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1 interviste Antonio Di Salvo e Filippo Foi, Europ Assistance editoriale Vade retro, patrimoniale! storie di business Gruppo Bassilichi / Emc Italia n. 4 / febbraio - marzo 2011

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Banca & Mercati - Il magazine on line su banche e dintorni

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  • 1interviste Antonio Di Salvo e Filippo Foi, Europ Assistance

    editorialeVade retro, patrimoniale!

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    n. 4 / febbraio - marzo2011

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    Flash News

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    La newsletter

    di Banca&Me

    rcati / n.13

    interviste Marco Boni, Zurich Italia

    Federica Alletto, Genertel

    storie di business

    Oberthur / Sia-Ssb / Ipc

    editorialeForziere Italia

    n. 3 / dicembre - gennaio 2011

  • Interviste

    Dinamismoprimaditutto,Antonio di Salvo e Filippo FoidiEurop Assistance 26

    Focus corner

    L'annodeldecoupling/Trevor Greetham,Fidelity Investment Managers 14

    Unaltroannonopericontrarian?/Ad Van Tiggelen, Ing Investment Management 16

    Lasfidadelrifinanziamentoperlebancheeuropee/Chantana Sam, Axa Investment Managers 18

    Ilsistemadeimodelliorganizzativiperprevenirereatinonincostituzionale/Maurizio Arena, studio legale Arena 20

    Antiriciclaggioeculturadelcontrollo:latesielantitesi/Ranieri Razzante, Aira 22

    LacrisideiPigs?Undjvudacuisipuuscire/Florian Esterer, Swisscanto Asset Management 24

    News&Eventi

    IntesaSanpaolofacrescerelePmidiMilano 28

    Ilcreditoalconsumotraprudenzaematurit 30

    Lauserexperiencesiviveancheinbanca 31

    Lebancheeleconomialowcarbon 32

    Quandolacrescitabipolare 34

    Flash News 08

    Editoriale 07

  • 5Carriere 42

    Stile

    Vorreimaposso:lavacanzabenessere 50

    Banca&MercatiunperiodicoonlineRegistrazionepressoilTribunalediMilano,n.291del26/05/2010Banca&MercatiunatestatadiBusinessGallerydiAndreaBigi,P.IvaIT07041300968C.F.BGINDR69H16E897M

    AnnoIInumero4febbraio-marzo2011

    Banca&MercatiBlendTower,PiazzaIVNovembre720124Milano

    Tel.+390287343019Fax+390287344444www.bancaemercati.com

    BG Business GallerydiAndreaBigiP.IvaIT07041300968C.F.BGINDR69H16E897M

    ViaAriberto22,20123Milano

    DirettoreresponsabileAndrea Bigi

    TestiacuradiAndrea Bigi e Elena Giordano Bellini

    GraficaewebCarlo Ghelfi

    [email protected]

    perinformazionicommercialiMassimo Rossetti [email protected]

    hannocollaboratoTrevor Greetham, Ad Van Tiggelen, Chantana Sam, Maurizio Arena, Ranieri Razzante, Florian Esterer

    Storie di business

    Gruppo Bassilichi:TrivenetoBassilichivuoldiremonetica 46

    Emc Italia:Idati,ilcloudelostorageperilmondofinance 48

    n.4 febbraio - marzo 2011

    Megliopuntaresulleazioni 36

    MaquantocostailripristinodeisistemiIt 37

    Tracartedidebitoeprepagate 38

    SolvencyII?Costatroppo 40

  • 6www.bancaemercati.com

  • 7Nelle scorse settimane si improvvisamente riaperto il dibattito politico su un provvedimento fiscale che quasi tutti gli italiani, dai pi onesti contribuenti agli evasori pi incalliti, considerano come un vero e proprio spauracchio: la tassa patrimoniale. Intendiamoci, qualsiasi tassa per natura antipatica e mal digerita da chi deve pagarla, ma limposta patrimoniale presenta un vizio dorigine che la rende insopportabile agli occhi dei pi: non si applica al cittadino nel momento in cui consuma (come lIva) o si guadagna da vivere (come lIrpef), ma su quanto ha accumulato nel corso della sua vita, avendoci quindi teoricamente gi pagato sopra tutti i tributi del caso. Appare quindi come un prelievo forzoso, una sorta di furto legalizzato come ad esempio fu vista la famigerata Ici sugli immobili. E ovvio che a temerla maggiormente siano i possessori di patrimoni cospicui, il che spiega anche perch questo genere di imposta sia sempre stato un cavallo di battaglia di una certa sinistra e del suo obiettivo di redistribuire la ricchezza attraverso la leva fiscale. Non stupisce pertanto che il primo a rispolverare il tema della patrimoniale sia stato proprio lex presidente del consiglio Giuliano Amato, ossia chi alla guida del Governo nel luglio del 1992, in piena emergenza Tangentopoli e con la lira sotto scacco degli speculatori, decise di prelevare dai conti correnti di tutti gli italiani il 6 per mille da ogni deposito. Oggi, quasi ventanni dopo, secondo Amato venuto il momento di un altro sacrificio per gli italiani, in modo da abbattere la voragine del debito pubblico che sta strangolando la nostra economia e anche il nostro futuro, visto che sulla testa di ogni contribuente pende un fardello di oltre 30mila euro. Senza entrare nel merito delle varie proposte di patrimoniale che si sono via via succedute, la domanda da porsi probabilmente una sola: ha senso un provvedimento di questo tipo? Una gigantesca una tantum patrimoniale che tagliasse il debito di almeno un terzo sarebbe capace di risanare davvero leconomia oppure si tratterebbe piuttosto di un sostanzioso palliativo, unicamente in grado di fornire pi libert di manovra ai politici, ad esempio rinnovando la possibilit di agire sul debito pubblico per incrementare la crescita?Il punto ineludibile che, restando cos le cose, prima o poi si render necessario affrontare il problema del debito pubblico. E le cose che probabilmente non cambieranno sono: la crescita del Pil estremamente contenuta, pur in presenza di tassi dinteresse ormai prossimi allo zero, e uno stato sociale sempre pi oneroso e insostenibile per

    un Paese con un tasso dinvecchiamento sempre pi accentuato. Queste sono problematiche comuni a tutte le grandi democrazie occidentali, e chi per puro spirito di critica si attacca allesempio dei paesi nordici, che la questione dello stato sociale non se la pongono nemmeno, dimentica che non si possono confrontare con lItalia paesi come la Norvegia (cinque milioni di abitanti e un mare di petrolio) oppure la Svezia (enormi risorse minerarie e una popolazione inferiore a quella della Lombardia). Le differenze fra lItalia e i suoi principali partner europei (Germania, Francia, Gran Bretagna) sono tre: una cronica deficienza del Sistema Paese, che impedisce di tenerne lo stesso passo sul piano della crescita, la spada di Damocle del debito pubblico, che di fatto impedisce ai governi di utilizzare la leva fiscale per favorire leconomia, e una fortissima incidenza sul Pil (nellordine di quasi il 25%) delleconomia sommersa, il che produce un livello intollerabile di evasione fiscale.Appare quindi evidente che la via maestra per uscire da questa situazione, oltre alla lotta agli evasori, sarebbe quella di attuare finalmente quelle riforme di cui il Paese ha bisogno per recuperare la competitivit perduta nel corso degli ultimi decenni. Ma altrettanto ovvio che, nel clima politico che da troppi anni si respira in Italia, impossibile attendersi una riforma realistica ad esempio dello stato sociale fatta da una sola parte con la tacita approvazione dellaltra. Lutilizzo in chiave populistica della piazza, lo abbiamo visto e rivisto anche troppe volte, sarebbe assolutamente inevitabile da parte dellopposizione del momento, compromettendo sul nascere lesito di qualsiasi progetto riformatore. Lunico modo per fare queste riforme dunque attraverso laccordo di tutte le forze politiche, magari sulla scorta di un salomonico pareggio elettorale. Lalternativa allorizzonte luna tantum patrimoniale, che nessun governo annuncer mai in campagna elettorale n in qualsiasi documento di programmazione economica, perch farebbe ovviamente uscire dal Paese ingenti quantit di capitali, ma realizzer a sorpresa come nel 92. Senza per risolvere davvero i problemi. La patrimoniale del Governo Amato intendeva innanzitutto lanciare un segnale ai mercati per salvare la lira dagli attacchi speculativi, ma nel giro di qualche mese la nostra moneta fu comunque costretta a uscire dal Sistema Monetario Europeo.

    Andrea Bigi

    Vade retro, patrimoniale!

    Editoriale

    Andrea Bigi,direttorediBanca & Mercati

  • 8Il mercato dei pagamenti cresce nonostante la crisi. Ma la Sepa ancora lontanaA quasi tre anni dalla partenza del nuovo bonifico Sepa, dice Massimo Arrighetti di Sia-Ssb, la quota in Europa inferiore al 10%, mentre in Italia siamo addirittura al 3 per cento

    I volumi dei pagamenti nella Ue? Nonostante la crisi sono cresciuti del 4%, come indica il World Payments Report 2010 realizzato da Capgemini, Rbs ed Efma. Il rapporto, che stato presentato in occasione del convegno Do You Sepa? - Drawing the future of the European payments market a cura di Sia-Ssb, evidenzia che le carte rimangono lo strumento preferito di pagamento non-cash, con una copertura di oltre il 40% nella maggior parte dei mercati e del 58% a livello globale. Nel 2009 sono stati fatti passi avanti verso il raggiungimento della Sepa (Single Euro Payments Area), ma il cammino ancora molto lungo, come afferma lamministratore delegato di Sia-Ssb Massimo Arrighetti: LEuropa in ritardo nella realizzazione della Sepa, perch non si costituita la massa critica per un unico, vero sistema dei pagamenti. I numeri, purtroppo, non ci sono ancora: basti pensare che a quasi tre anni dalla partenza del nuovo bonifico conforme agli standard Sepa, la quota in Europa inferiore al 10%, mentre

    in Italia siamo addirittura al 3 per cento. Secondo Carlo Tresoldi, presidente di Sia-Ssb, le difficolt nel recepimento della Direttiva sui servizi di pagamento negli ordinamenti nazionali dei diversi Paesi dellArea euro hanno posticipato i tempi di realizzazione della Sepa. In tal senso va giudicato positivamente lintervento della Commissione Ue che, su richiesta del mercato e delle banche centrali, ha evidenziato la necessit di stabilire con precisione una data finale entro cui i bonifici e gli addebiti diretti standardizzati a livello europeo dovranno sostituire quelli domestici. Tuttavia, la Commissione ha al tempo stesso stabilito anche i cosiddetti essential requirements, ovvero una serie di standard tecnici che dovrebbero caratterizzare

    i nuovi strumenti di pagamento, ma che non sono completamente omogenei rispetto agli standard unici adottati finora dalle banche commerciali. Ci significa dare enfasi alle differenze, con il rischio che ciascun soggetto mantenga i propri sistemi e con il conseguente declino del progetto Sepa.

    Massimo Arrighetti, amministratore delegato di Sia-Ssb

    Carlo Tresoldi, presidente di Sia-Ssb

  • 9Flash news

    Tre nuovi prodotti per il credito agricolo da Unionfidi Piemonte e Cariparma Forniranno alle aziende del Nord-Ovest la liquidit necessaria per migliorare il proprio posizionamento competitivo

    Sono dedicati alle aziende associate del territorio i prodotti che consentono un pi facile accesso al credito proposti da Cariparma grazie a un accordo con Unionfidi Piemonte. Gli ultimi tre nati sono un medio-prestito agrario, un mutuo ipotecario agrario e un prestito di conduzione-sconto cambiale agraria, che si aggiungono alle opportunit proposte nel settore della Green Economy. Le tre soluzioni, messe a punto grazie a un tavolo di confronto continuo, permettono di rispondere alle principali esigenze emerse dalle imprese a seguito degli accordi stipulati da Unionfidi con Confagricoltura Piemonte e Coldiretti Nordovest. In sostanza, consentiranno alle aziende di disporre della liquidit necessaria per migliorare il proprio posizionamento competitivo. Dallinizio della crisi, spiega Giovanni Borlenghi, responsabile Servizio Filiere Produttive e Credito Agevolato di Cariparma, la collaborazione con i Confidi si rafforzata e sviluppata, consentendo alla banca una ulteriore crescita degli impieghi a sostegno delleconomia, ed in particolare delle Pmi, in un contesto economico di estrema difficolt. Lattenzione di Cariparma verso il comparto agroalimentare, che ha visto tra laltro lavvio nel corrente anno di una business unit dedicata, ha portato allinserimento in convenzione con Unionfidi Piemonte dei prodotti specifici per il comparto agricolo e dellintera filiera agroalimentare.

    Ti rubo lidentit e ne faccio ci che voglio Secondo lOsservatorio sulle Frodi Creditizie di Crif, nel primo semestre 2010 i casi di frode creditizia sono stati circa 11mila: +9% rispetto al 2009

    Se le rapine alle banche sono poche, perch i furti si stanno spostando direttamente sui clienti per colpa delle frodi creditizie. Secondo lOsservatorio sulle Frodi Creditizie realizzato da Crif, nel primo semestre 2010 i casi di frode creditizia siano stati circa 11mila (+9% rispetto al primo semestre 2009), per un importo complessivo pari a oltre 92 milioni di euro (+7% rispetto al 2009). Meglio non parlare dei tempi necessari per scoprire la frode: solo nel 21% dei casi sono sufficienti sei mesi. Per molti altri casi ci vogliono 2-3 anni (15 per cento). Le frodi sono molto frequenti in Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia. Il loro oggetto? I prestiti finalizzati (71%), per acquistare soprattutto auto e moto. Laumento del fenomeno, specie negli ultimi anni, da ricondursi alluso massiccio di Internet (oggi oltre il 51,7% degli italiani si connette alla rete), con impatti diretti sulle dinamiche di socializzazione, sui comportamenti di acquisto e, soprattutto, sulla circolazione dei dati personali. Basti pensare che 16,5 milioni di italiani sono iscritti e attivi su Facebook.

    Per rispondere a questa minaccia Crif ha annunciato il lancio di Sicurnet. Tramite questo servizio di protezione dei dati sulla rete il consumatore pu controllare e monitorare in ogni momento la circolazione dei propri dati personali e finanziari sul web e valutare se siano esposti in maniera troppo estesa (ad esempio sui social network) o, peggio, siano oggetto di appropriazione indebita da parte di terzi e stiano circolando in ambienti web ritenuti ad alto rischio (ad esempio nelle chat room o nei forum nascosti dove avviene la commercializzazione di dati personali e finanziari carpiti dalle organizzazioni criminali spesso attraverso software malevoli). Per prevenire possibili furti di identit, che potrebbero concretizzarsi in una frode, spiega Beatrice Rubini, responsabile della direzione Consumer di Crif, fondamentale che i consumatori accrescano il livello di consapevolezza riguardo questo fenomeno criminale, non sottovalutando i rischi connessi a comportamenti ormai abituali, come la comunicazione di propri dati e informazioni personali su Internet. Bisogna infatti considerare che buona

    parte dei furti di identit viene scoperta dopo oltre sei mesi per cui, senza un sistema di detection della frode, qualunque servizio anche di tipo assicurativo risulterebbe totalmente inefficace per proteggere il consumatore.

    Fonte: Osservatorio CRIF sulle frodi creditizie

    Fonte: Osservatorio CRIF sulle frodi creditizie

  • 10

    Flash news

    Icbpi-Equens: al via la fase 2 della partnershipEquens Se acquisisce il 50% del capitale di Equens Italia, detenuto da Icbpi, arrivando cos a detenere il 100% della societ.

    Ha preso il via la seconda fase del progetto di partnership, avviato nel 2008, tra Icbpi (specializzata in servizi e sistemi di pagamento nazionali e internazionali Sepa compliant, e servizi amministrativi e finanziari) ed Equens Se, societ che opera nel processing dei sistemi di pagamento. In questa seconda fase Equens Se acquisisce il 50% del capitale sociale di Equens Italia, detenuto da Icbpi, arrivando cos a detenere il 100% della societ. Nello stesso tempo, Icbpi incrementa la propria quota in Equens Se dallattuale 10% al 20%, divenendo il secondo socio di Equens Se dopo Dz Bank. Le positive evoluzioni di oggi, dichiara Giuseppe Capponcelli, direttore generale Icbpi, sono la pi concreta dimostrazione della bont della scelta fatta tre anni fa. Lalleanza tra il nostro Gruppo e Equens SE maturata nella piena condivisione dei medesimi

    ideali e obiettivi di crescita. Ricoprire la posizione di leadership nellindustria dei pagamenti in Europa, attraverso leccellenza del servizio, lattenzione ai nuovi standard e allinnovazione, per garantire alle banche italiane un approccio sempre pi competitivo al mercato, resta oggi come allora il nostro principale, comune obiettivo.In coincidenza con il cambiamento della struttura di governance di Equens Se ed Equens Italia, Icbpi ha incrementato la propria rappresentanza nel supervisory board di Equens Se da uno a due membri. Si aggiunto infatti al vicepresidente di Icbpi, Roberto Romanin Jacur, il direttore generale di Icbpi Giuseppe Capponcelli, che ha mantenuto anche lincarico di consigliere di Equens SpA. Inoltre, Alessandro Baroni stato nominato membro del board of directors di Equens Se con la carica di amministratore delegato di Equens SpA.

    Per le microimprese finito il tempo del pessimismoLOsservatorio sulla Finanza per i Piccoli Operatori Economici di Crif Decision Solutions-Nomisma evidenzia un recupero nella disponibilit a investire

    LOsservatorio Crif Decision Solutions-Nomisma sulla Finanza per i Piccoli Operatori Economici, giunto alla sedicesima edizione, riscontra che nel 2010 calato il numero delle aziende che hanno investito (25,3%) rispetto al 2009 (26,6%), anche se il trend negativo del periodo si sta attenuando. Il calo degli investimenti effettuati dai Poe nel 2010 si lega nella percezione dei microimprenditori alla generale contrazione della domanda e al quadro economico negativo. Secondo il 67% dei Poe, il principale ostacolo alla crescita deriva da una generalizzata diminuzione della domanda, che dipende primariamente dalla condizione economica nazionale, e dallandamento negativo del settore nel quale le imprese operano, mentre lingresso nel mercato di nuovi concorrenti percepito come ostacolo secondario.In ogni caso i Poe (soprattutto le microimprese del Nord-Est e del Centro) iniziano a sperare maggiormente nel futuro: il 25,6% prevede infatti di effettuare investimenti nel 2011. Tuttavia, il clima di relativa incertezza sta determinando ladozione di strategie rivolte sia al rafforzamento dellefficienza finanziaria aziendale, sia al consolidamento del proprio business allinterno del mercato di riferimento. Infatti, se nel 2010 gli operatori hanno destinato una maggiore quota di risorse principalmente allacquisto di macchinari e attrezzature e al rafforzamento della sicurezza aziendale, saranno proprio queste le voci di investimento che in futuro subiranno la riduzione pi consistente (rispettivamente dal 24,6% del 2010 al 17,5% del 2011 e dal 23,3% al 16,8%); al contempo, aumenteranno gli investimenti a carattere immateriale, come quelli finalizzati alla ricerca di nuovi mercati (dall8,7% del 2010 al 12,4% del 2011) e al rafforzamento dellarea finanziaria (dal 10,0% del 2010 al 12,1% del 2011). Per quanto riguarda il credito bancario, infine, gli impieghi erogati alle imprese nei primi sei mesi del 2010 hanno continuato a mostrare un certo rallentamento, con valori prossimi allo zero (-0,3%). Si registra per una situazione divergente: gli impieghi delle imprese individuali sono in crescita (+5,2% a giugno 2010) rispetto a dicembre 2009, mentre quelli delle societ non finanziarie fanno registrare un valore negativo, seppur in lieve miglioramento (-0,9% a giugno 2010) rispetto allo stesso periodo dellanno precedente. In compenso, cominciano a essere rilevati i primi segnali di miglioramento sul fronte della qualit del credito concesso alle microimprese rispetto al deciso deterioramento che emergeva a fine 2009 e nel primo trimestre 2010.

    Giuseppe Capponcelli, direttore generale Icbpi

  • 11

    Flash news

    Frodi didentit, il rischio dietro langoloUna ricerca commissionata da Cpp Italia a Unicri rivela che nellultimo anno un italiano su quattro sarebbe stato esposto a un potenziale furto didentit

    Addirittura un italiano su quattro sarebbe stato esposto, nellultimo anno, a una potenziale frode di identit. Lo indica una ricerca commissionata da Cpp Italia allUnicri, lagenzia delle Nazioni Unite che ha lo scopo di supportare i paesi nella prevenzione del crimine. Lindagine rivela come ben l80% degli 800 intervistati sia preoccupato dal fenomeno, e tuttavia da qui a porre in essere tecniche di difesa efficaci il passo ancora lungo. A essere considerato fumoso il concetto stesso di furto di identit, cos come liter da seguire per essere supportati in caso di frode.Si rivela contraddittorio, inoltre, latteggiamento vissuto nei confronti del web, che da una parte viene ritenuto luogo pericoloso dal quale tutelarsi con appropriate difese (in realt piuttosto blande, a parte luso dellantivirus), e dallaltra considerato il luogo preferito dove effettuare operazioni potenzialmente rischiose, quali

    rilasciare proprie informazioni personali, eseguire transazioni economico-finanziarie e scambiare informazioni personali con amici. Attivarsi da subito per prevenire il furto didentit nellinteresse del consumatore, ma anche dellintero Sistema Paese, dichiara Walter Bruschi, managing director di Cpp Italia. Infatti, nel momento in cui il consumatore perde la fiducia e riduce anche lutilizzo delle carte di credito - sfiducia che viene poi trasmessa alla propria comunit di riferimento anche grazie agli strumenti Web 2.0 che favoriscono la condivisione di informazioni, quali social network e chat - ci determina un danno a catena per tutto il sistema economico. A questo proposito, Cpp Italia ha messo a punto il prodotto Cpp Identity Protection, che rappresenta la prima soluzione assicurativa e di servizio completa in Italia per proteggersi contro il furto didentit, a partire dalla prevenzione fino alla risoluzione e al ripristino dellonorabilit.

    Previsioni Abi: le banche e lo scenario economico del prossimo biennioLutile netto delle banche segner una lieve ripresa pari a 5,5 miliardi di euro nel 2011-2012, mentre il Roe raggiunger nel 2012 un livello del 3,3 per cento

    LItalia risente ancora delle incertezze congiunturali, perci la crescita economica del Paese nel 2010 dovrebbe attestarsi attorno all1%, nel 2011 allo 0,9% e nel 2012 all1,3 per cento. E il quadro tracciato dal Rapporto di Previsione Afo-Financial Outlook 2010-2012 dellAbi. Negativi invece i dati per il 2011 del mercato del lavoro, con un tasso di disoccupazione all8,5%, che potrebbe scendere all8% nel 2012. Quanto al tasso dinflazione, dovrebbe stabilizzarsi all1,5% nel biennio 2010-2011, con un lieve incremento nel 2012. In questo scenario difficile, sottolinea Abi, le banche restano solide continuando a fornire credito a famiglie e imprese. Gli impieghi al settore non finanziario dovrebbero crescere nel 2010 a un tasso del 2,2%, simile a quello del 2009, per poi crescere poco meno del 5% nel biennio 2011-2012. In particolare, presenta variazioni positive e in accelerazione il flusso di prestiti alle imprese: da una riduzione annua del 2,3% nel 2009 a tassi di espansione del 4,9% nel 2012. In ogni caso, il ciclo economico attuale determiner un ulteriore incremento del 10% delle sofferenze bancarie per il 2011 (dopo la crescita di oltre il 20% nel 2010) per poi attenuarsi nel 2012 stabilizzandosi al -1,7 per cento. Dopo una riduzione del 29% nel 2009, lutile netto delle banche potr segnare una lieve ripresa pari a 5,5 miliardi nel 2011-2012, mentre il Roe raggiunger

    nel 2012 un livello del 3,3%, valore comunque ancora inferiore ai livelli pre-crisi. Infine, il Rapporto Abi rileva una significativa contrazione del margine di interesse (-3,4%) nel 2010 e una ripresa nel biennio 2011-12. Per il margine di intermediazione previsto, dopo un calo dello 0,3% per il 2010, un aumento medio annuo del 2,8% nel biennio 2011-12 (ritmo coerente con la debole fase congiunturale) pari a un apporto di risorse reddituali per 4,5 miliardi di euro.

    Walter Bruschi, managing director di Cpp Italia

  • 12

    Flash news

    I banchieri cinesi in Italia Il colosso Icbc ha aperto una filiale a Milano

    Icbc, la pi grande banca commerciale cinese (vanta oltre 16mila sportelli nel mondo per 235 milioni di clienti, ed leader globale per capitalizzazione di borsa), ha aperto una filiale a Milano. Il lancio della filiale italiana rientra in un progetto pi ampio di espansione europea di Industrial and Commercial Bank of China incentrato sullattivazione di cinque nuove filiali nel Vecchio Continente: oltre a Milano, Parigi, Bruxelles, Amsterdam e Madrid. Icbc, dal proprio quartier generale europeo in Lussemburgo, metter a disposizione di clienti cinesi ed europei servizi finanziari come depositi, prestiti, trade finance e investment banking.Lobiettivo, ha affermato il presidente Jiang Jianqing, intercettare le opportunit di vendita di servizi derivanti da un volume daffari tra Cina ed Europa che nei primi dieci mesi del 2010 ha raggiunto un valore di 388,4 miliardi di euro. Del resto, Icbc ha sempre rivolto unattenzione particolare al potenziale di crescita nel lungo periodo del mercato europeo e anche se recentemente lEuro e il mercato europeo hanno incontrato alcune difficolt lEuropa rappresenta ancora una delle maggiori realt politiche ed economiche del mondo.

    Jiang Jianqing, presidente di Icbc

    Acquisire nuovi clienti pi facile Con la nuova versione di Delphi for New Business di Experian

    lo strumento che permette di capire come evolveranno i rapporti di credito dalla richiesta di finanziamento ai 12 mesi successivi sulla base delle posizioni censite nel Sistema di Informazioni Creditizie di Experian. Rende inoltre pi efficace la politica di acquisizione di nuovi clienti a parit di rischio di insolvenza, ponendo in essere adeguate politiche di responsible lending. E ci che offre la nuova versione di Delphi for New Business di Experian. A essere analizzate dalle griglie della soluzione sono non solo le informazioni socio-demografiche

    del richiedente, ma anche i comportamenti del soggetto, per sapere quali decisioni prende e conoscere la storia dei suoi pagamenti. Nella fase economica attuale, commenta Cristina Iacob, business manager della divisione Consumer Information di Experian, condurre

    politiche commerciali pi incisive di sviluppo del portafoglio clienti a parit di rischio di credito un fattore fondamentale di crescita per banche e finanziarie. La nuova versione di Delphi for New Business permette di farlo in condizioni di assoluta sicurezza e rispetto del richiedente, rispondendo e innovando anche su questo fronte.

    Cristina Iacob, business manager della divisione Consumer Information di Experian

    Banca&Mercati .comaggiornamenti in tempo reale con approfondimenti e interviste

  • 13

    Flash news

    La sicurezza sul lavoro premia Veneto BancaIl riconoscimento attesta che listituto garantisce ai dipendenti e ai clienti ambienti sicuri e una migliore gestione delle emergenze

    Veneto Banca, seconda in Europa dopo Monte dei Paschi di Siena, ha ottenuto da parte della societ CisqCert di Milano la certificazione relativa alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro (BS OHSAS 18001:2007, British Standard Occupational Health and Safety Assessment). Il riconoscimento, per il settore di accreditamento EA 32, conferma che listituto garantisce ai dipendenti e ai clienti ambienti sicuri e una migliore gestione delle emergenze, come si effettivamente verificato nel caso dellalluvione

    in Veneto pochi mesi fa. Questo riconoscimento, afferma Mauro Gallea, vicedirettore generale di Veneto Banca, conferma limpegno del nostro Gruppo nel garantire ai dipendenti e ai clienti ambienti idonei e sicuri, condizioni che spesso vengono date per scontate, ma sono invece frutto di importanti investimenti. Seguire standard internazionali ha consentito di rafforzare ulteriormente le nostre attivit di prevenzione e la gestione delle emergenze, garantendo adeguati livelli di continuit operativa in caso di eventi disastrosi.Per ottenere miglioramenti sistemici e continui di prestazione complessiva, il sistema di gestione di Veneto Banca stato integrato con il modello di organizzazione previsto dal D.Lgs. 231/01 in materia di responsabilit amministrativa delle persone giuridiche, delle societ e delle associazioni. Al nostro interno, evidenzia Lamberto Tentonello, responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dei Veneto

    Da sinistra: Mauro Gallea, Vice Direttore Generale di Veneto Banca; Fabio Roversi, Direttore Generale CisqCert; Massimo Lembo, Responsabile Direzione Compliance di Veneto Banca.

    Intesa Sanpaolo con le imprese italiane in Arabia Saudita Siglato un accordo di cooperazione con Bank Saudi Fransi, prima banca saudita con oltre 100 filiali

    Intesa Sanpaolo ha siglato con Bank Saudi Fransi un accordo di cooperazione a sostegno delle imprese italiane interessate a sviluppare piani di ingresso produttivo e rapporti commerciali nel Paese. Bank Saudi Fransi la prima banca in Arabia Saudita con oltre 100 filiali e 2.400 dipendenti. Laccordo stato stipulato in occasione della prima missione organizzata da Confindustria, Abi, Ice e dal Governo italiano in Arabia Saudita. Il sistema imprenditoriale italiano ha in progetto per il prossimo triennio di raggiungere un livello di interscambio tra i due paesi pari a 10 miliardi di euro. Al fine di sostenere il nostro sistema imprenditoriale, dichiara Marcello Sala, vicepresidente esecutivo del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, che proprio in occasione di questa missione si dato come obiettivo per il prossimo triennio il raggiungimento di un livello

    di interscambio tra i due paesi pari a 10 miliardi di euro, Intesa Sanpaolo ha sottoscritto un importante accordo per accompagnare e assistere le imprese italiane in Arabia Saudita fin dalle fasi iniziali dei loro progetti di internazionalizzazione. Lintesa raggiunta con la principale banca saudita la dimostrazione delle consolidate relazioni raggiunte dal Gruppo a livello internazionale e dellimportante capacit di offrire prodotti e servizi studiati appositamente per la crescita del nostro tessuto imprenditoriale, in tutti i principali mercati del mondo.

    Banca, abbiamo elaborato il software GSL (Gestione Sicurezza Lavoro), che divenuto un modello anche per altre banche. Grazie al programma, utilizzabile da tutti i dipendenti tramite la intranet aziendale, possibile consultare la documentazione sulla prevenzione e ricevere unefficace formazione per il miglioramento della qualit degli ambienti di lavoro, del lay-out e dellergonomia delle postazioni di lavoro. I colleghi possono inoltre verificare la funzionalit e la manutenzione di immobili, impianti, macchine e attrezzature. Soprattutto, il software consente di coinvolgere direttamente tutti coloro che lavorano nel nostro centro direzionale e nelle nostre filiali in un progetto condiviso, che ha come obiettivo la diffusione della cultura della sicurezza e favorire un impegno concreto da parte di tutti.

  • 14

    Lanno che si sta concludendo stato caratterizzato da due fenomeni di ampia portata che hanno influito sui mercati: la crisi del debito sovrano nellEurozona e la risposta delle Autorit al rallentamento della crescita nei mercati sviluppati. Il 2011 sar probabilmente soggetto a un decoupling (disaccoppiamento dei mercati, ndr) ancora pi netto fra economie sviluppate ed emergenti, con aumenti significativi dei prezzi delle materie prime che metteranno alla prova le banche centrali impegnate nel tentativo di superare la difficile fase congiunturale.

    2010: risposte diverse alla crisi

    I governi dei paesi sviluppati devono affrontare il problema del livello di indebitamento lasciato in eredit dalla crisi finanziaria del 2008. Mentre lEuropa ha scelto la strada dellausterit per ridurre il deficit, gli Stati Uniti hanno preferito controbilanciare il rischio di deflazione immettendo nelleconomia domestica liquidit per 600 miliardi di dollari tramite un secondo intervento di quantitative easing (QE2). Paesi come il Regno Unito e gli Usa possono infatti compensare limpatto negativo dei tagli alla spesa pubblica sia adottando una politica monetaria espansiva sia svalutando la propria moneta e il QE2 deciso dalla Federal Reserve persegue entrambi gli obiettivi.Gli stati periferici dellEurozona hanno a disposizione, alla luce del contesto valutario europeo, un numero limitato di possibilit. In queste aree sussiste infatti il rischio che i tagli alla spesa si traducano in un paradosso, ossia in un aumento del debito pubblico conseguenza di una crescita debole e della diminuita ricchezza delle famiglie in seguito al calo del prezzo degli immobili.

    Lo scenario del 2011

    Lo scenario di base prevede che la crescita delle economie sviluppate rimanga modesta, limitata dalla ridotta disponibilit del credito. I mercati immobiliari sono deboli, la spinta propulsiva della ricostituzione delle scorte si sta affievolendo e pre sto si faranno sentire gli effetti delle misure di austerit. Ci aspettiamo che altre banche centrali, prima fra tutte la Bank of England, seguiranno lesempio della Federal Reserve e immetteranno altro denaro nel sistema.Linflazione daltro canto non un pericolo concreto per

    le economie sviluppate. Occorre considerare che i policy maker preferiscono gestire linflazione futura piuttosto che affrontare nel breve una spirale deflazionistica. Lo spazio di manovra peraltro non manca, visto che il Consumer Price Index core negli Stati Uniti (indicatore dellinflazione) ai minimi storici degli ultimi sessantanni. Per quanto concerne i mercati emergenti invece probabile che le autorit continuino ad attuare politiche monetarie restrittive per limitare linflazione. La crescita in questi mercati non infatti ostacolata da limitazioni al credito e la capacit inutilizzata minima. Inoltre, la persistente debolezza del dollaro Usa abbinata al QE2 rappresenter uno stimolo per queste economie aumentando le pressioni inflazionistiche.Il decoupling rispetto alle indebolite economie sviluppate dovrebbe sostenere ulteriormente la forza delle valute dei paesi emergenti ed probabile che i titoli di questi mercati mettano a segno buone performance in assenza di forti politiche restrittive. Al contempo a fine 2010 si sono

    I governi dei paesi sviluppati devono affrontare il problema del livello di indebitamento lasciato in eredit dalla crisi finanziaria del 2008. Mentre lEuropa ha scelto la strada dellausterit per ridurre il deficit, gli Stati Uniti hanno preferito controbilanciare il rischio di deflazione immettendo nelleconomia domestica liquidit per 600 miliardi di dollari

    Focus corner

    Lanno del decouplingTrevor Greetham,direttoreAssetAllocationegestoredeifondiMultiAssetStrategicdiFidelity Investment Managers

    Il decoupling dei mercati emergenti rispetto ai paesi sviluppati sar probabilmente il tema dominante del 2011 e la maggior parte delle opportunit di crescita saranno nel settore azionario dei mercati emergenti e in quello delle materie prime

  • 15

    Focus corner

    registrati nei mercati pi sviluppati importanti segnali di miglioramento dei livelli di crescita, in particolare con percentuali di disoccupazione in calo negli Stati Uniti e nei paesi del G7 e revisioni al rialzo del Pil da parte degli economisti. La Germania registra attualmente il livello massimo di occupazione mai registrato e, per la prima volta dal 1998, salari reali in aumento oltre alla crescita del Pil, delle esportazioni e delle importazioni. Inoltre le vendite al dettaglio nel Regno Unito e negli Usa sono a buoni livelli e anche la fiducia delle imprese negli Stati Uniti ha registrato un solido miglioramento.Una forte ripresa che coinvolga al contempo i mercati emergenti e quelli pi sviluppati non dunque da escludere. In questo frangente la crescita vivace delle economie maggiormente sviluppate ridurrebbe i potenziali rendimenti degli investimenti nei mercati emergenti, che ci nondimeno riteniamo si manterrebbero positivi. Inoltre sia in un contesto di decoupling sia in uno di forte crescita globale, le materie prime sarebbero favorite e tenderebbero a un apprezzamento.E dunque probabile che i listini dei mercati sviluppati possano sorprendere positivamente una volta che il ciclo industriale riprender a marciare, ma potrebbero volerci 3-6 mesi per esaurire le scorte in eccesso e incrementare la produzione. Mantengo un atteggiamento prudente riguardo allEurozona poich la Bce sembra poco propensa a immettere nuovo denaro nel sistema o a procedere a una svalutazione competitiva. La Spagna potrebbe per svolgere un ruolo chiave per determinare un esito migliore. Infatti, nonostante i timori relativi a questo paese, bisogna considerare che un eventuale miglioramento della domanda globale consentirebbe a Madrid di beneficiarne fortemente in virt del peso per leconomia spagnola del settore manifatturiero e delle esportazioni.

    Pi opportunit nellazionario

    Il decoupling fra i mercati emergenti e quelli sviluppati potrebbe continuare. I paesi emergenti beneficiano sia della domanda interna che dei tassi di cambio competitivi che proteggono leconomia dal deficit di crescita che affligge tuttora lOccidente. Nel contempo nei paesi pi sviluppati a fianco a realt dinamiche come quella tedesca, ve ne sono altre che presentano incertezze che potrebbero durare ancora 3-6 mesi. I prezzi delle materie prime infine continueranno a salire sia in uno scenario di decoupling sia in uno di crescita globale.La permanente instabilit che affligge il mercato dei

    titoli governativi europei potrebbe indurre a elevate oscillazioni dei corsi di questi bond. Questo fenomeno, unito a una crescita dei tassi dinteresse nelle economie dei paesi in via di sviluppo, potrebbe generare perdite sulla parte obbligazionaria dei portafogli. Opportunit crescenti si ravvisano invece per quanto riguarda la componente azionaria in quanto la fiducia delle imprese comincia a crescere e non sconta ancora una possibile ripresa globale.Poich probabile che i cicli economici globali si confermino essere di breve durata e che i prezzi rimangano volatili decisamente opportuno mantenere un portafoglio ben diversificato nel 2011 e adottare un approccio flessibile in termini di asset allocation, in modo da trarre vantaggio dalle opportunit tattiche di cui la congiuntura non sar certo avara appena le misure annunciate alla fine del 2010 inizieranno, in positivo e in negativo, a fare sentire i propri effetti.

  • 16

    Focus corner

    Il consensus degli investitori, in queste prime settimane del 2011, simile a quello dellinizio del 2010: bisogna puntare sulle azioni, perch i bond governativi offriranno rendimenti ben poco interessanti. Lanno scorso questa view si dimostrata corretta, anche se la maggior parte degli investitori ha dovuto aspettare lultimo trimestre dellanno per vedere realizzate le proprie aspettative. Nel 2010, quindi, avere una posizione contrarian (cio controcorrente: il che significa evitare le azioni che la massa degli investitori sta seguendo per concentrarsi su quelle che sta ignorando, ndr) non ha pagato. Cosa succeder nel 2011?

    Tempo sereno sui mercati

    Oggi sui mercati il cielo appare sereno. Lo stato di salute delle economie dei paesi sviluppati buono e gli utili aziendali sono sorprendentemente in rialzo. Linflazione costituisce un problema solo in alcuni mercati emergenti ma le misure adottate dai policy maker locali sembra stiano riuscendo a contrastarla adeguatamente, anche se potrebbero indebolire temporaneamente il loro tasso di crescita economica dirottando lattenzione degli investitori verso i paesi sviluppati.Gli Usa continueranno a stampare moneta, almeno fino a luglio. E, in Europa, la ripresa delleconomia tedesca, che riveste un ruolo fondamentale, va oltre le pi rosee aspettative degli analisti, persino di quelle dei pi ottimisti. Dati questi elementi, il consensus sui mercati azionari comprensibilmente positivo.Daltro canto, gli investitori contrarian si fanno forza facendo notare che, durante questo terzo anno di ripresa, il rischio di delusione degli utili in aumento. Inoltre sottolineano i rischi connessi alla lotta allinflazione nei mercati emergenti, alla mancata ripresa delloccupazione e del settore privato negli Stati Uniti e, ovviamente, alla persistente crisi causata dagli ingenti debiti pubblici nei paesi periferici dellEurozona.Secondo noi queste sono argomentazioni valide che potrebbero portare a fasi di volatilit anche accentuata, ma non giustificano certo un outlook negativo sulle azioni! Dopotutto, il problema dellinflazione nei mercati emergenti non stato ignorato e il persistere della disoccupazione negli Stati Uniti, che pure costituisce una minaccia, dallaltro canto contribuisce a mantenere la politica monetaria accomodante.

    I problemi del Vecchio Continente

    Il rischio pi grande rimane la crisi dellEurozona, ma noi siamo convinti che questarea continuer a mantenere la sua integrit e la sua forma attuale; inoltre pensiamo che questanno le Autorit politiche e monetarie faranno di tutto per scoraggiare nuovi attacchi speculativi del tipo di quelli che lo scorso maggio hanno causato fortissime ripercussioni sui mercati.Qualunque soluzione alla crisi dellEurozona richieder comunque ulteriori spostamenti di denaro dai paesi pi virtuosi a quelli pi in difficolt, che potrebbero portare a uno sforamento del tetto di aiuti da oltre 1000 miliardi di euro previsto dallEuropean Financial Stability Facility, anche se questo potrebbe far crescere il sospetto tra gli investitori che ci siano altri scheletri negli armadi. Unaltra possibile mossa per risolvere la crisi del Vecchio Continente potrebbe essere una massiccia emissione di Eurobond, che farebbe scendere il costo del denaro nei paesi del Sud Europa, ma lo farebbe aumentare in quelli pi virtuosi. Sono due strade possibili, entrambe percorribili, ma che richiedono tempo per essere condivise e grossi sforzi per essere attuate.Nel frattempo, la Bce dovr continuare a guadagnare tempo. A questo proposito, riteniamo pi probabile che la Banca Centrale continui a immettere liquidit nel sistema bancario e ad acquistare bond.

    Meglio le azioni nella prima met del 2011

    Attualmente, non pensiamo che abbia senso, per gli investitori, essere contrarian vendendo azioni e comprando bond governativi; tuttavia con il passare dei mesi le cose potrebbero cambiare. Potrebbero arrivare delusioni sul fronte degli utili aziendali e gli stimoli alla crescita economica varati dai governi potrebbero venir meno. Ci dovremo domandare se le misure di quantitative easing decise dalla Fed negli Stati Uniti continueranno anche dopo luglio e se le banche centrali occidentali continueranno a mantenere i tassi cos bassi per tutto lanno. La nostra idea che la Bce potrebbe essere la prima ad alzarli, magari gi verso la fine dellanno. Tutto ci considerato, pensiamo che i mercati azionari potranno offrire i migliori risultati nella prima met del 2011.

    Un altro anno no per i contrarian?Nel 2010, la view degli investitori contrarian non ha pagato. E nel 2011, almeno per quanto riguarda la prima met dellanno, lo scenario non dovrebbe cambiare

    Ad Van Tiggelen,seniorInvestmentspecialistdiIng Investment Management

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    Focus corner

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    Focus corner

    Allinizio del 2010, gli istituti finanziari europei avevano da rifinanziare circa 540 miliardi di euro di debito durante lanno: 350 miliardi di debito non cartolarizzato e 190 in obbligazioni coperte. Inoltre, queste significative esigenze di rifinanziamento si sono manifestate in un contesto difficile, offuscato da due venti contrari: il rischio sovrano e le riforme legislative. Le banche periferiche sono quelle che hanno risentito maggiormente della crisi sovrana e le pi deboli tra di loro, perdendo accesso ai mercati obbligazionari, ma anche a quelli interbancari, sono diventate particolarmente dipendenti dalle operazioni di liquidit della Banca Centrale Europea. Le banche pi solide dellarea non hanno avuto difficolt a collocare le proprie emissioni, ma hanno dovuto affrontare spread relativamente elevati a causa delle incertezze sulla loro esposizione ai titoli sovrani e sul rischio di contagio. Particolarmente intensi i timori sistemici a causa della crisi irlandese. Il dibattito circa il contributo degli investitori obbligazionari delle banche irlandesi ha penalizzato gli spread dei finanziari europei, anche se finora solo i detentori di debito subordinato hanno registrato perdite. Oltre al rischio sovrano, anche le incertezze sulle riforme normative, in particolare Basilea 3, hanno gravato sulle banche. Basilea 3 restringe la definizione di capitale e obbliga le banche a rispettare vincoli di capitale e liquidit molto pi stretti, anche se le tempistiche per adeguarsi a queste nuove regole sono relativamente lunghe.

    Un impegno imponente

    Nonostante questi venti contrari, le banche sono riuscite a emettere 405 miliardi di euro di debito nel 2010, con 250 miliardi di euro in debito non cartolarizzato e 155 in obbligazioni coperte. Lofferta netta dunque stata negativa (soprattutto sul debito non cartolarizzato), ma le banche sono riuscite ad affrontare il divario continuando il de-leveraging sui propri bilanci, trovando altre fonti di finanziamento (come i depositi) e utilizzando i finanziamenti della Bce. In questo inizio danno, le necessit di rifinanziamento delle banche europee restano considerevoli, con 550

    miliardi di euro da rifinanziare questanno e 1.620 miliardi nei prossimi tre anni. Quasi la met di questo debito (750 miliardi) non cartolarizzato e non garantito (oltre che in gran parte senior). Un quarto garantito dai governi stessi e corrisponde a uneredit della crisi finanziaria 2008-2009, quando stato necessario lintervento dei governi europei per sostenere i sistemi bancari. Una percentuale significativa di tale debito scadr questanno (130 miliardi), la maggior parte nel 2012 (quasi 200 miliardi). Per le scadenze successive al 2012, i volumi scendono piuttosto drasticamente. Le obbligazioni coperte rappresentano circa il 25% del debito con scadenza nei prossimi tre anni ma comprendono una percentuale pi ampia di debito con scadenze pi ampie, il che logico considerandone le scadenze relativamente pi lunghe.Ovviamente, lofferta netta potrebbe continuare a essere negativa nei prossimi anni nel caso in cui le banche continuino a ridurre i bilanci e a diversificare le fonti di finanziamento. Il processo di de-leveraging non potr per continuare per sempre e le banche probabilmente dovranno fare maggiore affidamento sulle proprie attivit di prestito per incrementare le entrate. E probabile che i depositi continuino a essere una fonte interessante di finanziamento ma a causa dellintensificazione della lotta per questi depositi i margini subiranno intense pressioni. Infine, riguardo alle operazioni di liquidit illimitata della Bce, la banca centrale ha insistito sulla loro natura temporanea, anche se le tempistiche di uscita restano incerte

    Pi emissioni cartolarizzate

    Pertanto, anche presupponendo unofferta netta negativa, le banche dovranno dipendere maggiormente dai mercati nei prossimi anni e questo in un contesto che resta difficile con la predominanza del rischio sovrano. Inoltre, lo status sacrosanto degli investitori in obbligazioni senior ulteriormente scosso in questa prima parte dellanno. Infatti, la Commissione Europea ha recentemente proposto una nuova serie di misure volte alla ristrutturazione delle banche in cui sar richiesto

    La sfida del rifinanziamento per le banche europeeIn un contesto difficile (rischio sovrano, riforme legislative), gli istituti finanziari europei sono riusciti a rispondere alle imponenti esigenze di finanziamento del 2010 nonostante un volume netto di emissioni negativo. Ma nei prossimi anni le esigenze di rifinanziamento resteranno elevate e le banche dovranno affidarsi maggiormente ai mercati

    Chantana Sam,strategistdiAxa Investment Managerssullebancheeuropee

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    Le banche periferiche sono quelle che hanno risentito maggiormente della crisi sovrana e le pi deboli tra di loro, perdendo accesso ai mercati obbligazionari, ma anche a quelli interbancari, sono diventate particolarmente dipendenti dalle operazioni di liquidit della Banca Centrale Europea

    esplicitamente il contributo dei detentori di debito senior di istituzioni bancarie in difficolt, incassando le perdite, al fine di mantenere la stabilit finanziaria senza costi per il contribuente. Questo processo di bail-in potrebbe essere implementato tramite lintroduzione di una legislazione che consenta alle autorit di svalutare o convertire in azioni tutto il debito non cartolarizzato (analogamente alle leggi votate lanno scorso in Germania e in Irlanda). Un altro approccio consisterebbe nellintroduzione di clausole di bail-in direttamente in emissioni future di debito. In ogni caso, stato reso ben chiaro che le proposte di bail-in non coinvolgeranno il debito esistente, ma questo non ha rassicurato gli investitori in quanto gli spread dei finanziari si sono significativamente ampliati (di circa 25 bp) dopo la diffusione della proposta. E molto probabile che questultima venga applicata e ci rappresenterebbe un vero e proprio stravolgimento per i detentori di obbligazioni bancarie senior che fino a oggi godevano dello stesso status dei conto correntisti. Nel complesso, riteniamo che la domanda per il debito senior non cartolarizzato subir gli effetti negativi di questo nuovo cambiamento di paradigma e che la domanda per i covered bond, che non sarebbero impattati da queste nuove normative, potrebbe ampiamente beneficiarne. Le emissioni fino a oggi nel 2011 sembrano confermare la maggiore rilevanza delle obbligazioni coperte.

    Come cambiano le emissioni non cartolarizzate

    Riguardo al debito non cartolarizzato, lofferta netta potrebbe continuare a essere negativa ma possibile una sorpresa positiva se le banche scegliessero di anticipare i requisiti di liquidit introdotti da Basilea 3 che le obbligano a dipendere maggiormente dai finanziamenti di lungo termine. Le banche europee in grado di accedere ai mercati in altre valute potrebbero dipendere maggiormente da questi ultimi per diversificare ulteriormente la base dei finanziamenti. Pertanto, tra le 80 transazioni non cartolarizzate emesse fino ad oggi nel

    2011, solo la met denominata in euro. Inoltre, le banche dovrebbero affidarsi maggiormente alle emissioni flottanti poich la domanda dovrebbe beneficiare di previsioni di tassi dinteresse pi elevate. Fino a oggi, il 40% delle emissioni di questanno a tasso variabile.Peraltro, sar anche interessante vedere se le banche saranno in grado di attrarre la domanda di un nuovo formato di debito subordinato che risponda ai criteri di capitale secondo Basilea 3, vale a dire includendo unopzione per essere deprezzato o convertito in azioni.

    Scenario neutro

    Lofferta lorda di debito per le banche europee continuer a essere significativa nei prossimi anni, gravando sugli spread dei finanziari. Ma oltre al volume, conter anche la composizione della nuova offerta. Le problematiche di bail-in sul debito cartolarizzato (compreso quello senior) dovrebbero favorire la domanda per le obbligazioni coperte. Le banche pi solide dovrebbero emettere altra moneta per diversificare le proprie basi di finanziamento. Quanto al debito subordinato, lesistenza di una domanda per il nuovo formato sotto Basilea 3 resta poco chiara e dovrebbe dipendere molto dal prezzo. Stimare le valutazioni obbligazionarie in un mercato che deve affrontare tali sovvertimenti e che resta ancora molto esposto al rischio sovrano resta chiaramente una sfida e preferiamo rimanere neutrali sul settore nonostante gli spread elevati rispetto ai settori non finanziari.

    Focus corner

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    Focus corner

    Il Giudice delludienza preliminare del Tribunale di Milano (DArcangelo) ha condannato (udienza 3 novembre 2010) Banca Italease come persona giuridica, ai sensi del d.lg. 231/2001, in relazione ai delitti di false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza e manipolazione del mercato. La banca ha subito una sanzione pecuniaria di .1.858.800,00 e la confisca del profitto illecito (euro 64.200.000,00). Nel corso delludienza stata eccepita lillegittimit costituzionale dellart. 6 del decreto 231 per difetto di determinatezza e, pertanto, per contrasto con le disposizioni di cui agli artt. 24, 25 e 27 della Costituzione. Secondo la difesa, infatti, il decreto 231 si limiterebbe a postulare ladozione e lefficace attuazione di modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi, senza tuttavia offrire indicazione alcuna in ordine al contenuto o al grado di specificit che tali modelli devono soddisfare. Lassenza nellesperienza giuridica italiana e nella prassi societaria di tali regole cautelari di condotta non consentirebbe allente che intenda conformarsi alle prescrizioni del medesimo decreto di rinvenire adeguati parametri normativi o giurisprudenziali per orientare le proprie scelte organizzative. Infine il giudice, tradizionalmente estraneo per formazione e per esperienza alla organizzazione di impresa ed alla governance aziendale, sarebbe privo di sicuri elementi di valutazione per riconoscere ladeguatezza del modello dopo la realizzazione del reato e, pertanto, sarebbe inevitabilmente influenzato dalla distorsione cognitiva del post hoc, ergo propter hoc (linadeguatezza del modello deriverebbe automaticamente dalla commissione del reato).La questione stata ritenuta, per quel che qui interessa, manifestamente infondata. Il Giudice ha evidenziato che il decreto 231 delinea un sistema di corporate compliance incentrato sul dovere di autocontrollo dellente e su un sistema di incentivi ad adempiere. La previsione dei modelli organizzativi si inserisce in realt in un quadro sistematico coerente, gi presente nel 2001 e successivamente precisatosi in modo ancor pi nitido per effetto della riforma del diritto societario del 2003. I modelli organizzativi, pertanto,

    vengono ascritti sistematicamente a quelle norme del diritto societario (e in particolare agli artt. 2381 e 2403 c.c.) che sanciscono il principio di adeguatezza nel governo societario. Una nota sentenza del Tribunale di Milano ha evidenziato tali collegamenti sistematici, affermando una responsabilit civile degli amministratori da inadeguatezza organizzativa in caso di mancata adozione dei modelli ex decreto 231 (Sezione VIII civile, 13 febbraio 2008 n. 1774). Per usare le incisive parole del Giudicante: Lagire in conformit a legge , pertanto, sottratto alla discrezionalit dellimprenditore e il rischio di non conformit non pu rientrare tra i rischi accettabili da parte degli amministratori.La predisposizione di adeguati assetti organizzativi e procedurali , inoltre, stabilita, per le societ che esercitano attivit bancaria, da una pluralit di fonti primarie e sub-primarie (Testo Unico bancario, Testo Unico Finanziario, Istruzioni di Vigilanza). Il contenuto del dovere di auto-organizzazione dellente (e dellonere di adottare modelli organizzativi) , inoltre, precisato da codici di autodisciplina e da guide lines emesse dalle associazioni di categoria che indicano il contenuto delle misure di prevenzione. Ci si riferisce in particolare alle Linee guida dellAbi per ladozione di modelli organizzativi sulla responsabilit amministrativa delle banche, edite nel febbraio 2004. E parimenti obbligatoria, per tutti gli intermediari finanziari, ladozione di modelli organizzativi e di un organismo di vigilanza che permetta di individuare, prevenire e gestire il rischio di commissione di fatti manipolativi del mercato (art. 187-nonies T.U.F.). Ecco perch stata respinta la prospettazione difensiva: Il legislatore agli artt. 6 e 7 del decreto 231, delinea un contenuto tipico degli stessi e ciascun ente pu mutuare le prescrizioni organizzative di dettaglio dallinsieme della disciplina primaria e sub-primaria di settore, dagli atti di autoregolamentazione vigenti e dalle linee guida emanate dalle associazioni di settore.Parimenti il giudice chiamato a delibare lidoneit di un modello organizzativo deve far riferimento alla disciplina di un determinato settore con riferimento al tempo della condotta criminosa in contestazione

    Il sistema dei modelli organizzativi per prevenire reati non incostituzionalePartendo dalla recente sentenza contro Banca Italease da parte del Gup di Milano, alcune riflessioni sugli assetti organizzativi e procedurali per le societ che esercitano attivit bancaria

    Maurizio Arena,avvocatotitolarestudio legale Arenanonchcuratoredelsitowww.reatisocietari.it

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    (la c.d. prognosi postuma) e verificare quali cautele organizzative siano state adottate dallente per scongiurare un dato fatto criminoso e come le stesse in concreto siano state attuate con riferimento al miglior sapere tecnico disponibile allepoca. Il modello cautelare idoneo , infatti, (come si desume anche dal contenuto dellart. 30 del Testo unico per la sicurezza sul lavoro) quello forgiato dalle migliori conoscenze, consolidate e condivise nel momento storico in cui commesso lillecito, in ordine ai metodi di neutralizzazione o di minimizzazione del rischio tipico.Ad avviso di chi scrive la soluzione prospettata pu condividersi nei settori gi ampiamente regolamentati: si pensi allattivit bancaria, finanziaria, assicurativa. O, per altri versi, alla dettagliata normativa sugli infortuni. A diverse conclusioni potrebbe giungersi per la prevenzione di rischi afferenti allo svolgimento di attivit che non sono disciplinate in misura cos robusta. In altri termini occorre chiedersi: le regole cautelari in tema di corruzione (il reato-principe della 231) sono altrettanto diffuse e sedimentate per poter essere correttamente utilizzate al fine di dare un contenuto concreto al modello organizzativo nella parte relativa ai reati contro la Pubblica Amministrazione?

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    Il contenuto del dovere di auto-organizzazione dellente (e dellonere di adottare modelli organizzativi) precisato da codici di autodisciplina e da guide lines emesse dalle associazioni di categoria che indicano il contenuto delle misure di prevenzione

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    Mai una normativa fu tanto poco amata. Il senso di fastidio dei soggetti che debbono applicarla crescente, nonostante - dal 1991, anno della sua nascita - oramai si dovrebbe essere entrati nellordine di idee che una qualche utilit ce lha, come quasi tutte le leggi. Oggi si chiama sinteticamente legge 231/2007, anche se (per la precisione) trattasi del decreto legislativo 231 del novembre 2007. Legge antiriciclaggio, ma che non serve a contrastare il riciclaggio (quantomeno come crimine).E strano, ma cos. E una normativa per prevenire - il nomen Prevenzione dellutilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo - essendo la repressione del reato affidata (come peraltro tutti gli altri, nel nostro paese!) al codice penale ed alle leggi speciali. Le regole che essa detta per gli intermediari finanziari e una platea di altri soggetti non finanziari (liberi professionisti, grossisti di oro e pietre preziose, case dasta e da gioco, ecc.) sono orientate tutte alla prevenzione del rischio che le loro attivit vengano inquinate dal fenomeno del lavaggio del denaro sporco.Le loro attivit e, per reazione a catena, il sistema. E la logica delle direttive e leggi in materia di finanza (vedasi Mifid, Compliance, Basilea, ecc.): la prevenzione di un rischio ne contiene la sistemicit, ma tutto passa per la gestione sana e prudente - per usare i termini delle nostre Autorit di vigilanza e dei testi unici sacri (Tub e Tuf) - di ogni realt imprenditoriale bancaria e finanziaria.Questo leit motiv si respira nella normativa contro il riciclaggio. Lart. 3 del d.lgs. 231/2007 fornisce a tutti, con elementare linguaggio precettivo, il perimetro delloperativit delle sue regole. La garanzia, da parte dei soggetti obbligati, di idonei e appropriati sistemi e procedure, per effettuare ladeguata verifica (la vera novit procedurale delle ultime norme), la segnalazione di operazioni sospette, i controlli e la compliance, la registrazione dei dati.La self regulation concessa, ma lonere della prova invertito, come si conviene a quei precetti non indeterminati, ma programmatici, che sono ossequiosi del principio della libert di iniziativa e di stabilimento, nonch di autorganizzazione, ma nellambito delle leggi, superiori, del mercato. Per diffondere questa cultura del controllo, della quale lantiriciclaggio parte, da sempre funziona (rectius: vigente) un regime di regole fondato s su precetti e sanzioni, ma soprattutto di moral suasion.

    Il buon senso nel mondo della finanza

    Gli interventi del governatore della Banca dItalia, del direttore dellUif, dei membri del Direttorio, del Parlamento, della Commissione antimafia, a diverso titolo, richiamano allosservanza delle regole contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, come regole prudenziali ma anche, sia consentito, di buon senso. Una buona banca si vede anche per come governa il rischio di riciclaggio, sentenzi opportunamente il professor Draghi qualche tempo fa in una sede pubblica.Ma siamo in un mondo strano. Quello della finanza ormai stravolto dal free riding, dagli azzardi morali, dai conflitti dinteressi, dal controllo budgetario delloperato dei dipendenti, in barba alle regole sullefficienza delle strutture e della tutela dei consumatori. I quali ultimi, spesso, ci mettono del loro per dimostrare quella paurosa ignoranza e inavvedutezza che li porta a scelte di investimento sbagliate per definizione, e non per - opportunisticamente lo si fa spesso - lincapacit o il dolo dellintermediario finanziario.Ma sul riciclaggio la situazione sta divenendo parossistica.Un quotidiano locale d notizia, il 31/01/2011, di un convegno sul tema svoltosi presso una banca del Nord Italia, e organizzato da un sindacato bancario rappresentativo. Il rappresentante sindacale aziendale sentenzia: Il cassiere, ultimo anello della catena bancaria, si trova il dovere di segnalare loperazione sospetta, pur senza averne il potere: si dovrebbe improvvisare investigatore, ruolo che, vista anche la scarsa retribuzione, non gli compete. In questa frase almeno tre orrori in punta di diritto, senza parlare dellaspetto morale - che come presidente dellunica associazione dei responsabili antiriciclaggio italiani comunque non mi astengo dal censurare - della vicenda.Primo: il cassiere ha il dovere di segnalare ai sensi di una legge dello Stato, la 231/2007 (art. 41), quando ne ha contezza, direttamente non allAutorit, ma al suo superiore (in genere, direttore di filiale). Molti dipendenti bancari sono, oggi, al centro di coinvolgimenti consapevoli in fatti di riciclaggio, e ci non avveniva cos di frequente prima. Forse perch al di l del dolo, che si esclude fino a prova contraria sono vittime di questa disinformazione. Secondo: chiunque segnali unoperazione sospetta

    Antiriciclaggio e cultura del controllo: la tesi e lantitesiLa legge 231/2007, ovvero la Legge Antiriciclaggio, non mai stata amata da chi tenuto ad applicarla. E invece occorrerebbe un po pi di buona volont, perch sul riciclaggio la situazione sta diventando parossistica

    Ranieri Razzante,presidenteAira,www.airant.it

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    non effettua comunicazioni rilevanti penalmente, n pu - chiedo scusa per lovviet - usurpare pubbliche funzioni (nel caso adombrato nellinfelice frase riportata, alla Polizia giudiziaria e valutaria, o alla Dia, competenti ratione materiae). La legge antiriciclaggio prevede esplicita liberatoria da ogni coinvolgimento, in tali casi. La segnalazione meno invasiva e molto pi facile di una di quelle fatte alle Centrali dei rischi per i cattivi pagatori, ma di questo nessuno si preoccupa (c gente che ci finisce in usura perch la banca improvvidamente talvolta segnala a Crif una bolletta non pagata o in ritardo, e quindi poi

    nessuno fa pi credito al segnalato!).Terzo: gli oneri che derivano a ciascuno di noi dalladempimento di doveri di legge, connessi al lavoro che svolgiamo, non possono essere ricompensati dal datore di lavoro o, men che meno in questo caso, dallo Stato. Il bancario pagato per aprire conti correnti o erogare prestiti rispettandone le norme interne e di legge, cos come, tra le varie cose, per rispettare le norme sul segreto bancario e sullantiriciclaggio. Lindennit di cassa mi pare abbia presupposti diversi. Lavvocato non pu essere ripagato dallo Stato se studia bene una causa e poi comunque la perde.

    N slogan n propaganda

    Ma nel convegno in questione si pronunciano altre parole in libert, come le generiche accuse di collusione delle amministrazioni bancarie le quali, pur di guadagnare, sfruttano il dipendente e i soldi di dubbia provenienza. Ce ne sarebbe per un volume, e io mi permetto di rimandare ai miei sulla materia, cos come al sito dellAira per pi corrette informazioni, dato che da noi si studia e non si fa attivit politica sullantiriciclaggio.Una cosa seria, che non pu al contrario di quanto larticolo del quotidiano afferma pericolosamente affidarsi al sindacato o alla stampa, come si dice - invitando i dipendenti presuntivamente vessati a parlare per tutelare se stessi - a proposito delloperatore che faccia una segnalazione e la banca non dia alla stessa seguito. Alla lotta al riciclaggio non servono slogan n propaganda.

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    Mai una normativa fu tanto poco amata. Il senso di fastidio dei soggetti che debbono applicarla crescente, nonostante - dal 1991, anno della sua nascita - oramai si dovrebbe essere entrati nellordine di idee che una qualche utilit ce lha, come quasi tutte le leggi. Oggi si chiama sinteticamente legge 231/2007

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    Le finanze pubbliche dei paesi europei del bacino mediterraneo sono ormai una presenza costante nelle cronache dei media. Se si leggono i relativi commenti si ha limpressione di trovarsi di fronte a una situazione inedita. In realt, i default o le ristrutturazioni di titoli del debito pubblico e di prestiti pubblici non sono affatto una novit. Si presenta infatti lungo lelenco dei paesi che negli ultimi decenni hanno dovuto procedere a un aggiustamento della rispettiva esposizione debitoria: Ecuador, Repubblica Domenicana, Venezuela, Uruguay, Paraguay, Argentina, Indonesia (due volte), Zimbabwe, Nigeria (due volte), Kenya e Costa dAvorio. Lultimo paese europeo in ordine di tempo stata la Russia nel 1998. Lelenco permette inoltre di capire perch la frequenza finisca per essere spesso dimenticata: negli ultimi anni sono stati coinvolti soltanto paesi in via di sviluppo. Lultima ristrutturazione nei paesi sviluppati stata fortemente associata agli sconvolgimenti dellultimo conflitto mondiale: la Germania nel 1948. Ma se si getta uno sguardo pi lontano nel passato si constater che anche questi paesi ne sono stati frequentemente vittima in epoche precedenti. La tabella indica il numero di ristrutturazioni relative a una selezione di paesi a partire dal 1800 e la percentuale degli anni in cui non hanno avuto accesso ai mercati finanziari. Grazie alla ricca esperienza storica possibile individuare anche una successione di eventi tipica. Tutto prende generalmente avvio da un crollo dei mercati azionari o immobiliari. La crescita economica rallenta. Linflazione comincia a crescere e non si arresta nemmeno dopo una ristrutturazione. La divisa va incontro a una forte svalutazione e il sistema bancario entra in crisi. A questo punto pu subentrare quindi una sospensione dei pagamenti. Le probabilit in tal senso aumentano quando gli impegni superano l80% del Pil e quando il costo degli interessi reali supera in maniera significativa la crescita economica reale. Il paese, cui viene quindi precluso laccesso ai mercati finanziari, deve ristrutturarsi internamente, sebbene a condizioni pi mitigate, dal momento che la spesa per interessi stata notevolmente ridotta con la ristrutturazione.

    Le vie per abbattere il debito

    Innanzitutto gli stati cercano di ridurre lammontare del proprio debito pubblico. Le possibili strade da percorrere sono cinque. In primo luogo lonere reale del debito pubblico pu essere alleggerito per effetto di un aumento inatteso dellinflazione. In secondo luogo possibile ridurre lonere percentuale grazie a un incremento della crescita economica. Inflazione e crescita economica non sono direttamente influenzabili. Lanalisi storica mostra che linflazione tende in genere ad aumentare prima di una situazione dinsolvenza, determinando gi in tal modo la correzione di una larga parte degli interessi nominali da corrispondere. Per contro, lespansione economica nella migliore delle ipotesi neutrale e comporta piuttosto un aggravio dellonere degli interessi. Un controllo diretto da parte dei governi esercitabile - nel migliore dei casi - sul primo e sullultimo punto. In primo luogo il bilancio dello stato deve essere riportato a livelli sostenibili e questo obiettivo pu essere perseguito con un aumento delle imposte o mediante risparmi. Questultima strada pi efficace, ma politicamente pi difficile da percorrere. I consolidamenti fiscali sono pi semplici da attuare laddove sia stata raggiunta unintesa comune sulla struttura del debito, come si verificato ad esempio in caso di conflitti bellici. Ma quando la coerenza politica e la polarizzazione sono elevate, lattuazione politica si fa difficile. A tal riguardo sorprendente constatare con quale marginale impatto in termini di condanna politica sia stata accolta lintroduzione delle misure di austerit in Gran Bretagna e in Irlanda. Daltro canto il tono delle proteste in Grecia mostra quanto difficile sia il processo politico. In quarto luogo, vi pu essere un trasferimento di capitali da parte di finanziatori esterni. Ci ha un senso tuttavia solo se contemporaneamente lonere degli interessi sui nuovi crediti sar stato significativamente ridimensionato. Infine possibile arrivare a un alleggerimento del carico del debito pubblico attraverso una ristrutturazione o una riduzione dello stesso. Nel caso in cui ci si riveli troppo complicato rester la ristrutturazione come opzione

    La crisi dei Pigs? Un dj vu da cui si pu uscireLattuale crisi delle finanze pubbliche nei paesi europei del bacino mediterraneo soltanto un ulteriore esempio di un lungo elenco di casi dinsolvenza, e come tale andrebbe anche trattata

    Florian Esterer,seniorportfoliomanagerSwisscanto Asset Management

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    Le banche periferiche sono quelle che hanno risentito maggiormente della crisi sovrana e le pi deboli tra di loro, perdendo accesso ai mercati obbligazionari, ma anche a quelli interbancari, sono diventate particolarmente dipendenti dalle operazioni di liquidit della Banca Centrale Europea

    politica. Anche questa implica in realt limmediato superamento dei deficit di bilancio, dal momento che questi non vengono pi finanziati. Per i paesi con un fabbisogno di credito nel prossimo anno del 7,8% in Grecia, del 7,3% in Portogallo o del 9,2% in Spagna ci potr avvenire solo dopo un primo consolidamento. E i paesi che hanno operato una conversione del debito, hanno gi provveduto a un aggiustamento del proprio deficit, registrando in media un avanzo di bilancio.

    Pro e contro dellunione monetaria

    A differenza di precedenti episodi, le attuali difficolt sorgono nel contesto di ununione monetaria, con la conseguenza negativa, per i paesi che si trovano a fronteggiare queste difficolt, di non poter contare su una politica monetaria autonoma. Il ricorso allinflazione per conseguire una reale svalutazione del debito attuabile solo in misura limitata. E non nemmeno possibile ricorrere a una svalutazione della moneta. Un aumento della crescita economica attraverso un miglioramento

    della competitivit dovr passare in questo caso per una riduzione del costo del lavoro, situazione che abbiamo gi avuto modo di osservare nella diminuzione del reddito dei dipendenti statali in Gran Bretagna, Grecia e Spagna. Daltro canto, lunione monetaria offre anche enormi vantaggi. La garanzia implicita prestata dagli altri stati membri ha consentito attraverso diversi meccanismi un apporto di capitali a condizioni meno onerose. Ci rende possibile un primo consolidamento. Quello che accadr alla scadenza delle garanzie nel 2013 lo dir lesito di unanalisi costi-benefici condotta dalle nazioni prestatrici come la Germania e dalle nazioni beneficiarie come la Grecia. Una ristrutturazione appare una possibilit reale. Ma esistono precedenti sufficienti per poter analizzare le probabilit e per valutarne le conseguenze. E nel lungo termine ci avr ripercussioni positive: una ristrutturazione riduce la spesa per interessi e i premi al rischio e nella maggior parte dei casi si giunge a unespansione economica. In tal senso, lattuale crisi delle finanze pubbliche soltanto un ulteriore esempio di un lungo elenco di casi dinsolvenza e come tale andrebbe anche trattata.

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    Interviste / Europ Assistance

    Dinamismo prima di tuttoUnapprocciodiversoallarisoluzione dei problemidegliassicuratielapersonalizzazionedeiprodottivendutitramitelebanche:cosEurop Assistance,compagniacheoperanelsettoredellassistenza privata,ridisegnalapropriaoffertasenzaperderedivistalaflessibilit

    Antonio di Salvo, direttore business

    unit Finanziario e Assicurazioni

    di Europ Assistance

    Filippo Foi, responsabile

    Bancassicurazione di Europ

    Assistance

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    Interviste / Europ Assistance

    La presenza decennale nel sistema bancario ci ha consentito di intuirne i cambiamenti e le nuove necessit. Abbiamo di conseguenza modificato la nostra meccanica, seguendo le istanze bancarie.

    Cambiato il sistema bancario, cambiate le esigenze dei clienti (e cambiato il loro portafoglio con annessa disponibilit di spesa), anche alle assicurazioni richiesto un adeguamento, nel momento in cui si trovano a progettare prodotti e servizi. Europ Assistance ha risposto a queste istanze ridisegnando, negli scorsi mesi, la propria struttura organizzativa, oggi composta da tre nuove business unit - Consumer, Finanziario e Assicurazioni e Automotive e Tour Operator - e dandosi nuovi obiettivi, tutti incentrati sul soddisfacimento delle esigenze del cliente. Che non solo si muove alla ricerca della migliore offerta assicurativa, ma entra anche in banca. Proprio da qui nascono nuovi spunti di comprensione del mercato, nello specifico di quello bancario.

    Assistenza privata personalizzata

    Da pi di ventanni Europ Assistance presente nel mercato bancario, con prodotti customizzati per il b2b2c. Di questo mercato ha seguito le evoluzioni, scegliendo per una strada diversa da quella di altre compagnie, mantenendo la freschezza di unofferta vicina al cliente, e scegliendo volutamente di creare, negli ultimi dieci anni, prodotti molti semplici, che si innestano nella filiera della protezione assicurativa che potremmo definire media, spiega Antonio di Salvo, dallottobre 2010 direttore della BU Finanziario e Assicurazioni, ma che in grado di fornire allassicurato una risposta subitanea. Questo proprio il tratto distintivo di Europ Assistance: proporre prodotti smart facilmente fruibili per il cliente, che specie nellambito dellassistenza necessita di informazioni molto chiare e ben esplicitate. Questa stessa chiarezza stata dalla societ trasmessa anche ai prodotti assicurativi bancari, che sono rimasti semplici.La presenza decennale nel sistema bancario, prosegue Di Salvo, ci ha consentito di intuirne i cambiamenti e le nuove necessit. Abbiamo di conseguenza modificato la nostra meccanica, seguendo le istanze bancarie. Abbiamo cos progettato una serie di servizi e prodotti semplici, che sono da noi seguiti nella fase di creazione e anche di distribuzione. Abbiamo cos dato valore a tutte quelle aree attigue al conto corrente che costituivano un buon bacino di supporto alla clientela.

    Prodotti ad hoc

    Per impostare i prodotti, spiega Filippo Foi, responsabile Bancassicurazione, abbiamo seguito il modello che ci vede partire dal classico punto di forza di Europ Assistance

    nei confronti dei clienti: la risoluzione concreta di un problema. Basandoli su questo presupposto, sono stati creati prodotti dedicati al canale banca che non lascino spazio a claim, a tutto vantaggio della relazione positiva tra banca e suo cliente. E stato dunque stressato il concetto di trasparenza: zero franchigie, assenza di ogni genere di carenze, o piccoli asterischi forieri di brutte sorprese. Laccordo forte stipulato con le banche da parte di Europ Assistance prevede che in primis lassicurazione lavori con listituto bancario, e che insieme le due realt si adoperino per il cliente con prodotti ad hoc. Obiettivo ultimo, quello di coprire lintera filiera, fornendo anche il supporto gestionale, arrivando a strutturare strategie di marketing che lavorino sul conto economico della banca e sul margine di contribuzione del cliente per la banca.

    Nel frattempo il cliente

    Mentre le assicurazioni reagiscono ai cambiamenti del mercato bancario e assicurativo, il cliente non sta a guardare. Osserva, si muove, si fa i conti in tasca, e cerca supporti alla tutela delle cose a lui care. E soprattutto sicurezza, commenta Di Salvo, cio prodotti che garantiscano la protezione del suo reddito. Questo il recente andamento della domanda assicurativa. A questo proposito, Europ Assistance si muove su diversi assi: il sistema salute, che viene seguito con prodotti semplici a indennizzo (vi dunque un intervento diretto economico a fronte di un evento nefasto). Viene poi seguita con particolare cura - come da vocazione originaria della societ - la mobilit in genere, con una protezione tout cour che si occupi di mezzi, viaggi, ma anche della casa e di quanto pu capitarle. La salute e lambito in cui il cliente si muove sono i nostri due centri di attenzione che portiamo nellofferta bancaria, precisa Di Salvo, facendo attenzione a collocarci con la giusta offerta.Possiamo aggiungere che Europ Assistance persegue due submission forti, continua Foi: da una parte tutelare il bisogno di sicurezza ed economico dei clienti, che avviene attraverso la neutralizzazione delle spese a fronte di piccoli incidenti. questo approccio dinamico, non attendista, che ci distingue sul mercato, a fronte delle spese sostenute dal cliente. Appena si verifica un problema con una spesa da sostenere, Europ Assistance mantiene indenne il cliente a livello reddituale. In seconda istanza, la nostra realt risponde anche al bisogno di tranquillit degli assicurati, garantendo loro che, comunque desiderino muoversi o vivere, la compagnia presente, e interviene risolvendo i problemi.

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    La crescita e lo sviluppo non sono lontane, ma le piccole e medie imprese che fanno riferimento alla Piccola Impresa di Assolombarda hanno bisogno anche di un forte supporto esogeno. Che arriva sotto forma di un miliardo di euro e strumenti di promozione targati Intesa Sanpaolo, di concerto con la realt confindustriale. A che punto siamo, se ci si riferisce alla congiuntura nella provincia di Milano? Tutta la regione, spiega Franco Ceruti, direttore regionale Milano e Provincia di Intesa Sanpaolo, evidenzia una situazione economica ancora incerta. Nei primi nove mesi dellanno, la produzione industriale ha recuperato in quasi tutti i settori parte delle perdite registrate nel 2009, anche se appaiono ancora lontani i livelli di produzione precedenti la crisi. Senza dubbio, la crisi ha messo in forte sofferenza il nostro territorio e gli imprenditori hanno dovuto accelerare i propri processi decisionali indirizzati a operazioni di consolidamento, al recupero di valore nella struttura dei costi, alla crescita dimensionale attraverso acquisizioni e operazioni di internazionalizzazione, volte a recuperare maggiori margini su mercati in forte sviluppo, in particolare gli emergenti.Le logiche con cui sono stati costruiti gli strumenti a favore delle Pmi parte dellaccordo sono correlate alle indicazioni espresse dal direttore regionale, e soddisfano i bisogni collegati al circolante, al debito di struttura, al rafforzamento patrimoniale e ai processi di crescita

    dimensionale e di internazionalizzazione.Pi in dettaglio laccordo, che prosegue quello del 2009, ne conferma e prolunga gli strumenti progettati per fronteggiare le emergenze della crisi: linea di credito aggiuntiva per la gestione degli insoluti, programmi di ricapitalizzazione per il rafforzamento patrimoniale, allungamento fino a 270 giorni delle scadenze a breve termine e rinvio rate su mutui e leasing. Nellottica di una migliore previsione del futuro, laccordo comprende anche lutilizzo di strumenti diagnostici e di simulazione studiati per agevolare il dialogo tra clienti e banca e per facilitare la bancabilit di aziende e progetti anche alla luce dei requisiti di Basilea.

    Tre aree di sviluppo per concentrare limpegno

    Il plafond messo a disposizione da Intesa Sanpaolo per la provincia di Milano di un miliardo di euro, ed destinato a tre ambiti strategici in grado di rilanciare le imprese e la loro competitivit: linnovazione, linternazionalizzazione, la crescita dellimpresa. Su quali di questi tre ambiti Intesa Sanpaolo si attende le maggiori richieste? Sarebbe auspicabile che le richieste venissero avanzate su tutti e tre gli ambiti, in particolare su ricerca sviluppo e innovazione, che vede il nostro Paese strutturalmente in ritardo. Penso che le maggiori richieste saranno per rivolte alla crescita dimensionale e allinternazionalizzazione, che di fatto in molti casi sono strettamente correlate.

    Il ruolo delle banche

    Intesa Sanpaolo, aggiunge Ceruti, presente in maniera puntuale nelle iniziative a supporto del territorio: un impegno dal quale, al di l dellaiuto economico, potranno nascere buoni frutti. Lazione di supporto del nostro isti