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1 Bilancio Sociale dei Silenziosi Operai della Croce In una società come quella attuale il termine “silenziosi” suona quasi come desueto: eppure il valore della quiete torna ad essere un valore che, proprio perché scarso, assume particolare significato. In silenzio si possono realizzare molte più opere nel nome della Croce e l'insegnamento del Beato Luigi Novarese rappresenta una fonte maieutica di continua illuminazione per chi crede che la persona che soffre sia, essa stessa, la risorsa per avviare un cammino di guarigione e di rinascita. Un insegnamento che trova realizzazione in più parti del mondo, in realtà profondamente diverse, in tempi e metodi di realizzazione quasi antitetici ma che sempre offrono ai malati una speranza unica e un percorso efficace. Il bilancio sociale dei Silenziosi Operai della Croce vuole essere una sintesi di quanto realizzato quotidianamente nelle singole realtà e lo spirito che anima gli operatori e che gli permette di portare la Croce con la gioia della testimonianza. Le nostre radici In un mondo che cominciava a rincorrere il consumismo quale unico stile di vita, il Beato Luigi Novarese ripensava un modello basato sulla centralità del malato e a ciò indirizzava tutto il suo pensiero e il suo lavoro per un nuovo modo di stare vicino al malato e, conoscendolo, aiutarlo a guarire sia nel fisico che nello spirito. Si anticipava così, in un contesto dove il rapido affermarsi delle scienze e delle tecniche collocavano l'essere umano ad un ruolo quasi marginale, la capacità si costruire soluzioni dove la persona poteva affrontare il dolore come protagonista di un percorso di rinascita da cui emerge il paradigma per cui è lo spirito che cura il corpo. Una ricetta dalle potenzialità ancora inesplorate ma che l'opera quotidiana nei centri gestiti ne offre una testimonianza quanto mai efficace ed attuale. Mons. Novarese anticipò di mezzo secolo le attuali teorie volte ad utilizzare al meglio la forza interiore e l'intelligenza di un individuo nel perseguire un percorso che incoraggi l’apprendimento e la responsabilizzazione attraverso un cammino di libertà. La persona torna così ad essere considerata nella sua natura spirituale partecipe di ogni processo decisionale, oggi definito “empowerment”, che lo riguarda perché dotato di libero arbitrio. Da imprenditore della carità Mons. Novarese si chiese cosa bisogna fare nel quotidiano per ridare a tutti una speranza, insegnando il percorso da seguire e non limitandosi a considerarlo un oggetto su cui “applicare” delle cure o somministrare farmaci. Diverse e qualificate sono state le linee guida prodotte in ambito sanitario, ma che, se non correttamente interpretate e inserite in un contesto culturale adeguato,

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Bilancio Sociale dei Silenziosi Operai della Croce

In una società come quella attuale il termine “silenziosi” suona quasi come desueto:

eppure il valore della quiete torna ad essere un valore che, proprio perché scarso, assume

particolare significato. In silenzio si possono realizzare molte più opere nel nome della

Croce e l'insegnamento del Beato Luigi Novarese rappresenta una fonte maieutica di

continua illuminazione per chi crede che la persona che soffre sia, essa stessa, la risorsa

per avviare un cammino di guarigione e di rinascita. Un insegnamento che trova

realizzazione in più parti del mondo, in realtà profondamente diverse, in tempi e metodi

di realizzazione quasi antitetici ma che sempre offrono ai malati una speranza unica e un

percorso efficace. Il bilancio sociale dei Silenziosi Operai della Croce vuole essere una

sintesi di quanto realizzato quotidianamente nelle singole realtà e lo spirito che anima gli

operatori e che gli permette di portare la Croce con la gioia della testimonianza.

Le nostre radici

In un mondo che cominciava a rincorrere il consumismo quale unico stile di vita, il

Beato Luigi Novarese ripensava un modello basato sulla centralità del malato e a ciò

indirizzava tutto il suo pensiero e il suo lavoro per un nuovo modo di stare vicino al

malato e, conoscendolo, aiutarlo a guarire sia nel fisico che nello spirito. Si anticipava

così, in un contesto dove il rapido affermarsi delle scienze e delle tecniche collocavano

l'essere umano ad un ruolo quasi marginale, la capacità si costruire soluzioni dove la

persona poteva affrontare il dolore come protagonista di un percorso di rinascita da cui

emerge il paradigma per cui è lo spirito che cura il corpo. Una ricetta dalle potenzialità

ancora inesplorate ma che l'opera quotidiana nei centri gestiti ne offre una testimonianza

quanto mai efficace ed attuale.

Mons. Novarese anticipò di mezzo secolo le attuali teorie volte ad utilizzare al meglio la

forza interiore e l'intelligenza di un individuo nel perseguire un percorso che incoraggi

l’apprendimento e la responsabilizzazione attraverso un cammino di libertà. La persona

torna così ad essere considerata nella sua natura spirituale partecipe di ogni processo

decisionale, oggi definito “empowerment”, che lo riguarda perché dotato di libero

arbitrio. Da imprenditore della carità Mons. Novarese si chiese cosa bisogna fare nel

quotidiano per ridare a tutti una speranza, insegnando il percorso da seguire e non

limitandosi a considerarlo un oggetto su cui “applicare” delle cure o somministrare

farmaci. Diverse e qualificate sono state le linee guida prodotte in ambito sanitario, ma

che, se non correttamente interpretate e inserite in un contesto culturale adeguato,

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rischiano di trasformarsi in mera burocrazia sempre meno sopportato dai pazienti e dai

loro care giver.

La sofferenza non colpisce solo il corpo, investe il soggetto umiliandolo ed alienandolo

da se stesso: è questo il momento dove il malato ha più bisogno e, nel portargli la parola

del Signore, lo si aiuta ad intraprendere un cammino di guarigione completo.

Esprimendosi in termini manageriali, Novarese è stato il primo a valorizzare le risorse

spirituali per accompagnare e sostenere i percorsi terapeutico/riabilitativi.

Per capire cosa succede oggi nelle strutture bisogna tornare al dubbio giovanile di Mons.

Novarese quando si chiedeva se farsi medico (e dedicarsi alla cura delle malattie) o

diventare sacerdote (e diventare servitore dell'anima dei malati): scelse di essere un

imprenditore di carità al servizio di chi soffre e questo rimane oggi lo scopo ultimo

dell'Associazione, declinandolo in base ai tempi e al loco, ma sempre con grande fede ed

entusiasmo.

Fammi credere - Preghiera del Beato Luigi Novarese Fammi credere

o Signore

nella forza costruttrice del dolore.

Che io non veda

nel male che mi blocca

un ostacolo

alla mia perfezione.

Fammi capire

come

ogni istante di sofferenza

può essere trasformato

in moneta di conquista.

Ho bisogno di allargare

i miei orizzonti,

di comprendere che la vita

non è soltanto

quella che vedo.

Voglio sentirmi

un essere utile alla società,

su cui tutti

si possono appoggiare.

Voglio identificarmi

con Te, o Signore,

per scoprire

sempre di più

l'ampiezza dei miei orizzonti.

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Mons. Novarese

un costruttore di carità al servizio di chi soffre

Un'adolescenza trascorsa nel dolore di una malattia, la

coxite tubercolare: dato per spacciato, anziché arrendersi,

grazie all'intercessione della Beata Vergine e di Don

Rinaldi, terzo successore di Don Bosco, Mons. Novarese

vince prodigiosamente il dolore e intuisce qual' è lo scopo

della sua vita, “prendersi cura di chi soffre”.

La malattia lo aveva infatti profondamente segnato e

durante i momenti di sofferenza deve essersi più volte

chiesto cosa è maggiormente utile alle persone che

soffrono, ma soprattutto si interessa su come attribuire un

senso alla sofferenza e non limitarsi a gestire alcuni

momenti di questa. La grandezza del pensiero di Mons.

Novarese fu che mai i due concetti diventassero antitetici,

anzi proprio dal curare spirito e corpo individuò un nuovo

modo d'agire che oggi torna quanto mai attuale.

Nono figlio di una famiglia Casalese rischiò di morire alla nascita, sorte che toccò in

tenera età a tre suoi fratelli ed a nove mesi perse il papà. Era il 29/07/1914, l'Italia in

guerra e la mamma di Luigi si trovò a dover tirare avanti in condizioni difficili, ma non

venne mai meno la fiducia verso Maria, che Luigi apprese giorno per giorno.

Guarito pensa di iscriversi alla facoltà di medicina, ma poi decide di entrare in seminario,

non in contrapposizione, ma in continuità con l'idea di aiutare i malati: il medico delle

anime, come sarà poi correttamente definito.

Corroborato da queste esperienze, intuisce la necessità di organizzare la cura anche

come percorso spirituale affinché il dolore perdesse la sua disperata inutilità e fosse

vissuto con la consolazione e la speranza che provengono dalla sequenza di Cristo,

crocifisso e risorto. Non a caso, dopo la fondazione della Lega Sacerdotale Mariana

dedicata ai sacerdoti anziani e sofferenti, il Beato Luigi Novarese fonda, nel 1947, il

CVS (Centro Volontari della Sofferenza): un movimento di associazioni diocesane in

cui la persona sofferente si sente volontariamente impegnata a vivere il momento del

dolore quale esperienza liberatoria e costruttiva: il malato come soggetto attivo, manager

della propria malattia.

La rispondenza di questo approccio alle necessità quotidiano dei pazienti e alle crisi in

cui cadono i diversi sistemi sanitari ha fatto si che nascessero altre associazioni, riunite

poi da Mons. Novarese in una Confederazione internazionale guidata dai Silenziosi

Operai della Croce, il cui scopo è diffondere la Buona Novella del Vangelo della

Sofferenza nel quale ogni dolore viene trasformato quando viene unito a Cristo a favore

proprio e dei propri fratelli.

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La capacità di ascoltare il sofferente, in Mons. Novarese non fu fine a se stessa, ma gli

ispirò una capacità organizzativa che lo portò a dirigere l'Ufficio della Conferenza

Episcopale Italiana per la pastorale della salute per più di quindici anni, periodo durante

il quale emerse tutta la sua intelligenza organizzativa affinché la missione di essere

vicino ai fedeli quasi si tramutasse in un virtuale manuale per le moderne scuole di

organizzazione ed economia sanitaria.

Il suo spirito è sintetizzato in una frase: non dovete però arrestarvi, dovete essere delle

anime eroiche. Delle anime meschine il mondo è pieno. Di annunci il Signore non sa che

farsene.

La rivoluzione di Mons. Novarese è quella di ribaltare la visione pietistica che la società

e lo stesso malato ha di se stesso per renderlo evangelizzatore proprio tramite la

sofferenza che può ridar fiato alla sfera spirituale presente in ognuno di noi (la realtà

invisibile dello spirito) ma spesso soffocata dalla società in cui viviamo.

Mons. Novarese può essere definito come l'esploratore delle risorse delle spirito nella

limitatezza del corpo sofferente. Definizione che anticipa l'idea di disease management

etico, ancora tutto da scrivere.

Elvira Myriam Psorulla

Nata ad Haifa, oggi per grandezza terza città di

Israele, il 1 novembre del 1910, Elvira Myriam

Psorulla può sicuramente essere considerata la

cofondatrice delle attività dei SOdC sia per

l’impegno profuso che per l’abnegazione prestata.

Trascorre in famiglia, nella sua terra natale, la sua

giovinezza, diplomandosi alla scuola superiore.

Giunge in Italia, nel 1943 accompagnando uno zio

bisognoso di cure specialistiche. Nella capitale

lavora al Banco di Roma e frequenta la parrocchia

dei Santi Patroni d’Italia dove entra in contatto con don Luigi Novarese che diventa la

sua guida spirituale.

Inizia così a condividerne lo zelo pastorale per le persone sofferenti. Ne diviene poi

preziosa collaboratrice, nella costituzione progressiva di diverse realtà ecclesiali, votate

alla valorizzazione della sofferenza e alla promozione integrale delle persone ammalate

e disabili.

Il 17 maggio 1947 dà origine con mons. Novarese ai Volontari della Sofferenza e, tre

anni dopo, ai Silenziosi Operai della Croce.

Sorella Elvira rappresenta un vero e proprio propulsore sul piano pratico per tutto

l’apostolato per la valorizzazione della sofferenza: ripercorrendo i suoi passi ritroviamo

la diffusione dei fogli di propaganda, nella corrispondenza con i malati, la spedizione

manuale dell'”Ancora” (rivista nata nell’aprile 1950), la preparazione delle prime

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Giornate per i Malati e soprattutto la realizzazione dei primi Esercizi spirituali ad Oropa

(Bi) e a Re (Vb). Contribuisce fattivamente all’allestimento della “Casa del Pellegrino”

(Vb) (dove iniziò nel 1954 la vita comunitaria dei SOdC), avvia l’attività della Comunità

di Valleluogo di Ariano Irpino (Av) e si occupa dell’allestimento della Casa “Cuore

Immacolato di Maria”, per la quale non dubita a farsi questuante per sei mesi negli Stati

Uniti.

Quest’instancabile attività pratica è superata solo dalla vivacità sul piano culturale, nel

rielaborare le conoscenze portanti dell’apostolato della sofferenza, come testimoniano le

innumerevoli relazioni svolte in occasione dei convegni internazionali organizzati in

particolare dalla Lega Sacerdotale Mariana.

Dopo la morte di Mons. Luigi Novarese (1984), Sorella Elvira Myriam, in qualità di

Sorella Maggiore dell’Opera, diventa un punto di riferimento per le scelte e il cammino

dei Silenziosi Operai della Croce e del Centro Volontari della Sofferenza. Muore a

Roma, il 30 dicembre 2009, e la sue spoglie mortali riposano oggi nel Santuario “Salus

Infirmorum” di Ariano Irpino (Av), ma il suo insegnamento è ancora presente in ogni

attività dell’associazione.

La carta d'identità dell'associazione

Associazione Silenziosi Operai della Croce – ente senza fine di lucro

Ente internazionale di diritto pontificio riconosciuto dallo Stato Italiano

Iscritta nel registro delle Onlus (dal prossimo anno nel RTS (Registro del Terzo Settore)

dal 23/01/1998

Sede legale: Ariano Irpino (Avellino)

Sede amministrativa Roma Via Monte del Gallo 105/111

Iscrizione nel registro persone giuridiche del Tribunale di Avellino al n. 83

Partita IVA n. 02129921009

Codice fiscale 80159770587

Associazione di fedeli composta da laici, di ambo i sessi, e sacerdoti

Le origini storiche dell'impegno a favore di chi soffre

Sono trascorsi mille e cinquecento anni da quando si cominciarono a diffondere le prime

“regole” per organizzare, con i favori della Chiesa, le prime forme di cenobitismo, cioè

di vita in comune organizzata che, con l'avvento della "Regola" fissata da S. Benedetto

da Norcia, Patrono d'Europa, cominciarono a rispondere a un disegno organico e

comune.

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La civiltà occidentale e tutti noi siamo figli di quella visione: un Cenobio era, infatti, sia

un ospizio per i viandanti che un Ospedale per gli infermi. In quasi tutti i monasteri fu

predisposto un locale, detto Foresteria, adattabile al ricevimento dei viandanti che si

presentavano alla porta del convento non sempre in condizione di buona salute, se non

altro per le asperità del viaggio. Tale locale era posto ai margini della struttura, in modo

da non interferire con le normali attività e facilmente osservabile dall’abate che aveva il

compito di proteggere la tranquillità del monastero. Come ricordano gli statuti dei

monasteri cistercensi, la predisposizione di un’infermeria riservata ai poveri

(Infirmarium pauperum) divenne una delle ragioni di esistenza stessa dei conventi, ed

infatti i monasteri predisposero nelle loro vicinanze edifici per l'isolamento e la cura dei

lebbrosi e degli appestati migliorandone le condizioni di vita nel corso dei secoli.

Per governare questi primi tentativi strutturati di aiuto agli ammalati si cominciarono a

predisporre “regole” la cui efficacia e grandezza è testimoniata dalle più belle

costruzioni che abbelliscono i paesaggi del vecchio continente, ma ancor più grandi sono

le opere di assistenza e scolarizzazioni che, quasi in silenzio, si sono svolte tra quelle

mura e che nessuna soluzione tecnica può, da sola, sostituire.

Cambiano i tempi, i ruoli e le funzioni ma il bisogno di aiutare i sofferenti rimane una

missione antropologica che la nostra società ripropone continuamente.

Nel XXXVI capitolo della Regola Benedettina, dedicato agli infermi, si legge:

"Infirmorum cura ante omnia et super omnia adhibenda est, ut sicut revera Christo, ita

eis serviatur (…) Ergo cura maxima sit Abbati ne aliquam negligentiam patiantur (…)

Balnearum usus infirmis quotiens expedit offeratur” (Degli infermi si deve aver cura

prima di tutto e a preferenza d'ogni altra cosa, sicché davvero si serva a loro come a

Cristo in persona (...). Quindi l'abate curi con somma attenzione che non abbiano a

soffrire qualche negligenza (…) Si conceda loro l'uso dei bagni, tutte le volte che ciò si

renderà necessario a scopo terapeutico).

Per l'importanza posta dallo stesso San Benedetto all'aspetto assistenziale (sempre nel

XXXVI Capitolo della sua Regola, ricordava che la cura degli infermi fosse da porsi

davanti e al di sopra di ogni altra occupazione) e per i risultati raggiunti in molti

Monasteri si può parlare di una vera e propria medicina monastica e di una farmacopea,

che permise di conservare e, in molti casi, approfondire le conoscenze sulla materia,

oltre ad elaborare un sistema sanitario codificato e diffuso, che coinvolse gran parte

dell'Europa. A testimonianza di questo discorso è sufficiente ricordare la farmacopea

sviluppatasi a Montecassino, Farfa, Furda, Casamari San Galgano, Fossanova e

Camaldoli ed, ovviamente, il primo dei monasteri fondati da San Benedetto, quello di

Subiaco, dedicato inizialmente a due Santi medici, Cosma e Damiano e, in seguito, a

Santa Scolastica.

I giardini conventuali associavano il bello, espressione della spiritualità, al buono, quale

capacità di affermazione dell’uomo. La stessa forma e l’ordine delle coltivazioni

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finirono per disegnare una rappresentazione simbolica del paradiso. Al centro

ovviamente la fonte della vita: l’acqua viva, normalmente rappresentata da una fontana o,

in alternativa, un albero della vita. Tutte intorno le erbe medicinali per la cura delle

patologie: dal contesto emergeva chiaramente come le persona (e oggi diremmo la

sanità) ha bisogno di armonia.

Dal Nostro Statuto

Dalla costruzione dei primi monasteri sono trascorsi più di mille

anni, ma i bisogni degli essere umani che soffrono si

ripresentano sempre con la stessa drammaticità e a questi

occorre riadeguare le risposte operative internalizzando le nuove

conoscenze e continuando a prendersi cura dell'anima, così

come si ritrova in alcuni estratti dallo statuto dei “Silenziosi

Operai della Croce”, dove si percepisce l'intelligenza e la santità

di Luigi Novarese e di sorella Elvira Myrian Psorulla nel

pensare ad una organizzazione che testimoni “una piena ed

intensa comunione con Cristo, nella convinzione che in questo

consista la massima promozione sociale ed ecclesiale facendosi

compagni di viaggio dei sofferenti lungo il cammino della vita”.

Pragmaticamente, questo scopo viene declinato all'articolo 3 che precisa come i

Silenziosi Operai della Croce agiscono “personalmente e direttamente con gesti concreti

di servizio alla persona e perseguono le proprie finalità mediante tutti i mezzi di

apostolato richiesti delle differenti situazioni socio-culturali ed ambientali e tutte le

attività ritenute utili opportune o necessarie” favorendo “la creazione e lo sviluppo di

associazioni di diritto diocesano denominati Centri Volontari della Sofferenza che

riunisce quanti intendono condividere la spiritualità dei Silenziosi Operai della Croce e

contribuire fattivamente al perseguimento dei loro intenti apostolici”.

Da queste righe si intuisce subito come lo Statuto non è un freddo documento

burocratico ma, nell'alveo disegnato dai Padri della Chiesa, interpreta in senso moderno

e pragmatico la necessità di costruire soluzioni a favore dei sofferenti, avendo cura di

accompagnare maieuticamente il soggetto a condividere e superare la sofferenza come

momento inevitabile della vita promuovendo “lo sviluppo integrale, umano, sociale,ed

ecclesiale della persona ammalata,” nonché “programma e attua piani formativi ed

operativi nell'evangelizzazione e cura pastorale dei sofferenti”.

Per dare attuazione pratica i Silenziosi Operai della Croce si propongono di promuovere

“l'interesse comune verso il problema degli infermi e ne cura la formazione” nonché

indire “corsi di esercizi spirituali ritiri e giornate di spiritualità in case proprie e altrui

ed indice, organizza e anima pellegrinaggi e convegni”, cura ed organizza “l'apertura di

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laboratori, centri di formazione professionale e qualsiasi attività dell'inserimento

lavorativo delle persone svantaggiate”, e le “attività editoriali”.

Per costruire il benessere completo dell'individuo, un ruolo sintomatico viene

ovviamente riservato dalla nostra società, alla cura e all'assistenza: quando si è deboli e

ammalati il bisogno di sostegno cresce a dismisura e per questo diventa scopo precipuo

quello di esercitare “l'assistenza sociale e sanitaria” nel modo più completo possibile

ossia:

accogliendo le persone presso strutture idonee ed umane;

promuovendo la ricerca;

sviluppando la formazione professionale a tutti i livelli, compresa l'organizzazione di

corsi universitari ed accrescendo la cultura dei pazienti e dei loro caregiver;

favorendo le attività ricreative e sportive in particolare per le persone disabili;

sostenendo l'attenzione all'ambiente e alla preservazione della natura.

I principi ispiranti l'azione assistenziale per rispondere nel modo migliore e più avanzato

alle esigenze di ogni singolo paziente richiede criteri precisi da tradurre in metodo di

lavoro, che possono così essere sintetizzati:

CENTRALITA’ DELLA PERSONA: ogni persona umana è degna di rispetto ed ha

diritto ad essere assistito e curato con premura ed attenzione, nel rispetto delle proprie

convinzioni etiche e religiose. È la persona sofferente responsabile di sé e deve essere

coinvolta in ogni fase del processo assistenziale in quanto protagonista dello stesso. La

struttura, l'azione del personale, l'organizzazione del tempo, in una parola tutte le attività,

sono orientate in funzione dei bisogni del paziente e della terapia.

2. VISIONE OLISTICA: il paziente non va mai confuso con la sua malattia, né

suddiviso in compartimenti stagni non relazionati tra loro: in ogni azione non si deve

mai dimenticare la sua integrità, che è fatta di aspetti fisici, psicologici, affettivi,

relazionali, spirituali. Non ha senso agire solo sul sintomo specifico, bisogna essere in

grado di offrire uno sguardo ampio per il recupero e lo sviluppo integrale della persona e

del suo essere.

3. UNICITA’ E VALORE DELLA PERSONA: il valore della persona non è misurabile

dalle sue possibilità e capacità e non è diminuito dagli eventuali limiti imposti dalla

disabilità ed anzianità. Bisogna capire la sua individualità, rispettarla, favorirla, capirla e

valorizzarla con un approccio personale, umanamente attento a tutti i dettagli.

4. EVOLUZIONE E QUALITA’ OFFERTA: l’Associazione SOdC opera mediante una

politica di continuo rinnovamento e di crescita, attenendosi ad una filosofia che prevede

profondo rispetto del malato come persona, avvalendosi di risorse umane formate e

preparate a prendersi carico del paziente nella sua globalità e dei suoi familiari.

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5. FORMAZIONE E PROFESSIONALITA’: il personale operante presso i Centro

dell'Associazione è invitato a partecipare a corsi di aggiornamento nel settore

assistenziale per meglio rispondere alle esigenze di umanizzazione del servizio prestato

all’utente e allo sviluppo di competenze professionali all’avanguardia, interventi volti

all'acquisizione dell'autonomia individuale nelle attività quotidiane ed al potenziamento

delle capacità cognitive e relazionali.

Chi sono gli associati

Il motore immobile della vita, articolata nelle diverse iniziative dell'associazione, sono le

persone dei “Silenziosi Operai della Croce”. Uomini e donne che, scegliendo un

percorso di vita dedito al servizio degli altri, esercitano così il proprio ministero. Loro si

vedono poco: ma il loro operato migliora la vita di tutti quelli che gli stanno intorno.

Compito improbo, che richiede il massimo impegno e la dedizione assoluta: povertà,

obbedienza, castità, preghiera e silenzio, condizioni raggiunte attraverso un “progetto

formativo globale” (un cammino di appartenenza incentrato sull'insegnamento del suo

Fondatore).

In un mondo rumoroso e assordante il “silenzio” rischia di diventare un elemento

estraneo, ormai sconosciuto ai più. Il silenzio interiore ed esteriore sottolineano, più di

ogni altra cosa, la totale dedizione a Dio e al piano redentivo della Croce. A parlare sono

le opera compiute quotidianamente dall'associazione.

L'organizzazione dell'associazione

Assemblea generale

(composta da tutti gli associati)

Moderatore generale

(eletto per 6 anni dall'assemblea generale

rinnovabile una sola volta)

Consiglio direttivo

(eletto per 6 anni dall'assemblea generale)

così composto:

Moderatore generale (responsabile ramo maschile)

Responsabile ramo femminile

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Vice responsabile ramo maschile

Vice responsabile ramo femminile

Responsabile dell'apostolato

Responsabile per l'attività socio sanitaria

Consigliere per la vita in famiglia

Economo

Tra questi viene nominato il Legale Rappresentante

(che rappresenta l'Associazione per gli effetti civili)

Revisori dei conti

Dalle parole ai fatti

Quanto previsto nello Statuto viene ogni giorno attuato nello spirito e nell'azione

dell'Associazione

Dove La presenza dell'Associazione è capillare: praticamente in tutti i paesi Europei c'è una

testimonianza dell'associazione. Da Fatima in Portogallo, fino alle repubbliche ex

sovietiche, dall'Islanda e dalla penisola scandinava fino alla Grecia. Ma gli obiettivi si

sono spostati anche fuori Europa laddove vi è più bisogno: Brasile, Israele, Camerun,

Colombia.

In Italia le attività sono molteplici e di diversa natura:

A servizio del mondo dei sofferenti i SOdC svolgono molteplici attività ritenute idonee

alla promozione della persona e della sua piena dignità come soggetto attivo e

responsabile nella società e nella Chiesa. In particolare svolgono attività:

· di carattere spirituale, soprattutto attraverso l’opera del Centro Volontari della

Sofferenza animando e formando gli iscritti nelle diocesi e attraverso riviste e

pubblicazioni;

· di carattere formativo: in cui le attività seguite dai SOdC sono: attività

formative, ritiri ed esercizi spirituali, convegni e pellegrinaggi, attività editoriali;

· di carattere sanitario e sociale: attività di recupero e rieducazione funzionale

ambulatoriale e residenziale, attività diurna di riabilitazione psicomotoria,

cooperative con soggetti svantaggiati, formazione del personale;

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· con carattere di accoglienza: verso sacerdoti anziani, ammalati o comunque

bisognosi.

COSA fa l'Associazione

Storia dell'apostolato associativo

Il fondatore dell’opera, Mons. Luigi Novarese, nato a Casale Monferrato il 29/7/1914, in

seguito alla personale esperienza di malattia, avvertì la necessità di superarne il non

senso e la conseguente deresponsabilizzazione. Avendo maturato fin dall’infanzia una

tenera e filiale devozione alla Madre di Dio, caratterizzò il suo intero cammino di

crescita cristiana con un costante riferimento

alla presenza ed all’azione della Vergine Santa.

Dopo la guarigione da una grave malattia,

attribuita alla intercessione di Maria

Ausiliatrice e San Giovanni Bosco (1931)

Luigi Novarese poté continuare i propri studi,

desiderando esercitare la professione medica a

servizio e sollievo delle situazioni di malattia

da lui stesso sperimentate.

La morte della madre (1935) lo condusse ad

una scelta definitiva. Scoprì nella vocazione

sacerdotale la via per offrire un sostegno più

radicale e decisivo agli ammalati, divenne sacerdote (1938) e prestò il suo servizio nella

Segreteria di Stato dal 1942 al 1970. Dal 1964 al 1977 diresse l’ufficio per l’assistenza

spirituale ospedaliera presso la CEI. Morì a Rocca Priora (Roma) il 20 luglio 1984.

Nel mese di maggio del 1943 mons. Luigi Novarese, in accordo e su esortazione dei

propri superiori presso la Segreteria di Stato, dette origine alla “Lega Sacerdotale

Mariana” con lo scopo, nel vincolo di Maria SS.ma e della fraternità sacerdotale, di

sovvenire alle necessità dei sacerdoti ammalati o comunque bisognosi.

Sulle medesime basi attuative l’attività apostolica si estese anche ai laici (17 maggio

1947) con il movimento dei “Volontari della Sofferenza” cui appartenevano persone

ammalate. Nella fondazione si affermò con forza il pieno impegno battesimale della

persona sofferente, non solo “oggetto” di assistenza, ma “soggetto” di azione con uno

specifico apostolato da svolgere a beneficio della chiesa e della società.

All’interno del movimento il fondatore avvertì in seguito la necessità di definire, col

nome di Silenziosi Operai della Croce, un gruppo di persone che garantisse continuità

all’opera assumendo ruoli direttivi, vivendo la radicalità della dedizione all’apostolato

mediante la pratica dei consigli evangelici e la “consacrazione” alla Vergine Immacolata.

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Nota sulla spiritualità e apostolato

Il CVS riconosce le proprie radici nelle richieste di preghiera e di penitenza presentate

dalla Vergine Santa a Lourdes e a Fatima,

per riparare i tanti peccati che offendono

il Cuore di Gesù ed il Cuore Immacolato

di Maria; per la conversione dei

peccatori; per il Papa, per i Sacerdoti ed il

loro ministero, per ottenere la pace.

Gli aderenti al CVS vivono la propria

vocazione battesimale e missione

apostolica nella comunione con Cristo

crocifisso e risorto, accogliendo la

particolare presenza di Maria nella vita

della Chiesa (Gv 19,25-27), affidandosi

alla “santa Madre” che forma i veri apostoli di Cristo.

Una tale consapevolezza dei propri impegni battesimali esige una piena adesione della

volontà, per una coraggiosa accettazione della propria vita, senza rassegnarsi al male ed

alla debolezza, senza fuggire o nascondere la propria situazione di sofferenza; crescendo

nel bene e sradicando da sé il male. In tale unione a Cristo il sofferente accoglie non solo

la salvezza, il senso, la speranza, la consolazione per la propria vita, ma anche la

chiamata ad un impegno apostolico, nell'annuncio del Vangelo ai fratelli.

Il servizio all'uomo sofferente che il CVS si propone consiste nell’annunciare con Maria

la salvezza, nella fedeltà alla storia di ogni uomo. In tale risposta alla propria vocazione

battesimale convergono le differenti esperienze di tutti coloro che aderiscono

all’associazione, persone disabili e sane, nel servizio di un reciproco scambio di doni.

Ogni iscritto infatti riconosce e condivide la pienezza di senso e di valore della propria

esistenza, in ogni suo momento e manifestazione, di forza o di debolezza, di serenità o di

sofferenza, esprimendo l’unica gioia delle Beatitudini evangeliche.

La metodologia pastorale del CVS realizza quella "presenza che accompagna" e conduce

alla salvezza, caratteristica del brano evangelico sui discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35),

che il fondatore mons. Luigi Novarese espresse come particolare missione dei sofferenti:

“l’ammalato per mezzo dell’ammalato con l’aiuto del fratello sano”.

Il messaggio mariano di Lourdes e di Fatima offre una rilettura originale di una tale

presenza come stile pastorale e criterio di azione apostolica. La Vergine Immacolata si è

infatti resa presente nella storia degli uomini nella fedeltà al cammino delle singole

persone e nella spinta al superamento delle difficoltà, del senso di sconfitta e di

frustrazione.

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Visione attuale e prospettive future

Nella contemporaneità il CVS si trova in una situazione ricca di sfide e di provocazioni,

oltre che di punti critici.

La sfida che è chiamato a raccogliere è ciò che fa riferimento all’attuale comprensione

del valore della vita umana.

La logica dello scarto.

L’assetto sociale, mentre da una parte riconosce i diritti inviabili delle persone, allo

stesso tempo va in una certa logica e cultura dello scarto.

"Purtroppo nella nostra epoca, così ricca di tante conquiste e speranze, non mancano

poteri e forze che finiscono per produrre una cultura dello scarto; e questa tende a

divenire mentalità comune. Le vittime di tale cultura sono proprio gli esseri umani più

deboli e fragili cioè i nascituri, i più poveri, i vecchi malati, i disabili gravi, che rischiano

di essere scartati, espulsi da un ingranaggio che deve essere efficiente a tutti i costi”

(Papa Francesco, 7 dicembre 2013).

La vita come valore dalla nascita alla morte.

La vita umana, e dunque il suo valore, non è un’idea astratta. Ogni riflessione sulla

persona umana si può fare solo in concreto, riconoscendo il valore personale ad ogni

uomo e in tutte le condizioni, specialmente in quelle di precarietà. In tale contesto

entrano i tanti problemi delle povertà vecchie e nuove, della malattia, della sofferenza e

della morte. Problemi di sempre, che i cristiani vogliono leggere in profondità, con gli

occhi stessi di Cristo.

La vita come dono.

In un’epoca in cui è difficile vivere percorsi di comunione, con la diffusa idea di essere

sufficienti a se stessi, in questa “globalità dell’indifferenza” (Papa Francesco), il CVS

propone ai suoi associati una vita vissuta in solidarietà e in comunione con gli altri,

specialmente per chi soffre a causa di malattia, di disabilità, di indifferenza.

Sull’esempio di Cristo che ha realizzato il dono di sé fino alla fine, gli associati (malati e

sani) sono invitati a vivere dando senso alla propria esistenza: il senso dell’amore e della

solidarietà; un percorso di ricerca comune che porti a trovare gioia di condivisione e di

fraternità.

La vita sempre.

Nell’oggi e nel tempo che le sarà dato da vivere come presenza apostolica e sociale, il

CVS vede davanti a sé una fedeltà incondizionata ai valori fondazionali; valori allo

stesso tempo umani ed ecclesiali, laici e religiosi, condensati nella frase del fondatore:

promozione integrale della persona sofferente (Beato Luigi Novarese).

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L’impegno grande è quello di trovare nuove traduzioni del carisma: saper essere

presenza significativa nel mondo della salute, imparare linguaggi adatti ad essere intesi

dagli uomini del presente, offrire percorsi di senso dell’esistenza, a cui non potrà mai

essere del tutto sottratta la complessità della malattia e del dolore.

La visione etica associativa con particolare attenzione a trasparenza ed etica

comportamentale.

Il CVS è un’Associazione che si dedica a riconoscere la

dignità di ogni persona sofferente nel corpo e nello spirito.

Non ha fini di lucro poiché ciò che si propone fa riferimento

alla persona nella sua integralità e nella sua capacità di stare

al mondo, vivendo una vita piena e dignitosa anche in

situazioni di grosso svantaggio dal punto di vista umano o

fisico.

Ciò che viene richiesto agli associati è un percorso spirituale

interiore di crescita e di maturazione cristiana e umana, che

porti verso gli altri per offrire percorsi di senso nella stessa

direzione.

Ci si dedica gratuitamente ad aiutare gli altri a vivere, a trovare sempre, in ogni

situazione, ragioni di speranza, di fede, di progresso.

Ci si propone un percorso di interiorità, rispettando il cammino di chi si incontra, ai

quali si desidera offrire ciò che è valido e importante per se stessi. Non si impone in

nessun modo a coloro che vengono accostati di aderire, ma semplicemente si offre la

propria testimonianza, nell’attesa e nella speranza che anch’essi trovino ragioni di

speranza in Cristo e nelle persone della famiglia del CVS.

CVS

CVS (Centro Volontari della Sofferenza)

Il CVS (Centro Volontari della Sofferenza), è

una Associazione fondata da Mons. Luigi

Novarese nel 1947, di persone ammalate e

sane che riconoscono, nella sequela di Cristo

crocifisso e risorto, la possibilità di vivere

l’esperienza della sofferenza senza

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soccombere allo scoraggiamento, alla delusione o alla diserzione.

Per capire l’azione del SOdC bisogna rifarsi alla esemplificazione evangelica di Maria

sul calvario, ai piedi della croce di Gesù, dove l’evangelista Giovanni descrive la

presenza e la compassione della Madre. Allo stesso modo il Volontario della Sofferenza

vuole rimanere, accanto a Maria, sotto la croce di ogni sofferente, quale presenza

concreta e solidale, che comprende e che accompagna.

Ai piedi della croce, l’apostolato del CVS riconosce quindi la propria identità,

guardando al mondo della sofferenza come alla “terra” della propria missione e

proponendo ad ogni essere umano una scelta di vita aperta alla salvezza.

Nell’azione pastorale e sociale svolta dal CVS a favore della persona sofferente, è posta

in primo piano la persona disabile, quale presenza attiva ed allo stesso tempo credibile.

Ma l’azione del CVS vede coinvolti nel medesimo ideale ammalati e sani per una

condivisione della medesima spiritualità.

Operativamente il CVS è organizzato a livello diocesano e viene riconosciuto dal

Vescovo del luogo, il quale ne approva lo Statuto, riconosce il Consiglio Diocesano

eletto dall’assemblea e assegna un sacerdote, quale Assistente Diocesano.

Il CVS e la sua emanazione della Lega Sacerdotale Mariana (LSM, cui appartengono

sacerdoti e diaconi) nascono, prima di tutto, come risposta concreta al dramma della

sofferenza umana che molto spesso conduce l’essere umano ad allontanarsi dal suo

Creatore. Nella sofferenza offerta dal malato si riconosce una partecipazione al mistero

pasquale di Cristo che lo rende apostolo e perciò primizia e profezia per la

valorizzazione di ogni forma di sofferenza presente nella vita dell’uomo

Il 21 gennaio 2004, nella memoria liturgica di Santa Agnese vergine e martire, il

Pontificio Consiglio per i Laici ha approvato, con decreto, la Confederazione

Internazionale dei Centri Volontari della Sofferenza con il nome di “Confederazione

CVS Internazionale”. Si tratta di un traguardo storico maturato all’interno dell'esistenza

ecclesiale del Centro Volontari della Sofferenza. Si realizza così una sorta di “unione

mondiale degli ammalati” tanto anelata dal Fondatore mons. Luigi Novarese.

Attività socio sanitaria

Molteplici sono le attività di natura socio-

assistenziali-sanitarie volte tutte a farsi carico

del paziente nella sua interezza e complessità.

Rieducare è soprattutto un fatto culturale: non

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si tratta solo di migliorare le condizioni psicofisiche generali, compatibilmente con lo

stato del paziente, ma di ricostruire l’individuo per ridargli completa autonomia e spesso

anche dignità di persona. Quest’obiettivo è sempre più frequentemente inserito nei

sistemi normativi e nei piani socio sanitari elaborati dalle nazioni socialmente avanzate:

senza vantare primogeniture, ma il paziente lavoro di Luigi Novarese ha sicuramente

dato un significativo contributo affinché questo atteggiamento risultasse condiviso da

molti. Se concettualmente il processo riabilitativo viene ormai accettato come

indispensabile, diverse sono ancora le possibilità di miglioramento gestionale su come

detto processo debba integrarsi con il resto della Sanità. Le esperienze realizzate dai

Silenziosi Operai della Croce hanno elaborato soluzioni che, nel rispetto delle normative

in materia e facendo proprie le conoscenze provenienti dall'evoluzione scientifica,

risultano di particolare efficacia perché nel percorso seguito dai pazienti non si trascura

mai la cura dello spirito.

Facendosi carico dei soggetti più complicati, è ben chiaro a chi opera nei centri che non

si potrà riportare tutti alla perfetta forma fisica, ma che si deve lo stesso fare il possibile

per migliorare le condizioni per far capire a questi soggetti che non sono stati

abbandonati e che Dio li ama, tramite l'azione di altri uomini.

Divulgazione Culturale

Luigi Novarese guardava avanti e non poteva certo

trascurare, ai fini del proprio apostolato, il

contributo dei mezzi di comunicazione. È il 1950

quando nasce la rivista L’Ancora, seguita nel 1983

dalla versione più dotta e ricca di approfondimento:

L’Ancora nell’Unità di Salute (AUS).

Il 7 ottobre 1949 inizia il programma radiofonico “Il quarto d’ora della serenità” e circa

un decennio più tardi, dà vita alla tipografia San Bernardo e alle Edizioni CVS (Centro

Volontari della Sofferenza).

Non mancano le produzioni video: sulla Casa “Cuore Immacolato di Maria” a Re (con le

attività per gli Esercizi spirituali), sulla Lega Sacerdotale Mariana (con l’iniziativa del

pellegrinaggio a Lourdes).

Attualmente le Edizioni CVS continuano a produrre due riviste: L’Ancora e L’Ancora

nell’Unità di Salute e circa 15 libri all’anno, tra sussidi formativi, saggi e testi di

meditazione e preghiera.

Realizzano inoltre un programma radiofonico settimanale per le frequenze della Radio

Vaticana (“Incontro della serenità") e uno mensile per l’emittente Radio Mater.

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Editoria e divulgazione

Più di 250 libri pubblicati di cui sette in lingua straniera (soprattutto portoghese) e 2

riviste caratterizzano l’attività della casa editrice Edizioni CVS fondata da Mons. Luigi

Novarese, quale strumento indispensabile, con le trasmissioni radiofoniche, per la

divulgazione del pensiero e dell’apostolato.

Da oltre sessant'anni l’editrice propone pagine di riflessione, studio, preghiera, sul vasto

tavolo dell'umana sofferenza, fornendo oggi una delle più vaste letterature

sull’argomento.

Il legame con il movimento di apostolato del Centro Volontari della Sofferenza (che

riunisce associazioni diocesane di persone disabili nella Confederazione internazionale)

favorisce inoltre la lettura di una pluralità di temi, a diverso titolo legati con l'esperienza

del dolore, in una fedeltà attenta al quotidiano, al concreto della vita, alle speranze non

illusorie.

Le riviste

L´Ancora – rivista annuale (ISBN: 001)

Nell’aprile 1950 vede la luce il primo numero de

“L’Ancora”, una rivista mensile inviata a tutti gli ammalati

iscritti al Centro Volontari della Sofferenza. Nell’articolo di

presentazione del primo numero si legge: “Lo scopo di

questa rivista, che vede la luce dopo parecchio tempo di

attesa, è questo: illuminare e confortare ogni ammalato,

essere presso di lui il sorriso della Vergine benedetta”.

La rivista si rivolge all’articolato universo dell'umana

sofferenza, promuovendo ogni persona come "soggetto

attivo": protagonista della propria storia, artefice del bene

comune nella società e nella Chiesa. Principale organo informativo e formativo del

Centro Volontari della Sofferenza, la rivista contiene riflessioni ed esperienze, notizie e

progetti, cronache di un quotidiano impegno apostolico e sguardi attenti all'intera

umanità, ai cammini sofferti che spesso la caratterizzano.

L´Ancora nell’unità di salute - AUS - Rivista bimestrale di Pastorale della Salute (ISBN:

03925846).

La rivista si propone di promuovere la dignità della persona sofferente, attraverso la

formazione umana, spirituale e professionale degli operatori nel vasto orizzonti della

Pastorale della Salute.

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La varietà dei contenuti e una lettura agevole, caratterizzano la rivista bimestrale di

studio edita dal CVS per approfondire temi e proposte che riguardano la pastorale della

salute. Due ambiti di riferimento, socio-sanitario e teologico-pastorale, per elaborare

concetti per dar vita ad esiti pratici ed efficaci, nel sentiero individuato dalla Dottrina

Sociale della Chiesa.

L’Ancora nell’Unità di Salute nasce per dare forma di continuità e uniformità di

indirizzo alle vaste tematiche svolte attraverso sistematici incontri e congressi nazionali

ed internazionali di ammalati, sacerdoti ed operatori di salute.

Nata più di vent’anni fa, a diffusione nazionale con una tiratura di oltre 3000 copie (96

pp), ospita interventi di studiosi e cultori (psicologi, sociologi, teologi, pedagoghi, ecc.)

e si rivolge a medici, specialisti, cappellani ospedalieri, cliniche private, ospedali, case

di cura, e a parte degli iscritti al Centro Volontari della Sofferenza.

Da L’ancora nell’Unità di Salute (1984): “All’inizio del suo sesto anno di vita, la Rivista si ripropone l’obiettivo dì fondo del suo servizio alla Verità e all’Uomo: essere davvero un’Ancora, un punto fermo, un aggancio sicuro per ogni persona in difficoltà, perché trovi in se stessa la forza unificante della sua vita, l’unità di salute, con la convergente collaborazione di quanti hanno a cuore il suo bene totale, umano, sociale e soprannaturale”. Beato Luigi Novarese

I Pellegrinaggi

Nel lungo cammino della storia della civiltà i pellegrinaggi sono stati una

piattaforma di scambio di informazioni e di sensazioni indispensabili al

genere umano. Con la fede tali viaggi hanno assunto un valore di speranza e

di testimonianza da attrarre ancor oggi milioni di fedeli a muoversi nelle

direzioni indicate.

Il Beato Luigi Novarese volse la sua prima attenzione ai

sacerdoti, soprattutto sofferenti, anziani o in difficoltà,

organizzando nel 1952 il primo pellegrinaggio a Lourdes.

Da allora i pellegrinaggi (a Lourdes, a Fatima, in Terra

Santa”¦) si susseguono, sempre nuovi e toccanti, aperti a

tutti, anche ai più piccini. Conservano lo stile tramandato

dal Beato Luigi Novarese, permettendo una provvista di energia spirituale, per sfidare le

leggi del mondo pregando e dimostrando che la malattia può essere vissuta come un

percorso alla scoperta della presenza del Regno di Dio dentro di noi.

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I Convegni

Fin dalla seconda metà degli anni Quaranta, il

Beato Novarese promosse e diresse convegni,

nazionali e internazionali, su temi religiosi,

come ad esempio sul Culto al Cuore di Cristo,

sulla pratica della riparazione e sulla

Consacrazione delle Famiglie al Sacro Cuore,

sulla pastorale della sofferenza (o della salute),

e meeting scientifici, mettendo a confronto

medici e malati, sottolineando in particolare

l’importanza che la dimensione spirituale viene

ad assumere nel rapporto fra l’infermo e la malattia, affrontando tematiche attualissime e

controverse. la sessualità del malato, la verità all'ammalato, ecc.

In questi ultimi anni, per sottolineare il significato del legame che unisce corpo e spirito,

e quindi la centralità della vita spirituale come sostegno terapeutico nel percorso di

guarigione dell’ammalato vengono organizzati Incontri e Convegni accademici su questi

argomenti.

La costruzione del capitale umano dei Silenziosi Operai

La qualità parte dalle risorse impiegate

I fattori che possono condizionare la qualità delle prestazioni parte dalle risorse che

vengono inserite nel processo: nel linguaggio anglosassone vengono definite input, ma si

comincia anche a parlare di “income” (risorse in divenire) cioè dei presupposti insiti

nella tipologia delle risorse che si intendono impegnare, quali presupposti per il successo

dei programmi da realizzare.

L’income rappresenta la capacità di creare i presupposti per raggiungere un determinato

livello di eticità e razionalità (il più possibile elevati) attraverso la preparazione, oltre

che la selezione, delle risorse da inserire: dallo skill delle persone impiegate alla natura

ecocompatibile delle risorse materiali, al know how estendibile ad un insieme più ampio

della collettività.

Ciò impone di spostare l’attenzione dal binomio “input/output” al “income/outcome”,

ossia una sfida tra: il calcolo monetario che contrappone il costo sostenuto per acquisire

gli input e la valutazione degli output (fornita da tariffari dettati spesso più da

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mediazioni burocratiche che non dalla capacità razionalizzatrice) con la capacità di

selezionare risorse qualificate da impiegare nel processo e la lungimiranza di verificarne

gli impatti sul benessere.

In quest'ottica notevole è lo sforzo per preparare il personale da inserire nelle strutture

dell'Associazione: le scuole di formazione, in particolare quella dei terapisti

occupazionali e dal 2019 anche con i primi laureati della laurea magistrale, parte delle

risorse umane viene preparata direttamente. In dettaglio negli ultimi tre anni si

registrano i seguenti dati: Nuove risorse umane

inserite nella struttura

di Moncrivello

Di cui formatesi

presso la scuola

dell'Associazione

Anno 2015 63 60

Anno 2016 21 15

Anno 2017 22 10

Esaminando le soluzioni occupazionali dei soggetti formatisi presso la scuola, si rileva

che i giovani professionisti sono apprezzati anche presso altre realtà. Dai dati disponibili

risulta che la maggioranza dei soggetti ha potuto mettere a frutto le conoscenze acquisite

presso diverse strutture.

Per rispondere alla missione dell'Associazione occorre, anche per quanto concerne le

risorse materiali, poter fare affidamento su modalità di acquisto sempre più qualificate

per raggiungere una maggiore razionalità del processo. Tali relazioni possono essere

rilevate e valutate attraverso particolari attenzioni che esplicitino in modo completo ed

esaustivo le variabili coinvolte nel processo, evidenziando gli effetti sinergici tra

elementi di diversa natura e la capacità del sistema di programmare la disponibilità di

risorse, selezionandole in base a più fattori anche di natura etica.

In dettaglio, nelle decisioni di acquisto si presta particolare attenzione a:

biodegradabilità dei prodotti inseriti nel processo nonché il non ricorso a nessuna

forma di inquinamento (tracciabilità dello smaltimento rifiuti)

certificazione di qualità dei prodotti sanitari

verifica che i prodotti acquistati non siano stati prodotti da aziende che utilizzano

manodopera infantile in altre parti del mondo o altre modalità produttive deprecabili

per gli alimentari si tende ad utilizzare prodotti a km zero.

L'indotto di queste attività si valorizza soprattutto nel migliorare il comportamento di

tutte le persone che vengono a contatto con l'associazione: l'attenzione alla scelta dei

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fornitori non si esaurisce nel fatto in sé, ma dall'operatore che si pone la problematica

dell'eticità al momento dell'acquisto, al paziente che assimila le corrette modalità di

smaltimento dei rifiuti sanitari, inducendo a comportamenti virtuosi anche fuori dai

luoghi di cura.

A queste esternalità si aggiungono vantaggi derivanti dalla presenza di operatori e

visitatori presenti nell'area di gravitazione delle strutture: dalle opportunità di lavoro al

soggiorno di studenti e familiari dei pazienti che inducono una domanda di tipo

alberghiero, creando benessere nella zona.

Gli investimenti dell'Associazione sul capitale umano

Venire a contatto con i Silenziosi Operai della Croce, vuoi come pazienti, studenti od

operatori, significa “crescere” come persone e, per quanto difficile da oggettivizzare, è

questa una priorità nell'agire quotidiano.

Oltre alle conoscenze già acquisite a livello di singolo o di gruppo, occorre ragionare

sulla capacità di muoversi verso una maggiore disponibilità nell'accettare e nel gestire il

dolore e i momenti difficili, come momento di rinascita.

Non tutti i fattori determinanti la valorizzazione del capitale intellettuale possono essere

espressi in termini numerici e quantitativi, ma spesso occorre far riferimento a

spiegazioni in grado di estrinsecare i valori con la definizione dei concetti. Uno schema

può essere offerta dalla seguente tabella:

Soggetti

/determinanti

Caratteristiche

/variabili

Indicatori

Utenti

Valore e volume delle

attività erogante

Tipologie di

comunicazione

Soddisfazione reale e

percepita

Bacino di utenza

Pubblic relation con i

familiari

Attrattività (a

Moncrivello giungono

persone provenienti da

tutta Italia)

Studenti Tipologia e livello di

formazione (laurea in

terapia occupazionale)

Numero studenti in

formazione/

specializzandi

Frequenza della

relazioni e risultati

raggiunti

Formazione impartita

(successi lavorativi

raggiunti nei 5 anni

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post laurea): numero

occupati.

Formazione e

aggiornamento

Numero

laureati/diplomati su

totale dipendenti

Investimenti in

formazione

- numero ore dedicate

- corsi e convegni

organizzati

- formazione a

distanza

- % degli operatori che

nel corso dell'anno

hanno seguito almeno

un giorno/una

settimana di

formazione

Efficacia dell'azione

formativa

Personale interno che

svolge attività

all'esterno

Attinenza della

formazione agli

obiettivi aziendali

Benchmarket con altre

aziende

Relazione con gli enti

istituzionali:

Regione ed enti locali

Tipologia e livello

delle relazioni

Frequenza della

relazioni e risultati

raggiunti in sinergia

Sindacati Grado di

concertazione delle

Relazioni sindacali

Accordi raggiunti

Fornitori Tipologia di rapporti

instaurati

Affezione dei fornitori

all'azienda (numero

fornitori iscritti

all'albo; numero

aziende che si

ripresentano alle gare

successive;

partecipazioni a gruppi

d'acquisto)

Contenziosi avviati /

Persi

Volontariato Continuità strutturale

delle relazioni

Integrazione raggiunta

Politiche del

personale

Turnover (Numero di

persone che lasciano

l'attività lavorativa

prima dell'età

pensionabile) e

attrattività della

Risultati delle

politiche del personale

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struttura (persone

interessate a lavorare

nelle strutture SOdC)

Attività immateriali /

Ricerca

Tipologia e

caratteristiche delle

attività immateriali

Passaggi sui mass

media

Valore delle attività

immateriali generate

(brevetti,

pubblicazioni

scientifiche,

partecipazione a

progetti di ricerca,

oltre alla rivista)

Tecnologia Livello tecnologico /

informatico

perseguito/raggiunto

Capacità a recepire le

innovazioni

tecnologiche

Disponibilità di

banche date

La Direzione Generale - Roma

Via dei Bresciani, 2

Sede storica della Direzione generale fino al 2004, attualmente ospita fratelli e sacerdoti

della Comunità impegnati nello studio. Adiacente e collegato alla casa vi è il Santuario

della B.V. Maria del Suffragio ove si trova la tomba del B. Luigi Novarese, sede di

Pellegrinaggi e di preghiera.

Lettura novaresiana della Lettera agli Ebrei:

“Fratelli e sorelle che avete aderito al Centro Volontari della Sofferenza: ricordatevi del vostro

Fondatore, il Beato Luigi Novarese, il quale vi ha annunciato la parola di Dio del vangelo della

sofferenza.

Considerando attentamente l'esito finale della sua vita, imitatene la fede.

Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre! E sempre ci dona la grazia di comprendere il valore

della sofferenza per trasformarla in missione.

Non lasciatevi sviare da dottrine varie ed estranee, perché è bene che il cuore venga sostenuto dalla

grazia, dalla speranza e dalla missione attiva per raggiungere ogni persona che soffre”.

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Via di Monte del Gallo

È cuore nevralgico delle attività

apostoliche e sede della Casa editrice.

Per coordinare le numerosi attività dei

Silenziosi Operai della Croce la sede è

stata individuata a Roma, in Via di

Monte del Gallo n. 105/111, dove si

ritrova il Consiglio dell'Associazione, i

Superiori e gli uffici che dirigono le

diverse attività dell'Associazione.

L'edificio è situato in uno dei posti più

affascinanti della Città Santa: sulla

sommità della collina denominata Monte del Gallo, a est rispetto al vicino Gianicolo, a

sud rispetto al Vaticano.

È questo il vero centro propulsore dell'Apostolato del Centro Volontari della Sofferenza

nel mondo, oltre che la sede amministrativa. Qui opera anche la casa editrice Edizioni

CVS, principale strumento per la diffusione dell'azione di apostolato e il sostegno

culturale alle iniziative dell'associazione, che dalla Chiesa intitolata all’ “Immacolata

Regina della Pace” si diffuse in tutto il mondo. La Chiesa è quella costruita dalle Suore

Francescane dell'Athonement nel dopo guerra, per le persone del quartiere che qui

trovano ancora un punto di riferimento per la propria vita cristiana.

Casa Regina Decor Carmeli – Rocca Priora (Roma)

Ultima casa aperta dal Fondatore, fu da lui

voluta come Casa della formazione iniziale

per i Silenziosi Operai della Croce. Sita sui

Castelli romani, in una zona isolata e

tranquilla, si presta per periodi di relax,

meditazione, preghiera per i giovani in

formazione, ma anche per singoli o gruppi.

Dall’Omelia di Monsignor Luigi Novarese durante

la prima Santa Messa celebrata a Rocca Priora il 19 febbraio 1984:

“Il Signore, ci ha preparato una casa; e questa casa, qui, nella residenza Regina Decor Carmeli, è il

centro della nostra vita, vita presa in tutti i sensi, perché abiteremo con Dio, abiteremo con nostro

Signore Gesù Cristo, il quale attraverso il sacramento dell'Eucarestia, ha trovato il modo di rimanere

perennemente accanto a noi. E perciò, questa è la casa dove noi potremo passare le nostre ore, in

preghiera, in meditazione e in grande silenzio. Si sente il silenzio del vuoto, non c'è nulla che ci

disturbi. Soltanto la nostra testa, ci può disturbare, le nostre idee, i nostri attaccamenti. Qui, siamo

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veramente in un’oasi di solitudine e di pace. Ripeto: soltanto le nostre fantasie, le nostre idee, i nostri

attaccamenti, ci possono disturbare, però fino ad un certo punto, perché Gesù vive con noi.

Soltanto quando avremo imparato a vincere noi stessi e a valorizzare tutto il nostro dolore, per creare

il silenzio dentro di noi ed essere totalmente di Cristo, potremo avvicinare l'ammalato e dire loro quel

che devono fare per poter valorizzare la propria sofferenza. Se non siamo pieni di grazia, non

possiamo dire nemmeno agli ammalati che il mezzo insostituibile per valorizzare la sofferenza della

propria vita è la grazia”.

Cascina la Serniola – Casale Monferrato (AL)

La casa natale del beato

Casale Monferrato, ha dato i natali a Luigi

Novarese il 29 luglio 1914, e per ricordare

l'avvenimento in occasione del centenario, la

città ha organizzato una serie di manifestazioni

nei luoghi che ospitarono il Beato. Tra il 31

maggio al 2 giugno, centinaia di persone, tra

cui molti giovani arrivarono dal Centro Nord

per festeggiare ed approfondire il carisma del

fondatore, all'ombra della Croce della

Giornata Mondiale della Gioventù in arrivo

dal raduno mondiale della gioventù a Rio de Janeiro.

A Casale Monferrato i Silenziosi Operai della Croce dispongono di una struttura per

l'accoglienza di sacerdoti anziani e non autosufficienti. Le attuali location non

permettono di soddisfare le esigenze e i requisiti oggi richiesti e per questo sono in atto

progetti per il recupero e la riutilizzazione razionale dei locali.

La casa, collocata su di una collina che domina la città di Casale Monferrato si pone

come punto di riferimento per incontri di spiritualità sia dell'Associazione CVS che per

altre realtà diocesane per la possibilità di sale di incontro diversificate, l'ambiente

signorile, l'ampio giardino.

La presenza dell’Associazione a Casale Monferrato, città natale del Beato Luigi

Novarese è iniziato nel dicembre 1972.

La Casa “cosiddetta delle 100 finestre” è stata posta a disposizione dalla Diocesi, allora

guidata dal Vescovo Carlo Cavalla per essere punto di riferimento nell’impegno

apostolico del Centro Volontari della Sofferenza e accogliere i sacerdoti della Diocesi

La presenza, ricca d’impegno apostolico e segnata dalla presenza di tanti sacerdoti in

quiescenza ha avuto termine con la ristrutturazione ed entrata in servizio della “Cascina

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la Serniola” nel 1990 (sita non lontana in Via San Giorgio Miglietta sempre di Casale

Monferrato) con le medesime finalità ed attività.

Questa missione è stata svolta con lodevole impegno e generosità dai diversi membri

della Comunità che nel corso degli anni hanno prestato il loro servizio a Casale.

Nel 2010 la Diocesi ha preferito che i sacerdoti fossero ospitati in una struttura di sua

proprietà sita vicino al Duomo e quindi tale attività, pur ricca di frutti di bene si è

conclusa.

Prosegue invece l’attività secondo quanto indicato nel piano di Governo pluriennale “il

servizio principale svolto dalla comunità di Casale è l’accoglienza di sacerdoti anziani e

ammalati della diocesi.”

Valutando nel complesso l’andamento dell’attività in questi ultimi anni possiamo dire

che, anche se c’è stata sempre la presenza di almeno un membro idoneo ad offrire

un’assistenza qualificata, all’aumento del numero degli ospiti non ha corrisposto

l’aumento dei membri della comunità e la necessaria stabilità di presenze per offrire un

buon servizio.

Per quanto riguarda l’attività apostolica e la comunità è il punto di riferimento per

l’apostolato del CVS di Casale e collabora con i responsabili per l’organizzazione della

vita del Centro.

Ogni terza domenica del mese si ospitano gli incontri dei settori giovanili e quelli del

settore adulti.

La Cascina, in quanto casa natale del Fondatore, è punto di riferimento anche per gli

altri CVS italiani. Si accolgono i Centri delle altre Diocesi che vogliono tornare alle

origini visitando il luogo della nascita e la stanza con i ricordi della vita del Beato Luigi,

si organizzano incontri di conoscenza e approfondimento sulla vita e l’Opera del

Fondatore.

La casa resta sempre punto di riferimento per la diocesi. Si ospitano gli incontri dei

sacerdoti focolarini della diocesi e della regione, gli incontri mensili della nostra vicaria.

Si accolgono riunioni di consigli pastorali parrocchiali, gruppi parrocchiali per giornate

di ritiro spirituale.

La Comunità è inserita in alcuni organismi diocesani: la Consulta per la Pastorale

Sanitaria, l’Ufficio Diocesano Vocazioni, l’Ufficio per la Pastorale Giovanile e quello

delle Associazioni e Movimenti Ecclesiali.

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La Casa Madre – ARIANO IRPINO contrada Valleluogo

Centro di Riabilitazione Psicomotoria

e Centro Diurno/RSA “sorella Elvira”

Come è insito nel nome gli “Operai della

Croce” associano la riflessione

all'operosità ed infatti a Ariano Irpino è

sorto nel 1984 un centro di attività

sociosanitaria e rieducativa, che nel 2015

è stato definitivamente accreditato come

centro di Riabilitazione Psicomotoria

(Delibera n.133 del 31/10/2015) il centro

opera dal 1984 come centro di attività

sociosanitaria e rieducativa.

Il centro è organizzato per attività in

regime di:

semiresidenziale per 27 soggetti

ospiti al giorno

ambulatoriale ex art. 26 per prestazioni complesse a soggetti con disabilità fisica a

psichica

ambulatoriale ex art 44 per la rieducazione funzionale

ambulatoriale privato per la rieducazione funzionale (con costi a totale carico

dell'utente)

RSA (centro diurno Socio sanitario)

In particolare sono stati trattati soggetti (ex art 26 e 44) con ritardo psicomotorio e dello

sviluppo (oltre il 50%) con ritardo mentale, con ritardo uditivo, con patologie

neurologiche, ortopediche, reumatiche e genetiche.

Presso il centro sono impiegati 2017

Responsabile del

centro

1

Direttore sanitario 1

medici 3

Fisioterapisti 5

logopedisti 2

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Infermieri

professionali

1

Pedagogista 2

Assistente sociale 1

Psicologa 1

Pedagogista 1

sociologa 1

OSS 6

Personale

amministrativo e

servizi generali

6

Al personale interno si aggiunge un significativo contributo del personale volontario

Per garantire la qualità migliore delle prestazioni effettuate, il Cento è da tempo

certificato con sistema di gestione per la Qualità conforme alla norma UNI EN ISO

9001-2015.

Il Centro di Riabilitazione Psicomotoria Silenziosi Operai della Croce ha per suo scopo

istituzionale l’educazione, la rieducazione, l’abilitazione e la riabilitazione di persone

con deficit neuro-psico-motori e disabilità transitorie. Eroga le proprie prestazioni in

regime ambulatoriale, domiciliare, semiconvitto.

L’impegno del Centro SODC è finalizzato a:

facilitare l’accesso ai servizi riducendo al minimo la lista di attesa e semplificando

le procedure;

garantire le prestazioni riabilitative al maggiore livello di qualità possibile,

tenendo conto dello stato dell’utente, in condizioni ambientali di massimo comfort

ed assicurando una dimensione di cura umana e personalizzata;

informare completamente e correttamente l’utente e la sua famiglia sulle terapie

erogate in base alla diagnosi di ingresso, ponendo le condizioni per decidere

consapevolmente in merito alle terapie effettuate ed all’incidenza sulla qualità

della vita della sua vita;

promuovere l’attività riabilitativa per la persona con disabilità;

attuare progetti di ricerca scientifica e sperimentazione tecnica e di aggiornamento

in materia di tecniche gestionali dei centri di riabilitazione per persone con

disabilità;

sviluppare l’uso dei sistemi di Comunicazione Aumentativa e Alternativa per

migliorare la relazione interpersonale e, di conseguenza, la qualità della vita della

persona con disabilità;

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aiutare le persone con disabilità a diventare, per quanto possibile, emancipati

fisicamente, socialmente ed economicamente:

supportare i loro familiari e quanti si occupino del loro disagio,

collaborare con altri centri e istituzioni per una adeguata riabilitazione e per

l’inserimento della persona con disabilità nel tessuto sociale.

Il CDR offre un articolato intervento di riabilitazione finalizzato ad individuare e

potenziare le abilità di ognuno.

Tutto questo viene realizzato attraverso l’elaborazione di un Programma riabilitativo

individuale che individua aree critiche e punti di forza da utilizzare per abilitare e

riabilitare l’utente al fine di fargli raggiungere la maggiore autonomia possibile. Il

Programma individualizzato viene implementato, attuato e verificato attraverso una

procedura di controllo costante della validità dell’intervento terapeutico effettuato. Per

questo, il CDR si avvale di competenze specifiche nell’èquipe multiprofessionale,

composta da Neuropsichiatra Infantile, Neurologo, Foniatra, Fisiatra, Psicologo,

Infermiere, Assistente Sociale, Terapisti della Riabilitazione, Logopedisti.

La presa in carico della famiglia vede coinvolto il Case Manager, che offre la propria

competenza nel seguire pratiche burocratiche utili a garantire il godimento dei diritti dei

nostri ospiti e di tutta l’èquipe degli specialisti del Centro.

Sono previsti incontri di sostegno ai familiari

condotti dallo Psicologo con cadenza

periodica.

Centro di Spiritualità “Beato Luigi

Novarese”

Il 25 settembre del 1988 sotto un acquazzone

martellante veniva inaugurata dalla

Comunità dei Silenziosi Operai della Croce

di Valleluogo il Centro di Spiritualità “Beato

Luigi Novarese”. Il nuovo centro raccoglie

l'eredità e l'opera iniziata nella cosiddetta casa “vecchia”, che fin dal 1968, svolgeva

attività formativa-apostolica. La costruzione della casa “nuova”, si era resa necessaria

per poter ospitare in modo più confortevole gli esercitanti, anche se i lavori, per

mancanza di fondi, non andarono proprio spediti: ci fu bisogno del contributo del centro

diocesano del CVS di Napoli, per condurre a termine i lavori.

La casa per gli esercizi spirituali, sia quella vecchia che la nuova, ha rappresentato un

luogo di sosta importante, una specie di pozzo cui attingere alle acque abbondanti della

Parola di Dio, per poi portarla al mondo con la propria vita e testimonianza.

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Frequentando la casa di esercizi spirituali, si capisce da dove nasce tanta devozione e

tanto amore verso i sofferenti: una tranquillità e un amore verso il prossimo che

accompagna con gentilezza i frequentanti gli esercizi dandogli la forza di portate avanti

l'insegnamento di Cristo. È tra queste mura che si forma il concetto di Silenziosi Operai

della Croce, costantemente rivolti alle periferie esistenziali della sua epoca, abitate dagli

ammalati, dai sofferenti.

Qui trova attuazione l'insegnamento del Beato Luigi Novarese sull’importanza degli

esercizi spirituali: “Gli Esercizi Spirituali per ammalati sono la formula migliore che,

più di qualsiasi altra, va in profondità per la formazione degli ammalati. In essi si

impara a sempre meglio valorizzare la sofferenza e ci si educa a diventare fermi e

costanti realizzatori delle richieste della Madonna rivolte a Lourdes ed a Fatima. I frutti

degli Esercizi Spirituali sono consolanti e suscitano in noi una sete inestinguibile di

cercare sempre qualcosa di nuovo per andare incontro alle esigenze spirituali delle

persone, per risvegliare nei cuori il desiderio di Dio, il desiderio della santità”.

Centro Socio riabilitativo e Centro Residenziale

“Nostra Signora di Fatima” – Meldola (FC)

Il Centro Socio Riabilitativo “Nostra Signora di

Fatima” di Meldola (FC) ospita persone con varie

disabilità, sia in regime diurno sia in r3egime

residenziale. E’ una struttura socio-riabilitativa

accreditata, destinata a persone con handicap fisico e

psichico, che favorisce la crescita delle capacità di

autonomia e di relazione. In particolare offre un

sostegno ed un aiuto al portatore di handicap e alla

sua famiglia, supportandone il lavoro di cura.

Il centro è autorizzato per 15 posti letto in regime residenziale e 25 posti in regime

diurno. È accreditato per 9 posti residenziali (+ 2 in regime privato) e 20 posti posti

diurni.

Nel centro di Meldola sono impegnate le seguenti risorse umane Anno 2017

Responsabile 1

Educatori 12

Infermieri

professionali

1

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Operatori socio

sanitari

4

Assistente sociale 0

Personale

amministrativo e

generale

3

A questo si aggiunge un significativo contributo del personale volontario

Il Centro socio riabilitativo garantisce agli utenti il coinvolgimento nelle attività previste

dal Progetto personalizzato sullo stile dei Silenziosi Operai della Croce.

Il Centro verifica e programma annualmente le attività generali e aggiorna annualmente

costantemente il progetto personalizzato individuale (congiuntamente con il referente

del servizio sociale, ove l'inserimento sia avvenuto su proposta dell'ente pubblico, con la

famiglia e con l’utente stesso).

Il Centro mette in atto le strategie necessarie affinché il referente della struttura e

l'assistente sociale incontrino congiuntamente i familiari con una certa periodicità, per

garantire il coinvolgimento e la conoscenza del progetto.

Per la realizzazione delle attività di riabilitazione a carattere occupazionale, sono attivi

vari laboratori, sia all'interno sia nell'area esterna del parco nei quali si svolgono le

seguenti attività:

Cultura generale

Riciclo creativo

Feltrosofia: ricamo e lavori con feltro e pannolenci

Serigrafia

Orticoltura e Flori-frutticoltura

Attività espressiva e teatrale

Attività musicale

Attività motoria - riabilitativa (ginnastica individuale, di gruppo, attività di

rilassamento, esercizi in piscina)

Attività di cura e benessere

Laboratorio dalla A alla Z

Alle attività di produzione di vari manufatti partecipano tutte le persone che frequentano

il Centro, suddivisi in piccoli gruppi in base alle capacità gli utenti. L'organizzazione dei

lavori e dei gruppi viene strutturato in modo che gli utenti possano seguire il percorso

dei prodotti: dalla fase di reperimento delle materie prime, alla realizzazione e

ultimazione del prodotto. Per accrescere la soddisfazione degli utenti i percorsi

prevedono, in adeguata misura con le attività addestrative, anche spazi ricreativi che

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consentono la libera espressione soggettiva, evidenziandone le attitudini. Si aggiungono

periodicamente le visite didattiche, che assicurano un concreto sostegno ai programmi

teorico-pratici, oltre a contribuire validamente ad aumentare le conoscenze e le capacità

di relazione.

Un'attenzione particolare è sistematicamente dedicata alle occasioni utili alla

socializzazione (feste e ricorrenze del Centro, momenti ricreativi e di carattere

informale), giovandosi della collaborazione di personale volontario.

Casa Cuore Immacolato di Maria - RE (VB)

Dal 1960, presso la Casa di spiritualità per

esercizi spirituali di Re si svolgono i corsi

di Esercizi spirituali del Centro Volontari

della Sofferenza e dal 2011 accoglie la

Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.)

"Cuore Immacolato di Maria", sorta al

fine di rispondere alle esigenze del

territorio in cui opera.

La Casa “Cuore Immacolato di Maria” fu

costruita in seguito alla richiesta dei

fratelli ammalati che frequentavano i corsi

di Esercizi spirituali organizzati da Mons. Luigi Novarese, di avere una casa loro, senza

barriere architettoniche e adatta alle loro esigenze. Anche in questo caso i Silenziosi

Operai della Croce hanno unito spiritualità e assistenza in un connubio sorto

spontaneamente dalle esigenze dei fedeli e realizzato con naturalità e passione a favore

dei bisognosi.

Avviata nel 2011 con la ristrutturazione del V° piano della Casa Cuore Immacolato di

Maria (Santa Bernadetta) l'RSA ospita 30+2 ospiti.

L'iniziativa è stata attuata anche per rispondere alle esigenze del territorio adattando

parte della struttura: il 5° piano per i ricoverati e utilizzando il 2° per gli aspetti

amministrativi gestionali).

L’ingresso della Residenza è collocato al 2° piano della Casa “Cuore Immacolato di

Maria” presso il quale si trovano la direzione, la segreteria, gli uffici, un soggiorno

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comune e la sala polivalente. Ambienti di servizio e la camera mortuaria sono collocati

al piano terra.

Il reparto di degenza dispone di n. 30 posti letto in regime di R.S.A. (+2 per le urgenze)

e può fruire di stanze ad uno o due letti tutte con ampia veduta all’esterno della struttura.

Le stanze dispongono di bagno ed alcune di balcone. L’assegnazione del posto letto

avviene considerando le patologie e le caratteristiche del soggetto.

Sempre al 5° piano si trovano:

Il soggiorno comune

La sala pranzo

Ambulatorio medico

Locale per il personale di assistenza

Parrucchiere/pedicure

Cucinetta del piano

In reparto vengono garantiti:

La presenza costante di personale di assistenza

La presenza giornaliera infermieristica e la reperibilità negli orari in cui non è

presente in struttura

Un’adeguata assistenza medica

Un intervento riabilitativo e educativo giornaliero secondo i P.A.I.

L’assistenza religiosa

Le prestazioni offerte sono orientate a contrastare o compensare la perdita di autonomia,

che spesso si esprime negli ospiti come incapacità di permanere o di rientrare al proprio

domicilio.

In perfetta sintonia con il pensiero dell'associazione, il lavoro si svolge partendo

dall’assioma che anche la creatura più piccola ed emarginata ha un valore inestimabile

ed anche per essa è giusto e doveroso impegnare energie per il potenziamento delle

capacità residue poche o tante che siano, ravvisabili oltre il danno psicofisico

diagnosticato.

Su questo si basa la convinzione che ognuno è una persona unica, singolare ed

irripetibile e pertanto degna di continuare la propria esistenza nell’ottica più umana

possibile.

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a Re operano 2017

Direttore di

struttura

1

Vice Direttore di

struttura

1

Direttore sanitario 1

Infermieri

professionali

4

Operatori socio

sanitari

9

Personale

amministrativo e

generale

5

A questo si aggiunge un significativo contributo del personale volontario

Casa per Esercizi spirituali di Re

Costruita con le offerte e i sacrifici di molte persone, soprattutto appartenenti al Centro

Volontari della Sofferenza, la casa "Cuore Immacolato di Maria" offre una risposta

concreta al desiderio da parte degli ammalati di poter partecipare a corsi di esercizi

spirituali. L’intero stabile (costituito da 8 piani) è privo di ostacoli: ascensori ampi,

nessuno scalino sui percorsi interni ed esterni e soprattutto un ambiente familiare nel

quale ogni persona contribuisce al mantenimento e funzionamento della struttura.

Il primo corso si tenne nel mese di giugno del 1960 per gli ammalati della diocesi di

Novara. Da allora i gruppi del Centro Volontari della Sofferenza attivi nelle diocesi del

nord e del centro Italia e del Canton Ticino, si danno appuntamento qui per l'annuale

ritiro in un ambiente accogliente e adatto alle esigenze delle persone con difficoltà, per

ascoltare la Parola di Dio e trovare nuovo slancio nel proprio apostolato svolto nella

chiesa di appartenenza.

La statua di Maria che troneggia nella Chiesa dietro l'altare ricorda al visitatore che "il

mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio". A questa statua sono legati molti ricordi,

personali e associativi, ed è diventata quell'icona che accompagna l'uomo nella sua

quotidianità trovando, come promesso, il rifugio sicuro.

A Re, utilizzando la bellezza e la tranquillità dei posti, si realizzano attività di sostegno

spirituale che si realizza attraverso:

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Accogliere persone singole e in gruppo per incontri con se stessi e col Signore nel

silenzio della casa e dell'ambiente circostanze

Organizzare giornate di spiritualità e di formazione umana e spirituale.

Collaborare con il Centro Volontari della Sofferenza della diocesi di appartenenza.

Il Complesso del Santuario della B.V. del Trompone -

Moncrivello (VC)

La Casa di Cura “Mons. Luigi Novarese”

Centro di Recupero e Rieducazione Funzionale

Dedicato al fondatore, il centro di Moncrivello

si presenta come una realtà polivalente. Intorno

al Santuario della Madonna del Trompone,

entrato nell'orbita dell'Associazione nel 1970,

con un lavoro quotidiano e costante si sono

sviluppate, salvaguardandone la bellezza

architettonica, un insieme di attività.

Il Santuario sorse nel 1562, per volere di

Gabriella di Valperga, moglie del marchese di

Moncrivello per celebrare l'apparizione Mariana

avvenuta in quel luogo e nel 1881 divenne sede

del Seminario della Diocesi di Vercelli.

Formazione e assistenza quindi “aleggiavano” sul luogo da tempo e quando questo fu

donato ai Silenziosi Operai della Croce, alcuni locali furono subito dedicati

all'animazione pastorale e agli esercizi spirituali. Successivamente iniziano i Corsi di

Formazione Professionali per ragazzi disabili ed il Centro di Riabilitazione per la

riabilitazione sia psichica che fisica. Sollevare le pene dei sofferenti era forse già scritta

da tempo ed oggi il centro si presenta come una realtà di prim'ordine, grazie alla

costruzione modello, inaugurata il 7 ottobre 2006 ora collegata fisicamente, oltre che

idealmente, con l'antico santuario.

Da più di dieci anni entrano nella struttura persone che hanno perso autonomia, cui

bisogna ridare fiducia oltre che ristabilire le loro capacità di movimento. Ogni persona

rappresenta un valore inestimabile e merita ogni attenzione possibile, perché, come ha

ricordato di recente il Santo Padre, nessuno deve essere scartato.

I numeri non rendono giustizia della fatica sopportata, ma danno un’idea di quando

lavoro viene svolto.

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La RSA “Virgo potens”

Il desiderio dell’Associazione Silenziosi

Operai della Croce di riqualificare e

rendere nuovamente operativi i palazzi

neoclassici già sede dell’ex seminario

minore della Diocesi e del CRRF “Mons.

Luigi Novarese”, ha portato, in seguito a

diversi contatti con ASL e Regione per

effettuare un’analisi del territorio e

definire bisogni e necessità, a progettare

la ristrutturazione dei due palazzi

trasformati in una Residenza Sanitaria

Assistenziale (RSA) di 40 posti letto che prevede un Nucleo di 10 posti letto per persone

in Stato Vegetativo (NSV), un Nucleo di 10 posti letto per persone affette da patologie

ad Alta Complessità Neurologica (NAC), 20+4 posti letto per l’accoglienza di anziani

non autosufficienti ad alta intensità assistenziale.

La RSA è stata inaugurata nel febbraio 2015 e si presenta come una struttura in grado di

accogliere ospiti con disabilità molto gravi grazie anche alla competenza di medici ed

infermieri che operano all’interno della struttura.

I Gruppi appartamento

In seguito alla mutazione avvenuta in seno dell'Associazione dei SILENZIOSI OPERAI

DELLA CROCE che ha visto trasformare l'ex Centro di Formazione Professionale per

disabili a carattere residenziale, in CENTRO di RECUPERO e RIABILITAZIONE

FUNZIONALE, con caratteristica prettamente sanitaria, uno dei problemi più urgenti ed

evidenti che si è affrontato, è stata la ricollocazione di tutte le persone disabili allora

presenti, in situazioni che non compromettessero i risultati ottenuti, mantenendo la loro

dignità di persona in condizione di svantaggio, in qualsiasi tipo di soluzione venisse

individuata.

Gli obiettivi e la mission dell’Associazione per quanto riguarda i Gruppi Appartamento

sono gli stessi del carisma del Beato Luigi Novarese, loro padre fondatore, e cioè “.. la

valorizzazione della persona sofferente ed ogni possibile recupero della sua efficienza

fisica in un ambiente sereno, accogliente e professionalmente idoneo…”.

Molto è stato fatto, lavorando individualmente per ogni singolo utente, sfruttando tutte le

possibilità offerte dal territorio in cui è insediato il Centro, dal territorio di provenienza

dell'ospite, dalle famiglie e dalle strutture già presenti.

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Venne avviato a Cigliano nel 1992, un laboratorio protetto di legatoria ed utilizzato un

appartamento, affidato all'Associazione da un ex-utente, molto vicino al laboratorio, per

garantire a quei pochi soggetti per i quali non erano state individuate altre soluzioni, una

permanenza nel territorio a loro già noto.

Utilizzando la L.R. n.43/97 venne richiesta l'autorizzazione per il riconoscimento

dell'alloggio in "Gruppo Appartamento", esteso poi ad un altro alloggio, locato poco

tempo dopo, che ha permesso la collocazione di n.7 soggetti per i quali, qualsiasi altra

strada era impraticabile.

Da allora, l’evoluzione degli utenti, il naturale cambiamento dei nuclei famigliari, le

richieste avanzate da alcuni Consorzi e l’assegnazione, da parte del Comune di

Villareggia, ai SOdC di 6 alloggi, hanno agevolato la via per avviare altri 2 Gruppi

Appartamento proprio in questo Comune.

Il Gruppo Appartamento può essere considerato una valida opportunità per realizzare un

progetto di vita autonoma in cui particolare rilievo viene dato a: cura di sé, gestione

della quotidianità, integrazione nel tessuto sociale e cura delle relazioni. La vocazione

prevalente trattata è rivolta sia a disabilità intellettiva, insufficienza mentale e difficoltà

specifiche di apprendimento, accompagnato a limitazione dello sviluppo cognitivo e

della sfera emozionale, e pluridisabilità, con deficit intellettivi e cognitivi associati a

lievi compromissioni di natura organica.

Università Cattolica del Sacro Cuore – Corso di Laurea triennale

Dall’Anno Accademico 2005-2006 è attivo presso la Casa di Cura a

Moncrivello il Corso di Laurea in Terapia Occupazionale, l’unico attivo in

Regione Piemonte, istituito in collaborazione con l’Università Cattolica del

Sacro Cuore, Facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma.

Il Terapista Occupazionale è uno dei professionisti delle otto figure della

riabilitazione appartenenti alla Classe L/SNT2 insieme al fisioterapista,

logopedista, riabilitatore psichiatrico, podologo, ortottista, terapista della neuro e

psicomotricità dell’età evolutiva ed educatore professionale.

Sono tutti colleghi di lavoro nell’equipe riabilitativa prevista in Centri di Riabilitazione,

Case di Cura, Case di Riposo, ASL e altre strutture sanitarie e socio-sanitarie.

Cercando di realizzare il desiderio di Monsignor Luigi Novarese-anche per l’amicizia

con il Professor Romanini- di una feconda collaborazione

con l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico Gemelli, il corso è stato

fortemente voluto dall’Associazione dei Silenziosi Operai della Croce. Il Corso infatti

risponde ad una importante necessità del territorio: nella Regione Piemonte non erano

presenti scuole di formazione per Terapisti Occupazionali, mentre la richiesta di

prestazione di terapia occupazionale è molto presente a livello regionale ed è

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attualmente soddisfatta con la supplenza di altre figure professionali (educatori,

fisioterapisti) cui manca una specifica formazione.

Nella costruzione della nuova struttura si è tenuto conto dell’importanza di inserire

tecnologie moderne, laboratori, locali per attività diagnostiche e terapeutiche mirate. In

particolare, lo spazio dedicato alla terapia occupazionale è di circa 300 mq, luogo

privilegiato per il tirocinio professionalizzante, parte integrante se non preponderante

dell’apprendimento da parte degli studenti. La presenza di questa ampia area e del Corso

di Laurea permette, all’interno del nuovo CRRF, di proseguire ed ampliare la ricerca in

Riabilitazione per favorire il recupero personale dei pazienti e adottare strategie e

tecnologie innovative in campo riabilitativo.

Università Cattolica del Sacro Cuore – Corso di Laurea Magistrale in Scienze

riabilitative delle Professioni Sanitarie

Obiettivi

Il Corso di laurea magistrale in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie ha lo

scopo di fornire:

una formazione che consenta al laureato di coordinare e/o dirigere organizzazioni

semplici e complesse utilizzando strumenti e misure per la pianificazione,

gestione delle risorse umane, della contabilità nell’economia aziendale; gestire

gruppi di lavoro e applicare strategie appropriate per favorire i processi di

integrazione multi professionale ed organizzativi;

apprendere metodologie di ricerca per collaborare in progetti finalizzati al

miglioramento continuo delle attività in ambito riabilitativo; collaborare con il

team di cura per realizzare l’applicazione e lo sviluppo di protocolli e linee guida;

partecipare alla progettazione e alla gestione di attività didattiche nell’ambito

della formazione permanente rivolte ai professionisti della riabilitazione,

progettare e realizzare, in collaborazione con altri professionisti, interventi

educativi e di sostegno del singolo e della comunità per l’autogestione e il

controllo dei fattori di rischio e dei problemi di salute.

Competenze

Le competenze dei laureati magistrali comprendono:

applicare le conoscenze di base delle scienze pertinenti alla specifica figura

professionale necessarie per assumere decisioni relative all’organizzazione e

gestione dei servizi sanitari erogati da personale con funzioni riabilitative

dell’area medica, all’interno di strutture sanitarie di complessità bassa, media o

alta;

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utilizzare le competenze di economia sanitaria e di organizzazione aziendale

necessarie per l’organizzazione dei servizi sanitari, per la gestione delle risorse

umane e tecnologiche disponibili, valutando il rapporto costi/benefici;

utilizzare i metodi e gli strumenti della ricerca nell’area dell’organizzazione dei

servizi sanitari pertinenti alle figure professionali della classe, nelle aree clinico-

assistenziali, nell’organizzazione e nella formazione;

applicare e valutare l’impatto di differenti modelli teorico-pratici nell’operatività

dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari;

progettare e realizzare interventi formativi per l’aggiornamento e la formazione

permanente afferente alle strutture sanitarie di riferimento;

sviluppare l’insegnamento disciplinare, pertinente alla specifica figura

professionale, nella formazione di base, complementare e le attività tutoriali e di

coordinamento del tirocinio;

comunicare con chiarezza su problematiche di tipo organizzativo e sanitario con i

propri collaboratori e con gli utenti;

analizzare criticamente gli aspetti etici e deontologici delle professioni dell’area

sanitaria anche in una prospettiva di integrazione multiprofessionale.

Gli studenti in considerazione delle diverse discipline contenute nella classe, potranno

svolgere stage in servizi accreditati (Direzioni di Servizi, Servizi di Formazione, Centri

di Ricerca).

Gli insegnamenti nell’ambito dei diversi settori scientifico-disciplinari saranno svolti

con:

lezioni frontali;

esercitazioni teorico-pratiche;

attività di laboratorio;

attività di tirocinio. Il tirocinio formativo può essere svolto presso strutture della

facoltà ed Aziende Sanitarie Pubbliche e Private. Possono essere organizzati

soggiorni per attività per attività di tirocinio presso altre università italiane o

estere, secondo le convenzioni stipulate sul territorio nazionale e progetti di

scambio internazionale;

seminari di approfondimento delle diverse discipline.

Centro formativo

I Silenziosi Operai della Croce (in seguito SODC) dedicano un impegno particolare alla

formazione della persona sofferente e di coloro che sono deputati alla cura e alla

promozione del disabile stesso.

Per ciò che concerne la persona sofferente, fin dagli anni ’60 hanno fondato laboratori e

corsi professionali per permettere alle persone disabili di acquisire quelle conoscenze

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che favorissero il loro inserimento lavorativo. Queste attività non sono attualmente più

necessarie, almeno nella società europea, ove è normato e agevolato l’inserimento

scolastico delle persone portatrici di handicap. Continua invece la promozione formativa

attraverso corsi specifici, laboratori e cooperative sociali laddove se ne verifichi l’utilità.

La formazione cui fa maggiormente riferimento l’impegno dei SODC a questo livello è

quella spirituale ed associativa, a favore soprattutto dei Centri Volontari della Sofferenza

(CVS) Diocesani.

L’attività formativa nei confronti dell’associazione CVS parte dall’elaborazione del

Progetto Pastorale (triennale) e si concretizza in sussidi vari che guidano il cammino

diocesano annuale. Nel corso dell’anno pastorale i SODC collaborano in modo attivo

con i vari gruppi di Volontari della Sofferenza che operano a livello diocesano.

Dall’anno 2002 l’Associazione è stata approvata quale Provider ECM da parte del

Ministero della Salute e ha introdotto un sistema di gestione per la qualità nell’ambito

della progettazione di corsi di formazione ed aggiornamento professionale accreditati

presso il Ministero della Salute (accreditamento ECM).

Dal 2016 la Sede formativa è accreditata quale Provider ECM n. 331 in regime

definitivo presso la Regione Piemonte.

L’Agenzia formativa “Silenziosi Operai della Croce” è accreditata presso la Regione

Piemonte per lo svolgimento di attività di Formazione Professionale.

Rocca “Maria Madre della Chiesa – Montichiari (BS)

Il 7 novembre 1965 Mons. Novarese e sorella

Miriam, alla presenza di autorità religiose e civili,

con la partecipazione di molti malati, inaugurano

la presenza della comunità dei Silenziosi Operai

della Croce a Montichiari nel Castello Bonoris. Un

avvenimento che fa parlare i giornali del tempo:

una comunità di consacrati nel maniero situato sul

colle San Pancrazio al servizio dei sofferenti per

una riappropriazione della dignità della persona . Il

carisma del Beato Novarese in questa casa segna una tappa importante dell’opera : una

casa per la formazione dei membri che si affacciano all’opera con il desiderio di una

consacrazione di vita e la formazione degli iscritti al Centro Volontari della Sofferenza

per un impegno apostolico all’altezza dei tempi dando un timbro attivo alla persona. Il

sapere a servizio dell’azione connubio importante per una vita destinata a lasciare un

impronta nella storia. Tutto questo in un contesto di storicità e di silenzio arricchito dal

contatto con la natura che riporta sempre all’uomo uno sguardo verso le cose belle che

sanno di mistero.

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La comunità impegnata nella formazione ai membri del noviziato maschile e femminile

si apre subito ai bisogni dei sofferenti del paese con incontri a domicilio, e formazione

per bambini ed adulti. Stretto è il rapporto con il CVS di Brescia e quello di Mantova.

Nel contempo si completano i lavori alla foresteria che subisce un ampliamento

strutturale adeguando gli ambienti all’accoglienza dei malati. Così nel 1968 la comunità

dal castello si trasferisce nella foresteria, quella che era stata sede del convento dei

Cappuccini (1589-1799), con un impegno verso i poveri del paese. Tale sede diventa

punto di incontro e confronto per trasformare le povertà della vita in moneta di conquista.

(espressione usata da Paolo VI in un discorso rivolto ai volontari della sofferenza). Si

inizia anche l’accoglienza ai sacerdoti ammalati, attività che stava tanto a cuore al beato

Novarese. Nel 1974 la comunità in collaborazione con il CVS di Brescia inizia il

pellegrinaggio pasquale a Lourdes, (in treno) che ancora oggi raccoglie oltre 500

persone tra sani e malati con personale medico e paramedico. E’ entusiasmante la

presenza di bambini adolescenti e giovani che scelgono di vivere una settimana a

servizio dei malati facendo dell’esperienza una scuola di vita. Molti trasformati

dall’esperienza contagiano con il loro entusiasmo amici e conoscenti, rinnovando la loro

presenza al pellegrinaggio assicurando così il contributo dell’esperienza che favorisce il

buon andamento dell’iniziativa. Quanto bene si espande quando si ritorna a casa con

qualcosa di nuovo, ed ogni anno è diverso da quello precedente. Tali persone, malati e

sani diventano i misteriosi benefattori dell’umanità, diceva San Tommaso d’Aquino che

il Bene è diffusivo di sé. Nel 1983 il noviziato maschile viene trasferito a Rocca Priora e

quello femminile negli anni novanta sarà trasferito sempre a Rocca Priora. Le altre

attività continuano accogliendo anche gruppi di associazioni o parrocchie per momenti

di formazione e spiritualità diurna e residenziale. Nel 1996, a seguito delle normative

europee, richiedenti alle strutture molteplici lavori di adeguamento, l’associazione si

vede costretta a cedere il Castello al Comune. Così la proprietà è divisa in due, il

Castello con una parte del parco viene venduto al Comune di Montichiari e la foresteria

con parco e orto dei cappuccini rimane ai Silenziosi Operai della Croce i quali

continuano la loro opera non diminuendo il loro raggio d’azione. La casa usurata dal

tempo avrà bisogno anche di interventi strutturali, e di fronte alle necessità ecco che

l’Amore di Dio si trasforma in Carità. Una struttura antica soggetta a vincoli di

supervisione logistica riceve da molti benefattori il necessario per fronteggiare le spese

che ancora oggi si rendono necessarie. Il beato Novarese ha insegnato ai suoi figli

spirituali che l’opera è nelle mani della Vergine Maria, essa nasce dalle sue richieste. In

questo cammino di operosità che richiede continua fiducia ecco tanti volontari che

affiancano la comunità nella conduzione delle varie attività.

Come guardare il futuro? Con serena speranza. Nella vigna del Signore il lavoro è molto

accanto a chi soffre. La continua azione nel tempo ha dato nuovi sostegni di carattere

socio culturale e lavorativo ai sofferenti, ma persiste il bisogno di una azione formativa

che aiuti l’uomo a centrarsi, a trovare il senso della sua vita, a vivere la propria

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soggettualità, a donare quanto di inequivocabile possiede, perché il mondo ha bisogno

del proprio apporto.

Casa Mater Misericordiae – Gerusalemme (Israele)

Posta nel cuore dell’opera di salvezza,

per la sua collocazione è di importanza

fondamentale la Casa Mater

Misericordiae di Gerusalemme.

Posta nella via Al Shayyha, strada che

dalla chiesa del Pater Noster percorre la

periferia del quartiere A Tur, scendendo

verso Betfage, celebre per i fatti

evangelici e la solenne processione delle

Palme, sorge la casa proprio sopra

Betania dove corre l'arteria che scende

da Gerusalemme a Gerico da cui è separata dal famoso “muro” che separa la zona

israeliana dalla zona palestinese. Situata alle falde del Monte degli Ulivi, gode di un

panorama eccezionale su Gerusalemme.

La casa risulta ideale come luogo appartato per l'attività di accoglienza per sacerdoti e

laici che frequentano corsi di studi biblici nei diversi istituti di Gerusalemme. Adatta per

spazi di riflessione, meditazione o pause spirituali, periodi sabbatici e corsi di

aggiornamento.

La comunità dei Silenziosi Operai della Croce nel quotidiano impegno è protesa a

realizzare al massimo il clima di familiarità, convivialità e servizio che caratterizzò la

casa di Marta, Maria e Lazzaro.

Nella spaziosa e silente cappella una delle vetrate ricorda il toccante episodio evangelico

di Gesù a Betania: tale esempio e richiamo guida la comunità nel suo servizio alla

Chiesa e ai fratelli.

La vicinanza con la città di Sion, i forti basilari luoghi evangelici, così importanti per la

nostra fede, formano un insieme che come traccia vitale accompagna coloro che cercano

di ravvivare e cresce sempre più nella conoscenza di Dio, per credere, amare e servire

sempre più la Chiesa.

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Fondation Bethléem de Mouda - Cameroun

La fondazione, cui collaborano i Silenziosi Operai della Croce ed i missionari del PIME,

opera in una delle zone più bisognose al mondo in un contesto dominato da violenze di

ogni genere, tant'è che al centro è stata assegnata una scorta armata, ma proprio in queste

condizioni maggiore è la necessità di portare

l'opera di testimonianza e l'azione concreta a

favore dei soggetti meno fortunati.

Riconosciuta come struttura di pubblica utilità,

dal 1997 offre accoglienza e sostegno

sanitario, riabilitativo, educativo e formativo

a numerose persone e in particolare ai

bambini associando opportunità di lavoro e di

reinserimento a favore delle fasce più deboli.

La produzione artigianale e le attività agro-

pastorali svolte dal centro contribuiscono a

fornire un significativo apporto, ma non sono

in grado di coprire l’intero ammontare delle spese di gestione della struttura che per

sopravvivere ha bisogno del sostegno dagli enti fondatori e dei finanziamenti progettuali.

Alla Fondazione di Mouda l’Associazione destina ogni anno le somme raccolte

attraverso le firme dei contribuenti italiani per dare il 5 x 1000 delle loro tasse ad

Associazioni senza fine di lucro.

Il contesto in cui si opera è infatti condizionato da epidemie persistenti di colera specie

durante la stagione delle piogge e il costante rischio di altre epidemie cui deve

aggiungersi l'inquietante presenza di Boko Haram con le sue azioni di terrore e dalle

condizioni operative caratterizzate da continui guasti della rete elettrica e notevoli

difficoltà di rifornimenti, solo per citare i problemi principali.

Nonostante questo scenario operativo, la Fondazione Betlemme organizza ogni anno

diverse missioni specialistiche rivolte ai suoi ospiti e alla popolazione dei villaggi,

sintetizzabile nella seguente tabella

Attività 2015 2016 2017 prospettive

Sezione nido 70 bambini da 0

a 30 mesi

113 bambini da

0 a 30 mesi

91 bambini da 0

a 30 mesi

Sezione sarè

(supporto al

programma

scolastico)

150 bambini e

ragazzi; 6

adulti; 165

pazienti della

123 bambini e

ragazzi; 6

adulti; 152

pazienti della

118 bambini e

ragazzi; 6

adulti; 165

pazienti della

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riabilitazione;

15 bambini

malnutriti.

riabilitazione. riabilitazione.

Centro di

riabilitazione

165 assistiti;

12 casi sociali;

13 pazienti

esterni 37

bambini iscritte

alle attività

educative

152 assistiti

303

consultazioni

eseguite tra

adulti e bambini

con problemi

neurologici o

fisici 35

bambini iscritte

alle attività

educative

246 assistiti

463

consultazioni

tra adulti e

bambini con

problemi

neurologici o

fisici 34

bambini iscritte

alle attività

educative

CESDA Centro

di rieducazione

per bambini

sordi

58 bambini

sordi

58 bambini

sordi

58 bambini

sordi

Scuola materna 87 iscritti; con

7 abbandoni

77 iscritti; 7

abbandoni

48 iscritti; 3

abbandoni

CFAAM centro

di artigianato e

di formazione

110 iscritti

40 apprendisti

artigiani (le

iscrizioni sono

state sospese

per il primo

anno per

ragioni di

sicurezza)

40 e 130

apprendisti

artigiani

40 e 130

apprendisti

artigiani

Fattoria Al centro

afferiscono a

vario titolo i

frequentanti ai

corsi sia a

scopo didattico

che di svago

Ampliamento

dell'attività

(181 nuovi

porcellini e 420

galline ovaiole)

Mantenimento

delle attività

anche se non si

raggiunge

ancora

l'autonomia

avvio

dell'attività di

Ricerca del

raggiungimento

dell'autonomia

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un mulino

Missione

Ortopedica

218 persone

seguite

63 interventi

Sospensione

attività causa

condizioni

ambientali

Sospensione

attività causa

condizioni

ambientali

Riattivazione

delle attività

ortopediche,

anche

attraverso un

programma

formativo

condotto con il

CRRF Mons.

Luigi Novarese

di Moncrivello

Infermeria Tutti quelli che

si sono

presentati alla

fondazione per

ragioni di salute

Oltre alle

normali attività,

nel mese di

maggio si

dovuto far

fronte a un

epidemia di

Escherichia coli

826

consultazioni,

di cui 724

rivolte a

pazienti interni

e 102 esterni

392 analisi di

laboratorio

Eventi

organizzati

8 feste (11

febbraio, festa

della gioventù.

8 marzo,

giornata della

donna. 1

maggio, festa

del lavoro. 20

maggio, festa

nazionale. Festa

di fine anno

scolastico. 2

ottobre festa

Fondazione

Betlemme. 3

dicembre

giornata del

disabile.

Santissimo

Natale)

8 feste (11

febbraio, festa

della gioventù.

8 marzo,

giornata della

donna. 1

maggio, festa

del lavoro. 20

maggio, festa

nazionale. Festa

di fine anno

scolastico. 2

ottobre festa

Fondazione

Betlemme. 3

dicembre

giornata del

disabile.

Santissimo

Natale)

8 feste (11

febbraio, festa

della gioventù.

8 marzo,

giornata della

donna. 1

maggio, festa

del lavoro. 20

maggio, festa

nazionale. Festa

di fine anno

scolastico. 2

ottobre festa

Fondazione

Betlemme. 3

dicembre

giornata del

disabile.

Santissimo

Natale)

Considerata

l'importanza di

mantenere

momenti

spensierati a

frequentatori

del centro è di

fondamentale

importanza

assicurare

continuità

anche

nell'organizzare

le feste.

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Per gestire tutti questi servizi sono impegnate 159 persone così distribuite:

Asilo Nido

2015 48 nutrici; 2 cuoche; 8 lavandaie

2016 48 nutrici; 2 cuoche; 8 lavandaie

2017 42 nutrici; 2 cuoche; 8 lavandaie

Sezione saré

2015 26 assistenti-educatori; 16 addetti alla cucina

2016 26 assistenti-educatori; 10 addetti alla cucina

2017 29 assistenti-educatori; 13 addetti alla cucina

Centro di riabilitazione

2015 1 coordinatrice espatriata; 4 fisioterapisti; 1 aiuto fisioterapista; 2 educatori

qualificati; 7 assistenti;

2016 1 coordinatrice locale; 3 fisioterapisti; 1 aiuto fisioterapista; 1 educatore

qualificato; 7 assistenti

2017 1 coordinatrice locale; 3 fisioterapisti; 3 aiuto fisioterapisti; 7 assistenti educatori

Centro di educazione per bambini sordi – CESDA

2015 1 direttore e tecnico ortofonista; 5 insegnanti di cui 1 tecnico ortofonista; 1

insegnante di ceramica

2016 1 direttore e tecnico ortofonista; 4 insegnanti; 1 insegnante di ceramica

2017 1 direttore e tecnico ortofonista; 2 insegnanti; 3 insegnati apprendisti; 1 insegnante

di ceramica; 3 seminaristi

Scuola materna

2015 3 maestre di cui 1 direttrice 1 direttore,

2016 3 maestre di cui 1 direttrice

2017 3 maestre di cui 1 direttrice

Infermeria

2015 1 infermiere, 1 tecnico di laboratorio

2016 1 infermiere, 1 tecnico di laboratorio

2017 1 infermiere, 1 tecnico di laboratorio

Centro di artigianato e di formazione – CFAAM

2015 1 coordinatore, 13 artigiani, 4 insegnanti sarti, 3 alfabetizzatori, 1 insegnante di

sport, 2 assistenti

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2016 1 direttore, 13 artigiani, 4 insegnanti sarti, 3 alfabetizzatori, 1 insegnante di sport,

2 assistenti

2017 1 direttore, 13 artigiani, 4 insegnanti sarti, 3 alfabetizzatori, 1 insegnante di sport,

2 assistenti

Fattoria

2015 1 coordinatore, 6 fattori

2016 1 coordinatore, 6 fattori

2017 1 coordinatore, 6 fattori

Mulino

2017 2 mugnai

Tra il personale impiegato un ruolo particolare è dato dal personale volontario del

servizio civile italiano (8 professionisti nel 2014). Purtroppo nel 2015, causa i pericoli

ambientali, è stato sospeso l'invio di volontari, che per fortuna è ripreso nel 2016 e si

spera possa essere ulteriormente sviluppato. In particolare merita nota la formazione

teorico pratica della durata di dieci giorni condotta da cinque specialisti provenienti

dall’Italia, più in particolare, una neuropsichiatra infantile, un fisiatra, due fisioterapisti e

una terapista occupazionale.

Un punto di forza dei Silenziosi Operai della Croce è proprio quello di acquisire il

miglior know how in realtà occidentali e saperle trasferire adattandole nelle realtà più

compromesse. Il flusso però è multidirezionale, nel senso che in ogni realtà si

concretizzano esperienze e nuove conoscenze che poi vengono messe a disposizione di

tutti in modo da accrescere il livello di intervento. Come sottolineato dalla stampa

specialistica oggi nel settore sanitario si dispongono di molte conoscenze ma si fatica a

trasferire le medesime nelle specifiche realtà. Per assurdo l'introduzione di nuove

conoscenze rischia di creare ulteriori inceppamenti organizzativi se la loro introduzione

non adeguatamente preparata sia livello culturale che manageriale. L'esperienza

maturata dai Silenziosi Operai della Croce offre un'esperienza organizzativa di

impareggiabile originalità

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Casa Salus Infirmorum – Giovanni Paolo II

GLOGOW - Polonia

Convenzionato con il Fondo Nazionale per la

Salute dal 2011 ha sviluppato attività a carattere

socio riabilitativo con soggiorni della durata di 14

giorni continuativi con una presenza media di 90

persone

Turnus Turnus di 14 gironi Soggetti partecipanti

(giornate di degenza)

2016 14 1005 Ricoveri di cui 79

privati

2017 14 1052 Ricoveri di cui 128

privati

All'attività di soggiorno dei Turnus si affianca un’attività ambulatoriale di Rieducazione

funzionale erogata da un reparto diurno di fisioterapia e logopedia rivolto ai bambini in

età evolutivi o per richiedenti prestazioni richieste direttamente da soggetti privati. Attività di

fisioterapia

(Numero visite /

cicli di terapie)

Attività di

logopedia (Numero

visite / cicli di

terapie)

Progetti PFRON

2015

2016

2017

Responsabile del Centro è Sorella Margherita Malska coadiuvata da un medico fisiatra

con funzione di direttore sanitario, un ortopedico-traumatologico. 9 fisioterapisti e 2

logopedisti.

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Centro Francisco e Jacinta Marto – Fatima (Portogallo)

La nostra presenza a Fatima è iniziata nel 1983

nella casa Virgo Fidelis con la scuola di

maglieria/ceramica per ragazze della zona;

assistenza ai sacerdoti; e l’Apostolato del CVS in

Portogallo. Attività che si sono svolte fino al 1995.

Sono terminate poco dopo l’apertura del Centro

Francisco e Jacinta Marto

Con l’apertura del Centro Francisco e Jacinta

Marto(1994) la comunità si è attivata nel rendere la casa accogliente e adeguata come

“Centro di spiritualità”.

Dopo le iniziali difficoltà la casa è ben conosciuta sia nella diocesi di Leiria – Fatima

che nel resto del Portogallo. Con il passare degli anni si è sempre più qualificata con la

presenza di persone singole, gruppi, associazioni, movimenti, che realizzano attività

proprie, di formazione, ritiri, esercizi spirituali.

Si svolgono, programmati dalla comunità Esercizi Spirituali, personalizzati, con metodo

ignaziano, orientati da padri Gesuiti, rivolti a Religiose/i intercogregazionale e anche a

laici. Le persone e i gruppi che frequentano la casa ne apprezzano la funzionalità, il

silenzio, gli spazi, l’accoglienza.

Dal mene di Agosto dell’anno 2006, il rettore del Santuario di Fatima ha chiesto la

disponibilità di accogliere giovani portoghesi con disagi psichici e fisici per una

settimana di vacanza e spiritualità.

Il primo anno c’è stata una sola settimana, poi, vedendo l’importanza di accogliere

questi giovani ogni anno sono state aumentate le settimane. Ora si svolgono 5 settimane

tra il mese di luglio e agosto.

Durante le settimane di permanenza si attua un progetto formativo per i giovani, per i

volontari per i familiari che sono presenti si parla anche del Centro volontari della

Sofferenza. Soprattutto si aiutano i familiari i volontari a comprendere che i giovani che

partecipano, sono persone, nonostante i loro limiti e come tali vanno trattati e si possono

aiutare le comunità parrocchiali a fare altrettanto.

Si cerca, infatti di sfruttare tutte le occasioni, per sensibilizzare le persone e anche i

sacerdoti che incontriamo in casa o fuori, per aiutarli a formarsi una mentalità più attenta

verso le persone che soffrono.

Sono piccolissimi semi che si cerca di gettare in terra portoghese.

Sono esperienze interessanti che ci permettono di conoscere meglio la realtà locale e

anche tante difficili situazioni.

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Per quanto riguarda l’attuazione del carisma associativo, si continua a seguire il CVS

della Diocesi di Leiria-Fatima dove siamo stati approvati. Da qualche anno il Centro

Volontari della sofferenza è presente nella Diocesi di Porto, si sta aspettando

l’approvazione da parte del Vescovo.

In Portogallo da tanti anni, nel 1926, Padre Manuel Nunes Formigão, il sacerdote che ha

accompagnato il fenomeno delle apparizioni ha deciso di fondare un’associazione, con

l’obbiettivo di aiutare le persone a conoscere e vivere i messaggi di Fatima nel 1934 i

Vescovi portoghesi hanno approvato questa Associazione che si chiama “Movimento dei

Messaggi di Fatima”. I messaggi della Madonna in Portogallo sono ben conosciuti e

questa Associazione promuove per tutte le diocesi del portogallo esercizi spirituali per

ammalati gratuiti.

Noi, Silenziosi Operai della Croce, dobbiamo saper approfittare di tutte le Situazioni per

far conoscere il nostro Carisma, perciò collaboriamo con il Santuario, con il Movimento

dei Messaggi di Fatima; da parecchi anni siamo inserite nella commissione della

pastorale della salute della diocesi, e con loro abbiamo fatto momenti di formazione per

le persone delle parrocchie che vanno a visitare gli ammalati e altre iniziative.

Comunità di Buenaventura e Acacias (Colombia)

A partire dal 2006, nel contesto urbano della

diocesi di Buenaventura, e nel 20…. ad Acacias, la

comunità dei SOdC offre una presenza

comunitaria caratterizzata da: attività non

residenziale; inserimento prioritario nella pastorale

parrocchiale e diocesana, soprattutto per la

promozione integrale della persona sofferente,

nello specifico apostolato del CVS; attenzione

formativa verso quanti operano nella pastorale

della salute. Tale azione si estende alla nazione

colombiana, sulla base di contatti già attivi, e si rivolge alle altre nazioni del Centro -

Sud America, collaborando con la Confederazione internazionale CVS.

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Note sulla compilazione del Bilancio Sociale

Criteri seguiti per la predisposizione del presente bilancio sociale

Essere al servizio del prossimo, ai giorni nostri, significa anche rende conto nel modo

più trasparente ed esaustivo possibile di come si gestisce un'impresa, specie se questa è

organizzata in forma associativa e fruisce della benevolenza caritatevole di molte

persone. Uno strumento di rendicontazione delle responsabilità dei componenti e dei

risultati sociali, ambientali ed economici delle attività svolte, al fine di offrire

un'informativa strutturata e puntuale a tutti gli stakeholder e più in generale a tutti di

destinatari del documento.

Il miglioramento della cultura delle imprese verso la sostenibilità sociale ed etica, ha

infatti indotto l'individuazione di standard e modelli, rendendo sempre più necessaria

una definizione, il più possibile condivisi, di principi e di processi che rendano chiarezza

e sicurezza sulle informazioni trasmesse.

La legislatura internazionale elaborata in sede ONU che a partire dai diritti fondamentali

dell'uomo alle legislazione particolari predisposte dai suoi organismi (l'Organizzazione

Mondiale del Lavoro, della Sanità, dei Trasporti, del Commercio, l'UNICEF) stanno

definendo un insieme di regole, non solo economiche, cui tutti sono chiamati a rispettare.

Ai documenti tradizionali volti a rispondere a precise regole civilistiche e fiscali, si

viene a creare la necessità di fornire un'esposizione ragionata di informazioni che, in

base alle conoscenze elaborate dalle scienze amministrative, tendono a riprogettare i

bilanci ponendo l’accento su parametri immateriali ed etici: i cosiddetti bilanci di genere

o balanced scorecard. Trattasi di sistemi di riferimento in grado di tradurre gli obiettivi

strategici, raggiungibili, misurabili e determinati, in un insieme coerente di misure di

performance. In concreto, se i tradizionali bilanci contabili permettono di evidenziare

aspetti economico- finanziari (tra cui la produttività per addetto), i bilanci immateriali

mettono in evidenza aspetti socio-economici (tra cui la produttività sociale), cioè come

si contribuisce al funzionamento della società in cui si è inseriti.

La balanced scorecard, misurando le performance di lungo periodo non direttamente

riconducibile agli aspetti finanziari, può fornire una valutazione bilanciata volta ad

analizzare il successo complessivo di un'attività consentendo di monitorare, non solo i

risultati economici, ma di valutare i progressi compiuti verso il benessere individuale e

collettivo.

Il Bilancio sociale diventa così un sistema di riferimento in grado di tradurre gli obiettivi

prefissati in un insieme coerente di misure di performance. La necessità del balanced

scorecard deriva dalla difficoltà delle normali rilevazioni di bilancio a misurare i dati

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aziendali di lungo periodo specie quelli non direttamente riconducibili agli aspetti

finanziari. Trattasi cioè di una valutazione volta a verificare la rispondenza dell'attività

dei Silenziosi Operai della Croce alla Missione intrapresa e, in secondo ordine, ad

aspetti operativi quali: customer (clientela), internal (processi aziendali interni) e

innovation (capacità di adeguarsi al cambiamento) learning (apprendimento/crescita

continua), affiancandoli ai tradizionali parametri di valutazione finanziaria.

La decisione di redigere un bilancio sociale, seppur attuata su base volontaria, non

prescinde dalla oggettività e scientificità dei principi adottati (Chiarezza, Completezza,

Inclusione, Rilevanza, Periodicità, Trasparenza, veridicità) e dei criteri di base utilizzati

nel processo di rendicontazione così come determinato dalla “Agenzia per le

organizzazioni non Lucrative di utilità sociale”. Per una società NON Profit diventa

fondamentale individuare la pluralità dei soggetti con cui è chiamata ad interloquire

evidenziando la tipologia di relazioni in funzione degli scopi statuari da raggiungere.

Il Bilancio sociale dell'Associazione dei “Silenziosi Operai della Croce” è stato

sviluppato con l'obiettivo di evidenziare:

gli obiettivi e le motivazioni che hanno portato ad approcciare una rendicontazione

sociale;

le caratteristiche dell'associazione ed i principi religiosi e filosofici che ne informano

tutta l'attività;

i risultati diretti (output) ed indiretti (outcome) che si sono perseguiti e raggiunti nel

periodo osservato;

la selezione degli input/income quale garanzia di qualità di tutto il processo.

Per la completezza delle informazioni sono state individuate le seguenti tematiche:

assetto istituzionale

struttura organizzativa

personale dipendente / coinvolgimento del volontariato

modalità di finanziamento e gestione patrimoniale

attività scientifica e divulgativa

attività sanitaria

attività assistenziale a disagio e famiglia

ambiente

scuola e formazione

certificabilità delle informazioni

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Finalità e metodologie seguite nella redazione come conciliare l’attenzione verso il paziente

e la necessità di gestire correttamente le risorse

La predisposizione del bilancio sociale ha teso ad innalzare il dibattito sulle questioni di

profilo economiche, organizzative ed etiche, che governano il lavoro del Silenziosi

Operai della Croce.

Le tradizionali valutazioni basate sulle rilevazioni economico-finanziarie non sono più

sufficienti, a descrivere compiutamente la complessità della dimensione aziendale, in un

mondo come quello sanitario che dev’essere costantemente rivolto ad aiutare le persone

nei loro momenti più difficili. Si deve quindi creare un collegamento tra l’insegnamento

dei Santi Sociali volto a porre la massima attenzione all’uomo e le regole etiche che

impongono un uso corretto di risorse, per definizione limitate. Sprecare una risorsa

sanitaria, significa infatti sottrarre possibilità di cura ad un altro essere umano.

Quest’analisi non trova soddisfazione nel bilancio civilistico-fiscale che esprime i

risultati di una gestione passata, mentre una complessione richiede con sempre maggiore

frequenza, di conoscere le potenzialità di crescita e di posizionamento nel futuro. È cioè

necessario capire quali sono le possibilità di sopravvivenza e sviluppo per

un’organizzazione, in funzione del suo adattamento alla società e all’evolversi di questa.

In tale contesto, qualsiasi prodotto/servizio oggi in commercio richiede, per poter essere

acquistati, una “credibilità” non più basata esclusivamente sul prezzo (una no price

competition di natura etica), ma su fattori quali l’affidabilità del prodotto, le garanzie di

qualità offerte e, last but not least, la qualità della produzione (premiando, ad esempio, la

garanzia dell’esclusione di sfruttamento di manodopera infantile, il non ricorso a

nessuna forma di inquinamento o altre modalità produttive deprecabili). Queste

informazioni non si ricavano dai bilanci e ciò rende necessario prevedere e sviluppare

altri strumenti. Le stesse problematiche si ripropongono, ancor più amplificate, in

ambito sanitario.

La balanced scorecard, partendo da un atteggiamento culturale giunge ad un nuovo

modo di interpretare i dati di bilancio e gestionali fornendo un riferimento in grado di

tradurre gli obiettivi strategici, raggiungibili, misurabili e determinati, in un insieme

“multidimensionale” coerente di misure di performance.

Tale necessità deriva, in sintesi, dalla difficoltà delle normali rilevazioni di bilancio a

misurare le performance di lungo periodo, non direttamente riconducibili agli aspetti

finanziari.

La finalità della balanced scorecard è quella di consentire pertanto alle organizzazioni di

monitorare non solo i risultati finanziari, ma di valutare nel contempo i progressi

compiuti nell’acquisizione delle capacità e delle attività immateriali necessarie per

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ulteriori sviluppi. La balanced scorecard può infatti essere utilizzata anche nella fase di

formazione dei processi gestionali cruciali come la pianificazione o nel processo di feed-

back/feed-foreward.

Nell’ambito della graduale trasformazione delle strutture sanitarie, la capacità di gestire

le attività immateriali e le risorse umane, è diventata spesso più importante della stessa

capacità di investire in beni materiali.

I sistemi di misura di carattere economico-finanziario non permettono di verificare il

raggiungimento di obiettivi stabiliti in sede di strategia e soprattutto stentano a fornire

gli elementi necessari per far funzionare meccanismi di integrazione e di miglioramento

costante.

L’attività dei Silenziosi Operai della Croce è il risultato di una serie complessa di azioni

che risulta da un incontro tra assorbimento di risorse di diversa qualità e soprattutto di

dedizione costante verso i pazienti e ai loro problemi. Sotto un profilo contabile, però

tali aspetti non riescono a trovare adeguata visibilità, in quanto non rispondono

direttamente alla necessità di misurare l’incremento di valore. La balance scorecard

tende a rimediare a queste carenze partendo anche da indicatori che tengono conto di

ulteriori prospettive non strettamente collegate a valori monetari ma necessarie per

definire un ruolo ed una responsabilità sociale dell’impresa consona alle aspettative di

una società post industriale, dove l’impresa non è più un assemblatore, ma un soggetto

sociale attivo e maturo.

Le attività socio-sanitarie dei Silenziosi Operai della Croce competono su più fronti: la

qualità, la rapidità, l’innovazione, la reattività e l’eticità e per ottenere questi risultati

devono poter fare affidamento risorse umane che abbiano assimilato il principio di

responsabilizzazione operato-risultati in capo ad ogni individuo facente parte di

un’organizzazione. A sottolineare questo risultato è la percentuale di 0osggetti preparati

direttamente.

Questi fattori devono essere evidenziati in forme adeguate che non sempre possono

trovare capienza nelle normali valorizzazioni del bilancio ma richiedono un sistema di

rilevazioni di performance (Performance Measure System) in grado di riassumere le

impostazioni organizzative delle funzioni aziendali per fornire una visione trasversale

per processi, attraverso una determinazione dei costi che costituisce la base di

allocazione delle attività al prodotto.

Quest’impostazione obbliga a individuare alcuni fattori (costi, risorse umane e materiali)

in grado di definire la creazione di valore, in grado di influenzare il successo stesso

dell’attività. Tali fattori variano non tanto in base al numero delle unità prodotte ma in

base alla diversità e alla complessità dei processi produttivi attivati. La contabilità che

supporta l’individuazione dei questi fattori obbliga a superare la visione per centro di

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costo e adottare un approccio per attività, in quanto sono queste e non i prodotti che

assorbono i fattori produttivi e quindi generano costi.

Nella catena del valore si possono infatti individuare attività primarie e attività di

supporto, cioè attività che permettono il buon funzionamento del sistema: tutte

contribuiscono a determinare il successo della produzione, ma con intensità diversa.

Nell’ambiente sanitario si opera in un sistema di No-Price Competition dove la

competizione fra produttori/erogatori si sviluppa non già sul prezzo, ma su altri fattori,

quali, ad esempio, la qualità delle prestazioni, la tempestività con cui si erogano certe

prestazioni, la segmentazione del mercato, la diversificazione del prodotto, la creazione

di cartelli tra produttori e altro ancora. La no-price competition si realizza soprattutto in

un regime di prezzi imposti, cioè quando un sistema tariffario impone il valore delle

prestazioni; in questo caso una struttura sanitaria deve vendere le proprie prestazioni, in

quantità potenzialmente illimitate, ad un prezzo prefissato da un terzo soggetto.

Le imprese sono costantemente volte alla ricerca di un fitness sociale oltre che

economico ricercando costantemente fiducia adesione e compartecipazione da parte

dell’ambiente in cui operano: l’attenzione di un’azienda non è più solo diretta a ricercare

spazi sui mercati, ma un complesso di relazioni che garantiscano credibilità alla struttura

sanitaria, quale soggetto sociale maturo e responsabile. Quando le tecnologie sono

scarsamente comprese e gli obiettivi sono ambigui e comunque in tutte le situazioni in

cui l’ambiente crea incertezza, succede che le organizzazioni, per raggiungere il

desiderato fitness sociale, si modellino su altre organizzazioni, dando così vita a un

meccanismo riconducibile a una forma di isomorfismo istituzionale (cioè la tendenza per

le organizzazioni di competere non solo per assicurarsi risorse e clienti, ma anche per

ottenere potere politico e legittimazione).

Il tentativo di gestire e valutare questo nuovo insieme di relazioni induce le strutture

sanitarie ad assumere decisioni che nascono da precise valutazioni, a fronte di opportune

informazioni ricavabili solo con la predisposizione di apposite banche dati. I processi

per acquisire maggiori conoscenze diventano essi stessi le cause di comportamenti che

possono generare atti densi di conseguenze, sia di carattere economico-finanziario che

organizzative-funzionali.

In quest’ottica il balanced scorecard rappresenta uno strumento manageriale utile per

creare modelli da seguire, tendenti a generare un “performance system” flessibile,

efficace e soprattutto economicamente giustificabile.

La balanced scorecard nasce da una esigenza pratica di evidenziare le performance

semplici quali i tempi di consegna, il grado di soddisfazione dei clienti, i tempi medi di

processo etc. Da queste rilevazioni operative si è, col tempo, passati ad un livello più

articolato volto a cogliere l’immagine che la struttura proietta di se verso la società in

cui opera: dalle relazioni sindacali, alle modalità di apparire sui mass media, alla

capacità di offrire soluzioni al contesto in cui si opera, alla rapidità di erogare

prestazioni.

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La ricerca di strumenti per individuare e quantificare le rilevazioni che non trovano

spazio nei tradizionali dati contabili porta pertanto a definire quattro distinte prospettive

di miglioramento:

financial; le misurazioni di carattere economico-finanziario devono essere in grado di

rilevare anche le capacità di un’azienda di generare reddito e ricchezza (intendendo sotto

questo aspetto il grado di fiducia che gli azionisti e gli investitori istituzionali possono

indirizzare verso l’azienda stessa).

customer; mira a verificare l’immagine che l’azienda proietta nel suo mercato e la

possibilità di verificare se l’azienda è in grado di soddisfare anche in futuro dette attese,

considerata l’evoluzione della società e la presenza dinamica di società concorrenti.

internal; la capacità dei processi di avvicinarsi all’eccellenza intesa anche come

capacità di utilizzo razionale delle risorse disponibili.

innovation end learning; attraverso l’applicazione della tecnica del miglioramento

continuo occorre verificare la possibilità di accrescere il valore della parte intangibile

della struttura aziendale comprendente anche lo skill dei partecipanti al processo

produttivo.

Raccolta delle informazioni e loro archiviazione

Tutte le informazioni contenute nel bilancio sociale sono tratte da materiale raccolto e

appositamente archiviato in modo da fornire riscontro e per creare una banca dati a

disposizione di eventuali cultori della materia

Stesura del bilancio sociale

Il bilancio sociale è stato redatto grazie ad un continuo e approfondito confronto con

tutti gli interlocutori interessati.

Validazione e approvazione del documento

Il documento, prima della sua ufficializzazione è stato sottoposto al vaglio dei organi

associativi per una loro condivisione.

Prospettive

Oltre alle modalità di diffusione del documento tramite i canali propri dell'associazione

il bilancio sociale è aperto ai suggerimenti per i possibili sviluppi e le necessarie

integrazioni.

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Quadro sinottico

Argomento Materiale reperibilità

Principi di

riferimento

Libro di Mario

Anselmo sulla vita

di Mons Luigi

Novarese

Disponibile presso

tutte le sedi

Storia e

documentazione

Archivio storico dei

Silenziosi Operai

della Croce

Disponibile su

richiesta dei

ricercatori

Corologia (distribuzione sul

territorio e le

ragioni che hanno

portato a scegliere

dove localizzarsi)

Si veda slide

riportante i luoghi

di intervento

Attività specifiche

1) attività socio-

sanitaria

Le carte dei servizi

offrono una sintesi

dei servizi offerti e

le modalità di

accesso

Carte dei servizi

Attività specifiche

2) attività formativa

Atti autorizzativi e

documentazione

attività svolte

Documentazione

reperibile presso la

scuola

Attività specifiche

3) pellegrinaggi

Memoria storica dei

precedenti e

testimonianze dei

partecipanti

Sito associazione

Attività specifiche

4) testimonianze

(Gerusalemme

Fatima etc)

Memoria storica dei

precedenti e

testimonianze dei

partecipanti

Bilanci contabili Bilanci pubblicati Disponibili presso

sede legale

“visti dalle persone

ospitati”

Testimonianze

significative e

“toccanti” dei

pazienti

Episodi, aneddoti,

lettere etc che

rilevano il quid in

più dato dal curare

non solo la

malattia

Patrimonio creato:

1) del personale

Analisi sul “quel

qualche cosa di più”

Soddisfazione

reale e percepita e

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addetto (skill)

2) delle persone

curate e dei loro

famigliari (benefico

realizzati)

3) educazione socio

sanitaria

(la cura dello spirito

che si apprende

presso le strutture

impatto sulla

popolazione

Rivista e produzione

culturale

Pubblicazioni

disponibili

Internet, Sito della

redazione

Definizione del gruppo di lavoro impegnato nella redazione del presente lavoro

Don Giovan Giuseppe Torre – Economo generale

Sorella Mara Strazzacappa – medico Geriatra

Dott Josè Parrella – Consulente legale

Prof Emanuele Ruffino Docente di economia e organizzazione dei sistemi del

Welfare