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ALESSANDRO DONATI L’interesse delle discipline a carattere medico biologico ha prodotto una descrizione unilaterale dell’allenamento come un processo di soli adattamenti biochimici e biofisiologici. L’interesse dei biomeccanici ha corretto solo in parte questa tendenza provocando, di contro, una classificazione degli sport ancora più confusa e piena di contraddizioni. LA DEFINIZIONE DI ALLENAMENTO LA DEFINIZIONE DI ALLENAMENTO

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ALESSANDRO DONATI

L’interesse delle discipline a carattere

medico – biologico ha prodotto una

descrizione unilaterale dell’allenamento

come un processo di soli adattamenti

biochimici e biofisiologici.

L’interesse dei biomeccanici ha corretto solo

in parte questa tendenza provocando, di

contro, una classificazione degli sport

ancora più confusa e piena di

contraddizioni.

LA DEFINIZIONE DI ALLENAMENTOLA DEFINIZIONE DI ALLENAMENTO

VALUTAZIONE DELL’ALLENAMENTO

GLI ASPETTI QUALITATIVI SONO IL PRESUPPOSTO PRIMARIO

GLI ASPETTI QUANTITATIVI SONO IL FATTORE SUCCESSIVO

VALUTAZIONE DELL’ALLENAMENTO

CAPACITA’ CONDIZIONALI

MODALITA’ DI ESPRESSIONE DELLA FORZA

CAPACITA’ COORDINATIVE

CAPACITA’ DI REAZIONECAPACITA’ DI RITMO

CAPACITA’ DI EQUILIBRIOCAPACITA’ DI ANTICIPAZIONE

CAPACITA’ DI DIFFERENZIAZIONE

(MODULAZIONE DELLA FORZA)

Aspetti coordinativi attengono alla sfera

dell’ APPRENDIMENTO

Aspetti condizionali attengono alla sfera

degli ADATTAMENTI BIOCHIMICI

Occorre focalizzare correttamente la dinamica nel tempo dei collegamenti

funzionali tra le capacità condizionali e le capacità coordinative.

FATTORI CONDIZIONALI

FATTORI COORDINATIVI

FATTORI CONDIZIONALI

FATTORI COORDINATIVI

Rappresentazione schematica di uno sviluppo “distinto” e di uno sviluppo “combinato” delle due categorie

di capacità motorie.

CONNESSIONE TRA I FATTORI CONDIZIONALI E QUELLI COORDINATIVI

xx

xx

x

xx

x xx

x

x

x x x

x x xx

x

x

x x

xx

x x

xx

x

xx

x

x

x

SETTIMANE(DONATI)

LIV

EL

LO

DE

LL

A C

AP

AC

ITA

Componente coordinativa

del potenziale motorio

Componente condizionale

del potenziale motorio

SVILUPPO E DIMINUZIONE DELLA COMPONENTE COORDINATIVA E DELLA

COMPONENTE CONDIZIONALE DEL POTENZIALE MOTORIO PER EFFETTO

DELL’ALLENAMENTO E DELLA SUA INTERRUZIONE

Interruzione

dell’allenamento

RUOLO DELLA COMPONENTE COORDINATIVA

E DELLA COMPONENTE CONDIZIONALE SULLA

PRESTAZIONE DI BALZI DECUPLI ALTERNATI

SETTIMANE DI ALLENAMENTO

DIS

TAN

ZA

(m

)

30

29

28

27

26

25

24

23

22

Componente coordinativa

del potenziale motorio

Componente condizionale

del potenziale motorio

APPRENDIMENTO

ALLENAMENTO

AP x AL

AL x AP

Apprendimento

Allenamento

1 sec 1 min 1 giorno 1 mese 1 anno

Alcuni

min

Alcuni

giorni

Alcune

settimane

Alcuni

mesi o anni

LA STRUTTURA DELL’ALLENAMENTO DELLA TECNICA(DONATI)

Tempo (giorni, mesi e anni di allenamento)

Live

llodi

qual

ifica

zion

e

LA STRUTTURA DELL’ALLENAMENTO DELLA TECNICA

Fattore

Apprendimento

Fattore

Allenamento

MODALITA' DI SVILUPPO

DELLA TECNICA

CONNESSIONE TRA I FATTORI CONDIZIONALI E QUELLI COORDINATIVI

La Metodologia dell’Allenamento

potrà progredire formando

allenatori in grado di concepire

unitariamente lo sviluppo delle

componenti condizionali e delle

componenti coordinative e, al

tempo stesso, capaci di

distinguere il ruolo di ciascuna

sulla prestazione.

La concezione unitaria può

avvenire solo grazie alla piena

comprensione delle abilità e

del loro sviluppo.

All’interno delle abilità la

distinzione tra le componenti

coordinative e le componenti

condizionali è più sfumata ma

è sufficiente intravvederla.

LA CAPACITA’

MOTORIA

L’ ABILITA’

MOTORIA

Per concepire un

allenamento più

efficace e che

tenda sempre ad

evolversi occorre

distinguere tra:

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA PRESTAZIONE FISICAGLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA PRESTAZIONE FISICA

La capacità motoria è

anche definibile come

potenziale motorio.

Concorrono a determinare la capacità motoria

le capacità coordinative e le capacità

condizionali (capacità di espressione della

forza).

In condizioni di pressione temporale ed

emotiva le capacità coordinative e le capacità

condizionali non sono sufficienti a spiegare la

capacità motoria.

CAPACITA’

MOTORIA

L’abilità corrisponde alla

sicura padronanza con la

quale si esegue un

determinato esercizio.

Per ritenere che un’abilità sia realmente posseduta occorre,

perciò, esprimerla correttamente in più esecuzioni (una sola

esecuzione soddisfacente può essere casuale).

La corretta realizzazione di alcune azioni motorie complesse può

avvenire solo se si collegano tra loro e si padroneggiano due o

più abilità.

ABILITA’

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA PRESTAZIONE FISICAGLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA PRESTAZIONE FISICA

LE DUE MODALITA’

DI SVILUPPO DELLE ABILITA’:

LE DUE MODALITA’

DI SVILUPPO DELLE ABILITA’:

IN

“ORIZZONTALE”

IN

“VERTICALE”

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA PRESTAZIONE FISICA(DONATI)GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA PRESTAZIONE FISICA(DONATI)

LE DUE MODALITA’ PER LO SVILUPPO DELLE ABILITA’

ORIZZONTALE

LO SVILUPPO ORIZZONTALE E’ LA BASE PERCHE’ LE ABILITA’ HANNO LO STESSO GRADO DI DIFFICOLTA’

VERTICALE

LO SVILUPPO VERTICALE E’ LA CRESCITA PERCHE’ LE ABILITA’ HANNO UN GRADO DI DIFFICOLTA’ MAGGIORE

PROGRESSIONE DIDATTICA (TASSONOMIA) DEGLI ESERCIZI DI CORSAPROGRESSIONE DIDATTICA (TASSONOMIA) DEGLI ESERCIZI DI CORSA

SALTELLI ELASTICI A

PIEDI PARI UNITI

DA IN PIEDI, MOLLEGGI

ELASTICI SUI DUE APPOGGI

DA IN PIEDI, MOLLEGI ELASTICI

SU UN SOLO APPOGGIO

DA SEDUTI CON CARICO, MOLLEGGI

ELASTICI SU UNO O DUE APPOGGI

SALTELLI ELASTICI

ALTERNATI

SKIP ALTO E

RIMBALZATO

CORSA CIRCOLARE

RIMBALZATA

ANALISI BIOMECCANICA

DELLA CORSA

ALESSANDRO DONATI

ANALISI DEGLI INTERVENTI

MUSCOLARI

(tavole e immagini video)

NELLA CORSA BISOGNALEGGERE CON GRANDE

CHIAREZZA LE 2 COMPONENTI (VERTICALE e ORIZZONTALE).

MAIL MOTORE DELLA CORSA E’ :

LA COMPONENTE VERTICALE

LA

MUSCOLATURA

MOTORIA

DEL PIEDE

LA

MUSCOLATURA

MOTORIA

DEL PIEDE

LA FUNZIONE

DEL PIEDE

ED IL SUO USO

ELASTICO

L’elasticità è una qualità da ricercare

e non da mortificare nella corsa

perché aumenta il rendimento

meccanico e la potenza muscolare.

L’elasticità dei manti sintetici

avvantaggia la corsa elastica, a patto

che il rimbalzo sia proporzionato alla

velocità di corsa e alla lunghezza del

passo.

IL RIMBALZO DEL PIEDE PUO’ AVVENIRE SOSTANZIALMENTE

SECONDO 3 MODALITA’:

A) DIETRO AL CORPOB) SOTTO AL CORPOC) AVANTI AL CORPO

Una tecnica che valorizza il ruolo dei muscoli posteriori della

gamba (soleo-gemelli) dalla quale ne conseguono passi di

corsa assimilabili ad una serie di leggeri rimbalzi di entità

proporzionale alla lunghezza dei passi stessi.

Il recupero del piede, dopo la spinta, viene avviato dalla

restituzione elastica del soleo e dei gemelli; il lavoro di

flessione della gamba sulla coscia da parte del bicipite

femorale risulta così agevolata.

Questa tecnica di corsa richiede, però, un’adeguata

efficienza muscolare e potenza elastica della muscolatura

posteriore della gamba.

ALESSANDRO DONATI

LA SINERGIA TRA LA

MUSCOLATURA MOTORIA DEL

PIEDE E LA MUSCOLATURA

FLESSORIA ED ESTENSORIA

DELLA COSCIA E DEL BACINO

LA MUSCOLATURA

ANTERIORE

DELLA COSCIA E DELLA GAMBA

LA MUSCOLATURA

FLESSORIA

DELLA COSCIA SUL BACINO

LA MUSCOLATURA

POSTERIORE

DEL BACINO, DELLA COSCIA

E DELLA GAMBA

CONFRONTO: SOLEO-GEMELLI

CONFRONTO: SOLEO- GEMELLI eBICIPITE FEMORALE

CONFRONTO: SOLEO-GEMELLI e QUADRICIPITE FEMORALE

CONFRONTO: BICIPITE FEMORALE e SOLEO-GEMELLI

Principi fondamentali del passo di corsa

Pur rimanendo inalterati i principi fondamentali, cambiano

profondamente tre aspetti misurabili:

1. Ampiezza del passo di corsa

2. Frequenza dei passi

3. Tempo di appoggio

V. De Luca

Aspetti biomeccanici del passo di corsa

DISTANZATEMPO

APPOGGIOFREQUENZA

PASSOAMPIEZZA PASSO (m)

100m 0.90 -110 (4,50-5,00) 2,25

200m 0.90 - 110 - + 2,30

400m 110 - 120 - + 2,35

800m 120 - 130 - (3,85-4,00) - 2,20

1500m 130 -145 - - 2,05

5000m 145 -160 - (3,20-3,30) - 2,00

10.000m 160 - 170 - 180 - - 1,95

maratona 170 - 180 - -

Differenza tra la corsa del velocista e del mezzofondista

La corsa del velocista è un continuo scendere svelto verso

il terreno rimbalzando velocemente.

Per il mezzofondista questa tipologia di corsa

comporterebbe un dispendio energetico eccessivo;

cosicché cade verso il terreno per forza di gravità

limitandosi a rimbalzare. Solo nello sprint finale la sua

corsa è simile a quella del velocista.

PROGRESSIONE DIDATTICA

(TASSONOMIA)

DEGLI ESERCIZI DI CORSA

PROGRESSIONE DIDATTICA

(TASSONOMIA)

DEGLI ESERCIZI DI CORSA

ESERCIZI

D’INSIEME

ESERCIZI

ANALITICI

ALESSANDRO DONATI

PROGRESSIONE DIDATTICA (TASSONOMIA)

DEGLI ESERCIZI DI CORSA

ALESSANDRO DONATI

PROGRESSIONE DIDATTICA (TASSONOMIA)

DEGLI ESERCIZI DI CORSA

MODULAZIONI

Alcuni principi fondamentali degli esercizi per il miglioramento della tecnica di corsa

La tipologia degli esercizi utilizzati deve riprodurre parti

significative del passo di corsa.

La progressione degli esercizi di corsa(analitici o

d’insieme) deve essere effettuata con una continua

modulazione degli esercizi stessi.

IL VALICAMENTO DEGLI

OSTACOLI NON E’ ALTRO CHE

UN’ACCENTUAZIONE DEI

PARAMETRI DELLA CORSA

VELOCE.

VARIANTE BIOMECCANICA

PASSANDO DALLA CORSA VELOCE

ALLA CORSA SUGLI OSTACOLI :

NOTEVOLE AUMENTO

DELL’AMPIEZZA DEL PASSO

DELL’OSTACOLO.

LA MAGGIORE AMPIEZZA DEL PASSO

DELL’OSTACOLO E’ LA CONSEGUENZA DI

: UNA SPINTA (DELL’ARTO CHE SOSTIENE

L’ATTACCO ALL’HS) PROIETTATA

MAGGIORMENTE VERSO L’ALTO,CON UN

QUANTITATIVO DI FORZA MAGGIORE

ESPRESSA UN P0’ PIU’ LENTAMENTE.

LA CAPACITA’ DI RITMO E DI

MODULAZIONE DELLA FORZA NELLA

CORSA VELOCE CON GLI HS:

L’ATLETA DEVE PERCEPIRE IL PASSAGGIO DA UNA

SPINTA DI 9/10 CENTESIMI AD UNA DI 11/12

CENTESIMI,QUINDI DA UNA FORZA ESPRESSA PIU’

VELOCEMENTE NEI PASSI TRA GLI HS AD UNA FORZA

ESPRESSA SULL’HS IN MANIERA PIU’ PODEROSA MA

UN TANTINO PIU’ LENTA.

L’AZIONE DELLA PRIMA GAMBA

RICHIEDE DOPO LA SPINTA:

UN RECUPERO DELLA GAMBA SOTTO LA

COSCIA ED UNA POSIZIONE ALTA DEL

GINOCCHIO, CHE E’ LA PIU’ EFFICACE

PER ATTACCARE L’HS.

IL MOVIMENTO DELLA SECONDA GAMBA

RISPETTO ALLA CORSA VELOCE E’ PIU’

FORMALE CHE SOSTANZIALE :

OSCILLA CON IL GINOCCHIO IN FUORI E

SEMPRE CON LA GAMBA CHIUSA SOTTO LA

COSCIA.

L’AZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI

NELLA CORSA VELOCE E’:

UN’AZIONE DI COMPENSAZIONE

DOVUTA ALL’EFFETTO DI

ROTAZIONE PROVOCATA SUL

BACINO DAGLI ARTI INFERIORI.

L’AZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI

NEL VALICAMENTO DELL’HS

DEVE COMPENSARE LE

PARTICOLARITA’ DELLA PRIMA E

DELLA SECONDA GAMBA.

L’ARTO SUPERIORE OPPOSTO ALLA

PRIMA GAMBA OSCILLA

TENDENDOSI IN AVANTI PERCHE’

DEVE BILANCIARE L’EFFETTO DI

UNA ROTAZIONE CHE E’ PIU’

ACCENTUATA DELLA CORSA

VELOCE.

DURANTE IL PASSAGGIO DELLA

SECONDA GAMBA CHE OSCILLA PER

FUORI-AVANTI L’ARTO SUPERIORE

OMOLOGO OSCILLA PER FUORI-DIETRO.

L’ARTO SUPERIORE OPPOSTO OSCILLA

COME NELLA CORSA DA DIETRO VERSO

AVANTI.

LA DIFFERENZA TRA LA DISCESA AD

ARTO PIU’ FLESSO E LA DISCESA AD

ARTO ESTESO(PRIMA GAMBA) E’ CHE

NEL PRIMO CASO VI E’ MENO

DIFFERENZA DALLA CORSA VELOCE E

QUINDI IL PASSO DELL’HS E’ PIU’ VELOCE

E MENO AMPIO E COSI’ PERDI MENO

FREQUENZA E TI DISCOSTI MENO DALLA

CORSA SUL PIANO.

LA CAPACITA’

DI

REAZIONE

LA CAPACITA’

DI

REAZIONE

LE CAPACITA’ COORDINATIVE E’ una capacità coordinativa che può

essere riconosciuta in due fasi:

la prima si identifica con l’elaborazione in

tempi brevi delle informazioni in entrata,

precedentemente discriminate sul piano

senso percettivo;

la seconda fase corrisponde alla velocità

con la quale lo stimolo elaborato viene

trasmesso agli organi effettori.

LE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIE(DONATI)LE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIE(DONATI)

LA CAPACITA’

DI

ANTICIPAZIONE

LA CAPACITA’

DI

ANTICIPAZIONE

E’ un processo mentale di presupposto aqualsiasi atto motorio;

la prima fase di questo processo si identificacon la previsione probabilistica di situazioninon ancora verificatesi o in corso disvolgimento;

sulla base, quindi, di una percezione, legataalla somma di eventi contemporanei e appenaprecedenti, l’individuo precostituisce ilsuccessivo svolgimento dell’azione ed il suorisultato finale;

la precisione e l’efficacia dell’anticipazionesono legate fortemente al bagaglio individualedi conoscenze.

LE CAPACITA’ COORDINATIVE

LE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIELE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIE

LA CAPACITA’

DI

EQUILIBRIO

LA CAPACITA’

DI

EQUILIBRIO

E’ la capacità (coordinativa), legata

alla funzionalità dell’apparato

vestibolare ed alla differenziazione

degli interventi muscolari, rivolta a

mantenere la postura utile per la

realizzazione del gesto previsto.

LE CAPACITA’ COORDINATIVE

LE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIELE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIE

LA CAPACITA’

DI

RITMIZZAZIONE

LA CAPACITA’

DI

RITMIZZAZIONE

E’ legata alla differenziazione degli interventi

muscolari e definisce l’operazione di scelta

temporale degli impulsi idonei a realizzare, in

modo adeguato alla struttura spaziale,

un’azione finalizzata;

tale scelta può essere in adeguamento a

sequenze di tempi da riprodurre oppure

autodeterminata. Quest’ultimo caso si verifica

allorché il soggetto regola la struttura ritmica

in rapporto alla migliore riuscita del compito.

LE CAPACITA’ COORDINATIVE

LE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIELE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIE

LA CAPACITA’

DI

DIFFERENZIAZIONE

(modulazione della

forza)

LA CAPACITA’

DI

DIFFERENZIAZIONE

(modulazione della

forza)

E’ la capacità di dosare finemente l’entità

della forza al fine di conseguire la massima

efficacia (in rapporto all’obiettivo) del gesto;

essa si qualifica attraverso l’utilizzazione di

tutte le gradazioni intermedie possibili e nel

passaggio rapido da una gradazione ad

un’altra.

LE CAPACITA’ COORDINATIVE

LE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIELE COMPONENTI COORDINATIVE DELLE CAPACITA’ MOTORIE

ESPRESSIONE

MASSIMALE

DELLA FORZA

ESPRESSIONE

RAPIDA

DELLA FORZA

ESPRESSIONE

ELASTICA

DELLA FORZA

ESPRESSIONE

REATTIVA

DELLA FORZA

VELOCITA’ DI ESPRESSIONE DELLA FORZA

EN

TIT

A’ D

EL

LA

RE

SIS

TE

NZ

A D

A V

INC

ER

E

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELL’ALLENAMENTO MULTILATERALEGLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELL’ALLENAMENTO MULTILATERALE

ESPRESSIONE

MASSIMALE

DELLA FORZA

ESPRESSIONE

RAPIDA

DELLA FORZA

ESPRESSIONE

ELASTICA

DELLA FORZA

ESPRESSIONE

REATTIVA

DELLA FORZA

VELOCITA’ DI ESPRESSIONE DELLA FORZA

EN

TIT

A’ D

EL

LA

RE

SIS

TE

NZ

A D

A V

INC

ER

E

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELL’ALLENAMENTO MULTILATERALEGLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELL’ALLENAMENTO MULTILATERALE

SI SCAMBIA LA FORZA CON LAPOTENZA CHE SONO 2 COSEMOLTO DIFFERENTI, ED E’ LAPOTENZA CHE E’ LA CUGINADELLA VELOCITA’ DI CORSAE NON LA FORZA CHE NON E’NEANCHE PARENTE LONTANA.

Le differenze biomeccaniche degli esercizi utilizzati per lo sviluppo della forza (sia con i sovraccarichi sia a carico naturale), rispetto alla corsa, debbono essere tenute presenti, al fine di ottimizzare i vantaggi e minimizzare gli svantaggi.

DIFFERENZE FONDAMENTALI TRA L’ESERCIZIO DI MEZZO SQUAT E LA CORSA VELOCE

a) Nel mezzo squat, il gesto del piegarsi si realizza

dall’alto in basso mentre nella corsa veloce a tale

movimento si accompagna un intensissima componente

orizzontale(velocità di avanzamento)

b) Nel mezzo squat, il piegamento dell’angolo coscia-

gamba è enormemente maggiore di quello che si verifica

nella corsa veloce.

c) Nel mezzo squat con sovraccarico, nel piegamento

viene molto sollecitata la tensione muscolare del

quadricipite femorale mentre nell’estensione il

sovraccarico limita l’accelerazione.

DIFFERENZE FONDAMENTALI TRA L’ESERCIZIO DI MEZZO SQUAT E LA CORSA VELOCE

d) Nel mezzo squat, l’appoggio è su entrambi gli arti e tale

profonda differenza rispetto alla corsa veloce comporta

una serie di conseguenze sul piano coordinativo.

e) Nella fase di appoggio della corsa veloce, l’espressione

della forza reattiva del quadricipite femorale si combina

con quella motoria del piede, mentre nel mezzo squat la

forza reattiva del quadricipite si esprime, da sola, ad un

angolo coscia-gamba più chiuso.

DIFFERENZE FONDAMENTALI TRA L’ESERCIZIO DI MEZZO SQUAT E LA CORSA VELOCE

f) LA DIFFERENZA DECISIVA E’ CHE : IL MEZZO

SQUAT CONSISTE SOLAMENTE NEL PIEGAMENTO

COSCIA-GAMBA E NELLA SUCCESSIVA

ESTENSIONE, LADDOVE NELLA CORSA VELOCE

TALE GESTO E’ SOLO UNA PARTE DEL PASSO DI

CORSA ED E’ PRECEDUTO E SEGUITO, IN

RAPIDISSIMA SUCCESSIONE, DA ALTRI GESTI

CHE LO INFLUENZANO E CHE SONO DA ESSO

INFLUENZATO.

GLI ESERCIZI CLASSICI PER LO SVILUPPO DELLA FORZA,QUINDI, POSSONO ESSERE CONSIDERATI UTILI NON TANTO PERCHE’ SPECIFICI QUANTO PERCHE’ ADATTI AD INNALZARE LA DOTAZIONE FONDAMENTALE DI FORZA E A SVILUPPARE LA CAPACITA’ NEURO MUSCOLARE DI RECLUTAMENTO DELLE UNITA’ MOTORIE.

• LA TRASFORMAZIONE NON ESISTE.

• BISOGNA SCEGLIERE UNA GAMMA DI ESERCIZI, DAL SETTORIALE AL SINTETICO, CHE SONO ATTINENTIALLA CRESCITA DELLA SPECIALITA’.

51 45 39 36 27 21

Numero di passi

Tem

po (

s)

10

9

8

7

Prestazione in allenamento di Veronica Borsi 60m

Aprile 2011

4248 2433 30

Balzi in ampiezza

Corsa balzata

Corsa veloce con passi + lunghi del normale

Velocità massima

Corsa veloce con passi + corti

del normale

Passetti rapidi

V. De Luca

L F L F

L F L F

LF LF

L F

Passi più corti Passi più lunghi

64.0 13”33 38.9 13”9859.5 12”87 40.7 13”2057.0 12”28 43.2 12”0555.0 11”98 44.7 11”70

De Angeli Virna prestazione in allenamento 100m

Aprile 1997

48 44 40 36 32 28

Numero di passi

Tem

po (

s)

11

10

9

8

10,5

9,5

8,5

7,5Prestazione in allenamento di Carla Tuzzi 60hs

febbraio 1994

Passi più corti Passi più lunghi

46.7 10”60 28.3 8”1840.6 9”42 29.0 8”0736.3 8”47 29.8 7”9333.8 8”13

V. De Luca

Prestazione in allenamento di Carla Tuzzi 100hs

Luglio 1994

Passi più corti Passi più lunghi

78.2 19”43 45.2 13”6059.6 14”96 46.4 13”3154.7 13”74 47.7 13”02

Tem

po (

s)

Numero di passi

48 44 40 36 32 28

Numero di passi

Tem

po (

s)

11

10

9

8

10,5

9,5

8,5

7,5Prestazione in allenamento di Veronica Borsi 60hs

Febbraio 2011

Passi più corti Passi più lunghi

40.6 9”99 29.0 8”1836.3 9”24 29.8 7”9933.8 8”54

V. De Luca

Passi più corti Passi più lunghi

60.2 13”18 45.0 13”1458.1 12”97 47.1 12”5856.2 12”65 48.2 12”38

Battaglia Flavia 100m aprile 2011Numero di passi

Tem

po (

s)

V. De Luca

Atleta Periodo Sprint test Gara

Carla Tuzzi Febbraio 1994Giugno 1994

8”05 (32.2)12”97 (50.3)

7”97 (31.0) 12”97 (50.0)

Veronica Borsi Febbraio 2011Giugno 2013

8”28 (30.8)12’’72(50.7)

8”28 (31.0)12’’76(50.0)

Virna De Angeli Aprile 1997 11”41 (47.3) 11”43 (47.4)

Flavia Battaglia Aprile 2011 12”43 (50.8) 12’’44 (50.7)

V. De Luca

Il 25-26/10 a Bergamo Seminari con Calcini, De Luca, Gramola, Orsini e Roverato

Sabato 25 e domenica 26 ottobre (al pomeriggio nella prima giornata, al mattino nella seconda) il campo “Putti” di Bergamo ospiterà il primo raduno regionale del progetto Juniores/Promesse : contestualmente il vicino Palazzo CONI (Via Monte Gleno 2 sempre a Bergamo) ospiterà una “raffica” di seminari tecnici con i coach di atleti di altro liv ello , organizzati grazie all’impegno e ai contatti della struttura tecnica regionale di FIDAL Lombardia e alla preziosa collaborazione di ASSITAL .Di seguito il calendario dei seminari, aperti a tutti i tecnici .

SABATO 25 ottobre ore 18.00-20.00Renzo RoveratoIndicazioni metodologiche per la stesura della programmazione annuale di un giovane lanciatore di martello con particolare attenzione alla scelta dei principali mezzi di allenamento per la tecnica e la forza special e

SABATO 25 ottobre ore 18.00-20.00Riccardo Calcini•Considerazioni sui migliori multiplisti giovani stranieri•Proposte di programmazione per juniores nelle prove multiple

SABATO 25 ottobre ore 20.30-22.30Rossella GramolaDa cadetta a 4’05”: evoluzione del lavoro di Federica Del Buono (NELLA FOTO Colombo/FIDAL)

SABATO 25 ottobre ore 20.30-22.30Vincenzo De LucaProposte di programmazione per velocisti e ostacolisti Juniores

DOMENICA 26 ottobre ore 9.30-12.30Raimondo Orsini•Confronto di alcuni dati fra Daniele Greco e Jonathan Edwards•Evoluzione di un atleta di èlite dalla categoria cadetti a quella assoluta•Analisi di microcicli-tipo per ogni ciclo funzionale

ANALISI DEI DATI DELLE GARE DI MARZIA CARAVELLI

a) Nel mezzo squat, il gesto del piegarsi si realizza

dall’alto in basso mentre nella corsa veloce a tale

movimento si accompagna un intensissima componente

orizzontale(velocità di avanzamento)

b) Nel mezzo squat, il piegamento dell’angolo coscia-

gamba è enormemente maggiore di quello che si verifica

nella corsa veloce.

c) Nel mezzo squat con sovraccarico, nel piegamento

viene molto sollecitata la tensione muscolare del

quadricipite femorale mentre nell’estensione il

sovraccarico limita l’accelerazione.

DONKOVA SEOUL 1988 CARAVELLI RECORD ITALIANO 2012

2’’13 2’’13 8 PASSI 2’’24 2’’24 7 PASSI

1 HS 2’’54 0’’41 HS 1 HS 2’’65 0’’41 HS

3’’20 0’’61 3 PASSI 3’’30 0’’65 3 PASSI

2 HS 3’’55 1’’01 0’’40 HS 2 HS 3’’70 1’’05 0’’40 HS

4’’17 0’’57 3 PASSI 4’’32 0’’62 3 PASSI

3 HS 4’’52 0’’97 0’’40 HS 3 HS 4’’71 1’’01 0’’39 HS

5’’15 0’’59 3 PASSI 5’’30 0’’59 3 PASSI

4 HS 5’’50 0’’98 0’’39 HS 4 HS 5’’69 0’’98 0’’39 HS

6’’13 0’’58 3 PASSI 6’’28 0’’59 3 PASSI

5 HS 6’’46 0’’96 0’’38 HS 5 HS 6’’66 0’’97 0’’38 HS

7’’10 0’’58 3 PASSI 7’’26 0’’60 3 PASSI

6 HS 7’’42 0’’96 0’’38 HS 6 HS 7’’66 1’’00 0’’40 HS

8’’07 0’’57 3 PASSI 8’’26 0’’60 3 PASSI

7 HS 8’’38 0’’96 0’’39 HS 7 HS 8’’65 0’’99 0’’39 HS

9’’05 0’’57 3 PASSI 9’’26 0’’61 3 PASSI

8 HS 9’’34 0’’96 0’’39 HS 8 HS 9’’65 1’’00 0’’39 HS

10’’04 0’’57 3 PASSI 10’’28 0’’63 3 PASSI

9 HS 10’’31 0’’97 0’’40 HS 9 HS 10’’69 1’’04 0’’41 HS

11’’05 0’’60 3 PASSI 11’’32 0’’63 3 PASSI

10 HS 11’’32 1’’01 0’’41 HS 10 HS 11’’74 1’’05 0’’42 HS

12’’38(+0.2) 1’’06 4,8 PASSI 12’’85(W +1.8) 1’’11 4,6 PASSI

PORTER ZURIGO 2014 CARAVELLI ZURIGO 2014

2’’15 2’’15 8 PASSI 2’’24 2’’24 7 PASSI

1 HS 2’’58 0’’43 HS 1 HS 2’’65 0’’41 HS

3’’20 0’’62 3 PASSI 3’’29 0’’64 3 PASSI

2 HS 3’’61 1’’03 0’’41 HS 2 HS 3’’70 1’’05 0’’41 HS

4’’17 0’’56 3 PASSI 4’’31 0’’61 3 PASSI

3 HS 4’’58 0’’97 0’’41 HS 3 HS 4’’71 1’’01 0’’40 HS

5’’15 0’’57 3 PASSI 5’’31 0’’60 3 PASSI

4 HS 5’’56 0’’98 0’’41 HS 4 HS 5’’71 1’’00 0’’40 HS

6’’13 0’’57 3 PASSI 6’’31 0’’60 3 PASSI

5 HS 6’’53 0’’97 0’’40 HS 5 HS 6’’71 1’’00 0’’40 HS

7’’10 0’’57 3 PASSI 7’’32 0’’61 3 PASSI

6 HS 7’’51 0’’98 0’’41 HS 6 HS 7’’72 1’’01 0’’40 HS

8’’07 0’’56 3 PASSI 8’’34 0’’62 3 PASSI

7 HS 8’’48 0’’97 0’’41 HS 7 HS 8’’75 1’’03 0’’41 HS

9’’05 0’’57 3 PASSI 9’’36 0’’61 3 PASSI

8 HS 9’’46 0’’98 0’’41 HS 8 HS 9’’76 1’’01 0’’40 HS

10’’04 0’’58 3 PASSI 10’’38 0’’62 3 PASSI

9 HS 10’’46 1’’00 0’’42 HS 9 HS 10’’79 1’’03 0’’41 HS

11’’05 0’’59 3 PASSI 11’’43 0’’63 3 PASSI

10 HS 11’’47 1’’01 0’’42 HS 10 HS 11’’83 1’’04 0’’40 HS

R=0.163 12’’63(W -0.1) 1’’16 4,9 PASSI R=0.160 12’’98(W -1.1) 1’’15 4,6 PASSI

CARAVELLI ZURIGO 2014 CARAVELLI ROMA 2012

2’’24 2’’24 7 PASSI 2’’24 2’’24 7 PASSI

1 HS 2’’65 0’’41 HS 1 HS 2’’66 0’’42 HS

3’’29 0’’64 3 PASSI 3’’30 0’’64 3 PASSI

2 HS 3’’70 1’’05 0’’41 HS 2 HS 3’’72 1’’06 0’’42 HS

4’’31 0’’61 3 PASSI 4’’32 0’’60 3 PASSI

3 HS 4’’71 1’’01 0’’40 HS 3 HS 4’’71 0’’99 0’’39 HS

5’’31 0’’60 3 PASSI 5’’31 0’’60 3 PASSI

4 HS 5’’71 1’’00 0’’40 HS 4 HS 5’’70 0’’99 0’’39 HS

6’’31 0’’60 3 PASSI 6’’32 0’’62 3 PASSI

5 HS 6’’71 1’’00 0’’40 HS 5 HS 6’’71 1’’01 0’’39 HS

7’’32 0’’61 3 PASSI 7’’32 0’’61 3 PASSI

6 HS 7’’72 1’’01 0’’40 HS 6 HS 7’’71 1’’00 0’’39 HS

8’’34 0’’62 3 PASSI 8’’32 0’’61 3 PASSI

7 HS 8’’75 1’’03 0’’41 HS 7 HS 8’’71 1’’00 0’’39 HS

9’’36 0’’61 3 PASSI 9’’34 0’’63 3 PASSI

8 HS 9’’76 1’’01 0’’40 HS 8 HS 9’’74 1’’03 0’’40 HS

10’’38 0’’62 3 PASSI 10’’37 0’’63 3 PASSI

9 HS 10’’79 1’’03 0’’41 HS 9 HS 10’’77 1’’03 0’’40 HS

11’’43 0’’63 3 PASSI 11’’40 0’’63 3 PASSI

10 HS 11’’83 1’’04 0’’40 HS 10 HS 11’’82 1’’05 0’’42 HS

12’’98(W -1.1) 1’’15 4,6 PASSI 12’’96(W -0.1) 1’’14 4,6 PASSI

B0RSI RIO 2011 BORSI ORVIETO 2013

2’’30 2’’30 8 PASSI 2’’21 2’’21 8 PASSI

1 HS 2’’74 0’’44 HS 1 HS 2’’64 0’’43 HS

3’’36 0’’62 3 PASSI 3’’24 0’’60 3 PASSI

2 HS 3’’78 1’’05 0’’42 HS 2 HS 3’’64 1’’00 0’’40 HS

4’’38 0’’60 3 PASSI 4’’22 0’’58 3 PASSI

3 HS 4’’80 1’’01 0’’42 HS 3 HS 4’’62 0’’98 0’’40 HS

5’’40 0’’60 3 PASSI 5’’21 0’’57 3 PASSI

4 HS 5’’82 1’’00 0’’42 HS 4 HS 5’’61 0’’99 0’’40 HS

6’’41 0’’59 3 PASSI 6’’18 0’’57 3 PASSI

5 HS 6’’83 1’’00 0’’42 HS 5 HS 6’’58 0’’97 0’’40 HS

7’’43 0’’60 3 PASSI 7’’16 0’’58 3 PASSI

6 HS 7’’85 1’’01 0’’42 HS 6 HS 7’’56 0’’98 0’’40 HS

8’’45 0’’60 3 PASSI 8’’15 0’’59 3 PASSI

7 HS 8’’87 1’’03 0’’42 HS 7 HS 8’’55 0’’99 0’’40 HS

9’’47 0’’60 3 PASSI 9’’14 0’’59 3 PASSI

8 HS 9’’89 1’’01 0’’42 HS 8 HS 9’’54 0’’99 0’’40 HS

10’’49 0’’60 3 PASSI 10’’14 0’’60 3 PASSI

9 HS 10’’91 1’’03 0’’42 HS 9 HS 10’’56 1’’02 0’’42 HS

11’’52 0’’61 3 PASSI 11’’19 0’’65 3 PASSI

10 HS 11’’95 1’’04 0’’43 HS 10 HS 11’’63 1’’07 0’’44 HS

13’’08(W +0.3) 1’’13 4,8 PASSI 12’’76(W +0.6) 1’’13 4,8 PASSI

B0RSI RIO 2011 CARAVELLI ORVIETO 2013

2’’30 2’’30 8 PASSI 2’’25 2’’25 7 PASSI

1 HS 2’’74 0’’44 HS 1 HS 2’’67 0’’42 HS

3’’36 0’’62 3 PASSI 3’’30 0’’63 3 PASSI

2 HS 3’’78 1’’05 0’’42 HS 2 HS 3’’69 1’’02 0’’39 HS

4’’38 0’’60 3 PASSI 4’’30 0’’61 3 PASSI

3 HS 4’’80 1’’01 0’’42 HS 3 HS 4’’68 0’’99 0’’38 HS

5’’40 0’’60 3 PASSI 5’’29 0’’61 3 PASSI

4 HS 5’’82 1’’00 0’’42 HS 4 HS 5’’68 1’’00 0’’39 HS

6’’41 0’’59 3 PASSI 6’’29 0’’61 3 PASSI

5 HS 6’’83 1’’00 0’’42 HS 5 HS 6’’67 0’’99 0’’38 HS

7’’43 0’’60 3 PASSI 7’’31 0’’64 3 PASSI

6 HS 7’’85 1’’01 0’’42 HS 6 HS 7’’70 1’’03 0’’39 HS

8’’45 0’’60 3 PASSI 8’’33 0’’63 3 PASSI

7 HS 8’’87 1’’03 0’’42 HS 7 HS 8’’73 1’’03 0’’40 HS

9’’47 0’’60 3 PASSI 9’’38 0’’65 3 PASSI

8 HS 9’’89 1’’01 0’’42 HS 8 HS 9’’78 1’’05 0’’40 HS

10’’49 0’’60 3 PASSI 10’’41 0’’63 3 PASSI

9 HS 10’’91 1’’03 0’’42 HS 9 HS 10’’81 1’’03 0’’40 HS

11’’52 0’’61 3 PASSI 11’’48 0’’67 3 PASSI

10 HS 11’’95 1’’04 0’’43 HS 10 HS 11’’91 1’’10 0’’43 HS

13’’08(W +0.3) 1’’13 4,8 PASSI 13’’06(W +0.6) 1’’15 4,6 PASSI

CARAVELLI GOLDEN GALA 2014 CARAVELLI SOPOT 2014

2’’27 2’’27 7 PASSI 2’’22 2’’22 7 PASSI

1 HS 2’’68 0’’41 HS 1 HS 2’’63 0’’41 HS

3’’27 0’’59 3 PASSI 3’’27 0’’64 3 PASSI

2 HS 3’’67 0’’99 0’’40 HS 2 HS 3’’67 1’’04 0’’41 HS

4’’27 0’’60 3 PASSI 4’’28 0’’61 3 PASSI

3 HS 4’’69 1’’02 0’’42 HS 3 HS 4’’68 1’’01 0’’40 HS

5’’27 0’’58 3 PASSI 5’’28 0’’60 3 PASSI

4 HS 5’’71 1’’02 0’’44 HS 4 HS 5’’67 0’’99 0’’39 HS

6’’27 0’’60 3 PASSI

CARAVELLI C.I.INDOOR 2012 5HS 6’’67 1’’00 0’’40 HS

2’’26 2’’26 7 PASSI 7’’97 1’’30 (30.7)

1 HS 2’’68 0’’42 HS

3’’29 0’’61 3 PASSI

2 HS 3’’70 1’’02 0’’41 HS

4’’31 0’’61 3 PASSI

3 HS 4’’70 1’’00 0’’39 HS

5’’31 0’’61 3 PASSI

4 HS 5’’71 1’’01 0’’40 HS

6’’31 0’’60 3 PASSI

5 HS 6’’71 1’’00 0’’40 HS 8’’04 1’’33 (30.7)

ATLETA GARA PRESTAZIONE TEMPO PASSIINIZIALI

SOMMA 10 OSTACOLI

SOMMA 9 INTERVALLI

TEMPO PASSI FINALI

CARAVELLI 100 HS 12’’85(+1.8) 2’’24 3’’98 5’’52 1’’11

CARAVELLI 100 HS 12’’98(-1.1) 2’’24 4’’05 5’’54 1’’13

CARAVELLI 100 HS 12’’96(-0.1) 2’’24 4’’01 5’’57 1’’14

CARAVELLI 100 HS 13’’06(+0.6) 2’’25 3’’98 5’’68 1’’15

PORTER 100 HS 12’’63(-0.1) 2’’15 4’’13 5’’19 1’’16*

DONKOVA 100 HS 12’’38(+0.2) 2’’13 3’’95 5’’24 1’’06

BORSI 100 HS 13’’08(+0.3) 2’’30 4’’23 5’’42 1’’13

BORSI 100 HS 12’’76(+0.6) 2’’21 4’’09 5’’33 1’’13

ATLETA GARA PRESTAZIONE TEMPO PASSIINIZIALI

MEDIA OSTACOLI

MEDIA passi tra hs

TEMPO PASSI FINALI

CARAVELLI 100 HS 12’’85(+1.8) 2’’24 0’’398 0’’616 1’’11

CARAVELLI 100 HS 12’’98(-1.1) 2’’24 0’’405 0’’615 1’’15

CARAVELLI 100 HS 12’’96(-0.1) 2’’24 0’’401 0’’619 1’’14

CARAVELLI 100 HS 13’’06(+0.6) 2’’25 0’’398 0’’631 1’’15

CARAVELLI 100 HS ---------------- 2’’27 0’’418 0’’590 --------------

CARAVELLI 60 HS 7’’97 2’’22 0’’402 0’’612 1’’30

CARAVELLI 60 HS 8’’04 2’’26 0’’404 0’’608 1’’33

PORTER 100 HS 12’’63(-0.1) 2’’15 0’’413 0’’577 1’’16*

DONKOVA 100 HS 12’’38(+0.2) 2’’13 0’’395 0’’582 1’’06

BORSI 60 HS 7’’94 2’’20 0’’402 0’’600 1’’33

BORSI 100 HS 12’’76 2’’21 0’’409 0’’592 1’’13

PENNELLA 60 HS 8’’04 2’’23 0’’408 0’’602 1’’36

ANALISI DEI DATI DELLE GARE DI MARZIA CARAVELLI

a) L’AMPIEZZA DEI 7 PASSI INIZIALI È FUNZIONALE E ANCHE

CONGENIALE ALLA LUNGHEZZA DELL’ARTO INFERIORE IN

RAPPORTO ALLO SPAZIO DA PERCORRERE,MA CREA UNA

DIFFICOLTÀ PER LA FORTE VARIAZIONE RITMICA TRA I 7

PASSI INIZIALI E I 3 PASSI TRA GLI OSTACOLI,

CONSEGUENTEMENTE IL PARZIALE TRA IL PRIMO E IL

SECONDO OSTACOLO RISULTA TROPPO ALTO.

b) NEL VALICAMENTO DELL`OSTACOLO IL PUNTO PIU`ALTO

DELLA PARABOLA DESCRITTA DAL CENTRO DI GRAVITA`DEL

CORPO SI VIENE A TROVARE SULLA BARRIERA E L`AZIONE

COMPIUTA E` PIU`SIMILE AD UN SALTO CHE AD UN PASSO DI

CORSA VELOCE,NONOSTANTE CIO`IL TEMPO DI VALICAMENTO

DELL`HS DI MARZIA E` TRA LE MIGLIORI OSTACOLISTE DI

SEMPRE.

ANALISI DEI DATI DELLE GARE DI MARZIA CARAVELLI

b1) Da una più attenta analisi sul punto di stacco è

evidente che a volte è troppo vicino all’ostacolo, ma anche

quando il punto di stacco è alla distanza giusta la spinta è

eccessivamente indirizzata verso l’alto e il punto di arrivo è

troppo distante dall’ostacolo. Ne consegue che la distanza

percorsa dai 3 passi è giusta ma il punto di partenza del

primo passo dopo l’hs è spostato circa 20 cm in avanti e il

punto di stacco del terzo passo è troppo vicino all’ostacolo.

ANALISI DEI DATI DELLE GARE DI MARZIA CARAVELLI

b1)Rimane da spiegare , nonostante l’errore tecnico di

valicamento dell’hs, il veloce tempo di percorrenza dello

stesso. Il passo dell’ostacolo è un passo molto più

lungo(circa 3 metri) di un normale passo di corsa(circa 2

metri) ed è il passo della gara dei 100 hs dove vi è la

maggior perdita di velocità . La forte dotazione di forza di

Marzia espressa nel passo ampio dell’hs fa si che,

nonostante l’errore tecnico, la perdita di velocità sia

minima.

SOMMA DEI TEMPI DI VALICAMENTO DEI 10 OSTACOLI:

DONKOVA 3’’95- CARAVELLI 3’’98- FOSTER 4’’13

ANALISI DEI DATI DELLE GARE DI MARZIA CARAVELLI

c)La velocità di percorrenza dei 3 passi tra gli ostacoli è

l’ultimo ‘’ ostacolo’’ che la separa dalle prestazioni di livello

mondiale. La difficoltà ad esprimere alte velocità nei 3

passi è principalmente dovuta oltre che all’errore tecnico

già descritto , anche alla difficoltà di correre velocemente

con un passo + corto del normale(penalizzata anche dalla

lunghezza dell’arto inferiore).Per queste cause il suo

potenziale di velocità sul piano non viene espresso al

meglio nei passi tra gli ostacoli.

SOMMA DEI TEMPI DEI 9 INTERVALLI TRA GLI HS :

FOSTER 5’’19 DONKOVA 5’’24 CARAVELLI 5’’52

ANALISI DEI DATI DELLE GARE DI MARZIA CARAVELLI

d)Nel piano la massima velocità lanciata è di 10’’60 nei

100mt con un ampiezza media del passo di 2,14,nei passi

tra gli hs è di 11’’16 nei 100mt con un ampiezza media di

1,85.

PRESTAZIONI DI VELOCITÀ :

DONKOVA 100 11’’27 200 22’’95 100 HS 12’’21

PORTER 60 7’’41 100 11’’70 200 23’’90 100 HS 12’’54

CARAVELLI 60 7’’41 100 11’’65 200 23’’16 100 HS 12’’85

VELOCITÀ LANCIATA DEI PASSI TRA GLI HS :

DONKOVA 100 10’’60

PORTER 100 10’’50

CARAVELLI 100 11’’16

ANALISI DEI DATI DELLE GARE DI MARZIA CARAVELLI

DIFFERENZA TRA IL RECORD DEI 100 E LA VELOCITÀ

LANCIATA TRA GLI HS :

DONKOVA 100 11’’27 100(PASSI HS) 10’’60 DIFF.= -0.67

PORTER 100 11’’70 100(PASSI HS) 10’’50 DIFF.= -1.20

CARAVELLI 100 11’’65 100(PASSI HS) 11’’16 DIFF.= -0.49

MARZIA POSSIEDE UN OTTIMO POTENZIALE VELOCE

CHE NON RIESCE AD ESPRIMERE PIENAMENTE

NELLA CORSA TRA GLI OSTACOLI.

ANALISI DEI DATI DELLE GARE DI MARZIA CARAVELLI

e)La raccolta di questi dati si può raffinare

ancora di + utilizzando le strumentazioni

dell’I.S.S./C.O.N.I.(RADAR ALTA VELOCITÀ-ETC.)

già utilizzate in alcuni raduni federali al

C.P.O. di Formia. IL REPORT completo di

questi dati (vedi report Zuin) fornisce

indicazioni utili al tecnico per migliorare le

strategie di allenamento.

L’ALLENATORE CAPACE :

è colui che nel tempo commette un

numero minore di errori, perchè si

avvicina di + alla ‘’realtà dinamica’’

che cambia in continuazione.

(Un mezzo di allenamento a cui oggi l’atleta

risponde fra un anno non risponde + e

l’allenatore deve trovare nuove soluzioni).

IL CARICO DI LAVORO:

spinge l’atleta verso l’economia,

l’esercizio di potenziamento deve

spingere l’atleta contro l’economia,

perchè serve un elevata

estrinsecazione di potenza.

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER VEL./RES.

1)RAPIDITÀ :

1a)esercizi rapidità analitica:(50 passetti

rapidi-40 movimenti skip rapido-40

movimenti calciata rapida)

1b)esercitazione di rapidità sintetica(corsa

rapida 60m-80m-100m)

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER VEL./RES.

2)FORZA VELOCE ARTI INFERIORI

2a)esercizi potenziamento

polpacci:(molleggi-soleo)

2b)esercizi potenziamento

cosce:(andatura con piegate-piegate in

fuori- contropiegate - contropiegate su

gradone-sollevata avanti-in fuori)

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER VEL./RES.

2)FORZA VELOCE ARTI INFERIORI

2c) squat jump-divaricata jump-step jump

2d)balzi a rana-balzi successivi-balzi

alternati-balzata veloce

2e) esercizi potenziamento glutei

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER VEL./RES.

2)FORZA VELOCE ARTI INFERIORI

2f) andature : skip -corsa circolare

calciata rimbalzata- saltelli

3) CORSA IN AMPIEZZA

(corsa a passi ampi 60m/80m/100m)

METODOLOGIA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER VEL./RES.

Essenzialmente gli esercizi si dividono in:

ANALITICI(mirano settorialmente su un

gruppo muscolare)

SINTETICI(mirano su + gruppi muscolari)

Entrambe le categorie di esercizi sono

modulabili sia nella

FREQUENZA che nell’AMPIEZZA

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER VEL./RES.

ESERCIZI DI FORZA SPECIALE :

1)SPRINT IN SALITA

2)SPRINT CON CINTURA

3)SPRINT CON IL TRAINO

4) SPRINT FACILITATO

CORSA IN SALITA: esercizio di forza veloce

che riproduce biomeccanicamente la corsa nel

modo migliore ed il passaggio degli effetti è

diretto e totale. Angolo coscia gamba è +

chiuso ,quindi è + valorizzato il lavoro del

quadricipite femorale rispetto ai gemelli e al

soleo che lavorano meno.

CORSA CON CINTURA: È un espediente

per aumentare la massa del corpo del 10% ,

con lo scopo di sfruttare una caratteristica del

corpo umano per cui la velocità diminuisce

solamente del 5-6% e una parte dell’handicap

lo recuperi sotto forma di forza elastica. Questa

massa in + ti fa energia cinetica e l’atleta ci

rimbalza sopra.

CORSA CON TRAINO : produce uno

schiacciamento del baricentro con una riduzione della

fase di volo e conseguentemente meno ampiezza ,

mentre la frequenza rimane invariata(diminuisce di

poco).È adatto a riprodurre i primi passi

dell’accelerazione e l’uso eccessivo potrebbe far

peggiorare la corsa lanciata. Quello che è decisivo

contro resistenza è contrarre il gluteo per iperestendere

l’arto.(Può anche essere usato per far percepire

all’atleta il tragitto del bacino sull’appoggio).

CORSA FACILITATA(favore di vento)

è l’esercizio di potenziamento per

eccellenza perchè amplifichi i gesti e

aumenti l’energia cinetica che deve

sopportare in tempi brevi l’arto in

appoggio. Quindi correre a favore di vento

ti potenzia perchè fai un passo + lungo e

ammortizzi + kg nell’unità di tempo.

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER (VEL./RES)

VELOCITÀ

RESISTENZA ALLA VELOCITÀ

POTENZA LATTACIDA

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER (RES)

RESISTENZA RAPIDITÀ

RESISTENZA AMPIEZZA

RESISTENZA LATTACIDA

POTENZA AEROBICA

RESISTENZA AEROBICA

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI VELOCI

PROVE DI RITMICA CON HS:

1)OSTACOLI IN FREQUENZA

2)OSTACOLI IN AMPIEZZA

1a)esercitazioni al 50%-60%-70%-80%-

90% della distanza gara

2a)esercitazioni al 102.5%-105%-107.5%-

110% della distanza gara

SETTIMANA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI VELOCI JUNIORES

MESE di NOVEMBRE

1)4/6x60 metri ostacoli rapidi

rec.5(1x50%+2x60%+1x70%) oppure 4/5x 60

metri ostacoli ampi rec.5(2x105%+3x102.5%)

2)rapidità analitica x 6 serie rec.2+andature

elastiche x 6(40 metri) rec2’30+4x20 metri

accel. rec 2’30’’+ 7/8 serie tecnica ostacoli

analitica

SETTIMANA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI VELOCI JUNIORES

MESE di NOVEMBRE

3)potenziamento muscolare: balzi a rana

4xquintupli+2xdecupli+6 serie pot.

polpacci + 6 serie pot. cosce + 4 serie

pot. glutei+ 6 serie pot. tronco+ 4/5

accelerazioni 20/30 metri+ 7/8 serie

tecnica di corsa

SETTIMANA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI VELOCI JUNIORES

MESE di NOVEMBRE

4) 4/5x60 metri prove corsa rapida rec.3’-4’+6/7

balzi alternati decupli + 8/10 serie tecnica

ostacoli sintetica + 1x200 metri

5) 4/6 x 60 metri corsa ampia rec.3’-4’ + 7/8

andature x 40 metri rec 2’30’’ + 3/4 x

accelerazioni x 20/30 metri rec.2’30’’+ 5/6 serie

tecnica di corsa x 60 metri

SETTIMANA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI VELOCI JUNIORES

MESE di DICEMBRE

a) inserimento sprint in salita 7/10x 50 metri

rec.2’30’’ dopo 3/4 settimane 6/7 x 50 rec.3’30’’

b)aumento progressivo del numero di ripetizioni

degli esercizi per il potenziamento cosce da 4/5

a 6/7,per poi aumentare il numero delle serie da

15 a 20/22

c) nelle prove con ostacoli utilizzare di + le

percentuali vicine a quelle gara

SETTIMANA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI VELOCI JUNIORES

MESE di GENNAIO(metà mese)/FEBBRAIO

a) inserimento sprint in pista(con o senza

cintura) 8x60 metri rec. 2’30’’ a settimane

alterne con le salite

b) inserimento delle gare indoor sui 60 metri e

60 metri hs con leggere modifiche della

preparazione

SETTIMANA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI VELOCI JUNIORES

MESE di MARZO/APRILE

a) sprint con ostacoli passano da 60 metri a 80 metri

anche con partenza dal blocco rec.5’/6’

b) le prove di corsa rapida e corsa ampia passano a 80

metri

c)sprint sul piano: aumento del recupero e divisione in

serie :4x60 rec.3’30’’+8’pausa+3x80 rec.5’

d) potenziamento : rimangono solamente i balzi alternati

e le andature sono sempre + spesso collegate alla

corsa veloce

SETTIMANA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI VELOCI JUNIORES

MESE di MAGGIO

a) sprint con ostacoli con combinazioni tra ostacoli

rapidi e ostacoli ampi nella stessa seduta

b) anche le prove di corsa rapida e corsa ampia

possono essere combinate nella stessa seduta

c)sprint sul piano: aumento del recupero ed eventuale

inserimento dei 100 metri : 3x60 rec.4’+ pausa 7’+2x80

metri rec. 6’+10’ pausa+100 oppure150

d) potenziamento : balzi alternati + balzata veloce +

tecnica di corsa

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER (VEL./RES)

Strategia del potenziamento

1) aumento progressivo delle ripetizioni

nell’arco di 5/6 settimane

2)aumento progressivo delle serie dalla 6/7

settimana

3)dalla categoria junior alla categoria promesse

quello che cambia non è il numero delle sedute

ma il numero delle ripetizioni e delle serie.

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER (RES)

RESISTENZA VELOCITÀ

juniores 9/10 x 50 metri salita rec.2’30

promesse 10 x 60 metri salita rec.3’00

juniores 5x60 rec.3’+8’p+4x80 rec.4’

promesse 5x60rec.2’30+7’p+4x80 rec3’30

juniores 9/10x80 rec.2’30

juniores 7/8x100 rec.3’

promesse 10/12x100 rec.2’

promesse 8x150 rec.4’/5’

METODOLOGIA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER (VEL./RES)

Strategia della pausa

Vi è differenza metodologica tra una pausa media di 5’

e una pausa di 3’ tra le prove e 8’ tra le serie . La pausa

costante di 5’ tra le prove fa comprendere all’atleta ciò

che lo aspetta, mentre nelle serie di ripetizioni 3’r. e 8’p.

vi è una combinazione tra pausa corta e pausa lunga e

l’atleta è ingannato dalla pausa lunga e si impegna

troppo nelle prove con la pausa breve . Solo un’atleta

maturo gestisce bene la combinazione di pause.

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER (RES)

RESISTENZA LATTACIDA

juniores 6x200 rec.3’

juniores 4x300 rec.6’

juniores 500 7’r.+400 6’r+300 5’r.+200

juniores 2x500 rec.8’+2x300 rec.6’

promesse 7x200 rec.4’

promesse 5x300 rec.8’

promesse 500 10’r.+400 9’r.+300 8’r.+200

promesse 2x500 rec.10’+ 2x300 rec.8’

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER (RES)

POTENZA AEROBICA

juniores 10X200 rec.2’

juniores 6x500 rec.3’

juniores 2000 rec.4’+ 1000 rec.3’+500

promesse 15x200 rec.1’30’’/2’

promesse 8x500 rec.2’

promesse 2000 5’r.+1000 4’r.+500

METODOLOGIA DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER (RES)

Strategia della velocità di percorrenza

delle prove di potenza aerobica

L’atleta deve effettuare l’allenamento con facilità

perchè la P.A. è un mezzo base e al termine dello

stesso, a richiesta dell’allenatore, deve poter effettuare

ancora 1 o 2 prove . Non deve correre velocemente le

distanze lunghe perché troppo diverse da quelle gara ,

bensì quelle brevi

MEZZI DI ALLENAMENTO

OSTACOLISTI e SPRINTER (RES)

PROVE DI RESISTENZA ALLA RAPIDITÀ E

RESISTENZA ALL’AMPIEZZA

Distanze di 200/300/400 metri di corsa rapida e

corsa ampia.

Particolare importanza, per i 400 hs ,assumono

le prove di resistenza all’ampiezza perché

creano un margine di miglioramento da

utilizzare nella ritmica tra le barriere.

INT

EN

SIT

A’ D

EL

LA

PR

ES

TAZ

ION

E

DURATA

La teoria deve poter esprimere la complessità delle situazioni realiLa teoria deve poter esprimere la complessità delle situazioni reali

100%ENERGIA ANAEROBICA ALATTACIDA

ENERGIA ANAEROBICA LATTACIDA

ENERGIA AEROBICA

RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELLA MODULABILITA’ DELLE FONTI ENERGETICHERAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELLA MODULABILITA’ DELLE FONTI ENERGETICHE

A. Donati

Rapporto tra la forza veloce e la forza resistente con il variare della distanza di corsa

VelocitàResistenza

alla velocità

Resistenza

lattacida

Potenza

aerobica

Resistenza

aerobica

Forza Resistente

Forza Veloce

Al termine della scala dei

processi neuronali ci sono:

L’ allocazione nella memoria delle

informazioni acquisite attraverso

l’apprendimento si esprime nel

collegamento tra neuroni, ossia

nell'unione per via sinaptica delle

cellule nervose che forma un’unità

di collegamento o engramma.

L’engramma può anche essere

definito come un consolidamento

delle tracce di un determinato

contenuto della memoria.

LA STRUTTURA DELL’ALLENAMENTO DELLA TECNICA( DONATI)

a) il riconoscimento delle informazioni;

b) la loro "allocazione" nella memoria motoria;

c) il loro ricordo;

d) il loro richiamo.

LE BASI FISIOLOGICHE DELL’APPRENDIMENTO DI ABILITA’

RAPPRESENTAZIONE

MENTALE DELL’ABILITA’

E SUE RIPETIZIONI REALI

RIPETIZIONI

IN SITUAZIONI VARIABILI

LA STRUTTURA DELL’ALLENAMENTO DELLA TECNICA

ALESSANDRO DONATI

I PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI

DELL’AZIONE MOTORIA

E DELLA SUA MODULAZIONE

ALESSANDRO DONATI

I PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI

DELL’AZIONE MOTORIA

E DELLA SUA MODULAZIONE

1) Nelle aree associative del cervello

avviene la decisione sul movimento…

2) … che è inviata alle così dette aree

motorie (corteccia motoria), dotate di

cellule nervose per tutte le parti del

corpo;

3) queste cellule inviano ai muscoli il

comando grezzo di produrre forza;

si tratta di impulsi che determinerebbero

una coordinazione insufficiente,

grossolana, imprecisa; tali carenze sono

accentuate dagli impulsi provenienti dal

diencefalo che è parte del cervello

istintuale e sensoriale(talamo);

4)5)

I PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI DELL’AZIONE MOTORIA E DELLA SUA MODULAZIONE

6) ma il comando grezzo, oltreché ai muscoli

arriva, attraverso collegamenti trasversali,

tramite il mesencefalo…

7) … al cervelletto, dove sono archiviati i

programmi per tutti gli esercizi appresi

(coordinazione precisa);

il cervelletto, sulla base di tali programmi,

attenua gli impulsi che percorrono il

circuito di feedback (dal diencefalo

all’encefalo), in modo che le cellule

nervose delle aree motorie inviino ai

muscoli comandi più raffinati;

8)9)

10) i comandi giungono ai muscoli attraverso

il midollo spinale.

I PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI DELL’AZIONE MOTORIA E DELLA SUA MODULAZIONE

Si suppone che nel cervelletto siano

archiviati programmi per i movimenti

rapidi;

Se così non fosse il meccanismo

non potrebbe svolgersi in tempi

brevissimi durante l’esecuzione di

gesti rapidi.

si suppone anche che il cervelletto

non agisca solo come sistema di

feedback con il cervello, ma che

partecipi alla programmazione del

movimento.

I PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI DELL’AZIONE MOTORIA E DELLA SUA MODULAZIONE

Queste essenziali conoscenze

neurofisiologiche, confrontate con

l’esperienza pratica dell’allenamento,

costituiscono il rifinimento concettuale

sul quale si basa

I PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI DELL’AZIONE MOTORIA E DELLA SUA MODULAZIONE

L’INSEGNAMENTO DELLA TECNICA

L’INSEGNAMENTO DELLA TECNICA

1- Utilizzando pochissime, essenziali

informazioni e spiegazioni, l’allenatore

deve dimostrare personalmente o far

dimostrare da un altro atleta, un

comportamento motorio concretamente

realizzabile dal soggetto e non una

"esecuzione ideale";

2- la dimostrazione va ripetuta più volte

con una modalità esecutiva il più

possibile simile;

3- inizialmente, il tempo di dimostrazione

deve essere volutamente dilatato, allo

scopo di abbassare la densità delle

informazioni e favorirne così la

comprensione;

4- inizialmente, la dimostrazione delle fasi

essenziali del movimento deve essere

esagerata.

1- L’allenatore fornisce un maggior

numero di informazioni e spiegazioni

e propone la dimostrazione con il

suo dinamismo ottimale;

2- successivamente, se lo ritiene,

mostra sequenze di movimento e

proietta filmati;

3- spiega i rapporti causa - effetto e gli

aspetti cinematici e dinamici del

movimento proposto;

4- stimola l’auto - valutazione: "cosa hai

provato allo stacco?".

PRIMA FASE SECONDA FASE

FRASI BREVI E CHIARE.

EVITANDO LE INFORMAZIONI

SECONDARIE

L’INSEGNAMENTO DELLA TECNICA

L'allenamento della tecnica può – per

gli atleti adulti, specie quelli di elevato

livello il cui modello di prestazione lo

richieda – essere anche svolto in

condizione di stanchezza, non solo

fisica ma anche nervosa.

Inizialmente e fino a che l'allenamento in condizione di fatica

non produce l'adattamento richiesto si verificano, infatti,

alcuni fenomeni caratteristici.

L’osservazione immediata ha una valenza didattica superiore alleinformazioni ricavabili da una registrazione audio-visiva che, soprattutto inriferimento all'aspetto ritmico e dinamico, può determinare sfalsamenti odistorsioni della realtà dovute alla mancanza di tridimensionalità edall'inevitabile rimpicciolimento delle immagini video.

Nel considerare le proprie spiegazioni e le proprie dimostrazioni, l’allenatoredeve tenere sempre ben presenti i propri limiti esecutivi in dipendenza dellasua età e della conseguente diminuzione della sua potenza muscolare.Poiché l’atleta tende a copiare la dinamica del movimento che gli vienemostrato, è indispensabile che il modello propostogli sia corretto.

L’allenatore deve, infine, tener presente che la "visione" ha una connotazionesoggettiva, influenzata da ciò che l’atleta si "aspetta di vedere".

L'INSEGNAMENTO DELLA TECNICA RISULTA PIU' EFFICACE

SE L'ALLENATORE TIENE CONTO CHE:

Conseguentemente, se non riesce a farlo di persona l’allenatore devescegliere come dimostratore l’atleta più adatto ad interpretare il "modellotecnico" che intende proporre.

L’ALLENATORE CHE OSSERVA ED INTERVIENE NELLA CORREZIONE

DEGLI ERRORI E NELL'OTTIMIZZAZIONE DEI GESTI TECNICI DEVE

POSSEDERE ED ESSERE CAPACE DI ESPRIMERE:

L’INSEGNAMENTO DELLA TECNICA( DONATI)

Conoscenze specifiche sul movimento;

proprie capacità motorie;

atteggiamento di aspettativa;

attenzione;

capacità della memoria a breve termine;

movimenti dello sguardo;

sopportazione della stanchezza psicologica.

L’allenamento mentale può

consentire, se opportunamente

gestito, di abbreviare i tempi di

apprendimento per l’acquisizione

delle tecniche sportive.

Grazie al fatto che non è abbinato

ad uno sforzo fisico, l’allenamento

mentale permette una frequenza

elevata di ripetizioni per unità di

tempo.

L’ALLENAMENTO MENTALE

Per allenamento ideomotorio, s’intende l’apprendimento o il miglioramento

di un movimento attraverso la sua intensa rappresentazione mentale,

senza che, contemporaneamente, esso venga eseguito.

MA QUESTI ENUNCIATI RIGUARDO

ALL’EFFICACIA DELL’ALLENAMENTO

MENTALE SONO POI CONTRADDETTI

DAL FATTO CHE:

A causa dell’elevato affaticamento

nervoso che esso provoca, può essere

utilizzato solo per periodi limitati: 2 - 3

minuti per ciascuna sessione di

allenamento.

Ma la limitazione fondamentale di questo

metodo deriva dalla mancanza dei

processi di feedback, legati alla reale e

corretta esecuzione del movimento.

In conseguenza di ciò, un’eccessiva quota

di allenamento mentale può perfino

provocare processi errati di movimento.

L’ALLENAMENTO MENTALE(DONATI)

LA PRESTAZIONE SPORTIVA

DIPENDE DALLA REGOLAZIONE

E DAL CONTROLLO:

L’ALLENAMENTO DELLA TECNICA NEGLI SPORT DI RESISTENZA

a)

dei processi

bio-energetici

b)

dei processi

nervosi centrali.

Neumann ha per primo evidenziato

che in tutte le prestazioni sportive di

resistenza, i programmi motori si

realizzano grazie a controlli nervosi

differenziati delle fibre muscolari a

contrazione rapida ed a contrazione

lenta.

L’ALLENAMENTO DELLA TECNICA NEGLI SPORT DI RESISTENZA(DONATI)

L’intuizione di Neumann comporta

scelte di mezzi di allenamento e di

combinazioni degli stessi che

tengano distintamente conto delle

problematiche di carattere bio-

energetico e di quelle legate alle

regolazioni degli stimoli nervosi.

L’ALLENAMENTO DELLA TECNICA NEGLI SPORT DI RESISTENZA

Un’altra, essenziale, conseguenza

pratica è che il “pattern” della

tecnica esecutiva sia rifinito

rispetto ai suoi due aspetti

essenziali:

- efficacia della tecnica;

- economicità della tecnica.

Queste due aspetti, tra loro ben diversi eppure complementari ai fini della

prestazione richiedono, in conseguenza di quanto detto, modalità differenziate

di allenamento della tecnica.

L’ALLENAMENTO DELLA TECNICA NEGLI SPORT DI RESISTENZA

In uno sport di squadra o in uno

sport individuale di combattimento

o di opposizione, le esigenze di

efficacia delle azioni di attacco e di

difesa sono primarie sia all’inizio

che alla fine della competizione.

In uno sport individuale ciclico di

resistenza nella fase finale della

gara affinché l’atleta possa

esprimere una performance

ottimale, non è sufficiente che

giunga con un potenziale

anaerobico ancora inespresso se,

parallelamente, non si è allenato

ad esprimere elevate velocità sia

in condizione di freschezza che in

condizione di affaticamento.

L’ALLENAMENTO DELLA FORZA(DONATI)

Ma la combinazione dei

mezzi nell’allenamento della

forza non assicura di per sé

la maggiore efficacia.

L’efficacia dipende strettamente

dalla attinenza e dalla qualità

dei singoli elementi che

costituiscono la combinazione,

anche se la loro interazione

determina un effetto aggiuntivo,

individualmente variabile.

L’ALLENAMENTO DELLA FORZA

Questa osservazione consente di

evidenziare anche la differenza sostanziale

che esiste tra le schematizzazioni utili nella

didattica e le sintesi flessibili indispensabili

nella pratica.

L’interpretazione schematica della

pliometria è uno di questi casi.

L’impiego generalizzato della pesistica

nell’allenamento dei diversi sport è un

altro esempio.

L’adozione rigida della teoria della

periodizzazione è un altro caso ancora.

La distinzione rigida tra aspetto

condizionale e aspetto coordinativo

dell’allenamento è un ulteriore esempio.

ALCUNI ESEMPI

L’ALLENAMENTO DELLA FORZA

Più in generale, la stessa interpretazione generica del sovraccarico come elemento di

per sé facilitante l’allenamento della forza rischia di produrre effetti negativi.

Che cosa deve

intendersi per

sovraccarico ?

Nell’esempio riportato

dell’allenamento della velocità,

il sovraccarico viene inteso

solo nella sua manifestazione

limitante la prestazione.

Che cosa avverrebbe se

venisse invece inteso

anche nella sua

manifestazione facilitante

la prestazione?

L’ALLENAMENTO DELLA FORZA

Due esempi, ancora riferiti alla corsa di velocità:

1 – La corsa veloce lungo una discesa di lieve pendenza;

2 – La corsa veloce in condizione di minore resistenza dell’aria.

In entrambi i casi, l’atleta acquisisce una velocità massima superiore al normale

che si esprime sotto forma di maggiore energia cinetica da sopportare in tempi

brevi da parte dell’arto in appoggio. La discesa, o il vento a favore, o la protezione

di uno schermo mobile, producono tale effetto, sia pure con modalità differenti.

In questi casi il sovraccarico si abbina alla condizione facilitante e consente alla

muscolatura, al sistema propriocettivo ed alla capacità coordinativa del soggetto, di

percepire condizioni dinamicamente diverse, “dilatate”.