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BILANCIO SOCIALE DI MANDATO

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Questo volume è stato redatto in occasione della quattordicesima Assemblea congressuale dell’Associazione dei Comuni toscani. In questo modo, intendiamo raccontare ciò che è divenuta l’Associazione nel corso dell'ultimo mandato

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BILANCIOSOCIALED I M A N D AT O

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© 2014 Anci ToscanaViale Giovine Italia, 17 - 50122 Firenze

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Testi, progetto gra!co e impaginazione realizzati internamente ad Anci Toscana

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Questo volume è stato redatto in occasione della quattordicesima Assemblea congressuale dell’Associazione dei Comuni toscani. In questo modo, intendiamo raccontare ciò che è divenuta l’Associazione nel corso

dei Comuni dovrà affrontare nei prossimi anni. Si tratta, quindi, di un documento aperto, rivolto alla discussione congressuale, per sua stessa natura, collocato in uno spazio intermedio fra le analisi del passato e le prospettive del futuro.

l’orientamento del formato, per così indicare il carattere originale del testo e proporre una nuova angolazione di lettura, un nuovo punto di osservazione, un movimento modulato su una dimensione temporale più ampia rispetto al limite annuale della rendicontazione delle attività.

stilizzata compare anche in copertina, è un icosaedro stellato: rappresenta il segno

questo nostro evento. Deriva dall’icosaedro semplice, che è un solido platonico a 20 facce e fa parte dei poliedri complessi. Indica l’importanza di articolare la complessità dei problemi in una progettualità armoniosa e geometrica. Al tempo stesso, è un segno di connessione, simile a un asterisco, a una stella, a un simbolo che richiama un altro testo, che apre un nuovo collegamento, che sviluppa un nuovo confronto. E’ una costruzione della geometria dell’antica Grecia, riscoperta e valorizzata dai pensatori del Rinascimento. Si collega, quindi, alla lunga storia della Toscana e alle potenzialità di rinnovamento che tale tradizione rappresenta.

Il Bilancio sociale di mandato è stato realizzato grazie al contributo dello staff di Anci Toscana che ha fornito la documentazione necessaria, progettato il volume,

preziosa e rigorosa attività di consulenza.

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45 ANNI

ANCI TOSCANAUNA STORIA LUNGA

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Cominciamo subito con alcuni dati. Il bilancio di Anci Toscana negli ultimi dieci anni è pas-sato dai 438.276 euro del 2004 ai 2 milioni e 366.572 euro del 2009. Per arrivare infine nel bilancio 2013 ai 3 milioni e 345.299,72 euro. Se nel 2004 il nostro lavoro associativo pote-va fare affidamento su un numero limitato di risorse umane: soltanto 4 persone; nel 2009 quest’ultime erano divenute 18. Oggi, invece, possiamo contare su 39 collaboratori qualifi-cati, capaci di coprire praticamente ogni settore di interesse per le amministrazioni locali. Abbiamo strutturato il nostro staff di servizio seguendo un principio normalmente utilizzato dall’Unione Europea per la scelta del proprio personale: includere i giovani, e al tempo stesso, valorizzare l’esperienza di coloro che lavorano da più anni. I numeri essenziali che abbiamo citato indicano in modo evidente la crescita della nostra Associazione. Nelle pagine che ac-compagnano il testo, rappresenteremo altri dati, utili per segnalare, seppur in forma sinteti-

al contrario, sono le parole a prevalere. Vogliamo provare a raccontare cosa è divenuta Anci Toscana in questi ultimi anni, intendendo interpretare i precetti essenziali fissati dal nostro Statuto. Sebbene nessuno sia buon giudice di se stesso, possiamo affermare, in estrema sintesi, che Anci Toscana, dalla fine del 2004 ad oggi, ha avuto una ambiziosa, straordinaria, a tratti dirompente, crescita: tanto nei volumi di attività, quanto nella capacità di intercettare problemi, potenzialità e opportunità, in modo tale da restituire ai Comuni, in termini di servizi di sistema, le loro quote di adesione. Abbiamo avuto l’ambizione di interpretare nuovi ruoli, di cogliere occasioni, di percorrere nuove strade. Non ci siamo mai tirati indietro di fronte ad una sfida, in entrambi i contesti in cui si sviluppano le nostre attività: da un lato, la dimensio-ne regionale, da un altro lato, i rapporti con l’Associazione nazionale dei Comuni. Abbiamo conquistato e consolidato un nuovo e attivo ruolo nel “mercato politico”, grazie a quel profilo associativo di “impresa istituzionale” che abbiamo coniato al Congresso del 2009. Il presen-te documento prende in esame gli ultimi cinque anni di attività della nostra Associazione: dal Congresso del 2009 fino ad oggi. E tuttavia, racconteremo questa parte della nostra storia, consapevoli del fatto che tutto ciò che potremo dire deriva anche dal lavoro svolto in anni più lontani. Non saremmo arrivati ad essere ciò che oggi siamo, senza l’impegno profuso in tutte le nostre attività, durante il precedente mandato, dal 2004 al 2009. D’altra parte, la storia dell’associazionismo comunale nella nostra regione è antica, risale alle origini stesse dell’ANCI, al momento della sua nascita come Associazione nazionale nel 1901. E tuttavia, sono gli ultimi quaranta anni, a partire dal 1975, ad aver segnato la storia della nostra As-sociazione toscana, definendo le caratteristiche principali del nostro profilo associativo. Vi chiediamo, quindi, di leggere questo documento guardando al passato e pensando al futuro.

Buona lettura.

INTRODUZIONE

I

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DATI BILANCI CONSUNTIVI 2004-2013

2004

438.276

1.267.551

2005

1.494.235

2006 2007 2008

1.369.306

2.242.729

2009

2.368.572

2010

2.588.750

2011

2.108.137

2.874.383

3.345.299

2012 2013

I DATI

FOCUS

PROGETTI

ALTRIRICAVISERVIZI

75% 28% 23,5% 25,7% 15,5% 21% 19% 24% 17,8% 15,2%

PERCENTUALE EXTRAQUOTE

PERCENTUALE QUOTE ASSOCIATIVE

58%

13%

11%

PROGETTAZIONEEUROPEA

11%

5%

2%

FORMAZIONE

EVENTI

EXTRA QUOTE

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Sono passati ormai più di venti anni dalla prima volta in cui un Sindaco è stato eletto diret-tamente dai cittadini. Era il 1993 e il nostro Paese stava attraversando un difficile processo di transizione politica, in una fase di ridefinizione sistemica del contesto internazionale ed in particolare di quello europeo. La crisi italiana appariva profonda: l’economia nazionale era sottoposta alle prime tensioni della globalizzazione e i conti dello Stato erano a dir poco in affanno. La crisi delle istituzioni, delle organizzazioni politiche, dei sistemi di rappresentan-za imponeva una ridefinizione delle identità e sembrava, in alcuni momenti, perfino toccare le ragioni dell’unità nazionale. L’elezione diretta dei primi cittadini dei Comuni ha prodotto, senza dubbio, effetti positivi, cambiando in modo irreversibile il governo delle comunità locali e affermando un nuovo modello di responsabilità; ma ha avuto anche un ruolo di primaria importanza per la ricostruzione del tessuto democratico nazionale, per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni repubblicane, per la ricomposizione del senso della Nazione. Cominciava in quel momento un periodo di innovazione istituzionale, proseguito durante la seconda metà degli anni Novanta: nuove leggi elettorali, nuove regole per la pubblica amministrazione, lo sviluppo del regionalismo, la riforma del titolo V della Costituzione. Un rapporto OCSE, pub-blicato nel marzo 2001, descriveva le riforme italiane come “impressionanti progressi” per regolare, semplificare e modernizzare le istituzioni. Quella stagione di riforme, però, si è inter-rotta in modo improvviso, nel primo decennio del nuovo secolo. Soltanto adesso, con la rifor-ma Delrio, abbiamo iniziato a recuperare la trama di quella storia. E tuttavia, abbiamo cono-sciuto almeno quindici anni di deciso processo regressivo. In quel periodo, si è sviluppato un nuovo principio di centralizzazione dei poteri, giustificato come soluzione per i problemi del debito pubblico. In questo modo, il necessario e opportuno rispetto delle regole dell’integra-zione europea è stato declinato in modo contradditorio, penalizzando gli enti locali, e il Patto di stabilità ha perduto la sua originaria funzione di convergenza, per divenire un ostacolo nei processi di sviluppo dei territori. Le gravi difficoltà che oggi dobbiamo scontare derivano, quindi, da alcune politiche nazionali che negli ultimi anni hanno provocato costantemente la diminuzione delle risorse a disposizione dei Comuni. L’incertezza normativa, con un continuo susseguirsi di provvedimenti, e l’eccessivo ricorso alla decretazione d’urgenza hanno segna-to per le amministrazioni comunali un panorama di criticità, ulteriormente aggravato dalla mancata attuazione del federalismo fiscale (legge 42/2009).Tutto ciò nonostante le ammini-strazioni comunali abbiano dimostrato di saper interpretare la politica di riduzione dei costi, in modo virtuoso ed efficace; soprattutto rispetto ad altre istituzioni statali. Dal 2008 ad oggi, in un periodo di grave crisi economica e sociale, i Comuni italiani hanno subito un taglio di risorse pari a 17 miliardi di euro, suddivisi in parti simili fra le contribuzioni del Patto di sta-bilità e la diminuzione dei trasferimenti statali. Non appare, quindi, incomprensibile la grave situazione che oggi stiamo vivendo con alcune amministrazioni comunali che rischiano il dissesto. Per questi motivi, ora più che mai, è assolutamente necessario che l’Associazione dei Comuni sia forte ed autorevole: per difendere i Comuni, gestire le riforme istituzionali e i nuovi sistemi di rappresentanza delle autonomie locali.

PROLOGOIL CONTESTO POLITICO E ISTITUZIONALE

II

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M1    MACROFUNZIONE 1

POLITICA

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MODELLOUN NUOVOCOSTRUIRECONCERTAZIONE

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Nel corso del primo decennio del nuovo millennio, si è andato consolidando il modello to-scano di concertazione fra la Regione e gli Enti Locali, avviato nella seconda metà degli anni Novanta. Tale modello si è strutturato su un doppio binario: la concertazione con la Giunta e le consultazioni del Consiglio regionale. Se l’attività di concertazione è sviluppata durante gli incontri del “Tavolo istituzionale”, la consultazione avviene per il tramite del Consiglio delle autonomie locali.Il Tavolo istituzionale è stato disciplinato con un protocollo d’intesa del 6 febbraio 2006. In tale contesto, Anci Toscana svolge la sua funzione di rappresentanza degli interessi dei Co-muni, insieme alle altre associazioni delle autonomie locali. L’Associazione dei Comuni to-scani partecipa, inoltre, al “Tavolo Generale di concertazione” con i rappresentanti delle parti sociali. Esistono altri istituti di confronto, ai quali partecipa Anci Toscana, stabiliti da specifi-che norme regionali, come, ad esempio, la Conferenza Regionale della Società della Salute, il Comitato di coordinamento istituzionale, il “tavolo verde” sulle questioni che riguardano l’agri-coltura. La concertazione rappresenta il principale strumento di governance regionale della Toscana, ma negli ultimi anni sono apparsi sempre più evidenti i suoi limiti; il suo significato politico è stato ridimensionato secondo un doppio movimento: da un lato, il procedimento concertativo, così come è stato concepito e definito dal protocollo d’intesa del 2006, non è più al passo con i tempi e appare inadeguato alla costruzione di un effettivo sistema di raccordo fra Regione e Enti locali; da un altro lato, il funzionamento di tale strumento è stato indebolito nella pratica di governo, piuttosto che nella concettualizzazione del sistema. A partire dal 2010, lo sviluppo del sistema di concertazione si è inevitabilmente esaurito, anche a causa di una tendenza al rafforzamento delle funzioni politiche concentrate sulla Presidenza della Regione. Negli ultimi cinque anni, è diminuito in modo pressoché costante il numero di sedute sia del Tavolo istituzionale che del Tavolo Generale. Nel corso del 2013, invece, tale numero è tornato a crescere, offrendo una possibile indicazione su una futura inversione di tendenza. E tutta-via, in molti casi è mancata la consapevolezza del ruolo che le associazioni degli Enti Locali possono offrire nei processi di decision making.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 REGIONALE

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SEDUTE TAVOLO GENERALE

2009 2010 2011 2012

5

10

15

20

25

30

35

2013

SEDUTE TAVOLO ISTITUZIONALE

TAVOLO ISTITUZIONALE E GENERALEI DATI

29

ATTI OGGETTO DEI TAVOLI

CULTURA ISTRUZIONE SPORT

SANITA'WELFARE

TERRITORIOPAESAGGIO

ATTIVITA’PRODUTTIVEPOLITICHEAGRICOLEE DEL MARE

AMBIENTEENERGIA

AFFARIISTITUZIONALI

BILANCIOFINANZE

TRASPORTI

FOCUS

10 11 11

19

29 29 30

40

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3

L’ agenda del confronto istituzionale non è stata dettata dall’importanza degli argomenti. Il livello di approfondimento dei temi trattati è dipeso, invece, dalle diverse sensibilità dimo-strate dagli assessorati competenti. Anci Toscana ha tuttavia dato vita a una densa rete di incontri, confronti e contatti informali, sia a carattere politico sia di tipo tecnico. In tal modo, l’Associazione ha potuto comunque interpretare la propria funzione di rappresentanza degli interessi dei Comuni, nonostante il progressivo indebolimento della concertazione. E ’ cresciu-ta in modo significativo la rete di interlocutori di Anci Toscana. Sono aumentate le relazioni con la struttura dell’ente Regione, con le altre associazioni delle autonomie locali, con i singoli enti locali, coinvolti in un gran numero di iniziative, alla ricerca di un continuo e costante dia-logo con la società toscana nel suo insieme. Si è trattato, quindi, di un’elaborata ed esplicita attività di lobbying. Nei diversi ambiti del processo decisionale, Anci Toscana ha portato il suo contributo, permettendo a tutti gli attori coinvolti di ottenere maggiori informazioni sulle appli-cazioni concrete delle linee politiche e dei singoli provvedimenti e aumentando, inoltre, il grado complessivo di conoscenza e responsabilità. Anci Toscana ha svolto questi compiti, anche perchè è accreditata nel registro dei gruppi di interesse, riconosciuti dalla legge regionale n. 5 del 18 gennaio 2002. Tali risultati sono il prodotto di un intenso lavoro al servizio dei Comuni, ma anche il frutto di una condizione di necessità. L’Associazione si è dovuta adattare ad un processo di progressivo indebolimento del sistema concertativo, nella sua dimensione più formalizzata. Ha dovuto sviluppare, quindi, altre modalità di carattere informale, divenire più flessibile per poter assolvere a pieno alla proprio funzione di rappresentanza degli interessi dei Comuni. I processi di concertazione negli ultimi anni hanno subìto, quindi, tanto un deficit for-male, quanto un limite di prassi politica: per colmare le mancanze del primo elemento è neces-saria una riforma della disciplina concertativa; per superare il secondo problema è indispensa-bile un rinnovamento di cultura amministrativa all’interno dei gruppi dirigenti regionali. È ormai giunto il momento di riformare in modo organico il sistema di concertazione interistituzionale, per essere pronti ad affrontare le importanti sfide del futuro. Per tale motivo, i Sindaci e i loro collaboratori, tanto gli assessori quanto i dirigenti e i funzionari comunali, dovranno essere ancor più consapevoli di quanto sia importante per il governo dei Comuni il funzionamento della concertazione regionale e di quanto sia necessario riformare tale sistema di governance.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 REGIONALE

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COMUNIIL PERNO DEL SISTEMA

REGIONIISTITUZIONALE

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Al tempo stesso, l’Associazione dei Comuni deve sviluppare le sue attività in questo campo: dobbiamo dare maggiore attenzione alla raccolta di iniziative, normative e deliberative; dob-biamo conoscerle meglio, approfondirle di più, per poter definire su tali argomenti il nostro punto di vista di parte, la parte dei Comuni toscani. Nei cinque anni che abbiamo alle nostre spalle, l’Associazione dei Comuni toscani ha sottolineato in più occasioni la necessità di ridefinire il sistema della concertazione interistituzionale. Lo sviluppo della Toscana è lega-to, infatti, alla possibilità di recuperare la stagione riformista degli anni Novanta, sciogliere le contraddizioni, ancora insite in tali processi, per svilupparne a pieno le potenzialità. Per queste ragioni, Anci Toscana, durante l’Assemblea congressuale del 2009, aveva proposto di riformare il modello toscano di concertazione. Appariva necessaria, già allora, una nuova disciplina dei sistemi di raccordo fra Regione e autonomie locali. Anci Toscana propone-va, inoltre, l’istituzione di una struttura unitaria di assistenza per il Tavolo istituzionale. Il contesto politico degli ultimi anni non ha reso facile lo sviluppo di una tale discussione. Il quinquennio che abbiamo appena trascorso è stato segnato in modo indelebile dalla crisi finanziaria ed economica cominciata nel 2008. La necessità di velocizzare i tempi della po-litica e di semplificare i processi decisionali appariva contraddire le procedure concertative e la ricerca di una maggiore condivisione e partecipazione. Tuttavia, tale contraddizione è puramente apparente; al contrario, per dare forza ed efficacia alle politiche regionali, soprat-tutto in tempo di crisi, è necessario coinvolgere i Comuni nei processi decisionali, per fare in modo che le loro azioni siano coerenti con le politiche condivise. Sono le amministrazioni comunali, infatti, le principali interpreti delle linee politiche regionali; soltanto attraverso i Co-muni, le decisioni della Regione possono divenire realtà. La concertazione interistituzionale non è, quindi, un ostacolo da superare per completare il processo decisionale, né tanto meno un motivo per rendere quest’ultimo più faticoso; al contrario, è il luogo in cui dare sostanza alle politiche di governo. Anci Toscana ha proposto alla Regione di modificare i percorsi della dialettica concertativa, conservando comunque la scelta di ricorrere alla procedura sempli-ficata. Si tratta di stabilire un’agenda delle questioni più importanti, che meritano maggiore approfondimento, lasciando che altri problemi siano discussi con la procedura semplificata. In tal modo, gli atti più importanti potrebbero giungere al Tavolo di concertazione avendo già recepito le questioni di interesse dei Comuni. Ovviamente, tali proposte prevedono una diver-sa formulazione del dibattito. In particolare, dovranno essere discussi temi proposti dai Co-muni e non solo dalla Giunta. Insomma, si tratta di definire un terreno comune di confronto sul quale costruire un reale sistema di raccordo fra la Regione e gli enti locali. Semplificazio-ne del processo e condivisione delle decisioni non sono elementi inconciliabili; al contrario, devono divenire i fondamenti interconnessi di un buon sistema di governo della Toscana.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 DI CONCERTAZIONE

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FOCUS

CONCERTAZIONE (Tavolo interistituzionale della Giunta Regionale)GR

PDL PDD PIANI INDIRIZZI

COMUNICAZIONE

INTESA

SCAMBIO DI POSIZIONI

CONSULTAZIONE (Consiglio Regionale)

La concertazione è una pratica di governo adottata

2001 e disciplinata di recente, con legge regionale

e Associazioni delle Autonomie

ESAME AL TAVOLO INTERISTITUZIONALE

Prima che la GR approvi la proposta di Legge o di Piano o di Deliberazione si svolge la concertazione interistituzio-nale, regolata dal protocollo d’intesa del 2006 e successivi addendum

ESAME AL TAVOLOGENERALE

L’esame degli atti è replicato al tavo-lo generale, a cui partecipano, oltre alle Associazioni delle Autonomie, le rappresentanze delle categorie eco-nomiche, sindacali e di altre realtà della società toscana

APPROVAZIONE GRTRASMISSIONE AL CR

PDL PDD PIANI INDIRIZZI

Il CR, in base all’articolo 48 dello Statuto, ha la supremazia fra gli organi regionali sulla distribuzione degli indirizzi di governo. Ciò avviene sulla base degli stimoli della GR, che provvede alla presentazione di documenti dettagliati. Sugli atti di indirizzo proposti, per rispettare le prerogative consi-liari, avviene uno scambio di opinioni al tavolo istituzionale successivo all’approvazione consiliare.

CONSULTAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI NELLE COMMISSIONI DEL CR

In talune circostanze le commissioni del CR possono svolgere consultazioni e au-dizioni. Se richieste, anche con il Consi-glio delle Autonomie

PARERI AFFERENTI AL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI

Il CdAL rilascia pareri obbligatori e facoltativi, di norma entro 30 gg. dalla trasmissione dell’atto da parte del CR. Può inol-tre esprimersi su proposte di atti su cui il CR non ha richiesto il parere e assumere iniziative istituzionali e legislative

APPROVAZIONE CONSILIARE FINALE

ASSORBE IL PARERE DELLA

GENERALITÀ DEGLI ENTI LOCALI

APPROVAZIONE INDIRIZZI

1NORME DI RIFERIMENTOART.48 STATUTO RTART. 4 LR 68/11PROTOCOLLO 2006ADDENDUM SEGUENTI

2NORME DI RIFERIMENTOART.66 STATUTO RTLR 36/2000LR 22/1998STATUTO RT NOVEMBRE 1996

IL PERCORSO

APPROVAZIONE GR (Proposte di Legge/Piani)

(Deliberazioni / Regolamenti)

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A partire dal 2011, il centro del dibattito politico sulle autonomie locali è stato occupato dalla questione del riassetto delle principali istituzioni democratiche e dei diversi livelli territoriali di rappresentanza e governo. In tal senso, Anci Toscana ha proposto nel 2012 di rivedere la concertazione interistituzionale, in relazione alla soppressione delle comunità montane e al prevedibile superamento delle Province. Era così anticipato il nodo centrale della riforma della concertazione: la necessità di stabilire una relazione di coerenza e corrispondenza con il nuovo asse del governo della Toscana, costituito, da un lato, dalla Regione, e dall’altro, dai Comuni. D’altronde, la nuova normativa regionale n.68 sul sistema delle autonomie locali, ap-provata con legge regionale il 27 dicembre 2011, prevede la stipula di un nuovo e più organico protocollo d’intesa, capace di rivedere i meccanismi della concertazione interistituzionale, aggiornando l’ormai antiquato accordo del 2006. Dopo anni di dibattito e proposte, l’Associa-zione dei Comuni toscani ha ottenuto alcuni importanti risultati. In primo luogo, si è svolta a metà del 2013 una riunione del Tavolo di concertazione istituzionale con uno specifico com-pito di programmazione delle attività future. In tale incontro, richiesto dal Presidente di Anci Toscana, Alessandro Cosimi, l’Associazione dei Comuni ha presentato una “nuova agenda di concertazione”; un documento per definire i principali temi di discussione e intervento che l’Associazione presenterà nel futuro prossimo. In secondo luogo, il 1° ottobre 2013 è stato firmato uno specifico addendum al protocollo d’intesa che regola l’attività di concertazione. Con questo accordo si riconosceva la centralità e l’importanza dei Comuni nel nuovo assetto istituzionale. E tuttavia, tale intesa, concepita fin dalla sua origine come un atto transitorio, appare oggi superata dagli eventi. Se era necessario allora stabilire un accordo provviso-rio, in attesa dell’approdo delle riforme, adesso con la legge Delrio siamo arrivati dall’altra parte della sponda. E’ ormai necessario stabilire nuove regole del gioco, partendo dall’ovvio riconoscimento di un dato di fatto: il gruppo dirigente del nuovo sistema istituzionale infra-regionale proviene dai Comuni; ai Sindaci, in particolare, sarà richiesto un grande impegno, in primo luogo di carattere politico e strategico. L’ANCI, inoltre, diverrà fra breve tempo l’unica Associazione delle autonomie, il riferimento politico-istituzionale dei Comuni e degli enti di derivazione comunale.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

CONCERTAZIONEM1

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SINDACI

NELLE SCELTEPROTAGONISTI

STRATEGICHE

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La riforma Delrio, la legge n. 56 approvata il 7 aprile 2014, rappresenta il momento di svolta di un processo che ha attraversato l’intera storia dell’Italia repubblicana: dall’Assemblea costi-tuente ai dibattiti sul decentramento, dai tentativi di riforma della pubblica amministrazione alla revisione del Titolo V del 2001: un percorso tortuoso, fatto di passi in avanti e momenti di speranza, ma soprattutto di passaggi incompleti e false partenze. L’Italia è rimasta per troppo tempo appesa a tali ritardi che ne hanno rallentato le potenzialità di sviluppo e ridotto gli spazi di democrazia. Con la riforma Delrio la nostra Nazione compie un decisivo passo in avanti. E’ stata lunga la fase di elaborazione e approvazione di questa legge, passata at-traverso due diversi esecutivi e tre crisi di governo. Sebbene sia ancora necessario superare l’ultimo ostacolo, rappresentato dalla riforma costituzionale, la nuova legge sulle autonomie locali ha cambiato profondamente la natura della Repubblica italiana, segnando, al tempo stesso, il completamento dei suoi principi costitutivi. La riforma del Titolo V trova finalmente la sua concreta realizzazione, con l’istituzione delle città metropolitane, dopo i tentativi falliti dell’ultimo decennio. I compiti, le funzioni e gli organi delle province sono completamente ridefiniti. E’ mutato un modello di governo nazionale e di strutturazione del sistema ammi-nistrativo. Il ruolo stesso delle Province cambia profondamente, fino alla decisione di un superamento di tale istituto. Con la riforma Delrio, le fusioni di Comuni sono incentivate ed è rinnovata la disciplina sulle unioni dei Comuni, in modo da stabilizzarne la forma di governo e i principali istituti organizzativi. Si tratta di un intervento rivolto alla razionalizzazione e alla semplificazione del sistema delle autonomie locali, attraverso un riordino complessivo degli enti locali di secondo grado. E’ quindi il completamento di un lungo processo di riforme, ma, al tempo stesso, è il segno di una profonda innovazione di sistema. Sarà necessario, in seguito, rinnovare il testo della legge 142/90, che regola le autonomie locali in Italia, in modo tale da sistematizzare quell’insieme di norme che ha composto l’attuale processo di riforme. I Comuni sono posti al centro dell’ordinamento democratico, così come gli ammini-stratori comunali divengono la classe politica del governo locale. Per questi motivi, adesso si apre una nuova stagione; è il momento di cambiare rotta, recuperare il patrimonio ancora inespresso delle riforme degli anni Novanta e svilupparlo nel futuro. E’ necessaria una rior-ganizzazione dei poteri: non si tratta più di sopravvivere nelle difficoltà, di trovare la forma migliore e più appropriata di stare in mezzo al guado. Siamo alla fine della traversata. I Co-muni saranno i protagonisti della fase di attuazione di questo rinnovamento. E’ necessario, quindi, che gli amministratori comunali siano pienamente consapevoli delle responsabilità e, al tempo stesso, delle opportunità che si trovano di fronte. Il superamento delle Province deve ancora trovare la sua definitiva legittimazione costituzionale.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1

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TIMELINE E IL NUOVO ASSETTO ISTITUZIONALE

COMUNI PER FASCE DEMOGRAFICHE

NUMERO COMUNI

GIUNTEVARIAZIONE

N°ASSESSORI IN TOSCANA

ASSESSORI DL267/2000

ASSESSORI LEGGE 191/2009

(FINANZIARIA 2010)

ASSESSORI DL138/2011 (L.148/2011)

ASSESSORI L.56/2014 (DELRIO)

DA 250.001 A 500.000 1 12 10 10 10 -2

DA 100.001 A 250.000 2 12 9 9 9 -6

DA 30.001 A 100.000 19 10 7 7 7 -57

DA 10.001 A 30.000 67 7 5 5 5 -134

DA 5.001 A 10.000 64 6 4 4 4 -128

DA 3.001 A 5.000 43 6 4 3 4 -86

DA 1.001 A 3.000 67 4 3 2 2 -134

FINO A 1000 17 4 3 0 2 -34

TOTALE 280 -581

COMUNI PER FASCE DEMOGRAFICHE

NUMERO COMUNI

CONSIGLI COMUNALIVARIAZIONE

N°CONSIGLIERI IN TOSCANA

CONSIGLIERI DL267/2000

CONSIGLIERI LEGGE 191/2009

(FINANZIARIA 2010)

CONSIGLIERI DL138/2011 (L.148/2011)

CONSIGLIERI L.56/2014 (DELRIO)

DA 250.001 A 500.000 1 46 36 36 36 -20

DA 100.001 A 250.000 2 40 32 32 32 -16

DA 30.001 A 100.000 19 30 24 24 24 -128

DA 10.001 A 30.000 67 20 16 16 16 -268

DA 5.001 A 10.000 64 16 12 10 12 -252

DA 3.001 A 5.000 43 16 12 7 12 -172

DA 1.001 A 3.000 67 12 9 6 10 -134

FINO A 1000 17 12 9 6 10 -34

TOTALE 280 -1.024

1In attesa della dismissione delle Province non si vota più per pre-sidenti e consigli provinciali. Non saranno rinnovati: 86 presidenti, 700 assessori, 2.700 consiglieri.

LE NUOVE PROVINCEDal 1° gennaio 2015 nascono 9 città metropolitane: Roma, Bari, Bologna,

Torino e Venezia.

LE CITTA’ METROPOLITANELa legge favorisce le unioni e le fu-sioni tra i piccoli Comuni, con l’o-biettivo di fornire servizi migliori a costi più contenuti.

LE FUSIONI

FOCUS LA RIDUZIONE DELPERSONALE POLITICO

2 3

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In attesa di tale evento, le Province sono enti di secondo livello. Per un periodo di tempo limi-tato, manterranno alcune funzioni tradizionali, come le competenze sull’edilizia scolastica, la programmazione della rete delle scuole, i compiti di pianificazione, per quanto riguarda le politiche dei trasporti e le questioni ambientali. Inoltre dovranno svolgere un ruolo di controllo sui fenomeni di discriminazione nel mondo del lavoro e sulla promozione delle pari oppor-tunità. Le Province diverranno enti di secondo livello a partire dall’1° gennaio 2015 e non si svolgeranno più elezioni dirette né per i Presidenti né per le assemblee provinciali. I Sindaci dei Comuni che formano il territorio provinciale costituiranno delle assemblee, organi sosti-tuitivi delle Province. Il presidente della Provincia sarà eletto dai Sindaci e dai consiglieri dei Comuni dell’attuale territorio provinciale. Rimarrà in carica per quattro anni, a meno che nel frattempo non giunga a termine il suo incarico di Sindaco. Sarà formato, inoltre, un Consiglio provinciale, composto dal Presidente e da un gruppo ristretto di amministratori comunali. Oltre al superamento delle Province, com’è noto, la riforma Delrio comporterà la nascita delle città metropolitane, il 1 gennaio 2015. Trova così compimento un progetto ideato più di venti anni fa. Gli organi delle città metropolitane saranno tre: il Sindaco metropolitano; il consiglio metropolitano; la conferenza metropolitana. L’incarico di Sindaco metropolitano sarà ricoper-to dal primo cittadino del Comune capoluogo, ma anche negli altri due organi, il ruolo centrale è affidato ai sindaci del territorio metropolitano. In un primo tempo, i Comuni che fanno parte della città metropolitana potranno chiedere di gestire i fondi stanziati dalla programmazione comunitaria 2014-2020, riservati all’asse delle città. In un secondo momento, le città metro-politane, come d’altronde le nuove Province, potranno mettersi a disposizione dei Comuni per la gestione associata di politiche, servizi e funzioni di area vasta. Sebbene la legge non abbia definito chiaramente le conseguenze di quest’ultimo aspetto, appare evidente che le funzioni delle nuove città metropolitane saranno di assoluta rilevanza: si occuperanno di sviluppo economico, di pianificazione territoriale generale, delle strutture di comunicazione, delle reti dei servizi, delle infrastrutture, dell’organizzazione dei servizi pubblici di ambito metropolita-no, della viabilità. La centralità dei Comuni in tale passaggio è di assoluta evidenza. I Sindaci e i consiglieri comunali dovranno governare una parte rilevante di questa fase di transizione. Per questo motivo, sarà necessario ridefinire la divisione dei compiti fra Regione e Comuni; per stabilire così le diverse funzioni di una strategia di sistema, i diversi ruoli di un gioco co-mune. Se alle Regioni spetteranno le prerogative legislative, nonché gli strumenti di alta pro-grammazione, da sviluppare insieme alle autonomie locali, ai Comuni, com’è ovvio, dovranno essere affidate esclusivamente in modo chiaro e preciso tutte le funzioni amministrative. Attraverso le Unioni comunali, sarà possibile gestire i compiti dei Comuni e quelli che fino ad oggi erano assegnati alle Province.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1

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ALLE REGIONILE LEGGI

AI COMUNIINSIEME

PER GOVERNARE

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Per poter affrontare questa stagione di profonde trasformazioni, questa fase in cui le riforme dovranno divenire realtà, è necessario rivedere il nostro modello di governance regionale, a partire da una riforma del sistema di concertazione con le autonomie locali che tenga conto dei nuovi scenari istituzionali. Per fare ciò è possibile percorrere due vie fra loro alternative:

adeguare ai nuovi tempi gli strumenti finora adottati, confermando l’attuale modello del “doppio binario”, ma rinnovando in modo sostanziale le sue applicazioni.

stabilire un nuovo modello incentrato esclusivamente sul Consiglio delle Autonomie Lo-cali.

In entrambi i casi, sarà necessario partire dai Comuni. Questi ultimi, infatti, sono divenuti gli unici rappresentanti delle autonomie locali di fronte alla Regione. Oggi, le autonomie locali toscane si identificano esclusivamente con i Comuni. Percorrendo la prima via, riaffermia-mo la validità del modello toscano: il doppio binario e le sue derivazioni. Tuttavia, gli atti che disciplinano il sistema di raccordo devono essere profondamente riformati. E’ necessario prevedere una legge regionale e un nuovo protocollo d’intesa sulla concertazione interisti-tuzionale, al tempo stesso, è indispensabile definire una nuova legge istitutiva sul Consiglio delle Autonomie Locali; un nuovo testo che possa aggiornare l’ormai superata normativa stabilita con la legge regionale n. 22 del 21 aprile 1998, poi sostituita dalla legge regionale n. 36 del 21 marzo 2000. In quel momento, la Toscana s’impose all’attenzione nazionale come la prima e, per alcuni anni, unica regione italiana, capace di sperimentare questo nuovo strumento di governance regionale, costituendo in tal senso un esempio che, a distanza di tre anni, sarà seguito con la riforma del titolo V della Costituzione. La seconda opzione, la via alternativa, contempla, invece, la possibilità di cambiare il mo-dello toscano, superare i percorsi a doppio binario e il dualismo fra concertazione e con-sultazione, per giungere ad un processo di unificazione e razionalizzazione della dialettica concertativa. Si tratta di un modello del tutto nuovo, almeno per quanto riguarda le prece-denti esperienze toscane, costruito sulla centralità del Consiglio delle Autonomie Locali e sul conseguente superamento dell’esperienza del Tavolo di concertazione istituzionale.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1IPOTESIDI LAVORO

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FOCUSDUE OPZIONI ALTERNATIVE

CONCERTAZIONE GR/AUTONOMIE

TAVOLO INTERISTITUZIONALE

TAVOLO GENERALE

CONSULTAZIONI DEL CR

1

2

CONFERMA DEL SISTEMA ATTUALE CON INTERVENTI DI ADEGUAMENTO E SISTEMAZIONE

CdAL

NUOVO MODELLOCOMUNI UNICIPROTAGONISTI

a.b.

ABROGAZIONE DEL TAVOLO INTERISTITUZIONALE

CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE REFERENTE UNICO

NUOVOPROTOCOLLO

GR

CdAL

CR"

La composizione del tavolo dovrà prevedere soltanto la rappresentanza dei Comuni, assolta esclusivamente da Anci. Con i recenti provvedi-menti, è superata infatti, sia la rappresentanza delle Comunità Montane (per legge sostituite dalle nuove Unioni) sia quella delle Province.

In questo caso il quadro verrebbe sempli!cato individuando nel solo CdAL l’organo di rappresentanza non più soltanto istituzionale, ma anche politico, “consulente” non solo del CR, ma anche della GR. Una novità assoluta, per la Toscana e per buona parte del resto dei sistemi regionali di raccordo Regione/Autonomie. In questo caso, per compensare la perdita del ruolo politico di Anci, si propone che l’Associazione si costituisca in struttura servente del CdAL.

Sulle funzioni concertative il tavolo dovrà occu-parsi più di condividere le politiche di governo che di trattare i singoli speci!ci atti.

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Per ottenere questo risultato è necessaria, ovviamente, una nuova legge che regoli l’intero si-stema di raccordo, piuttosto che un semplice aggiornamento della normativa già esistente. In tale prospettiva, il Consiglio delle Autonomie Locali diverrebbe il referente unico, sia per quanto riguarda la Giunta che per quanto concerne il Consiglio. L’Associazione dei Comuni toscani, in quanto soggetto unico e unitario di rappresentanza politica istituzionale delle autonomie locali, potrebbe interpretare la funzione di struttura di supporto e servizio per le attività del Consiglio delle Autonomie Locali.In ogni caso, il ruolo del Consiglio delle Autonomie Locali non è certo in discussione; anzi dovrà essere valorizzato, rispetto a quanto avvenuto fino ad ora. Negli ultimi anni, infatti, si è verificato un significativo cambiamento di tendenza nei processi legislativi toscani: sono aumentati, infatti, gli atti di iniziativa consiliare. E’ soltanto la prima traccia di un percorso di cambiamento che ancora deve trovare un suo sviluppo. E tuttavia, rappresenta il segnale di una possibile rimodulazione dei rapporti fra poteri all’interno del governo regionale. Le conseguenze di una tale inversione dei processi legislativi, fino ad ora concentrati esclu-sivamente sulle iniziative della Giunta, non potranno che essere positive, rafforzando il si-stema politico toscano nel suo complesso. Si apre una nuova sfida per i Comuni e per la loro associazione di rappresentanza. Si aprono nuovi spazi da presidiare. In tale contesto il cor-retto funzionamento del Consiglio delle Autonomie Locali è assolutamente centrale. Il ruolo di Anci Toscana di supporto e di assistenza, all’interno di tale istituto, diviene essenziale per la difesa degli interessi dei Comuni. Al tempo stesso, la ridefinizione del Consiglio delle Auto-nomie Locali dovrà seguire la nuova morfologia istituzionale: i Comuni diverranno i principali interpreti delle istanze delle autonomie locali, finendo per identificarsi con quest’ultime.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1IPOTESIDI LAVORO

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UNA MISSIONEDI RAPPRESENTANZAUN PROFILOIN CRESCITA

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Le ipotesi di riforma che abbiamo presentato nascono, quindi, dai profondi mutamenti at-tualmente in corso nel panorama politico e istituzionale, tanto nazionale quanto regionale. Anci Toscana si presenta di fronte alle nuove sfide dopo anni di grande lavoro. Abbiamo cercato di sviluppare una politica connettiva e collaborativa, per dare più voce ai Comuni toscani, per rafforzare il sistema delle autonomie locali della nostra regione. Siamo cresciu-ti molto, per poter trovare soluzioni ai problemi dei Comuni, per divenire sempre più utili e autorevoli. Abbiamo lavorato in modo assiduo, intenso e appassionato, creando un nostro specifico modello di Associazione regionale dei Comuni: una nostra idea di rappresentanza. Lo abbiamo fatto, ritenendo che questa sia la formula più corretta per affrontare le respon-sabilità del futuro e, al tempo stesso, lo schema che più si adatta alle particolarità del nostro territorio; il modo migliore per sviluppare le potenzialità del sistema delle autonomie locali toscane. E tuttavia non intendiamo certo affermare che la storia di Anci Toscana costituisce un mo-dello, in quanto esempio da seguire e imitare. Il nostro profilo associativo ha caratteri tal-mente specifici e originali che il modello che abbiamo costruito non determina una espe-rienza esemplare, ma una forma particolare di rappresentanza degli interessi dei Comuni. La via che abbiamo scelto di seguire, per valorizzare l’Associazione dei Comuni, è stata, comunque, definita sulla base della necessità di rispondere ai processi di cambiamento. I Comuni saranno portati al centro del nuovo sistema e la loro tradizionale funzione di rappre-sentanti delle comunità locali sarà valorizzata. Giunti a questo punto, dopo aver raccontato, seppur in sintesi, l’orizzonte politico e amministrativo che ci troveremo davanti, dobbiamo cominciare a interrogare noi stessi. Dobbiamo cercare di capire se l’Associazione dei Comu-ni toscani è preparata ad affrontare la nuova sfida. Quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione? In quale modo intendiamo utilizzarli? E’ appropriata questa modalità di inter-pretare i compiti e le funzioni che spettano ad una Associazione regionale di Comuni? Le nostre attività sono sempre state caratterizzate da uno specifico metodo di lavoro. Ogni de-cisione strategica è definita sulla base di una pratica costante di programmazione e rendi-contazione delle attività svolte. La pianificazione di medio e lungo periodo è garanzia della continuità della progettazione, della condivisione delle scelte, della possibilità di verificare e valutare nel tempo le strategie elaborate, lasciando, tuttavia, uno spazio di flessibilità, necessario per affrontare ciò che non potevamo prevedere. In quello spazio intermedio fra capacità di guardare al futuro, possibilità di analizzare il passato e volontà di operare nel presente risiede uno degli elementi di forza della nostra Associazione.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 ANCI TOSCANA

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FOCUS

ASSEMBLEA DEI SOCI

CONSIGLIO REGIONALE

COMITATO DIRETTIVO

COLLEGIO DEI REVISORI

SEGRETARIOGENERALE

PRESIDENTEARTICOLAZIONITEMATICHEAREESETTORICONSULTE

CONSULTA PICCOLI COMUNI

CONFERENZACONSIGLI

COMUNALI

COORDINAM.REGIONALE UNIONI DI COMUNI

COORDINAM.ANCIGIOVANE

530

LA STRUTTURA POLITICADI ANCI TOSCANA

NEGLI ORGANI DI GOVERNODELL’ASSOCIAZIONE

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Il nostro lavoro si basa su una precisa concezione dell’attività di rappresentanza, che in questi anni abbiamo cercato di rendere realtà. Rappresentare gli interessi dei Comuni non significa semplicemente testimoniare le loro esigenze, ma cercare delle soluzioni per risolvere i loro problemi tutelando, in primo luogo, l’interesse generale delle comunità locali. Perseguendo questa idea di rappresentanza, Anci Toscana ha valorizzato alcuni aspetti caratteristici del suo profilo associativo, divenendo un esempio originale nel panorama nazionale delle Anci regionali. Ha messo in luce la possibilità di integrare la funzione di rappresentanza istituzio-nale con l’offerta di servizi, come costante ricerca di risposte pratiche per i problemi concreti che ogni giorno gli amministratori e i lavoratori dei Comuni devono affrontare. Negli ultimi cinque anni, la nostra Associazione è cresciuta in modo evidente, proseguendo lungo i per-corsi tracciati nel precedente quinquennio. Dal 2009 ad oggi abbiamo intrapreso, secondo le indicazioni del nostro ultimo Congresso, un percorso di consolidamento delle esperienze già maturate, in funzione di un loro ulteriore sviluppo. Gli obiettivi perseguiti erano rivolti alla costruzione di una struttura funzionale ed efficiente, capace di servire i Comuni, di in-tercettare le loro esigenze, di comprendere i loro problemi e, infine, intervenire alla ricerca di soluzioni adeguate. Valorizzare il protagonismo dei Comuni all’interno dell’Associazione: questo è stato il nostro impegno quotidiano. Le revisioni statutarie, approvate nel 2009 e nel 2011, avevano questo specifico intento: ruoli e competenze degli organi dell’Associazione sono stati ridefiniti per ampliare il livello di rappresentanza e aumentare l’efficienza della struttura. E’ nato e si è sviluppato un nuovo assetto organizzativo con tredici articolazioni tematiche, composte da amministratori dei Comuni toscani e supportate dal lavoro di sette consulte. Ci siamo impegnati, inoltre, per giungere a una stabilizzazione delle risorse umane che oggi lavorano all’interno dell’Associazione. Abbiamo attivato i contratti con il personale dipendente e con i collaboratori e siamo giunti ad una ridefinizione delle competenze e delle responsabilità. Nel futuro prossimo sarà necessario, però, rivedere l’assetto complessivo della struttura di servizio dell’Associazione, per potersi adeguare alla nuova normativa in materia di lavoro.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 ANCI TOSCANA

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FOCUS LE PARTECIPAZIONISTRATEGICHE

Anci Innovazione si occupa di innovazione e offre ai Comuni e agli enti tosca-

di innovazione, nell’ambito dell’e-government, delle nuove tecnologie e della società dell’informazione e della conoscenza.

In virtù della partecipazione al Consorzio delle Associazioni delle Autonomie, tra -

zi ed usufruire dei vantaggiosi prezzi ottenuti in fase di gara, in qualità di Centrale di Committenza, per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico.

100% Rete per l’innovazione e la formazione. Una società in house che si occupa prevalentemente di erogare servizi nel campo della formazione per il personale delle amministrazioni pubbliche e che dispone di una piattaforma elettronica per l’assistenza all’attività tecnico-amministrativa.

95%

14,5%

14%

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L’Associazione ha trasferito in questi anni la sua sede operativa negli uffici di viale Giovine Italia a Firenze, dove possiamo disporre di locali efficienti e razionali. Inoltre sono a dispo-sizione dell’Associazione spazi adeguati all’attività convegnistica e di formazione, grazie

presso l’area delle vecchie carceri fiorentine adesso restaurate. Abbiamo in cantiere, inoltre, il restauro dell’ex teatro dell’Oriuolo a Firenze, per riportare a nuova vita uno spazio storico del centro cittadino da tempo abbandonato. Il progetto di riqualificazione prevede che lo stabile sia utilizzato per attività culturali e impiegato come sede di Anci Toscana. E’ giunto a termine, inoltre, il processo di razionalizzazione del sistema delle partecipate. L’Associazione ha concentrato le sue partecipazioni in un’unica società, divenuta una vera e propria “in house”. Ciò è avvenuto con la chiusura di Comunica srl, la messa in liquidazione di An.to.s, l’aumento delle quote azionarie di Ancitel Toscana, fino ad arrivare al 95%. Quest’ul-tima variazione ha portato al cambiamento di denominazione della società, che nell’aprile del 2014 è divenuta Anci Innovazione Srl. Negli ultimi mesi, Anci Toscana ha rilevato dalla Provincia di Pisa il 100 % di Reform srl, una società in house che si occupa prevalentemente di erogare formazione, uno dei nuovi asset strategici dell’Associazione. Durante il mandato che giunge adesso a conclusione, inoltre, è cambiato in modo radicale il funzionamento del Collegio dei Revisori dei Conti, secondo le indicazioni approvate dal Congresso del 2009. Fino a tale data, per far parte del Collegio era sufficiente avere una carica di amministratore in un Comune. Abbiamo adottato, invece, un nuovo criterio per la scelta dei Revisori, basato sulle competenze professionali. Il principio di trasparenza che caratterizza la nostra Asso-ciazione è stato sviluppato attraverso l’elaborazione e la pubblicazione annuale del Bilancio sociale, inviato ai sindaci ed agli stakeholder locali. Si può consultare in rete sul sito internet dell’Associazione all’interno della sezione dedicata alle pubblicazioni. La prima edizione del Bilancio sociale è stata pubblicata nel 2008, nello stesso momento in cui era prodotto il primo Bilancio sociale nazionale di ANCI. L’impegno di rendicontazione sociale, che infatti è proseguito negli anni successivi, non è il prodotto di un evento puramente occasionale, ma piuttosto il frutto di una scelta di principio compiuta dalla nostra Associazione. L’ultima edizione del Bilancio sociale è in rete da luglio 2014 e rende conto delle attività del 2013.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 ANCI TOSCANA

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MOTORI

ECONOMICO

COMUNI

DELLO SVILUPPO

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Anci Toscana, inoltre, ha strutturato un ampio sistema di comunicazione, articolato in di-versi canali e gestito dall’ufficio stampa dell’Associazione. Fra i tanti risultati conseguiti in questi anni, possiamo annoverare anche la capacità di rendere l’Associazione più visibile, conosciuta e riconoscibile anche a livello mediatico, sia nel complesso panorama politico toscano sia nel contesto delle Anci regionali; possiamo dire che tale aspetto rappresenta un altro elemento caratteristico del nostro modello associativo. E’ sufficiente aprire la pagina web dell’Associazione (www.ancitoscana.it) per comprendere la dimensione delle nostre at-tività di comunicazione e la nostra capacità di documentare ciò che avviene nel mondo dei Comuni e nella vita politica toscana. Abbiamo investito sui potenziali di crescita dell’Asso-ciazione, accettando nuove sfide. I risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. Il nostro peso politico e istituzionale è cresciuto in modo rilevante insieme alla nostra capacità di offrire servizi utili ai Comuni. Un’organizzazione di diritto privato, formata però esclusivamente da enti pubblici, che svolge funzioni pubbliche e che, nell’esercizio di tali funzioni, utilizza risor-se pubbliche: un tempo avremmo potuto descrivere la natura di Anci Toscana impiegando questi termini, ma adesso il nostro profilo associativo è profondamente mutato e non corri-sponde più alla sintesi di tale formula. La nostra Associazione è divenuta una realtà diversa, più simile ad una Public Equivalent Body, se vogliamo utilizzare il lessico della progettazione europea. Anci Toscana ha avviato in questi anni un percorso di consolidamento istituziona-le, fino al riconoscimento della personalità giuridica dell’Associazione, con la delibera della Giunta regionale del 23 novembre 2011. Anci Toscana oggi è: Ente di seconda classe per il servizio civile nazionale e Ente di prima categoria per il servizio civile regionale; Centrale di committenza per attività di supporto ai Comuni in materia di appalti; Agenzia formativa riconosciuta. Abbiamo definito così il nostro originale profilo: un’Associazione autonoma e unitaria, una voce politica autorevole, una struttura capace di rispondere alle richieste del personale po-litico e amministrativo dei Comuni soci. Per fare ciò, Anci Toscana ha sviluppato la propria originaria missione, svolgendo non solo una funzione di sensibilizzazione e mobilitazione politica sui temi di interesse dei Comuni, ma interpretando anche un ruolo sempre più attivo, sia sul fronte della rappresentanza istituzionale, sia nell’offerta di servizi. In questo modo abbiamo risposto alle sollecitazioni provenienti dal mondo dei Comuni e ai processi di mu-tamento che hanno attraversato la nostra società negli ultimi due decenni: il nuovo ruolo degli enti locali in quanto attori della politica nazionale; l’affermazione dei Comuni come base determinante del nostro sistema democratico e repubblicano; la diffusione di un’idea di città come motore dello sviluppo economico.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 ANCI TOSCANA

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2012

9,47%

ALLE RIUNIONI DEGLI ORGANIASSOCIATIVI

2011

13,16%

2010

19,64%

2009

9,61%

31,18%

2013

29

2012

6,14%

2011

5,68%

2010

10,82%

2009

14,87%

2,82%

2013

29

2012

7,13%

2011

7,13%

2010

8,21%

2009

5,82%

12,52%

2013

I DATI

2PARTECIPAZIONE MEDIA ANNUA CONSIGLIO REGIONALE

3PARTECIPAZIONE MEDIA ANNUACONSIGLIODIRETTIVO

1PARTECIPAZIONE MEDIA ANNUA ASSEMBLEA DEICOMUNI

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Di fronte all’attuale scenario di crisi economica e ai conseguenti problemi di tenuta del tes-suto sociale e delle istituzioni, abbiamo bisogno di ripartire dalle comunità locali. La crescita passa attraverso lo sviluppo dei territori e i Comuni sono al centro di questo processo. Di questa responsabilità dobbiamo essere tutti consapevoli. In questa fase di profondo rinno-vamento, diviene sempre più necessario intensificare le relazioni fra l’Associazione e i suoi soci, aumentare e qualificare la partecipazione di quest’ultimi alle attività politico-istituzio-nali di Anci Toscana, trovare nuove forme di coinvolgimento nell’assunzione di decisioni di interesse dei Comuni. Dobbiamo definire nuovi canali di comunicazione e condivisione, capaci di coinvolgere i soci nel loro insieme. Negli ultimi cinque anni, invece, abbiamo assi-stito ad un processo contradditorio nella storia interna della nostra Associazione: da un lato, è cresciuta in modo significativo l’attività di rappresentanza e di servizio di Anci Toscana; dall’altro lato, è diminuita la partecipazione degli organi politici. Il livello di partecipazione alle Assemblee regionali è sceso drasticamente negli ultimi cinque anni: da circa il 60% a circa il 10%. Un andamento molto simile hanno avuto, in questo stesso periodo, i lavori del Consiglio regionale di Anci Toscana. Per quanto riguarda i membri del Comitato Direttivo, la partecipazione alle riunioni è diminuita in modo meno consistente. E tuttavia, anche in questo caso si è ridotta quasi del 50%, nel periodo fra il 2009 e il 2013. E’ un dato su cui riflettere, sebbene non debba essere drammatizzato: la partecipazione alle attività di un’As-sociazione, qualsiasi essa sia, seguono spesso una dinamica di tal genere. Dopo una prima fase, immediatamente successiva al Congresso, i livelli di partecipazione tendono a scen-dere con il proseguire del mandato. E tuttavia il nostro obiettivo deve essere l’inversione di tale tendenza. Dobbiamo trovare nuovi strumenti utili ad incentivare la partecipazione. In alcuni casi, potremmo riconoscere un eccesso di delega dei soci nei confronti della struttura di servizio dell’Associazione. Quest’ultima è cresciuta molto e si è assai qualificata, ma ciò non deve far dimenticare, né agli organi associativi, né agli amministratori, né ai componenti dello staff, che l’origine del nostro lavoro politico risiede, sempre e soltanto, nella prospettiva che proviene dai Comuni: un punto di vista certamente di parte, ma che, al tempo stesso, è rivolto verso l’interesse generale. Le ambizioni della nostra Associazione dipendono da quali risultati riusciremo ad ottenere su questo fronte. Per raggiungere tale obiettivo sarà necessario modificare alcuni elementi della nostra cultura associativa. Non solo aumentare la partecipazione, ma cambiarne modalità e forme.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 ANCI TOSCANA

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FOCUS

-certazione e rappresentanza istituzionale. Il progetto, per facilitare e favorire la parte-cipazione, si è concretizzato attraverso la realizzazione di una piattaforma intuitiva e dall’accesso immediato, attraverso la quale, con tre semplici azioni, è oggi possibile contribuire attivamente a rafforzare il peso istituzionale dell’associazione. I Sindaci vengono direttamente coinvolti in occasione dell’apertura di una nuova discussione tramite invito mail.

DI PARTECIPAZIONE

LA APP DI ANCI TOSCANA

Apri la sezione “Documentati” per consultare i materiali scelti per introdurre l’argomento di discussione

VOTAClicca su “Vota” e compila in pochi semplici passi il modulo online per inviarci il tuo punto di vista.

Sottoponi all’Associazione le tue priorità e i prossimi ar-gomenti da affrontare

FOCUS

Anci Toscana, in collaborazione con lo studio di comunicazione “Senza Filtro”, ha realiz-zato una “App”, ora disponibile negli store Apple e Android. Scaricandola, sarà possibile aggiornarsi in tempo reale sulle attività e le notizie di interesse presentate dall’Asso-ciazione ai soci, calendarizzare gli appuntamenti e le opportunità formative offerte sul proprio dispositivo mobile, condividere news e comunicazioni di interesse con un solo gesto in qualunque momento.

123

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Il contesto generale di mutamento ci richiede un tale passaggio di innovazione culturale. Non è certo una facile impresa: ANCI è una grande organizzazione, composta da personale politico che opera nelle amministrazioni locali; tuttavia, quando si lavora all’interno dell’As-sociazione, gli interessi dei Comuni prevalgono rispetto alle prospettive di appartenenza politica. Grazie a questo elemento originale, a questa condizione di eccezione, l’Associazio-ne dei Comuni può ottenere una straordinaria coesione interna, presupposto indispensabile per “negoziare” con il potere esecutivo e con il potere legislativo, a prescindere dal colore politico dei governi e dalle maggioranze parlamentari del momento.L’ autonomia dell’Associazione e il suo carattere unitario interno costituiscono le condizio-ni necessarie per sviluppare la nostra funzione di rappresentanza. Gli amministratori che assumono incarichi all’interno di Anci Toscana devono interpretare il nesso fra prospettiva particolare dei Comuni e interesse generale delle comunità, sviluppando un profilo associa-tivo autonomo, unitario e distinto in modo netto dalle logiche della dialettica politica e dalle divisioni fra maggioranze e opposizioni. Anci Toscana ha bisogno di un gruppo dirigente coeso, coinvolto a pieno nella governance dell’Associazione, anche a livello regionale.Al tempo stesso, dovremo incrementare la partecipazione diretta di tutti i soci dell’Asso-ciazione. Le prossime sfide richiedono l’impegno e il contributo di tutti. Soltanto in questo modo, Anci Toscana potrà svolgere in modo virtuoso la sua fondamentale funzione di rac-cordo e rappresentanza. Attraverso il nuovo progetto di consultazione via web, denomina-to I_Sindaci, l’Associazione dei Comuni toscani proporrà nuove soluzioni per mantenere un legame diretto e costante con i sindaci, intensificare lo scambio di informazioni, dare nuove possibilità per l’espressione di prospettive e opinioni particolari, proporre temi e problemi da discutere. Si tratta di una nuova piattaforma di ascolto e consultazione che permette-rà di interpellare i Comuni sui principali provvedimenti e sulle direzioni da intraprendere; un luogo di confronto e di partecipazione, riservato ai primi cittadini e ai loro collaborato-ri. Tale strumento si aggiungerà ai tradizionali canali di confronto, già esistenti all’interno del’Associazione, per quanto riguarda soprattutto le attività di concertazione. Intendiamo sviluppare, attraverso questa piattaforma, un canale di comunicazione veloce, uno spazio di partecipazione e condivisione di idee, un “filo diretto” tra l’Associazione e i suoi soci, un modo per orientare gli indirizzi di lavoro e i documenti di posizione.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 ANCI TOSCANA

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TENERE

E I TERRITORI

INSIEMEIL CENTRO

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Come abbiamo cercato di spiegare nelle precedenti pagine, Anci Toscana interpreta una pro-pria autonoma versione di rappresentanza regionale dei Comuni; un profilo specifico e origi-nale, corrispondente alle caratteristiche e alle esigenze del sistema politico e amministrati-vo toscano. Nell’ultimo decennio, seguendo un tale percorso, abbiamo ottenuto significativi successi. L’Associazione è potuta crescere molto e migliorare la sua capacità di rappresen-tare i Comuni. A partire da questo modello, da ciò che noi siamo, Anci Toscana propone di portare il suo contributo al dibattito congressuale nazionale dell’Associazione dei Comuni italiani. Il prossimo congresso di ANCI dovrà affrontare temi e problemi di grande rilevanza: la definizione di una nuova morfologia istituzionale, che valorizza il ruolo delle amministra-zioni comunali, impone un’approfondita riflessione sui meccanismi di governance dell’Asso-ciazione dei Comuni. In primo luogo, dobbiamo definire un nuovo sistema di relazioni interne all’Associazione, nuovi rapporti fra la struttura nazionale e le strutture regionali. Le posizioni dell’Associazione devono essere prodotte da una diversa composizione di prospettive e in-formazioni, capace di tenere insieme il centro e i territori. Se, da un lato, la struttura centrale dell’Associazione non ha la possibilità di intercettare le esigenze e i problemi degli oltre ottomila Comuni italiani, dall’altro lato, le Anci regionali, in quanto singole unità, non pos-sono avere piena consapevolezza dei temi del dibattito politico nazionale. Per qualificare la rappresentanza dei Comuni, sia a livello nazionale che regionale, è necessario intensificare la reciprocità dei canali, definire meccanismi di collaborazione e di consultazione bidirezio-nale, dal livello nazionale a quello regionale e viceversa: nuovi canali utili a informare le Anci regionali sui provvedimenti proposti dalle istituzioni centrali dello Stato; nuove modalità per segnalare all’ANCI, attraverso le strutture regionali, questioni specifiche di interesse delle città e dei territori, affinché divengano temi di iniziativa politica dell’Associazione. Esistono, inoltre, possibilità di crescita, opportunità di natura progettuale e di carattere anche “impren-ditoriale”, che la struttura centrale non può essere in grado di cogliere, se non attraverso il coinvolgimento delle Anci regionali. E’ necessario, quindi, modificare alcune prassi associa-tive, fino ad ora seguite, per superare delle rilevanti criticità di contesto generale: le posizioni di ANCI spesso appaiono appiattite su prospettive e canali di comunicazione limitati, legati soltanto al punto di vista di alcune grandi città: in tal modo, è indebolita in misura determi-nante la capacità di rappresentanza degli interessi dei Comuni e la “forza contrattuale” della Associazione a livello nazionale. Per tali motivi, Anci Toscana propone due temi di riforma, in quanto contributo al dibattito nazionale in vista del Congresso di ANCI:1) Riforma del Coordinamento delle Anci regionali2) Patto Federativo

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 VERSO IL CONGRESSO NAZIONALE DI ANCI

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DA PERCORRERENUOVE STRADE

NUOVI STRUMENTI

DA COSTRUIRE

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Agli inizi degli anni Novanta, le Anci regionali hanno acquisito in termini formali un loro profilo autonomo, riconosciuto dallo statuto nazionale. Le Anci regionali sono associazioni autonome, federate di fatto in ANCI. Anci Toscana ha interpretato tale nozione di autono-mia, declinandola in due percorsi fra loro interconnessi: da un lato, ha modificato il proprio profilo, cercando un maggiore radicamento territoriale, seguendo i processi di cambiamen-to che, a partire dagli anni Novanta, hanno investito la pubblica amministrazione; da un altro lato, ha sostenuto in ogni forma l’unità del sistema nazionale ANCI, lavorando affinché i principi di autonomia non divenissero forme di parcellizzazione. Negli ultimi dieci anni, tale impostazione è stata ulteriormente sviluppata, come testimoniano le molte iniziative, in cui Anci Toscana ha collaborato direttamente con ANCI, fra le quali l’esempio più evidente è rappresentato dal meeting annuale di Viareggio sull’impatto della Finanziaria. Anci Toscana ha poi guidato, a partire dal 2009 e senza soluzione di continuità, il Coordinamento delle Anci regionali, nato negli anni Novanta e modificato alla fine dello scorso decennio con l’istituzione della Conferenza dei Presidenti delle Anci regionali; tale organismo ha alcuni rilevanti compiti per la definizione del sistema regionale dell’associazionismo comunale. Questo strumento non appare oggi più adeguato a definire una reale governance federale dell’Associazione; i grandi impegni che ci troviamo di fronte richiedono un deciso salto in avanti nelle modalità di organizzazione del nostro lavoro associativo. E’ divenuto oggi ne-cessario superare il Coordinamento delle Anci regionali, come del resto ha iniziato a fare la Presidenza Fassino. Nato durante un‘epoca politica ormai molto lontana, il Coordinamento era collegato a scenari istituzionali alquanto differenti da quelli attuali; nasceva, inoltre, con un’impronta rivendicativa, interna all’Associazione, dettata da una spinta di tipo auto-nomista. Così come è concepito rischia di sovrapporsi agli organi associativi, divenendo quasi una struttura parallela, spesso autoreferenziale. Abbiamo bisogno, al contrario, di un maggiore livello di integrazione delle attività, che potremmo ottenere attraverso l’istituzione di un nuovo strumento di coordinamento, in sostituzione del vecchio; un organo, composto dalle diverse Anci regionali, ma coordinato e promosso dalla struttura centrale nazionale di ANCI.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1 ANCI REGIONALI

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ASSEMBLEA

CONSIGLIO NAZIONALE

COMITATO DIRETTIVO

COLLEGIO DEI REVISORIDEI CONTI

SEGRETARIOGENERALE

PRESIDENTE

CONSULTA PICCOLI COMUNI

CONFERENZACONSIGLI

COMUNALI

COORDINAM.NAZIONALE

UNIONI DI COMUNI

COORDINAM.

METROPOLITANE

UFFICIO DIPRESIDENZA

COORDINAMENTODELLE ANCIREGIONALI

LA STRUTTURA POLITICADI ANCIFOCUS

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33

In un Paese in preda ad una profonda crisi economica, ancora colpito da significative incer-tezze sul cammino futuro da compiere, l’Associazione nazionale dei Comuni può rappresen-tare una risorsa, un elemento di unità, un attore politico con un forte profilo istituzionale, capace di proporre interessi comuni e produrre contenuti condivisi. Per fare ciò, ANCI deve agire non solo nel dibattito quotidiano, all’interno delle istituzioni e nel campo dell’opinio-ne pubblica, ma divenire, al tempo stesso, un soggetto di mutamento di cultura politica. Il nesso fra autonomia e responsabilità, tanto del singolo amministratore locale quanto delle comunità nel loro insieme, deve rappresentare il nucleo fondante delle nostre attività. Per venire incontro alle esigenze e alle aspirazioni dei Comuni, per superare le soluzioni cen-traliste ed affermare un nostro modello federalista, è necessaria una diversa articolazione associativa, un nuovo modo di pensare le Anci regionali nel sistema di ANCI. Le politiche associative interne e le scelte strategiche devono nascere da nuove forme di reciproca con-sultazione, dalla crescita dei rapporti fra la struttura nazionale dell’Associazione e le Anci regionali.Per questo motivo, Anci Toscana propone la stipula di un Patto Federativo, un vero e pro-prio atto. L’Associazione dei Comuni ha bisogno di stabilire una più corretta forma di stare insieme, un modo migliore per rafforzare nel complesso la sua funzione di rappresentanza. In tal modo, sarà possibile definire con chiarezza il ruolo delle Anci regionali e il significato della loro partecipazione alla governance di ANCI, stabilendo un principio di parità fra le Associazioni regionali e, al tempo stesso, garantendo la loro autonomia. La forza dell’As-sociazione e la coerenza della sua azione, rispetto a quanto stabilito dai principi statutari, sono direttamente legate al corretto funzionamento di un campo relazionale, formato da tre fondamentali punti di fuoco: i Comuni soci, le Associazioni regionali e la struttura nazionale di ANCI. Per tale motivo, il Patto Federativo dovrà necessariamente definire nuove forme e metodi più condivisi per governare i rapporti fra l’Associazione e i Comuni soci, ridiscutendo la questione delle adesioni e delle quote, i problemi di morosità e le politiche di fidelizzazio-ne, i sistemi di relazione e le prassi associative. Si tratta, in particolare, di ripensare il mec-canismo delle quote, andando oltre la proposta di riduzione del 10% del monte quote delle Anci regionali per l’esercizio del 2014. E’ necessario, infatti, rivedere l’intero sistema, sia nei rapporti fra Comuni soci e ANCI, sia nelle relazioni fra Anci regionali e struttura nazionale, per poter migliorare i modelli di adesione e fidelizzazione degli enti all’Associazione.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1PATTOFEDERATIVO

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FOCUSASSOCIATIVA DI ANCI AGLI INIZI DEL ‘900

Bientina (Pi)Lari (Pi)

Ponsacco (Pi)

Santa Croce sull’Arno (Pi)

Castelnuovo Garfagnana (Lu)Coreglia Antelminelli (Lu)Lucca (Lu)San Romano in Garfagnana (Lu)Seravezza (Lu)Viareggio (Lu)

Lamporecchio (Pt)

Pistoia (Pt))

Lastra a Signa (Fi)Prato (allora in provincia di Fi)Sesto Fiorentino (Fi)Tavarnelle Val di Pesa (Fi)Vernio (allora in provincia di Fi)

Bibbiena (Ar)Castiglion Fiorentino (Ar)Loro Ciuffenna (Ar)

San Giovanni Valdarno (Ar)Stia (Ar)

Colle Val d’Elsa (Si)

Piancastagnaio (Si)San Casciano dei Bagni (Si)Siena (Si)Torrita di Siena (Si)Trequanda (Si)

Grosseto (Gr)Isola del Giglio (Gr)

Orbetello (Gr)

Cecina (Li)Livorno (Li)

Portoferraio (Li)

Rio nell’Elba (Li)

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35

Siamo molto lontani da possibili fascinazioni localistiche; al contrario, intendiamo interpre-tare una stagione in cui i territori comunali devono necessariamente aprirsi verso l’esterno. Con il superamento delle Province, la classe dirigente delle amministrazioni locali dovrà sempre più uscire dalle mura cittadine, guardarsi attorno, confrontarsi con le altre realtà, governare comunità più ampie. Soltanto attraverso un maggiore protagonismo delle Anci regionali sarà possibile guidare un tale passaggio, la cui rilevanza, forse, non è ancora del tutto compresa. L’Associazione nazionale dei Comuni italiani rimarrà al centro dei nuovi processi, se saprà interpretare una nuova concezione del rapporto fra il centro e i territori. La forza stessa dell’Associazione nazionale risiede nel suo radicamento territoriale, nella sua capacità di articolare la rappresentanza dei Comuni attraverso le Anci regionali, ma anche nel fare sistema per interpretare bene e a partire dai Comuni il proprio mestiere di “lobbista” nazionale.E tuttavia, non dobbiamo inventare niente di nuovo. Basterà soltanto applicare i principi dell’articolo 33 dello Statuto di ANCI: le Anci regionali come articolazione dell’Associazione. Ciò significa, in primo luogo, un maggiore coordinamento delle iniziative e una più fruttuosa condivisione delle scelte fondamentali dell’Associazione; ma anche una diversa organizza-zione della struttura associativa, che riconosca le Anci regionali come elementi di forza, es-senziali e indispensabili, che sia capace di sostenerle, laddove sono in difficoltà, per cresce-re e rafforzarsi in un sistema solidale e non di natura assistenziale. E’ necessario stabilire una cabina di regia, capace di assumere responsabilità, seguire le ambizioni, guidare i nuovi processi di innovazione attraverso una chiara e condivisa governance dell’Associazione.

MACROFUNZIONE 1:DIMENSIONE POLITICA

M1PATTOFEDERATIVO

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M2  MACROFUNZIONE 2

AGENZIADI SERVIZI

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COMPRENDEREPROBLEMIE BISOGNIDEI COMUNI

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39

Come abbiamo tentato di spiegare nella precedente sezione il nostro profilo è caratterizza-to da una specifica nozione di rappresentanza: rappresentare gli interessi significa trovare la soluzione dei problemi. Durante le attività di concertazione, l’Associazione dei Comuni toscani svolge una funzione di interlocuzione dialettica con l’ente regionale, ma, al tempo stesso, ha la possibilità di comprendere, da un punto di osservazione privilegiato, problemi e bisogni dei Comuni. I Tavoli di concertazione fanno emergere in modo evidente alcune esigenze delle amministrazioni comunali. Per venire incontro a tali esigenze, Anci Toscana ha sviluppato negli ultimi anni la sua funzione di agenzia di servizi. L’Associazione dei Co-muni toscani si è caratterizzata, quindi, come un soggetto capace di proporre ai Comuni e alle comunità locali, una rete strutturata di servizi di consulenza, di assistenza tecnica e di attività di formazione. In tal modo, Anci Toscana ha sviluppato la sua tradizionale vocazione mutualistica, rafforzando, al tempo stesso, la connotazione produttiva dell’Associazione. I servizi di Anci Toscana sono strumenti affinati secondo i bisogni dei Comuni, adatti a gover-nare l’evoluzione del sistema amministrativo e istituzionale. Tutto parte dalle esigenze dei Comuni, dalle loro necessità, dalla continua domanda di supporto tecnico in un contesto di profondi e a volte repentini mutamenti. Inoltre, le attività di service che l’Associazione svolge nei territori comunali permettono di verificare in modo preciso e costante l’efficacia dell’of-ferta, costituendo, inoltre, nuove occasioni per comprendere altre questioni problematiche. Senza diminuire il significato della nostra essenziale funzione di rappresentanza politica e istituzionale, al contrario cercando continuamente di valorizzarla e rafforzarla, la nostra Associazione tende ad assumere sempre più una fisionomia simile a quella di un Consorzio di Comuni.L’ agenzia di servizi di Anci Toscana si caratterizza, quindi, come un continuo aggiornamen-to dei bisogni delle amministrazioni comunali, come un campo di reciproca influenza fra offerta e domanda, come continuo scambio di prospettive fra l’osservazione generale dei problemi dei Comuni, nel contesto delle attività di concertazione, e la verifica di tali dinami-che nelle declinazioni particolari, nel corso delle attività nei territori. Sono molti e variegati i servizi offerti da Anci Toscana e non sarebbe possibile descriverli tutti nel presente docu-mento. Per questo rimandiamo ai Bilanci sociali, che abbiamo pubblicato in questi cinque anni, e alla Relazione di fine mandato. Citeremo soltanto alcuni esempi che ci appaiono identificare in modo appropriato il nostro profilo associativo.

MACROFUNZIONE 2:AGENZIA DI SERVIZI

M2 SERVIRE

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29

I DATI

2012

71

201120102009

81

2013

232324

CONVEGNI PARTECIPANTI

2009 24 1.0812010 23 1.7592011 23 1.5752012 51 3.6152013 36 3.759

TOT 222 11.789MEDIA 44,4 2.357,8

INCONTRI ANIMAZIONE

PARTECIPANTI

2012 20 6762013 45 832

L’ATTIVITA’ CONVEGNISTICA

TITOLO INCONTRI

2012

FORMAZIONE INTEGRATA PER L’INNOVAZIONE DEI PROCESSI ORGANIZZATIVI DI ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE DEI CITTADINI STRANIERI 5

PRESENTAZIONE BANCA DATI GEOLOGICA DELLA TOSCANA 9

ALTRI INCONTRI SU SINGOLE TEMATICHE 6

TOTALE INCONTRI 20

2013

RUC REGISTRO UNICO DEI CONTROLLI 5

RAVE PARTY E DIVERTIMENTO GIOVANILE 4

RISCOSSIONE VOLONTARIA E COATTIVA 16

IL RENDICONTO DI MANDATO. UNO STRUMENTO DI RESPONSABILITÀ E TRASPARENZA 3

ACQUISIZIONE DI BENI DELLO STATO 4

ALTRI INCONTRI SU SINGOLE TEMATICHE 13

TOTALE INCONTRI 45

FOCUS TIPOLOGIE CONVEGNI 2012-2013

CONVEGNI

INCONTRI ANIMAZIONE

51

20

36

45

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41

Con i nostri convegni cerchiamo, in primo luogo, di comprendere i problemi e condividere i punti di vista; attraverso gli incontri di animazione, vogliamo approfondire alcune questioni rilevanti, in una dimensione tematica o territoriale; infine, le attività di formazione, uno degli asset principali della nostra Associazione, servono al personale dei Comuni per acquisire nuove competenze tecniche e rimanere al passo con i tempi. L’Associazione dei Comuni toscani propone tutti gli anni una serie articolata di convegni, offrendo ai soci la possibilità di approfondire questioni e problemi relativi a tutte le aree di interesse dei Comuni. Durante gli ultimi cinque anni l’attività convegnistica di Anci Toscana è cresciuta in modo progres-sivo: se nel 2009 erano stati organizzati 24 convegni, nel 2013 siamo arrivati a 81. In totale durante il periodo del presente mandato, ormai in scadenza, si sono svolti 222 convegni organizzati dalla nostra Associazione. Il numero di partecipanti è aumentato negli anni: nel 2009 erano 1.081, mentre nel 2013 siamo arrivati a 3.759. In totale, nel corso degli ultimi cinque anni, hanno partecipato ai convegni di Anci Toscana 11.305 persone. Anche il livello di approfondimento delle nostre proposte di convegni è, senza dubbio, cresciuto. Abbiamo affrontato, ovviamente, nuovi temi, un tempo poco analizzati, ed approfondito le questioni più tradizionali, cercando di tenere il passo del dibattito politico, tanto nazionale quanto regionale. Per ottenere tali obiettivi, abbiamo fatto ricorso anche a nuove collaborazioni e partnership, offrendo interventi e analisi dei principali esperti regionali dell’amministrazione dello Stato e dei problemi degli enti locali. Nel 2012 abbiamo deciso di costituire una serie di incontri di animazione, fra rappresentanti politici e amministrativi dei Comuni, che potesse-ro divenire un’ulteriore occasioni di approfondimento rispetto alle attività di convegnistica. Si tratta di incontri dedicati ad un tema specifico, oppure indirizzati ai problemi di un territo-rio; per i Comuni e gli amministratori locali, costituiscono delle opportunità per condividere analisi e metodi, elaborare proposte ed indicare possibili soluzioni. Nel 2012 sono stati or-ganizzati 20 incontri a cui hanno preso parte 676 persone; nel 2013 gli incontri sono stati 45 e i partecipanti 832.

MACROFUNZIONE 2:AGENZIA DI SERVIZI

M2CAPIRECONDIVIDERE

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FOCUS DI ANCI TOSCANA

Per avere un feedback sulla effettiva utilità di essere agenzia formativa, è stata inserita una domanda all’interno dell’ Audit 2013 di Anci Toscana, l’indagine biennale realizza-ta per misurare il grado di conoscenza ed il gradimento dei Comuni soci sulle attività e i servizi offerti dall’associazione. Su 373 questionari raccolti, dei quali 330 compilati da personale comunale e 59 da politici è stata rilevata una netta presa di posizione in termini positivi sul recente accreditamento della scuola di Anci Toscana come Agen-zia formativa.

94,7%

È UTILE ESSERE

AGENZIA FORMATIVA ?

92,8% POLITICI

DIPENDENTI

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43

Pur avendo sviluppato, nel modo che abbiamo sopra descritto, i canali di dibattito e discus-sione, la nostra scelta strategica precedente è caduta in favore del terzo strumento, e cioè la formazione. Abbiamo attraversato un periodo di mutamento e ci prepariamo ad affrontare una fase di profonda ridefinizione del sistema delle amministrazioni locali; per tali motivi, le attività di formazione assumono un ruolo decisivo per sviluppare nuove competenze, im-parare nuovi metodi di lavoro, acquisire nozioni fondamentali per seguire le trasformazioni del nostro tempo. Negli ultimi cinque anni, abbiamo strutturato e sviluppato un articolato sistema di formazione, suddiviso per aree tematiche, denominato “La Scuola Anci Toscana”. E’ una struttura specificatamente dedicata alla formazione del personale della pubblica am-ministrazione e, a partire da ottobre del 2012, è divenuta agenzia regionale accreditata. In tal modo, l’Associazione dei Comuni toscani può disporre di un’ampia offerta formativa, sia di attività a pagamento sia di attività gratuite: la proposta di formazione è definita direttamen-te da Anci Toscana, oppure da altri soggetti, in accordo con la nostra Associazione, per tro-vare soluzioni concrete ai problemi e alle difficoltà, innovare il sistema delle amministrazioni locali. Accreditandosi come agenzia formativa, La Scuola Anci Toscana ha avuto anche la possibilità di fruire di risorse disposte dalla Regione attraverso bandi specifici, realizzati direttamente oppure attraverso le Province, con l’utilizzo del FSE. Inoltre, nel corso del 2013 l’agenzia di formazione di Anci Toscana ha ottenuto la certificazione di qualità di norma UNI EN ISO 9001:2008. L’ attività formativa della nostra Associazione si è sviluppata anche attraverso le partecipazioni strategiche con due aziende che si occupano specificatamente di formazione del personale degli enti locali: Ti Forma e, più di recente, con Reform. Secondo quanto riportato dalla nostra consueta indagine interna al mondo dei Comuni, la quasi totalità, sia degli organi politici (94,7%) sia dei dipendenti comunali (92,8%), considera importante e utile la scelta compiuta da Anci Toscana per divenire agenzia di formazione accreditata dalla Regione.

MACROFUNZIONE 2:AGENZIA DI SERVIZI

M2CAPIRECONDIVIDERE

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TIMELINE PROGETTO UNIONI

29

5

2012201120102009 20132008 2014

6 8

21

24

26 26

1Trasferimento alle Unioni di almeno tre funzioni fondamentali

1° GENNAIO 2013 30 SETTEMBRE 2014

Completamento delle restanti funzioni

1° GENNAIO 2015

2 3Trasferimento alle Unioni di ulteriori tre funzioni fondamentali

I DATI LA SITUAZIONE DELLE UNIONI IN TOSCANA

154ASSOCIATI IN UNIONE

55%LA PERCENTUALE DEI

ASSOCIATI IN UNIONE

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45

Anci Toscana, inoltre, svolge una serie di attività di assistenza, indirizzate al supporto delle politiche pubbliche. E’ questo il caso, ad esempio, del Progetto Unioni. Con un processo iniziato nel 2010, per i Comuni fino a 5.000 abitanti è divenuto obbligatorio gestire in forma associata le funzioni fondamentali. Sul territorio toscano, tale obbligo riguarda la metà dei Comuni. L’Associazione è impegnata a seguire i diversi sviluppi della legislazione regionale sul tema, attraverso un continuo confronto con la Regione. Allo stesso tempo, il progetto prevede l’organizzazione di una serie di incontri di formazione con i Comuni interessati da questa riforma. La prima necessità di queste amministrazioni è, senza dubbio, legata a un deficit di informazione, che le nostre attività cercano di colmare. Inoltre, gli incontri di forma-zione sulle gestioni associate e il riassetto istituzionale, in particolare per quanto riguarda i piccoli Comuni, rappresentano occasioni per confrontare e scambiare idee e pratiche. Con il progetto “Unioni”, inoltre, Anci Toscana intende cogliere le opportunità offerte ai Comuni da tale processo di ridefinizione e di spinta all’associazionismo comunale, senza limitarsi ad analizzare i problemi posti dall’adempimento degli obbligati legislativi. Si tratta, infatti, di una importante occasione, per innovare le pratiche amministrative e migliorare efficienza e efficacia dei servizi. Un altro esempio significativo del ruolo che svolge la nostra Associa-zione a supporto delle politiche pubbliche è costituito dal progetto “Tosca” sul sistema infor-mativo del catasto e della fiscalità in Toscana finalizzato al recupero dell’evasione fiscale. Si tratta di un percorso di formazione e assistenza, organizzato dalla nostra Associazione insieme alla Regione, per supportare il personale degli enti nella fase d’avvio operativo delle attività di installazione e uso del sistema informativo catasto e fiscalità. Alcuni fra i nostri principali progetti, rivolti al sostegno dei Comuni oppure indirizzati al mi-glioramento complessivo del sistema delle autonomie toscane, sono strutturati grazie a finanziamenti regionali. Si tratta di attività che supportano in modo rilevante i processi di cambiamento e innovazione del nostro territorio regionale, come, ad esempio, gli accordi con i Comuni in materia di rigenerazione urbana e semplificazione paesaggistica. E tuttavia, un impegno della nostra Associazione in futuro dovrà essere rivolto a ridurre il peso dei finanziamenti regionali sul bilancio associativo.

MACROFUNZIONE 2:AGENZIA DI SERVIZI

M2 SUPPORTO ALLEPOLITICHE PUBBLICHE

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I DATI

TIPO DI SERVIZIO N° ADESIONI (2013)

RICLASSIFICAZIONE RISTRUTTURAZIONE DELLE POSIZIONI INAIL DEL COMUNE

26 COMUNI

1 UNIONEASSICURAZIONI COLPA GRAVE 234 POLIZZEACQUISTO DI ENERGICA ELETTRICA E GAS METANO

39 ENTI ADERENTI TRAMITE ANCI 15 COMUNI SOCI

RECUPERO TASSA DI CONCESSIONE GOVERNATIVA PER TELEFONIA MOBILE

108 COMUNI 1 UNIONE

SUPPORTO E PREVIDENZA PENSIONI 4 COMUNI 1 UNIONE

SERVIZIO CIVILE 35 COMUNI PER 107 SEDI ACCREDITATE RENDICONTO DI MANDATO 6 COMUNI ADERENTIRISCOSSIONE VOLONTARIA E COATTIVA 190 COMUNI ADERENTI

ASSISTENZA APPALTI 4 COMUNI 1 UNIONE

ANCI TOSCANA RISPONDE 37 QUESITI PER 33 COMUNI

USO DEI SERVIZI DI ANCI TOSCANA

FOCUS CONOSCENZA DEI SERVIZI DI ANCI TOSCANAAUDIT 2013

È A CONOSCENZA DEI SERVIZI OFFERTI

DA ANCI TOSCANA?

SÌ, LI CONOSCO BENE

SÌ, LI CONOSCO ABBASTANZA

NO

POLITICI POLITICI DIPENDENTIDIPENDENTI

72,9% 67%

18,6% 5,9% 8,5% 26,7%

POLITICI DIPENDENTI

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Nella varietà di servizi che Anci Toscana offre ai Comuni, uno spazio particolare è occupato dall’assistenza giuridica. Si tratta di un’attività di supporto e consulenza, di preparazione di pareri e interpretazioni ufficiali. Il servizio denominato Anci Toscana risponde è cresciuto molto negli ultimi anni, raggiungendo un picco di richieste nel corso del 2011, soprattutto in relazione ai quesiti dei Comuni sulle nuove norme per la gestione del personale. Anci Tosca-na ha operato, inoltre, assistendo i Comuni, nel corso di alcune azioni giurisdizionali; come, ad esempio, nel caso del recupero della tassa di concessione governativa per la telefonia

-ro dell’economia e delle Finanze. Le sfide che la nostra Associazione, in quanto agenzia di servizi, dovrà affrontare nel futuro più immediato sono direttamente collegate all’attuale contesto di profondo mutamento del-le normative e di cambiamento degli scenari politici e istituzionali. Nascono dalle esigenze dei Comuni. Non hanno motivazioni o giustificazioni distinte, rispetto ai compiti che la fun-zione di rappresentanza impone ad Anci Toscana per il suo futuro. La nostra sfida principale è legata alla capacità di offrire servizi utili alle amministrazioni comunali, in una fase di transizione verso un nuovo modello istituzionale. Il nostro obiettivo è cogliere le opportuni-tà di sviluppo, sebbene nascoste in quel panorama di difficoltà, imposte dalla necessità di adeguarsi ad un nuovo contesto: migliorare i servizi per migliorare i Comuni e, quindi, la vita dei cittadini. Per tale motivo, le nostre sfide dipendono, in primo luogo, dallo sviluppo delle attività descritte nella precedente sezione e dalla capacità di mantenere tale impostazio-ne, aggiornando continuamente la nostra capacità di risposta. Consideriamo, tuttavia, due esempi significativi che possono meglio spiegare i nostri obiettivi futuri.

MACROFUNZIONE 2:AGENZIA DI SERVIZI

M2 AZIONELEGALE

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RISPOSTESOLUZIONI

CRESCITA

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Per tutti i Comuni non capoluogo di provincia ben presto sarà obbligatorio ricorrere alla centralizzazione dei procedimenti di acquisto di beni e servizi. Tale obbligo riguarderà suc-cessivamente anche gli appalti dei lavori pubblici. Anci Toscana si è impegnata, rappresen-tando gli interessi dei Comuni, affinché la data ultima per l’adeguamento fosse posticipata, in modo tale da preparare le amministrazioni comunali a questo difficile e determinante passaggio. E tuttavia, nel frattempo, Anci Toscana ha cominciato a lavorare per supportare i Comuni, stabilendo un nesso concreto fra la sua azione di rappresentanza e la sua offerta di servizi.Per tali motivi, Anci Toscana si propone di assumere le funzioni di centrale di committenza, in coerenza con quanto previsto all’art. 3 c. 3 secondo capoverso del proprio Statuto; in tal senso, ha stipulato il 24 settembre 2012 un Protocollo d’intesa con la Regione Toscana. Operare come centrale di committenza per conto dei Comuni toscani e degli altri associati, coerentemente e in linea con gli obiettivi della normativa nazionale declinata nel Codice dei

-to di qualità per Anci Toscana; un nuovo modo di dare risposte concrete alle problematiche dei soci. L’Associazione dei Comuni toscani intende, quindi, realizzare una serie di attività a favore degli enti locali e delle loro forme associate, predisponendo e svolgendo procedure di gara per l’affidamento di forniture, servizi e lavori, affinché si possa ottenere per le singole amministrazioni una sensibile riduzione dei costi, sia amministrativi che di affidamento. Attualmente Anci Toscana sta svolgendo tale ruolo per 190 Comuni toscani, in relazione alle gare per l’affidamento della riscossione dei tributi comunali. La Toscana costituisce in questo caso un esempio nazionale: per la prima volta, è l’Associazione regionale dei Comuni che si assume tale compito, con l’obiettivo di ottenere maggiori benefici per il mondo dei Comuni. Il nuovo sistema di riscossione, infatti, comporterà evidenti vantaggi: maggiore autonomia per le amministrazioni comunali, nella gestione delle proprie entrate; servizi più efficienti per i cittadini, con tempi più rapidi di notifica e una maggiore elasticità nel rapporto tra contribuente e Comune. In questo settore, sono già state promosse due gare: la prima re-lativa ai servizi di stampa, postalizzazione e notifica; la seconda per l’affidamento dei servizi di assistenza all’ingiunzione fiscale. La terza e ultima gara riguarderà i servizi di assistenza legale. Entro il 2014 questi procedimenti saranno conclusi.

MACROFUNZIONE 2:AGENZIA DI SERVIZI

M2 CENTRALE UNICA DI

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UCAT

Programma Transfrontaliero Italia – Francia Marittimo

Descrizione Una rete istituzionale transfrontaliera fra i Comuni dell’alto Tirreno dedicata all’in-tegrazione deiservizi pubblici urbani.

Valore 990.000,00 euro

FOCUS I PROGETTIEUROPEI

INNOCRAFTS

Programma Interreg IVCDescrizione L’artigianato artistico come fonte di im-

prenditorialità. Al progetto partecipano enti e autorità di tutta Europa, rappre-sentanti di città d’arte e Siti Unesco.

Valore 2.440.000,00 euro

ZEMEDS

Programma Intelligent Energy EuropeDescrizione Promuovere iniziative per aumentare la

capacità e la possibilità di ristrutturare gli edifici scolastici situati in zone a clima me-diterraneo.

Valore 1.303.084 euro

UCAT NETWORK

Programma Italia-Francia “Marittimo” 2007-2013Descrizione Una piattaforma di servizi che permetta a tutte

le istituzioni transfrontaliere di condividere con stabilità saperi e informazioni.

Valore 809.150,00 euro

PORTI

Programma Transfrontaliero Italia – Francia Marittimo

Descrizione Integrazione fra città e porto per lo sviluppo sostenibile e competitivo nelle quattro regioni dell’area transfrontaliera marittima.

Valore 5.388.583,00 euro

IPARTICIPATE

Programma FEI Azioni Comunitarie 2012 – 2013Descrizione La partecipazione politica e istituzionale dei

migranti a livello locale, in quanto attori dei processi decisionali delle comunità.

Valore 675.000,00 euro

PER UN SISTEMA TOSCANO ANTIDISCRIMINAZIONE

Programma FEI Anno 2012 Capacity building Descrizione Una strategia integrata di contrasto delle di-

scriminazioni basate sull’origine etnica e raz-ziale.

Valore 145.371,48 euro

SERTO

Programma FEI Anno 2013 Azione 9 Descrizione Migliorare i livelli di gestione ed erogazio-

ne dei servizi pubblici ed amministrativi ri-volti ai cittadini migranti.

Valore 278.668,50 euro

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Nell’attuale panorama nazionale, le risorse necessarie a far funzionare le pubbliche am-ministrazioni sono sempre più limitate: ciò vale in modo particolare per i Comuni. In tale contesto, i finanziamenti europei rappresentano nell’immediato uno dei principali canali di finanziamento delle attività degli Enti Locali, soprattutto di quelle a maggiore contenuto di innovazione. La programmazione europea per il settennato 2014/2020 prevede lo stanzia-mento di circa 65 miliardi di euro, incluse le quote di autofinanziamento: si tratta, senza dub-bio, della più importante fonte di sostegno per i futuri programmi di investimento pubblico.I Comuni, inoltre, svolgono sempre più spesso un ruolo attivo nella creazione di reti tra sog-getti istituzionali e attori socio-economici, che operano sui loro territori, promuovendo inizia-tive volte ad uno sviluppo locale equilibrato. L’ Unione Europea considera, infatti, essenziale il ruolo delle città e delle amministrazioni locali per la promozione dello sviluppo economico. Per sfruttare le potenzialità offerte dai processi di europeizzazione in atto, Anci Toscana ha deciso di dotarsi da alcuni anni di una propria struttura, denominata Ufficio Europa, allo sco-po di fornire alle amministrazioni nuovi metodi di progettazione e capacità di collegamento a livello internazionale. Si tratta di uno strumento al servizio dei Comuni per favorire l’acces-so alle risorse economiche offerte dai nuovi programmi europei di finanziamento. L’idea di strutturare l’Ufficio Europa di Anci Toscana è nata nel 2009, in seguito alle numerose richie-ste giunte all’Associazione da parte di amministrazioni comunali che avevano difficoltà ad accedere alle risorse stanziate dai nuovi programmi di finanziamento stabiliti dall’Unione Europea. Le principali opportunità che tale servizio offre ai Comuni riguardano: l’informazio-ne sulle ultime novità relative ai bandi, la formazione del personale sulle modalità di proget-tazione, il supporto nella creazione di reti di partenariato transnazionale, l’assistenza alla rendicontazione. Sono già molte le occasioni che Anci Toscana è riuscita a cogliere grazie a questo strumento. Consultando i nostri strumenti di rendicontazione sociale è possibile leggere delle dettagliate descrizioni. E tuttavia, in futuro ci attendono nuove responsabilità con le quali confrontarsi. Sarà necessario farlo, sviluppando ulteriormente la nostra attività di progettazione europea, affrontando le sfide che la dimensione europea del nostro spazio politico ed economico impone a tutti gli attori istituzionali.

MACROFUNZIONE 2:AGENZIA DI SERVIZI

M2 UFFICIOEUROPA

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Page 63: Bilancioweb

I PRINCIPI GUIDA

53

Page 64: Bilancioweb

INNOVAZIONETRASPARENZA

COMPETENZARAPPRESENTANZA

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Presentiamo, infine, in questa ultima sezione, i principali elementi che caratterizzano il modo di agire e i principi guida dell’Associazione dei Comuni toscani. Se questo documento è riu-scito, almeno in piccola parte, a raggiungere il suo principale obiettivo, tali principi dovreb-bero essere emersi, in modo più o meno naturale, durante la sua lettura. Tuttavia, proviamo adesso ad enuclearli, in modo tale da ribadirli.

Anci Toscana ha sempre cercato di rispondere alle esigenze e ai problemi concreti dei Co-muni toscani. Si tratta di un preciso metodo di lavoro e di un nostro fondamentale convinci-mento, che, pur superando le stesse funzioni di rappresentanza, al tempo stesso, costituisce la loro essenza. E’ il modo di trovare risposte a domande crescenti, organizzando attività e servizi utili per i Comuni. Per fare ciò, è necessario accrescere le capacità progettuali della nostra Associazione: sia per quanto riguarda la possibilità di attrarre risorse che provengono dai finanziamenti europei, sia per quanto concerne la capacità di tradurre in progetti utili ai Comuni le risorse messe a disposizione dalla Regione. Anci Toscana è l’Associazione di tutti i Comuni del nostro territorio regionale, capace di ricondurre gli interessi particolari delle diverse comunità municipali all’interesse generale della società.

Anci Toscana è riuscita ad ampliare in modo rilevante la sua rete di relazioni, grazie al suo impegno quotidiano e ai risultati ottenuti. I rapporti dell’Associazione si sono allargati a nu-merosi soggetti attivi nel mondo associativo regionale, nel sistema economico toscano, nel-le istituzioni, tanto a livello regionale quanto in una dimensione nazionale. In tal modo, la voce dei Comuni è arrivata laddove prima non era mai stata ascoltata. Un nesso di reciproca causalità lega l’espansione della nostra rete di relazioni ai risultati del nostro lavoro e del-le nostre attività. Da un lato, la nostra rete di relazioni costituisce una base di riferimento indispensabile per lo sviluppo delle iniziative dell’Associazione, nella sua duplice funzione di rappresentante degli interessi dei Comuni e di agenzia di servizi utili al mondo degli enti locali. Da un altro lato, la possibilità di allargare il campo delle relazioni dipende dalla autore-volezza, competenza e affidabilità, che Anci Toscana è riuscita a dimostrare in questi anni.

I PRINCIPI GUIDA

DI ANCI TOSCANA

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I DATI

ACCESSI AL SITO WWW.ANCITOSCANA.IT

TIPOLOGIA VECCHIO SITO (DAL 1/1/09 AL 24/10/11)

NUOVO SITO (DAL 25/10/11 AL 31/12/13)

VISITATORI 229.815 153.283

VISITE 372.326 237.093

NUOVE VISITE 60,80% 62,58%

PAGINE PER VISITA 2,66 2,47

TEMPO MEDIO SUL SITO 1’ 54 2’06

RADIO E TV

ANNO GR COMUNI TOSCANI TOSCANA MEDIA TV

2012 11 NOTIZIARI 9 SERVIZI VIDEO

2013 28 NOTIZIARI + 2 DIRETTE 16 SERVIZI VIDEO + 2 TRASMISSIONI IN STUDIO

NEWSLETTER

ANNO ANCI TOSCANA NOTIZIE

AUT&AUT NEWS

ELIA ENTI LOCALI IN AZIONE

UFFICIO EUROPA NEWS

2009 25 8 10 -

2010 39 11 11 3

2011 52 11 6 2

2012 41 9 9 2

2013 51 11 1 2

53POST PUBBLICATI SU FACEBOOK

123CINGUETTII SUTWITTER

FOCUS I SOCIAL NEL 2013

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TRASPARENZA Un principio di responsabilità divenuto per Anci Toscana consueta prassi di lavoro: program-mazione, come chiara definizione dei risultati attesi; rendicontazione trasparente e periodi-ca, nei confronti di tutti i portatori di interesse, rispetto agli obiettivi conseguiti. Anci Toscana ha definito e sviluppato in questi anni un panorama integrato di strumentazione comunica-tiva per poter adempiere, con correttezza e coerenza, ai propri obblighi di responsabilità e trasparenza. Per tali motivi, l’Associazione predispone ogni anno un Bilancio sociale e riferi-sce agli organi associativi sulle proprie attività con rapporti trimestrali. Il circolo virtuoso fra pianificazione delle attività e misurazione dei risultati ottenuti è alla base di tale strumento, utile per individuare tanto i punti di forza quanto gli elementi di debolezza del nostro lavoro, nella prospettiva di un continuo miglioramento.

FARE E FAR SAPEREAumentare la visibilità delle nostre iniziative; rendere più riconoscibile il nostro lavoro e, in tal modo, rafforzare la voce dei Comuni e la possibilità di rappresentare i loro interessi. Sono questi i principi guida delle nostre attività di comunicazione, della nostra volontà di “fare e far sapere”. Il nostro ufficio stampa, infatti, sviluppa un quotidiano e continuo lavoro di co-municazione, attraverso un sistema integrato di canali: in primo luogo, il sito internet dell’As-sociazione, bacheca di informazioni e strumento di archiviazione documentale, completato da una variegata gamma di newsletters tematiche. Inoltre, siamo impegnati in una costante attività di comunicazione attraverso i canali dei social network, per poter partecipare al di-battito politico e istituzionale, seguendo modalità, forme e linguaggi innovativi.

DI ANCI TOSCANA

I PRINCIPI GUIDA

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I DATI

3%3%

33%

2% 5%

54%co.co.coco.co.pro

Voucher INPS Buoni lavoroTempo

indeterminato

Tempodeterminato

Comando Collaborazioneprofessionale

PERSONALE AD OGGI

TIPO DI RAPPORTO NUMERO ETÀ MEDIA

CO.CO.CO/ CO.CO.PRO 21 45

DI CUI FEMMINE 9 43

DI CUI MASCHI 12 46

COLLABORAZIONE PROFESSIONALE 2 54

M 2 54

COMANDO 1 58

F 1 58

TEMPO DETERMINATO 13 37

DI CUI F 6 40

DI CUI M 7 34

TEMPO INDETERMINATO 1 42

F 1 42

VOUCHER INPS BUONI LAVORO 1 38

F 1 38

TOTALE COMPLESSIVO 39 43

FOCUS RIPARTIZIONE TIPOLOGIE CONTRATTUALI

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L’Associazione dei Comuni toscani rappresenta, inoltre, un canale privilegiato di innovazio-ne per le culture e le pratiche amministrative nel territorio regionale toscano. E’ questo un compito essenziale dell’Associazione. Nel cercare di svilupparlo abbiamo seguito un doppio movimento, caratteristico delle nostre attività. I due poli di tale movimento sono fra loro integrati da rapporti di reciprocità: da un lato, la volontà di intervenire sulle esigenze più immediate; da un altro lato, la capacità di influenzare i processi e sfruttare le opportunità. Ri-soluzione delle emergenze e visione del futuro: sono queste le due caratteristiche principali della nostra azione di supporto per le funzioni istituzionali dei Comuni. Anche le attività di studio e ricerca, sviluppate dalla nostra Associazione, sono definite da tali principi. I nostri studi, infatti, ci permettono di affrontare i problemi più immediati e, al tempo stesso, valutare prospettive e tendenze di più ampio respiro, servendo tanto all’attività di rappresentanza isti-tuzionale quanto a quella di agenzia di servizi. Intendiamo, quindi, valorizzare questo settore delle nostre attività, strutturando all’interno di Anci Toscana un Centro di studi e ricerche, dedicato a temi e problemi dei Comuni toscani: per quantificare e comparare i livelli di eroga-zione dei servizi comunali e analizzare caratteristiche demografiche, sociali ed economiche delle realtà del nostro territorio regionale.

L’Associazione ha cercato nel corso di questi ultimi anni di incrementare i suoi livelli di com-petenza, in ogni settore in cui ha sviluppato le proprie attività. Per fare ciò, Anci Toscana ha integrato la sua attività di rappresentanza con quella di servizio, strutturando uno staff preparato e competente, usufruendo di consulenti esperti degli enti locali, in modo tale da migliorare il nostro modo di rappresentare gli interessi dei Comuni, intervenire nei proces-si di definizione legislativa e offrire puntuali soluzioni ai problemi dei Comuni. La crescita nell’autorevolezza dell’Associazione, nella sua capacità di far emergere la voce dei Comuni, dipende anche dall’aumento di competenza specifica che l’Associazione ha ottenuto, nel corso dell’ultimo mandato giunto oggi a termine.

DI ANCI TOSCANA

I PRINCIPI GUIDA

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Con questo testo abbiamo provato a raccontare, sebbene in estrema sintesi, la storia di Anci Toscana degli ultimi anni. Abbiamo indicato, inoltre, i campi problematici e gli spazi di opportunità che è possibile intravedere all’orizzonte. Si tratta di un testo aperto, composto da domande in attesa di rispo-sta. Il nucleo concettuale di tale documento risiede, infatti, nel sottotesto che attraversa la narrazione, nell’architettura originaria, costruita come accumulazione di interrogativi. Le questioni proposte al dibattito congressuale, i problemi che

-ciativo all’altezza dei compiti che ci troviamo di fronte: sono questi gli elementi fondanti del Bilancio sociale di mandato.

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INTRODUZIONE p.#I

PROLOGO p.#II

M1MACROFUNZIONE 1: LA DIMENSIONE POLITICA La concertazione come modello di governance regionale p.#1 La riforma del sistema di concertazione p.#5Riforma Delrio p.#9Ipotesi di lavoro p.#13Il modello Anci Toscana p.#19Verso il Congresso nazionale di Anci p.#29Coordinamento Anci Regionali p.#31Patto federativo p.#33

M2MACROFUNZIONE 2: AGENZIA DI SERVIZI Servire ai Comuni p.#39 Capire, condividere, imparare p.#41 Supporto alle politiche pubbliche p.#45Azione legale p.#47 Anci Toscana come Centrale Unica di Commitenza p.#49U$cio Europa p.#51

I PRINCIPI GUIDAIl modo di agire di Anci Toscana p.#55

INDICE

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Anci Toscana Associazione dei Comuni della Toscanaviale Giovine Italia, 17 - 50122 Firenze

T. 055 2477490 F. 055 2260538

Sede legale: Municipio di Prato Piazza del Comune 2, 59100 [email protected] - [email protected]

www.ancitoscana.it

PI 01710310978 CF 84033260484

Gli u$ci sono apertiDal lunedì al venerdì con orario 8.00 – 16.00

Finito di stampare nel mese di agosto 2014Industria Gra!ca Valdarnese.