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Bollettino mensile - Anno 78 - N° 10 Ottobre 2010 - 00134 Roma - Divino Amore Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 2 - DCB - Roma La Madonna del Divino Amore Beatificazione di Chiara “Luce” Badano Bollettino mensile - Anno 78 - N° 10 Ottobre 2010 - 00134 Roma - Divino Amore Poste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 2 - DCB - Roma

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Bollettino mensile - Anno 78 - N° 10Ottobre 2010 - 00134 Roma - Divino AmorePoste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 2 - DCB - RomaLa Madonna

del Divino Amore

Beatificazione diChiara “Luce” Badano

Bollettino mensile - Anno 78 - N° 10Ottobre 2010 - 00134 Roma - Divino AmorePoste Italiane S.p.A. Sped. in Abb. Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 2 - DCB - Roma

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BOLLETTINO N.10 - OTTOBRE 2010 1

Carissimi amici e devoti del Santuario,

il Santuario della Madonna del Divino Amore non è antichissimo, risale al 1740.Il nuovo ha soltanto 11 anni! Tanti sono gli aspetti della missione di un Santuario, masono convinto che si stia profilando nel nostro Santuario una nuova e urgente stradaaperta ai giovani.

Un segno lo vedo nel fatto che la Provvidenza ha voluto che la prima Beatifica-zione fatta al Santuario fosse di una ragazza del nostro tempo. Ho assistito, sabato 25settembre, alla Beatificazione di Chiara Badano, ho incontrato ed ho parlato con i suoigenitori. Mi sono sentito come interpellato sulla nuova missione che il Santuario de-ve assumere verso i giovani.

Cosa fare? Come fare? Occorre preghiera e discernimento. Tutti sappiamo cheun’emergenza del nostro tempo è quella educativa. Il vangelo, tuttavia, possiede tut-ti i segreti per farsi annunciare, perché ci fa incontrare Gesù, che insegna, attraversola sua vita e le sue parole, le vie della salvezza e i metodi dell’annuncio per gli uomi-ni del nostro tempo.

Il Signore non si è stancato di passare per le vie del mondo e di chiamare tantigiovani alla sua sequela. Se chi è chiamato risponde, vede aprirsi davanti a sé una stra-da luminosa, non priva di difficoltà, e vi si avventura. Colui che ha chiamato non di-mentica di dover accompagnare, e lo fa con amore e con forza, protegge e fa sentirela sua Presenza.

Al Santuario il Servo di Dio Don Umberto Terenzi, volle aprire le porte verso igiovani e le giovani, strappandoli alla precarietà della vita e indicando a loro nuoviorizzonti facendo conoscere e facendo amare la Madonna. Fece la “Casa Madonna”,in cui vi sono giovani suore che hanno risposto con gioia alla chiamata, realizzò unSeminario in cui vi sono giovani di diverse nazionalità.

Tante vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa sono maturate anche nei pelle-grinaggi e nelle visite al Santuario, dove anche vocazioni in crisi hanno ripreso quota!

Maria santissima, giovane donna, attira, attende, accoglie e porta a Gesù. Cipensa Lui a formare e a mandare nel mondo i nuovi missionari del suo amore!

Tutti siamo chiamati a contribuire con l’esempio, per incoraggiare i giovani a fi-darsi di Dio!

Ave Maria!

Vostro nel Divino AmoreDon Pasquale Silla

Rettore-Parroco

Lettera del Rettore

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La prima Beatificazione al Santuario del DivinoAmore.

SOMMARIOLETTERA DEL RETTORE

p. 1

QUESTO NUMERO DEL BOLLETTINO

È DEDICATO INTERAMENTEA CHIARA BADANO

2 BOLLETTINO N.10 - OTTOBRE 2010

“Rallegratevi con me voi tutti cheamate il Signore,perché, ancora piccolina, piacquiall’Altissimo”.

(Secondo responsorio del primo Notturno dell’Ufficio della Madonna).

La divina grazia riempia il nostrocuore e Maria SS.ma ce la conser-vi. Amen.

Preghiamo: Santa Maria, Madre di Dioconservami un cuore di fanciullopuro e limpido come acqua di sorgente.Ottienimi un cuore semplice,che non si ripieghi ad assaporarele proprie tristezze;un cuore magnanimo nel donarsi,facile alla compassione,un cuore fedele e generosoche non dimentichi alcun benee non serbi rancore di alcun male.Formami un cuore dolce e umile,che ami senza esigere di essere riamato,contento di scomparire in altricuori,sacrificandosi davanti al tuo divin Figlio;un cuore grande e indomabilecosì che nessuna ingratitudine lo possa chiuderee nessuna indifferenza lo possastancare;un cuore tormentato dalla Gloria di Cristo,ferito dal suo amore,con una piaga che non si rimarginise non in cielo.

L. de GrandmaisonLettura:Dal salmo 84 (83)

Quanto sono amabili le tue dimore,Signore degli eserciti!L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore.Il mio cuore e la mia carneesultano nel Dio vivente.Anche il passero trova una casae la rondine il nidodove porre i suoi piccoli,presso i tuoi altari,Signore degli eserciti,mio re e mio Dio.Beato chi abita nella tua casa:senza fine canta le tue lodi.Beato l’uomo che trova in teil suo rifugio e ha le tue vienel suo cuore.Passando per la valle del piantola cambia in una sorgente;anche la prima pioggial’ammanta di benedizioni……Perché sole e scudo è il SignoreDio;il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il benea chi cammina nell’integrità.Signore degli eserciti,beato l’uomo che in te confida.

Per riflettere:“Rallegratevi con me voi tutti cheamate il Signore,perché, ancora pic-colina, piacqui all’Altissimo”.

(Secondo respons. del primo Notturno dell’Uff. della Madonna).

La Presentazione di Maria è l’ultimafesta mariana dell’anno liturgico.Quando lo ritennero opportuno,San Gioacchino e Sant’Anna con-dussero la loro piccola bambina alTempio e là, come ritengono pa-recchi santi, la consacrarono al Si-gnore, che l’aveva loro concessa

21 Novembre: Presentazione di Maria Santissima al Tempio

Informiamo i nostri lettori

che incontriamomolte difficoltà

a causa delle esagerate

spese di stampa e di spedizione

delle nostre pubblicazioni

che vorremmo continuare a inviarvi,

come sempre, a titolo gratuito!

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nella vecchiaia.Da parte sua, Maria ratificò laconsacrazione fatta dai genito-ri, la consacrazione già fattanel momento della sua conce-zione immacolata, e si donòsenza riserve, volendo per tut-ta la vita essere la Serva del Si-gnore. La Madonna, dicevaSan Francesco di Sales, fa oggiun’offerta quale il Signore lavuole, perché, oltre la sua per-sona, che sorpassa tutte le al-tre, fatta eccezione del Figliosuo, offre tutto ciò che è, tuttociò che ha e questo è quantoDio chiede (Opere, t. IX, p.236). Con le parole di DomProsper Guerangèr, ci rivolgia-mo a Lei.«Nell’Ufficio cantato in tuoonore ci rivolgi, o Maria, que-sto invito e quale festa megliodi questa lo giustificherebbe?Quando, piccola più per l’u-miltà che per l’età, candida epura salivi i gradini del tempio,il cielo dovette riconoscere che

ormai le compiacenze dell’Al-tissimo erano per la terra. Gliangeli, in una pienezza di lucemai vista, compresero le tuegrandezze incomparabili, e lamaestà di un Tempio in cuiDio raccoglieva un omaggio su-periore a quello dei nove coriangelici, la prerogativa augustadel Vecchio Testamento di cuieri figlia e i cui insegnamentiperfezionavano in te la forma-zione della Madre di Dio.Tuttavia la santa Chiesa ti di-chiara imitabile per noi in que-sto mistero della Presentazio-ne, come in tutti gli altri, oMaria (Lezione seconda del se-condo Notturno). Degnati,particolarmente, di benedire iprivilegiati che la grazia dellavocazione fa abitare qui in ter-ra nella Casa del Signore e sia-no essi pure il fertile ulivo nu-trito dello Spirito Santo, colquale oggi ti paragona SanGiovanni Damasceno (Lezioneprima del secondo Notturno).

Ma non è forse ogni cristiano,per il suo battesimo, cittadinoe membro della Chiesa, verosantuario di Dio del quale ilTempio di Gerusalemme è sol-tanto figura? Per la tua inter-cessione ci sia possibile se-guirti da vicino nella tua felicePresentazione, per meritare diessere noi pure presentati, altuo seguito, all’Altissimo nelTempio della sua gloria (Col-letta del giorno)».

Proposito:Impariamo ad abitare nella Ca-sa di Dio frequentando la suadimora: facciamo un’ora diAdorazione davanti al Santissi-mo ogni volta che possiamo.

Invocazione:Tu che sei la porta che attra-versò l’Altissimo per farsi uo-mo, diventa per ognuno di noila finestra da cui contemplarloe la scala per giungere al para-diso beato (Pierre Gringoire).

BOLLETTINO N.10 - OTTOBRE 2010 3

Èuna bella festa quella del 1°novembre: vi celebriamo la

fedeltà di Dio nei nostri con-fronti e quella degli uomini ver-so Dio. E’ da questo felice con-nubio che nasce e sgorga lasantità. Dio, il tre volte Santo,ne è il primo autore, gli uomini,fedeli fino all’eroismo, sono co-loro che hanno ricevuto la gra-zia e l’hanno trasformata inopere di bene e in testimonian-za concreta di indefessa fedeltàa Dio stesso. È’ una schiera che

nessuno può contare; i loro no-mi non sono solo quelli scrittinei calendari degli uomini, manel libro della vita. I Santi sonogli eroi di Dio, i campioni pre-scelti tra gli uomini di ogni raz-za, popolo e nazione. Sono co-sì diventati i nostri modelli e inostri intercessori presso il tronodi Dio, dove cantano la sua glo-ria e l’inno di lode e di ringra-ziamento. Verso la metà del Isecolo in Oriente, un po’ piùtardi in Occidente, si cominciò

a celebrare presso la tombal’anniversario di coloro che ave-vano reso testimonianza a Cri-sto offrendo la propria vita. Ri-spetto al culto dei morti,presente in tutte le culture, su-bito si evidenziarono due ele-menti nuovi: non era un omag-gio familiare, ma di tutta lacomunità dei credenti; invecedi commemorare il giorno dellanascita terrestre, si celebrava illoro “natale” (dies natalis), la lo-ro nascita al cielo. All’indomani

La Santità: vivere il Mistero Pasquale di Cristo

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Chiara Badano beata.“Un’esplosione di luce”

delle persecuzioni, il ricordo dicoloro che avevano testimonia-to fino alla morte, fu oggetto digrande venerazione: si costrui-rono basiliche sulle tombe deimartiri più celebri e, nell’anni-versario del loro martirio, il po-polo era convocato presso la lo-ro tomba per ascoltare ilracconto della loro passione ecelebrare l’eucaristia. La Chie-sa, celebrando ogni anno ilgiorno natalizio dei martiri e deisanti, celebra il compiersi in lo-ro del mistero pasquale di Cri-sto. Il santo partecipa della pie-nezza del Signore e la sua

santità ha significato in funzionedi questa partecipazione. Ciòche la Chiesa considera decisi-vo è lo slancio con cui ogni san-to ha vissuto in modo persona-le il mistero pasquale. Nellaloro vita si manifesta la vittoriadi Cristo, e proclamare la santi-tà di un credente significa cele-brare le meraviglie che lo Spiri-to di Cristo ha operato in lui.“Nei vari generi di vita e nellevarie professioni un’unica santi-tà è praticata da tutti coloro chesono mossi dallo Spirito di Dio”(Lumen Gentium 41); la tipolo-gia della santità è unica, e in

questo senso tutti i santi si asso-migliano, tuttavia ogni santo èoriginale perché questa santitàsi è realizzata in una singolaritàdi vocazione e di carismi. Chia-ra Luce Badano ci insegna chela fedeltà a Dio si può vivere neigesti quotidiani, e che non con-ta l’età: il vangelo è giovane, lasantità è un traguardo che nonprevede la canizie… Nei santila chiesa celebra il mistero diCristo, vissuto nei suoi frutti; isanti sono proposti alla comuni-tà cristiana come modelli per-ché ogni credente possa per-correre lo stesso cammino.

4 BOLLETTINO N.10 - OTTOBRE 2010

...BEATIFICAZIONE DI CHIARA BADANO

Chiara Badano? Una “buona no-tizia a un mondo ricco di be-

nessere, ma spesso malato di tris-tezza e di infelicità, una “ragazzamoderna, sportiva, positiva” chesollecita a “ritrovare la freschezza el’entusiasmo della fede.

L’Arcivescovo Angelo Amato,Prefetto della Congregazione delleCause dei Santi, ha definito così lagiovane di Sassello scomparsa nep-pure diciannovenne nel ‘90 eproclamata beata il 25 settembre2010 nel Santuario del DivinoAmore di Roma.

Monsignor Amato ha ricordatocome la diociottenne “cambiò ildolore in gioia”, vivendo pienea-mente “l’amore a Gesù crocifisso eabbandonato”, che riassume laspiritualità focolarina. Chiara Lu-bich, fondatrice del Movimento,

S. Ecc. Mons. Angelo Amato

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diede a Chiara un nome nuovo,“Luce”, indovinatissimo, perchè laBadano era un’esplosione di lucedivina, che sorprendeva tutti, gio-vani e adulti”, ha commentato l’ar-civescovo che ha presieduto il rito.

In prima fila, i genitori dellaragazza, visibilmente commossi efelici anche mentre ascoltavano -prima della cerimonia - le testimo-nianze di coetani della loro figlia.

A colpire i giovani, l’amore vissu-to concretamente: “Non propositi alvento, ma fatti concreti - ha rivelatoAmato -. A Gianfranco Piccardo,volontario in partenza per scavaretrenta pozzi d’acqua potabile inBenin, consegna i suoi risparmi”.

“Durante la malattia, donavaGesù, non facendo prediche, madiffondendo gioia e speranza di vi-ta eterna”, ha sottolineato ancoraAmato nell’omelia, notando che“anche sul letto di morte fece un ul-timo dono, quello delle cornee”.Proclamarla beata, ha concluso, in-

dica “un segno concreto della fidu-cia e della stima che il Papa ha neigiovani, nei quali vede il volto gio-vane e santo della Chiesa”. E MariaVoce, Presidente del Movimentodei Focolari, ha definito “un mo-mento storico” la Beatificazione diChiara, “quale primo frutto maturodel nostro Movimento”; sarà com-memorata il 29 ottobre di ogni an-no, giorno in cui era nata nel 1971.

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“Durante lamalattia, donavaGesù, non facendoprediche, ma diffondendogioia e speranza di vita eterna”

Al centro del banco i genitori della Beata Chiara, Ruggero e Maria Teresa

Il Sindaco di Roma Gianni Alemanno

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6 BOLLETTINO N.10 - OTTOBRE 2010

«Il 27 novembre1983, a dodici an-ni, scrive a Chiara

Lubich: “Ho capitoche stavo sbaglian-do tutto. Non devo

strumentalizzareGesù, ma amare

lui e basta. Ho scoperto che

Gesù Abbandonatoè la chiave dell’u-nità di Dio; voglio

sceglierlo comemio primo Sposo e

prepararmi perquando viene. Preferirlo!”.

Perciò, ad esempio, diceva:

“Io vado a scuolapulita e ordinata;

ciò che conta è es-sere bella dentro!».

C.B.

...BEATIFICAZIONE DI CHIARA BADANO

...Le amiche di Chiara: una ragazza come noi

“Una commozione, una pro-fonda commozione”. Ap-

pena terminata la Beatificazionedella loro coetanea “Chiaretta”, leamiche Gen testimoniavano primadel rito della Beatificazione la con-ferma di quella che già alloraavvertivano come un’esperienzastraordinaria: “Anche se gli ultimimesi li ha passati senza muoversi dauna piccola stanza - dice CeciliaMarchisio - Chiara ha fatto cosegrandi; lo dicono i giovani venutioggi da tutto il mondo”.

In prima fila, accanto ai familiari,c’era anche “Chicca” Coriasco, chein quel piccolissimo gruppo dellaLiguria di Ponente aveva condivisole scoperte e le emozioni di ChiaraLuce fin dai primi incontri e fino allememorabili trasferte a Roma per ilGenFest.

Nei suoi ricordi, la giovane ligureche avvertì giocando a tennis nelle

fitte lancinanti ad un braccio leavvisaglie del suo male incurabile, èsoprattutto “una di noi, una ragazzadei tempi nostri. Una ragazza nor-malissima, come tante altre. Cheperò aveva fatto una grande scelta:voleva vivere - insieme a tanti altriamici - per qualcosa di grande. PerDio. In questa semplicità e nor-malità della vita quotidiana, haraggiunto però livelli altissimi. LaChiesa oggi li ha riconosciuti”.

Come tanti altri giovani di tuttoil mondo, nei giorni scorsi leamiche Gen sono passate in visita aTrento sui luoghi in cui partì la scin-tilla di Chiara Lubich: “La beataChiara Luce la chiamava “la miamamma”; all’epoca lei ci scriveva enoi le scrivevamo spesso. Un rap-porto speciale che anche oggi si èirrobustito.

(Tratto da Avvenire di domenica 26/09/2010)

Molti Sindaci venuti per la Beatificazione

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Èper me una profonda emozioneveder realizzato lo splendido, lu-

minoso disegno di Dio su ChiaraLuce Badano, questa giovane di-ciottenne, svelatosi poco a poco alei stessa e poi a tutti noi.

Al Divino Amore sono riaffioratein me le parole di una lettera cheChiara Lubich ha scritto proprio daquesto Santuario nel 1950 a tutticoloro che condividevano con leil’ideale evangelico dell’unità sboc-ciato pochi anni prima. Parla di unpatto con alcuni dei primi che ave-vano con lei iniziato l’avventuraevangelica dell’unità. “Innanzi allaMadonna - si legge - abbiamo pat-teggiato di essere sempre fuori dinoi, cioè nel puro amore, quindisempre nella Vita”. Chiara parla diuna corsa iniziata percorrendo la

direttissima per arrivare al Padre: ilfratello. Scrive quella lettera per “le-gare” tutti in questo proposito, eformare così “un sistema di “carru-cole spirituali” che sollevano ilmondo”.

Lì in quel Santuario ora c’era chiveniva beatificata proprio perchèaveva vissuto in pienezza quest’”al-tra impresa”.

“In questo periodo - Chiara Lu-ce scrive nel marzo di quell’anno inun messaggio ai responsabili delmovimento Gen - le occasioni perabbracciare Gesù abbandonatonon sono certo mancate, infatti dacirca una settimana ho la febbre al-ta e ciò, essendo già debole, mi de-bilita molto. Ma sono tutte occasio-ni d’amore che ho per essere anco-ra più radicata in Dio con voi. Vi of-

Migliaia di giovani davanti ai maxischermi negli spazi verdi intorno al Santuario

Insegna ai giovani a volare alto

«Ge sù mi smacchiacon la varechinaanche i puntini neri, e la varechinabrucia. Così quando arriverò in Paradiso saròbianca come la neve».

C.B.

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PREGHIERAO Padre,

sorgente di ogni bene,ti rendiamo grazie

per l’ammirevole testimonianzadella beata Chiara Badano.

Animata dalla graziadello Spirito Santo

e guidata dall’esempioluminoso di Gesù,

ha creduto fermamente nel tuo immenso amore,

decisa a ricambiarlocon tutte le forze,abbandonandosicon piena fiducia

alla tua paterna volontà.Ti preghiamo umilmente:

concedi anche a noiil dono di vivere con te e per te,

mentre osiamo chiederti,se rientra nel tuo volere,

la grazia... per i meriti di Cristo,nostro Signore. Amen.

fro il mio nulla, affinchè lo Spirito Santo elargisca suquesti giovani tutti i suoi doni d’amore, di luce e di pa-ce, affinchè tutti comprendano quale dono gratuito eimmenso sia la vita e quanto sia importante viverla ogniattimo nella pienezza di Dio”.

In quel Santuario di Maria, m’è parso che questa te-stimonianza venisse rilanciata a tutti noi ora da ChiaraLubich. Era come se ci dicesse: “Lei ha fatto tutto quel-lo che Dio le ha chiesto. Ora tocca a voi andare avan-ti anzi “correre” nella via della santità e trascinarvi tan-ti e tanti”. Mi è rimasta negli occhi l’immagine finaledella fiaccolata che la sera della Beatificazione, passan-do di mano in mano tra i giovani, si è fermata davantialla gigantografia di Chiara Luce. Era come se venisseconsegnata a tutti i giovani del mondo in un abbraccioplanetario. Certo, è una scelta radicale, ma insieme èpossibile.

“La Beata Chiara Badano è una missionaria di Gesù,un’apostola del Vangelo come buona notizia a un

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...BEATIFICAZIONE DI CHIARA BADANO

z

Chiara Badano e la luce dello Spirito

Un manoscritto dIl Vescovo di Acqui Terme, S. Ecc. Pier Giorgio Micchiardi, Diocesi di Chiara

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mondo ricco di benessere, ma spesso malato di tristez-za e di infelicità. Ella ci invita a ritrovare la freschezza el’entusiasmo della fede”. Lo ha detto l’Arcivescovo An-gelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Causedei Santi, presiedendo il rito di Beatificazione della gio-vane focolarina (1971-1990), svoltosi sabato 25 settem-bre, nel Santuario romano del Divino Amore.

“L’invito a ritrovare l’entusiasmo della fede - ha det-to il presule - è rivolto a tutti, ai giovani anzitutto, ma an-che agli adulti, ai consacrati, ai sacerdoti. A tutti è datala grazia sufficiente per diventare santi. Rispondiamocon gioia a questo invito di santità e ringraziamo Bene-detto XVI per il dono della Beatificazione della nostraChiara luce”, come amava chiamarla la fondatrice deiFocolari Chiara Lubich. “Si tratta - ha proseguito - di unsegno concreto della fiducia e della stima che il Papa hanei giovani, nei quali vede il volto giovane e santo dellaChiesa”.

Monsignor Amato ha poi ripercorso le tappe dellamalattia che colpì la giovane Chiara e che in poco tem-po la condusse alla morte. “Colpita a sedici anni daosteosarcoma - ha detto - accetta la croce con dolore,ma serena fortezza: “Non ho più le gambe e mi piace-

oscritto di Chiara

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va tanto andare in bicicletta, ma ilSignore mi ha dato le ali”.

Il presule ha poi proposto alcuniepisodi della vita di Chiara Luceche rivelano la sua carità verso ilprossimo.

“In paese c’era una certa signo-ra Maria, una donna emarginata,che non godeva di nessuna consi-derazione e non andava mai inchiesa. Chiara, incontrandola spes-so per strada, l’aiutava a portare glioggetti pesanti e la chiamava “si-gnora” Maria. Quando Maria sep-pe della morte di Chiara, volle an-dare in chiesa. Si vestì come si de-ve, partecipò alla messa e diede co-me offerta ben cinquantamila lire,molte per quei tempi”. Un giornoun’amica domanda a Chiara: “Congli amici al bar, ti capita di parlaredi Gesù, cerchi di far passare qual-cosa di Dio?” “No, non parlo diDio”. “Ma come, ti fai sfuggire leoccasioni?”: E lei: “Non conta tantoparlare di Dio. Io lo devo dare”. La

carità di Chiara era l’espressionedella sua unione con Cristo.

A Gianfranco Piccardo, volonta-rio in partenza per scavare trentapozzi d’acqua potabile in Benin,consegna i suoi risparmi, un milio-ne e trecentomila lire, regalo per ilsuo ultimo compleanno, dicendo:“A me non servono, io ho tutto”.

Anche i medici rimasero mera-vigliati dal comportamento di Chia-ra di fronte alla malattia e alla soffe-renza. “Innaturale, eccezionale, in-credibile: sono questi - ha conclusoil presule - gli aggettivi usati daimedici curanti per descrivere la se-renità e la fortezza di Chiara difronte alla malattia mortale. È vero.Il suo atteggiamento era innaturale,perchè completamente sopranna-turale, frutto di grazia divina, di fe-de infinita e di eroismo virtuoso.

Chiara Lubich, spiegando il no-me di “Luce” che le aveva datoscriveva che, guardando una suafoto, la giovane “non aveva gli oc-

Ricorda la mammadi Chiara: “Un

giorno tornò a casadall’asilo e mi dis-se: “Sono stata in

castigo“. Le chiesicosa avesse com -binato. “Io, nulla.

Maria Luisa ha fat-to cadere un bam-bino e la suora s’è

spaventata e l’hamessa in castigo.

Allora, io sono an-data con lei dietro

al fifone (termosifo-ne) e le ho det to:`Non aver paura,

non sei sola, sto quiio con te’. Cosi l’ho

fatta ridere e non si è messa

a piangere “.

10 BOLLETTINO N.10 - OTTOBRE 2010

...BEATIFICAZIONE DI CHIARA BADANO

Chiara “Luce” immersa con tutta l’assemblea liturgica nel clima mistico della celebrazione e nei colori delle vetratedel Santuario

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chi della semplice gioia, ma qualco-sa di più, direi la luce dello Spirito”.La sua memoria liturgica è stata fis-sata al 29 ottobre.

Beatificando una giovane, laChiesa si pone in serio ascolto del-la richiesta di autenticità che saledai giovani verso ogni tipo di au-torità. La giovane Chiara attinse lasapienza di vita non tanto daastratte teorie quanto piuttosto dauna decisione tipica dell’adole-scenza che, invece, gli adulti vivo-no con disincanto: giocarsi tutto eda subito sull’amore con la vogliadi renderlo eterno. Che poi è ildenominatore comune nei Santi,a prescindere dall’età anagrafica:sono tutti innamorati di Gesù Cri-sto, scelto come il bene totale del-la propria vita. Da questa sequelafanno scaturire una vita dalleenergie impensabili, spese per lafelicità degli altri.

Chiara Badano è una giovaneche, per tempo, si è con ardoreinnamorata di Gesù Cristo. Vissu-ta e morta in compagnia di questogrande amore, non ha avuto tem-po per la sua sofferenza, ma occhie cuore per gli altri. In dialogo co-stante con questo Vivente, senzapredicare, è diventata una provaconcreta che Dio non è un azzar-do sul quale puntare al buio la no-stra scommessa della vita, ma uninterlocutore che, se cercato e in-terrogato, può cambiare la qualitàdel vivere e del morire umani.

Quando la Chiesa riconosce lasantità di un ragazzo o di una gio-vane donna, accende una candelanel buio dei tempi anzichè maledir-ne l’oscurità.

I giovani sono per definizioneportatori di vita e mal si concilianocon il dolore. La giovinezza si rim-piange, si invidia; è un bene desi-

??????????

«Tu, fidati di Dio.Quando io non cisarò più, segui Luie troverai la forzaper anda re avanti!». E aggiunge birichina: «Quando mi vorrai cercare,guarda il cielo, mi tro verai in una stellina».

C.B.

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Davanti al Nuovo Santuario in tanti hanno seguito la cerimonia con i maxischermi

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derato ma passeggero. Si vagheg-gia di riconquistarlo. La santità cri-stiana ha molto da spartire conquesto umano sentire, perchè losperimenta e cerca di guarirlo conqualche garanzia diversa dallascienza: l’amore, la capacità diamare è l’unico elisir che assicurala giovinezza del cuore e dello spi-rito, pure nel declino fisico più ri-

pugnante e innarestabile.Ogni volta che essa proclama

Beata o Santa una persona, spe-cialmente se giovane, rinnova lasua determinazione a cambiare sestessa in meglio. Sui Santi del ven-tunesimo secolo, Benedetto XVIscommette la riuscita di una verariforma della Chiesa avviata dalConcilio Vaticano II.

Chi è Chiara Badano? La giovanefocolarina che nel pomeriggio

del 25 settembre 2010 è stata Bea-tificata a Roma.

La fama di santità di Chiara “Lu-ce” - come l’aveva chiamata ChiaraLubich per la luce dello Spirito San-to che vedeva nel suo sguardo - di-laga. Monsignor Maritano, l’11 giu-gno del 1999, apre il processo dio-cesano di canonizzazione; verràchiuso il 21 agosto del 2000. Ha ini-

zio la fase romana. Dopo un accu-rato lavoro e a seguito dell’appro-fondimento da parte della Congre-gazione delle Cause dei Santi, Be-nedetto XVI riconosce, il 3 luglio2008, che la giovane Chiara Badanoha vissuto in grado eroico le virtùcristiane e le attribuisce il titolo diVenerabile.

La straordinaria testimonianzacristiana di Chiara, già riconosciutamentre era in vita, s’è diffusa ed è

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«Ogni momento èprezioso e quindi

non va sciupato, ese vissuto così,

tutto acquista unsenso. Tutto viene

ridimensionato, anche nei momenti

più terribili, se offerto a Gesù.Pertanto il dolore

non va perduto, ma acquista un

senso divenendoofferta a Gesù».

C.B.

... come un’unica grande famiglia

...BEATIFICAZIONE DI CHIARA BADANO

Ha aperto a Dio i confini della propria vita

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cresciuta fino ad oggi, tanto da trasformare radi-calmente l’esistenza di molte persone che ricono-scono di attribuire a lei il loro ritorno alla fede eai veri valori.

Da Sassello al Canada, a Hong Kong; dal car-cerato all’oratoriano; dal focolarino al “giullare diDio”, innumerevoli i suoi “fans” e i bambini na-ti per grazia della sua intercessione o le bambineche portano il nome di Chiara Luce. Sì, perchèChiara Luce è veramente il faro della loro esi-stenza; un raggio di luce divina che si irradia sulmondo. In lei si realizzano le parole della Scrittu-

ra citate da Monsignor Maritano nell’omelia peril suo funerale: “I giusti splenderanno come ilsole nel Regno del Padre loro” (Mt 13, 42).Chiara Badano, giovane del nostro tempo,amante della vita, ha saputo amare con l’amoredi Dio, cioè senza confini. Ha posto Gesù allabase della sua breve esistenza, in un dono tota-le di pieno abbandono alla volontà del Padre.Ha saputo aprire i confini della vita quotidiana,abbracciando ogni creatura e facendo propriol’ideale dell’unità.

(Tratto da L’Osservatore Romano del 25/09/2010)

LE VETRATE DI PADRE COSTANTINO

Centinaia di sacerdoti alla concelebrazione

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“Mons. Maritano, ad aprire, nel settembre del1998, la Causa di beatificazione di Chiara LuceBadano disse che motivazioni rese immediata-mente pubbliche da una dichiarazione che mipare ben riassunta anche dal rapporto tra Chia-retta e i suoi coetani: “Quella di Chiara Luce èuna testimonianza significativa soprattutto per igiovani - affermò tra l’altro-. C’è bisogno di san-tità anche oggi. C’è bisogno di aiutare a trova-re un orientamento, uno scopo alla vita, aiuta-re i giovani a superare le loro insicurezza, la lo-

ro solitudine, i loro enigmi di fronte agli insuc-cessi, al dolore, alla morte. I discorsi teorici nonli conquistano, ci vuole la testimonianza. Chia-ra Luce aveva colto l’essenziale del cristianesi-mo: Dio al primo posto; Gesù, con cui avevaun rapporto spontaneo, fraterno; Maria comeesempio; la centralità dell’Amore, la responsa-bilità di annunciare il vangelo. Tutto questo col-laudato dall’esperienza della sofferenza e dellamorte, non temuta ma attesa, ha reso la sua vi-cenda veramente singolare”.

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...BEATIFICAZIONE DI CHIARA BADANO

Fatti quotidiani di vita cristiana

“Per fare città nuove e un mondo nuovo,non bastano solo tecnici, scienziati e

politici, occorrono sapienti, occorrono Santi”. Èancora una bambina Chiara Luce Badano quan-do, per la prima volta, riflette su queste parole diChiara Lubich. La fondatrice dei Focolari, già nel1971 s’era rivolta così ai Gen 3, ragazzi e ragazzedai 9 ai 17 anni - riuniti da vari Paesi in un con-gresso a Rocca di Papa. A soli 9 anni, ChiaraLuce Badano incontra la spiritualità dei Focolarie prende alla lettera le parole di Chiara Lubich.

“Ho una nonna paralizzata - dice Chiara nel1983 - ed è dovere di ogni nipotina andarla atrovare ogni tanto. Ma ho capito che se volevoessere una vera Gen dovevo fare qualcosa di più.Così ho deciso di andarci più giorni di seguitoper tenerle compagnia. Il leggere la frase delVangelo: “Qualunque cosa avrete fatto a uno diquesti piccoli...” mi è stata da pedana di lancio.Dopo la scuola sono andata a casa mia. Per lescale ero un pò arrabbiata per dover perderetanto tempo, ma ho detto il mio “sì”. Quandoscendendo le scale sono tornata a casa, avevouna gioia dentro fortissima!”. Eppure, ha detto lamamma di Chiara nella deposizione al processodi Beatificazione, “andare dalla nonna paternacostava un po’, perchè mia suocera non avevasimpatia per mia figlia. Forse anche perchè, amotivo della sua nascita, ho avuto meno tempo

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Chiara riferisce di sé:“Io frequento la prima media. Nella mia

classe da alcuni giorni è assente una mia com-pagna. Un giorno, a tavola, so che questa bam-bina ha la scarlattina. Nessuno va a trovarla.D’accordo con la mamma, penso di andare ioper portarle i compiti; veramente i compiti so-no una scusa: la cosa che più importa è che nonsi senta sola. Io non ho ancora fatto la scarlat-tina e la mamma mi ricorda che posso prender-mi la malattia. Rispondo alla mamma: “Nonimporta!”. Vado, e la mia compagna è moltocontenta di vedermi. Torno da lei per parecchigiorni; non mi sono presa la scarlattina.

Una sera la mamma è molto stanca e c’è daandare a dormire dai nonni; allora sento cheposso andarci io. Papà subito non vuole, madopo la mia insistenza mi lascia.

Come tutti i bambini ho il sonno profondo.Mi sono detta: “Se i nonni hanno bisogno, ionon sento”, così lascio la porta aperta, ma nonsono tranquilla. Penso allora di rimanere sve-glia, dandomi degli scossoni tutte le volte chemi addormento.

Nella notte si accende nella camera dellanonna la luce; sono subito da lei, ma non ha bi-sogno di me. Così per tutta la notte.

Al mattino sono molto stanca, ma soprattut-to contenta di aver fatto riposare la mamma”.

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per aver cura di lei. Salendo le scale Chiararipeteva: “Vado da Gesù”.

Anche le difficoltà e le delusioni erano oc-casioni per mettere in pratica il Vangelo. Così,nell’ottobre 1986, dopo una bocciatura in IVginnasio inaspettata e ritenuta profondamenteingiusta, Chiara scrive: “Quest’anno sono inuna classe e sezione nuova perchè ripeto l’an-no. Quando sono entrata per la prima volta inclasse avevo un po’ di paura, perchè nonconoscevo nessuno e avevo paura che facil-mente sarei stata scartata dagli altri. Poi hopensato che potevo assomigliare un pochino aGesù abbandonato e piena di gioia sono entra-ta in classe. I compagni sono stati molto sim-patici con me e già ci conosciamo con tutti. Hochiesto così a Gesù di essere sempre pronta avoler loro bene in ogni momento”.

Il 1988 segna una svolta nella vita di ChiaraLuce.

Il 28 febbraio1989 viene sottoposta al pri-mo delicato intervento chirurgico. Il 14 marzosuccessivo si reca all’ospedale pediatrico

“Regina Margherita” di Torino per nuovi esamie per iniziare la chemioterapia. In quell’occa-sione il medico la informa della gravità dellamalattia: un tumore tra i più terribili e dolorosi.La mamma, che non ha potuto accompagnarlain ospedale per motivi di salute, racconta cosìil rientro a casa dopo quel colloquio. “Quandoè arrivata alla porta le chiedo: “Chiara, com’èandata?” Ma lei, senza guardarmi, era cupa involto, risponde: “Ora, non parlare - per duevolte - ora, non parlare”. E si butta così comeera lunga sul suo letto. Io volevo dirle tantecose: “Poi vedrai, magari... sei giovane...”, madovevo rispettare quello che lei mi avevachiesto. Vedevo dall’espressione del suo voltola lotta che Chiara faceva dentro di sè. Dopoventicinque minuti - io guardavo l’orologio - leisi volta verso di me col suo sorriso di sempre,raggiante, proprio uno sguardo pieno di lucecon un bel sorriso e dice: “Mamma, ora puoiparlare - due volte - ora, puoi parlare”. Chiaraha impiegato venticinque minuti a dire il suo“sì” a Dio, e non si è più voltata indietro”.

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Chiara Badano...

“Consapevole del mio nulla, cerco di of -frire le mie sofferenze nei momenti più

dif ficili, certa dell’amore di Dio, rinnovando ilmio sì, attimo per attimo”.

***

“Ho riscoperto il Vangelo sotto una nuovaluce. Ho capito che non ero una cristia-

na autentica perchè non lo vivevo sino in fon-do. Ora voglio fare di questo magnifico libro ilmio unico scopo della vita.

Non voglio e non posso rimanere analfabe-ta di un così straordinario messaggio.

Come per me è facile imparare l’alfabeto,così deve esserlo anche vivere il Vangelo!”.

***

L’amore di Chiara per Gesù diviene sem-pre più intenso. Da piccolissima si rial-

laccia alle parabole per correggere il propriocaratterino e vincere il pronto “no” allamamma che le richiede un aiuto nello spa-recchiare la tavola: “Com’è quella storia delVangelo, di quel padre che aveva detto ai figlidi recarsi nella vigna, e uno aveva detto sì enon c’era andato, mentre l’altro aveva dettodi no e poi vi era andato? Mamma, mettimi ilgrambiulino!”.

***

Questa, ragazzina impara a guardare chi av-vicina con gli occhi della fede: è Gesù. “Io

trovo Gesù quando a scuola posso dare la miamerendina a una compagna che non ce l’ha.L’ho detto alla mamma, e adesso me ne dàdue. Ma io voglio dare anche la mia, perché nelbambino povero io vedo Gesù. Io sento unagrande gioia perché faccio felice Gesù”.

***

Dal compagno di giochi o di banco a scuo-la, all’insegnante severo e talvolta ingiusto

nel giudizio; dal povero di strada, dall’aspettosgradevole, al non credente dal comportamen-to sarcastico e pungente: in ciascuno di essiChiara vede il volto di Gesù, o sa guardare congli occhi misericordiosi di Gesù. Di colui che siè immolato in croce per amore nostro: «Tuttoquello che avete fatto a uno solo di questi mieifratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt25,40).

Il fondamento della carità fraterna risiededunque nella fede: ci rivela l’immenso debitodi amore che abbiamo verso Dio, e insieme larichiesta divina di ricambiare tale amore attra-verso una relazione di vera fraternità, con i suoifigli. Per questo motivo in ogni essere umanodobbiamo riconoscere il volto di Cristo: «L’a-vete fatto a me». Quando è debole l’adesionea Cristo, si stenta a percepire nell’altro la pre-senza di Lui; ma allora siamo costretti consta-tare quanto sia imperfetto il nostro amore filia-

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“L’ultimo saluto alla mamma: “Sii felice, IO LO SONO!”

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APERTURA DEL SANTUARIO Giorni feriali 6.30-20 Giorni festivi 6-20 (ora legale 5-21)

ORARIO SANTE MESSE Antico SantuarioFeriale ore7-8-9 -10-11-12-17 (sospesa nell’ora legale) 18 -19; Festivo ore 6-7-13-19 (ora legale 20)Nuovo SantuarioSabato ore 17-18 (ora legale 18-19)Festivo (ore 5 dalla domenica dopo Pasqua all’ultima di ottobre)ore 8-9-10-11-12-16-17-18 (ora legale anche ore 19)Cappella dello Spirito SantoFestivo Battesimi ore 11.30 e 16.30 (ora legale 17.30)Chiesa della Santa FamigliaFestivo ore 10 per bambini e ragazzi della Parrocchia

LITURGIA DELLE OREGiorni feriali ore 7.30 Lodi mattutine, 19.45 Vespri Giorni festivi ore 9.15 Lodi mattutine, 12.15 Ora Sesta,15.00 Adorazione Eucaristica e Ufficio delle Letture,17.15 Vespri

ALTRE FORME DI PREGHIERANuovo Santuario - Cappella del SantissimoAdorazione Eucaristica perpetua Domenica ore 19 Processione EucaristicaAntico SantuarioGiorni feriali ore 16 (ora legale 17) Rosario e Adorazione EucaristicaGiorni festivi ore 10.15, 11.15, 16.15 Santo Rosarioore 12 Ora media, Angelus e Coroncina alla Madonna

CONFESSIONI Cappella antico SantuarioGiorni feriali ore 6.45-12.45 e15.30-19.30 Giorni festivi ore 5.45-12.45 e 15.30-19.45CONFESSIONI Cappella nuovo SantuarioSabato ore 16.30-18.45 (ora legale19.45)

Giorni festivi ore 7.45 -12.45 e 15.30-18.45

(ora legale19.45)

PELLEGRINAGGIO NOTTURNO A PIEDIOgni sabato dal 1° dopo Pasqua all’ultimo di Ottobre.Partenza ore 24 da Roma, Piazza di Porta Capena.Arrivo alle ore 5 della domenica e Santa Messa nel Santuario.

VEGLIA Dl PREGHIERA PER LE VOCAZIONI Dalle ore 21 di ogni giovedì alle ore 6 del venerdì.

Per la preghiera personale, la meditazione e momenti di silenzio, sono sempre disponibili le cappelle del Santuario e spazi all'aperto

Direttore responsabileGiuseppe Daminelli Autorizzazione delTribunale di Roma n.56 del 17.2.1987

Editrice ASSOCIAZIONE “DIVINO AMORE” ONLUSdel Santuario della Madonna del Divino AmoreN. 46479 - 07-06-06 - CF 97423150586Via del Santuario, 10 - 00134 RomaTel . 06 713518 - Fax 06 71353304C/C Postale N. 76711894

Redazione Sacerdoti Oblati e Suore “Figli della Madonna del Divino Amore”Stampa Interstampa s.r.l.Via Barbana, 33 - 00142 RomaGrafica Tanya GuglielmiFoto Fotostudio Roma di Piero ZabeoAbbonamento Spedizione gratuita ai soci

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Didascalia In relazione alla normativa sulla tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali (legge 31/12/1996 n. 675), ci è gradito comunicarLeche il Suo nome è stato inserito nel nostro indirizzario esclusivamente allo scopo di informarLa sulle iniziative del Santuario, delle Associazioni e garantiamo chetali dati sono utilizzati esclusivamente per l'invio di comunicazioni inerenti le nostre opere e sono trattati con la massima riservatezza. Qualora queste comunicazioni non fossero di Suo gradimento è Sua facoltà richiedere la cancellazione dei dati relativi alla Sua persona dal nostro indirizzario.

le verso Dio: «Chi non ama il proprio fratel-lo che vede, non può amare Dio che non ve-de» (1Gv 4,20). Urge quindi il rafforzamen-to della nostra fede per rendere possibileuna crescita nella fraternità. Questa è effet-to, anzitutto, della grazia divina ancorchéesiga il nostro impegno di collaborazione. Lamotivazione dell’amore fraterno sta nell’a-more per Dio e per il suo Figlio incarnato. Lagrazia per attuare il comandamento dellafraternità è dono dello Spirito Santo, che cisprona ad amare nel modo praticato da Ge-sù e gradito al Padre: «L’amore di Dio è sta-to riversato nei nostri cuori per mezzo delloSpirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5).In virtù di questo dono, ci è possibile imita-re Gesù: «Questo è il mio comandamento:che vi amiate gli uni gli altri come io ho ama-to voi» (Gv 15,12). La fraternità cristiana ècondivisione delle gioie e dei dolori altrui.Amore che porta alla compassione (patirecon), quindi a far propri i problemi di chi cipassa accanto, a prediligere i più deboli, isofferenti, i poveri, gli «ultimi».

Se durante le elementari Chiara avevachiesto alla mamma di invitare a pranzo lacompagna più povera e di tirar fuori la tova-glia più bella perché a tavola, con noi, oggic’è Gesù, col crescere compie un salto diqualità nel suo cammino sulla via dell’amo-re. Molte le delicatezze, nelle parole e neigesti, verso chi si trova in necessità; ma sem-pre gratuite: “Posso trovare Gesù Abbando-nato nei lontani, negli atei... Devo amarli inmodo specialissimo, senza interesse”. L’amo-re non emette mai giudizi di con danna:“Non puoi permetterti di giudicarli: i drogatisono i poveri di oggi!”.

***

Aveva scritto: “Quest’anno frequento laprima media. In questa scuola c’è un pro-

fessore un po’ difficile da amare, ma io contutto l’amore possibile cerco di volergli benee questo mio sacrificio Gesù l’ha visto e mi hasubito ricompensata, perché ora, quando perdisattenzione non lo saluto, è lui il primo afarlo e questo mi dà la forza di continuare ad

amarlo fino in fondo e di continuare a cresce-re in Dio”.

***

“Noi siamo un corpo. È come a me: seadesso mi fa male qui, ne risento dap-

pertutto e io al lora devo fare in modo di nonsottrarmi al la grazia di Gesù, per non recaredanno a tutti gli altri”.

***

“Ho capito quello che diceva Santa Tere -sina: che prima di morire a colpi di spa-

da, bisogna morire a colpi di spillo. Mi accor goche le piccole cose sono quelle che non fac ciobene, oppure i piccoli dolori, quelli che mi la-scio sfuggire. Così voglio andare avan ti amandotutti i colpi di spillo”.

***

“Sono tutte occa sioni d’amore che ho, peressere ancora più radicata in Dio con voi.

Vi offro il mio nulla, affinché lo Spirito San-to elargisca su questi giovani tutti i Suoi doni diamore, di luce e di pace, affinché tutti com-prendano quale dono gratuito e im menso sia lavita e quanto sia importante viverla ogni attimonella pienezza di Dio. Nel mio “stare” il vostroandare. Uno in G. A., Chiara”.

***

“L’importante è fare la volontà di Dio. Iomagari avevo dei piani su di me, ma Dio

ha pensato a questo. La malattia mi è arrivataal momento giusto... Voi però non potete nep-pure immaginare qual è adesso il mio rappor-to con Gesù... Avverto che Dio mi chiede qual-cosa di più, di più grande. Forse potrei restaresu questo letto per anni, non lo so. A me inte-ressa solo la volontà di Dio, fare bene quella,nell’attimo presente: stare al gioco di Dio”.

E ancora: “Sono uscita dalla vostra vita inun attimo. Oh, come avrei voluto fermare queltreno in corsa che mi allontanava sempre dipiù! Ma ancora non capivo. Ero troppo assor-bita da cose insignificanti, futili e passeggere.Un altro mondo mi attendeva, e non mi resta-va che abbandonarmi. Ma ora mi sento avvol-ta in uno splendido disegno che a poco a po-co mi si svela”.

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La serata di beneficenza, organizzata dalla As-sociazione Divino Amore onlus, viene offerta aquanti vogliono rendersi protagonisti della terzaimportante opera di carità che sorgerà vicino alSantuario: la “Casa del Divino Amore per disabi-li”, con un ambizioso progetto innovativo.

Verrà presentato e offerto a tutti il nuovo CD“Ave Maria ... Ci sei Tu”, una canzone che ci gui-da verso la speranza e ci fa sentire la presenza del-la Madonna, in tutte le situazioni difficili della vi-ta. Ci sei Tu! Ci viene ripetuto perchè non dobbia-mo aver paura mai!

Presenta: Eleonora DanieleOspiti: Little Tony, Sandra Milo, Fanny Cadeo, Isabelle Adriani, Claudio

Saint Just, Detto Mariano, Patrizia Tapparelli, Mariano Perrella, Antonio Tallu-ra, Cristiana Ciacci, Stefania Calandra, Enrico Giovagnoli, Francesca Carli, TonyMalco, Spettacolo di magia, Esibizione di ballo.Direzione Artistica: Enrico Ciacci; Regia: Fernando Monteleone.

Auditorium del Nuovo SantuarioSABATO 23 OTTOBRE 2010 ORE 20.30

Serata di beneficenza con lo spettacolo di varietà imperniato sulla canzone

“AVE MARIA... CI SEI TU” scritta da Don Pasquale Silla

con musiche di Enrico Ciacci e Fernando Monteleone.Un inno alla Madonna del Divino Amore.

Per stare insieme nella gioia e nella solidarietàcon tanti simpatici amici!

CI SEI TU... DAY

ASSOCIAZIONE “DIVINO AMORE” ONLUS

INGRESSO LIBERO

Sede: Via del Santuario, 10 - 00134 Roma - Tel. 06 713518 - Fax 06 71353304e-mail: [email protected] - C/C postale 76711894

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