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E’ tempo di bilanci per l’anno dell’astronomia e questi nonpossono che essere positivi. Il 2009 ha visto, infatti, un in-credibile fiorire di manifestazioni in tutta Italia (oltre che nelmondo, ma io preferisco riferirmi al nostro Paese), alcuneassai interessanti poiché organizzate in contemporanea,come le 100 ore di astronomia. Tutte queste attività hannofatto avvicinare e, in alcuni casi, riavvicinare le persone allanostra bellissima scienza. Anche noi del GACB ci siamo atti-vati per l’occasione ed abbiamo organizzato diversi eventi,tutti di buonissima qualità.Voglio ricordarli, con piacere, uno ad uno:Al Parco Nord sono state organizzate due osservazioni pub-bliche, una in primavera ed una a Giugno, quest’ultima pre-vedeva anche l’osservazione del Sole, cosa che ha destato lacuriosità del pubblico. Purtroppo ambedue le giornate sonostate assai disturbate dal maltempo, ma ciò non ha impeditoun discreto afflusso di persone che hanno ascoltato le nostrespiegazioni.A Nova Milanese una conferenza con osservazione di Lunae pianeti ha visto un interesse generale assai elevato, con-fermato dalla sala praticamente esaurita.Quello che più mi rende soddisfatto, è l’andamento della sta-gione estiva ed invernale dell’Osservatorio. Infatti, grazieanche alla disponibilità del Dr. Luigi Guzzo, astronomo di ca-ratura internazionale, che ha tenuto un’interessantissima con-ferenza sull’energia oscura, abbiamo notato un entusiasmoverso l’astronomia mai riscontrato in passato. In pratica, siaalle osservazioni pubbliche, sia alle restanti conferenze te-nute dal sottoscritto, si è avuto un vero record di presenze

Anno dell’Astronomia,

un bilancio

Cristiano Fumagalli

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che superato le 700 unità. Questo si è ripetuto anche a Di-cembre e la notte del 27 ha visto una sessantina di personesfidare le temperature sotto zero pur di osservare dall’ocu-lare di un telescopio ed ascoltare le nostre spiegazioni. Tuttoquesto ha anche “svegliato” l’amministrazione comunale chesi e (finalmente!) accorta di avere un patrimonio sia culturale,sia umano a disposizione.Ciclo di conferenze a Muggiò. Tenute completamente da socidel GACB, con particolari competenze in materia, si sonosvolte nella bella Villa Isimbardi, sempre affollata da curiosi edappassionati.Attività col planetario itinerante Star Hunter in centri com-merciali ed aggregativi, come il Bicocca Village. Questa èstata una scoperta quasi improvvisa e piacevole; in praticaabbiamo “intercettato” la gente comune durante i normali mo-menti di acquisti o di svago e la cosa ha destato molta curio-sità in loro. Diversi si sono approcciati a noi facendo domandeed assistendo alle proiezioni del planetario stesso, sempretenute da nostri soci.Astrofest. Abbiamo partecipato anche a questa nuova “Fieradell’Astronomia” che è risultata partecipata da astrofili edespositori con mai era accaduto ad una di queste manifesta-zioni e questo è un gran bel segnale!Infine, permettetemi anche di segnalare l’uscita del mio libro.“Incontro con l’Astronomia”, anch’essa col logo di Astro-nomy2009, per il quale ringrazio tutti i soci del GACB che mihanno sostenuto nella realizzazione dell’opera.Ora non ci resta che sperare in un lascito duraturo da far frut-tare nel tempo. Riguardo ciò, l’avvento del GAM (GlobalAstronomy Month) e di tutte le manifestazioni di Aprile, sonosenz’altro di buon auspicio: il cielo è a diposizione di tutti, bi-sogna solo farlo conoscere e rispettare, cosa non facile, manon dobbiamo mollare!

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La cometa C/2009 R1 (Mc Naught):

cometa visibile ad occhio nudo?

La cometa C/2009 R1 McNaught è una cometa non periodicascoperta da Robert H. McNaught, è la 51° cometa scopertada McNaught il 9 settembre 2009. A fine giugno 2010 po-trebbe essere visibile ad occhio nudo dall'emisfero boreale.Robert H. McNaught è un astronomo scozzese-australianoin carica presso la Research School of Astronomy and Astro-

Astronomica

Davide Nava

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Effemeridi C/2009 R1 McNaught (da Almanacco UAI 2010)

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physics della Australian National University. Ha collaboratocon David J. Asher dell'Armagh Observatory. È un prolificoscopritore di asteroidi e collaboratore della Siding Spring Sur-vey. È un grande scopritore di comete e fino al 24 ottobre2009 ne ha scoperte 54, di cui 21 sono periodiche, stabilendoun primato superato solo da alcuni osservatori che hannoscoperto comete attraverso l'uso del satellite SOHO. Ha sco-perto nell'agosto del 2006, con il telescopio Schmidt di Upp-sala, la cometa C/2006 P1 McNaught, la Grande Cometa del2007, che è divenuta una delle comete più brillanti degli ultimianni: ha passato il perielio il 12 gennaio 2007 ed è divenutavisibile ad occhio nudo per gli osservatori dell'emisfero au-strale.

A maggio si troverà nella costellazione di Pegaso, poi passaa fine maggio nella costellazione di Andromeda. All'inizio delmese di giugno è nella costellazione del Perseo, poi passanella costellazione dell'Auriga. La magnitudine prevista perfine giugno è di +5 (visibile ad occhio nudo da cieli bui), mapotrebbe essere più luminosa. Le ultime osservazioni dellacometa hanno confermato le previsioni di luminosità.

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Percorso in cielo dellacometa C/2009 R1(Mc Naught) dal 1 lu-glio 2009 al 6 luglio2010(da Seiichi Yoshida -http://www.aerith.net/comet/catalog/2009R1/2009R1.html)

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Angelo Secchi nacque a Reggio Emilia il 28 giugno 1818. Ter-minate le scuole elementari, fu avviato al ginnasio di Reggio,diretto dai gesuiti. Completati gli studi ginnasiali all’età di quin-dici anni, Secchi chiese di entrare nella Compagnia di Gesù.Egli trascorse il periodo del noviziato a Bologna e poi prose-guendo il resto a Roma sul finire del 1833, dapprima in S. An-drea al Quirinale e poi nel Collegio Romano, ove terminò glistudi.La formazione di Angelo Secchi fu sicuramente di tipo clas-sico. Nelle scuole dei gesuiti solo negli ultimi anni di scuolaveniva impartito anche un insegnamento scientifico.Uno dei suoi docenti, per le materie scientifiche, fu il padregesuita Francesco De Vico (1805-1848). Quest'ultimo fu unvalente astronomo e direttore dell’Osservatorio del CollegioRomano, prima di Secchi.A causa delle difficili vicende politiche romane nel 1848,

padre Secchi con i suoi confratelli do-vette emigrare: fece prima tappa in

Inghilterra e poi a WashingtonD.C., al collegio dei gesuiti dellacittà. Al ritorno dei gesuiti in Roma,l’urgenza di rimodernare le strut-

ture dell’Osservatorio si fece sem-pre più evidente. Padre Secchiaffidò all’ing. Vescovalli l’incarico diredigere il progetto del nuovo Os-servatorio. Esso doveva prevedere,

Padre Angelo Secchi

e la spettroscopia

Alessia Presutti

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Collegio Romano in unastampa dell'800.

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in aggiunta ad alcuniambienti riservati ad abi-tazione, studio e biblio-teca, quattro corpi difabbrica per le osserva-zioni meridiane, per ilgrande equatoriale, perl’equatoriale minore diChauchaoix e infine peril gabinetto magnetico emeteorologico.L’attività di padre Secchifu notevolissima: svolseun gran numero di atti-vità, pubblicò numero-sissimi articoli,mantenne contatti epi-stolari con i più famosiscienziati del suotempo, partecipò a spe-dizioni scientifiche inter-nazionali, presenziò acongressi scientifici e fu membro di numerose Accademie ita-liane e estere.Come direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano Secchisi dovette occupare di magnetismo, di meteorologia (il cui stu-dio era stato approfondito da Secchi durante il soggiorno aWashington) e di misure geodetiche. Inoltre quale espertodello Stato Pontificio dovette occuparsi di acquedotti, sanità,clima ed elettricità. Nel campo meteorologico suscitò note-vole scalpore a livello mondiale il meccanismo, esposto e pre-

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Il gesuita Padre Angelo Secchi.

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miato nella Esposizione Uni-versale di Parigi del 1867,detto il “Meteorografo”. Que-sto strumento consentiva laregistrazione a distanzadella temperatura, pres-sione, direzione del vento,velocità del vento e pioggia.Il premio per questo nuovotipo di strumento fu conferitoa Secchi da Napoleone III,che lo nominò Ufficiale dellaLegion d’onore. Nel campogeodetico, Secchi determinòla latitudine dell’antico e delnuovo Osservatorio del Col-legio Romano. La parte pre-ponderante dell’opera diSecchi riguarda però l’astro-nomia. Egli fece anche dellericerche di astronomia di po-sizione, ma la sua vera inno-vazione fu l’aperturaall’astrofisica.Va sottolineato che la no-mina di Secchi alla direzione

dell’Osservatorio del Collegio Romano suscitò delle criticheperché, non essendo conosciuto come astronomo, si pen-sava che avrebbe fatto della fisica e non dell’astronomia. Questa era una classica obiezione dell’astronomia ufficialeche considerava degni di attenzione solo problemi di posi-

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Il meteorografo del Collegio Romano,elaborato da Secchi per l’esposizioneuniversale del 1867

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zione, così che i vari importanti osservatori di Europa eranorestii ad occuparsi di analisi spettrale. Nel periodo storico incui le scoperte spettroscopiche venivano interpretate e giu-stificate teoricamente, Secchi ebbe l’opportunità di dirigereun Osservatorio, senza dover rispondere a nessuno. Le sco-perte di astrofisica sulle stelle e il rinvenimento nelle stelle dimateriali presenti sulla Terra indussero Secchi a concepireuna trattazione unitaria dei fenomeni e delle forze naturali ascala universale.

La storia inizia nel 1802 quando lo scienziato inglese, Wolla-ston, fece passare un raggio di Sole attraverso una sottilefenditura e poi attraverso un prisma.

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Studio delle macchie solari condotto da Padre Secchi durante i suoi anni di di-rettore dell’osservatorio del Collegio Romano.

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Scomposizione della luce bianca

Facendo passare un fascio di luce solare attraverso un pri-sma di vetro, si scopre che in realtà la luce che ci apparebianca è il risultato della sovrapposizione di diversi colori.Questo fenomeno è dovuto alla proprietà del prisma ottico dideviare i raggi di colore diverso in direzioni diverse: la lucerossa subisce la deviazione minore, la luce blu quella mag-giore.

La fenditura fornì un’immagine chiara e ad alta definizione delfamiliare spettro dell’arcobaleno. Osservandolo, Wollastonnotò che lo spettro del Sole era segnato da molte sottili righenere di varia intensità. Raccogliendo lo spettro del Sole giornodopo giorno ed anno dopo anno, si accorse che le righe neresi trovavano sempre esattamente nelle stesse posizioni.Linee spettrali simili si ritrovavano anche in esperimenti di la-boratorio. Usando una fenditura e un prisma, i fisici scopri-rono che scaldando ad elevate temperature un solido, unliquido o un gas denso si ottiene uno spettro di aspetto uni-forme, senza righe: continuo. Un gas caldo rarefatto, invece,emette luce solo in certe posizioni dello spettro, che appareperciò costituito da sottili righe colorate invece che da unabanda continua. Inoltre se un campione più freddo dellostesso gas è posto davanti ad una sorgente di luce continua,sullo spettro compaiono righe nere nelle stesse posizioni incui c’è emissione quando lo stesso gas è caldo. In altre pa-role il gas più freddo assorbe lo stesso tipo di radiazioni cheemette quando è caldo. Perciò dal 1859 divenne chiaro chela radiazione solare arriva a noi dopo aver attraversato un’at-mosfera solare più fredda, dove avvengono assorbimenti re-sponsabili delle righe nere scoperte da Wallaston.

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Spettro delle radiazioni solari

Le radiazioni emesse dal Sole vengono raccolte da uno spet-trometro e registrate fotograficamente mediante uno spettro-grafo. Alcune frequenze vengono assorbite dagli elementipresenti nell’atmosfera solare, pertanto si osservano nellospettro delle bande nere, dette bande di assorbimento. Lostudio di queste bande permette di risalirealla natura deglielementi che costituiscono il Sole.

Si scoprì inoltre che ogni elemento, ogni composto chimico hala propria serie di righe spettrali: queste sono uniche, comeimpronte digitali. Esse ci rivelano non solo quali atomi o mo-lecole sono presenti nel materiale in esame, ma anche moltealtre sue condizioni fisiche, a partire dalla temperatura. Fucosì che, applicando apparecchi fatti di fenditure e prismi(spettroscopi) ai telescopi, Padre Angelo Secchi ottenne varitipi di spettri stellari. Le conoscenze ottenute con questonuovo tipo di indagine segnarono la nascita dell’Astrofisica, dicui Padre Angelo fu veramente "padre". Nelle strisce coloratesolcate da righe scure degli spettri stellari è infatti contenutala chiave per capire struttura fisica, composizione chimica efonti dell’energia stellare; in una parola tutto lo svolgersi dellavita delle stelle.

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Uno degli spettri dellaradiazione solare osser-vati anche da PadreSecchi(disegni di G. Micheletti)

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Edwin Powell Hubble

Nella cittadina di Marshfield nello stato del Missouri (U.S.A.)il 20 novembre 1889 nasce colui che sarà uno trai più grandiastronomi e astrofisici della storia.Egli è noto alla comunità scientifica principalmente per averformulato quella legge (1929) che oggi viene chiamata“Legge di Hubble” (redshift/distanza). Il giovane studente Edwin si concentrò sugli studi di mate-matica e astronomia presso l'Università di Chicago, diplo-mandosi nel 1910.Trascorse tre anni a Oxford dove ricevette un Master in legge.Nel 1913 tornato dall'Inghilterra a Louisville nel Kentucky, pre-sto si rese conto che la sua vera passione era l'astronomia,

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Mauro Nardi

Edwin Powell Hubble, 1889-1953

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per la quale aveva studiato anche presso l'Osservatorio diYerkes dove conseguì il dottorato nel 1917 e non la carrieradi avvocato.George Ellery Hale inventore dello spettroeliografo (stru-mento per l'osservazione del Sole in luce monocromatica) escopritore dei campi magnetici nelle macchie solari, offre adHubble un posto nel suo staff, all'osservatorio di Monte Wil-son. Il suo arrivo coincide con il completamento del telesco-pio Hooker da 100 pollici per l'epoca il più potente telescopioal mondo.Tra il 1923 e 1924 Hubble condusse numerose osservazionistabilendo che gran parte delle nebulose osservate in prece-denza con telescopi meno potenti non appartengono alla no-stra Galassia come si credeva, ma bensì sono galassie fuoridalla Via Lattea, e proprio nel ‘23 scoprì la prima variabile Ce-

feide nella galassia di An-dromeda stabilendo cosìla distanza di M31(NGC224). Non cono-scendo però l'esistenza dialtre due classi di Cefeidi,la distanza risultò errata diun fattore superiore a due.L'errore venne scopertosolo nel 1953 quandovenne completato il tele-scopio di 5 metri di MontePalomar e si iniziarononuove osservazioni enuove misurazioni.

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Hubble altelescopioHooker diMonteWilson

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Nel 1929 le osservazioni di Hubble sul moto di allontana-mento delle galassie portò al concetto di Universo in espan-sione e di istante iniziale o Big Bang (George Gamow) e alproblema di stimarne l'età.

I suoi studi riguardanti le galassie proseguirono con brillantiintuizioni supportate da osservazioni personalmente condotteall’oculare del telescopio Hooker, e nel 1936 viene introdottoil termine Gruppo Locale, nel VI capitolo del suo libro “Therealm of the Nebulae”.

Gruppo Locale è il termine dato al gruppo di galassie delquale fanno parte anche la Via Lattea, la grande galassia diAndromeda e altre 50 galassie, il centro gravitazionale è si-tuato in un punto compreso tra Andromeda e la Via Lattea.Dopo aver rivoluzionato la visione che l’uomo possiede del-l’universo i cui vive, soltanto nel 1940 ricevette la Medagliad'Oro della Royal Astronomical Society.

Ad Hubble si deve anche un particolare sistema di classifica-zione delle galassie che le raggruppa per contenuto, di-stanza, dimensione,forma e brillantezza. Una classificazione che l’astronomo considerava anche daun punto di vista evolutivo (dalle ellittichealle spirali nel corso dei miliardi di anni),

Diagramma a diaphaso di classifi-cazione delle galassie di Hubble.

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ma che ora è del tutto superatodalle recenti osservazioni dicampi estremamente profondi delcielo, che ci hanno mostratomolte più spirali nel passato ri-spetto all’epoca attuale. Comun-que il suo sistema classificativo ètuttora utilizzato per uno studiomorfologico delle tipologie di ga-lassie incontrate dagli astronomi,che tuttora non smettono di ag-giungere o raggruppare classi allaluce delle nuove osservazioni,rendendo il diagramma più cheattuale!Il 28 Settembre 1953 in San Ma-rino, California U.S.A., EdwinHubble muore a causa di un in-farto.

Ora si può ben comprenderecome mai il più famoso telescopiodell’epoca moderna, il quale gra-zie ad una posizione del tutto pri-vilegiata posto in orbita terrestredal 24 aprile 1990 a circa 600 chi-lometri è stato chiamato in suoonore.

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Neclologio di Hubble apparso suigiornali americani il giorno dellasua morte, il 28 settembre 1953.

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TELESCOPIO SPAZIALE HUBBLE

Caratteristiche tecniche

Organizzazione NASA/ESALunghezza d'onda coperta ottico

ultraviolettovicino infrarosso

Tipo di orbita CircolareAltezza dell'orbita 600 Km Periodo orbitale 96-97 minVelocità orbitale 7500 m/s (27000 Km/h)Accelerazione di gravità 8,169 m/s²Momento angolare 5,28×1010 m²/sData di lancio 24/04/1990Fine della missione intorno al 2013Massa 11 TonnellateSito internet http://hubble.nasa.gov

http://hubblesite.orghttp://www.spacetelescope.org

Caratteristiche fisiche

Montatura Ritchey-Chretien riflettoreDiametro 2,4 m (94 in)Lunghezza focale effettiva 57,6 m

Il telescopio spaziale Hubble, in acronimo HST dal nome inlingua inglese Hubble Space Telescope, è un telescopioposto negli strati esterni dell'atmosfera terrestre, a circa 600chilometri di altezza, in orbita attorno alla Terra (ogni orbitadura circa 92 minuti). È stato lanciato il 24 aprile 1990 con loSpace Shuttle Discovery come progetto comune della NASAe dell'Agenzia Spaziale Europea.

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Il telescopio può arrivare ad una risoluzione angolare miglioredi 0,1 secondi d'arco. L'HST è così chiamato in onore diEdwin Hubble, astronomo americano. È prevista la sua so-stituzione con il Telescopio Spaziale James Webb (JWSP)nel 2014.Osservare fuori dall'atmosfera comporta numerosi vantaggi,perché l'atmosfera distorce le immagini e filtra la radiazioneelettromagnetica a certe lunghezze d'onda, in particolare nel-l'ultravioletto.Il 27 gennaio 2007 il telescopio è entrato in safemode a causadi un guasto. Lo strumento Advanced Camera for Surveys hasmesso di funzionare e i tecnici della NASA hanno disabilitatolo strumento per permettere l'utilizzo degli altri strumenti abordo del telescopio. L'11 maggio 2009 è stato lanciato loSpace Shuttle Atlantis per la quarta ed ultima missione di ma-nutenzione del telescopio, terminata con successo.

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HST durante l’aggancio per la sua ultimariparazione dell’11 maggio 2009.

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La fisica rivoluzionaria

di Einstein

Davide Nava

La grandezza di Einstein è consistita nell'aver mutato persempre il modello istituzionale di interpretazione del mondo fi-sico: nel 1905, l'anno ricordato come annus mirabilis, Einsteinpubblica tre articoli a contenuto fortemente innovativo, ri-guardanti tre aree differenti della fisica:

- dimostra la validità della teoria dei quanti di Planck tra-mite l'effetto fotoelettrico dei metalli; - fornisce una valutazione quantitativa del moto brownianoe l'ipotesi di aleatorietà dello stesso; - espone la teoria della relatività ristretta, che precede dicirca un decennio quella della relatività generale.

Nel 1921 ricevette il Premio Nobel per la fisica per i suoi con-tributi alla fisica teorica e specialmente per la scoperta dellalegge dell'effetto fotoelettrico e la sua fama dilagò in tutto ilmondo: era un successo insolito per uno scienziato e, du-rante gli ultimi anni della sua vita, la fama di Einstein non feceche aumentare, superando quella di qualunque altro scien-ziato della storia. Nella cultura popolare, il suo nome divenneben presto sinonimo di intelligenza e di grande genio.Oltre a essere uno dei più celebri fisici della storia dellascienza, fu un grande pensatore e attivista in molti altri ambiti(dalla filosofia alla politica). Per il suo complesso apporto allescienze e alla fisica in particolare è indicato come uno dei piùimportanti studiosi e pensatori del XX secolo.La sua immagine rimane a tutt'oggi una delle più conosciuteal mondo. Questa popolarità ha inoltre portato ad uso moltodiffuso della sua immagine nel mondo della pubblicità, giun-gendo persino alla registrazione di "Albert Einstein" comemarchio.

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Albert Einstein nacque a Ulmanel Württemberg, in Germania;100 km a est di Stoccarda. Isuoi genitori erano HermannEinstein, proprietario di una pic-cola azienda che producevamacchinari elettrici, e PaulineKoch. Si sposarono a Stuttgart-Bad Cannstatt. La famiglia eraebraica. Albert frequentò unascuola elementare cattolica e,su insistenza della madre, glifurono impartite lezioni di vio-lino.All'età di cinque anni, suo padregli mostrò una bussola tasca-bile e Einstein realizzò qual-cosa che nello spazio "vuoto"agiva sull'ago spostandolo in di-rezione del nord; descriverà in

seguito quest'esperienza come una delle più rivelatrici dellasua vita. Benché abbia sviluppato modelli e dispositivi mec-canici per divertimento, il suo ingresso nel mondo dellascienza ufficiale avvenne abbastanza tardi, forse a causadella dislessia o della semplice timidezza. Più tardi egli stessoattribuì lo sviluppo della teoria della relatività a questa sualentezza, dicendo che pensando allo spazio e al tempo piùtardi della maggior parte dei bambini, fu in grado di applicarviuno sviluppo intellettuale maggiore. Un'altra, più recente, teo-ria riguardo il suo sviluppo mentale è che soffrisse della sin-drome di Asperger, una condizione simile all'autismo.

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Quando Albert ebbe compiuto unanno, la sua famiglia si trasferì da Mo-naco, in seguito alla crisi finanziariadell’attività del padre. All’età di dueanni, la famiglia di Albert crebbe con lanascita di sua sorella Maja.

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La circostanza che il suo profitto in matematica fosse scarsoè contestata.

"Albert [...] per quanto desse ai familiari segni di ingegno pre-coce, non si distinse a scuola. Giunto alle scuole medie, trovòdisgustoso il sistema di insegnamento tedesco, e entrò inconflitto coi professori che da parte loro lo maltrattavano. [...]Rovesci di fortuna fecero emigrare la famiglia a Milano e Ein-stein, lasciato a Monaco a finire i suoi studi, si dette per ma-lato e raggiunse i suoi in Italia. [...] Poi cercò di essereammesso al Politecnico di Zurigo, ma non avendo la rego-lare licenza media fu rifiutato e non riuscì nemmeno a supe-rare gli esami di ammissione, per quanto eccellesse inmatematica e fisica. Andò allora per un anno a fare studi di ri-parazione al Gymnasium di Aarau [...] Finalmente, entrato alPolitecnico di Zurigo, …" (da Emilio Segrè, Personaggi e scopertenella fisica contemporanea)

Nell'agosto 1886 infatti Albert riferì alla madre l'ottimo profittoscolastico: "Ieri Albert ha ricevuto la pagella, che era brillante;è nuovamente il primo della classe". Einstein cominciò a stu-diare matematica insieme a un amico di famiglia, Max Tal-mud, che gli procurò testi scientifici come gli Elementi diEuclide ma anche filosofici come la Critica della ragion puradi Kant. All'età di dieci anni iniziò a frequentare il LuitpoldGymnasium ma si rivelò ben presto insofferente al rigido am-biente scolastico, seppur riportando comunque buoni voti siain matematica che in latino.Suo zio Jakob, inoltre, lo metteva spesso alla prova con pro-blemi matematici che risolveva brillantemente "provando unprofondo senso di felicità".

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A causa dei continui pro-blemi economici la fami-glia Einstein dovettetrasferirsi spesso, sin daquando il piccolo Albertnon aveva nemmeno duemesi di vita; prima a Mo-naco, poi nel 1894 aPavia, in Italia, dovescrisse il suo primo arti-colo scientifico, e, dueanni dopo a Berna, inSvizzera. Quando la suafamiglia si trasferì in ItaliaEinstein, quindicenne,restò in Germania per pro-seguire gli studi ma prestoli abbandonò invece di di-plomarsi e seguì la sua fa-miglia.Il suo fallimento all'esamed'ingresso presso il Poli-tecnico di Zurigo (autunno1895) fu una dura battutad'arresto; fu mandato dalla sua famiglia a Aarau, in Svizzera,per concludere gli studi superiori, dove ricevette il diploma nel1896. Qui, all'età di diciassette anni rinunciò definitivamentealla cittadinanza tedesca. Nell'ottobre dello stesso anno su-però l'esame di ammissione al Politecnico di Zurigo, vi siiscrisse e vi concluse i suoi studi con un esame ad agosto del1900.

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Una foto giovanile di Einstein all’epoca in cuila sua famiglia si trasferì in Italia, nel 1894.

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Nel 1898, Einstein incontrò e si innamorò di Mileva Marić, unasua compagna di studi serba (amica di Nikola Tesla). Milevaera l'unica donna ammessa a frequentare il Politecnico Fe-derale svizzero e fu presentata da Tesla ad Einstein. Nel 1900gli fu garantito un diploma da insegnante dall'EidgenössischeTechnische Hochschule e fu accettato come cittadino sviz-zero nel 1901. In questo periodo Einstein discuteva dei suoiinteressi scientifici con un ristretto gruppo di amici, inclusaMileva. Lui e Mileva ebbero una figlia, Lieserl, nata nel gen-naio 1902. I loro genitori erano contrari ad un loro matrimonioe considerarono la piccola Lieserl una figlia illegittima. Labambina morì di scarlattina.Quel parto illegittimo compromise gli studi della giovane epromettente Mileva, che pure volontariamente decise di sa-crificarsi per la famiglia e la carriera accademica di Albert. Nel1903, Albert e Mileva si sposarono in Municipio ed in seguitoMileva diede alla luce altri due figli: Hans Albert (1904) eEduard (1910).

Dopo il diploma Einsteintrovò un lavoro all'ufficiobrevetti di Berna. Insiemeal suo amico MicheleBesso fondò un gruppo didiscussione chiamato "Ac-cademia Olimpia" doveEinstein discuteva con isuoi amici di scienza e filo-sofia.Il 15 gennaio 1906 Einsteinottenne il dottorato.Nel 1905 pubblicò l'articoloZur Elektrodynamik beweg-

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Einstein (il primo a sinistra)al Politecnico di Zurigo.

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ter Körper (Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento), cheaveva come oggetto l'interazione fra corpi carichi in movi-mento ed il campo elettromagnetico vista da diversi osserva-tori in stati di moto differenti.Grazie a questo articolo, vennero risolte le controversie cheavevano caratterizzato la fisica di fine Ottocento per quel cheriguardava l'esistenza o meno di un sistema di riferimento as-soluto. La teoria che ne scaturì fu indicata come teoria dellaRelatività ristretta (o Relatività speciale).Nello stesso 1905, pubblicò una nota che forniva una spie-gazione dell'effetto fotoelettrico utilizzando il concetto diquanto, ipotizzato qualche anno prima da Max Planck. Que-sto lavoro diede una grande spinta alla meccanica quanti-stica, la cui concezione stava formandosi proprio in queglianni. Ancora in quello stesso annus mirabilis sviluppò unateoria del moto browniano.Dal 1908 insegnò a Berna e nel 1911 passò a Praga; nel1914 fu nominato direttore dell'Istituto di Fisica dell'Universitàdi Berlino, dove rimase fino al 1933. In quegli anni effettuò al-cune ricerche sulla meccanica statistica e sulla teoria dellaradiazione, mentre stava concependo l'estensione delle teo-rie relativistiche. Nel 1909 Einstein pubblicò Über die Entwic-klung unserer Anschauungen über das Wesen und dieKonstitution der Strahlung sulla quantizzazione della luce. Inquesto e in un precedente scritto del 1909 Einstein dimostròche l'energia dei quanti di Max Planck deve avere una quan-tità di moto ben definita. Questo scritto introdusse il concettodi fotone (anche se il termine fotone venne introdotto da Gil-bert Lewis nel 1926) e ispirò la nozione di dualismo onda-par-ticella nella meccanica quantistica.Il 1915 è un anno importante per la fisica teorica: in tale anno

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infatti, Einstein proposeuna teoria relativistica dellagravitazione, indicatacome Relatività generale,che descriveva le proprietàdello spaziotempo a 4 di-mensioni. In tale teoria siconcludeva che i sistemiinerziali potevano averesenso solo in assenza dicampi gravitazionali. Nono-stante sia meno universal-mente conosciuta ecompresa, per le difficoltàdel modello matematicousato per la descrizione, larelatività generale è unateoria molto più rivoluzio-naria di quella ristretta, inquanto demoliva alla baseschemi universalmente ac-cettati.Inizialmente gli scienziati

erano scettici perché la teoria derivava da ragionamenti ma-tematici e analisi razionali, non da esperimenti o osservazioni.Ma nel 1919 le predizioni fatte dalla teoria furono confermatedalle misurazioni di Arthur Eddington durante un'eclissi so-lare, che verificarono che la luce emanata da una stella eradeviata dalla gravità del Sole quando passava vicino ad esso.Le osservazioni furono effettuate il 29 maggio 1919 in dueposti diversi, rispettivamente a Sobral, che si trova in Brasile,e nell'isola di Príncipe.

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Una pagina tratta dal manoscritto di Ein-stein sulla teoria della relatività generale,pubblicata negli Annalen der Physik nel1916.

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"Max Planck non capiva nulla di fisica perché durante l'eclissidel 1919, è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se fossestata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gra-vitazionale. Se avesse capito davvero la teoria avrebbe fattocome me e sarebbe andato a letto”

Nel 1917 mostrò il legame esistente tra la legge di Bohr e laformula di Planck dell'irraggiamento del corpo nero. Nellostesso anno introdusse la nozione di emissione stimolata, che

sarebbe poi stata applicataalla concezione del laser.Nel 1921 ottenne il PremioNobel per la Fisica (anche sediede la Nobel lecture nel1922 essendo stato in viag-gio in Giappone l'anno prece-dente) per il suo lavoro del1905 sulla spiegazione del-l'effetto fotoelettrico. In queglianni Einstein cominciò a de-dicarsi alla ricerca di teoriedel campo unificate, argo-mento che lo appassionò finoalla fine, assieme ai tentatividi spiegazioni alternative deifenomeni quantistici: infatti, lasua concezione del mondo fi-sico mal si conciliava con leinterpretazioni probabilistichedella meccanica quantistica.

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Albert Einstein nel 1921, premio Nobel per lafisica.

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Si trasferì in America a causa delle persecuzioni antisemiteche già imperversavano in Germania e in Europa.Infatti quando Adolf Hitler salì al potere nel gennaio 1933, Ein-stein era professore ospite all'Università di Princeton. Nel1933 i Nazisti promulgarono "La legge della restaurazione delservizio civile" a causa della quale tutti i professori universi-tari ebrei furono licenziati, e durante gli anni '30 fu condottauna campagna dai premi Nobel Philipp von Lenard e Johan-nes Stark che etichettò i lavori di Einstein come "fisicaebraica", in contrasto con la "fisica tedesca" o "ariana". Nel1944 a Rignano sull'Arno, in Italia, la moglie e le figlie di suocugino Robert furono uccise come rappresaglia contro Albertda un reparto di soldati tedeschi delle SS: la strage familiarecolpì molto lo scienziato che però l'anno successivo perseanche il cugino che si suicidò. Einstein rinunciò alla cittadi-nanza tedesca e svizzera e restò negli USA fino alla morte.All'Institute for Advanced Study a Princeton proseguì con lesue ricerche, studiando anche alcuni problemi cosmologici ele probabilità delle transizioni atomiche.Diventò cittadino americano nel 1940.

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Einstein nel1940 diventa uf-ficialmente citta-dino americano.

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Einstein nei suoi ultimi anni di vita tentò di unificare le forzefondamentali allora note, cioè la gravità e l'elettromagnetismoignorando la forza nucleare debole e la forza nucleare forte.Incidentalmente notiamo che lo studio di queste interazioniera già iniziato; in particolare Enrico Fermi aveva già svilup-pato negli anni trenta una teoria basica della forza nuclearedebole. Nel 1950 Einstein descrisse la sua teoria di unifica-zione, poi rivelatasi parzialmente errata, in un articolo dellarivista Scientific American.I vari lavori di Einstein operarono una rivoluzione di tale por-tata da poter essere paragonata solo a quella di Isaac New-ton. La sua onestà scientifica si esplicitò nel dare impulso allameccanica quantistica, tramite lo studio sull'effetto fotoelet-trico, anche se non fu mai convinto del significato di quellateoria (famosa è la sua frase in polemica con Niels Bohr se-condo cui Dio non gioca a dadi), non potendone accettarel'aspetto probabilistico.Einstein non si applicò soltanto agli studi di fisica teorica; vi èuna parte della personalità di Einstein collegata ad un sensopiù pratico della scienza. Nel 1929 infatti lavorò assieme aLeo Szilard ad un prototipo di macchina frigorifera ad assor-bimento diffusione realizzando un brevetto innovativo di unrefrigeratore funzionante solo con una miscela di acqua, am-moniaca e butano senza parti in movimento e con consumielettrici bassissimi. Il brevetto, registrato negli Stati Uniti nel1930, non fu mai commercializzato perché fu soppiantatocommercialmente dal brevetto Servel-Electrolux per gli attualifrigoriferi domestici. Recentemente però sono stati fatti studivolti ad un eventuale utilizzo pratico dell'idea alla base delbrevetto Einstein-Szilard. Morì nell'ospedale di Princeton il 18aprile 1955 alle ore 1.15.

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Alla figura dello scienziato si affianca quella di pensatore e fi-losofo, che muove da una profonda ammirazione per i sistemidi Spinoza e Schopenhauer. Del primo era particolarmenteaffascinato dalla concezione olistica, cioè dall'idea del cosmocome di un tutto ordinato secondo le leggi di un'entità panicaimpersonale, mentre del secondo condivideva la visione di-sincantata dell'umanità; inoltre, in tutta la produzione saggi-stica si può notare come lo stile einsteniano, lineare ed alcontempo vibrante e ricco di passi altamente suggestivi, siaavvicinabile a quello di alcuni testi del filosofo tedesco (comedimostrano i caustici aforismi).Quanto era intransigente come scienziato, così lo fu comepersona; nel 1913 rifiutò di firmare un manifesto a favore dellaguerra che gli veniva proposto da un buon numero di scien-ziati tedeschi. Nel 1939, su sollecitazione di Leo Szilard,scrisse al presidente Roosevelt per sostenere l'opportunitàche gli USA costruissero la bomba atomica, preoccupatodella possibilità che il regime nazista potesse dotarsi perprimo di quella terribile arma; successivamente invece nonfu ascoltato quando nel 1945 si oppose al lancio della stessabomba sul Giappone.

Ci sono due cose infinite: l'universo e la stupidità umana, mariguardo l'universo ho ancora dei dubbi[...] Se dovessi rina-scere, farei l'idraulico

(Albert Einstein, commentando la notizia del

bombardamento atomico di Hiroshima)

Fece poi sempre parte dei movimenti anti-nucleari americanianche se aveva contribuito alla realizzazione degli armamentinucleari stessi.

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Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gliuomini politici del nostro tempo, le più illuminate. Noi do-vremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, ri-fiutando la violenza e lo scontro per promuovere la nostracausa, e non partecipando a ciò che la nostra coscienza ri-tiene ingiusto. Einstein si considerò sempre un pacifista ed un umanista enegli ultimi anni della sua vita, anche socialista e da moltivenne considerato comunista. Descrivendo il Mahatma Gan-dhi, Albert Einstein disse «Le future generazioni difficilmentepotranno credere che qualcuno come lui sia stato sulla terrain carne ed ossa». «Gandhi, il più grande genio politico delnostro tempo, ci ha indicato la strada da percorrere. Egli ciha mostrato di quali sacrifici l'uomo sia capace una volta cheabbia scoperto il cammino giusto». «Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: nonutilizzando la violenza per combattere per la nostra causa,ma non-partecipando a qualcosa che crediamo sia sba-gliato». Le opinioni di Einstein su altri argomenti, come il so-cialismo, il maccartismo ed il razzismo, furono maleinterpretate e la sua figura risultò molto controversa negli StatiUniti di quegli anni. Einstein fu inoltre co-fondatore del liberalePartito Democratico Tedesco.L'FBI raccolse un fascicolo di 1427 pagine sulla sua attività eraccomandò che gli fosse impedito di emigrare negli StatiUniti secondo lo Alien Exclusion Act, aggiungendo che, in-sieme ad altri addebiti, Einstein credeva, consigliava, difen-deva o insegnava una dottrina che, in senso legale, era stataritenuta dai tribunali, in altri casi, “capace di permettere al-l'anarchia di progredire indisturbata” e che portava a “un go-verno solo di nome”. Aggiunse anche che Einstein “era stato

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membro, sostenitore o affiliato a 34 movimenti comunisti trail 1937 ed il 1954” e che “inoltre lavorò come presidente ono-rario in tre organizzazioni comuniste”.

Einstein si oppose ai governi dittatoriali e per questo motivo(e per le sue origini ebraiche) abbandonò la Germania subitodopo la presa del potere da parte del partito nazista. In prin-cipio fu favorevole alla costruzione della bomba atomica alfine di prevenirne la costruzione da parte di Hitler e per que-sto scrisse anche una lettera (del 2 agosto del 1939 proba-bilmente scritta da Leo Szilard) al presidente Rooseveltincoraggiandolo ad iniziare un programma di ricerca percreare delle armi atomiche. Roosevelt rispose creando un co-mitato per studiare la possibilità di usare l'uranio come armanucleare. Successivamente il Progetto Manhattan assorbìtale comitato.Tuttavia, dopo la guerra, Einstein fece pressioni per il disarmonucleare e per l'istituzione di un governo mondiale. Affermò:«Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerramondiale ma la Quarta verrà combattuta con clave e pietre».

Einstein non fu un sostenitore del sionismo anche se so-stenne l'insediamento ebraico nell'antica sede del giudaismoe fu attivo nell'istituzione dell'Università Ebraica di Gerusa-lemme, in cui pubblicò (1930) un volume intitolato About Zio-nism: Discorsi e Conferenze del Professor Albert Einstein, ea cui donò i suoi scritti. D'altra parte si oppose al nazionalismoed espresse scetticismo rispetto alla soluzione di uno stato-nazione ebraico. Infatti immaginava che gli ebrei e gli arabinon potessero vivere in pace nello stesso territorio. Insiemead altri intellettuali ebrei (tra cui Hannah Arendt) il 4 dicembre1948 scrisse una lettera al New York Times in cui veniva for-

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temente criticata la visita negli Stati Uniti di Menachem Begin,definendo i metodi e l'ideologia del suo partito "Tnuat Hahe-rut" (formato dopo lo scioglimento ufficiale dell'Irgun) comeispirati a quelli dei partiti fascisti. Nel 1950, con altre illustripersonalità, si impegnò inutilmente per la salvezza di MiladaHoráková, condannata a morte dal regime comunista ceco-slovacco. In tarda età (1952) gli fu offerto il posto di secondocapo di stato del nuovo stato di Israele ma declinò l'invito conla giustificazione di non avere le capacità necessarie.Einstein, insieme ad Albert Schweitzer ed a Bertrand Russell,combatté contro i test e le sperimentazioni militari dellabomba atomica.Insieme a Russell firmò il Manifesto Russell-Einstein chedette vita alla Conferenza di Pugwash per la Scienza e gli In-teressi del Mondo.

Il manifestoRussell-Ein-

stein.

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La religiosità di Einstein era molto complessa, certamentenon di tipo comune e non definibile precisamente, e subì al-cune variazioni nel corso degli anni. Benché di famigliaebraica, Einstein non credeva negli aspetti strettamente reli-giosi dell'ebraismo ma considerava se stesso ebreo da unpunto di vista culturale. Einstein fu socio onorario della Ra-tionalist Press Association sin dal 1934.Egli non fu sempre coerente e quindi non è facile afferrareprecisamente cosa intendesse dire. Einstein non si dichia-rava ateo, e nemmeno deista (e non può essere nemmenodefinito agnostico, in quanto credeva in una qualche conce-zione, sebbene per nulla comune, di Dio).Rifiutava nel complesso l'idea di un Dio personale (ritenen-dola una forma di antropomorfismo) tipica della concezioneebraico-cristiana, come testimonia una lettera personale nel1954, dove scriveva:

« Io non credo in un Dio personale e non l'ho mai negato,anzi, ho sempre espresso le mie convinzioni chiaramente. Sequalcosa in me può essere chiamato religioso è la mia scon-finata ammirazione per la struttura del mondo che la scienzaha fin qui potuto rivelare. »

E ancora, sulla morte:

« Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le suecreature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. Eneppure riesco né voglio concepire un individuo che soprav-viva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, ani-mati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di

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simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell'eternità dellavita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esi-stente, insieme al tentativo ostinato di comprendere unaparte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nellaNatura. »

Einstein in una sua lettera manoscritta datata 3 gennaio 1954(quindici mesi prima della morte) indirizzata al filosofo EricKudkind, che gli aveva inviato una copia di un suo libro sullaBibbia, ribadisce ancora una volta le sue concezioni:

« … Per me, la parola Dio non è niente di più che un'espres-sione e un prodotto dell'umana debolezza, e la Bibbia è unacollezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire ilvero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non im-porta quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per

La lettera scritta da Einstein e indirizzata ad un filosofo americano n cui loscienziato esprime la sua visione della religione.

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me la religione ebraica, come tutte le altre, è un'incarnazionedelle superstizioni più infantili … »

Questa importante missiva, acquistata all'asta nel 1955 daun privato e rimasta finora sconosciuta, è stata venduta aLondra il 15 maggio 2008 per 214.000 Euro dalla casa d'aste'Bloomsbury'.Einstein era affascinato dal panteismo di Spinoza («Io credonel Dio di Spinoza che si rivela nella ordinaria armonia di ciòche esiste, non in un Dio che si preoccupa del fato e delleazioni degli esseri umani.»), ma rifiutava l'etichetta di pantei-sta. A differenza di Spinoza, Einstein conservava infatti ancheuna concezione trascendente di Dio, oltre ad una concezionepuramente immanente del divino in quanto presenza miste-riosa nella natura stessa.

« Una volta in risposta alla domanda: «Lei crede nel Dio diSpinoza?», Einstein rispose così: «Non posso rispondere conun semplice sì o no. Io non sono ateo e non penso di potermichiamare panteista. Noi siamo nella situazione di un bambinopiccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scrittiin molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve averscritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospettache debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione diquei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra es-sere il comportamento dell'essere umano più intelligente neiconfronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamenteordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però com-prendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri nonpossono afferrare la forza misteriosa che muove le costella-zioni. Mi affascina il panteismo di Spinoza, ma ammiro ben di

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più il suo contributo al pensiero moderno, perché egli è ilprimo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e noncome due cose separate.» (Brian, Einstein a life, 1996, p. 127)

Nel complesso Einstein credeva in un Dio "oltre-personale"(“außerpersönlich” è il termine da lui stesso impiegato, innetta contrapposizione con la tradizionale concezioneebraico-cristiana), presente nella natura (pur senza identifi-carsi con essa) in modo misterioso. Fu accusato anche perquesto di ateismo dal vescovo di Boston O'Connell e ne sof-frì molto.D'altra parte Einstein non aveva nemmeno una grande opi-nione dell'ateismo militante:

« Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono ilpeso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lungalotta. Essi sono creature che - nel loro rancore contro le reli-gioni tradizionali come 'oppio delle masse' - non possono sen-tire la musica delle sfere. »E ancora:

« Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità delmondo (nella misura in cui ci sia lecito parlarne) come a unmiracolo o a un eterno mistero. A priori, tutto sommato, ci sipotrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabileda parte del pensiero. Ci si potrebbe (forse addirittura si do-vrebbe) attendere che il mondo si manifesti come soggettoalle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento or-dinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all'ordinealfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d'or-

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dine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravi-tazione di Newton è di carattere completamente diverso:anche se gli assiomi della teoria sono posti dall'uomo, il suc-cesso di una tale impresa presuppone un alto grado d'ordinenel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato preve-dere a priori. È qui che compare il sentimento del “miraco-loso”, che cresce sempre più con lo sviluppo della nostraconoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degliatei di professione, che si sentono paghi per la coscienza diavere con successo non solo liberato il mondo da Dio, mapersino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo,è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il “miracolo”,senza poter individuare una via legittima per andar oltre. Ca-pisco che devo ben esplicitare quest'ultima considerazione inmodo che non ti venga in mente che, indebolito dall'età, iosia divenuto vittima dei preti. »

Nel complesso la sua posizione su Dio è stata largamentestrumentalizzata dagli opposti partiti della disputa teismo/atei-smo: ma è certo che Einstein rifuggisse da qualunque faciledefinizione. Etichettare il suo libero pensiero risulta pertantopoco sensato. Senz'altro espresse rispetto per i valori reli-giosi adottati dalle tradizioni ebraiche e cristiane, pur non con-dividendone la concezione del divino. Sebbene ebreo,Einstein ammirava molto la figura storica di Gesù:

« Fino a che punto è influenzato dalla cristianità? - Da bam-bino ho ricevuto un'istruzione sia sul Talmud che sulla Bib-bia. Sono un ebreo, ma sono affascinato dalla figura luminosadel Nazareno». «Ha mai letto il libro di Emil Ludwig su Gesù?- Il libro di Ludwig è superficiale. Gesù è una figura troppo im-

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ponente per la penna di un fraseggiatore, per quanto capace.Nessun uomo può disporre della cristianità con un bon mot ».«Accetta il Gesù storico? - Senza dubbio! Nessuno può leg-gere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. Lasua personalità pulsa ad ogni parola. Nessun mito può maiessere riempito di una tale vita.»

Nell'articolo del 1949 Per-ché il socialismo?, AlbertEinstein descrisse l'anar-chia economica della so-cietà capitalistica modernacome fonte di un male dasuperare. Egli era contrarioai regimi totalitari del-l'Unione Sovietica e di altripaesi, ma era favorevole adun socialismo democraticoche combinasse un'econo-mia pianificata con un pro-fondo rispetto per i dirittiumani. Difatti per Einstein ilvero scopo del socialismoera precisamente di supe-rare e andare al di là della"fase predatoria dello svi-luppo umano" per anticipareun modello di società nuovoche conciliasse il benesseredel singolo individuo conquello della comunità intera.

Ritratto di Einstein, opera di Harm Kamer-lingh Onnes (1920)

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Stephen Hawking

Simonetta Viganò

“E' quando le aspettative sono ridotte a zero che si apprezzaveramente ciò che si ha”

Beh... di certo questa frase non si può adattare di più che adun grande uomo come Stephen Hawking, matematico e co-smologo britannico, considerato uno dei maggiori fisici teo-rici viventi.

Avrebbe potuto condurre lasua esistenza dipendendocompletamente da altri, malui non ha mai accettato dinascondersi dietro l'alibidella malattia, preferendomettere a frutto quello che lanatura (poco? molto?Chissà, dipende dai punti divista) gli aveva concesso,vale a dire una mente dav-vero geniale.Eppure le cose erano co-minciate in modo diversoper il nostro Stephen, natoad Oxford nel 1942.Nonostante avesse visto inatali in una città tanto pre-stigiosa, dove l'atmosfera“universitaria” la si percepi-sce ad ogni angolo di strada,

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da bambino Hawking non dimostrava quello straordinario ta-lento di cui avrebbe dato prova in seguito. A scuola non eraparticolarmente brillante: abbastanza pigro e sfaticato, si de-dicava con maggiore impegno ai giochi ed agli scherzi con icompagni piuttosto che agli studi. Tuttavia, l'interesse per gliargomenti di carattere astronomico, per la parapsicologia ela religione era già evidente, e lo dimostrano le lunghe di-scussioni con gli amici.Lo stesso Hawking ri-corda:“Una delle cose di cuiparlavamo era l'originedell'universo e se ci fossestato bisogno di una Dioper crearlo e metterlo inmovimento. Avevo sen-tito dire che la luce pro-veniente da galassielontane è spostata versol'estremo rosso dellospettro e che questo fattodovesse indicare chel'universo è in espan-sione (…) Ero sicuro chedovesse esserci qualchealtra ragione per lo spo-stamento verso il rosso(…) Sembrava molto piùnaturale un universo es-senzialmente immutabileed eterno”.

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Il giovane Ste-phen all’età di 12anni nel giardinodella sua casa aSt. Alban.

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All'età di tredici anni cominciano i problemi di salute: il mani-festarsi di dolorose febbri ghiandolari viene in un primo temposottovalutato e considerato un normale problema legato allacrescita.

Alcuni anni più tardi però, i di-sturbi peggiorano e Stephen in-contra qualche difficoltà nell'usodelle mani; in ogni caso, tuttociò non gli impedisce di laure-arsi a pieni voti a soli vent'anni.Prosegue quindi con grande en-tusiasmo i suoi studi sui buchineri, la relatività e l'universo.Ma i nuovi esami ai quali si sot-topone confermano una terribilediagnosi: Hawking soffre disclerosi laterale amiotrofica,una tremenda malattia che,causando la disintegrazioneprogressiva delle cellule ner-vose, non lascia molte prospet-tive di lunga vita.Stephen sa di essere condan-nato, ma non si dà per vinto.Anzi. Si dedica agli studi conmaggior dedizione e trova pureil tempo di sposarsi, nel 1965,con Jane Wilde, che gli daràanche tre figli.

Col tempo le sue condizioni sono peggiorate sempre più,tanto che oggi Hawking non riesce più a muovere neppure lemani e da qualche anno ha perso anche l'uso della voce,

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Nel 1962 si laurea al-l’università di Oxford.

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cosa che lo costringe a comunicare servendosi di un sofisti-cato computer che gli permette di comunicare con notevolelentezza.Ottenuto il dottorato presso l'Università di Cambridge, nel1979 viene nominato titolare della cattedra Lucasiana di ma-tematica, ai tempi appartenuta anche ad Isaac Newton. Unacarica davvero autorevole, e che Hawking è riuscito a man-tenere per trent'anni, sino al settembre del 2009. Uno dei campi di ricerca principali di Hawking è la teoria co-smologica e la gravità quantistica: il suo lavoro è incentratosoprattutto sul tentativo di pervenire ad una unificazione dellagravità con le altre tre forze fondamentali dell'universo (forte,debole, elettromagnetica).

Lo studio approfondito suibuchi neri, intrapreso

negli anni '60 in-sieme al fisico

Roger Penroselo portano ben

presto versouna con-ferma dellateoria del

Big Bang sul-l'origine del-l ' u n i v e r s o ,

quale risultato di unasingolarità iniziale dello

spazio-tempo e che dovrebbe rap-presentare una caratteristica comuneai modelli di universo in espansione.

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Una grande teoriacapace di racchiu-dere tutte le teoriefinora formulate: laTeoria del Tutto.

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Un'altra importante teoria, avanzata daHawking negli anni '70 è quella sul-

l'evaporazione dei buchi neri (la co-siddetta “Radiazione di Hawking”),

che rappresenta una pie-tra miliare nel percorsodella scienza verso la

possibilità di integrare larelatività di Einstein e la mec-

canica quantistica, certamente ilprogetto più ambizioso verso ilquale si indirizzano tuttora gli

sforzi della comunità scientifica neltentativo di spiegare le origini del-l'universo. In sintesi, Hawking ha

ipotizzato che i buchineri emettono energiain modo continuo con

una temperatura inver-samente proporzio-

nale alla loro massa, laquale finisce per ridursi

progressivamente finchè ilbuco nero non “evapora”completamente (natural-mente questo processo ri-chiede un tempoquantificabile in miliardi, dianni).Una delle teorie più recenti,formulata insieme a Thomas

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La “Radiazione di Hawking” dice che sulbordo dell’orizzonte degli eventi di unbuco nero, alcune coppie di particella-an-tiparticella virtuali si dissociano, una ca-dendo nel buco nero, l’altra scappandonello spazio per divenire particella reale.L’energia diventa quindi materia, cau-sando una lenta e “prevedibile” evapora-zione del buco nero.

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Hertog del CERN di Ginevra, prevede la possibilità di studiaretutti i mondi possibili formati al momento del Big Bang: se-condo i due studiosi, l'universo non ha avuto un unico inizio,ma una moltitudine di inizi e storie diverse. Peraltro questimondi cosiddetti “alternativi” sono scomparsi quasi subitodopo il Big Bang, lasciando spazio all'universo che cono-sciamo. Quindi è davvero arduo trovarne le tracce e poterconfermare quanto sostenuto dai due scienziati.Si tratta certamente di ricerche molto complesse, ma Haw-king ha il merito di aver saputo spiegarle con un linguaggiopiuttosto semplice e chiaro, accessibile anche ai non addettiai lavori, tanto che il suo libro più famoso “Dal Big Bang aibuchi neri” pubblicato nel 1988 è diventato un best seller. Lo stesso successo lo hanno avuto anche gli altri suoi libri di-vulgativi più recenti, quali “L'universo in un guscio di noce” e“La grande storia del tempo”.Per i suoi contributi nel campo dell'astrofisica, Stephen Haw-king ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui la medagliaEddington della Royal Society e, nel 1975, la Medaglia d'oro

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La Regina accoglie ilprofessore StephenHawking nella salada musica di Buckin-gham Palace il 18maggio 2006.

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intitolata a Pio XII, assegnatagli dall'Accademia Pontificiadelle Scienze, nonostante le sue teorie non si accordino to-talmente con l'interpretazione creazionista del cosmo soste-nuta dalla Chiesa Cattolica.Qualche anno fa, Stephen Hawking è stato vittima di una mi-steriosa aggressione, di cui non ha mai voluto fornire spie-gazioni, neanche alla polizia. Inoltre, nel 1990 dopoventicinque anni di matrimonio, il rapporto con la moglie si èconcluso con un doloroso divorzio.Nonostante il suo stato di salute così precario, Stephen Haw-king non ha mai rinunciato a viaggiare in tutto il mondo perpartecipare a conferenze, convegni e meeting; nel 2007 haeffettuato persino dei voli di prova a gravità zero, a testimo-nianza del suo grande amore per la vita “attiva”.

Gravità Zero!

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Tra le curiosità che riguardano il suo personaggio, si segnalala sua apparizione in una puntata di “Star Trek: the next ge-neration” in cui giocava a poker con Einstein e Newton; com-pare anche, trasformato in cartone animato, in alcune seriefamosissime come “I Simpson”, “I Griffin” e “Futurama”. Al-l'interno del celebre museo delle cere di Londra vi è una sta-tua che rappresenta la sua figura e la sua vocecomputerizzata è stata inserita in un famoso brano dei PinkFloyd “Keep talking” del 1994.E' piuttosto singolare il fatto che Hawking, sicuramente il fisicoattualmente più famoso al mondo, non abbia ancora vinto ilpremo Nobel. Questo perchè la Swedish Royal Academy, cheannualmente assegna i riconoscimenti, predilige premiare co-loro che abbiamo realizzato una scoperta supportata da ve-rificabili prove sperimentali ed osservazionali. Essendopuramente teorica, la matematica della teoria di Hawking, puressendo bella ed elegante, rimane a tutt'oggi non dimostrata.

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Buona parte dell'occultamento delle nostre stelle, principal-mente nelle città, è imputabile all'Inquinamento Luminoso(IL); ma di cosa si tratta?"Per IL si intende qualunque alterazione della quantità natu-rale di luce presente di notte nell'ambiente esterno e dovutaad immissione di luce di cui l'uomo abbia responsabilità. Leprincipali sorgenti di inquinamento luminoso sono gli impiantidi illuminazione esterna notturna".Osservate il giardino del vicino dove sono installati quei globiper illuminare i vialetti, oppure i lampioni stradali tradizionaliche cosa si può notare? Che le sfere luminose del vicino dif-fondono luce anche nella semisfera superiore, quindi spre-cano almeno il 50% dell'energia luminosa e che i lampionidelle nostre strade e piazze disperdono più del 30% della luceverso l'alto: un banale riscontro può essere fatto in una seratadi nebbia quando è più evidente la direzione della luce.

Un lampione non dice nulla, ma i 100, i1000, un milione di lampioni installati sullenostre strade sono la causa di un'enormeentità di energia sprecata.Se il nostro vicino vuole buttare quattriniverso il cielo sono fatti suoi, ma se le no-stre amministrazioni comunali voglionosprecare soldi con illuminazioni inade-guate, sono soprattutto fatti nostri.

Ma indipendentemente da chi butta i risparmi, questi sprechi,come vedremo successivamente, ci coinvolgono per altre ra-gioni.

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Novità da

CieloBuio

Roberto Benatti

OSSERVATORIO DELLIBERO PENSIERO IL-LUMINOTECNICO, DISCIENZA E CULTURA

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Si consta che l'IL è una forma di inquinamento subdolo, a dirpoco, per la quantità di energia che deve essere prodotta peressere sprecata.Sappiamo che per produrre energia elettrica si devono utiliz-zare centrali di vario tipo (idroelettriche, a gasolio, a gas, nu-cleari, eoliche, ecc.) e quindi progettare, costruire, trovare isiti dove ubicarle (con le popolazioni normalmente ostili perprincipio), ecc.; ciò comporta costi ingenti e problemi sociali.Quando una centrale è in funzione non può fare a meno di in-quinare l'aria con i residui della combustione. Quanto dettonon vale per le centrali idroelettriche che però devono esserein genere supportate da dighe la cui costruzione crea sempreproblemi alle popolazioni per via dello squilibrio del territorioed altro. Ovviamente sono escluse anche le centrali eoliche,che per avere discrete prestazioni devono avvalersi di "bo-schi" di pali con eliche, con un terribile impatto ambientale;inoltre la loro produzione energetica è percentualmentescarsa, meno del 10% del fabbisogno nazionale.È ovvio che le centrali non vengono costruite per la sempliceesigenza di illuminare, ma ridurre la luce sprecata è pur sem-pre opportuno.

L' IL non è banalmente luce versol'alto, in quanto le particelle checompongono l'atmosfera terrestrediffondono i raggi luminosi che lecolpiscono, per cui l'umidità dell'ariae l'inquinamento atmosferico hannoun ruolo veicolante; di conseguenzaun'atmosfera tersa e pulita giova aridurre l'inquinamento luminoso.

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Torniamo ai lampioni stradali. Sino ad una decina d'anni faerano diffusissime le lampade fluorescenti a vapori di mercu-rio. Già allora un'indagine dell'Università della Catalogna(UPC) sosteneva che sul territorio Catalano (Spagna) si do-vevano smaltire circa 800 kg di mercurio di scarto da illumi-nazione pubblica: ricordiamo che il mercurio è un elementochimico altamente tossico.Nella stessa statistica la UPC rilevava pure che lo sprecodelle risorse naturali era circa 600.000 kWh all'anno (abitanti:Catalogna quasi 7,5 mil, Lombardia quasi 10 mil).Non possiamo che affermare che l'IL è una forma di inquina-mento subdolo anche per i rifiuti che si devono smaltire, a cuisi deve aggiungere che smaltire comporta costi aggiuntivi.

Vogliamo trattare un altro dato parlandodi lampade ad incandescenza, quellelampadine molto diffuse nelle nostrecase, nei vialetti dei giardini e meno nellestrade. Per questa tipologia di lampadesolo il 5-10% dell'energia che le alimentaviene trasformata in luce, il restante 95-90% viene sprecato in calore.Ma quanto sprecano quindi le sfere lu-minose menzionate in precedenza?Di fronte a questi dati tecnici, l'UnioneEuropea ha preso provvedimenti met-tendo gradualmente al bando, entro ilsettembre del 2012, le lampade ad in-candescenza e dal 2006 le lampade fluo-rescenti con un quantitativo superiore a5 mg di mercurio.

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A che serve?Traliccio dell'alta tensione in di-suso nei pressi dello stretto diMessina.

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Quanto ora scritto, sull'IL, è frutto di studi e approfondimentisviluppatisi sin dalla fine degli anni ‘80 dello scorso secolo,che ha coinvolto inizialmente gruppi sparuti di astrofili che ve-devano sempre più minacciata la possibilità di osservare lavolta celeste. Agli astrofili, sempre più numerosi, via via sisono associati gli ecologisti e purtroppo solo qualche astro-nomo "illuminato".Una prima svolta significativa contro l'IL si ebbe al Congressotenutosi a Parigi nel 1992, ove l'UNESCO sancì che "il cielonotturno è patrimonio dell'Umanità"; inoltre nella sua Dichia-razione Universale dei diritti delle generazioni future, decretòche "le persone delle generazioni future hanno diritto a unaTerra indenne e non contaminata, includendo il diritto a uncielo puro".In Europa, gli astrofili italiani (soprattutto lombardi) sono i piùsensibili e nel 1997 fondarono CieloBuio, la prima organizza-zione regionale (poi diffusasi su tutto il territorio) di lotta e di-vulgazione contro l'IL e parteciparono con la loro esperienzaal 1° Congresso Europeo per la Protezione del Cielo Notturno(Parigi 31.5/2.6.1998).Con un balzo di un decennio arriviamo ai giorni nostri al 2009Anno Internazionale dell'Astronomia (AIA2009), finalmenteanche la schiera degli "illuminati" si è resa consapevole dellagravità del problema, infatti tra gli obiettivi dell'AIA2009 si in-tendeva anche mettere in evidenza come l'IL fosse dannosoal cielo stellato.La volta celeste è sempre stata astronomia, matematica, geo-grafia, poesia, pittura, filosofia, sogni ed emozioni: in due pa-role "cultura millenaria".

Ma cosa è accaduto in questi ultimi vent'anni? A livello inter-nazionale, soprattutto negli USA, si sono avute mobilitazioni

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in alcune città. Nel nostro paese c'è stata una prima protestaistituzionale significativa per salvaguardare dai fari rotantil'Osservatorio Nazionale di Asiago, a cui a fatto seguito laprima legge regionale del Veneto. L'esempio è stato coltodagli astrofili della regione Lombardia che, a seguito di unaforte mobilitazione con raccolta di oltre 24.000 firme, sonostati promotori della legge regionale LR 17/2000 (27 marzo2000). In seguito, in altre regioni, a macchia d'olio, sono statepromulgate leggi analoghe. Ad oggi si contano 18 leggi re-gionali e numerosi regolamenti comunali.Gli effetti di queste leggi sono visi-bili, infatti già nel 2001, ad un annodall'entrata in vigore della legge,secondo il rapporto del Gestore na-zionale dell'energia (GRTN oggiGSE), la Lombardia è l'unica re-gione ad aver ridotto i consumi perl'illuminazione pubblica. Il picco didecrescita, comportò un risparmiodi oltre 3 miliardi di lire.L'obiettivo di queste leggi non èoscurare le città, bensì illuminaremeglio dove e quando serve.Per entrare nel merito della tantoinvocata sicurezza, soprattuttoquando gli stolti chiedono di illumi-nare a giorno strade, piazze ed ahimè i parchi, ci piace ricor-dare questa frase vetusta, ma molto attuale:

"Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera"J. W. Goethe [Götz von Berlichingen - Atto I (1773)]

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Inquinamento Luminoso ripresa satel-litare notturna dell'Italia.

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Non vogliamo dilungarci ulteriormente, ma in poche parole,vogliamo ribadire il concetto che l'IL è una forma di inquina-mento subdolo ed anche molto dannoso.Come da recenti studi, vogliamo rammentare che è stato pur-troppo provato che esso è causa di:

-effetti negativi sul mondo vegetale con l'inibizione della fo-tosintesi clorofilliana (altro che illuminare a giorno parchi eviali alberati);-effetti dannosi alla fauna selvatica e migratoria;-ma quel che è peggio, mina la salute dell'essere umanocon alcune patologie che potrebbero insorgere: insonnia,nevrosi, tumore al seno, altresì anche sospetti (al momentonon provati) di elettrosensitività, autismo, epilessia, emi-crania.

La bibliografia scientifica in tal senso è molto ampia ed elo-quente, per cui lasciamo a chi ci legge la curiosità di docu-mentarsi.

Per questo breve articolo siamo stati costretti a tralasciarenumerosi argomenti legati all'IL, per esempio la descrizione ecome intervenire in ottemperanza delle leggi regionali; op-pure l'interazione IL-Protocollo di Kyoto (emissioni di CO2) edaltro, probabilmente questi argomenti, molto importanti edampi, verranno trattati in altre circostanze.

“Salimmo su, ei primo, ed io secondo,Tanto ch'i' vidi de le cose belleChe porta ‘l ciel, per un pertugio tondo:E quindi uscimmo a riveder le stelle.”

DanteDivina Commedia

Inferno, Canto XXXIV

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Foto Gallery

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