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http://www.ingegneriromani.it http://www.ingegneriromani.it BIM Le nuove frontiere della progettazione fanno riferimento all'acronimo BIM "Building Information Modeling". Progettare in modalità "BIM oriented" significa poter comunicare analizzando il prodotto da diversi punti di vista, tutti efficacemente collegati. BIM in dettaglio interviene in diversi ambiti quali, a titolo di esempio non esaustivo: progettazione architettonica, progettazione strutturale, progettazione impiantistica, progettazione infrastrutturale, controllo e validazione dei modelli, progettazione costruttiva, prelavorazione e assemblaggio, project management, gestione cantiere, facility management ecc. integrando il tutto in maniera interoperabile. A seguire un lavoro degli ingg. Federico Malleni e Francesco Rizzelli che ringraziamo per averlo messo a disposizione dei Colleghi. VIDEO PRESENTAZIONI DI ALCUNI SOFTWARE BIM COMMERCIALI http://www.ingegneriromani.it?BIM_STR http://www.ingegneriromani.it?BIM_AUTODESK http://www.ingegneriromani.it?BIM_ACCA

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BIM

Le nuove frontiere della progettazione fanno riferimento all'acronimo

BIM "Building Information Modeling".

Progettare in modalità "BIM oriented" significa poter comunicare

analizzando il prodotto da diversi punti di vista, tutti efficacemente

collegati.

BIM in dettaglio interviene in diversi ambiti quali, a titolo di esempio non

esaustivo: progettazione architettonica, progettazione strutturale,

progettazione impiantistica, progettazione infrastrutturale, controllo e

validazione dei modelli, progettazione costruttiva, prelavorazione e

assemblaggio, project management, gestione cantiere, facility

management ecc. integrando il tutto in maniera interoperabile.

A seguire un lavoro degli ingg. Federico Malleni e Francesco Rizzelli che

ringraziamo per averlo messo a disposizione dei Colleghi.

VIDEO PRESENTAZIONI DI ALCUNI SOFTWARE BIM COMMERCIALI

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Indice

Prefazione ............................................................................................................................................ 1

CAPITOLO I: Il BIM: Nascita e sviluppo di una nuova tecnologia .................................... 2

1.1- La storia e le cause che hanno portato verso il BIM .............................................................. 2

1.2- Definizioni ................................................................................................................................... 6

1.3- Gli strumenti informatici ........................................................................................................... 8

1.3.1- Le famiglie parametriche ................................................................................................... 11

1.3.2- L’interoperabilità tra i software ........................................................................................ 12

1.4- Gestione e competenze ............................................................................................................ 13

1.5- I diversi livelli del BIM ............................................................................................................. 15

1.6- La metodologia nei processi esteri, e quella tradizionale in Italia ....................................... 16

1.6.1- Sequenze logiche – Il BIM nel Mondo ........................................................................... 16

1.6.2- Lo stato d'arte del BIM in Italia ....................................................................................... 18

1.7- Finalità e obiettivi: la curva di MacLeamy ............................................................................. 19

CAPITOLO II: APPLICAZIONE SU UN CASO ESEMPLIFICATIVO ........................ 20

2.1- Introduzione .............................................................................................................................. 20

2.2- Il progetto del Rettorato dell’Università di Roma “Tor Vergata” ...................................... 20

2.2.1- Inquadramento dell’opera ................................................................................................. 20

2.2.2- Caratteristiche tecnologiche-costruttive .......................................................................... 21

2.3- L'implementazione del modello 3D ....................................................................................... 23

2.3.1- La Creazione del modello 3D ........................................................................................... 23

2.3.2- La Clash Detection ............................................................................................................ 26

2.4- La pianificazione operativa ...................................................................................................... 28

2.4.1- Introduzione al Building Information Management ..................................................... 28

2.4.2- La scomposizione del progetto ........................................................................................ 28

2.4.3- La Work Breakdown Structure ........................................................................................ 31

2.4.4- L’estrazione delle quantità: Autodesk Quantity Take Off ............................................ 40

2.4.5- Tempi e risorse ................................................................................................................... 53

2.4.6- Cenni sulla logistica di cantiere ....................................................................................... 59

2.4.7- La fase gestionale del cantiere: Microsoft Project .......................................................... 62

2.4.8- 4D e 5D Modeling: Navisworks ...................................................................................... 91

2.4.9- Il "nostro" Gantt ................................................................................................................ 93

CAPITOLO III: CONFRONTO TRA IL MODO D’OPERARE TRADIZIONALE E L’APPROCCIO BIM ....................................................................................................................... 96

3.1- Confronto economico, gestionale e temporale tra l’approccio al progetto eseguito con il metodo BIM e le procedure tradizionali ....................................................................................... 96

3.2- Come cambia il sistema degli appalti pubblici ...................................................................... 98

3.2.1- La direttiva sugli appalti pubblici dell’Unione Europea (EUPPD) .............................. 98

3.2.2- Il caso italiano: le strategie da adottare a seguito dell’articolo “53” ............................. 98

3.3- Il Cloud .................................................................................................................................... 100

3.4- Il Facility Management ........................................................................................................... 101

Conclusioni ..................................................................................................................................... 103

Riferimenti bibliografici ................................................................................................................. 104

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Prefazione

E’ ormai passato un anno, dal giorno in cui, abbiamo avuto il nostro primo incontro con le

tematiche relative al Building Information Modeling.

Era il secondo, di una serie di seminari del ciclo “Torniamo in cantiere”, curato dalla

Professoressa Stefania Mornati e all’interno dell’aula conferenze prendeva la parola il Professor

Francesco Ruperto.

Un’iniziale sopita curiosità lasciò subito spazio ad un totale coinvolgimento.

Modello dell’edificio come banca dati dell’intero processo costruttivo, abbattimento dei costi e

dei tempi, progettazione integrata, erano solo alcuni dei concetti che destarono la nostra

attenzione al punto tale che, seppur non riuscendo a cogliere in pieno l’anima del discorso, ci

era chiaro di cosa si stesse parlando, di un modo di pensare totalmente innovativo, supportato

da strumenti avanzati, insomma, del futuro della progettazione.

E’ stato un colpo di fulmine; ad oggi ci ha condotto attraverso uno studio di tesi,

probabilmente unico nel suo genere, dato che i concetti affrontati, nel nostro paese, stanno

ancora cercando di trovare una loro dimensione e se ne rintraccia un applicazione in pochi,

autonomi, casi isolati.

Grazie alla Professoressa Mornati che si è resa fin da subito, portavoce e curatrice di questa

esperienza, probabilmente, cogliendo dedizione e interesse e dall’incontro con il Professor

Ruperto, mentore del nostro percorso, siamo giunti a un livello di consapevolezza e

formazione nell’ambito delle logiche e dei processi BIM, ormai maturo.

La nostra crescita è un momento di riflessione sulle potenzialità e le migliorie che questo

nuovo tipo d’approccio porterà nel mercato edilizio.

Cambiare modus operandi richiede uno sforzo iniziale: in prima persona abbiamo seguito un

corso di formazione relativo al software Revit, partecipato a diverse conferenze e a tratti, da

totali autodidatti ci siamo indirizzati di volta in volta verso l’uno o l’altro programma utile ai

nostri scopi e ne abbiamo colto i principi e sfruttato le potenzialità.

Tanti aspetti, quante sono le discipline che ruotano intorno alla costruzione di un edificio,

portano inevitabilmente a una notevole quantità di ragionamenti da approfondire nell’ambito

del BIM; il nostro studio in particolare, si rivolge ad un preciso momento del processo edilizio:

la pianificazione, programmazione e gestione dei tempi e dei costi durante l’esecuzione di un

opera: quello che in letteratura internazionale viene chiamato 4D e 5D Modeling.

Nel momento in cui scriviamo questa prefazione stiamo facendo un soggiorno/studio in

Inghilterra: qui la metodologia BIM ha preso largamente corso e si intravedono grandissimi

benefici per il settore delle costruzioni ormai da diversi anni.

Risale agli inizi del 2014 un decreto legge dell’Unione Europea che offre la possibilità agli Stati

membri dal 2016, di passare alla progettazione BIM: questo è solo il primo dei passi che si

stanno muovendo e che ha necessariamente portato l’Italia ad attualizzarsi e a far fronte a

questo fiume in piena alle porte.

Con la certezza che il nostro sarà solamente uno dei primi dei molti lavori che verranno e

prenderanno piede all’interno degli ambienti universitari, ci apprestiamo a entrare nel vivo

della nostra esperienza.

Tutta la nostra intraprendente avventura, si sarebbe svolta con frenate più marcate, qualora

non ci fosse stato il coinvolgimento delle persone che per un motivo o per un altro abbiamo

dovuto chiamare in causa.

Desideriamo ringraziare innanzitutto il nostro relatore Stefania Mornati, Professoressa di

Organizzazione del Cantiere all’Università di “Tor Vergata” di Roma, che si è mostrata sin

dall’inizio entusiasta e incuriosita dalle nuove metodologie, malgrado avesse una importante

esperienza pluriennale nei processi tradizionali. Ha creduto nelle potenzialità del nostro lavoro,

tanto da richiedere al Professor Ruperto, docente del corso di Laurea di “Gestione del

Processo Edilizio” all’Università “La Sapienza” di Roma, di indicarci le migliori strategie da

adottare in un processo BIM. Desideriamo per cui ringraziare il Professor Ruperto per averci

ospitato all’interno del suo gruppo di studio e di averci seguito e incoraggiato ogni volta,

trattandoci come fossimo colleghi di lavoro. Del gruppo di studio, faceva parte anche la

Professoressa Valeria Zacchei, assai sensibile alla tematiche BIM. Molto impegnata in tutta

Italia, quando presente, non perdeva occasione di darci una mano, chiarendoci gli aspetti dei

software e delle metodologie adottate nonché suggerendoci nuovi spunti e nuove opportunità.

Vorremmo infine ringraziare tutto il personale che collabora alla costruzione del Rettorato (il

nostro caso studio) e soprattutto l’Architetto Alessandrini, per la sua generosissima

disponibilità a fornirci tutti i documenti cartacei e digitali necessari alle nostre applicazioni.

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CAPITOLO I: Il BIM: Nascita e sviluppo di una nuova tecnologia

1.1- La storia e le cause che hanno portato verso il BIM

BIM, acronimo di Building Information Modeling (o Modelling), si traduce in un processo di

creazione e gestione del Modello virtuale d'Informazioni di un Edificio.

I modelli, generati in digitale su numerosi programmi al computer, vengono rappresentati

attraverso le proprie caratteristiche fisiche funzionali, per creare una risorsa di conoscenza

condivisa, formando così una base affidabile per le decisioni sul manufatto da realizzare, dal

suo concepimento fino alla demolizione. Il ruolo del BIM è dunque quello di comunicare,

chiarire, esplicitare gli elementi caratteristici di una opera attraverso l’attività lavorativa di

architetti, ingegneri, costruttori. Attività che segue il progetto lungo il ciclo completo di vita

dell’opera.

I progressi di un simile approccio metodologico riguardano aspetti molto vantaggiosi: rapida

estrazione automatica di tutte le viste bidimensionali del modello spaziale, correlazione tra

abachi e computi metrici collegati ai disegni vettoriali, vaste librerie di elementi che

compongono l’edificio virtuale, implementabili e personalizzabili.

Si tratta di un nuovo metodo che è molto più di un passaggio dalla progettazione basata sulla

carta a quella digitale.

Sin dall’antichità, i modi di rappresentazione di un progetto, i disegni, sono sempre stati utili a

chiunque dovesse interagire con le forme e con i dati del modello. La rappresentazione grafica

era necessaria alla progettazione, ma soprattutto alla realizzazione di qualunque tipologia di

costruzione.

I disegni su carta 2D e 3D si sono evoluti nel tempo, dall’antico Egitto ai romani, dal

Medioevo al Rinascimento, sino ad arrivare alla scienza digitale degli ultimi 50 anni. Nel

periodo attuale si sta assistendo ad una vera e propria transizione verso modelli digitali

altamente strutturati, capaci di rivoluzionare tutti i settori dell’industria delle costruzioni.

Building Information Modeling è un termine che nel campo della progettazione e della

costruzione è diventato onnipresente nell’ultimo ventennio. La storia che appartiene al BIM è

ricca e complessa, con interpreti provenienti dagli Stati Uniti e dal Nord Europa (Gran

Bretagna, Paesi Scandinavi), in competizione per creare la perfetta soluzione di software,

capaci di superare quelli Cad a 2 dimensioni.

Lo sviluppo a partire da un modello puramente geometrico (CAD 2D o 3D) ha risposto ad

un'esigenza di tutti i settori interessati, di poter intervenire in qualsiasi momento della

progettazione e in qualsiasi fase della costruzione a diversi livelli. La quantità di ore necessarie

alla produzione di piante, prospetti, sezioni, viste assonometriche e quant’altro viene

drasticamente diminuita.

Le basi concettuali del sistema BIM risalgono al 1962. In quegli anni l’ingegnere statunitense

Douglas C. Engelbart attraverso la pubblicazione di “Augmenting Human Intellect” (Sviluppo della

mente umana), suggerisce un sistema di oggetti di design con parametri e un database relazionale;

idee che diverranno realtà molti anni dopo. Nello stesso periodo sono inoltre attivi una serie di

ricercatori di design tra i quali Herbert Simon, Nicholas Negroponte, Ian McHarg e

Christopher Alexander. Quest’ultimo con lo scritto “Notes on the Synthesis of Form” (Note sulla

sintesi della forma) influenzò le prime scuole di programmazione informatica a proposito di

orientamento degli oggetti nel software di riferimento. Negli anni ’70 apparirono due metodi

principali per registrare e visualizzare informazioni sul modello: la geometria solida costruttiva

(CSG) e la rappresentazione del confine (BREP). Il primo sistema parte da geometrie semplici,

solide o vuote, per arrivare a quelle più complesse attraverso combinazioni, intersezioni,

sottrazioni; il secondo è un metodo per rappresentare forme mediante limiti: un solido viene

rappresentato come un insieme di elementi di superficie collegati, il confine tra solido e non

solido.

Il metodo “CSG”. Fonte: github.com Il metodo “BREP”. Fonte: ira.uka.de

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Questi sviluppi sono particolarmente importanti, in quanto permettono di rappresentare

l’architettura come penetrazioni, sottrazioni o contorni, procedure comuni nella progettazione

di oggetti come finestre, porte, nicchie, etc., implementati successivamente in tutti i software

BIM.

Uno dei primi processi per creare un database è stato il “Building Description System” (BDS),

ovvero il primo software in grado descrivere gli elementi di una banca dati, che possono essere

recuperati e aggiunti a un modello.

Questo rivoluzionario programma permette all’utente di recuperare informazioni

categoricamente, per attributi, tra cui il tipo di materiale e i fornitori. Ciò avviene attraverso un

database ordinabile.

L’ideatore di questo sistema è Charles M. Eastman, considerato tra i massimi esperti del BIM.

Professore e ricercatore nel ramo di tecnologia della Scuola di Architettura in Georgia, è stato

il primo a coniare l’espressione Building Information Modeling.

Eastman sostiene che i disegni sono inefficienti a rappresentare l’oggetto in costruzione.

Critica anche i disegni cartacei per la loro natura a decadere nel tempo e per il fatto che non

sono concepiti nel caso di ristrutturazioni: non possono essere aggiornati. Egli ha concluso che

i BDS ridurrebbero i costi di progettazione di circa la metà attraverso la redazione e l’efficienza

di analisi. Grazie a questo software sono emerse numerose problematiche affrontate nella

progettazione architettonica negli anni successivi.

Altro progetto targato Eastman è il GLIDE (linguaggio grafico per la progettazione

interattiva) del 1977. Esso contiene un numero considerevole di caratteristiche di una moderna

piattaforma BIM, organizza la banca dati necessaria, le caratteristiche e le operazioni per la

gestione dei sistemi fisici. Riconosciuto tuttora, come uno dei primi programmi in grado di

incorporare la maggior parte delle funzioni presenti oggi nei software BIM, GLIDE fornisce

una rappresentazione in modo sufficientemente dettagliata per la progettazione e la

costruzione.

Nei primi anni ’80 ci sono stati numerosi sistemi sviluppati in Inghilterra, applicati poi a

progetti costruiti. I software che ne sono nati, hanno fatto guadagnare al paese la tradizione. Il

più determinante è stato il RUCAPS nel 1986: il primo programma a utilizzare il concetto

temporale graduale nei processi di costruzione, capace di collaborare alla costruzione del

terminal 3 dell’aeroporto di Heathrow a Londra.

Lo sviluppo nel paese riguardava i modelli di edifici a 4 dimensioni, ovvero edifici con gli

attributi del tempo sommati alle caratteristiche geometriche. Da questo rivoluzionario concetto

sono successivamente nate due tendenze nello sviluppo della tecnologia BIM: una riguarda la

realizzazione del modello con tutte le sue viste possibili, con la possibilità di test e simulazioni

con criteri di prestazioni della vita del manufatto; un’altra richiama l’implementazione di

diversi strumenti specializzati per servire discipline multiple dell’industria delle costruzioni e

per migliorare l’efficienza nell’edilizia.

Un altro decisivo strumento è stato il “Building Design Advisor”, sviluppato presso il

laboratorio nazionale Lawrence Berkeley a partire dal 1980. Questo è stato uno dei primi

programmi ad integrare l’edificio con il suo contesto per eseguire simulazioni; fornisce

informazioni sul modo in cui il progetto potrebbe svolgere determinate condizioni alternative

per quanto riguarda l’orientamento, la geometria, le proprietà dei materiali e i sistemi di

costruzione.

Riassumendo, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio di quelli ’80 quasi tutta l’industria delle

costruzioni non riconoscendo i potenziali benefici di queste nuovi programmi in termini di

capacità di analisi integrata e di riduzione degli errori, si cimenta nell’adozione di software per

il disegno architettonico (come l’Autocad o il Microstation) dando inizio all’era dei documenti

digitali in 2D. Al contrario, l’industria manifatturiera ed aereospaziale aveva compreso queste

potenzialità, decidendo di lavorare con le compagnie di software per implementare questi

sistemi.

Ma è nel 1982 che l’impresa ungherese Graphisoft sviluppa il primo Virtual Building Solution,

conosciuto come “ArchiCAD”.

Si tratta di un software capace di creare una rappresentazione virtuale tridimensionale del

progetto invece del tradizionale disegno bidimensionale, ma soprattutto in grado di

immagazzinare una grande quantità di dati del modello dell’edificio progettato. Oltre alla

geometria, quindi, si ottengono informazioni sia sulla natura spaziale del manufatto che sulle

proprietà e le quantità degli elementi utilizzati nel progetto.

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Il creatore, l’ungherese Gabor Bojar, rilascia la prima versione denominata “Radar/Ch 1.0” nel

1984. Il software, utilizzato per grandi progetti solo diversi anni dopo, risulta di fatto il primo

con caratteristiche BIM su un personal computer.

Alla fine degli anni ’80 viene utilizzata per la prima volta la modellazione parametrica nella

progettazione di impianti meccanici.

In un modellatore parametrico, le caratteristiche geometriche di un elemento si correggono

automaticamente in base ai cambiamenti del contesto, a differenza dei tradizionali CAD 3D,

dove tutto ciò deve essere editato manualmente dagli utenti. Questo concetto si rivelerà come

uno straordinario punto di forza del BIM, che riduce contemporaneamente gli errori e il

tempo di lavoro.

Infatti, un oggetto parametrico, contenendo numerosi dati e regole a esso associate, oltre alle

definizioni geometriche, non permette incongruenze tra il modello e l’insieme dei dati

dell’oggetto. Ciò significa che a ogni modifica fatta da una parte corrisponde automaticamente

un uguale cambiamento nell’altra e viceversa.

Il primo software, con l’intento di importare la potenza della modellazione parametrica per

l’edilizia è stato “Revit”, creato dall’azienda americana “Revit Technology Corporation”,

nell’anno 2000. Il nome dato al programma è una parola composta che sta a significare

revisione e velocità. Gli ideatori, Irwin Jungreis e Leonild Raiz, volevano creare una versione

architettonica del software in grado di gestire progetti più complessi di quelli che poteva

gestire ArchiCAD.

Revit, ha indubbiamente rivoluzionato il mondo del Building Information Modeling con la

creazione di una piattaforma che ha utilizzato una programmazione visuale per la creazione di

famiglie parametriche. Il programma permette di simulare il processo di costruzione, grazie alla

rivoluzionaria aggiunta della quarta dimensione. Uno dei primi edifici che sfrutta

significativamente Revit per la progettazione e la costruzione è stato quello della Freedom

Tower a Manhattan. Questo progetto è stato completato in una serie di modelli BIM separati

ma collegati, in grado di fornire stime dei costi e quantità dei materiali totali, in tempo reale.

ArchiCAD e Revit, risultano ancora oggi i software più utilizzati dalle aziende che progettano,

costruiscono e ristrutturano ogni tipo di opera con la metodologia BIM.

L’espressione BIM, citata più volte, è diventata popolare dal mese di Aprile 2003, quando Jerry

Laiserin, architetto definito l’analista del settore, organizza un dibattito face-to-face tra

l’Autodesk e la Bentley, aziende che commerciano una linea completa di soluzioni software per

la gestione dell’intero ciclo di vita delle strutture e infrastrutture, ovvero per il BIM.

Da quando è stata coniata tale espressione, l’interesse di molti paesi nei confronti di questa

nuova tecnologia è cresciuto esponenzialmente. Stati Uniti d’America, Gran Bretagna,

Australia, Singapore, sono soltanto alcuni nomi di paesi, nei quali un numero sempre maggiore

di aziende sta decidendo di affacciarsi sul panorama BIM.

Le successive versioni dei due suddetti software hanno introdotto numerose e fondamentali

novità.

La più significativa, presente nella versione Revit del 2004, permette alle grandi squadre di

ingegneri e architetti, di lavorare su un unico modello integrato, una sorta di software

Interfaccia grafica di Radar CH 1.0 (1984). Fonte: architectureresearchlab.com

Interfaccia grafica di ArchiCAD 4.55. Fonte: Paulbourke.net “ArchiCAD to Radiance Traslator” scritto da: Paul Bourke, Maggio 1996

Lo sviluppo della progettazione. Fonte: “Validazione del progetto BIM” Tesi di M.Cominetti

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collaborativo. Ciò consente alle grandi aziende mondiali, di poter portare avanti i propri intenti

in tempi rapidi, coinvolgendo un gran numero di progettisti.

In sintesi, utilizzare un sistema BIM significa avere a che fare con la quarta e la quinta

dimensione (rispettivamente, tempi e costi), quindi con la gestione dell’opera, le specifiche

tecniche, le schede caratteristiche, una volta aver inserito tutti i dati e gli attributi nella

modellazione virtuale.

Oltre a quello edilizio, sono diversi i settori che vengono investiti da questa nuova

metodologia, tutti aventi in comune il concetto dell’Information Modeling. Essi sono: il “IIM”

(Infrastructure Information Modeling), il più sperimentato dopo il BIM, che interessa le

procedure delle infrastrutture, il “DUIM” (District e Urban Information Modeling) dedicato ai

progetti urbani a piccola e grande scala e infine, il “LIM” (Landscape Information Modeling)

che si concentra sui paesaggi urbani. Quest’ultimo è quello meno sviluppato, ma per tanti il più

affascinante. L’unico esempio degno di citazione che appartiene al LIM, è il progetto di

bonifica del FreshKills di New York, del dicembre 2013.

Il discorso fondamentale su ciò che accomuna BIM, IIM, DUIM, LIM, e qualsiasi attività

interessata all’Information Modeling, non risiede in questo o in quel software, ma nel

processo, nel metodo, nella procedura, che rendano la progettazione, la valutazione

dell’impatto ambientale, il calcolo delle strutture, la programmazione del cantiere, la

costruzione, lo sviluppo, l’analisi, la gestione etc., di un modello digitale intelligente, chiara,

dettagliata e vantaggiosa dal punto di vista qualitativo, economico e in termini di tempo.

D’ora in avanti ci focalizzeremo solamente sugli aspetti del BIM, senza dimenticare che gli

stessi concetti varranno anche per le infrastrutture, per l’urbanizzazione, i paesaggi urbani etc.

In questi ultimi 10 anni, nel mercato mondiale, sono stati introdotti molti nuovi software in

grado di padroneggiare le tecniche suddette.

Sebbene il concetto generale del BIM, sia ormai al suo trentesimo anniversario, le industrie

hanno cominciato solo ora a rendersi conto dei potenziali benefici della tecnologia.

Dando uno sguardo al passato ci si rende conto che il momento presente è un momento

emozionante per progettisti, programmatori e per tutti coloro che sono in qualche modo

protagonisti di questo settore in continua evoluzione.

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1.2- Definizioni

L’acronimo BIM può essere inteso in tre modi diversi: il già citato Building Information

Modeling, il Building Information Model e il Building Information Management. C’è in realtà

un quarto termine che citiamo per completezza, ovvero il BIMM (Building Information

Modeling and Management).

Chiariamo quindi gli aspetti e le differenze dei suddetti metodi, affinchè non si crei confusione.

Come detto il Building Information Modeling è il processo, il metodo, l’attività, che

coinvolge i dati associati ad un edificio per tutto il suo ciclo di vita. Un nuovo approccio, in

grado di descrivere e visualizzare le informazioni necessarie a progettazione, realizzazione e

gestione, facendo partecipare 3D, 4D e 5D. Riesce ad unire tutte le informazioni

immagazzinate all’interno della costruzione in un unico ambiente operativo. Se si vogliono

sfruttare al meglio i benefici che può generare questo insieme di processi, deve essere

consolidata la comunicazione

tra i diversi partecipanti al

sistema. La quantità di

informazioni deve viaggiare

tra i soggetti a livelli

differenti, per cui vengono

utilizzati dei modelli creati da

tutti i partecipanti al processo

edilizio, in tempi diversi e

anche con scopi non uguali

tra loro, per far sì che venga

garantita la qualità,

l’efficienza e la coerenza

attraverso l’intero ciclo di vita

del manufatto.

Affinché venga rispettato

tutto ciò è necessaria una

comprensione comune dei processi di costruzione.

Gli architetti, gli ingegneri, i costruttori e fabbricatori, e infine i proprietari sono gli attori

principali di questi processi. Essi devono poter comunicare immediatamente, in maniera

automatica, senza nessun impedimento. In altre parole devono relazionarsi, senza perdita

qualitativa, con colleghi e partner che utilizzano altri software, mantenendo sempre il proprio

progetto e tutti i dati in esso presenti. Perciò, il lavoro con una metodologia BIM fa in modo

che qualunque tipo di informazione relativa al modello virtuale sia memorizzata in digitale e

adoperata rapidamente per tutte le attività professionali a cui partecipano i diversi attori del

processo edilizio, che collaborano in maniera più efficiente, ottimizzando il progetto.

Solamente implementando questi concetti appena descritti, si possono sfruttare al meglio i

benefici del BIM.

Il percorso usuale di un progetto BIM. Fonte: M.A.DI. Master in architettura digitale. Prof. Maurizio Galluzzo (IUAV - Venezia) - Introduzione al Master

Rappresentazione di un muro in CAD 2D, 3D e con il BIM. Fonte: Anna Osello

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Il Building Information Model è il modello. Un unico immenso contenitore di dati grafici,

una rappresentazione digitale del manufatto con caratteristiche tecniche e funzionali. Infatti

ogni componente dell’edificio che viene generata in digitale, come ad esempio muri, pilastri,

travi, porte e finestre, contiene al suo interno le proprietà tipiche di quell’oggetto. Ad esempio

di un muro multistrato di default si conosce la funzione di ogni singolo strato, lo spessore, il

materiale; dei materiali si conoscono le loro caratteristiche fisiche, termiche, il loro aspetto etc.

Come già accennato in precedenza questo è l’aspetto più rivoluzionario del BIM. In CAD 2D

un muro è semplicemente un rettangolo con un retino disegnato al suo interno, senza alcun

tipo di identità, in BIM un muro è esclusivamente un muro con tutte le informazioni al suo

interno.

Infine, per ribadire ulteriormente il concetto, non ci stancheremo mai di dire che un modello

3D in BIM non è solamente un edificio virtuale da ammirare e da giudicare solo per le sue

forme, ma è un oggetto intelligente con tutti gli attributi intrinseci. Dunque, un modello

tridimensionale privo di informazioni, ossia un modello con rappresentazioni esclusivamente

geometriche quali cubi, parallelepipedi, cilindri etc. non si qualifica come BIM.

L’organizzazione e il controllo nonché la gestione del processo di business, utilizzando le

informazioni provenienti dal digitale per effettuare la condivisione, prende il nome di Building

Information Management. La comunicazione centralizzata e visiva e le esplorazioni delle

opzioni condivise permettono design efficientissimi, sostenibilità, oltre all’integrazione delle

discipline di controllo del sito. Parallelamente va considerato il BIMM ovvero il Building

Information Modeling and Management., ovvero la compresenza degli approcci sopra

esplicitati. Il BIMM conferisce ai sistemi produttivi e ai mercati (al momento solamente esteri)

un notevole incremento di produttività grazie all’analisi, al controllo e alla gestione, con un

approccio tipicamente industriale. Consente la valutazione delle ipotesi alternative per simulare

percorsi differenti senza pagarne gli oneri imputabili alla realtà.

Nei paesi in cui si sta sviluppando maggiormente questo processo, si sta manifestando una

profonda aspirazione di abbattimento dello stato di scarsa produttività industriale che ha

colpito il settore negli ultimi anni.

Le informazioni relative ad un componente d’esempio (Trave HEB 220). Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

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1.3- Gli strumenti informatici

Un processo è considerato BIM quando vengono sfruttati programmi informatici. Le

informazioni devono essere immagazzinate all’interno di un database, incluso nei software.

Prima di passare a una disamina delle applicazioni BIM più importanti nell’ambito della

progettazione architettonica, è utile chiarire e approfondire le differenti caratteristiche tra i

sistemi CAD e gli strumenti BIM. L’obiettivo principale delle applicazioni CAD è la

rappresentazione 2D delle geometrie degli elementi costruttivi di un edificio, attraverso

l’utilizzo di elementi grafici come linee, archi, circonferenze, simboli ed altro. Allo stesso modo

CAD 3D si focalizza quasi interamente sulla creazione di elementi geometrici (entità 3D) in

supporto alla visualizzazione: in tal senso, il passo successivo si orienta verso la creazione di

rendering realistici e filmati. Un modello geometrico siffatto, può essere anche utilizzato come

base per simulazioni energetiche e strutturali, per scoprire eventuali collisioni tra i solidi,

estrarre informazioni relative ad area, peso, volume, ma senza un’identificazione automatica

dei dati (può essere fatta solo in maniera manuale). Risulta pertanto evidente il basso livello di

informazioni in esso contenuto e quindi utilizzabile ai fini progettuali.

Un’evoluzione degli strumenti CAD, è rappresentata da OOCAD (CAD Object-Oriented),

sistemi molto affini alle logiche BIM, che ne rappresentano in tal senso un prototipo. Le

applicazioni OOCAD consentono di creare elementi specifici degli edifici in grado di

riprodurne il comportamento, con attributi, non solamente grafici. Inoltre il concetto del tutto

nuovo di “geometria 3D parametrica”, con un preciso codice di regole e variabili dimensionali,

permette di parlare di “intelligenza” degli oggetti e consente la rappresentazione di complesse

relazioni non solo geometriche, ma funzionali tra i diversi elementi costruttivi. Per quanto

appena detto, i muri, ad esempio, sono oggetti che possono essere allungati, uniti, e ad essi

possono essere associate delle proprietà specifiche come materiali, colori e il fattore isolante.

Essi sono poi considerati oggetti ospitanti, per cui possono accogliere oggetti che invece

vengono classificati ospitati (ovviamente porte, finestre etc.). Molti programmi di

progettazione BIM aderiscono a questa logica imprescindibile: un oggetto considerato ospitato

deve obbligatoriamente essere inserito all’interno di uno ospitante, altrimenti non può essere

accettato dal programma, pur cui non viene inserito nel progetto. Nella logica OOCAD,

inoltre, oggetti astratti come gli spazi, possono essere definiti attraverso specifiche relazioni tra

gli elementi fisici dell’edificio, identificati e descritti con area, volume e destinazione d’uso.

Risulta quindi evidente, come, catturare una simile quantità di informazioni, relazioni e

comportamenti è semplicemente impossibile attraverso le precedenti applicazioni CAD.

Il BIM è l’ultima generazione dei sistemi OOCAD. Un Building Information Model si

propone di fornire un'unica, logica e coerente sorgente di informazioni associate all’edificio e

all’intero processo edilizio: progettazione, esecuzione, manutenzione.

In aggiunta rispetto i contenuti dei modelli CAD 3D object-oriented, in un modello BIM

troviamo anche le specifiche di capitolato, le specifiche particolareggiate degli elementi

dell’edificio, i dati economici ed i piani di lavoro; quindi tutte le informazioni relative a un

progetto all’interno di un unico database digitale.

In conclusione a quanto descritto finora, è doveroso sottolineare la possibilità, attraverso

l’utilizzo di qualsiasi applicazione BIM, di mantenere coerenti tra loro in relazione a ogni tipo

di aggiunta o modifica all’edificio virtuale le rappresentazioni (piante, sezioni, prospetti) del

modello. Questa è un’ulteriore e importante differenza con i software CAD tradizionali, in cui

la correlazione tra le diverse viste non è mantenuta dal sistema, ma dall’utente.

Chiariti definitivamente gli aspetti più importanti sul piano delle possibilità e delle differenze

tra le logiche e le funzionalità dei sistemi CAD e BIM, possiamo finalmente inoltrarci in una

disamina degli strumenti BIM più conosciuti e utilizzati nell’ambito della progettazione

architettonica:

Autodesk Architectural Desktop è un software di passaggio dal CAD al BIM. Il modello

dell’edificio viene creato come una raccolta di disegni collegati tra loro e che ne

rappresentano nella fattispecie una porzione. Questi disegni infatti, vengono aggregati

attraverso precise logiche, per generare visualizzazioni aggiuntive dell’edificio, relazioni e

tabelle. E’ un approccio di transizione al BIM, tuttavia è come se al centro dello spazio

Autodesk Architectural Desktop ci fosse un solo Building Information Model. Lo

svantaggio di questo strumento, è rappresentato dalla complessità nella gestione della

raccolta dei disegni e nella loro manipolazione, con la possibilità di commettere errori.

Autodesk Revit è probabilmente il software più indicato, per creare un Building

Information Model completo e integrato. Uno dei punti di forza di Revit è la sua capacità

di coordinare ogni informazione relativa all’edificio in un unico database, fornendo la

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possibilità di vedere immediatamente e in maniera automatica ogni modifica o aggiunta

fatta nel modello, visualizzarla nelle viste associate, rilevare eventuali problemi di

funzionamento e aggiornare qualsiasi dato estrapolato. Come già detto, altro elemento

portante di Revit è lo sfruttare la "quarta dimensione", cioè il tempo. Si possono infatti

settare le fasi temporali, ad esempio, Stato di Fatto e Stato di Progetto: ogni elemento del

modello può essere creato in una fase e demolito in un'altra, avendo poi la possibilità di

creare viste di raffronto con le opportune evidenziazioni. Inoltre, Revit include tre tipi di

famiglie: di sistema, caricabili e locali. La maggior parte degli elementi creati nei progetti

sono le famiglie di sistema e quelle ricaricabili. Gli elementi non standard o personalizzati,

ovvero componenti univoci, specifici di un progetto corrente, vengono creati utilizzando

famiglie locali. I punti deboli del programma sono rappresentati invece dall'interfaccia

talvolta poco intuitiva e nella qualità dei rendering che pur utilizzando il motore radiosity

non è paragonabile a quella ottenibile con software dedicati. Autodesk ha creato tre diverse

versioni di Revit per differenti rami di progettazione edilizia: Revit Architecture,

RevitStructure e Revit MEP.

Bentley Systems interpreta il BIM come un modello di progetto integrato da sviluppare

con un’ampia serie di prodotti offerti per architettura, ingegneria e costruzione tra cui

Bentley Architecture, Bentley Structural, Bentley Building Mechanical Systems, Bentley

Building Electrical Systems, Bentley Facilities, Bentley PowerCivil e Bentley Generative

Components. Bentley Architecture nello specifico è un’evoluzione di Triforma, entrato in

commercio nel 2004.

Graphisoft ArchiCAD è un programma BIM di architettura, inizialmente e fino al 1995

col nome di Radar/Ch. Il prodotto permette all'utente di creare un edificio virtuale

utilizzando elementi "reali" come muri, solai, tetti, porte, finestre e mobili. Il programma

viene fornito con una grande varietà di oggetti personalizzabili pre-confezionati, che

l'utente può creare anche autonomamente. Archicad, tuttavia, è visto come uno dei

molteplici strumenti che orbitano intorno a un modello virtuale dell’edificio, piuttosto che

come l’archivio d’informazioni centrale per l’intero processo edilizio. La maggior parte della

modellazione avviene posizionando gli elementi dell’edificio nelle viste 2D relative ai

diversi piani, ma al tempo stesso viene creato automaticamente il modello 3D, su cui è

possibile peraltro, apportare direttamente delle modifiche.

NemetschekAllPlan analogamente agli altri programmi BIM, partendo da un modello di

edificio intelligente, consente di creare comodamente analisi di computo metrico, estrarre

sezioni e viste dal modello 3D, presentare il progetto con visualizzazioni foto realistiche e

con svariati effetti di luci e ombre. Caratteristica peculiare di AllPlan è quella di consentire a

software di progetto e analisi di altre case, di interfacciarsi con gli oggetti del modello. Il

database è infatti “avvolto” dallo strato Nemetschek Object Interface (NOI), che supporta

anche oggetti IFC. AllPlan è stato introdotto nel mercato nel 1984.

A questo elenco di applicazioni BIM di progetto architettonico, bisogna aggiungere tutta una

serie di programmi specialistici, utilizzati in maniera interoperabile per fornire informazioni e

analisi ingegneristiche o gestionali. Facciamoci a tal proposito un’idea di alcuni di questi

software:

Autodesk Navisworks è probabilmente il software BIM più utilizzato per l’analisi dei

tempi e dei costi. Si tratta di un programma completo per quantificazione, animazione e

funzionalità di visualizzazione. Una volta che è stato caricato un modello, oltre alla

visualizzazione delle repliche esatte dei disegni e della navigazione in tempo reale, consente

la simulazione accurata della costruzione, con relativa verifica delle interferenze,

mantenendo tutte le parti interessate al progetto sulla stessa pagina digitale. La quarta e la

quinta dimensione vengono analizzate richiamando le informazioni fisiche degli oggetti

precedentemente caricati.

Autodesk QTO (Quantity Takeoff) è stato inglobato in Navisworks a partire dalla

versione 2014. Le versioni precedenti di QTO sono in grado di stimare i costi dei materiali

in modo estremamente veloce, facile e accurato. Caricato il modello, è possibile identificare

un elemento e trovare tutti gli oggetti con le stesse caratteristiche, dividendoli per categoria,

per piano, per materiale etc. Questi possono essere rintracciati all’interno di piante,

prospetti, sezioni e viste 3D importate precedentemente. Gli elementi “catturati” vengono

poi riuniti all’interno delle attività della WBS editabile; una volta inseriti i prezzi unitari di

materiali, manodopera, attrezzature e costi di subcontratti, il programma genera un file

Excel con l’intera lista dei costi delle componenti della WBS.

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Synchro Professional è un altro software di gestione del progetto 4D utilizzato da

organizzazioni leader in tutto il mondo per la costruzione sia di edifici che di infrastrutture,

processi industriali, energia alternativa e progetti minerari. Consente di ottimizzare il piano

del progetto utilizzando in tempo reale la visualizzazione virtuale 4D dello stesso,

permettendo di conoscere l’avanzamento della costruzione senza la necessità di recarsi in

cantiere, in qualche circostanza.

PriMus è un software per il computo e la contabilità dei lavori, il più apprezzato in Italia.

La sua diffusione si deve al formato DCF, capace di scambiare i dati con chiunque. Il

lavoro viene svolto direttamente sul video come sul foglio di carta, o sul modello, in cui

vengono inserite tutte le descrizioni e le misure.

Nel processo di progettazione basato su tecnologia BIM, per l’analisi strutturale si

posiziona Autodesk Robot Structural Analysis. Grazie alle enormi potenzialità degli

strumenti implementati nel prodotto, è possibile calcolare una grande varietà di strutture: si

presta all’esecuzione di semplici analisi di telaio, quanto di complesse analisi a elementi

finiti e alla progettazione di strutture in acciaio e in cemento armato, e garantisce una

perfetta interoperabilità con altri prodotti Autodesk.

AutoCAD Structural Detailing è una versione di AutoCAD appositamente progettata per

la creazione di dettagli e disegni esecutivi di strutture in acciaio e cemento armato. Questa

applicazione supporta il processo del Building Information Modeling per ingegneri

strutturisti, disegnatori e costruttori, permettendo quindi di aumentare la produttività e

migliorare progettazione e documentazione.

ArchibusFM è un sistema informativo per il Total Infrastructure Facility Management.

Vista la molteplicità di funzioni che questo software permette, elenchiamo per semplicità

quelle più attinenti alla nostra trattazione: gestione della proprietà, gestione degli spazi,

l’utilizzo corrente di questi, analizzare e prevederne la necessità di nuovi e paragonare

diverse soluzioni future secondo particolari obiettivi. Inoltre, nello specifico, consente

anche la gestione di arredi e apparecchiature, dall’acquisto alla dismissione (costi,

ammortamenti, leasing, garanzie, assicurazioni), con relativa catalogazione alfanumerica e

grafica. Più importante, ci permette di gestire tutta la fase di manutenzione e operatività

degli edifici in termini di pianificazione, ordini di intervento, assegnazione del personale,

strumenti e priorità. Da un analisi della bibliografia internazionale in termini di Facility

Management, risulta essere, lo strumento più adatto da affiancare ai sistemi BIM per

l’organizzazione in fase di post-construction.

IES Virtual Environment è una software dedicato all'analisi delle performance

energetiche e ambientali degli edifici. Grazie alla compatibilità con i prodotti Autodesk, IES

VE rappresenta uno strumento innovativo per i progettisti che affrontano oggi la sfida

dell'architettura sostenibile e che lavorano con protocolli di certificazione internazionali

quali LEED, BREEAM e Green Star. Il software Virtual Environment simula l'edificio

come un sistema complesso, tenendo conto del clima e della location così come di fattori

quali la luce, gli ombreggiamenti, la ventilazione, l'energia, i costi del ciclo di vita, la

sicurezza degli occupanti e i parametri economici.

Microsoft Project è un software di pianificazione, utile per il Project Management.

Consente di creare, sviluppare e gestire un reticolo di progetto. Permette di produrre ed

usare come strumento di simulazione il diagramma di Gantt del progetto, assegnare le

risorse e calcolare i carichi delle stesse. Inoltre, è in grado di calcolare i costi del progetto e

di visionarne la curva S, quindi di monitorare il progetto sulla base di tempi, risorse e costi.

Il programma dopo aver elaborato tutti i dati inseriti, produce svariati report standard che

possono essere personalizzati.

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1.3.1- Le famiglie parametriche

Un aspetto particolarmente interessante e innovativo è quello che riguarda le “famiglie” di

elementi. In Revit questo concetto è più approfondito rispetto ad altri software di

progettazione.

Una famiglia è un gruppo di elementi con un insieme di proprietà comuni, ovvero i parametri

e una rappresentazione grafica correlata. I diversi elementi appartenenti a una famiglia, o tipo

di famiglia, possono presentare valori differenti per alcuni o per tutti i parametri, ma l’insieme

dei parametri, come nomi e funzioni, è identico.

La categoria arredi, ad esempio, include famiglie che è possibile utilizzare per la creazione di

diversi elementi di arredo, quali scrivanie, sedie e armadi. Anche se le famiglie all’interno di una

categoria, si prestano a più scopi e includano materiali differenti, sono tuttavia correlate.

In fase di modellazione, perciò, quando si vuole inserire un elemento, è necessario caricarlo

dalla sua famiglia.

Un altro concetto fondamentale da citare riguarda la distinzione tra tipi ed istanze di

componenti. I primi considerano le varie differenze tra oggetti della stessa famiglia. L’istanza,

al contrario, indica un singolo oggetto, e ogni modifica vale solo ed esclusivamente per

quell’oggetto.

Prendiamo a titolo di esempio, la categoria dei pilastri strutturali in Revit, per chiarire

definitivamente l’approccio alle famiglie di elementi. Nella voce “famiglie” del menù di

progetto, richiamiamo la categoria “Pilastri strutturali” inseriamo nella Drawing Window (la

finestra di disegno) il tipo “300x450 mm” della famiglia “Calcestruzzo-Pilastro rettangolare”.

Ogni progetto, possiede più pilastri, ovviamente. Una volta inseriti tutti pilastri di uno stesso

tipo di famiglia, all’interno di una maglia precedentemente creata, se si volesse modificare

solamente uno o più pilastri, è possibile farlo, intervenendo sulla tavolozza delle proprietà, una

volta selezionata l’istanza dei pilastri interessati. Se piuttosto, si volessero apportare modifiche

sulle dimensioni oppure ad esempio inserire il produttore, il costo, basterà farlo una volta sola,

all’interno del tipo di famiglia di quel pilastro. Qualora si volessero cambiare alcune

caratteristiche più rilevanti di un tipo di famiglia, si deve dapprima caricare l’elemento per poi

eseguire le personalizzazioni desiderate. Infine, va detto che ovviamente è possibile creare una

famiglia nuova, partendo da zero. Il tempo per completarla è sicuramente molto lungo, ragion

per cui, è più opportuno intervenire su una preimpostata, per poi caratterizzarla secondo i

propri scopi. Ci si imbatte nella creazione di nuove famiglie quando si devono progettare

geometrie esclusive o insolite (ad esempio tetti non standard), ovvero componenti

personalizzati che non si intende riutilizzare.

La metodologia in Revit per modellare una istanza di pilastro. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

La metodologia in Revit per modificare le proprietà di un tipo di pilastro. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

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1.3.2- L’interoperabilità tra i software

Dei software sopracitati e di tutti gli altri presenti nel mercato globale, non ne esiste uno in

grado di assolvere a tutte le funzioni BIM. Nessun software, dunque, può gestire per intero le

informazioni associate ai settori dell’architettura, dell’ingegneria e del management. Nella

maggior parte dei casi, ogni processo BIM, comporta l’utilizzo di più programmi.

L’interoperabilità consente lo scambio reciproco di informazioni, in maniera rapida e

disambigua, tra le figure professionali coinvolte, attraverso software specifici. Rappresenta la

capacità di gestire e comunicare i dati relativi a un progetto, requisito essenziale perché il BIM

venga utilizzato come metodologia di processo.

Nel momento in cui le informazioni non si integrano in un processo collaborativo

complementare, ma risultano in una sequenza di procedure addirittura concorrenziali, gli attori

si scambiano un numero limitato di dati, in maniera non lineare e con rigidi vincoli definiti.

Nel 2004, il “NIST” (National Institute of Standards and Technology), ha stimato che negli

Stati Uniti ogni anno vengono sprecati più di 16 miliardi di dollari nel settore delle costruzioni

a causa di un’inadeguata interoperabilità.

Le basi fondamentali della collaborazione risiedono nel modo con il quale essa è

interscambiata dagli operatori, indipendentemente dagli strumenti progettuali adottati.

Dunque, è assolutamente imprescindibile introdurre un modello generale per la complessità

del processo produttivo all’interno del quale le informazioni siano adeguatamente formalizzate.

Va detto tuttavia, che diversi formati di file perdono svariate informazioni, mentre si spostano

attraverso le piattaforme. Per risolvere questa inefficienza, l’azienda americana IAI

(International Alliance for Interoperability) crea nel 2001 il formato di file IFC (International

Foundation Class) che permette il passaggio da un software BIM ad un altro, venendo

considerato oggi il più adeguato a risolvere le suddette criticità.

In tal modo, la procedura di input dei dati si semplifica notevolmente e qualsiasi applicazione

informatica che interviene nel progetto non ha bisogno di un inserimento completo dei dati,

ma può sfruttare quelli introdotti nel programma CAD/BIM, con conseguente aumento della

sicurezza e riduzione della mole di lavoro.

Attualmente sono due gli approcci che si adottano per lo scambio dei dati.

Se vengono utilizzate le applicazioni fornite da un unico produttore di software l’importazione

è sufficiente per il trasferimento dei dati.

Qualora si utilizzino programmi provenienti da case produttrici differenti è necessario servirsi

del formato IFC, a patto, ovviamente, che questi software siano compatibili con tale formato.

La condivisione dei dati tra i vari settori. Fonte: Anna Osello, Il futuro del disegno con il BIM per ingegneri e architetti, Palermo, Dario Flaccovio Editore, 2012

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1.4- Gestione e competenze

Ogni azienda che decida di affacciarsi sul BIM, ovvero di aggiungere software del tutto nuovi

all’interno dei propri uffici, deve fare i conti con lo stravolgimento delle metodologie di lavoro

nonché con il rinnovamento dei ruoli tradizionali.

L’adozione di questi nuovi sistemi consente di progettare e di disporre della documentazione

necessaria in minor tempo rispetto a quanto succede con gli strumenti CAD. Ciò potrebbe far

pensare ad una riduzione dello staff, in uno studio tecnico che decida di proiettarsi su una

metodologia capace di ridurre notevolmente i tempi di lavoro. Va precisato, che il BIM è uno

strumento e come tale non modifica le competenze richieste per una progettazione. Piuttosto,

offre un’ottima occasione per gestire diversamente e meglio tutto il processo edilizio. Le figure

professionali coinvolte saranno sempre architetti, ingegneri e tecnici aventi una preparazione

adeguata dei software usualmente utilizzati nelle diverse aziende.

Un procedimento basato sul sistema BIM, impone al progettista di fornire le indicazioni

necessarie a garantire che qualsiasi intervento proceda senza inconvenienti: le decisioni

vengono definite durante la fase di progettazione, e non lasciate al cantiere, come accade

quando si procede in maniera tradizionale.

Ovviamente, ogni professionista deve possedere la capacità di avvalersi degli strumenti idonei

e delle potenzialità offerte da questa tecnologia.

A livello aziendale vengono stabilite delle linee guida per assicurare la correttezza dei materiali

prodotti, per risolvere le non conformità e migliorare i processi di lavoro. Ciò significa

sviluppare le risorse da inserire nei processi dal punto di vista delle procedure, dei contenuti e

delle conoscenze per comprendere quali siano gli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Ogni progetto dovrebbe avere un suo BIM Manager come figura cui fare riferimento per

quegli aspetti tecnici che coinvolgono anche altri professionisti che si trovano al di fuori dello

studio di progettazione. Il BIM Manager, quindi, ha un ruolo decisionale per ciò che concerne

la strategia da adottare per concepire e organizzare i modelli durante tutto l’iter progettuale, o

in un punto particolare del processo di progettazione, assicurando l’integrità di tutte

informazioni.

In altre parole, quando si ha un quadro completo delle esigenze, dalla committenza in poi, al

BIM Manager tocca il compito di progettare il flusso di lavoro per il suo team interno e

stabilire l’interazione con i team di lavoro esterni. Questo si declina in diverse attività, da quelle

meramente tecnico-informatiche a quelle di tipo gestionale/contrattuale.

Una volta coordinate le attività tra progettisti, committenti, costruttori, manutentori, i compiti

del BIM Manager sono molteplici: l’integrazione delle informazioni, l’ottimizzazione temporale

e monetaria del progetto, con la riduzione al minimo degli errori, il controllo delle interferenze.

A volte, quando il progetto richiede particolari competenze oppure coinvolge un alto numero

di impiegati, compare un’altra figura professionale con le medesime responsabilità del BIM

Manager: il BIM Coordinator. Quest’ultimo, solitamente, si occupa del coordinamento dello

staff, relazionandosi continuamente con il BIM Manager, o altre volte è solamente assistente

delle varie fasi progettuali.

Vi sono infine, due significative figure professionale che spesso collaborano all’interno dei

processi BIM: Il System Integrator e il Model Manager. Il primo, è un tecnico che possiede

specifiche competenze per la progettazione o la gestione di reti informatiche. Si occupa di

realizzare, le infrastrutture che consentono a diversi sistemi ed ambienti informatici di essere

interconnessi e quindi utilizzabili tra loro. Il suo compito principale è quello di favorire lo

scambio dei dati del modello architettonico alle applicazioni dei consulenti di impianti e

strutture. Il System Integrator crea e gestisce le intranet (le reti interne alle aziende) e

interfaccia ed integra quest’ultime con l’esterno (Internet).

Infine, il Model Manager che si occupa della gestione del modello impiantistico e soprattutto

strutturale e architettonico. Determina le procedure utili all’aggiornamento del progetto,

considerando il lavoro dei consulenti impiantistici e strutturali, sia interni che esterni

all’azienda. Deve avere una consolidata esperienza nella gestione dei progetti affinché il suo

monitoraggio delle prestazioni e delle funzionalità sia utile a prendere decisioni rapide per

perfezionare il modello.

Un semplice esempio di ruoli e responsabilità in un processo BIM viene schematizzato dalla

compagnia di costruzioni britannica “NFB (National Federation of Builders) Training”.

Il sistema fa capo ai datori di lavoro che gestiscono le regole del progetto (employer projects

roles). Avvenuto il contratto, lo schema evidenza le varie responsabilità (tier, ovvero fila). Alla

prima fila, a cui obbediscono tutte le altre, appartengono le fasi di Coordination Management e

Information Management, in cui spiccano le figure del BIM Manager e spesso del BIM

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Coordinator. Essi devono essere dotati di ottime capacità di comunicazione con i clienti e di

comprensione del design e delle questioni tecnico-organizzative che la squadra deve affrontare

durante il processo di progettazione

Di seguito i Design Lead e i Contractor Lead, individui con alto grado di responsabilità che

lavorando con il team di produzione e sottostando ai Manager suddetti, danno forma al

progetto, gestendo la pianificazione, l’allocazione delle risorse e del tempo e rispettando i

termini contrattuali.

Il Design Lead può anche impiegare il ruolo di BIM Manager ed assumersi l’intera

responsabilità di guidare il team di produzione. In questo caso dividerà il suo tempo tra il

lavoro di progettazione e la supervisione del lavoro del personale. Altrimenti sarà un Model

Manager ad assumere questo tipo di incarico.

In ultima fila, i tecnici BIM (BIM Authors), ovvero coloro che lavorano al modello e al suo

ciclo di vita d’interesse. In questo ultimo quadro vi è un ulteriore scissione delle responsabilità.

Quasi sempre tutto il lavoro è sotto il controllo di uno o più Task Team Managers (ovvero,

coloro che gestiscono il lavoro di gruppo) che interagiscono continuamente con i loro

superiori. Di questa categoria fanno parte il System Integrator e di nuovo il Model Manager.

Schema di esempio dell’organigramma dell’azienda “NFB”. Fonte: nfbtraining.co.uk

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1.5- I diversi livelli del BIM

Il governo britannico è l’unico che coraggiosamente si è pronunciato a proposito dei livelli di

implementazione BIM. Ad oggi vengono considerati infatti 4 livelli BIM in cui si possono

riconoscere tutti i progetti.

Il livello “0” riguarda il semplice e ormai conosciutissimo uso di file CAD 2D, con l’aggiunta

di informazioni, difficilmente condivisibili.

Il livello “1” introduce la terza dimensione, come strumento di sola progettazione concettuale.

Il modello 3D, per questo livello, viene utilizzato nella fase di progettazione, per la

visualizzazione e la comprensione da parte del cliente. Non prevede, pertanto, la

collaborazione tra i membri del team di progetto. Raramente il modello 3D è stato utilizzato

oltre la fase di progettazione: questo al fine di assistere i processi progettuali delle

infrastrutture, affinché si potessero garantire che i problemi di coordinamento si potessero

risolvere prima della cantierizzazione. Quest’ultimo è un concetto fondamentale verso

l’obiettivo di ridurre al minimo sprechi e inefficienze nel design e nella costruzione.

Il livello “2” è il livello che più si avvicina al metodo descritto sino ad ora. I modelli sono in

3D ed hanno le informazioni inserite da tutti i membri del team integrato. La collaborazione è

la grande differenza che caratterizza il passaggio dal livello “1”. Per quanto riguarda le

questioni contrattuali, assicurative e legali, non è necessario alcuno stravolgimento delle stesse,

ma solo una revisione per colmare qualche carenza. Come detto in precedenza vi saranno

nuove figure professionali e ciò comporta una modifica ai ruoli e alle responsabilità dei vari

attori.

Infine, l’ultimo attuale livello, il “3”. Con questo grado di definizione, la sfida è quella di

sfruttare al meglio il modello e l’uso collaborativo delle informazioni da esso derivanti.

Ovviamente ciò richiede un perfezionamento dell’interoperabilità tra i software.

Rispetto ai livelli inferiori, in questi termini, sarà possibile effettuare: un’analisi del progetto

sulle condizioni ambientali, i costi automaticamente desunti dal modello, gli aspetti della

sicurezza associati alla costruzione e alla manutenzione dell’edificio e infine, la gestione del

risparmio e altre informazioni utili a migliorare i progetti futuri. Secondo questi ultimi due

livelli, dunque, i processi di progettazione verranno sviluppati in maniera tale che ci siano

metodi chiari che stabiliscano i soggetti e le relative responsabilità esclusive.

Livelli di maturità del BIM. Fonte: Adam Matthews, aicqci.it

Stima dei livelli massimi raggiunti dai più importanti paesi europei al 2013. Fonte: Adam Matthews, aicqci.it

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1.6- La metodologia nei processi esteri, e quella tradizionale in Italia

1.6.1- Sequenze logiche – Il BIM nel Mondo

Come già accennato più volte, i progetti fanno capo ad una singola entità, il modello, che può

essere revisionato da più sistemi informatici contemporaneamente.

I metodi di comunicazione del processo edilizio, presenti nel nostro paese, sono basati quasi

esclusivamente su modelli cartacei. I problemi principali che nascono con i sistemi tradizionali,

in cui la comunicazione è basata su informazioni bidimensionali, derivano dal numero

eccessivo di ore di lavoro per effettuare una valutazione sui progetti preposti includendo la

stima di tempi e costi, l’analisi sul comportamento energetico, i dettagli costruttivi etc.

Nei paesi che hanno adottato la logica BIM, la tendenza più notevole e fortemente discussa nel

settore delle costruzioni, negli ultimi anni, è stata la crescita di metodi di consegna del progetto

con il design-build.

Diverse pubblicazioni che interessano il settore edile, considerando la proiezione attuale,

hanno previsto che il design-build sarà il metodo di consegna del progetto di maggioranza

prima della fine di questo decennio. Questo tipo di metodologia sviluppa informazioni e dati

in tempo reale per la condivisione dei piani di lavoro e permette di ridurre al minimo i rischi

per il proprietario del progetto e di ridurre i tempi di consegna attraverso la sovrapposizione

della fase di progettazione con quella di costruzione. Queste due fasi nella consegna del

progetto sono amministrate dal design-builder, ovvero lo strumento di calcolo a servizio dei

progettisti.

In Italia, un esempio del design-build è rappresentato dall’appalto integrato basato su sistemi a

ruoli integrati, in cui solitamente il committente reperisce le risorse finanziarie e gestisce

l’opera quando essa è terminata, e vi è un titolare unico del contratto, ovvero il costruttore. Si

tratta di un modello condiviso, in cui lo scambio di informazioni tra committente, progettista e

appaltatore avviene sin dall’inizio.

Questa metodologia potrebbe essere il punto di partenza del BIM in Italia, in quanto, tutti i

settori, collaborando sin dalla fase progettuale, dovrebbero essere in grado di relazionarsi con

un unico database dal quale, volta per volta, si inseriscono o gestiscono le informazioni del

progetto.

Per quanto detto, il passaggio al BIM comporta un investimento di risorse economiche e

temporali non trascurabili da parte dei soggetti coinvolti nel processo edilizio. Dunque, i paesi

che hanno deciso in maniera definitiva di intraprendere questo tipo di investimento, hanno

dato vita ad iniziative di tipo nazionali e governative per sostenere lo sviluppo dell’industria

delle costruzioni locale. Gli Stati che più di tutti hanno aderito al BIM sono: Stati Uniti

d’America, Singapore, Australia, Canada, Finlandia, Norvegia, Danimarca e il Regno Unito.

Essi, ad oggi, rappresentano i leader nel mondo su questo tema.

Gli U.S.A. si sono affacciati molto presto sul tema. A partire dal 2003, la (GSA) General

Service Administration, l’azienda che gestisce e sostiene le agenzie federali americane, e che

attraverso gli uffici della PBS (Public Buildings Service) pianifica, progetta e costruisce nuove

opere soprattutto pubbliche, ha divulgato le linee guida che descrivono la metodologia di

lavoro nelle industrie delle costruzioni, stabilendo il programma 3D e 4D BIM.

Sistemi a ruoli integrati. Fonte: Zacchei V., BIM, Sperimentazione di strumenti integrati per la progettazione tecnologica e la gestione del processo costruttivo, Dipartimento di progettazione e studio dell’architettura, Università degli studi di Roma TRE

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La grande considerazione della GSA risiede nei numeri: gli investimenti ammontano a più di

10 miliardi di dollari e i metri quadrati a disposizione sono oltre 340 milioni.

Assicurare che questi dollari vengano investiti con saggezza è fondamentale per un altro

obiettivo imprescindibile: confermare la fiducia del pubblico.

Considerato il ritmo accelerato di sviluppo tecnologico in 20 o 30 anni le applicazioni

hardware e software state-of-the-art che ancora resistono saranno superate e obsolete. Per

questo motivo, è essenziale dal punto di vista della GSA insistere sul fatto che il BIM incorpori

uno standard di dati universale, aperto, per consentire il trasferimento dei dati tra le varie

applicazioni.

A causa degli interessi a lungo termine, PBS sostiene attivamente l'uso di standard aperti che

favoriscono la massima interoperabilità. In quanto istituzione pubblica, PBS vede questo

approccio come un imperativo governativo. Le priorità sono: fare in modo che il settore

privato possa competere apertamente e altrettanto per il nostro business; approvare norme che

promuovono l'interoperabilità e l'efficienza dell'industria; e, infine, incoraggiare lo sviluppo di

un sistema robusto che può evolvere e durare oltre i limiti della prassi attuale. L'uso di

standard di dati aperti e le tecnologie BIM sono quelli chiamati a collaborare per raggiungere

questi obiettivi.

L'emissione delle linee guida suddette sono un passo importante per affrettare l'arrivo di quel

futuro immaginato. La GSA è impegnata a promuovere la standardizzazione dei BIM,

aumentando il suo utilizzo sui progetti, e incoraggiando gli altri a fare lo stesso. L’azienda è

convinta di compiere la missione di fornire un posto di lavoro superiore per il lavoratore

federale e il valore superiore per il contribuente americano.

Le straordinarie ambizioni della GSA e di tutta l’industria delle costruzioni americana sono

confermate dal sondaggio operato dalla McGraw-Hill Construction nel nord America dove è

emerso che dal 2007 al 2012, l’utilizzo del BIM nel settore, è passato dal 28% al 71%. Oltre il

60% degli intervistati ha dichiarato inoltre che i benefici riguardano la fase di progettazione e il

miglioramento della qualità del progetto, della riduzione dei conflitti in fase di costruzione,

ovviamente costi e tempi, etc.

Benefici e adozione BIM nel Nord America. Fonte: autodesk.com

Singapore è lo Stato attualmente più avanzato in termini di regolamentazione del processo. Le

autorità stanno adoperando diversi incentivi affinché per il 2015 il BIM, diventi in pratica uno

standard. Il Construction and Real Estate Network (CoRENet) è la principale organizzazione

coinvolta nello sviluppo del BIM per i progetti governativi. Il suo scopo è quello di fornire

l’infrastruttura necessaria per uno scambio di informazioni veloce e interconnesso tra gli attori

del processo costruttivi e le autorità di governo. Ciò determina una maggiore efficienza e

produttività nella gestione di consegne elettroniche.

In Australia l’attività viene controllata da diverse organizzazioni locali costituite da architetti,

ingegneri, costruttori, proprietari immobiliari, al fine di migliorare l’efficienza, la qualità dei

processi di costruzione, attraverso la fornitura di numerosi servizi, come guide interattive,

strumenti e prodotti. In particolare, nel 2012, l’organizzazione NATSPEC ha diffuso la

National BIM Guide e il BIM Management Plan Template, che indicano il miglior modo di

eseguire un progetto e aiutano a ridurre confusioni, incongruenze da parte di clienti e

consulenti.

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Un paese in cui recentemente si è diffuso il BIM è il Canada. L’attenzione maggiore viene

rivolta verso l’individuazione e la comprensione degli strumenti, soprattutto nella fase

progettuale. Il lavoro a tal proposito che ha scosso maggiormente il settore è stato quello

svolto nel 2011 dal National Research Council che ha pubblicato l’Environmental Scan of

BIM Tools and Standard.

In Europa, i Paesi Scandinavi sono attualmente quelli in cui la tecnologia sta accelerando più

rapidamente rispetto agli altri. La Finlandia, ha conosciuto il BIM già dal 2001, attraverso

l’introduzione di progetti pilota che studiassero e sviluppassero i modelli parametrici e il

formato IFC. Verificata la potenzialità del sistema, se ne è imposto l’uso a partire dal 2007. In

Norvegia, l’uso del BIM è stato promosso a partire dal 2010, adottandolo per tutto il ciclo di

vita degli edifici. Anche il settore industriale è stato spinto ad introdurlo insieme allo standard

IFC.

In Danimarca, la volontà del passaggio alle nuove tecnologie è testimoniata da tre enti pubblici

che hanno iniziato a lavorare sul tema, per la gestione del patrimonio immobiliare pubblico.

Tuttavia ancora non ci sono linee guida che spingano verso l’adozione dei nuovi processi.

Nei bandi di gara danesi, solitamente, non viene richiesta la progettazione BIM. Malgrado ciò,

alcune imprese, locali e non, che hanno partecipato alle gare in questi ultimi anni, hanno deciso

di adottare i nuovi sistemi, risultando quasi sempre vincitrici.

Infine lo stato del Regno Unito, il più attivo in Europa. La strategia del governo britannico è

stata pubblicata dal Cabinet Office, il 31 Maggio 2011. Il rapporto ha annunciato le intenzioni

del governo riguardo al mondo delle costruzioni: collaborazione BIM 3D obbligatoria (con

tutto il progetto e le risorse delle informazioni, documentazione e dati che sono elettronici) sui

suoi progetti a partire dal 2016. Da questa data, su tutte le attività del settore degli appalti

pubblici e privati, dunque su infrastrutture, ristrutturazioni e nuove costruzioni è obbligatorio

presentare una documentazione con tutte le caratteristiche del secondo livello BIM.

Gli obiettivi a breve termine prefissati dal governo per i prossimi anni riguardano in particolar

modo la modernizzazione dell’ambiente, la riduzione della spesa pubblica e l’abbattimento

delle emissioni di CO2.

Le associazioni “CPIC”, “RIBA” e “Building SMART” sono responsabili di fornire la migliore

guida pratica di informazione, sulla produzione edilizia. Esse hanno proposto una definizione

di Building Information Modeling affinché questa venga adottata in tutto il settore delle

costruzioni.

1.6.2- Lo stato d’arte del BIM in Italia

Nel 2010 le società europee che avevano avuto a che fare con il BIM erano una su tre.

Nel nostro continente, paesi come Francia e Germania, pur non essendo tra i maggiori fautori

delle nuove tecnologie costruttive, stanno cominciando ad utilizzarle e a riscontrarne il valore.

I restanti paesi come Spagna e Italia, stanno interessandosi all’argomento in maniera molto

timida.

Nel Bel Paese, l’efficace utilizzo del BIM nel settore pubblico, ma anche in quello privato, è

legato a diversi fattori nei quali l’Italia trova notevoli difficoltà di adattamento: la disponibilità

di figure professionali in grado di utilizzare al meglio gli strumenti, la disponibilità di tutti gli

operatori (dal committente all’esecutore) a fare affidamento sulle informazioni trattate con le

nuove tecnologie anziché con quelle tradizionali, la volontà di lavorare in maniera collaborativa

e dunque l’adozione di metodologie interoperabili.

Tuttavia in questi ultimi due anni si sta mostrando un lento ma crescente interesse,

proveniente soprattutto dal mondo universitario.

Secondo gli esperti del settore, il modo più semplice e meno rischioso di intraprendere questa

piccola rivoluzione, è quello di guardare agli sviluppi esteri già collaudati per comprenderne le

esperienze andate a buon fine, e per considerare la definizione delle linee guida che indichino

le strategie da adottare. Il primo ostacolo da superare è certamente l’estrema frammentazione e

l’eccessiva complessità delle normative per la pianificazione territoriale e per l’edilizia. I paesi,

ai quali fare riferimento sono partiti da un approccio teso a semplificare l’articolazione

legislativa e ad unificare le regole sul territorio nazionale. Nell’Italia contemporanea stiamo

assistendo alla presenza di un mercato e di un sistema intrinsecamente inefficaci, alimentati da

preoccupanti opacità, a fronte dei processi trasparenti adottati all’estero che hanno causato un

aumento sensazionale della produttività. Lo sforzo che si chiede, soprattutto ad architetti,

ingegneri e geometri è quello di abbandonare in maniera graduale gli strumenti adottati sino ad

ora, considerati ormai obsoleti dalle tante realtà che hanno investito su nuove tecnologie.

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1.7- Finalità e obiettivi: la curva di MacLeamy

La curva Sforzo-Tempo di MacLeamy è utilizzata per illustrare i vantaggi del processo IPD

(Integrated Project Delivery, ovvero consegna del progetto integrato). L’IPD è un’alleanza

collaborativa di persone o strutture aziendali che sfrutta tutta la preparazione di tutti i

partecipanti per ottimizzare i risultati del progetto. Come si evince dalla figura, affiorano le

significative differenze tra un processo tradizionale e uno BIM. Per cui, coinvolgere tutti i

membri di un team di progetto comporta inizialmente un impatto sui costi molto elevato, ma

ha il vantaggio di assicurare una chiarezza invidiabile al termine della fase di pianificazione. Ciò

risulterà essere favorevole nelle fasi successive, con minori impatti economici e minor lavoro.

Al contrario, un processo progettuale tradizionale, prevede un aumento degli sforzi nella fase

definitiva/esecutiva, senza contare il fatto che in fase costruttiva sicuramente non

mancheranno le questioni in cantiere. Le curva discendente 1, mostra il declino dell’impatto

dei costi e le capacità funzionali di un progetto: i primi cambiamenti possono essere

implementati a buon mercato, riducendo i costi in modo efficiente. La linea ascendente 2

dimostra che, con il procedere del progetto, il costo di apportare modifiche cresce

esponenzialmente. Le curve di MacLeamy suggeriscono perciò, di intraprendere il processo

progettuale in ambiente BIM, in quanto nella maggior parte dei casi si rileverà più efficiente di

quello tradizionale. Il livello di incertezza infatti decade verso il basso. Alla chiusura

dell’esercizio finanziario il profilo di rischio è ridotto al rischio di costruzione e di mercato.

Queste considerazioni comportano maggiori benefici all’IPD.

Con un processo BIM il committente trae vantaggi di costi e tempi, oltre a quelli qualitativi cui

corrisponderà un giovamento nella gestione della costruzione.

Per quanto detto, Il Bulding Information Modeling, deve essere necessariamente orientato

secondo determinati scopi e obiettivi. Esso giungerà alla sua maturazione definitiva quando la

collaborazione e l’integrazione saranno contrattualmente attuabili, in modo da non ignorare i

sistemi di convivenza esistenti e i flussi di comunicazione. Il sistema funzionerà quando il

Management prevarrà sul Modeling, l’Information sulla Geometry e il BIM sarà riconosciuto

come metodo e non come strumento.

La curva di MacLeamy: confronto tra l’andamento dell’attuale processo progettuale e gli effetti dell’utilizzo di un sistema BIM in termini di sforzi, tempi e costi. Fonte: bimacademy.it

Illustrazione grafica dell’efficienza dei costi (espressi in dollari) per la freccia verde, nelle prime fasi del progetto a fronte dell’alta spesa per le frecce rosse. Fonte: division4triclinium.co.uk

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CAPITOLO II: APPLICAZIONE SU UN CASO ESEMPLIFICATIVO

2.1- Introduzione

Questo lavoro nasce con l'ambizione e l'obiettivo di descrivere i vantaggi ed eventualmente gli

aspetti negativi, legati all'utilizzo di processi e strumenti BIM, in relazione allo studio di un

caso esemplificativo.

In particolare, la nostra attenzione si è rivolta al progetto di costruzione del nuovo Rettorato

dell'Università di Roma "Tor Vergata". La scelta è nata dall'opportunità di disporre dei disegni

esecutivi dell'opera e dalla possibilità di avere contatti con le figure e i responsabili che vi

gravitano attorno. Nei paragrafi successivi verrà descritta in maniera estesa e dettagliata la

nostra esperienza passando per le sue fasi principali: dall'implementazione del modello

dell'edificio in Revit, fino alla pianificazione e programmazione delle attività di cantiere

attraverso diverse applicazioni, scelte a seconda della necessità di studio e alla possibilità di

interoperabilità, in modo da rendere possibile lo scambio di dati. Ci siamo quindi occupati di

quel particolare momento nella vita dell'opera, in cui si affrontano le problematiche legate ai

tempi, ai costi e alle risorse, il cui studio in letteratura internazionale è diffusamente chiamato:

4D e 5D modeling.

Di cruciale importanza è stata inoltre l'opportunità di lavorare in due, simulando il tal maniera

il modus operandi di un team di progetto, seppur a tratti con limitazioni, ma con la possibilità di

affrontare e chiarire ulteriori aspetti.

2.2- Il progetto del Rettorato dell'Università di Roma "Tor Vergata"

2.2.1- Inquadramento dell’opera

Il progetto del nuovo Rettorato dell’Università di Tor Vergata, nasce in quanto l’edificio

attuale è in affitto ed ospita la direzione amministrativa, la sede dell’Ateneo e la Facoltà di

Giurisprudenza.

L’impianto del Rettorato si colloca all’interno del comparto 14 del comprensorio Universitario

di Tor Vergata che presenta una estensione complessiva di 93.331 mq. il cui perimetro è

delimitato dalle vie di Tor Vergata ad ovest; via Cambridge a nord; via P. Gismondi ad est e

via Cracovia a sud. Il progetto del Rettorato si attesta su una volumetria totale urbanistica di

mc. 88.066 cui corrisponde una superficie di mq. 22.016.

La planimetria del complesso degli edifici del Rettorato si compone di due stecche di edifici

perpendicolari tra loro, destinati ad uffici, che costituiscono lo sfondo attraverso cui viene

valorizzato l’edificio centrale a forma di sfera, la cui destinazione prevede la sede dell’Ateneo.

L’insieme degli edifici a 5 piani fuori terra, si adagia su una costruzione a piastra costituita da

due livelli che, oltre a superfici destinate a parcheggi nei seminterrati, determina alla quota più

alta una piazza che sviluppandosi tra gli edifici sopra descritti, consente di individuarne i

collegamenti esterni e gli ingressi.

In sintesi la composizione del progetto può essere riassunta in tre elementi:

- la piastra dei parcheggi con la piazza sovrastante;

- la sfera;

- le stecche.

Prima di passare a una disamina dei caratteri principali dell’opera, bisogna fare le dovute

specificazioni. La considerevole estensione del complesso del Rettorato, ci ha portato a

scegliere solamente una parte di esso, come oggetto del nostro studio. In tal senso ogni

rappresentazione di progetto si riferirà all’edificio denominato “edificio D”, di cui alla fine

della trattazione riportiamo le tavole costruttive redatte attraverso l’utilizzo di Revit.

Le tavole rappresentano solamente ciò che è stato modellato ai fini delle fasi successive. Non

sono state pertanto aggiunte linee di dettaglio, onde migliorare la realizzazione grafica delle

stesse, altrimenti si sarebbe snaturato il senso di questo lavoro, che al contrario, mostra nella

sua forma originale la rappresentazione in formato BIM. Tuttavia per permettere la stampa

delle tavole è stato necessario convertire i file Revit nel formato DWG, non essendo le

copisterie fornite, per la lettura di un progetto RVT. Non pochi sono stati i problemi di

interoperabilità in questa fase, soprattutto per quanto riguarda i layer, che spesso perdevano le

proprietà di partenza. Se vogliamo lavorare in BIM quindi, tutto il contesto deve muoversi in

questa direzione.

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La piastra

Da un punto di vista funzionale all’interno della piastra, sono previsti:

- Il livello -2 con altezza netta di 3,00 metri (a partire dalla quota -3,50 metri), completamente

interrato, ospita i parcheggi con rampe di accesso e di uscita. I collegamenti verticali pedonali

di ogni compartimento con i piani superiori, avvengono tramite due nuclei, costituiti ognuno

da un vano scala ed un vano ascensore. Il perimetro esterno di tutto il piano è costituito da

muri di contenimento in cemento armato.

La maglia strutturale è scandita dal ritmo dei pilastri che hanno campate non omogenee che si

presentano con un interasse di 6,60 x 5,00 m. al di sotto delle due stecche, e di 6,60 x 6,60 m in

tutto il resto del piano. Il pavimento sarà rifinito con uno strato di cemento industriale.

- Il Livello -1 con un’altezza netta di 3,70 metri, prevede l’interramento di quasi tutto il suo

perimetro. La volontà progettuale è quella di creare da questo piano l’accesso principale alla

sfera che avviene tramite una scalinata monumentale che avrà anche la funzione di accoglienza

per gli spettatori ed i partecipanti agli eventi che si potranno svolgere in quest’ area. L’area, di

circa 6000 mq, ha la funzione principale di piazza di accesso. La pavimentazione è prevista

essere in pietra naturale, tipo travertino di grossa pezzatura dello spessore di 2 cm minimo.

La Piazza

Sulla piazza svettano i volumi degli edifici.

La piazza svolge la doppia funzione di attacco a terra dell’edificato e quella di copertura dei

due piani interrati. Lungo tutto il suo perimetro si sviluppa un piano inclinato, composto da

rampe piantumate a verde, che ha la funzione di raccordo tra il piano di campagna ed i piani di

progetto. L’intera pavimentazione è prevista in pietra naturale tipo travertino dello spessore di

2 cm e di grande pezzatura.

La Sfera

La sfera, che descriviamo solo per completezza, per i motivi sopra specificati; ha un’altezza

complessiva di 36.50 m e si sviluppa su 5 livelli. Essa si basa su un doppio sistema strutturale:

- quello esterno a scheletro indipendente metallico a scarico puntiforme ottenuto mediante

l’utilizzo di costoloni che assieme a travi dello stesso profilo creano una maglia sferica spaziale.

- il sistema strutturale interno è formato invece da una cupola con sezione ad arco ribassato,

costituita da costoloni in trave reticolare spaziale, che copre l’intera luce della sala conferenze

di circa 30 metri. Questa cupola rappresenta inoltre il sistema strutturale portante dei piani

superiori costituiti da due cerchi concentrici di pilastri.

Le Stecche

L’insieme architettonico che fa da quinta al nucleo centrale sferico, è composto da quattro

edifici aventi un’elevazione di 16,50 m dalla quota 0 del terreno corrispondente, per quattro

piani fuori terra e un terrazzo. Il progetto è caratterizzato da grandi vuoti in corrispondenza

delle tre vie di accesso principali enfatizzati dall’inclinazione dei setti che li delimitano.

I setti svolgono, oltre la funzione statica, anche quella di distribuzione verticale degli impianti

da un piano all’altro. L’andamento dei piani segue questa traiettoria diagonale su tutti i fronti

proprio a voler indirizzare l’attenzione sulla sfera, che è il nucleo dei volumi circostanti.

L’involucro di facciata dei quattro edifici è costituito da serramenti in alluminio con vetro

duplex.

I piani primo, secondo e terzo alle quote +8,50, +12,50 e +16,50 non differiscono molto tra di

loro sia per le funzioni che per le finiture. Sono previsti, in tutti gli edifici, uffici a supporto

della direzione e dei dipartimenti, servizi igienici disposti sempre in corrispondenza dei blocchi

dei collegamenti verticali e i locali tecnici in corrispondenza dei setti. Per quanto riguarda le

finiture, la pavimentazione è quasi sempre prevista in pietra naturale.

2.2.2- Caratteristiche tecnologico–costruttive

Il sistema strutturale si sviluppa su una maglia geometrica avente modulo variabile, le

fondazioni sono di tipo diretto, a platea, mentre per le elevazioni è demandato al cemento

armato dei nuclei verticali il compito di controventamento e di irrigidimento del sistema

strutturale metallico fuori terra. Pertanto, lo scheletro portante orizzontale e verticale delle

stecche, prevede telai di acciaio con travi e colonne a doppio T.

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Le strutture orizzontali che si trovano in tutti i piani degli edifici sono:

- solai in lastre piane con travetti elettrosaldati (predalle), alleggerimento in ricorsi di polistirolo

e getto di caldana superiore di spessore globale di 40 cm;

- solai in lamiera grecata;

- solai a soletta piena.

Tutti gli elementi di acciaio che dovranno innestarsi al cemento armato saranno saldati ad

elementi verticali (piastre) annegati nello spessore dei cementi in fase di getto, mentre gli

assemblaggi degli elementi metallici avverranno mediante bullonatura.

Per alcuni materiali di facciata si ricorrerà ad elementi consueti della tradizione costruttiva

romana quali ad esempio il travertino. Per le opere che riguardano le facciate vetrate sono stati

scelti serramenti in alluminio pre-verniciato a superfici continue a montanti e traversi con

valori controllati della trasmissione solare.

In estrema sintesi sono stati previsti i seguenti materiali di finitura:

- Pavimentazioni

1. pietra naturale da taglio;

2. gres porcellanato per tutti gli uffici e per i servizi igienici.

- Murature e partizioni interne

1. blocchi Leca intonacati e tinteggiati per i tavolati del garage e in parte in quota 0.00 m;

2. blocchi di laterogesso per alcune pareti interne e per i servizi igienici;

3. lastre di cartongesso per le pareti divisorie interne

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2.3- L'implementazione del Modello 3D

2.3.1- La creazione del Modello 3D

Il Building Information Modeling, è un metodo basato sulla creazione e l’implementazione di un

modello 3D, che contiene ogni tipo di attributo e informazione, relativi all’opera da costruire. I

progettisti possono quindi disporre di un “database comune”, utilizzabile in ogni fase della vita

dell’edificio.

La realizzazione di un modello di qualità, risulta essere fondamentale, per l’utilizzo e la

gestione ottimale dei dati, ad ogni livello del processo edilizio. E’ ovvio fin da subito, che essa

richiederà il maggior impegno e dispendio di tempo.

Nella prima fase del nostro lavoro, ci siamo occupati di creare nell’ambiente Revit, il modello

3D del Rettorato di Tor Vergata. Questo momento di studio, ci ha permesso di porre l’attenzione

soprattutto sulle problematiche tecniche, legate all’utilizzo di un software BIM, riuscendo in tal

modo a mettere in luce, il metodo corretto di creazione di un modello, in relazione alla

successiva gestione di tempi, costi e risorse. Il BIM Manager non deve creare un modello

digitale fine a se stesso, ma essere un tecnico capace di fare delle scelte in relazione al

successivo impiego dei dati.

Ancora prima di entrare in Revit, abbiamo svolto uno studio dettagliato degli esecutivi di

progetto, cogliendo le caratteristiche strutturali e architettoniche dell’opera.

A questo punto simulando l’interazione e i processi di lavoro tipici di un project team, ci siamo

divisi i ruoli.

Durante questa fase iniziale, l’uno si è occupato della modellazione del telaio in cemento

armato dei piani interrati, l’altro dei setti a tutta altezza dei vani scala e ascensori, dei muri

contro terra e delle fondazioni a platea.

La realizzazione della struttura ha convogliato la nostra totale attenzione, sulla creazione di una

considerevole quantità e varietà di armature: ferri dritti, di ripresa e differenti tipi di staffe, di

dimensioni e diametri diversi. Necessità e limitazioni derivanti dalle tempistiche di lavoro e

dalle capacità dei personal computer, ci hanno portato a fare delle scelte e delle semplificazioni

che documentiamo, per poter restituire una più corretta visione della successiva fase di

management. In tal senso abbiamo deciso di non armare i travetti dei solai e le scale.

Ogni singola armatura è stata dimensionata e posizionata nel modello digitale, attenendoci

scrupolosamente agli esecutivi del Rettorato in costruzione, cercando di restituire un modello il

più possibile fedele alla realtà, con tutte le problematiche di pianificazione e programmazione

che si porta dietro. Tutto quello che si riferisce alla parte strutturale, viene creato nell’ambiente

Revit denominato Structure.

Prima di passare alla modellazione della struttura portante in acciaio fuori terra, delle chiusure

verticali, delle partizioni interne e di tutto quello che concerne la parte puramente

architettonica, i file delle strutture in cemento armato, su cui abbiamo lavorato separatamente,

sono stati uniti.

Questa operazione ci ha permesso di valutare l’effettiva possibilità di scambiare dati e

proprietà degli oggetti creati, all’interno di Revit, senza perdite o modificazioni e in tal modo,

di poter dimezzare i tempi di modellazione.

Una strada che abbiamo lasciato inesplorata, consisteva nella possibilità di lavorare creando un

workset, ovvero di operare in contemporanea su un file condiviso. In effetti, è questa la scelta

più idonea per operare all’interno di un project team, di cui noi abbiamo colto e applicato i

fondamenti più rudimentali e meno complessi, soprattutto per non perdere di vista il vero

obiettivo del nostro lavoro: la successiva pianificazione e programmazione di tempi, costi e

risorse.

Mentre terminava la modellazione della struttura in cemento armato, abbiamo creato il

pacchetto dei solai a predalles. In questa fase, sono nati alcuni problemi di ordine tecnico, legati

Modellazione in Revit: telaio in c.a. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

Modellazione in Revit: le strutture in c.a., telaio e setti, completata l’unione. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

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oltre che alla conoscenza del software, anche alla scelta del metodo migliore di operare in vista

delle successive utilizzazioni. A tal proposito abbiamo ricevuto delle delucidazioni da tecnici

più esperti, che hanno posto la nostra attenzione su alcuni punti; Revit, ma più in generale

qualsiasi software BIM di modellazione, per essere sfruttato al meglio, durante il processo

edilizio e permettere un’estrazione ottimale dei dati, richiede di seguire una regola base di

modellazione: crea come se stessi costruendo a un livello di dettaglio il più elevato possibile. Tornando al

problema del solaio a predalles, è ovvio che, modellare separatamente i travetti, i ricorsi in

polistirolo espanso, lo strato di predalle e la caldana, piuttosto che un oggetto contenente gli

stessi strati, ma considerati un pacchetto unico, permetta una successiva utilizzazione dei dati

in maniera più libera e dettagliata.

Continuando a separare le mansioni di modellazione, siamo passati alla creazione della

struttura portante in acciaio fuori terra da una parte, mentre dall’altra si procedeva alla

realizzazione delle chiusure verticali, delle partizioni interne e delle finiture.

Prima di continuare a passare in esame le diverse fasi della modellazione, con le relative

considerazioni e problematiche, bisogna fare le dovute specificazioni. Revit contiene al suo

interno per ogni oggetto che costituisce l’opera da costruire, delle famiglie preimpostate, ovvero

diversi tipi di pilastri, travi, muri, pavimenti, porte e oggetti di dettaglio e arredo, già presenti

nel database del programma; è ovvio che per un edificio come il Rettorato composto da una

serie di proprie specifiche tecnologie, abbiamo dovuto creare nuove famiglie di oggetti, con le

dimensioni e gli attributi, tra cui materiale, aspetto e caratteristiche termiche e meccaniche,

dell’elemento di progetto del Rettorato. Questo punto risulta essere fondamentale, per capire in

maniera approfondita, l’utilità derivante dalla creazione di un modello: esso non è solo una

serie di geometrie che restituiscono un 3D, ma contiene tutta una serie di attributi, che

permettono di ricreare all’interno dell’ ambiente digitale del software, un modello totalmente

identico all’edificio reale in ogni sua caratteristica. E’ appunto questa l’innovazione e la

maggiore differenza dalle tradizionali applicazioni di progettazione e disegno architettonico.

Dopo aver modellato ogni singola trave, pilastro e biella della struttura in acciaio, secondo le

necessità progettuali, ci siamo trovati di fronte a un problema di natura tecnica, che dopo

alcune ricerche, soprattutto all’interno dei forum che trattano l’argomento, abbiamo imputato

all’utilizzazione di Revit versione studenti, che non avendo tutte le funzioni della piattaforma a

pagamento di Autodesk, presenta delle limitazioni e dei bug di sistema. Difatti nell’unire la

struttura d’acciaio al resto dell’edificio, ovvero reiterando il processo di collegamento tra due

file Revit, saltavano le giunzioni. Il problema è stato risolto ricollegando ogni giunto nel file di

destinazione, ma è evidente che in un programma che dovrebbe diminuire i tempi di

progettazione, non si devono verificare questo tipo di problematiche. La realizzazione delle

chiusure, delle partizioni e delle finiture, non ha presentato particolari difficoltà. L’unico

Modellazione in Revit: unione con i file delle fondazioni a platea e dei muri di contenimento; modellazione dei solai predalle. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

Modellazione in Revit: attributi del calcestruzzo gettato in opera R40. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

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accorgimento, che ricalca le precedenti considerazioni fatte per i solai a predalle, riguarda

l’attenzione a creare diverse stratificazioni di pavimenti o muri e non dei pacchetti unici, in

linea con la successiva possibilità di avere una migliore possibilità di gestione dei dati legati a

ogni strato del pavimento o del muro. Precedentemente a tutta la fase di realizzazione della

parte architettonica dell’edificio sono stati creati anche i solai in lamiera grecata e quelli a

soletta piena, presenti nei piani fuori terra.

Nel nostro lavoro abbiamo deciso di non modellare la parte impiantistica dell’edificio, e

tralasciare anche porte e serramenti, che verranno successivamente presentati come attività di

fornitura in opera. Ponendoci quindi nei panni dell’ufficio tecnico di un’impresa x,

responsabile dei lavori di costruzione, abbiamo modellato solamente ciò che sarà oggetto di

pianificazione da parte dell'impresa stessa. Ciò che è in subappalto o oggetto di fornitura in

opera è stato tralasciato o modellato in maniera approssimativa, tenendo conto che in fase di

programmazione, quantità e i relativi tempi di realizzazione saranno forniti da terzi.

Questo tipo di scelte mostra fin da subito come la fase di modellazione debba svolgersi in

previsione di tutte le fasi di pianificazione e programmazione successive.

Modellazione in Revit: struttura portante in acciaio. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

Modellazione in Revit: collegamento della struttura portante in acciaio. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

Modellazione in Revit: modello ultimato. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

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2.3.2- La Clash Detection

Prima di passare alla fase operativa del progetto, in cui si parlerà di pianificazione,

programmazione e gestione di risorse, costi e tempi, bisogna necessariamente descrivere e

chiarire un concetto del tutto innovativo, che entra a far parte del processo di progettazione,

ed edilizio più in generale.

La clash detection, è una voce importante e integrante del processo di progettazione BIM e

nasce dal fatto che, nella modellazione BIM, non c'è un solo modello, ma diversi, che sono alla

fine integrati in un modello master composito. Nel Rettorato abbiamo visto il modello

strutturale combinarsi con quello architettonico, ma ovviamente il discorso si amplia anche a

tutte le altre discipline che intervengono durante la progettazione dell'edificio: ingegneria

energetica, ambientale ecc.

Da qui la necessità di rilevare se elementi di modelli separati occupando lo stesso spazio,

entrano in conflitto o possiedono parametri tra loro incompatibili. Trovare queste

incongruenze è di vitale importanza, in quanto avrebbero un impatto fortemente negativo sul

processo di costruzione, causando ritardi, modifiche di progettazione, costi aggiuntivi per i

materiali e sforamenti di bilancio.

La clash detection non è un concetto nuovo, è solo che, tradizionalmente, la rilevazione di

incongruenze ha luogo in cantiere, quando "la trave che l'ingegnere strutturale progetta è

proprio sul percorso delle unità di aria condizionata" ed è già troppo tardi per intervenire

senza conseguenze onerose.

Nella modellazione BIM, la rilevazione degli scontri avviene durante la fase di progettazione, in

modo che le questioni di costruibilità possano essere risolte prima dell'esecuzione,

risparmiando ingenti somme di denaro, tempo e producendo un edificio di qualità migliore.

Se pensiamo a CAD2D e 3D in cui l'edificio non è altro che una somma di linee e geometrie

prive d'intelligenza e attributi, è chiaro come la rilevazione di incongruenze sia un processo

visivo lasciato al progettista e non uno strumento utilizzabile, integrato nel software,

totalmente automatico, efficiente e con un altissimo grado di precisione.

L'idea alla base del funzionamento degli algoritmi di rilevamento è piuttosto semplice:

fondamentalmente, intorno ad ogni oggetto è disegnata una forma e quindi il programma

controlla per vedere se vi è una sovrapposizione geometrica/spaziale. Più la forma è semplice,

maggiore è la velocità dell'algoritmo di rilevazione.

La clash detection in BIM interessa tre tipologie di scontri:

- Hard Clash

- Soft Clash

- Clash 4D\Workflow

L'hard clash è esattamente la rilevazione di scontri e incongruenze tra due oggetti di discipline

differenti che occupano lo stesso spazio.

Occorre tuttavia specificare che questa tipologia di rilevamento, non avviene solamente tra

elementi appartenenti a modelli differenti, ma interessa altresì oggetti che non sono

semanticamente compatibili: è possibile modellare l'intersezione tra due tubazioni in cui scorre

acqua, ma non tra due in cui passano fluidi diversi.

Precedentemente, è stata messa in luce la necessità nel corso della modellazione dell'opera, di

lavorare a un livello di dettaglio elevato, affinchè siano restituite sufficienti informazioni in

Clash detection: interferenza tra una tubazione e una trave in acciaio. Fonte: digitalsurveys.co.uk

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ogni fase del processo edilizio: questo accorgimento risulta essere, inoltre, estremamente

importante, anche per la precisione e l'efficacia della clash detection.

La soft clash si riferisce a oggetti che richiedono maggiori tolleranze geometrico/spaziali.

La clash 4D/workflow, che ci interessa molto da vicino, si ricollega invece alla capacità di un

software BIM, di risolvere conflitti anche in fase di pianificazione dei lavori: problemi relativi

all'approvvigionamento di materiali, mezzi e attrezzature e ad altre questioni di progetto, come

la giusta congruenza e correlazione tra i tempi d'esecuzione stimati.

Ci sono due differenti tipologie di software che permettono la clash detection:

- Della prima tipologia fanno parte tutti quei programmi, in cui ha luogo anche la fase di

modellazione dell'edificio;

- La seconda interessa i software che integrano il modello, ma utilizzano strumenti all'interno

di una piattaforma distinta: sono programmi specialistici che eseguono solamente la verifica

delle interferenze.

Nel primo caso la clash detection è limitata a causa della scarsa capacità della maggior parte dei

software di progettazione e di modellazione BIM di integrare modelli di diverse case

informatiche. Difatti, diverse discipline del team di progettazione e costruzione faranno il loro

lavoro su piattaforme software differenti: la squadra strutturale può utilizzare Tekla, il modello

architettonico può essere costruito con Revit, l'appaltatore elettrico può utilizzare Bentley, gli

ingegneri HVAC possono servirsi di Graphisoft. Queste applicazioni non parlano direttamente

tra loro e quindi non possono avvisarsi l'un l'altra se si verificano scontri.

E' per questa ragione che i software specialistici hanno motivo d'esistere, avendo generalmente

strumenti di rilevazione scontri più potenti e sofisticati. Tuttavia questo tipo di programmi

sono per lo più a senso unico: i differenti modelli possono essere infatti importati, ma non

modificati ed esportati, visto che l'unica funzione è quella di rilevare le interferenze.

Le problematiche relative all'interoperabilità sono sempre all'ordine del giorno e anno dopo

anno le case informatiche responsabili dei diversi software BIM, stanno rendendo le loro

piattaforme open, così da unificare tutte le discipline all'interno dell'industria delle costruzioni.

L'importanza della diagnosi-scontro nella modellazione BIM non deve essere sottovalutata. E'

stato stimato che, nel settore edilizio, ogni scontro identificato permette di risparmiare circa 17

mila euro su un progetto. Per una grande commessa, 2000-3000 interferenze non sono

insolite. Ecco 34 milioni di euro! Quindi, la comprensione e l'utilizzo di software di

modellazione BIM, con i relativi strumenti per la clash detection, risultano essere fondamentali

per ingegneri, architetti, proprietari e appaltatori.

Clash detection: interferenza tra due tubazioni aventi funzioni differenti. Fonte: logiseek.com

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2.4- La pianificazione operativa

2.4.1- Introduzione al Building Information Management

Il concetto di Project Management è un presupposto oramai stratificato nell'ambito dell'edilizia.

Consolidato all'interno delle imprese che intendono attuare una gestione ottimale del processo

produttivo, vede sempre un maggiore impiego di risorse aziendali per il raggiungimento di

questo scopo, che si giustifica proprio alla luce della possibilità di intervenire a modificare e

riequilibrare il processo costruttivo della commessa, durante ogni momento e ad ogni livello

del suo svolgimento. È evidente che un valido sistema di gestione non può essere attuato

senza valutazioni preliminari sull'andamento del progetto: è proprio in questa fase della vita

della commessa che ci siamo inseriti con il nostro studio, descrivendo le moderne tecniche di

management nel campo dell'edilizia, ma attuandole attraverso l'utilizzo di strumenti BIM, così da

renderle più efficienti ed efficaci.

Durante questa fase di pianificazione operativa, si analizzano gli obiettivi della commessa con

l'individuazione degli elementi caratterizzanti e si crea un modello di sviluppo previsionale, al

fine di valutare l'andamento complessivo del progetto in fase di esecuzione.

La creazione di un modello di sviluppo ottimale del processo costruttivo per il raggiungimento

degli obiettivi aziendali, permette così di avere un elemento di confronto con l'andamento

reale della commessa. Valutando preventivamente le risorse necessarie all'esecuzione dell'opera

è inoltre agevolata la corretta elaborazione delle attività che costituiranno il processo di

costruzione, consentendo l’imputazione realistica e completa di costi e tempi alle attività

individuate.

2.4.2- La scomposizione del progetto

La prima attività importante per la pianificazione operativa, è la creazione di un modello di

scomposizione del progetto che consenta, successivamente, una corretta e reale schedulazione

delle attività costruttive ed un efficiente ed effettivo controllo dell'avanzamento dei lavori, nel

rispetto degli obiettivi prefissati. In assenza di un'adeguata scomposizione del progetto, ci

sarebbe un' incompleta identificazione delle attività di progetto che condurrebbe

inevitabilmente a:

- un'inaffidabile schedulazione delle attività;

- un riscontro di anomalie in fase esecutiva;

- una serie di conseguenti azioni correttive inutili.

Ciò causa la necessità di riattribuire le risorse in corso d'opera e posticipare le attività previste

ritardando il raggiungimento degli obiettivi temporali prefissati. La predisposizione di un piano

di lavoro coerente consente di eseguire il controllo di costi e tempi in fase di esecuzione;

infatti, la mancata previsione di alcune attività ed il loro adattamento in fase di esecuzione,

compromette la possibilità di effettuare rilevamenti idonei e adottare le scelte adeguate al fine

di mantenere inalterato il risultato economico finale.

Questa fase di scomposizione passa necessariamente per un'identificazione puntuale delle

unità tecnologiche del progetto, permettendo di impostare un primo livello di piano di

Building Information Management: 4D e 5D Modeling. Fonte: autodesk.com

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realizzazione, in quanto la progettazione e realizzazione dell'edificio deve necessariamente

prevedere la progettazione e realizzazione di tutti suoi componenti.

E' evidente, che attraverso la creazione del modello digitale dell'edificio, questa prima fase di

scomposizione risulta essere immediata e con un grado di precisione massimo. La

corrispondenza con elementi costruttivi, individuabili all'interno dell'ambiente digitale di Revit,

permette rispetto al riscontro con i disegni esecutivi tipici di un metodo di progettazione

tradizionale, di restituire ogni unità tecnologica in maniera univoca e più precisa, grazie anche

al supporto visivo del 3D. Modellazione e scomposizione del progetto sono quindi attività che

vanno coincidendo, completandosi e dettagliandosi vicendevolmente: è indispensabile non

slegare queste due fasi se si vuole da subito avere una visione globale del progetto.

Nelle pagine successive viene riportata la tabella con la scomposizione del Rettorato nelle unità

tecnologiche che lo compongono, secondo il criterio descritto nella norma UNI8290.

Unità tecnologiche Classi di elementi tecnici Elementi tecnici

1.1 struttura di fondazione 1.1.1 strutture di fondazione dirette fondazioni a platea

1.1.2 strutture di fondazione indirette

1.2 struttura di elevazione 1.2.1 strutture di elevazione verticali pilastri in c.a. (30x90; 30x60; 30x180; 50x90; 90x30)

pilastri in acciaio (HE 160A; HE 220B; HE 450B)

strato del muro in c.a. (M9; M9a; M9c)

1.2.2 strutture di elev. orizzontali ed inclinate travi in c.a. (30x55; 30x60; 30x80; 30x100; 40x60; 50x80; 60x35; 100x35; 105x35; 120x35)

travi in acciaio (HE 200M; HE 160B; HE 200A; HE 220B; IPE 200; IPE 220)

solaio predalle

solaio a soletta piena in c.a.

solaio in lamiera grecata

strato del muro in c.a. (M9a)

bielle

1.2.3 strutture di elevazione spaziali

1.3 struttura di contenimento 1.3.1 strutture di contenimento verticali strato del muro di contenimento in c.a. (M9b)

1.3.2 strutture di contenimento orizzontali

2.1 chiusura verticale 2.1.1 pareti perimetrali verticali pareti perimetrali e finiture dei muri portanti (M8; M9a; M9b; M10; M11)

2.1.2 infissi esterni verticali

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2.2 chiusura orizzontale inferiore 2.2.1 solai a terra finiture del solaio (MS16; MS5d)

2.2.2 infissi orizzontali

2.3 chiusura orizz. su spazi esterni 2.3.1 solai su spazi aperti finiture del solaio (MS8; MS7; MS11)

2.4 chiusura superiore 2.4.1 coperture finiture del solaio (MS13; MS15)

2.4.2 infissi esterni orizzontali

3.1 partizione interna verticale 3.1.1 pareti interne verticali pareti di tamponamento e finiture dei muri portanti (M1, M1a, M4, M4a, M4b, M5, M6a, M7,

M8, M8a, M9, M9a, M9c, M10, M11)

3.1.2 infissi interni verticali

3.1.3 elementi di protezione

3.2 partizione interna orizzontale 3.2.1 solai finiture del solaio (MS0; MS3; MS6; MS10; MS4; MS5a; MS5b; MS9; MS6a; MS14)

3.2.2 soppalchi

3.2.3 infissi interni orizzontali

3.3 partizione interna inclinata 3.3.1 scale interne scale in c.a.

3.3.2 rampe interne

4.1 partizione esterna verticale 4.1.1 elementi di protezione

4.1.2 elementi di separazione

4.2 partizione esterna orizzontale 4.2.1 balconi e logge finiture del solaio (MS3a)

4.2.2 passerelle

4.3 partizione esterna inclinata 4.3.1 scale esterne

4.3.2 rampe esterne

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2.4.3- La Work Breakdown Structure

Per la gestione dei progetti è necessario impostare un procedimento sistematico che consenta

di descrivere correttamente tutti i suoi elementi senza alcuna dimenticanza e omissione. Il

metodo più efficace prevede la creazione di una struttura di scomposizione del lavoro,

denominata Work Breakdown Structure (WBS) inizialmente nata per gestire grandi progetti

aerospaziali e militari negli Stati Uniti d'America, utilizzata poi in tutto il settore industriale a

fronte di progetti complessi.

La WBS si può definire come una rappresentazione, in forma grafica o descrittiva, del lavoro

previsto dal progetto, con la suddivisione delle attività in livelli di grado sempre più dettagliato;

in tal modo si ottiene la scomposizione necessaria per le successive fasi di schedulazione e di

controllo dell' intero progetto.

La WBS comprende tutte le attività che formano il progetto, facilitando l'attribuzione delle

responsabilità alle figure che intervengono nel processo edilizio. Prima che il sistema della

WBS venisse applicato, si potevano inserire le informazioni specifiche di competenza ma non

organizzarle in modo omogeneo; esperienze negative nell'applicazione ad alcuni progetti

complessi hanno messo in evidenza tale impossibilità di coordinamento tra differenti

organizzazioni di informazioni.

Si è creata, quindi, la necessità di adottare un'unica suddivisione del progetto, sistematica e

completa, compresa e condivisa da tutti i partecipanti.

Lo schema di codifica previsto (numerico o alfanumerico), deve consentire la corretta gestione

dell'intero sistema con raggruppamenti delle attività in diversi livelli, interfacciabili con svariate

informazioni (dalle scadenze ai costi, dalle risorse alle responsabilità). Uno dei vantaggi

dell'utilizzo della WBS è dato dall'individuazione di una struttura gerarchica, capace di

rappresentare in un quadro completo il progetto, a partire dalle linee generali fino ad arrivare

agli elementi più dettagliati. L'obiettivo finale è l'individuazione di attività elementari facilmente

gestibili:

- per garantire un corretto flusso di informazioni;

- per assegnare in modo puntuale le responsabilità;

- per gestire in modo efficiente l'attività di controllo operativo.

Affinché le attività individuate siano utili al processo di schedulazione e controllo, è necessario

che vengano individuate con il livello di dettaglio necessario in quanto:

- attività eccessivamente dettagliate, oltre ad appesantire il programma lavori, non sono utili al

processo di schedulazione e controllo; ad esempio l'attività di "getto solaio" potrebbe essere

ulteriormente suddivisa in: banchinaggio, posa travetti, posa pignatte, armatura travi, armatura

solaio, chiusura sponde laterali, getto calcestruzzo, maturazione getto e disarmo. Sono nove

attività svolte senza interruzione, dalle stesse risorse, singolarmente di durata minima, con

difficoltà di analisi dei tempi e dei costi; perciò è opportuno indicare la sola voce "getto

solaio";

- attività scarsamente dettagliate non consentono di operare una schedulazione delle risorse; se

per il getto dei vari solai di piano di tutto l'edificio prevedessimo un'unica voce "getto solai"

commetteremmo il grave errore di non considerare tutte le attività concomitanti che hanno

relazione di successione o precedenza con la voce solai; perciò i solai devono essere suddivisi

piano per piano. È necessario inoltre valutare bene le attività in relazione alla loro durata o

incidenza:

- attività troppo "piccole"; capita spesso di dover scegliere se inserire attività la cui durata è

insignificante. In questo caso è necessario valutare se l'attività ha un'importanza tale da essere

inserita comunque (perché costituisce un momento di rischio nella lavorazione, perché

esprime una scadenza contrattuale, perché ha importanti relazioni di dipendenza con altre

attività, ecc.) oppure no;

- attività troppo "grandi"; scavi che superano i centomila metri cubi, costruzioni di più edifici

sono esempi di attività che devono essere suddivise in lotti di lavorazione ed eventualmente

gestite in sotto-progetti.

La WBS ha quindi la funzione di consentire al responsabile di commessa l'esame ed il

controllo sia dei singoli elementi, che dell’intero progetto tramite uno strumento di

visualizzazione univoco. Se ideata ed usata in modo corretto, la WBS può evolvere durante lo

sviluppo del progetto adeguandosi alle necessità che si presentano. Per questo motivo è da

prevedere una procedura di revisione e aggiornamento. La WBS viene strutturata partendo dal

progetto complessivamente considerato e poi scomposto in componenti elementari con livello

di dettaglio crescente. La scomposizione deve seguire principi logici individuati ogni volta con

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riferimento alle specificità del progetto stesso. Ciascun livello di scomposizione deve essere

omogeneo e al termine formare un albero di disaggregazione con una precisa gerarchia. Con la

WBS sono scomposte tutte le attività fino al livello di dettaglio adeguato all'assegnazione, nella

successiva fase di schedulazione, delle risorse disponibili. Sono quindi individuati i compiti per

le attività successivamente oggetto di controllo. Per la gestione contemporanea di un così

elevato numero di informazioni, è utile impiegare un sistema informatico. Si ottiene quindi un

elenco e una codifica delle attività, per il momento senza attribuzione di vincoli, durate e

risorse.

Di seguito l'elenco di attività costruttive necessarie per l'esecuzione e la realizzazione del

Rettorato:

001-Inizio cantiere

002-Preparazione cantiere

002.1- Montaggio della recinzione di protezione esterna con steccato in tavole d'abete, fissato

alla parte inferiore del ponte di servizio o ad apposita struttura metallica indipendente,

compreso noleggio del materiale per tutta la durata dei lavori, trattamento protettivo del

materiale e impianto di segnaletica a norma;

002.2- Montaggio della Gru a torre con sbraccio di 42 m, portata 3200 kg, altezza 43 m;

003-Scavi

003.1- Scavo a sezione obbligata compresa l'estrazione e l'aggotto di eventuali acque, escluso

trasporto a discarica o ad idoneo impianto di recupero: in terreno naturale fino alla profondità

di 6 m;

003.2- Carico e trasporto a rifiuto o ad idoneo impianto di recupero con qualsiasi mezzo

compreso lo spandimento del materiale sulle aree di discarica in condizioni stradali medie fino

a una distanza di 10000 m;

004-Magrone e Fondazioni

004.1- Getto del magrone di sottofondazione eseguito secondo le prescrizioni tecniche

previste con conglomerato cementizio preconfezionato con cemento 42.5 R, per operazioni di

media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, lo spargimento, la

vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera eseguita a perfetta regola d'arte, con il

seguente dosaggio 200 kg/m³;

004.2- Posizionamento delle barre in acciaio per armature di conglomerato cementizio,

prelavorate e pretagliate a misura, sagomate e poste in opera a regola d'arte, compreso ogni

sfrido, legatura ecc.; nonchè tutti gli oneri relativi ai controlli di legge; acciaio del tipo FeB44K

prodotto in azienda in possesso di attestato di qualificazione;

004.3- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di fondazioni continue, compreso armo, disarmante e disarmo, opere di puntellatura

e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a regola d'arte e misurate

secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il calcestruzzo;

004.4- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 30 N/mm² per platee di fondazione, per operazioni di

media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo spargimento, la

vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta regola d'arte, escluse

le casseforme e l'acciaio d'armatura;

005-Muri controterra

005.1- Posizionamento delle barre in acciaio per armature di conglomerato cementizio,

prelavorate e pretagliate a misura, sagomate e poste in opera a regola d'arte, compreso ogni

sfrido, legatura ecc.; nonchè tutti gli oneri relativi ai controlli di legge; acciaio del tipo FeB44K

prodotto in azienda in possesso di attestato di qualificazione;

005.2- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di pareti aventi spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e disarmo, opere di

puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a regola d'arte

e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il calcestruzzo;

005.3- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per pareti di spessore ≥ 150 mm, per

operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo

spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

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006-Strutture del piano -3,50

006.1- Posizionamento delle barre in acciaio per armature di conglomerato cementizio,

prelavorate e pretagliate a misura, sagomate e poste in opera a regola d'arte, compreso ogni

sfrido, legatura ecc.; nonchè tutti gli oneri relativi ai controlli di legge; acciaio del tipo FeB44K

prodotto in azienda in possesso di attestato di qualificazione;

006.2- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di pareti aventi spessore ≥ 150 mm e pilastri, compreso armo, disarmante e disarmo,

opere di puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a

regola d'arte e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il

calcestruzzo;

006.3- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per pareti di spessore ≥ 150 mm e pilastri,

per operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo

spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

007-Strutture del piano -0,10

007.1- Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. dello spessore pari a 5 cm con

blocchi di alleggerimento in polistirolo espanso di altezza pari a 30 cm, compreso getto di

completamento e soletta, h=5cm, in calcestruzzo Rck 40 N/mm² ed ogni altro onere e

magistero per realizzare l'opera a regola d'arte, con l'esclusione delle armature;

007.2- Posizionamento delle barre in acciaio per armature di conglomerato cementizio,

prelavorate e pretagliate a misura, sagomate e poste in opera a regola d'arte, compreso ogni

sfrido, legatura ecc.; nonchè tutti gli oneri relativi ai controlli di legge; acciaio del tipo FeB44K

prodotto in azienda in possesso di attestato di qualificazione;

007.3- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di travi, compreso armo, disarmante e disarmo, opere di puntellatura e sostegno fino

ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a regola d'arte e misurate secondo la

superficie effettiva delle casseforme a contatto con il calcestruzzo;

007.4- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per travi, per operazioni di media-grande

entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo spargimento, la vibrazione e

quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta regola d'arte, escluse le casseforme

e l'acciaio d'armatura;

007.5- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di pareti aventi spessore ≥ 150 mm e pilastri, compreso armo, disarmante e disarmo,

opere di puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a

regola d'arte e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il

calcestruzzo;

007.6- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per pareti di spessore ≥ 150 mm e pilastri,

per operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo

spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

008-Strutture del piano +3,70

008.1- Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. dello spessore pari a 5 cm con

blocchi di alleggerimento in polistirolo espanso di altezza pari a 30 cm, compreso getto di

completamento e soletta, h=5cm, in calcestruzzo Rck 40 N/mm² ed ogni altro onere e

magistero per realizzare l'opera a regola d'arte, con l'esclusione delle armature;

008.2- Posizionamento delle barre in acciaio per armature di conglomerato cementizio,

prelavorate e pretagliate a misura, sagomate e poste in opera a regola d'arte, compreso ogni

sfrido, legatura ecc.; nonchè tutti gli oneri relativi ai controlli di legge; acciaio del tipo FeB44K

prodotto in azienda in possesso di attestato di qualificazione;

008.3- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di travi e solai a soletta piena di spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e

disarmo, opere di puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio;

eseguite a regola d'arte e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto

con il calcestruzzo;

008.4- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per travi, per operazioni di media-grande

entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo spargimento, la vibrazione e

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quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta regola d'arte, escluse le casseforme

e l'acciaio d'armatura;

008.5- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per solai a soletta piena di spessore ≥ 150

mm, per operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il

suo spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

008.6- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di pareti aventi spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e disarmo, opere di

puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a regola d'arte

e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il calcestruzzo;

008.7- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per pareti di spessore ≥ 150 mm, per

operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo

spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

008.8- Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450, con fori, piastre, squadre,

bulloni elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere

murarie e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

008.9- Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio;

008.10- Posizionamento e montaggio delle bielle;

008.11- Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio, con fori, piastre, squadre, bulloni

elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere murarie e

quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

009-Strutture del piano +8,40

009.1- Montaggio del solaio collaborante, in lamiera d'acciaio zincata e grecata con bordi ad

incastro, fornito e posto in opera su predisposta armatura portante in acciaio da valutarsi a

parte, compresi agganci, saldature, tagli a misura, sfridi, spezzoni di tondini a cavallo delle

testate, conglomerato cementizio per riempimento e per sovrastante soletta di 5 cm;

009.2- Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. dello spessore pari a 5 cm con

blocchi di alleggerimento in polistirolo espanso di altezza pari a 30 cm, compreso getto di

completamento e soletta, h=5cm, in calcestruzzo Rck 40 N/mm² ed ogni altro onere e

magistero per realizzare l'opera a regola d'arte, con l'esclusione delle armature;

009.3- Posizionamento delle barre in acciaio per armature di conglomerato cementizio,

prelavorate e pretagliate a misura, sagomate e poste in opera a regola d'arte, compreso ogni

sfrido, legatura ecc.; nonchè tutti gli oneri relativi ai controlli di legge; acciaio del tipo FeB44K

prodotto in azienda in possesso di attestato di qualificazione;

009.4- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di travi e solai a soletta piena di spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e

disarmo, opere di puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio;

eseguite a regola d'arte e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto

con il calcestruzzo;

009.5- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per travi, per operazioni di media-grande

entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo spargimento, la vibrazione e

quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta regola d'arte, escluse le casseforme

e l'acciaio d'armatura;

009.6- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per solai a soletta piena di spessore ≥ 150

mm, per operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il

suo spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

009.7- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di pareti aventi spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e disarmo, opere di

puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a regola d'arte

e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il calcestruzzo;

009.8- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per pareti di spessore ≥ 150 mm, per

operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo

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spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

009.9- Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450, con fori, piastre, squadre,

bulloni elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere

murarie e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

009.10- Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio;

009.11- Posizionamento e montaggio delle bielle;

009.12- Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio, con fori, piastre, squadre, bulloni

elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere murarie e

quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

010-Strutture del piano +12,40

010.1- Montaggio del solaio collaborante, in lamiera d'acciaio zincata e grecata con bordi ad

incastro, fornito e posto in opera su predisposta armatura portante in acciaio da valutarsi a

parte, compresi agganci, saldature, tagli a misura, sfridi, spezzoni di tondini a cavallo delle

testate, conglomerato cementizio per riempimento e per sovrastante soletta di 5 cm;

010.2- Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. dello spessore pari a 5 cm con

blocchi di alleggerimento in polistirolo espanso di altezza pari a 30 cm, compreso getto di

completamento e soletta, h=5cm, in calcestruzzo Rck 40 N/mm² ed ogni altro onere e

magistero per realizzare l'opera a regola d'arte, con l'esclusione delle armature;

010.3- Posizionamento delle barre in acciaio per armature di conglomerato cementizio,

prelavorate e pretagliate a misura, sagomate e poste in opera a regola d'arte, compreso ogni

sfrido, legatura ecc.; nonchè tutti gli oneri relativi ai controlli di legge; acciaio del tipo FeB44K

prodotto in azienda in possesso di attestato di qualificazione;

010.4- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di travi e solai a soletta piena di spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e

disarmo, opere di puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio;

eseguite a regola d'arte e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto

con il calcestruzzo;

010.5- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per travi, per operazioni di media-grande

entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo spargimento, la vibrazione e

quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta regola d'arte, escluse le casseforme

e l'acciaio d'armatura;

010.6- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per solai a soletta piena di spessore ≥ 150

mm, per operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il

suo spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

010.7- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di pareti aventi spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e disarmo, opere di

puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a regola d'arte

e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il calcestruzzo;

010.8- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per pareti di spessore ≥ 150 mm, per

operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo

spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

010.9- Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450, con fori, piastre, squadre,

bulloni elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere

murarie e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

010.10- Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio;

010.11- Posizionamento e montaggio delle bielle;

010.12- Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio, con fori, piastre, squadre, bulloni

elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere murarie e

quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

011-Strutture del piano +16,40

011.1- Montaggio del solaio collaborante, in lamiera d'acciaio zincata e grecata con bordi ad

incastro, fornito e posto in opera su predisposta armatura portante in acciaio da valutarsi a

parte, compresi agganci, saldature, tagli a misura, sfridi, spezzoni di tondini a cavallo delle

testate, conglomerato cementizio per riempimento e per sovrastante soletta di 5 cm;

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011.2- Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. dello spessore pari a 5 cm con

blocchi di alleggerimento in polistirolo espanso di altezza pari a 30 cm, compreso getto di

completamento e soletta, h=5cm, in calcestruzzo Rck 40 N/mm² ed ogni altro onere e

magistero per realizzare l'opera a regola d'arte, con l'esclusione delle armature;

011.3- Posizionamento delle barre in acciaio per armature di conglomerato cementizio,

prelavorate e pretagliate a misura, sagomate e poste in opera a regola d'arte, compreso ogni

sfrido, legatura ecc.; nonchè tutti gli oneri relativi ai controlli di legge; acciaio del tipo FeB44K

prodotto in azienda in possesso di attestato di qualificazione;

011.4- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di travi e solai a soletta piena di spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e

disarmo, opere di puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio;

eseguite a regola d'arte e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto

con il calcestruzzo;

011.5- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per travi, per operazioni di media-grande

entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo spargimento, la vibrazione e

quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta regola d'arte, escluse le casseforme

e l'acciaio d'armatura;

011.6- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per solai a soletta piena di spessore ≥ 150

mm, per operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il

suo spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

011.7- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di pareti aventi spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e disarmo, opere di

puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a regola d'arte

e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il calcestruzzo;

011.8- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per pareti di spessore ≥ 150 mm, per

operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo

spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

011.9- Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450, con fori, piastre, squadre,

bulloni elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere

murarie e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

011.10- Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio;

011.11- Posizionamento e montaggio delle bielle;

011.12- Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio, con fori, piastre, squadre, bulloni

elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere murarie e

quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

012-Strutture del piano +20,30

012.1- Montaggio del solaio collaborante, in lamiera d'acciaio zincata e grecata con bordi ad

incastro, fornito e posto in opera su predisposta armatura portante in acciaio da valutarsi a

parte, compresi agganci, saldature, tagli a misura, sfridi, spezzoni di tondini a cavallo delle

testate, conglomerato cementizio per riempimento e per sovrastante soletta di 5 cm;

012.2- Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. dello spessore pari a 5 cm con

blocchi di alleggerimento in polistirolo espanso di altezza pari a 30 cm, compreso getto di

completamento e soletta, h=5cm, in calcestruzzo Rck 40 N/mm² ed ogni altro onere e

magistero per realizzare l'opera a regola d'arte, con l'esclusione delle armature;

012.3- Posizionamento delle barre in acciaio per armature di conglomerato cementizio,

prelavorate e pretagliate a misura, sagomate e poste in opera a regola d'arte, compreso ogni

sfrido, legatura ecc.; nonchè tutti gli oneri relativi ai controlli di legge; acciaio del tipo FeB44K

prodotto in azienda in possesso di attestato di qualificazione;

012.4- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di travi e solai a soletta piena di spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e

disarmo, opere di puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio;

eseguite a regola d'arte e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto

con il calcestruzzo;

012.5- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per travi, per operazioni di media-grande

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entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo spargimento, la vibrazione e

quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta regola d'arte, escluse le casseforme

e l'acciaio d'armatura;

012.6- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per solai a soletta piena di spessore ≥ 150

mm, per operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il

suo spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

012.7- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di pareti aventi spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e disarmo, opere di

puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio; eseguite a regola d'arte

e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il calcestruzzo;

012.8- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per pareti di spessore ≥ 150 mm, per

operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo

spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

012.9- Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB220, con fori, piastre, squadre,

bulloni elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere

murarie e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

012.10- Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEA160, con fori, piastre, squadre,

bulloni elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere

murarie e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

012.11- Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio, con fori, piastre, squadre, bulloni

elettrodi ecc. dati in opera bullonati o saldati, compresa una mano di minio, opere murarie e

quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte;

013-Strutture del piano +24,10

013.1- Montaggio del solaio collaborante, in lamiera d'acciaio zincata e grecata con bordi ad

incastro, fornito e posto in opera su predisposta armatura portante in acciaio da valutarsi a

parte, compresi agganci, saldature, tagli a misura, sfridi, spezzoni di tondini a cavallo delle

testate, conglomerato cementizio per riempimento e per sovrastante soletta di 5 cm;

013.2- Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati

cementizi di solai a soletta piena di spessore ≥ 150 mm, compreso armo, disarmante e

disarmo, opere di puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 4 m dal piano di appoggio;

eseguite a regola d'arte e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto

con il calcestruzzo;

013.3- Getto di conglomerato cementizio preconfezionato, secondo le prescrizioni tecniche

previste, a resistenza caratteristica Rck= 40 N/mm² per solai a soletta piena di spessore ≥ 150

mm, per operazioni di media-grande entità, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il

suo spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta

regola d'arte, escluse le casseforme e l'acciaio d'armatura;

014-Murature

014.1- Realizzazione della muratura in blocchi forati in calcestruzzo del tipo LECA, 20x50x8

cm, a superficie piana, eseguita con malta bastarda, a qualsiasi altezza, compreso ogni onere e

magistero per fornire l'opera eseguita a perfetta regola d'arte;

014.2- Realizzazione della muratura in blocchi forati in calcestruzzo del tipo LECA, 20x50x20

cm, a superficie piana, eseguita con malta bastarda, a qualsiasi altezza, compreso ogni onere e

magistero per fornire l'opera eseguita a perfetta regola d'arte;

014.3- Realizzazione della muratura in blocchi forati in calcestruzzo del tipo LECA, 20x50x12

cm, a superficie piana, eseguita con malta bastarda, a qualsiasi altezza, compreso ogni onere e

magistero per fornire l'opera eseguita a perfetta regola d'arte;

015-Impermeabilizzazioni e isolamento

015.1- Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio, con materiale isolante

fissato su piano di posa già preparato, realizzato con pannelli in lana di vetro di 6 cm di

spessore;

015.2- Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio, con materiale isolante

fissato su piano di posa già preparato, realizzato con pannelli in lana di vetro di 3 cm di

spessore;

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015.3- Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio, con materiale isolante

fissato su piano di posa già preparato, realizzato con pannelli in lana di vetro di 2 cm di

spessore;

015.4- Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio, con materiale isolante

fissato su piano di posa già preparato, realizzato con pannelli in lana di vetro di 2,6 cm di

spessore;

015.5- Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio, con materiale isolante

fissato su piano di posa già preparato, realizzato con pannelli in lana di vetro di 2,2 cm di

spessore;

015.6- Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio, con materiale isolante

fissato su piano di posa già preparato, realizzato con pannelli in lana di vetro di 3,2 cm di

spessore;

015.7- Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio, con materiale isolante

fissato su piano di posa già preparato, realizzato con pannelli in lana di vetro di 10 cm di

spessore;

015.8- Stesura del manto impermeabile, spessore 0,4 cm, costituito da membrana

elastoplastomerica;

015.9- Stesura del manto impermeabile, spessore 0,8 cm, costituito da membrana

elastoplastomerica;

015.10- Esecuzione dell'isolamento termico su pareti, con pannelli in polistirene espanso ad

alta resistenza meccanica di spessore 4 cm;

015.11- Esecuzione dell'isolamento termico, con pannelli in lana minerale di spessore 10 cm

ancorati alla muratura con malta adesiva specifica e tassellature con chiodi;

015.12- Esecuzione dell'isolamento termico, con pannelli in lana minerale di spessore 7,5 cm

ancorati alla muratura con malta adesiva specifica e tassellature con chiodi;

015.13- Esecuzione dell'isolamento termico, con pannelli in lana minerale di spessore 8 cm

ancorati alla muratura con malta adesiva specifica e tassellature con chiodi;

016-Finiture

016.1- Posa del massetto isolante alleggerito in conglomerato cementizio e argilla espansa, dato

in opera, battuto e spianato;

016.2- Posa del massetto di sottofondo in gretoni di pozzolana e calce idrata, dato in opera,

battuto e spianato;

016.3- Posa dell'ultimo strato di sottofondo alle pavimentazioni, dato in opera, battuto e

spianato;

016.4- Esecuzione dell'allettamento in malta cementizia, composta da 250 kg di calce idraulica,

1 m³ di sabbia e 286 kg di cemento;

016.5- Posa del pavimento-asfalto cementizio di 12 cm di spessore, resistente ad elevate

sollecitazioni statiche, dinamiche, meccaniche e di traffico;

016.6- Posa del pavimento di travertino in piastrelle di 2 cm di spessore, disposte seguendone

la venatura naturale, tagliate, calibrate, lucidate e poste in opera con idoneo collante, esclusa la

preparazione del massetto di sottofondo da computarsi a parte;

016.7- Posa del pavimento in gres porcellanato in piastrelle di 1 cm di spessore, poste in opera

sfalsate, previo spolvero di cemento, compresi tagli, sfridi, il lavaggio con acido e pulitura;

016.8- Posa del pavimento in legno in listoni prefiniti di 2 cm di spessore, con superficie finita

in opera ad olio o a cera;

016.9- Stesura di uno strato di ghiaia;

016.10- Posa del pavimento-asfalto cementizio di 8 cm di spessore, resistente ad elevate

sollecitazioni statiche, dinamiche, meccaniche e di traffico;

016.11- Realizzazione del pavimento mediante l'impiego di klinker trafilato a superficie opaca

dello spessore di 1 cm, compresa imboiaccatura dei giunti, tagli, sfridi e pulitura;

016.12- Fissaggio delle lastre in cartongesso dello spessore di 1,5 cm, compresi tagli a misura

ed ogni altro onere e magistero per fornire l'opera eseguita a perfetta regola d'arte;

016.13- Fissaggio delle lastre in cartongesso dello spessore di 3 cm, compresi tagli a misura ed

ogni altro onere e magistero per fornire l'opera eseguita a perfetta regola d'arte;

016.14- Stesura di intonaco civile a tre strati in malta di cemento, frattazzato stretto;

016.15- Posa del rivestimento ceramico in gres porcellanato smaltato in piastrelle di 1ª scelta,

compresi tagli, sfridi, suggellatura dei giunti e pulitura finale;

016.16- Realizzazione delle tramezzature in laterogesso in pannelli di 12 cm di spessore, con

superficie liscia, comprese tracce alle testate ed ammorsature, stuccatura dei giunti, tagli a

misura ed ogni altro onere e magistero per fornire l'opera eseguita a perfetta regola d'arte;

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017-Fornitura in opera

017.1- Fornitura e posa in opera delle pareti vetrate su infissi e telai metallici;

017.2- Fornitura e posa in opera delle porte da interno e da esterno complete di telaio maestro;

018-Fine cantiere

018.1- Smontaggio della recinzione di protezione esterna con steccato in tavole d'abete;

018.2- Smontaggio della gru;

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2.4.4- L'estrazione delle quantità: Autodesk Quantity Take Off

La redazione del computo metrico estimativo analitico a costi standard, è un momento necessario nella

vita dell'opera, in cui vengono quantificate analiticamente e dettagliatamente tutte le

lavorazioni indispensabili per l'esecuzione della commessa. La corretta stesura di questo

documento è la premessa necessaria per ogni operazione di budget preventivo e gestionale.

La codifica delle lavorazioni inserite nel computo metrico estimativo deve essere strutturata in

maniera univoca e a tale scopo si impiega lo stesso principio utilizzato per la creazione della

WBS, costituendo dei gruppi, dei sotto-gruppi ed infine le voci di lavoro debitamente

codificate.

Nel procedere all'estrazione delle quantità ci siamo riferiti proprio alle lavorazioni/attività che

costituiscono la nostra WBS di progetto: è opportuno fare questa specificazione perchè

solitamente il computo metrico estimativo si riferisce alla quantità globale di quel dato

materiale nell'opera, mentre noi ci siamo posti a un livello di dettaglio maggiore che segue la

divisione per piani e per unità tecnologiche.

Praticamente, posso ricavare la quantità totale di un dato tipo di calcestruzzo, (ad esempio

delle strutture in elevazione), che servirà per l'esecuzione della commessa, ed è questo che

solitamente troviamo all'interno di un computo metrico estimativo, o quantificare lo stesso

tipo calcestruzzo separatamente per ogni piano, o addirittura per diverse unità tecnologiche.

Questa strada ci permette di restituire una WBS di progetto, integrata di tutte le informazioni

necessarie, in questo caso le quantità e il costo di ogni lavorazione, per una futura

programmazione dei lavori dettagliata e una gestione e un controllo in fase di costruzione

ottimale. In effetti il nostro metodo ci ha portato a elaborare quella che comunemente è

chiamata “schedulazione dei costi” riferita alle attività di WBS e integrata come vedremo anche

dei costi imputabili a manodopera e mezzi d’opera, poiché ci siamo riferiti ai prezzi delle opere

compiute.

Ciò è stato possibile estraendo le informazioni necessarie dal modello digitale

precedentemente creato in Revit, che permette una maggiore flessibilità e precisione, rispetto a

una tradizionale quantificazione analitico-geometrica: sovente la difficoltà nel redigere il

computo metrico senza il supporto di strumenti BIM, trova origine nella lettura dei disegni

che, anche se esecutivi, spesso presentano imprecisioni ed elementi non definiti

progettualmente.

Per la redazione di un computo metrico estimativo è necessario che le descrizioni delle

lavorazioni siano completamente esaustive della tipologia di materiali impiegati, delle modalità

di esecuzione delle opere, delle attrezzature impiegate e delle opere complementari comprese o

escluse, in modo da evitare dimenticanze o sottostime.

Prima di passare alla descrizione della strumentazione e delle metodologie usate per estrarre le

quantità dal modello del Rettorato, è utile avere un'idea, del criterio, secondo cui è stato redatto

il computo metrico estimativo dell'opera da parte dell'ufficio tecnico dell'Università di Tor

Vergata, che ci ha gentilmente concesso uno stralcio del documento, senza l'assegnazione dei

costi standard.

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Il computo metrico estimativo è stato per brevità riportato solo in parte.

Alcune voci, di cui sopra, non compaiono nell'elenco della WBS di progetto che abbiamo

elaborato: questo perchè, essendo uno studio di tesi di laurea, abbiamo deciso di modellare

quanto più potevamo dell'edificio, nel rispetto dei limiti di tempo e degli obiettivi che questo

lavoro si è posto; sottolineare questa scelta è necessario per evitare fraintendimenti e non

imputare le restrizioni che ci siamo dati, alle capacità dei software BIM.

Finito il modello digitale del Rettorato e elaborato l'elenco delle attività presenti nella WBS di

progetto, ci siamo spostati su un altro programma: una piattaforma che ci permettesse la

quantificazione delle lavorazioni per la corretta esecuzione dell'opera.

Autodesk Quantity Take Off, nasce con questa funzione: restituire le quantità, estraendole dal

modello digitale.

Il programma permette una perfetta interoperabilità con Revit, essendo piattaforme prodotte

dalla stessa casa informatica: è quindi possibile salvare il modello nel formato .QTO ed

importarlo senza particolari difficoltà.

Durante questa fase, è possibile impostare le unità di misura che si intendono utilizzare, il

formato WBS più adatto alla propria azienda e la moneta nazionale; entrati nello spazio digitale

di QTO sarà dunque disponibile il modello importato, pronto per essere analizzato.

Il programma offre strumenti, che permettono procedure di estrazione-dati semplici, ma

precise; una descrizione del software è doverosa, per apprezzare l'utilità e l'efficienza di questi

programmi specialistici, che prenderanno il posto, nel prossimo futuro, di metodologie di

progettazione ormai antiquate, laboriose e fini a se stesse.

L'interfaccia-lavoro di QTO permette di capirne il funzionamento senza particolari difficoltà,

data l'intelligenza con cui sono stati disposti gli strumenti:

- nel Bookmarks, è possibile orientare il modello secondo la vista adatta, in pianta, prospetto o

assonometria, per individuarne gli elementi tecnici che si vogliono analizzare; questa funzione

è disponibile, anche, tramite l'utilizzo del 3D view cube, che ci permette di disporre il modello

in qualsivoglia direzione;

- In Take off, è possibile riportare le attività di WBS, così da restituire all'interno del programma

la lista di lavorazioni da quantificare; sarà inoltre possibile impostare l'unità di misura per la

quale il programma analizzerà le singole voci;

- Lo strumento Model ci restituisce tutte le unità tecnologiche di cui è composto l'edificio e ne

rende immediata l'individuazione;

- Il Workbook, infine, è il foglio di lavoro riassuntivo di tutte le voci di WBS computate, con le

relative quantità, secondo le unità di misura precedentemente impostate, in cui saranno inoltre

aggiunti i costi unitari da assegnare ad ogni lavorazione.

Per non rendere la nostra trattazione troppo tecnica, riportiamo solo gli strumenti più

importanti e in particolare focalizziamo l'attenzione sul comando Take off.

Questo strumento, infatti, oltre a restituirci l'elenco di lavorazioni da quantificare, è lo stesso

che permette l'effettiva estrazione dei dati; questa avviene secondo due modalità:

- la prima, di immediata comprensione, prevede la quantificazione di un dato elemento del

modello, semplicemente individuandolo; la quantità verrà poi riportata nella corrispondente

voce di WBS in cui vogliamo compaia;

- la seconda, permette di individuare e quantificare, tutti gli elementi che fanno parte dello

stesso gruppo, di un dato oggetto, che abbiamo evidenziato; il gruppo a cui facciamo

Autodesk Quantity Take Off: interfaccia del programma; estrazione delle quantità. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

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riferimento, verrà caratterizzato secondo delle proprietà specifiche, che è lo stesso utente a

impostare;

Facciamo un esempio che chiarisca ulteriormente come avviene l'estrazione dei dati.

Voglio ricavare la quantità di pavimento in gres porcellanato che compare all'interno del

modello digitale; clicco sul pavimento che m'interessa attivando lo strumento Take off e in

maniera del tutto automatica, all'interno della voce della WBS, corrispondente alle finiture in

gres porcellanato, comparirà l'elemento computato. Nel Workbook, comparirà la medesima

lavorazione e la relativa quantità di materiale estratta con l'unità di misura adatta, in questo

caso mq: questa procedura, corrisponde alla prima modalità di estrazione dati che abbiamo

descritto.

Ora immaginiamo di voler conoscere la quantità d'armature all'interno della platea di

fondazione; è ovvio che individuarle una per una sarebbe un lavoro estremamente laborioso,

ecco perchè, posso cliccare su una barra d'armatura e eseguire la ricerca di tutte le altre, che

fanno parte dello stesso gruppo, di cui imposterò la proprietà comune, "ubicazione nel piano

di fondazione"; quindi nella voce di WBS "posa delle armature di fondazione...", compariranno

tutte le barre presenti nella platea e la relativa quantità riportata all'interno del Workbook: questa

procedura così funzionale, è la modalità per la quale, come dicevamo all'inizio della trattazione

di questo paragrafo, è stato possibile restituire un computo metrico estimativo dettagliato,

secondo le necessità imposte dalla WBS.

QTO: proprietà dell'oggetto non riconosciuta. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

Il riconoscimento da parte del software di una specifica proprietà, nasce dal fatto che in Revit,

il modello non è un insieme di geometrie fini a se stesse, ma ogni oggetto creato, contiene

degli attributi: ciò permette di estrarre tutte le informazioni necessarie per ogni fase del

processo edilizio, di cui abbiamo appena visto un'applicazione.

A causa di un bug del software (versione studenti), non è stato possibile computare le travi

d'acciaio e i pilastri di calcestruzzo nell'ambiente QTO, poichè durante la fase d'importazione,

sono andate perse le proprietà che tali oggetti possedevano all'interno di Revit.

Questo problema, che ci ha messo inizialmente in allerta, è stato invece un ulteriore e

interessante momento di studio e approfondimento.

Abbiamo potuto restituire le quantità relative agli elementi di cui non erano state importate le

proprietà, prendendo un'altra strada: utilizzando gli abachi in Revit.

Gli abachi sono delle viste particolari di Revit in forma tabellare nelle quali troviamo i

componenti, i materiali, i locali e qualsiasi elemento presente nel modello.

In particolare posso creare diversi tipi di abaco ai fini di un computo metrico estimativo (abaco

dei pilastri, delle travi, dei setti, delle armature, dei pavimenti ecc.) e modificarlo per:

- le voci o campi, mostrati. Da questa scheda posso inserire i parametri, i valori o i campi che

Revit computerà. Essi cambiano a seconda della tipologia di abaco selezionato.

- il filtro degli oggetti mostrati. Esso permette di selezionare solo alcuni, tra tutti gli oggetti

aventi le caratteristiche che appaiono nei campi.

- l’ordinamento/raggruppamento. Dove posso decidere le modalità di calcolo delle quantità

totali;

- la formattazione dei campi

- l’aspetto della tabella.

I dati che modifico negli abachi hanno ripercussioni su tutte le altre viste, e viceversa se

modifico o elimino un elemento del modello, questo verrà registrato simultaneamente

nell'abaco.

Abbiamo quindi aggiunto, i campi "Volume" e "Peso", rispettivamente all'interno dell'abaco

dei pilastri e delle travi, affinchè potessimo estrapolare e esportare in excel i metri cubi di

calcestruzzo e i chilogrammi d'acciaio necessari per l'esecuzione delle lavorazioni.

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Nella WBS di progetto il getto dei pilastri in calcestruzzo e la posa delle travi in acciaio

corrispondono a attività che avvengono in momenti differenti, rispettando la divisione

dell'opera per piani; ecco perchè abbiamo continuato a procedere con lo stesso criterio

utilizzato all'interno di QTO e abbiamo impostato gli abachi in Revit, affinchè restituissero le

quantità totali relative a questi elementi, separatamente per ogni livello.

L'ultima fase del nostro studio, relativamente all'estrazione delle quantità necessarie

all'esecuzione dell'opera, ha coinciso con l'assegnazione dei costi unitari standard.

In QTO è bastato inserire i valori, corrispondenti al costo della manodopera, dei mezzi e dei

materiali, basandoci sul prezziario fornito dalla DEI, aggiornato al 2013, relativamente alle

opere compiute e il software ha automaticamente calcolato i totali, in base alle quantità

precedentemente ricavate.

Il computo metrico estimativo, esportato e integrato con le voci precedentemente computate

in Revit di cui abbiamo calcolato i costi totali, assegnando i prezzi unitari direttamente

all'interno di excel, è così pronto.

Ai fini di una trattazione completa, occorre specificare che, per quanto concerne il calcestruzzo

e le casseforme metalliche è stato assegnato un valore di costo unitario medio, relativamente a

setti, pilastri e travi.

A questo punto viene da chiedersi, rispetto a tutti i ragionamenti fin qui svolti, come sia stato

possibile ricavare le quantità di terra da scavare, di tavole d'abete per le recinzioni o di

casseforme necessarie per il getto del calcestruzzo. La risposta è semplice: abbiamo dovuto

creare ulteriori modelli separati.

Se non avessimo eseguito questa operazione, non sarebbe stato possibile computare le relative

quantità di materiale corrispondente alle lavorazioni "recinzioni", "scavi" e "posizionamento

delle casseforme", che compaiono necessariamente all'interno delle attività da considerare per

la corretta esecuzione dell'opera. Da qui ribadiamo, la necessità di restituire un modello

completo, se si vuole rendere utilizzabile in ogni fase del processo edilizio.

Modello dello scavo. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

Modello delle casseforme delle strutture verticali. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

Modello delle casseforme delle strutture orizzontali. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

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Di seguito riportiamo uno stralcio di abaco dei pilastri strutturali ed infine il computo metrico estimativo ricavato da QTO relativo alle lavorazioni presenti nella WBS, riportate per brevità di

trattazione in maniera sintetica.

Commenti Contrassegno di posizione pilastro Famiglia e tipo Livello di base Livello superiore Materiale strutturale Volume

Pilastro 2175 L-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 29 N-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 2156 V-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2176 M-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2177 N-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2178 O-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2174 K-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2173 J-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2179 P-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2180 Q-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2181 R-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2182 S-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2183 T-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2184 U-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2185 V-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2163 W-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2157 W-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2150 V-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2151 W-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2144 V-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2145 W-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2158 Z-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2162 W-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2148 J-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2155 J-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2161 J-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 156 J-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2133 K-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 180 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.84 m³

Pilastro 2134 L-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 180 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.84 m³

Pilastro 2135 M-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2136 N-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2137 O-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2138 P-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2139 Q-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2140 R-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2141 S-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2142 T-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2143 U-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 2150 U-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.92 m³

Pilastro 30 N-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 31 N-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 32 O-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

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Pilastro 33 O-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 34 O-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 35 R-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 36 R-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 37 R-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 38 S-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 39 S-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 40 S-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 43 T-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 44 T-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 45 T-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 46 U-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 47 U-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 41 S(330.0)-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 42 S(330.0)-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

Pilastro 48 V-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -3.50 Livello -0.10 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.53 m³

TOTALE PIANO -3.50

67.32 m³

Livello -0.10

Pilastro 156 J-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2133 K-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2134 L-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2135 M-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2136 N-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2137 O-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2138 P-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2139 Q-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2140 R-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2141 S-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2142 T-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2143 U-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 60 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 0.68 m³

Pilastro 2175 L-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2156 V-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2176 M-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2177 N-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2178 O-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2174 K-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2173 J-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2179 P-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2180 Q-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2181 R-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2182 S-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2183 T-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2184 U-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2185 V-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2163 W-18 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2157 W-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2150 V-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

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49

Pilastro 2151 W-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2144 V-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2145 W-14 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2158 Z-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2162 W-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2148 J-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2155 J-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2161 J-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 2150 U-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 30 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.03 m³

Pilastro 29 N-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 30 N-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 31 N-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 32 O-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 33 O-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 34 O-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 35 R-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 36 R-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 37 R-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 38 S-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 39 S-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 40 S-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 43 T-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 44 T-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 45 T-15 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 46 U-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 47 U-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 41 S(330.0)-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 42 S(330.0)-16 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

Pilastro 48 V-17 Calcestruzzo-Pilastro rettangolare: 50 x 90 cm Livello -0.10 Livello +3.70 Calcestruzzo - Calcestruzzo gettato in opera - R40 1.71 m³

TOTALE PIANO -0.10

69.08 m³

TOTALE PIANI -3.50 E -0.10

136.40m³

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50

WBS Quantity1 Material Cost Labor Cost Subcontractor Cost Equipment Cost Total

001 Inizio cantiere

002 Preparazione cantiere € 1.528,80 € 28.310,60 € 3.592,80 € 33.432,20

002\1 Montaggio della recinzione di protezione esterna in tavole d'abete 420,000 m² € 3,64 € 1.528,80 € 14,53 € 6.102,60 € - € - € - € - € 7.631,40

002\2 Montaggio della Gru a torre di altezza 43 m 1 € - € - € 22.208,00 € 22.208,00 € - € - € 3.592,80 € 3.592,80 € 25.800,80

003 Tracciamenti preliminari e scavi € 9.984,98 € 100.156,98 € 238.256,87 € 348.398,82

003\1 Scavo a sezione obbligata in terreno naturale fino alla profondità di 6 m 15.361,500 m³ € 0,65 € 9.984,98 € 1,12 € 17.204,88 € - € - € 2,90 € 44.548,35 € 71.738,21

003\2 Carico e trasporto ad idoneo impianto di recupero 15.361,500 m³ € - € - € 5,40 € 82.952,10 € - € - € 12,61 € 193.708,52 € 276.660,62

004 Fondazioni € 422.910,78 € 224.726,41 € 15.540,10 € 663.177,28

004\1 Getto e vibrazione del magrone di sottofondazione 450,740 m³ € 68,18 € 30.731,45 € 26,68 € 12.025,74 € - € - € 3,95 € 1.780,42 € 44.537,62

004\2 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio 196509,05 Kg € 0,71 € 139.521,43 € 0,69 € 135.591,24 € - € - € - € - € 275.112,67

004\3 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di fondazioni continue 94,510 m² € 0,46 € 43,47 € 21,30 € 2.013,06 € - € - € 1,14 € 107,75 € 2.164,29

004\4 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per platee di fondazione. Rck= 30 N/mm² 2.149,910 m³ € 117,50 € 252.614,43 € 34,93 € 75.096,36 € - € - € 6,35 € 13.651,93 € 341.362,71

005 Muri controterra € 28.997,44 € 34.420,98 € 3.472,28 € 66.890,70

005\1 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio 16529,06 Kg € 0,71 € 11.735,63 € 0,69 € 11.405,05 € - € - € - € - € 23.140,68

005\2 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti 880,380 m² € 0,47 € 413,78 € 20,90 € 18.399,94 € - € - € 2,11 € 1.857,60 € 20.671,32

005\3 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² 130,950 m³ € 128,66 € 16.848,03 € 35,25 € 4.615,99 € - € - € 12,33 € 1.614,68 € 23.078,69

006 Strutture piano -3.50 € 48.159,55 € 73.151,44 € 6.861,38 € 128.172,37

006\1 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio 31666,9 Kg € 0,71 € 22.483,50 € 0,69 € 21.850,16 € - € - € - € - € 44.333,66

006\2 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per pareti e pilastri 2.131,150 m² € 0,47 € 1.001,64 € 20,90 € 44.541,03 € - € - € 2,11 € 4.496,73 € 50.039,40

006\3 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti e pilastri. Rck= 40 N/mm² 191,780 m³ € 128,66 € 24.674,41 € 35,25 € 6.760,25 € - € - € 12,33 € 2.364,65 € 33.799,31

007 Strutture piano -0.10 € 202.168,23 € 182.403,63 € 19.725,39 € 404.297,24

007\1 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento 2.211,990 m² € 40,50 € 89.585,60 € 30,75 € 68.018,69 € - € - € 4,50 € 9.953,96 € 167.558,24

007\2 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio 79479,90 Kg € 0,71 € 56.430,73 € 0,69 € 54.841,13 € - € - € - € - € 111.271,86

007\3 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per travi 625,330 m² € 0,47 € 293,91 € 20,90 € 13.069,40 € - € - € 2,11 € 1.319,47 € 14.682,77

007\4 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² 220,51 m³ € 128,66 € 28.370,82 € 35,25 € 7.772,97 € - € - € 12,33 € 2.718,88 € 38.862,67

007\5 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per pareti e pilastri 1.500,660 m² € 0,47 € 705,31 € 20,90 € 31.363,79 € - € - € 2,11 € 3.166,39 € 35.235,49

007\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti e pilastri. Rck= 40 N/mm² 208,160 m³ € 128,66 € 26.781,87 € 35,25 € 7.337,64 € - € - € 12,33 € 2.566,69 € 36.686,20

008 Strutture piano +3.70 € 314.350,93 € 448.485,10 € 18.054,07 € 780.890,10

008\1 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento 1.603,760 m² € 40,50 € 64.952,28 € 30,75 € 49.315,62 € - € - € 4,50 € 7.216,92 € 121.484,82

008\2 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio 60029,49 Kg € 0,71 € 42.620,94 € 0,69 € 41.420,35 € - € - € - € - € 84.041,29

008\3 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per travi e solai a soletta piena 1.122,250 m² € 0,47 € 527,46 € 20,90 € 23.455,03 € - € - € 2,11 € 2.367,95 € 26.350,43

008\4 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² 199,85 m³ € 128,66 € 25.712,70 € 35,25 € 7.044,71 € - € - € 12,33 € 2.464,15 € 35.221,56

008\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² 230,920 m³ € 128,44 € 29.659,36 € 42,20 € 9.745,09 € - € - € 12,84 € 2.965,09 € 42.369,54

008\6 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti 714,400 m² € 0,47 € 335,77 € 20,90 € 14.931,03 € - € - € 2,11 € 1.507,39 € 16.774,19

008\7 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² 124,300 m³ € 128,66 € 15.992,44 € 35,25 € 4.381,43 € - € - € 12,33 € 1.532,57 € 21.906,44

008\8 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450 14288,46 Kg € 1,11 € 15.860,19 € 2,46 € 35.149,61 € - € - € - € - € 51.009,80

008\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio 17622,70 Kg € 1,11 € 19.561,20 € 2,46 € 43.351,84 € - € - € - € - € 62.913,04

008\10 Posizionamento e montaggio delle bielle 8435,29 Kg € 1,11 € 9.363,17 € 2,46 € 20.750,81 € - € - € - € - € 30.113,98

008\11 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio 80869,75 Kg € 1,11 € 89.765,42 € 2,46 € 198.939,59 € - € - € - € - € 288.705,01

009 Strutture piano +8.40 € 165.202,56 € 317.011,05 € 4.377,13 € 486.590,74

009\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento 874,220 m² € 21,58 € 18.865,67 € 30,01 € 26.235,40 € - € - € 1,03 € 900,45 € 46.001,52

009\2 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento 63,720 m² € 40,50 € 2.580,66 € 30,75 € 1.959,41 € - € - € 4,50 € 286,74 € 4.826,81

009\3 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio 12346,44 Kg € 0,71 € 8.765,97 € 0,69 € 8.519,04 € - € - € - € - € 17.285,01

009\4 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per travi e solai a soletta piena 66,630 m² € 0,47 € 31,32 € 20,90 € 1.392,57 € - € - € 2,11 € 140,59 € 1.564,48

009\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² 8,010 m³ € 128,66 € 1.030,57 € 35,25 € 282,35 € - € - € 12,33 € 98,76 € 1.411,68

009\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² 16,350 m³ € 128,44 € 2.099,99 € 42,20 € 689,84 € - € - € 12,84 € 209,89 € 2.999,72

009\7 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti 659,800 m² € 0,47 € 310,11 € 20,90 € 13.789,84 € - € - € 2,11 € 1.392,18 € 15.492,13

009\8 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² 109,370 m³ € 128,66 € 14.071,54 € 35,25 € 3.855,25 € - € - € 12,33 € 1.348,52 € 19.275,31

009\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450 12160,39 Kg € 1,11 € 13.498,03 € 2,46 € 29.914,56 € - € - € - € - € 43.412,59

009\10 Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio 3833,51 Kg € 1,11 € 4.255,20 € 2,46 € 9.430,43 € - € - € - € - € 13.685,63

009\11 Posizionamento e montaggio delle bielle 5262,09 Kg € 1,11 € 5.840,92 € 2,46 € 12.944,74 € - € - € - € - € 18.785,66

009\12 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio 84551,88 Kg € 1,11 € 93.852,59 € 2,46 € 207.997,62 € - € - € - € - € 301.850,21

010 Strutture piano +12.40 € 173.943,51 € 337.052,58 € 4.248,32 € 515.244,41

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010\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento 910,130 m² € 21,58 € 19.640,61 € 30,01 € 27.313,07 € - € - € 1,03 € 937,44 € 47.891,11

010\2 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento 63,720 m² € 40,50 € 2.580,66 € 30,75 € 1.959,41 € - € - € 4,50 € 286,74 € 4.826,81

010\3 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio 11997,58 Kg € 0,71 € 8.518,28 € 0,69 € 8.278,34 € - € - € - € - € 16.796,62

010\4 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per travi e solai a soletta piena 55,490 m² € 0,47 € 26,08 € 20,90 € 1.159,74 € - € - € 2,11 € 117,04 € 1.302,86

010\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² 8,140 m³ € 128,66 € 1.047,29 € 35,25 € 286,93 € - € - € 12,33 € 100,36 € 1.434,58

010\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² 12,130 m³ € 128,44 € 1.557,98 € 42,20 € 511,97 € - € - € 12,84 € 155,77 € 2.225,72

010\7 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti 634,470 m² € 0,47 € 298,20 € 20,90 € 13.260,45 € - € - € 2,11 € 1.338,73 € 14.897,39

010\8 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² 106,430 m³ € 128,66 € 13.693,28 € 35,25 € 3.751,51 € - € - € 12,33 € 1.312,23 € 18.757,02

010\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450 12160,39 Kg € 1,11 € 13.498,03 € 2,46 € 29.914,56 € - € - € - € - € 43.412,59

010\10 Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio 7667,02 Kg € 1,11 € 8.510,39 € 2,46 € 18.860,87 € - € - € - € - € 27.371,26

010\11 Posizionamento e montaggio delle bielle 5718,80 Kg € 1,11 € 6.347,87 € 2,46 € 14.068,25 € - € - € - € - € 20.416,12

010\12 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio 88490,85 Kg € 1,11 € 98.224,84 € 2,46 € 217.687,49 € - € - € - € - € 315.912,33

011 Strutture piano +16.40 € 182.911,50 € 359.125,02 € 4.067,99 € 546.104,51

011\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento 948,120 m² € 21,58 € 20.460,43 € 30,01 € 28.453,14 € - € - € 1,03 € 976,57 € 49.890,14

011\2 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento 63,720 m² € 40,50 € 2.580,66 € 30,75 € 1.959,41 € - € - € 4,50 € 286,74 € 4.826,81

011\3 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio 10663,50 Kg € 0,71 € 7.571,09 € 0,69 € 7.357,82 € - € - € - € - € 14.928,91

011\4 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per travi e solai a soletta piena 43,200 m² € 0,47 € 20,30 € 20,90 € 902,88 € - € - € 2,11 € 91,15 € 1.014,33

011\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² 8,060 m³ € 128,66 € 1.037,00 € 35,25 € 284,11 € - € - € 12,33 € 99,38 € 1.420,49

011\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² 7,830 m³ € 128,44 € 1.005,69 € 42,20 € 330,35 € - € - € 12,84 € 100,51 € 1.436,55

011\7 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti 604,030 m² € 0,47 € 283,89 € 20,90 € 12.624,13 € - € - € 2,11 € 1.274,49 € 14.182,52

011\8 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² 100,500 m³ € 128,66 € 12.930,33 € 35,25 € 3.542,55 € - € - € 12,33 € 1.239,14 € 17.712,02

011\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450 11856,38 Kg € 1,11 € 13.160,58 € 2,46 € 29.166,69 € - € - € - € - € 42.327,27

011\10 Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio 14876,31 Kg € 1,11 € 16.512,70 € 2,46 € 36.595,72 € - € - € - € - € 53.108,42

011\11 Posizionamento e montaggio delle bielle 5559,92 Kg € 1,11 € 6.171,51 € 2,46 € 13.677,40 € - € - € - € - € 19.848,91

011\12 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio 91150,74 Kg € 1,11 € 101.177,32 € 2,46 € 224.230,82 € - € - € - € - € 325.408,14

012 Strutture piano +20.30 € 66.076,26 € 106.974,07 € 3.004,68 € 176.055,01

012\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento 1.027,990 m² € 21,58 € 22.184,02 € 30,01 € 30.849,93 € - € - € 1,03 € 1.058,83 € 54.092,78

012\2 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento 63,720 m² € 40,50 € 2.580,66 € 30,75 € 1.959,41 € - € - € 4,50 € 286,74 € 4.826,81

012\3 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio 5003,54 Kg € 0,71 € 3.552,51 € 0,69 € 3.452,44 € - € - € - € - € 7.004,95

012\4 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per travi e solai a soletta piena 31,200 m² € 0,47 € 14,66 € 20,90 € 652,10 € - € - € 2,11 € 65,83 € 732,59

012\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² 8,060 m³ € 128,66 € 1.037,00 € 35,25 € 284,11 € - € - € 12,33 € 99,38 € 1.420,49

012\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² 3,630 m³ € 128,44 € 466,24 € 42,20 € 153,28 € - € - € 12,84 € 46,64 € 666,15

012\7 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti 297,590 m² € 0,47 € 139,87 € 20,90 € 6.219,53 € - € - € 2,11 € 627,91 € 6.987,31

012\8 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² 66,450 m³ € 128,66 € 8.549,46 € 35,25 € 2.342,44 € - € - € 12,33 € 819,36 € 11.711,25

012\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB220 6318,71 Kg € 1,11 € 7.013,77 € 2,46 € 15.544,02 € - € - € - € - € 22.557,79

012\10 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEA160 809,74 Kg € 1,11 € 898,81 € 2,46 € 1.991,96 € - € - € - € - € 2.890,77

012\11 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio 17693,03 Kg € 1,11 € 19.639,26 € 2,46 € 43.524,85 € - € - € - € - € 63.164,11

013 Strutture piano +24.10 € 7.401,61 € 7.748,07 € 763,79 € 15.913,46

013\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento 148,190 m² € 21,58 € 3.197,94 € 30,01 € 4.447,10 € - € - € 1,03 € 152,63 € 7.797,67

013\2 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per solai a soletta piena 92,540 m² € 0,47 € 43,49 € 20,90 € 1.934,08 € - € - € 2,11 € 195,26 € 2.172,83

013\3 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² 32,390 m³ € 128,44 € 4.160,17 € 42,20 € 1.366,89 € - € - € 12,84 € 415,90 € 5.942,96

014 Murature € 13.293,64 € 25.269,09 € - € - € 38.562,73

014\1 Realizzazione della muratura in blocchi forati in calcestruzzo del tipo LECA, 20x50x8 cm 218,810 m² € 8,31 € 1.818,31 € 19,40 € 4.244,91 € - € - € - € - € 6.063,21

014\2 Realizzazione della muratura in blocchi forati in calcestruzzo del tipo LECA, 20x50x20 cm 417,300 m² € 15,51 € 6.472,32 € 24,90 € 10.390,91 € - € - € - € - € 16.863,23

014\3 Realizzazione della muratura in blocchi forati in calcestruzzo del tipo LECA, 20x50x12 cm 493,880 m² € 10,13 € 5.003,00 € 21,53 € 10.633,27 € - € - € - € - € 15.636,28

015 Impermeabilizzazione e isolamento € 340.904,36 € 103.740,19 € 444.644,54

015\1 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 6 cm di spessore 24,450 m² € 20,61 € 503,91 € 2,57 € 62,83 € - € - € - € - € 566,74

015\2 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 3 cm di spessore 2.674,960 m² € 10,32 € 27.605,59 € 2,36 € 6.312,92 € - € - € - € - € 33.918,51

015\3 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 2 cm di spessore 378,950 m² € 6,89 € 2.610,97 € 2,29 € 867,79 € - € - € - € - € 3.478,75

015\4 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 2,6 cm di spessore 199,560 m² € 8,95 € 1.786,06 € 2,33 € 464,97 € - € - € - € - € 2.251,04

015\5 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 2,2 cm di spessore 767,650 m² € 7,58 € 5.818,79 € 2,30 € 1.765,60 € - € - € - € - € 7.584,38

015\6 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 3,2 cm di spessore 1.077,060 m² € 11,00 € 11.847,66 € 2,37 € 2.552,62 € - € - € - € - € 14.400,28

015\7 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 10 cm di spessore 1.059,810 m² € 34,33 € 36.383,28 € 2,85 € 3.020,46 € - € - € - € - € 39.403,74

015\8 Stesura del manto impermeabile di 0,4 cm di spessore 635,670 m² € 10,12 € 6.432,98 € 4,99 € 3.172,00 € - € - € - € - € 9.604,98

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015\9 Stesura del manto impermeabile di 0,8 cm di spessore 2.801,640 m² € 20,24 € 56.705,19 € 9,98 € 27.960,36 € - € - € - € - € 84.665,55

015\10 Esecuzione dell'isolamento termico su pareti con pannelli in polistirene espanso di 4 cm di spessore 437,700 m² € 7,13 € 3.120,80 € 2,63 € 1.151,15 € - € - € - € - € 4.271,95

015\11 Esecuzione dell'isolamento termico su pareti con pannelli in lana minerale di 10 cm di spessore 1.225,310 m² € 73,94 € 90.599,42 € 19,65 € 24.077,37 € - € - € - € - € 114.676,79

015\12 Esecuzione dell'isolamento termico su pareti con pannelli in lana minerale di 7,5 cm di spessore 1.418,050 m² € 61,94 € 87.834,02 € 20,65 € 29.282,81 € - € - € - € - € 117.116,83

015\13 Esecuzione dell'isolamento termico su pareti con pannelli in lana minerale di 8 cm di spessore 149,840 m² € 64,44 € 9.655,69 € 20,35 € 3.049,30 € - € - € - € - € 12.704,99

016 Finiture € 866.570,65 € 466.976,58 € 13.097,59 € 1.346.644,82

016\1 Posa, battitura e spianamento del massetto isolante alleggerito 616,420 m³ € 180,86 € 111.485,72 € 127,85 € 78.809,04 € - € - € 3,12 € 1.923,22 € 192.217,98

016\2 Posa, battitura e spianamento del massetto di sottofondo 328,510 m³ € 41,24 € 13.547,75 € 104,58 € 34.355,58 € - € - € 1,47 € 482,91 € 48.386,24

016\3 Posa, battitura e spianamento dell'ultimo strato di sottofondo alle pavimentazioni 48,370 m³ € 41,24 € 1.994,78 € 104,58 € 5.058,91 € - € - € 1,47 € 71,11 € 7.124,80

016\4 Esecuzione dell'allettamento in malta cementizia 35,710 m³ € 129,87 € 4.637,66 € 33,30 € 1.188,97 € - € - € 1,67 € 59,63 € 5.886,26

016\5 Posa del pavimento asfalto cementizio di 12 cm di spessore 2.373,110 m² € 63,55 € 150.811,14 € 8,32 € 19.744,26 € - € - € 3,03 € 7.190,52 € 177.745,92

016\6 Posa del pavimento di travertino in piastrelle di 2 cm di spessore 2.746,960 m² € 138,12 € 379.410,12 € 43,62 € 119.822,39 € - € - € - € - € 499.232,50

016\7 Posa del pavimento in gres porcellanato in piastrelle di 1 cm di spessore 3.425,740 m² € 10,43 € 35.730,47 € 15,01 € 51.420,35 € - € - € - € - € 87.150,82

016\8 Posa del pavimento in legno in listoni prefiniti di 2 cm di spessore 271,070 m² € 110,60 € 29.980,34 € 7,06 € 1.913,74 € - € - € - € - € 31.894,08

016\9 Stesura di uno strato di ghiaia 15,810 m³ € 534,40 € 8.448,86 € 60,00 € 948,52 € - € - € - € - € 9.397,38

016\10 Posa del pavimento asfalto-cementizio di 8 cm di spessore 1.059,810 m² € 50,93 € 53.976,12 € 9,54 € 10.110,60 € - € - € 3,18 € 3.370,20 € 67.456,92

016\11 Realizzazione del pavimento mediante l'impiego di klinker trafilato a superficie opaca dello spessore di 1 cm 9,360 m² € 25,84 € 241,86 € 21,14 € 197,77 € - € - € - € - € 439,63

016\12 Fissaggio delle lastre in cartongesso dello spessore di 1,5 cm 284,830 m² € 8,33 € 2.372,63 € 18,53 € 5.277,91 € - € - € - € - € 7.650,54

016\13 Fissaggio delle lastre in cartongesso dello spessore di 3 cm 3.638,680 m² € 9,07 € 33.002,83 € 19,28 € 70.153,67 € - € - € - € - € 103.156,49

016\14 Stesura di intonaco civile a tre strati in malta di cemento 1.127,100 m² € 0,68 € 766,43 € 22,03 € 24.829,92 € - € - € - € - € 25.596,35

016\15 Posa del rivestimento ceramico in gres porcellanato 679,090 m² € 29,83 € 20.257,25 € 36,47 € 24.766,27 € - € - € - € - € 45.023,53

016\16 Realizzazione delle tramezzature in laterogesso in pannelli di 12 cm di spessore 839,590 m² € 23,71 € 19.906,68 € 21,89 € 18.378,69 € - € - € - € - € 38.285,37

017 Forniture in opera € 269.960,41 € 269.960,41

017/1 Fornitura e posa in opera delle pareti vetrate su infissi e telai metallici 2.332,540 m² € - € - € - € - € 99,89 € 232.997,42 € - € - € 232.997,42

017/2 Fornitura e posa in opera delle porte da interno e da esterno complete di telaio maestro 109 € - € - € - € - € 339,11 € 36.962,99 € - € - € 36.962,99

018 Fine cantiere € 1.528,80 € 28.310,60 € 3.592,80 € 33.432,20

018\1 Smontaggio della recinzione di protezione esterna in tavole d'abete 420,000 m² € 3,64 € 1.528,80 € 14,53 € 6.102,60 € - € - € - € - € 7.631,40

018\2 Smontaggio della Gru a torre di altezza 43 m 1 € - € - € 22.208,00 € 22.208,00 € - € - € 3.592,80 € 3.592,80 € 25.800,80

Costi complessivi € 2.845.933,57 € 2.843.862,38 € 269.960,41 € 338.655,17 € 6.298.411,53

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2.4.5- Tempi e risorse

Dopo l'elaborazione di una WBS di progetto dettagliata e la completa schedulazione dei costi,

ogni attività elementare individuata deve essere programmata con l'assegnazione delle date di

inizio e di fine, affinchè si possa attuare un'efficace sistema di gestione, in fase d'esecuzione,

della commessa.

Deve essere creato un modello di sviluppo del progetto previsionale con l'ottimizzazione delle

reali capacità d'impresa. Sono così valutate le prestazioni e le performance riferite alle singole

attività ed ipotizzati gli sviluppi temporali necessari.

Si devono assegnare le risorse disponibili nel rispetto dei vincoli normativi, soprattutto quelli

riguardanti la sicurezza e la logistica del cantiere e adeguare la durata dei lavori secondo le

effettive disponibilità. In definitiva con questa fase si valutano elementi complessi e delicati

che conducono ad una previsione dell'andamento del progetto.

Non è importante la metodologia utilizzata per la schedulazione, ma che essa sia realistica,

controllabile e modificabile.

La durata di un'attività è il tempo necessario per il suo completamento. Essa dipende

prevalentemente dalle risorse assegnate nonché dalla loro efficienza e dalle condizioni

ambientali in cui l'attività stessa viene eseguita. Gli elementi che principalmente influiscono sul

fattore tempo sono quindi la produttività della manodopera e dei mezzi d’opera, e la quantità e

qualità delle attrezzature impiegate. E’ importante precisare che la produttività non cambia al

variare delle quantità di lavoro, ma si modifica piuttosto in relazione alla sua organizzazione.

Alcuni dei fattori che influenzano maggiormente la produttività sono la meccanizzazione della

produzione, là qualità intrinseca della manodopera, l'accelerazione dei tempi, la qualità della

progettazione costruttiva, ecc..

E’ quindi indispensabile che la stima dei tempi sia accompagnata da una realistica assegnazione

delle risorse in relazione alle effettive disponibilità di impresa.

In questa fase del nostro studio era quindi indispensabile valutare la capacità e la disponibilità

di manodopera e mezzi d’opera, da parte delle imprese che si occupavano della realizzazione

del Rettorato.

La cortesia degli Architetti Alessandrini e Leonetti, rispettivamente responsabili

dell'elaborazione degli esecutivi di progetto dell'opera e della direzione dei lavori, ci ha

permesso di ottenere informazioni importanti riguardo alle risorse assegnate, alla logistica di

cantiere e alle principali precauzioni relative alla sicurezza.

L'elaborazione di un modello di sviluppo previsionale del progetto che si attenesse il più

possibile alla realtà, ha quindi coinciso con ragionamenti nati dalla commistione di diversi

elementi: dati ricavati dalla letteratura specializzata del settore, come tempari e prezziari,

esperienze ed esempi di programmazione delle fasi di cantiere e non ultima per importanza, la

preziosa testimonianza del Direttore di Cantiere del Rettorato, di cui sopra.

Nelle pagine successive verranno riportati in forma tabellare tutti i dati estrapolati.

Riassumiamo i ragionamenti svolti riferendoci a delle attività esemplificative.

Partiamo dai tracciamenti preliminari e gli scavi: la quantità di terra da movimentare, a cui

abbiamo fatto riferimento, era nota grazie all’estrazione delle informazioni da QTO; il passo

successivo è stato quello di scegliere i mezzi adeguati alle disponibilità d’impresa.

Un escavatore idraulico cingolato da 21t, con una benna di capacità di 1 mc, ha una

produzione oraria di circa 50 mc/h riferendoci a un terreno composto prevalentemente da

argilla; il mezzo impiegherà lavorando “a caldo”, un intervallo di tempo per effettuare lo scavo

pari alla quantità di terra totale da scavare, divisa per i metri cubi l’ora scavati, applicando

oltremodo un opportuno coefficiente correttivo (>1), che tiene conto del fatto, che il periodo

di solo scavo, è minore del tempo effettivo per compiere la lavorazione: bisogna infatti

considerare che gli escavatori devono spostarsi da un punto all’altro del cantiere, che bisogna

attendere le lavorazioni della manodopera per mettere in sicurezza l’area e effettuare altre

valutazioni, che restituiscano una previsione quanto più realistica possibile.

Quattro escavatori, per una produzione oraria totale di circa 200 mc/h, necessitano di dodici

autocarri con una portata pari a 18 mc, affinché la terra sia smaltita in un’opportuna discarica e

non si crei un eccesso d’ingombro all’interno del cantiere; ovviamente nella scelta del numero

di autocarri è stato anche considerato il coefficiente di amplificazione relativo al volume di

terra da trasportare.

Il numero di squadre è stato ricavato partendo dal costo totale della manodopera e dal tempo

effettivo, di cui sopra.

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Ipotizzando ogni squadra composta da quattro operai di cui uno di IV livello, uno

specializzato e gli altri due rispettivamente qualificato e comune, facendo una stima sullo

stipendio medio, come da prezziario e considerando ogni giorno lavorativo composto da otto

ore, abbiamo potuto ricavare il numero di squadre necessarie all’attività, nel rispetto dei vincoli

di sicurezza del cantiere, onde evitare rischi e criticità.

E’ utile ai fini di una corretta comprensione dei dati riportati in tabella, specificare che il

prezzo orario medio dei mezzi, si riferisce al costo totale di noleggio a caldo e a freddo con o

senza operatore, ripartito per tutta la durata della rispettiva attività.

I ragionamenti svolti per le attività di getto del calcestruzzo sono gli stessi applicati alle

lavorazioni inerenti lo scavo e il trasporto del terreno di risulta a discarica: le pompe

autocarrate con una produzione oraria di 40mc di calcestruzzo, necessitano ognuna di cinque

autobetoniere di capacità pari a 9mc, per poter essere costantemente rifornite durante le

operazioni di getto.

Avendo a disposizione la quantità di calcestruzzo necessaria per eseguire la lavorazione, la

produzione oraria totale in base al numero delle macchine scelte e il coefficiente correttivo,

possiamo ricavare la durata effettiva delle attività di getto.

I coefficienti, di cui sopra, sono stati ricavati dalla letteratura specializzata di settore, basandoci

su dati riguardanti l’incidenza temporale e economica dei mezzi al fine di realizzare un’opera

compiuta e su casi esemplificativi di organizzazione del cantiere.

Se guardiamo al getto di calcestruzzo di pilastri e travi, dei solai predalle e dei solai in lamiera

grecata, noteremo rispettivamente che i coefficienti correttivi vanno crescendo; questo è in

funzione del fatto, che per quanto riguarda i solai, vanno tenute in considerazione anche le

operazioni di montaggio, che fanno parte della stessa voce d’attività: infatti il posizionamento

del predalle e della lamiera grecata richiedono un tempo maggiore della sola fase di getto del

calcestruzzo.

Riferiamoci all’attività di getto di calcestruzzo della platea di fondazione per chiarire

ulteriormente quanto detto finora.

La quantità di calcestruzzo necessaria alla lavorazione è di 2149mc: abbiamo ritenuto

necessario scegliere almeno tre pompe autocarrate per una produzione oraria totale di 120mc

di getto; le autobetoniere per il rifornimento costante di calcestruzzo sono quindici. Ricavati i

giorni di getto a caldo e moltiplicati per il coefficiente correttivo, abbiamo infine trovato i

giorni effettivi necessari per la lavorazione. Le squadre necessarie alle operazioni di cantiere

sono dodici: la presenza di quarantotto operai può sembrare un numero eccessivo.

Fermiamoci a pensare ai diversi ruoli svolti: confezionamento del calcestruzzo nella centrale di

betonaggio, fasi di carico e scarico delle autobetoniere e delle pompe autocarrate, guida,

avvicinamento e manovra dei mezzi, operazioni di controllo e direzione lavori, vibratura e

compattazione del calcestruzzo. Tenendo poi conto della notevole estensione della superficie

di getto, è facile convincersi della veridicità dei dati ricavati.

Per le altre attività, come posizionamento di casseforme e opere provvisionali, posa in opera di

impermeabilizzazioni e finiture, siamo partiti dalla quantità di materiale per l’esecuzione della

lavorazione, abbiamo stimato la manodopera necessaria e di conseguenza gli equipaggiamenti e

le attrezzature indispensabili; facendo il ragionamento inverso siamo giunti al medesimo

risultato.

Il numero dei giorni effettivi per l’attività sono stati successivamente ricavati dividendo il costo

totale di manodopera per il numero d’operai, lo stipendio medio di ognuno e il numero di ore

lavorative.

Le stesse valutazioni valgono per le attività inerenti il posizionamento e il montaggio delle

armature e di tutti i tipi di profilati metallici. Per quanto riguarda i mezzi è stato fatto un

discorso separato, infatti come è possibile vedere in tabella, sembra che non vi sia un costo

assegnato ai mezzi d’opera, ma in realtà sappiamo che per la movimentazioni all’interno del

cantiere delle barre d’armatura e dei profilati metallici è necessaria una grù, il cui costo di

noleggio è stato quindi valutato separatamente. Giornalmente il prezzo è di circa 265€, quindi

per l’intera durata del cantiere, il costo totale è di 135.000€ da tenere in considerazione

all’interno del computo metrico estimativo.

In questo paragrafo non si è parlato finora di BIM, questo perché le valutazioni da fare per

ricavare i tempi e le risorse necessarie per lo sviluppo di un modello previsionale d’esecuzione

dei lavori, prescinde da quali procedure si utilizzino. Tuttavia l’accuratezza dei dati e delle

informazioni ricavate attraverso la metodologia BIM, permette in questa fase di studio di poter

elaborare delle stime più dettagliate: in tabella ci riferiamo per esempio al numero di squadre o

ai giorni lavorativi inserendo valori con le cifre decimali.

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Codice identificativo Dicitura completa

WBS Work Breakdown Structure

Ct.mez Costo totale mezzi (euro)

Ct.ma Costo totale manodopera (euro)

Ns Numero delle squadre

Nm Numero dei mezzi

T.eff Tempo effettivo (gg)

Co.ma Costo orario manodopera (euro)

Co.mez Costo orario dei mezzi (euro)

WBS Ct.mez Ct.ma Ns Nm T.eff Co.ma Co.mez Q.ta Pr Ngg Ngs K Na Np Ne Nc

001 INIZIO CANTIERE

002 PREPARAZIONE CANTIERE

002\1 Montaggio della recinzione di protezione esterna in tavole d'abete € - € 6.102,60 2,0 2 2,75 34,7

002\2 Montaggio della Gru a torre di altezza 43 m € 3.592,80 € 22.208,00 2,0 1 10,00 34,7 44,91

003 TRACCIAMENTI PRELIMINARI E SCAVI

003\1 Scavo a sezione obbligata in terreno naturale fino alla profondità di 6 m € 44.548,35 € 17.204,88 0,6 4 24,00 34,7 58,00 15361,5 200 9,60 2,5 4

003\2 Carico e trasporto ad idoneo impianto di recupero € 193.708,52 € 82.952,10 3,1 12 24,00 34,7 84,07 15361,5 12

004 FONDAZIONI

004\1 Getto e vibrazione del magrone di sottofondazione € 1.780,42 € 12.025,74 6,2 12 1,76 34,7 10,53 450,74 80 0,70 2,5 10 2

004\2 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio € - € 135.591,24 8,0 15,26 34,7

004\3 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di fondazioni continue € 107,75 € 2.013,06 2,0 2 0,91 34,7 7,43

004\4 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per platee di fondazione. Rck= 30 N/mm² € 13.651,93 € 75.096,36 12,1 18 5,60 34,7 16,93 2149,91 120 2,24 2,5 15 3

005 MURI CONTROTERRA

005\1 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio € - € 11.405,05 2,0 5,14 34,7

005\2 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti € 1.857,60 € 18.399,94 4,0 4 4,14 34,7 14,01

005\3 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² € 1.614,68 € 4.615,99 4,1 6 1,02 34,7 32,88 130,95 40 0,41 2,5 5 1

006 STRUTTURE -3.50

006\1 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio € - € 21.850,16 4,0 4,92 34,7

006\2 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti e pilastri € 4.496,73 € 44.541,03 4,0 4 10,03 34,7 14,01

006\3 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti e pilastri. Rck= 40 N/mm² € 2.364,65 € 6.760,25 4,1 6 1,50 34,7 32,88 191,78 40 0,60 2,5 5 1

Q.ta Quantità di materiale (m³)

Pr Produttività (m³/l'ora)

Ngg Numero dei giorni di getto a caldo

Ngs Numero dei giorni di scavo

K Coefficiente correttivo

Na Numero effettivo di autobetoniere

Np Numero effettivo di pompe autocarrate

Ne Numero effettivo di escavatori

Nc Numero effettivo di autocarri

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007 STRUTTURE -0.10

007\1 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento € 9.953,96 € 68.018,69 4,9 6 12,44 34,7 16,67 398,15 40 1,24 10 5 1

007\2 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio € - € 54.841,13 4,0 12,35 34,7

007\3 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per travi € 1.319,47 € 13.069,40 2,0 2 5,88 34,7 14,01

007\4 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² € 2.718,88 € 7.772,97 4,1 6 1,72 34,7 32,88 220,51 40 0,69 2,5 5 1

007\5 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti e pilastri € 3.166,39 € 31.363,79 6,0 6 4,71 34,7 14,01

007\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti e pilastri. Rck= 40 N/mm² € 2.566,69 € 7.337,64 4,1 6 1,63 34,7 32,88 208,16 40 0,65 2,5 5 1

008 STRUTTURE +3.70

008\1 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento € 7.216,92 € 49.315,62 4,9 6 9,02 34,7 16,67 288,67 40 0,90 10 5 1

008\2 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio € - € 41.420,35 4,0 9,33 34,7

008\3 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per travi e solai a soletta piena € 2.367,95 € 23.455,03 4,0 4 5,28 34,7 14,01

008\4 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² € 2.464,15 € 7.044,71 4,1 6 1,56 34,7 32,88 199,85 40 0,62 2,5 5 1

008\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² € 2.965,09 € 9.745,09 4,9 6 1,80 34,7 34,24 230,92 40 0,72 2,5 5 1

008\6 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti € 1.507,39 € 14.931,03 2,0 2 6,72 34,7 14,01

008\7 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² € 1.532,57 € 4.381,43 4,1 6 0,97 34,7 32,88 124,3 40 0,39 2,5 5 1

008\8 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450 € - € 35.149,61 4,0 7,91 34,7

008\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio € - € 43.351,84 4,0 9,76 34,7

008\10 Posizionamento e montaggio delle bielle € - € 20.750,81 4,0 4,67 34,7

008\11 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio € - € 198.939,59 6,0 29,86 34,7

009 STRUTTURE +8.40

009\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento € 900,45 € 26.235,40 4,0 6 5,98 34,7 3,18 65,56 40 0,20 30 5 1

009\2 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento € 286,74 € 1.959,41 4,9 6 0,36 34,7 16,67 11,47 40 0,04 10 5 1

009\3 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio € - € 8.519,04 2,0 3,84 34,7

009\4 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per travi e solai a soletta piena € 140,59 € 1.392,57 3,0 3 0,42 34,7 14,01

009\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² € 98,76 € 282,35 4,1 6 0,06 34,7 32,88 8,01 40 0,03 2,5 5 1

009\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² € 209,89 € 689,84 4,9 6 0,13 34,7 34,23 16,35 40 0,05 2,5 5 1

009\7 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti € 1.392,18 € 13.789,84 2,0 2 6,21 34,7 14,01

009\8 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² € 1.348,52 € 3.855,25 4,1 6 0,85 34,7 32,88 109,37 40 0,34 2,5 5 1

009\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450 € - € 29.914,56 4,0 6,74 34,7

009\10 Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio € - € 9.430,43 2,0 4,25 34,7

009\11 Posizionamento e montaggio delle bielle € - € 12.944,74 2,0 5,83 34,7

009\12 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio € - € 207.997,62 6,0 31,22 34,7

0010 STRUTTURE +12.40

010\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento € 937,44 € 27.313,07 4,0 6 6,15 34,7 3,18 68,26 40 0,21 30 5 1

010\2 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento € 286,74 € 1.959,41 4,9 6 0,36 34,7 16,67 11,47 40 0,04 10 5 1

010\3 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio € - € 8.278,34 2,0 3,73 34,7

010\4 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per travi e solai a soletta piena € 117,04 € 1.159,74 3,0 3 0,35 34,7 14,01

010\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² € 100,36 € 286,93 4,1 6 0,06 34,7 32,88 8,14 40 0,03 2,5 5 1

010\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² € 155,77 € 511,97 4,9 6 0,09 34,7 34,24 12,13 40 0,04 2,5 5 1

010\7 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti € 1.338,73 € 13.260,45 2,0 2 5,97 34,7 14,01

010\8 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² € 1.312,23 € 3.751,51 4,1 6 0,83 34,7 32,88 106,43 40 0,33 2,5 5 1

010\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450 € - € 29.914,56 4,0 6,74 34,7

010\10 Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio € - € 18.860,87 2,0 8,49 34,7

010\11 Posizionamento e montaggio delle bielle € - € 14.068,25 2,0 6,33 34,7

010\12 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio € - € 217.687,49 6,0 32,67 34,7

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0011 STRUTTURE +16.40

011\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento € 976,57 € 28.453,14 4,0 6 6,41 34,7 3,18 71,11 40 0,22 30 5 1

011\2 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento € 286,74 € 1.959,41 4,9 6 0,36 34,7 16,67 11,47 40 0,04 10 5 1

011\3 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio € - € 7.357,82 2,0 3,31 34,7

011\4 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per travi e solai a soletta piena € 91,15 € 902,88 3,0 3 0,27 34,7 14,01

011\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² € 99,38 € 284,11 4,0 6 0,06 34,7 32,88 8,06 40 0,03 2,5 5 1

011\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² € 100,51 € 330,35 4,9 6 0,06 34,7 34,23 7,83 40 0,02 2,5 5 1

011\7 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti € 1.274,49 € 12.624,13 2,0 2 5,68 34,7 14,01

011\8 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² € 1.239,14 € 3.542,55 4,1 6 0,79 34,7 32,88 100,50 40 0,31 2,5 5 1

011\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB450 € - € 29.166,69 4,0 6,57 34,7

011\10 Posizionamento e montaggio dei pilastri cavi in acciaio € - € 36.595,72 4,0 8,24 34,7

011\11 Posizionamento e montaggio delle bielle € - € 13.677,40 2,0 6,16 34,7

011\12 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio € - € 224.230,82 6,0 33,66 34,7

0012 STRUTTURE +20.30

012\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento € 1.058,83 € 30.849,93 4,0 6 6,95 34,7 3,18 77,1 40 0,24 30 5 1

012\2 Montaggio del solaio in lastre prefabbricate in c.a.p. e in blocchi di polistirolo, e getto di completamento € 286,74 € 1.959,41 4,9 6 0,36 34,7 16,67 11,47 40 0,04 10 5 1

012\3 Posizionamento delle barre di acciaio per armature di conglomerato cementizio € - € 3.452,44 2,0 1,55 34,7

012\4 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per travi e solai a soletta piena € 65,83 € 652,10 3,0 3 0,20 34,7 14,01

012\5 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per travi. Rck= 40 N/mm² € 99,38 € 284,11 4,1 6 0,06 34,7 32,88 8,06 40 0,03 2,5 5 1

012\6 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² € 46,64 € 153,28 4,9 6 0,03 34,7 34,26 3,63 40 0,01 2,5 5 1

012\7 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per pareti € 627,91 € 6.219,53 2,0 2 2,80 34,7 14,01

012\8 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per pareti. Rck= 40 N/mm² € 819,36 € 2.342,44 4,1 6 0,52 34,7 32,88 66,45 40 0,21 2,5 5 1

012\9 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEB220 € - € 15.544,02 2,0 7,00 34,7

012\10 Posizionamento e montaggio dei pilastri d'acciaio HEA160 € - € 1.991,96 2,0 0,90 34,7

012\11 Posizionamento e montaggio delle travi in acciaio € - € 43.524,85 4,0 9,80 34,7

0013 STRUTTURE +24.10

013\1 Montaggio del solaio in lamiera d'acciaio grecata e zincata, e getto di completamento € 152,63 € 4.447,10 4,0 6 1,00 34,7 3,18 11,11 40 0,03 30 5 1

013\2 Posizionamento delle casseforme in pannelli metallici standard per getti di conglomerati cementizi per solai a soletta piena € 195,26 € 1.934,08 2,0 2 0,87 34,7 14,01

013\3 Getto e vibrazione di conglomerato cementizio preconfezionato per solai a soletta piena. Rck= 40 N/mm² € 415,90 € 1.366,89 4,9 6 0,25 34,7 34,24 32,39 40 0,10 2,5 5 1

0014 MURATURE

014\1 Realizzazione della muratura in blocchi forati in calcestruzzo del tipo LECA, 20x50x8 cm € - € 4.244,91 2,0 1,91 34,7

014\2 Realizzazione della muratura in blocchi forati in calcestruzzo del tipo LECA, 20x50x20 cm € - € 10.390,91 2,0 4,68 34,7

014\3 Realizzazione della muratura in blocchi forati in calcestruzzo del tipo LECA, 20x50x12 cm € - € 10.633,27 2,0 4,79 34,7

0015 IMPERMEABILIZZAZIONI

015\1 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 6 cm di spessore € - € 62,83 1,0 0,06 34,7

015\2 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 3 cm di spessore € - € 6.312,92 1,0 5,69 34,7

015\3 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 2 cm di spessore € - € 867,79 1,0 0,78 34,7

015\4 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 2,6 cm di spessore € - € 464,97 1,0 0,42 34,7

015\5 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 2,2 cm di spessore € - € 1.765,60 1,0 1,59 34,7

015\6 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 3,2 cm di spessore € - € 2.552,62 1,0 2,30 34,7

015\7 Esecuzione dell'isolamento termico nell'estradosso del solaio con pannelli in lana di vetro di 10 cm di spessore € - € 3.020,46 1,0 2,72 34,7

015\8 Stesura del manto impermeabile di 0,4 cm di spessore € - € 3.172,00 1,0 2,86 34,7

015\9 Stesura del manto impermeabile di 0,8 cm di spessore € - € 27.960,36 3,0 8,39 34,7

015\10 Esecuzione dell'isolamento termico su pareti con pannelli in polistirene espanso di 4 cm di spessore € - € 1.151,15 1,0 1,04 34,7

015\11 Esecuzione dell'isolamento termico su pareti con pannelli in lana minerale di 10 cm di spessore € - € 24.077,37 3,0 7,23 34,7

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015\12 Esecuzione dell'isolamento termico su pareti con pannelli in lana minerale di 7,5 cm di spessore € - € 29.282,81 3,0 8,79 34,7

015\13 Esecuzione dell'isolamento termico su pareti con pannelli in lana minerale di 8 cm di spessore € - € 3.049,30 1,0 2,75 34,7

0016 FINITURE

016\1 Posa, battitura e spianamento del massetto isolante alleggerito € 1.923,22 € 78.809,04 4,0 4 17,74 34,7 3,39

016\2 Posa, battitura e spianamento del massetto di sottofondo € 482,91 € 34.355,58 2,0 2 15,47 34,7 1,95

016\3 Posa, battitura e spianamento dell'ultimo strato di sottofondo alle pavimentazioni € 71,11 € 5.058,91 2,0 2 2,28 34,7 1,95

016\4 Esecuzione dell'allettamento in malta cementizia € 59,63 € 1.188,97 1,0 1 1,07 34,7 6,96

016\5 Posa del pavimento asfalto cementizio di 12 cm di spessore € 7.190,52 € 19.744,26 3,0 3 5,93 34,7 50,55

016\6 Posa del pavimento di travertino in piastrelle di 2 cm di spessore € - € 119.822,39 6,0 17,98 34,7

016\7 Posa del pavimento in gres porcellanato in piastrelle di 1 cm di spessore € - € 51.420,35 4,0 11,58 34,7

016\8 Posa del pavimento in legno in listoni prefiniti di 2 cm di spessore € - € 1.913,74 1,0 1,72 34,7

016\9 Stesura di uno strato di ghiaia € - € 948,52 1,0 0,85 34,7

016\10 Posa del pavimento asfalto-cementizio di 8 cm di spessore € 3.370,20 € 10.110,60 3,0 3 3,04 34,7 46,27

016\11 Realizzazione del pavimento mediante l'impiego di klinker trafilato a superficie opaca dello spessore di 1 cm € - € 197,77 1,0 0,18 34,7

016\12 Fissaggio delle lastre in cartongesso dello spessore di 1,5 cm € - € 5.277,91 2,0 2,38 34,7

016\13 Fissaggio delle lastre in cartongesso dello spessore di 3 cm € - € 70.153,67 8,0 7,90 34,7

016\14 Stesura di intonaco civile a tre strati in malta di cemento € - € 24.829,92 4,0 5,59 34,7

016\15 Posa del rivestimento ceramico in gres porcellanato € - € 24.766,27 4,0 5,58 34,7

016\16 Realizzazione delle tramezzature in laterogesso in pannelli di 12 cm di spessore € - € 18.378,69 4,0 4,14 34,7

0017 FORNITURE IN OPERA

017\1 Fornitura e posa in opera delle pareti vetrate su infissi e telai metallici € - € - 4,0 0 4,72 34,7

017\2 Fornitura e posa in opera delle porte da interno e da esterno complete di telaio maestro € - € - 4,0 1,17 34,7

0018 FINE CANTIERE

018\1 Smontaggio della recinzione di protezione esterna in tavole d'abete € - € 6.102,60 2,0 2 2,75 34,7

018\2 Smontaggio della Gru a torre di altezza 43 m € 3.592,80 € 22.208,00 2,0 1 10,00 34,7 44,91

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2.4.6- Cenni sulla logistica di cantiere

Quanto detto in merito all'assegnazione dei tempi e delle risorse nasce da considerazioni di

carattere generale sulla logistica e la sicurezza del cantiere. Riportiamo per completezza di

trattazione le principali valutazioni in merito.

"L’area occupata dal cantiere deve essere tale da avere ampiezza su tutti i lati della futura

costruzione e garantire la possibilità di installare tutte le attrezzature previste. Quando non è

possibile e si presenta la necessità di occupare una parte della sede stradale occorre richiedere

un apposito permesso alle autorità competenti. Entro il recinto in cui si sviluppa il cantiere

devono essere previste le seguenti aree, scelte in rapporto alla natura dei lavori da eseguire:

- lo spazio impegnato dal costruendo edificio,

- i depositi dei ponteggi e dei materiali (che possono anche utilizzare il rustico dell'edificio

appena realizzato),

- i posti di lavoro per le opere in calcestruzzo (betonaggio, lavorazione del ferro, preparazione

delle casseforme),

- i posi per i mezzi d'opera,

- i locali vari di servizio.

I depositi di materiali sono in funzione delle necessità di conservazione dei materiali. In

particolare i depositi potranno essere al chiuso (sili per cemento, vernici, sostanze chimiche,

attrezzeria, esplosivi), al coperto (legnami, attrezzature, ferri d'armatura), allo scoperto (inerti)

verificandone la conservazione nel rispetto delle norme di sicurezza. Lo scarico dei materiali

va previsto in una zona possibilmente situata in prossimità del loro punto di messa in opera o

della necessaria lavorazione; sarà possibile prevedere la variazione di destinazione delle aree del

cantiere che possono essere utili man mano che progredisce il lavoro di costruzione; Affinché

tale studio preventivo raggiunga lo scopo è necessario controllarne lo svolgimento in fase

operativa, ponendo rimedio agli inconvenienti che man mano si presentano. Dopo aver

dimensionato i vari reparti in relazione ai rifornimenti dei materiali, alle lavorazioni previste, al

numero di addetti; sarà necessario, al fine di un loro corretto posizionamento:

- sviluppare le traiettorie dei materiali, del personale e delle macchine in relazione ai cicli di

lavoro; le traiettorie siano brevi e senza intrecci tra le traiettorie dei vari reparti;

-valutare le aree coperte dai mezzi di sollevamento e trasporto;

- valutare il concatenamento delle operazioni preparatorie e di quelle produttive (es.: i

padiglioni per la lavorazione del ferro e del legno vicini ai rispettivi depositi e vicini alla gru).

Di primaria importanza è il collegamento con la viabilità esterna da realizzare con piste di

geometria e struttura tali da permettere il transito previsto (uomini e macchine). Stessa cura

dovrà porsi nella realizzazione della viabilità interna.

Il Testo Unico prescrive la redazione di un Piano di sicurezza e coordinamento (la prima

formulazione di tali strumenti risale alla L. 55/90) e di un Piano operativo di sicurezza,

quest’ultimo a carico delle imprese che lavorano al cantiere. Il D.Lgs 163/2006 (Codice De

Lise) prevede inoltre la redazione di un Piano di Sicurezza Sostitutivo del piano di sicurezza e

di coordinamento quando quest'ultimo non sia previsto. Tali piani, che rivestono un ruolo

fondamentale ed innovativo per tutto il processo edilizio, ci interessano in questa fase perché,

tra le molte cose richieste, devono prevedere e descrivere con accuratezza l’intera

organizzazione del cantiere, con le ubicazioni delle diverse funzioni, i tipi di recinzione, gli

impianti necessari alle lavorazioni. A tale scopo è quindi utili elaborare un grafico in cui si

evidenziano le aree di lavoro (recinzione, aree di produzione, aree di produzione semilavorati,

aree direzionali e di servizio, aree di supporto) e i sistemi di connessione (sistema infrastrutturale,

sistema logistico, sistema impiantistico elettrico, idrico, fognario, sistemi di movimentazione

verticale ed orizzontale). Le aree direzionali e di servizio sono in genere ubicate in “baracche”

realizzate in prefabbricato di lamiera in elementi piani o curvi, o legno, di facile montaggio in

modo tale da poter essere riutilizzate. Devono essere solide, ben coibentate e dotate di finestre.

Prima della loro collocazione occorrerà eseguire uno scavo riempito con ghiaione, oppure la

posa di travi per realizzare una intercapedine o, ancora, un getto di magrone e, se necessario,

predisporre un drenaggio. Per il riscaldamento è preferibile l’uso di impianti elettrici per evitare

lo scarico di fumi e il pericolo di incendi.

Molti, come si è visto, sono i fattori "logistici" che influiscono sull'organizzazione del cantiere

e sull'andamento dei lavori. Inoltre, occorre tenere conto anche dell’eventuale costo di

occupazione del suolo pubblico che, per i lunghi periodi, costituisce un onere non indifferente.

Tra i diversi fattori rivestono grande importanza:

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- la distanza del cantiere dai centri abitati e dai centri di approvvigionamento dei materiali edili;

al crescere della distanza aumentano i costi di trasporto; in qualche caso, può essere necessario

organizzare il trasferimento delle maestranze,

- la possibilità di parcheggio e di manovra all'interno o in prossimità del cantiere;

- l'area a disposizione intesa come disponibilità, caratteristiche e ubicazione dello spazio

rispetto alla zona di lavoro;

- la disponibilità di aree per l'accumulo del materiale destinato alla discarica e per residui di

materiali considerati pericolosi e soggetti a procedure di smaltimento particolari. Sia che si

tratti di allontanare la terra di risulta sia le macerie e i residui di demolizioni, incidono sul costo

la distanza dei luoghi di discarica, nonché la possibilità di accumulo del materiale in cantiere

prima del suo allontanamento in modo da effettuarne il trasporto nei tempi e nei modi più

convenienti;

- la situazione ambientale (natura del terreno, condizioni climatiche ecc.);

- la disponibilità di acqua ed energia elettrica nella quantità necessaria;

- l'esistenza di impedimenti o vincoli imposti dalla presenza di canalizzazioni, linee aeree od

opere da salvaguardarsi incluse nel perimetro del cantiere. Oltre quanto già evidenziato, il

cantiere deve prevedere nello specifico le seguenti zone caratteristiche, destinate a attività

specifiche:

- zona uffici, in cui sono conservati i documenti amministrativi e tecnici, i verbali di ispezione,

i registri delle presenze, i libretti di manutenzione delle macchine ecc.; va ubicata in prossimità

dell'ingresso, allocata nelle baracche nelle quali sono previsti: l’ufficio del Direttore tecnico di

cantiere e dell’assistente, l’ufficio della Direzione lavori, l’eventuale ufficio vendite, la guardiola

di sorveglianza, i quadri elettrici ecc. (spazi valutabili in circa 15 mq/impiegato).

- zona servizi, in prossimità dell'ingresso, allocati nelle “baracche”, generalmente prefabbricate

Le maestranze devono avere a disposizione idonei ambienti per i servizi igienico-sanitari nella

quantità adeguata (in origine era 1 mq/persona).

Inoltre, i gabinetti devono essere forniti di scarico con sifone collegato alla rete fognaria; se il

collegamento non è attuabile occorre prevedere l’installazione di una fossa biologica o di altri

sistemi concordati con l’ufficio di igiene. Pavimenti e pareti devono essere facilmente lavabili.

E’ necessario nominare un addetto alle pulizie dei bagni. In ogni luogo di lavoro deve essere

conservato il materiale sanitario di primo intervento, in attesa degli opportuni soccorsi per i

lavoratori feriti o colpiti da malore improvviso. Questo materiale consiste, nei casi più comuni,

in un pacchetto di medicazione o in una cassetta di pronto soccorso mentre per i cantieri isolati o di una

certa importanza deve essere prevista anche una camera di medicazione. L'ubicazione dei servizi

per il pronto soccorso deve essere sempre ben nota ai lavoratori e opportunamente segnalata

con un cartello.

Altre zone del cantiere sono descritte di seguito; la loro ampiezza deve essere valutata in

relazione alla disponibilità di spazi nell’area del cantiere. Il dimensionamento è indicativo:

- zone di immagazzinamento e lavorazione, opportunamente collocate per i diversi materiali;

- i carburanti e i combustibili liquidi, come anche le bombole di gas compressi, i solventi e le

vernici devono essere conservati in luoghi separati dagli altri materiali e protetti dal calore

eccessivo, per evitare esplosioni e incendi, e dal pericolo di emanazione di vapori tossici;

- devono essere previste apposite zone di deposito delle tavole e degli elementi tubolari dei

ponteggi metallici, aventi uno spazio adeguato a coprire il fabbisogno in ogni fase dei lavori;

- la zona di lavorazione del ferro per calcestruzzo armato deve avere spazi adeguati per il

deposito delle barre e delle reti elettrosaldate, il taglio e la sagomatura dei ferri, l'assemblaggio a

piè d'opera e lo stoccaggio delle armature dei pilastri e delle travi (1 mq/1 t di ferro lavorato

mensilmente); comprende in linea di massima una cesoia a mano per ferri tondi (per piccoli

cantieri) o a motore, apparecchi per piegare i ferri e maschere varie. Si fa presente che per le

strutture comuni in c.a. il ferro necessario è: 50-70 kg/mc per le solette; 60-120 kg/mc per i

pilastri; 60-200 kg/mc per le travi semplici, fino a 300 kg/mc per le travi reticolari;

- officina fabbro (1 mq/500 kg) di ferro lavorato mensilmente (peso del ferro 7.860 kg/mc)

- la zona di deposito leganti in sacchi;

- la zona di deposito del legname;

- la zona di confezionamento degli impasti (centrale di betonaggio, se il calcestruzzo viene

confezionato in cantiere, nella misura di 1mq/mc di cls prodotto mensilmente);

- impianto di frantumazione inerti (1 mq/5 mc di inerti prodotti mensilmente);

- eventuale zona di prefabbricazione a piè d’opera facilmente raggiungibile dai mezzi di

sollevamento e con spazio adeguato per l’allestimento delle casseforme, la preparazione del

getto, l’impianto di produzione del vapore, lo stoccaggio dei prefabbricati, ecc. (15 mq/1 mc di

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cls prodotto giornalmente);

- percorsi delle attrezzature per i trasporti interni;

- viabilità interna per il transito dei veicoli. La viabilità del cantiere deve essere assicurata sia

per le persone sia per i veicoli. E’ il complesso delle piste di cantiere rotabili, ferrovie,

teleferiche, nastri trasportatori ecc. che permette la mobilità delle risorse. Nello specifico è

necessario seguire le seguenti prescrizioni:

- le rampe di accesso al fondo degli scavi di splateamento o di sbancamento devono avere una

carreggiata solida, per resistere al transito dei mezzi di trasporto di cui è previsto l'impiego, e

una pendenza adeguata alla possibilità dei mezzi stessi;

- gli accessi pedonali e carrabili devono essere separati; quando ciò non è possibile la larghezza

delle rampe deve essere tale da consentire un franco di almeno 70 cm, oltre la sagoma

d'ingombro del veicolo; inoltre, qualora nei tratti lunghi il franco venga limitato a un solo lato,

devono essere realizzate piazzole o nicchie di rifugio a intervalli non superiori a 20 m lungo

l'altro lato;

- i viottoli e le scale con gradini ricavate nel terreno o nella roccia devono essere provvisti di

parapetto nei tratti prospicienti il vuoto quando il dislivello superi i 2 metri;

- le alzate dei gradini ricavati in terreno friabile devono essere sostenute, ove occorra, con

tavole e paletti robusti;

- le vie d'accesso e i punti pericolosi non proteggibili devono essere opportunamente segnalati

e devono essere adottate le disposizioni necessarie per evitare la caduta di gravi, come i massi,

dal terreno a monte dei posti di lavoro;

- le macchine per il sollevamento devono essere scelte in funzione delle caratteristiche del

cantiere (disposizione planimetrica e altezza degli edifici, pesi e ingombri dei materiali da

movimentare ecc.); in particolare, gli sbracci delle gru devono essere previsti in modo da

raggiungere agevolmente le aree di scarico e deposito del cantiere;

- le scale a mano, le corde ecc. devono essere protette dalle intemperie e dalle aggressioni dei

roditori, appendendo le scale su mensole alle pareti e le corde ad appositi ganci ai soffitti; le

scale a mano, durante l’uso devono essere bloccate agli appoggi; quelle di passaggio da un

ponteggio ad un altro devono essere munite di parapetto sul lato esterno;

- i posti di lavoro prossimi ai ponteggi e quelli di caricamento dei materiali devono essere

protetti da tettoie ben solide;

- i lavoratori devono indossare le cinture di sicurezza (in caso di rischio di caduta o in assenza

di idoneo ponteggio o altre protezioni) collegata a funi di sostegno direttamente a parti fisse

(linee vita);

- nei cantieri situati su terreni in declivio o in posizioni più esposte è opportuno prevedere

opere di stabilizzazione del terreno e di sistemazione del regime delle acque superficiali

(drenaggi e canalizzazioni di smaltimento), tenendo conto di possibili precipitazioni

meteorologiche prolungate. In qualche caso è utile praticare lo scavo di un fosso, detto fosso di

guardia, per raccogliere l'acqua a monte dell'area da proteggere (o dalla direzione di possibile

provenienza) e per smaltirla nella rete fognaria o in appositi pozzi perdenti se si è in presenza

di terreni con permeabilità adeguata. Nella organizzazione del lay out di cantiere sarà opportuno

predisporre quindi un vero e proprio grafo in cui si individuano i collegamenti tra le aree

operative e la loro tipologia, così da poterli dimensionare in relazione ai flussi di traffico."

Quanto descritto è uno stralcio degli appunti, relativi alle lezioni dell' Arch. Professoressa Stefania Mornati,

docente di Organizzazione del Cantiere presso l'Università di Roma "Tor Vergata"

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2.4.7- La fase gestionale del cantiere: Microsoft Project

L’utilizzo del programma di management, Microsoft Project, ha coinciso con la necessità di

integrare tutti i dati e le informazioni ricavate, su costi, tempi e risorse, affinchè potessero

essere immediatamente interfacciabili e restituire una visione globale dello sviluppo

previsionale del progetto, in relazione alla futura esecuzione dell’opera.

Tuttavia questo momento di studio non è da identificarsi con un inserimento meccanico,

all’interno del programma dei dati finora ricavati, infatti, devono essere elaborate nuove

informazioni e dove necessario, apportate modifiche in base agli output del software, che

dispone di strumenti capaci di relazionare i dati inseriti, ottimizzare i processi e restituire un

quadro di gestione del cantiere di altissima qualità e veridicità.

Ciò che abbiamo fatto inizialmente, è stato creare il diagramma di Gantt.

La programmazione lineare, con il metodo ideato da Henry Laurence Gantt, è la prima delle

tecniche di programmazione, comparsa negli anni '20 e tutt'ora la più utilizzata.

Con questa tecnica, il progetto è rappresentato da un piano di lavoro dove:

- sull'asse orizzontale viene delineato il tempo;

- sull'asse verticale vengono riprodotte le attività componenti il progetto, scomposte come

individuato attraverso la WBS.

Le attività vengono rappresentate da barre le cui lunghezze sono proporzionali alla loro durata

temporale, restituendo un sistema di programmazione semplice e intuitivo, facilmente leggibile

ed interpretabile.

Inizialmente, quindi, tutte le attività individuate dalla WBS sono state inserite all’interno di

Microsoft Project e relazionate in modo logico tramite legami denominati vincoli di sequenza

o sequenziali:

- Inizio per Inizio (II): quando un'attività non può iniziare finche un'altra attività non è iniziata;

- Fine per Fine (FF): quando un'attività non può finire finché un'altra attività non è finita;

- Inizio per Fine (IF): quando un'attività non può finire finché un'altra attività non è iniziata;

- Fine per Inizio (FI): quando un'attività non può iniziare finché che un'altra attività non è

finita.

Successivamente sono stati inseriti i vincoli relativi ad ogni attività; se ne individuano otto tipi:

- il più presto possibile: l'attività inizierà prima possibile in relazione ai collegamenti ed ai

vincoli di sequenza con le altre attività; viene utilizzato per avviare un'attività appena lo

consentono i collegamenti con eventuali attività precedenti;

- il più tardi possibile: l'attività inizierà il più tardi possibile in relazione ai collegamenti e ai

vincoli di sequenza con le altre attività; viene utilizzato per avviare un'attività all'ultimo

momento accettabile senza procurare ritardo al progetto o a un'attività successiva;

- finire non prima del: l'attività dovrà essere conclusa non prima della data stabilita; viene

utilizzato per attività che potrebbero, ma non devono, terminare prima di un dato momento;

- iniziare non prima del: l'attività dovrà iniziare non prima della data stabilita; viene utilizzato

per attività che potrebbero, ma non devono, iniziare prima di un dato momento;

- finire non oltre il: l'attività terminerà entro la data specificata; viene utilizzato per attività da

concludere entro un momento specificato;

- iniziare non oltre il: l'attività inizierà entro la data specificata; viene utilizzato per attività da

cominciare entro un momento prefissato;

- finire il: l'attività terminerà ad una data specifica; viene utilizzato per attività che devono

concludersi in un preciso momento;

- iniziare il: l'attività inizierà ad una data specifica; viene utilizzato per attività che devono

iniziare in un preciso momento.

Contemporaneamente all'inserimento dei vincoli, abbiamo riportato i tempi necessari

all'esecuzione di ogni lavorazione e integrato il diagramma di Gantt, con i dati relativi alle

risorse e ai costi di commessa, ottenendo un "foglio elettronico" di gestione del cantiere

completo di ogni informazione.

Tutte le voci di progetto sono restituite unitamente, in una visione globale, per tale motivo, se

da una prima assegnazione delle risorse sono individuati punti critici (alcune risorse sono state

assegnate in misura superiore o inferiore alle disponibilità), è possibile procedere con il

bilanciamento delle stesse. Microsoft Project, permette di procedere in questo senso,

mostrando quali risorse sono interessate da criticità, in quali giorni e in che quantità,

consentendone il livellamento.

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Con il bilanciamento, l'assegnazione delle risorse viene ottimizzata per creare una condizione

di equilibrio: è un'operazione delicata che esige ogni volta considerazioni puntuali e specifiche,

poichè interessa anche variazioni sulla stima delle durate. Valutazioni dei tempi e assegnazione

delle risorse sono decisamente interdipendenti e la ricerca di un equilibrio non è sempre

agevole.

Il software, inoltre ci ha permesso di interfacciare il diagramma di Gantt con il reticolo delle

precedenze, creato in automatico. Questa metodologia di rappresentazione del progetto,

consente di identificare le attività sui nodi, collegati da frecce, che individuano le dipendenze.

Il reticolo delle precedenze risulta essere molto semplice da leggere rispetto i più complessi

CPM e PERT, permettendo una migliore gestione delle attività che si sviluppano in parallelo e

consentendo l'individuazione del percorso critico affinchè il responsabile di commessa sia a

conoscenza delle attività a cui deve prestare maggiore attenzione, per il loro riscontro

operativo in fase di esecuzione.

Con Microsoft Project si può considerare conclusa questa fase di studio relativa allo sviluppo

di un piano previsionale dei lavori. Tutto l'iter seguito, ci permette di disporre degli strumenti e

dei dati necessari per un controllo ottimale della commessa in fase di esecuzione. Se pensiamo

al diagramma di Gantt, per esempio, esso permetterà di visualizzare quanto segue:

- l'effettiva durata delle attività (le barre vengono sdoppiate in una superiore ed una inferiore,

la prima indica la programmazione prevista, la seconda la programmazione corrente o

riprogrammazione);

- lo scostamento tra la programmazione prevista e la programmazione corrente;

- la percentuale di completamento delle attività (le barre delle attività eseguite vengono

colorate di nero);

- il tempo rimanente per raggiungere la fine dei lavori (evidenziato dal percorso critico delle

attività non ancora eseguite).

Di seguito vengo riportati i Report per una comprensione esauriente e dettagliata delle fasi di

programmazione che la commessa seguirà.

Bilanciamento delle risorse e dei tempi. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

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Il diagramma di Gantt; sulle ordinate vengono riportate le attività come da WBS, la data di inizio e fine lavori, le sequenze logiche e i vincoli d'attività, nonché la durata in giorni; sulle ascisse

troviamo i giorni relativi al compimento delle lavorazioni, specificatamente a mese e anno di riferimento; le barre indicano infine la durata dell'attività, le frecce rendono interfacciabili i legami logici

tra le varie attività, inoltre viene riportata la percentuale di lavorazione eseguita. Il colore blu per le barre indica che l'attività non è critica, al contrario il colore rosso segnala al Project Manager le

fasi di cantiere a cui dovrà porre particolare attenzione, onde evitare ritardi e flussi di cassa in eccesso.

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Di seguito riportiamo il reticolo delle precedenze, inizialmente in forma integrale, poi schematizzato.

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La Baseline Cost Report, restituisce tutti i costi relativi ad ogni gruppo d'attività di riferimento, ponendo l'attenzione su quelle che saranno più onerose per l'azienda. I costi sono in Euro.

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Il Budget Cost Report e il Cash Flow Report permettono all'azienda di avere un quadro dei flussi di cassa relativi ad ogni quadrimestre e all'intero progetto. Le cifre sono da stimarsi in Euro.

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Di seguito alcuni Report relativi al "Lavoro" svolto. Per "Lavoro" si intende il prodotto tra le unità di manodopera e mezzi d'opera assegnate ad ogni attività e la relativa durata.

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Questo diagramma a torta mostra la ripartizione dei costi di commessa relativamente a materiali, manodopera e mezzi d'opera, e costi di fornitura. Le cifre sono da stimarsi in Euro.

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2.4.8- 4D e 5D Modeling: Navisworks

Ottenuto il Gantt all'interno di MSP, è stato possibile simulare la costruzione virtuale del

nostro edificio, servendoci del software Autodesk Navisworks.

Questo programma permette una perfetta interoperabilità con Revit: l'importazione del

modello è infatti avvenuta senza riscontrare alcun tipo di problema.

Il timore comune, è quello per il quale alcuni componenti del progetto non vengano

riconosciuti, come accaduto precedentemente nell'esportazione in Autodesk Quantity Takeoff.

Lo stesso discorso vale per Microsoft Project: il Gantt importato mantiene la data, le durate, i

costi etc. relative all'esecuzione di ogni lavorazione.

Importazione del modello e del GANTT in NWC. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

Solitamente, durante la modellazione in Revit, si applicano dei codici ad ogni gruppo di

lavorazione, utili nelle fasi successive. Nel nostro caso sono quelli della WBS (ad esempio

002.1). Questi codici, a seguito delle importazioni in Navisworks si collegano automaticamente

ai loro corrispondenti di Microsoft Project e permettono di simulare la costruzione

dell'edificio. Questo metodo è solo uno, tra quelli percorribili. Procedendo diversamente e

basandoci su un concetto di base pressochè identico siamo giunti allo stesso risultato. Ad ogni

attività di Microsoft Project abbiamo associato i componenti corrispondenti, importati da

Revit, inserendo però i codici WBS delle lavorazioni, all'interno dello stesso Navisworks. Di

conseguenza ogni oggetto, viene riconosciuto attraverso la data prevista ed effettiva di inizio e

fine lavorazione. Essendo il progetto del Rettorato tuttora in esecuzione, e considerando la

nostra volontà di prendere atto della sola fase di programmazione iniziale, abbiamo

considerato le date previste, ignorando quelle effettive.

Una volta inserita l'associazione e il tipo (che per il nostro caso è sempre "costruzione") a tutte

le attività presenti, ci si è posizionati su una vista adeguata e si è avviata la simulazione.

Dopo aver verificato che tutti i settaggi fossero corretti si è proceduto all'esportazione

dell'animazione nel formato AVI. Il filmato può inoltre essere integrato con le date di

riferimento, il nome delle componenti in esecuzione e la fase a cui appartengono, entrambe

con la loro percentuale di completamento.

Collegamento tra gli oggetti del modello e le voci del GANTT. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

Un aspetto vantaggioso dell'importazione dei file di Microsoft Project riguarda la possibilità di

sincronizzarli con NWC. Un esempio di interoperabilità avanzata, considerato come aspetto

chiave del BIM: dopo aver caricato il Gantt con i relativi dati associati nel programma, se ci

dovesse accorgere di qualche errore o addirittura della mancanza di una attività o di

qualsivoglia informazione, si può tornare in Microsoft Project, svolgere le opportune

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modifiche ed effettuare il salvataggio; aprendo di nuovo Navisworks, l'unica azione necessaria

sarà quella di aggiornare il file di riferimento.

Il file di Microsoft Project non deve subire variazioni di nome e di percorso che aveva nella

prima importazione, altrimenti non sarà riconosciuto e sarà necessario impostare il nuovo

percorso.

Autodesk Navisworks, come già anticipato, è un programma dedicato alla quarta e quinta

dimensione. In questo paragrafo si sono discussi alcuni aspetti riguardanti la quarta.

Nei precedenti paragrafi si è parlato del fatto che Autodesk Quantity Takeoff è stato inglobato

nella versione di Navisworks del 2014, e considerando che il software che inizialmente

avevamo a disposizione era quello del 2013, il nostro lavoro avrebbe potuto seguire una

procedura diversa, se fosse cominciato oggi.

Dopo la modellazione in Revit, infatti, sarebbe stato possibile ricavare le quantità e i costi di

tutte le attività, eseguire un Gantt e procedere alla costruzione virtuale dell’edificio, utilizzando

un unico software: Autodesk Navisworks.

Il Gantt, infatti, può essere realizzato anche con Navisworks (in tutte le sue versioni).

Sfruttando questo programma però, non si acquisiscono le schede, i diagrammi e tante altre

informazioni che Microsoft Project, al contrario, permette di visualizzare.

Tutto ciò che è stato detto nelle ultime righe, rafforza ancor di più il concetto di BIM e dei

suoi sviluppi in questi anni. Il BIM, come già ribadito, può essere tradotto come un processo

in grado di portare a termine la progettazione integrata di una o più fasi del ciclo di vita di

un'opera e lo stesso obiettivo può essere raggiunto adottando diverse procedure e diversi

software, tra quelli opportuni. Navisworks nella fattispecie ci ha permesso di esprimere il

massimo livello di BIM possibile: interfacciare la programmazione dei lavori con una

simulazione 3D, vuol dire essere in possesso di uno strumento conoscitivo ottimale.

Aggiornamento dati in NWC. Fonte: Foto Malleni-Rizzelli

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2.4.9- Il "nostro" Gantt

Affinché ci si possa rendere conto delle mansioni da svolgere in un processo BIM, e del tempo

necessario a compierle, è stato realizzato un Gantt con tutte le attività che ci hanno permesso

di completare il nostro lavoro.

Sebbene si cominciava a parlare di questa tesi già da Luglio 2013, è effettivamente iniziata 2

mesi più tardi; la data, di cui sopra, alla quale faremo riferimento all'interno del Gantt, è stata

tuttavia ulteriormente posticipata, mentre quella che coincide con la fine di questo studio

sperimentale, è stata fatta coincidere con il giorno precedente a quello della presentazione in

sede di Laurea.

Ciò è avvenuto per il semplice motivo che una buona parte del tempo è stato impiegato per

organizzare il lavoro, assimilare la procedura da adottare, studiare i file CAD in nostro

possesso, comprendere le logiche BIM ed intuire le funzioni dei software utilizzati, a volte

totalmente sconosciuti. Inoltre, va anche considerato che i mezzi a nostra disposizione non

possono competere con quelli, sicuramente più efficienti, delle aziende che lavorano in un

ottica BIM. Questi aspetti sono del tutto fuorvianti per stimare le ore lavorative, perciò, nel

Gantt, la durata delle lavorazioni è da ritenersi al netto delle limitazioni sopracitate.

Tuttavia abbiamo tenuto conto del tempo perso per adottare strategie e procedure alternative

quando l’interoperabilità vacillava. Questa è una questione da non tralasciare, siccome è forse

l’unico aspetto ad oggi che va migliorato affinché si possano effettuare in maniera valida tutti i

processi BIM. Attualmente quasi tutte le aziende lamentano questo grattacapo.

Ovviamente, ogni giorno equivale a 8 ore lavorative.

Come si evince dal Gantt, la sola modellazione in Revit ha occupato oltre la metà del tempo

totale. Nella stragrande maggioranza dei casi, l’implementazione dell’edificio virtuale occupa

oltre il 60% della progettazione. Questo perché vengono inserite al suo interno tutte le

informazioni utili alle fasi successive.

Nonostante il fatto che, ai nastri di partenza, entrambi avessimo raggiunto un buon livello del

software Revit, visto l’ottenimento del “Certificato Autodesk User” a seguito del superamento

dell’esame “Autodesk Architecture”, molte ore sono state dedicate a modellare le componenti

ancora non adeguatamente conosciute fino a quel momento. Questo particolare non è stato

tralasciato, infatti, molto spesso i progetti contengono delle componenti del tutto innovative,

che devono essere modellate creando una nuova famiglia o modificandone una preesistente.

Il passo successivo, quello dell’esportazione in Autodesk Quantity Takeoff, ha comportato un

solo inconveniente già citato, di poco conto, ovvero il fatto che il programma non riconosceva

qualche tipo di elemento (le travi in acciaio ad esempio). Ciò ci ha indotti a tornare in Revit e a

computare gli elementi rimanenti, in maniera più macchinosa rispetto a quanto era stato fatto

con QTO.

Le quantità e i costi ricavati ci hanno permesso di fare una stima sui tempi di realizzazione

della WBS, e successivamente abbiamo redatto il Gantt con Microsoft Project. Il programma,

non è da considerare affatto di difficile comprensione e per fortuna non ci ha recato alcun tipo

di inconveniente.

Infine la simulazione in Navisworks.

Nella pagina successiva è stata inserita l’immagine rappresentativa del Gantt. Sono stati creati 4

gruppi di lavorazioni corrispondenti ai 4 software utilizzati. I solai e le murature vengono

considerati completi delle finiture, ovvero di isolamento, impermeabilizzazioni, allettamenti,

pavimenti etc.

Alcune attività, appartenenti al gruppo di lavorazioni in Revit, si sovrappongono. Ciò avviene

perchè abbiamo lavorato in coppia: è come se ognuno rappresentasse una squadra di

modellatori e tecnici BIM, indipendente e concorde con l'altra.

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73%

11%

14%

2%

Percentuali d'incidenza temporale delle fasi di progetto

Modellazione (40 giorni) Quantità e costi (6 giorni) Management (8 giorni) Simulazione (1 giorno)

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CAPITOLO III: CONFRONTO TRA IL MODO D’OPERARE TRADIZIONALE E

L’APPROCCIO BIM

3.1- Confronto economico, gestionale e temporale tra l’approccio al progetto eseguito

con il metodo BIM e le procedure tradizionali

In questo paragrafo ci apprestiamo a ripercorrere tutte le fasi del nostro lavoro e a descrivere

le differenze, i vantaggi e gli svantaggi legati all’adozione di metodologie di progettazione BIM

rispetto a quelle tradizionali, riprendendo quanto già detto, ampliandolo e riordinandolo.

Ricolleghiamoci al pensiero del padre fondatore del BIM, Eastman, il quale sostiene che i soli

disegni digitali sono inefficienti a rappresentare l’oggetto in costruzione; il modello creato in

Revit, si identifica come la soluzione a questa problematica: un unico immenso contenitore di

dati grafici, una rappresentazione digitale del Rettorato con caratteristiche tecniche e funzionali

associate. Di ogni oggetto creato si conoscono infatti le dimensioni, il materiale; dei materiali si

conoscono le loro caratteristiche fisiche, termiche, meccaniche etc. Questo è il primo aspetto e

il più rivoluzionario del BIM. Se ci riferiamo agli strumenti comunemente utilizzati, come

CAD 2D, un muro è semplicemente un rettangolo con un retino disegnato al suo interno,

senza alcun tipo di identità, in BIM un muro è invece esclusivamente un muro con tutte le

informazioni al suo interno.

Oltremodo, è importante non lasciarsi fuorviare dall’idea che si ha di modello 3D in CAD, in

quanto esso risulta essere privo di informazioni; dunque un modello con rappresentazioni

geometriche quali cubi, parallelepipedi, cilindri etc. non si qualifica come BIM.

In un modellatore parametrico BIM come Revit, inoltre, le caratteristiche geometriche di un

elemento si correggono automaticamente in base ai cambiamenti del contesto, a differenza dei

tradizionali CAD 3D, dove tutto ciò deve essere editato manualmente dagli utenti. Questo

concetto si rivela uno straordinario punto di forza, riducendo contemporaneamente il tempo

di lavoro e gli errori legati alla progettazione.

Un oggetto parametrico, contenendo numerosi dati e regole a esso associate, oltre alle

definizioni geometriche, non permette incongruenze tra il modello e l’insieme dei dati

dell’oggetto. Ciò significa che a ogni modifica fatta da una parte corrisponde automaticamente

un uguale cambiamento nell’altra e viceversa.

Se ci riferiamo quindi alla prima delle attività svolte in Revit, ovvero l’estrazione di tavole

grafiche, a seguito della creazione del modello digitale, la quantità di ore necessarie alla

produzione di piante, prospetti, sezioni, viste assonometriche e quant’altro viene drasticamente

diminuita.

L’altro aspetto importante, che interessa la prima fase di modellazione in Revit, riguarda lo

scambio dei dati; la possibilità di lavorare in coppia ci ha permesso di verificare l’effettiva

possibilità di essere interoperabili.

Revit permette alle grandi squadre di ingegneri e architetti, di lavorare su un unico modello

integrato, una sorta di software collaborativo. Ciò consente alle grandi aziende mondiali, di

poter portare avanti i propri intenti in tempi rapidi, coinvolgendo un gran numero di

progettisti. Perciò, il lavoro con una metodologia BIM, fa in modo che qualunque tipo di

informazione relativa al modello virtuale, sia memorizzata in digitale e adoperata rapidamente

per tutte le attività professionali a cui partecipano i diversi attori del processo edilizio. La

comunicazione centralizzata e visiva e le esplorazioni delle opzioni condivise permettono

standard di progettazione elevatissimi.

Tuttavia basandoci sulla nostra esperienza personale, c’è ancora molto da migliorare affinché si

arrivi alla reale attuazione di un processo di condivisione dei dati fluido, che non presenti i già

citati bug di sistema relativamente all’esportazione e l’importazione dei file, al riconoscimento

delle proprietà degli oggetti componenti l’edificio e all’ efficienza delle procedure di workset.

In ogni caso si è già giunti a livelli d’interoperabilità accettabili e sicuramente se ci si relaziona

ai soliti strumenti CAD, in cui le informazioni non si integrano in un processo collaborativo,

ma risultano addirittura in una sequenza di procedure concorrenziali, con il conseguente

scambio di un numero limitato di dati, è ovvio continuare a indirizzarsi verso le metodologie di

progettazione BIM.

E’ quindi quantomeno utile ricordare la posizione del governo britannico, l’unico che

coraggiosamente si è pronunciato a proposito dei livelli di implementazione di un progetto:

- Il livello “0” riguarda il semplice uso di file CAD 2D, con l’aggiunta di informazioni,

difficilmente condivisibili.

- Il livello “1” introduce la terza dimensione, come strumento di sola progettazione

concettuale. Il modello 3D, per questo livello, viene utilizzato nella fase di progettazione, per la

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visualizzazione e la comprensione da parte del cliente. Non prevede, pertanto, la

collaborazione tra i membri del team di progetto. Raramente è utilizzato oltre la fase di

progettazione.

- Il livello “2” è il livello che più si avvicina al metodo descritto sino ad ora. I modelli sono in

3D ed hanno le informazioni inserite da tutti i membri del team integrato.

Altro concetto alla base delle procedure BIM e in relazione al nostro studio, anche la più

importante, riguarda la possibilità per quanto detto finora di sovrapporre la fase di

progettazione con quella di costruzione. Che cosa vuol dire? Tradizionalmente progettazione e

fattibilità delle fasi d’esecuzione di un’opera sono fasi quasi totalmente slegate, quindi il già

citato concetto di clash detection, risulta essere una pietra miliare all’interno delle logiche BIM:

la rilevazione degli scontri avviene durante la fase di progettazione, in modo che le questioni di

costruibilità possano essere risolte prima dell'esecuzione, risparmiando ingenti somme di

denaro, tempo e producendo un edificio di qualità migliore. In CAD2D e 3D non è possibile

disporre di questo strumento, non essendo presente la quantità di informazioni necessaria ad

attuare un’analisi ottimale delle incongruenze, rimanendo in tal senso un processo visivo, ad

onere del progettista, fine a se stesso.

Il BIM consente quindi la valutazione di ogni ipotesi alternativa e di simulare percorsi

differenti senza pagarne gli oneri imputabili alla realtà.

Le decisioni vengono definite durante la fase di progettazione, e non lasciate al cantiere, come

accade quando si procede in maniera tradizionale.

Passiamo ora al cuore del nostro studio, quando si parla di Project Management, ovvero

pianificazione, programmazione e gestione dei tempi, dei costi e delle risorse attraverso le

procedure e gli strumenti BIM.

Queste nuove metodologie e strumenti non si inseriscono con l’intento di stravolgere

procedimenti di controllo della commessa già collaudati, quanto di ottimizzarli, dettagliarli e

integrarli.

La fase di scomposizione di un edificio, per esempio, è un passo dovuto, ma è evidente, che

con il supporto del modello digitale, questa fase risulta essere immediata e con un grado di

precisione massimo. Stesso discorso vale per la quantificazione delle lavorazioni e la

schedulazione dei costi, che diventano processi snelli grazie alla correlazione tra abachi e

computi metrici collegati ai disegni vettoriali. Sovente la difficoltà di procedere in maniera

tradizionale senza il supporto di strumenti BIM, trova origine nella lettura dei disegni che,

anche se esecutivi, spesso presentano imprecisioni.

Va da se che l’accuratezza dei dati e delle informazioni ricavate attraverso la metodologia BIM,

permette in ultima analisi di poter elaborare delle stime più dettagliate anche sui tempi e le

risorse necessarie all’esecuzione dell’opera.

L’enorme potenzialità e il supporto dei software BIM potrebbe far pensare ad una riduzione

dello staff, in uno studio tecnico che decida di proiettarsi verso questa metodologia. Va

precisato, che il BIM è uno strumento e come tale non modifica le competenze richieste per

una progettazione. Piuttosto, offre un’ottima occasione per gestire diversamente e meglio tutto

il processo edilizio e le figure professionali coinvolte saranno sempre architetti, ingegneri e

tecnici, che ricopriranno ruoli adeguati al nuovo asset aziendale.

Come si evince, quindi, affiorano significative differenze tra un processo tradizionale e uno

BIM. Per cui, seguire una procedura BIM anche se comporta inizialmente un impatto molto

elevato, ha il vantaggio di assicurare una chiarezza indiscutibile al termine della fase di

pianificazione. Ciò risulterà essere favorevole nelle fasi successive, con minori impatti

economici e minor lavoro. In relazione a quanto detto è utile riguardare il nostro Gantt di

lavoro, che mostra come i tempi di progettazione avvicinandoci al momento della fase

d’esecuzione vadano drasticamente diminuendo. Al contrario, un processo progettuale

tradizionale, prevede un aumento degli sforzi nella fase definitiva/esecutiva, senza contare il

fatto che in fase costruttiva sicuramente ci saranno problemi di costruibilità. Intraprendere un

processo progettuale in ambiente BIM fa decadere il livello di incertezza e di rischio in fase di

costruzione e quindi nella totalità dei casi si rivelerà più efficiente di un modus operandi

tradizionale.

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3.2- Come cambia il sistema degli appalti pubblici

3.2.1- La direttiva sugli appalti pubblici dell’Unione Europea (EUPPD)

L’appalto è un contratto stipulato tra un committente (o appaltante) e un appaltatore

(solitamente un imprenditore) chiamato a compiere un’opera, con organizzazione e gestione a

proprio rischio.

Quando il committente è un ente pubblico si parla di “appalto pubblico”, ovvero un contratto

regolato da una serie di norme di vario rango, aventi come scopo ultimo il perseguimento

dell’interesse pubblico.

La svolta del BIM negli appalti pubblici, è datata 15 Gennaio 2014. Quel giorno, infatti, è stata

approvata la riforma sugli appalti al Parlamento europeo: l’impiego del BIM per le opere

pubbliche, segna un punto fondamentale per la sua diffusione.

Il Parlamento ha espresso di fatto la volontà di modernizzare le norme europee sugli appalti

pubblici raccomandando l’uso di strumenti elettronici avanzati, come quelli tipici del BIM.

L’adozione della direttiva, ufficialmente denominata “Direttiva sugli Appalti Pubblici

dell’Unione Europea” (EUPPD), comporta che i 28 stati membri dell’UE possono

incoraggiare, specificare o addirittura imporre l’utilizzo del BIM per progetti edili finanziati

con fondi pubblici in Europa a partire dall’anno 2016.

Le nuove direttive comunitarie sono entrate in vigore il 17 aprile 2014. A partire da tale data,

gli Stati membri hanno 24 mesi per trasporre le disposizioni delle nuove norme nel diritto

nazionale.

L’ampia adozione della metodologia BIM nel settore dell’AEC (Architecture Engineering

Construction), oltre a ridurre il costo di progetti di opere locali, finanziati con fondi pubblici,

rafforzerebbe tremendamente la competitività globale dell’industria europea a vincere i

contratti per opere internazionali.

I vantaggi nell’adozione del BIM in materia di appalti pubblici, per i progetti in Europa e nel

resto del Mondo, riguardano innanzitutto il risparmio sui costi per i contribuenti: gli appalti

svolgono un ruolo importante nella performance economica complessiva dell’Unione europea

dove gli acquirenti pubblici spendono il 18% del PIL per forniture, opere e servizi.

La Commissione europea nel 2012 ha pubblicato un rapporto, per il quale gli enti pubblici che

hanno adottato l’insieme di tecnologie, software e modalità organizzative di tipo BIM,

riportano risparmi tra il 5 e il 20% delle spese di appalto. La dimensione totale degli appalti UE

è stimata in oltre 2000 miliardi di euro: ciò significa risparmiare 100 miliardi minimo ogni

anno! Sulla stessa linea il governo britannico ha dichiarato che nel 2012 è riuscito a risparmiare

la cifra spaventosa di 2 miliardi di euro.

Un vantaggio, che soprattutto negli ultimi anni (dal 2008), assume un’importanza vitale,

riguarda la percentuale di occupazione lavorativa. Il settore delle costruzioni oltre a generare

più del 10% del PIL, offre 20 milioni di posti di lavoro. A causa delle sua rilevanza economica,

influenza significativamente lo sviluppo dell’economia europea generale. I guadagni in termini

temporali incentivano le imprese ad affacciarsi nelle numerose commesse disponibili e di

conseguenza a richiedere molteplici figure professionali.

Inoltre, gli edifici esistenti contribuiscono a circa il 40% delle emissioni di gas serra e del

consumo di energia: progettare in BIM significa abbattere queste percentuali, obiettivo non

secondario della EUPPD.

3.2.2- Il caso italiano: le strategie da adottare a seguito dell’articolo “53”

Nel nostro paese sono presenti troppe criticità delle Pubbliche Amministrazioni (di seguito,

PPAA) nel sistema degli appalti pubblici: innanzitutto il quadro programmatorio non è ben

definito e le risorse finanziarie sono spesso slegate dalla programmazione; le stazioni appaltanti

sono molto numerose: c’è carenza di competenza specifica e di formazione professionale; le

progettazioni sono lacunose con molte varianti che determinano non poche controversie; i

tempi di aggiudicazioni sono spesso incerti; la scarsa gestione del progetto determina uno

scarso livello di controllo dei difetti durante la costruzione.

Tutto ciò porta ad una “non qualità” delle commesse e genera costi non trascurabili. La

mancanza di qualità viene sottolineata da una ricerca UE sui difetti di costruzione italiani: una

metà riguarda le carenze in fase di progettazione e la disfunzione nel coordinamento in fase

realizzativa; l’altra metà è dovuta all’assenza di controllo durante la fase esecutiva.

La normativa nazionale vigente si discosta troppo dal project management internazionale e

dagli indirizzi adottati in Europa. La totale rivisitazione del sistema di regole è quanto mai

opportuna, soprattutto a fronte dell’adozione dei sistemi BIM da parte degli Stati membri, i

quali lo renderanno obbligatorio nel giro di 5-7 anni.

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Gli obiettivi principali riguardano la razionalizzazione della spesa, in grado di determinare un

comparto efficiente (tempi minori e costi certi), e l’apertura ai mercati esteri con

l’internazionalizzazione delle imprese.

L’articolo “53” della EUPPD, sul quale è necessario soffermarci per comprendere come

cambiano i sistemi contrattuali, riguarda i gradi del progetto a base di gara e le offerte richieste.

Descriviamo brevemente i 4 commi riguardo gli appalti più significativi.

L’appalto integrato con preliminare BIM della PA, richiede un definitivo BIM e il prezzo

complessivo dell’opera, comportando un costo non indifferente di partecipazione al bando.

Quello con definitivo BIM a base di gara, richiedendo esclusivamente le migliorie tecniche al

definitivo e il prezzo totale, dà la possibilità di percorrere il modello predisposto dalle PPAA

per formulare un’offerta tecnico-economica più accurata e in tal modo abbatte i costi di

quest’ultima.

Infine, sono da considerare gli appalti con la sola offerta economica, dove non si utilizzano

appieno le potenzialità BIM, ma si spende molto poco per partecipare: l’uno è l’appalto

integrato con definitivo BIM a base di gara e l’altro è l’appalto di sola esecuzione con esecutivo

BIM. Con il primo si ha la sola possibilità di formulare il miglior prezzo; il secondo, al

contrario, dà l’opportunità di disporre del modello BIM, predisposto dalla PA, per estrarre le

quantità e sviluppare un’offerta economica più competitiva.

I vantaggi nell’adozione dei suddetti commi dell’articolo “53”, sono ovviamente numerosi: si

razionalizzerebbe la spesa, si ridurrebbe il gap tra il prezzo di aggiudicazione e il prezzo finale

dell’opera, le opacità nelle aggiudicazioni si ridurrebbero drasticamente, i concorrenti

aumenterebbero le proprie capacità tecniche-costruttive e renderebbero le loro offerte

economiche più accurate ed affidabili; di fatto si aumenterebbe la qualità e si ridurrebbero i

tempi di realizzazione dell’opera attraverso l’ottima gestione del processo progettuale e

costruttivo. Tutto ciò richiederebbe uno sforzo, da parte delle PPAA per determinare un

quadro chiaro e definitivo, con l’allineamento dei prezziari regionali al BIM, per raggiungere un

alto livello di formazione e un’interoperabilità adeguata per evitare ogni tipo di controversia e

contenzioso. Tutto ciò coinvolgerebbe tutti gli interpreti principali, ovvero i Responsabili

Unici del Procedimento, i Direttori dei Lavori, i commissari di gara etc. e ovviamente

determinerebbe la riorganizzazione totale delle PPAA.

La proposta metodologica imporrebbe una serie di attività in cui spiccano le analisi dettagliate

dei paesi esperti e dei nuovi regolamenti per adeguarsi al meglio alle nuove normative ed

emanare le proprie linee guida.

Le procedure da adottare in Italia, con le nuove normative. Fonte: Pietro Baratono, aicqci.it

Le criticità e le arretratezze del comparto delle costruzioni italiano, rispetto ad altre realtà

europee e del resto del Mondo, aumentate soprattutto negli ultimi anni, suggeriscono passi

graduali, ponderati ma decisi. Una formazione adeguata, la “disseminazione”, la premialità nei

bandi e l’approccio spinto da una crescente volontà, devono rendere partecipi le

amministrazioni, le industrie, le Università.

L’implementazione graduale del BIM, non può avvenire se non con coraggiose

sperimentazioni in appalti significativi: il passo necessario per riattivare il nostro settore delle

costruzioni.

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3.3- Il Cloud

Il termine Cloud computing (ovvero nuvola informatica) indica un insieme di tecnologie

capaci di memorizzare, immagazzinare e aggiornare dati sfruttando hardware e software. Esse

vengono distribuite e visualizzate in rete dagli utenti interessati, solitamente sotto forma di un

servizio offerto da un provider, ovvero un fornitore di servizi web, al cliente.

Si tratta di una soluzione che utilizza le principali applicazioni hardware sul computer, con

configurazioni personalizzate, per consentire ai team di progettazione di lavorare

simultaneamente su grandi modelli da diverse postazioni fisiche.

Il “BIM Cloud”, ovvero il Cloud computing a servizio del BIM, fornisce un accesso sicuro a

tutte le applicazioni software e ai dati di progettazione: gli utenti mobili di tutto il mondo

possono accedere a questi dati in qualsiasi momento da qualsiasi dispositivo (pc, tablet,

smartphone, etc.). Un “BIM Cloud” sfruttato in ambiente privato, offre quindi tutti i vantaggi

del cloud computing, mantenendo l’insieme dei dati completamente sotto il controllo degli

operatori che vi partecipano.

L’accessibilità globale deve permettere l’utilizzo dei servizi da più dispositivi, da più luoghi

nello stesso momento. Deve perciò garantire l’accesso eterogeneo da mobile, tablet, piccoli

desktop casalinghi o grandi server.

Per cui la progettazione di un’opera può essere divisa per discipline e a sua volta per categorie,

piani, unità tecnologiche etc. Lo strutturista può cominciare la modellazione delle strutture

nello stesso istante in cui un altro tecnico importa gli impianti: due o più dispositivi diversi, che

lavorano allo stesso progetto, contemporaneamente. Se invece si vuole intervenire su un

edificio in costruzione, in cui ad esempio viene riscontrato un problema logistico, è possibile

interfacciarsi direttamente con i tecnici in cantiere senza che gli impiegati si muovano dagli

uffici (quando magari si trovano dalla parte opposta del mondo).

Inutile dire che i vantaggi sono considerevoli: il Cloud nel BIM rende più agevole ogni attività.

I progettisti, ad esempio si trovano senz’altro in una condizione migliore per rispondere molto

più velocemente, e con aumento della qualità, alle richieste dei committenti. Questa nuova

tecnologia permette di accelerare la collaborazione multidisciplinare, di ridurre i cicli di

revisione del coordinamento, migliorando in tal modo l’efficienza del progetto. I software sul

mercato non sono molti e l’utilizzo è ancora limitato. Un processo BIM che avviene in Cloud

viene considerato come un altissimo livello di preparazione della metodologia, che si spera di

raggiungere e perfezionare con il passare degli anni.

Gli strumenti del Cloud computing. Fonte: hightech-highway.com

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3.4- Il Facility Management

Il Facility Management (FM) riguarda la gestione operativa dell’edificio e i servizi alle persone

che abitano un determinato ambiente. La gestione dell’edificio coinvolge tutti i processi e gli

eventi che si manifestano nell’arco di vita dell’edificio stesso, sia in campo pubblico che in

quello privato. Per i servizi alle persone si tende alla pianificazione degli spazi, alla

manutenzione edile e a quella impiantistica d’igiene, agli interventi di riqualificazione e alla

gestione della sicurezza degli ambienti interni.

L’obiettivo è dunque quello di migliorare la qualità dei servizi e incrementare quindi la

redditività cercando di mantenere alte le prestazioni dell’edificio, assumendosi le responsabilità

organizzative, economiche e tecniche connesse con la gestione di un immobile.

In BIM, curarsi del FM significa gestire le informazioni immagazzinate nella fase di

progettazione e di costruzione, alle operazioni di manutenzione. L’aspetto della gestione, della

manutenzione, fa capo a quella che ormai è comunemente chiamata in letteratura

internazionale come la sesta dimensione.

I potenziali benefici di un tale sistema, oltre alla riduzione dei costi operativi, riguardano anche

i guadagni di qualità degli interventi, dati dalla tempestività della risposta a coloro che ne fanno

richiesta.

Un Facility Management che si occupi, in maniera innovativa, della gestione integrata della

pluralità dei servizi e dei processi (rivolti agli edifici, agli spazi, alle persone) non rientranti nel

core business di una organizzazione, ma necessari al suo funzionamento (come ad esempio le

pulizie), può trovare negli strumenti di modellazione BIM dei validi alleati.

Rispetto alle procedure abituali, in cui tutti i dati dovevano essere dedotti da file CAD

bidimensionali, si sono riscontrati significativi vantaggi: la semplificazione della gestione di un

numero elevato di dati, il rilevamento automatico delle superfici nette dei locali, la creazione

automatica di abachi locali, gli aggiornamenti di dati relativi alle possibili variazioni del modello

(se ad esempio, se viene spostato un muro, i locali si adattano alle nuove geometrie,

determinando un nuovo valore di parametri numerici, come superfici e volumi), etc.

Un esempio di questi concetti è quello realizzato dal Politecnico di Torino, servendosi del

software ArchibusFM, citato precedentemente nella sezione “strumenti”, del capitolo 1. Il

progetto ha previsto una definizione accurata iniziale in fase di modellazione, utile alla

successiva gestione delle attività di Facility. L’alto livello di dettaglio del modello comprende ad

esempio la stratigrafia dei muri e veritiere informazioni di carattere tecnico, estimativo ed

energetico, garantendo un risultato capillare e corretto. Partendo dallo space management (la

gestione degli spazi) è stato avviato un sistema informativo integrato capace di sviluppare le

successive funzioni come ad esempio la gestione delle manutenzione e quella inventariale

specifica del progetto. Successivamente, all’interno di ArchibusFM sono stati inseriti tutti i dati

caratteristici degli spazi come, ad esempio, la destinazione d’uso, la struttura di appartenenza, i

codici identificativi dei locali. Il passo decisivo avviene nel collegamento tra i livelli del

programma di progettazione (corrispondenti ai piani fisici di suddivisione di un edificio) e i

relativi dati identificativi (di edificio e di piano) contenuti nel database del software di Facility. I

vantaggi riscontrati con un simile processo sono quelli elencati all’inizio della trattazione del

paragrafo.

Il problema, citato più volte e riscontrato pertanto nell’applicazione del caso esemplificativo

del Rettorato (nella vicenda del non riconoscimento delle proprietà di travi e pilastri in

cemento armato, ad esempio) è l’interoperabilità, ancora non perfettamente funzionante.

Facility Management nel BIM. Fonte: archificio.net

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Essendo un lavoro di squadra, collaborativo, la standardizzazione dei dati e la condivisione dei

metodi è essenziale.

Le implementazioni dei strumenti digitali, per l’ottimizzazione di azioni complesse, come

quella appena descritta, possono aprire nuovi inaspettati scenari e opportunità, inaspettati.

D’altronde, come esplicitato sin dall’inizio, questi ultimi concetti sono alla base del processo

BIM.

La fase 6D del BIM: Il Facility Management. Fonte: archificio.net

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Conclusioni

Metodi di comunicazione del processo edilizio basati quasi esclusivamente su modelli cartacei,

un numero eccessivo di ore di lavoro per effettuare valutazioni sui progetti preposti, l’estrema

frammentazione e l’eccessiva complessità delle normative per la pianificazione territoriale e per

l’edilizia, la presenza di un mercato e di un sistema intrinsecamente inefficaci, alimentati da

preoccupanti opacità, a fronte dei processi trasparenti adottati all’estero che hanno causato un

aumento sensazionale della produttività, portato alla modernizzazione dell’ambiente, alla

riduzione della spesa pubblica e all’abbattimento delle emissioni di CO2.

Siamo pronti a cambiare?

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Riferimenti bibliografici

Bibliografia

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BIM Building Information Modeling Facility Management, archificio.net

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Angelo Ciribini, Il Building Information Model(l)ing and Management nell’Italia del 2014, ingegno-web.it, 03-03-2014

Angelo Ciribini, Il Building Information Modelling, gli scenari per il settore delle costruzioni, ingegno-web.it, 08-01-2014

Specifiche per la gestione delle informazioni per la fase operativa delle attività che utilizzano Building Information Modeling, ingegno-web.it, 01-04-2014

European Parliament Directive to Spur BIM Adoption in 28 EU Countries, inthefold.autodesk.com, 31-01-2014

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Prezzi informativi dell’edilizia, Nuove costruzioni, Roma, dei, 2013

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Olimpia Ogliari, Il Bim e l’Italia, Intervista a Vittorio Ciaffi, ingegneri.info, 16-02-2014

Ing. Massimo LoTurco,Il BIM e le nuove frontiere del disegno digitale, officinevisualarch.com, 20-04-2012

Natonal BIM Report 2013, ingegneriasismicaitaliana.com

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Sitografia

autodesk.com

lavoroeformazione.it

puntorevit.it

bimjournal.com

bimacademy.it

ingegno-web.it

nfbtraining.co.uk

tddatech.it

Conferenze

Azienda “Descor” in collaborazione con “Autodesk”, Il BIM per tornare ad essere competitivi e vincere nuove commesse in Italia e all’Estero, Conferenza presso l’Hotel “Best Western Premier Hotel Royal Santina” – Via Marsala 22, Roma, 30-10-2013.

STR, Il BIM e il sistema delle costruzioni, Convegno presso il “Parlamentino del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici”, Via Nomentana 2, Roma, 31-01-2014.