Bilancio Sociale dei Silenziosi operai della Croce · alla valorizzazione della sofferenza e alla...
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Bilancio Sociale dei Silenziosi Operai della Croce
In una società come quella attuale il termine “silenziosi” suona quasi come desueto:
eppure il valore della quiete torna ad essere un valore che, proprio perché scarso, assume
particolare significato. In silenzio si possono realizzare molte più opere nel nome della
Croce e l'insegnamento del Beato Luigi Novarese rappresenta una fonte maieutica di
continua illuminazione per chi crede che la persona che soffre sia, essa stessa, la risorsa
per avviare un cammino di guarigione e di rinascita. Un insegnamento che trova
realizzazione in più parti del mondo, in realtà profondamente diverse, in tempi e metodi
di realizzazione quasi antitetici ma che sempre offrono ai malati una speranza unica e un
percorso efficace. Il bilancio sociale dei Silenziosi Operai della Croce vuole essere una
sintesi di quanto realizzato quotidianamente nelle singole realtà e lo spirito che anima gli
operatori e che gli permette di portare la Croce con la gioia della testimonianza.
Le nostre radici
In un mondo che cominciava a rincorrere il consumismo quale unico stile di vita, il
Beato Luigi Novarese ripensava un modello basato sulla centralità del malato e a ciò
indirizzava tutto il suo pensiero e il suo lavoro per un nuovo modo di stare vicino al
malato e, conoscendolo, aiutarlo a guarire sia nel fisico che nello spirito. Si anticipava
così, in un contesto dove il rapido affermarsi delle scienze e delle tecniche collocavano
l'essere umano ad un ruolo quasi marginale, la capacità si costruire soluzioni dove la
persona poteva affrontare il dolore come protagonista di un percorso di rinascita da cui
emerge il paradigma per cui è lo spirito che cura il corpo. Una ricetta dalle potenzialità
ancora inesplorate ma che l'opera quotidiana nei centri gestiti ne offre una testimonianza
quanto mai efficace ed attuale.
Mons. Novarese anticipò di mezzo secolo le attuali teorie volte ad utilizzare al meglio la
forza interiore e l'intelligenza di un individuo nel perseguire un percorso che incoraggi
l’apprendimento e la responsabilizzazione attraverso un cammino di libertà. La persona
torna così ad essere considerata nella sua natura spirituale partecipe di ogni processo
decisionale, oggi definito “empowerment”, che lo riguarda perché dotato di libero
arbitrio. Da imprenditore della carità Mons. Novarese si chiese cosa bisogna fare nel
quotidiano per ridare a tutti una speranza, insegnando il percorso da seguire e non
limitandosi a considerarlo un oggetto su cui “applicare” delle cure o somministrare
farmaci. Diverse e qualificate sono state le linee guida prodotte in ambito sanitario, ma
che, se non correttamente interpretate e inserite in un contesto culturale adeguato,
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rischiano di trasformarsi in mera burocrazia sempre meno sopportato dai pazienti e dai
loro care giver.
La sofferenza non colpisce solo il corpo, investe il soggetto umiliandolo ed alienandolo
da se stesso: è questo il momento dove il malato ha più bisogno e, nel portargli la parola
del Signore, lo si aiuta ad intraprendere un cammino di guarigione completo.
Esprimendosi in termini manageriali, Novarese è stato il primo a valorizzare le risorse
spirituali per accompagnare e sostenere i percorsi terapeutico/riabilitativi.
Per capire cosa succede oggi nelle strutture bisogna tornare al dubbio giovanile di Mons.
Novarese quando si chiedeva se farsi medico (e dedicarsi alla cura delle malattie) o
diventare sacerdote (e diventare servitore dell'anima dei malati): scelse di essere un
imprenditore di carità al servizio di chi soffre e questo rimane oggi lo scopo ultimo
dell'Associazione, declinandolo in base ai tempi e al loco, ma sempre con grande fede ed
entusiasmo.
Fammi credere - Preghiera del Beato Luigi Novarese Fammi credere
o Signore
nella forza costruttrice del dolore.
Che io non veda
nel male che mi blocca
un ostacolo
alla mia perfezione.
Fammi capire
come
ogni istante di sofferenza
può essere trasformato
in moneta di conquista.
Ho bisogno di allargare
i miei orizzonti,
di comprendere che la vita
non è soltanto
quella che vedo.
Voglio sentirmi
un essere utile alla società,
su cui tutti
si possono appoggiare.
Voglio identificarmi
con Te, o Signore,
per scoprire
sempre di più
l'ampiezza dei miei orizzonti.
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Mons. Novarese
un costruttore di carità al servizio di chi soffre
Un'adolescenza trascorsa nel dolore di una malattia, la
coxite tubercolare: dato per spacciato, anziché arrendersi,
grazie all'intercessione della Beata Vergine e di Don
Rinaldi, terzo successore di Don Bosco, Mons. Novarese
vince prodigiosamente il dolore e intuisce qual' è lo scopo
della sua vita, “prendersi cura di chi soffre”.
La malattia lo aveva infatti profondamente segnato e
durante i momenti di sofferenza deve essersi più volte
chiesto cosa è maggiormente utile alle persone che
soffrono, ma soprattutto si interessa su come attribuire un
senso alla sofferenza e non limitarsi a gestire alcuni
momenti di questa. La grandezza del pensiero di Mons.
Novarese fu che mai i due concetti diventassero antitetici,
anzi proprio dal curare spirito e corpo individuò un nuovo
modo d'agire che oggi torna quanto mai attuale.
Nono figlio di una famiglia Casalese rischiò di morire alla nascita, sorte che toccò in
tenera età a tre suoi fratelli ed a nove mesi perse il papà. Era il 29/07/1914, l'Italia in
guerra e la mamma di Luigi si trovò a dover tirare avanti in condizioni difficili, ma non
venne mai meno la fiducia verso Maria, che Luigi apprese giorno per giorno.
Guarito pensa di iscriversi alla facoltà di medicina, ma poi decide di entrare in seminario,
non in contrapposizione, ma in continuità con l'idea di aiutare i malati: il medico delle
anime, come sarà poi correttamente definito.
Corroborato da queste esperienze, intuisce la necessità di organizzare la cura anche
come percorso spirituale affinché il dolore perdesse la sua disperata inutilità e fosse
vissuto con la consolazione e la speranza che provengono dalla sequenza di Cristo,
crocifisso e risorto. Non a caso, dopo la fondazione della Lega Sacerdotale Mariana
dedicata ai sacerdoti anziani e sofferenti, il Beato Luigi Novarese fonda, nel 1947, il
CVS (Centro Volontari della Sofferenza): un movimento di associazioni diocesane in
cui la persona sofferente si sente volontariamente impegnata a vivere il momento del
dolore quale esperienza liberatoria e costruttiva: il malato come soggetto attivo, manager
della propria malattia.
La rispondenza di questo approccio alle necessità quotidiano dei pazienti e alle crisi in
cui cadono i diversi sistemi sanitari ha fatto si che nascessero altre associazioni, riunite
poi da Mons. Novarese in una Confederazione internazionale guidata dai Silenziosi
Operai della Croce, il cui scopo è diffondere la Buona Novella del Vangelo della
Sofferenza nel quale ogni dolore viene trasformato quando viene unito a Cristo a favore
proprio e dei propri fratelli.
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La capacità di ascoltare il sofferente, in Mons. Novarese non fu fine a se stessa, ma gli
ispirò una capacità organizzativa che lo portò a dirigere l'Ufficio della Conferenza
Episcopale Italiana per la pastorale della salute per più di quindici anni, periodo durante
il quale emerse tutta la sua intelligenza organizzativa affinché la missione di essere
vicino ai fedeli quasi si tramutasse in un virtuale manuale per le moderne scuole di
organizzazione ed economia sanitaria.
Il suo spirito è sintetizzato in una frase: non dovete però arrestarvi, dovete essere delle
anime eroiche. Delle anime meschine il mondo è pieno. Di annunci il Signore non sa che
farsene.
La rivoluzione di Mons. Novarese è quella di ribaltare la visione pietistica che la società
e lo stesso malato ha di se stesso per renderlo evangelizzatore proprio tramite la
sofferenza che può ridar fiato alla sfera spirituale presente in ognuno di noi (la realtà
invisibile dello spirito) ma spesso soffocata dalla società in cui viviamo.
Mons. Novarese può essere definito come l'esploratore delle risorse delle spirito nella
limitatezza del corpo sofferente. Definizione che anticipa l'idea di disease management
etico, ancora tutto da scrivere.
Elvira Myriam Psorulla
Nata ad Haifa, oggi per grandezza terza città di
Israele, il 1 novembre del 1910, Elvira Myriam
Psorulla può sicuramente essere considerata la
cofondatrice delle attività dei SOdC sia per
l’impegno profuso che per l’abnegazione prestata.
Trascorre in famiglia, nella sua terra natale, la sua
giovinezza, diplomandosi alla scuola superiore.
Giunge in Italia, nel 1943 accompagnando uno zio
bisognoso di cure specialistiche. Nella capitale
lavora al Banco di Roma e frequenta la parrocchia
dei Santi Patroni d’Italia dove entra in contatto con don Luigi Novarese che diventa la
sua guida spirituale.
Inizia così a condividerne lo zelo pastorale per le persone sofferenti. Ne diviene poi
preziosa collaboratrice, nella costituzione progressiva di diverse realtà ecclesiali, votate
alla valorizzazione della sofferenza e alla promozione integrale delle persone ammalate
e disabili.
Il 17 maggio 1947 dà origine con mons. Novarese ai Volontari della Sofferenza e, tre
anni dopo, ai Silenziosi Operai della Croce.
Sorella Elvira rappresenta un vero e proprio propulsore sul piano pratico per tutto
l’apostolato per la valorizzazione della sofferenza: ripercorrendo i suoi passi ritroviamo
la diffusione dei fogli di propaganda, nella corrispondenza con i malati, la spedizione
manuale dell'”Ancora” (rivista nata nell’aprile 1950), la preparazione delle prime
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Giornate per i Malati e soprattutto la realizzazione dei primi Esercizi spirituali ad Oropa
(Bi) e a Re (Vb). Contribuisce fattivamente all’allestimento della “Casa del Pellegrino”
(Vb) (dove iniziò nel 1954 la vita comunitaria dei SOdC), avvia l’attività della Comunità
di Valleluogo di Ariano Irpino (Av) e si occupa dell’allestimento della Casa “Cuore
Immacolato di Maria”, per la quale non dubita a farsi questuante per sei mesi negli Stati
Uniti.
Quest’instancabile attività pratica è superata solo dalla vivacità sul piano culturale, nel
rielaborare le conoscenze portanti dell’apostolato della sofferenza, come testimoniano le
innumerevoli relazioni svolte in occasione dei convegni internazionali organizzati in
particolare dalla Lega Sacerdotale Mariana.
Dopo la morte di Mons. Luigi Novarese (1984), Sorella Elvira Myriam, in qualità di
Sorella Maggiore dell’Opera, diventa un punto di riferimento per le scelte e il cammino
dei Silenziosi Operai della Croce e del Centro Volontari della Sofferenza. Muore a
Roma, il 30 dicembre 2009, e la sue spoglie mortali riposano oggi nel Santuario “Salus
Infirmorum” di Ariano Irpino (Av), ma il suo insegnamento è ancora presente in ogni
attività dell’associazione.
La carta d'identità dell'associazione
Associazione Silenziosi Operai della Croce – ente senza fine di lucro
Ente internazionale di diritto pontificio riconosciuto dallo Stato Italiano
Iscritta nel registro delle Onlus (dal prossimo anno nel RTS (Registro del Terzo Settore)
dal 23/01/1998
Sede legale: Ariano Irpino (Avellino)
Sede amministrativa Roma Via Monte del Gallo 105/111
Iscrizione nel registro persone giuridiche del Tribunale di Avellino al n. 83
Partita IVA n. 02129921009
Codice fiscale 80159770587
Associazione di fedeli composta da laici, di ambo i sessi, e sacerdoti
Le origini storiche dell'impegno a favore di chi soffre
Sono trascorsi mille e cinquecento anni da quando si cominciarono a diffondere le prime
“regole” per organizzare, con i favori della Chiesa, le prime forme di cenobitismo, cioè
di vita in comune organizzata che, con l'avvento della "Regola" fissata da S. Benedetto
da Norcia, Patrono d'Europa, cominciarono a rispondere a un disegno organico e
comune.
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La civiltà occidentale e tutti noi siamo figli di quella visione: un Cenobio era, infatti, sia
un ospizio per i viandanti che un Ospedale per gli infermi. In quasi tutti i monasteri fu
predisposto un locale, detto Foresteria, adattabile al ricevimento dei viandanti che si
presentavano alla porta del convento non sempre in condizione di buona salute, se non
altro per le asperità del viaggio. Tale locale era posto ai margini della struttura, in modo
da non interferire con le normali attività e facilmente osservabile dall’abate che aveva il
compito di proteggere la tranquillità del monastero. Come ricordano gli statuti dei
monasteri cistercensi, la predisposizione di un’infermeria riservata ai poveri
(Infirmarium pauperum) divenne una delle ragioni di esistenza stessa dei conventi, ed
infatti i monasteri predisposero nelle loro vicinanze edifici per l'isolamento e la cura dei
lebbrosi e degli appestati migliorandone le condizioni di vita nel corso dei secoli.
Per governare questi primi tentativi strutturati di aiuto agli ammalati si cominciarono a
predisporre “regole” la cui efficacia e grandezza è testimoniata dalle più belle
costruzioni che abbelliscono i paesaggi del vecchio continente, ma ancor più grandi sono
le opere di assistenza e scolarizzazioni che, quasi in silenzio, si sono svolte tra quelle
mura e che nessuna soluzione tecnica può, da sola, sostituire.
Cambiano i tempi, i ruoli e le funzioni ma il bisogno di aiutare i sofferenti rimane una
missione antropologica che la nostra società ripropone continuamente.
Nel XXXVI capitolo della Regola Benedettina, dedicato agli infermi, si legge:
"Infirmorum cura ante omnia et super omnia adhibenda est, ut sicut revera Christo, ita
eis serviatur (…) Ergo cura maxima sit Abbati ne aliquam negligentiam patiantur (…)
Balnearum usus infirmis quotiens expedit offeratur” (Degli infermi si deve aver cura
prima di tutto e a preferenza d'ogni altra cosa, sicché davvero si serva a loro come a
Cristo in persona (...). Quindi l'abate curi con somma attenzione che non abbiano a
soffrire qualche negligenza (…) Si conceda loro l'uso dei bagni, tutte le volte che ciò si
renderà necessario a scopo terapeutico).
Per l'importanza posta dallo stesso San Benedetto all'aspetto assistenziale (sempre nel
XXXVI Capitolo della sua Regola, ricordava che la cura degli infermi fosse da porsi
davanti e al di sopra di ogni altra occupazione) e per i risultati raggiunti in molti
Monasteri si può parlare di una vera e propria medicina monastica e di una farmacopea,
che permise di conservare e, in molti casi, approfondire le conoscenze sulla materia,
oltre ad elaborare un sistema sanitario codificato e diffuso, che coinvolse gran parte
dell'Europa. A testimonianza di questo discorso è sufficiente ricordare la farmacopea
sviluppatasi a Montecassino, Farfa, Furda, Casamari San Galgano, Fossanova e
Camaldoli ed, ovviamente, il primo dei monasteri fondati da San Benedetto, quello di
Subiaco, dedicato inizialmente a due Santi medici, Cosma e Damiano e, in seguito, a
Santa Scolastica.
I giardini conventuali associavano il bello, espressione della spiritualità, al buono, quale
capacità di affermazione dell’uomo. La stessa forma e l’ordine delle coltivazioni
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finirono per disegnare una rappresentazione simbolica del paradiso. Al centro
ovviamente la fonte della vita: l’acqua viva, normalmente rappresentata da una fontana o,
in alternativa, un albero della vita. Tutte intorno le erbe medicinali per la cura delle
patologie: dal contesto emergeva chiaramente come le persona (e oggi diremmo la
sanità) ha bisogno di armonia.
Dal Nostro Statuto
Dalla costruzione dei primi monasteri sono trascorsi più di mille
anni, ma i bisogni degli essere umani che soffrono si
ripresentano sempre con la stessa drammaticità e a questi
occorre riadeguare le risposte operative internalizzando le nuove
conoscenze e continuando a prendersi cura dell'anima, così
come si ritrova in alcuni estratti dallo statuto dei “Silenziosi
Operai della Croce”, dove si percepisce l'intelligenza e la santità
di Luigi Novarese e di sorella Elvira Myrian Psorulla nel
pensare ad una organizzazione che testimoni “una piena ed
intensa comunione con Cristo, nella convinzione che in questo
consista la massima promozione sociale ed ecclesiale facendosi
compagni di viaggio dei sofferenti lungo il cammino della vita”.
Pragmaticamente, questo scopo viene declinato all'articolo 3 che precisa come i
Silenziosi Operai della Croce agiscono “personalmente e direttamente con gesti concreti
di servizio alla persona e perseguono le proprie finalità mediante tutti i mezzi di
apostolato richiesti delle differenti situazioni socio-culturali ed ambientali e tutte le
attività ritenute utili opportune o necessarie” favorendo “la creazione e lo sviluppo di
associazioni di diritto diocesano denominati Centri Volontari della Sofferenza che
riunisce quanti intendono condividere la spiritualità dei Silenziosi Operai della Croce e
contribuire fattivamente al perseguimento dei loro intenti apostolici”.
Da queste righe si intuisce subito come lo Statuto non è un freddo documento
burocratico ma, nell'alveo disegnato dai Padri della Chiesa, interpreta in senso moderno
e pragmatico la necessità di costruire soluzioni a favore dei sofferenti, avendo cura di
accompagnare maieuticamente il soggetto a condividere e superare la sofferenza come
momento inevitabile della vita promuovendo “lo sviluppo integrale, umano, sociale,ed
ecclesiale della persona ammalata,” nonché “programma e attua piani formativi ed
operativi nell'evangelizzazione e cura pastorale dei sofferenti”.
Per dare attuazione pratica i Silenziosi Operai della Croce si propongono di promuovere
“l'interesse comune verso il problema degli infermi e ne cura la formazione” nonché
indire “corsi di esercizi spirituali ritiri e giornate di spiritualità in case proprie e altrui
ed indice, organizza e anima pellegrinaggi e convegni”, cura ed organizza “l'apertura di
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laboratori, centri di formazione professionale e qualsiasi attività dell'inserimento
lavorativo delle persone svantaggiate”, e le “attività editoriali”.
Per costruire il benessere completo dell'individuo, un ruolo sintomatico viene
ovviamente riservato dalla nostra società, alla cura e all'assistenza: quando si è deboli e
ammalati il bisogno di sostegno cresce a dismisura e per questo diventa scopo precipuo
quello di esercitare “l'assistenza sociale e sanitaria” nel modo più completo possibile
ossia:
accogliendo le persone presso strutture idonee ed umane;
promuovendo la ricerca;
sviluppando la formazione professionale a tutti i livelli, compresa l'organizzazione di
corsi universitari ed accrescendo la cultura dei pazienti e dei loro caregiver;
favorendo le attività ricreative e sportive in particolare per le persone disabili;
sostenendo l'attenzione all'ambiente e alla preservazione della natura.
I principi ispiranti l'azione assistenziale per rispondere nel modo migliore e più avanzato
alle esigenze di ogni singolo paziente richiede criteri precisi da tradurre in metodo di
lavoro, che possono così essere sintetizzati:
CENTRALITA’ DELLA PERSONA: ogni persona umana è degna di rispetto ed ha
diritto ad essere assistito e curato con premura ed attenzione, nel rispetto delle proprie
convinzioni etiche e religiose. È la persona sofferente responsabile di sé e deve essere
coinvolta in ogni fase del processo assistenziale in quanto protagonista dello stesso. La
struttura, l'azione del personale, l'organizzazione del tempo, in una parola tutte le attività,
sono orientate in funzione dei bisogni del paziente e della terapia.
2. VISIONE OLISTICA: il paziente non va mai confuso con la sua malattia, né
suddiviso in compartimenti stagni non relazionati tra loro: in ogni azione non si deve
mai dimenticare la sua integrità, che è fatta di aspetti fisici, psicologici, affettivi,
relazionali, spirituali. Non ha senso agire solo sul sintomo specifico, bisogna essere in
grado di offrire uno sguardo ampio per il recupero e lo sviluppo integrale della persona e
del suo essere.
3. UNICITA’ E VALORE DELLA PERSONA: il valore della persona non è misurabile
dalle sue possibilità e capacità e non è diminuito dagli eventuali limiti imposti dalla
disabilità ed anzianità. Bisogna capire la sua individualità, rispettarla, favorirla, capirla e
valorizzarla con un approccio personale, umanamente attento a tutti i dettagli.
4. EVOLUZIONE E QUALITA’ OFFERTA: l’Associazione SOdC opera mediante una
politica di continuo rinnovamento e di crescita, attenendosi ad una filosofia che prevede
profondo rispetto del malato come persona, avvalendosi di risorse umane formate e
preparate a prendersi carico del paziente nella sua globalità e dei suoi familiari.
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5. FORMAZIONE E PROFESSIONALITA’: il personale operante presso i Centro
dell'Associazione è invitato a partecipare a corsi di aggiornamento nel settore
assistenziale per meglio rispondere alle esigenze di umanizzazione del servizio prestato
all’utente e allo sviluppo di competenze professionali all’avanguardia, interventi volti
all'acquisizione dell'autonomia individuale nelle attività quotidiane ed al potenziamento
delle capacità cognitive e relazionali.
Chi sono gli associati
Il motore immobile della vita, articolata nelle diverse iniziative dell'associazione, sono le
persone dei “Silenziosi Operai della Croce”. Uomini e donne che, scegliendo un
percorso di vita dedito al servizio degli altri, esercitano così il proprio ministero. Loro si
vedono poco: ma il loro operato migliora la vita di tutti quelli che gli stanno intorno.
Compito improbo, che richiede il massimo impegno e la dedizione assoluta: povertà,
obbedienza, castità, preghiera e silenzio, condizioni raggiunte attraverso un “progetto
formativo globale” (un cammino di appartenenza incentrato sull'insegnamento del suo
Fondatore).
In un mondo rumoroso e assordante il “silenzio” rischia di diventare un elemento
estraneo, ormai sconosciuto ai più. Il silenzio interiore ed esteriore sottolineano, più di
ogni altra cosa, la totale dedizione a Dio e al piano redentivo della Croce. A parlare sono
le opera compiute quotidianamente dall'associazione.
L'organizzazione dell'associazione
Assemblea generale
(composta da tutti gli associati)
Moderatore generale
(eletto per 6 anni dall'assemblea generale
rinnovabile una sola volta)
Consiglio direttivo
(eletto per 6 anni dall'assemblea generale)
così composto:
Moderatore generale (responsabile ramo maschile)
Responsabile ramo femminile
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Vice responsabile ramo maschile
Vice responsabile ramo femminile
Responsabile dell'apostolato
Responsabile per l'attività socio sanitaria
Consigliere per la vita in famiglia
Economo
Tra questi viene nominato il Legale Rappresentante
(che rappresenta l'Associazione per gli effetti civili)
Revisori dei conti
Dalle parole ai fatti
Quanto previsto nello Statuto viene ogni giorno attuato nello spirito e nell'azione
dell'Associazione
Dove La presenza dell'Associazione è capillare: praticamente in tutti i paesi Europei c'è una
testimonianza dell'associazione. Da Fatima in Portogallo, fino alle repubbliche ex
sovietiche, dall'Islanda e dalla penisola scandinava fino alla Grecia. Ma gli obiettivi si
sono spostati anche fuori Europa laddove vi è più bisogno: Brasile, Israele, Camerun,
Colombia.
In Italia le attività sono molteplici e di diversa natura:
A servizio del mondo dei sofferenti i SOdC svolgono molteplici attività ritenute idonee
alla promozione della persona e della sua piena dignità come soggetto attivo e
responsabile nella società e nella Chiesa. In particolare svolgono attività:
· di carattere spirituale, soprattutto attraverso l’opera del Centro Volontari della
Sofferenza animando e formando gli iscritti nelle diocesi e attraverso riviste e
pubblicazioni;
· di carattere formativo: in cui le attività seguite dai SOdC sono: attività
formative, ritiri ed esercizi spirituali, convegni e pellegrinaggi, attività editoriali;
· di carattere sanitario e sociale: attività di recupero e rieducazione funzionale
ambulatoriale e residenziale, attività diurna di riabilitazione psicomotoria,
cooperative con soggetti svantaggiati, formazione del personale;
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· con carattere di accoglienza: verso sacerdoti anziani, ammalati o comunque
bisognosi.
COSA fa l'Associazione
Storia dell'apostolato associativo
Il fondatore dell’opera, Mons. Luigi Novarese, nato a Casale Monferrato il 29/7/1914, in
seguito alla personale esperienza di malattia, avvertì la necessità di superarne il non
senso e la conseguente deresponsabilizzazione. Avendo maturato fin dall’infanzia una
tenera e filiale devozione alla Madre di Dio, caratterizzò il suo intero cammino di
crescita cristiana con un costante riferimento
alla presenza ed all’azione della Vergine Santa.
Dopo la guarigione da una grave malattia,
attribuita alla intercessione di Maria
Ausiliatrice e San Giovanni Bosco (1931)
Luigi Novarese poté continuare i propri studi,
desiderando esercitare la professione medica a
servizio e sollievo delle situazioni di malattia
da lui stesso sperimentate.
La morte della madre (1935) lo condusse ad
una scelta definitiva. Scoprì nella vocazione
sacerdotale la via per offrire un sostegno più
radicale e decisivo agli ammalati, divenne sacerdote (1938) e prestò il suo servizio nella
Segreteria di Stato dal 1942 al 1970. Dal 1964 al 1977 diresse l’ufficio per l’assistenza
spirituale ospedaliera presso la CEI. Morì a Rocca Priora (Roma) il 20 luglio 1984.
Nel mese di maggio del 1943 mons. Luigi Novarese, in accordo e su esortazione dei
propri superiori presso la Segreteria di Stato, dette origine alla “Lega Sacerdotale
Mariana” con lo scopo, nel vincolo di Maria SS.ma e della fraternità sacerdotale, di
sovvenire alle necessità dei sacerdoti ammalati o comunque bisognosi.
Sulle medesime basi attuative l’attività apostolica si estese anche ai laici (17 maggio
1947) con il movimento dei “Volontari della Sofferenza” cui appartenevano persone
ammalate. Nella fondazione si affermò con forza il pieno impegno battesimale della
persona sofferente, non solo “oggetto” di assistenza, ma “soggetto” di azione con uno
specifico apostolato da svolgere a beneficio della chiesa e della società.
All’interno del movimento il fondatore avvertì in seguito la necessità di definire, col
nome di Silenziosi Operai della Croce, un gruppo di persone che garantisse continuità
all’opera assumendo ruoli direttivi, vivendo la radicalità della dedizione all’apostolato
mediante la pratica dei consigli evangelici e la “consacrazione” alla Vergine Immacolata.
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Nota sulla spiritualità e apostolato
Il CVS riconosce le proprie radici nelle richieste di preghiera e di penitenza presentate
dalla Vergine Santa a Lourdes e a Fatima,
per riparare i tanti peccati che offendono
il Cuore di Gesù ed il Cuore Immacolato
di Maria; per la conversione dei
peccatori; per il Papa, per i Sacerdoti ed il
loro ministero, per ottenere la pace.
Gli aderenti al CVS vivono la propria
vocazione battesimale e missione
apostolica nella comunione con Cristo
crocifisso e risorto, accogliendo la
particolare presenza di Maria nella vita
della Chiesa (Gv 19,25-27), affidandosi
alla “santa Madre” che forma i veri apostoli di Cristo.
Una tale consapevolezza dei propri impegni battesimali esige una piena adesione della
volontà, per una coraggiosa accettazione della propria vita, senza rassegnarsi al male ed
alla debolezza, senza fuggire o nascondere la propria situazione di sofferenza; crescendo
nel bene e sradicando da sé il male. In tale unione a Cristo il sofferente accoglie non solo
la salvezza, il senso, la speranza, la consolazione per la propria vita, ma anche la
chiamata ad un impegno apostolico, nell'annuncio del Vangelo ai fratelli.
Il servizio all'uomo sofferente che il CVS si propone consiste nell’annunciare con Maria
la salvezza, nella fedeltà alla storia di ogni uomo. In tale risposta alla propria vocazione
battesimale convergono le differenti esperienze di tutti coloro che aderiscono
all’associazione, persone disabili e sane, nel servizio di un reciproco scambio di doni.
Ogni iscritto infatti riconosce e condivide la pienezza di senso e di valore della propria
esistenza, in ogni suo momento e manifestazione, di forza o di debolezza, di serenità o di
sofferenza, esprimendo l’unica gioia delle Beatitudini evangeliche.
La metodologia pastorale del CVS realizza quella "presenza che accompagna" e conduce
alla salvezza, caratteristica del brano evangelico sui discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35),
che il fondatore mons. Luigi Novarese espresse come particolare missione dei sofferenti:
“l’ammalato per mezzo dell’ammalato con l’aiuto del fratello sano”.
Il messaggio mariano di Lourdes e di Fatima offre una rilettura originale di una tale
presenza come stile pastorale e criterio di azione apostolica. La Vergine Immacolata si è
infatti resa presente nella storia degli uomini nella fedeltà al cammino delle singole
persone e nella spinta al superamento delle difficoltà, del senso di sconfitta e di
frustrazione.
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Visione attuale e prospettive future
Nella contemporaneità il CVS si trova in una situazione ricca di sfide e di provocazioni,
oltre che di punti critici.
La sfida che è chiamato a raccogliere è ciò che fa riferimento all’attuale comprensione
del valore della vita umana.
La logica dello scarto.
L’assetto sociale, mentre da una parte riconosce i diritti inviabili delle persone, allo
stesso tempo va in una certa logica e cultura dello scarto.
"Purtroppo nella nostra epoca, così ricca di tante conquiste e speranze, non mancano
poteri e forze che finiscono per produrre una cultura dello scarto; e questa tende a
divenire mentalità comune. Le vittime di tale cultura sono proprio gli esseri umani più
deboli e fragili cioè i nascituri, i più poveri, i vecchi malati, i disabili gravi, che rischiano
di essere scartati, espulsi da un ingranaggio che deve essere efficiente a tutti i costi”
(Papa Francesco, 7 dicembre 2013).
La vita come valore dalla nascita alla morte.
La vita umana, e dunque il suo valore, non è un’idea astratta. Ogni riflessione sulla
persona umana si può fare solo in concreto, riconoscendo il valore personale ad ogni
uomo e in tutte le condizioni, specialmente in quelle di precarietà. In tale contesto
entrano i tanti problemi delle povertà vecchie e nuove, della malattia, della sofferenza e
della morte. Problemi di sempre, che i cristiani vogliono leggere in profondità, con gli
occhi stessi di Cristo.
La vita come dono.
In un’epoca in cui è difficile vivere percorsi di comunione, con la diffusa idea di essere
sufficienti a se stessi, in questa “globalità dell’indifferenza” (Papa Francesco), il CVS
propone ai suoi associati una vita vissuta in solidarietà e in comunione con gli altri,
specialmente per chi soffre a causa di malattia, di disabilità, di indifferenza.
Sull’esempio di Cristo che ha realizzato il dono di sé fino alla fine, gli associati (malati e
sani) sono invitati a vivere dando senso alla propria esistenza: il senso dell’amore e della
solidarietà; un percorso di ricerca comune che porti a trovare gioia di condivisione e di
fraternità.
La vita sempre.
Nell’oggi e nel tempo che le sarà dato da vivere come presenza apostolica e sociale, il
CVS vede davanti a sé una fedeltà incondizionata ai valori fondazionali; valori allo
stesso tempo umani ed ecclesiali, laici e religiosi, condensati nella frase del fondatore:
promozione integrale della persona sofferente (Beato Luigi Novarese).
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L’impegno grande è quello di trovare nuove traduzioni del carisma: saper essere
presenza significativa nel mondo della salute, imparare linguaggi adatti ad essere intesi
dagli uomini del presente, offrire percorsi di senso dell’esistenza, a cui non potrà mai
essere del tutto sottratta la complessità della malattia e del dolore.
La visione etica associativa con particolare attenzione a trasparenza ed etica
comportamentale.
Il CVS è un’Associazione che si dedica a riconoscere la
dignità di ogni persona sofferente nel corpo e nello spirito.
Non ha fini di lucro poiché ciò che si propone fa riferimento
alla persona nella sua integralità e nella sua capacità di stare
al mondo, vivendo una vita piena e dignitosa anche in
situazioni di grosso svantaggio dal punto di vista umano o
fisico.
Ciò che viene richiesto agli associati è un percorso spirituale
interiore di crescita e di maturazione cristiana e umana, che
porti verso gli altri per offrire percorsi di senso nella stessa
direzione.
Ci si dedica gratuitamente ad aiutare gli altri a vivere, a trovare sempre, in ogni
situazione, ragioni di speranza, di fede, di progresso.
Ci si propone un percorso di interiorità, rispettando il cammino di chi si incontra, ai
quali si desidera offrire ciò che è valido e importante per se stessi. Non si impone in
nessun modo a coloro che vengono accostati di aderire, ma semplicemente si offre la
propria testimonianza, nell’attesa e nella speranza che anch’essi trovino ragioni di
speranza in Cristo e nelle persone della famiglia del CVS.
CVS
CVS (Centro Volontari della Sofferenza)
Il CVS (Centro Volontari della Sofferenza), è
una Associazione fondata da Mons. Luigi
Novarese nel 1947, di persone ammalate e
sane che riconoscono, nella sequela di Cristo
crocifisso e risorto, la possibilità di vivere
l’esperienza della sofferenza senza
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soccombere allo scoraggiamento, alla delusione o alla diserzione.
Per capire l’azione del SOdC bisogna rifarsi alla esemplificazione evangelica di Maria
sul calvario, ai piedi della croce di Gesù, dove l’evangelista Giovanni descrive la
presenza e la compassione della Madre. Allo stesso modo il Volontario della Sofferenza
vuole rimanere, accanto a Maria, sotto la croce di ogni sofferente, quale presenza
concreta e solidale, che comprende e che accompagna.
Ai piedi della croce, l’apostolato del CVS riconosce quindi la propria identità,
guardando al mondo della sofferenza come alla “terra” della propria missione e
proponendo ad ogni essere umano una scelta di vita aperta alla salvezza.
Nell’azione pastorale e sociale svolta dal CVS a favore della persona sofferente, è posta
in primo piano la persona disabile, quale presenza attiva ed allo stesso tempo credibile.
Ma l’azione del CVS vede coinvolti nel medesimo ideale ammalati e sani per una
condivisione della medesima spiritualità.
Operativamente il CVS è organizzato a livello diocesano e viene riconosciuto dal
Vescovo del luogo, il quale ne approva lo Statuto, riconosce il Consiglio Diocesano
eletto dall’assemblea e assegna un sacerdote, quale Assistente Diocesano.
Il CVS e la sua emanazione della Lega Sacerdotale Mariana (LSM, cui appartengono
sacerdoti e diaconi) nascono, prima di tutto, come risposta concreta al dramma della
sofferenza umana che molto spesso conduce l’essere umano ad allontanarsi dal suo
Creatore. Nella sofferenza offerta dal malato si riconosce una partecipazione al mistero
pasquale di Cristo che lo rende apostolo e perciò primizia e profezia per la
valorizzazione di ogni forma di sofferenza presente nella vita dell’uomo
Il 21 gennaio 2004, nella memoria liturgica di Santa Agnese vergine e martire, il
Pontificio Consiglio per i Laici ha approvato, con decreto, la Confederazione
Internazionale dei Centri Volontari della Sofferenza con il nome di “Confederazione
CVS Internazionale”. Si tratta di un traguardo storico maturato all’interno dell'esistenza
ecclesiale del Centro Volontari della Sofferenza. Si realizza così una sorta di “unione
mondiale degli ammalati” tanto anelata dal Fondatore mons. Luigi Novarese.
Attività socio sanitaria
Molteplici sono le attività di natura socio-
assistenziali-sanitarie volte tutte a farsi carico
del paziente nella sua interezza e complessità.
Rieducare è soprattutto un fatto culturale: non
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si tratta solo di migliorare le condizioni psicofisiche generali, compatibilmente con lo
stato del paziente, ma di ricostruire l’individuo per ridargli completa autonomia e spesso
anche dignità di persona. Quest’obiettivo è sempre più frequentemente inserito nei
sistemi normativi e nei piani socio sanitari elaborati dalle nazioni socialmente avanzate:
senza vantare primogeniture, ma il paziente lavoro di Luigi Novarese ha sicuramente
dato un significativo contributo affinché questo atteggiamento risultasse condiviso da
molti. Se concettualmente il processo riabilitativo viene ormai accettato come
indispensabile, diverse sono ancora le possibilità di miglioramento gestionale su come
detto processo debba integrarsi con il resto della Sanità. Le esperienze realizzate dai
Silenziosi Operai della Croce hanno elaborato soluzioni che, nel rispetto delle normative
in materia e facendo proprie le conoscenze provenienti dall'evoluzione scientifica,
risultano di particolare efficacia perché nel percorso seguito dai pazienti non si trascura
mai la cura dello spirito.
Facendosi carico dei soggetti più complicati, è ben chiaro a chi opera nei centri che non
si potrà riportare tutti alla perfetta forma fisica, ma che si deve lo stesso fare il possibile
per migliorare le condizioni per far capire a questi soggetti che non sono stati
abbandonati e che Dio li ama, tramite l'azione di altri uomini.
Divulgazione Culturale
Luigi Novarese guardava avanti e non poteva certo
trascurare, ai fini del proprio apostolato, il
contributo dei mezzi di comunicazione. È il 1950
quando nasce la rivista L’Ancora, seguita nel 1983
dalla versione più dotta e ricca di approfondimento:
L’Ancora nell’Unità di Salute (AUS).
Il 7 ottobre 1949 inizia il programma radiofonico “Il quarto d’ora della serenità” e circa
un decennio più tardi, dà vita alla tipografia San Bernardo e alle Edizioni CVS (Centro
Volontari della Sofferenza).
Non mancano le produzioni video: sulla Casa “Cuore Immacolato di Maria” a Re (con le
attività per gli Esercizi spirituali), sulla Lega Sacerdotale Mariana (con l’iniziativa del
pellegrinaggio a Lourdes).
Attualmente le Edizioni CVS continuano a produrre due riviste: L’Ancora e L’Ancora
nell’Unità di Salute e circa 15 libri all’anno, tra sussidi formativi, saggi e testi di
meditazione e preghiera.
Realizzano inoltre un programma radiofonico settimanale per le frequenze della Radio
Vaticana (“Incontro della serenità") e uno mensile per l’emittente Radio Mater.
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Editoria e divulgazione
Più di 250 libri pubblicati di cui sette in lingua straniera (soprattutto portoghese) e 2
riviste caratterizzano l’attività della casa editrice Edizioni CVS fondata da Mons. Luigi
Novarese, quale strumento indispensabile, con le trasmissioni radiofoniche, per la
divulgazione del pensiero e dell’apostolato.
Da oltre sessant'anni l’editrice propone pagine di riflessione, studio, preghiera, sul vasto
tavolo dell'umana sofferenza, fornendo oggi una delle più vaste letterature
sull’argomento.
Il legame con il movimento di apostolato del Centro Volontari della Sofferenza (che
riunisce associazioni diocesane di persone disabili nella Confederazione internazionale)
favorisce inoltre la lettura di una pluralità di temi, a diverso titolo legati con l'esperienza
del dolore, in una fedeltà attenta al quotidiano, al concreto della vita, alle speranze non
illusorie.
Le riviste
L´Ancora – rivista annuale (ISBN: 001)
Nell’aprile 1950 vede la luce il primo numero de
“L’Ancora”, una rivista mensile inviata a tutti gli ammalati
iscritti al Centro Volontari della Sofferenza. Nell’articolo di
presentazione del primo numero si legge: “Lo scopo di
questa rivista, che vede la luce dopo parecchio tempo di
attesa, è questo: illuminare e confortare ogni ammalato,
essere presso di lui il sorriso della Vergine benedetta”.
La rivista si rivolge all’articolato universo dell'umana
sofferenza, promuovendo ogni persona come "soggetto
attivo": protagonista della propria storia, artefice del bene
comune nella società e nella Chiesa. Principale organo informativo e formativo del
Centro Volontari della Sofferenza, la rivista contiene riflessioni ed esperienze, notizie e
progetti, cronache di un quotidiano impegno apostolico e sguardi attenti all'intera
umanità, ai cammini sofferti che spesso la caratterizzano.
L´Ancora nell’unità di salute - AUS - Rivista bimestrale di Pastorale della Salute (ISBN:
03925846).
La rivista si propone di promuovere la dignità della persona sofferente, attraverso la
formazione umana, spirituale e professionale degli operatori nel vasto orizzonti della
Pastorale della Salute.
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La varietà dei contenuti e una lettura agevole, caratterizzano la rivista bimestrale di
studio edita dal CVS per approfondire temi e proposte che riguardano la pastorale della
salute. Due ambiti di riferimento, socio-sanitario e teologico-pastorale, per elaborare
concetti per dar vita ad esiti pratici ed efficaci, nel sentiero individuato dalla Dottrina
Sociale della Chiesa.
L’Ancora nell’Unità di Salute nasce per dare forma di continuità e uniformità di
indirizzo alle vaste tematiche svolte attraverso sistematici incontri e congressi nazionali
ed internazionali di ammalati, sacerdoti ed operatori di salute.
Nata più di vent’anni fa, a diffusione nazionale con una tiratura di oltre 3000 copie (96
pp), ospita interventi di studiosi e cultori (psicologi, sociologi, teologi, pedagoghi, ecc.)
e si rivolge a medici, specialisti, cappellani ospedalieri, cliniche private, ospedali, case
di cura, e a parte degli iscritti al Centro Volontari della Sofferenza.
Da L’ancora nell’Unità di Salute (1984): “All’inizio del suo sesto anno di vita, la Rivista si ripropone l’obiettivo dì fondo del suo servizio alla Verità e all’Uomo: essere davvero un’Ancora, un punto fermo, un aggancio sicuro per ogni persona in difficoltà, perché trovi in se stessa la forza unificante della sua vita, l’unità di salute, con la convergente collaborazione di quanti hanno a cuore il suo bene totale, umano, sociale e soprannaturale”. Beato Luigi Novarese
I Pellegrinaggi
Nel lungo cammino della storia della civiltà i pellegrinaggi sono stati una
piattaforma di scambio di informazioni e di sensazioni indispensabili al
genere umano. Con la fede tali viaggi hanno assunto un valore di speranza e
di testimonianza da attrarre ancor oggi milioni di fedeli a muoversi nelle
direzioni indicate.
Il Beato Luigi Novarese volse la sua prima attenzione ai
sacerdoti, soprattutto sofferenti, anziani o in difficoltà,
organizzando nel 1952 il primo pellegrinaggio a Lourdes.
Da allora i pellegrinaggi (a Lourdes, a Fatima, in Terra
Santa”¦) si susseguono, sempre nuovi e toccanti, aperti a
tutti, anche ai più piccini. Conservano lo stile tramandato
dal Beato Luigi Novarese, permettendo una provvista di energia spirituale, per sfidare le
leggi del mondo pregando e dimostrando che la malattia può essere vissuta come un
percorso alla scoperta della presenza del Regno di Dio dentro di noi.
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I Convegni
Fin dalla seconda metà degli anni Quaranta, il
Beato Novarese promosse e diresse convegni,
nazionali e internazionali, su temi religiosi,
come ad esempio sul Culto al Cuore di Cristo,
sulla pratica della riparazione e sulla
Consacrazione delle Famiglie al Sacro Cuore,
sulla pastorale della sofferenza (o della salute),
e meeting scientifici, mettendo a confronto
medici e malati, sottolineando in particolare
l’importanza che la dimensione spirituale viene
ad assumere nel rapporto fra l’infermo e la malattia, affrontando tematiche attualissime e
controverse. la sessualità del malato, la verità all'ammalato, ecc.
In questi ultimi anni, per sottolineare il significato del legame che unisce corpo e spirito,
e quindi la centralità della vita spirituale come sostegno terapeutico nel percorso di
guarigione dell’ammalato vengono organizzati Incontri e Convegni accademici su questi
argomenti.
La costruzione del capitale umano dei Silenziosi Operai
La qualità parte dalle risorse impiegate
I fattori che possono condizionare la qualità delle prestazioni parte dalle risorse che
vengono inserite nel processo: nel linguaggio anglosassone vengono definite input, ma si
comincia anche a parlare di “income” (risorse in divenire) cioè dei presupposti insiti
nella tipologia delle risorse che si intendono impegnare, quali presupposti per il successo
dei programmi da realizzare.
L’income rappresenta la capacità di creare i presupposti per raggiungere un determinato
livello di eticità e razionalità (il più possibile elevati) attraverso la preparazione, oltre
che la selezione, delle risorse da inserire: dallo skill delle persone impiegate alla natura
ecocompatibile delle risorse materiali, al know how estendibile ad un insieme più ampio
della collettività.
Ciò impone di spostare l’attenzione dal binomio “input/output” al “income/outcome”,
ossia una sfida tra: il calcolo monetario che contrappone il costo sostenuto per acquisire
gli input e la valutazione degli output (fornita da tariffari dettati spesso più da
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mediazioni burocratiche che non dalla capacità razionalizzatrice) con la capacità di
selezionare risorse qualificate da impiegare nel processo e la lungimiranza di verificarne
gli impatti sul benessere.
In quest'ottica notevole è lo sforzo per preparare il personale da inserire nelle strutture
dell'Associazione: le scuole di formazione, in particolare quella dei terapisti
occupazionali e dal 2019 anche con i primi laureati della laurea magistrale, parte delle
risorse umane viene preparata direttamente. In dettaglio negli ultimi tre anni si
registrano i seguenti dati: Nuove risorse umane
inserite nella struttura
di Moncrivello
Di cui formatesi
presso la scuola
dell'Associazione
Anno 2015 63 60
Anno 2016 21 15
Anno 2017 22 10
Esaminando le soluzioni occupazionali dei soggetti formatisi presso la scuola, si rileva
che i giovani professionisti sono apprezzati anche presso altre realtà. Dai dati disponibili
risulta che la maggioranza dei soggetti ha potuto mettere a frutto le conoscenze acquisite
presso diverse strutture.
Per rispondere alla missione dell'Associazione occorre, anche per quanto concerne le
risorse materiali, poter fare affidamento su modalità di acquisto sempre più qualificate
per raggiungere una maggiore razionalità del processo. Tali relazioni possono essere
rilevate e valutate attraverso particolari attenzioni che esplicitino in modo completo ed
esaustivo le variabili coinvolte nel processo, evidenziando gli effetti sinergici tra
elementi di diversa natura e la capacità del sistema di programmare la disponibilità di
risorse, selezionandole in base a più fattori anche di natura etica.
In dettaglio, nelle decisioni di acquisto si presta particolare attenzione a:
biodegradabilità dei prodotti inseriti nel processo nonché il non ricorso a nessuna
forma di inquinamento (tracciabilità dello smaltimento rifiuti)
certificazione di qualità dei prodotti sanitari
verifica che i prodotti acquistati non siano stati prodotti da aziende che utilizzano
manodopera infantile in altre parti del mondo o altre modalità produttive deprecabili
per gli alimentari si tende ad utilizzare prodotti a km zero.
L'indotto di queste attività si valorizza soprattutto nel migliorare il comportamento di
tutte le persone che vengono a contatto con l'associazione: l'attenzione alla scelta dei
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fornitori non si esaurisce nel fatto in sé, ma dall'operatore che si pone la problematica
dell'eticità al momento dell'acquisto, al paziente che assimila le corrette modalità di
smaltimento dei rifiuti sanitari, inducendo a comportamenti virtuosi anche fuori dai
luoghi di cura.
A queste esternalità si aggiungono vantaggi derivanti dalla presenza di operatori e
visitatori presenti nell'area di gravitazione delle strutture: dalle opportunità di lavoro al
soggiorno di studenti e familiari dei pazienti che inducono una domanda di tipo
alberghiero, creando benessere nella zona.
Gli investimenti dell'Associazione sul capitale umano
Venire a contatto con i Silenziosi Operai della Croce, vuoi come pazienti, studenti od
operatori, significa “crescere” come persone e, per quanto difficile da oggettivizzare, è
questa una priorità nell'agire quotidiano.
Oltre alle conoscenze già acquisite a livello di singolo o di gruppo, occorre ragionare
sulla capacità di muoversi verso una maggiore disponibilità nell'accettare e nel gestire il
dolore e i momenti difficili, come momento di rinascita.
Non tutti i fattori determinanti la valorizzazione del capitale intellettuale possono essere
espressi in termini numerici e quantitativi, ma spesso occorre far riferimento a
spiegazioni in grado di estrinsecare i valori con la definizione dei concetti. Uno schema
può essere offerta dalla seguente tabella:
Soggetti
/determinanti
Caratteristiche
/variabili
Indicatori
Utenti
Valore e volume delle
attività erogante
Tipologie di
comunicazione
Soddisfazione reale e
percepita
Bacino di utenza
Pubblic relation con i
familiari
Attrattività (a
Moncrivello giungono
persone provenienti da
tutta Italia)
Studenti Tipologia e livello di
formazione (laurea in
terapia occupazionale)
Numero studenti in
formazione/
specializzandi
Frequenza della
relazioni e risultati
raggiunti
Formazione impartita
(successi lavorativi
raggiunti nei 5 anni
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post laurea): numero
occupati.
Formazione e
aggiornamento
Numero
laureati/diplomati su
totale dipendenti
Investimenti in
formazione
- numero ore dedicate
- corsi e convegni
organizzati
- formazione a
distanza
- % degli operatori che
nel corso dell'anno
hanno seguito almeno
un giorno/una
settimana di
formazione
Efficacia dell'azione
formativa
Personale interno che
svolge attività
all'esterno
Attinenza della
formazione agli
obiettivi aziendali
Benchmarket con altre
aziende
Relazione con gli enti
istituzionali:
Regione ed enti locali
Tipologia e livello
delle relazioni
Frequenza della
relazioni e risultati
raggiunti in sinergia
Sindacati Grado di
concertazione delle
Relazioni sindacali
Accordi raggiunti
Fornitori Tipologia di rapporti
instaurati
Affezione dei fornitori
all'azienda (numero
fornitori iscritti
all'albo; numero
aziende che si
ripresentano alle gare
successive;
partecipazioni a gruppi
d'acquisto)
Contenziosi avviati /
Persi
Volontariato Continuità strutturale
delle relazioni
Integrazione raggiunta
Politiche del
personale
Turnover (Numero di
persone che lasciano
l'attività lavorativa
prima dell'età
pensionabile) e
attrattività della
Risultati delle
politiche del personale
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struttura (persone
interessate a lavorare
nelle strutture SOdC)
Attività immateriali /
Ricerca
Tipologia e
caratteristiche delle
attività immateriali
Passaggi sui mass
media
Valore delle attività
immateriali generate
(brevetti,
pubblicazioni
scientifiche,
partecipazione a
progetti di ricerca,
oltre alla rivista)
Tecnologia Livello tecnologico /
informatico
perseguito/raggiunto
Capacità a recepire le
innovazioni
tecnologiche
Disponibilità di
banche date
La Direzione Generale - Roma
Via dei Bresciani, 2
Sede storica della Direzione generale fino al 2004, attualmente ospita fratelli e sacerdoti
della Comunità impegnati nello studio. Adiacente e collegato alla casa vi è il Santuario
della B.V. Maria del Suffragio ove si trova la tomba del B. Luigi Novarese, sede di
Pellegrinaggi e di preghiera.
Lettura novaresiana della Lettera agli Ebrei:
“Fratelli e sorelle che avete aderito al Centro Volontari della Sofferenza: ricordatevi del vostro
Fondatore, il Beato Luigi Novarese, il quale vi ha annunciato la parola di Dio del vangelo della
sofferenza.
Considerando attentamente l'esito finale della sua vita, imitatene la fede.
Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre! E sempre ci dona la grazia di comprendere il valore
della sofferenza per trasformarla in missione.
Non lasciatevi sviare da dottrine varie ed estranee, perché è bene che il cuore venga sostenuto dalla
grazia, dalla speranza e dalla missione attiva per raggiungere ogni persona che soffre”.
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Via di Monte del Gallo
È cuore nevralgico delle attività
apostoliche e sede della Casa editrice.
Per coordinare le numerosi attività dei
Silenziosi Operai della Croce la sede è
stata individuata a Roma, in Via di
Monte del Gallo n. 105/111, dove si
ritrova il Consiglio dell'Associazione, i
Superiori e gli uffici che dirigono le
diverse attività dell'Associazione.
L'edificio è situato in uno dei posti più
affascinanti della Città Santa: sulla
sommità della collina denominata Monte del Gallo, a est rispetto al vicino Gianicolo, a
sud rispetto al Vaticano.
È questo il vero centro propulsore dell'Apostolato del Centro Volontari della Sofferenza
nel mondo, oltre che la sede amministrativa. Qui opera anche la casa editrice Edizioni
CVS, principale strumento per la diffusione dell'azione di apostolato e il sostegno
culturale alle iniziative dell'associazione, che dalla Chiesa intitolata all’ “Immacolata
Regina della Pace” si diffuse in tutto il mondo. La Chiesa è quella costruita dalle Suore
Francescane dell'Athonement nel dopo guerra, per le persone del quartiere che qui
trovano ancora un punto di riferimento per la propria vita cristiana.
Casa Regina Decor Carmeli – Rocca Priora (Roma)
Ultima casa aperta dal Fondatore, fu da lui
voluta come Casa della formazione iniziale
per i Silenziosi Operai della Croce. Sita sui
Castelli romani, in una zona isolata e
tranquilla, si presta per periodi di relax,
meditazione, preghiera per i giovani in
formazione, ma anche per singoli o gruppi.
Dall’Omelia di Monsignor Luigi Novarese durante
la prima Santa Messa celebrata a Rocca Priora il 19 febbraio 1984:
“Il Signore, ci ha preparato una casa; e questa casa, qui, nella residenza Regina Decor Carmeli, è il
centro della nostra vita, vita presa in tutti i sensi, perché abiteremo con Dio, abiteremo con nostro
Signore Gesù Cristo, il quale attraverso il sacramento dell'Eucarestia, ha trovato il modo di rimanere
perennemente accanto a noi. E perciò, questa è la casa dove noi potremo passare le nostre ore, in
preghiera, in meditazione e in grande silenzio. Si sente il silenzio del vuoto, non c'è nulla che ci
disturbi. Soltanto la nostra testa, ci può disturbare, le nostre idee, i nostri attaccamenti. Qui, siamo
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veramente in un’oasi di solitudine e di pace. Ripeto: soltanto le nostre fantasie, le nostre idee, i nostri
attaccamenti, ci possono disturbare, però fino ad un certo punto, perché Gesù vive con noi.
Soltanto quando avremo imparato a vincere noi stessi e a valorizzare tutto il nostro dolore, per creare
il silenzio dentro di noi ed essere totalmente di Cristo, potremo avvicinare l'ammalato e dire loro quel
che devono fare per poter valorizzare la propria sofferenza. Se non siamo pieni di grazia, non
possiamo dire nemmeno agli ammalati che il mezzo insostituibile per valorizzare la sofferenza della
propria vita è la grazia”.
Cascina la Serniola – Casale Monferrato (AL)
La casa natale del beato
Casale Monferrato, ha dato i natali a Luigi
Novarese il 29 luglio 1914, e per ricordare
l'avvenimento in occasione del centenario, la
città ha organizzato una serie di manifestazioni
nei luoghi che ospitarono il Beato. Tra il 31
maggio al 2 giugno, centinaia di persone, tra
cui molti giovani arrivarono dal Centro Nord
per festeggiare ed approfondire il carisma del
fondatore, all'ombra della Croce della
Giornata Mondiale della Gioventù in arrivo
dal raduno mondiale della gioventù a Rio de Janeiro.
A Casale Monferrato i Silenziosi Operai della Croce dispongono di una struttura per
l'accoglienza di sacerdoti anziani e non autosufficienti. Le attuali location non
permettono di soddisfare le esigenze e i requisiti oggi richiesti e per questo sono in atto
progetti per il recupero e la riutilizzazione razionale dei locali.
La casa, collocata su di una collina che domina la città di Casale Monferrato si pone
come punto di riferimento per incontri di spiritualità sia dell'Associazione CVS che per
altre realtà diocesane per la possibilità di sale di incontro diversificate, l'ambiente
signorile, l'ampio giardino.
La presenza dell’Associazione a Casale Monferrato, città natale del Beato Luigi
Novarese è iniziato nel dicembre 1972.
La Casa “cosiddetta delle 100 finestre” è stata posta a disposizione dalla Diocesi, allora
guidata dal Vescovo Carlo Cavalla per essere punto di riferimento nell’impegno
apostolico del Centro Volontari della Sofferenza e accogliere i sacerdoti della Diocesi
La presenza, ricca d’impegno apostolico e segnata dalla presenza di tanti sacerdoti in
quiescenza ha avuto termine con la ristrutturazione ed entrata in servizio della “Cascina
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la Serniola” nel 1990 (sita non lontana in Via San Giorgio Miglietta sempre di Casale
Monferrato) con le medesime finalità ed attività.
Questa missione è stata svolta con lodevole impegno e generosità dai diversi membri
della Comunità che nel corso degli anni hanno prestato il loro servizio a Casale.
Nel 2010 la Diocesi ha preferito che i sacerdoti fossero ospitati in una struttura di sua
proprietà sita vicino al Duomo e quindi tale attività, pur ricca di frutti di bene si è
conclusa.
Prosegue invece l’attività secondo quanto indicato nel piano di Governo pluriennale “il
servizio principale svolto dalla comunità di Casale è l’accoglienza di sacerdoti anziani e
ammalati della diocesi.”
Valutando nel complesso l’andamento dell’attività in questi ultimi anni possiamo dire
che, anche se c’è stata sempre la presenza di almeno un membro idoneo ad offrire
un’assistenza qualificata, all’aumento del numero degli ospiti non ha corrisposto
l’aumento dei membri della comunità e la necessaria stabilità di presenze per offrire un
buon servizio.
Per quanto riguarda l’attività apostolica e la comunità è il punto di riferimento per
l’apostolato del CVS di Casale e collabora con i responsabili per l’organizzazione della
vita del Centro.
Ogni terza domenica del mese si ospitano gli incontri dei settori giovanili e quelli del
settore adulti.
La Cascina, in quanto casa natale del Fondatore, è punto di riferimento anche per gli
altri CVS italiani. Si accolgono i Centri delle altre Diocesi che vogliono tornare alle
origini visitando il luogo della nascita e la stanza con i ricordi della vita del Beato Luigi,
si organizzano incontri di conoscenza e approfondimento sulla vita e l’Opera del
Fondatore.
La casa resta sempre punto di riferimento per la diocesi. Si ospitano gli incontri dei
sacerdoti focolarini della diocesi e della regione, gli incontri mensili della nostra vicaria.
Si accolgono riunioni di consigli pastorali parrocchiali, gruppi parrocchiali per giornate
di ritiro spirituale.
La Comunità è inserita in alcuni organismi diocesani: la Consulta per la Pastorale
Sanitaria, l’Ufficio Diocesano Vocazioni, l’Ufficio per la Pastorale Giovanile e quello
delle Associazioni e Movimenti Ecclesiali.
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La Casa Madre – ARIANO IRPINO contrada Valleluogo
Centro di Riabilitazione Psicomotoria
e Centro Diurno/RSA “sorella Elvira”
Come è insito nel nome gli “Operai della
Croce” associano la riflessione
all'operosità ed infatti a Ariano Irpino è
sorto nel 1984 un centro di attività
sociosanitaria e rieducativa, che nel 2015
è stato definitivamente accreditato come
centro di Riabilitazione Psicomotoria
(Delibera n.133 del 31/10/2015) il centro
opera dal 1984 come centro di attività
sociosanitaria e rieducativa.
Il centro è organizzato per attività in
regime di:
semiresidenziale per 27 soggetti
ospiti al giorno
ambulatoriale ex art. 26 per prestazioni complesse a soggetti con disabilità fisica a
psichica
ambulatoriale ex art 44 per la rieducazione funzionale
ambulatoriale privato per la rieducazione funzionale (con costi a totale carico
dell'utente)
RSA (centro diurno Socio sanitario)
In particolare sono stati trattati soggetti (ex art 26 e 44) con ritardo psicomotorio e dello
sviluppo (oltre il 50%) con ritardo mentale, con ritardo uditivo, con patologie
neurologiche, ortopediche, reumatiche e genetiche.
Presso il centro sono impiegati 2017
Responsabile del
centro
1
Direttore sanitario 1
medici 3
Fisioterapisti 5
logopedisti 2
28
Infermieri
professionali
1
Pedagogista 2
Assistente sociale 1
Psicologa 1
Pedagogista 1
sociologa 1
OSS 6
Personale
amministrativo e
servizi generali
6
Al personale interno si aggiunge un significativo contributo del personale volontario
Per garantire la qualità migliore delle prestazioni effettuate, il Cento è da tempo
certificato con sistema di gestione per la Qualità conforme alla norma UNI EN ISO
9001-2015.
Il Centro di Riabilitazione Psicomotoria Silenziosi Operai della Croce ha per suo scopo
istituzionale l’educazione, la rieducazione, l’abilitazione e la riabilitazione di persone
con deficit neuro-psico-motori e disabilità transitorie. Eroga le proprie prestazioni in
regime ambulatoriale, domiciliare, semiconvitto.
L’impegno del Centro SODC è finalizzato a:
facilitare l’accesso ai servizi riducendo al minimo la lista di attesa e semplificando
le procedure;
garantire le prestazioni riabilitative al maggiore livello di qualità possibile,
tenendo conto dello stato dell’utente, in condizioni ambientali di massimo comfort
ed assicurando una dimensione di cura umana e personalizzata;
informare completamente e correttamente l’utente e la sua famiglia sulle terapie
erogate in base alla diagnosi di ingresso, ponendo le condizioni per decidere
consapevolmente in merito alle terapie effettuate ed all’incidenza sulla qualità
della vita della sua vita;
promuovere l’attività riabilitativa per la persona con disabilità;
attuare progetti di ricerca scientifica e sperimentazione tecnica e di aggiornamento
in materia di tecniche gestionali dei centri di riabilitazione per persone con
disabilità;
sviluppare l’uso dei sistemi di Comunicazione Aumentativa e Alternativa per
migliorare la relazione interpersonale e, di conseguenza, la qualità della vita della
persona con disabilità;
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aiutare le persone con disabilità a diventare, per quanto possibile, emancipati
fisicamente, socialmente ed economicamente:
supportare i loro familiari e quanti si occupino del loro disagio,
collaborare con altri centri e istituzioni per una adeguata riabilitazione e per
l’inserimento della persona con disabilità nel tessuto sociale.
Il CDR offre un articolato intervento di riabilitazione finalizzato ad individuare e
potenziare le abilità di ognuno.
Tutto questo viene realizzato attraverso l’elaborazione di un Programma riabilitativo
individuale che individua aree critiche e punti di forza da utilizzare per abilitare e
riabilitare l’utente al fine di fargli raggiungere la maggiore autonomia possibile. Il
Programma individualizzato viene implementato, attuato e verificato attraverso una
procedura di controllo costante della validità dell’intervento terapeutico effettuato. Per
questo, il CDR si avvale di competenze specifiche nell’èquipe multiprofessionale,
composta da Neuropsichiatra Infantile, Neurologo, Foniatra, Fisiatra, Psicologo,
Infermiere, Assistente Sociale, Terapisti della Riabilitazione, Logopedisti.
La presa in carico della famiglia vede coinvolto il Case Manager, che offre la propria
competenza nel seguire pratiche burocratiche utili a garantire il godimento dei diritti dei
nostri ospiti e di tutta l’èquipe degli specialisti del Centro.
Sono previsti incontri di sostegno ai familiari
condotti dallo Psicologo con cadenza
periodica.
Centro di Spiritualità “Beato Luigi
Novarese”
Il 25 settembre del 1988 sotto un acquazzone
martellante veniva inaugurata dalla
Comunità dei Silenziosi Operai della Croce
di Valleluogo il Centro di Spiritualità “Beato
Luigi Novarese”. Il nuovo centro raccoglie
l'eredità e l'opera iniziata nella cosiddetta casa “vecchia”, che fin dal 1968, svolgeva
attività formativa-apostolica. La costruzione della casa “nuova”, si era resa necessaria
per poter ospitare in modo più confortevole gli esercitanti, anche se i lavori, per
mancanza di fondi, non andarono proprio spediti: ci fu bisogno del contributo del centro
diocesano del CVS di Napoli, per condurre a termine i lavori.
La casa per gli esercizi spirituali, sia quella vecchia che la nuova, ha rappresentato un
luogo di sosta importante, una specie di pozzo cui attingere alle acque abbondanti della
Parola di Dio, per poi portarla al mondo con la propria vita e testimonianza.
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Frequentando la casa di esercizi spirituali, si capisce da dove nasce tanta devozione e
tanto amore verso i sofferenti: una tranquillità e un amore verso il prossimo che
accompagna con gentilezza i frequentanti gli esercizi dandogli la forza di portate avanti
l'insegnamento di Cristo. È tra queste mura che si forma il concetto di Silenziosi Operai
della Croce, costantemente rivolti alle periferie esistenziali della sua epoca, abitate dagli
ammalati, dai sofferenti.
Qui trova attuazione l'insegnamento del Beato Luigi Novarese sull’importanza degli
esercizi spirituali: “Gli Esercizi Spirituali per ammalati sono la formula migliore che,
più di qualsiasi altra, va in profondità per la formazione degli ammalati. In essi si
impara a sempre meglio valorizzare la sofferenza e ci si educa a diventare fermi e
costanti realizzatori delle richieste della Madonna rivolte a Lourdes ed a Fatima. I frutti
degli Esercizi Spirituali sono consolanti e suscitano in noi una sete inestinguibile di
cercare sempre qualcosa di nuovo per andare incontro alle esigenze spirituali delle
persone, per risvegliare nei cuori il desiderio di Dio, il desiderio della santità”.
Centro Socio riabilitativo e Centro Residenziale
“Nostra Signora di Fatima” – Meldola (FC)
Il Centro Socio Riabilitativo “Nostra Signora di
Fatima” di Meldola (FC) ospita persone con varie
disabilità, sia in regime diurno sia in r3egime
residenziale. E’ una struttura socio-riabilitativa
accreditata, destinata a persone con handicap fisico e
psichico, che favorisce la crescita delle capacità di
autonomia e di relazione. In particolare offre un
sostegno ed un aiuto al portatore di handicap e alla
sua famiglia, supportandone il lavoro di cura.
Il centro è autorizzato per 15 posti letto in regime residenziale e 25 posti in regime
diurno. È accreditato per 9 posti residenziali (+ 2 in regime privato) e 20 posti posti
diurni.
Nel centro di Meldola sono impegnate le seguenti risorse umane Anno 2017
Responsabile 1
Educatori 12
Infermieri
professionali
1
31
Operatori socio
sanitari
4
Assistente sociale 0
Personale
amministrativo e
generale
3
A questo si aggiunge un significativo contributo del personale volontario
Il Centro socio riabilitativo garantisce agli utenti il coinvolgimento nelle attività previste
dal Progetto personalizzato sullo stile dei Silenziosi Operai della Croce.
Il Centro verifica e programma annualmente le attività generali e aggiorna annualmente
costantemente il progetto personalizzato individuale (congiuntamente con il referente
del servizio sociale, ove l'inserimento sia avvenuto su proposta dell'ente pubblico, con la
famiglia e con l’utente stesso).
Il Centro mette in atto le strategie necessarie affinché il referente della struttura e
l'assistente sociale incontrino congiuntamente i familiari con una certa periodicità, per
garantire il coinvolgimento e la conoscenza del progetto.
Per la realizzazione delle attività di riabilitazione a carattere occupazionale, sono attivi
vari laboratori, sia all'interno sia nell'area esterna del parco nei quali si svolgono le
seguenti attività:
Cultura generale
Riciclo creativo
Feltrosofia: ricamo e lavori con feltro e pannolenci
Serigrafia
Orticoltura e Flori-frutticoltura
Attività espressiva e teatrale
Attività musicale
Attività motoria - riabilitativa (ginnastica individuale, di gruppo, attività di
rilassamento, esercizi in piscina)
Attività di cura e benessere
Laboratorio dalla A alla Z
Alle attività di produzione di vari manufatti partecipano tutte le persone che frequentano
il Centro, suddivisi in piccoli gruppi in base alle capacità gli utenti. L'organizzazione dei
lavori e dei gruppi viene strutturato in modo che gli utenti possano seguire il percorso
dei prodotti: dalla fase di reperimento delle materie prime, alla realizzazione e
ultimazione del prodotto. Per accrescere la soddisfazione degli utenti i percorsi
prevedono, in adeguata misura con le attività addestrative, anche spazi ricreativi che
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consentono la libera espressione soggettiva, evidenziandone le attitudini. Si aggiungono
periodicamente le visite didattiche, che assicurano un concreto sostegno ai programmi
teorico-pratici, oltre a contribuire validamente ad aumentare le conoscenze e le capacità
di relazione.
Un'attenzione particolare è sistematicamente dedicata alle occasioni utili alla
socializzazione (feste e ricorrenze del Centro, momenti ricreativi e di carattere
informale), giovandosi della collaborazione di personale volontario.
Casa Cuore Immacolato di Maria - RE (VB)
Dal 1960, presso la Casa di spiritualità per
esercizi spirituali di Re si svolgono i corsi
di Esercizi spirituali del Centro Volontari
della Sofferenza e dal 2011 accoglie la
Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.)
"Cuore Immacolato di Maria", sorta al
fine di rispondere alle esigenze del
territorio in cui opera.
La Casa “Cuore Immacolato di Maria” fu
costruita in seguito alla richiesta dei
fratelli ammalati che frequentavano i corsi
di Esercizi spirituali organizzati da Mons. Luigi Novarese, di avere una casa loro, senza
barriere architettoniche e adatta alle loro esigenze. Anche in questo caso i Silenziosi
Operai della Croce hanno unito spiritualità e assistenza in un connubio sorto
spontaneamente dalle esigenze dei fedeli e realizzato con naturalità e passione a favore
dei bisognosi.
Avviata nel 2011 con la ristrutturazione del V° piano della Casa Cuore Immacolato di
Maria (Santa Bernadetta) l'RSA ospita 30+2 ospiti.
L'iniziativa è stata attuata anche per rispondere alle esigenze del territorio adattando
parte della struttura: il 5° piano per i ricoverati e utilizzando il 2° per gli aspetti
amministrativi gestionali).
L’ingresso della Residenza è collocato al 2° piano della Casa “Cuore Immacolato di
Maria” presso il quale si trovano la direzione, la segreteria, gli uffici, un soggiorno
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comune e la sala polivalente. Ambienti di servizio e la camera mortuaria sono collocati
al piano terra.
Il reparto di degenza dispone di n. 30 posti letto in regime di R.S.A. (+2 per le urgenze)
e può fruire di stanze ad uno o due letti tutte con ampia veduta all’esterno della struttura.
Le stanze dispongono di bagno ed alcune di balcone. L’assegnazione del posto letto
avviene considerando le patologie e le caratteristiche del soggetto.
Sempre al 5° piano si trovano:
Il soggiorno comune
La sala pranzo
Ambulatorio medico
Locale per il personale di assistenza
Parrucchiere/pedicure
Cucinetta del piano
In reparto vengono garantiti:
La presenza costante di personale di assistenza
La presenza giornaliera infermieristica e la reperibilità negli orari in cui non è
presente in struttura
Un’adeguata assistenza medica
Un intervento riabilitativo e educativo giornaliero secondo i P.A.I.
L’assistenza religiosa
Le prestazioni offerte sono orientate a contrastare o compensare la perdita di autonomia,
che spesso si esprime negli ospiti come incapacità di permanere o di rientrare al proprio
domicilio.
In perfetta sintonia con il pensiero dell'associazione, il lavoro si svolge partendo
dall’assioma che anche la creatura più piccola ed emarginata ha un valore inestimabile
ed anche per essa è giusto e doveroso impegnare energie per il potenziamento delle
capacità residue poche o tante che siano, ravvisabili oltre il danno psicofisico
diagnosticato.
Su questo si basa la convinzione che ognuno è una persona unica, singolare ed
irripetibile e pertanto degna di continuare la propria esistenza nell’ottica più umana
possibile.
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a Re operano 2017
Direttore di
struttura
1
Vice Direttore di
struttura
1
Direttore sanitario 1
Infermieri
professionali
4
Operatori socio
sanitari
9
Personale
amministrativo e
generale
5
A questo si aggiunge un significativo contributo del personale volontario
Casa per Esercizi spirituali di Re
Costruita con le offerte e i sacrifici di molte persone, soprattutto appartenenti al Centro
Volontari della Sofferenza, la casa "Cuore Immacolato di Maria" offre una risposta
concreta al desiderio da parte degli ammalati di poter partecipare a corsi di esercizi
spirituali. L’intero stabile (costituito da 8 piani) è privo di ostacoli: ascensori ampi,
nessuno scalino sui percorsi interni ed esterni e soprattutto un ambiente familiare nel
quale ogni persona contribuisce al mantenimento e funzionamento della struttura.
Il primo corso si tenne nel mese di giugno del 1960 per gli ammalati della diocesi di
Novara. Da allora i gruppi del Centro Volontari della Sofferenza attivi nelle diocesi del
nord e del centro Italia e del Canton Ticino, si danno appuntamento qui per l'annuale
ritiro in un ambiente accogliente e adatto alle esigenze delle persone con difficoltà, per
ascoltare la Parola di Dio e trovare nuovo slancio nel proprio apostolato svolto nella
chiesa di appartenenza.
La statua di Maria che troneggia nella Chiesa dietro l'altare ricorda al visitatore che "il
mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio". A questa statua sono legati molti ricordi,
personali e associativi, ed è diventata quell'icona che accompagna l'uomo nella sua
quotidianità trovando, come promesso, il rifugio sicuro.
A Re, utilizzando la bellezza e la tranquillità dei posti, si realizzano attività di sostegno
spirituale che si realizza attraverso:
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Accogliere persone singole e in gruppo per incontri con se stessi e col Signore nel
silenzio della casa e dell'ambiente circostanze
Organizzare giornate di spiritualità e di formazione umana e spirituale.
Collaborare con il Centro Volontari della Sofferenza della diocesi di appartenenza.
Il Complesso del Santuario della B.V. del Trompone -
Moncrivello (VC)
La Casa di Cura “Mons. Luigi Novarese”
Centro di Recupero e Rieducazione Funzionale
Dedicato al fondatore, il centro di Moncrivello
si presenta come una realtà polivalente. Intorno
al Santuario della Madonna del Trompone,
entrato nell'orbita dell'Associazione nel 1970,
con un lavoro quotidiano e costante si sono
sviluppate, salvaguardandone la bellezza
architettonica, un insieme di attività.
Il Santuario sorse nel 1562, per volere di
Gabriella di Valperga, moglie del marchese di
Moncrivello per celebrare l'apparizione Mariana
avvenuta in quel luogo e nel 1881 divenne sede
del Seminario della Diocesi di Vercelli.
Formazione e assistenza quindi “aleggiavano” sul luogo da tempo e quando questo fu
donato ai Silenziosi Operai della Croce, alcuni locali furono subito dedicati
all'animazione pastorale e agli esercizi spirituali. Successivamente iniziano i Corsi di
Formazione Professionali per ragazzi disabili ed il Centro di Riabilitazione per la
riabilitazione sia psichica che fisica. Sollevare le pene dei sofferenti era forse già scritta
da tempo ed oggi il centro si presenta come una realtà di prim'ordine, grazie alla
costruzione modello, inaugurata il 7 ottobre 2006 ora collegata fisicamente, oltre che
idealmente, con l'antico santuario.
Da più di dieci anni entrano nella struttura persone che hanno perso autonomia, cui
bisogna ridare fiducia oltre che ristabilire le loro capacità di movimento. Ogni persona
rappresenta un valore inestimabile e merita ogni attenzione possibile, perché, come ha
ricordato di recente il Santo Padre, nessuno deve essere scartato.
I numeri non rendono giustizia della fatica sopportata, ma danno un’idea di quando
lavoro viene svolto.
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La RSA “Virgo potens”
Il desiderio dell’Associazione Silenziosi
Operai della Croce di riqualificare e
rendere nuovamente operativi i palazzi
neoclassici già sede dell’ex seminario
minore della Diocesi e del CRRF “Mons.
Luigi Novarese”, ha portato, in seguito a
diversi contatti con ASL e Regione per
effettuare un’analisi del territorio e
definire bisogni e necessità, a progettare
la ristrutturazione dei due palazzi
trasformati in una Residenza Sanitaria
Assistenziale (RSA) di 40 posti letto che prevede un Nucleo di 10 posti letto per persone
in Stato Vegetativo (NSV), un Nucleo di 10 posti letto per persone affette da patologie
ad Alta Complessità Neurologica (NAC), 20+4 posti letto per l’accoglienza di anziani
non autosufficienti ad alta intensità assistenziale.
La RSA è stata inaugurata nel febbraio 2015 e si presenta come una struttura in grado di
accogliere ospiti con disabilità molto gravi grazie anche alla competenza di medici ed
infermieri che operano all’interno della struttura.
I Gruppi appartamento
In seguito alla mutazione avvenuta in seno dell'Associazione dei SILENZIOSI OPERAI
DELLA CROCE che ha visto trasformare l'ex Centro di Formazione Professionale per
disabili a carattere residenziale, in CENTRO di RECUPERO e RIABILITAZIONE
FUNZIONALE, con caratteristica prettamente sanitaria, uno dei problemi più urgenti ed
evidenti che si è affrontato, è stata la ricollocazione di tutte le persone disabili allora
presenti, in situazioni che non compromettessero i risultati ottenuti, mantenendo la loro
dignità di persona in condizione di svantaggio, in qualsiasi tipo di soluzione venisse
individuata.
Gli obiettivi e la mission dell’Associazione per quanto riguarda i Gruppi Appartamento
sono gli stessi del carisma del Beato Luigi Novarese, loro padre fondatore, e cioè “.. la
valorizzazione della persona sofferente ed ogni possibile recupero della sua efficienza
fisica in un ambiente sereno, accogliente e professionalmente idoneo…”.
Molto è stato fatto, lavorando individualmente per ogni singolo utente, sfruttando tutte le
possibilità offerte dal territorio in cui è insediato il Centro, dal territorio di provenienza
dell'ospite, dalle famiglie e dalle strutture già presenti.
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Venne avviato a Cigliano nel 1992, un laboratorio protetto di legatoria ed utilizzato un
appartamento, affidato all'Associazione da un ex-utente, molto vicino al laboratorio, per
garantire a quei pochi soggetti per i quali non erano state individuate altre soluzioni, una
permanenza nel territorio a loro già noto.
Utilizzando la L.R. n.43/97 venne richiesta l'autorizzazione per il riconoscimento
dell'alloggio in "Gruppo Appartamento", esteso poi ad un altro alloggio, locato poco
tempo dopo, che ha permesso la collocazione di n.7 soggetti per i quali, qualsiasi altra
strada era impraticabile.
Da allora, l’evoluzione degli utenti, il naturale cambiamento dei nuclei famigliari, le
richieste avanzate da alcuni Consorzi e l’assegnazione, da parte del Comune di
Villareggia, ai SOdC di 6 alloggi, hanno agevolato la via per avviare altri 2 Gruppi
Appartamento proprio in questo Comune.
Il Gruppo Appartamento può essere considerato una valida opportunità per realizzare un
progetto di vita autonoma in cui particolare rilievo viene dato a: cura di sé, gestione
della quotidianità, integrazione nel tessuto sociale e cura delle relazioni. La vocazione
prevalente trattata è rivolta sia a disabilità intellettiva, insufficienza mentale e difficoltà
specifiche di apprendimento, accompagnato a limitazione dello sviluppo cognitivo e
della sfera emozionale, e pluridisabilità, con deficit intellettivi e cognitivi associati a
lievi compromissioni di natura organica.
Università Cattolica del Sacro Cuore – Corso di Laurea triennale
Dall’Anno Accademico 2005-2006 è attivo presso la Casa di Cura a
Moncrivello il Corso di Laurea in Terapia Occupazionale, l’unico attivo in
Regione Piemonte, istituito in collaborazione con l’Università Cattolica del
Sacro Cuore, Facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma.
Il Terapista Occupazionale è uno dei professionisti delle otto figure della
riabilitazione appartenenti alla Classe L/SNT2 insieme al fisioterapista,
logopedista, riabilitatore psichiatrico, podologo, ortottista, terapista della neuro e
psicomotricità dell’età evolutiva ed educatore professionale.
Sono tutti colleghi di lavoro nell’equipe riabilitativa prevista in Centri di Riabilitazione,
Case di Cura, Case di Riposo, ASL e altre strutture sanitarie e socio-sanitarie.
Cercando di realizzare il desiderio di Monsignor Luigi Novarese-anche per l’amicizia
con il Professor Romanini- di una feconda collaborazione
con l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico Gemelli, il corso è stato
fortemente voluto dall’Associazione dei Silenziosi Operai della Croce. Il Corso infatti
risponde ad una importante necessità del territorio: nella Regione Piemonte non erano
presenti scuole di formazione per Terapisti Occupazionali, mentre la richiesta di
prestazione di terapia occupazionale è molto presente a livello regionale ed è
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attualmente soddisfatta con la supplenza di altre figure professionali (educatori,
fisioterapisti) cui manca una specifica formazione.
Nella costruzione della nuova struttura si è tenuto conto dell’importanza di inserire
tecnologie moderne, laboratori, locali per attività diagnostiche e terapeutiche mirate. In
particolare, lo spazio dedicato alla terapia occupazionale è di circa 300 mq, luogo
privilegiato per il tirocinio professionalizzante, parte integrante se non preponderante
dell’apprendimento da parte degli studenti. La presenza di questa ampia area e del Corso
di Laurea permette, all’interno del nuovo CRRF, di proseguire ed ampliare la ricerca in
Riabilitazione per favorire il recupero personale dei pazienti e adottare strategie e
tecnologie innovative in campo riabilitativo.
Università Cattolica del Sacro Cuore – Corso di Laurea Magistrale in Scienze
riabilitative delle Professioni Sanitarie
Obiettivi
Il Corso di laurea magistrale in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie ha lo
scopo di fornire:
una formazione che consenta al laureato di coordinare e/o dirigere organizzazioni
semplici e complesse utilizzando strumenti e misure per la pianificazione,
gestione delle risorse umane, della contabilità nell’economia aziendale; gestire
gruppi di lavoro e applicare strategie appropriate per favorire i processi di
integrazione multi professionale ed organizzativi;
apprendere metodologie di ricerca per collaborare in progetti finalizzati al
miglioramento continuo delle attività in ambito riabilitativo; collaborare con il
team di cura per realizzare l’applicazione e lo sviluppo di protocolli e linee guida;
partecipare alla progettazione e alla gestione di attività didattiche nell’ambito
della formazione permanente rivolte ai professionisti della riabilitazione,
progettare e realizzare, in collaborazione con altri professionisti, interventi
educativi e di sostegno del singolo e della comunità per l’autogestione e il
controllo dei fattori di rischio e dei problemi di salute.
Competenze
Le competenze dei laureati magistrali comprendono:
applicare le conoscenze di base delle scienze pertinenti alla specifica figura
professionale necessarie per assumere decisioni relative all’organizzazione e
gestione dei servizi sanitari erogati da personale con funzioni riabilitative
dell’area medica, all’interno di strutture sanitarie di complessità bassa, media o
alta;
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utilizzare le competenze di economia sanitaria e di organizzazione aziendale
necessarie per l’organizzazione dei servizi sanitari, per la gestione delle risorse
umane e tecnologiche disponibili, valutando il rapporto costi/benefici;
utilizzare i metodi e gli strumenti della ricerca nell’area dell’organizzazione dei
servizi sanitari pertinenti alle figure professionali della classe, nelle aree clinico-
assistenziali, nell’organizzazione e nella formazione;
applicare e valutare l’impatto di differenti modelli teorico-pratici nell’operatività
dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari;
progettare e realizzare interventi formativi per l’aggiornamento e la formazione
permanente afferente alle strutture sanitarie di riferimento;
sviluppare l’insegnamento disciplinare, pertinente alla specifica figura
professionale, nella formazione di base, complementare e le attività tutoriali e di
coordinamento del tirocinio;
comunicare con chiarezza su problematiche di tipo organizzativo e sanitario con i
propri collaboratori e con gli utenti;
analizzare criticamente gli aspetti etici e deontologici delle professioni dell’area
sanitaria anche in una prospettiva di integrazione multiprofessionale.
Gli studenti in considerazione delle diverse discipline contenute nella classe, potranno
svolgere stage in servizi accreditati (Direzioni di Servizi, Servizi di Formazione, Centri
di Ricerca).
Gli insegnamenti nell’ambito dei diversi settori scientifico-disciplinari saranno svolti
con:
lezioni frontali;
esercitazioni teorico-pratiche;
attività di laboratorio;
attività di tirocinio. Il tirocinio formativo può essere svolto presso strutture della
facoltà ed Aziende Sanitarie Pubbliche e Private. Possono essere organizzati
soggiorni per attività per attività di tirocinio presso altre università italiane o
estere, secondo le convenzioni stipulate sul territorio nazionale e progetti di
scambio internazionale;
seminari di approfondimento delle diverse discipline.
Centro formativo
I Silenziosi Operai della Croce (in seguito SODC) dedicano un impegno particolare alla
formazione della persona sofferente e di coloro che sono deputati alla cura e alla
promozione del disabile stesso.
Per ciò che concerne la persona sofferente, fin dagli anni ’60 hanno fondato laboratori e
corsi professionali per permettere alle persone disabili di acquisire quelle conoscenze
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che favorissero il loro inserimento lavorativo. Queste attività non sono attualmente più
necessarie, almeno nella società europea, ove è normato e agevolato l’inserimento
scolastico delle persone portatrici di handicap. Continua invece la promozione formativa
attraverso corsi specifici, laboratori e cooperative sociali laddove se ne verifichi l’utilità.
La formazione cui fa maggiormente riferimento l’impegno dei SODC a questo livello è
quella spirituale ed associativa, a favore soprattutto dei Centri Volontari della Sofferenza
(CVS) Diocesani.
L’attività formativa nei confronti dell’associazione CVS parte dall’elaborazione del
Progetto Pastorale (triennale) e si concretizza in sussidi vari che guidano il cammino
diocesano annuale. Nel corso dell’anno pastorale i SODC collaborano in modo attivo
con i vari gruppi di Volontari della Sofferenza che operano a livello diocesano.
Dall’anno 2002 l’Associazione è stata approvata quale Provider ECM da parte del
Ministero della Salute e ha introdotto un sistema di gestione per la qualità nell’ambito
della progettazione di corsi di formazione ed aggiornamento professionale accreditati
presso il Ministero della Salute (accreditamento ECM).
Dal 2016 la Sede formativa è accreditata quale Provider ECM n. 331 in regime
definitivo presso la Regione Piemonte.
L’Agenzia formativa “Silenziosi Operai della Croce” è accreditata presso la Regione
Piemonte per lo svolgimento di attività di Formazione Professionale.
Rocca “Maria Madre della Chiesa – Montichiari (BS)
Il 7 novembre 1965 Mons. Novarese e sorella
Miriam, alla presenza di autorità religiose e civili,
con la partecipazione di molti malati, inaugurano
la presenza della comunità dei Silenziosi Operai
della Croce a Montichiari nel Castello Bonoris. Un
avvenimento che fa parlare i giornali del tempo:
una comunità di consacrati nel maniero situato sul
colle San Pancrazio al servizio dei sofferenti per
una riappropriazione della dignità della persona . Il
carisma del Beato Novarese in questa casa segna una tappa importante dell’opera : una
casa per la formazione dei membri che si affacciano all’opera con il desiderio di una
consacrazione di vita e la formazione degli iscritti al Centro Volontari della Sofferenza
per un impegno apostolico all’altezza dei tempi dando un timbro attivo alla persona. Il
sapere a servizio dell’azione connubio importante per una vita destinata a lasciare un
impronta nella storia. Tutto questo in un contesto di storicità e di silenzio arricchito dal
contatto con la natura che riporta sempre all’uomo uno sguardo verso le cose belle che
sanno di mistero.
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La comunità impegnata nella formazione ai membri del noviziato maschile e femminile
si apre subito ai bisogni dei sofferenti del paese con incontri a domicilio, e formazione
per bambini ed adulti. Stretto è il rapporto con il CVS di Brescia e quello di Mantova.
Nel contempo si completano i lavori alla foresteria che subisce un ampliamento
strutturale adeguando gli ambienti all’accoglienza dei malati. Così nel 1968 la comunità
dal castello si trasferisce nella foresteria, quella che era stata sede del convento dei
Cappuccini (1589-1799), con un impegno verso i poveri del paese. Tale sede diventa
punto di incontro e confronto per trasformare le povertà della vita in moneta di conquista.
(espressione usata da Paolo VI in un discorso rivolto ai volontari della sofferenza). Si
inizia anche l’accoglienza ai sacerdoti ammalati, attività che stava tanto a cuore al beato
Novarese. Nel 1974 la comunità in collaborazione con il CVS di Brescia inizia il
pellegrinaggio pasquale a Lourdes, (in treno) che ancora oggi raccoglie oltre 500
persone tra sani e malati con personale medico e paramedico. E’ entusiasmante la
presenza di bambini adolescenti e giovani che scelgono di vivere una settimana a
servizio dei malati facendo dell’esperienza una scuola di vita. Molti trasformati
dall’esperienza contagiano con il loro entusiasmo amici e conoscenti, rinnovando la loro
presenza al pellegrinaggio assicurando così il contributo dell’esperienza che favorisce il
buon andamento dell’iniziativa. Quanto bene si espande quando si ritorna a casa con
qualcosa di nuovo, ed ogni anno è diverso da quello precedente. Tali persone, malati e
sani diventano i misteriosi benefattori dell’umanità, diceva San Tommaso d’Aquino che
il Bene è diffusivo di sé. Nel 1983 il noviziato maschile viene trasferito a Rocca Priora e
quello femminile negli anni novanta sarà trasferito sempre a Rocca Priora. Le altre
attività continuano accogliendo anche gruppi di associazioni o parrocchie per momenti
di formazione e spiritualità diurna e residenziale. Nel 1996, a seguito delle normative
europee, richiedenti alle strutture molteplici lavori di adeguamento, l’associazione si
vede costretta a cedere il Castello al Comune. Così la proprietà è divisa in due, il
Castello con una parte del parco viene venduto al Comune di Montichiari e la foresteria
con parco e orto dei cappuccini rimane ai Silenziosi Operai della Croce i quali
continuano la loro opera non diminuendo il loro raggio d’azione. La casa usurata dal
tempo avrà bisogno anche di interventi strutturali, e di fronte alle necessità ecco che
l’Amore di Dio si trasforma in Carità. Una struttura antica soggetta a vincoli di
supervisione logistica riceve da molti benefattori il necessario per fronteggiare le spese
che ancora oggi si rendono necessarie. Il beato Novarese ha insegnato ai suoi figli
spirituali che l’opera è nelle mani della Vergine Maria, essa nasce dalle sue richieste. In
questo cammino di operosità che richiede continua fiducia ecco tanti volontari che
affiancano la comunità nella conduzione delle varie attività.
Come guardare il futuro? Con serena speranza. Nella vigna del Signore il lavoro è molto
accanto a chi soffre. La continua azione nel tempo ha dato nuovi sostegni di carattere
socio culturale e lavorativo ai sofferenti, ma persiste il bisogno di una azione formativa
che aiuti l’uomo a centrarsi, a trovare il senso della sua vita, a vivere la propria
42
soggettualità, a donare quanto di inequivocabile possiede, perché il mondo ha bisogno
del proprio apporto.
Casa Mater Misericordiae – Gerusalemme (Israele)
Posta nel cuore dell’opera di salvezza,
per la sua collocazione è di importanza
fondamentale la Casa Mater
Misericordiae di Gerusalemme.
Posta nella via Al Shayyha, strada che
dalla chiesa del Pater Noster percorre la
periferia del quartiere A Tur, scendendo
verso Betfage, celebre per i fatti
evangelici e la solenne processione delle
Palme, sorge la casa proprio sopra
Betania dove corre l'arteria che scende
da Gerusalemme a Gerico da cui è separata dal famoso “muro” che separa la zona
israeliana dalla zona palestinese. Situata alle falde del Monte degli Ulivi, gode di un
panorama eccezionale su Gerusalemme.
La casa risulta ideale come luogo appartato per l'attività di accoglienza per sacerdoti e
laici che frequentano corsi di studi biblici nei diversi istituti di Gerusalemme. Adatta per
spazi di riflessione, meditazione o pause spirituali, periodi sabbatici e corsi di
aggiornamento.
La comunità dei Silenziosi Operai della Croce nel quotidiano impegno è protesa a
realizzare al massimo il clima di familiarità, convivialità e servizio che caratterizzò la
casa di Marta, Maria e Lazzaro.
Nella spaziosa e silente cappella una delle vetrate ricorda il toccante episodio evangelico
di Gesù a Betania: tale esempio e richiamo guida la comunità nel suo servizio alla
Chiesa e ai fratelli.
La vicinanza con la città di Sion, i forti basilari luoghi evangelici, così importanti per la
nostra fede, formano un insieme che come traccia vitale accompagna coloro che cercano
di ravvivare e cresce sempre più nella conoscenza di Dio, per credere, amare e servire
sempre più la Chiesa.
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Fondation Bethléem de Mouda - Cameroun
La fondazione, cui collaborano i Silenziosi Operai della Croce ed i missionari del PIME,
opera in una delle zone più bisognose al mondo in un contesto dominato da violenze di
ogni genere, tant'è che al centro è stata assegnata una scorta armata, ma proprio in queste
condizioni maggiore è la necessità di portare
l'opera di testimonianza e l'azione concreta a
favore dei soggetti meno fortunati.
Riconosciuta come struttura di pubblica utilità,
dal 1997 offre accoglienza e sostegno
sanitario, riabilitativo, educativo e formativo
a numerose persone e in particolare ai
bambini associando opportunità di lavoro e di
reinserimento a favore delle fasce più deboli.
La produzione artigianale e le attività agro-
pastorali svolte dal centro contribuiscono a
fornire un significativo apporto, ma non sono
in grado di coprire l’intero ammontare delle spese di gestione della struttura che per
sopravvivere ha bisogno del sostegno dagli enti fondatori e dei finanziamenti progettuali.
Alla Fondazione di Mouda l’Associazione destina ogni anno le somme raccolte
attraverso le firme dei contribuenti italiani per dare il 5 x 1000 delle loro tasse ad
Associazioni senza fine di lucro.
Il contesto in cui si opera è infatti condizionato da epidemie persistenti di colera specie
durante la stagione delle piogge e il costante rischio di altre epidemie cui deve
aggiungersi l'inquietante presenza di Boko Haram con le sue azioni di terrore e dalle
condizioni operative caratterizzate da continui guasti della rete elettrica e notevoli
difficoltà di rifornimenti, solo per citare i problemi principali.
Nonostante questo scenario operativo, la Fondazione Betlemme organizza ogni anno
diverse missioni specialistiche rivolte ai suoi ospiti e alla popolazione dei villaggi,
sintetizzabile nella seguente tabella
Attività 2015 2016 2017 prospettive
Sezione nido 70 bambini da 0
a 30 mesi
113 bambini da
0 a 30 mesi
91 bambini da 0
a 30 mesi
Sezione sarè
(supporto al
programma
scolastico)
150 bambini e
ragazzi; 6
adulti; 165
pazienti della
123 bambini e
ragazzi; 6
adulti; 152
pazienti della
118 bambini e
ragazzi; 6
adulti; 165
pazienti della
44
riabilitazione;
15 bambini
malnutriti.
riabilitazione. riabilitazione.
Centro di
riabilitazione
165 assistiti;
12 casi sociali;
13 pazienti
esterni 37
bambini iscritte
alle attività
educative
152 assistiti
303
consultazioni
eseguite tra
adulti e bambini
con problemi
neurologici o
fisici 35
bambini iscritte
alle attività
educative
246 assistiti
463
consultazioni
tra adulti e
bambini con
problemi
neurologici o
fisici 34
bambini iscritte
alle attività
educative
CESDA Centro
di rieducazione
per bambini
sordi
58 bambini
sordi
58 bambini
sordi
58 bambini
sordi
Scuola materna 87 iscritti; con
7 abbandoni
77 iscritti; 7
abbandoni
48 iscritti; 3
abbandoni
CFAAM centro
di artigianato e
di formazione
110 iscritti
40 apprendisti
artigiani (le
iscrizioni sono
state sospese
per il primo
anno per
ragioni di
sicurezza)
40 e 130
apprendisti
artigiani
40 e 130
apprendisti
artigiani
Fattoria Al centro
afferiscono a
vario titolo i
frequentanti ai
corsi sia a
scopo didattico
che di svago
Ampliamento
dell'attività
(181 nuovi
porcellini e 420
galline ovaiole)
Mantenimento
delle attività
anche se non si
raggiunge
ancora
l'autonomia
avvio
dell'attività di
Ricerca del
raggiungimento
dell'autonomia
45
un mulino
Missione
Ortopedica
218 persone
seguite
63 interventi
Sospensione
attività causa
condizioni
ambientali
Sospensione
attività causa
condizioni
ambientali
Riattivazione
delle attività
ortopediche,
anche
attraverso un
programma
formativo
condotto con il
CRRF Mons.
Luigi Novarese
di Moncrivello
Infermeria Tutti quelli che
si sono
presentati alla
fondazione per
ragioni di salute
Oltre alle
normali attività,
nel mese di
maggio si
dovuto far
fronte a un
epidemia di
Escherichia coli
826
consultazioni,
di cui 724
rivolte a
pazienti interni
e 102 esterni
392 analisi di
laboratorio
Eventi
organizzati
8 feste (11
febbraio, festa
della gioventù.
8 marzo,
giornata della
donna. 1
maggio, festa
del lavoro. 20
maggio, festa
nazionale. Festa
di fine anno
scolastico. 2
ottobre festa
Fondazione
Betlemme. 3
dicembre
giornata del
disabile.
Santissimo
Natale)
8 feste (11
febbraio, festa
della gioventù.
8 marzo,
giornata della
donna. 1
maggio, festa
del lavoro. 20
maggio, festa
nazionale. Festa
di fine anno
scolastico. 2
ottobre festa
Fondazione
Betlemme. 3
dicembre
giornata del
disabile.
Santissimo
Natale)
8 feste (11
febbraio, festa
della gioventù.
8 marzo,
giornata della
donna. 1
maggio, festa
del lavoro. 20
maggio, festa
nazionale. Festa
di fine anno
scolastico. 2
ottobre festa
Fondazione
Betlemme. 3
dicembre
giornata del
disabile.
Santissimo
Natale)
Considerata
l'importanza di
mantenere
momenti
spensierati a
frequentatori
del centro è di
fondamentale
importanza
assicurare
continuità
anche
nell'organizzare
le feste.
46
Per gestire tutti questi servizi sono impegnate 159 persone così distribuite:
Asilo Nido
2015 48 nutrici; 2 cuoche; 8 lavandaie
2016 48 nutrici; 2 cuoche; 8 lavandaie
2017 42 nutrici; 2 cuoche; 8 lavandaie
Sezione saré
2015 26 assistenti-educatori; 16 addetti alla cucina
2016 26 assistenti-educatori; 10 addetti alla cucina
2017 29 assistenti-educatori; 13 addetti alla cucina
Centro di riabilitazione
2015 1 coordinatrice espatriata; 4 fisioterapisti; 1 aiuto fisioterapista; 2 educatori
qualificati; 7 assistenti;
2016 1 coordinatrice locale; 3 fisioterapisti; 1 aiuto fisioterapista; 1 educatore
qualificato; 7 assistenti
2017 1 coordinatrice locale; 3 fisioterapisti; 3 aiuto fisioterapisti; 7 assistenti educatori
Centro di educazione per bambini sordi – CESDA
2015 1 direttore e tecnico ortofonista; 5 insegnanti di cui 1 tecnico ortofonista; 1
insegnante di ceramica
2016 1 direttore e tecnico ortofonista; 4 insegnanti; 1 insegnante di ceramica
2017 1 direttore e tecnico ortofonista; 2 insegnanti; 3 insegnati apprendisti; 1 insegnante
di ceramica; 3 seminaristi
Scuola materna
2015 3 maestre di cui 1 direttrice 1 direttore,
2016 3 maestre di cui 1 direttrice
2017 3 maestre di cui 1 direttrice
Infermeria
2015 1 infermiere, 1 tecnico di laboratorio
2016 1 infermiere, 1 tecnico di laboratorio
2017 1 infermiere, 1 tecnico di laboratorio
Centro di artigianato e di formazione – CFAAM
2015 1 coordinatore, 13 artigiani, 4 insegnanti sarti, 3 alfabetizzatori, 1 insegnante di
sport, 2 assistenti
47
2016 1 direttore, 13 artigiani, 4 insegnanti sarti, 3 alfabetizzatori, 1 insegnante di sport,
2 assistenti
2017 1 direttore, 13 artigiani, 4 insegnanti sarti, 3 alfabetizzatori, 1 insegnante di sport,
2 assistenti
Fattoria
2015 1 coordinatore, 6 fattori
2016 1 coordinatore, 6 fattori
2017 1 coordinatore, 6 fattori
Mulino
2017 2 mugnai
Tra il personale impiegato un ruolo particolare è dato dal personale volontario del
servizio civile italiano (8 professionisti nel 2014). Purtroppo nel 2015, causa i pericoli
ambientali, è stato sospeso l'invio di volontari, che per fortuna è ripreso nel 2016 e si
spera possa essere ulteriormente sviluppato. In particolare merita nota la formazione
teorico pratica della durata di dieci giorni condotta da cinque specialisti provenienti
dall’Italia, più in particolare, una neuropsichiatra infantile, un fisiatra, due fisioterapisti e
una terapista occupazionale.
Un punto di forza dei Silenziosi Operai della Croce è proprio quello di acquisire il
miglior know how in realtà occidentali e saperle trasferire adattandole nelle realtà più
compromesse. Il flusso però è multidirezionale, nel senso che in ogni realtà si
concretizzano esperienze e nuove conoscenze che poi vengono messe a disposizione di
tutti in modo da accrescere il livello di intervento. Come sottolineato dalla stampa
specialistica oggi nel settore sanitario si dispongono di molte conoscenze ma si fatica a
trasferire le medesime nelle specifiche realtà. Per assurdo l'introduzione di nuove
conoscenze rischia di creare ulteriori inceppamenti organizzativi se la loro introduzione
non adeguatamente preparata sia livello culturale che manageriale. L'esperienza
maturata dai Silenziosi Operai della Croce offre un'esperienza organizzativa di
impareggiabile originalità
48
Casa Salus Infirmorum – Giovanni Paolo II
GLOGOW - Polonia
Convenzionato con il Fondo Nazionale per la
Salute dal 2011 ha sviluppato attività a carattere
socio riabilitativo con soggiorni della durata di 14
giorni continuativi con una presenza media di 90
persone
Turnus Turnus di 14 gironi Soggetti partecipanti
(giornate di degenza)
2016 14 1005 Ricoveri di cui 79
privati
2017 14 1052 Ricoveri di cui 128
privati
All'attività di soggiorno dei Turnus si affianca un’attività ambulatoriale di Rieducazione
funzionale erogata da un reparto diurno di fisioterapia e logopedia rivolto ai bambini in
età evolutivi o per richiedenti prestazioni richieste direttamente da soggetti privati. Attività di
fisioterapia
(Numero visite /
cicli di terapie)
Attività di
logopedia (Numero
visite / cicli di
terapie)
Progetti PFRON
2015
2016
2017
Responsabile del Centro è Sorella Margherita Malska coadiuvata da un medico fisiatra
con funzione di direttore sanitario, un ortopedico-traumatologico. 9 fisioterapisti e 2
logopedisti.
49
Centro Francisco e Jacinta Marto – Fatima (Portogallo)
La nostra presenza a Fatima è iniziata nel 1983
nella casa Virgo Fidelis con la scuola di
maglieria/ceramica per ragazze della zona;
assistenza ai sacerdoti; e l’Apostolato del CVS in
Portogallo. Attività che si sono svolte fino al 1995.
Sono terminate poco dopo l’apertura del Centro
Francisco e Jacinta Marto
Con l’apertura del Centro Francisco e Jacinta
Marto(1994) la comunità si è attivata nel rendere la casa accogliente e adeguata come
“Centro di spiritualità”.
Dopo le iniziali difficoltà la casa è ben conosciuta sia nella diocesi di Leiria – Fatima
che nel resto del Portogallo. Con il passare degli anni si è sempre più qualificata con la
presenza di persone singole, gruppi, associazioni, movimenti, che realizzano attività
proprie, di formazione, ritiri, esercizi spirituali.
Si svolgono, programmati dalla comunità Esercizi Spirituali, personalizzati, con metodo
ignaziano, orientati da padri Gesuiti, rivolti a Religiose/i intercogregazionale e anche a
laici. Le persone e i gruppi che frequentano la casa ne apprezzano la funzionalità, il
silenzio, gli spazi, l’accoglienza.
Dal mene di Agosto dell’anno 2006, il rettore del Santuario di Fatima ha chiesto la
disponibilità di accogliere giovani portoghesi con disagi psichici e fisici per una
settimana di vacanza e spiritualità.
Il primo anno c’è stata una sola settimana, poi, vedendo l’importanza di accogliere
questi giovani ogni anno sono state aumentate le settimane. Ora si svolgono 5 settimane
tra il mese di luglio e agosto.
Durante le settimane di permanenza si attua un progetto formativo per i giovani, per i
volontari per i familiari che sono presenti si parla anche del Centro volontari della
Sofferenza. Soprattutto si aiutano i familiari i volontari a comprendere che i giovani che
partecipano, sono persone, nonostante i loro limiti e come tali vanno trattati e si possono
aiutare le comunità parrocchiali a fare altrettanto.
Si cerca, infatti di sfruttare tutte le occasioni, per sensibilizzare le persone e anche i
sacerdoti che incontriamo in casa o fuori, per aiutarli a formarsi una mentalità più attenta
verso le persone che soffrono.
Sono piccolissimi semi che si cerca di gettare in terra portoghese.
Sono esperienze interessanti che ci permettono di conoscere meglio la realtà locale e
anche tante difficili situazioni.
50
Per quanto riguarda l’attuazione del carisma associativo, si continua a seguire il CVS
della Diocesi di Leiria-Fatima dove siamo stati approvati. Da qualche anno il Centro
Volontari della sofferenza è presente nella Diocesi di Porto, si sta aspettando
l’approvazione da parte del Vescovo.
In Portogallo da tanti anni, nel 1926, Padre Manuel Nunes Formigão, il sacerdote che ha
accompagnato il fenomeno delle apparizioni ha deciso di fondare un’associazione, con
l’obbiettivo di aiutare le persone a conoscere e vivere i messaggi di Fatima nel 1934 i
Vescovi portoghesi hanno approvato questa Associazione che si chiama “Movimento dei
Messaggi di Fatima”. I messaggi della Madonna in Portogallo sono ben conosciuti e
questa Associazione promuove per tutte le diocesi del portogallo esercizi spirituali per
ammalati gratuiti.
Noi, Silenziosi Operai della Croce, dobbiamo saper approfittare di tutte le Situazioni per
far conoscere il nostro Carisma, perciò collaboriamo con il Santuario, con il Movimento
dei Messaggi di Fatima; da parecchi anni siamo inserite nella commissione della
pastorale della salute della diocesi, e con loro abbiamo fatto momenti di formazione per
le persone delle parrocchie che vanno a visitare gli ammalati e altre iniziative.
Comunità di Buenaventura e Acacias (Colombia)
A partire dal 2006, nel contesto urbano della
diocesi di Buenaventura, e nel 20…. ad Acacias, la
comunità dei SOdC offre una presenza
comunitaria caratterizzata da: attività non
residenziale; inserimento prioritario nella pastorale
parrocchiale e diocesana, soprattutto per la
promozione integrale della persona sofferente,
nello specifico apostolato del CVS; attenzione
formativa verso quanti operano nella pastorale
della salute. Tale azione si estende alla nazione
colombiana, sulla base di contatti già attivi, e si rivolge alle altre nazioni del Centro -
Sud America, collaborando con la Confederazione internazionale CVS.
51
52
53
54
55
Note sulla compilazione del Bilancio Sociale
Criteri seguiti per la predisposizione del presente bilancio sociale
Essere al servizio del prossimo, ai giorni nostri, significa anche rende conto nel modo
più trasparente ed esaustivo possibile di come si gestisce un'impresa, specie se questa è
organizzata in forma associativa e fruisce della benevolenza caritatevole di molte
persone. Uno strumento di rendicontazione delle responsabilità dei componenti e dei
risultati sociali, ambientali ed economici delle attività svolte, al fine di offrire
un'informativa strutturata e puntuale a tutti gli stakeholder e più in generale a tutti di
destinatari del documento.
Il miglioramento della cultura delle imprese verso la sostenibilità sociale ed etica, ha
infatti indotto l'individuazione di standard e modelli, rendendo sempre più necessaria
una definizione, il più possibile condivisi, di principi e di processi che rendano chiarezza
e sicurezza sulle informazioni trasmesse.
La legislatura internazionale elaborata in sede ONU che a partire dai diritti fondamentali
dell'uomo alle legislazione particolari predisposte dai suoi organismi (l'Organizzazione
Mondiale del Lavoro, della Sanità, dei Trasporti, del Commercio, l'UNICEF) stanno
definendo un insieme di regole, non solo economiche, cui tutti sono chiamati a rispettare.
Ai documenti tradizionali volti a rispondere a precise regole civilistiche e fiscali, si
viene a creare la necessità di fornire un'esposizione ragionata di informazioni che, in
base alle conoscenze elaborate dalle scienze amministrative, tendono a riprogettare i
bilanci ponendo l’accento su parametri immateriali ed etici: i cosiddetti bilanci di genere
o balanced scorecard. Trattasi di sistemi di riferimento in grado di tradurre gli obiettivi
strategici, raggiungibili, misurabili e determinati, in un insieme coerente di misure di
performance. In concreto, se i tradizionali bilanci contabili permettono di evidenziare
aspetti economico- finanziari (tra cui la produttività per addetto), i bilanci immateriali
mettono in evidenza aspetti socio-economici (tra cui la produttività sociale), cioè come
si contribuisce al funzionamento della società in cui si è inseriti.
La balanced scorecard, misurando le performance di lungo periodo non direttamente
riconducibile agli aspetti finanziari, può fornire una valutazione bilanciata volta ad
analizzare il successo complessivo di un'attività consentendo di monitorare, non solo i
risultati economici, ma di valutare i progressi compiuti verso il benessere individuale e
collettivo.
Il Bilancio sociale diventa così un sistema di riferimento in grado di tradurre gli obiettivi
prefissati in un insieme coerente di misure di performance. La necessità del balanced
scorecard deriva dalla difficoltà delle normali rilevazioni di bilancio a misurare i dati
56
aziendali di lungo periodo specie quelli non direttamente riconducibili agli aspetti
finanziari. Trattasi cioè di una valutazione volta a verificare la rispondenza dell'attività
dei Silenziosi Operai della Croce alla Missione intrapresa e, in secondo ordine, ad
aspetti operativi quali: customer (clientela), internal (processi aziendali interni) e
innovation (capacità di adeguarsi al cambiamento) learning (apprendimento/crescita
continua), affiancandoli ai tradizionali parametri di valutazione finanziaria.
La decisione di redigere un bilancio sociale, seppur attuata su base volontaria, non
prescinde dalla oggettività e scientificità dei principi adottati (Chiarezza, Completezza,
Inclusione, Rilevanza, Periodicità, Trasparenza, veridicità) e dei criteri di base utilizzati
nel processo di rendicontazione così come determinato dalla “Agenzia per le
organizzazioni non Lucrative di utilità sociale”. Per una società NON Profit diventa
fondamentale individuare la pluralità dei soggetti con cui è chiamata ad interloquire
evidenziando la tipologia di relazioni in funzione degli scopi statuari da raggiungere.
Il Bilancio sociale dell'Associazione dei “Silenziosi Operai della Croce” è stato
sviluppato con l'obiettivo di evidenziare:
gli obiettivi e le motivazioni che hanno portato ad approcciare una rendicontazione
sociale;
le caratteristiche dell'associazione ed i principi religiosi e filosofici che ne informano
tutta l'attività;
i risultati diretti (output) ed indiretti (outcome) che si sono perseguiti e raggiunti nel
periodo osservato;
la selezione degli input/income quale garanzia di qualità di tutto il processo.
Per la completezza delle informazioni sono state individuate le seguenti tematiche:
assetto istituzionale
struttura organizzativa
personale dipendente / coinvolgimento del volontariato
modalità di finanziamento e gestione patrimoniale
attività scientifica e divulgativa
attività sanitaria
attività assistenziale a disagio e famiglia
ambiente
scuola e formazione
certificabilità delle informazioni
57
Finalità e metodologie seguite nella redazione come conciliare l’attenzione verso il paziente
e la necessità di gestire correttamente le risorse
La predisposizione del bilancio sociale ha teso ad innalzare il dibattito sulle questioni di
profilo economiche, organizzative ed etiche, che governano il lavoro del Silenziosi
Operai della Croce.
Le tradizionali valutazioni basate sulle rilevazioni economico-finanziarie non sono più
sufficienti, a descrivere compiutamente la complessità della dimensione aziendale, in un
mondo come quello sanitario che dev’essere costantemente rivolto ad aiutare le persone
nei loro momenti più difficili. Si deve quindi creare un collegamento tra l’insegnamento
dei Santi Sociali volto a porre la massima attenzione all’uomo e le regole etiche che
impongono un uso corretto di risorse, per definizione limitate. Sprecare una risorsa
sanitaria, significa infatti sottrarre possibilità di cura ad un altro essere umano.
Quest’analisi non trova soddisfazione nel bilancio civilistico-fiscale che esprime i
risultati di una gestione passata, mentre una complessione richiede con sempre maggiore
frequenza, di conoscere le potenzialità di crescita e di posizionamento nel futuro. È cioè
necessario capire quali sono le possibilità di sopravvivenza e sviluppo per
un’organizzazione, in funzione del suo adattamento alla società e all’evolversi di questa.
In tale contesto, qualsiasi prodotto/servizio oggi in commercio richiede, per poter essere
acquistati, una “credibilità” non più basata esclusivamente sul prezzo (una no price
competition di natura etica), ma su fattori quali l’affidabilità del prodotto, le garanzie di
qualità offerte e, last but not least, la qualità della produzione (premiando, ad esempio, la
garanzia dell’esclusione di sfruttamento di manodopera infantile, il non ricorso a
nessuna forma di inquinamento o altre modalità produttive deprecabili). Queste
informazioni non si ricavano dai bilanci e ciò rende necessario prevedere e sviluppare
altri strumenti. Le stesse problematiche si ripropongono, ancor più amplificate, in
ambito sanitario.
La balanced scorecard, partendo da un atteggiamento culturale giunge ad un nuovo
modo di interpretare i dati di bilancio e gestionali fornendo un riferimento in grado di
tradurre gli obiettivi strategici, raggiungibili, misurabili e determinati, in un insieme
“multidimensionale” coerente di misure di performance.
Tale necessità deriva, in sintesi, dalla difficoltà delle normali rilevazioni di bilancio a
misurare le performance di lungo periodo, non direttamente riconducibili agli aspetti
finanziari.
La finalità della balanced scorecard è quella di consentire pertanto alle organizzazioni di
monitorare non solo i risultati finanziari, ma di valutare nel contempo i progressi
compiuti nell’acquisizione delle capacità e delle attività immateriali necessarie per
58
ulteriori sviluppi. La balanced scorecard può infatti essere utilizzata anche nella fase di
formazione dei processi gestionali cruciali come la pianificazione o nel processo di feed-
back/feed-foreward.
Nell’ambito della graduale trasformazione delle strutture sanitarie, la capacità di gestire
le attività immateriali e le risorse umane, è diventata spesso più importante della stessa
capacità di investire in beni materiali.
I sistemi di misura di carattere economico-finanziario non permettono di verificare il
raggiungimento di obiettivi stabiliti in sede di strategia e soprattutto stentano a fornire
gli elementi necessari per far funzionare meccanismi di integrazione e di miglioramento
costante.
L’attività dei Silenziosi Operai della Croce è il risultato di una serie complessa di azioni
che risulta da un incontro tra assorbimento di risorse di diversa qualità e soprattutto di
dedizione costante verso i pazienti e ai loro problemi. Sotto un profilo contabile, però
tali aspetti non riescono a trovare adeguata visibilità, in quanto non rispondono
direttamente alla necessità di misurare l’incremento di valore. La balance scorecard
tende a rimediare a queste carenze partendo anche da indicatori che tengono conto di
ulteriori prospettive non strettamente collegate a valori monetari ma necessarie per
definire un ruolo ed una responsabilità sociale dell’impresa consona alle aspettative di
una società post industriale, dove l’impresa non è più un assemblatore, ma un soggetto
sociale attivo e maturo.
Le attività socio-sanitarie dei Silenziosi Operai della Croce competono su più fronti: la
qualità, la rapidità, l’innovazione, la reattività e l’eticità e per ottenere questi risultati
devono poter fare affidamento risorse umane che abbiano assimilato il principio di
responsabilizzazione operato-risultati in capo ad ogni individuo facente parte di
un’organizzazione. A sottolineare questo risultato è la percentuale di 0osggetti preparati
direttamente.
Questi fattori devono essere evidenziati in forme adeguate che non sempre possono
trovare capienza nelle normali valorizzazioni del bilancio ma richiedono un sistema di
rilevazioni di performance (Performance Measure System) in grado di riassumere le
impostazioni organizzative delle funzioni aziendali per fornire una visione trasversale
per processi, attraverso una determinazione dei costi che costituisce la base di
allocazione delle attività al prodotto.
Quest’impostazione obbliga a individuare alcuni fattori (costi, risorse umane e materiali)
in grado di definire la creazione di valore, in grado di influenzare il successo stesso
dell’attività. Tali fattori variano non tanto in base al numero delle unità prodotte ma in
base alla diversità e alla complessità dei processi produttivi attivati. La contabilità che
supporta l’individuazione dei questi fattori obbliga a superare la visione per centro di
59
costo e adottare un approccio per attività, in quanto sono queste e non i prodotti che
assorbono i fattori produttivi e quindi generano costi.
Nella catena del valore si possono infatti individuare attività primarie e attività di
supporto, cioè attività che permettono il buon funzionamento del sistema: tutte
contribuiscono a determinare il successo della produzione, ma con intensità diversa.
Nell’ambiente sanitario si opera in un sistema di No-Price Competition dove la
competizione fra produttori/erogatori si sviluppa non già sul prezzo, ma su altri fattori,
quali, ad esempio, la qualità delle prestazioni, la tempestività con cui si erogano certe
prestazioni, la segmentazione del mercato, la diversificazione del prodotto, la creazione
di cartelli tra produttori e altro ancora. La no-price competition si realizza soprattutto in
un regime di prezzi imposti, cioè quando un sistema tariffario impone il valore delle
prestazioni; in questo caso una struttura sanitaria deve vendere le proprie prestazioni, in
quantità potenzialmente illimitate, ad un prezzo prefissato da un terzo soggetto.
Le imprese sono costantemente volte alla ricerca di un fitness sociale oltre che
economico ricercando costantemente fiducia adesione e compartecipazione da parte
dell’ambiente in cui operano: l’attenzione di un’azienda non è più solo diretta a ricercare
spazi sui mercati, ma un complesso di relazioni che garantiscano credibilità alla struttura
sanitaria, quale soggetto sociale maturo e responsabile. Quando le tecnologie sono
scarsamente comprese e gli obiettivi sono ambigui e comunque in tutte le situazioni in
cui l’ambiente crea incertezza, succede che le organizzazioni, per raggiungere il
desiderato fitness sociale, si modellino su altre organizzazioni, dando così vita a un
meccanismo riconducibile a una forma di isomorfismo istituzionale (cioè la tendenza per
le organizzazioni di competere non solo per assicurarsi risorse e clienti, ma anche per
ottenere potere politico e legittimazione).
Il tentativo di gestire e valutare questo nuovo insieme di relazioni induce le strutture
sanitarie ad assumere decisioni che nascono da precise valutazioni, a fronte di opportune
informazioni ricavabili solo con la predisposizione di apposite banche dati. I processi
per acquisire maggiori conoscenze diventano essi stessi le cause di comportamenti che
possono generare atti densi di conseguenze, sia di carattere economico-finanziario che
organizzative-funzionali.
In quest’ottica il balanced scorecard rappresenta uno strumento manageriale utile per
creare modelli da seguire, tendenti a generare un “performance system” flessibile,
efficace e soprattutto economicamente giustificabile.
La balanced scorecard nasce da una esigenza pratica di evidenziare le performance
semplici quali i tempi di consegna, il grado di soddisfazione dei clienti, i tempi medi di
processo etc. Da queste rilevazioni operative si è, col tempo, passati ad un livello più
articolato volto a cogliere l’immagine che la struttura proietta di se verso la società in
cui opera: dalle relazioni sindacali, alle modalità di apparire sui mass media, alla
capacità di offrire soluzioni al contesto in cui si opera, alla rapidità di erogare
prestazioni.
60
La ricerca di strumenti per individuare e quantificare le rilevazioni che non trovano
spazio nei tradizionali dati contabili porta pertanto a definire quattro distinte prospettive
di miglioramento:
financial; le misurazioni di carattere economico-finanziario devono essere in grado di
rilevare anche le capacità di un’azienda di generare reddito e ricchezza (intendendo sotto
questo aspetto il grado di fiducia che gli azionisti e gli investitori istituzionali possono
indirizzare verso l’azienda stessa).
customer; mira a verificare l’immagine che l’azienda proietta nel suo mercato e la
possibilità di verificare se l’azienda è in grado di soddisfare anche in futuro dette attese,
considerata l’evoluzione della società e la presenza dinamica di società concorrenti.
internal; la capacità dei processi di avvicinarsi all’eccellenza intesa anche come
capacità di utilizzo razionale delle risorse disponibili.
innovation end learning; attraverso l’applicazione della tecnica del miglioramento
continuo occorre verificare la possibilità di accrescere il valore della parte intangibile
della struttura aziendale comprendente anche lo skill dei partecipanti al processo
produttivo.
Raccolta delle informazioni e loro archiviazione
Tutte le informazioni contenute nel bilancio sociale sono tratte da materiale raccolto e
appositamente archiviato in modo da fornire riscontro e per creare una banca dati a
disposizione di eventuali cultori della materia
Stesura del bilancio sociale
Il bilancio sociale è stato redatto grazie ad un continuo e approfondito confronto con
tutti gli interlocutori interessati.
Validazione e approvazione del documento
Il documento, prima della sua ufficializzazione è stato sottoposto al vaglio dei organi
associativi per una loro condivisione.
Prospettive
Oltre alle modalità di diffusione del documento tramite i canali propri dell'associazione
il bilancio sociale è aperto ai suggerimenti per i possibili sviluppi e le necessarie
integrazioni.
61
Quadro sinottico
Argomento Materiale reperibilità
Principi di
riferimento
Libro di Mario
Anselmo sulla vita
di Mons Luigi
Novarese
Disponibile presso
tutte le sedi
Storia e
documentazione
Archivio storico dei
Silenziosi Operai
della Croce
Disponibile su
richiesta dei
ricercatori
Corologia (distribuzione sul
territorio e le
ragioni che hanno
portato a scegliere
dove localizzarsi)
Si veda slide
riportante i luoghi
di intervento
Attività specifiche
1) attività socio-
sanitaria
Le carte dei servizi
offrono una sintesi
dei servizi offerti e
le modalità di
accesso
Carte dei servizi
Attività specifiche
2) attività formativa
Atti autorizzativi e
documentazione
attività svolte
Documentazione
reperibile presso la
scuola
Attività specifiche
3) pellegrinaggi
Memoria storica dei
precedenti e
testimonianze dei
partecipanti
Sito associazione
Attività specifiche
4) testimonianze
(Gerusalemme
Fatima etc)
Memoria storica dei
precedenti e
testimonianze dei
partecipanti
Bilanci contabili Bilanci pubblicati Disponibili presso
sede legale
“visti dalle persone
ospitati”
Testimonianze
significative e
“toccanti” dei
pazienti
Episodi, aneddoti,
lettere etc che
rilevano il quid in
più dato dal curare
non solo la
malattia
Patrimonio creato:
1) del personale
Analisi sul “quel
qualche cosa di più”
Soddisfazione
reale e percepita e
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addetto (skill)
2) delle persone
curate e dei loro
famigliari (benefico
realizzati)
3) educazione socio
sanitaria
(la cura dello spirito
che si apprende
presso le strutture
impatto sulla
popolazione
Rivista e produzione
culturale
Pubblicazioni
disponibili
Internet, Sito della
redazione
Definizione del gruppo di lavoro impegnato nella redazione del presente lavoro
Don Giovan Giuseppe Torre – Economo generale
Sorella Mara Strazzacappa – medico Geriatra
Dott Josè Parrella – Consulente legale
Prof Emanuele Ruffino Docente di economia e organizzazione dei sistemi del
Welfare