, e come saggi più o menoproficui . La ragione si é perchè gli istituti reli-giosi d'Europa, per le vicende dei tempi e dellerivoluzioni, trovansi in istato di poter appena an-dar mantenendo gli stabilimenti che già posseg-gono nelle varie parti del mondo , e non hannopersonale per fondarne dei nuovi . Oltre a ciò, di-ciamolo con dolore, tale è stato fra noi il regimedell'insegnamento religioso, che nulla può imma-ginarsi di più assurdo . Potremmo applicare ildetto di Thiers, che in questa materia non ci sonopiù errori da commettere . Finché durerà questostato di cose le missioni tra gli Indiani continue-ranno a produrre risultati ben poco soddisfacenti,e per conseguenza nessuna attrattiva potrà eser-citare sopra lo zelo dei missionarii europei

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EMILIA MARGOTTI-TOMATIS .Per regola ordinaria noi non pubblichiamo cenni

necrologici dei Cooperatori e delle Cooperatricidefunte, perché altrimenti, stante il gran numero,dovremmo occupare in buona parte, se non tutto,lo spazio del Bollettino d'ogni mese .

Ciò non di meno crediamo bene di fare questavolta una eccezione per una Cooperatrice, madredi famiglia esemplarissima,, oltremodo divota diMaria Ausiliatrice e molto benemerita delle opere

Salesiane. Intendiamo dire di Emilia Margotti-To-matis, nata in Mondovì Breo il 25 gennaio 1813,e morta in Torino il 27 marzo ultimo passato .Figlia di Lorenzo Tomatis e di Angela Lim-

bania Giacone di Oneglia ebbe una soda e cristianaeducazione, prima in seno alla famiglia, poscia inCollegio a Torino presso le Fedeli Compagne .

Dopo una giovinezza trascorsa nella pratica dellepiù belle virtù , il 23 febbraio del 1862 ella an-dava sposa in Torino al signor Stefano Margotti,fratello dell'illustre direttore e celebratissimo scrit-tore dell' Unità Cattolica . I due coniugi erano de-gni l'uno dell'altro, e sembra che Iddio li riser-basse come a vicendevole premio di loro virtù .In quell'occasione essendo la giovane sposa andataa Roma ebbe la consolazione di prostrarsi ai piedidel grande Pontefice Pio IX , che l'accolse collamassima benevolenza . Egli la benedisse, e perchèavesse un segno sensibile della pontificia benedi-zione le regalò un Cammeo colla mano del Reden-tore che benediceva . Anche Leone XIII si degnòdi mandarle in dono un Cammeo col suo ritratto .Donna di sentimenti profondamente cattolici Emi-lia Margotti stimava più questa benedizione e que-sti doni del Vicario di Gesù Cristo, che non tuttigli onori e tutti gli applausi del mondo .

Se nubile era stata nella casa paterna e nelluogo di sua educazione un modello di virtù allegiovani donzelle, maritata si fece vedere vero e-semplare di madre cristiana . Sebbene colta, riccae vivente in una grande città , pur conservò nelnuovo suo stato l' aurea semplicità di una donnadi modestissima casa. Basti il notare che in 22anni di matrimonio n on andò mai al teatro, fuor-chè una sola volta, quando si rappresentò un drammadi onesta persona e amica di famiglia . Le sue de-lizie più soavi, il suo più ambito divertimento erail vegliare e l'accudire la sua casa . Lavorava collesue cameriere ed insegnava loro a lavorare , fa-cendosi per tal modo loro maestra . Parea di vederein essa rappresentata la savia e forte matrona de-scritta dallo Spirito Santo nei Preverbii : Consi-deravit semitas domus suae, et panem otiosa noncomedit. Quaesivit lanam et linum , et operataest consilio manuum suarum . Accinxit fortitudinelumbos suos, et roboravit brachium suum : Ellasta attenta agli andamenti di sua gente, e il panenon mangia nell' ozio . Si procura lana e lino, elo mette in opera colla perizia delle sue mani . Sicinge di fortezza i suoi fianchi, e fa robusto il suobraccio .

Favorita da Dio di numerosa figliuolanza, neebbe la più sollecita e tenera cura. Piena di fedenon dimenticava che Dio le aveva dato dei figliallo scopo precipuo che li rendesse figli di Lui,e che a questo solo mezzo li avrebbe fatti felici invita e per tutta la eternità . Per riuscire in questonobile intento ella faceva loro da prima e sagaceinstitutrice ; poscia studiava di collocarli in edu-cazione presso collegi e maestri di provata virtù ;nè paga di ciò implorava ogni giorno sopra di lorole benedizioni di Dio . Per ottenere più facilmentequesta grazia , che più di ogni altra le stava acuore, faceva pure di tratto in tratto delle limo-sine alle case di beneficenza ;ed anche i giova-netti del nostro Oratorio di Torino provarono per-ciò i frutti della sua carità . Veniva di quando inquando a visitare il Santuario di Maria Ausilia-trice, donde non partiva mai senza lasciarvi qualchebuona offerta a pro dei fanciulli ivi ricoverati .Ella soleva dire a D . Bosco : - Procurando conqualche limosina la buona educazione a tanti po-veri figliuoli orfani od abbandonati, io spero cheMaria Ausiliatrice veglierà da buona madre soprai figliuoli miei e me li farà crescere savii e vir-tuosi . - Esempio e pratica bellissima, cui dovreb-bero imitare tutte le madri cristiane .

Emilia Margotti-Tomatis era nipote di D . Gio-vanni Tomatis, Oblato di Maria , già Rettore inTorino del Santuario di Maria Consolatrice e Mis-sionario apostolico, morto il 3 di febbraio dell'annocorrente . L'affettuosissima nipote nei primi giornidi marzo aveva assistito ai funerali di trigesimadello zio, ed udito il suo elogio funebre detto nellaChiesa di S . Secondo dal Rev .mo Mons. Eula ve-scovo di Novara . Niuno in quel giorno si sarebbemai immaginato che prima che il mese volgessealla fine ella avrebbe seguito lo zio all'eternità ;eppure fu così . Pare che il santo prete giunto altrono di Dio abbia implorato come grazia l'avertosto con sè in quell' eterno gaudio la dolce ni-pote, la quale aveva così lodevolmente imitato lesue esimie virtù . Infatti pochi giorni erano pas-sati da quel funerale , quando la signora Emiliaveniva colta da forte pleuritide o mal di costa,che ribelle a tutti i rimedii dell'arte tra il com-pianto generale la menava al sepolcro .

Nel breve corso della malattia ella fece mag-giormente risplendere le sue rare virtù ; ebbe daifigliuoli le più sincere prove della savia educazioneloro impartita ; e dal Cielo pur consolanti favori .

Accortasi che si appressava la fine di sua vita,quantunque amasse svisceratamente la sua ancorgiovane e tenera figliuolanza, pure fece a Dio nonsolo da rassegnata ma da forte il duro sacrifiziodi abbandonarla . Ricevette il SS . Viatico con i-straordinaria divozione ; e sebbene i medici di-chiarassero che vi era ancora tempo per l'ammi-nistrazione dell'Olio Santo, tuttavia volle riceverlosubito . Ordinò poi che fosse preparato un altarinonella sua camera, gli fece porre in faccia la im-magine di S. Giuseppe, e allo Sposo di Maria, alCustode di Gesù e al Protettore dei moribondivolgeva sovente i suoi sguardi e raccomandava l'a-nima sua e la sua agonia con una pietà singolare.

Era poi cosa la più commovente il vedere le

Page 16: Bollettino Salesiano - Maggio 1884biesseonline.sdb.org/1884/188405.pdf · La Novena comincia il 15 maggio, e vi predi-cherà ogni sera il M. Rev. canonico Bernardino Quattrini, rinomato

prove di amore, che le davano i figliuoli in quegliestremi di vita . Tutti, grandi e piccoli, si chiu-devano in una camera e vi passavano delle ore apregare per lei con angelico ardore .

Certo, se il tempo presente, se la vita tempo-rale valessero qualche cosa a petto della eternitào della vita celeste, o, per meglio dire, se la santadonna, sebbene nella ancor buona età di 41 anno,non fosse già stata matura pel Cielo, i voti di sìaffettuosi figli, e quelli di tante altre persone perla sua guarigione, sarebbero stati esauditi .

Iddio per altro in quelle supreme angustie leconcesse grazie , che ad una cristiana sono vera-mente preziosissime . Durante la sua grave malat-tia ella stava pure per avere un bambino ; ondenel timore che la creaturina avesse a morire senzail battesimo ne provava al cuore pena indicibileCome le altre volte, ella in quel pericoloso fran-gente si rivolse con fiducia a Maria Ausiliatrice,a cui professava la più tenera divozione , e benpresto la sua pena si volse in gaudio ; poichépoco prima di morire vide una sua angioletta ri-generata nelle acque battesimali precederla in Pa-radiso, e andarsi a congiungere con gli altri spi-riti celesti per riceverla festante e giuliva alleporte del regno beato .

Altro ambito favore furono gli spirituali con-forti avuti al letto della morte. Ebbe ai suoi fian-

chi le Suore Nazzarene , che le fecero da veriangeli visibili, e poi la frequente e diremmo con-tinua assistenza del M . Rev. Filippino Padre Car-pignano, curato della parrocchia di S . Filippo, ilquale si mostrò veramente l'esempio dei sacerdotinel visitare ed assistere gli infermi e specialmentei moribondi .

Poniamo fine a questo cenno necrologico con unatenerissima circostanza . La vigilia della sua morteEmilia Margotti chiamò a sè la figlia primogenitaed i figli maggiori, e li mandò tutti a confessarsi,affinchè al domani mattina fossero pronti a farleil regalo di una santa Comunione . Al domani ellaspirava nel bacio del Signore, e gli addolorati fi-gliuoli tra un profluvio di lagrime facevano la santaComunione che riusciva in suffragio dell'anima sua .Donna ben degna d'imperitura memoria .

Quanto fosse ella stimata nella società lo die-dero a vedere i suoi funerali, che per la sponta-neità degli accorsi, e per la rappresentanza , chevi mandarono le principali famiglie di Torino, riu-scirono uno spettacolo imponente . La sua salmavenne trasferita a S . Remo, patria dei Margotti,ed accompagnatavi dal Rev . Padre Silvestro Oblatodi Maria, e sepolta presso al loro genitore, uomoegli pure di grande virtù , e tuttora in benedi-zione presso i suoi concittadini .

Noi avremmo voluto conoscere altre particola-rità della sua vita e della sua morte, e soprattuttopossedere una miglior penna per iscrivere degna-mente di una così esemplare Cooperatrice ; ma percompimento a quanto abbiamo detto aggiungiamol'elogio che ne fece il nostro D . Bosco , quandoebbe in Francia la funesta notizia di sua morte .Egli esclamò dolorosamente : - La famiglia Mar-

gottiha perduto unaperla preziosa,e i nostrigiovanetti una vera benefattrice . -

Dal canto nostro abbiamo pregato per l' animadi lei , e non abbiamo dimenticato i suoi addolo-rati superstiti , ai quali non potendo fare di me-glio invocammo da Dio quel conforto, onde l'apostoloPaolo già cercava di lenire le ambascie dei primicristiani nella perdita dei loro cari, invitandoli ariflettere che questa è terra di esiglio , e che inostri morti non fanno che precederci di alcunpoco nella vera patria, di dove additandoci le giàpossedute corone ci fanno animo a renderci degnidi andarli a raggiungere con Dio e riabbracciarliin un amplesso eterno . Oh! colà Iddio asciugheràdagli occhi tutte le lagrime ; colà non saravvi più nemorte, nè lutto, nè strida, nè dolore ; ma vi saràfesta e sempiterna gioia .

Con permesso dell'Aut Eccl . - FERRAR! GIUSEPPE gerente respons .

Tip. di San Vincenzo de' Paoli, Sampierdarena 1884 .

OPERE PUBBLICATE NEL MESE DI APRILE

dalla TIPOGRAFIA SALESIANA di Torino

MARTINENGO (P. Francesco) . L'igiene dell'anima ; Lettere-- In-16' picc ., carta orient ., p . VIII-288 L . 1 40

DI PIETRO (Sac . Salvatore) . La Santa Sindone ; Sermonerecitato nella Metropolitana di Torino nella Qua-resima del MDCCCLXXXIV . - In-8° gr. di pag .52 ; ediz . elzeviriana» 0 85

GARINO (Sac. Prof. Giovanni) . Del Verso e Del DialettoOmerico . - In-16' gr., pag 32 . . . » 0 40

LETTURE CATTOLICHE

Pubblicazione mensuale-Prezzo annuo L. 2 25 .

DAMIANI (Sac. Siro) . Guglielmo ; Racconto. - Un vol .in-32', pag. 384 (376-78) . . . .

v 0 60

BIBLIOTECA DELLA GIOVENTU' ITALIANA .Pubblicazione mensuale -Prezzo annuo L. 6. 00.

BETTI (Salvatore) . La Illustre Italia ; Dialoghi - In-32°di pag. 376, vol . 2° (184)

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. . . » 0 75Prezzo dei due volumi» 1 20

Da pubblicarsi nelle gallerie dell'Esposizione :

LA FABIOLA

DEL CARDINALE WISEMAN

NUOVA EDIZIONE RICCAMENTE ILLUSTRATA

V. Circolare in Copertina.