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Anno 1 · n. 3 · maggio/giugno 2015 Aut. del Trib. di Vibo Valentia n. 1/14 del 01/07/2014 Direttore responsabile: Francesco Barritta Bimestrale gratuito di informazione indipendente www.tropeainforma.it - condividi con #tropeainforma [email protected] Tropea n f orma SPIAGGE, ALLARME ROSSO? Il vino della nostra terra... CANTINE ROMBOLA’ - Via f.lli Rombolà - Brattirò di Drapia - Tel. 340.14.28.032 RESTAURANT - NIGHTLIFE GELATERIA ARTIGIANALE CAPO VATICANO - +39 347.2666790 WWW.LEPIETREVOLTE.COM

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Anno 1 · n. 3 · maggio/giugno 2015 Aut. del Trib. di Vibo Valentia n. 1/14 del 01/07/2014 Direttore responsabile: Francesco Barritta

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editoriale

ANTICHE ZAVORREdi Francesco Barritta

L’avvio di una nuova stagione estiva, per una località turistica come Tropea, è sem-pre ricca di aspettative positive. La nostra cittadina, al pari di tante altre realtà della Calabria, prova a presentarsi ai suoi ospiti al meglio. Da questo punto di vista è en-comiabile il lavoro di sistemazione di alcu-ni spazi pubblici, di pulitura delle antiche mura e di abbellimento di alcuni angoli verdi che l’assessore Domenico Tropeano sta portando avanti senza troppi proclami e senza pubblicizzare il lavoro svolto.

Accogliendo con gioia queste energie messe in campo, bisogna tuttavia ammet-tere con franchezza che i problemi più lampanti che affliggono la città rischiano di essere sempre gli stessi nonostante le buone intenzioni e la buona volontà mes-se in campo dalle amministrazioni che di

volta in volta si succedono al governo del nostro minuscolo territorio comunale.

Tralasciando i guai che nel corso del 2014 hanno riguardato soprattutto la po-polazione residente (dall’agonia dell’ospe-dale al depotenziamento e graduale chiu-sura della sezione locale del tribunale, del giudice di pace, dell’ufficio dell’agenzia delle entrate, dell’ufficio di collocamento, dell’Inps, solo per citare i più recenti), è giusto il caso di ricordare i problemi che riguardano anche i turisti (e gli imprendi-tori che col turismo cercano di rilanciare l’economia locale): strade malconce, rac-colta dei rifiuti al collasso su scala regiona-le, mancanza d’acqua nel periodo estivo. Sono le prime tre cose da risolvere, prima ancora di mettersi solamente a pensare di come fare turismo di un certo livello.

Il 2015 rappresenterà forse un anno di svolta per la soluzione di qualcuno di que-sti problemi? Sembra proprio di no. Sem-bra proprio che, come ogni anno, dovre-mo cercare di proiettarci nel futuro senza aver risolto le emergenze derivate da una zavorra antica.

scuola

IL TEMPO PIENOdi Caterina Sorbilli

Era il 1975 quando a Tropea prende-

va vita una nuova forma sperimentale di insegnamento. All’epoca, in tutta Italia, si vedevano muovere i primi passi di un approccio educativo rivoluzionario e pro-ficuo tanto da rimanere ancora vivo ed at-tuale anche oggi.

È del “Tempo Pieno” che si parla, negli anni settanta nuova frontiera pedagogica di una scuola “elementare” competitiva ed aggiornata, capace di offrire accanto al tradizionale approccio didattico un’impo-stazione unica ed all’avanguardia, in vista di una formazione completa ed armonica dell’alunno.

Da allora tantissimo tempo è trascorso, tanto che oggi la scuola Primaria a “Tem-po Pieno” di Tropea compie quarant’anni di vita. A festeggiare tale traguardo due giornate intense promosse dallo stesso Istituto Comprensivo di cui la scuola Pri-maria fa parte da qualche anno, iniziative che vedono contemporaneamente l’inau-gurazione dei locali della Scuola per l’In-fanzia “Annunziata”, da poco ristrutturati e resi finalmente funzionali grazie ad un progetto PON del quale è stato affidata-rio lo stesso Istituto, e la realizzazione di una mostra celebrativa “I primi Quaran-tanni” dedicata appunto alle tantissime attività interdisciplinari e di ampliamen-to dell’Offerta Formativa promosse con le attività del Tempo Pieno e altrettanto dedicata alle molte persone che a vario

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titolo, docenti, alunni, dirigenti, operatori ed utenti scolastici in generale, sono sta-ti protagonisti di questi 40 anni di storia tropeana, primo tra tutti il compianto Di-rettore Giuseppe Di Renzo promotore e fautore di questa strategica ed importan-te scelta pedagogica.

A rendere ancora più istituzionale l’ini-ziativa anche la presenza del Dirigente Generale dell’Ufficio Scolastico Regiona-le, il dott. Diego Bouchè, il quale unitamen-te al Dirigente Scolastico Antonello Scala-mandrè avranno l’onore di tagliare i nastri delle due iniziative che proseguiranno con le esibizioni musicali degli alunni di scuo-la Primaria e Secondaria di Primo grado e con la videoproiezioni di filmati che, partendo dagli anni ‘70, racconteranno il cammino della scuola tropeana più volte vincitrice di concorsi nazionali riservati alle attività di Tempo Pieno.

A Tropea la scuola a tempo pieno è, dopo tanti anni, una presenza radicata e

qualificata, contribuendo notevolmente a garantire assistenza scolastica e il diritto allo studio, ampliando il concetto di obbli-go scolastico e di successo formativo. La scuola a tempo pieno da sempre si è con-naturata come scuola aperta alle famiglie ed al territorio, come ambiente educativo permanente, impregnato di cultura del territorio, di accoglienza delle diversità, precursore dell’autonomia organizzativa e progettuale, di un ambiente ricco di sti-moli e di apprendimenti.

La speranza, in conclusione, è quella di vedere quanto prima dare la giusta di-gnità, anche sotto il punto di vista della sistemazione degli edifici, ad un baluardo istituzionale come questo, rimasto uno dei pochi pilastri educativi del nostro ter-ritorio.

politica

L’ ASSESSOREALLA CULTURASTELLA VINCI

di Francesco Barritta

Continuiamo le interviste con gli ammi-nistratori di Tropea. Dopo aver incontra-to il sindaco Giuseppe Rodolico, abbiamo scambiato due chiacchiere con Maria Stella Vinci, assessore alla Cultura del Co-

mune di Tropea. La giovane politica sta interpretando il suo ruolo con impegno, facendo del suo meglio per lasciare un im-pronta positiva del suo operato.

Da assessore alla Cultura avrà avuto modo di essere presente alle attività di molti sodalizi sul territorio comunale. Cosa l’ha colpita di più?

Intanto mi preme sottolineare che è per me un onore rappresentare il Comune di Tropea. Detto questo, sicuramente, grazie al ruolo che ricopro, ho avuto modo di co-noscere ed approfondire meglio le diverse realtà positive presenti nella nostra citta-dina. La cosa che maggiormente mi ha col-pito è appunto scoprire che, anche da noi, esistono tante realtà sane e positive e tan-ti giovani con idee innovative e dinamiche.

Un anno è già passato ed è giunto il momento di un primo bilancio. Cosa ha fatto di concreto il suo assessorato nel campo della cultura a Tropea?

Subito dopo essere stata designata as-sessore alla Cultura mi sono messa a lavo-ro per organizzare sinergicamente a tutta l’Amministrazione numerose iniziative che hanno dato lustro alla nostra città. Mi viene soprattutto in mente il progetto “Diving into Calabria”, che ha visto la pre-senza di 50 ospiti stranieri con lo scopo di promuovere il ricco patrimonio culturale e, al contempo, offrire uno scambio inter-culturale con i ragazzi del luogo.

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Quali sono i progetti in cantiere per l’estate imminente?

Anche quest’anno l’Amministrazione comunale di Tropea sta lavorando per organizzare un calendario ricco di even-ti. All’interno di questo calendario trove-ranno spazio diverse iniziative culturali. Tra queste notevole rilevanza assumono il Premio Letterario, il Festival Mondiale della cultura popolare “Culture a Con-fronto”, che quest’anno vedrà la parteci-pazione di gruppi provenienti da diverse nazionalità, il Tropea Blues Festival e il Premio di poesia “Onde Mediterranee”.

Cosa, invece, sta programmando di strutturale o comunque per il lungo pe-riodo?

Ovviamente stiamo mettendo in can-

tiere anche iniziative per il prossimo fu-turo. Un cosa che vorrei evidenziare con orgoglio è l’aver candidato Tropea quale capitale italiana della cultura (unica città calabrese). Un’occasione molto importan-te per Tropea perché, nonostante il poco tempo a disposizione per la presentazio-ne, si configura quale momento di condivi-sione e di confronto cruciale per lo svilup-po strategico per la città.

Un sogno nel cassetto per la sua città? Più che un sogno nel cassetto, il mio

auspicio è che Tropea diventi sempre più un polo culturale per l’intera regione. Per questo sogno anche la costruzione di un teatro, che possa consentire di inaugurare delle importanti stagioni teatrali e possa dare l’opportunità a ragazzi, come quelli del gruppo di Laboart, di esprimere il pro-prio talento. Manca una biblioteca degna di essere intitolata ad Albino Lorenzo. La nostra biblioteca comunale è poco più di una stanza. La cultura è qualcosa di bello, la nostra biblioteca è tutt’altro che bella. È chiaro che bisognerà investire nel creare luoghi di incontro.

Citazione preferita?È di Bernard Kayser: “Le differenze

tra regioni, località, paesi, tra generazio-ni o gruppi sociali sono essenzialmente differenze culturali. Invece di tentare di cancellarle, o di lasciare che queste scom-paiano spontaneamente, non è forse op-

portuno tendere alla loro promozione e a permettere che si affermino? Lo sviluppo culturale non deve più essere considerato come un lusso superfluo, ma come un mo-tore dello sviluppo economico e sociale”.

libri

di Chiara Condò

Gurnèa esce nel 2009 per la casa editri-ce tropeana Meligrana, andando a coprire un vuoto narrativo nella storia di Tropea.

Lo scrittore è il giornalista Bruno Cimi-no, conosciuto per essere l’ideatore del Tropea Film Festival e di molte altre ini-ziative che hanno avuto la nostra città per protagonista.

La Gurnèa è una zona appena fuori dal centro tropeano, e il toponimo richiama il termine dialettale “gurna”, pozzanghera, ristagno. In quella zona infatti, in pieno Rinascimento, si è consumato uno scon-tro tra un drappello di soldati tropeani e francesi, terminato per l’appunto in una pozzanghera di sangue.

L’avvenimento è andato dimenticato per anni e l’opera di rinnovamento della memoria da parte del romanzo si rivela fondamentale per il ruolo ricoperto da Tropea durante le guerre rinascimentali.

pag. 4 - maggio/giugno 2015 www.twitter.com/TropeainformaTropeaInforma

Nel 1495, anno in cui è ambientato il romanzo, Tropea era alleata con il re di Sicilia Ferdinano II d’Aragona già in guerra con le truppe francesi di Carlo VIII per il dominio dell’Italia meridionale. I perso-naggi che popolano il libro sono immagi-nari, ma sono reali le vicende che hanno vissuto: cambiano i nomi, ma la storia re-sta, modifica le geografie di un luogo, e a volte sopravvive alla morte.

Quando la tragedia si conclude nel san-gue, lo scrittore riallaccia la storia di un amore spezzato nel futuro, molti secoli

dopo quel giorno di sangue, concedendo a chi si è perso di ritrovarsi.

Il sottotitolo del romanzo elenca con leggerezza l’anima del racconto: “nimici, eroi e spirdi” si intrecciano tra le pagine, lasciando che sia il popolo con i suoi senti-menti a parlare, e non la storia dei potenti, insipida e irrispettosa del destino dei sin-goli.

tropeani fuori

DOMENICO ROMBOLA’IN HONDURAS

di Francesco Barritta

Nato a Messina il 28 agosto 1980, da padre brattiroese e madre tropeana, Do-menico Rombolà è un tropeano “Doc”. Vissuto a Tropea fino all’età di 24 anni, ha frequentato in città le medie e il liceo Classico “Galuppi”. Completati gli studi universitari a Catanzaro, dove ha lascia-to un gran ricordo di sé tra gli ultrà gial-lorossi del Ceravolo, si è specializzato in discipline sportive alla Facoltà di Scienze Motorie.

Ma il futuro del giovane Domenico si andava delineando in modo tutto diver-so da come lo aveva programmato: dopo aver incontrato Leda Gracia, giovane

honduregna che l’ha stregato, Domenico decide di attraversare l’Atlantico, al di là delle Colonne d’Ercole, per andare a nidi-ficare ai Caraibi. E così, al caldo del Tropi-co, i Rombolà iniziano a prosperare anche nel piccolo staterello centro-americano.

Dopo aver fatto la gavetta, a 11 anni dalla sua emigrazione, Domenico è attual-mente direttore sportivo della città di San Pedro, capitale industriale dell’Honduras.

Lo abbiamo contattato per raccontare la sua storia, che è un bell’esempio di come oggi, in un mondo globalizzato, i nostri ra-gazzi possano farsi strada ed esportare la professionalità italiana in tutti i settori.

A differenza di molti tuoi coetanei, che a vent’anni emigrano per trovare lavoro e lasciano a casa i propri affetti, tu sei partito per amore e sei anche riu-scito a crearti un lavoro. Ricordi la parte più emozionante legata a quel periodo e quella più difficile?

Andare in un posto nuovo é sempre una bella esperienza, viverci è difficile. Per me la parte emozionante é stata mettermi alla prova e cercare di farmi strada in un po-sto con una cultura differente alla nostra, cosa che non mi era riuscita la prima volta che avevo lasciato la Calabria, nel 1998, quando per un anno studiai al Nord. Ci sono stati molti momenti difficili all’inizio della permanenza fuori dalla Calabria: cercare lavoro in un paese straniero con

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alto indice di disoccupazione e in via di sviluppo é complicato. Credo che una del-le cose più impattanti è che qui non ci sono molti italiani, si contano sulle dita, quindi è stata una rottura completa con l’Italia.

Da quando sei dall’altra parte del globo, cosa ti manca di più dell’Italia: il cibo, il clima o il calcio?

Mi manca la famiglia, logicamente, an-che se mi sento tutti i giorni con i miei e con gli amici. Mi manca il mare… Sì, è vero che sto ai Caraibi, però “i cunaci non si cangianu”! Anche le domeniche al Cera-volo mi mancano abbastanza.

E cosa, invece, ti piace di più del tuo nuovo paese rispetto all’Italia e a Tro-pea in particolare?

Una delle cose che mi piace è che gli honduregni sono un popolo che soffre per molti motivi però vivono sempre con speranza e vivono la vita al giorno, “carpe

diem”, e questo li rende molto più felici ri-spetto a noi, che passiamo la vita con pa-ranoie di tutti i tipi. Qui quando si parla di povertà si parla di persone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno (più del 30% della popolazione) e nonostante tutto tirano avanti famiglie intere. Bisogna im-parare un poco da loro, noi ci lamentiamo per tutto: se è inverno “e quandu arriva a ‘stati?”, se fa caldo “amaramea chi cavud-du, quandu arriva u ‘mbernu?”

In Honduras ci sono sicuramente modi di vivere e di fare differenti dal nostro, è stato difficile per te entrare in questo sistema o al contrario la tua mentalità ti ha aiutato ad avere successo?

Il problema più grave è l’alto tasso di violenza. Circa 60 omicidi per 100mila abitanti nella città dove vivo, che sfortu-natamente è stata considerata nel 2014 la città più pericolosa del mondo, frutto della guerra dichiarata dallo Stato contro i narcos, un poco come è successo in Mes-sico qualche anno fa. Quindi bisogna stare attenti e cercare di evitare problemi il più possibile. Ci sono stati alcuni mesi in cui andavano di moda i sequestri e le estor-sioni, cose che comunque succedevano anche da noi... Bisogna adottare misure di sicurezza personale quando si cammi-na per strada o si va in macchina, evitare quartieri marginali. Da un anno a questa parte si sta depurando la Polizia nazionale,

che era collusa con il crimine organizzato, e lo Stato ha mandato i militari per le stra-de. Le cose stanno migliorando.

Come si lavora in Honduras?Si lavora abbastanza e se sei professio-

nale in quello che fai ti premiano. Ho lavo-rato in ospedali, enti dello Stato, cliniche private e ora sono il Direttore sportivo della città di San Pedro, sto avendo abba-stanza successo nel lavoro e cerco di por-tare in alto la bandiera Italiana.

Cosa fa il direttore sportivo, è una specie di assessore?

Io mi devo occupare di sviluppare le attività sportive della città, organizzan-do eventi, supervisionando gli allenatori, montando centri piloti nei settori, facendo diagnosi delle installazioni sportive. Ogni settimana faccio la programmazione de-gli eventi in base al programma cittadino annuale. Ho 32 allenatori, contiamo su 70 strutture piccole tipo campetti polifunzio-nale, 4 stadi di cui due grandi, e un impian-to sportivo con palazzetto, piscine e piste di atletica. In pratica se fai sport nella città, devi passare per forza da me…

A proposito dell’Italia, quando torne-rai a Tropea la prossima volta?

Ormai sono fuori da 11 anni e quan-do torno a Tropea mi si riempie il cuore, spero di poter viaggiare l’anno prossimo perché quest’anno con mia moglie aspet-tiamo Domenico Damiano, il nuovo arrivo

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pag. 7 - maggio/giugno 2015visita anche www.ricadinforma.it

che nascerà a settembre. Quando qui mi chiedono: “Di dove sei? Sei di Roma? Di Fi-renze? Vai a Milano? Torino?”, io rispondo: “Sono di Tropea! E poi, guarda, io non so cosa c’é di bello in quelle città, ma che ci vado a fare... se ogni anno proprio da quel-le città tutti vanno a Tropea?”

integrazione

EVA ZAPATERGAVITO, DASARAGOZZA

di Bettina Rayer

Eva Zapater, spagnola, di Saragozza, ha 42 anni e da quasi 3 anni vive a Tropea. È fidanzata con un tropeano (Salvatore Go-dano). Ci ha concesso una breve ma im-portante intervista con cui continuiamo la rubrica “Integrazione” con la quale cono-sceremo nei prossimi mesi i tanti stranieri che da molti anni si sono trasferiti nella nostra città e che a Tropea hanno deciso di rimanere e di vivere, creando una famiglia oppure iniziando un’attività economica.

Eva, quando hai deciso esattamente di trasferirti dalla Spagna a Tropea e quali sono le maggiori differenze che, dopo questi pochi anni, hai notato tra la mentalità spagnola e quella italiana, calabrese in particolare?

Fin da piccola ero innamorata dell’Italia! Sentivo molte volte i miei genitori canta-re canzoni dei grandi artisti italiani; anche se erano tradotte in spagnolo, avevano quell’aria romantica e particolare che han-no solo le canzoni italiane. La mia bisnon-na materna si chiamava Parodi, può esse-re che questo amore per l’Italia mi veniva anche da qualche mio antenato. Spesso per vacanza andavo a Roma, perché pas-seggiando per le sue strade sentivo qual-cosa di speciale, come se io appartenessi a tutta quella storia. Un giorno, dopo molti anni, ho deciso di cambiare vita e lavoro e mi sono promessa di festeggiare i 40 in Italia, cosi ho preso la valigia e sono venu-ta per iniziare a conoscere un po’ meglio il paese che sarebbe diventato la mia nuova casa. A Pisa mi sono incrociata con Salva-tore e pochi mesi dopo ero qui a Tropea per una prima immersione nella Perla del Tirreno e poche settimane dopo mi sono trasferita definitivamente, in tempo per compiere uno dei mie sogni. Anche se sia-mo entrambi paesi mediterranei le diffe-renze ci sono, per tanti motivi; ogni paese ha la sua cultura, le sue abitudine, la vita quotidiana di una cittá è diversa da quel-la che si ha in un paese come Tropea… In quanto alla mentalità, a volte l’ho trovata un po’ chiusa ed è una cosa che mi è sem-brata da subito strana, dato che stiamo parlando di un paese turistico, sempre in

contatto con molti stranieri e con tante culture diverse. Ma vedo anche la voglia di cambiare e fare di Tropea una città nuova.

Quando sei arrivata qui è stato facile integrarti nel contesto sociale e lavora-tivo tropeano? Ti sei sentita accolta o hai notato una certa diffidenza?

Venendo da una città grande come Madrid all’inizio è stato difficile perché arrivando a fine ottobre ho subito dovu-to affrontare il lato invernale di Tropea, completamente diverso dal paese vivace e pieno di turisti che avevo conosciuto solo poche settimane prima. Evidentemente è stato un grande cambio per me. Cercavo di fare tutto quello che facevo a Madrid e mi arrabbiavo perché non era possibile. Ma pian piano mi sono resa conto che qua si potevano fare altre cose… come anda-re a passeggiare in spiaggia, cosa che mi piace fare tanto d’inverno quando non c’è nessuno. Dopo ho trovato Laboart, dove ho potuto svolgere une delle mie passione, il canto. Ho partecipato a due musical, che mi hanno fatto imparare più velocemente la lingua e soprattutto mi hanno fatto co-noscere bellissime persone. Nell’ambito lavorativo non ho avuto tempo di sentire le differenze visto che, dopo pochi mesi dal mio arrivo, stavo già progettando ed organizzando l’apertura della sala da te.

Che lavoro svolgi attualmente e cosa invece facevi in Spagna?

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Dopo pochi mesi dal mio arrivo, ho de-ciso di aprire un negozio. Una piccola e particolare sala da Tè nel centro storico in un vicoletto che a me piace molto. In Spa-gna invece per circa 13 anni ho fatto un lavoro completamente diverso: techincal producción manager. Prima come lighting technician nella città dove abitavo e dopo 5 anni mi sono trasferita a Madrid. Il mio mondo erano i concerti, festival di musica, eventi privati, eventi pubblicitari… Tutto quello che c’e prima, durante e dopo qual-siasi evento. Ogni tanto mi manca un po’ tutto quello che facevo e lavorare con un team. Ma cercavo un cambio radicale nella vita ed avere un po’ di tempo per me.

Parlaci meglio del tuo negozio. Come è nata questa tua passione? A Tropea è stata ben accolta la tua attività?

L’idea era di fare qualcosa de diver-so, che al mio parere mancava a Tropea. Quindi abbiamo puntato di lavorare solo con prodotti naturali e biologici, per esempio l’acqua e il ghiaccio che usiamo per le nostre bevande sono di sola acqua minerale, i tè sono di alta qualità e in fo-glie. Cerchiamo di curare e far sentire il cliente in un altro mondo, fuori delle abitudine giornaliere. Volevo creare un spazio alternativo e tranquillo dove veni-re con le amiche, in coppia e anche con i bambini piccoli e prendersi un momento di tranquillità prendendo un buon te op-

pure una cioccolata calda, un frullato di frutta fresca e tanto altro… Si possono trovare prodotti (cibo o bevande) biologi-co. Per finire abbiamo anche una scelta di candele naturali (fatte a mano con olio di soia) provenienti dalla Spagna. Credo che ancora molte persone non ci conoscono e magari l’abitudine di prendere il tè non è molto comune qui, comunque crediamo in questo progetto e lo mandiamo avanti.

Qual è la tua più grande passione? Con il trasferimento a Tropea hai potu-to coltivarla ancora o lo hai dovuta ab-bandonare?

Una delle mie più grandi passione è pat-tinare. Ho iniziato a 3 anni perché mio pa-dre era giocatore di hockey nel tempo libe-ro. Le mie sorelle ed io abbiamo iniziato ad avere la stessa passione del capo famiglia. Sono stata professoressa di pattinaggio artistico (su ruote) nel club dove mi alle-navo, organizzando anche i saggi per fine

di corso. Quando sono arrivata speravo di sfruttare il lungomare per poter pattinare. Sfortunatamente per me non è adatto a questo. Comunque ho trovato l’alternati-va nel porto dove ogni tanto vado.

Cosa ti piace di più di Tropea e dei suoi abitanti?

Ho sempre voluto vivere in un paese sul mare, anche se sono nata molto vicino ai Pirenei e quindi sono pazza delle monta-gne e adoro il trekking… Ogni tanto con Salvatore cerchiamo di trovare piccoli sentieri. Avete delle bellissime montagne ma sfortunatamente per quello che ho potuto vedere non sono molto attrezzate per fare trekking ed è un peccato non po-tere sfruttare meglio questa bellezza. Mi sono innamorata di questo mare, dei suoi colori, dei contrasti con la sabbia, della sua rabbia in inverno, dei tramonti spettacola-ri: sedermi a guardare tutto ciò, mi porta pace all’anima. I tropeani sono delle brave persone. Ho sentito una gran accoglienza sia nella nuova famiglia dove sono arriva-ta, sia nelle persone che ho conosciuto in questi pochi anni. All’inizio mi sono sentita un po’ “invasa” nella mia intimità perché c’e questa abitudine di domandarti tutto della tua vita… Sono una persona aperta a tutti e a tutto, ma come si dice in Spagna: “CADA UNO EN SU CASA E DIOS EN CASA DE TODOS” ovvero “Ognuno a sto da poco tempo qua ed ancora ho molto

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19 luglioMUSICALMENTE SHOW ore 22,00 - Piazza Veneto - TROPEAEVENTO PROMOSSO DA “TROPEAEVENTI” E MUSICALMENTE

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29 luglioCAPITAN ULISSE(spettacolo teatrale)evento nel contesto della I ed. Premio Raf Vallonecon Vanessa Gravina, Saverio Vallone ed Edoardo Siravo – regia di Saverio Valloneore 21,30 - Teatro del Porto - TROPEAEVENTO PROMOSSO DA “TROPEAEVENTI”

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10 agostoPREMIO MIGLIOR STUDENTE 2015ore 19,00 - Biblioteca “A. Lorenzo” - TROPEAEVENTO PROMOSSO DA “TERZA LICEO 1962-63”

20/22 agostoCULTURE A CONFRONTOPiazza Veneto - TROPEAEVENTO PROMOSSO DA GRUPPO FOLK “CITTA’ DI TROPEA”

5/6 settembrePREMIO LETTERARIO TROPEA 2015ore 20,00 - Largo Galluppi - TROPEAEVENTO PROMOSSO DA “ACCADEMIA DEGLI AFFATICATI”

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23 settembreUNA PEDANA PER TEkermesse canora con la partecipazione dei migliori artisti della Costa degli Deiore 21,30 - Piazza Ercole - TROPEAEVENTO PROMOSSO DA “TROPEAEVENTI”

da maggio a ottobreMUSICA NELL’ARIA e I TRAMONTI AL CANNONEmicroeventi musicaliCentro Storico - TROPEAEVENTO PROMOSSO DA “TROPEAEVENTI” E DAI COMMERCIANTI

10/12 e 17/19 settembre - 1/3 e 8/10 ottobreTROPEA BLUES FESTIVALPiazza Veneto/Centro Storico - TROPEAEVENTO PROMOSSO DA “TROPEA BLUES”

* Il presente Calendario non comprende tutti gli eventi estivi organizzati. Ci scusiamo per eventuali errori, omissioni o cambiamenti di data/luogo/ora.

EVENTI ESTATE 2015 PATROCINATI DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI TROPEA*

pag. 10 - maggio/giugno 2015 www.twitter.com/Tropeainforma

da conoscere sui tropeani, ma c’è una cosa bellissima che mi piace: la mattina quando vado al lavoro, dare il buongiorno a tutti con un bel sorriso ed essere corrisposta allo stesso modo (in città grandi come Madrid è impossibile). Sono felice di stare qua, mi trovo bene e giorno dopo giorno conosco delle grandi persone e cerco di trovare sempre un qualcosa più.

Qual è la cosa che dalla Spagna porte-resti a Tropea per migliorare la città? E quale invece da Tropea in Spagna.

Dalla Spagna porterei la gioia di vivere tutti i giorni dell’anno (anche quelli con pioggia e freddo), l’ottimismo tipico spa-gnolo che deriva dal non avere paura dei cambiamenti perché se si fanno con la vo-glia di arrivare a fare qualcosa di meglio e crescere, il risultato si ottiene. Di Tropea invece porterei in Spagna la particolarità e bellezza della sua costa e del suo mare; è vero che anche noi abbiamo delle belle spiagge ma qua ci sono tante baie piccole e selvagge dove si può arrivare solo con il pedalò, a nuoto o con una barca e sentirti isolato come in una isola deserta.

Gli spagnoli sono molto cattolici e ci tengono molto alla fede proprio come gli italiani. Ci vuoi confermare questo aspetto o hai notato delle differenze?

In molte città della Spagna la Pasqua ed altre feste religiose sono molto sentite, e certo che ci sono tante persone praticanti il cattolicesimo, sopratutto nel sud della Spagna dove si vive la religione in un modo molto simile, o anche più sentita di qua.

Ci sono altri tuoi connazionali a Tro-pea o nei dintorni?

Sì, ho conosciuto un’altra spagnola con cui ho fatto amicizia. Si chiama Laura, lavo-ra da una parrucchiera qui a Tropea.

In Spagna Tropea come meta turista è conosciuta? E turisti spagnoli se ne ve-dono a Tropea?

Purtroppo no, non avevo mai sentito

parlare di Tropea. Ne ho sentito parlare in modo generico durante il mio corso d’italiano a Madrid, poco prima di cono-scere Salvatore. Il mio prof. parlava delle bellezze della Calabria, sono stata incu-riosita e ho cercato informazione su In-ternet. Ho messo Calabria su Google e la prima foto che compare è la bella e bianca chiesa dell’Isola. Penso che si dovrebbe fare molta più pubblicità. Sono sicura che molti spagnoli, se conoscessero Tropea, deciderebbero di venire a vedere queste meraviglie.

religione

SCOPRIAMO LA CHIESA DEL GESÙ

di Giuseppe Di Renzo

Il nostro giornale è andato a scoprire la bella chiesa del Gesù per offrire ai lettori e ai visitatori informazioni di origine con-trollata e indicazioni di culto raccolte dalla viva voce di P. Salvatore Brugnano, missio-nario redentorista, che in questa chiesa, insieme ad altri due confratelli, svolge il ministero pastorale.

Padre, può sintetizzare per i nostri lettori la storia di questa chiesa?

La chiesa del Gesù, in Tropea, è situa-ta sul suolo dell’antica chiesa detta di “S. Nicola della Cattolica” e fu costruita dai Padri Gesuiti, insieme al loro convento. Questa chiesa è riprodotta sul disegno di quella omonima che si trova a Napoli, a croce greca, con cupola e volte a botte sulle braccia: i lavori iniziarono nel 1605; l’inaugurazione avvenne nel 1676, ma non fu mai del tutto completata. Infatti Gesuiti officiarono la chiesa fino al 1768, quando, per eventi politici loro contrari furono co-stretti a lasciare anche Tropea con grande dispiacere dei fedeli del luogo.

Padre, può dirci qualcosa delle belle

opere che adornano la chiesa, statue e tele, sia all’esterno che all’interno?

La prima cosa il visitatore nota sono delle statue in gesso bianco sul frontale della chiesa: sono dei quattro maggiori Dottori della Chiesa d’Occidente; nell’or-dine da sinistra S. Agostino , S. Gregorio Magno, S. Ambrogio e S. Girolamo. Que-ste statue, oggi piuttosto deteriorate, e le statue che adornano gli altari di S. Ignazio e di S. Francesco Saverio, all’interno, sono di Onofrio Buscemi, stuccatore di Paler-mo, che le realizzò nel 1738. La seconda cosa sono le tele all’interno della chiesa, a partire dalla tela della Circoncisione attri-buita a Paolo De Matteis. Notevoli sono le tele di Giuseppe Pascaletti (1699-1757), pittore calabrese del Settecento, sui due altari laterali: S. Ignazio di Loyola e San Francesco Saverio, mentre le altre quat-tro tele riguardanti i due santi sono del pittore tropeano e sacerdote Giuseppe Grimaldi (1690-1748), il cui capolavoro resta l’ampia tela di 38 metri quadri della Natività (o Presepe) che si ammira sopra il portone d’ingresso. Sui pinnacchi, sulle semilunette sotto la cupola e sulle pareti di fondo ci sono altre sue piccole tele raf-figuranti le virtù e alcune scene bibliche.

E sugli altari laterali può darci qualche notizia?

Entrando, sulla sinistra, c’è la Cappel-la di S. Alfonso Maria de Liguori (1696–1787), vescovo e Dottore della Chiesa, scrittore, pittore, musicista e fondatore della Congregazione dei Missionari Re-dentoristi (1732). L’altare di questa cap-pella a tarsie marmoree settecentesche, fu comprato a Messina dal P. Vito Miche-le Di Netta (1787-1849): i marmi, forse, appartenevano ad una chiesa diroccata dal terremoto. Alla sinistra di questo al-tare spicca le tela di S. Clemente Maria Hofbauer (1751-1820), Redentorista austriaco che diffuse la Congregazione al di fuori dei confini italiani. Alla destra, la tela che raffigura il Santo dei calabresi, S. Francesco da Paola (1416-1507) di fine ‘800. Di fronte a questa cappella, entran-do, sulla destra, c’è la Cappella di S. Ge-rardo Maiella (1726-1755), fratello laico redentorista, molto invocato dal popolo tropeano. In questa cappella è esposto un bellissimo Crocifisso e ai suoi piedi la bella statua della Madonna Addolorata, porta-ta in processione la sera del Venerdì San-to insieme a quella di Gesù Morto. Nella cappella sono custodite le spoglie mortali

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del Venerabile P. Vito Michele Di Netta, vissuto a Tropea per 37 anni. Al centro della chiesa, sulla sinistra, c’è l’altare di S. Ignazio di Loyola (1491-1556). fondato-re della Compagnia di Gesù, con la tela centrale attribuita al Pascaletti e le altre due laterali di Giuseppe Grimaldi. Sopra quest’altare si ergono le statue in gesso di S Francesco Borgia (1510-1572) e di S. Francesco de Gironimo (1642 -1716). Al centro in alto, la statua della Immacolata, e sulla destra il busto di S. Gennaro. Sot-to l’altare, il simulacro di santa Filomena. Al centro della chiesa, ma sulla destra, si trova l’altare di S. Francesco Saverio con la tela centrale del Pascaletti e le tele la-terali di Giuseppe Grimaldi. Le due statue in gesso poste in alto, ai lati dell’altare, rappresentano S. Stanislao Kostka (1550 - 1568) e S. Luigi Gonzaga (1568-1591). In alto, sempre in gesso, è raffigurato Dio Padre e sulla sinistra la statua in gesso di Santa Domenica (+305) vergine e martire, ritenuta nativa di Tropea. Sotto l’altare è sistemata la statua lignea settecentesca del “Cristo Morto” che ogni anno, la sera del Venerdì Santo, viene portata in pro-cessione.

Chi sono i Redentoristi? Come sono arrivati qui a Tropea?

Il nostro fondatore è S. Alfonso Maria de Liguori (1696–1787). Tre anni dopo la sua morte, nel 1790, su invito del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone, arriva-rono i Missionari Redentoristi per rim-piazzare i Gesuiti. Dopo una sistemazione provvisoria, presero possesso della Casa e della Chiesa dei Gesuiti con una signifi-cativa comunità, che nel corso del tempo si è distinta nel campo delle Missioni al Popolo, soprattutto a metà Ottocento con la presenza e opera del Venerabile P. Vito Michele Di Netta. I Missionari Redentori-sti di Tropea, insieme a quella di S. Andrea dello Jonio hanno evangelizzato l’intera Calabria.

Allora, una piccola Comunità. Eppure in giro si sente dire che fate tanto!

Attualmente siamo tre confratelli e,

come si dice, ci moltiplichiamo: P. Anto-nio Fazzalari è il Superiore ed aiuta nella parrocchia di S. Domenica; P. Francesco La Ruffa è parroco a Zaccanopoli e vica-rio episcopale diocesano per la Vita reli-giosa; io ordinariamente assisto la chiesa del Gesù e poi dal gennaio scorso assisto la parrocchia dell’Immacolata in Tropea che comprende le zone della Marina, del Carmine e di San Francesco di Paola: una situazione temporanea in attesa della no-mina del nuovo parroco che succederà al defunto don Francesco Muscia. La nostra chiesa del Gesù non è parrocchia, eppu-re è, come si dice, una chiesa dalle porte aperte, da mattina a sera (tranne dalle 12,30 alle 15,30). C’è sempre la possibili-tà di confessarsi; basta suonare al campa-nello posto in chiesa e uno dei Padri sarà a disposizione. Nella nostra chiesa hanno luogo anche celebrazioni di battesimi e di matrimoni previo nulla osta del parroco di provenienza. E su richiesta, ci rechiamo ad assistere gli infermi con i relativi sacra-menti.

Quali servizi e orari nella vostra chie-sa? Può ricordare gli orari e gli appunta-menti sacri della vostra chiesa?

La giornata inizia con la preghiera co-mune delle Lodi alle 7,40: vi intervengono diversi fedeli, di cui alcuni fedelissimi. Se-gue la santa messa alle ore 8,00 (nei festi-vi alle 10,00). Un’altra messa è celebrata alla sera e l’orario varia con le stagioni: dalle 17,30 alle 19,30. Nei giorni festivi dei mesi di luglio e agosto è aggiunta una messa “comoda” per i bagnanti alle 21,30. Alla porta della chiesa c’è comunque il car-tello con gli orari delle celebrazioni. Tra gli appuntamenti sacri, notevole è la pro-cessione del Cristo morto accompagnato dalla Madonna. Celebrati in bella eviden-za anche le solenni Quarantore, il mese di maggio e di giugno e le varie novene (per es. S. Anna, Immacolata). Particolarmente

frequentata è la novena in onore di San Gerardo (7-16 ottobre), che viene onora-to anche con la processione. Mi piace infi-ne sottolineare che le feste e le memorie liturgiche proprie dei Redentoristi vengo-no rese visibili ai fedeli anche attraverso stampati (manifestti, immaginette, foglio di preghiera…) affinché anch’essi imparino a conoscere e ad amare la Madonna del Perpetuo Soccorso, S. Alfonso, San Gerar-do e gli altri Santi e Beati dell’Istituto.

turismo

INCONTRIAMO LA PRESIDENTE DELL’ASALT

di Nicola Grillo

Abbiamo fatto qualche domanda a Danielle Gazeaux, francese e parigina doc, imprenditrice turistica e presidente dell’ASALT, l’Associazione che riunisce gli albergatori tropeani.

Quando ha deciso esattamente di tra-sferirsi dalla Francia a Tropea e perché.

Gestisco insieme al mio compagno una delle prime strutture turistiche costruita a Tropea negli anni ‘60. Vivo da più di 25 anni a Tropea. Ho fatto la scelta di vivere a Tropea ben consapevole dei pregi e dei difetti. Ho lasciato un vita stressante, un lavoro sicuro, il cinema, il teatro e la cul-tura sotto casa, i mezzi di trasporto nume-rosi ed efficienti per un clima dolce, una temperatura calda, un vita dolce e tran-quilla. Non rimpiango le mie scelte. Certo Tropea ti affascina appena la vedi, con i suoi antichi palazzi ricchi di storia, le sue lunghe spiagge di sabbia, il suo mare così turchese, e tutte le meraviglie da scoprire nell’entroterra. Non ho avuto molte diffi-coltà ad ambientarmi anche se il carattere troppo affettuoso degli italiani ti sorpren-

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de, in particolare al Sud. Sembra di avere sempre amici e parenti in giro a casa tua. Troppo affettuosità per noi “cugini tristi”. Ho potuto prendere la decisione di trasfe-rirmi con saggezza; soggiorni brevi che il mio lavoro di insegnante mi permetteva. Sono stata ben accolta dalla famiglia del mio compagno, in particolare da sua ma-dre, persona squisita che adorava parlare in lingua francese e che, anche se era vici-na ai 100 anni, si dilettava nella lettura in lingua straniera. Un esempio di saggezza e accoglienza da seguire. Mi sono creata amicizie, ho frequentato e partecipato a diverse associazioni di volontariato e cul-turali. I problemi li ho avuti per trovare un lavoro adatto alla mia qualifica; qualche traduzione, qualche corso, due anni su un progetto di lingue straniere, ma nessuna prospettiva di lavoro stabile. Poi la fortu-na ha voluto che entrassi nella gestione di una parte di questa grande struttura alberghiera.

Da quanto tempo è Presidente dell’Asalt?

Sono più di 20 anni che lavoro nel setto-re turistico, 4 anni fa sono stata eletta alla guida dell’Associazione Albergatori Tro-pea per due anni e rieletta per il biennio 2014-2015.

Ci parli un po’ dell’Asalt. Quando e come è nata l’idea di fondare l’Associa-zione Albergatori Tropea e quali sono le iniziative principali che avete portato?

L’ASALT è nata da un iniziativa dell’Asso-ciazione PARTE ATTIVA nel 2010. L’idea era di realizzare un’associazione di alber-gatori che potesse dialogare con le isti-tuzioni ed essere “parte attiva” nella vita della città. I primi coordinatori dell’inizia-tiva sono stati Deborah Valente e Saverio Ciccarelli entrambi operatori del settore e con esperienza di associazione.

Quanti soci sono e quali sono gli van-taggi di associarsi?

Le strutture oggi sono una ventina, per lo più hotel, qualche villaggio, B&B ed appartamenti. Essa permette agli alber-gatori di dialogare tra loro. Permette una promozione più unita del territorio, una riduzione dei costi di promozione e di ge-stione.

Qual è la sua più importante iniziativa da quando è Presidente?

Si è realizzato un opuscolo informativo che raggruppa tutte le strutture associate per categorie e alcuni informazioni sulla città, serve ad essere presente in alcu-ne manifestazioni e fiere che richiedono materiale cartaceo. Abbiamo ultimamen-te rinnovato il nostro sito internet che svolge le funzione di promozione per ogni struttura e di informazione sul territorio. Stiamo sistemando la nostra cartelloni-stica stradale con nuovi pannelli nei punti strategici della città. Abbiamo stipulato numerosi convenzioni con fornitori per abbassare i costi di gestione. L’evento più importante che ha dato una visibilità fuori paese all’associazione è certamente “Ho-spitality Rest@rt” svoltasi per la seconda edizione a Tropea nel mese di febbraio. Da un idea di un nostro socio, nonché vi-cepresidente attuale dell’associazione, Massimo Vasinton, che ha voluto portare

a Tropea quello che incontra spesso nello svolgere il suo lavoro e la sua formazio-ne di reservation manager. Un intensa giornata di formazione che ha dato agli operatori turistici ed agli addetti ai lavori un approccio di metodi e di strumenti per migliorare le performance della propria struttura e la promozione del proprio ter-ritorio sul web. “Hospitality Rest@rt” fa parte sicuramente dei nostri progetti per il futuro.

Come giudica l’operato delle recenti amministrazioni comunali? E come di quella odierno a livello di politica turi-stica?

Siamo sempre in contatto con gli ammi-nistratori comunali, e anche con l’attuale amministrazione. Come con le precedenti cerchiamo di confrontarci in modo co-struttivo. Stiamo cercando di dialogare più frequentemente con le altre associa-zione sul territorio, ci sembra utile un ap-proccio unito per affrontare insieme tutti problemi del nostro territorio. La nostra città è una perla, come spesso la definisco-no, ma forse negli ultimi anni non è stata curata con rispetto. Anzi direi che è stata maltrattata, non solamente dalle ammini-strazioni comunali ma anche dai suoi cit-tadini. Noi operatori turistici dobbiamo spesso supplire alla mancanza di servizi, nascondere tante criticità. Quando ci ri-esce… Negli ultimi anni, abbiamo sentito numerose lamentele; mare sporco, pro-blemi con la rete idrica, spazzatura in giro per le strade, fogna che scoppia... Però mi sembra che ultimamente si stia proceden-do con la risoluzione di alcuni problemi; strade ripulite, differenziata che miglio-ra, un po’ d’ordine nella cartellonistica selvaggia… ma c’è ancora tanto da fare! Quello che più manca è la promozione del territorio; non è solo una critica alle am-ministrazione comunali ma alle politiche turistiche provinciali e regionali. La Ca-labria non è conosciuto all’estero. Prima del 1983, non avevo mai sentito parlare di questa regione dell’Italia; recentemen-te un amico parigino mi ha chiesto se non era pericoloso viverci! Il salto di qualità si può fare se siamo tutti insieme, alber-gatori, commercianti, amministratori e cittadini a volerlo. Certamente manca un collegamento costante con l’aeroporto di Lamezia Terme, un giusta promozione tu-ristica e una buona informazione turistica sul posto.

Lei è direttrice di una nota struttura turistica. Quali lamentele proprio non

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vorrebbe mai ascoltare da un suo turi-sta?

Lamentele che ho sentito mille volte e che non voglio più sentire: Tropea è un di-sastro tra sporcizia e disordine!

sport

CYCLOPS ROUTEdi Salvatore Di Renzo

Nella splendida cornice della Costa degli Dei verrà ospitata la seconda edi-zione della Regata Cyclops Route, tappa del Campionato Italiano Vela d’Altura Offshore. La regata ricalca il percorso di Ulisse nella sua fuga dal Ciclope, da cui il nome “Sulla Rotta dei Ciclopi”.

Si partirà da Tropea per far rotta su Li-pari, su Stromboli e rientro su Vibo Ma-rina per un totale di 130 miglia.Il titolo di Campione Italiano viene assegnato al meglio di quattro tappe tra tutte quelle che sono regate designate a tal proposi-to e solo due sono le tappe nel Tirreno meridionale: la regata di Sorrento – Sa-pri e la Cyclops Route.

L’anno precedente si è svolta la prima edizione, con partenza da Vibo Marina, giro Eolie e arrivo a Tropea. L’enorme successo di partecipanti e di pubblico ha richiamato l’attenzione di diverse realtà locali, che hanno fatto a gara per collabo-

rare ad una buona riuscita dell’evento. Così nell’anno passato i regatanti si

sono portati a casa i premi di Ceramiche l’Anfora, del Cantiere del Porto di Tropea e di Villa del Conte; hanno apprezzato rinfreschi e barbecue offerti dal Bar Ma-dison, dal Ristorante Mare Grande e dal Supermercato SC91, e hanno usufruito di agevolazioni a Villa Paola, B&B Villa Italia,e Vittoria, Baia del Sole, Il Gabbia-no.

Tutte queste realtà commerciali si adopereranno anche quest’anno per la-sciare un buon ricordo ai partecipanti, inoltre se ne aggiungeranno altre, come il profumo Acqua degli Dei che ha volu-tamente legato il concept di prodotto ai “naviganti di oggi” che offrirà premi ai primi classificati , la ditta Schiariti srl che regalerà le famose cipolle e il Vela Club di Tropea, che raduna velisti amatoriali e si cimenterà negli spazi culinari per rifo-cillare i regatanti stremati da 130 miglia di navigazione.

Il Comune di Tropea non ha fatto man-care il suo patrocinio e il Porto di Tropea ha ospitato gratuitamente gli iscritti prima e oltre la regata vera e propria. Il Gotha della vela italiana si riunirà qui a Tropea dal 25 giugno per solcare questo campo di regata e il 28, giorno di rientro su Vibo Marina, ci sarà la premiazione.

La scorsa edizione è stata vinta da Da-manhur, Comet 45s di Adriano Monte-leone, del Circolo Velico Santavenere, che ha distanziato per soli 30 secondi Pistrice, barca salernitana già vincitrice della Regata dei Tre Golfi 2014 a Capri e Shado, del siciliano Adamo.

Quest’anno si prevede una massiccia partecipazione con nomi importanti, come Globulo Rosso, vincitore attuale della Tre Golfi, e Joshua, terzo alla Paler-mo-Montecarlo. Comunque vada l’edi-zione di quest’anno consolida l’interesse della Federazione Italiana Vela per il Sud Italia, rinnovando l’assegnazione della tappa alla Calabria, dove la vela, pur non essendo molto diffusa, sforna comunque competitors di ottimo livello.

scuola

IL CELI A TROPEAdi Antonio Il Grande

Numerosi sono i progetti culturali ac-colti dalle scuole e dalle associazioni tro-peane, anche se passano inosservati alla quasi totalità dei cittadini.

Fra questi vi è quello per il consegui-mento del Celi, ossia il Certificato di co-noscenza della lingua italiana del Centro Valutazione Certificazioni Linguistiche (Cvcl) dell’Università per stranieri di Pe-rugia.

L’idea del Centro dell’Università per stranieri di Perugia, è stata raccolta dal Centro Territoriale Permanente di Tro-pea, candidatosi come centro satellite di esame.

Il Celi è diviso in tre diverse certificazio-ni: il Celi generale, il Celi adolescenti e il Celi immigrati, a loro volta articolati nei sei livelli riconosciuti dal Quadro Comu-ne Europeo di riferimento per le lingue (Qcer): A1 e A2 sono i livelli elementari, B1 e B2 intermedi, C1 e C2 avanzati.

La sede tropeana del Ctp, che da set-tembre si trasformerà in Cpia, cioè Cen-tro per l’istruzione degli adulti, si trova presso l’istituto comprensivo “Don Fran-cesco Mottola” e, sulla base dei parame-tri europei, organizza corsi per il conse-guimento degli attestati di diversi livelli. L’attestato è pensato per chi ha necessità di lavorare all’estero con la lingua madre, per gli immigrati richiedenti un permesso di soggiorno (per i quali il livello minimo richiesto è l’A2) e per tutti gli stranieri che vogliono ufficializzare la propria prepara-zione linguistica dell’italiano.

Le fasce d’età sono le più diverse, ma l’intensità della difficoltà è uguale per tutti i livelli dei diversi corsi; a cambiare, infatti, sono i contenuti degli esercizi e delle pro-ve che i partecipanti devono affrontare.

«È un progetto molto interessante e importante per Tropea - spiega Jasmine Muscia, esaminatrice del Cvcl -, visto l’af-flusso turistico della cittadina, di cui fa garanzia il riconoscimento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ri-cerca».

Ogni corso richiede un esame finale, che stabilisce il livello della lingua e per-mette quindi al partecipante, nel caso in cui venga promosso, di accedere al livel-lo successivo. A fine giugno si terranno

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pag. 14 - maggio/giugno 2015 www.tropeainforma.it

degli esami che vedranno un sostanzioso numero di persone richiedenti l’attestato. Per iscriversi ai corsi tropeani o diretta-mente agli esami che si svolgono presso la sede dell’Istituto comprensivo ci si può rivolgere alla segreteria della scuola o più al sito “www.cvcl.it”, che molto dettagliata-mente delinea i procedimenti burocratici da affrontare, i calendari dei diversi centri, le tempistiche che i corsi e gli esami richie-dono. Inoltre, a luglio, settembre e novem-bre, avranno luogo nella stesse sede nuovi esami, per i quali è necessario iscriversi almeno un mese prima.

«Si tratta - spiega il dirigente dell’Isti-tuto comprensivo tropeano Antonello Scalamandrè - di una grande opportunità per molti giovani e adulti che hanno una passione per la lingua italiana o che sem-plicemente hanno bisogno di un attestato, nel caso degli immigrati, per richiedere un permesso di soggiorno. Quest’anno si è avviata questa nuova realtà che sono or-goglioso di ospitare nel nostro istituto per la non indifferente importanza linguistica e, più propriamente, culturale».

cultura

“I CONVENTI FRANCESCANI DI TROPEA” DI P. VETERE

di Alfonso Del Vecchio

Il titolo può ingannare, nel senso che indica l’argomento dell’intero libro e nel-lo stesso tempo appare riduttivo rispet-to alle numerose problematiche della

trattazione. Infatti, si può ben dire che il libro non si occupa soltanto dei conventi francescani, ma da questi prende spunto e occasione, tramite le lapidi ed altre rap-presentazioni, per illustrare la nobiltà e la storia di parecchie famiglie tropeane, sulle quali l’autore si intrattiene con toni enco-miastici per non poche pagine.

Il pregio del libro è soprattutto nelle traduzioni dei testi delle lapidi che si tro-vano incastonate sulle pareti delle chie-se conventuali. Sono importanti queste traduzioni perché servono a conservare testi latini funerari che l’usura del tempo, anno dopo anno, potrebbe far scomparire dai marmi. Si perderebbe la conoscenza di interessanti modi linguistici, stilemi, titoli, topoi, usati per esprimere un dolore molto ritualizzato, o encomi sulla vita del defun-to, che appartenevano alla cultura tropea-na del tempo.

Inoltre, queste traduzioni potrebbero indurre a una ricerca e a un confronto con altri testi similari di elogio funebre presenti sulle tombe in chiese della vicina Sicilia o di Napoli nello stesso periodo.

Da queste lapidi, come sopra accenna-to, l’autore prende spunto e occasione per parlare delle famiglie nobiliari di Tropea, sulle quali sembra indulgere con un certo compiacimento, come se avesse introiet-tato un sentimento di vanto; come se si identificasse con quei benefattori che tra-evano motivo di gloria cittadina per aver disposto le loro ricchezze per l’edificazio-ne di chiese e conventi. Queste famiglie contribuivano con le loro rendite a edifi-care e abbellire luoghi di culti e conventi, specialmente nei secoli successivi alla ri-forma tridentina.

Dalle lapidi e dalle citazioni dell’autore

sembra trasparire anche qualche scor-cio di vicenda familiare evocativa di un interesse sociale o di casta a garantire in patria, con queste donazioni, una certa si-stemazione a rampolli e a figure parentali della famiglia che abbracciavano la carrie-ra ecclesiastica.

Dalle traduzioni delle lapidi, oltre alla storia delle famiglie l’autore non perde occasione di fare numerose digressioni dotte ed erudite sull’uso di alcuni termini dell’epoca, dissertando volentieri su argo-menti storico-linguistico culturali di non scarso interesse.

Altro pregio del libro è il corredo foto-grafico di ben 36 pagine, che riporta le fo-tografie di gran parte delle lapidi tradotte dall’autore, e alcuni particolari interessan-ti degli stemmi delle famiglie tropeane.

Nella storia dei conventi non meno im-portante delle lapidi e del corredo statua-rio sono le vicende concernenti l’incame-ramento degli stessi nella Cassa Sacra a seguito della soppressione degli ordini re-

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ligiosi e, nel caso tropeano, al successivo riacquisto degli edifici da parte degli ordi-ni: uno squarcio storico che meriterebbe ulteriore indagine storica.

Nei conventi e nelle chiese francescane o ex francescane di Tropea sono presenti arredi architettonici di grande interesse: notevole l’altare maggiore ad intagli lignei con custodia minuziosamente concepita, opera di gusto dichiaratamente cappuc-cino nel convento della Sanità; il grande soffitto a cassettoni dell’Annunziata.

Una sovrapposizione di temi si nota ver-so la fine del libro, dove, vere appendici o testi nel libro, sono la trattazione sulla vita di S. Domenica, l’espressione “di Romania” nel titolo dato alla Madonna di Tropea, e la presunta presenza di S. Bernardino da Siena a Tropea.

Un punto fermo è il significato da dare all’espressione “di Romanìa”, che l’autore conferma nel senso che deve intendersi come quadro proveniente dalle terre di Romanìa, cioè dai territori italiani su cui l’impero bizantino esercitava la sua so-vranità, cosi chiamati per distinguerli dalla Longombardia, le terre occupate dai Lon-gobardi per un breve periodo storico.

Non posso concludere questa modesta riflessione senza considerare quanto es-senziale ed irrinunciabile è stato l’apporto dell’ordine francescano nell’arco di circa otto secoli nella società tropeana.

Le scarse notizie in nostro possesso e le scarne cronache dell’Abate Sergio ci la-sciano comunque intravedere che in alcu-ni particolari momenti storici ma soprat-tutto al momento del primo insediamento dei francescani a Tropea le condizioni mo-rali, religiose e civili della Città erano mol-to tristi.

Il secolo della dominazione araba aveva lasciato molti usi e costumi che a distan-za di circa 150 anni era difficile sradicare, così come la venuta dei Normanni fu mo-tivo di lotte, divisioni e stragi che non la-sciarono indenne neanche le famiglie tro-peane come ci riferisce Pasquale Toraldo.

Un periodo in cui nelle sfere dirigenti della chiesa ufficiale sia fra quanti si occu-parono di problemi religiosi si avvertiva il bisogno di movimenti nuovi che da un lato potevano offrire un modello di spiritualità adeguato ai problemi del momento, fon-dato soprattutto sulla povertà e dall’altro consentissero di intraprendere un’azione efficace contro gli eretici.

C’era la necessità di una riforma di tipo evangelico che soltanto la spiritualità

francescana poteva apportare. In questo contesto non esaltante arriva-

rono i Francescani a Tropea e non a caso l’anno della loro venuta il 1295 è conside-rata una data non trascurabile nelle vicen-de storiche della cittadina.

Il duecento fu un’età di fede profonda soprattutto per merito dei francescani.

Nel secolo successivo la chiesa e il Pa-pato furono investiti da una crisi profon-da, soprattutto il Papato che nel duecento appariva onnipotente, nonostante le in-quietudini causate dalla nuova evangeliz-zazione degli ordini religiosi, in primis dai francescani e la discussione sulla povertà e la persistenza di forze eretiche, senza trascurare la presenza di vescovi ricchissi-mi autentici feudatari che spesso entrava-no in conflitto con i frati.

Nel caso di Tropea i francescani si inne-stano in uno strato culturale di religiosità già esistente che aveva visto prima la pre-senza basiliana e successivamente quella benedettina, quindi in uno spirito di au-sterità e povertà che ha influito nell’affer-mazione del francescanesimo. Tutto ciò non sminuisce il carattere di straordina-ria novità della spiritualità minoritica e la portata rivoluzionaria del messaggio fran-cescano e del successo rapido e a tutt’oggi duraturo del movimento francescano a Tropea.

ex sindaci

INTERVISTA ADADOLFO REPICE

di Francesco Apriceno

Adolfo Repice è stato dal 1967 al 1969 segretario – direttore amministrativo dell’Ospedale Civile di Tropea; dal 1969 al 1973 responsabile magazzini UPIM; sindaco del Comune di Parghelia dal 1988 al 1991; amministratore dell’Asl n. 23 di Tropea dal 1991 al 1993; amministratore straordinario dell’Asl n. 8 di Vibo Valentia dal 1993 al 1995; ha svolto il ruolo di se-gretario comunale a Filogaso, Zambrone, Cittanova, Budrio, Mentana e Reggio Emi-lia; ha infine ricoperto la carica di segreta-rio generale presso il Comune di Torino dal 2003 al Luglio 2010, quando è andato in pensione.

Repice è stato anche amministratore unico della società Srl “Finanziaria Città di Torino” dal 2003 al 2008, componente del collegio sindacale delle più grandi aziende

sanitarie di Torino, “Le Molinette” e “CTO”, segretario generale per la mobilità metro-politana, segretario generale dell’ATO ri-fiuti per Torino e Provincia. Attualmente è presidente per Torino e provincia dell’AN-CREL (Associazione Nazionale Certifica-tori e Revisori Enti Locali).

Adolfo Repice, lei è stato sindaco di Tropea, ma il suo mandato è stato revo-cato dal giudice amministrativo. Cosa ha rappresentato per lei essere il sinda-co di Tropea, sua cittadina d’origine, an-che se la sua carriera si è svolta altrove, e perché ha deciso di mettersi in gioco?

Io sono da sempre innamorato di Tro-pea ed esserne sindaco, seppure per bre-vissimo tempo, è stato per me un onore. Ho deciso di candidarmi per spirito di servizio, con l’unico fine di mettere a di-sposizione della mia cittadina d’origine la lunga esperienza che ho maturato nella Pubblica Amministrazione e la soddisfa-zione più grande è stata che a chiedermi di candidarmi (dopo tanti anni di mia assen-za dalla città) non siano stati i cosiddetti veterani della politica, bensì un gruppo di giovani, con i quali mi sono trovato in sintonia, perché avevano il fine di portare una ventata di rinnovamento e un nuovo modo di fare politica. Ricordo ancora con piacere le riunioni e i confronti durante la campagna elettorale, che è stata inno-

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vativa e costruttiva. Basti pensare che in poche settimane a Tropea sono arrivate tante personalità del mondo politico, del-la cultura e dell’imprenditoria. Ricordo in particolare Sergio Chiamparino (all’epoca sindaco di Torino e oggi Presidente del-la Regione Piemonte e Presidente della Conferenza Stato-Regioni), il prof. Fran-cesco Profumo (all’epoca Rettore del Poli-tecnico di Torino, poi Presidente del CNR, poi ancora Ministro della Pubblica Istru-zione nel governo Monti), Paolo Buzzetti (presidente dell’ANCE, ossia uno dei mas-simi esponenti di Confindustria), il dr. Fe-noglio (all’epoca presidente della Piaggio), ecc. In quel periodo Tropea è stata teatro di iniziative importanti ed è stata al centro della cronaca nazionale, con articoli sui principali quotidiani.

Quali sono gli interventi che ricorda in particolare del suo mandato?

Nonostante la breve durata del manda-to della compagine “Passione Tropea”, ave-vamo progettato e avviato degli interventi significativi. Ritengo che la battaglia più importante della mia amministrazione sia stata quella per il porto turistico; un’occa-sione unica per creare un tesoretto utile per la gestione di una cittadina come Tro-pea. Nonostante la mia amministrazione fosse riuscita nell’intento di non rinnova-re la concessione demaniale alla società “Porto”, purtroppo la vicenda è andata a finire come sappiamo; non per la senten-za del Consiglio di Stato, si badi, che aveva lasciato all’amministrazione comunale la strada aperta a qualsiasi decisione, bensì per la scelta dell’amministrazione succes-siva a “Passione Tropea”. Rimane quindi il grande rammarico di un’occasione perdu-ta per la città, che dal porto avrebbe po-tuto ottenere molto di più, sia in termini economici, che in termini di occupazione e servizi. Penso sempre all’esempio offerto da un comune non distante da Tropea, Ce-traro, che ha un porto ben più piccolo, ma che, a detta dello stesso sindaco, rende

al comune circa € 700.000 all’anno. Non sono al corrente se allo stato attuale la so-cietà “Porto” sia in regola con il pagamen-to del dovuto nei confronti del comune, se rispetti o meno la convenzione, ma certo è che in ogni caso si tratta di briciole e spe-ro che l’attuale amministrazione si attivi per porre rimedio ad una situazione non certo vantaggiosa per la città. Per quanto riguarda gli altri interventi programmati dalla mia amministrazione, particolar-mente importante era l’appalto dei lavori, mediante project financing, per la costru-zione del parcheggio interrato in località “Contura”, che prevedeva la realizzazione anche di una grande area verde in superfi-cie. Un’opera costruita interamente a spe-se dei privati, che avrebbe reso al comune circa € 90.000 all’anno, avrebbe risolto il problema dei parcheggi (avevo anche pensato a crearne un altro interrato sotto piazza Vittorio Veneto) e avrebbe dotato Tropea di un essenziale polmone verde. L’appalto era stato già aggiudicato, ma an-che in questo caso l’amministrazione che è subentrata alla mia ha deciso di porre nel nulla quanto era stato fatto e revocare l’aggiudicazione. Un altro danno enorme per Tropea, che incredibilmente nel 2015 non ha parcheggi, né aree verdi. Sempre per rimanere in tema “parcheggi”, ritengo sia stata molto importante l’installazione dei parcometri (che ci sono solo in poche altre città calabresi), i quali hanno frutta-to e fruttano al comune molti più soldi di quanti ne fruttassero i voucher e grazie ai quali c’è stata la possibilità di far lavorare dei giovani tropeani che hanno costituito una cooperativa. Preciso che la vicenda “parcometri” mi è costata una richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio, ma sinceramente, avendo operato nell’esclu-sivo interesse di Tropea e dei tropeani, non ho rimpianti. La mia amministrazione aveva anche stabilito l’ampliamento del cimitero, con un progect financing, aveva inoltre avviato i lavori di consolidamento

della rupe, riavviato i lavori degli ascensori (oggi di nuovo bloccati), la pulizia dei tor-renti, ecc. Chiarisco per correttezza che per alcuni degli interventi citati i finanzia-menti, che erano fermi, erano stati ere-ditati dalle amministrazioni precedenti, come, ad esempio, il consolidamento dello scoglio dell’Isola e il restauro del Santua-rio. Potrei dire molto altro ancora, perché sebbene il mio mandato sia durato pochi mesi, si è trattato di un periodo molto pro-ficuo sotto ogni punto di vista, anche cul-turale. Basti pensare al convegno organiz-zato dall’amministrazione comunale che si è svolto a Tropea sul tema della durata dei processi, al quale sono intervenuti espo-nenti di spicco della magistratura, come il Magistrato Mario Barbuto, all’epoca Pre-sidente della Corte d’Appello del Piemon-te e Valle D’Aosta ed attualmente Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudi-

ziaria presso il Ministe-ro di Grazia e Giustizia. Per passare ad altro, per esempio allo sport, ricordo che durante la mia amministrazione Tropea è stata tappa del giro d’Italia. Per quanto riguarda lo spettacolo, ricordo la selezione di “Amici di Maria De Filip-

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pag. 17 - maggio/giugno 2015condividi con #tropeainforma

pi”, in una bellissima serata estiva davanti al Santuario dell’Isola. Ci sono poi altre iniziative da ricordare, come gli spetta-coli e le manifestazioni realizzati durante il periodo natalizio, a Carnevale, la pro-grammazione settimanale di film (anche per bambini) presso il palazzo Collareto Galli (grazie alla collaborazione del Cen-tro Bibliotecario Vibonese, che ci forniva le pellicole gratuitamente). Queste ulti-me iniziative citate, se da un lato sono da considerare “minori”, rispetto ad altre che sono state realizzate, a mio modo di ve-dere sono egualmente importanti per il risveglio della vita della città. Credo non sia stato un caso se proprio durante l’am-ministrazione di “Passione Tropea” si è svolto un bellissimo Tropea Film Festival in cui è stato premiato il regista Tornatore, che è venuto a ritirare il premio personal-mente. Ricordo inoltre il premio letterario del 2010 che ha visto tra i suoi protago-nisti scrittori e giornalisti di spicco, come ad esempio Gad Lerner e la presenza di attori del calibro di Giorgio Pasotti. Ov-viamente non è stato merito dell’ammini-strazione il successo del Tropea Festival o del Premio Letterario, ma credo che, allo stesso modo in cui esistono i circoli vizio-si, così esistono i circoli virtuosi, nel senso che, nel periodo della mia amministrazio-ne, nonostante un’opposizione a dir poco feroce da parte dell’allora minoranza con-siliare (che preferisco non commentare), si era creato un clima di grande entusia-smo e di rinnovamento, per cui tutti, nei rispettivi settori d’azione e competenza, si sentivano incentivati a fare.

Se fosse rimasto sindaco di Tropea, quali altri progetti avrebbe avviato per rilanciare e far sviluppare la cittadina?

Certamente mi sarei occupato di crea-re le infrastrutture ed i servizi idonei per accogliere al meglio i turisti e al contempo per soddisfare le esigenze degli abitanti che vivono 365 giorni all’anno a Tropea. Innanzitutto strade, trasporti, acqua,

fognature, illuminazione pubblica; tutti servizi che incidono in modo essenziale sulla qualità della vita degli abitanti di un paese e anche, ovviamente, sul turismo. Inoltre, vorrei ricordare che era già in can-tiere il progetto per la realizzazione di un polo scolastico con tecniche costruttive all’avanguardia, (grazie alla formula del leasing in costruendo), dotato di labora-tori, di centro sportivo (piscina compre-sa), sala di proiezione, sala mensa e altro. Era già in cantiere anche la trasformazio-ne di piazza Vittorio Veneto, la piazza più vissuta dai tropeani. Infatti c’era già stato un concorso di idee e avevo intenzione di realizzare il progetto che ne era uscito vincitore. Avevo in mente anche un bel-lissimo progetto per riqualificare la zona “Marina” lato porto e il sito del depuratore dismesso. Insomma, i progetti erano tanti e ho la presunzione di dire che se la mia amministrazione fosse rimasta in carica per cinque anni li avrebbe portati a termi-ne o quanto meno avviati.

La stagione estiva è ormai pratica-mente arrivata. Cosa manca, a suo giu-dizio, a questa cittadina per diventare una località turistica all’avanguardia?

Tropea non è seconda a nessuno per bellezza, ma per diventare grandi, bisogna pensare in grande. Purtroppo a Tropea si è sempre pensato in piccolo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

In futuro pensa di ricandidarsi o co-munque di impegnarsi attivamente in politica per la sua cittadina d’origine?

Escludo una mia nuova candidatura a Tropea, anche se il mio legame con la città è fortissimo, perché non ritengo ce ne sia-no le condizioni. Quella del 2010 è stata un’esperienza che ricordo con piacere, ma non posso dire che sia stato tutto positi-vo, perché mi sono scontrato con realtà e logiche per me inconcepibili; e non mi ri-ferisco alle difficoltà amministrative, per-ché quelle non mi hanno mai spaventato e anzi costituiscono per me uno stimolo;

mi riferisco a mentalità che faticano ad allargare i propri orizzonti e che frenano lo sviluppo della città. Questo mi ha fatto capire che “Passione Tropea”, nonostante io abbia sperato con tutto me stesso che costituisse l’inizio di un rinnovamento, è stata purtroppo solo una breve parentesi che si è aperta e chiusa.

attività commerciali

ITTICA NICOTERA, ESPERIENZA DECENNALE

di Fabrizio Giuliano

Per la rubrica che ci porta a scoprire le aziende e le attività commerciali della nostra zona, in questo numero abbiamo deciso di parlare di Ittica Nicotera, azien-da che si occupa della lavorazione e della commercializzazione di prodotti ittici e surgelati vari .

Con un’esperienza decennale nel set-tore della distribuzione di prodotti ittici, Ittica Nicotera è cresciuta negli anni au-mentando notevolmente la capacità di soddisfare i propri clienti con un ampio assortimento di prodotti ittici e surgelati e con una propria rete distributiva.

Tantissimi i prodotti commercializzati: preparati per risotti (bianchetto, misto re-ale, tris), crostacei (gamberi, gamberi sgu-sciati, scampi), molluschi (calamari, cozze, polipi, seppie, vongole), pesce intero (ara-gosta, astice, cernia, dentice, merluzzo, orata, spigola, pesce spada), filetti di pesce (dentice, merluzzo, scorfano, sogliola),

tranci di pesce (cernia, merluzzo, ricciola, pesce spada), ecc. L’azienda, oramai affermata nel settore ittico, su scala regionale e oltre, vanta e porta avanti l’obbiettivo che l’ha sempre carat-terizzata: portare sulle tavole dei propri clienti i migliori prodotti ittici,

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pag. 18 - maggio/giugno 2015 [email protected]

rendendo gustosi e saporiti i piatti.Per info e contatti: Ittica Nicotera -

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territorio

SPIAGGE,ALLARME ROSSO?

di Giuseppe Meligrana

Paragonando le foto delle spiagge tro-peane dei decenni passati - senza andare troppo indietro negli anni, basta vedere quelle dei primi anni 2000 - e la situazione attuale del nostro litorale, si nota un fatto talmente evidente da non lasciare spazio a nessun dubbio o opinione discordan-te: le spiagge si stanno rimpicciolendo o, per dirla in tropeano, “spiaggia non ‘ndavi chiù”. Se escludiamo infatti le spiagge del “Lido del nonno” e de “La Grazia” - che fanno parte del Comune di Parghelia e che negli ultimi anni sono raddoppiate in estensione - non esiste metro del litorale sabbioso che a Tropea (e dintorni) negli ultimi anni non sia stato oggetto del fa-migerato e - scusate l’espressione - “ma-ledetto” fenomeno dell’erosione costiera.

Andando indietro con la memoria agli anni ‘80-90 - dopo che la costruzione del porto aveva cancellato quella che era una delle spiagge preferite dei tropeani -, dalle Roccette, passando per la Mari-na dell’Isola e quella del Convento, fino a Rocca Nettuno, non esisteva spiaggia libera (e ce n’erano tante) o spiaggia con rispettivo lido che non fosse lunga da po-ter ospitare decine e decine di ombrel-loni; non solo, nelle vicinanze di qualche lido era ubicato il rispettivo campo di beach-volley e non era raro vedere qual-che porta improvvisata dove decine di giovani, e meno giovani, si sfidavano a

calcio; per qualche anno, inoltre, fintanto che la legge lo vietò e finché il porto non poté funzionare, i lidi offrivano anche servizio ricovero a piccole barche e gom-moni che durante le mareggiate venivano sistemate completamente nelle spiagge, il tutto senza impedire minimamente né la balneazione né le attività ludico-sportive.

Insomma - vogliamo ricordarlo soprat-tutto ai più giovani che di tutto ciò non hanno memoria - le spiagge di Tropea un tempo erano non solo un luogo dove ab-bronzarsi e adagiarsi per poi godere delle meravigliose acque (cosa che ancora oggi si può fare ovviamente) ma anche un po-sto dove l’ampiezza rendeva facile incon-trarsi, praticare sport e divertirsi.

L’erosione costiera è un fenomeno che coinvolge tutto il Mediterraneo, studiato e monitorato da enti e governi, che però non hanno trovato in tutti questi anni né una soluzione né una causa precisa. Ciò perché, molto probabilmente, il fenome-no è dovuto a cause e concause diverse che variano in base alla spiaggia e alla morfologia del territorio.

E a Tropea perché le spiagge si sono ri-dotte? Tante sono le cause che si sospet-tano essere le ladre del nostro “oro bian-co”, tutte più o meno plausibili.

In molti sostengono che in alto mare si siano “rotte” le secche per via dei continui fenomeni temporaleschi degli ultimi anni e che gli stessi moti ondosi quindi abbiano avuto modo di poter sfogare liberamente tutta la loro violenza distruggendo e tra-scinando altrove la sabbia.

Altri invece sostengono che sia stata la cementificazione continua e massiccia (inclusa la contemporanea opera del “lun-gomare”) nonché l’intubazione e la cana-lizzazione dei corsi d’acqua e dei canali di scolo ad aver rotto l’equilibrio del cosid-detto “water front” ed impedito il natura-le ripascimento delle spiagge attraverso i corsi d’acqua che, dalle colline o dalla stessa rupe, portavano continuamente sabbia grezza e detriti vari nel litorale (che poi il mare e il vento provvedevano a “pulire” e stabilizzare).

Molti invece affermano che sia stato lo stesso turismo di massa a “prelevare”, anno dopo anno, giorno dopo giorno, la nostra sabbia; ogni turista infatti porta via mediamente un tot di grammi di sab-bia al giorno in maniera del tutto involon-taria (appiccicata ai piedi, dentro le scar-pe, nelle asciugamani, nelle borse, ecc.). Moltiplicando il tot di sabbia che il singolo porta via per le migliaia di turisti che af-follano le nostre spiagge ogni giorno in estate e moltiplicando ancora questo numero per gli anni di riferimento si può immaginare quante tonnellate di spiaggia siano finite nelle docce o direttamente nell’immondizia.

Tutte queste cause potrebbero essersi unite in qualche modo negli ultimi anni ed avrebbero determinato il noto fenomeno.

Su una cosa oramai moltissimi esperti sono concordi: buttare scogli in mare per impedire ai flutti di intaccare le spiagge è inutile e paesaggisticamente dannoso. Secondo le più moderne teorie del wa-ter front, la soluzione naturale è quella migliore. Basterebbe infatti ripristinare il normale flusso delle acque piovane (non intubate o cementificate), ripristinare un sistema naturale di dune (quindi un mix di terra, sabbia e vegetazione) e lasciare che la “natura” con i suoi detriti defluisca na-turalmente sulla spiaggia (quindi evitare ogni muretto, tubo, argine o quant’altro).

Tante le domande che, come non mai,

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sorgono spontanee: “Oggi si può interve-nire in qualche modo?”; “C’è il rischio che tra qualche anno le famosissime spiagge di Tropea si trasformino in scogliere im-praticabili, come successo in altri luoghi?”; “È già allarme rosso?”; “Si sta facendo qualcosa?”

La Giunta comunale targata Giuseppe Rodolico ha proceduto alla risoluzione del contratto di appalto per grave ina-dempimento nei confronti della ditta che si stava occupando dei lavori di ripasci-mento del litorale, avviati nel 2014 tra tante polemiche della popolazione.

La delibera della Giunta è stata presa a seguito della proposta dell’Area tecnica del Comune di Tropea nell’interesse della collettività, per evitare che i lavori di ripa-scimento previsti per un intervento così delicato non vengano fatti ad arte.

La città, del resto, basa tutta la sua eco-nomia proprio sul turismo, che a sua volta si basa sulla bellezza del litorale. I lavori di ripascimento, secondo il progetto, preve-dono 7 mila tonnellate di massi da distri-buire su 400 metri di estinzione assieme a 22mila metri cubi di sabbia. Nello spe-cifico, l’intervento è previsto per il tratto che va dallo scoglio dell’Isola fino allo sco-glio dei “Missaggi”.

A motivare questa decisione del Comu-ne è stato il ritardo nella consegna dei la-

vori di ripascimento, oltre a una relazione dello stesso direttore dei lavori. Secondo questa relazione, i lavori eseguiti dalla ditta appaltatrice erano stati completati solo al 10 per cento, nonostante la data di consegna prevista fosse entro la stagione estiva.

L’attuale amministrazione dunque sem-bra si stia interessando fortemente al problema e stia lavorando alla sua solu-zione.

Rimane tuttavia l’amaro in bocca per come la cosa sia stata gestita in tutti que-sti anni, per le scelte fatte, per come non sia stato prevenuto il fenomeno e per come il problema sia passato spesso in secondo piano rispetto a problematiche ben più banali.

A farne le spese, lo ricordiamo, è la col-lettività: avere spiagge più piccole signifi-ca per gli operatori balneari meno incassi, significa avere un paesaggio menomato della sua bellezza naturale - con lidi che sembrano palazzi e un lungomare peri-colante e brutto a vedersi -, ma significa soprattutto, come detto, perdere parte della nostra identità, perché in fondo la vita in spiaggia durante l’estate accomuna ed ha accomunato tutti i tropeani che qui hanno speso una parte significativa della loro vita, sicuramente - ne siamo certi - i momenti più belli e spensierati.

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Bimestrale gratuito di informazione indipendente Autorizzazione dei Tribunale di Vibo Valentia

n. 1/2014 dell’1 luglio 2014Anno 1 - n. 3- maggio/giugno 2015

Chiuso in redazione il 31 maggio 2015Tiratura uscita: 3000 copie

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