Boccaccio Giovanni. Andreuccio da Perugia (A2)

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Andreuccio da Perugia Giovanni Boccaccio im 'oA Vi" CLÀSSICO j

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Egmont ER Facili letture, 2007. — 41 стр.ISBN: 9788723902979One of Boccaccio's classic short stories from his Decameron. The formidable adventures of the main character are described vividly, sometimes grotesquely.

Transcript of Boccaccio Giovanni. Andreuccio da Perugia (A2)

  • A n d r e u c c i o da Perugia

    G i o v a n n i B o c c a c c i o

    im 'oA Vi"

    CLSSICO j

  • ASCHEHOUG/ALIN E A Danimarca GYLDENDAL NORSK FORLAG Norvegia

    ERNST KLETT SPRACHEN Germania ARCOBALENO Spagna

    LI BER Svezia WOLTERS/NOORDHOFF Olanda

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    Opere della letteratura italiana ridotte e semplificate ad uso degli studenti.

    Le strutture e i vocaboli di questa edizione sono tra i pi comuni della lingua italiana.

    I vocaboli meno usuali o di pi difficile comprensione vengono spiegati per mezzo di disegni o note.

    L'elenco delle opere gi pubblicate stampato all'interno della copertina.

    C' sempre un EASY READER a Vostra disposizione per una lettura piacevole e istruttiva.

    Gli EASY READERS si trovano anche in tedesco, francese, inglese, spagnolo e russo.

  • ANDREUCCIO DA PERUGIA

  • GIOVANNI BOCCACCIO

    ANDREUCCIO DA PERUGIA

    NOVELLA DAL DECAMERONE

    " r D * o, x

  • EDIZIONE SEMPLIFICATA AD USO SCOLASTICO E AUTODIDATTICO

    Questa edizione, il cui vocabolario composto con le parole italiane pi usate, stata abbre-viata e semplificata per soddisfare le esigenze degli studenti di un livello leggermente

    avanzato-

    Redattre: Ulla Malmmose

    A CURA DI Solveig Odland Danimarca

    Pina Zaccarin Lauritzen Danimarca

    CONSULENTI Jorunn Aardal Norvegia

    Herbert Friedlnder Svezia

    Design della copertina: Mette Plesner Illustrazione della copertina: Pawel Marczak

    Illustrazioni: Oskar j0rgensen

    1972 ASCHEHOUG/ALINEA ISBN Danimarca 978-87-23-90297-9

    www.easyreader.dk

    Easy Readers

    Stampato in Danimarca da Sangill Grafisk Produktion, Holme Olstrup

  • GIOVANNI BOCCACCIO

    Nato nel 1313, Giovanni Boccaccio trascorse l'infanzia a Firenze e si trasfer successivamente a Napoli per ricevervi un'istruzione di tipo commerciale. L'attivit a cui era destinato non risvegli comunque in lui un grande interesse e ben presto intraprese pertanto studi di diritto e letteratura. Fra le sue prime opere sono i romanzi in versi Filostrato e Teseide, in ottava rima: il poema pastorale Ameto, e la Fiam-metta, ricco di una psicologia e di un realismo che lo avvicinano alla letteratura moderna. Ma la fama del Boccaccio legata al Decamerone, una raccolta di 100 novelle narrate da sette dame e tre cavalieri sfuggiti alla peste di Fi-renze e rifugiatisi in un luogo isolato della cam-pagna circostante, dove trascorrono il tempo raccontandosi a vicenda storie a volte tragiche, a volte comiche. Gli argomenti delle novelle sono tratti da antichi motivi italiani o dai fablieux francesi, ma la prosa del Boccaccio ne ha rinnovato la freschezza e la vivacit. L'in-contro con il Petrarca, avvenuto nel 1350, ap-profond in lui l'interesse per gli studi uma-nistici, dei quali si ha una rilevante traccia nella Biografia di Dante. Giovanni Boccaccio mor nel 1375.

  • C'era a Perugia un giovane il cui nome era Andreuccio di Pietro ; egli vendeva e comperava cavalli e, avendo una volta sentito che Napoli era un luogo molto buono per vendere e com-perare, prese cinquecento fiorini e vi and con altri mercanti. Prima di allora egli non era mai stato fuori del suo paese.

    Arriv a Napoli una domenica sera e il pa-drone dell'albergo dove era andato ad abitare gli spieg per bene quello che avrebbe dovuto fare per trovare quanto desiderava, e cos la mat-tina dopo Andreuccio pot andare al mercato.

    Vide molti cavalli, alcuni dei quali bellissimi, e prov allora a domandarne il prezzo, senza per riuscire a trovare quello di cui aveva bisogno. Per mostrare per che egli voleva vera-mente comperare cavalli e non soltanto guar-

    prese, da prendere. fiorino, moneta d'oro del tempo del Boccaccio. mercante, uno che compera e vende. mercato, luogo dove si compera e si vende. vide, da vedere.

  • dare, tir fuori pi volte la borsa con i fiorini che aveva portato con s, di modo che tutti la potevano vedere.

    Mentre girava per la piazza con questo de-naro fra le mani, accadde che una giovane sici-liana bellissima, pronta a far felice ogni uomo a poco prezzo, gli pass vicino e vide quel de-naro e subito disse a se stessa: Chi starebbe meglio di me se quei denari fossero miei? e and avanti.

    Con questa giovane stava una vecchia pure lei siciliana, la quale, quando vide Andreuccio, lasci andare avanti la sua compagna e poi corse ad abbracciare il giovane facendogli una gran festa. La giovane donna, vedendo ci, si mise ad aspettarla da parte, senza dire niente. Andreuccio si gir verso la vecchia e la riconobbe e stettero per un poco a parlare fra loro. Poi la vecchia gli disse:

    - Verr certo a trovarti in albergo prima che

    siciliano, chi viene dalla Sicilia. disse, da dire. riconobbe, da riconoscere. stettero, da stare.

  • tu lasci la citt. - E quindi se ne and mentre Andreuccio rimase sulla piazza per vedere altri cavalli, ma per tutta la mattina non comper niente.

    La donna, che aveva veduto prima i soldi di Andreuccio e poi la gioia della vecchia per aver incontrato il giovane, cominci a domandare chi fosse e che cosa Andreuccio facesse in citt e come lei lo conoscesse, per poter in qualche modo avere per s tutti quei denari o almeno una parte di essi. E la vecchia le raccont ogni cosa di Andreuccio; egli stesso non avrebbe potuto dire di pi, e cio che lei aveva vissuto a lungo in Sicilia prima e a Perugia poi con il padre di lui; poi le raccont dove abitava e perch era venuto a Napoli.

    La giovane, saputa ogni cosa della famiglia di lui, chi fosse suo padre e che cosa lui facesse in citt, pens a come riuscire ad avere quello che desiderava. E tornata a casa diede da fare alla vecchia, facendola lavorare tutto il giorno in modo che non avesse il tempo di tornare da An-dreuccio e, presa una ragazza di casa che era molto ben preparata specialmente per questo, la mand verso sera all'albergo dove Andreuc-cio abitava. La ragazza, arrivata qui, incontr

    diede, da dare.

  • proprio lui sulla porta e a lui domand di An-dreuccio. Egli allora rispose che Andreuccio era lui in persona ed essa, presolo da parte, gli disse:

    - Signore, una gentil donna di questa citt sarebbe felice di parlarvi, quando vi piacesse.

    Sentito questo, Andreuccio ci pens su molto e disse a se stesso che la donna si era certo in-namorata di lui perch era un bel giovane, e che un altro bello come lui a Napoli forse non c'era e allora rispose che era pronto e domand dove e quando questa donna gli volesse parlare.

    Al che la ragazza rispose: - Signore, quando vi piaccia venire, ella vi

    aspetta a casa sua. Andreuccio, senza dire niente in albergo,

    disse: - Via dunque, cammina avanti che io ti verr dietro fino a dove abita la tua padrona.

    Perci la ragazza lo port a casa di quella donna, la quale abitava in una parte della citt chiamata Malpertugio. Il nome stesso dunque dice quanto onesto questo luogo. Ma Andreuc-cio, non conoscendo i nomi ed i posti della citt, seguiva la piccola serva senza paura perch cre-

    rispose, da rispondere. Malpertugio, nome che vuol dire luogo piccolo e sporco. onesto, per bene.

  • deva di andare in un luogo onesto e da una donna per bene. And quindi dietro alla gio-vane, entr nella casa e sal le scale.

    La serva era intanto entrata e aveva chiamato la sua signora dicendo :

    - Ecco Andreuccio, - e la signora era venuta sulle scale per aspettarlo.

    Ella era ancora molto giovane, alta e con un bellissimo viso, e vestiva degli abiti molto ricchi. Come Andreuccio le fu vicino essa scese incontro a lui con le braccia aperte e, gettatasi al collo di lui, stette per un momento senza dire nulla, come se la sua gioia fosse cos forte da non lasciarle dire una sola parola. Poi, piangendo, lo baci sulla fronte e disse :

    - O Andreuccio mio, ben venuto in questa casa.

    Ed egli, senza capire che cosa lei volesse, rispose :

    - Signora, voi siate la ben trovata. La donna lo prese per la mano, lo port den-

    tro la casa e qui, senza dir nulla, pass con lui nella sua stanza, la quale aveva il profumo dei fiori del giardino. Nel mezzo della stanza An-dreuccio vide un bellissimo letto e tutto intorno

    scese, da scendere. profumo, buon odore.

  • tante e ricche cose d'oro e d'argento. Per cui il giovane, non conoscendo il mondo, credette che lei fosse una gran signora.

    Tutti e due si sedettero ai piedi del letto e cos lei cominci a parlare:

    - Andreuccio, sono sicura che tu non capisci la ragione del mio amore per te e perch io piango, poich non mi conosci e non hai mai sentito parlare di me. Ma adesso sentirai qual-cosa che ti sembrer ancora pi strano, e cio che io sono tua sorella. E ti dico che, poich Dio ha voluto che io ti conoscessi prima di mo-rire, quando verr la mia ora, morir felice. Se tu non hai mai sentito la mia storia prima, adesso te la racconter. Pietro, mio padre e tuo, come credo che tu sappia, abit a lungo a Palermo dove fu molto amato perch era buono e alle-gro. Ma tra gli altri che l'amarono molto, mia madre, che era una gentil donna e vedova, fu quella che lo am di pi, tanto che dimentic la paura che essa aveva per suo padre ed i suoi fratelli e and a vivere con lui, e cos io nacqui ed ora eccomi qua, come tu mi vedi. Poi, dovendo Pietro lasciare Palermo per tor-nare a Perugia, lasci me, bambina, con mia

    vedova, donna il cui marito morto. nacqui> da nascere.

  • madre e mai - per quello che io sappia - si ricord pi n di me n di lei. Se egli non fosse stato mio padre, potrei dire che questo fu un at-to veramente cattivo, se si pensa ai sentimenti da lui mostrati verso mia madre e all'amore che doveva portare a me, sua figlia, per di pi non nata da una povera donna, ma da una gentile signora. Tanto pi che mia madre, per il troppo amore, aveva messo se stessa e tutto ci che essa aveva nelle mani di lui. Ma questo che cosa pu voler dire ora? Delle cose mal fatte e passate da gran tempo facile parlare ma certo non ci si pu aspettare di metterle a posto come si vor-rebbe. La cosa ad ogni modo and cos: nostro padre mi lasci bambina ancora piccola in Pa-lermo dove, cresciuta come tu mi vedi adesso, mia madre, che era una ricca signora, mi diede per moglie ad uno di Girgenti, uomo gentile e per bene, il quale per amore di mia madre e di me torn a stare a Palermo. E qui cominci in segreto ad aiutare il nostro re Carlo. Quando re Federico venne a sapere di ci, noi dovemmo fuggire dalla Sicilia, proprio nel momento in cui io pensavo di diventare la prima donna dell'isola. Invece, prese le poche cose che po-

    Girgenti, oggi Agrigento, citt in Sicilia. venne, da venire.

  • temmo prendere - dico poche se penso alle molte che avevamo - e lasciate le terre e i pa-lazzi, fuggimmo in questa citt dove avemmo prova dell'amore che re Carlo aveva per noi. Il re, infatti, ci restitu una buona parte di quello che avevamo perduto per amor suo, e ci diede case e terre e continua ad aiutare mio marito, che poi tuo cognato, e che tu stesso potrai fra poco vedere con i tuoi occhi. Ecco perch io mi trovo qui, dove, per grazia di Dio, mio caro fra-tello, finalmente ti ho visto e incontrato.

    Detto cos cominci di nuovo ad abbracciarlo e a baciarlo dolcemente sulla fronte.

    Andreuccio stette a sentire la storia raccon-tata cos chiaramente dalla donna: mai, nep-pure per un momento infatti, ella si era trovata in dubbio sulle parole da dire. Egli si ricord anche che il padre era stato veramente per un certo tempo a Palermo, e pens quindi che, da giovane, poteva essersi innamorato di una don-na e poteva averla lasciata dopo, perch cos fanno spesso i giovani, e vedendo piangere la donna a quel modo, credette che quanto ella diceva fosse vero. E quando ella ebbe finito di parlare le disse:

    restituire, dare indietro. cognato, marito della sorella o anche fratello della moglie di una persona.

  • - Signora, io non potevo pensare che voi foste al mondo, se non vi avessi incontrato ora, perch mio padre non mi parl mai di questi fatti. Forse egli ne parl ad altri, ma io non ne ho mai saputo nulla. E mi tanto pi caro l'avervi qui, mia dolce sorella ritrovata, perch io sono solo e cosa pi dolce non potevo sperare. E davvero non conosco uomo cos importante al quale voi non dobbiate essere cara, tanto pi a me, che sono soltanto un semplice mercante. Ma una cosa sola vi prego di spiegarmi: come avete potuto sapere che io ero qui ?

    Ed essa rispose: - Questa mattina me lo fece sapere una don-

    na che spesso da me e che ha abitato a lungo a Palermo e a Perugia con nostro padre. E se non fosse stato perch mi pareva meglio che tu venissi a casa mia, invece che io a casa tua, sarei venuta a cercarti di persona da molto tempo.

    Dopo aver detto questo ella cominci a do-mandare, nome per nome, di tutti i suoi parenti ed Andreuccio le raccont di loro sentendosi sempre pi sicuro della storia che lei gli aveva raccontato.

    ritrovare, trovare quello che si era perduto. parenti, le persone di una stessa famiglia.

  • Poich avevano parlato a lungo e faceva molto caldo, ella fece venire del vino e del cibo e diede da bere e da mangiare ad Andreuccio. Dopo di ci egli disse di voler tornare a casa perch era ora di cena e la donna lo guard molto triste e gli disse:

    - O povera me, che vedo come poco mi vuoi bene! Tu sei qui con tua sorella e vuoi andare via per tornare a cena nell'albergo. No: tu devi restare a cena da me. Anche se mio marito non c' - il che mi dispiace molto - io sapr bene farti quel poco di festa che una donna sa fare.

    E Andreuccio, che non sapeva cosa altro rispondere, disse:

    - Voi mi siete cara quanto lo pu essere una sorella, ma se non me ne vado, sar aspettato per tutta la sera a cena, e questo poco gentile.

    Ed ella allora disse: - Dio mio, non crederai che io non abbia in

    casa nessuno per mandare a dire che tu non devi essere aspettato questa sera ! Potresti man-dare a dire ai tuoi compagni che vengano qui a cena e quindi potreste andarvene tutti insieme allegri e contenti.

    cibo, quello che si mangia. cena, quello che si mangia la sera.

    2 Andreuccio da Perugia 17

  • Andreuccio rispose che per quella sera non voleva saperne dei suoi compagni, e che ella poteva quindi fare di lui quello che voleva.

    Allora la donna fece finta di mandare qual-cuno all'albergo per dire che lui quella sera non doveva essere aspettato e poi, dopo aver ancora a lungo parlato, si misero a tavola, riccamente serviti di cibi e di vini. La donna continu a parlare fino a quando divent buio. Quando si levarono da tavola, Andreuccio voleva tornare a casa, ma essa non volle lasciarlo andare, per-ch Napoli non era citt dove si potesse girare soli di notte. E disse ancora che quando aveva mandato a dire in albergo che non lo aspettas-sero per la cena, si era ricordata di dire anche che non lo aspettassero per la notte.

    Andreuccio le credette e, contento di restare ancora con lei, si ferm anche dopo cena. I due avevano ancora molto da raccontarsi e fino all'una restarono a parlare. Poi essa lo lasci solo nella stanza, con un piccolo servo pronto ad aiutarlo nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa, e lei se ne and nelle sue stanze con le sue serve.

    fare finta, lasciar credere di fare qualcosa e farne invece un'altra. misero, da mettere.

  • Domande

    1. Chi Andreuccio ?

    2. Perch Andreuccio ha tanto denaro con s?

    3. C' qualcuno che vede quei denari?

    4. Come sono le due donne che egli incontra al mercato ?

    5. Perch la vecchia lo conosce?

    6. Cosa fa la giovane siciliana per sapere chi Andreuccio ?

    7. Come fa la giovane per avere Andreuccio nella sua casa ?

    8. Perch Andreuccio non capisce che la don-na non abita in un luogo onesto ?

    9. Come viene ricevuto Andreuccio nella casa della giovane siciliana ?

    10. Come la stanza della donna?

    11. Quale storia gli racconta la donna ?

    12. Perch Andreuccio non torna all'albergo quella sera ?

    2* 19

  • Faceva molto caldo e Andreuccio, appena ri-mase solo, si lev gli abiti e mise i pantaloni ai piedi del letto. Poi, sentendo di aver mangiato troppo, volle uscire ad alleggerirsi della ricca cena, e domand al servo dove lo potesse fare. Il ragazzo gli mostr una porta nella stanza e gli disse:

    - Andate l dentro. Andreuccio entr sicuro ma il suo piede fin

    sopra un pezzo di legno mal messo, di modo che si ruppe e tutti e due, pezzo di legno e An-dreuccio, finirono col cadere sotto. Ma Dio lo amava tanto che il giovane non si fece niente, anche se cadde da molto in alto. Per cadde gi nello sporco e ne fu in un momento dentro fino al naso.

    pantaloni

    rimase, da rimanere. alleggerire, rendere leggiero. ruppey da rompere.

  • Quel luogo si trovava, come spesso si vede, in una piccola via molto brutta, situato sopra due pezzi di legno fra una casa e l'altra. Uno dei pezzi fu proprio quello che cadde.

    Trovandosi dunque l gi Andreuccio, di-spiaciuto del suo stato, cominci a chiamare il servo; ma il ragazzo, quando lo ebbe sentito cadere, corse a dirlo alla donna. Essa, andata alla camera di Andreuccio, cerc senza perdere tempo se ci fossero i suoi abiti e con essi i denari che il giovane portava sempre con s. Trovato quello che cercava, ella and dunque a chiudere la piccola porta per la quale Andreuccio era uscito e poi caduto.

    Andreuccio, vedendo che il servo non gli rispondeva, cominci a chiamare pi forte, ma anche questa volta nessuno si fece sentire. Al-lora cominci a pensare che quella gente voleva forse prendergli il denaro e, salito sopra il pic-colo muro che chiudeva quel luogo dalla stra-da, scese sotto nella via e and alla porta della casa che ormai conosceva cos bene e qui chia-m inutilmente e a lungo batt alla porta per-ch gli aprissero. Allora il giovane, quando vide chiara la sua sfortuna cominci a piangere e a dire:

    situare, mettere. sfortuna, il non aver fortuna.

  • - Oh, come ho fatto presto a perdere cinque-cento fiorini e una sorella!

    E dopo lungo piangere prese di nuovo a bat-tere sulla porta e grid cos a lungo e tanto forte che molti dei vicini si levarono dal letto svegliati da quel rumore e una delle serve della donna si avvicin alla finestra e chiese:

    - Chi batte laggi ? - Oh, - disse Andreuccio, - non mi rico-

    nosci? Sono Andreuccio, fratello di Madonna Fiordaliso.

    E la donna gli rispose: - Buon uomo, se hai bevuto troppo, vai a

    dormire e torna domani mattina. Io non co-nosco nessun Andreuccio e non so di quale sto-ria tu parli. Torna dunque a casa e lasciaci dormire.

    - Come? Non sai quello che ti dico? Certo che lo devi sapere. Ma se si soliti fare cos in Sicilia, che si dimentica da un momento all'al-tro quello che si dice, dammi indietro almeno i miei abiti, che ho lasciato nella stanza, e io me ne andr in pace.

    E a lui, essa, quasi ridendo, disse ancora : - Buon uomo, mi pare che tu sogni.

    rumore, suono molto forte. chiese, da chiedere. sognare, credere di vedere mentre si dorme.

  • Detto questo torn dentro e chiuse la finestra. Andreuccio, ormai sicuro della sua sfortuna, sent tutto il suo dolore cambiarsi in una forza grandissima e si prepar a riavere con gli atti quello che non aveva potuto con le parole. Prese quindi una grande pietra e cominci di nuovo a battere con essa alla porta.

    Molta della gente che abitava l vicino, ormai svegliata da tutto quel rumore, torn un'altra volta alla finestra e, credendo che il giovane fosse un malfattore e volesse soltanto fare del male a quella donna, tutti insieme gridarono contro di lui, proprio come fanno i cani quan-do vedono qualcuno che non conoscono :

    - Questo davvero non si deve fare, di venire a quest'ora a casa delle donne per bene a rac-contare queste storie. Va' dunque con Dio e lasciaci dormire in pace. E se hai veramente qualcosa a che fare con lei, tornerai domani. Ma adesso, a quest'ora, lasciaci in pace.

    pietra

    chiuse, da chiudere. riavere, avere indietro. malfattore, uno che fa del male agli altri.

  • Forse reso pi forte da queste parole, uno che stava dentro la casa ed era amico della donna e che Andreuccio non aveva n veduto n sen-tito prima, venne alla finestra e con una ter-ribile voce gli disse :

    - Chi l gi ? Andreuccio, nel sentire quella voce, alz la

    testa e vide uno che, per quel poco che poteva vedere, mostrava di essere un uomo grande e grosso, con una barba nera, che pareva essersi appena levato dal letto tanto che neppure riu-sciva a tenere gli occhi aperti. Senza paura An-dreuccio gli rispose allora:

    - Io sono un fratello della donna che abita l dentro.

    L'uomo non aspett neppure che Andreuc-cio finisse di parlare e gridando pi di prima, disse :

    - Non so chi mi tenga dal venire gi e bat-terti tanto da lasciarti l come morto, matto

    reso, da rendere. terribile, che d paura.

  • ubriaco che sei. Hai forse deciso di non lasciarci dormire questa notte ?

    E tornato dentro, chiuse di nuovo la finestra. Alcuni dei vicini, che conoscevano meglio

    quell'uomo, dissero allora ad Andreuccio: - Per Dio, brav'uomo, vattene, non aspettare

    di essere ucciso a questo modo. Vattene e sar meglio.

    Allora Andreuccio, pieno di paura per la voce e la faccia di quell'uomo e sicuro che gli altri parlassero cos per aiutarlo, decise di ritornare all'albergo, molto triste in cuor suo per il de-naro perduto. Per non voleva ritornare all'al-bergo cos sporco e pieno di cattivo odore e quindi prese una via a sinistra, chiamata la Ruga Catalana, per scendere verso il mare e lavarsi un poco.

    Mentre camminava per quella strada, vide arrivare due uomini che tenevano in mano una lanterna. Andreuccio, credendo che i due faces-

    ubriaco, che ha bevuto troppo. decise, da decidere.

  • sero parte della famiglia dalla quale era appena fuggito o fossero due malfattori, si nascose den-tro una vecchia casa aspettando che quelli fos-sero lontani. Ma i due uomini non andarono avanti: si fermarono proprio nella casa dove si era nascosto Andreuccio e, appena entrati, uno dei due mise per terra degli strani pezzi di ferro che aveva con s. Poi cominciarono a guardare in ogni punto della stanza.

    E mentre parlavano, disse uno: - Cosa vuol dire questo ? Sento un odore cos

    cattivo che mi sembra di non averne mai sen-tito di peggiori.

    Detto questo alz la lanterna e vide Andreuc-cio.

    I due, che avevano creduto di entrare in una casa dove non c'era nessuno, gli chiesero chi fosse ma egli, pieno di paura, non rispose. Allora gli andarono pi vicino e glielo domandarono un'altra volta e Andreuccio raccont quanto era accaduto. Questi, credendo di sapere dove ci poteva essere accaduto, dissero fra s :

    - Certo tutto questo successo in casa di Sca-rabone Buttafuoco. E ad Andreuccio dissero :

    - Buon uomo, devi dire grazie a Dio del modo

    fuggire, correre via. nascose, da nascondere. peggiore, pi cattivo.

  • con cui hai perduto i tuoi denari perch hai avuto la fortuna di cadere in un posto dal quale non hai potuto rientrare in quella casa. Se tu non fossi finito l dentro, saresti certo stato uc-ciso non appena a letto. E allora non avresti solo perduto i tuoi denari, ma anche la vita. Ma ora, a che serve piangere? E a che serve gridare ? Se tu andrai a raccontare a tutti quel-lo che successo, verrai certo ucciso da quel-l'uomo.

    Dopo aver quindi parlato un poco fra loro, continuarono :

    - Come vedi, a noi dispiace quanto ti suc-

  • cesso, e ti diamo ora il modo di riprenderti almeno in parte quanto hai perduto.

    Andreuccio rispose subito che era pronto a fare come i due dicevano.

    Quel giorno era morto un arcivescovo di Na-poli chiamato Filippo Minutolo ed era stato messo nella tomba con molti ori e un rosso rubino al dito che costava pi di cinquecento fiorini. E i due volevano proprio andare a prendere queste cose al morto. Andreuccio, pensando di aver trovato un facile modo per prendersi di nuovo i denari che aveva perduto, and subito con loro.

    Mentre camminavano verso la chiesa mag-giore i due malfattori dissero fra s che Andreuc-cio mandava un odore troppo forte e quindi uno di essi disse:

    riprendere, prendere di nuovo.

    arcivescovo

  • - Non potremmo trovare il modo di farlo la-vare un poco cos che l'odore vada via ?

    Al che l'altro rispose: - Certo, ora siamo vicini ad un pozzo che ha

    di solito una carrucola e il secchio. Potremmo an-darci e mandare gi Andreuccio perch si lavi un po'.

    Giunti a questo pozzo trovarono che la fune c'era ma il grosso secchio era stato portato via. Allora decisero di farlo scendere gi loro stessi con la fune. Non appena Andreuccio nel pozzo si fosse lavato, avrebbe dovuto tirare la fune ed essi lo avrebbero fatto salire di nuovo.

    Appena per i due ebbero fatto scendere An-dreuccio nel pozzo, cominciarono ad arrivare i soldati del signore della citt i quali, sia perch faceva molto caldo, sia perch avevano dovuto correre dietro a qualcuno, venivano al pozzo per bere.

    carri

    pozz_

  • Appena i due videro arrivare tutti i soldati, fuggirono via subito mentre Andreuccio, gi nel pozzo, tirava la fune perch aveva finito proprio allora di lavarsi. I soldati misero per terra le armi e cominciarono a tirare la fune credendo che alla fine di essa ci fosse il secchio pieno d'acqua. Andreuccio, appena arriv su, lasci la fune e con le mani si afferr al muro del pozzo e i soldati, nel vedere ci, furono sul punto di morire di paura e fuggirono via.

    Il povero Andreuccio sarebbe certo caduto di nuovo gi se non fosse subito salito sul muro del pozzo. Naturalmente non capiva perch quella gente fuggisse via e ancora pi si do-mand cosa volessero dire tutte quelle armi che i suoi compagni certo non avevano portato. Senza toccare niente, ma piangendo di quella che egli credeva una sfortuna, Andreuccio torn sulla strada senza sapere dove andava.

    afferrare, prendere con forza.

  • 3 Andreuccio da Perugia

  • Domande

    1. Che cosa fa Andreuccio quando rimane solo?

    2. In quale luogo esce Andreuccio e perch cade gi ?

    3. Che cosa fa per poter entrare di nuovo in casa?

    4. Che cosa fa la donna appena Andreuccio caduto ?

    5. Che cosa dice la donna che viene alla fine-stra?

    6. Cosa fa la gente del Malpertugio ? 7. Chi viene alla finestra di quella casa la se-

    conda volta ? 8. Perch Andreuccio lascia finalmente quel

    luogo ? 9. Chi incontra per la strada ?

    10. Che vogliono fare i due malfattori? 11. Perch Andreuccio, prima di andare con

    loro alla chiesa, deve lavarsi ? 12. Come fa Andreuccio per lavarsi ? 13. Perch i due compagni fuggono via? 14. Cosa fanno i soldati al pozzo? 15. Perch anch'essi fuggono via?

  • Cos camminando fin con l'incontrare i due amici che venivano al pozzo per tirarlo su. Come lo videro, subito gli domandarono chi lo avesse aiutato ad uscire dal pozzo, ma Andreuc-cio rispose che proprio non lo sapeva. Furono allora i due a spiegargli come erano andate le cose e ridendo gli dissero perch erano fuggiti via cos e come erano stati proprio dei soldati ad aiutarlo a salire in modo che tutti e tre ora potevano andare alla tomba dell'arcivescovo.

    Quindi, senza pi far parole, essendo gi mez-zanotte, presero la via della chiesa maggiore e vi entrarono molto facilmente, poi raggiunsero la tomba, che era molto grande e di pietra e, con i loro ferri, alzarono il coperchio in modo che un uomo vi potesse entrare.

    Fatto questo, cominciarono a chiedersi chi dovesse entrare. L'uno disse:

    - Non certo io, - e l'altro: - Neppure io, - e si voltarono verso Andreuc-

    cio. Ma egli disse : - Questo io non lo far di certo.-Ma i due, andandogli pi vicino, gli dissero:

    raggiunsero, da raggiungere. coperchio, parte che chiude la tomba.

    3* 35

  • - Come non entrerai ? Se provi a dirlo un'al-tra volta ti daremo tanti di questi pezzi di ferro sulla testa da farti cadere morto.

    Andreuccio, pieno di paura, non trov altro da dire e vi entr ma mentre faceva questo pen-sava :Essi mi fanno entrare per prendersi tutto, perch, quando io avr dato loro ogni cosa, mentre cercher di uscire dalla tomba, se ne

  • andranno con tutti gli ori e a me non rester nulla.

    E perci decise di prendersi subito una parte dell'oro e, ricordandosi dell'anello di cui i due avevano parlato, scese pi gi nella tomba e subito lo lev dal dito dell'arcivescovo e se lo mise, e poi diede tutto il resto ai due che sta-vano fuori.

    I due gli dissero che ci doveva essere ancora l'anello, e che cercasse bene intorno ma An-dreuccio rispondeva di non trovarlo e, lascian-do loro credere che cercava qua e l, li tenne molto tempo ad aspettare.

    Essi, che avevano capito bene cosa aveva fatto Andreuccio, gli dissero allora di cercare ancora una volta e mentre Andreuccio faceva finta di guardare qua e l, tirarono via il pezzo di ferro che teneva aperta la tomba e fuggirono via con tutti gli ori, lasciandovi dentro Andreuc-cio.

    Si pu ben capire che cosa prov e a che cosa pens Andreuccio appena vide di essere chiuso

    tenne, da tenere.

  • l dentro. Cerc pi volte, con la testa e con le spalle, di alzare il coperchio, ma tutto era inutile. Fu preso da un dolore cos grande che non pot pi tenersi in piedi e cadde sopra il corpo morto dell'arcivescovo tanto che non si sarebbe potuto capire se fosse pi morto lui o l'arcivescovo stesso.

    Ma quando torn in s di nuovo, cominci a piangere pensando che sarebbe morto l dentro di fame, fra l'odore che gi usciva fuori dal cor-po dell'arcivescovo o, se qualcuno fosse venuto ad aprire e lo avesse trovato dentro, di essere mandato alla forca come un malfattore.

    Mentre piangeva su questi pensieri, sent della gente camminare nella chiesa e sent delle voci e cap da esse che era qualcuno che veniva alla tomba per fare quello che lui gi aveva fatto

    fame, bisogno di mangiare.

    forca

  • con i suoi compagni: e la sua paura divenne ancora pi forte.

    Ma quando ebbero aperto la tomba, comin-ci ancora una volta il problema di chi dovesse entrare, perch nessuno voleva farlo.

    Allora, dopo averne parlato per un pezzo, un prete disse:

    - Che paura avete ? Credete dunque che egli vi mangi? I morti non mangiano gli uomini e io vi entrer senza paura.

    Detto cos, mise le gambe dentro la tomba per scendervi gi. Andreuccio, vedendo questo, si alz in piedi e prese il prete per una gamba come se volesse tirarlo gi. Il prete, sentendo ci, diede in un forte grido e si gett fuori dalla tomba. Gli altri furono presi da una terribile paura e, senza pensare a chiudere la tomba, fuggirono via.

    prete

  • Andreuccio, pi che mai contento, si gett fuori dalla tomba e usc per la stessa strada da cui era venuto.

    Si faceva ormai giorno e, con Panello al dito, arriv verso il mare e trov quindi il suo albergo dove i compagni ancora lo aspettavano molto in pensiero per lui. Ad essi Andreuccio raccont quanto gli era successo e il padrone dell'albergo gli disse di mettersi subito in viaggio e di lascia-re Napoli.

    Cos fece e torn a Perugia con un anello di rubini mentre invece aveva lasciato la sua citt per andare a comperare cavalli.

  • Domande

    1. Chi incontra Andreuccio dopo che uscito dal pozzo ?

    2. Cosa fanno i tre compagni nella chiesa?

    3. Perch nessuno vuole entrare nella tomba?

    4. Che cosa fa Andreuccio nella tomba ?

    5. Cosa fanno i due quando vedono che An-dreuccio vuole tenersi l'anello?

    6. Perch Andreuccio viene preso dalla paura quando resta solo nella tomba ?

    7. Chi viene nella chiesa questa volta?

    8. Che cosa vogliono fare ?

    9. Che cosa succede quando il prete cerca di entrare nella tomba?

    10. Quale la fortuna di Andreuccio?

    11. Che cosa gli dice il padrone dell'albergo quando egli ritorna ?

  • TITOLI GI PUBBLICATI:

    Giovanni Boccaccio: Andreuccio da Perugia (A) Dario Fo: Gli imbianchini non hanno ricordi (A) Natalia Ginzburg: Ti ho sposato per allegria (A) Dacia Marami: Mio marito/L'altra famiglia (A) Italo Calvino: Marcovaldo (B) Achille Campanile: Il segreto e altri racconti (B) Lara Cardella: Volevo i pantaloni (B) Piero Chiara: I gioved della signora Giulia (B) Collodi: Le avventure di Pinocchio (B) Giovanni Guareschi: Don Camillo (B) Ignazio Silone: Vino e pane (B) Mario Soldati: Cinque novelle (B) Susanna Tamaro: Va' dove ti porta il cuore (B) Niccol Ammaniti: Io non ho paura (C) Alessandro Baricco: Seta (C) Andrea Camilleri: Otto giorni con Montalbano (C) Andrea Camilleri: Nuove avventure con Montalbano (C) Carlo Cassola: La ragazza di Bube (C) Grazia Deledda: L'edera (C) Alberto Moravia: Sette racconti (C) Vitaliano Brancati: Don Giovanni in Sicilia (D)

    Per ragioni di diritto d'autore alcuni dei titoli summenzionati non sono in vendita in tutti i paisi. Si prega di consultare il catalogo de 1Ped i tore nazionale.

  • Andreuccio un giovane mercante di cavalli. Un bel giorno va a Napoli per comprare cavalli con una borsa piena di soldi. La sua ricchezza fa per gola a molti e la ingenuit di Andreuccio viene mssa a dura prova.

    Andreuccio va incontro a guai di ogni genere: fa conoscenza di una sorella mai vista, perde tutti i suoi abiti, finisce nella tomba di un arcivescovo e altro ancora: dalle disavventure riesce tuttavia a salvarsi portandosi via il bottino migliore.

    Danimarca: ASCHEHOUG/ALINEA ISBN 978-87-23-90297-9

    Brasile: SBS Spgna: ARCOBALENO Italia: LOESCHER EDITORE Grecia.- KOSMOS FLORAS BOOKSHOPS Australia: 1IEINEMANN Stati Uniti: EMC CORP. ISBN 0-88436-049-0 Norvegia: GYLDENDAL NORSK FORLAG

    ISBN 82-05-26610-7 Svezia: LI BER ISBN 91-21-19340-1 Olanda: WOLTERS/NOORDHOFF

    ISBN 90.01.27200.2 Inghilterra: EUROPEAN SCHOOLBOOKS PUBLISI UNO LTD. ISBN 0 85048 509 6 Polonia: WYDAWNICTWO LEKTORKLETT Ungheria: KLETT KIADO KFT. Repbblica Ceca: EGMONT C. R. Romania: FISCHER EDUCATIONAL Turchia: NUANS KITAPgiLIK Giappone: ITALIA SHOBO ISBN 490014308 Slovenia: DZS, INC Slovacchia: EUROBOOKS Germania: ERNST KLETT SPRACHEN

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