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Direzione-Redazione-Amministrazione:

Piazza Celli, 3 – Tel. 0773/693665 Fax 489131

04100-Latina

Direttore Responsabile

ANTONELLA CASSIOLI

Direttore Scientifico

ALFREDO CARADONNA

Consiglio Direttivo

Presidente RIGHETTI GIOVANNI MARIA

Vicepresidente CAVALLINI MARIO

Segretario MILO PASQUALE

Tesoriere LUCCHESI ROBERTO

Consigliere BONELLI GIACOMO

Consigliere BONFIGLIO NADIA

Consigliere CARADONNA ALFREDO

Consigliere DINIA GAETANO

Consigliere GUARINO SILVERIO

Consigliere LANZA GERARDO

Consigliere LEONE DAVIDE (odontoiatra)

Consigliere MARETTO GIANCARLO

Consigliere NARDONI MARIA TERESA

Consigliere ORGERA ANTONIO

Consigliere PASTORE ALDO

Consigliere ROVACCHI GIUSEPPE

Consigliere TASCIOTTI PAOLO (odontoiatra)

Componenti non Consiglieri

Commissione Albo Odontoiatri

CENSI ELISABETTA

PAPA GIOVANNI

PECORA GIORGIO

Presidente Commissione

Albo Odontoiatri

TASCIOTTI PAOLO

Collegio dei Revisori dei Conti

Presidente NIGRO MORENA GIOVANNA

Membri effettivi AMMENDOLA ERMINIA

GATTI GIULIA

Membro supplente RUSSO PIER FRANCESCO

2BOLLETTINO

ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 2

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3BOLLETTINO

ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 3

Sommario

Editorialepag. 4 La sanità pontina ha bisogno di un colpo

di reniAlfredo Caradonna

pag. 6 Lettere e segnalazioni

Storia dell’Ordinepag. 8 I Consigli Direttivi dell’Ordine

Roberto Lucchesi

pag. 14 Barbara Ensoli vince il premio “Fru-mento d’oro duemilauno”Teresa Nardoni

Trapianti d’organopag. 16 Vicino alla morte

Peppino Nicolucci

pag. 19 Cosa sta facendo l’Azienda SanitariaPietro Di Legge

pag. 21 Guerra agli sprechi d’organiDa Il Sole 24 ore Sanità

Argomenti di bioeticapag. 23 Rinnovo del comitato per la bioetica

pag. 24 Corso di bioetica per medici e odontoiatriSilverio Guarino

pag. 26 Aspetti etici dei trapianti d’organoMaria Addolorata Mangione

pag. 33 Un posto per morireDal Bollettino dell’Ordine dei Medici diMantova

Liste di attesapag. 35 Le difficoltà del vivere quotidiano del

MMGAugusto Onori

pag. 37 Il problema delle liste d’attesaGerardo Lanza

pag. 39 Ho voglia di integrazioneDa Il Sole 24 ore Sanità

pag. 41 De ambulatorio

Associazioni medichepag. 44 Associazione Medica Privernate “Tom-

maso Visca”Ercole Canori

pag. 45 Celebrato il decennale dell’AssociazioneMedica Fondana

pag. 47 Manifesto contro l’eutanasiaAssociazione Medici Cattolici ItalianiLatina

Medici pontini artistipag. 48 Cronaca

Franco Gnessi

pag. 52 SorgenteGianni Isabella

Aggiornamento professionalepag. 53 Scuola Medica pontina

Erminia Ammendola

pag. 55 ValutatoriErminia Ammendola e Nadia Bonfiglio

pag. 56 Aspetti tecnici dell’ECMNadia Bonfiglio

pag. 58 Convegni e congressi

Comunicazioni utilipag. 62 Medicine non convenzionali

pag. 65 Aggiornamento delle tariffe minime libe-ro professionali per medici operanti pres-so ditte di trasporto infermi

pag. 69 Associazione Italiana Pazienti Anticoau-gulatiFranco Masi

pag. 71 Diaconìa Medica Missionaria

In allegatoTariffario dei certificati a pagamento deimedici di medicina generale e dei pedia-tri di libera scelta

“I disegni pubblicati sono stati realizzati appositamente per Medicina Pontina da Fulvio Di Pietro e rappresentano Aspetti di vita di paese.

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Urgono decisioni importanti

LA SANITÀ PONTINAHA BISOGNO DI

UN COLPO DI RENI

Cerchiamo di non perdere anche questo treno

diAlfredo Caradonna

Direttore Scientifico di Medicina Pontina

Titoli recentissimi sulle pagine nazionali dei giornali: Il Messaggero del 20marzo: “Troppi ricoveri inutili”; Il Corriere della Sera del 22 marzo: “Nelverde ed in periferia l’ospedale ideale”.

In gran parte del centro-nord gli ospedali delle città capoluogo di provinciasi stanno organizzando in veri dipartimenti; parecchi ospedali provinciali omedio-grandi si trasformano, frattanto, in policlinici. Il privato è stabilmenteaccreditato dal SSN. Il management in sanità impera in qualsiasi realtà sanita-ria di un certo spessore, perché tutti hanno capito che senza di esso non si vada nessuna parte. Il ministro Veronesi e l’architetto Piano ci propongono l’o-spedale del futuro (prossimo!), chiavi in mano, a 300 miliardi, presupponendo,oltre la localizzazione (in periferia) e l’organizzazione interna (tutta tesa all’ef-ficienza e all’umanizzazione), la sua interconnessione dinamica con le struttu-re territoriali e la medicina generale. In svariate regioni si stanno organizzandoHospice ed Ospedali di Comunità. Si portano avanti interessanti progetti di go-verno dell’attività ambulatoriale, erogando le prestazioni sul principio della“ragionevolezza clinica”; si incide sulla domanda oltre che sull’offerta, coin-volgendo, come primi attori di questa organizzazione, i medici di medicina ge-nerale (prima di tutto), gli specialisti ed i centri di prenotazione (che in varieparti d’Italia funzionano con gli stessi ritmi delle agenzie di viaggio, presso cuiil tuo viaggio alle Bahamas lo puoi prenotare come, quando e dove vuoi, sen-za file e nervosismo).

E in provincia di Latina? Sarà stata l’estrema vicinanza di Roma (65 kmdall’EUR), che ha storicamente risolto gran parte dei nostri problemi; sarà statauna classe politica abbastanza miope; oppure, anche, una categoria medica,non molto lungimirante; sarà stata, infine, una congiunzione astrale particolar-mente negativa. Certo, le cose non vanno molto bene: anche se non siamo lamaglia nera dell’Italia, ci sono realtà assolutamente più organizzate ai lati e asud di noi. E, invece di diventare polo d’attrazione per gli abitanti di altre pro-vince, a parte casi sporadici, continuiamo a pagare un pesante tributo alla mi-grazione sanitaria nazionale.

Infatti, a fronte di tanto dinamismo su scala nazionale, qui da noi alcuni, an-cora pochi per fortuna, continuano a discutere sul ruolo “ospedaliero” dellestrutture collinari, che hanno ospitato i gloriosi ospedali dell’ECA (Ente Co-

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 4

Editoriale

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munale Assistenza). Non si riesce a vedere un serio equilibrio tra certe struttu-re ospedaliere che, sorte in pianura senza alcun criterio di razionalizzazione,sembrano dimenticare che la dispersione delle risorse è letale per una buonamedicina ospedaliera. I padiglioni capofila dei tre presidi ospedalieri non rie-scono a decollare. Non esiste una rete ambulatoriale territoriale degna di que-sto nome; la riabilitazione è, perlomeno, scoordinata; la prevenzione primariae secondaria è …scordata! Inutile continuare.

A livello ospedaliero ci sono, comunque, alcuni segni positivi evidenti, intermini di strutture, organizzazione interna, protocolli, aggiornamento. I risul-tati saranno ancora più evidenti, se attorno a queste punte gireranno ospedalicapaci del nuovo e, al di fuori, ruoteranno distretti che prendano finalmentesul serio il problema della de-ospedalizzazione.

Sulla medicina ospedaliera, in generale, rinnoviamo la proposta già espressasul precedente numero di Medicina Pontina e che alcune Regioni, ricche diottimi presidi ospedalieri (a differenza di noi), stanno seguendo. Facciamo unosforzo di volontà e di fantasia, approfittando “dell’aria che tira”; attiviamociper la costruzione di due aziende ospedaliere (una a Latina e una a Formia),che diventino due veri policlinici; distinguiamo e integriamo i ruoli tra i duepadiglioni del P.O. Centro, fortunatamente costruiti con criteri moderni. La-sciamo, infine, che una ben strutturata Azienda Sanitaria Territoriale, comesuccede in Lombardia, si occupi della medicina extra-ospedaliera. E’ assoluta-mente urgente, infatti, che nasca una medicina territoriale efficiente ed effica-ce, che, nelle sue varie espressioni (ambulatori specialistici, ecc), sia una veraalternativa all’ospedalizzazione ed al Pronto Soccorso. Quest’ultimo, infatti,rimane tuttora l’unico punto di riferimento per troppe persone che abbiano an-che il più banale dei disturbi.

Anche noi medici, comunque, dobbiamo riflettere: verifichiamo se il nostroatteggiamento è sempre e comunque a pieno servizio della comunità di cuifacciamo parte; vediamo se abbiamo la mentalità per lavorare in veri diparti-menti ed in veri policlinici, invece che in grossi ospedali zonali; domandiamo-ci se abbiamo la capacità del nuovo; analizziamo quanto, infine, le nostre inef-ficienze, i nostri scopi (più o meno legittimi), le nostre preclusioni e le nostreabitudini siano di impaccio allo sviluppo di una medicina moderna, che coniu-ghi, come detto prima, alti livelli qualitativi, quantitativi e di umanizzazione.

La dirigenza ASL, ovviamente, non può che essere il motore ed il centro diquesto radicale e, ripeto, urgente cambiamento di rotta. L’Ordine, assolutamen-te a disposizione per contribuire ad ottenere risultati seri, è, come sempre, fidu-cioso nei riguardi dei nuovi amministratori dell’Azienda Sanitaria.

L’editoriale è stato approvato e fatto proprio dal Consiglio Direttivo dell’Ordine del 31.03.2001

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Editoriale

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Sono in aumento i casi di tumore

nella nostra provincia?

Nella mia attività medica,ormai più che ventennale,ho rilevato negli ultimi

anni un aumento vertiginoso dei casidi tumore rispetto agli anni preceden-ti, sia come mortalità che come inci-denza e prevalenza. Chiaramentequesta mia osservazione empiricapotrebbe essere falsata da diversi fat-tori. Da consultazioni amichevoli conaltri colleghi con attività analoga allamia, sia come territorio che comenumero di pazienti, risulta che ancheloro rilevino tale aumento.

Con questa mia lettera desiderochiedere ai colleghi che operano aqualsiasi titolo (medicina generale,ospedalieri, attività privata, funziona-ri asl…) nel territorio di Latina e pro-vincia ed eventualmente zone limi-trofe (Anzio, Frosinone, Caserta…)se anche loro hanno riscontrato taleincremento.

In questa disgraziata eventualità,potrebbe essere utile incontrarci inuna tavola rotonda presso la sede del-l’Ordine dei Medici, magari con l’au-silio di specialisti del settore, perpuntualizzare innanzitutto se il dato èvero e se ci possa essere una concau-sa ambientale, tossica o altro.

Chi fosse interessato ad operareattivamente per una rilevazione intempo reale del fenomeno ed even-tualmente per una prevenzione pri-maria dello stesso, può contattarmidirettamente o al numero telefonico0335/6383420: ne sarei onorato.

GrazieDomenico Siniscalchi

Medico di Medicina Generale Latina

Costituita a Fondi una cooperativa di medici

Si chiama SALUS 2000 laCooperativa di Medici chesi è costituita a Fondi il 10

aprile 2000. Sedici sono stati i socifondatori, ma attualmente se ne con-tano quasi trenta.

Gli organi sociali prevedono unPresidente, nella persona di LuigiAnselmo, un Vice Presidente (DanteMastromanno), tre Consiglieri (Cor-rado Antonetti, Maurizio Di Russo,Carlo Saccoccio). A comporre il Col-legio Sindacale, per il primo trien-nio, sono stati nominati i colleghiOnorato Lauretti, Paolo Dinia, CarloPadula.

Gli scopi della Cooperativa sipossono così riassumere:

- perseguire l’interesse generaledella comunità alla promozioneumana ed alla integrazione socialedei cittadini attraverso la salvaguar-dia della salute tramite la gestione diservizi sanitari ed educativi.

A tal fine la Cooperativa si adope-ra per la crescita culturale dei soci,attraverso il miglioramento delle lo-ro conoscenze scientifiche, l’eleva-zione delle prestazioni professionali,l’aggiornamento sistematico, conti-nuo ed integrato; la fornitura ai socidi opportune metodologie lavorative;l’organizzazione di prestazioni medi-che volte a coprire la totale reperibi-lità notturna e festiva; la prevenzionee l’educazione sanitaria nei confrontidella popolazione raccordandosi aprogrammi d’igiene ed informazionedi carattere locale, nazionale ed in-ternazionale; l’organizzazione e lagestione di centri tecnicamente at-trezzati per il monitoraggio, la dia-

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Lettere e segnalazioni

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gnosi precoce e la terapia delle pato-logie emergenti e di quelle a svilup-po cronico e socialmente rilevante;mettere a disposizione dei soci lespecifiche competenze professionalidi ogni socio; l’editoria di pubblica-zioni a carattere scientifico, cultura-le, divulgativo.

La Cooperativa Salus è presentesul sito Web, all’indirizzo: www.sa-lus2000.interfree.it

Si vuole qui ricordare che la me-dicina “in associazione”, “in rete” e“di gruppo” fanno parte delle formeassociative dell’assistenza primariapreviste dall’Art. 40 dell’AccordoCollettivo Nazionale 1998-2000, co-stituendone parte fondante, innovati-va e qualificante la Medicina di Fa-miglia, a cui viene riconosciuto ilruolo preminente nella sanità pubbli-ca. Infatti, tali forme associative so-no soggetti anche qualificati a pro-porre e promuovere iniziative e pro-getti assistenziali, da sottoporre allacontrattazione tra le parti nell’ambitodegli accordi regionali e aziendali.

Il ricco programma sociale dellaCooperativa Salus sarà tra breve ininternet e specificato su MedicinaPontina.

Carlo PadulaMedico di Medicina Generale

Fondi

Iniziative di solidarietà evolontariato

Inostri ambulatori sono spessoil luogo in cui dare informa-zioni che esulano da problemi

strettamente medici: l’incontro con inostri pazienti è, d’altra parte, occa-sione per conoscere persone e fami-glie e per conoscere la loro disponi-bilità ad iniziative di solidarietà.

Così ho pensato di far conoscerea tutti i colleghi, e soprattutto a

quanti praticano la medicina di base,l’esistenza di un servizio di sostegnoall’istituto dell’affidamento familia-re.La Legge 285 finanzia, infatti, inter-venti in campo sociale che vengonoprogrammati e gestiti dalle ammini-strazioni comunali: fra questi, ormaida un anno, si è avviato il “ProgettoFamiglia Risorsa” che si sviluppanei comuni di Aprilia, Cisterna eLatina. Esso è fondamentalmentefocalizzato su due obbiettivi: indivi-duare e preparare famiglie disponibi-li ad accogliere temporaneamenteminori allontanati dalla propria fami-glia d’origine da parte del giudice;sostenere queste stesse famiglie inquesto loro ruolo di affidatari. Chi volesse avere notizie più detta-gliate o volesse indirizzare famigliesensibili ed interessate a questo tipodi servizio, potrà rivolgersi agliassessorati dei comuni interessati.

Diego GilibertiMedico di Medicina Generale

Latina

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Lettere e segnalazioni

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Storia dell’Ordine

I CONSIGLI DIRETTIVI DELL’ORDINE

Una carrellata storica dal 1945 ad oggi

diRoberto Lucchesi

Tesoriere dell’Ordine

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 8

La prima sede fu Piazza Celli 1.

I CONSIGLIO DIRETTIVO (1945/1947)Presidente Pietro Verdesca ZainTesoriere Enrico BaffaSegretario Emanuele Parisi Consiglieri Giovanni Aversa, Giuseppe Cusumano, Salvatore Erroi

II CONSIGLIO DIRETTIVO (1948/1949)Presidente Pietro Verdesca ZainTesoriere Enrico BaffaSegretario Emanuele ParisiConsiglieri Giovanni Aversa, Giuseppe Cusumano, Salvatore Erroi

III CONSIGLIO DIRETTIVO (1950/1951)Presidente Pietro Verdesca ZainTesoriere Enrico Baffa Segretario Emanuele ParisiConsiglieri Giovanni Aversa, Luigi del Trono, Benedetto Lo Cicero

La sede viene trasferita in via Pio VI N° 7.

IV CONSIGLIO DIRETTIVO (1952/1954) Presidente Guido Colangelo V. Presidente Benedetto Lo Cicero (dimessosi a ottobre ’52)Tesoriere Giacinto MagliozziSegretario Luigi del TronoConsiglieri Silvio Liguori, Umberto Sartini, Mattia Tipaldi

Nel 1951 vennero eletti i primi revisori dei conti:Alberto Rapanà, Antonio Pierro, Giuseppe Marcario. Supplente: Luigi Gabrielli

V CONSIGLIO DIRETTIVO (1955/1957)Presidente Bernardo BorrettiTesoriere Giacinto MagliozziSegretario Luigi Cavallucci

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Consiglieri Luigi del Trono, Plinio Gionta, Silvio Liguori, UmbertoSartini

Revisori Alberto Rapanà, Luigi Gabrielli, Emilio Vespa Supplente: Antonio Pierro

VI CONSIGLIO DIRETTIVO (1958/1960)Presidente Bernardo BorrettiTesoriere Giacinto MagliozziSegretario Plinio GiontaConsiglieri Ettore Antonini, Luigi Gabrielli, Silvio Liguori, Arnaldo

Parisella Revisori Alberto Rapanà, Giuseppe Manno, Antonio Pierro (Renato

D’Elia). Supplente: Romano Pericoli (Alberto Pontecorvi)

VII CONSIGLIO DIRETTIVO (1961/1963) Presidente Giuseppe Bocchetti (dimessosi nel luglio 1963)V. Presidente Mario Costa (che era stato eletto Presidente ma preferì di-

mettersi in quanto impegnato in politica) Tesoriere Marcello Di CesareSegratario Arnaldo ParisellaConsiglieri Peppino di Russo, Egidio Saviani, Mattia TipaldiRevisori Plinio Gionta, Stefano Forte, Biagio di Pasquale

Supplente: Luigi Baldassini

Il 30 novembre 1961 fu deliberato l’acquisto della sede dell’Ordine in via XXIV Mag-gio, 16 piano 1° int.2. Da questo momento in poi, nella sequenza delle cariche, ilTesoriere sarà posto dopo il Segretario.

VIII CONSIGLIO DIRETTIVO (1964/1966)Presidente Augusto CondorelliV. Presidente Ettore Antonini Segretario Arnaldo ParisellaTesoriere Egidio SavianiConsiglieri Giacinto Magliozzi, Gualtiero Trillò, Cesare Salvini (di-

messosi e ritiratosi dalla professione il 13.10.1965; decedu-to nel febbraio 1966)

Revisori Luigi Baldassini, Ermanno d’Erme, d’OnofrioSupplente: Enzo Savino

I medici iscritti all’albo nel 1967: 350.

IX CONSIGLIO DIRETTIVO (1967/1969) Presidente Augusto CondorelliV. Presidente Ettore AntoniniSegretario Ermanno d’ErmeTesoriere Egidio SavianiConsiglieri Vincenzo d’Ettorre, Enzo Savino, Antonio SoccorsiRevisori Luigi Baldassini, Pasquale Bossa, Filippo Monti

Supplente: Biagio de Pasquale

X CONSIGLIO DIRETTIVO (1970/1972)Presidente Augusto Condorelli

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 9

Storiadell’Ordine

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V. Presidente Ettore AntoniniSegretario Ermanno d’ErmeTesoriere Enzo SavinoConsiglieri Giuseppe Bocchetti, Vincenzo d’Ettorre, Antonio SoccorsiRevisori Luigi Baldassini, Biagio de Pasquale, Filippo Monti

Supplente: Pasquale Bossa

XI CONSIGLIO DIRETTIVO (1973/1975)Presidente Augusto Condorelli V. Presidente Egidio SavianiSegretario Antonio SoccorsiTesoriere Enzo SavinoConsiglieri Vincenzo d’Ettorre, Alfonso di Russo, Piergiacomo Squar-

ciaRevisori Pasquale Bossa, Biagio de Pasquale, Agnello Serino

Supplente: Cesidio Spina

Nel marzo 1973 istituzione dell’Albo aggiunto degli Odontoiatri; primo iscritto il col-lega Papazephiropulos.

XII CONSIGLIO DIRETTIVO (1976/1978)Presidente Augusto CondorelliV. Presidente Egidio SavianiSegretario Antonio SoccorsiTesoriere Enzo SavinoConsiglieri Franco Accorinti, Vincenzo d’Ettorre, Agnello SerinoRevisori Aldo Pugliese, Cesidio Spina, Franco Cavalcanti

Supplente: Vincenzo Martella

Iscritti all’albo nel 1981: 1006.

XIII CONSIGLIO DIRETTIVO (1979/1981) Presidente Augusto CondorelliV. Presidente Egidio SavianiSegretario Antonio SoccorsiTesoriere Enzo SavinoConsiglieri Franco Accorinti, Filippo Antonetti, Pasquale Bossa, Agnel-

lo Serino, Vincenzo d’EttorreRevisori Giuseppe Manciocchi, Sante Lauretti, Carlo Notarianni

Supplente: Vincenzo Martella

Iscritti all’Albo nel 1983: 1281.

XIV CONSIGLIO DIRETTIVO (1982/1984)Presidente Augusto CondorelliV. Presidente Egidio SavianiSegretario Filippo AntonettiTesoriere Agnello SerinoConsiglieri Francesco Davoli, Pasquale Bossa, Giuseppe Cardi, Bene-

detto di Russo, Francesco Panza

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Storiadell’Ordine

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Revisori Giuseppe Manciocchi, Sante Lauretti, Carlo NotarianniSupplente: Vincenzo Martella

Dal 1986 nel Consiglio entrano anche due consiglieri aggiunti, provenienti dall’isti-tuito Albo degli Odontoiatri: Francesco Antonio Occipite di Prisco, (membro altresìdel comitato centrale FNOMCeO ) e Maurizio Massa.Iscritti all’Albo nel 1987:1550.

XV CONSIGLIO DIRETTIVO (1985/1987) Presidente Francesco DavoliV. Presidente Enzo Savino (dimessosi pochi giorni prima della fine del

suo mandato nel gennaio 1988; eletto al suo posto Erman-no d’Erme)

Segretario Fortunato LazzaroTesoriere Diego Giliberti Consiglieri Pasquale Bossa, Augusto Condorelli, Ermanno D’Erme, Sil-

verio Guarino, Agnello SerinoRevisori Giuseppe Manciocchi, Sante Lauretti, Vincenzo Martella

Supplente: Tullio Grasso

Entrano le prime due donne medico: Beatrice Spagnolo e Wilma Ciccone.

XVI CONSIGLIO DIRETTIVO (1988/1990) Presidente Francesco DavoliV. Presidente Ermanno d’ErmeSegretario Fortunato LazzaroTesoriere Diego GilibertiConsiglieri Francesco Panza, Pietro Filippo Matarazzo, Gianni Isabella,

Silverio Guarino, Giuseppe Addessi, Roberto Lucchesi, ElioPietricola, Antonio di Prisco Occipite (odont.), BeatriceSpagnolo, Giuseppe Saltarelli, Lino Carfagna, Franco di Ta-no (odont.), Giovanni Maria Righetti

Revisori Wilma Ciccone, Mauro Mercuri, Maurizio MarianiSupplente: Vincenzo Cascella

CommissioneAlbo Odontoiatri: Pietro Bevilacqua, Maurizio Massa, Giovanni Serino

XVII CONSIGLIO DIRETTIVO (1991/1993) Presidente Ermanno d’ErmeV. Presidente Giovanni IsabellaSegretario Fortunato LazzaroTesoriere Giuseppe SaltarelliConsiglieri Giuseppe Addessi, Francesco Davoli, Silverio Guarino,

Raffaele De Bonis, Giuliano Di Trocchio, Peppino Nicoluc-ci, Francesco Panza, Roberto Lucchesi, Giovanni Maria Ri-ghetti, Elio Pietricola, Beatrice Spagnolo, Francesco Anto-nio Occipite di Prisco (odont.), Pietro Bevilacqua (odont.)

Revisori Wilma Ciccone, Diego Giliberti, Felice MosilloSupplente: Vincenzo Cascella

Commissione Albo Odontoiatri Sergio Laureti, Maurizio Massa, Francesco Candreva

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Storiadell’Ordine

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XVIII CONSIGLIO DIRETTIVO (1994/1996) Presidente Giovanni Maria RighettiV. Presidente Benedetto FontanaSegretario Gerardo Lanza (detto Dino)Tesoriere Alfredo CaradonnaConsiglieri Roberto Lucchesi, Ermanno d’Erme, Silverio Guarino, Fa-

brizio Soscia, Sandro Boccatonda, Vittorio Santi, GiovanniBaiano, Mario Cavallini, Lino Carfagna, Giuseppe Assenzo,Fortunato Lazzaro, Sergio Laureti (odont.), Francesco Can-dreva (odont.)

Revisori Franco Ceccarelli, Francesco Ceci, Giuseppe RovacchiSupplente: Gerardo Sangiovanni

Commissione Albo Odontoiatri Luigi Stamegna, Laura Visca, Francesco Antonio Occipite

di Prisco

XIX CONSIGLIO DIRETTIVO (1997/1999) Presidente Giovanni Maria RighettiV. Presidente Gerardo LanzaSegretario Alfredo CaradonnaTesoriere Nadia BonfiglioConsiglieri Giovanni Baiano, Mario Cavallini, Carlo de Masi, Fortuna-

to Lazzaro, Roberto Lucchesi, Giovanni Lungarella, Silve-rio Guarino, Paolo Pucci (odont.), Maurizio Massa (odont.),Antonio Orgera, Giuseppe Rovacchi, Erminia Ammendola,Benedetto Fontana

Revisori Giancarlo Maretto, Alfredo Gaglioti, Morena NigroSupplente: Maria Paglione

Commissione Albo Odontoiatri Francesco Antonio Occipite di Prisco, Luigi Stamegna, Ma-

ria Gabriella di Mambro.

Dopo un ricorso presentato da alcuni medici, la Commissione Centrale (CCEPS), im-pose nuove elezioni svoltesi nel dicembre 1997, da cui risultò un nuovo Consiglio ri-masto in carica fino al termine del mandato.

Presidente Giovanni Maria RighettiV. Presidente Mario CavalliniSegretario Alfredo CaradonnaTesoriere Roberto LucchesiConsiglieri Giovanni Baiano, Carlo de Masi, Benedetto Fontana Franco

Cacciotti (odont.), Silverio Guarino, Gerardo Lanza, Gio-vanni Lungarella, Giancarlo Maretto, Fortunato Lazzaro,Giuseppe Rovacchi, Nadia Bonfiglio, Lino Carfagna, CarlaCastini (odont.)

Revisori Giancarmine Russo, Antonio d’Urso, Morena NigroSupplente: Simona Travaini

Commissione Albo Odontoiatri Elisabetta Censi, Giuseppe Addessi, Federico Marino

XX CONSIGLIO DIRETTIVO (2000/2002) Presidente Giovanni Maria RighettiV. Presidente Mario Cavallini

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 12

Storiadell’Ordine

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Segretario Pasquale MiloTesoriere Roberto LucchesiConsiglieri Giacomo Bonelli, Nadia Bonfiglio, Alfredo Caradonna,

Gaetano Dinia, Silverio Guarino, Gerardo Lanza, DavideLeoni (odont.), Giancarlo Maretto, Maria Teresa Nardoni,Antonio Orgera, Aldo Pastore, Giuseppe Rovacchi, PaoloTasciotti (odont.)

Revisori Giovanna Morena Nigro, Erminia Ammendola, Giulia Gatti Supplente: Pier Francesco Russo

Commissione Albo Odontoiatri Elisabetta Censi, Giovanni Papa, Giorgio Pecora

Iscritti all’Ordine alla data del 31 marzo 2001Medici chirurghi: 2.155Odontoiatri: 263

Questa breve presentazione, volutamente priva di commenti, ha volu-to ricordare tutti quei Colleghi che, nello svolgersi di oltre mezzo se-colo, hanno rappresentato la Categoria nella nostra provincia. Condiversi stili e alterne fortune hanno sicuramente dato qualcosa condiscrezione, umiltà e senza clamori, come tanti oggi sono usi fare; al-tri, forse, avrebbero fatto sicuramente meglio. A tutti coloro che han-no contribuito alla crescita dell’Ordine va un piccolo grazie; soprat-tutto a chi, non più tra noi, rimarrà nei ricordi di queste pagine.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 13

Storiadell’Ordine

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Importante riconoscimento alla nostra illustre collega

BARBARA ENSOLI VINCE IL PREMIO

FRUMENTO D’ORO DUEMILAUNO

Il premio assegnato su proposta del nostro Ordine

diTeresa Nardoni

Consigliere dell’OrdinePresidente della sezione di Latina dell’Associazione Donne Medico

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 14

Storiadell’Ordine

Il “Premio Città di Latina – Fru-mento d’oro – Duemilauno” è sta-to assegnato alla collega Barbara

Ensoli. Tale premio viene assegnatodal Comitato Pari Opportunità delComune di Latina a quelle donnepontine che si siano particolarmentedistinte per il loro impegno sociale,professionale o imprenditoriale; lecandidate vengono segnalate da partedi ordini professionali e di categoria,club di servizio e associazioni di vo-lontariato della nostra città; Barbara

Ensoli è stata segnala-ta dal nostro Ordine.Il premio vuole essereun momento di rifles-sione, un simbolo, unpunto di partenza peraffermare con rinno-vato vigore una politi-ca delle pari opportu-nità.

Barbara Ensoli na-sce a Latina nel 1960 e si laurea inMedicina e Chirurgia presso La Sa-pienza di Roma, dove si specializzain Allergologia ed ottiene il dottoratodi ricerca in Immunologia clinica.Frequenta corsi speciali per l’utilizza-zione di composti radioattivi, di bio-logia molecolare, di biochimica e disupervisore responsabile per l’utilizzodi composti radioattivi. Inizia la suaattività professionale presso il labo-

ratorio di immunologia diretto dalprof. Aiuti.

Dal 1986 al 1993 è a Bethesda -Maryland (USA), vincitrice di unaborsa di studio della Società Italianaper la Ricerca sul Cancro.

Nel 1994 è vincitrice di una borsadi studio finalizzata alla lotta al-l’AIDS.

Dal 1996 al 1999 è dirigente di ri-cerca presso il Laboratorio dell’Isti-tuto Superiore di Sanità.

Dal 2000 è direttore di reparto perle infezioni da retrovirus al Laborato-rio di Virologia dell’Istituto Superio-re di Sanità.

Membro di società e commissioninazionali ed internazionali per lo stu-dio delle infezioni da HIV. Ha ottenu-to riconoscimenti e premi nazionalied internazionali:

- Dall’Istituto Nazionale di SanitàStatunitense

- Premio Internazionale MarisaBellisario

- Premio Internazionale “InnerWeel” per meriti professionali

- Nomina ad ufficiale conferita dalPresidente della Repubblica

- Socio onorario dell’AssociazioneInternazionale delle Donne Medico(M.W.I.A).

La motivazione dell’assegnazionedel premio recita: “Assegnare il pre-mio a Barbara Ensoli significa rico-noscere l’impegno e la capacità di

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una donna che ha saputo raggiungerei vertici internazionali di un percorsoprofessionale e umano, facendo coin-cidere l’affermazione personale con ilservizio da lei reso a favore di tuttal’umanità con scoperte relative allalotta contro il virus HIV”.

In assenza della collega, tenutalontana da insormontabili motivi dilavoro, il premio è stato, significati-vamente, ritirato dal nostro Presiden-te dell’Ordine.

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Storiadell’Ordine

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Non basta organizzare l’equipe di espianto

VICINO ALLA MORTE

Stili di comportamento e di partecipazione: un ruolo per il personale sanitario

diPeppino Nicolucci

Componente della Commissione Trapianti AUSL LatinaNeurologo, Psicologo e Medico Legale - Latina

“Morte, personaggio grottesco, orco per bambini, fantasma inesistente.Tu mi fai ridere.

Ma tu mi ripugni,Tu terrorizzi il Mondo,

Tu spaventi e inganni gli uomini,E tuttavia non esisti che per la Vita,

e non sei capace di rapirci quelli che amiamo”.(Da: “Il Funerale” di M. Quoist)

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 16

Trapianti d’organo

Nella nostra quotidiana espe-rienza il rapporto con la mor-te è stato sempre vissuto co-

me una sconfitta, come una negazionedel concetto fondamentale dell’esseremedico, curare e guarire. L’avventodella morte è stato per anni relegato amomento marginale nella nostra pro-fessione; un momento nel quale ab-biamo dato la possibilità ad altri dioccupare questo spazio, considerandoconcluse le nostre possibilità. Sconfit-ti, ci siamo arroccati nel “abbiamofatto il possibile” ed abbiamo abban-donato il campo. Comunicare ai fami-liari la morte del proprio congiunto èstato sempre un momento difficile elo è stato tanto più quanto noi stessiabbiamo paura della nostra esperien-za di morte. Dentro questo spazio, pa-radossalmente c’è la nostra vita e inostri sentimenti; mai vorremmo arri-vare a questo punto.

La legge 578/93 “Norme per l’ac-certamento e la certificazione di mor-

te” ed i decreti applicativi successivi,ci ha “ope legis” rigettato alla nostraresponsabilità il momento di relazio-ne tra l’evento morte, inteso come fi-ne della vita, e tutto ciò che c’è dietroquesto evento. Paradossalmente, èproprio questa legge che ci pone difronte ad un punto di vista nuovo, ov-vero il rapporto tra morte e vita, nonsolo attraverso l’atto importante efondamentale della donazione.

Noi medici dobbiamo riappropriar-ci di questa “terra di nessuno” che èrappresentata dal silenzio, dall’igno-ranza e dalla rimozione con la qualela società contemporanea affrontaquesta tematica. Noi dobbiamo essereconvinti, in prima persona, del mo-mento certo della morte e da questaconvinzione diventare responsabili didecisione, esecutori consapevoli deidettami della legge; coscienti di esse-re punto di unione e mediatori tra ilCittadino e lo Stato. Se noi fossimoconvinti e consapevoli, potremmo di-

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ventare freddi applicatori della legge,oppure nascondere le nostre incertez-ze dietro un atteggiamento possibili-sta, permissivo e cavilloso, che, difatto, impedisce ogni presa di co-scienza rispetto alla donazione. Inquesto rigido dualismo rischiamo dicadere nella omniscienza e onnipo-tenza, che fa della nostra scelta l’uni-ca decisione possibile. Noi siamo uo-mini e guai agli uomini che non han-no dubbi, ma guai anche agli uominiche del dubbio fanno l’arma della de-responsabilizzazione.

Non scegliere, lasciare che altripossano farlo, lasciar fare agli eventi,è, in questo caso, codardia umana eprofessionale.

La legge non ci invita a fare unmero accertamento di morte, ma co-stituisce un momento importante,purché la morte avvenga nel rispettodi tutti i diritti, di cui è portatrice lapersona umana. E per dare un sensoalla morte dobbiamo avere chiaro ilconcetto di utilità della morte che ènell’atto della donazione. Dalla mortedipende la vita di molte persone e ciòche dà senso alla morte dà senso allavita. La non scelta ci rende responsa-bili rispetto al morente, ai familiari ea chi attende dal trapianto la rinasci-ta, il sorriso alla vita. Non avrebbeavuto senso il dettame della legge, sequesta non ci proiettasse proprio nelmondo della donazione di organi. Secosì non fosse, saremmo ragioniericontabili del costo di degenza e sa-remmo individuati pericolosamentecome economisti della salute.

Ebbene, perché questa legge restanon applicata? Perché, nonostante glisforzi di associazioni prestigiose, nonviene esercitato il sacrosanto diritto diogni cittadino a donare? Vengono da-te risposte, quali “carenze legislativeed organizzative” o disinformazionedei mass- media, mentre il vero tabùè rappresentato dalla nostra immaginedella morte che va di pari passo con

l’angoscia di morte dell’uomo e conil tabù religioso della sacralità del ca-davere. Noi medici, per formazione ecultura, non abbiamo dubbi ad accet-tare la morte cardiaca, mentre diven-tiamo dubbiosi quando vi è la neces-sità di accertare la morte neurologica.

La legge dice che la morte si veri-fica quando vi è la contemporaneapresenza di:

1 - stato di coma profondo accom-pagnato da atonia muscolare, arifles-sia O.T., indifferenza dei plantari,midriasi paralitica con assenza di ri-flesso corneale e riflesso alla luce;

2 - assenza di respirazione sponta-nea dopo sospensione di 2 minuti diquella artificiale;

3 - assenza di attività elettrica ce-rebrale spontanea o/e provocata.

Questa è la legge e io sono piena-mente convinto che questi parametrisiano sufficienti a farci fare diagnosidi morte certa. Ma tutti noi medici,rianimatori compresi, siamo convintidi ciò? Se non vi è convinzione, no-nostante la certezza scientifica dellaletteratura, allora il problema riguardaproprio la nostra coscienza, i nostri ti-mori ed il vissuto personale di ognu-no, che purtroppo, talvolta, contrastacon il nostro ruolo. Se siamo convin-ti, dobbiamo utilizzare atteggiamentie parole appropriate che non dannoadito a dubbie interpretazioni. Lamorte è la morte e non il coma che èaltra cosa. Non dobbiamo creare illu-sioni! Illudere è, in questo caso, inu-mano; illudere fa attivare ipotesi diguarigione miracolistiche che fannodi questo momento proprio la terra dinessuno nella quale trovano spaziolosche argomentazioni o monatti dimanzoniana memoria; cialtroni di-sinformati, che, dipingendo scenari diorrori, attivano tutti i meccanismiche nei familiari impediscono di fattoil nobile gesto della donazione. Lamancanza di chiarezza del medico,talvolta consapevole, attiva nei fami-liari fantasie di turpi commerci ed at-

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Trapiantid’organo

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teggiamenti di pseudo-controllo delleattività mediche e di diffidenza versoogni manovra terapeutico-rianimato-ria.

I familiari, al contrario, dovrebbe-ro avere la certezza che tutto è stato

fatto nel modo migliore e che nulla daquel momento in poi potrà accaderequi e in nessun altro luogo. I familiaridevono essere accolti nella sofferenzae nel dolore; devono prendere attodella situazione; devono convincersiche la nostra diagnosi è certa e chel’attivazione di un collegio medicoservirà solo a confermare “legalmen-te” la nostra certezza. I familiari dasempre, a causa di certa stampa e dialcuni atteggiamenti di noi sanitarinon proprio corretti, sono visti comel’altra parte, come le persone dallequali dobbiamo dipendere. Ebbene,proprio da questa legge, potremmorecuperare un adeguato rapporto conessi e potremmo imparare ad acco-gliere la sofferenza degli altri, di co-loro che, fuori della porta di una Ria-nimazione, fiduciosi attendono lasalvezza del proprio caro.

Dobbiamo imparare a parlare, dob-biamo scegliere luogo e personaggi:è la fine delle informazioni date nelcorridoio. Ad una madre, un padre, un

congiunto in apprensione non possia-mo dare informazioni come se fossi-mo in ufficio. Siamo uomini e, insie-me, dobbiamo riappropriarci di que-sto ruolo. Parliamo ad uomini e dob-biamo renderli alleati consapevoli.Un gesto, il modo semplice di parla-

re, la chiarezza delle parole,la certezza del tempo; il ri-spetto della sofferenza ci per-mette di responsabilizzare ifamiliari e così cercare dicambiare la loro iniziale dif-fidenza in partecipazione.Qui si inserisce la donazionecome scelta consapevole.Questo stile di comportamen-to, che sembra un postulatonon dimostrabile, difficil-mente è applicato quando en-trano in gioco sentimenti ediffidenza anche tra i piùconvinti. Non è sufficienteuna legge, anche la più ga-rantista come la nostra, per

far cambiare secoli di miracolisticheconvinzioni.

Recentemente, in occasione delCorso di Bioetica dell’Ordine, unprofessore romano (non il relatore) èapparso con un atteggiamento di“sentenziatore”, del “genio” applica-tore di una legge, del “medico”. E’aberrante questo convincimento.

Ognuno di noi conosce la legge odovrebbe conoscerla; ma, forse,ognuno di noi non sa, fino al momen-to di un evento, quale e quanta sia lasofferenza personale del medico (nonsiamo robot di storica memoria) equanta sofferenza dei familiari vi siadentro la morte.

Convinzione nel rispetto, chiarez-za e competenza nella professione so-no elementi che ci fanno, medici, per-sonale e familiari, unici nella soffe-renza e partecipi nella decisione delladonazione, che è vita per tanti e puòessere interpretata come impedimen-to della inutilità della morte.

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Trapiantid’organo

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Affrettiamoci ad offrire una speranza a chi soffre da anni

COSA STA FACENDO L’AZIENDA SANITARIA

E’ urgente iniziare gli espianti

diPietro Di Legge

Responsabile della Commissione Trapianti AUSL Latina

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Trapiantid’organo

In relazione alla Legge 1° aprile1999 n. 91, avente ad oggetto “Dispo-sizioni in materia di prelievi e di tra-pianti di organi e di tessuti”, l’Azien-da AUSL di Latina ha predisposto leattività di base regolamentate dallasuddetta legge. Per organizzare l’atti-vità disciplinata dalla legge si è pensa-to di predisporre un progetto, inviatoall’assessore regionale della sanità,che si propone di regolamentare,secondo la normativa citata, le attivitàdi trapianto di organi e di tessuti daattuare nella nostra provincia ed ilcoordinamento delle stesse.

Situazione esistenteL’area di gestione della AUSL di

Latina comprende 33 comuni con unapopolazione di 520 mila abitanti resi-denti, che nel periodo estivo raggiun-ge 2 milioni di unità. Nella AUSLsono presenti: 9 ospedali pubblici, 7cliniche private ed una RSA, tutteaccreditate. Esistono due rianimazioninegli ospedali pubblici, una posta nel-l’area Nord della provincia, pressol’ospedale S.M. Goretti di Latina, consei posti letto, l’altra nell’area Sud,presso l’ospedale di Gaeta, con quat-tro posti letto. Non sono presenti postiletto di sub-intensiva multidisciplina-re, con funzione di supporto alle riani-mazioni esistenti, già peraltro carentiper posti letto.

Da questa analisi emerge quantosegue:

• il numero di posti letto di riani-mazione è insufficiente rispetto alla

popolazione residente, specialmentedurante il periodo estivo; secondo imonitoraggi e le analisi effettuati inquesti ultimi anni, il numero ottimaledi posti letto di rianimazione previsto(0,047 x 1000 abitanti) dovrebbe esse-re di 24,44 letti in tutta la AUSL Lati-na, invece degli attuali dieci posti esi-stenti.

• Vi è una totale mancanza di postiletto di sub-intensiva multidisciplina-re, da posizionare in tutti i presidiospedalieri, tali da consentire una effi-cace soluzione di supporto alle riani-mazioni; dovrebbero esserci 19,76posti letto di rianimazione (rapportodi 0,038 x l000 abitanti), ma nellostato attuale non ne esistono.

• La mancanza di una divisione dineurochirurgia. La sua presenza è diventata ormai indispensabile per itanti pazienti trasferiti a Roma o inaltre regioni. Basta notare che nell’an-no 1999 sono stati dimessi da altri isti-tuti del Lazio 625 pazienti residentinella AUSL Latina, per patologiecompatibili con l’espianto degli orga-ni; ed altri 118 pazienti dimessi daaltre regioni. La spesa totale per l’a-zienda è stata di 9 miliardi. Queste perdite economiche si dimo-strano costanti negli anni. E di questi pazienti trasferiti per gravilesioni cerebrali post-traumatiche,circa 150 sono giovani, 120 inviati inambito regionale e 30 fuori regione,con una mortalità del 18%.

Da analisi eseguite nell’AUSLLatina risulta che, ogni anno, 300

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pazienti cerebrolesi muoiono neireparti degli ospedali di appartenenza,senza poter disporre di un posto lettodi rianimazione o di una unità sub-intensiva; altri 150 pazienti muoiono

presso altri istituti regionali o extraregionali, per un totale di circa 450pazienti-morti, compatibili con l’e-spianto di organi. Pertanto, esiste,obiettivamente, una grossa carenza dibase nelle nostre strutture, tale da infi-ciare ogni attività rivolta ad una assi-stenza più qualificata, più etica e con-sona agli obiettivi proposti dalla leggen’ 91/99. Infatti, la provincia di Lati-na, offrendo una viabilità intensa manello stesso tempo carente, presentaun numero di incidenti mortali, pertrauma cranico, tra il più alto in Italia.

Organizzazione attivataRecentemente è stato nominato un

responsabile AUSL dei trapianti perorganizzare tutte le attività relativealla donazione ed al prelievo di organie tessuti. I primi obiettivi realizzatisono stati:

A - l’istituzione della commissionemedica per l’accertamento di mortecerebrale ai sensi della legge 598/93.Questa è attiva dal 31/12/2000, con24/h. Pertanto questa AUSL, attual-mente, è in grado di effettuare l’accer-tamento di morte cerebrale, con l’e-

ventuale espianto di organi.B - L’apertura di uno sportello al

pubblico, posto presso la sede URPdell’ospedale S.M. Goretti, facilmentevisibile ed accessibile al pubblico, perraccogliere le dichiarazioni divolontà alla donazione di organi etessuti. Nello stesso tempo è statoattivato il sistema informatico deitrapianti collegato col Ministerodella sanità ed un sito Internet peruna comunicazione più diretta con ilpubblico.

C - L’istituzione di un “comitatodi coordinamento aziendale dei tra-pianti”, diretto dal direttore sanitarioaziendale e dal responsabile localedei trapianti.

Obiettivi proposti per il 2001• Raccogliere adesioni per la

donazione di organi e tessuti, for-mando una cultura della donazionecome atto di solidarietà umana.

• Istituire un registro ospedalieroaziendale di monitoraggio dei pazien-ti cerebrolesi deceduti sia negli ospe-dali pubblici che privati, a partire dal-l’anno 2001.

• Rendere operativo il comitatoaziendale dei trapianti con lo scopo diprogrammare ogni tipo di attività sul-l’argomento trapianti, istituendo pro-tocolli operativi aziendali.

• Eseguire 5-10 donazioni per l’an-no 2001.

• Rendere il più efficace possibile ilprocesso di identificazione dei poten-ziali donatori, effettuando più casipossibili di accertamento di mortecerebrale (10 - 15) nei 10 letti com-plessivi delle rianimazioni esistenti.

• Ottimizzare in tutto il territorioprovinciale appositi sportelli (1012) diaccettazione per la dichiarazionevolontaria di donazione (posti in tuttigli ospedali pubblici e privati, neidistretti sanitari, presso i medici difamiglia).

• Effettuare continui corsi diaggiornamento e di formazione per gli

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Da Il Sole 24ORE SANITA’ del 28.3/03.04.2000 di Chiara Bannella

Dalla relazione del Cnt emerge che il 6% di cuori e fegati trapiantabili vanno persi

GUERRA AGLI SPRECHI D’ORGANI

Il presidente Nanni Costa promette: «E’ arrivata l’ora dell’efficienza»

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 21

Trapiantid’organo

«Gli organi sono un bene pubblicoe non possono andare sprecati», così ilneo presidente del Centro nazionaletrapianti (Cnt), Alessandro NanniCosta, dichiara guerra a ogni ineffi-cienza nella gestione del sistema deitrapianti.

Ma di sprechi in Italia ce ne sonoancora troppi. Basti pensare che nelcorso del 1999 - se l’organizzazionefosse stata ottimale - si sarebberopotuti trapiantare fino a 72 fegati inpiù e fino a 62 cuori in più. Sono i datiche emergono dalla bozza di relazionesulle attività di donazione e trapiantodi organi, approvata nei giorni scorsidalla Consulta nazionale dei trapianti,in base ai dati trasmessi dai centriregionali e interregionali. E’ la primavolta che la relazione (messa a punto

dallo stesso Nanni Costa e dai colla-boratori del Cnt, Stefano Venettoni eAlessandro Ghirardini) non si limita aelencare il numero di donatori, diorgani prelevati e di trapianti effettua-ti, ma contiene indicatori che permet-tono di valutare l’efficienza delle atti-vità di prelievo e trapianto a livelloregionale e di singoli centri.

L’indice di prelievo chiamato «Cal-des 1» mostra quanti reni, cuori ofegati sono stati prelevati ogni 100donatori.

La relazione del Cnt mette in evi-denza consistenti differenze tra regio-ne e regione: nel 1999, mentre inCalabria i cuori disponibili (10 dona-tori in tutto) sono stati utilizzatiall’80%, in Liguria i 31 donatori, sem-pre per quanto riguarda i cuori, sono

operatori della commissione medica,per i medici ospedalieri, per i medicidi famiglia e per tutto il personalesanitario.

• Fare una campagna di comunica-zione e di sensibilizzazione direttaalla popolazione attraverso gli organidi informazione (stampa, tv), confe-renze pubbliche e negli istituti scola-stici, riunioni con le associazioni uma-

nitarie.• Realizzare 10 trapianti di cornea

nell’anno 2001.• Effettuare gli espianti di organi

con personale aziendale, creando unservizio specifico.

• Sostenere le famiglie del donato-re creando una equipe di supporto(psicologo, sacerdote, psichiatra).

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stati utilizzati appena al 25 per cento.«Tenendo conto del fatto che non tuttigli organi disponibili sono idonei altrapianto – spiega Nanni Costa - sipuò dire che il tasso ottimale di prelie-vo di cuori si dovrebbe attestare tra il40 e il 50 per cento». Da qui emerge ildato sugli “sprechi”: se il livello otti-male fosse stato raggiunto in tutte leregioni italiane, nel 1999 sarebberostati disponibili tra i 62 e i 23 cuori inpiù.

Spostando l’analisi sui fegati, l’in-dice di prelievo va dal 100% realizza-to in Basilicata (4 donatori) e in Pie-monte (83 donatori) al 52% realizzatoin Umbria (13 donatori). In questocaso il livello ottimale dovrebbe esse-re compreso tra l’80% e il 90%: setutte le regioni lo avessero raggiunto,nel 1999 i fegati disponibili sarebberostati tra i 72 e i 300 in più.

Complessivamente si può stimare,quindi, che nel 1999 in Italia sia stato“sprecato” il 6% dei fegati e dei cuoridisponibili. Le cose, in compenso,vanno meglio se si parla di reni: inquesto caso i dati delle regioni sonomolto omogenei e - considerando cheper questi organi il tasso ottimale diprelievo si attesta intorno all’80-85%- si può stimare che, nel 1999, nessunrene è andato sprecato.

«Le inefficienze - spiega NanniCosta - possono essere superate crean-

do un sistema maggiormente capacedi dialogare e trasparente. L’efficienzadi un centro trapianti dipende, infatti,in parte dalla sua capacità di offrireorgani anche alle strutture di altrearee. Se un centro regionale giudicainidoneo un organo - prosegue NanniCosta - questo non deve pregiudicarela possibilità di offrire quell’organo adaltre strutture, che effettueranno laloro valutazione autonoma in base alleesigenze presenti sul territorio».

Risultati positivi si registrano sulversante delle donazioni: il numero didonatori per milione di abitanti, in Ita-lia, è passato dai 12,3 del 1998 ai 13,7del 1999. L’Italia evidenzia, così, untrend decisamente positivo (nel 1992 idonatori Pmp erano appena 5,8),anche se si colloca ancora ben al disotto della media dei Paesi dell’Unio-ne europea (16,5 donatori per milionedi persone) e ancora più lontana dai33,6 donatori Pmp della Spagna e dai24,9 dell’Austria. Quanto alla distri-buzione regionale, rimane la spaccatu-ra tra Nord e Sud: le regioni meridio-nali possono contare su molti menodonatori (quasi tutte, con la sola ecce-zione della Sardegna, si collocano aldi sotto dei 10 donatori Pmp); nelMezzogiorno gli organi prelevati nel1999 sono stati appena 387, contro i1.665 del Nord.

Gli aspetti etici dei trapianti d’organo sono trattati, in questostesso numero, nella sezione Argomenti di Bioetica.

Trapiantid’organo

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Argomenti di bioetica

Su decisione del Consiglio Direttivo del 31.03.2001

RINNOVO DELCOMITATO PER LA BIOETICA

La collaborazione viene allargata a tutti i colleghi interessati

Riportiamo integralmente le parti salienti della deliberazione, che ha rinno-vato il Comitato di Bioetica dell’Ordine.

- Ricordato che il Consiglio Direttivo, con delibera n.07/95 del 29.06.1995,approvò la “Proposta di costituzione del Comitato per la Bioetica quale organi-smo di consulenza per la professione del medico chirurgo e dell’odontoiatranella provincia di Latina”;

- Vista la propria delibera 05/80 del 30/04/98 con la quale venivano indivi-duati in prima istanza i componenti di detto comitato;

- Vista la propria delibera 11/165 del 26/11/98, con la quale se ne approva-va il regolamento;

- Considerato che è divenuto necessario procedere ad un rinnovo del Comi-tato e ad individuare una sezione operativa ed una sezione consultiva;

DELIBERA- Di individuare i componenti del “Comitato per la Bioetica quale organismo

di consulenza per la professione del medico chirurgo e dell’odontoiatra nellaprovincia di Latina” nelle seguenti persone:Sezione operativaDr. Alfredo Caradonna Consigliere dell’Ordine e Direttore

Scientifico di Medicina Pontina conincarico specifico di collegamento con ilConsiglio Direttivo

Dr.. Antonio Baiano Esperto in politiche socialiDr. Alfredo Cecconi Presidente Lega Tumori di LatinaDr. Guido Cerasoli MagistratoDon Gianni Checchinato MoralistaDr. Emanuele Cozzi Psicologo e PsicoterapeutaDr. Fernando Petrone Medico legale Sezione consultivaD.ssa Maria Teresa Nardoni Consigliere dell’OrdineSig.ra Marilisa Coluzzi OstetricaDr. Andrea Cuccarelli Medico OspedalieroDr. Francesco Davoli Medico OspedalieroDr. Augusto Di Silva Medico ChirurgoDr. Giancarlo Mancini Medico Chirurgo - Docente di Bioetica

presso l’Università La Sapienza di Roma D.ssa Maria Addolorata Mangione Medico Chirurgo – Perfezionata in Bioe-

ticaDr. Demetrio Moscato Medico Chirurgo – Psichiatra e Psicote-

rapeutaD.ssa Nicoletta Parisi Medico Chirurgo

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Importante iniziativa dell’Ordine

CORSO DI BIOETICAPER MEDICI E ODONTOIATRI

In collaborazione con ADM e AMCI di Latina

diSilverio Guarino

Consigliere dell’Ordine - Responsabile del Corso

Il Corso di Bioetica per Medici ed Odontoiatri organizzato dall’Ordine deiMedici ed Odontoiatri di Latina, fortemente sostenuto e coordinato dall’Asso-ciazione Donne Medico di Latina, nella persona di Maria Teresa Nardoni, e dal-l’Associazione Medici Cattolici di Latina, nella persona di Alfredo Caradonna,è in corso di svolgimento.

I primi due appuntamenti si sono tenuti nei giorni 2 febbraio e 2 marzo 2001,ed hanno visto come relatori il Prof. Carlo Casciani, che ha parlato sul temaTrapianti: Aspetti Etico-Sociali e il Prof. Romano Forleo che ha esposto il temaProcreatica: Aspetti Etico-Sociali.

Entrambi gli appuntamenti, iniziati con confortante puntualità di orario (ore19.15), sono stati fonte di grande interesse per l’uditorio, costituito dagli iscrit-ti numerosi al corso.

L’osservazione che per prima è venuta in mente è che i colleghi presenti rap-presentavano tutte le specializzazioni e le categorie mediche e che, probabil-mente, mai avrebbero partecipato allo stesso corso di formazione se non proprioper argomenti di Bioetica, così al di sopra della quotidianità della medicinacostituita di pazienti, sintomi, diagnosi e farmaci, ma così altrettanto presentenel nostro vissuto.

I relatori sono stati introdotti ai loro argomenti dai “Tutor”, colleghi delnostro Ordine: Peppino Nicolucci per i Trapianti e Francesca Loreto per la Pro-creatica, entrambi specialisti ed esperti delle rispettive discipline in programma.

Questi Tutor avevano già provveduto ad inviare materiale scientifico diretta-mente al domicilio degli iscritti al corso, affinché questi ultimi potessero pre-sentarsi con ulteriori e fresche conoscenze al riguardo.

I relatori sono stati ascoltati con vivo interesse, così come interessanti e fittesi sono rivelate le discussioni che hanno fatto seguito e che hanno visto impe-

Dr. Hassan Raad Biologo - IslamistaDr. Domenico Siniscalchi Medico Chirurgo

- Di incaricare il Presidente dell’Ordine a insediare in tempi brevi il nuovoComitato;- Di procedere all’integrazione del Comitato, coinvolgendo altri esperti dellamateria ritenurti necessari.

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Argomenti dibioetica

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Argomenti dibioetica

gnato gran parte dell’uditorio.Le sedute del corso di sono protratte fino alle ore 21.00 ed hanno visto la

partecipazione degli iscritti che sono rimasti pressoché tutti presenti fino al ter-mine degli incontri stessi.

Il Corso di Bioetica continuerà per altri tre incontri, che si terranno presso lasede del nostro Ordine, nei seguenti giorni: - 06/04/2001: I Diritti del Morente – Eutanasia e Accanimento Terapeutico.

Relatore: Prof. Goffredo Sciaudone; Tutor dell’Ordine: Dr.Onorato Lauretti;

- 05/05/2001: Consenso Informato in Medicina. Relatore: Prof. GerardoCorea; Tutor dell’Ordine: Dr. Giuseppe Manciocchi;

- 01/06/2001: Umanizzazione della Medicina e Razionalizzazione delle Risor-se. Relatore: Dr. Aldo Pagni; Tutor dell’Ordine: Dr. AlbertoRaponi.

Gli incontri si svolgono di venerd”, dalle ore 19.00 alle ore 21.00.

L’Ordine, sviluppando e applicando la deontologia ai tempiodierni, non può che occuparsi in modo costante della bioetica,intesa come ricerca del bene dell’uomo; ciò con atteggiamentorigorosamente interculturale e, oggi, anche interrazziale. Per talemotivo è sorto il Comitato di Bioetica dell’Ordine ed è statoorganizzato questo corso. Al fine di ottenere un risultato effetti-vo si è stabilita la presenza di valutatori della formazione; frat-tanto, la Commissione Ministeriale per l’Educazione ContinuaMedica (ECM) ha assicurato un credito formativo per i parteci-panti. L’esperienza continuerà anche per il prossimo anno, sem-pre in collaborazione con le associazioni mediche interessate.

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Prima di “toccare” l’uomo dobbiamo interpellare l’etica

ASPETTI ETICI DEI TRAPIANTI D’ORGANO

Sostanziale accordo tra le grandi religioni monoteistiche ed il mondo laico

diMaria Addolorata Mangione

Geriatra - SabaudiaPerfezionata in Bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore -

Roma

“La chirurgia dei trapianti si definisce come una sicura ed insostituibileopportunità terapeutica capace di risolvere positivamente oggettive situazioni dipericolo e di danno per la vita o per la validità individuale, non altrimenti e/onon altrettanto efficacemente trattabili”. Così il Comitato Nazionale per laBioetica (CNB) si esprime in un documento del 7 ottobre 1991, in cui viene pre-sentata una relazione sui principali aspetti etico-giuridici di tale branca dellamedicina. Pur rappresentando un eccezionale strumento al servizio della vitaumana, tale branca non manca di sollevare dubbi e perplessità, che vanno atten-tamente esaminati partendo da una riflessione etica che riconosce nel bene inte-grale della persona umana il criterio valutativo più valido e che non vede il pro-gresso vero della persona disgiunto dalla promozione della sua dignità.

Il problema etico dei trapianti è quindi definito attraverso quattro principigenerali:

1. la difesa della vita del donatore e del ricevente;2. la tutela dell’identità personale;3. il consenso informato;4. la giusta allocazione delle risorse.

1. La difesa della vita del donatore e del riceventeIl principio di difesa della vita fisica, che considera la vita corporea

come valore fondamentale della persona stessa, ha in sé l’implicazione della“non disponibilità“ del proprio corpo, eccezion fatta per un bene maggiore delcorpo stesso (principio della totalità) o per un bene morale maggiore, cheriguarda la stessa persona.

Se un tempo la autodisponibilità del proprio corpo non era prevista e rico-nosciuta dal nostro ordinamento giuridico, c’è stata un’evoluzione grazie ai suc-cessi dei trapianti ed essa è configurata nella legge n° 458, che risale al 1967 eche rende possibile il trapianto da donatore vivente, pur limitandolo, con pocheeccezioni, ai soli consanguinei. “La limitazione del rapporto tra consanguineitrova motivazioni in spinte di sentimento verso il ricevente da parte del poten-ziale donatore, sul quale incide anche la pressione morale che proviene dal-l’ambiente familiare. Solo in rare eventualità tale pressione è tanto forte dacreare disagio psicologico” [Prof. L. Migone].

Valutando il problema dal punto di vista del donatore, occorre che sianorispettate alcune condizioni: il dono di un proprio organo deve essere assoluta-mente volontario e non deve corrispondere ad alcuna imposizione di natura psi-cologica o a lusinghe di natura economica. Deve invece essere cosciente e cor-rispondere a quei valori di libertà, gratuità e solidarietà che sono alla base di

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un’etica delle donazioni. Il donatore non dovrà andare incontro a danni gravi eirreparabili alla propria vita e alla propria operatività; quindi sarà necessariaun’attenta valutazione delle condizioni fisiche del donatore e del rischio ane-stesiologico e operatorio. Inoltre, dovrà essere stabilita con assoluta certezza l’i-doneità dell’organo da trapiantare per non rendere il sacrificio inutile, oltre chearrecare danni piuttosto che benefici al paziente ricevente. In ogni caso è neces-sario assicurare una proporzione tra il sacrificio del donatore e il vantaggio delricevente. Dal punto di vista del paziente ricevente, è necessario prima di tuttoassicurare un’alta possibilità di riuscita del trapianto, senza esporlo a rischi easpettative inutili. Si può affrontare il rischio operatorio solo di fronte ad unafondata speranza di ottenere dei vantaggi in termini di sopravvivenza e di qua-lità di vita. Scaturisce da ciò la condanna morale per i trapianti dal rischio cosìalto da potere essere considerati un puro esperimento.

Il punto veramente cruciale della questione, nel caso di espianto da cadave-re, è l’accertamento della morte. E’ innegabile che non si può anticipare lamorte per ottenere un organo da trapiantare: non si può creare un cadavere persalvare la vita di qualcun altro. L’accertamento della morte non è un problemafilosofico o teologico: va svolto dai competenti, secondo scienza e coscienza.Tale accertamento avviene in maniera diversa a seconda che si tratti di diagno-sticare la morte per arresto cardiaco o la morte in soggetto affetto da lesioniencefaliche e sottoposto a misure rianimatorie.

Il criterio neurologico è fondato sul fatto che l’encefalo costituisce l’ele-mento indispensabile per il mantenimento dell’unitarietà funzionale dell’orga-nismo. Proprio questo concetto è il fondamento della Legge n °578 del 29Dicembre 1993 sulle “Norme per l’accertamento e la certificazione di morte”.Se la precedente legislazione suscitava non poche perplessità, in quanto le con-dizioni previste per dichiarare la morte erano diverse a seconda che la personafosse o meno candidata all’espianto, l’attuale legge ha stabilito una determina-zione unica della morte, indipendentemente dalla destinazione del cadavere. Ilconcetto di morte cerebrale permette di conciliare l’esigenza di avere degliorgani in buono stato e funzionanti con la certezza di trovarsi di fronte ad uncadavere, in quanto la ventilazione e l’irrorazione sono mantenute artificial-mente. Il concetto di morte cerebrale non implica soltanto la cessazione dell’at-tività della corteccia cerebrale, ma anche l’irreversibile compromissione deinuclei profondi dell’encefalo, che unificano le funzioni vitali. “Non si puòintrodurre la distinzione tra vita biologica (funzioni organiche) e vita persona-le (vita di coscienza e relazione): nell’uomo c’e una vitalità unica e finché c’èvita è da ritenere che sia vita della persona” [Mons. E. Sgreccia].

Il giudizio di morte va formulato attentamente caso per caso, perché nelmomento finale della vita c’è sempre e comunque una persona. Quindi, l’ac-certamento non può ridursi ad una procedura meccanica, ma deve procederecon lo scrupolo necessario, alla luce dell’idea di persona.

2. La tutela dell’identità personaleL’identità personale del ricevente e dei suoi discendenti va tutelata in

quei casi nei quali il trapianto riguarda organi non vitali, ma intrinsecamentecollegati con il pensiero e l’identità biologico-procreativa della persona. Taliproblemi morali sono, per esempio, sollevati dall’ipotesi del trapianto ditesta/tronco, che per ora appare ancora avveniristico, ma l’interrogativo che lasola ipotesi suscita merita di essere valutato alla luce di quell’idea di personacome un tutto unitario; un “Io” che si costruisce attraverso la propria esperien-

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za corporea; una mente che si riconosce nel proprio corpo.Una questione molto delicata è quella degli omotrapianti della gonade in toto

o di innesto in una gonade ricevente di frammenti gonadici o di follicoli pri-mordiali o di spermatogoni donati, in quanto non si tratta di ripristinare funzio-ni vitali: viene meno quindi la possibilità di considerarlo come un trapianto tera-peutico. “Questa prassi è da considerare come una minaccia per l’identità bio-logica e psicologica del soggetto ricevente e dei suoi discendenti” [Mons. E.Sgreccia].

Inoltre la Carta degli Operatori Sanitari afferma che “non tutti gli organisono eticamente donabili. Dal trapianto vanno esclusi l’encefalo e le gonadi cheassicurano l’identità personale e procreativa della persona, organi in cui prendespecificamente corpo l’unicità inconfondibile della persona, che la medicina ètenuta a tutelare”.

3. Il consenso informato“Il regime giuridico del consenso al prelievo deve essere ritenuto cen-

trale e nevralgico anche nella complessiva disciplina giuridica dei trapiantid’organo da cadavere. In esso confluiscono, infatti, tre valori fondamentali

(Solidarietà, Libertà, Autorità),il cui bilanciamento quelladisciplina non può permettersidi ignorare qualora ambisca aporsi quale costruzione che affi-da la sua stabilità alla consi-stenza e alla polivalenza deipropri fondamenti costituziona-li, culturali e politici” (CNB). Ilpaziente che riceve l’organo o iltessuto deve essere informatoesaurientemente sui rischi checorre, le conseguenze e le diffi-coltà cui andrà incontro, inmaniera da poter esprimere poiun consenso che sarà formaliz-zato: solo così si potrà procede-

re all’impianto.Nel caso di prelievo di organo da donatore vivente, il consenso informato

riguarda prima di tutto il donatore, con l’obbligo di informarlo su tutte le con-seguenze riguardo la sua salute e la sua capacità lavorativa. E’ dalla consape-volezza piena e matura che nasce un dono come espressione autentica di soli-darietà.

Nel caso di prelievo da cadavere, non c’è bisogno di credere in una vita ultra-terrena per riconoscere al cadavere una sua dignità e non considerarlo, quindi,come una semplice res communitatis. Si tratta di un corpo che è appartenuto aduna persona e mantiene, quindi, un vincolo di sentimenti ed emozioni che è allabase di quel culto dei morti, praticato, in maniera differente, in tutto il mondo.Tale culto non è però in contrasto con l’espianto di organi a scopo di trapianto,a patto che quel corpo non venga strumentalizzato e sfruttato, riducendo un attodi donazione ad un uso strumentale, o peggio ancora, ad un commercio. Quan-do c’è una donazione autentica, “tale atto può estendere oltre i limiti della vitauna potenziale solidarietà verso il contesto sociale cui l’individuo resta unito nel

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ricordo e nelle opere lasciate” [Prof. L. Migone].

4. La giusta allocazione delle risorseIn caso di limitatezza delle risorse, esse vanno distribuite secondo un

criterio di giustizia, in base al principio dell’uguaglianza di tutti gli uomini, cheprende in considerazione dapprima le necessità mediche dei pazienti, valutandole indicazioni cliniche e immunologiche nonché l’urgenza del trattamento e suc-cessivamente (a parità di gravità e urgenza) la priorità della lista. Non sonoammissibili criteri che rispondano a logiche di tipo discriminatorio (età, sesso,razza, religione, ecc.), di stampo utilitaristico (capacità lavorative, utilità socia-le) o casuale.

Le religioni di fronte ai trapiantiMentre su numerose questioni di bioetica le diverse religioni assumono posi-

zioni differenti, il trapianto di organi rappresenta un argomento sul quale que-ste si trovano sostanzialmente d’accordo. Infatti, le varie religioni, pur con undiverso approccio, ammettono le donazioni e ne incoraggiano la diffusione.Vediamo la posizione di alcune delle principali religioni monoteiste:

“Se è vero che i vivi possono donare un organo del proprio corpo, anche imorti, a maggior ragione, lo potranno fare; e non ci sarà nessun pericolo per ilcadavere se gli vengono asportati i reni, il cuore, che saranno utilizzati da unapersona viva. Questo è in realtà un grande gesto di carità e risponde perfetta-mente alla volontà di Dio” [Codice Islamico di Etica Medica];

“La vita è un dono di Dio e in quanto tale ognuno di noi ha il dovere di pre-servarla e di conservarla nel migliore dei modi e il più a lungo possibile. Neconsegue che ognuno di noi non è padrone assoluto del proprio corpo. Di fron-te alla necessità di salvare una vita umana, tutti i divieti religiosi diventanosecondari.” [Luciano Caro - Rabbino di Ferrara, Mantova];

“Siamo sfidati ad amare il nostro prossimo in modi nuovi; in termini evan-gelici, ad amare ‘sino alla fine ’ [Gv13,1]. Per i cristiani, Gesù che offre se stes-so è il punto essenziale di riferimento e di ispirazione dell’amore che è alla basedella disponibilità a donare un organo, manifestazione di generosa solidarietàancor più eloquente in una società che è divenuta eccessivamente utilitaristicae meno sensibile alla generosa donazione” [Giovanni Paolo II, Discorso ai par-tecipanti al Primo Congresso Internazionale sui trapianti di organi del 20 giu-gno 1991].

Ci auguriamo che questa grande sfida di cui parla il Santo Padre sia raccol-ta dai medici, dal personale sanitario e dalla società tutta affinché si affermi inmaniera crescente una medicina dei trapianti che corrisponda ad “un’etica delladonazione, ad un’autentica disponibilità personale al dono, che esige d’impe-gnarsi e investire risorse nella informazione e nella formazione, così da sensi-bilizzare le coscienze e suscitare l’opinione pubblica” [Mons. M. Cozzoli].

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BIOTECNOLOGIE E BIOETICA

Il Liceo Scientifico Statale E. Majorana di Latina ha organizzato, in colla-borazione con il Comitato di Bioetica dell’Ordine di Latina, una serie diincontri su “Biotecnologie e Bioetica” con il seguente programma.

15 marzo 2001Incontro con i docenti su: La storia della bioetica ed i suoi scenari futuriAll’iniziativa hanno partecipano: - Prof. G. Mancini, Docente di Storia della Medicina presso l’Università di

Roma Tor Vergata- Dott. F. Petrone, Coordinatore del Comitato di Bioetica dell’Ordine dei Medi-

ci di Latina

20 marzo 2001Incontro degli alunni delle classi quarte su: Bioetica e diritti umaniHanno partecipato: - Prof. G. Berlinguer, Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica- Dott. A. Caradonna, Comitato di Bioetica dell’Ordine dei Medici di Latina

23 marzo 2001Incontro degli alunni delle classi quarte su:Impatto delle Biotecnologiesulla societàHanno partecipato: - Prof. L. Santi, Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le

Biotecnologie del Consiglio dei Ministri- Dott. A. Cecconi, Comitato di Bioetica dell’Ordine dei Medici di Latina

La Redazione di Medicina Pontina plaude agli organizzatori: Prof.ri TeresaEramo, Maura Della Rocca e Marcello Ciccarelli del Liceo E.Majorana.

Il primo sito Internet sui problemi della Bioetica nato nella nostra provincia

FILOSOFIA E SCIENZA

Un’importante iniziativa del Prof. Giancarlo Onoratidel Liceo Pedagogico “A. Manzoni” di Latina

Da gennaio 2001 è visibile su Internet il sito Filosofia e Scienza dedicato alletematiche di bioetica, di storia della scienza e, più in generale, epistemologiche.Filosofia e Scienza vuole essere uno strumento operativo a disposizione di tutti.

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Il sito è stato realizzato ed è curato personalmente dal Prof. Giancarlo Ono-rati ed è aperto al contributo di tutti. Singoli, associazioni, enti, scuole, etc. pos-sono richiedere la pubblicazione di proprie realizzazioni o la promozione di atti-vità inerenti alle tematiche d’interesse del sito. Il materiale pubblicato sul sito èliberamente scaricabile con preghiera di citarne le fonti.

Filosofia e Scienza non rivendica la proprietà dellepubblicazioni inviate dai collaboratori.

L’indirizzo dell’organizzatore del sito è:Prof. Giancarlo OnoratiVia del Mattatoio s.n.c.04018 - Sezze (LT)Tel. 0773-802041 / 0349-8157041

Oppure: c/o I.M. “Manzoni” di Latinahttp: //digilander.iol.it/filosofiaescienzaE-mail: [email protected]

Importante iniziativa a Milano per il trattamento del dolore

CORSO SULLA MEDICINA PALLIATIVA

Risultato della collaborazione tra l’Istituto Nazionale per loStudio e la Cura dei Tumori e la Scuola di Formazione e

Aggiornamento in Medicina Palliativa

Gli appuntamenti:27 marzo 2001 - Interazione tra farmaci usati in medicina palliativa: frequenza,

meccanismi, rilevanza clinica29 maggio 2001 - Preparazioni galeniche per il controllo dei dolori e dei sintomi19 giugno 2001 - La legislazione sugli oppioidi analgesici: passato e futuro

Segreteria: Yvonne El MastriScuola di Formazione e Aggiornamento in Medicina PalliativaIstituto Nazionale TumoriUnità Operativa di Riabilitazione e Cure PalliativeVia Venezian, 1 – 20133 MilanoTel. 02/23902554 – Fax 02/70600462E-mail: [email protected]

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COMUNICAZIONE DELMINISTERO DELLA SANITA’

DEL 20.06.2000

In considerazione del fatto che sono state messe in commercio le

confezioni da una fiala di morfina cloridrato da 10 e da 20 milligram-

mi e che le stesse sono state ammesse alla rimborsabilità da parte del

SSN, tenuto conto della possibilità di prescrizioni multiple delle sud-

dette preparazioni, si ritiene plausibile applicare tutti i fustelli relativi

alle confezioni esitate in una stessa ricetta semplice SSN, occupando,

eventualmente, anche parte dello spazio destinato alla prescrizione

facendo in modo che le barre ottiche dei suddetti fustelli siano visibi-

li. Si ricorda a tal proposito che è tuttora valido ed applicabile, ai fini

della dispensazione delle fiale di morfina a carico del SSN, il decreto

Ministeriale del 15.05.90, per cui la prescrizione di un numero di fiale

di morfina cloridrato, inferiore o superiore a cinque, per uno stesso

dosaggio, costituisce una solo prescrizione.

Quindi, se sulla ricetta sono prescritte fiale di morfina ad uno stes-

so dosaggio, indipendentemente dal numero, il ticket corrisposto sarà

quello relativo ad una sola preparazione; se sono prescritte fiale di

morfina a diverso dosaggio (10 e 20 mg), il ticket corrisposto sarà

quello relativo a due prescrizioni.

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Le virtù della morfina stannotutte nelle parole sussurrateda un morente che ne era

sotto l’effetto: “se questo è morire èquasi piacevole”.

In passato l’uso antalgico deglioppiacei veniva fatto con molta cau-tela. A causa della rapida assuefazio-ne che imponeva dosi sempre più fre-quenti e robuste, si preferiva iniziarecon altre sostanze di natura e mecca-nismo d’azione diversi, sia pure menoefficaci.

La stessa legge, allo scopo di argi-nare la diffusione della droga, haposto ostacoli di ogni sorta ed ha cari-cato di pesanti responsabilità burocra-tiche e di rischi penali proprio il medi-co prescrittore. Il dolore non è soltan-to un sintomo utile, ma, quando èsevero ed insistente, può diventareuna malattia vera e propria da curarecome qualsiasi altra. Sotto la spinta diuna cultura moderna anche il nostroPaese, ultimo in Europa, si è mosso edha corretto le precedenti regole percombattere la sofferenza in manierarazionale. Quando non esistevanorimedi validi, il dolore veniva perfinosublimato come mezzo di purificazio-ne e di rafforzamento dello spirito senon, addirittura, quale estremo prez-zo da pagare per meritare la morteliberatrice. 0ggi la rassegnazione aldolore è considerata una inutile cru-deltà. L’uomo ha acquisito, per evolu-zione naturale e per predestinazione,la facoltà di allestire la propria dipar-tita che, a differenza degli altri ani-mali, deve essere adeguatamentedignitosa, almeno quanto avrebbedovuto esserlo tutta la sua vita. Il pro-gresso civile e sociale rispetta ladignità umana anche alleviando lesofferenze, sottraendo il malato al

dolore e, nei momenti terminali,nascondendolo, per estremo atto dipietà, alla vista di occhi indiscreti edestranei.

Quando gli ospedali erano munitidi vaste e popolose corsie e stanze apiù letti, all’occorrenza si drizzava unparavento in un angolo e tutti sapeva-no cosa stava accadendo là dietro. Ilmorente viveva le sue ultime ore conil sottofondo dei rumori e dei suoni disempre: nella notte passi leggeri,bisbigli, qualche lamento, sospiri. Poiil brusio del mattino, il risveglio, lepulizie, i prelievi, il carrello dellemedicine e quello del caffè, ciascunocon il suo rotolare diverso e, infine, ilcrescendo delle voci e dell’attivitàimmutata di ogni giorno. Se è veroche l’anima non muore prima delcorpo, allora può essere che questoaccompagnamento sonoro durante iltrapasso non fosse del tutto sgradevo-le. L’uomo preferirebbe affrontare lafine nella propria casa, nel proprioletto e tra la propria gente. Il SistemaSanitario, oggi, istituisce luoghi diricovero esclusivi per gli incurabili e imalati terminali dove, senza inutiliaccanimenti, viene tolto soltanto ildolore consentendo al malato di mori-re in modo, diciamo così, umano.Sono case-ospedale, una alternativaalla difficilmente accettabile radicalitàdell’eutanasia, dove è predisposta lacostante presenza di un familiare atenere la mano del congiunto che se neva per sempre. Il personale medico einfermieristico che vi opera con man-sioni così poco invidiabili, deve avere,oltre che dedizione e forza d’animo,un sostegno psicologico esterno nonindifferente.

Questa organizzazione per i malatiterminali afferma definitivamente la

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UN POSTO PER MORIRE

diE. Caldana

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razionalizzazione della morte.Ma esiste un comportamento istin-

tivo degli esseri viventi di fronte allaloro fine biologica?

Per gli animali domestici e di alle-vamento non c’è problema: è l’uomoche ne dispone. Ma gli altri, quelliliberi, selvatici, quando sono feriti,ammalati o soltanto vecchi, dove fini-scono?

Forse al fondo di una tana, o sottoun cespuglio o in un anfratto allaricerca impulsiva ed illusoria di una

ancestrale forma di protezione.Per gli elefanti si è favoleggiato di

un mitico cimitero dove essi andreb-bero a morire quando sentono prossi-ma la fine. Ma per quanto l’Africa siastata percorsa in lungo e in largo e stu-diata fin nei suoi depositi fossili, nonse n’è mai avuto un riscontro. Noi,invece, il posto dove si va esclusiva-mente a morire soffrendo il meno pos-sibile, oggi lo abbiamo. Lo hannodenominato “Hospice”.

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Argomenti dibioetica

Questo interessante articolo è stato tratto dal numero di gennaio2001 del Bollettino dell’Ordine di Mantova. Viene inserito nellariflessione sul morire che ci ha molto coinvolti negli ultimitempi, anche in relazione al rinnovato dibattito sull’eutanasia.Lo scorso 6 aprile, in occasione di un incontro con il prof. Scian-done dell’Università di Napoli, intervenuto al Corso di Bioeticaper Medici ed Odontoiatri, avanzato dal nostro Ordine, le colle-ghe Autieri e Spagnolo hanno ribadito come nei centri rurali sipreferisca, fortunatamente, morire a casa. Gli Hospice sono,ovviamente, una buona soluzione, ma l’assistenza domiciliareintegrata, che permetta di morire tra le mura della propria casa ein mezzo a “tutti” i propri affetti, è un’ottima soluzione.

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“Buongiorno”.“Buongiorno”. La mattinata è appena iniziata e già

i pazienti attendono sulla porta dellostudio, dove mi accingo ad iniziare lamia quotidiana attività di medico dimedicina generale.

S’incomincia con la prima pazien-te: la signora già da tempo necessita diuna visita oculistica di controllo per ilglaucoma da cui è affetta. Rimango unpo’ perplesso di fronte alla sua richie-sta: grazie al computer mi rendo contoche ho compilato per ben tre volte laricetta per questa signora e mai lapaziente ha potuto effettuare la visita.Le chiedo spiegazioni; lei, con ram-marico, mi risponde: sono risoluta atornare la mattina alle cinque allaAUSL pur di avere il numero per esse-re la prima poiché l’ultima volta inumeri necessari per la visita, quandosono arrivata, erano già terminati.

Resto, per l’ennesima volta, ester-refatto di fronte a questa situazione: ladisorganizzazione della ASL costringegli utenti a rivolgersi a strutture nonconvenzionate, creando difficoltà allepersone anziane, che, spesso, nonhanno le risorse sufficienti per unavisita privata; inoltre, stabilendo chela ricetta scritta dal medico è validadieci giorni, fa sì che questi debbacompilarla più di una volta, costrin-gendo il paziente ad un andirivienidefaticante. Il paziente, infatti, sapen-

do che la prescrizione scade dopodieci giorni, dopo tale termine,dimentica la ricetta a casa o la rendeinutilizzabile o addirittura la getta. Staal medico, dunque, ripetere la prescri-zione con un aggravio di tempo e didenaro, anche perché la carta su cui èstampata la ricetta è filigranata e ledifficoltà della Regione riguardo aquesto problema sono sotto gli occhidi tutti…Non converrebbe far scaderela ricetta nel momento in cui è effet-tuata la prescrizione? Penso che il miointerrogativo potrebbe essere preso inconsiderazione.

Intanto le visite riprendono in unclima sereno e tutto procede per ilmeglio. Questa mattina sembra esserededicata alle signore: un’altra pazien-te necessita di una mammografia.Anche in questo caso devo renderenoto, a malincuore, alla donna che,rivolgendosi alla mutua, dovrà atten-dere tempi lunghi perché tale esame sipuò effettuare soltanto presso l’ospe-dale civile. Fortunatamente mi comu-nica il suo desiderio di recarsi in unastruttura privata per avere una rispostapiù celere: mi trovo di fronte all’enne-simo caso per cui mi chiedo il motivodella non prescrivibilità della mam-mografia e dell’ecografia mammaria,considerato il grande impatto socialeche rivestono tali patologie; così comenon riesco a capire per quale motivonon sia prescrivibile l’HDL-colestero-

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Liste di attesa

Si può continuare così?

LE DIFFICOLTÀ DEL VIVERE QUOTIDIANO DEL MMG

Scarsezza di risorse, cattiva gestione,incomprensione tra colleghi

diAugusto Onori

Medico di Medicina Generale - Latina

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lo, necessario per stabilire i valori delLDL colesterolo e, conseguentemente,il rischio di arteriosclerosi… Ancorauna volta la risposta resta il silenzio.

Per non parlare dell’eccessivaburocratizzazione nel redigere delleproposte che devono essere redatte inperfetto stile… burocratico, appunto!

Alla fine della giornata mi sentoalquanto rammaricato, anche perchémi trovo di fronte ad un nuovo proble-ma: come medico di medicina genera-le devo attenermi, nella prescrizionedi farmaci, a determinate note; spessoe volentieri i colleghi specialisti odospedalieri, nella loro proposta di pre-scrizione, tendono a non tener contodi queste note, come se le note CUFesistessero solo per i medici di medi-cina generale! È a me che questi col-leghi, in ogni caso, rimandano l’oneredi prescrivere il farmaco e di fornire laconseguente serie di spiegazioni alpaziente che, specialmente quando unfarmaco non si può proprio dare, nonsempre si rende conto della situazionedel medico di medicina generale. Dauna parte egli chiede il farmaco perstar bene e vorrebbe non pagarlo; dal-l’altra c’è il medico che non può pre-scrivere a causa di queste pastoieburocratiche inerenti alla concedibi-lità dei farmaci. Non sarebbe più cor-retto che tutti i colleghi tenessero

conto delle limitazioni alla prescrivi-bilità del farmaco, seppure esse devo-no sussistere?

Forse il medico dovrebbe riappro-priarsi della medicina,avere maggiorelibertà di azione…e magari trovare unconforto ed un confronto con il colle-ga specialista senza dover ricorrere,per una diagnosi, all’ospedalizzazionee al pronto soccorso.

Poiché molti di noi sono dotati dielettrocardiografo con cui redigereECG estemporanei quando se ne pre-senta la necessità, potrebbe essereutile un sopporto telematico che per-mettesse un immediato riscontro spe-cialistico e, secondo il parere del car-diologo, un eventuale ricovero mirato.E invece sembra che tra medico dimedicina generale e medico speciali-sta od ospedaliero si crei una fratturaproprio quando ci si trova di fronte aprescrizioni prive di data e firma.

È davvero tanto difficile apporreuna data o un nome?

PS: Sono passati pochi giorni daquando la paziente che necessitava delcontrollo oculistico è venuta nel miostudio,dicendomi che la visita erastata effettuata ma che…la macchinaper il controllo dell’occhio era rotta!

…continua.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 36

Non manca materia per continuare il cahier de doleance su questiargomenti. L’organizzazione della risposta specialistica spettaall’Azienda Sanitaria, ma la gestione di tali risorse messe a dispo-sizione (insufficienti, per ora) è affidata, in gran parte, ai medicispecialisti e ai medici di medicina generale. Come già commenta-to a proposito dell’articolo di Bonelli del precedente numero (Ledolenti note), vediamo di far incontrare i medici di medicina gene-rale e gli specialisti: a parità di risorse si eviteranno sprechi. Finia-mola, un buona volta, inoltre, con questa diatriba sulle note esulla prescrizione di ulteriori accertamenti da parte degli speciali-sti; ci sono delle regole giuridiche e deontologiche: incontriamocie cerchiamo di capire come applicarle. I colleghi, generalisti ospecialisti, che non si sentano rispettati nelle loro prerogative pro-fessionali, si ricordino che c’è un ordine professionale!

Liste di attesa

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Non basta aumentare l’offerta

IL PROBLEMA DELLE LISTE D’ATTESA

Il problema va affrontato da varie angolazioni

diGerardo Lanza

Consigliere dell’OrdineDirettore Sanitario del Distretto Nord – ASL Latina

Qualsiasi prestazione sanitaria, per essere qualitativamente accettabile, deveessere innanzitutto tempestiva relativamente al problema di salute per il qualeè stata richiesta. Pertanto, le prestazioni sanitarie vengono suddivise in urgenti,urgenti differibili e non urgenti, con un tempo di attesa massimo ammissibilerispettivamente di 24 ore, 7 giorni e 60 giorni; se i primi due intervalli possonoessere condivisi, sicuramente quello proposto per le prestazioni non urgentiappare francamente eccessivo. In ogni caso, spesso accade che anche il limitedi 60 giorni per le prestazioni non urgenti non venga rispettato per l’esecuzio-ne di visite specialistiche o di prestazioni di diagnostica strumentale.

Il tempo necessario per effettuare una prestazione sanitaria, come è noto, èregolato dall’entità della domanda da parte dell’utenza e dalla corrispettivaofferta da parte delle strutture sanitarie. La domanda è originata sicuramente dalbisogno di salute da parte degli utenti, ma su di essa agiscono altri fattori spes-so non dipendenti dalla effettiva necessità. Innanzitutto, è la stessa disponibilitàdi prestazioni che genera un incremento delle richieste (più facilmente è acces-sibile una prestazione e maggiore è la richiesta); l’informazione/disinformazio-ne dei mezzi di comunicazione genera anch’essa il ricorso a prestazioni sanita-rie, molto spesso improprie; infine, gli stessi Medici di Medicina Generaleinviano i loro assistiti ad effettuare prestazioni specialistiche o strumentali nonappropriate oppure evitabili, se si prestasse maggiore attenzione ai percorsi dia-gnostico/terapeutici.

Sull’altro versante, invece, le liste d’attesa si allungano se l’offerta è quanti-tativamente inferiore alla domanda, cioè se il numero di prestazioni erogabilinon è sufficiente a soddisfare le richieste da parte dell’utenza. Questo avvieneper diversi motivi. Innanzitutto, per errori di valutazione nella programmazionesanitaria, per cui il volume di prestazioni effettuabili non è comunque suffi-ciente a coprire la domanda. In secondo luogo, le procedure amministrative(contratti, conferimento degli incarichi, ecc.) comportano delle rigidità tali danon consentire di utilizzare al meglio le potenzialità dell’offerta. Ancora, nonsempre le strutture e le attrezzature vengono utilizzate in maniera razionale,mentre diverse prestazioni vengono perse perché gli utenti non si presentano adeffettuarle nonostante l’avvenuta prenotazione (fenomeno che aumenta con l’al-lungamento delle liste d’attesa).

Di fronte a questa situazione è necessario fornire risposte multiple ed inte-grate, in grado di agire sui diversi fattori che interagiscono creando il fenome-no delle liste d’attesa.

Sul versante della domanda è necessario intervenire sui fattori che la gene-rano, avendo ben chiaro che l’obiettivo non è la riduzione delle liste d’attesa mal’appropriatezza delle prestazioni erogate. In questo senso è fondamentale ilcoinvolgimento dei Medici di Medicina Generale, con i quali vanno elaborate

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 37

Liste di attesa

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linee guida per i percorsi diagnostico/terapeutici e vanno incentivate tutte quel-le forme di lavoro di gruppo e potenziamento strumentale in grado di poterrisolvere molti problemi direttamente all’interno dello studio medico, senza farricorso all’intervento di Specialisti Ambulatoriali o Ospedalieri. Agli stessiMedici di Medicina Generale e a tutta l’organizzazione sanitaria è demandato ilcompito di una corretta informazione ed educazione degli assistiti, in modo chequesti non siano indotti a chiedere il ricorso a prestazioni specialistiche nonnecessarie o non adeguate per il loro problema di salute.

Sul versante dell’offerta, occorre, innanzitutto, che tutte le strutture dell’A-zienda (Ospedali, Distretti) siano integrate tra di loro in modo da garantire unadisponibilità di prestazioni ampia ed organizzata. In questa direzione si stamuovendo il progetto aziendale, già iniziato da alcuni anni, del Centro Unico diPrenotazione informatizzato, che consente agli utenti di poter prenotare edeffettuare visite specialistiche ed accertamenti strumentali scegliendo, tra levarie disponibilità, la sede delle prestazione e quella con il tempo d’attesa mino-re. Il progetto non è ancora ultimato, in quanto non tutte le sedi di erogazionesono inserite nel programma e molte attività restano tuttora non adeguatamenteinserite; una volta ultimato, è auspicabile che possa dare un sensibile contribu-to per ridurre le liste d’attesa.

Un altro aspetto da curare è quello della piena utilizzazione delle risorsedisponibili e dell’eliminazione degli intoppi di carattere burocratico-ammini-strativo. In questo senso, può dare un notevole contributo la piena applicazionedel contratto per la Specialistica Ambulatoriale, sia per quanto concerne leincentivazioni per l’aumento della produttività, sia per le disposizioni relativeagli incarichi a tempo determinato. Queste ultime, infatti, possono consentireuna maggiore continuità dell’assistenza ed eliminare i tempi di fermata del ser-vizio che attualmente intervengono tra la fine di un incarico ed il conferimentodi quello successivo.

Certamente, ad una piena utilizzazione delle strutture fisiche (ambulatoriospedalieri e territoriali) deve corrispondere da parte dell’Azienda uno sforzoper la qualificazione delle attrezzature e della dotazione organica di supporto(paramedico, amministrativo).

Infine, occorre disporre di strumenti che garantiscano una maggiore flessibi-lità nella erogazione delle prestazioni, sia riducendo quelle con minore richie-sta, sia per le sostituzioni in caso di assenza degli specialisti.

Un altro strumento sicuramente utile per ridurre le liste d’attesa è costituitodalla piena applicazione delle disposizioni relative all’attività libero-professio-nale in regime intramurario, sia mettendo a disposizione dei medici gli spazi, lestrutture ed il personale necessario, sia attivando gli adeguati strumenti di con-trollo e garanzia tali da consentire a questo istituto di essere il punto di incon-tro tra la professionalità del medico ed il diritto alla libera scelta da parte del cit-tadino e non un ulteriore mezzo per l’allungamento delle liste d’attesa.

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Liste di attesa

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Da Il Sole 24ORE SANITA’ del 26.11/02.12.2000

XXII Seminario dei Laghi a Palermo organizzato dalla Fondazione Smith Kline

«HO VOGLIA DI INTEGRAZIONE»

Ospedale-territorio: tutto da rifare. Ma i medici vogliono la sfida?

diR.Tu.

L’unione fa la forza:sarebbe (ed è) uno slogan azzeccatissimo per tante situa-zioni paradossali o volute che siano, con cui gli operatori tutti, e naturalmenteper primi gli assistiti, hanno quotidianamente a che fare nel loro rapporto colServizio Sanitario Nazionale. Ma che l’unione possa, anzi debba, necessaria-mente essere il fulcro per l’integrazione tra territorio e ospedale, non è più daconsiderare un semplice slogan. Quella mitica figura (l’integrazione, appunto,tra ricoveri e servizi sul territorio), è assolutamente da considerare oggi comeoggi il vero motore. La conditio sine qua non, insomma. Senza la quale qual-siasi parola, qualsiasi bel programma scritto sulla carta, ben formulato e altret-tanto ben confezionato alla bisogna, resterebbe pia illusione.

E di pie illusioni -in tempi di magra per i conti pubblici, mentre le stagionisanitarie si accorciano e l’irrompere di nuove tecnologie fanno il resto, rivolu-zionando perfino il modo d’essere dell’atto medico - il Servizio sanitario pub-blico, davvero non ha più bisogno. Questo è il merito del tema, e dell’urgenzache a esso viene sottesa, che sarà posto a Palermo dal 28 al 30 settembre, nelcorso del «XXII Seminario dei Laghi», ormai classico appuntamento di inizioautunno della Fondazione Smith Kline.

L’argomento in sé, ben sanno i cultori di “cose sanitarie”, non è infatti esat-tamente nuovissimo. Si perde anzi nella notte dei tempi della moderna scienza(e cultura) di organizzazione dei sistemi sanitari. Ma proprio il fatto di trovarsiancora a dibattere intorno a vecchi temi non può renderci, come dire, “felici”.Anche perché al fondo di tutto resta da vedere quanto e se le diverse compo-nenti in campo della classe medica siano davvero pronte ad accettare la scom-messa, a partecipare alla sfida, a mettersi in dubbio, ad abbandonare egoismi diparte. A sacrificare, insomma, sull’altare del “giusto e possibile”, parte di sé.Degli interessi precostituiti. Alla resa dei conti: del potere di categoria. Conquanto ne consegue in rapporto ai modelli da edificare del sistema-salute.

Questioncelle non da poco, certo. Che restano, anche in maniera imbaraz-zante, non soltanto sullo sfondo dei cambiamenti (im)possibili. E che tuttavia ilSeminario dei Laghi giustamente ripropone. Avanzando le proposte che emer-geranno, nella speranza che possano essere di aiuto concreto e che non venga-no relegate nella pratica quotidiana del dibattito fine a se stesso.

Perché «meno ospedale, più territorio», perché «l’approccio interdisciplina-re» che non conduca all’eccesso di specialistica, non sono momenti da poco.Cos” come il ruolo fondamentale del medico di medicina generale, nell’idillia-

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co modello di integrazione razionale, non può essere un semplice slogan. Né,peraltro, la leva per edificare altri “poteri di categoria”. Fuor di metafora, sonogli interessi di parte, ancora una volta, da mettere alla gogna.

Solo cos” probabilmente (o quanto meno con questo spirito), si può pensaredi far decollare e mettere in pratica il concetto di processo clinico-assistenziale,in cui l’ospedale non resti il traguardo irrinunciabile per l’assistito, ma unosnodo nel rapporto complessivo tra paziente e sistema sanitario. Cos” come soloun medico di medicina generale senza smanie di “rivincita” - se mai fosse - puòaspirare a diventare passaggio cruciale tra i servizi tutti. Cosicché, appunto, l’u-nione davvero possa fare la forza. Se è questo che gli attori tutti davvero desi-derano, con tutta la forza di un’arte che giorno dopo giorno deve conquistarsicon grande fatica l’appellativo di nobiltà.

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Dalle nostre parti le attività ambu-latoriali sono da sempre la cenerento-la della sanità.

Proviamo ad ipotizzarne le cause:1 - dinanzi agli enormi problemi

dell’organizzazione degli ospedali,agli ambulatori si è sempre riservataun’attenzione marginale (“…e poic’è da organizzare gli ambulatori”);

2 - la mutualità volontaria delprimo dopoguerra ha inteso, ovvia-mente, assicurare i grandi rischi e,quindi, il ricovero ospedaliero, rele-gando l’attività extraospedaliera aimargini;

3 - fino a due decenni fa la richie-sta di attività specialistica era abba-stanza limitata e il medico di medici-na generale affrontava autonoma-mente gran parte dei problemi; que-sto, ovviamente, non è più possibilecon lo sviluppo vertiginoso dellamedicina;

4 - le attività ambulatoriali hannosempre costituito, e costituiscono,l’occasione dei medici ospedalieri dieffettuare la libera attività, spessomolto lucrosa; a loro, presi anche daipiù complessi problemi dei degenti, èsempre mancata la spinta psicologicaa sviluppare questo tipo di attività perconto dell’ospedale! Con la liberaattività intra-moenia non sembra chela situazione sia cambiata più ditanto, come hanno denunciato recen-temente anche gli organi di stampa.Anzi, la possibilità di poter usufruirein tempi molto più brevi della stessaprestazione, da parte degli stessimedici e negli stessi ambienti, peròpagando di tasca propria l’interocosto, irrita fortemente il cittadino;credo che l’istituto dell’intra-moenia, almeno sotto questo punto di

vista, fallisca completamente gliscopi di Rosy Bindi;

5 - il medico ospedaliero, sba-gliando grossolanamente, tende aconsiderare l’attività ambulatorialeuna diminutio e ad evitarla (“…eoggi chi fa l’ambulatorio?”);

6 - i cosiddetti specialisti esterni(ex-contratto SUMAI, per intenderci)non sono mai stati adeguatamentevalutati dalle aziende sanitarie ehanno costituito una categoria aparte, mai entrata nell’intimo dell’or-ganizzazione; hanno, in genere, effet-tuato ambulatori volanti, cioè nonstabili, scarsamente radicati nel terri-torio (due ore a Cisterna, tre ore aPontinia, ecc.) e del tutto disconnes-si tra di loro.

In effetti, l’attività ambulatorialespecialistica, a parte casi particolari,che saranno elencati oltre, deve esse-re assicurata dai distretti. Questo èuno dei loro principali scopi, se non ilprincipale (la loro mission, come cidicono ai corsi di management); loscopo dell’ospedale è quello di assi-curare la medicina delle urgenze-emergenze.

L’organizzazione ospedaliera,occupata a rispondere alla variabiledomanda interna non riesce nemme-no a programmare con sufficienteapprossimazione le sue attivitàambulatoriali. Questa, infatti, puòessere eccessiva o sottostimata aseconda, appunto, della variabilitàdella domanda interna (è inconcepi-bile, come succede oggi, che sirimandi un esame ad un ricoveratoperché non ha un appuntamento, e glisi anteponga un non ricoverato per-ché ha un appuntamento, allungando

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Liste di attesa

Creiamo una “cultura dell’ambulatorio”

DE AMBULATORIO

E’ necessario che medici e amministratori mutino atteggiamento

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degenze e peggiorando DRG). L’o-spedale si limiti a fare l’ospedale efornisca attività ambulatoriali dedica-te e finalizzate all’attività ospedalierastessa:

• ambulatori per la pre-ospedaliz-zazione

• ambulatori per la dimissioneprotetta

• ambulatori dedicati per partico-lari patologie e fruibili dalpaziente per periodi più o menolunghi dopo la dimissione(ambulatorio dello scompensocardiaco, per esempio)

• sviluppo dei day-hospital dellepiù varie branche

• ambulatori particolari finalizza-ti al richiamo della clientela,come si dice oggi

• nulla vieta, infine, che l’ospeda-le, nelle more di una organizza-zione distrettuale o in caso disurplus di personale, offra qual-siasi altro tipo di attività ambu-latoriale, senza penalizzare,comunque, l’attività interna.

Come può organizzarsi il Distret-to? Le idee in questo senso potrebbe-ro essere le seguenti:

• i punti di offerta ambulatorialespecialistica debbono essere concreti,non virtuali, cioè debbono esisterestabilmente in un luogo, dove è pos-sibile accedere, possibilmente dalleore 8 alle ore 20, sia fisicamente, siatramite telefono o altri sistemi (Inter-net, ecc). Una possibilità del genereeviterebbe visite ed esami strumenta-li inutili, fino a ricoveri altrettantoinutili; parafrasando un famosorefrain pubblicitario, “una telefonatasalva il bilancio” (dell’ASL). Ineffetti, oggi l’unico interlocutore diun paziente con qualsivoglia pur pic-colo disturbo è, nella stragrandemaggioranza dei casi, il Pronto Soc-corso ospedaliero, che, in questomodo, vede radicalmente snaturata lasua funzione;

• lo specialista, che effettua unaprestazione o una consultazione(telefonica, per esempio), al fine didare delle risposte certe e per nonarrampicarsi sugli specchi, deveessere in possesso dei dati del pazien-te (senza dati rapidamente fruibili lamedicina non può esistere). Nellemore di una tale possibilità è neces-sario, almeno, dotare i pazienti di unaCartella Ambulatoriale, che l’ac-compagni in ogni occasione sanita-ria. Ottima, infine, sarebbe la costru-zione di una rete informatica adestensione, perlomeno, distrettuale;inutile evidenziarne le enormi poten-zialità;

• le prestazioni, come ha dettoLanza, non possono essere erogatesolo in base alla cronologia di preno-tazione, ma relativamente ai realibisogni, con un meccanismo basatosulla ragionevolezza clinica. Basan-dosi sulla stretta collaborazione tramedico di medicina generale, CUPinformatizzato e specialista, si indi-vidua il tempo massimo di erogazio-ne di una data prestazione. Da sotto-lineare la presa di consapevolezza edi responsabilità che coinvolge tuttigli attori di questa organizzazione;

• sarebbe banale richiamare lanecessità di un perfetto funzionamen-to del CUP informatizzato;

• lo specialista che eroga la pre-stazione deve immediatamente rila-sciare impegnativa rossa con la pre-scrizione di ulteriori esami strumen-tali (come dice la legge) e, utilizzan-do le sue prerogative sulla scelta deitempi di attesa massimi, collegarsidirettamente con il CUP al fine difornire al paziente gli appuntamentinecessari in tempo reale.

In sintesi, la scelta di fondo deveessere quella che consideri il pazien-te ambulatoriale un vero e proprioricoverato sine die, come già si facon i pazienti dei Day-Hospital. Que-sto tipo di organizzazione sarebbe

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Liste di attesa

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particolarmente utile per i pazienticronici, che, nel momento attuale,espongono una domanda di salute inrapido e progressivo aumento, sia perl’incremento del loro numero assolu-to, sia per il netto miglioramento del-l’aspettativa di vita in tali condizionidi malattia perenne (uno scompensa-to cardiaco cronico può vivere anche15 anni in tale condizione, se benaccudito).

Per finire:• non è più possibile lasciare i

pazienti del dr. Onori in questecondizioni; alla data del

16.03.2001 un ecocardiogrammanel Distretto Nord presentava untempo di attesa fino al 6 luglio aSezze, 8 agosto a Priverno e 12ottobre a Latina;

• non è possibile limitarsi adaumentare la disponibilità delleore, perché si realizzerebbe ilcosiddetto paradosso diMaxwell, secondo cui l’aumentodell’offerta non diminuisce ladomanda, ma l’amplifica, annul-lando ben presto il beneficioottenuto.

A. C.

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CIRCOLARE DELLA REGIONE LAZIODEL 7 MARZO 2001

SULLA EROGAZIONE DELLE PRESTAZIONI URGENTI

L’allungamento dei tempi di attesa è un’emergenza che la RegioneLazio intende affrontare con l’emanazione di direttive e protocolli di in-tesa da predisporre in collaborazione con tutti gli operatori del settore,oltre che con le istituzioni competenti al fine di garantire l’erogazionedelle prestazioni in tempo utile ad un accertamento diagnostico più chemai rapido ed efficiente.

Nelle more che tutto ciò si realizzi, è necessario tutelare gli utenti cherichiedono con urgenza tali prestazioni, chiedendo ai destinatari in indi-rizzo di provvedere a riservare una fascia oraria nell’ambito della orga-nizzazione della propria attività lavorativa specificatamente destinata allerichieste urgenti dei pazienti esterni.

L’urgenza sarà attestata dal medico di base al momento del rilasciodella prescrizione medica.

Le ASL dovranno provvedere a comunicare la suddetta direttiva allestrutture private accreditate site nel territorio di propria competenza.

Si coglie l’occasione per raccomandare ai medici di base la scrupolo-sa individuazione delle prestazioni effettivamente urgenti.

E, altresì, opportuno che i soggetti interessati diano riscontro all’ As-sessorato alla Sanità delle modalità attuative la direttiva sopra descritta.

Liste di attesa

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I medici sentono il bisogno di aggregarsi

ASSOCIAZIONE MEDICA PRIVERNATE “TOMMASO VISCA”

Sui Monti Lepini nasce una nuova associazione medica

diErcole Canori

Medico di Medicina Generale - Priverno

Si è costituita a Priverno l’Associazione Medica Privernate “TommasoVisca”, è aperta anche ad altre figure professionali che operano nel campo dellasanità (Biologi, Psicologi, Farmacisti, Veterinari). Questa nuova associazione ènata con lo scopo di promuovere attività scientifiche, umanitarie, ricreativo-culturali e si pone l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per i vicini

comuni dei Monti Lepini.Lo scopo principale,comunque, è quello dirimuovere l’isolamento incui spesso operiamo;avviare un dialogo profes-sionale ed umano tra colle-ghi che hanno le stesseradici o che comunqueoperano nella stessa realtà,ci è parso il modo migliore

per raggiungere tale scopo. E questo ritrovarsi diventa occasione per recupera-re un ruolo e una dignità in una società sempre più qualunquista e permeata daun crescente relativismo utilitaristico. Uno psicanalista di fama, P. Daco, in unsuo libro parla di “competenza intelligente”, cioè quella competenza che consi-dera la globalità delle cose; egli chiarisce che essere competenti in umanità èimportante quanto la competenza professionale. Ippocrate identificava la medi-cina con la filantropia, da un lato, e con la filotecnia, intesa come amore per l’arte del curare, dall’altro. Sembra che l’umanità abbia una sua memoria stori-ca! In una società disarticolata come la nostra è necessario riscoprire il sensodell’appartenenza; non corporativismo deteriore ma giusta valorizzazione dellerisorse professionali ed umane di quanti condividono gli stessi valori etici.

Affiancare l’Ordine nel recupero di questi valori diventa compito preminen-te per l’Associazione che porta il nome di Tommaso Visca, collega indimenti-cabile e scomparso da poco: è un riconoscimento a chi, esercitando la sua pro-fessione giorno dopo giorno, ha saputo coniugare umanità e competenza pro-fessionale.

Un ringraziamento va al Presidente dell’ Ordine dei Medici, Giovanni Riget-ti, e alla redazione di Medicina Pontina, per l’ospitalità. Un invito va a tutti

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Associazioni mediche

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colleghi: portate il vostro prezioso contributo alla nostra neonata Associazione.

La nascita di una nuova associazione medica è sempre una otti-ma notizia per l’Ordine. Contiamo, ormai, una nutrita schiera diassociazioni mediche innestate sul territorio, da Aprilia al Gari-gliano. In questi lunghi anni di trapasso da una medicina adun’altra, da un mondo ad un altro diverso, la classe medica sisente abbastanza sperduta e, sotto certi aspetti, priva di identità,come denuncia, giustamente, Ercole Canori. Le associazionimediche possono molto in termini di aggiornamento (non dimen-tichiamo l’Educazione Medica Continua, per la quale in senoall’Ordine è nata la Scuola Medica Pontina) e di politica sani-taria (cerchiamo, nella fattispecie dei Monti Lepini, di recupera-re un ruolo dignitoso e moderno ai nostri vecchi e cari ospeda-li zonali); l’Ordine farà la sua parte.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 45

Associazionimediche

Importante realtà per Fondi e il suo comprensorio

CELEBRATO IL DECENNALE DELLA

ASSOCIAZIONE MEDICA FONDANA

Il giorno 29 marzo 2001l’Associazione Medica Fondana,realtà importante del nostro territo-rio, ha festeggiato la ricorrenza deidieci anni dalla sua fondazione. Perl’occasione si sono ritrovati a Fondi,nei locali del “Metropolis”, per unacena celebrativa dell’evento, nume-rosi colleghi di Fondi e dintorni.Anche il presidente del nostro Ordi-ne, dott. Righetti, ha voluto interve-nire, sottolineando l’importanza deltraguardo raggiunto. Nel corso dellaserata l’attuale presidente del-l’AMF, dott. Vincenzo Igino Mucci-

telli, ha ribadito l’impegno a non far cadere l’eredità lasciata con tanto impegnodai predecessori. E’ stata anche l’occasione per presentare il nuovo consigliodirettivo, formato, oltre che dal presidente suddetto, dai consiglieri Vincenzo Di

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Biase (Vice Presidente), Gaetano Dinia, Carlo Grieco, Antonino Iudicone(Tesoriere), Leo Marini (Segretario), Franca Forte (Past President).

Al termine della serata c’è stato anche un “taglio della torta”, effettuato incooperazione tra l’attuale presidente e gran parte dei past presidents, a simbo-leggiare la volontà di continuare nel migliore dei modi il lavoro intrapreso neglianni precedenti.

Medicina Pontina si associa agli auguri di Buon Lavoro e, insie-me al Consiglio Direttivo dell’Ordine, si dichiara disponibile a“rilanciare” i portati culturali di questa come di tutte le altreassociazioni mediche, utilizzando anche tutte le possibilità chela moderna tecnologia ci offre.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 46

Associazionimediche

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 47

MANIFESTO CONTRO L’EUTANASIA

La Sezione di Latina dell’Associazione Medici Cattolici Italiani(AMCI), vista la recente approvazione, avvenuta in Olanda, della legge chepermette

L’EUTANASIA

non può che addolorarsi per tale scelta e ritiene che vadano fatti tutti gli sforzionde evitare che i malati terminali possano richiedere di essere soppressi.

A tale scopo l’AMCIritiene necessario quanto segue

- Le famiglie recuperino il senso di assistenza materiale e spirituale neiriguardi di tutti i propri componenti;

- Le aziende sanitarie e gli operatori sanitari rendano più umani i luo-ghi di cura; si organizzi una decente assistenza sanitaria domiciliare, gliHospice e gli Ospedali di Comunità;

- Tutti i mezzi farmacologici contro il dolore fisico vengano utilizzatiappieno e con alta professionalità;

- Un valido sostegno psicologico venga offerto ai malati cronici e termi-nali;

- I sacerdoti, ogni altro addetto al culto e gli educatori, compresi igenitori, facciano recuperare a tutti il senso umano della morte comefine ineluttabile della vita, a cui guardare in faccia con serenità, senzarelegarlo, per anni, come ospite indesiderato e dimenticato nelle profon-dità della coscienza.

L’AMCI conferma, ancora una volta, cheLA PROFESSIONE MEDICA

esiste per promuovere e difendere la vita e non già per contrastarla o interrom-perla con comportamenti omissivi o, addirittura, deliberatamente soppressivi.

Latina, 16.04.2001

ASSOCIAZIONE MEDICI CATTOLICI ITALIANISEZIONE DIOCESANA DI LATINA

Associazionimediche

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Lassù non ci sono più tornato;ora deve essere diverso; neamavo i sentieri, la neve e le

rocce del Montelungo, segreta osses-sione di possesso e paura di tutti.

D’estate ci sono stato a cogliere lagenziana e qualche rara stella alpina,gelosamente nascosta che già alloracogliere i fiori era proibito; e il laghet-to che rifrange il cielo, con le pianted’un verde cupo, cariche di sole e lavalle che rimanda l’urlante gioia ditutto quel bianco e la fontana che dinotte gela a tenersi calda sotto la col-tre del ghiaccio.

Là un fiore, là un altro, là il rumo-re delle acque senza contaminazioni ea sera il grido roco delle marmotterompere giù per la valle; salendolasciare ogni rumore e invece quellierano suoni; sentire il frusciared’un’ala di un insetto e lo stridio d’unfilo d’erba nascente e ancor più il rim-balzo sul filo d’erba dell’aria smossada quella incredibile vita nascente; e ilruzzolare d’una molecola d’una cosain disfacimento e il ricrearsi d’uncorpo. Se un pensiero avesse un pesoquello il suono dolcissimo e i pensie-ri, ognuno il suo peso, librarsi nell’a-ria, raccolti a formare un’idea della

idea, avere un peso e quella la vita...Là non si muore si cambia, un amore,un delitto, una violenza da noi hannoun peso là sono librati nell’aria, mole-cole di pensiero, obbedienza a questomutare.

Quando lo conobbi anche il dottoremi sembrò appartenere egli stesso nonalla gente ma alle cose, non poternevedere i contorni, non potergli leggerenel cervello; in mezzo al silenzio unaltro silenzio, una quiete troppo volu-ta dietro la faccia immobile, emanaredalla fessura delle palpebre rimastaaperta alla luce sotto la contrattura delvolto uno sguardo pesante, un caneraggomitolato in se stesso in attesa dimorire, uno di quelli magari che erastato un buon guardiano, uno da cac-cia, magari da compagnia e adesso davecchio inutile aspettasse una carezza,ché tutte le cose che aveva fatte eranostate tolte alla gioia del vivere, ilsenso di quel giusto riposo, senza ilcoraggio di chiedere un pezzo di pane;dovevi capirlo da solo.

Del cane il vecchio dottore avevaanche l’aspetto per quello sguardo mapiù per l’andare.

E quando me lo presentarono lovidi che non era uno dei tanti e dopo

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 48

Medici pontini artisti

Il collega FRANCO GNESSI di Latina, oltre che valente gineco-logo, è un raffinato scrittore; ha conseguito, infatti, ben ventiseipremi letterari nazionali. Offriamo ai nostri lettori un raccontoche ci riguarda

Primo classificato al Premio Letterario Nazionale Val Formazza del 1988

CRONACAdi

Franco Gnessi

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lo seppi che una ragazza del posto melo disse con tono riverenziale chericordava il saluto mentre fumava lapipa sulla piazzetta.

Inconfondibile, come da vivoappartenesse al passato; dalla strutturasi vedeva che tra le rocce che faceva-no tanta paura lui c’era stato; e le manierano intatte, solide e nerborute senzacrepe, ben curate; le scarpe avevanopiù che la consumazione del tempoquella dell’andare

«È il dottore» mi disse la ragazza«Adesso c’è l’altro, è più giovane, hamezzi moderni, è stato in America, lagente ha capito e allora anche gliamici l’hanno lasciato».

Per vivere vive, ha una bella pen-sione e poi è solo ma è ostico, spino-so, non ci si può parlare! Anche se unovolesse risponde a parole; la voce èriverente educata ma senti che non havoglia. È così da quando la moglie èpartita per non tornare; una belladonna, amava la vita, lo lasciò, lui e iragazzi che ha cresciuto tra una visitain montagna e l’altra in paese ed èstato così fino alla fine; voglio dire daquando anche i ragazzi hanno lasciatola casa.

La mattina lo incontri che tornadalla cima del monte con lo zaino inspalla fino a che la stagione lo per-mette; poi la neve copre i sentieri,allora di buon’ora alla finestra aspettache tra una ventata e l’altra la cima siscopra e sembra gli parli; ha unabaracca lassù dal tempo dell’ultimaguerra. Sulle creste in alto sembra cir-condato da vento di tempesta, il passoè svelto, negli occhi non ci leggi. Solose te li spalanca in faccia dal fondogrigio del colore emana tanta bontà!

Non lo chiamano più in paese ma ilrispetto ce l’hanno.

Se i figli gli mandano una lettera,una cartolina che è un pensiero se letiene in mano una giornata.

Al caffè ogni tanto le tira fuori, lelegge, ci fa sopra un sorriso, ci biasci-ca qualche parola e sorride, se fosse

un cane come agitare la coda.Fu di lunedì. Il paese s’era svuota-

to; a controra vociare di gente nuova,quelli della settimana bianca.

Io m’ero levato presto; tutta lanotte ci avevo pensato con addosso lamalavoglia di partire che mi tormenta-va tutte le volte che decidevo di pro-lungare una vacanza in montagna, chem’ero innamorato di quel vivere, dellavalle. M’ero messo a guardare dallafinestra il Montelungo.

La signora della pensione urlò allaporta: «Dottore, hanno bisogno di leiin paese; ieri non sono tornati quellidella scalata. Se ne sono accortiall’alba; vogliono mandare un soccor-so; serve un dottore; dei nostri il gio-vane è a Milano, il vecchio non sitrova; c’è chi dice che lo ha visto sta-mani all’alba arrampicarsi sul Monte-lungo, tra una folata di vento e l’altraavviarsi dove hanno tentato la salita;una finestra della casa è aperta, quellache apre la mattina; sarà uscito per lasolita passeggiata, ancora non torna.

Vada lei che con la montagna haconfidenza tanto l’accompagneranno,non corre rischio, lei aspetta, lorovanno li trovano, li portano giù e se sipuò fare qualche cosa... lei ... ».

Li trovammo ai piedi dellaparete; il più giovane aveva la testaaperta e gli altri due poco distantiavvolti nelle corde come un abbrac-cio, giacevano con le braccia aperte aguardare il cielo; c’era in quegli occhitutto il terrore della morte e il misticosilenzio di chi ha iniziato l’ultimoviaggio.

Guardai in basso per istinto percontare il tempo che li divideva anco-ra dalle case e vidi la figura.

Addossato ad un albero la formaumana aveva le mani giunte e il gomi-to del braccio destro piantato nellaneve, la mano a reggere una borracciadalla quale era colato aperta tutto ilcontenuto.

Io lo riconobbi; era dagli altridistante una manciata di passi.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 49

Medici pontini artisti

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Si vede che aveva cercato di allun-gare il braccio inutile verso i corpitroppo distanti.

C’erano i segni dei passi e poi atratti l’impronta del suo corpo e isegni delle mani.

Mi calai fino a lui.Scesi lentamente, mi inseguiva

l’immagine del vecchio a salire e lavia crucis, ultimo viatico, le macchiedi liquore con il quale aveva cercato dirincuorarsi.

E lo vidi ad imprecare e poi prega-re su per la salita verso i corpi deimorti che aveva cercato di soccorrere.

Le impronte non finivano mai;doveva essere stato lungo il viaggioverso la fine, cadere cento volte.

Mi sembrò di vederlo, il vecchio,in quel suo ultimo viaggio, felice diessere tornato utile con nel cervello almomento della morte il pensiero dellepersone amate; doveva essere statocosì: che senso avrebbe avuto la suavita morire in altro modo.

E nel dolore quel cuore che lo stavaabbandonando ritrovare se stesso e laforza delle ginocchia, cadere per rial-zarsi, perché lo ritrovassero anche damorto tra quelli che aveva sempre aiu-tato; tornare nel tempo a ritroso, ten-dere le gambe nell’ultimo sforzo perarrivare in tempo, genuflettersi per ildolore ma più per riprendere fiato; l’a-vesse visto lei che lo aveva abbando-nato e i figli, sapere che era stato ilprimo in quel soccorso, ancora utile etutto solo senza l’aiuto di nessuno.

Risalii, lo presi tra le braccia; glisollevai la faccia gelata dove dueminuscoli rigagnoli avevano lasciatoil segno, due rigagnoli di lacrime;doveva avere anche pregato quandoormai s’era sentito finire. Era cadutoin avanti genuflesso con un gesto chesembrava di preghiera.

Poi lo adagiai sulla neve e tornai ascendere cercando di leggere tra laneve le sue ultime sofferenze.

Sopra di me si sentiva il vociaredegli altri.

Uno aveva visto le mie orme allon-tanarsi e mi chiamò: «Torni indietrodottore, siamo pronti li portiamo avalle».

Risposi con un mugolio che miusci dal petto spinto dal dolore.

«Vengo», ma mi fermai ancora unpoco con lui.

Gli sedetti accanto e lo presi tra lebraccia.

Mi trovarono che lo cullavo comeun figlio; avrei voluto ridargli la vita,ridargli in altro modo il tempo cheaveva sofferto la sua solitudine, vicinoal camino a cucinare qualche cosa damangiare; poi farmi raccontare la suavita e consolarlo, chiedendogli perdo-no per gli altri, stare con lui un temposenza spazio dove la neve è calda ebianca come i petali dei mandorli aPrimavera.

«Eccomi sono tuo figlio; sono tor-nato per non lasciarti mai». E al mat-tino portargli una tazza di caffè estringergli la mano per ridargli tuttol’amore che doveva, tutto solo, averdato ai figli.

Tutte le lacrime del mondo nonavrebbero potuto bastare a rigargli ilvolto che io le avrei asciugate; le sue,prima del fatto, se le era sempre tenu-te in petto, nessuno lo aveva capito, incerca di nascondere il dolore; e farmiraccontare delle sue montagne, deisuoi fiori ma anche della sua stan-chezza; che non doveva uccidersi.

Mi sembrò che mi avesse udito dalsuo Nirvana e sentii per loro tutta lavergogna della vita quando mi rag-giunsero e una delle guide mi disse:«Deve essere diventato matto! Metter-si in cammino a questa età!».

Lo lasciai nelle loro mani ma glie-lo dissi che erano stati loro.

Il Montelungo guardava.Se dovesse capitarvi di passarci

portategli un fiore che certamente l’a-vranno dimenticato e giace tutto solosotto la neve e poche rondini lo salu-tano che l’Estate lassù è svelta a pas-sare e lunghe le altre stagioni; qualche

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 50

Medici pontini artisti

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corvo di montagna che gracida in queicieli, grida tutto il dolore di quel pove-ro corpo.

Spero i pettirossi volino bassi asera a cantargli una ninna nanna e lagenziana continui a fiorire e a ghiac-ciare la fontana e il Montelungo aimbronciarsi; la neve a coprire le cose.

P.S. Messaggero. 8 Gennaio 1963 -Cronaca di...

Ieri mattina all’alba sono stati ritro-vati i corpi dei tre scalatori dati perdispersi. Nel generoso slancio di por-tare aiuto un soccorritore ha perso lavita.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 51

Dalla Sezione Provinciale di Parma della Lega Italiana per laLotta contro i Tumori riceviamo e pubblichiamo

LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORIin collaborazione con

ASSOCIAZIONE MEDICI SCRITTORI ITALIANI

XXII PREMIO LETTERARIO NAZIONALE PER MEDICI

La Lega italiana per la lotta contro i tumori, sez. di Parma, indice per il 2001la XXII edizione del Premio letterario nazionale di narrativa aperto a tutti imedici.

I racconti dovranno tassativamente contemplare, sia pure nell’ambito dellapiù ampia libertà creativa ed interpretativa, la tematica inerente ad una situa-zione di carattere neoplastico, non dovranno esprimere tanto passaggi medi-co-tecnici, quanto suscitare, attraverso l’originalità, il contenuto dei pensieri,l’espressione letteraria e le immagini, stati d’animo per un coinvolgimento allalotta contro i tumori.

Al 1° classificato verrà assegnato un premio di £. 3.000.000, al 2° £.2.000.000, al 3° £. 1.000.000. I premi dovranno essere ritirati personalmente,altrimenti verranno annullati ed incamerati dalla Lega.

I nomi dei componenti la Giuria verranno comunicati al momento della pre-miazione.

Gli elaborati non dovranno superare le otto facciate, spazio due e dovrannorisultare inediti e mai premiati in altri concorsi, corredati delle generalità del-l’autore, indirizzo e numero di telefono. Gli scritti che non rispondessero inte-gralmente ai suddetti requisiti saranno cestinati.

La quota di partecipazione è di £. 50.000, da versare con assegno o vagliapostale intestato a: Lega italiana per la lotta contro i tumori, sez. di Parma e dàdiritto a partecipare personalmente e gratuitamente alla cena nella stessa serata.

Le opere concorrenti, in numero di 10 copie, dovranno essere inviate allaLega italiana per la lotta contro i tumori, sez. di Parma - Via Gramsci, 14 -43100 Parma - entro e non oltre il 31 Maggio 2001 (della data di spedizione faràfede il timbro postale).

Luogo e data della premiazione verranno comunicati successivamente amezzo raccomandata a tutti i partecipanti.

Medici pontini artisti

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SORGENTEdi

Gianni Isabella

Questa mia piccola cosa si capisce bene,se si pensa alla mia età.È nata da un sessantacinquenne, che avevauna visione della vita solo come sofferenza e fatica; vita che sarebbe poi terminatacome evento ineluttabile di morte definitiva, senza ritorno.È la morte l’ispiratrice più imperiosadella mia scultura.Il messaggio però che propongo oraattraverso essa è diversa;il messaggio dice che c’è mortee non c’è morte.Questa piccola opera è un omaggio allatenerezza di Dio.Sulle mie sofferenze Lui non c’entra.Che c’entra Dio con la mia salute?Lui ha affidato alle cose il loro insopprimibileruolo; ruolo che lui per primo ha rispettato;altrimenti la sua creazione non avrebbe senso.Dio è più coinvolto di me nel dramma.Lui ci risponde ci sostiene conil Suo amore.È l’amore di Dio che consente a quell’ometto nero (figura centrale dell’opera) a sollevarsi,a sperare, a riemergere dall’angoscia e dalla solitudine.Lui risorge infine da una morte chenon ci sarà più.Lui ci invia la meravigliosa novella. Nella scultura ci sono due pareti nere, poste ad angolo, aperte sul davanti; ciò significa che c’èsempre uno spiraglio.L’omino nero, sommerso nel magmaunico della vita e della morte, si solleva.Qual è il titolo di questa piccola cosa?Ognuno può dare il suo.Per me è “SORGENTE”.

Gianni Isabella, nostro medico scultore, ha donato all’Ordinel’opera, di cui offriamo alcune immagini e a cui egli stesso havoluto personalmente dare un significato. Nel ringraziare il col-lega da parte del Consiglio Direttivo dell’Ordine, mi sento di direche la testimonianza di Gianni è molto toccante e invita tutti noimedici, credenti e non credenti, ad aiutare comunque quell’omi-no nero, che è il nostro paziente, a riemergere dai suoi mali edalle sue afflizioni. A. C.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 52

Medici pontini artisti

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SCUOLA MEDICA PONTINAPer un aggiornamento in linea

con l’Educazione Continua Medica (ECM)

diErminia Ammendola

Presidente della Scuola Medica Pontina

Il giorno 18 Dicembre 2000, presso la sede dell’Ordine dei Medici di Lati-na, è stata costituita, con atto notarile, la Scuola Medica Pontina, associazionedi promozione sociale, il cui scopo principale è quello di sviluppare ed offrireai medici percorsi formativi in linea con lo spirito del programma denominatoEducazione Continua Medica (ECM), recentemente varato dal Ministero dellaSanità al fine dell’aggiornamento obbligatorio dei medici italiani ovunque ope-ranti (dipendenti pubblici o privati, convenzionati, liberi professionisti).

I soci fondatori sono stati alcuni tra i colleghi che negli ultimi anni hannomostrato il loro impegno nell’organizzazione di corsi/convegni nella nostra pro-vincia. La prima assemblea dei soci fondatori, tenuta il 29 marzo 2001, pressola sala conferenze dell’Ordine dei Medici, ha delineato le linee di sviluppo del-l’associazione stessa.

Tutti i colleghi sono invitati ad iscriversi, rivolgendosi direttamente ai mem-bri del Consiglio Direttivo; all’atto dell’iscrizione è previsto, oltre ad un modu-lo di domanda, un foglio notizie che chiediamo di compilare per avere un archi-vio il più completo possibile, da cui trarre notizie utili e materiale per la pro-grammazione ed organizzazione di corsi e convegni.

Il Consiglio Direttivo è formato dai seguenti colleghi:Dott.ssa Erminia Ammendola - tel. 0333/6598551 Presidente (Terracina) e-mail : [email protected]

Dott. Ermanno Kugler - tel. 0339/2389522 - tel. 0771/779249 - 55Vicepresidente (Gaeta) e-mail: [email protected]

Dott. Giovanni Papa - tel. 0328/9211348Tesoriere (Formia) e-mail: [email protected]

Dott. Luigi Cardi - tel. 0339/2757603Segretario (Formia)

Dott. Luca Le Foche e-mail: [email protected] (Latina)

Dott. Pio Maria Federici e-mail: [email protected] (Latina)

Dott. Pasquale Milo - tel. 0773/723397- 0773/693665 (Mercoledì)Consigliere (Terracina)

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 53

Aggiornamento professionale

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Dott. Salvatore Nallo - tel. 0771/505872Consigliere (Fondi)

Dott. Claudio Guerra - tel. 06/ 92727704Consigliere (Aprilia)

Dott.ssa Elisa Forte - tel. C/o Div. Medicina Ospedale FondiRevisore dei Conti (Fondi)

Dott. Maurizio Lazari - tel. 0335/6543558Revisore dei Conti (Formia) e-mail: [email protected]

Dott. Angelo MangulloRevisore dei Conti (Latina)

I soci fondatori:Ammendola Erminia - Bonelli Giacomo - Bonfiglio Nadia - Cagnazzo Pasqua-lino - Caradonna Alfredo - Cardi Luigi - Cavallini Mario - Cataldi Maria Elvi-ra -Della Monica Ilario - De Marinis Modestino -Di Mambro Maria Gabriella -Dinia Gaetano - Don Luigi - D’Uva Mario - Facchini Quintilio - Federici PioMaria - Forte Elisa - Gagliardi Felice - Gatti Giulia - Guarino Silverio - Guer-ra Claudio - Isabella Giovanni Marco - Kugler Ermanno - Lanza Gerardo -Laureti Mauro - Lazari Maurizio - Le Foche Luca - Lucchesi Roberto - Man-ciocchi Giuseppe - Mangullo Angelo - Marchetti Cesare - Marchionni Antonio- Maretto Giancarlo - Mariorenzi Roberto - Milo Pasquale - Muccitelli Vin-cenzo - Nallo Salvatore - Nardoni Maria Teresa - Papa Giovanni - Pastore Aldo- Righetti Giovanni Maria - Rovacchi Giuseppe - Russo Giancarmine - RussoPierfrancesco - Sinico Enrico - Tasciotti Alessandro - Tasciotti Paolo - Tudini

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 54

Aggiornamentoprofessionale

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Una figura che assumerà un’importanza sempre maggiorenel campo dell’aggiornamento

VALUTATORIL’Ordine di Latina all’avanguardia in campo nazionale

diErminia Ammendola

eNadia Bonfiglio

Informazione, Conformazione, Uniformazione e Trasformazione, sonoqueste le tematiche oggi più ricorrenti.

…e se togliamo gli “uni”, i “con”, i “tra” e gli “in”, l’argomento piùdibattuto e non solo nel nostro settore, rimane: la Formazione e la Valutazione.Se al conformarsi e all’uniformarsi non sempre corrisponde il trasformarsi,nonostante i mass-media si impegnino molto nel divulgarlo, così l’informazio-ne non corrisponde necessariamente alla formazione. L’equazione è dunque “Sapere, saper fare, saper essere”. Learning by doing (imparare facendo), perfor-mance. Questo è l’obiettivo.

Facciamo uno zoom e mettiamo sempre più a fuoco, cosicché foto-gramma dopo fotogramma si proietta una nuova pellicola: “L’insostenibile leg-gerezza dei crediti”. Scorrendo i titoli d’inizio o di coda troviamo la partecipa-zione

della Commissione Nazionale per l’E.C.M.della Commissione F.N.O.M.CeOdelle Società Scientifichedelle Società Professionalidelle Aziende Ospedalieredelle Aziende Farmaceutichedei Provider,degli Animatori di formazione…

…manca però una figura professionale emergente: “Il Valutatore”, poichél’E.C.M. deve essere misurabile, controllata e verificata.

Il comitato centrale della FNOMCeO, riunitosi a Roma il 10 febbraio2001, ha deliberato “che venga costituito e formato ad hoc, a cura della FNOM-CeO, un gruppo di valutatori - verificatori degli eventi di formazione”.

L’Ordine dei Medici di Latina, in collaborazione con l’Ordine dei Medi-ci di Modena, è stato promotore e precursore del corso per valutatori, intuendogià, da alcuni anni, come non solo la formazione ma anche la valutazione sianoun processo importante nella qualificazione della nostra professione. Infatti,mentre i crediti formativi elaborano un progetto che, concettualmente, deveessere formativo, il valutatore, deve appurare che i dati acquisiti e quindi gliobiettivi prefissati, siano stati oggettivamente raggiunti.

In ultima analisi, dobbiamo sottolineare e ribadire quel che il codicedeontologico recita all’articolo 16: “Il medico ha l’obbligo dell’aggiornamentoe della formazione professionale permanente, onde garantire il continuo ade-guamento delle sue conoscenze e competenze al progresso clinico scientifico”.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 55

Aggiornamentoprofessionale

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ASPETTI TECNICI DELL’ECM

diNadia Bonfiglio

Consigliere dell’Ordine

Aggiornamento e competenza definiscono la professionalità del medico. La formazione continua comprende l’aggiornamento professionale e la

formazione permanente. L’aggiornamento professionale è l’attività successiva al corso di diplo-

ma, laurea, specializzazione, formazione complementare, formazione specificain medicina generale, diretta ad adeguare, per tutto l’arco della vita professio-nale, le conoscenze professionali.

La formazione permanente comprende le attività finalizzate a migliora-re le competenze e le abilità cliniche, tecniche e manageriali e i comportamen-ti degli operatori sanitari al progresso scientifico e tecnologico con l’obbiettivodi garantire efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza all’assistenza pre-stata dal Servizio sanitario nazionale ( Art. 16-bis del decreto legislativo 229-99).

L’educazione continua in medicina -E.C.M.- nasce, in tutti in paesi delmondo, per soddisfare esigenze formative adeguate. Il rapido e continuo evol-versi delle conoscenze mediche, biomediche e tecnologiche, evidenziano comein questo percorso sia necessario un iter formativo appropriato. Il Ministerodella Sanità ha istituito a tale scopo una Commissione Nazionale per la For-mazione Continua, costituita con decreto del Ministro della Sanità del 5 luglio2000. Tale Commissione ha ritenuto di elaborare, sulla base di precedenti espe-rienze europee, extraeuropee e nazionali, un programma di E.C.M., suddivi-dendolo in due fasi: una sperimentale e ricognitiva relativa al primo semestredel 2001; una definitiva, ad essa successiva, detta anche a regime, che “dovreb-be” iniziare il 1° luglio del 2001. La Commissione ha inoltre stabilito che laE.C.M. deve essere controllata, verificata e misurabile.

La Commissione è presieduta dal Ministro della Sanità ed è composta dadue vicepresidenti, di cui uno nominato dal Ministro della Sanità e l’altro rap-presentato dal Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei MediciChirurghi e degli Odontoiatri, nonché da dieci membri, di cui due designati dalMinistro della Sanità, due dal Ministro dell’Università e della Ricerca scientifi-ca e tecnologica, uno dal Ministro per la funzione pubblica, uno dal Ministroper le pari opportunità, due dalla Conferenza permanente per i rapporti fra loStato, le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e due dallaFederazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.

I provider, ovvero gli organizzatori di attività formative, inviano alMinistero della Sanità i dati qualificativi dell’evento formativo proposto, affin-ché possa essere valutato e accreditato. Possono presentare la domanda tutti i soggetti pubblici e privati che svolgonoattività formativa: Regioni, Aziende U.S.L., aziende ospedaliere e loro articola-zioni, Istituto Superiore di Sanità, istituti di ricovero e cura a carattere scienti-fico, università e loro articolazioni, ordini professionali, fondazioni, scuole diformazione, società o associazioni professionali, società scientifiche, case dicura private, aziende farmaceutiche. L’accreditamento avviene attraverso una

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 56

Aggiornamentoprofessionale

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procedura che valuta il programma assegnando il punteggio mediante para-metri di giudizio, o indicatori di qualità, quali la rilevanza delle attività didatti-co-formative, l’importanza degli argomenti, l’autorevolezza professionale deidocenti, l’esistenza o meno di sistemi di valutazione delle attività da parte deipartecipanti, la qualità dell’organizzazione, la sua durata in ore o giorni…

Ogni medico, dipendente, convenzionato o libero professionista, dovràacquisire, per ogni triennio, 150 crediti formativi E.C.M., con un minimo perogni anno di 20 e un massimo di 80.

Le manifestazioni organizzate che rientrano nel programma di E.C.M.appartengono a due grandi categorie:

1. attività formative residenziali, per cui l’utente deve recarsi nella sede incui tali attività vengono svolte e consistono in congressi, seminari, con-vegni, corsi pratici, stages di formazione pratica, anche di tipo clinico,laboratoristico e tecnologico;

2. attività formative a distanza, per cui l’utente non deve spostarsi dal suoluogo di lavoro o dal domicilio, da svolgersi sia in gruppo che indivi-dualmente, usando materiale cartaceo o informatico. E’ previsto unsistema di valutazione attraverso il superamento di un “test” che com-provi il raggiungimento di un certo livello di apprendimento.

Alla luce di quanto esposto, si evidenzia come il possesso di conoscenzeteoriche, il possesso di abilità tecniche e manuali, il possesso di capacità comu-nicative e relazionali, caratterizzano l’attività del medico che si identifica, dun-que, essenzialmente nel sapere, saper essere, saper fare.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 57

Aggiornamentoprofessionale

“VITA DA CANI -CHARLIE BROWN” di Charles M.Schulz,

Rizzoli, Milano - 1996

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AGGIORNAMENTI IN CHIRURGIA

Organizzati daDipartimento di Chirurgia del P.O. “Nord”

Asl Latina

- 6 marzo 2001 Il Carcinoma Polmonare- 3 aprile 2001 La chirurgia della Carotide- 8 maggio 2001 Le metastasi ossee- 5 giugno 2001 Adenopatie laterocervicali- 4 settembre 2001 Il Carcinoma del Retto- 2 ottobre 2001 Il Carcinoma della Vescica- 6 novembre 2001 Il Carcinoma dello Stomaco- 4 dicembre 2001 L’ittero Colostatico- 8 gennaio 2002 L’Aneurisma dell’Aorta Addominale- 5 febbraio 2002 Il Carcinoma della mammella

Aula conferenze Palazzina Direzionale ASL Latina - via Canova, Latina

Segreteria organizzativa: Ospedale S. Maria Goretti (P.O. Nord)Divisione di Chirurgia GeneraleTel. 0773/655679 – Fax 0773/655678E-mail: [email protected]

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 58

Convegni e congressi

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Convegno di Dermatologia

LA PELLE. PATOLOGIA ED ESTETICA

Organizzato daAssociazione Italiana Donne Medico

A.I.D.M.

19 MAGGIO 2001Latina

Sala Convegni dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri

Piazza Celli, 4

• Cute come organo spia di patologia internistica• Il melanoma nella Provincia di Latina: attualità e prospettive• Le connettiviti• Come la pelle rispecchia il nostro inconscio: appunti di dermatologia

psicosomatica• Alopecia androgenica: novità terapeutiche• Invecchiamento cutaneo: clinica e terapia

Dalla presentazione inviata all’OrdineL’A.I.D.M. di Latina e’ stata scelta tra tutte le sezioni ita-

liane per organizzare il convegno nazionale annuale che si terràil 19 Maggio presso l’Ordine dei Medici. Individuato l’argomen-to - la pelle: patologia ed estetica - l’associazione testimonial’impegno di organizzare aggiornamento su tematiche di interes-se locale e nazionale che coinvolgano non solo l’essere (malattieinternistiche che si riflettono sulla pelle o tumorali come il mela-noma in provincia di Latina) ma anche l’apparire (invecchia-mento cutaneo e tecniche di ringiovanimento), seguendo l’impe-rativo categorico dei nostri tempi: prevenzione e salute, salute ebenessere

Segreteria organizzativa: - M.T. Nardoni: tel. 0338/9619428 - 0773/620306 - G . Gatti: tel. 0368/3522596 - 0773/473424- A. Berti- P. Tommasini- F. Autore

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 59

Convegni econgressi

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I DOLORI MUSCOLO-SCHELETRICI

E SINTOMI CORRELATI. EZIOLOGIA, DIAGNOSI, TERAPIA ATTUALE E PREVENZIONE.

NUOVE PROSPETTIVE

Organizzato daAirsaf

Accademia Internazionale per la Ricerca Specialistica Anatomo-Funzionale

1-3 giugno 2001 Latina

Park Hotel

Dalla presentazione inviata all’Ordine

Noi tutti, anche se in misura diversa, siamo soggetti a queste sin-dromi altiche che da recenti statistiche sono causa del 60% ditemporanea inabilità al lavoro con costi di migliaia di miliardiper la comunità. La precoce valutazione della sintomatologia edella patologia ad eziologia corticale è altrettanto importantequanto la valutazione dell’aspetto emozionale, spirituale, diarmonia interiore, psichico e di quello sistemico, organico estrutturale.

Segreteria organizzativa: - AIRSAF (sig.ra Micaela Laureti) Tel. 0773.412290 – Fax 0773.470074E-mail: [email protected]

Segreteria scientifica: - A.Veronica – P. P. Casillo – A. Caramuta.

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Convegni econgressi

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ATTUALITA’ IN CARDIOLOGIA INVASIVA

Organizzato daSilvio Fedele, MD

Ricercatore Istituto di Fisiologia Clinica del CNR Cardiologia Invasiva, Pisa

8 GIUGNO 2001Formia

Scuola di Atletica del ConiVia Appia Lato Napoli, n° 175

• Indicazione alla rivascolarizzazione coronarica• Scelta del metodo di rivascolarizzazione coronarica• Il microcircolo: quale ruolo gioca nella genesi delle sindromi ische-

miche?• Nuove strategie nel trattamento farmacologico delle sindromi ische-

miche

Dalla presentazione del Convegno

Caro collega,la rapidità dell’evoluzione è una caratteristica costante della car-diologia moderna. “Attualità in Cardiologia invasiva”, che siterrà a Formia, è un’opportunità per soffermarci su tematiche digrande interesse cardiologico. Spero che arrivi gradito il mioinvito alla manifestazione scientifica.

Con i patrocini: ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospe-dalieri) Ordine dei Medici di Latina

Segreteria organizzativa: SGC slr, via XX Settembre 48 - 25121 BRESCIATel: 030/292173 Fax: 030/292231E-mail: [email protected]

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Convegni econgressi

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MEDICINE NON CONVENZIONALI - DECISIONIDecisione del Consiglio Direttivo del 31.03.2001

Il Consiglio Direttivo dell’Ordine, dopo aver ascoltato la relazione del col-lega Pier Francesco Russo, ha adottato, all’unanimità, la seguente delibera, dicui riportiamo, integralmente, le parti essenziali.

“-Vista la riunione di studio del Consiglio Nazionale FNOMCeO dell’ otto-bre 1996 su “Altra medicina: pratica complementare o alternativa alla medici-na?“, nel corso della quale, se da una parte si è preso in considerazione il fattoche alcune medicine non convenzionali non si possono più considerare dellemode passeggere, in quanto hanno resistito all’usura del tempo ed alle criticheserrate della medicina scientifica, dall’ altra è apparsa evidente la necessità diindividuare le possibilità e i limiti della metodica impiegata (compresi stru-menti di ricerca e di valutazione dei risultati), i tempi e i modi di una forma-zione adeguata (se necessaria) e la definizione delle relative competenze (eresponsabilità), nonché l’esercizio di idonei controlli;

-Vista la Risoluzione del Parlamento Europeo del maggio 1997 sullo Statu-to delle medicine non convenzionali, con la quale sichiede alle Commissioni dei singoli Paesi di impegnarsiin un processo di riconoscimento delle medicine nonconvenzionali, di adottare le misure necessarie per favo-rire l’istituzione di Comitati ad hoc e di realizzare unostudio approfondito per quanto concerne l’innocuità,l’efficacia, il campo di applicazione e il carattere inte-grativo o alternativo di ciascuna medicina non conven-zionale;

-Visto il Documento “Dal primato della medicinascientifica al confronto con le pratiche alternative” dellaCommissione per le pratiche alternative della FNOM-

CeO del 1999, che dichiara di dover prendere atto realisticamente che stiamopassando da una fase di primato indiscusso delle medicine convenzionali, aduna fase nella quale è inevitabile il confronto con un inestimabile ed eterogeneonumero di pratiche (extrascientifiche) non convenzionali;

-Vista la delibera FNOMCeO n° 30 del 1999, in cui il Comitato Centrale,discutendo e recependo le risultanze presentate dalla Commissione per l’esamedelle problematiche provenienti dalle cosiddette medicine alternative, affermachiaramente l’opportunità di istituire un osservatorio permanente esclusiva-mente finalizzato a scopi statistico-cognitivi che non intende dare legittimazio-ne di alcun tipo, ma rispondere al solo obiettivo di conoscere per disciplinare,di ordinare l’esistente, di fissare dei punti riferimento a difesa della professio-ne;

-Vista la delibera FNOMCeO n° 56 del 1999, in cui il Comitato Centrale,affermando che le pratiche cosiddette alternative costituiscono un settore che,ad alcune precise condizioni, può legittimamente rientrare nell’ambito dell’ atti-vità professionale medica, ritiene opportuna la individuazione a livello nazio-nale FNOMCeO, con la collaborazione degli Ordini provinciali, delle Società,

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Comunicazioni utili

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delle Accademie e delle Associazioni, dei requisiti indispensabili per un loroeventuale “riconoscimento” e dei criteri per la valutazione dei corsi di adde-stramento e/o aggiornamento, a qualsiasi livello svolti, dedicati alle pratichenon convenzionali;

-Visto il Progetto di Legge n° C3891 approvato dalla Commissione Affarisociali della Camera nel gennaio 2001, che riconosce il principio del pluralismoscientifico, individua le medicine non convenzionali riconosciute, istituisce deiregistri di medici esperti presso gli Ordini, istituisce una Commissione perma-nente, definisce i criteri formativi e regolamenta i medicinali non convenziona-li;

-Visti gli articoli 12 e 13 del vigente Codice Deontologico, che obbligano ilmedico ad utilizzare farmaci “supportati da adeguata sperimentazione e docu-mentazione clinico-scientifica”, ma che altresì lasciano al medico stesso laresponsabilità della utilizzazione di pratiche non convenzionali, fermo restandol’obbligo di acquisizione del consenso informato”;

-Vista l’ Ordinanza n°460/98 della Corte Costituzionale che non legittimal’utilizzo, a fini di pubblicità sanitaria, di dizioni facenti capo alle pratiche nonconvenzionali le quali non rientrano in alcuna disciplina prevista nell’ordina-mento didattico universitario;

-Constatato che esistono, da parte di Società Scientifiche ed AssociazioniProfessionali, diverse valutazioni sulla validità delle “medicine non convenzio-nali”;

-Preso atto, ad esempio, del Documento della S.I.M.I. (Società Italiana diMedicina Interna) sulle medicine alternative in cui si legge che il fenomenodella diffusione di dette pratiche ha cause diverse che vanno da un reale dete-rioramento del rapporto medico-paziente, alla pletora medica, fino ai muta-menti culturali ostili alla scienza moderna che si sono verificati nella nostrasocietà negli ultimi anni e, inoltre, che le dottrine e le pratiche diagnostico -terapeutiche che sono solitamente raccolte sotto l’espressione “Medicine Alter-native”, al di là di ogni considerazione sui loro fondamenti scientifici, ignoranodi fatto le conoscenze più consolidate delle scienze biomediche, dall’anatomiae dalla microbiologia fino alla farmacologia e alla fisiopatologia, ed apparendoprive di ogni fondamento razionale e potendo, nei casi meno gravi, qualificarsial massimo come pratiche empiriche, esse appartengono al regno della proto- odella pseudo-scienza, piuttosto che a quello della scienza autentica, alla qualesono legate solo dall’ effetto placebo;

-Preso atto, invece, della lettera inviataci dalla F.I.A.M.O. (Federazione Ita-liana delle Associazioni e dei Medici Omeopati) con la quale, pur sentendo neisuoi confronti un clima sfavorevole e di censura, oltreché di estrema incertezzae confusione, ribadisce che l’unico sistema che permetterebbe di limitare l’e-spansione incontrollata delle medicine non convenzionali e di mantenerle sottoil controllo delle Istituzioni Ordinistiche è la loro regolamentazione severa,tempestiva ed uniforme a tutti gli Ordini, e propone delle linee guida dettaglia-te ad hoc;

-Constatato che i vari Ordini hanno assunto atteggiamenti notevolmentedivergenti, alcuni hanno interpretato in maniera estensiva le direttive dellaFNOMCeO istituendo dei veri e propri registri collegati con gli Albi fissandodei requisiti circa i titoli posseduti, altri hanno preferito attendere disposizionilegislative più precise ed univoche limitandosi ad effettuare un censimento tra ipropri Iscritti, mentre la maggioranza non si è ancora pronunciata in alcunmodo sull’argomento;

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-Ritenuto opportuno, nell’imminenza dell’emanazione di disposizioni dilegge che regolino il settore e riconoscano i titoli di studio abilitanti all’eserci-zio di tali “medicine”, procedere ad una ricognizione di tali pratiche tra gliIscritti e riservarsi di assumere ulteriori decisioni in tempi successivi;

Delibera-di procedere ad una ricognizione dell’esercizio delle “medicine non con-

venzionali” tra i propri Iscritti mediante questionari o altre forme di rilevazio-ne, da diffondere utilizzando i mezzi di comunicazione a disposizione, anchesulla base delle esperienze acquisite in materia da altri Ordini;

-di rafforzare, nel contempo, l’azione di vigilanza per combattere l’esercizioabusivo e quella di informazione nei confronti dei cittadini circa la esclusivitàdell’esercizio di tali pratiche diagnostico-terapeutiche da parte della classemedica.

L’Ordine ha ritenuto di assumere con questa delibera una posi-zione di equilibrio sul problema delle medicine non convenzio-nali; posizione che, da una parte, rispetta la normativa vigente;dall’altra, offre la possibilità agli iscritti di rendere manifesto,senza timori, l’eventuale esercizio di pratiche diagnostiche eterapeutiche non insegnate nel corso di laurea, ma acquisite suc-cessivamente con impegno di studio e condotte con il dovutoscrupolo professionale, in attesa di un riconoscimento di taleesercizio e dei titoli di studio da parte dello Stato. L’Ordine è,comunque, disponibile ad esaminare ulteriori contributi da partedei cultori riguardo a questa dibattuta problematica. Uno specia-le ringraziamento va al collega Pier Francesco Russo per l’operadi approfondimento e sistematizzazione della materia; in talmodo ha permesso a tutti i consiglieri di decidere con cognizio-ne di causa su un argomento tanto complesso.

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Un problema che riguarda un gran numero di colleghi

AGGIORNAMENTO DELLE TARIFFE MINIME LIBERO PROFESSIO-

NALI PER MEDICI OPERANTIPRESSO DITTE DI TRASPORTO INFERMI

Decisione del Consiglio Direttivo del 31.03.2001

Il Consiglio Direttivo dell’Ordine ha adottato, all’unanimità, la seguen-te delibera, di cui riportiamo, integralmente, le parti essenziali. - Ascoltata la relazione del dott. Righetti che ha illustrato la decisione di cuiall’oggetto;- Introdotte le eventuali modifiche al testo proposto;- Visto che il Consiglio Direttivo, nella adunanza del 13.03.2001, ha accoltofavorevolmente la proposta avanzata con nota del 13.03.2001 dal dott. Giusep-pe Pietrantoni, in rappresentanza di alcuni medici, di aggiornamento delle tarif-fe minime per i medici operanti in attività libero professionale con rapporto dilavoro autonomo presso le ditte trasporto infermi, finora fissato in £. 30.000lorde l’ora per la “guardia medica” resa in orario notturno e festivo, e in £20.000 lorde l’ora per la “guardia medica” resa in orario diurno;- Considerato che questo Ordine aveva già stabilito, con deliberazione n.03/96dell’11.04.1996 la tariffa minima per tale tipo di prestazioni e che occorre, quin-di, recepire la decisione del Consiglio Direttivo con atto deliberativo;- Visto il D.P.R. 17 febbraio 1992 “Approvazione della tariffa minima deglionorari per le prestazioni medico-chirurgiche ed odontoiatriche”,

Delibera-di aggiornare la tariffa minima per i medici operanti in attività libero profes-sionale con rapporto di lavoro autonomo presso le ditte trasporto infermi in £43.500 lorde l’ora per la “guardia medica” resa in orario notturno e festivo, e in£ 31.500 lorde l’ora per la “guardia medica” resa in orario diurno, ambeduecomprensive delle prestazioni eventualmente rese durante il servizio.

L’Ordine ritiene di aver contribuito, con questa decisione, alrecupero, sotto il profilo economico, del decoro professionale inquesto settore, in cui lavorano numerosi giovani e meno giovanicolleghi. Qualora il minimo tariffario, come sembra, sarà intro-dotto come requisito da rispettare nella convenzione con le ditteche curano il trasporto degli infermi, questa delibera non avràsolo un valore deontologico ma anche di vincolo contrattuale atutela dell’attività dei colleghi; nel contempo, riteniamo di averrafforzato il ruolo dell’Ordine.

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INVIATE IL VOSTRO

INDIRIZZO E-MAILALL’ORDINE

Tutti i colleghi che non avessero ancorainviato il proprio indirizzo e-mail all’Ordinesono pregati di farlo. Sono invitati a fare altret-tanto coloro che avessero cambiato l’indirizzoo che siano in fase di informatizzazione.

In tal modo sarà possibile avere più facilecontatto con l’Ordine. E’ allo studio, inoltre, larealizzazione di mailing-list per la diffusione atutti di notizie di carattere generale, nonché diprogrammazione di congressi, elaborati, arti-coli giornalistici significativi, ecc.

L’indirizzo va, ovviamente, comunicatotramite l’indirizzo e-mail dell’Ordine:

[email protected]

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TESI DI LAUREA A DISPOSIZIONE

Il collega Giuseppe Sepe di Fondi, laureatosi recentemente in Odontoiatriae Protesi Dentaria, autorizza la consultazione, a scopo scientifico e culturale,della seguente sua tesi di laurea, depositata presso la sede dell’Ordine:

LA PERIMPLANTITE

E-mail dell’autore: [email protected].

Come già scritto, l’Ordine ha una buona collezione di tesi di lau-rea, i cui argomenti possono essere molto interessanti per tutti. Siinvitano, ancora una volta, i neo-laureati, che hanno già deposi-tato la tesi presso la sede dell’Ordine, a seguire l’esempio di Giu-seppe Sepe, autorizzandoci a diffondere il titolo e a permetternela consultazione. Chi non avesse ancora depositato la tesi è invi-tato a farlo, allegando la stessa autorizzazione.

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INDENNITÀ DI FINE RAPPORTO ENPAMUna comunicazione di Ezio Cotrozzi, Presidente dell’Ordine di Vicenza

“L’11 novembre 1998 è stata depositata la sentenza n. 5 del 10/01/1998della Commissione Tributaria Provinciale di Vicenza - Sezione n. 1, la quale haaccolto il ricorso predisposto dal Rag. Gilberto Baldinato, Direttore dell’Ordi-ne Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Vicenza, per contodi un medico di medicina generale della provincia, dichiarando non assoggetta-bile ad imposta l’anticipo dell’indennità di fine rapporto (acconto) dell’ENPAMcorrispondente alla percentuale di contribuzione obbligatoria posta a carico delricorrente. A seguito di tale sentenza il Centro Servizi delle Imposte Dirette diVenezia ha rimborsato al medico la somma di £. 14.187.000.

Il 19 ottobre 2000 è stata depositata la sentenza n. 498/03100 emessa il26/09/2000 dalla Commissione Tributaria Provinciale di Vicenza - Sezione n. 3,la quale ha accolto il secondo ricorso predisposto sempre dal Rag. Baldinato perconto dello stesso medico e riguardante l’indennità di fine rapporto a seguito dicessazione del rapporto con gli enti mutualistici”.

CONTRIBUZIONE ENPAM

Dal riepilogo della situazione dei versamenti ENPAM alla data 17/11/2000,reso noto dall’ente, si rileva che esistono dei versamenti effettuati ai fondi spe-

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ciali negli anni 1999 e precedenti non accompagnati da relative distinte.Alcune somme versate potrebbero quindi non essere state attribuite al medi-

co di competenza.Si invitano i medici interessati a controllare la propria posizione contributi-

va tramite le cedole riepilogative annuali in possesso di ognuno o, nel caso dinecessità, chiedendo una visura delle contribuzioni mensili mancanti all’EN-PAM (ufficio posizioni contributive: tel. 06/48294905).

ABROGATE LE MARCHE ENPAM

La FNOMCeO, con circolare del 6 febbraio 2001 comunica che la legge 23dicembre 2000 n. 388 concernente “Disposizioni per la formazione del bilancioannuale e pluriennale dello Stato (cosiddetta finanziaria)” all’art. 145, comma65 prevede: «E’ abrogato l’art. 11 della legge 2 febbraio 1963 n. 244»

Detto articolo stabiliva: “Per i certificati che non siano, ai sensi di legge, rila-sciati gratuitamente, il richiedente è tenuto a versare, oltre all’onorario stabilitoper la visita o la prestazione chirurgica, l’importo di £. 500 per l’applicazionesul certificato, a cura del medico, di “una marca di previdenza di uguale valo-re”.

Dall’1 gennaio 2001, pertanto, sui certificati, siano essi rilasciati gratuita-mente o a pagamento, non si deve applicare la cosiddetta marca ENPAM.

…era ora!A.C.

COMUNICATO STAMPA DEL FONDO ASSISTENZAINTEGRATIVA PER I MEDICI

Con una formula del tutto innovativa il FAIM (Fondo di Assistenza Integra-tiva per i Medici) ha inteso rinnovare le prestazioni in favore dei suoi Associa-ti, in particolare verso quei medici che svolgono la loro attività professionale inuno studio privato, al fine di sopperire ai disagi causati da una forzata impossi-bilità lavorativa.

Il Fondo eroga ai propri Associati una indennità di lire 500.000 per ogni gior-no di ricovero reso necessario a seguito di un infortunio, sia in una strutturasanitaria pubblica che privata, mentre, in caso di applicazione di una gessaturache non comporti ricovero, l’indennità erogata è di lire 250.000 per ogni gior-no.

La quota associativa annuale è di lire 380.000; le prestazioni erogate dalFAIM sono garantite dal Gruppo assicurativo Winterthur.

Il FAIM è una organizzazione no-profit costituitasi il 30 giugno 1988 innan-zi al Notaio Marco Cordero di Montezemolo ed ha al suo attivo numerose altreiniziative. Per iscriversi è sufficiente consultare il sito Internet www.faimed.it ,o chiamare il numero verde 800-881528

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Anche a Latina una associazione tra pazienti in terapia anticoagulante orale

ASSOCIAZIONE ITALIANAPAZIENTI ANTICOAGULATIImportantissimi gli scopi e le finalità

diFranco Masi

Presidente della Sezione A.I.P.A. di Latina

Il 12 Giugno 2000 abbiamo costituito in Latina la Sezione A.I.P.A. (Asso-ciazione Italiana Pazienti Anticoagulati) aderente alla FEDER-A.I.P.A. Le fina-lità dell’Associazione sono quelle di migliorare la qualità della vita delle per-sone che per varie patologie sono costrette, chi per brevi periodi e chi per sem-pre, ad assumere farmaci anticoagulanti orali, previo periodico controllo ema-tologico del trombo-test con il metodo I.N.R.

Il nostro protocollo prevede che il medico abbia un colloquio con il pazien-te prima che inizi la T.A.O., al fine di fornirgli informazioni importanti e chia-rire in modo articolato e comprensibile gli aspetti più rilevanti della condotta datenere. In particolare, devono essere illustrate le finalità generali del tratta-mento con farmaci anticoagulanti, il loro meccanismo d’azione ed i rischi con-

nessi con tale terapia, che permetterà di otte-nere un ragionevole compromesso fra dueobiettivi contrastanti: la massima protezionepossibile dagli incidenti tromboembolici conil minimo rischio di emorragie. Successiva-mente continuiamo ad assistere i nostri iscrittinella condotta pratica di questi trattamenti cheimpongono particolari attenzioni ed una infor-mata collaborazione fra il paziente, il medicodi medicina generale, lo specialista (responsa-

bili della terapia) ed il patologo clinico, che deve eseguire i test di controllo.Questa integrazione è meglio ottenuta in Centri Specializzati, che si occupano,appunto, del trattamento delle condizioni tromboemboliche (o, più generalmen-te, della patologia dell’emostasi), una realtà che non è però la regola nel nostroPaese come in vari altri. I 222 Centri di Sorveglianza F.C.S.A. italiani, sortivolontariamente per merito di alcuni medici sensibili alle problematiche dellacoagulazione, non possono risolvere il problema, ma riescono solo, a malapena, a tamponarlo.

L’A.I.P.A. di Latina vuole essere vicino il più possibile alle esigenze delpaziente anticoagulato, guidare i pazienti nell’impatto traumatico con la terapiaanticoagulante cronica, offrire la necessaria cultura sanitaria, per una miglioreriuscita della terapia stessa, anche precisando le interferenze farmacologiche,alimentari e psicologiche.

L’A.I.P.A. di Latina, inoltre, vuole farsi portavoce delle necessità di una par-ticolare categoria di pazienti, affetti da stati trombofilici, nei confronti dellestrutture mediche, affinché, sempre più sensibilizzate al “problema”, si preoc-cupino di migliorare, attraverso i Centri di Sorveglianza, la qualità del servizionei confronti di questa particolare categoria di pazienti a rischio, anche inse-

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Comunicazioniutili

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rendo, nella routine dei controlli, periodiche visite cardiologiche, angiologiche,urologiche. L’A.I.P.A., infine, chiede la massima collaborazione dei medici dimedicina generale e di tutti gli specialisti che si occupano di questi pazienti.

La sede della nostra sezione è in via Piemonte, 22 - 04100 Latina. Possiamo, inoltre, essere contattati ai seguenti numeri telefonici:- 0773/645770 - Presidente- 0773/484717 - Fax Segretario

Gli anticoagulati sono dei pazienti particolari, che necessitano dicure specifiche, anche perché, in genere, affetti da patologie mul-tiple. Per tali motivi il Dipartimento di Prevenzione del Ministe-ro della Sanità, con decreto del primo febbraio u.s., ha istituitonel suo seno una commissione apposita, che “proponga LineeGuida indirizzate ai centri di Sorveglianza, agli ospedali, ai pre-sidi ed agli operatori che dovrebbero dare indicazioni sugli inter-venti efficaci ed organici volti all’assistenza ed al trattamento deisoggetti malati in modo da perseguire, fra gli altri, obiettivi diequità nonché di razionalizzazione delle risorse e di riqualifica-zione professionale degli operatori nell’ambito di una più razio-nale organizzazione dell’attività di sorveglianza dei pazienti interapia anticoagulante”.

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COSTITUITA IN PROVINCIA DI LATINA LA SEZIONE FEDERSPEV

La Federspev è la Federazione Sanitari in Pensione e Vedove.Da circa un anno è stata costituita la sezione della Provincia di Latina, dicui è presidente il collega Angelo Giorni di Sezze.

Lo scopo della Federspev, di cui l’ONAOSI si può considerare una deri-vazione, è quello di assistere i colleghi medici in pensione, nonché i lorofigli e le vedove.

Per qualsiasi informazione si può telefonare al collega Angelo Giorgi(0773/88167 – 0773/804231).

Comunicazioniutili

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Diaconìa Medica Missio-naria è il Movimento incui si raccolgono quanti,

tra gli Operatori Sanitari, intendonoconformare al Vangelo la propria at-tività professionale e improntare l’e-sistenza sull’esempio di Cristo, che“non è venuto per i sani, ma per imalati” e “... non per essere servito,ma per servire”. Non si tratta diun’associazione, nè di un’opera divolontariato: Diaconìa Medica Mis-sionaria è un riferimento individualee personale di ideali cristiani e di va-

lori spirituali da assumere ogni gior-no come forza ispiratrice della pro-pria attività.

Diaconìa Medica Missionaria nonè un impegno economico e non com-porta obblighi di comunità.

E’ un’opportunità di incontro, na-ta in risposta alle peculiari esigenzedegli Operatori Sanitari, per la risco-perta della spiritualità nella vocazio-ne sanitaria al “sollievo della Soffe-renza”. E’ un impegno di vita neiconfronti di se stessi, a favore di chiè realmente bisognoso.

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Comunicazioniutili ATTIVAZIONE DEL SITO WEB DELLA FIMMG LATINA

Comunico che la FIMMG Latina ha attivato il seguente sito weball’indirizzo http//[email protected], la cui e-mail è [email protected], aggiornato quotidianamente, vuole diventare il sito di riferimentoper i medici di medicina generale della nostra provincia; è anche dispo-nibile per ospitare avvisi e comunicati dell’Ordine e delle varie associa-zioni mediche del nostro territorio.

Giancarmine RussoMedico di Medicina Generale - Aprilia

Segreteria Organizzativa FIMMG LATINA

DIACONÌAMEDICA MISSIONARIA

Sanitari Cattolici al servizio di Cristo

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Diaconìa Medica Missionaria si-gnifica assumere la preparazione in-teriore per affrontare un impegnocristiano a favore di coloro che en-trano quotidianamente in contattocon la professione sanitaria (svoltada medici, biologi, odontoiatri, far-macisti, infermieri, paramedici, ausi-liari, amministrativi, volontari, reli-giosi/e, ecc.) e per prestare un soc-corso spirituale costruttivo a comple-mento della normale attività di lavo-ro. Significa saper riconoscere e af-frontare con serenità e preparazione

le situazioni dibisogno spiri-tuale, ove si puòintervenire an-che con un di-scorso di Fede,in particolare inmalati gravi oterminali. Signi-fica saper ri-spondere nellasemplicità evan-gelica a quesitiessenziali sull’e-sistenza del ma-le, del dolore,della morte,

infondendo sollievo alla sofferenza(anche secondo gli insegnamenti spi-rituali di Padre Pio) e seminando laParola di Dio.

Significa assumere in sè la consa-pevolezza profonda che esiste una ri-sposta alla ricerca del “senso dellavita” e che questa può trovarsi concertezza nel cammino spirituale diunione con Dio.

Per conoscere le finalità del Mo-vimento sono previsti incontri preli-minari di presentazione a cura di un

sanitario coordinatore. Gli incontri di formazione spiri-

tuale e di condivisione di fede sisvolgono il primo sabato del mesepresso il Santuario della Madonnadel Divino Amore in Roma. Il coor-dinamento delle attività è guidato daS.E. Mons. A.Brambilla.

Gli incontri di presentazione sonoaperti durante l’anno a tutti coloroche desiderano assumere informazio-ni. Tali incontri, personali o di grup-po, sono quindi finalizzati alla pre-sentazione del Movimento e all’ap-profondimento dei suoi contenutiideali. Il cammino di formazionespirituale si alimenta di incontri pe-riodici mensili (il primo sabato delmese alle ore 16) presso il Santuariodella Madonna del Divino Amore.Tali incontri mensili, aperti alle fa-miglie, non hanno finalità “catechi-stiche”, ma sono impostati sullacondivisione interattiva del patrimo-nio di esperienza e di Fede tra i par-tecipanti e il sanitario moderatore.Le aspettative religiose sono curateda un sacerdote impegnato in camposanitario. La formazione è articolatain un periodo di tre anni, coordinatada un sanitario moderatore, sotto laguida di S.E. Mons. A.Brambilla.

Sono anche previsti alcuni brevisoggiorni, definiti “pause di rifles-sione e di riposo spirituale”, pressostrutture di accoglienza situate inluoghi ritirati e di particolare bellez-za naturale. Lo scopo è di favorire lameditazione e la pace dell’animo at-traverso un temporaneo distacco da-gli impegni quotidiani.

E’ molto gradita la partecipazionedelle famiglie, per le quali sarà di-sponibile, a richiesta, un servizio di

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custodia e intrattenimento dei bam-bini.

Informazioni più dettagliate (an-che sulle date degli incontri di pre-

sentazione) potranno aversi prenden-do contatto agli indirizzi e numeri te-lefonici riportati di seguito.

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ORDINE DEI MEDICI DI LATINA ANNO XXIII - N. 1 MAGGIO 2001 73

Santuario Madonna del Divino Amore - via Ardeatina Km.1200134 ROMA

Tel. (06) 71353303/2 E-mail: [email protected]

dott. Duilio BagnarelliTel. (06) 5297243/295149/50914831 - fax 270968

E-mail: [email protected]

PER INFORMAZIONI Dott. Aldo Pastore

Consigliere dell’Ordine - Medico di Medicina Generale di ApriliaE-mail: [email protected] - Tel.06/92708557

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