Berlioz, Tuba Mirum

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MICHELE GIRARDI, «Et vive la musique qui nous tombe du ciel!». Teatro musicale fra spazio scenico e drammaturgia. Pavia, 20160210, esempi

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MAHLER, Sinfonia n. 2, Auferstehungsimphonie (1894)

Si ode la voce di Colui che chiama: è giunta l’ora della fine per tutti gli esseri viventi – si annuncia il Giudizio universale, è scoppiato il terrore del Giorno dei giorni.

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Risuona il «Grande appello»

– squillano le trombe dell’Apocalisse; nel terribile silenzio crediamo di intendere un usignolo lontano, come un’ultima, tremolante eco della vita terrena. Piano si leva un coro dei santi e dei celesti «Risorgerai, sì risorgerai !». Qui appare la maestà di Dio! Una luce meravigliosa, soave, penetra nel nostro cuore – tutto è pace e beatitudine! Ed ecco: non c’è giudizio, non c’è peccatore, né giusto, né grande i piccolo – non c’è punizione né premio! Un sentimento di amore onnipotente ci illumina e pervade de con a sua eterna sapienza ed esistenza.

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Rossini, Guillaume Tell,

I.4, n.2: I corni di Gesler

ARNOLD Mais quel bruit? des tyrans qu’a vomis l’Allemagne le cor sonne sur la montagne. Gesler est là; Mathilde l’accompagne; il faut encore la voir, entendre encore sa voix; soyons heureux et coupable à la fois!

I.1, n. 1: Ranz de vaches CHŒUR On entend des montagnes le signal du repos; la fête des campagnes abrège nos travaux.

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Tristan und Isolde, II.1: la caccia si allontana

Giardino con alti alberi davanti alla camera d’Isolda, alla quale conducono, di fianco, alcuni gradini. Chiara, deliziosa notte d’estate. Presso la porta aperta è confitta una torcia accesa.

(Fanfare di caccia. Brangania, sui gradini che conducono alla camera, presta ascolto al tumulto della caccia che sempre più s’allontana. Guarda impensierita dietro di sé nella camera e vi scorge Isolda che si approssima. Uscendo dalla camera, Isolda viene verso Brangania, in grande agitazione.)

ISOLDE

Li odi tu ancora? Già a me sparve lontano il clamore.

BRANGANIA (ascoltando) Ancora sono vicini;... da questa parte si sente chiaro il rumore.

ISOLDA

Un timore angoscioso inganna il tuo orecchio. T’illude del fogliame la sussurrante canzone, cui ridendo agita il vento.

BRANGANIA Te illude del desiderio l’impeto, di udire, quel che tu pensi. (Presta ascolto) Io odo il suono dei corni.

ISOLDA (ascoltando) Non suono di corni così gratamente suona: della fonte la dolcemente mormorante onda mormora verso di noi così soavemente.

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Don Carlos, 1867: la caccia tragica.

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La juive: il suono ‘ebraico’ maquette per l’atto primo (Bertoja ha imitato fedelmente i bozzetti della première):

mise en scène:

Le incudini in scena:

L’oreficeria dei Eléazar

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le incudini su un’altra scena : altri ‘ebrei’ al lavoro, Rheingold, scena 3, Entr’acte:

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Otello: un movimento dell’anima

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Parsifal, lo spazio sensibile nel tempo PARSIFAL Chi è il Gral?

GURNEMANZ Questo non si dice; però se sei tu stesso a lui eletto, non andrà per te sua conoscenza perduta. E vedi! – Mi sembra d’averti ben riconosciuto: al Gral via non è, che conduca attraverso il paese: nessuno mai percorrerla potrebbe, che egli stesso non volesse guidare.

PARSIFAL Cammino appena, eppur mi sembra già d’esser lontano.

GURNEMANZ Tu vedi, figlio mio, spazio qui diventa il tempo.

(A poco per volta, mentre Gurnemanz e Parsifal sembrano camminare, la scena si cambia insensibilmente da sinistra verso destra. Scompare così la foresta. Una porta, che s’apre nelle pareti della roccia, accoglie ora tutti e due. Poi si fanno nuovamente visibili su per sentieri in salita, che hanno l’apparenza di percorrere. – Lunghi squilli di tromba ondeggiano miti per l’aria. Concerto di campane che s’avvicina.

– Finalmente sono giunti in una gran sala, che si perde verso l’alto in una cupola assai elevata, per la quale soltanto penetra la luce. – Dall’alto, sopra la cupola, si ode un crescente scampanio) […]

VOCI DEGLI ADOLESCENTI (si sentono da mezza altezza della cupola) Pei mondi peccatori, con mille dolori, come un giorno fu il suo sangue versato; così per l’eroe redentore, ora sia con lieto cuore il mio sangue versato: il corpo ch’Ei ci offerse a salvazione, viva dentro noi per la sua morte.

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UNA VOCE (dall’alto) «Per compassione sapiente il puro folle!».

VOCI (che vanno morendo dall’alto) Beato nella fede!

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Thaïs, una visione freudiana

(Notte quasi nera. Dopo un istante di calma e beatitudine, una luce bianca avanza in mezzo alle tenebre e le squarcia; avvolto nella nebbia, appare l’interno del teatro d’Alessandria, con una folla immensa sulle gradinate. Sulla ribalta si vede la scena sulla quale Thaïs, seminuda ma con il volto velato, mima gli amori di Afrodite. Boati smisurati d’entusiasmo si trascinano a lungo nel teatro d’Alessandria. Effetto estremamente lontano. Si può distinguere fra le urla, ma solo vagamente, il nome di Thaïs urlato dalla folla. I clamori aumentano fino al termine della della visione, mentre la mimica s’accentua sempre più. La visione sparisce di colpo. A poco a poco si fa giorno. Aurora)

ATANAELE (risvegliatosi a poco a poco, si alza del tutto; con spavento e collera) Vergogna! Orrore! Sempiterne tenebre! Assistimi, o Signore!

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Ancora Jenufa La fanciulla del West