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Bollettino Internazionale Passionista “I giovani. Loro svilupperanno e porteranno a termine le attuali iniziative... è la vita che passa di mano in mano, di religioso in religioso, per il compimento del disegno globale di Dio e per il suo Regno.” Lettera del P. Generale Padre Ottaviano D’Egidio, Superiore Generale, firma la lettera di Convocazione del 45° Capitolo Generale alla presenza degli studenti dei Ss. Giovanni e Paolo a Roma. N° 10 - Nuova Serie, Marzo 2006

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“I giovani. Loro svilupperanno e porteranno a termine le attuali iniziative... è la vita che passa di mano in mano, di religioso in religioso, per il compimento

del disegno globale di Dio e per il suo Regno.”Lettera del P. Generale

Padre Ottaviano D’Egidio, Superiore Generale, firma la lettera di Convocazione del 45° CapitoloGenerale alla presenza degli studenti dei Ss. Giovanni e Paolo a Roma.

N° 10 - Nuova Serie, Marzo 2006

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INDICELa Curia Informa

P. Ottaviano D’Egidio, Superiore Generale, C.P.Lettera di Convocazione del 45° Capitolo Generale.................p. 3P. Ottaviano D’Egidio, Superiore Generale, C.P.Allegato alla Lettera di Convocazione del 45° Capitolo Generale.................................................................p. 6P. Ottaviano D’Egidio, Superiore Generale, C.P.Saluto del Superiore Generale P. Ottaviano D’Egidio CPalla Comunità di Santa Barbara (Honduras)............................p. 8P. Luis Enrique Bernal, C.P.Realtà delle Province............................................................p. 9P. Jefferies Foale, C.P.Un momento propizio per la Congregazione.........................p. 11P. Joseph Mitchell, CP.L’integrazione fra la Giustizia e l’Integrità della Creazionenel Carisma Passionista.......................................................p. 12P. Luigi Vaninetti, C.P.I Passionisti a Smotrycz: una presenza semplice...................p. 15P. Vital Otshudialokoka, C.P.Congresso della C.P. A. Conferenza Passionista dell’Africa........................................................ p. 17Segretariato GeneraleAttività del Consiglio generale............................................ p. 19P. Fabiano Giorgini, C.P.APPUNTI STORICI; Sulla Ristrutturazione nellaCongregazione Passionista................................................. p. 22P. Fabiano Giorgini, C.P. e P. Paulino Alonso,C.P.La Predicazione Passionista ai monasteri delle Monache e di altre Religiose nel 18° e 19°secolo................................ p. 24P. Giovanni Zubiani, C.P.“Il tuo Volto io cerco”: Beata Maria Pia Mastena.................p. 26Informazioni sul processo di Canonizzazione del Beato Charles Houben (di Mount Argus).......................................p. 28P. Adolfo Lippi, C.PRiflessioni sullo stato attuale del programma per la Ristrutturazione...................................................................p. 29

Vita Passionista Notizie dalle ConferenzeCII. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 31IPCM. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 37CIPI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 39NECP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 42Laici . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 43COPAL. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 44Eventi Speciali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 45Testimoni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 50Testimoni-Nuova Presenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 51Passioniste Monache e Suore. . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 52Ordinazioni e Professioni . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 53 Nuove Pubblicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 55Defunti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 57

Bollettino Internazionale Passionista

N° 10 - Nuova Serie - Marzo 2006

EditoreCuria Generalizia dellaCongregazione della Passione

Consultore Generale per l’informazioneLuis Alberto Cano, C.P.

Redazione e traduzione testiFloriano De Fabiis, C.P.Giovanni Pelà, C.P.Lawrence Rywalt, C.P. Ramiro Ruiz, C.P.

Fotografie Christopher Gibson, C.P.Jefferies Foale, C.P.Lawrence Rywalt, C.P.Nancy Nickel

IndirizzoUfficio ComunicazioniCuria GeneraliziaPza. Ss. Giovanni e Paolo, 1300184 Roma - ITALIATel. 06.77.27.11Fax: 06.700.84.54Pagina Web: http://passiochristi.orgE-mail: [email protected]

GraficaMarco Animobono

Logo della CopertinaLoretta Lynch

CopertinaPadre Ottaviano D’Egidio, SuperioreGenerale, firma la lettera di Convocazione del 45° CapitoloGenerale alla presenza degli studentidei Ss. Giovanni e Paolo a Roma.

StampaGrafica Animobono s.a.s.Via dell’Imbrecciato, 71a00149 Roma

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LLAA CCUURRIIAA IINNFFOORRMMAA

_____________________Marzo 2006 BIP N. 10_____________________ 3

Cari fratelli,immersi ancora nel

mistero del Natale nel quale contem-pliamo Dio nel “segno” di un bambi-no (Lc 2, 12), saluto con fraternoaffetto tutti i religiosi della Congre-gazione, le religiose e i laici dellafamiglia passionista ed auguro perl’anno che inizia, vita nuova, corag-gio e carità operosa.

Il 2006 sarà anche l’anno delCapitolo e pertanto a norma del n. 76dei Regolamenti generali convoco ilXLV Capitolo generale della nostraCongregazione. Esso si celebrerà aRoma, nel Ritiro dei SantiGiovanni e Paolo, vicino alle spogliedel nostro Fondatore S. Paolo dellaCroce; inizierà domenica 1 ottobree terminerà sabato 21 ottobre.

Le Costituzioni ci ricordanoche il Capitolo generale è “la supre-ma autorità della Congregazione…”(n. 126); “Il capitolo generale si radu-na per compiere funzioni legislativeed elettive e per promuovere la fedel-tà della Congregazione sia al suoprogetto comunitario sia al serviziodella Chiesa. Sono pertanto suoicompiti primari: a) discernere le manifestazioni delloSpirito nei segni dei tempi per essereforte dinamismo nel costante rinno-vamento e aggiornamento; b) promuovere l’autentica indoledella Congregazione, perché risultievidente dovunque siano i nostri reli-giosi; c) verificare lo stato dellaCongregazione e chiarire gli obiettivicomuni riguardanti la nostra vitacomunitaria e la nostra attività apo-stolica; d) promuovere la solidarietà e man-tenere l’unità, senza per questo esi-gere l’uniformità; e) valutare l’operato del governogenerale, l’attuazione dei programmidel precedente capitolo generale edel sinodo generale senza però eser-citare il potere amministrativo, chedipende dal superiore generale e suoi

collaboratori;f) eleggere il superioregenerale e il suo consi-glio.” (n. 127)

In armonia conquesti compiti il Capi-tolo avrà come temacentrale e fondamentalela Ristrutturazione dellaCongregazione decisadal Sinodo generale difine novembre 2004 edel quale abbiamo giàiniziato il processo ani-mando i religiosi adesserne parte in modopiù largo possibile. Giorno di indizione delCapitolo è oggi, 1 gen-naio 2006, festa diMaria, Madre di Dio egiornata mondiale per laPace. Due eventi cherichiamano fortementela vita: la maternità diMaria che concepisce egenera Gesù nella carne,Figlio di Dio e figlio suo, ed una delleBeatitudini proclamate alle folle daGesù sulla montagna: “Beati gli ope-ratori di pace, perché saranno chia-mati figli di Dio” (Mt 5,9). “Passione di Gesù, passione per lavita” è stato il tema del Capitologenerale passato celebrato a Itaicì inBrasile nell’anno 2000. Esso ha datoalla Congregazione e alla Famigliapassionista un Documento con lostesso titolo “Passione di Gesù, pas-sione per la vita” che è stato ispirato-re della vita della Congregazione inquesti ultimi sei anni: e’ la follia dellaPassione di Gesù che culmina nellamorte, ma che genera la vita e la vit-toria sulla stessa morte e sui peccatiper la misericordiosa paternità di Dio.“Nulla è impossibile a Dio”, diràl’angelo Gabriele a Maria nel branodel vangelo dell’annunciazione (Lc 1,26-38). Per molti anni ho letto questobrano di Vangelo e ho sempre circo-scritto il dialogo tra l’angelo e Maria

nell’ambito del mistero dell’incarna-zione e come se fosse unicamenteriferito ad essa. “Concepirai unfiglio, lo chiamerai Gesù… saràchiamato Figlio di Dio… il SignoreDio gli darà il trono di Davide eregnerà per sempre e il suo regno nonavrà mai fine”. E Maria: “Come èpossibile?”. E l’angelo: “Nulla èimpossibile a Dio”. Una storia deli-cata e sublime, con l’umiltà di Mariae la presenza di grazia di Dio, unastoria quasi finalizzata al Natale; macredo che si debba andare oltre, più inprofondità, perché gli elementi dellapassione ci sono già tutti. Mariaaccetta che si compia in lei la paroladi Dio, è disponibile a diventare “rea-lizzazione” di Dio. “Si compia in me la tua parola”.Assume il progetto di Dio nella suavita, lo asseconda, collabora.L’angelo inviato, manifesta i disegnidi Dio per lei, comunica, illumina, faconoscere.

LLeetttteerraa ddii CCoonnvvooccaazziioonneeddeell 4455°° CCaappiittoolloo GGeenneerraallee

Statua in legno dell’Annunciazione, Ss. Giovanni ePaolo, Roma

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Oggi lo Spirito Santo ci parla nelsilenzio, ma è necessario saperloudire e comprendere nei segni deitempi, nel Magistero; ci possonoessere perplessità e timori, ma lavolontà di Dio va saputa accogliere. L’Angelo le annunzia che il figlio checoncepirà sarà chiamato “Figlio diDio”, gli angeli lo canteranno aBetlemme per la sua nascita, ma iltitolo “Figlio di Dio” lo farà condan-nare a morte, infatti, i Giudei gride-ranno a Pilato: “deve morire perchési è fatto Figlio di Dio”.

“Regnerà sul trono diDavide” – annunzia l’angeloa Maria. “Dunque, tu seiRe?” - gli domanderà Pilato.“Si lo sono, ma il mio regnonon è di questo mondo…”“Crocifiggilo!” - griderà lafolla. I soldati lo schernisco-no: “Salve re dei giudei” e glidanno schiaffi. E la folla:“Chi si fa re si mette controCesare e se lo liberi non seiamico di Cesare!”: è il potereumano usato per opporsi aDio. “Via, via crocifiggilo!”proseguiranno ancora. EPilato: “Metterò in croce ilvostro re?”. Ma la battaglia èperduta, l’odio è più fortedella giustizia; lontani sono i ciechiche per opera sua hanno riacqui-statola vista, i lebbrosi guariti, il giovanefiglio della vedova di Nain risuscita-to, la don-na che grida “beato il senoche ti ha allattato” e tanti altri; sì,sono lontani e assenti: “lo consegnòloro perché fosse crocifisso”. Il Figliodi Davide, il cui regno non avrà fine,il Figlio di Dio altissimo, l’Em-manuele, sarà sulla croce nudo, offe-so e umiliato.

È vero “nulla è impossibile aDio”, nulla è impossibile ad un amorecosì grande: essere vita e accettare lamorte, morire per donarci la vita. È inquest’ottica di fede che dobbiamoprepararci a vivere l’evento delCapitolo generale ed in esso il Pro-cesso della Ristrutturazione dellaCongregazione che ne è il tema cen-trale.

Parleremo tra noi cercando di com-prendere le vie di Dio e conversere-mo con il Signore; ci accadrà di par-tire da Gerusalemme, forse sconsola-

ti e tristi come i discepoli di Emmaus,ma il Signore ci parlerà, ci arderà ilcuore lungo il cammino e ci aprirà gliocchi per farsi riconoscere.

Sarà nostro compito discer-nere “il disegno e la volontà divina”,oggi, e riflettere sulla nostra vitaall’interno dell’attuale mondo globa-lizzato e sul senso e l’efficacia dellanostra missione in esso. Siamo ormaiconsapevoli che la sfida dellaRistrutturazione in-terpella la nostraconsacrazione alla Passione di Gesùfin nelle sue radici. Non possiamochiudere mente e cuore pensando di

preservarci. È necessario andare oltrecon coraggio per essere lievito in unmondo cambiato.

L’efficacia della nostra mis-sione è la nostra stessa vita. Noiviviamo se realiz-ziamo la nostraMissione, così come il lievito è vivosoltanto nel suo fermentare la pa-sta.Se il lievito decide di preservarsi,decide la morte dei suoi germi vitali.È una scelta di vita! È accogliere ilSignore che viene a visitarci!

Ci può illuminare l’episodiodella visita del Signore ad Abramo“alle Querce di Mamre, mentre eglisedeva all’ingresso della tenda nel-l’ora più calda del giorno.” (Gen 18,1). Abramo si dedicò all’ospitalità delSignore: “se ho trovato grazia ai tuoiocchi, non passar oltre senza fermartidal tuo servo”; coinvolse nel servizioSara e i servi. “Così, mentr’egli stavain piedi presso di lui sotto l’albero ilSignore chiese: «Dov’è Sara, tuamoglie?». Rispose: «È là nellatenda». Il Signore riprese: «Torneròda te fra un anno a questa data e allo-

ra Sara, tua moglie, avrà un figlio».Intanto Sara stava ad ascoltare all’in-gresso della tenda ed era dietro di lui.Abramo e Sara erano vecchi, avantinegli anni... Allora Sara rise dentro disé… Ma il Signore disse ad Abramo:«Perché Sara ha riso dicendo: Potròdavvero partorire, mentre sono vec-chia? C’è forse qualche cosa impossi-bile per il Signore? Al tempo fissatotornerò da te alla stessa data e Saraavrà un figlio». Allora Sara negò:«Non ho riso!», perché aveva paura;ma quegli disse: «Sì, hai proprioriso».” (Gen 18, 9-15).

Come Sara dobbia-mo vincere le resistenze ele paure del nostro stessocuore ed avere fiducia:“C’è forse qualche cosaimpossibile per il Signo-re?”, dice Dio ad Abramo el’Angelo Gabriele nell’an-nunciazione a Maria: “Nul-la è impossibile a Dio”. Eda Abramo e Sara “avantinegli anni e già vecchi”nacque Isacco dal qualenascerà come discendenzala moltitudine di popolipromessa ad Abramo; e daMaria: “come è possibile?

non conosco uomo”, nacque Gesù, ilSalvatore.

Così vanno le cose di Dio. E miste-riose sono le sue vie e i suoi progetti.Ma lui, come dice Gesù: “è la Via, laVerità e la Vita”. Nostro compito ècomprenderlo, accoglierlo e farlodiventare progetto di vita per noi per-sonalmente e per la Congregazionespecialmente in una occasione cosìimportante quale è il Capitolo gene-rale: “Signore se ho trovato grazia aituoi occhi, non passare oltre senzafermarti dal tuo servo”.

Nessuno può sentirsi esentedal partecipare, tutti ne siamo parteper il comune carisma della Passionedi Gesù donato dallo Spirito Santo aSan Paolo della Croce e trasmesso anoi con la vocazione. Ne sono parte igiovani in formazione iniziale che per-severeranno, i postulanti, i novizi, glistudenti: molte nostre idee e progetticammineranno con le loro gambe edenergie.

Icona dell’”Ospitalità di Abramo e Sara.”

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Loro svilupperanno e porter-anno a termine le attuali iniziative,alcune delle quali sono in germe, e rag-giungeranno obiettivi e realizzazioniprogrammate oggi. È la vita che passadi mano in mano, di religioso in reli-gioso, per il compimento del disegnoglobale di Dio e per il suo Regno.Può accadere che i religiosi moltoavanti negli anni abbiano la ten-tazione di sentirsi fuori dalla dinami-ca e speranze del Capitolo e dalProcesso della Ristrutturazione comese la sera o il tramonto non fosseroancora parte del giorno. Ci sono seree tramonti bellissimi, ricchi di colori,di tenerezza e suggestioni: così saran-no i religiosi molto anziani e gliammalati, che pongono su un pianodi fede e di preghiera le loro difficoltàe limitazioni. E non si sentiranno piùesclusi.Infatti la sera è ancora parte del gior-no e come dice un poeta, “la sera nonè il giorno che muore, ma la notte cheè bambina”. E può riservare sorpresedi vita come per Abramo e Sara. Cipuò rafforzare l’esempio di Dio che sipresenta a Natale nella fragilità di unBambino. È affidato pienamente allecure di Maria e di Giuseppe, Lui,l’Onnipotente. Assume la debolezzaper amore e la debolezza donerà vitain abbondanza.

Sono convinto che coloroche sono molto anziani e gli ammala-ti della Congregazione e della Fa-miglia passionista hanno un compitospecifico per il Capitolo generale eper il Processo della Ristrutturazione:collaborare con l’esperienza perquanto possono, ma specialmenteelevare a Dio la loro preghiera eaccettare i sacrifici e le limitazionidell’età avanzata, del dipendere e del-le malattie.

Voglio ricordare al riguardoun brano significativo dell’Esodo:“Allora Amalek venne a combatterecontro Israele a Refidim… Giosuèeseguì quanto gli aveva ordinatoMosè per combattere contro Amalek,mentre Mosè, Aronne, e Cur salironosulla cima del colle. Quando Mosèalzava le mani, Israele era il più forte,ma quando le lasciava cadere, era piùforte Amalek. Poiché Mosè sentivapesare le mani dalla stanchezza, pre-sero una pietra, la collocarono sottodi lui ed egli vi sedette, mentre

Aronne e Cur, uno da una parte e l’al-tro dall’altra, sostenevano le suemani. Così le sue mani rimase-roferme fino al tramonto del sole.Giosuè sconfisse Amalek e il suopopolo... Allora Mosè costruì un alta-re, lo chiamò "Il Signore è il mio ves-sillo" (Es 17, 8.10-13.15). Mosè salìsulla cima del colle e quando alzavale braccia in preghiera i soldati checombattevano nella valle ne traevanoenergia ed Israele era più forte e vin-ceva. Mosè combatteva con la pre-ghiera, battaglia che possono sostene-re anche i nostri religiosi molto avan-ti negli anni o ammalati.

Cresca in ciascuno di noi ilsenso di responsabilità verso laCongregazione e la Missione allaquale è stata chiamata da Dio nelmondo.

In preparazione al Capitologenerale si eleveranno specifiche pre-ghiere in tutta la Congregazione ini-ziando 6 mesi prima, pertanto dal 1aprile prossimo. Nel dialogo traConsiglio generale e Commissioneper la Ristrutturazione si è sentita lane-cessità di vivere questo tempocome un Ritiro spirituale prolungatoper tutta la Congregazione.

Nell’allegato, che è parteintegrante della presente, sono ripor-tati come pro-memoria, alcuni nume-ri delle Costituzioni e deiRegolamenti generali che riguardanoil Capitolo generale e la sua prepara-zione. Inoltre ci sono anche le norme

per la partecipazione ad esso, appro-vate dall’ultimo Sinodo generalecelebrato a Roma a fine novembre2004. I delegati eletti secondo talinuove norme devono essere comuni-cati alla Segreteria generale quantoprima e comunque non oltre il 15 giu-gno prossimo per poter inviare loro ledocumentazioni e informazioninecessarie.

Cari confratelli, prepariamo-ci ed attendiamo con fiducia ilCapitolo. Poniamo la Congregazionee la Famiglia passionista sotto la pro-tezione di Maria e di Giuseppe, cu-stodi a Nazareth della Sacra famiglia.“Niente è impossibile a Dio!”. E Lui,siamo certi, ci accompagnerà nelcammino di preparazione. San Paolodella Croce, nostro Padre, del quale il3 gennaio ricorre il giorno di nascita,ci benedica.

Buon Anno e BuonCammino!

P. Ottaviano D’EgidioSuperiore Generale, C.P.

Roma, 1 gennaio 2006, Festa dellaMadre di Dio

Ritiro dei Santi Giovanni e Paolo

“ Ci sono magnifiche serate e tramonti ricchi di colore, calore e tenerezza: cosìsono gli anziani e i religiosi infermi che mettono le loro difficoltà e limiti nella

fede e nella preghiera”

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L’allegato comprende quanto prescritto per il CapitoloGenerale dalle Costituzioni, dai Regolamenti Generali ele Norme di partecipazione al Capitolo stesso approvatedal Sinodo Generale XII celebrato a Roma a fine novem-bre 2004. È riportato quanto ritenuto più utile come“promemoria”; per la completezza si rinvia al testo delleCostituzioni, dei Regolamenti Generali e agli Atti delSinodo.

Dalle Costituzioni129. Il capitolo generale si svolgerà ogni sei anni. Nesono membri per ufficio il superiore generale, che saràanche preside del capitolo, i precedenti superiori genera-li, i consultori generali, il procuratore generale, il segre-tario generale, il segretario generale delle missioni,l’economo generale, i Superiori provinciali e i vicepro-vinciali. 129b Se il superiore provinciale o viceprovinciale fosseimpedito, vi parteciperà il primo consultore. Se anchequesti fosse impedito, il consiglio provinciale sceglieràun altro. 130. Parteciperanno al capitolo generale uno o più dele-gati eletti […] secondo le norme […] Se un delegato

fosse impedito di partecipare al capitolo, ne prenderà ilposto il sostituto.

N.B. Per quanto riguarda i membri “ex officio” del n°129delle Costituzioni, le norme approvate dal Sinodo ultimoprevedono la partecipazione “ex officio” anche dei Vicariregionali con almeno 25 religiosi, pertanto abbiamochiesto alla Santa Sede il Rescritto temporaneo secondoquanto previsto al n°114 delle Costituzioni. In riferimen-to all’elezione dei delegati le norme approvate dall’ulti-mo Sinodo Generale vanno a modificare quanto previstodalle Costituzioni e dai Regolamenti Generali.

Dai Regolamenti Generali76. Il Capitolo Generale sarà indetto dal SuperioreGenerale, con una lettera circolare, diretta a tutta laCongregazione nove mesi prima della sua celebrazione.

76b Sarà cura del Superiore Generale, col suoConsiglio, che gli argomenti, da sottoporre alla delibera-zione dei Capitolari, siano accuratamente preparati emandati ai medesimi, almeno sei mesi prima delCapitolo.

76c I Capitolari devono essere consultati circa I 'agen-da del Capitolo e sono liberi di presentare altri argomen-ti per la discussione.

76d Non solo le Province, Vice-Province, VicariatiRegionali e le Comunità locali, ma anche qualsiasi reli-gioso può liberamente inviare, al Capitolo Generale, lesue proposte e suggerimenti.

78. Il Superiore Generale, col consenso del suoConsiglio, ha la facoltà di chiamare al Capitolo Generaledegli esperti, che partecipano, però, soltanto con voceconsultiva.

78b Inoltre può invitare, col consenso del suo Consiglio,alcuni religiosi, che partecipano con voce consultiva, perassicurare che tutte le parti della Congregazione sianorappresentate al Capitolo Generale.

N.B. Dei Regolamenti Generali voglio ricordare special-mente due commi del n. 76: 76c) I Capitolari possono dare suggerimenti per l’agen-da del Capitolo e presentare argomenti per la discussio-ne;

AAlllleeggaattoo aallllaa LLeetttteerraa ddii CCoonnvvooccaazziioonnee ddeell4455°° CCaappiittoolloo GGeenneerraallee

Padre Ottaviano D’Egidio CP firma la Lettera diConvocazione del 45° Capitolo Generale.

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76d) Oltre le Province, Vice-Province, VicariatiRegionali e le Comunità locali, anche qualsiasi religiosopuò liberamente inviare, al Capitolo Generale, le sueproposte e suggerimenti.

Norme approvate dal Sinodo Generale XII del 2004valide per il prossimo Capitolo Generale del 2006

1) Le norme per partecipare ai Capitoli generali:Le Province con almeno 50 religiosi avranno un delega-to; le Province con oltre cento religiosi possono elegge-re un altro delegato ogni cento religiosi e frazione mag-gioritaria di cento; I Vicari regionali di vicariati conalmeno 25 religiosi, sono membri di diritto al Capitologenerale.

Le Province con meno di 50 religiosi, le Viceprovince ei Vicariati eleggeranno un delegato nell’ambito dellaConferenza regionale ogni 50 religiosi e frazione mag-

gioritaria di 50.I religiosi che fanno parte dei Vicariati regionali nonvengono computati, per l'elezione dei delegati alCapitolo, nella rispettiva Provincia madre, ma nell'ambi-to dei Vicariati regionali.

I religiosi delle comunità di America Latina dipendentidirettamente dalla Spagna, i religiosi di Mozambico chedipendono direttamente dal Brasile, e i religiosi diAngola che dipendono direttamente dal Portogallo ven-gono computati nelle Conferenze regionali (insieme aiVicariati), non nella Provincia Madre.

Ogni Conferenza farà opportune norme per eleggere iDelegati al Capitolo.

Ogni Conferenza regionale avrà un Fratello come dele-gato al Capitolo generale.

2) Il numero previsto dei Capitolari:Curia generalizia: P. Generale, Consiglio, Ufficiali maggiori, Ex Generali: 11Provinciali – Viceprovinciali: 28Delegati delle Province con almeno 50 religiosi: 15Delegati delle Province con oltre 100 religiosi: (PAUL): 2Vicari regionali con almeno 25 religiosi: 6Delegati delle Province con meno di 50 religiosi, delle Viceprovince e dei Vicariati: Conferenza COPAL (377 religiosi) = 8 delegati +Conferenza CPA (145 religiosi) = 3 delegati +Conferenza NEPC (112 religiosi) = 2 delegati +Conferenza PASPAC (195 religiosi) = 4 delegati =

17Fratelli Totale: 86 membriN.B. Per la determinazione del numero dei delegati non sono stati computati i religiosi che sono stati pri-vati della voce attiva e passiva (RG 68, 73, 77, 99a, 99d)

( Ciò che segue è la risposta che abbiamo ricevuto dallaCongregazione per gli Istituti di Vita Consacrata eSocietà di Vita Apostolica alla nostra richiesta di faredei cambiamenti alle nostre Costituzioni)

Vaticano, 24 gennaio 2006

Reverendo Padre,è pervenuta la Sua Preg.ma del 5 gennaio u.s. (

Prot. N. 20060001) con la quale, a norma dell’art. 114delle Costituzioni del Suo Istituto, ha chiesto la conces-sione di un rescritto di approvazione temporanea dellavariazione dell’art. 129 circa i partecipanti ex officio alCapitolo Generale, secondo il testo allegato.

Considerate le ragioni esposte, questa

Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e leSocietà di vita apostolica concede quanto richiesto, salvoil prescritto dell’art.114 il quale prevede che la modificadel testo delle Costituzioni sia approvato da due CapitoliGenerali consecutivi prima di presentare a questoDicastero la petizione per l’approvazione definitiva dellavariazione introdotta.

Con l’occasione Le porgo cordiali salu-ti e Le auguro ogni bene nel Signore.

+ Franc Rodé C.M.Prefetto

+ Piergiorgio Silvani Nesti, Arcivescovo Segretario

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Carissimi fratelli,

sono stato molto contento di aver potuto visitare,anche se brevemente, questa parte dellaCongregazione in Centroamerica. Una visita pro-grammata già l’anno scorso ma che si è potuto realiz-zare solo adesso. Ho ammirato, lo dico con sincerità,il grande lavoro apostolico che state facendo e cheavete fatto nel passato. Le opere realizzate, le attivi-tà sociali di lavoro programmato e realizzato, l’infra-struttura pastorale e l’ottimo inserimento dei laicinella animazione pastorale e come la gente li apprez-za e rispetta. Osservando tutto questo mi è venuto inmente il passaggio del vangelo del giovane ricco cheincontra Gesù e che leggiamo nella festa di sanGabriele dell’Addolorata. Il giovane già osservava icomandamenti della legge di Dio, ed era in ordine edin armonia con essi. Ma il giovane desiderava fare dipiù per la vita eterna e Gesù fissandolo, dice il van-gelo, lo amò; e lo vide interiormente nella sua veritàe sincerità di cercare di essere migliore di quanto giàfosse, e gli dice: “se desideri essere perfetto (non

solamente buono, ma perfetto), va, vendi quello chehai e dallo ai poveri”.( Lc 18,18-23) Un distaccototale per una libertà totale perla missione ela seque-la di Cristo. Per il giovane fu una esigenza moltodura, si intristì e rimase con i suoi dubbi, le sue resi-stenze alla chiamata e al desiderio di essere perfettoe di non esserne capace. Così, vedendo il bene cheavete fatto e state facendo, mi sono chiesto: cosa

manca alla nostra presenza passionistanel Dipartimento di Santa Barbara. Soche prima del prossimo maggio dovetediscernere e decidere una ristrutturazio-ne delle nostre presenze in questo terri-torio e come migliorare l’efficacia dellanostra missione. Io credo che un valorefondamentale ed efficace da recuperareè la dimensione comunitaria. So che viincontrate con frequenza, che c’è frater-nità tra di voi e aiuto reciproco, ma sic-come adesso state dispersi e isolati nelterritorio per ragioni pastorali, nonoffrite a questa popolazione la dimen-sione comunitaria della nostraCongregazione, la dimensione della“famiglia religiosa”. E’ una testimo-nianza che sarebbe utile anche per leproprie famiglie laiche, per l’animazio-ne vocazionale e per un reciproco aiutoumano, spirituale, di preghiera comuni-

taria e anche per le difficoltà nel lavoro e gli eventua-li problemi di salute.

Non sarà un compito facile date le vostre abitudini alavorare e a vivere normalmente da soli, organizzan-do la propria vita e il lavoro pastorale. Tuttaviaabbiamo una esperienza di vita religiosa in grado dipoter dare un progetto completo di vita religiosa aigiovani che desiderano entrare nella Congregazione.Anche se abbiamo molti dubbi e naturali resistenze,abbiamo fede nel Signore. Questa mattina nel canti-co di Isaia alle Lodi, un passaggio che già ho citatoin una lettera sulla ristrutturazione, dice: “Farò cam-minare i ciechi per vie che non conoscono, li guide-rò per sentieri sconosciuti; trasformerò davanti aloro le tenebre in luce, i luoghi aspri in pianura ”. ( Is 42,16)

Il vostro compito in Honduras deve continuare conentusiasmo perché assieme a voi c’ è la presenza vi-va della Congregazione che evangelizza specialmen-te i poveri.

Saluto del Superiore Generale P. Ottaviano D’Egidio CP allaComunità di Santa Barbara

(Honduras)

P.Ottaviano,P. Luis Alberto Cano e membri della comunità di Santa Barbara,Honduras.

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( Nota dell’Editore: Normalmente questo spazio è riser-vato a p. Luis Alberto Cano, Primo Consultore Generalee moderatore della CII (Conferenza InterprovincialeIberica). Tuttavia in questo caso offriamo una intervistaad un membro della Conferenza Clap, P. NorbertoDonizzetti Brocardo, precedente provinciale della pro-vincia CALV in Brasile.)

• Padre Norberto, può farci un breve riassunto

della situazione attuale della sua Provincia, riguardo alnumero dei religiosi, media dell’età presenze e localiz-zazione delle stesse ?

La provincia del Calvario conta attualmente 72 religiosipresenti in 17 comunità nei seguenti stati brasiliani: RioGrande do Sul, Paranà, Santa Catara, Sao Paulo, Rio deJaneiro e Paraìba. Siamo anche presenti nel continenteAfricano con una missione nella diocesi di Bemba-Mozambique. L’età media dei religiosi è suddivisa nellaseguente maniera: 47% tra i 25 e i 45 anni – 28% tra i 45e i 65 anni – 25% sopra i 65 anni.

• A livello vocazionale come si trova la tua pro-

vincia? Quale è stato il processo vocazionale che avetesviluppato negli ultimi anni ?

La Pastorale Vocazionale della Provincia del Calvario èsotto la responsabilità dei religiosi di una delle comunitàdi formazione teologica. Il lavoro è sviluppato attra-verso le animazioni vocazionali previamente concor-date e programmate con i parroci delle parrocchiedove sviluppiamo il nostro apostolato come pure nellecomunità che non sono direttamente sotto il nostroministero pastorale ma hanno una piena identità con ilnostro Carisma. Il candidato è accompagnato dalGruppo di Pastorale Vocazionale affinché il discerni-mento sia ogni volta sempre più chiaro e profondo.Nelle tappe successive il candidato conosce meglio lasua Congregazione. Le dimensioni affettive, comuni-tarie, spirituali e pastorali vengono affrontate duranteio processo coinvolgendo molte persone con spirito dicollaborazione. Sono molto importanti i momenti fortidi preghiera dialogo e riflessione. Il coordinatore delGruppo di Pastorale Vocazionale si riunisce periodi-camente con il Gruppo di Formazione per presentare evalutare il lavoro di accompagnamento vocazionale.Attualmente contiamo, oltre al noviziato ( integrato

con i Vicariati del Brasile), altre sei case di formazione:una di Propedeutica, due di Filosofia e tre di Teologia.

• Secondo la sua opinione, quali sono le prospet-

tive circa il futuro della nostra presenza passionista inBrasile?

La nostra presenza passionista in Brasile si è manifestatalungo nella storia da quando arrivammo qui nel 1911come segno profetico della grazia di Dio. I nostri prede-cessori ci hanno lasciato una eredità di fede e speranzache porta a ricuperare questa memoria storica e al mede-simo tempo ad affrontare le nuove sfide che realtà socia-le, politica, religiosa e personale del popolo brasilianooggi presenta. Con coraggio profetico in cerca di una veratestimonianza intravediamo sempre nuove prospettive,nuovi orizzonti per la Vita Religiosa in Brasile: aprendoil cammino per il futuro, aiutando a rafforzare la speran-za della nostra gente e rinnovando l’impegno della seque-la radicale di Gesù Crocifisso. Essere passionista oggi inBrasile è una realtà nelle più diverse culture di questopaese e quindi in mezzo a tante diversità il carisma dellaPassione è vissuto in accordo con quanto ci chiede sanPaolo della Croce. Un giusto equilibrio nell’età deinostri religiosi ci dà un grande segnale di speranza per-ché lo Spirito sta generando il nuovo nella storia.

REALTA’ delle PROVINCE

LA PROVINCIA CALV - BRASILE

P. Norberto Donizetti Brocardo, precedente Provinciale dellaProvincia CALV.

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• Qual è la necessità più avvertita nella vita pas-

sionista del Brasile?

La maggiore necessità che abbiamo è una vera grandesfida della vita religiosa in senso generale: fare sì che ireligiosi siano essi stessi i protagonisti della scelta di vitache hanno fatto e che possano scoprire la scelta di vitache davvero li renderà persone felici. La santità della vitaconsacrata non dipende dalla psicologia ma dalla azionegratuita di Dio. Senza dubbio gli elementi psicologicipossono aiutare la persona ad avvertire in maniera più omeno intensa l’ azione di Dio nella loro vita. Il grandeproblema è come aiutare la persona ad interiorizzare ciò,a scoprirsi, accettarsi e assumere le responsabilità dellaloro decisione.

Altra questione è che la Vita Religiosa, così come tutta lavita cristiana, ha bisogno di contemplazione e azione.L’azione può essere varia però deve sempre essere fruttodella preghiera che ci porta a riflettere sui segni deitempi, a discernere le necessità del mondo attuale e cor-rispondervi. Oggi il nostro mondo esige qualificazioniprofessionali. Il religioso non è estraneo a questo. Standocosì le cose è necessario dedicarsi anche agli studi discienze attuali come l’ Economia, la Tecnologia, laPsicologia e l’Arte tra le altre. Questa conoscenza ci per-metterà un impegno nel mondo senza lasciare a parte lascelta principale che è la vita consacrata o l’impegno conCristo e la sua Chiesa. Se non si ha questa attenzione esi-ste il rischio di perdere il significato della propria voca-zione. La difficoltà sta nel far prendere coscienza al reli-gioso che lo studio ben orientato, aprendo nuovi orizzon-ti e la capacità di azione nella Chiesa e nella societàhanno più efficacia per la testimonianza di GesùCristo delle manifestazioni delle proprie capacità.

•. Esiste un lavoro strutturato con la

Famiglia Passionista ( religiosi passionisti, laicipassionisti) nella sua provincia? Di quale tipo?

Sì, tramite la Conferenza LatinoamericanaPassionista – CLAP – i religiosi/e passioniste divita attiva e contemplativa e i laici passionisti con-sacrati o no, formano la famiglia passionista nelBrasile che vive nella propria condizione il cari-sma di san Paolo della Croce. Il lavoro della CLAPin Brasile è coordinato dal Presidente che, assiemeai Gruppi di servizio, articola le diverse attività frale quali si distinguono la ERPAL ( Incontro diriflessione Passionista dell’America Latina), laFORPAL (Incontro dei Formatori Passionistidell’American Latina) e l’ENFORP ( Incontro deiFormandi e Formande Passioniste). L’inserimentodei Laici nella nostra Provincia è rilevante perchéessi porteranno con amore la loro presenza e laloro missione nel seno della Famiglia Passionista.

I Laici sono organizzati in comunità realizzate nelleregioni dove risiedono ed esercitano il loro serviziopastorale nella vita della Chiesa. Ci sono i chiamatiCLP’s ( Comunità Laicali Passioniste) presenti in varieregioni del Brasile che hanno il loro proprio statuto concoordinatori per ogni gruppo regionale e il coordinamen-to nazionale che li rappresenta negli incontri della CLAP.

• Come vede questo processo di ristrutturazione

che la Congregazione ha iniziato dopo il SinodoGenerale? E’ attuabile nella sua provincia? In chemodo?

Vediamo con grande speranza il processo di ristruttura-zione iniziato dalla Congregazione. La storia ci ha sem-pre rivelato la tendenza moderna di rinnovare le istituzio-ni. Nel nostro caso questo rinnovamento si unisce allapreoccupazione amministrativa e al vissuto spirituale.Nella Provincia del Calvario la ristrutturazione è benvista nella misura in cui sia accompagnata dal stabilirecriteri che ci aiuteranno non solo a creare nuove Provincenella Congregazione ma ci preparano a creare “ Provincenuove “. Il Brasile è un paese di grande ricchezza cultu-rale e religiosa e questa ricchezza è frutto delle diversità.Ciò si traduce anche nel modo di essere Passionista. Ognigruppo presente oggi nel Brasile, sia Provincia oVicariato, porta una propria identità che non può essereperduta. Crediamo che la nostra missione più grande nelprocesso della ristrutturazione sia di riunire nell’amoretutte le possibilità di vivere l’essere Passionista in questopaese chiamato Brasile.

“ La vita religiosa, come ogni vita cristiana, richiede contemplazioneed azione insieme. L’azione può essere diversificata, ma deve sempreessere frutto della preghiera che ci esorta a studiare i segni dei tempi

per discernere il mondo attuale e saper rispondere ad esso”

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Cari Fratelli Passionisti in tutto il mondo, riconoscendoche come una comunità stiamo sforzandoci di “ rivitaliz-zare ed aprire nuovi orizzonti ” per una vita insieme,siamo felici di cogliere questa occasione per condividerecon voi alcune nostre riflessione circa la solidarietà nellaCongregazione oggi.

Prima di tutto, siamo profondamente colpiti dalla affer-mazione dell’ultimo Capitolo Generale (4.6), che affermache siamo impegnati nello scoprire un “ nuovo modo distare insieme come Passio-nisti nella missione per lavita del mondo ”. Niente hapotuto essere più consisten-te con la crescita della no-stra autoconsapevolezza ne-gli ultimi capitoli generaliquanto l’estendere il nostrosenso di “amore al Croci-fisso” all’amore del “picco-lo c” crocifisso ed attual-mente la Passione per la Vi-ta abbraccia la pace, la giu-stizia e l’integrità del creato.Non protestiamo solo controgli aspetti deleteri della vitacontemporanea che “ riducel’uomo ad essere solo unproduttore o semplice con-sumatore” e che adesso “ siscontra con un limite: lanatura, le cui risorse sonolimitate e le cui capacità di resistenza non sono infinite”( Polany, citato da Leonard Boff). Noi protestiamo concoloro che sono i più toccati da questi sviluppi e con lacreazione.Come Congregazione siamo ben preparati ad accoglierela diversità. Dovrebbe diventare progressivamente piùfacile per noi “ pensare globalmente, anche cosmicamen-te, ed agire localmente”. Questo modo di pensare riguar-da ogni cosa, come lo sviluppo del nostro specifico Pas-sionista, il continuo processo di essere formati in unmodo che ci rende capaci di riferirci ad un mondo in cam-biamento come comunità Passionista, nel rimodellamen-to delle nostre comunità, apostolato e unità giuridiche.Abbiamo visto la saggezza e l’importanza dell’ultimoCapitolo Generale nel guardare al nostro mondo tramite “l’ottica del Crocifisso” . Riteniamo che in questa fase sisia solamente graffiata la superficie. Imparare la solida-

rietà nelle nostre situazioni locali e nelle diverse culturedella nostra Congregazione ci guiderà nei periodi turbo-lenti. Molto più di prima, stiamo diventando coscienti diquanto profondamente sia collegata tutta la vita e diquanto la solidarietà fra tutti i suoi componenti sia l’uni-co percorso per la pace, la giustizia e l’integrità del crea-to.

Riaffermiamo la dichiarazione del Capitolo Generale: “Solidarietà” è la parola scelta per descrivere un nuovomodo di stare insieme come Passionisti nella missioneper la vita del mondo. Le nuove realtà chiedono nuoverisposte nella fede. ( Capitolo Generale 2000 4.6)

Sinceramente nel Signore Crocifisso e Risorto: laCommissione della Solidarietà

Solidarietà: Consultore e CommissionePer realizzare il pro-gramma del CapitoloGenerale del 2000 inmateria di solidarietà,il Superiore Generale eil suo Consiglio• ha dato la res-ponsabilità di questosettore ad uno dei Con-sultori , p. JefferiesFoale CP• ha nominatouna Commissione perla solidarietà ( il titolocompleto è: Commis-sione per la Solidarietàe la Missione e per laGiustizia e la Pace el’integrità del Creato ).La Commissione siincontra due volte al-l’anno per informare il

Generale e il suo Consiglio su argomenti riguardanti que-sta intera area.Fino a quest’anno vi sono stati sei membri che collabora-vano con il Consultore Generale. Questi membri erano:Antonio Curto (Italia, già segretario delle missioni, oraprovinciale nel sud Italia), Christopher Gibson,( Argentino e cittadino U.S.A, Segretario delle Missioni),Jesus Marìa Aristin Seco ( Bilbao, Spagna), JohnSherrington ( Londra, Inghilterra), Kevin Dance ( Aus-tralia, Rappresentante dei Passionisti alle Nazioni Unite aNew York), Stephen Dunn ( Toronto, Canada).Nel febbraio 2006 il Generale e il suo, consiglio hannonominato due membri supplementari alla Commissionedi Solidarietà: John Muthengi Katoka ( Nairobi, Kenya)e Mario Mejìa ( Guatemala).

Affresco di Cristo Crocifisso e san Paolo della Croce, Ovada.

P. Jefferies Foale, C.P.Consultore Generale

Un momento propizio per la Congregazione

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( Nota dell’Editore: normalmente questo spazio è riser-vato a p. Robert Joerger, moderatore della ConferenzaIPCIM . In questa occasione egli presenta un articoloscritto da p. Joseph Mitchell, CP (CRUC). P. Joseph haottenuto il grado di teologo alla Catholic TheologicalUnion a Chicago ed ha completato il corso in Filosofia ,Cosmologia e Studi integrati a san Francisco. Mentrelavorava per stabilire il centro passionista su terra e spi-rito a Louisville, Kentucky, ha tenuto dei seminari e riti-ri di cosmologia, ecospiritualità e meditazione in tutto loStato.)

Per un Passionista, il simbolo cristiano per definizio-ne è la croce. Gesù che soffre sulla croce è l'ultimarappresentazione di auto-sacrificio e di amore illimi

tato di Dio. Da questa prospettiva teologica, ilPassionista sensibile che riflette sulla situazione delmondo non può non vedere il collegamento fra la pas-sione storica di Gesù e la sofferenza attuale di colo-ro che sono emarginati dalla nostra società. La con-templazione della Croce di Gesù ha portato iPassionisti ad asserire: “Ci studiamo di prendere

parte alle tribolazioni degli uomini, specialmente deipoveri e degli abbandonati” (Costituzioni,n°3).

Il fondamentale rapporto tra il carisma Passionista ei problemi della giustizia ecologica non è stato sem-pre chiaro. La maggior parte dei Passionisti trova uncollegamento evidente fra il proprio carisma e l’im-pegno economico verso il povero.

Ciò è stato facilmente esteso a coloro che sono “spi-ritualmente” poveri a motivo delle sofferenze causatedagli stati di alienazione nella nostra società. Piùrecentemente, il concetto di “emarginato" ha allarga-to le nostre preoccupazioni per la giustizia includen-do non soltanto la liberazione dalla povertà materia-

le, ma da ogni forma di discriminazione. Tuttavia,il rapporto fra la giustizia e l'integrità della crea-zione solo recentemente è diventato manifesto.

L'ecologia riguarda le relazioni. È definita come"lo studio sull'interdipendenza e l'interazione degliorganismi viventi (animali e piante) e del loroambiente (non riguarda ovviamente la materia ina-nimata)." L'ecologia concepisce il mondo noncome una collezione di oggetti isolati, ma comeuna rete di soggetti necessariamente interconnessae interdipendente.

Soltanto in tempi recenti l’umanità ha presocoscienza che ogni cosa è collegata ad ogni altranel mondo. Il progresso della scienza moderna hadimostrato che la creazione è un grande collega-mento dei sistemi ecologici. Il sole, la luna, la terraed altri pianeti sono posti in rapporto alla intera-zione gravitazionale. Le molecole della clorofillapermettono che le piante interagiscano con i foto-

ni del sole. La carta che tenete nelle vostre mani erauna volta un albero ed ancora contiene l'amalgama-zione delle molecole di luce solare, di pioggia, di ter-reno e di roccia unite tra loro. Le attività umane dibase tali come il mangiare, il respirare ed il comuni-care sono tutte manifestazioni della nostra correlazio-ne.

L’integrazione fra la Giustizia el’Integrità della Creazione nel

Carisma Passionista

. Joseph Mitchell, C.P. (CRUC)

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nfine, la consapevolezza ecologica è consapevolezzaspirituale. Ogni volta che un concetto sottolinea l'im-portanza del rapporto, parla dell'essenza della nostraspiritualità cristiana. La saggezza perenne dellanostra tradizione Passionista ci ha abituati all'impor-tanza del nostro rapporto umano con il divino. Inoltreci ha incoraggiato a promuovere la giustizia nellenostre relazioni con gli esseri umani. Ora, per laprima volta, capiamo che tutto infine dipende dalmigliorare il nostro rapporto con la terra. Come hadetto il nostro fratellopassionista Thomas,"dobbiamo passare dauna spiritualità di alie-nazione dalla natura aduna spiritualità di inti-mità con la natura".

La visione mondiale cheha formato la maggiorparte di noi ha oscuratola nostra interconnessio-ne con la terra e ci haallontanati dal mondonaturale . Secondo l'opi-nione prevalente dell'eramoderna, la terra èmateria semplicementeinerte. Non ha unadimensione spiritualeinerente. Il mondo natu-rale è qualche cosa diesterno all'essere umanoè la fase per la nostra vita e una risorsa a nostra dispo-sizione.

Questa visione ristretta ha permesso che alcuni di noiassumesse un atteggiamento spirituale distaccato chedisdegnasse ogni partecipazione con il mondo natura-le visto come distrazione. Ha dato inoltre il permessodi sfruttare ed inquinare il mondo naturale con pocapreoccupazione per la sua interna integrità . Unavisione del mondo in cui l'essere umano non è ricono-sciuto come collegato con la terra e tutti i sistemi divita è una percezione inesatta della realtà. In più, hareso accettabile il saccheggio del pianeta, causandoun danno indescrivibile a tutti i sistemi importanti divita.

Ora siamo sul punto della catastrofe ecologica: ariainquinata, acqua tossica da bere, alimenti infettataticoltivati in terreno contaminato. Il risultato non èsempre evidente, ma Thomas Barry ci avverte che

"non potete avere esseri umani in buona salute su unpianeta ammalato."A causa dei molti dei sistemi principali di vita sullaterra in pericolo, la coscienza religiosa si sta aprendoall'integrità della creazione. È diventato estremamen-te importante ricordare che siamo creature della terrae tutto di noi è una parte del mondo naturale o media-ta a noi attraverso la natura. La specie umana puòessere una dimensione unica del mondo naturale, manon separata da esso. I nostri corpi sono fatti della

stessa sostanza dellemontagne,oceani, stel-le e terreno. Siamogovernati dalla stessadinamica della nascita,della vita, dello svilup-po e della morte ditutte le altre creatureviventi. C’ è un'integri-tà inerente a tutta lacreazione.

Una dichiarazione delConsiglio Mondialedelle Chiese è stata unadelle prime a relazio-nare i problemi dellagiustizia e della pacecon l'integrità dellacreazione: "affermia-mo che il mondo, comeopera delle mani diDio, ha una propria

relativa integrità inerente; questa terra, le acque,l'aria, le foreste, le montagne e tutte le creature, com-presa tutta l'umanità, sono ` buone ' agli occhi di Dio.L'integrità della creazione ha una funzione socialeche riconosciamo come pace con giustizia e una fun-zione ecologica che riconosciamo nell’ autorinnovan-te, perenne carattere degli ecosistemi naturali." Iproblemi della giustizia sociale sono numerosi. C’è ilproblema della povertà, del rifugiato, il problema raz-ziale, il problema del nucleare, il problema dellafame e le forme numerose di discriminazione. Moltagente di fede è arrivata a capire che non potremo maiavanzare adeguatamente nel bene della comunitàumana finché, allo stesso tempo, non nutriamo unapreoccupazione primaria per il bene della comunitàtotale della terra. La ricerca di una società migliore èinseparabile dalla ricerca di un reciproco sviluppatorapporto tra l’umanità e la terra.. Soltanto correggen-do il nostro rapporto con la terra può essere stabilitauna giusta e sostenibile società umana.

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“Desideriamo passare da una spiritualità dell’aliena-zione dalla natura ad una spiritualità di

intimità con la natura”.

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Alla radice della crisi che stiamo soffrendo vi è uncrollo nella nostra vita insieme. Troviamo una man-canza di attenzione e premura degli uni verso gli altri,per la natura e per il futuro del nostro fragile pianeta.Mentre il nostro carisma ci ispira a difendere il pove-ro e portare giustizia all’emarginato, non dobbiamotrascurare l’evidenza che è il più debole nel nostromondo a soffrire maggiormente a causa della degra-dazione ambientale. In particolare, sono i bambini delpovero che soffrono i più alti tassi di asma e veleni dipiombo rispetto ad altri bambini.. Quelli nei ghetti enei barrios sono affetti ancor più negativamente daidepositi tossici, per la vicinanza ai flussi inquinantidegli incenera-tori dai vaporimortali. C o n o s c e n d oquesto, dobbia-mo allargare lasensibilità delnostro carisma.Allargando lanostra compas-sione verso isettori emargi-nati dellasocietà con unimpegno all'in-tegrità dellacreazione, lanostra missio-ne a favore delsofferente delmondo potràessere nuovamente riformulata per affermare: noiPassionisti siamo impegnati ad assicurare ciò che ègiusto, sano, bello e sostenibile per i nostri bambini ele generazioni future di ogni specie.Viviamo in un momento in cui l'istituzione di un rap-porto armonioso fra gli esseri umani e la terra èdiventato di importanza fondamentale. È la sceltadefinitiva del ventunesimo secolo. Assieme ai popolidi tutte le tradizioni spirituali, i Passionisti si trovanodavanti alla sfida di formulare uno spiritualità possi-bile che abbracci l'integrità della creazione.Altrimenti dobbiamo rassegnarci ad un modo religio-so di pensare che è superat, uniformati alla scienzacontemporanea, disattenti alla crisi ecologica attualeed incapaci di dare un senso significativo.

Gli esseri umani hanno una necessità assoluta delmondo naturale per nutrire i nostri spiriti come inostri corpi. La terra fa funzionare il nostro mondo

interiore. Non possiamo sopravvivere lungamentefinchè non entriamo a contatto con la bellezza dellanatura. Diminuire lo splendore del mondo esternosignifica limitare il possibile compimento del nostromondo interiore. Thomas Barry lo esprime in modoeloquente: "se tornassimo alla nostra esperienza pri-maria di ogni fenomeno naturale riconosceremmoquesto immediatamente nel vedere le stelle che bril-lano nel cielo nella notte, nell’osservare l’alba sul-l’oceano, nel vedere i colori brillanti in autunno dellequerce e gli aceri ed i pioppi, nel sentire il tordo can-tare nella sera, o nella respirazione della fragranza delcaprifoglio mentre attraversiamo una pianura del sud;

la nostra rispo-sta immediataad ognuna diqueste o similiesperienze in al-tri continenti, èqualcosa dianalogo all’ es-tasi. C’è stuporee riverenza inquesto inespri-mibile mistero.Avvertiamo unad i m e n s i o n enuova e piùampia della nos-tra esistenza”.La devastazionedel mondo natu-rale sconvolgeràle più sublimi

esperienze interiori che danno pienezza e significatoalla vita umana.

Sopra tutte le discipline ed istituzioni, la tradizionespirituale si muove nelle dimensioni di timore e distupore per ingrandire il cuore umano. Una spirituali-tà ecologica è terrena nel senso che il mondo ha avutouna dimensione spirituale fin dall'inizio, molto primache gli esseri umani apparissero sulla scena. Dio nonè separato dal mondo. Piuttosto, la creazione in se èla rivelazione primaria del divino. Arricchiti emoti-vamente dalle esperienze di timore e stupore per lacreazione, possiamo allargare il nostro significato dicomunità includendovi l’intera creazione. Così facen-do, potremo ridefinire la nostra responsabilità e gua-dagnare un nuovo significato al nostro posto nel gran-de mistero della vita.

La missione passionista sulla riva del fiume Huallaga, Perù.

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Nota dell’Editore: Durante la Visita Canonica aiReligiosi passionisti della Provincia ASSUM, Polonia,svolta da padre Luigi Vaninetti, Consultore Generale,egli ha invitato p. Waldemar Linke CP a scrivere ilseguente articolo.

Smotrycz è il nome del villaggio nell’Ucraina sud occi-dentale, dove dal 1991 risiede una comunità di religiosipassionisti. Questa regione di Podole dove sono arrivatii missionari passionisti è menzionata dagli storici russigià nel XII sec. Nel XIV sec. Podole era perfino il capo-luogo di un piccolo Principato ai confini del Granducatodella Lituania. Proprio in quel periodo (1375) sono arrivati a Smotryczi frati domenicani. La loro missione nell’odiernaUcraina cominciò prima della cristianizzazione dellastessa Lituania per motivi politici. La prima chiesa cat-tolica a Smorycz, dedicata a S. Nicola (Mykola in ucrai-no) è stata costruita più o meno in quel tempo. Era dilegno e, in questo territorio devastato dalle continueguerre contro i Turchi, i Tartari e dalle sommosse popo-lari dei Cosacchi, poteva facilmente essere incendiata edistrutta. La chiesa costruita in mattoni fu eretta nel

1796 con l’aiuto della famiglia nobile di Potocki, mapoco dopo i domenicani hanno dovuto lasciare questalocalità per l’avvento al potere dell’amministrazionerussa.

Vennero allora i preti della diocesi di KamieniecPodolski. Solitamente erano in due, il parroco e il vice-parroco, e il loro lavoro si mostrò complesso e non faci-le. La popolazione del luogo era composta da ortodossi(Ruteni), cattolici (di provenienza polacca) ed ebrei.Questi ultimi possedevano una Sinagoga e quattro Casedi preghiera. La comunità religiosa ebrea costituiva nel1880 una parte consistente della popolazione del paese(ca. 48%). La comunità cattolica ed ortodossa avevanoentrambe una loro chiesa. Nella chiesa cattolica eravenerata un’immagine miracolosa della Madonna delSanto Rosario. Alla cura pastorale dei sacerdoti cattolicidi Smotrycz appartenevano numerosi villaggi attorno alpaese.

Questa situazione è durata senza grossi cambiamentifino alla Prima Guerra mondiale (1914-18) e alla Guerracivile in Russia (1918-1920). Dopo la guerra tra Poloniae Russia, secondo il Trattato di Riga (1920) questa partedella regione di Podole è passata all’Ucraina e sottopo-sta al dominio russo; l’Ucraina stessa, dopo il 1924,entrò a far parte dell’Unione Sovietica. Iniziarono tempidifficili e tristi: l’ultima messa nella chiesa di Smotryczfu celebrata l’ 8 dicembre 1935. La chiesa è stata chiusanel 1936, il quadro della Madonna fu probabilmentedistrutto e i sacerdoti furono arrestati. Ogni tanto giun-geva qualche sacerdote che svolgeva di nascosto il suoministero sacerdotale a favore della popolazione locale.La maggior parte di questi preti coraggiosi finì deporta-ta in Siberia o in prigione.

La chiesa rimase solitaria sull’alta riva del fiumeSmotycz, unica e silenziosa testimone della presenzadella fede cattolica in quella località. Un edificio cosìgrande non poteva restare a lungo in disuso. Le autoritàlocali lo hanno requisito e destinato a centro culturale.Per questa ragione, nella chiesa è stato costruito unpalco e si organizzavano dei balli e vi si tenevano dellemanifestazioni politiche e culturali. Ma le mura si ribel-lavano: la voce rimbombava tra le pareti abituate allalode di Dio. Allora, per favorire i balli, si sono fatti altriambienti più bassi accanto alla chiesa barocca, brutti esconcertanti insieme.

I Passionisti a Smotrycz:una presenza semplice

Da Sinistra a Destra: Albin Sobiech,Piotr Czaplinski, LuigiVaninetti, Przemyislaw Sliwinski, Stanislaw Mazur.

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In queste condizioni la chiesa è giunta fino alla famosaperestrojka di Gorbaciov. Anche questi tempi non furo-no del tutto favorevoli ai credenti in Ucraina. Nel villag-gio vicino, Czercze, proprio negli stessi anni venne statadistrutta una chiesa antica costruita nello stesso periododella chiesa di Smotrycz. La comunità cattolica diSmotrycz comprendeva bene che se la chiesa fosse ritor-nata a loro, sarebbe andata perduta. Nel 1988 già esiste-va a Smotrycz una cappella in una delle case. DonRoman Dzwonkowski SAC lasciò un ricordo dellaMessa detta a Smotrycz nel 1988. Un anno dopo la chie-sa ritornò alla comunità cattolica e, con immensi sforzi,si riuscì a registrare questa comunità in modo ufficiale.Mancava soltanto un sacerdote.

Il vescovo di Kamienic Podolski, Jan Olszanski, andòalla ricerca di sacerdoti nelle Diocesi e Provincie religio-se della Polonia. Contattò pure i Passionisti, trovandouna risposta positiva nel Provinciale P. Wladyslaw ZyskCP.

I Passionisti sono arrivati in Ucraina il 19 luglio 1991.Nello stesso anno crollava l’Unione Sovietica e nasceval’Ucraina indipendente. I Passionisti sono stati accettatiufficialmente dal nuovo stato Ucraino (come uno deipochi istituti religiosi presenti). I primi a lavorare inquesto territorio sono stati i PP. Albin Sobiech e PiotrCzaplinski. Hanno avuto subito il supporto e l’aiutospontaneo della popolazione locale per ristrutturare erendere funzionale la Chiesa. Nel primo periodo viveva-no ed abitavano nella sacrestia e nelle strutture aggiunte

alla chiesa dai comunisti. Nell’autunno del 1992 la pic-cola comunità cominciò a costruire un vero Convento lacui costruzione terminò nel 1995.

Attualmente a Smotrycz ci sono tre religiosi. Servono 6

parrocchie, ognuna con la propria chiesa. Insieme conun gruppo di catechisti fanno la catechesi dei bambini edegli adulti. Assistono i gruppi del Rosario Vivente,della Legione di Maria, del Terzo Ordine di SanFrancesco. Le comunità parrochiali sono composte mag-giormente da persone anziane, ma già si coglie una spe-ranza per il futuro: infatti i giovani si sentono legati allapropria tradizione religiosa.

L’edificio dove abita la Comunità ha pure degli ambien-ti per l’accoglienza ed ospita ogni anno circa 800 perso-ne. Queste persone vengono sopratutto per ritiri e forma-zione religiosa. Ultimamente la comunità ha acquistatoun vecchio edificio statale ed ha cominciato la ristruttu-razione per una casa di accoglienza e di cura per glianziani. Soprattutto durante il rigido inverno ucraino incui la temperatura scende fino a meno 30 o anche meno40 gradi, gli anziani sono i più esposti ai pericoli delfreddo, della fame e dell’assenza d’assistenza sanitaria.

Questa iniziativa ha prodotto già dei buoni frutti. Oltreall’aiuto di benefattori di alcuni Paesi europei, le autori-tà locali hanno risposto con grande generosità allenecessità di questa opera ed hanno donato allaCongregazione il terreno attorno alla casa, un frutteto edei campi per la realizzazione di una fattoria.. Anche icristiani ortodossi sono interessati alla nostra iniziativa ecercano, secondo le loro modeste possibilità, di aiutarcicon il loro lavoro desiderando di essere accolti in questastruttura.. Questa buona volontà ed apertura reciprocarende il dialogo ecumenico più fertile e concreto.

E’ una terra dalle forti tradizioni religiose,travagliata e devastata dagli eventi storici eideologici ed anche oggi la gente continuaa soffrire. Un religioso passionista che lìrisiede e lavora ha detto: “E’ una terra incui puoi capire il mistero della Passione diCristo che continua nell’umanità…” Forseproprio qui abbiamo una missione comePassionisti, che ci aiuta a fare viva memo-ria della Passione del Signore.

Pensare al futuro della nostra presenza inquesta terra significa però anche pensare aqualcuno che apprenda la lingua, sia dispo-nibile alla missione e all’inculturazione inquesto paese, e significa anche continuare asostenere economicamente i progetti chequi si sono iniziati.

Quest’anno ha emesso i primi voti nellaCongregazione un giovane dell’Ucraina, Witalij, ed orasta ultimando la teologia nella comunità di Varsavia. E’una speranza per il futuro della Chiesa e dellaCongregazione in questo travagliato Paese.

S-D: Frs. Przemislaw Sliwinski, Albin Sobiech, Luigi Vanninetti, StanislawMazur, Piotr Czaplinski.

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Ogni due anni la CPA organizza un “CongressoCulturale” per i suoi membri. All'inizio del 2006, dal3 al 6 gennaio, la Conferenza Passionista in Africaha avuto il suo congresso culturale sul tema "La Ri-strutturazione ". Un tema al quale oggi tutta laCongregazione passionista è impegnata per unamentalizzazione, una presa dicoscienza e un approfondi-mento del suo significato edelle sue implicanze nellarealtà globale.

Il processo della Ristruttura-zione , raccomandato dal 44°Capitolo Generale e assuntodal Sinodo Generale del 2004,coinvolge tutti e nessuno puòrestare ai margini sentendosiescluso o delegando gli altri.

Il processo di Ristrutturazionedeve essere guidato è vissutodai membri della Congre-gazione con fede. "Dio nonha mai abbandonato il suopopolo nel suo cammino neldeserto" e anche noi abbiamofi-ducia che egli non abbando-nerà la Congregazione in que-sto cammino di Ristruttu-razione . La presenza e la guida amorosa di Diorichiede, però, anche la nostra responsabilizzazionenel fare scelte vere e realistiche, mantenendoci atten-ti alle mozioni dello Spirito e aperti all'azione crea-trice di Dio.

Il Congresso culturale della CPA, tenuto a Nairobinella nostra casa di Ushirika, è stato valutato positi-vamente dai partecipanti: è stato un momento di for-mazione permanente e soprattutto di presa di co-scienza del cammino della Congregazione. I tre gior-ni sono stati caratterizzati e guidati da tre confe-

renze o condivisione di esperienze.

Il primo giornoUn padre Spiritano ha fermato l'attenzione su alcunisettori essenziali della vita religiosa nel contestoafricano e l'impatto della Ristrutturazione in questisettori: vita comunitaria, esperienza di missione, ilpersonale, la formazione, la condivisione delle risor-se e l'amministrazione.

Il secondo giornoHanno parlato due giovani ex postulanti Passionisti.Essi parlavano da persone esterne che, però, cono-scevano la vita passionista avendone fatta l'esperien-za. Hanno lanciato una sfida ai Passionisti: essendonoi una Congregazione e quindi una organizzazione

con una struttura ed una missione propria, siamochiamati ad essere attenti ai segni dei tempi e la lororilevanza nel mondo in cui viviamo e compiamo lanostra missione. L’Africa è un contenente in cui lamaggior parte delle nazioni è ancora in via di svilup-po. Questo continente, che sta cercando il suo equi-librio a tutti i livelli, presenta tantissime sfide allaspiritualità e al carisma passionista e alla sua missio-ne. In Africa, in modo particolare, la Ristruttura-zione è per la nostra Presenza e Missione.

Congresso della C.P. A.Conferenza Passionista

dell’Africa

Incontro sulla ristrutturazione a Kinshasa, Congo

P. Vital Otshudialokoka, C.P.Consultore Generale

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Il terzo giornoha guidato gli incontri una suora irlandese dellaCongregazione di Loreto. L’esperienza che lei havissuto in Africa, come missionaria e come respon-sabile del governo, è stata molto personale.Abbiamo dedicato queste tre mattinate al dialogocon i relatori e alle condivisioni, mentre nel pome-rig-gio ci siamo fermati a osservare la realtà dellaConferenza Passionista in Africa in relazione allaRistrutturazione, evidenziando gli sforzi concreticompiuti e che si vuole compiere in questo cammi-no. Si può dire che si parla della Ristrutturazione , siprende coscienza del processo, si aderisce alla deci-sione della Congregazione, si vede l’importanzadella Ristrutturazione, si manifesta la buona volontàe l’entusiasmo per l’impegno nel cammino, ma biso-gna anche dire che il processo della Ristrutturazioneè visto ancora come una realtà lontana.

La cosa più positiva di questo congresso culturale èquella di aver dato l’opportunità ai membri dellaConferenza, soprattutto ai giovani, di riflettere seria-mente sul processo di Ristrutturazione . Ecco ledomande più significative che sono emerse nellediscussioni di gruppo.

1. Nel mondo di oggi, e nel contesto africano,come vediamo la presenza passionista?

2. Quali sono, per noiPassionisti di Africa, iluoghi privilegiati neiquali siamo chiamati acompiere alla nostra mis-sione secondo il nostrocarisma?3. Come inserirsi nelprocesso globale dallaRistrutturazione dellaCongregazione ?

4. Che significa l’Inter-nazionalità della nostraCongregazione oggi?

Queste domande sonosfide e nello stesso tempoimpegni che devonospronare la Conferenza atrasformare la vita e adoperare alcune scelte.

Visita fraterna nella Vice provincia SALV.Dopo il Congresso ho fatto la visita fraterna nellaVice provincia SALV, Repubblica Democratica delCongo. Posso affermare che la Vice provincia, nono-stante le enormi difficoltà che sta affrontando, spe-radi riuscire ad acquisire il vero volto di una entità giu-ridica autonoma e responsabile. Durante questa visi-ta ho avuto un incontro con tutti confratelli che lavo-rano a Kinshasa. Insieme con il Viceprovincia-le, p.Emery Kibal, e i delegati della Vice provincia abbia-mo fatto un resoconto del Congresso di Nai-robi. Inquella occasione ho cercato di spiegare meglio ilprocesso di Ristrutturazione ai confratelli congolesipresenti, invitandoli ad interessarsi di più al cammi-no della Congregazione .

In questo tempo ho fatto anche la visita alle suore“Figlie della Passione” e sono stato contento divedere che le vocazioni stanno affluendo anche nellaloro Congregazione. Hanno tante vocazioni giovani.Hanno iniziato una nuova opera sociale, la Scuolaper le ragazze che non hanno potuto studiare e chesono tuttora analfabete. Questa è un’opera di inser-zione di spicco nella zona in cui esse operano.

Partecipanti al Congresso C.P.A. a Nairobi, Kenya.

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Negli ultimi mesi del 2005 il P. Generale, OttavianoD’Egidio, ha partecipato al Sinodo dei Vescovi tenutosi aRoma dal 2 al 23 ottobre. Il Sinodo aveva come tema:“Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missionedella Chiesa”. P. Ottaviano, uno dei Superiori generalieletti in rappresentanza degli oltre 250 Ordini oCongregazioni, ha fatto un apprezzato intervento dal tito-lo:’Un nuovo mondo nasce nel Cenacolo e sotto la Croce’E’ inoltre intervenuto all'apertura delle celebrazioni cen-tenarie della Provincia LAT il 30 ottobre ed ha presoparte dal 21 al 26 novembre all'incontro dei SuperioriGenerali (USG) che aveva come tema “Fedeltà e abban-doni nella Vita consacrata”.

Dal 28 novembre al 1 dicembre ha presieduto il Capitoloprovinciale della Provincia inglese JOS in cui è stato rie-letto per la terza volta come Provinciale P. NicholasPostlethwaite.All’inizio del nuovo anno 2006, il giorno 17 gennaio,dopo aver presieduto all’apertura dell’Assemblea annua-le CIPI, il p. Generale è partito per una visita fraterna allecomunità passioniste del Guatemala, Salvador, Hondurase Costa Rica. Era accompagnato dal primo ConsultoreLuis Alberto Cano ed stata un’occasione importante persensibilizzare sul processo della Ristrutturazione dellaCongregazione. Ha poi raggiunto il Vicariato del Perù(RES) dove, con tutto il Consiglio generale, ha visitato lenostre presenze missionarie nella foresta Amazzonica (4-10 febbraio) e, a Lima, ha avuto l’incontro con tutti iSuperiori dell’America Latina(COPAL), ha tenuto la Consultagenerale ed ha visitato le quat-tro comunità di Lima ed altrepresenze apostoliche e formati-va della regione (11-18 feb-braio).Dal 23 febbraio al 1 marzo si èrecato in India, nel VicariatoTHOM, per le celebrazioni del25° anniversario della fonda-zione del Vicariato. Il giorno 8marzo ha presieduto l’aperturadel Capitolo genera-le delleSuore Passioniste di S. Paolodella Croce a La Montanina(Vicenza- Italy).

Consulta generale 3-10 dicembre 2006Dal 3 al 10 dicembre 2005 si è tenuta a Roma, nella casadei SS. Giovanni e Paolo, l’ultima Consulta generale del-l’anno. Seguendo uno schema consolidato, il Consiglioha avuto uno scambio di informazioni sulle attività deisingoli Consiglieri con particolare riferimento alle visitefraterne al Portogallo (FAT), all’Indonesia (REPAC), allaCorea (MAIAP) e alla visita canonica in Polonia(ASSUM) che hanno evidenziato la vita dellaCongregazione, le prospettive e le difficoltà delle variearee e delle diverse attività missionarie. Particolare attenzione hanno suscitato l'ascolto dellasituazione della nostra presenza in Ucraina ed inVietnam, presenze diverse come storia e come contestisocioculturali ed ecclesiali, ma entrambi ricche di spe-ranze. La fondazione in Vietnam sarà dedicata a "NostraSignora di Lavang". Si sta inoltre cercando di renderepiù stabile la comunità di Betania con l'inserimento dinuovi confratelli provenienti da varie province.Attualmente sono cinque confratelli ed alcuni ospiti pre-senti in per un periodo prolungato.

Organigramma per la preparazione al capitolo gene-raleI primi giorni della Consulta sono stati dedicati all’incon-tro con la Commissione della Ristrutturazione e con ilModeratore del prossimo Capitolo generale, p. WardCortvriendt, monaco Premostratense olandese che giàconosce la nostra Congregazione.

Attività del Consiglio generale

Il Superiore Generale e la Curia Generale in un incontro di Consulta.

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Si è studiata la dinamica di preparazione alCapitolo, particolarmente come integrare ilprocesso della Ristrutturazione fin qui com-piuto con la preparazione remota ed immedia-ta al Capitolo generale. Proprio in ordine aquesto processo è emersa la necessità di for-mulare obbiettivi realistici e raggiungibili peril Capitolo, di coinvolgere maggiormente laCongregazione e la Famiglia passionista ecoordinare un approccio sistematico e organi-co per la preparazione del Capitolo. Per que-sto viene nominata la Commissione Pre-para-toria del Capitolo e si definiscono le altreCommissioni per preparare, guidare ed ani-mare il Capitolo stesso.COORDINATORE DELLA PREPARAZIO-NE AL CAPITOLO: P. Luigi Vaninetti,Consultore generale.MODERATORE DEL CAPITOLO: P. Ward, monacoPremostratense.SEGRETARIO DEL CAPITOLO: P. Ciro Benedettini.Commissione preparatoria, Commissione per le comuni-cazioni, Commissione liturgica, Commissione logistica,Commissione economica, Interpreti e traduttori.

Incontro con la CIPI.Nei giorni 6-7 dicembre, il Consiglio generale ha incon-

trato i Formatori ed in seguito i Provinciali italiani. Questiincontri sono stati raccomandati dall’ultimo Capitologenerale del 2000 e rientrano in una strategia, che il gover-no centrale sta attuando da alcuni anni, di conoscenza dellediverse aree della Congregazione; si inseriscono, inoltre,nell’impegno di sensibilizzare sul tema dellaRistrutturazione.

Incontro del Consiglio con i Formatori CIPI. IlConsultore generale, dopo aver ricordato la storia dellaCIPI nata negli anno ‘70 e la conseguente collaborazionedelle sei Province italiane per il rinnovamento e la gestio-ne della Formazione, ha evidenziato alcuni esiti di questoimpegno come la nascita del Noviziato nazionale (1977),dello Studentato interprovinciale (1991) e la stesura defi-nitiva del Programma unitario di Formazione (2000).Il momento attuale,aggiungeva, è invece segnato da unadifficile convergenza in progetti comuni e in collaborazio-ne fattiva tra tutte le Province. Nella successiva presentazione fatta dalle singole Provincee dal dialogo che è nato, sono emerse alcune constatazionicomuni:- l’Italia vive un calo numerico delle vocazioni ma si trovaancora in una situazione privilegiata nel mondoOccidentale e si sta aprendo, sebbene in maniera variega-ta, all’accoglienza di vocazioni provenienti da altre areegeografiche e culturali. E’, questa, una sfida nuova cherichiede formatori preparati ed itinerari formativi nuovi.- Viene evidenziata anche la forte esigenza di un camminounitario sia come progetto formativo che come collabora-

zione e integrazione di energie. Le difficoltà degli ultimianni hanno disorientato il mondo della formazione, questoesige una riflessione perché si costruisca con pazienza unnuovo modo di collaborare all’interno del vasto processodella Ristrutturazione.- Il Superiore Generale poi ha espresso apprezzamento peril grande e difficile compito dei Formatori: la formazioneè il cuore della Congregazione ed anche le programmazio-ni provinciali dovrebbero investire maggiormente nell’ani-mazione e nella formazione.

Incontro del Consiglio con i Superiori provinciali ita-liani. La CIPI (Comunità interprovinciale passionisti ita-liani), nel lavoro congiunto delle sei Province, ha espressoun grande sforzo istituzionale, culturale e formativo negliultimi trenta anni. Da due anni ha iniziato il discorso sullaRistrutturazione, discorso che ora si è inserito nel proces-so più vasto che la Congregazione ha deciso nell’ultimoSinodo del 2004. Dopo la presentazione della situazionedelle singole Province è nato un interessante dialogo econfronto con il Consiglio generale che ha portato diversicontributi sul chiarimento del significato del processodella Ristrutturazione, su come coniugare località e unitàdella Congregazione, sulle urgenze formative e missiona-rie della Congregazione che richiedono nuove modalità divita e di istituzioni. Particolarmente importante la dimen-sione della solidarietà tra le diversi parti dellaCongregazione. Di fronte a questo processo, i Provincialiitaliani hanno manifestato, in una sostanziale adesione,posizioni differenziate che evidenziano le difficoltà, itimori, le perplessità che richiedono ulteriore cammino diapprofondimento e coscientizzazione.

Consulta generale 10 -17 febbraio 2006Il generale ed il suo Consiglio si sono recati in visita alVicariato RES in Perù. Nei giorni 4-9 febbraio hanno visi-tato le Missioni passioniste nella regione di Yurimaguas,Tarapoto e Moyobamba dove lavorano due Vescovi pas-sionisti e diversi missionari della Provincia CORI oltre aipassionisti locali.

Incontro della Curia Generale con l’esecutivo CIPI.

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Questa regione si trova nella foresta amazzonica, luogoricco di immensi fiumi in cui nasce il Rio delleAmazzoni, dal clima tropicale e dalla natura bellissimama con vie di comunicazione difficili: le vie più naturalisono i fiumi grandi e pericolosi. La vita è molto dura,diverse sono le forme di povertà e disagio; i missionarisvolgono un grande lavoro di evangelizzazione e, daalcuni anni, di animazione vocazionale e formazione. IlVicariato è ricco di vocazioni ed sta investendo molteenergie, umane ed economiche, per potenziare la forma-zione e le strutture necessarie per sostenerla. Proprio inquei giorni, il p. Generale ha ricevuto la professione per-petua di due religiosi ed il rinnovo dei voti di altri ottoreligiosi.

Nei giorni 10-17 febbraio 2006 nella casa di La Molina– Lima, si è svolta la Consulta generale.Anzitutto c’è stato lo scambio di informazioni sulle atti-vità e sulle visite del P. Generale e dei Consultori.Particolarmente intensa è stata la riflessione sulCongresso della CPA (Conferenza dei Passionistidell’Africa) tenuta a Noirobi dal 3-6 gennaio 2006 sultema della Ristrutturazione e sulla possibilità di maggiorcollaborazione con le missioni dell’Angola e delMozambico; sulla 37° Assemblea CIPI svoltasi a Romanei giorni 15-17 gennaio 2006 che aveva come tema: “Aggiornamento e contributo dell’area CIPI sullaRistrutturazione”; sulla Visita canonica alla ProvinciaPAUL in prospettiva del Capitolo provinciale nel prossi-mo mese di maggio; sulla nostra presenza ed azioneall’ONU e sullo sviluppo di Passionists International,nuova entità giuridica della Famiglia passionista cherenda più organica ed efficace la nostra presenzaall’ONU.

In questa incontro si sono nominati anche due nuovimembri della Commissione della Solidarietà che rappre-sentino l’America latina e l’Africa. I due religiosi sonorispettivamente Mario Ventura (Honduras) e JohnMutenghi Katoka (Kenya).

Molta parte del tempo è stata dedicata alla riflessione sulCapitolo generale prossimo, a definire la composizionedelle Commissioni, a elaborare le indicazioni da offrirealla Commissione preparatoria per la formulazione del-l’agenda del Capitolo, all’incontro con l’Economo gene-rale per valutare i bilanci per la preparazione e la celebra-zione del Capitolo e la preparazione di progetti di siste-mazione della Casa di ss. Giovanni e Paolo da presentareal Capitolo stesso.

Incontro del Consiglio con i Superiori COPALNei giorni 15-16 febbraio si è tenuto l’incontro delConsiglio generale con i Superiori COPAL, vasta areache ricopre tutta l’America latina e il Caribe, con una dif-ferenziata presenza e sviluppo della Congregazione pas-sionista. Questo incontro, previsto in concomitanza con ilSinodo 2004 in Messico, avviene ora nella bella casa diEsercizi spirituali di La Molina (Lima) che è anche casadi studentato teologico con la presenza di diciassette gio-vani studenti.

E’ stato un incontro interessante per la conoscenza delledistinte realtà passioniste dell’America latina, con le loropotenzialità e problematiche, prospettive e difficoltà.Altro aspetto costruttivo è stato il dialogo con ilConsiglio generale sul processo della Ristrutturazione:importante la chiarificazione dei termini, delle ragioni edelle motivazioni della Ristrutturazione, delle prospettivee delle dinamiche del processo pianificato per l’interaCongregazione e dell’apporto specifico che l’Americalatina può offrire particolarmente negli aspetti dellaFormazione, della condivisione coi Laici e la Famigliapassionista, della riflessione e progettualità sulla solida-rietà e sulla giustizia.

Il dialogo con il Consiglio generale ha anche permesso dicogliere lo spirito che anima la nuova normativa di parte-cipazione al Capitolo generale, che intende promuovere ilcoinvolgimento delle aree nuove e in sviluppo dellaCongregazione e una più ampia rappresentativa dellabase.

Parallelamente nei giorni 14-15 febbraio l’Economogenerale, P. Battista Ramponi, si è incontrato con gli eco-nomi delle Province, Viceprovince e Vicariatidell’America latina. L’incontro si è sviluppato in una tri-plice dinamica: relazioni dei singoli economi sulla situa-zione economica ed amministrativa nei rispettivi contestisociopolitici, culturali, ecclesiali della loro entità giuridi-ca; relazione dell’Economo generale sulla situazione eco-nomica ed amministrativa della Congregazione, sulla rea-lizzazione propo-ste dell’ultimo Sinodo e su problemati-che comuni alla Congregazione; ricerca di forme di col-laborazione e solidarietà tra Province, Viceprovince eVicariati regionali.

P. Ottaviano D’Egidio, il Consiglio Generale, laCommissione sulla Ristrutturazione e il moderatore del

prossimo Capitolo Generale, p. Ward Cortvriendt, O. Praem.

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Nota dell’Editore: In preparazione al Capitolo Generaledel 2006, p. Fabiano Giorgini ha scritto un libretto nellaserie (Ricerche di Storia e Spiritualità Passionista) inti-tolato “Organizzazione e ristrutturazione nella storiadella Congregazione passionista, Note storiche”, Roma2005. Attualmente questa pubblicazione è disponibilesolo in italiano. Tuttavia p. Fabiano ha preparato unasintesi del lavoro che qui presentiamo “ per aiutare ilreligioso ad apprezzare la sua vocazione”.

Nella vita consacrata gli aggiustamenti organizzativi, atutti i livelli, si sono avuti in continuità per le differen-ti forme dello stile di vita in cui si è espressa la vitaconsacrata nelle diverse epoche culturali ed ecclesiali.Anche nella nostra Congregazione si sono avute molteristrutturazioni, anche se non si è usato questo termineche oggi appare nei nostri documenti. Vi sono stateristrutturazioni nel numero dei consultori generali eprovinciali, sulla composizione dei capitoli generali eprovinciali, sulla dieta, sull’economia, ecc. Vi sonostate ristrutturazioni più radicali riguardo ai criteri con

i quali sono state fondate e denominate (chiamate) lenostre case (ritiri, residenze, quasi ritiri, ospizi,ecc.) eriguardo alle Province. Di questi eventi storici offre unpanorama il fascicolo 57 di RICERCHE DI STORIA ESPIRITUALITÀ PASSIONISTA: Organizzazione eRistrutturazione nella storia della CongregazionePassionista. Appunti storici, Roma 2005, p. 68.Nella Congregazione passionista l’organizzazione baseè stata la comunità locale, ispirata al modello dellacomunità apostolica: “La loro vita, scriveva ilFondatore, non è punto dissimile da quella degliApostoli, anzi tutta conforme alli medesimi, la condot-ta dei quali è stata la norma delle costituzioni che ten-dono a formare un uomo tutto di Dio, tutto apostolico,un uomo di orazione, staccato dal mondo, dalla robba,da sé stesso, acciò possa con tutta verità chiamarsidiscepolo di Gesù Cristo, si renda abile a generaremolti figli al cielo”. ( Notizia 1747, N. 3).La comunità apostolica era una comunità che davacoraggiosa testimonianza di Gesù con l’assidua pre-ghiera e l’annuncio della Parola. La comunità passio-nista fu strutturata da Paolo su una intensa esperienzadi Dio, contemplato ed accolto nel suo rivelarsi Amoreche dona la propria vita per l’uomo. Per assicurare que-sta assidua esperienza di ‘Dio-Amore-donato’ scelsemezzi opportuni come: la solitudine geografica e lostare in disparte dalla folla; la povertà radicale fidando-si della promessa di Gesù che ‘l’operaio è degno dellasua mercede’. La struttura portante della comunità prevedeva la pre-senza animatrice del Superiore, considerato anchePadre spirituale, per dare modo ai religiosi di aprire illoro cuore ad una persona competente e designata dal-l’autorità dell’istituto. La comunità si prendeva curaanche della salute fisica del religioso, lo aiutava a svi-luppare la sua vita spirituale, a formarsi anche intellet-tualmente in vista della missione da svolgere in nomedella comunità stessaLa comunità doveva essere composta da 10 / 15 mem-bri in modo che vi fosse la lode continua di Dio, con unsufficiente numero di religiosi, mentre altri predicava-no le missioni, gli esercizi spirituali, ecc. Si volevaanche che la comunità e i religiosi non fossero occupa-ti direttamente nella cura delle parrocchie per non esse-re assorbiti in servizi, certamente utili alla Chiesa loca-le, ma che non rispondevano a quanto il Fondatore sen-tiva di dover offrire alla Chiesa.

APPUNTI STORICISulla Ristrutturazione nella Congregazione

Passionista. Di P. Fabiano Giorgini, C.P.

Vetrata colorata del coro del Convento diPittsburgh, USA.

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aQuesto fu il criterio nell’organizzazione della comu-nità capace di conseguire il proprio fine, sia all’interno(comunità viva, di orazione continuata, di studio e dipreparazione al servizio apostolico della predicazio-ne), sia pastoralmente (esercizio del ministero dellaconfessione, direzione spirituale, esercizi spirituali,missioni.In base a questo criterio non si facevano nuove fonda-zioni se non si prevedeva di poter disporre di un suffi-ciente numero di religiosi (12/15) da porre nella nuovacomunità.Per cui dopo la soppressione di Napoleone i Superiorimaggiori decisero di non riaprire tutti i ritiri, ma soloquelli fondati da S. Paolo della Croce, e neppure tutti,ma solo 10 tra le due Province e fino al 1830 non siaccettarono nuove fondazioni per aumentare il numerodei religiosi con le nuove professioni.Le residenze delle zone missionarie della Bulgaria eValacchia, e nella prima metà del sec. XX quelle dellenuove aree missionarie (Perù, Cina, Africa) non furo-no considerate ritiri, cioè case formate, in quanto aidoveri ed ai diritti.Questi criteri protessero la comunità ed anche la strut-tura portante della sua vita di preghiera, di studio e diservizio apostolico, ma quando la Congregazione,verso la metà del sec. XX, si trovò con tanti conventio residenze create senza la rigida adesione a quei cri-teri cominciò a sentire un disagio circa la vita dellecomunità. Possiamo dire che fino al 1952 gli accomodamentistrutturali oppure organizzativi si fecero tenendo contodi questa struttura basilare della comunità da salva-guardare come il Fondatore l’aveva forgiata.Avvennero molti cambiamenti nella struttura delleProvince, per es. fino al 1854 una sola Provincia rag-gruppò le comunità operanti in Inghilterra, Irlanda,Belgio, Francia; nel 1854 le comunità di Francia,Belgio, Olanda formarono la Provincia S. Michele,distaccata dalla Provincia di S. Giuseppe. Le comuni-

tà che si svilupparono nel Centro America e nel sudAmerica subirono molti accomodamenti riguardoall’appartenenza alle Province prima di trovare quellapiù opportuna. Nel 1952, nel Capitolo generale, sidecise di operare una revisione delle regole e costitu-zioni indicando ciò che in esse era ritenuto essenzialee quello che era considerato accidentale. In questarevisione, operata tra il 1953-59, rispetto alle case fuintrodotta una forte ristrutturazione con la distinzionedelle case in: ritiri, quasi-ritiri, residenze e case di piùprofonda solitudine (Regola 1959,N. 243). Il fine eraquello di rendere possibile una vita comunitaria adattaalla finalità della singola casa. In pratica ciò facilitò lamoltiplicazione delle case, non badando alla solitudineed al numero dei membri della comunità. La revisioneportò anche ad un forte accentramento del potere nellemani del Superiore generale e suo Consiglio ed anchea favore del Provinciale e suo Consiglio, i Superiorilocali non furono più eletti nel capitolo provinciale.Dopo il Concilio Vaticano II il movimento fu all’oppo-sto un radicale decentramento che ridusse molto l’in-flusso del Generale e del suo Consiglio sull’andamen-to della Congregazione; ridusse anche l’influsso delProvinciale e del suo Consiglio nell’ambito della stes-sa Provincia. Non si diede più attenzione sufficiente allo stile di vita,cioè a quanto poteva aiutare la pratica personale ecomunitaria della sobrietà, (digiuno e povertà), delsilenzio come clima necessario per una intensa espe-rienza di Dio, anima del servizio apostolico. Il tutto fulasciato alla ricerca dei capitoli provinciali ed allabuona volontà delle singole comunità. In pratica, sparìil concetto di ritiro come casa in solitudine al fine dicreare meglio l’ambiente di preghiera e di studio invista della preparazione al servizio apostolico.Prevalse il concetto di casa come semplice residenza,riducendo il valore del numero dei membri (un mini-mo di 3 religiosi sono una comunità formata).È anche importante ricordare che lo sforzo missionarioin aree non cattoliche è stato compiuto dallaCongregazione nel sec. XX affidandolo alle singoleProvince, le quali hanno avuto la responsabilità delpersonale (da preparare, inviare e curare) e della ricer-ca dei mezzi economici. Nell’insieme l’esperienza èstata soddisfacente. Mentre per la Bulgaria e Valacchiafino al 1935, quando fu affidata alla Provincia SPE,Olanda, il Generale provvedeva il personale, maincontrò spesso difficoltà a reperirlo. E lo stesso èavvenuto per la casa di Betania da quando non fu piùusata dalla Provincia MICH, Francia, dopo la primaguerra mondiale.Spero che il fascicolo indicato possa essere di qualcheaiuto ad una migliore riflessione su quanto si intendeoperare per il migliore utilizzo apostolico delle nostreforze nella Chiesa.

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Affresco nella chiesa di s.Paolo della Croce a Ovada., Italia.

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La predicazione ai monasteri è stato uno deimodi più importanti per promuovere tra le reli-giose la memoria dell’amore salvifico di Diorivelato dalla vita e passione di Gesù. Questamemoria doveva incoraggiare le persone consa-crate all’unione dicarità con Dio e dedi-carsi al bene del pros-simo. La legislazionecanonica era moltooculata nella scelta deipredicatori e confesso-ri per i monasteri e lecomunità femminili.La richiesta di questoservizio significavastima da parte deivescovi, dei cappellanie delle superiore deglistessi monasteri versoi passionisti. Paolodella Croce. tantooccupato nella fonda-zione e organizzazionedella Congregazione e nella predicazione dellemissioni al popolo, non poté rispondere a tutte lerichieste che gli venivano fatte dai monasteri.Predicò un centinaio di corsi ai monasteri, cirimane memoria sicura di almeno 57 corsi diesercizi alle comunità contemplative ed allepoche comunità femminili di vita attiva del suoperiodo. Egli organizzava la tematica tenendopresente il metodo ignaziano e le necessità dellacomunità, ma dando un posto eminente allameditazione della passione di Gesù.. In generefaceva ogni giorno due o tre meditazioni suimisteri della fede, o sui novissimi, unendovi lameditazione della passione di Gesù e due istru-zioni, o riforme, per aiutare a vedere meglio levirtù da praticare e i difetti da correggere.L’Eucaristia veniva celebrata ordinariamente al

mattino presto sia perché la gente e le comuni-tà si alzavano assai presto, sia per la ragione deldigiuno. Siccome nel suo tempo non ci si pote-va comunicare ogni giorno, egli durante gi eser-cizi amava fare una cosiddetta “comunione

generale” conparticolare so-lennità per faremeglio apprez-zare il donodell’Eucaristia.Nelle riformeinculcava mol-tissimo la caritàfraterna, la per-fetta vita comu-ne, la fedeltà aivoti ed alle re-gole, lo zelo perla salvezza del-le anime cheper le monacheconsiste in mo-do particolare

nel pregare per la loro conversione e per la loroperseveranza nel bene.Inculcava molto il mantenere durante il giorno ildialogo di amore con Dio presente nel propriocuore e per questo scopo raccomandava di cre-arsi un “mazzetto di affetti” della meditazionedella passione di Gesù e portarlo nel propriopetto ripetendo durante il giorno atti di gratitudi-ne (“grata memoria”), offerta della propria vita esacrifici e unirsi all’intercessione di Gesù per lenecessità della gente. Al termine di ogni corsoPaolo, ordinariamente, dava anche alcuni ricor-di per stimolare a formulare dei propositi cheriteneva più utili per le religiose in quel momen-to. Questa impostazione metodologica e di stilepassò in eredità ai membri della congregazione.

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La Predicazione Passionista ai monasteridelle Monache e di altre Religiose nel

18 e 19 secolo.

P. Fabiano Giorgini, C.P. - P. Paulino Alonso, C.P.

Cortile interno del Monastero delle Monache Passioniste di Tarquinia.

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Altri passionisti, durante i secoli XVIII e XIX,predicarono corsi ai monasteri ed alle comunitàreligiose femminili di vita attiva che si sviluppa-vano in quel periodo. Dagli Annali del P.Giammaria Cioni, fino al 1796, risultano eserci-zi spirituali ad almeno 100 comunità femminili.In realtà la predicazione fu molto più vasta per-ché spesso l’autore dice di non recensire questiesercizi per fare più spazio alle missioni ed eser-cizi pubblici al popolo.

Dai vari registri dei ministeri apostolici tra il1828 e il 1902 nella sola regione Lazio i passio-nisti hanno predicato 835 corsi di esercizi spiri-tuali alle comunità femminili della regione.Dalla comunità di Lucca nella Toscana dal 1830al 1902 si predicarono 15 / 20 corsi di eserciziall’anno. In Inghilterra dagli Annals di Nardoccirisultano dall’inizio della presenza passionistacorsi alle poche comunità femminili che cresco-no durante il sec. XIX e dagli anni ’70 i passio-nisti predicavano 17 / 20 corsi all’ano alle comu-nità femminili contemplative o di vita attiva

Vari predicatori non si sono contentati dellaparola proclamata, ma hanno anche scrittolibretti per aiutare le perso-ne a crescere nello spiritodi preghiera e nella praticadella carità e perfetta vitacomune. Tra questi il B.Domenico Barberi che,oltre alla predicazione deicorsi di esercizi, scrisse peralcune comunità religioselibretti per la formazione alsenso di appartenenza pervivere la propria identitàcarismatica. e specialmen-te per istruire nell’orazionementale. Scrisse tra l’altrouna serie di dialoghi peraiutare le religiose a diven-tare donne di orazione e per l’istituto della cari-tà di Veroli scrisse un libretto sulla carità nellacomunità e sua pratica [1]. Il B. Domenico portòquesto suo ardore di predicatore per il bene dellecomunità religiose in Belgio e in Inghilterra

dove rivide e tradusse in inglese i dialoghi sullaorazione per aiutare alcune comunità a cui avevapredicato. …

Un altro predicatore molto ricercato nel sec.XIX fu il B. Lorenzo Salvi che scrisse sulladevozione a Gesù Bambino anche se non soloper le anime consacrate. Anche il P. IgnazioCarsidoni, per aiutare le persone a mantenere ilfrutto degli esercizi spirituali pubblicò SanteIndustrie per mantenere stabilmente il fruttodegli Spirituali Esercizi. Il libretto era diretto atutti coloro che facevano gli esercizi spirituali,laici e religiosi.

Lo stesso impegno di predicazione alle comuni-tà religiose fu sentito dai passionisti negli USA,nella Spagna, nel Mexico. Negli USA il P.Gaudenzio Rossi, che aveva predicato per alcu-ni anni in Inghilterra e poi negli Stati Uniti,scrisse The Voice of Jesus per insegnare a medi-tare la passione di Gesù utilizzando il dialogo traGesù e chi medita.

Il fare crescere le religiose nello spirito di ora-zione e nell’amore alla meditazione era ritenuto

giustamente unmezzo impor-tante per assi-curare la perse-veranza neibuoni propositif o r m u l a t idurante gliesercizi spiri-tuali e aiutarlea ritrovare ognigiorno la moti-vazione chepoteva soste-nerle nel vive-re con entusia-smo l’essere

con Gesù offerta viva a gloria della Trinità ebene della comunità.

Monache Passioniste, Lucca.

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Nonostante sia una causaesterna, ma comunque condotta dallaPostulazione generale passionista,vogliamo in questo numero del BIPproporre la fugura di Madre MariaPia Mastena. Fondatrice delle Suore del SantoVolto, cui ci lega la vicinanza allaloro clinica sull'Aventino, nel cuoredi Roma, ma anche le varie predica-zioni e la Missione in Indonesia, èstata beatificata da Sua SantitàBenedetto XVI il 13 novembre 2005.Al suo Istituto ci unisce pure una spi-ritualità incentrata sul Cristo dellaPassione, ed a Lei particolarmente ladevozione verso santi passionisti,quali S. Paolo della Croce, S.Gabriele dell'Addolorata e soprattut-to S. Gemma Galgani, sotto la cuiprotezione pose le aspiranti del suoIstituto.La spiritualità di Madre Maria PiaMastena è spiccatamente cristocen-trica. Così la sintetizza il P. FilippoD’Amando: “Diremo subito che inMadre Pia Mastena il rapporto perso-nale con Gesù divenne trasformazio-ne in quella nuova creatura di cuiparla e su cui insiste S. Paolo, si fecemovimento per afferrare Cristo puressendo afferrata da Cristo, un con-fondere la propria ora con l’ora diGesù, un tendere al Dio di ogni con-solazione, al di fuori di ogni consola-zione, un abbracciarsi alla croce, tro-vando in essa il compimento di quan-to manca alla Passione di Gesù” (cit.in Positio, p. 526). Il Volto del Cristo la spinge a rivive-re in sè lo stesso amore di lui spintofino alla prova suprema dellaPassione e della morte.

Queste sue caratteristiche spiritualifecero sì che con gioia, il mio prede-cessore, P. Carlos Lizarraga, acco-gliesse questa causa, ed in seguitoanch'io, fino a vederne la venerabili-tà il 5 luglio 2002 ed infine la beati-ficazione.

BREVE PROFILO BIOGRAFICO

La Beata Maria Pia Mastena nacquea Bovolone in provincia di Verona il7 dicembre 1881, primogenita disette figli dei coniugi Giulio e MariaA. Casarotti. Il papà era un cristianopraticante, amante della famiglia,lavoratore onesto, paziente e benevo-lo verso i poveri. Si distinse per lasua grande carità. La mamma era unacristiana esemplare: insegnante ele-mentare, apparteneva al Terzo ordinefrancescano, impegnata molto nellaattività parrocchiale, partecipavaogni giorno alla Santa Messa e face-va particolari penitenze. Da questoambiente familiare e profondamentereligioso la Beata attingeva gli ele-menti della sua educazione e forma-zione che la porterà alla santità. Suasorella Maddalena morì in fama disantità, il fratello Plinio dovetterinunciare al sacerdozio per motivi disalute, un altro fratello P.Tarcisio diventò cappuccinoe missionario in Brasile. LaBeata fu battezzata il29.12.1881 e il 19.3.1891ricevette la Prima Comu-nione che resterà per lei unodei più bei ricordi della suavita, giornata festiva checommemorerà solennementeogni anno fino a tarda età.L'incontro con Gesù nell'Eu-caristia fu decisivo per lei: inquella occasione emette ilvoto privato di perpetua ver-ginità. La sua spiritualità fuimpregnata di un amore pro-fondo verso Gesù eucaristico.Il 27.8.1891 ricevette ilSacramento della Confer-mazione.

A Bovolone frequentò lascuole comunali e passòun'adolescenza tranquilla,animata dal fervore apostolico, inse-

gnando il catechismo ai bambinidella parrocchia. La vita cristianaautentica e intensa nella famiglia e ilsuo zelo apostolico spingevano lagiovane Maria Pia sulla via della per-fezione e verso una totale donazionedi se stessa a Dio.Il 7 settembre 1901, a 20 anni, entrònell'Istituto delle Sorelle dellaMisericordia di Verona ed emise laprofessione il 24 ottobre del 1903con il nome di Suor Passitea Maria diGesù Bambino. Con il permesso delConfessore, della Madre Generale edella Maestra delle novizie, fece l' 11aprile 1903 "il voto privato di vitti-ma", con una vita spirituale moltointensa, una spiccata spiritualitàeucaristica ed una particolare devo-zione al Cristo della Passione eall'Immacolata. Negli anni 1907-1908 conseguì l'abilitazione all'inse-gnamento e il diploma di Maestrad'Asilo.

“Il tuo Volto io cerco”: Beata Maria Pia Mastena

P. Giovanni Zubiani, C.P.Postulatore Generale

Beatificazione della beata Maria Pia Mastena,Basilica di san Pietro, Roma.

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Svolse il compito dell'insegnante indiversi luoghi, dedicandosi anche adun intenso apostolato tra gli alunni,infermi e inabili. Un lungo periododi 19 anni lo trascorse a Miane, doveorganizzava la liturgia e le funzionireligiose, le scuole pomeridiane perdonne e ragazze e quelle serali per igiovani e gli uomini.

Con l'autorizzazione dei suoiSuperiori ed il "nullaosta" dellaSanta Sede, entrò il 15 aprile 1927 inun monastero di clausura, a cui aspi-rava fin dal 1910, per assecondare lasua vocazione eucaristica e per vive-re una vita contemplativa. Nel mona-stero cistercense di Veglia rimasefino al 15 novembre 1927. Questocambiamento portò alla Beata grandiprove; essa però si inserì completa-mente nella vita claustrale nelMonastero mostrando un particolarefervore per l'Eucaristia, per laPassione di Gesù e per il suo SantoVolto. Il 15 novembre 1927, incorag-giata dal Vescovo di Vittorio Veneto,uscì dal Monastero, riprese l'inse-gnamento e passò all'istituzione diuna nuova Congregazione.

Nel 1936 il Vescovo, con decreto,fece l'erezione canonica dellaCongregazione del Santo Volto, laBeata rinnova i voti religiosi e leprime suore sono ammesse alla pro-fessione. Vennero aperte case reli-giose in diverse città. Il 10 dicembre1947 la Congregazione venne rico-nosciuta di diritto pontificio. L'annoseguente la Congregazione celebrò ilprimo capitolo generale nel qualeMadre Mastena venne elettaSuperiora Generale. Tutta la sua atti-vità fu dedicata al consolidamento eall'espansione della Congregazione,promovendo nuove iniziative per ipoveri, sofferenti ed ammalati.

Morì a Roma il 28 giugno 1951 alleore 22.35 ricevendo il Sacramentodegli infermi. La salma venne trasfe-rita a San Fior di Sopra dove venne-ro celebrati i funerali nella parroc-chia, presenti molti sacerdoti e fede-li. Il 26 dicembre 1953 la salmavenne trasportata nella cappella

dell'Istituto.Sulla lapidesepolcrale sitrova questai sc r i z ioneche racco-glie in sinte-si la vita,l'attività e levirtù di Ma-dre Mas-t e n a :"Fideliter-fortiter sua-viter tran-sit".

SPIRITUALITA'

Dalle testimonianze, dai documenti edagli scritti risulta che la BeataMaria Pia Mastena era una donna diprofonda fede centrata su Gesù euca-ristico e sulla Passione del DivinRedentore. Ella era dotata da Dio digrande intimità con Lui, di profondaesperienza mistica, innamorata dellaChiesa, e tutta impegnata nell'attivitàapostolica per salvare le anime. Perla sua vita spirituale fu decisiva laprima Comunione quando aveva 10anni. La sua spiritualità fu essenzial-mente cristocentrica che esprimevauna comunione personale con Cristoe con una intensa devozione eucari-stica. Nel Santo Volto contemplavala misericordia del Padre celesteoffrendosi con l'oblazione totale disé per la salvezza delle anime. Dalsuo amore verso Cristo nascevaanche il suo tenerissimo amore allaVergine Maria, alla santa Chiesa e isuoi ministri. Praticava sempre ilraccoglimento interno, lo spirito dimortificazione e di povertà. Comenovizia con permesso del Confessoree delle Superiore fece "il voto di vit-tima" con cui si legava per sempre alCristo della Passione con una mortemistica. Con attenzione seguiva ilmagistero del Papa Pio XI sul Cuoredi Gesù, e di Pio XII sul CorpoMistico di Cristo. Al suo Istituto haimpresso una dimensione ecclesialee cristocentrica. La sua fede e sotto-missione alla volontà di Dio si puri-ficavano nella oscurità degli eventi

delle prove e delle umiliazioni dopoil "fallimento" umanamente parlan-do, della vita claustrale dalle Cister-censi.

Nell'osservanza della Regola era esi-gente, però nello stesso tempo racco-mandava continuamente la gioia e laserenità, vissuta alla luce del SantoVolto di Cristo. La Beata Mastenaera una Maestra eccellente della vitaspirituale, non soltanto alle Suore,ma anche agli aspiranti al sacerdozioe alla vita religiosa. Le caratteristi-che della sua vita spirituale e il suocarisma potrebbero essere riassuntenelle parole:- "propagare" la conoscenza e ilculto del Santo Volto di Gesù; è larealtà del messaggio cristiano chenasce dal battesimo e che fa di ognicristiano un apostolo del Volto soffe-rente di Gesù;- "riparare": la persona consacrata edogni cristiano, deve unirsi al Cristonella passione e nella morte, perseguire Gesù e offrirsi a lui con unacontinua espiazione riparatrice quan-to manca alla passione di Cristomistico che è la Chiesa;- "ristabilire": il Volto di Gesù non vasoltanto contemplato ma va imitato,incarnato, vissuto soprattutto me-diante le opere di servizio e di carità,di giustizia, di fratellanza, per rista-bilire i lineamenti del Santo Volto diGesù nel volto del prossimo.

Papa Benedetto XVI e padre Giovanni Zubiani, PostulatoreGenerale.

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INFORMAZIONI SUL PROCESSO DICANONIZZAZIONE DEL BEATO CHARLES HOUBEN

(di Mount Argus)

Il 24 novembre 2005nell’Aula dei Congressi dellaPontificia Congregazione per leCause dei Santi, il Sottosegretario hapresieduto alla consulta medicariguardo al presunto miracolo fattoal sig. Adof Dormans diManstergeleen (Olanda) per inter-cessione del Beato Carlo Houben.

Riassumendo il caso, riportato nella“Positio” e basato sul processo dio-cesano che ha avuto luogo nella dio-cesi di Roermond, i medici che ave-vano studiato il caso e che non ave-vano trovato una spiegazione scien-tifica al caso, hanno dato la loro una-nime approvazione per il prosegui-mento dello studio del miracolo pre-sentato.

Il 22 febbraio 2006 il Vescovo,

P r o m o t o r eGenerale dellaFede, ha presie-duto alla di-scussione deiC o n s u l t o r iTeologi. Circala Causa diHouben e ilpresunto mira-colo attribuitoalla intercessio-ne del BeatoCharles di Mo-unt Argus, iteologi, assie-me al vescovoP r o m o t o r e ,hanno espressoil loro giudiziopositivo.Ora la Causa

sarà esaminata daiCardinali e Vescovidella medesima Con-gregazione.Se tutto procede favo-revolmente, il prossi-mo passo sarà laPromulgazione delDecreto Pontificio chedichiara la natura mi-racolosa dell’evento.Quindi il Santo Padrechiederà il parerefavorevole al consi-glio dei Cardinali inun concistoro per pro-cedere alla canonizza-zione. Se l’opinionedei Cardinali è favore-vole Sua Santità stabi-lirà la data per lasolenne cerimonia diCanonizzazione del

Beato Charles Houben nella Patriarcale Basilica disan Pietro.

Beato Carlo Houben a circa 45 anni.

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Nello spazio molto ristretto che miviene concesso per queste riflessioni,osservo anzitutto che l’impostazionedel questionario incentrata sui tre temidel carisma, della presenza, della mis-sione, ha sventato nel modo miglioreil pericolo di pensare alla Ristruttura-zione come a qualcosa di esteriore, dipuramente giuridico o geografico,quale potrebbe essere l’accorpamentodi province o vicariati. Lo ha sventatoconducendo i religiosi a interrogarsisui valori spirituali e sulla loro rivita-lizzazione, soprattutto sul carisma. Neè risultato che il carisma dellaPassione sta a cuore a tutti i passioni-sti. Allo stesso modo sta a cuore a tuttila figura del Fondatore, la storia dellaCongregazione e le altre figure disanti e si lamenta la difficoltà che siha in diverse culture ad approfondirela conoscenza di queste figure e dellastoria e spiritualità della Congre-gazione. E’ questo un elemento unifi-cante di cui non si può sopravvalutarel’importanza, anche se è chiaro chequesta riconosciuta unità del carismadeve fare i conti con le diversità dei

modi di intendere lo stesso cari-sma. Quanto è bello che tra passioni-sti si discorra di carisma, di pre-senza, di missione, ci si interro-ghi su questi aspetti, si comuni-chino i propri sentimenti a que-sto riguardo, non soltanto con lepersone vicine, ma con tutto ilresto della Congregazione! Oltrele ristrutturazioni fisiche o giuri-diche - e prima ancora di esse -si sono aperti squarci sopra lapossibilità di ristrutturazionimentali e spirituali. L’averincentrato il nostro discorso suitemi fondamentali del carisma,della presenza e della missione èstata una magnifica intuizione,di grande valore. Io ho trovatomolto interesse nel leggere lerisposte ai questionari di tantecomunità e di tanti religiosi sin-

goli del mondo. Certo ci si domandacome sia possibile ampliare questodialogo perché molti – tutti coloro chelo desiderano - vi possano partecipare.Io ho proposto a P. Nicholas che tuttele sintesi delle risposte da noi prepara-te siano passate sul sito Internet dellaCongregazione in modo che tutti lepossano consultare e che, se uno lodesidera, possa accedere alle stesserisposte originali. Mi hanno fattoosservare che ci sono problemi di tra-duzione e non so se questo sarà attua-bile. Riporto, ad esempio, un piccolo branodella risposta del Consiglio vicarialedel Kenia sul tema del carisma:“Nelle nostre comunità dobbiamo fareesperienza che la Passione di Gesù èuna bella notizia per noi, ci libera dal-le paure, schiavitù, autogestione dellavita, ci mette nella gratuità dei rappor-ti e non nel merito, ci mette dentrol’urgenza dell’annuncio agli altri. E’ ilprocesso-itinerario che la Passionecome amore-dono mette in atto. Sequesto processo non ci trasforma nel

modo di accogliere la vita quotidianae le relazioni, non è una bella notizia(non siamo evangelizzati) e nonsiamo portatori di una bella notizia(non siamo evangelizzatori)”. La stes-sa risposta chiedeva che laCongregazione formi una propriascuola di teologia a servizio di tutta laChiesa. Ad un livello simile a questosono molte altre risposte.Si è rilevato più volte che la caduta dialcuni ministeri tradizionali nei qualisi pensava che si esplicitasse necessa-riamente il carisma della Congre-gazione ha portato a ricercare la con-sistenza dello stesso carisma ad unlivello più profondo, tale che si potes-se manifestare anche in attività diver-sificate. Questo non significa, però,come si è portati a pensare partendoda una mentalità molto giuridica, cheil carisma non abbia una sua fisiono-mia e la Congregazione non abbia unasua identità. Non significa, cioè qua-lunquismo e relativismo. La Congre-gazione è chiamata a acquisire sempredi più la capacità di discernere qualiministeri e attività rispondano al cari-sma e quali no. Ad esempio, nellarisposta del vicariato Corm-Gem, sidesidera “una congregazione dal voltoapostolico variegato e complementa-re, senza contrapposizioni, in cui sipercorrano varie vie purché giunga apiù persone l’unica Parola dellacroce”.La diversità dei modi di concepire ilcarisma nuoce certamente all’unitàdella Congregazione, ma favorisce,peraltro, la percezione della vastitàdei significati del carisma. In partico-lare sono state evidenziate due dimen-sioni fondamentali del carisma: quellache si potrebbe chiamare attiva, diannuncio, di redenzione e trasforma-zione dell’etica dominante, di libera-zione; e quella che si potrebbe chia-mare passiva (ma che è più attiva diqualsiasi attività), che dà senso allasofferenza e ne mostra la fecondità.

Riflessioni sullo stato attuale delprogramma per la Ristrutturazione

p. Adolfo Lippi CP, Commissione della Ristrutturazione

P. Adolfo Lippi, della Commissione dellaRistrutturazione, Provinciale della PRAES.

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I E’ una dimensione estremamente pro-fonda, che si collega alla ricerca domi-nante tutto il pensiero attuale, nonesclusa la letteratura e le arti, sul signi-ficato profondo della sofferenza, sipotrebbe dire sul suo significato perDio e in Dio, una ricerca che esige unanuova immagine di Dio e una nuovateologia, che sarebbe peraltro ben radi-cata sia nella bibbia (liberata da certicondizionamenti), sia, soprattutto,nella mistica. Conosciamo tutti, credo,le ricerche sul valore di riparazioneproprio della sofferenza dei santi unitaalla Passione di Gesù. La nostra rivistaLa Sapienza della Croce ne hatrattato diverse volte. Questo sig-nifica che il carisma non privilegiaciò che è apprezzato nel mondo,cioè gli aspetti più gratificanti del-l’esistenza, ma integra anche tuttele realtà di diminuzione e la stessamorte, le quali pure fanno partedell’esistenza umana.

Così è evidente nella maggiorparte delle risposte che i segni divita della Congregazione o di ognisua comunità non possono esserericercati in ciò che rimane, quasi perinerzia, delle forme di vita di un tempo,nelle quali si riscontra una progressivaperdita di forza dello Spirito. Essi siriscontrano piuttosto nella capacità diadattarsi alle nuove situazioni, di rici-clare edifici e risorse, di aprirsi all’altrosenza la costrizione della legge, diassumere la responsabilità dellaCongregazione nelle situazioni in cuici si viene a trovare, nel compito dellapreghiera, nel sentimento di avere unamissione anche senza che nessuno laesiga o la riconosca. Segno di vita èpercepire la Passione come gratuità,cioè dono gratuito, andando al di làdella mentalità dello scambio e capireche questa gratuità, che arriva al perdo-no, costruisce la pace e l’unità dellacomunità. Se il carisma non general’unità della comunità, è scritto in unadelle risposte, vuol dire che è alienato.Una comunità arriva a ipotizzare chel’attuale diminuzione e invecchiamen-to dei religiosi possa essere vissutocome un invito di Dio a vivere ilmomento dell’abbandono di Gesù daparte del Padre. Appare invece comeun segno di morte, da allontanare, latendenza a disimpegnarsi dal carisma

perché sono venute a mancare le condi-zioni nelle quali ciascuno di noi avevaconosciuta per la prima volta la vitareligiosa.

c. Verso prospettive concrete diRistrutturazione

Detto questo, ci possiamo domandarese appaiono nelle risposte delle pro-spettive concrete di ristrutturazioneanche giuridica, geografica, economi-ca. Ripeto quanto detto sopra: fino alprossimo Capitolo generale si tratta piùche altro di dialogare per conoscere

l’esistente. Comunque, mi pare che la

Consultation B (quella diretta ai supe-riori maggiori) tenda a porsi un po’ acavallo fra la Consultation A e le deci-sioni concrete per la Ristrutturazioneche dovrebbero scaturire dal Capitolo ematurare dopo.

Le alternative nelle quali si esprimevail questionario per la Consultazione Bnon contrapponevano tanto una visualetradizionalista rispetto a una visualeprogressista quanto un attaccamentoagli aspetti più istituzionali rispetto auna riscoperta della natura profetica ecarismatica della consacrazione reli-giosa. In genere le risposte si dividonoa metà: questo fa capire che si hannopresenti le difficoltà e magari anche idifetti di ciascuna delle due imposta-zioni. In effetti, non bisogna dimentica-re che l’attitudine profetica generasempre rifiuti e magari persecuzioni.La bibbia dimostra questo con forza ela psicologia evidenzia i complessi dipaura, di insicurezza, di resistenza alnuovo e al diverso che generano auto-maticamente e spesso irresistibilmente

meccanismi di difesa e di attacco esa-gerati e irrazionali. Non possiamodimenticare che non siamo una congre-gazione nuova, alla quale si aggregasoltanto chi condivide la novità delcarisma. Per molti gli aspetti più istitu-zionali sono certamente quelli chedanno una sicurezza a cui non sono ingrado di rinunciare. Come fare in modoche questi non impediscano la fiorituradi nuove risposte carismatiche e profe-tiche alle sfide del nostro tempo? E’ unargomento che dovrebbe essere studia-to più ampiamente in modo da formareuna coscienza comunitaria ed evitare

inutili e dolorosi conflitti.

Certamente una presa di coscienzaoggettiva e anche scientifica (scienzeumane) può molto aiutare. Sono tanticoloro che chiedono un approfondi-mento e un migliore coordinamentodegli studi sul carisma e la sua attua-zione oggi. Molto numerose sono lerisposte che chiedono di sviluppare ilrapporto fra i religiosi e le altre com-ponenti della Famiglia passionista,monache, suore laici. Questa apertu-ra, comune a tanti istituti, può pure

aiutare nel ricupero della vitalità profe-tica. Un altro argomento molti ricor-rente è quello della solidarietà soprat-tutto all’interno della Congregazione,ma anche all’esterno. Meglio ancorasarebbe, per molti, andare oltre la soli-darietà economica e arrivare ad unaversa condivisione, a livello internazio-nale, di tutte le risorse dellaCongregazione, cominciando dalloscambio di persone.

Certo siamo soltanto all’inizio di ungrande lavoro che, se portato avanticon perseveranza, può condurre a quel-la rivitalizzazione della Congregazioneche tutti auspichiamo. Fondamental-mente si tratta di vedere che cosa ilSignore vuole operare oggi nella nostraCongregazione, stare attenti alle coseche Lui vuol fare, più che a quanto noipossiamo ritenere bello fare. Ricono-scere i segni di vita che ci sono nellavoro di Ristrutturazione e servire allaVita.

Mosaico della Cappella delle Confessioni nelSantuario di san Gabriele, Italia.

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Provenienti dalla Spagna i primi missionari Passionistiarrivarono a Monte Sameiro, a Braga il 7 ottobre del1931. Nel 1933 lasciano Monte Sameiro e vanno risiede-re nella città di Braga. Nel 1933 si trasferiscono aBarroselas (Viana de Castello) dove, nel 1941, inizianouna bellissima costruzione del Convento che accoglie iprimi seminaristi portoghesi, nel 1951. Oggi è Casa diRitiri.Poco alla volta, anno dopo anno, i missionari passionistisi sparsero nelle terre lusitane. Per ordine di successione:Vila da Feira, Acros de Valdevez, Antuzede, Palhais(Barreiro), Linda-a-Velha (Lisboa),Quimbele-Uìje (ango-la),Viseu. Oggi sono a Barroselas, Santa Maria da Feira,San Antonio da Charneca (Barreiro), Linda-a-Velha,Viseu e Uìje (Angola).In un atteggiamento di gratitudine i Missionari Passio-nisti hanno aperto la Commemorazione dei 75 anni pre-cisamente nel Santuario di Nostra Signora di Sameiro, aBraga, con una Eucaristia e una visita alla prima Casa cheli accolse nel 1931. In seguito passarono attraversi i postipiù significativi di Braga che avevano a che fare con laloro presenza. Infine pranzarono nella casa di Mae che èconsiderata parte di Barroselas.Un gesto molto significativo fu la visita al cimitero diquesta località nel quale ricordarono in una preghiera diringraziamento tutti quei Passionisti che parteciparonoalla fondazione nel Portogallo , i corpi dei quali riposanoqui, così come anche venne offerto un omaggio di grati-tudine ai resti mortali di tutti gli altri Passionisti che lavo-rarono instancabilmente in Portogallo e che lasciaronouna impronta di buona testimonianza per la vita che ave-vano vissuto e per l’azione apostolica che avevano svol-to Per il 2006 sono programmate delle Commemorazionisignificative.La prima azione commemorativa si terrà a Barroselas ilgiorno 7 maggio del 2006; una novena in onore di sanPaolo della Croce servirà a preparare spiritualmente lafede e vivere questo momento commemorativo in un per-manente atteggiamento di Azione di Grazia per i 75 anni

di presenza Passionista in Portogallo e una Eucaristiasolenne che il 7 maggio sarà trasmessa dalla Televisione(Canale televisivo del Portogallo) e da altri mezzi dicomunicazione sociale (radio locali). Alla sera dello stes-so giorno si farà una solenne processione.Una commissione per le feste sta preparando con entusia-smo questo atto commemorativo comprese attrazioni erappresentazioni ricreativo- culturali che si terranno dal29 aprile fino al 7 maggio del 2006.La data delle commemorazioni che si terranno nel santua-rio di Nostra Signora di Fatima, che è la titolare dellaProvincia Passionista del Portogallo, è il giorno 7 ottobredel 2006. Questa chiusura delle Commemorazioni coinci-de con lo svolgimento dell’incontro Iberico dellaFamiglia Laica Passionista. Si terrà un incontro alle novedel mattino sotto l’immagine di san Paolo della Croce,fondatore dei Missionari Passionisti, che sarà posta suuna colonna in direzione del Santuario di Fatima. Quindisi proseguirà con la presentazione di un filmato sui 75anni della Presenza Passionista in Portogallo, al centroPaolo VI, e la serata terminerà con la celebrazione di unasolenne Eucaristia nello stesso luogo. Dopo pranzo ci siintratterrà con i Membri della Famiglia PassionistaReligiosa e Laicale a livello iberico avviandoci alla con-clusione delle commemorazioni partecipando a una pro-cessione per venerare Nostra Signora nella cappella delleApparizioni.

75 anni di presenzadei MissionariPassionisti in

Portogallo

CII (CONFERENza INTERPROVINCIALE IBERICA)

Locandina per l’anniversario della Provinciadi Fatima del Portogallo.

NNOOTTIIZZIIEE DDAALLLLEE CCOONNFFEERREENNZZEE

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(Riportiamo inoltre, a parte,alcuni spunti dalla let-tera scritta dal padre Fernando Rabanal e inviata atutta la comunità provinciale in occasione dell’an-no giubilare della Provincia FAM - COROM, daCaracas, Venezuela).

… Il momento congregazionale e provinciale chestiamo vivendo come processo di ristrutturazione, laconvocazione del prossimo Capitolo Generale che ilPadre Ottaviano ci invierà in questo tempo, l’incon-tro e l’assimilazione con il nostro ProgettoProvinciale emanato dal XXX Capitolo recente-mente celebrato, lo sviluppo delle diverseAssemblee delle nostre zone pastorali, sono avveni-menti che ci interpellano per vivere questo momen-to storico in un atteggiamento di conversione pro-

fonda che la Grazia di Dio va provocando in noiperché possa nascere “il nuovo” che lo Spirito desi-dera realizzare nella nostra vita religiosa passioni-sta.

…In Venezuela si stà iniziando una vitalità nuovache oltre a manifestare la presenza viva del Signorecon noi, ci introduce in uno sblocco perché senzapaura affrontiamo il rischio e la provvidenza dellanostra vocazione passionista accolga ciò che Diovuole da noi. Stiamo certi che in Venezuela Dio cichiama alla conversione e alla vita…

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NNOOTTIIZZIIEE DDAALLLLEE CCOONNFFEERREENNZZEE

Celebrazione dell’annoGiubilare della Provincia

FAM a Caracas,Venezuela.

Presentiamo una sintesi della lettera inviata allaProvincia dal padre Fernando Rabanal, Provinciale dellaprovincia della Sacra Famiglia (FAM) dal centroAmerica, durante la sua visita a San Salvador il 4 dicem-bre del 2005.“… La Assemblea Centroamericana ha fatto un “passo”coraggioso in avanti che senza dubbio è conseguenza

della grazia dello Spirito e della fede dei fratelli. In que-sto “passo” si intravvede la pasqua fatta di morte erisurrezione. Dobbiamo tuttavia discernere con spiritoacuto soprattutto noi passionisti per non lasciarci pren-dere da altre valutazioni o strategie, e accogliere l’aiutodi tutti nelle decisioni, mentre ci illumina una grandesperanza per costruire il nostro presente e futuro…

… segnalo l’importanza della ristrutturazione in vistadella nostra rivitalizzazione. Per questo occorre ricor-dare che anche se scompare una situazione giuridica,non dobbiamo dimenticare la responsabilità attualedella nostra Provincia per avviare in Honduras la nostraCongregazione. Se seguendo il nostro Santo PadreFondatore manteniamo la convinzione reale di andareincontro ai più poveri e bisognosi, non dimentichiamoche abbiamo una grande sfida, oggi ancor più grandedi ieri, in verità e vita, perché si tratta di un paese cheassieme ad Haiti è al primo posto in povertà e miseria.Difficilmente si intenderebbe la nostra presenza inAmerica Latina, per non dire impossibile, senza assicu-rare in Honduras la nostra vita e missione. La sfida nonè di coloro che stanno lì, ma di tutta la nostra comunitàprovinciale che dobbiamo rendere maggiormente pre-sente al passo con ogni comunità di lì…”

Assemblea e Pastorale. Visita diP. Fernando Rabanal Provinciale

FAM alle comunità del CentroAmerica.

Chiesa di NostraSignora di Fatima

a Caracas,Venezuela.

P.Ottaviano D’Egidio con P. Luis Alberto Cano,Consultore Generale e membri della Comunità di El

Salvador, Vicariato FAM-CHRIC.

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Il momento che stiamo vivendo in questa zona del Messicorichiede il mutuo coinvolgimento e corresponsabilità di tutti,perché davanti a questa grazia di Dio sappiamo rispondereuniti con una vera testimonianza fraterna di vita religiosa e conun sentimento di discernimento per avviare ciò che Dio chie-de e sollecita da noi, senza altro desiderio che realizzare la suavolontà. La nostra Provincia in Messico per la sapienza mise-ricordiosa dello Spirito Santo, sente rivitalizzare la forza delsuo antico ceppo e percepisce la fecondità della benedizione diDio.

Altra novità molto coraggiosa è stata la partecipazio-ne dei Volontari da lungo tempo che hanno con ammirazioneiniziato il loro lavoro con una mistica certamente passionista ehanno presentato i primi passi in questo progetto sociale delCentenario della Provincia con i bambini della strada dellaColonia Vallejo, zona complessa situata fin dall’inizio nellanostra parrocchia. Oltre al lavoro con i bambini della strada, cihanno presentato la valutazione e i progetti di diversi lavorinei quali sono coinvolti come: i corsi estivi, la piattaforma gio-vanile, il loro lavoro nella pastorale vocazionale, la loro parte-cipazione alle missioni, il loro spostamento nelle zone colpitedagli ultimi uragani per dare aiuto così come la creazione dellapagina web e la pubblicazione di una rivista passionista. Lasintonia con il nostro carisma e questa esperienza di lungadurata, oltre che essere nuova per noi, si sta espandendo molto

positivamente e potrà estendersi ad altre zone e campi dovelavoriamo ci permetterà di coordinarci in una rete a livelloprovinciale. E’ una risposta al quinto obiettivo del nostroCapitolo Provinciale, Passione per la solidarietà e la giustiziache ci ha chiesto il Capitolo Generale nel suo lavoro per laJPIC.

Desidero esprimere la mia ammirazione e gratitudinea tutti i fratelli di questa zona per la loro apertura, capacità didiscernimento, e lo spirito di corresponsabilità per individuaree affrontare sfide molto complesse che ci parlano di morte evita di fronte al futuro. Senza dubbio ciò è conseguenza dellaazione di Dio in noi. Così come desidero apprezzare l’acco-glienza e il servizio pastorale offerto da questa comunità, gliaspiranti, i fratelli del Ranchito per aver seguito con attenzio-ne e gentilezza quanti di noi si sono trovati in questo incon-tro…

ASSEMBLEA Provincia FAMa Cacalomacàn

Mèxico

Nella comunità passionista di SanGabriele dell’Addolorata (Cajicà), si ècelebrata la V Assemblea dellaViceprovincia di Santa Fe (Colombia)dal 30 gennaio al 2 febbraio 2006. Allamedesima parteciparono 23 religiosi divoti perpetui e sei laiche. Il tema dellavoro e di riflessione è stato “ la ristrut-turazione “presentato dal Viceprovin-ciale dei Fratelli Maristi.L’Assemblea ha anche dedicato partedel suo tempo alla verifica del cammino

percorso in questi due ultimi anni e alla revisionedegli Statuti Viceprovinciali, lavoro questo che erastato deciso dal precedente Congresso Provinciale.

V Assemblea della ViceProvincia FID

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Santa Maria de Guadalupe in Cacalomacan - Mexico

Famiglia Passionista participanti all`Assemblea della Vice-provincia FID, Colombia

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Presentiamo una sintesi della visita del P. Eulogio Cordero ,Superiore Provinciale (Provincia del Preziosissimo Sangue-SANG) alle comunità del Panamà, fatta nei giorni 12-17 dicem-bre del 2005.

Si sono fatte riunioni con tutti i membri della comunità, riuniteper presentare il processo della ristrutturazione nellaCongregazione e come lo si sta vivendo in Provincia. Si è anchepresentato e dialogato sulle Proposte emanate dal CapitoloProvinciale. Per ultimo si giunse al dialogo e alla riflessionesulla vita e missione di questa comunità.

Le riunioni sono state scorrevoli e partecipate.Abbiamo dialogato assieme sulle possibilità e i possibili rischidella ristrutturazione sottolineando il pericolo del centralismo ela dimenticanza dell’incarnazione nella realtà locale; si è anchesottolineata la ricchezza che può derivare da questo processoquando viene vissuto in ogni sua dimensione, ben oltre quellegiuridiche. Nel dialogo sorse la questione su come rendere piùdinamica la presenza passionista in questa zona, la pastoralevocazionale e il coinvolgimento dei laici.. Si analizzò anche laopportunità e le funzioni del Delegato Provinciale per l’Ecuadore il Panama.

Sono state visitate alcune comunità che sono servite daogni religioso. Abbiamo iniziato con quella di san Gabriele aVista Alegre, Nostra Signora del Perpetuo Soccorso e la comu-nità di Cerro Silvestre… Alcune di queste hanno ancora bisognodi qualche ristrutturazione o del miglioramento delle installa-zioni. Per raccogliere fondi hanno chiesto la cooperazione deimembri delle comunità e altri aiuti esterni. Abbiamo visto comeil contributo della Commissione delle missioni sia stato moltovalido per realizzare molti progetti. Per ultimo si è visitata laChiesa dell’Immacolata nella zona chiamata Càceres e la gran-de Chiesa dei Santi Pietro e Paolo nella zona della Floresta.

Presentiamo una sintesi dell’ Assemblea in Ecuadordella Provincia SANG tenutasi i giorni 5-6 dicembredel 2005.Tenutasi nella comunità di Guayaquil e presieduta dalProvinciale p. Eulogio Cordero che diede inizioall’Assemblea con una preghiera e annunciando l’in-tervento del p. José Luis Quintero sul tema dellaristrutturazione, intitolato: “ La chiamata alla ristruttu-razione come un momento nel dinamismo della vitareligiosa”.Comunità di Guayaquil… quest’ultimo anno si sonoavute due perdite: il P. Rafael Monedero che è morto eil P. Rafael Sanchez che è stato destinato alla comuni-tà di Quito. La vita ed attività di questa comunità èstata segnata da due dimensioni , quella educativa equella apostolica.. Gli impegni apostolici si concentra-no nelle due parrocchie: L’Annunciazione e SantaGemma. La Parrocchia della Annunciazione è una par-rocchia di comunità cristiana familiare e vicina. LaParrocchia di santa Gemma accoglie gente di tutti iluoghi per la celebrazione dei sacramenti.Infine, si dettero informazioni sulla attività educativa eassistenziale che si fa in Cerecita ed una breve infor-mazione sulla Unità Educativa Passionista. Questasorse come scuola parrocchiale e poi è diventata unaUnità Educativa con 1025 alunni attualmente.Comunità di Conocoto, Si escluse l’idea del servi-zio pastorale che si può prestare dalla Chiesa diConocoto affermando che non si considera essere que-sto il momento di costituirla come Parrocchia.Comunità di Quito-Postulantato

Sono state fatte campagne di promozionevocazionale e missioni animate dagli studenti e postu-lanti. Si sta lavorando in equipe e in modo coordinatonella parrocchia e nelle diverse cappellanie.

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Assemblea dellaProvincia SANG

EcuadorVisita del P. Eulogio Cordero,Superiore Provinciale SANG,alle comunità passioniste del

Panama

P. Eulogio Cordero, Provinciale della Prov.SANG e partecipanti all’Assemblea

P. Eulogio Cordero, Provinciale SANG e membridella comunità in Panama.

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Sintesi della celebrazione del X CongressoVicariale a La Paz (Bolivia), Vicariatodell’Esaltazione della Santa Croce (SANG-EXAL),svoltasi i giorni 7-11 novembre del 2005, inObrajes, La Paz... Per introdurci nel processo della ristrutturazionenel quale la Congregazione è immersa e che laProvincia ha assunto nel XXV CapitoloProvinciale, il p. Josè Luis Quintero ha fatto, in que-sta prima parte della giornata, una riflessione cheaveva per titolo: “ La chiamata alla ristrutturazionecome un momento del dinamismo della vita religio-sa”. Alla presentazione seguì un dialogo molto par-tecipato cercando di capire i perché, le aspettative ele opzioni che stiamo prendendo…

Venne dato del tempo per leggere la confe-renza del p. Vital Otshudialokoka. presa dagli Attidel XII Sinodo della Congregazione.

Il padre José Luis Quintero presentò gli“elementi della riflessione sulla Ristrutturazioneofferti dal p. Ottaviano nelle sue lettere allaCongregazione”. Di nuovo si ebbe un ampio e arric-chente dialogo. Si esprimevano i timori per questanuova situazione, la difficoltà di fare scelte concre-te e si apprezzava questo cammino nel quale senzadubbio dobbiamo avviarci…Gruppo di partecipanti al X Congresso Vicariale (7-11 novembre 2005) Obrajes- La Paz (Bolivia).

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Presentiamo una sintesi del X Congresso del Vicariato diNostra Signora del Carmelo (SANG-CARM) in Cile.Si tenne nei giorni 27-30 dicembre del 2005.Vennero eletti: P. Hernàn Vargas: Vicario regionale. P.Desiderio Morales: 1° Consultore. P. Gabriel Garcia Bàez: 2°Consultore Dopo aver celebrato il X Congresso Vicariale, ora si ha unamaggior coscienza di ciò che significa il processo di Ristrut-turazione che già è stato avviato in tutta la Congregazione.Questo processo intende rivitalizzare il carisma, la presenzae la missione dei passionisti per rispondere con fedeltà dina-mica e creativa a questa domanda: Come vivere oggi il cari-sma passionista in modo significativo? Così ricordava ilpadre José Luis Quintero nella riflessione che fece nellaprima giornata del Congresso. Il suo apporto fu molto illumi-nante per il momento e la situazione che si vive comeVicariato. Con questo spirito e in questo contesto, si sta cercando didare le prime risposte alla domanda posta inizialmente,risposte che riguardano il singolo e la comunità…Motivati dalla Parola di Dio che in questi giorni è stata medi-tata e proclamata…chiediamo al Signore l’atteggiamento delgiovane Samuele per rispondere alla sua chiamata: “ Sonoqui, perché mi hai chiamato. Parla Signore perché il tuo servoti ascolta” 1Sam 3,8-9. E ancora, ricordando la testimonian-za dei primi discepoli che si incontrarono con Gesù, si uniro-no a Lui e lo seguirono, rinnoviamo la scelta valida che ci unìa Lui come passionisti qui ed ora per proseguire il suo cam-mino sapendo che portiamo un tesoro in vasi di argilla.L’evangelista aggiunge questo dettaglio: “ Erano circa lequattro della sera”. Gv 1,39. Cioè, non era lontana l’ora del-l’inizio del nuovo giorno. Questa è anche la nostra speranza:che presto giunga un nuovo giorno per il Vicariato. Questo èdono di Dio e compito nostro…

X Congresso del VicariatoSANG-EXAL della Bolivia

10mo Congresso delVicariato SANG-CARM

del Cile.

Partecipanti al 10° Congresso del Vicariato SANG-EXAL, Bolivia.

P. Hernàn Vargas, Vicario Regionale, P. Desiderio Morales,Primo Consultore e P. Gabriel Garcìa Bàez, Secondo Consultore.

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Il Congresso è iniziato con un canto al qualeè seguito una preghiera alla Vergine, san Paolo dellaCroce e ai santi e beati della Congregazione.

Il P. Provinciale P. Juan Maria Santamaria ha pre-sentato all’Assemblea i motivi del lavoro che sistava facendo. Ha fatto un invito agli adulti e ai gio-vani a recuperare le ragioni per le quali i passioni-sti arrivarono in Perù. Ha inoltre invitato a tornarealle radici: “ siamo venuti per la missione e dobbia-mo recuperare queste ragioni di fondo”. La missio-ne è la nostra ragione di essere.

Il P. Provinciale ha citato il n°37 della VitaConsacrata nella quale si parla dell’audacia delrischio e della sfida. Non possiamo restarcenecomodi. Ricordava anche che il Congresso si cele-brava in un contesto ecclesiale, nel contestodell’America latina, in un contesto congregazionale( ristrutturazione). Ristrutturazione come cambia-mento interiore, personale, comunitario e struttura-le, nel contesto mondiale della vita consacrata efacendo riferimento alle grandi icone del

Samaritano e della Samaritana :

• presentare la vita religiosa dalla marginali-tà, dagli esclusi.- È una chiamata a vivere in radicalità e pro-fondità

• Una vita religiosa alla ricerca come laSamaritana. Come un pozzo di “acqua viva” checalma la sete e la fame di tanti fratelli.

• Coltivare la compassione, l’immagine dellalocanda ( il Samaritano). La locanda come luogodi accoglienza e di dialogo. La nostra vita è davve-ro una locanda accogliente ?

• La mancanza di comunicazione è oggi unodei problemi delle nostre comunità.

E’ stato eletto come Vicario p. Javier AreitioaurtenaCP, al quale facciamo i migliori auguri di buon ser-vizio alla Comunità.

XI Congresso del Vicariato Regionaledel Perù, 17-19 gennaio 2006

La Molina

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P. Ottaviano D’Egidio, membri della Curia Generale, il vescovo Santos Iztueta e P. Juan MariaSantamaria, Provinciale del CORI e membri del vicariato CORI-RES, Perù.

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L’Arcivescovo di Kingston, JohnJ. McEleney,S.J., aveva fatto visita alsuperiore generale dei Passionisti a Roma,il p. Malcom La Velle, chiedendo dei mis-sionari per la Giamaica. Era venuto ilmomento per un impegno più intensosoprattutto all’interno dell’isola e special-mente nelle parrocchie di Manchester e diS. Elizabeth. Nell’aprile 1955 nella festadell’Addolorata, cinque Passionisti dellaProvincia di san Paolo della Croce sonogiunti in Giamaica: P. Canisius Hazlett,Cormac Shanahan, Wiliam Whelan,Antony Feherry e Callistus Connolly.Inizialmente tre di queti missionari risiede-vano in Mandeville e lavoravano aManchester e St Elizabeth. Gli altri duerimasero a Kingston ad occuparsi delleparrocchie di St. Elizabeth e St. PeterClaver.Una pietra miliare significativa nella storiadei Passionisti in Giamaica è stata la fon-dazione della Casa di Ritiro del MonteCalvario a Mandeville nel 1973. Il suoprimo direttore, P. Martin J.Tooker, ha ini-ziato il servizio pastorale che continua tutto-ra.Nel 1975 i Passionisti hanno preso una decisione moltoimportante per il loro futuro in Giamaica quando hannodeciso di iniziare a cercare le vocazioni locali. Questo sfor-zo portò frutto quando un nativo Giamaicano, BertramChin, venne ordinato il 30 giugno del 1991. Il 9 luglio del1991, una settimana dopo l’ordinazione di padre BertramChin, Padre Paul M. Boyle, già Superiore Generale deiPassionisti, venne nominato primo vescovo del VicariatoApostolico di Mandeville.45 minuti circa da Kingston, sulla strada principale checonduce al North Shore, c’è la parrocchia dell’ImmacolataConcezione a Stony Hill. All’inizio questa parrocchia erastata creata e servita dai gesuiti. Nel 1980 i Passionistierano stati richiesti dall’Arcivescovo Samuel Carter perriprendere la cura della parrocchia. Il primo parrocoPassionista è stato P. Joseph Jones CP.Le suore della Croce e Passione giunsero nel 1985 a lavorocon i loro fratelli Passionisti a Mandeville. Le loro primemissionarie furono Suor Bernadette Hughes, Joanne Faheye Kathleen Mary Burke. Oltre ai ritiri e al servizio educati-vo sono state presenti tra il popolo visitando gli ammalati

negli ospedali . Il primo gruppo di “Passionisti Volontari Internazionali” ègiunto in Giamaica nel settembre del 2003. Sotto la guida edirezione dei Passionisti, il servizio di questi giovani laiciuomini e donne, si è occupato particolarmente della chiese“figlie” di Stony Hill, fuori di Kingston. I pirmi quattrovolontari hanno insegnato ai bambini della campagna aleggere, hanno offerto una educazione religiosa, un campoestivo sulla pace, hanno organizzato uno spettacolo diNatale e hanno accompagnato la gente di Kingston per lacura medica e visitato gli ammalati negli ospedali.I Passionisti Giamaicani hanno inoltre guidato le popolari“Crociate”, giorni di preghiera e predicazione per promuo-vere il messaggio cattolico adattato alla gente semplice. Infuturo le “crociate” potranno offrire una voce cattolica aicristiani giamaicani.Malgrado la scarsità di personale passionista in Giamaica,le parrocchie, le case di ritiro, le scuole elementari e quellesuperiori e un nuovo collegio per maestri continuano atestimoniare il carisma di san Paolo della Croce e la presen-za del Cristo Crocifisso fra la gente giamaicana.

50 anni di presenza passionista (1955-2005) in Giamaica, nelle Indie Occidentali

IPCM (USA - CANADA)

Primi missionari della Provincia PAUL in Giamaica PP. Canisius Hazlett, Cormac Shanahan, William Whelan,

Anthony Feeherry and Callistus Connolly.

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I sacerdoti e i fratelli della provincia dellaSanta Croce (CRUC) stanno celebrando i centoven-ticinque anni della presenza Passionista nel Ritirodel Sacro Cuore, compresi i 125 anni di servizio allagente della Parrocchia di S. Agnese. Su richiestadel vescovo McCloskey, i Passionisti sono giunti aLouisville nel 1877 ed hanno servito nellaParrocchia di s.Cecilia. Hanno accettato di fornire laParrocchia di personale finchè avrebbero trovatouna condizione adatta per un Convento. Nel 1879hanno acquistato il terreno dalle Suore dellaMisericordia. Il convento passionista, chiamatoritiro del Sacro Cuore, è stato formalmente aperto il18 luglio 1880. Il vescovo Mc Closkey ha inoltrechiesto ai Passionisti di prendersi cura della parroc-chia di Sant’Agnese. Per molti anni la cappella delconvento è servita da chiesa per la gente della par-rocchia di s.Agnese. Nel 1905 è stato costruito l’at-tuale convento passionista. Siccome la parrocchia disant’Agnese ha continuato a svilupparsi la cappelladel convento del ritiro del Sacro Cuore non era piùsufficiente. Nel 1928 è stata posta la prima pietra ela nuova chiesa venne dedicata a sant’Agnese l’11

febbraio 1928. Per molti anni il Convento del Sacro Cuore

ha servito come centro per vari ministeri di predica-zione negli Stati Uniti e in vari paesi in via di svi-luppo. I Passionisti che si sono formati in questacasa sono andati in zone di missione come la Cina,il Giappone, la Corea, le Filippine e la Giamaica el’India. I Passionisti di questa comunità hanno inol-tre servito come cappellani in diverse istituzioni(ospedali, conventi, scuole) dell’area. Per 30 anni(1906-1936) il Ritiro del Sacro Cuore è stato ilNoviziato della Provincia. Per 29 anni (1936-1965)il Ritiro è stato inoltre scuola di teologia. Dal 1965al 1973 i nuovi professi Passionisti hanno vissutoqui mentre completavano i loro studi. Una Messaper celebrare questo anniversario è stata celebratanella Chiesa il 19 ottobre 2005. Il presidentedell’Unione Teologica Cattolica, p. Donald SeniorC.P,ha tenuto l’omelia.

125 anni di presenza passionista a Louisville, Kentucky(1880-2005) Centenario della costruzione del Convento

“Ritiro del Sacro Cuore” (1905-2005

Convento del Sacro Cuore, Louisville, Kentucky (CRUC- USA)

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La nostra Casa Generalizia ha accolto un gruppodi studenti della Facoltà di Filosofia e Letteredella Università di Roma “La Sapienza”. La visi-ta si realizzava nell’ambito del corso “Culturapopolare e sentimento religioso nell’età moderna”sviluppato in questo anno accademico da StefaniaNanni, professoressa di storia moderna di dettafacoltà e studiosa di storia sociale dei secoli XVIe XVIII. La visita di studio intendeva visualizzarei segni e gli spazi della identità passionista e ilmetodo apostolico nel Settecento. Attraverso gliantichi ambienti (del periodo lazzarista e poi pas-sionista) e gli oggetti conservati della collezione“ per “ le missioni e “ delle missioni” e le letteredell’Archivio Storico (che il padre Paolino Alonsoha presentato nel loro contesto storico), i giovanihanno potuto chiarire molti aspetti della missionepopolare. Particolare emozione e meraviglia hasuscitato la visita alla camera di san Paolo dellaCroce e al museo a lui dedicato. Nei giorniseguenti Stefania Nanni ci ha manifestato la suagratitudine e quelle di tutti gli studenti per il valo-re formativo e umano della visita alla nostra casa;come testimonianza di tali sentimenti alcuni gio-vani hanno preparato un compaq-disc con musicae immagini degli ambienti, delle scoperte, dellefotografie dei padri e dei documenti dell’archivio.

La Basilica della “Madonna delle Grazie” nella città di Nettuno(Roma), ha riaperto le sue porte ai fedeli dopo alcuni mesi diristrutturazione. In tale occasione è stata celebrata una solenneMessa il 23 ottobre 2005 presieduta dal cardinale GiovanniBattista Re, concelebranti il superiore Generale p. OttavianoD’Egidio e p. Carlo Fioravanti , Rettore della Basilica, assiemead altri. Erano presenti anche numerosi sacerdoti delle parroc-chie limitrofe così come varie autorità civili e militari e un grannumero di fedeli.L’attuale Basilica è stata costruita negli anni 1960-70 e com-prende una sintesi di stili del periodo storico iniziato dal 1550quando una statua di Nostra Signora delle Grazie giunse “mira-colosamente” da Ipswich, Inghilterra, nel pieno periodo icono-clastico inaugurato da Enrico VIII. I Passionisti hanno avuto lacustodia del Santuario nel 1888 e nel 1950 in occasione dellacanonizzazione di Santa Maria Goretti , le sue reliquie rimaserostabilmente custodite in Basilica. La restaurazione del Santuario, che è stata appena completata,comprende la nuova pavimentazione di marmo, il lavoro di ripa-razione del tetto, del campanile e della cripta che conserva l’ur-na della santa. Le pareti della cripta sono ora ornate da un mosai-co originale di p. Tito Amodei cp e descrivono scene della vitadi s.Maria Goretti. Inoltre, dietro alla cripta, sono stati posti iresti di p. Mauro Liberati, cp, postulatore della causa di santaMaria Goretti, secondo il desiderio da lui espresso prima dimorire nel 1969: “ Dopo la mia morte il mio posto è là vicinoalla mia “Marietta”. Nell’omelia alla messa della dedicazione il Cardinale Re hadetto: “ La sua grande fede e forza morale hanno fatto di MariaGoretti un modello di vita che ha saputo perdonare colui che hafatto di lei il più grande dono per Dio, il dono della sua stessavita, desiderando che lui sarebbe stato con lei in paradiso.”

Studenti Universitariromani visitano i Ss.

Giovanni e Paolo

Nuovi inizi per la Basilica-Santuario di santa Maria

Goretti a Nettuno

CIPI (ITALY)

Studenti universitari di Roma con P. Paolino Alonso(FAM) (ultimo a destra)

P. Ottaviano D’Egidio, P. Carlo Fioravanti e il Cardinal Re a Nettuno.

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Si è svolta a Roma il 16-17 gennaio 2006 la 37ªassemblea della Conferenza Interprovinciale deiPassionisti Italiani (CIPI) che aveva come tema: “Aggiornamento e contributo dell’area CIPI sullaRistrutturazione”.Erano presenti tutti i componenti delle sei curie pro-vincializie dell´aria CIPI , il Consultore Generale p.Luigi Vaninetti che ne è il Presidente, il Direttoredello Studentato Teologico, p. Daniele Pierangioli,il Segretario della Cipi, p. Giovanni Pelá,l`Assistente Nazionale del Movimento LaicalePassionista, p. Giovanni Giorgi, e il padre AdrianoDi Bonaventura, vicepresidente dello Stauros italia-no, invitato ad informare sulla situazione delloStauros, e quindi in tutto circa 35 Religiosi. Secondo l`ordine del giorno preventivamente invia-to a tutti l`Assemblea si é svolta nei giorni 16 e 17gennaio ed è stata animata da tre Relatori che pre-sentavano vari aspetti della Ristrutturazione. Al mattino si iniziava con la Liturgia delle Lodi el`Eucarestia e quindi alle ore 9,00 iniziavano i lavo-ri di assemblea che perduravano fino all`ora di pran-zo, alle ore 13,00. Nel pomeriggio alle 15,30 ripren-devano i lavori di dialogo, discussione e presenta-zione degli argomenti all`ordine del giorno e si con-cludeva con il Vespro.Nel primo giorno si sonotenute Relazioni e le Comunicazioni mentre nelsecondo giorno vi sono stati gli incontridell`Esecutivo,delle varie Commissioni, le lororelazioni e progettazioni.

Vengono qui riassunte le tre relazioni.

La prima relazione del padre Presidente, LuigiVaninetti, Consultore Generale, ha riguardato ilcammino finora fatto in Congregazione sullaRistrutturazione. Presentando le linee di fondo proposte dal SuperioreGenerale nella Lettera di Avvio del 20 marzo 2005nella quale viene affermato che “ Il Sinodo celebra-tosi a Roma nei giorni 26 novembre - 6 dicembre2004 ha indicato la Ristrutturazione quale strumen-to per rivitalizzare la Congregazione ed aprire nuoviorizzonti e prospettive alla vocazione passionista”,il padre Vaninetti aggiungeva: “ forse noi abbiamovissuto l’equivoco che la Ristrutturazione signifi-casse anzitutto unificazione delle Province. Questo

ha creato un orizzonte troppo ristretto portando lariflessione solo su un piano funzionale e nell’oriz-zonte delle Conferenze esistenti…Forse solo l’ac-quisizione di un orizzonte mentale e geografico piùampio può aiutarci a realizzare qualcosa di nuovoper le prossime generazioni e per il futuro dellaCongregazione”.Il Padre relatore accennava quindi alle altre due let-tere inviate dal Superiore Generale al fine di coin-volgere uteriormente i Religiosi in questo processo.La relazione terminava con alcune riflessioni perso-nali. Anzitutto, sottolinea padre Vaninetti, laRistrutturazione è un processo interiore e istituzio-nale. Ciò sta asignificare che ilprocesso dellaconversione divita e del cambia-mento interioresono resi possibi-li da forme istitu-zionali nuove.Essa ha inoltre unaspetto teorico eun aspetto prati-co: alle ragionistoriche e teolo-giche per unamaggiore consa-pevolezza occor-re unire dellescelte praticheche aprano ad unacomunicazione ecollaborazionenuove.La Ristrutturazione inoltre si pone in continuità maanche in diversità: è dentro il processo di rinnova-mento della Vita consacrata e contemporaneamentetale rinnovamento è profondo ed epocale compor-tando una revisione globale della nostra vita.

Ed infine ci sembra di stare in attesa di unprogetto chiaro e definito ma con la paura che vengacalato dall’alto. Tuttavia non vi sono soluzioni giàprecostituite, ma le troveremo insieme in ascoltodello Spirito che si manifesterà nel dialogo e nellepreghiere di tutta la Congregazione.

Notizie dalla CIPI (Conferenza interprovinciale dei Passionisti italiani)

P. Giovanni Pelà, C.P.Segretario CIPI

Riunione dei membri della CIPI a Roma.

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La seconda Relazione è stata presentata dalpadre Adolfo Lippi, membro della commissionesulla Ristrutturazione. In base al lavoro fatto finoradalla Commissione, padre Lippi esprimeva alcuneconsiderazioni sul valore della Ristrutturazione.

Rileva anzitutto alcune risposte critiche o pessimi-ste riguardo al processo stesso della Ristruttura-zione: per alcuni è utopistico, per altri è tardivo.Qualcuno ha pensato che fosse un nuovo modo perdemolire ciò che resta della tradizione passionista.Ma, osserva padre Lippi, la Ristrutturazione nonriguarda i contenuti delle Costituzioni.

Vi sono state inoltre delle risposte positive.L’impostazione della ricerca incentrata sui temi delcarisma,della presenza e della missione ha evitatoche si pensasse alla Ristrutturazione come a qualco-sa di puramente esteriore, giuridica e geografica. I

religiosi sonostati così invita-ti ad interrogar-si sui valori spi-rituali e sullaloro rivitalizza-zione, soprat-tutto sul cari-sma. Ne è risul-tato che il cari-sma della pas-sione sta acuore a tutti. E’questo l’ele-mento unifican-te anche se sideve fare i conticon i diversimodi di inten-dere lo stessocarisma. Ciònuoce all’unitàdella Congre-

gazione ma favorisce la percezione della vastità deisignificati del carisma. Sono state evidenziate duedimensioni fondamentali: quella cosiddetta attiva, diannuncio, di redenzione e di trasformazione dell’eti-ca dominante e quella cosiddetta passiva (ma inverità è assai attiva) che dà senso alla sofferenza ene mostra la fecondità.

Parlando quindi delle prospettive concrete diRistrutturazione, il padre Lippi, afferma che in basealle risposte pervenute emerge che le più importanti

sono quelle concernenti l’internazionalità dellaCongregazione, il senso da dare al carisma e l’atti-tudine verso i poveri. Molto numerose sono inoltrele risposte che chiedono di sviluppare il rapporto frai religiosi e le altre componenti della FamigliaPassionista, monache, suore, laici.

La terza Relazione sulle potenzialità e difficoltàdella CIPI nel processo della Ristrutturazione è statapresentata dal padre Antonio Rungi, SuperioreProvinciale della Provincia dell’Addolorata.

Il Padre Rungi, riferendo le risposte a suo tempodate da altri Provinciali, sottolinea che il camminodella Ristrutturazione appare ormai irreversibile.Anche in Italia si procede, ma aggiunge il padreRungi, sembra a due velocità. Alcune Province vor-rebbero accelerare il passo, altre lo rallentano perevidenti ragioni storiche, culturali e mentali. E’ inatto in tutte le province italiane una informazionecapillare nella quale vengono trasmessi i contenutiessenziali ed i significati della Ristrutturazione.

Padre Rungi sottolinea a sua volta quanto già dettoda padre Lippi circa le risposte pervenute e il prima-to del carisma.

Quali le mete finali? Suddivide in tre livelli le ipo-tesi emerse: la prima ipotesi è che non cambi nulla,la seconda che si proceda ad alcune modifiche ecambiamenti a livello sperimentale per un certoperiodo, la terza che si decida fin dal prossimoCapitolo Generale verso quali mete di dovrà cammi-nare e in che modo fino al 2012.

Concludendo, rileva padre Rungi, stiamo cammi-nando nella direzione indicata dal Sinodo del 2004.I Passionisti italiani sono ben predisposti ad acco-gliere oggi il tema della ristrutturazione sul qualeoccorre però fare chiarezza tenendo conto delle real-tà storico-culturali che caratterizzano la nostra pre-senza ed attività.

• Nella Provincia del Sacro Costato (LAT), che stacelebrando il suo centenario, il Provinciale p.Antonio Curto indirizza un saluto ai Religiosiaccennando alla lettera circolare che l’arcivescovodi Cosenza Mons. Salvatore Nunnari ha fatto per-venire in occasione del Centenario della nostra pre-senza a Laurignano. “Nel prossimo numero del BIPci sarà un ampio servizio sul centenario”

Riunione dei membri della CIPI a Roma.

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I santi sono autentici imitatori di Cristo e il beato Carlo èstato uno di loro. Pierluigi Di Eugenio ha detto di lui: “Trascorse la sua vita benedicendo, risanando e perdonando.Sempre pronto e affabile. Povero tra i poveri, fece della suavita un dono ai sofferenti. Tutto di Dio e tutto del prossimo.I bisognosi nell’anima e nel corpo non lo lasciavano riposa-re neppure un attimo. Profondamente affezionato alla fami-glia ed alla patria lavorò per lunghissimi anni lontano dal-l’una e dall’altra trovando nei sofferenti i propri fratelli enella terra d’Irlanda la sua patria”.

Giovanni Andrea era nato a Munstergeleene, Olanda, l’11dicembre 1821, quarto di dieci figli di una numerosa fami-glia. Crebbe in sapienza età e grazia. Suo fratello Giuseppedirà di lui: “ Conosceva solo due strade, quella della chiesae quella della scuola”. Nello stesso tempo percorre la stra-da che lo porterà al sacerdozio. Viene a contatto con iPassionisti che sono appena giunti in Olanda per iniziativadel beato Domenico Barberi. A 24 anni, il 5 novembre 1845,entra nel noviziato di Ere in Belgio e alla vestizione prendeil nome di Carlo.

Durante il noviziato si dimostra entusiasta. Uno dei suoicompagni ricorda:” Ero molto edificato dalla sua grandesantità. Era esemplare, pieno di fede e di pietà, esatto,osservante delle regole, semplice, amabile e di caratteredolce. La sua pietà e la sua naturale allegria gli guadagnaro-no la stima e l’affetto di tutti.”

Il 21 dicembre 1850 divenne sacerdote. Nel 1852 venneinviato in Inghilterra dove i Passionisti sono da dieci anni.Non tornerà più in patria né rivedrà alcuno dei famigliari. Lamamma è morta da otto anni e il papà da due.

Per oltre quarant’anni vivrà nelle Isole Britanniche.All’inizio viene mandato ad Aston Hall, in Inghilterra, doveassiste gli immigrati irlandesi che sono impiegati nel duris-simo lavoro delle miniere. Questa esperienza gli sarà utilis-sima quando sarà inviato in Irlanda. Dedica tutto se stessointeramente a loro coinvolgendosi nei loro problemi e nellaloro condizione di salute. Li ha confortati, aiutati e guaritimentre ha continuato a lavorare per la Congregazione e laChiesa.Nel 1857 è trasferito, a Mount Argus a Dublino dove iPassionisti sono appena giunti. Si deve costruire la chiesa eil convento e padre Carlo è provvidenzialmente in quei luo-ghi. Il popolo irlandese che lo ha visto dalla sua parte congrande sollecitudine, ha risposto con generosità. Un belconvento e chiesa sono costruiti e dedicati a S. Paolo dellaCroce.

InconsapevolmentePadre Carlo si èanche preparato ilsuo santuario.

Carlo non sarà maiun grande predica-tore, soprattutto perla difficoltà dellalingua. Trascorreperò parecchie orein confessionale,assiste i moribondi, benedice i malati con la reliquia di sanPaolo della Croce accompagnando la benedizione con com-moventi preghiere da lui stesso composte. Egli è conosciutocome un taumaturgo. Ogni giorno quasi trecento persone, daogni parte d’Irlanda , Inghilterra e Scozia e perfinodall’America viene a cercarlo, attirati dalla sua reputazionedi santo. Trovano un compassionevole, disponibile e genti-le cuore. Quando incontrano casi disperati i dottori edinfermiere di Dublino suggeriscono ai parenti di andare dapadre Carlo .Ed egli va nelle loro case e negli ospedali,spesso donando una guarigione insperata e sempre con ilsorriso. Con grande amore egli prepara il giorno del suoultimo giorno inginocchiato in preghiera a lato del letto. Perdargli un po’ di tranquillità i superiori spesso lo inviano daun convento all’altro ma poi sono costretti a richiamarlo aDublino. In comunità Carlo era una presenza esemplarecaratterizzata dalla fede e pietà, semplicità e affabilità e diuna amabilità angelica. Nonostante i suoi numerosi impegniegli trascorreva lunghi periodi di tempo in adorazionedavanti al Ss.mo Sacramento. A volte il sacrestano è costret-to a scuoterlo perché prosegua nella celebrazione. I suoiultimi anni sono segnati da una grande sofferenza per unainfezione alla gamba e da altre malattie. Sopporta tutto congrande pazienza e continua a svolgere il suo apostolato. Hacontinuato a salire e scendere un centinaio di volte al gior-no i 59 gradini della scala per ricevere e benedire la genteche andava da lui. Muore con grande serenità il 5 gennaio 1893. Per cinquegiorni , prima della sepoltura, ha ricevuto onoranze funebricome quelle che si fanno ad un re, da gente proveniente datutta l’Irlanda.

Giovanni Paolo II lo ha dichiarato beato il 16 ottobre 1988,dichiarando ufficialmente la santità di Padre Carlo che nellasua vita era conosciuto come il santo di Mount Argus.

Francesco Valori

NECP (NorTH EuropE)

Il beato Carlo HoubenIl buon Samaritano d’Irlanda

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Tomba del beato Carlo Houben di Mount Argus.

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Nel gennaio del 2006 il Comitato Interprovinciale si è incontrato conle province PAUL e CRUC per presentare i comitati e discutere illavoro che il comitato aveva fatto fin dal suo inizio. L’ICLA si ritro-va due volte all’anno e vi partecipano i responsabili di vari gruppidella provincia di s.Paolo della Croce e di quella della santa Croce:La Comunità degli Associati Passionisti (CRUC); gli AssociatiPassionisti (CRUC); il Programma di Compimento della Missione(PAUL); l’Ufficio di formazione del Laico (CRUC); I VolontariPassionisti (PAUL); il volontariato Passionista internazionale(PAUL); e rappresentanti di entrambi i consigli provinciali.Hanno discusso su ciò che l’ICLA ha fatto fin dai suoi inizi nel 2003:sono stati reciprocamente invitati alle nostre riunioni di Consiglio,hanno partecipato ai reciproci programmi e hanno invitato Soci eMembri Passionisti ai reciproci eventi ; hanno sviluppato e presen-tato un programma di collaborazione per la formazione del Laico;hanno presentato e sviluppato una proposta di intercollaborazionefra province nel programma per il Volontario Passionista; hanno svi-luppato e presentato una proposta per una Rivista di Spiritualitàorientata,edita, scritta per un Laico. È stata creata una “Regola diVita” per gli Associati Passionisti, adattata la “Regola di Vita” per laComunità dei Soci Passionisti e inserito l’aggiornamento del CPPnella Regola degli Associati.Inoltre hanno discusso alcune iniziative che si stanno attualmentesviluppando: La rivista di Spiritualità; la diffusione della letteraturadel Passionista Volontario e del Passionista VolontarioInternazionale nelle zone di ministero delle ProvinceOccidentali;sono state invitate le Suore della Santa Croce e Passione

ad unirsi all’ICLA; si è continuato il Programma per la Direzioneche avevamo prima presentato dal 12 al 14 agosto 2005 a Detroit;sviluppato e integrato il laboratorio sulla storia e spiritualità passio-nista e suggerito un programma che approfondisca il linguaggiosulla spiritualità passionista a Roma. Il gruppo interconciliare haespresso il proprio apprezzamento ed appoggio per il lavoro di col-laborazione dell’ICLA confermando il nostro orientamento. L’Icla siincontra annualmente due volte.

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Il Padre Generale ha aperto e presieduto il Capitolo Provincialedella provincia san Giuseppe dal lunedì 28 novembre al giovedì1° dicembre 2005. Padre Robert Joerger ha fatto da moderatoredel Capitolo Provinciale. Tra gli ospiti vi erano p. Leo Bos, CP,superiore provinciale SPE e suor Maureen McNally CP rappre-sentante le Suore della Croce e Passione. Il Capitolo si è tenutoal centro del Ritiro di Minsteracres, dove il Superiore , PadreJeroen Hoogland (SPE) e la Comunità di Minsteracres hannoaccolto i Capitolari garantendo un clima di preghiera e di frater-na accoglienza per il Capitolo.Il Capitolo ha rivisto le tre priorità della Provincia confermatenell’ultimo capitolo e che erano state messe a fuoco fin dal 1999.Il Capitolo ha accolto favorevolmente nelle sue discussioni ungruppo di laici collaboratori, amici della Provincia, che si sonoofferti di accettare la responsabilità del futuro sviluppo diMinsteracres. Questo gruppo ecumenico, compreso un vescovoanglicano in pensione, ha suggerito che il capitolo dovrebbedelegare autorità a loro e alla comunità locale per un periodo didue anni affinché Minsteracres possa continuare a svilupparsioltre le attuali risorse della Provincia. Incoraggiati dal SuperioreGenerale il Capitolo ha accolto questa proposta che è stata messain atto subito e che sarà rivista e valutata entro dicembre del2007.Il Capitolo ha inoltre valutato il progresso per trasferire la

responsabilità della St Jospeh’s Highgate Parish alla Arcidiocesidi Westminster . L’intenzione è di sviluppare il convento e cerca-re dei finanziamenti per costruire una nuova casa per laComunità Passionista di Highgate e aiutare i parrocchiani a pre-pararsi ad accettare la nuova direzione pastorale. Il Capitolo haapprovato il rapporto di Highgate, affidando alla nuova Curia ilmandato di continuare il processo per realizzare questi comples-si e delicati obiettivi.Il Capitolo ha inoltre discusso le attuali questioni della ComunitàProvinciale, della Formazione e della Missione Passionista.Viene dato l’incoraggiamento per continuare le “conversazioniaperte della Provincia” che sono state avviate da tre dei membripiù giovani della Provincia.Il mercoledì 30 novembre, Nicholas Postlethwaite, CP, è statorieletto Provinciale. Daniel Donovan CP e John Kearns, CP, con-sultori provinciali. Daniel Donovan CP è stato eletto primo con-sultore.

Capitolo provinciale della provin-cia San Giuseppe ( Inghilterra) dal 28 novembre al 1 dic. 2005

IInnccoonnttrroo ddeell ccoommiittaattoo iinntteerrpprroovviinncciiaallee ssuullllaa AAssssoocciiaazziioonnee LLaaiiccaallee ((PPAAUULL--CCRRUUCC))

LAICI

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P. General, P. Nicholas Postlethwaite e membri della Provincia di S. Giuseppe, Inghilterra.

(S-D) P. Donald Ware (PAUL), P. John Michael Lee (PAUL),P. Philip Paxton (CRUC), P. Gerald Laba (PAUL) e membri

dell’incontro interprovinciale dell’associazione laicale.

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Lima, Peru/ 13-16 febbraio 2006Nei giorni 13 e 14 in occasione della riunione dellaConsulta Generale, i membri del COPAL (SuperioriMaggiori della Conferenza Passionista dell’AmericaLatina e dei Carabi) si sono riuniti, in totale 17 persone,per trattare su argomenti riguardanti la Conferenza,come per esempio le modalità della elezione dei Delegatidel continente al Capitolo Generale, e specialmente sultema della Ristrutturazione. Abbiamo anche avuto l’oc-casione di ascoltare e dialogare con padre ChristopherGibson, Segretario Generale delle Missioni,, e p. KavinDance, Rappresentante della Congregazione all’ONU,circa i loro rispettivi compiti e quanto possa riguardare lenostre comunità del Latino america e dei Carabi.Nei giorni 15 e 16 si sono riuniti i due gruppi , ConsiglioGenerale e COPAL, per una condivisione e un dialogocirca il tema della Ristrutturazione. Possiamo così rias-sumere:A) Analizzando possibili vie di dialogo sulla ristrut-turazione all’interno della Conferenza si sottolineò lanecessità di raf-forzare COPAL,E R P A L ,ORPAL, CEN-TRO FORUM,F A M I G L I APASSIONISTAa livello dellaCLAP e dellequattro zone chela compongonoper continuareapprofondendotutto quello cheriguarda il pro-cesso della Ris-trutturazione ealtri compiti chesono di vitaleimportanza perla nostra vita emissione; fare inmodo che il processo di ris-trutturazione abbia un lin-guaggio semplice e accessibile a tutti e provocatorio neldiagnosticare “il perché “ della ristrutturazione; definireun fondamento biblico e teologico della vita religiosache illumini il processo di ristrutturazione; rendere pos-sibile che nelle nostre riunioni e assemblee di zona siaffronti il tema della ristrutturazione; stimolare tutti per-chè il processo di ristrutturazione possa essere inserito

con gli obiettivi della JPIC (Giustizia,Pace, Integrazionedel Creato). A livello esterno si iniziò si propose diaffrontare e lasciarsi interpellare dalle sfide che la socie-tà ci presenta (specialmente con la cultura emergente)con la particolarità di ogni luogo e aperti alla esperienzadelle altre conferenze.

B) Quindi si condivisero alcuni aspetti comuni sultema: la fesa di mentalizzazione è stata poca e povera,non è entrata nei religiosi; Perché parliamo di ristruttu-razione? Quali sono i motivi per parlare di ristrutturazio-ne? E’ imprenscindibile che i processi di ristrutturazionerispettino la cultura o che la ristrutturazione sia incultu-rata; importanza di arricchire il termine “ ristrutturazio-ne” con la dinamica generata dal Capitolo Generale 2000“ Passione di Cristo, Passione per la vita” e con la dina-mica generata dalla “ rifondazione e rivitalizzazione”;dar impulso al senso di gratuità; favorire la guarigionedelle ferite personali, comunitarie e istituzionali chedopo parecchi anni possono colpire il processo di ristrut-

turazione…

C) Infine sono statidati dei suggeri-menti per il Capi-tolo Generale: 1)che il CapitoloGenerale dia criterio elementi per laelaborazione deglistatuti delle confe-renze e 2) che ilCapitolo Generalesia una “immaginebiblica” e un“segno” come Con-gregazione.

Aggiungiamo chesimultaneamente aquesti incontri, neigiorni 14 e 15, si

riunirono con il padre Battista Ramponi, EconomoGenerale, gli Economi della COPAL, in tutto 10.

La valutazione conclusiva sottolineò che questi incontrisono stati molto positivi in tutti i sensi.

Incontro del Consiglio Generale con la Conferenza COPAL

(Conferenza Passionista dell’America Latina e dei Carabi)

P. Augusto Canali, C.P.Consultore Generale

Il P. Generale, il vescovo Irizar e partecipanti all’incontro della ConferenzaCOPAL, Perù

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Per il 25 di fondazione dei passionisti in India: 1981 - 2006

Una lunga attesa prima che siaprisse la porta per entrare inIndia

Avremmo potuto, forse,essere riuniti per celebrare i 150anni di presenza passionista inIndia se nel 1849 il P. AntonioTesta di S. Giacomo avesse avutola possibilità di accogliere larichiesta avuta per una fondazio-ne passionista nel Bengala. Eglirispose che in vista della fonda-

zione già fatta in Inghilterra non

aveva personale disponibile. 1

Durante il servizio di Mons.Leone Kierkels, CP, in Indiacome Delegato apostolico e,dalla indipendenza della nazionecome Pro Nunzio apostolico, nonvi fu un movimento per fondarela congregazione in India eccettonegli ultimi due anni della per-manenza di Mons. Kierkels. Unamotivazione potrebbe essere che

le missioni erano a carico dellesingole Province e queste siorientarono dove la lingua o altrivincoli con la madre patria pote-vano, in qualche modo, facilitarela loro opera. Infatti la Provincia di SanGabriele (Gabr - Belgio), nel1930 intraprese il lavoro nelCongo Belga; la Provincia di SanPaolo della Croce (Paul) e dellaSanta Croce (Cruc) degli USAerano impegnate in Cina; laProvincia della Madre dellaSanta Speranza dall`Olanda(SPE) mirava all’Indonesiaanche se vi poté entrare solo nel1946, ma nel frattempo era impe-gnata in Bulgaria. La Provinciadi San Giuseppe (IOS –Inghilterra), dal 1884 lavorava inAustralia, la Provincia del CuoreInmacolato di Maria (Corm –Italia), dal 1933 era in Tanzania,le Province di lingua spagnolaerano orientate all’America lati-na. Il capitolo generale del 1946 e laCuria generale che ne uscì stimo-larono le Province a prenderenuovo slancio missionario ancheperché spesso i Nunzi, o Delegatiapostolici, chiedevano di accetta-re missioni in nuove aree, mentrela forza devastatrice del comuni-smo avanzava in tante nazionidistruggendo molte missioni ecacciando i missionari non indi-geni. Per noi passionisti cosìaccadde per le missioni di Cina edi Bulgaria, e poco mancò chenon accadesse anche per i mis-sionari olandesi presenti in

P. Fabiano Giorgini, C.P.

Il vescovo Leo Kierkerls, C.P.

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Indonesia. Si aprivano, invece,con sufficiente facilità ai missio-nari cattolici le Filippine, ilGiappone, la Corea, Formosa (oTaiwan ). Nell’ambito di questasituazione si volse lo sguardosull’India con la speranza di tro-vare una possibilità di entrarvi. IlGenerale P. Alberto Deane, versola fine del 1951, incaricò il con-sultore P. Malcolm La Velle dicompiere una visita alle comuni-tà passioniste di Australia, vederela fondazione già avviata delGiappone, e sondare la possibili-tà di entrare in India. Nel ritornodall’Australia egli passò perl’India e parlò a lungo con Mons.Kierkels e con l’arcivescovo diNew Delhi e tutti e due si disserofavorevoli ad una fondazionepassionista nell’ arcidiocesi diNew Delhi. Mons. Kierkels era del parere,però, che si accettasse l’offerta diuna fondazione in Ceylon, fattaripetutamente da parte del sacer-dote F. M. Goonetilleke delladiocesi di Chilaw, tramite lo stes-so Mons. Kierkels. La fondazio-ne in Ceylon veniva vista comepossibilità per entrare poi inIndia. Mons. Kierkels facevaanche osservare che nel suddell’India si potevano sperare piùvocazioni e vivere in pieno l’os-servanza passionista mentre vierano minori possibilità di svi-lupparsi al nord. Il contenuto diquesta relazione fu studiato nellaConsulta del primo febbraio1952. Non fu presa una decisio-ne, ma ci si orientò a studiaremeglio la proposta.

Le proposte del cardinaleValerian Gracias

Il 28 marzo 1952 2 il P.Neil McBrearthy,CP, segretariodi Mons. Kierkels, scrisse all’ar-

civescovo di Bombay, Mons.Valerian Gracias, grande amicodi Mons. Kierkels, e gli chiedevadi vedere stabilita una comunitàpassionista nella sua archidioce-si.Mons. Gracias rispose con sol-lecitudine il 31/03/1952: “Nonsolo gradisco averli, ma vorreiriceverli”. Ricordava di avere giàammesso nella sua arcidiocesi:Francescani, Salesiani, Verbiti,Cappuccini, Pilar Society, Re-dentoristi, ma avrebbe trovato unposto anche per i Passionisti. Suggeriva che sarebbe statomeglio se fossero andati i passio-nisti americani perché parlavanol’inglese “ma anche perché laloro cultura e condizioni eccle-siastiche sembrano piuttosto

simili alla nostra di Bombay”. 3

P. Neil il 05/04/1952 comunicò alGenerale, P. Malcolm, la rispostadell’arcivescovo di Bombay edanche quella favorevole delvescovo Andrei D’Souza diPoona. Il 10/04/1952 il vescovodi Bangalore nel dare l’addio aMons. Kierkels ed al P. Neil chelasciavano definitivamentel’India, diceva: “ Sono contentodi sentire che i Passionisti stannoper venire in India. Verranno alSud? Sarebbero molto benvenutia Bangalore. Spero che anche voi

un giorno tornerete in India”. 4

Nel viaggio che il P. Neil fececon Mons. Kierkels diretto allaSvizzera l’aereo fece una sostaall’aeroporto di Roma a

P. Malcolm Lavelle, C.P.Superiore Generale dal 1952 al 1964

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Ciampino il 20/04/1952 e vi fuun colloquio con il P. Malcolmche ha lasciato un breve promemoria: il P. Neil assicura chel’arcidiocesi di Simla-Delhi èdisposta ad offrire ai passionistiuna casa e terreno nella collina diSimla e un distretto (Hissar) dicirca 100 villaggi da evangeliz-zare, ed assicura anche che ladiocesi di Bangalore è disponibi-

le ad accogliere i passionisti. 5

La via di CeylonNel frattempo il governo indianoponeva sempre più difficoltà adaccogliere stranieri e quindi aconcedere i visti. Questa difficol-tà fece rivolgere nuovamente losguardo a Ceylon. Se ne parlanella consulta del 21/03/1953 peresaminare la richiesta dellaProvincia australiana Spir chevedeva difficile entrare in NewGuinea dove si era orientata in unprimo momento dietro richiestadel Delegato apostolico inAustralia. L’entrata in Ceylonveniva considerata come via perentrare poi in India. La Curiagenerale fu favorevole alla

richiesta.6 Ma non si giunse aduna conclusione favorevole e il19/04/1954 la Curia generaleesaminava la domanda delProvinciale Spir di tentare diandare in New Guinea sia perchéIndia e Ceylon non accettavanoaustraliani, sia per la insistenzadel Delegato apostolico inAustralia e del cardinale diSydney che andassero in NewGuinea. La Curia generale appro-vò questa richiesta e quindi lafondazione in India o Ceylonrimase ancora una volta

sospesa.7

Il 15/09/1956 il Generale P.Malcolm, studiò nuovamente coni consultori l’offerta del sacerdo-

te F. M. Goonetilleke,Missionario Aposto-lico, il qualeoffriva una sua proprietà nelladiocesi di Chilaw circa 35 migliada Colombo. Lui aveva studiatoa Roma ed era stato anche ai Ss.Giovanni e Paolo e riteneva che ipassionisti potevano fare moltobene con la predicazione di mis-sioni ed esercizi e la direzionespirituale. Anche il Vescovo diChilaw era d’ accordo. Non si eramai giunti a una conclusione. Nelfrattempo le difficoltà per entrareanche in Ceylon erano cresciute enel 1956 i missionari potevanoentrare come addetti a dei lavoridi traduzione dei documenti; ederano ben visti i missionari italia-ni. La Curia pensava al P. SofronioSofranov che poteva tradurre i

documenti olandesi8 e ad altrireligiosi della Provincia Piet. Cifurono preparativi però alla fineanche questa volta non si poté

realizzare nulla a causa del visto

che non veniva.9

Ancora la mediazione del car-dinale GraciasIl Cardinale Gracias durante lasua permanenza in Roma nel-l’estate del 1959 rinnovò l’invitoal Generale di fondare inBombay o altrove in India e diinviare eventualmente Irlandesiche venivano più facilmenteaccettati dal governo.Il P. Malcolm ne parlò con ilProvinciale irlandese e questivolle sentire il parere non solodel suo Consiglio ma anche ditutti i superiori delle comunità. IlP. Malcolm, approfittando delsuo viaggio in Belgio, passò perDublino per sentire l’orientamen-to dell’assemblea. I presentidecisero che il Provinciale eduno dei consultori andassero aBombay per vedere i locali offer-ti dal cardinale Gracias e discute-

Prime professioni di Passionisti indiani in Cochin. Dietro da sin. a des.: PP. Enrico K.,Chris G. Davanti da sin. a des.: Sebastian K.C., Joshy V., Paul Ch., e Sebastian K.X.

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re sul posto altre cose necessarie.Nel ritorno dall’India si sarebbe-ro fermati a Roma per parlarecon il Generale e quindi in

Irlanda avrebbero preso la deci-sione finale.Il P. Malcolm neinformava il cardinale Graciascon lettera del 25 novembre1959. Dopo la visita delProvinciale e di un consultore inIndia, la Curia provinciale irlan-dese prese una decisione negati-va. Tra le ragioni che nella lette-ra del 24 febbraio 1960, apporta-vano. “Crediamo che l’attività dimissioni e di ritiri (es.spirituali)siano in declino ed è inoltreinsufficiente per mantenere ipreti occupati; inoltre la cono-scenza di due o tre le lingue loca-li, almeno, sarebbe necessariaper una occupazione costante;che la retribuzione finanziariaper l’attività di missioni e ritirinon fornirebbe nient'altro cheuna misera manutenzione; chequesta Provincia dovrebbe soste-

nere l'impresa per molti anni edindefinitamente, ad un costo dimigliaia di lire.Il P. Malcolm informava il cardi-

nale Gracias che la Provinciairlandese per gli impegni presi inBechanaland e in Union of SouthAfrica ed altre urgenti necessitàper le case della stessa provincia,non si sentiva in grado di acco-gliere la proposta di impegnarsiin India. E si diceva rammaricatodi non potere accogliere l`offerta.

“Sono sicuro che vostraEminenza si rende conto cheabbiamo profondamente apprez-zato la vostra offerta e che l’abbiamo studiata approfondita-mente e con la volontà reale diaccettarla se alla fine fosse statopossibile. Vorremmo tutti vederela nostro Congregazione salda-mente stabilita in India e stiamosperando, in un futuro non lonta-no, di avere un Passionista india-no.Malgrado il fatto che siamo uniti

in India da un legame specialecon il nostro stimato Mons.Kierkels, sembra nostro destinovedere rinviate le nostre speranzeripetutamente. Non è la primavolta che una fondazione in Indiaè stato offerta e seriamentediscussa, solo abbiamo una com-binazione di circostanze che con-trastano i nostri desideri. Sperovivamente che con l’opera dellaDivina Provvidenza i Passionistifinalmente diventino una parteintegrale della Chiesa in

India„10.

La speranza realizzataNoi oggi stiamo celebrando larealizzazione di questa speranzache il P. Malcolm manifestava alcardinale Gracias. I Passionistida 25 anni, per la grazia e labenevolenza di Dio, sono an inte-gral part of the Church in India!Il discorso per la fondazione inIndia fu ripreso all’interno dellanuova Curia generale vedendo ilbuon andamento della fondazio-ne in Giappone, nelle Filippine el’avvio promettente della fonda-zione in Corea. Però l’occasioneper riprendere il discorso fu unalettera del P. Raimondo Pulvino,missionario nelle Filippine al P.Norbert che suggeriva di tentareuna fondazione nell’India. Nellaconsulta del 19-21 dicembre1977 si lesse la lettera e si passa-rono in rassegna i tentativi com-piuti nel passato e tutti senzafrutto. Si prese atto che nelmomento era molto più difficiletrovare il personale adatto poichétutte le Province soffrivano per ladiminuzione dei propri membri.Si rimase d’ accordo di vedere leopportunità che si sarebberopotuto presentare e fu incaricatoil consultore P. Norbert Dorsey a

seguire la pratica. 11

Il Vescovo Giuseppe Kureethera benedice il primo seminario dei Passionisti inIndia. Da sin. a des.: Chris G., Carlos E., Filippo S. & WalterK., (superiore)

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Una lettera del 3 febbraio 1978 diMons. Joseph Kureethara delladiocesi di Fort Cochin diede l’av-vio decisivo allo studio da partedella Curia generale per realizza-re questa fondazione. Il vescovoricordava la sua amicizia con il P.Raymond Pulvino che stavalavorando nelle Filippine: “Hoespresso il desiderio di avere unacasa dei Padri Passionisti inCochin.Sono venuto a conoscen-za di questo famoso Ordinequando stavo a Roma e ho potu-to visitare la loro Casa, vicino alColosseo, su invito del mio com-pagno di classe che appartenevaa questo Ordine. Farò tutto quel-lo che posso se voi vorrete aprire

una Casa qui.”12 Il P. Norbert,assente per le visite canoniche eper alcuni capitoli provinciali,

potè rispondere solo l’8 aprile1978. Ricordava i tentativi delpassato: “Per tanti anni la nostraCongregazione ha cercato di ser-vire la Chiesa in India, ma è sem-pre intervenuto a guastare oposporre quelle speranze. Levostre chiare parole di invito

hanno certamente incoraggiato inostri cuori e le assicuro che ilnostro Consiglio Generale le èprofondamente riconoscente„.Faceva inoltre presente la cre-scente scarsezza di personale dicui soffrivano le Provin-ce, ma ilGenerale sperava di trovare alcu-ni religiosi adatti per questo com-pito. Siccome l’assenza delGenerale, P. Paul Boyle, daRoma si sarebbe prolungata finoalla seconda metà di maggio eglinon poteva dare altre informazio-ni prima dell’estate. Il vescovorispondeva il 24 aprile 1978esprimendo la sua speranza diavere i passionisti ed incoraggia-va ricordando nuovamente chenella regione le vocazioni, graziea Dio sorgevano con una certafacilità. Faceva presente le diffi-

coltà per avere il visa, consiglia-va che qualcuno entrasse comestudente per studiare la culturaindiana e quindi poteva avere ilvisa per un anno rinnovabile.Oppure che ci si organizzasse

con il visa turistico di tre mesirinnovabile per un altro

periodo.13

Il Generale discusse con ilConsiglio il 4-6 settembre 1978orientandosi ad iniziare con unacomunità di circa 5 religiosidediti principalmente alla predi-cazione ed alla promozione voca-zionale. La comunità sarebbestata alle dirette dipendenze delGenerale con personale volonta-rio dalle varie Province. IlGenerale ne dava notizia alSinodo del 1978 e ne informava ireligiosi nel BIP del 30 ottobre

1978.14 Il 17-18 maggio 1979 ilGenerale nella riunione delConsiglio informa delle offerte divolontari per la fondazione inIndia e si decide di cominciare letrattative con i vescovi in India

tramite il P. Norbert.15

Nella consulta del 13-15 dicem-bre 1979 si decide di procederealla fondazione dopo avere ascol-tato la relazione dell’incaricato P.Norbert e il parere del Segretariogenerale per le missioni il P.Caspar. Si dovrà scegliere il per-sonale tra 13 religiosi che si sonoofferti.Nella consulta si riflettemolto sulla finalità della presen-za dei religiosi in India perchénon si allarghino a qualunqueattività si presenti o venga desi-derata dai singoli. Si ritiene opportuno avere pre-sente l’esperienza ministerialecompiuta in Giappone e puòandare bene anche in India. Dareperciò la precedenza:1) alla predicazione mediantemissioni, esercizi spirituali edaltre forme opportune di annun-zio della parola di Dio;2) alla casa di preghiera per inse-gnare a pregare e formare gruppidi preghiera ,3) alla promozione vocazionaleper lo stabilimento della congre-

gazione.16

P. Norbert Dorsey, C.P., Consultore Generale, vescovo emerito di Orlando, Florida.

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Nel BIP del 6 gennaio 1980 ilGenerale informava ampiamentela congregazione del lungo cam-mino compiuto per giungere alladecisione di aprire la comunitàpassionista in India nello statodel Kerala, nella città di Cochin ediocesi omonima. Spiegavaanche la finalità con cui i religio-si entravano, d’ accordo con ilvescovo, Mons. JosephKureethara: predicare, promuo-vere esperienze di preghiera, evocazioni alla congregazione.Ricordava anche che il futuroespandersi della Congregazionedoveva essere frutto della gra-

duale crescita della comunità.17

Nella Consulta del 18-20 marzo1980 si fa la scelta dei volontariper la comunità che entrerà inIndia, essi sono:

P. Walter Kaelin (CRUC) desi-gnato superioreP. John Hanlon (Paul, P. PhilipSmith (Spir), P. Carlos Elizalde(Fam), P.L o m b a r d oLonoce (Lat).Si decide chela partenza sie f f e t t u e r àappena saran-no pronti id o c u m e n t isperando chequesto potes-se avvenirenell’ ottobre

del 1980. 18

La pazienzaper l’attesa dei visti e il turnodella presenza in IndiaL’attesa del visto invece fu lungaed alla fine di gennaio si deciseche il gruppo che stava in Roma

si dividesse: due avrebbero conti-nuato a studiare l’inglese e glialtri sarebbero tornati alle loroProvince. Il Vescovo di Cochinpoi chiese che due andassero conil visto turistico per tenere incon-tri con i ragazzi al termine del-l’anno scolastico. Nella sua dio-cesi infatti nelle scuole cattolicheviene dedicato il mese di aprilealla riflessione sulla propriavocazione.

I P. Walter e Philip entrarono inCochin il 22 marzo 1981 accolticalorosamente dal Vescovo che lipresentò al clero e alla comunitàcattolica. Essi cominciaronosubito la predicazione di ritiri edesercizi. Ristrutturarono la casache il vescovo benedisse il 27maggio 1981 e che venne chia-mata “Asrama J.X.P.”. L’entratasi è dovuta compiere con il vistoturistico e si è dovuto organizza-re il turno di presenza dei compo-nenti la comunità in modo che cifossero sempre dei religiosi che

supplissero coloro che dovevanouscire dall’India per il rinnovo

del visto.19

La promozione vocazionale fubenedetta da Dio e il 13 giugno1982 i primi 14 candidati inizia-rono il programma di formazionetriennale cioè un anno di orienta-mento vocazionale e due anni perlo studio di “pre graduation”. Il18 maggio 1985 fecero la vesti-zione i primi 4 novizi che profes-sarono nel 1986.

Intanto per evitare che i giovanidovessero continuamente cam-biare formatori, si decise di tra-sferire gli studenti in Arusha ,Tanzania, per lo studio della filo-sofia e poi a Nairobi per la teolo-gia.

Il 26 agosto 1989 emise i votiperpetui il primo passionistaindiano e il 6 aprile 1991 si avevala gioia di vedere il primo sacer-dote passionista indiano nellacattedrale di Arusha. A quelladata la comunità indiana si erasviluppata abbastanza e organiz-zata in Vicariato dedicato a S.

Tommaso econtava 7studenti diteologia inNairobi, 5 difilosofia adArusha e 25postulanti a

Cochin.20

Nel capitolodel 1991 laP r o v i n c i aCruc degliUSA si èfatta caricodel Vica-

riato Thom dell’India. Nel 1992si avviò il noviziato in Bangalorementre altri studenti emettevano i

voti perpetui.21

Da sinistra a destra: P. Michael Higgins, CRUC Provinciale, P. Marsilin Sony K. (appe-na ordinato),il vescovo Paul Boyle; P. Ottaviano D’Egidio e concelebranti.

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Il 20 maggio 1993 veniva bene-detta la casa per gli studenti inBangalore chiamata “PassionistJyotir Bhavan”. Ivi hanno conti-nuato la loro formazione gli stu-denti che prima stavano adArusha. Il 31 maggio 1993,emettevano la prima professione7 novizi.22

Gradualmente tutta laformazione è tornataa compiersi in India econ responsabili loca-li. Con l’apporto dellaCongregazione e inmodo particolaredella Provincia Cruc,si sono aperte 7 case enel 2004 il Vicariatoera composto di 25religiosi di voti per-petui di cui 21 sacer-doti, 6 chierici di votitemporanei e 4 novi-

zi.23

Il grande sogno di coloro che invarie riprese hanno desiderato etentato di rendere presente il cari-sma passionista in India è diven-tato realtà. Il P. Walter Kaelin cheha tanto lavorato con impegno edamore è già nella comunità cele-ste rimanendo un esempio di reli-gioso dedito alla congregazioneed animato sempre da grandesenso di umanità.

Il mio pensiero di gratitudine vaa Dio che ha concesso ai nostrigiorni questo dono. Un grazie aS. Ecc. Mons. Joseph Kureetharache tanta parte ha avuto nellabuona riuscita di questa impresa.Gratitudine che estendo anche atutto il clero ed ai religiosi delladiocesi che hanno accolto conbenevolenza la presenza deiPassionisti. Un grazie ai cattoliciche ci hanno sostenuto con la

loro simpatia e con il permettereche i loro figli, quando si sentiva-no chiamati da Gesù, entrassero afar parte della Congregazionepassionista. Un grazie ai passio-nisti delle varie Province dellaCongregazione che hanno dato laloro opera con amore e speranza. Un augurio a voi confratelli delVicariato S. Tommaso: possiate

fare onore a Gesù crocifisso erisorto; che lo possiate annuncia-re con la vita e con la parola e lopossiate fare amare da tante per-sone perché trovino in lui laragione della loro esistenza. Mi piace ricordare un pensierodel p. Walter da un suo articolo:“Life for Life: Paul of the Crossand the world of India”. Egli scriveva: “ Paolo ha deside-rato farsi tutto a tutti “per poterlicondurre a Cristo”. Ha volutofarlo predicando la Passione, conparole ed opere. Non dobbiamomai perdere questa visione”. Eaggiungeva: “ Una delle ragioniper le quali siamo in India è per-ché Madre Teresa ci ha invitati avenire a predicare la Passione inun paese dove vi sono così tantesofferenze. In particolare lei ha fatto questoappello: “Aiutate le mie Sorelle apregare la Passione, così che pos-

sano sempre vedere il SofferenteGesù nel Crocifisso che stannoservendo. Diversamente rischia-no di perdere la loro vocazione. Il nostro pensiero finale provienedalla lettera 1751 di san Paolodella Croce: “ La Passione di Cristo è la piùgrande e stupenda opera del-l’amore divino”.

Vita per Vita. La Sua vita per la

nostra Vita 24.

_____________________1. AGCP, Fondazioni trattate, Asia .2. AGCP, Consultas 1946-58, f.111-112.3. AGCP, THOM, Foundation 1952-81.4. AGCP, THOM, Foundation 1952-81.5. AGCP, THOM, Foundation 1952-81.

6. AGCP, Consultas 1946-58, f. 136,141.7. AGCP, Consultas 1946-58, f. 173.8. AGCP, Consultas 1946-58, f. 176-177; cf anche THOM, Foundation 1952-81.9. AGCP, THOM, Proposed foundationin Ceylon 1946-1964.10. AGCP, THOM, foundation 1957-60.AGCP, PATR, Letters 1957-60.11. AGCP, Gen. Consultas 1976-1988,f. 1812. AGCP, THOM, Correspondence1977-1979.13. AGCP, THOM, Correspondence1977-1979.14. AGCP, Consultas gen 1976-88, f.40. BIP 5/78, p. 4. Acts of the Synod1978, p. 80-81.15. AGCP, Consultas gen 1976-88, f. 6116. AGCP, Consultas gen 1976-88, f.78.17. BIP 1/80, p. 36-39.18. AGCP, Consultas gen 1976-1988, f.89. BIP 4/80, p. 67-68.19. BIP 10/81, p. 85.20. BIP 1991, p. 40; 54-55.21. BIP 1992, p. 166-167.22. BIP 1993, p.39-40, 52, 82.23. Statisticae Congregationis 2004.24. AGCP, THOM, Foundation 1952-81

Il vescovo Joseph Kureethara, P. Walter Kaelin ed unostudente Fr. Framcis, present bishop of Kochi.

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Il seguente articolo è stato scritto da F.Laurence M. Finn, C.P. (CRUC) e descri-ve il lavoro dell’Associazione CattolicaCoreana AIDS. Fratel Laurence, un pas-sionista che ha professato nel 1968, halavorato come infermiere prima di entrarein Congregazione. E’ stato missionarionella Provincia dei Martiri Coreani(MACOR) per più di 30 anni. Mentre erasegretario dell’allora Superiore Generalep. José Agustin Orbegozo, il viceprovin-ciale della Corea, p. Richard Thompson,ha suggerito a F. Laurence l’idea del ser-vizio all’AIDS. Quando ebbe terminato ilsuo mandato a Roma egli è tornato inCorea dove, oltre al servizio in provinciacome superiore, direttore della formazio-ne e Consultore Provinciale, F. Laurenceha collaborato in questa Associazione nei vari aspet-ti di progetti organizzativi che includevano una conti-nua educazione per correggere gli errori di informa-zione e di ignoranza sull’HIV/AIDS. Quindi per diecianni (1995-2005) è stato Presidentedell’Associazione. In tale contesto coreano egli si èposto la domanda: Chi sono i crocifissi oggi inCorea? Ha trovato una risposta a questa domandacon il suo ministero.

L'associazione è stata creata nel 1995, prima che cifosse tutto l'impegno convenzionale per ospitare incura coloro che si trovavano nella fase terminale dell’AIDS, diffusa ovunque nella Repubblica Coreana. Acausa del numero relativamente limitato di pazienti,non vi era necessità o urgenza particolare di fare ciò.Questa organizzazione era originalmente un'organiz-zazione creata sotto gli auspici dell’ ArcidiocesiRomano-cattolica di Seoul, creatasi sotto la protezio-ne del Dipartimento dei Servizi Sociali dell’Arcidiocesi.

I cugini di Suor Miriam, un missionario colombiano,hanno iniziato un esauriente programma di studio epreparazione per questo lavoro dopo che lei avevaaccolto alcuni moribondi che non avevano posto doveandare. Erano nelle fasi terminali del processo dellamalattia. Suor Miriam aveva lavorato fino ad alloracon le ragazze che uscivano dalla prostituzione, ha

fornito un riparo per loro ed una formazione in modoche potessero avere nuove qualifiche per il posto dilavoro e un modo di vivere meno pericoloso. Questi primi pazienti di AIDS erano uomini omoses-

suali che erano stati infetta-ti dalle pratiche sessuali tro-vate in questa subcultura inCorea. Dopo alcuni anni,apparve evidente che questiindividui che erano statoinfettati con il virus del HIVed erano ammalati di AIDSsoffrivano una severadiscriminazione nella curadella salute nello Stato, spo-standosi da un ospedalepubblico all'altro con scarsao nessuna cura per loro.Anche se i farmaci veniva-no forniti, non c’era postoper coloro che si trovavanoalla fine della loro vita e cheavrebbero dovuto usufruiredi una cura medica adegua-

ta che permettesse loro una certa dignità umana.

Da 1998 in poi, l'organizzazione dell'AssociazioneCoreana Cattolica Aids ha assunto una diversa natura: dall’ essere una riunione di quelle interessate al pro-blema dell’ AIDS ad un'organizzazione coinvoltanello sviluppo di strutture per la cura di coloro che sitrovavano nella crisi o nelle ultime fasi della malattia.Essendo un'organizzazione nazionale, le Costituzionidell'Associazione sono state ridisegnate per esprime-re meglio la più vasta natura dell'organizzazione.

La prima struttura, per uomini con l’ AIDS, si è aper-ta nell'aprile 1999 nella città di Seoul sotto la direzio-ne di Suor Miriam. Gli ospedali che erano collegaticon la cura dei nostri pazienti si sono interessati dellenostre riunioni e da allora hanno mandato dei lororappresentanti a tutte le nostre riunioni. Dal 1999,altri sette ospizi sono stati aperti in tutto lo Stato: inKwangju, in Wonju, in Incheon, in Umsong e unsecondo a Seoul per le donne con l’AIDS che è entra-to in servizio nel 2002. Le uniche altre istituzioni peri pazienti di AIDS nel paese sono: uno in Pusan gui-dato dall'Esercito della Salvezza ed uno nuovo (appe-na aperto nel dicembre 2005) a Taegu , che è proprie-tà delle Sorelle del Sacro Cuore di Pohang, ma èamministrato da un ente governativo. Queste due ulti-me istituzioni attualmente non fanno partedell'Associazione.

LL’’AAssssoocciiaazziioonnee CCaattttoolliiccaaCCoorreeaannaa AAIIDDSS..

Fratel Laurence M. Finn, C.P. (CRUC)

TTEESSTTIIMMOONNII

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Ogni nostro ospizio è sotto il controllo diretto di unaparticolare Comunità religiosa di Sorelle o Fratelli - eciascuno manda un rappresentante alle riunioni men-sili dell'Associazione. Lo scopo delle riunioni riguar-da la progettazione e il movimento dei pazienti - inmodo che la cura offerta dalle nostre istituzioni sia lapiù adatta per i bisogni dello specifico paziente. Tutte le nostre istituzioni ricevono, in gradi diversi, lesovvenzioni governative per l’alimento e l’alloggia-mento, medicine e terapia fisica. Ogni istituzione,inoltre, sta attivamente cercando dei fondi con varisforzi. Il nostro tentativo è di coinvolgere nell'impe-gno finanziario il maggior numero di organizzazioniin modo da non caricare eccessivamente nessunaorganizzazione. Ogni giorno, circa 50 - 60 personevengono alloggiate nei nostri ospizi in tutto il Paese.Al miglioramento delle loro condizioni, gli interessa-ti vengono consigliati a ritornare alla normalità evivere una vita più normale possibile. Per coloro cheentrano nelle fasi finali della malattia, viene data lacura completa nelle nostre strutture, dal tempo diaccoglienza fino alla loro morte. Dopo la loro morte,viene fatta una dignitosa cura del corpo e si svolge unservizio commemorativo con la maggior gente pre-sente possibile. È particolarmente importante percoloro che stanno soffrendo di questa malattia sapereche hanno un posto dove andare mentre il processo dimalattia continua e che saranno presi in cura con lamassima dignità umana possibile, compresa la curadei loro corpi dopo la morte.Recentemente l'Associazione ha iniziato un program-ma per raggiungere i lavoratori stranieri in Corea, for-

nendo gratuitamente un anomino test per l’ AIDS eprovvedendo alla cura per coloro che risultano positi-vi all’ HIV. Questa forma di organizzazione d’aiuto èancora al suo stadio iniziale ma siccome vari pazientiche abbiano curato negli ultimi anni sono lavoratoristranieri, abbiamo ritenuto di dover iniziare questoservizio. Noi possiamo entrare liberamente nel mercato dilavoro straniero più di ogni organizzazione governati-va e ciò per svariate ragioni culturali e legali. Strutturalmente, l'Associazione è composta da unPresidente, un Vice Presidente, un Tesoriere e un rap-presentante per ogni ospizio e ospedale che sonocoinvolti nella cura del paziente. Da 1995 fino al2002, Suor Miriam ha fatto da co-Presidente con ildottore Joseph Sohn-U della clinica della St. Joseph.Dal 2002 fino al 2005, Fratel Laurence Finn ha servi-to da Presidente e attualmente Padre Benedict Jong-IlKim è stato scelto per essere il Presidentedell'Associazione per un biennio.Avendo recentemente partecipato al Congresso diKobe sull’ HIV e sull’ AIDS per l'Asia ed il Pacifico,sono bene cosciente della necessità non solo dei nostrisforzi qui in Corea, ma anche della necessità di coor-dinare ed allargare la discussione su queste sceltevitali per l’Asia. Possiamo solamente aiutarci l’un l’altro, almenooffrendo il supporto e la comprensione quando spes-so sembra che i nostri sforzi siano inutili ed improdut-tivi. Questa malattia può essere sconfitta, e sarà scon-fitta, ma soltanto se lavoriamo insieme.

La nuova comunità di Betania, in Terra Santa: dasinistra a destra: P. Sebastian Walak (ASSUM), P.Juan Llorente (SANG), P. Gianni Sgreva (CORM),P. Jean Marie Mbungu (SALV), Fratel AurelioA.Miranda (DOL-VICT).

Il Santo Padre ha ricevuto in udienza privata p.Giovanni Alberti ed il Coordinatore Nazionale conla segretaria, del Rinnovamento nello Spirito Santo.P. Giovanni Alberti è membro del comitatonazionale composto da 9 elementi che guidano ilcammino di 250.000 persone. Il Santo Padre staricevendo i responsabili dei maggiori movimentiecclesiali.

TTEESSTTIIMMOONNII -- NNUUOOVVAA PPRREESSEENNZZAA

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Il 21 di luglio venne confermata la notizia dell’approva-zione del Decreto di costituzione della Federazione deimonasteri e che gli Statuti vennero approvati. ComePresidente dell’associazione venne nominata MadreAgnese D’Amato, superiora del monastero di Vignanello(VT). Questa è una grande notizia perché finalmente hainiziato a funzionare questo nuovo organismo di unionetra i nostri monasteri.A questa federazione si è dato il nome di “Madre dellaSanta Speranza”.; è una realtà che si sta iniziando con tremonasteri, ma abbiamo fiducia che altri monasteri dellanostra Congregazione si uniranno. L’invito rimane aper-to a tutti.

Dal 6 al 9 ottobre si fece la prima Assemblea elettiva perleggere la Superiora e Delegata dei rispettivi monasteridi Vignanello e Maumere (Indonesia). Era presente ilrev. P. Giovanni Giorgi CP con un fax di mons.Piergiorgio Silvano Nesti, segretario dellaCongregazione dei Religiosi, che manifestava la suasoddisfazione e allegria per i lavori realizzati.Si ebbe anche la presenza del vescovo locale di Acqui,Mons. Piergiorgio Micchiardi.

Sono stati giorni di intenso lavoro, di scambio di espe-

rienze, riflessioni e dialogo con l’obiettivo di tracciareinsieme una linea programmatica di studio e norme perla formazione delle postulanti, novizie e juniores.In questa Assemblea è stata fatta anche la elezione dellaConsigliera Federale e delle Formatrici. Vi fu una vota-zione unanime per stabilire in ogni monastero un“Centro di formazione” con un determinato programmada sviluppare.Perciò: a Maumerte ci sarà il Noviziato Federale, aOvada la formazione dei primi tre anni di juniorato e aVignanello quella degli ultimi tre anni.

FEDERAZIONE DELLEMONACHE PASSIONISTE

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Monastero delle monache Passioniste adOvada, Italia.

Una novizia emette la suaprofessione nelle mani della

superiora.

L’entrata delle novizie nellachiesa del convento.

Il vescovo interroga le novizie e pone loro il velo e il segnopassionista.

PROFESSIONE DELLE MONACHE ADOVADA, ITALIA, 30 Ottobre 2005

MMOONNAACCHHEE EE SSUUOORREE PPAASSSSIIOONNIISSTTEE

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ORDINAZIONI SACERDOTALI

Il 17 ottobre 2005 è stato ordinato John Jairo della Vice provincia FIDdella Colombia.Il 19 novembre 2005 è stato ordinato Josè Valentìn Reyna della pro-vincia FAM. Nella provincia SALV della Repubblica Democraticadel Congo il 20 novembre sono stati ordinati i padri Pierre MalongoNdjeka e Caliste Mbelolo Mbanzulu. E nella provincia PASS delleFilippine il 10 dicembre è stato ordinato Rogie Castellano. Il 21 gennaio2006 è stato ordinato sacerdote Leonildo Pedro DosSantos della provincia CALV-Brasile P. Pierre Malongo e

P. Calizte Mbelolo.SALV

Lukas Stefan Temme. VULN

ORDINAZIONI DIACONALI

Il 17 ottobre 2005 è stato ordinato diacono Carlos ArmandoHernàndez Còrdoba della Viceprovincia FID. Il 3 dicembre nella pro-vincia della PIET è stato ordinato Marco Cola e nello stesso giornoin Germania nella viceprovincia VULN, Lukas Stefan Franz Temme.L’8 dicembre nella provincia CORM ( Italia) è stato ordinato MatteoDonini e il 28 dicembre nella provincia CFIXI ( Italia) Francesco DiMariano.Il 14 gennaio 2006 nel Vicariato del Kenya, CORM-CARLW sonostati ordinati : Francis Oguda Owano, Alfred Orwa Bwana e BernardMbugua Maguta.Nella provincia PIET (Italia) il 18 febbraio 2006 è stato ordinatoVincenzo Di Clerico, e nella provincia LAT (Italia) il 26 febbraio èstato ordinato Maurizio Cino.

Marco Cola. PIETFrancesco Di

Mariano. CFIXIVincenzo Di

Clerico. PIET.

Matteo Nonini. CORM

OORRDDIINNAAZZIIOONNII EE PPRROOFFEESSSSIIOONNII

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PROFESSIONI PERPETUEIl 1 ottobre ha fatto la professione perpetua Mario Adolfo Brenes della Provincia spagnola FAM e il 2 otto-bre Bruno Dinis Moreira da Silva della Provincia del Portogallo FAT. IL 15 ottobre nel Viceprovincia FIDdella Colombia Fernando Beltràn Soto. Nel Vicariato del Perù CORI-RES il 19 ottobre: Carlos ReàteguiChumbe e Raùl Romero Ipushima. Nel Vicariato della Bolivia SANG-EXAL il 17 novembre MaximilianoBonifaz Espero e il 3 dicembre Ramiro Lòpez Quispe.Nella Provincia della Spagna SANG sempre il 3 dicembre Edìson Gregorio Arreaga Arce e Clèber GuillermoChacha Chamorro. L’8 dicembre nella Viceprovincia FID della Colombia Luis Alfredo Parra Carvajal. NelVicariato CORM-CARLW del Kenya il 17 dicembre: Francio Oguda Owano, Alfred Orwa Bwana e BernardMbugua Maguta. Nella Provincia LAT (Italia) il 6 gennaio 2006 Maurizio Cino. Il 22 gennaio 2006 nella Provincia CALV, (Brasile), Edilberto Lins de Menez e Paulo Antonio Da Silva e il4 febbraio 2006: Alan Hildeu Felicio, Gesner José Coube e Sidnei Da Silva. Nel Vicariato DOL-VICT delBrasile il 5 febbraio 2006 Alex Antonio Favarato e Luiz Clàudio Alvez Diniz. L’11 febbraio nel Vicariato CORI-RES del Perù, alla presenza del Superiore Generale, hanno fatto la profes-sione perpetua Jorge Luis Yuyarima Yahuarcani e Jonny Martìnez Vàsquez. Ed infine nella Provincia corea-na MACOR il 26 febbraio : Dominic Jin Jeon, Simon Jin-Wook Choi e Daniel Myoung-Il Chang.

PRIME PROFESSIONI

Il 1 novembre 2005 Evan Esmade della provincia PASSdelle Filippine ha emesso i primi voti. Nel VicariatoCORI-RES del Perù: Pedro Pablo Guerriero, CleberLobati, Carlos Geovanni Siguencia, Javier Montalvo,Sebastaàn Elì Sotomayor, Juan Carlos Cardozo eAlexander Alexis Castello. Nella Provincia MACOR della Corea il 27 febbraio2006 fratel Damian Gi-Shik Yu.

I Confratelli AlanHildeu Felicio,

Gesner José Coube ySidnei Da Silva.

CALV

Conf. Henrique Evangelista deOliveira y Paulo Sérgio Ribeiro

Sabino. DOL-VICT .

Confratelli Edilberto LinsDe Menezes y Paulo

Aantonio Da Silva. CALV

Pedro Pablo Guerrero; Cleber Lobani; Carlos GeovanniSiguencia; Javier Montalvo; Sebastián Elí Sotomayor;Juan Carlos Cardozo; and Alexander Alexis Castillo.

OORRDDIINNAAZZIIOONNII EE PPRROOFFEESSSSIIOONNII

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NNUUOOVVEE PPUUBBBBLLIICCAAZZIIOONNII

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Martinelli, G., MEMORIA PASSIONIS.Intuizione e Dinamica della FormazioneSpirituale Passionista. Edizioni SegreteriaProvinciale CORM, Basella (BG), ottobre 2005,pp. 102.

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NNUUOOVVEE PPUUBBBBLLIICCAAZZIIOONNII

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Usque ad diem 28 februarii 2006, acceptae

DIE OBDORMIVIT PROVINCIA NATUS VOTA

IN DOMINO NUNCUPAVERAT

03 octobris 2005 Sac. Fulgêncio Piacentini CALV 1916 16 decembris 1933

12 octobris 2005 Fra. Marcellino Granziera CORM 1913 28 octobris 1935

09 novembris 2005 Sac. Wilfred Van Reeth GABR 1917 03 septembris 1934

13 novembris 2005 Sac. Ernest Hotz PAUL 1916 15 augusti 1938

14 decembris 2005 Sac. Leandro García Monje SANG 1912 08 septembris 1928

18 decembris 2005 Fra. Andrzej Sobiech ASSUM 1929 16 augusti 1948

20 decembris 2005 Sac. William Browning CRUC 1921 17 iulii 1942

27 decembris 2005 Fra. Gabriel Moran IOS 1915 17 iunii 1939

MONIALES ET SORORES

12 septembris 2005 Sr. Maria Vittoria di S. Luigi Inst. S.P.S. Paulo a Cruce (Signa) 1936 21 martii 1965

13 septembris 2005 Sr. Mariangela di S. Giuseppe Inst. S.P.S. Paulo a Cruce (Signa) 1917 18 octobris 1933

21 septembris 2005 Sr. Maria Regina del Paradiso Inst. S.P.S Paulo a Cruce (Signa) 1933 24 martii 1956

30 octobris 2005 Sr. Margaret Mary Hanley Inst. Crucis et Passionis (Anglia) 1920 07 aprilis 1954

13 novembris 2005 Sr. Maria Antonia di Gesù Inst.S.P.S. Paulo a Cruce (Signa) 1936 25 maii 1965

18 novembris 2005 Sr. Adele del Ss.mo Crocifisso Inst. S.P.S. Paulo a Cruce (Signa) 1910 11 novembris 1932

24 novembris 2005 Sr. Antonietta de S. Giuseppe Inst. S.P.S Paulo a Cruce (Signa) 1921 15 septembris 1948

25 novembris 2005 Sr. Conceição do Espirito S. Inst. S.P.S Paulo a Cruce (Signa) 1928 15 septembris 1947

15 decembris 2005 Sr. Consolazione di Gesù Mon. Napoli 1940 21 novembris 1996

26 decembris 2005 Sr. Gabriel Costine Inst. Crucis et Passionis (Anglia) 1909 09 maii 1939

NOTITIAE OBITUS

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“Noi passionisti facciamo del misteropasquale il centro della nostra vita.

Ci dedichiamo con amore alla sequela del Cristo crocifissoe ci disponiamo ad annunziare

con spirito di fede e dicarità la sua Passione e Morte non solo come evento storico

del passato, ma come realtà presente nella vita degli uomini

che «sono crocifissi oggi» dall’ingiustizia,dalla mancanza del senso profondo

dell’esistenza umana e dalla fame di pace,di verità e di vita”(Costituzioni N. 65)