BERBENNI Gianfranco La Sicilia nel contesto del flusso ... Sicilia_MIGRAZIONE_gfb... · psicologia....
Transcript of BERBENNI Gianfranco La Sicilia nel contesto del flusso ... Sicilia_MIGRAZIONE_gfb... · psicologia....
Pagina
1
BERBENNI Gianfranco
La Sicilia nel contesto del flusso migratorio globale.
Analisi-quadro per le applicazioni nel progetto 'Dedalo'
finalizzato al reinserimento nel mondo lavorativo
di giovani immigrati che hanno dovuto rispondere alla giustizia
per azioni incongrue,
Roma, 2008.
FENOMENO MIGRAZIONE: BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Gli attuali sviluppi del fenomeno migratorio mondiale ed euro-mediterraneo in
particolare hanno reso necessario un forte adeguamento informativo circa le ricerche
scientifiche in atto.
Nella scelta delle fonti e degli studi, abbiamo cercato di attingere qualità nei metodi usati,
autorevolezza delle istituzioni coinvolte, affidabilità dei risultati ottenuti, specie in via
sperimentale.
Diamo dunq ue un elenco selettivo dei dati bibliografici e sitografici, con particolare
attenzione all'area italiana e siciliana.
a. Bibliografia
Ancora, Trappole (2006) ANCORA Alfredo, I costruttori di trappole del vento.
Formazione, pensiero, cura in psichiatria transculturale,
Milano, FrancoAngeli (Scienze e Salute, 28), 2006, 236
pp.
Atlante migrazioni (2000) Atlante delle migrazioni, a cura di Walter PERUZZI, con il
contributo di Roberto GUAGLIANONE, patrocinato dalla
Regione Toscana, Dipartimento delle Politiche formative
e dei Beni culturali, Firenze (Quaderni di Portofranco.
Toscana, terra di popoli e di culture), 2000, 164 pp.
Pagina
2
Atlas geopolitique (2006) L'Atlas du Le Monde Diplomatique, a cura di Alain
GRESH et alii, Paris, 2006, 194 pp., ill.
Beguinot, Percorso (2008) BEGUINOT Corrado, Genetica e destino di un percorso:
Città cablata, Carta di Megaride '94, Città europea
interetnica, t. V, a cura della Fondazione Aldo Della
Rocca-Roma, Napoli, Giannini Editore (Studi urbanistici,
29), 2008, 394 pp.
Berbenni, Multicultura (2008) BERBENNI Gianfranco, Il valore interculturale dell'area
Ionio-Adriatica nell'ottica strategica di InGentibus
Foundation E.V. Elementi introduttivi, 1st Adriatic-
Ionian Intercultural Dialogue Conference, Corfù, 27-28
giugno 2008. Vedi anche www.ingentibus.org
Berbenni, Fattore socio-religioso (2008) BERBENNI Gianfranco, Convivenza interculturale
negli spazi urbano-metropolitani del XXI secolo.
Considerazioni iniziali a partire dalla dimensione socio-
religiosa, intervento per la rivista 'Civitas' (Roma), 2008.
Berbenni, Pedagogia interculturale (2008) BERBENNI Gianfranco, La Pedagogia
interculturale. Integrazione vs Marginalità o Esclusione.
Corso annuale presso l'Istituto EDISI (in elaborazione).
Ciclo di vita (20082) Psicologia del ciclo di vita, a cura di Cristina CASTELLI e
Fabio SBATTELLA, Milano, FrancoAngeli (Serie di
psicologia. Textbook, 16), 2008, 368 pp.
Città meticcia (2007) La città meticcia. Riflessioni teoriche e analisi di alcuni
casi europei per il governo locale delle migrazioni, a
cura di Francesco GRANDI e Emilio TANZI, Milano,
FrancoAngeli (Demos. Percorsi, Culture, Trasformazioni,
26), 2007, 285 pp.
D'Ignazi, Ragazzi (2008) D'IGNAZI PAOLA, Ragazzi immigrati. L'esperienza
scolastica degli adolescenti attraverso l'intervista
biografica, Milano, FrancoAngeli (La melagrana. Idee e
metodi per l'intercultura, 10), 2008, 221 pp.
EU Caritas, A Journey (2006) Migration, A Journey into Poverty? A Caritas Europa on
poverty and exclusion of immigrants in Europe. 3rd
Pagina
3
Report on Poverty in Europe-2006, Bruxelles, 106 pp.,
ill.
EU Youth Policies (2008) European Youth Policies. Overview, with 3 Glossaries
(Media, Yooth, EU), sito European Commission, 150 pp.
EUROSTAT, Yearbook 2007, Europe in Figures. Eurostat Yearbook 2006-2007,
GCMI Report (2005) United Nations Global Commission on International
Migration (GCIM), Migration in a Interconnected World:
new Directions for Action. Report 2005, 98 pp.
Global future 2020 (2004) Mapping the global Future. Report of the National
Intelligence Council's 2020 Project. Based on
consultations with nongovernamental experts around the
world, Pittsburgh, 2004, 120 pp., ill.
Global Trends 2015 (2000) Global Trends 2015: A Dialogue about the future with
Nongovernment Experts, contributo preparato a cura del
National Intelligence Council, 2000, 98 pp., ill.
Glossario vedi al termine del presente fascicolo.
Guidicini, Migrantes (2008) GUIDICINI Paolo, Migrantes. Ovvero: la città che ci
dobbiamo aspettare, Milano, FrancoAngeli (Sociologia
urbana e rurale, 69), 2008, 176 pp.
Intercultura A-Z (20082) L'intercultura dalla A alla Z, a cura di Graziella Favaro e
Lorenzo Luatti, Milano, FrancoAngeli (La melagrana, 1,
1), 2008, seconda edizione (prima edizione 2004), 432
pp.
IOM, Migration 2005, World Migration 2005: Costs and Benefits of
International Migration, a cura dello IOM (International
Organization for Migration. The Migration Agency),
Geneva, 2005, 494 pp., ill. e tav.
ISMU, Rapporto 2007 (2008) Tredicesimo Rapporto sulle Migrazioni 2007, a cura
dell'ISMU (Fondazione per le Iniziative e lo Studio sulla
Multietnicità), Milano, FrancoAngeli (28), 2008, 400 pp.
Pagina
4
ISTAT, Censimento 2001 Sono oltre 150 i volumi che l'Istituto Nazionale di
Statistica ha pubblicato a seguito del Censimento
generale della popolazione italiana del 2001.
- Popolazione residente e abitazioni nelle Regioni italiane. 14°
Censimento generale della popolazione e delle
abitazioni, 2001, Roma, 2001-2008.
- Popolazione residente e abitazioni nelle Province...
- Popolazione residente e abitazioni nei grandi Comuni italiani...
Da noi sono particolarmente utilizzati i dati relativi alla
Regione Siciliana in generale e alle sue singole città:
Agrigento, provincia, Roma 2006, 164 pp.
Caltanissetta, provincia, Roma 2006, 162 pp.
Catania, grande comune, Roma 2006, 144 pp.
Catania, provincia, Roma 2005, 166 pp.
Enna, provincia, Roma 2006, 162 pp.
Messina, grande comune, Roma 2006, 100 pp.
Messina, provincia, Roma 2005, 150 pp.
Palermo, grande comune, Roma 2006, 118 pp.
Palermo, provincia, Roma 2005, 144 pp.
Ragusa, provincia, Roma 2006, 8 pp.
Siracusa, provincia, Roma 2006, 118 pp.
Trapani, provincia. Roma 2006, 164 pp.
ISTAT, Rapporti Immigrazione, Frequenti sono gli interventi che presentano i risultati
delle indagini statistiche sui movimenti migratori e sullo
stato degli insediamenti dei nuovi soggetti presenti sul
nostro territorio.
Leone, Palermo interetnica (2005) LEONE Davide, La città interetnica, un modello
possibile: il caso di Palermo, in Manager città
interetnica (2005), pp. 457-488.
Manager città interetnica (2005) La Formazione dei 'Manager della Città interetnica'. Le
ricerche dei 'corsisti', a cura di Corrado BEGUINOT, con
la collaborazione di Massimo Clemente e Gabriella
Esposito, ricerche promosse dalla Fondazione Aldo Della
Roca-Roma, Napoli, Giannini Editore (Ricerca e
Documentazione, 5), 2005, 571 pp.
Migration Empoyment (2007) Migration Empoyment. Bilateral Agreements at a
Crossroads, a cura dell'ufficio federale IMES, sezione
Pagina
5
dell'OECD (Organisation for Economic Co-operation and
Development),
Migration Outlook 2007 International Migration Outlook 2007, a cura dell'OECD
(Organisation for Economic Co-operation and
Development), Paris, 2007, 399 pp., 213 tav., 82 mappe.
Population Challenges (2005) Population Challenges and Development Goals, a cura
delle Nazioni Unite, Department of Economic and Social
Affairs. Population Division, New York, 2005, pp. 9+58.
Presenza straniera (2007) La presenza straniera in Italia: caratteristiche socio-
demografiche. I cittadini stranieri: - dopo la
regolarizzazione. - Residenti stranieri al 1° gennaio degli
anni 2004 e 2005. - Residenti stranieri per età al 1°
gennaio degli anni 2003 e 2005. - Permessi di soggiorno
al 1° gennaio 2004, a cura dell'ISTAT, collana
'Informazioni' n. 7, Roma, 2007, 154 pp, con molte
figure.
Previsioni 2051 (2002) Previsione della popolazione residente per sesso, età e
regione dal 1.1.2001 al 1.1. 2051, a cura dell'ISTAT,
collana Informazioni #, Roma, 2002, 58 pp.
Sbraccia, Migranti (2007) SBRACCIA Alvise, Migranti tra mobilità e carcere. Storie
di vita e processi di criminalizzazione, Milano,
FrancoAngeli (Sociologia del Diritto, 41), 2007, 287 pp.
Seconde generazioni (2004) Seconde generazioni: un'introduzione al futuro
dell'immigrazione in Italia, a cura di AMBROSINI
Maurizio - MOLINA Stefano, Torino, Fondazione
Giovanni Agnelli, 2004.
UIA, World Problems (2008) World Problems and Global Issues Project, a cura della
Union of International Associations (UIA). Clearing
house for information on over 40.000 international non-
profit Organizations and Constituencies, Bruxelles, 2008.
Istituzione benemerita nella gestione metodologica dei
temi e dei problemi della società globale.
Pagina
6
UN, Millennium Declaration (2000) United Nations Millennium Declaration. Resolution
adopted by the General Assembly (8 september 2000),
New York, 2000, 9 pp. Documento fondamentale per la
politica di sviluppo umano nel III millennio.
Youth WP Follow-up (2007) Economic and Social Council of United Nations General
Assembly, Follow-up to the World Programme of Action
for Youth to the Year 2000 and Beyond. Report of the
Secretary-General, New York, 2007, 30 pp., 124
paragrafi.
b. Sitografia e web-media
Uno strumento particolare preparato per il Progetto Dedalo è costituito da varie mappe
'MindManager', essenziali per controllare la complessità e collocare le azioni e gli interventi
nell'iter sistemico previsto. Fondamentali sono due mappe di Project Management:
- Dedalo 1, illustrazione complessiva del Progetto;
- Dedalo 2, le sei aree di intervento operativo.
Il materiale può essere consultato scaricando dal sito web www.mindjet.com il file gratuito
di visualizzazione MM70-E-472_Viewer (lingua inglese) oppure MM70-E-472-Viewer
(lingua francese): la ricerca del file è automatica, quando si apre il file che si desidera
consultare.
Principali centri di ricerca europei e mondiali su temi di migrazione e di integrazione.
Europa
CEDEM, Centre for studies on Ethnicity and Migrations, Belgium.
CEG, Centro de Estudos Geograficos, Lisbon, Portugal
CEIFO, Centre for Research in International Migration and Ethnic Relations, Sweden.
CIEMI, Centre for Migrationstudies, Paris, France.
CES, Centro de Estudos Sociais, Coimbra, Portugal
Pagina
7
COMCAD, Center on Migration, Citizenship and Development, Univ. Applied
Sciences, Bremen
COMPAS, Centre on Migration, Policy and Society, Oxford, United Kingdom
CRER, Centre for Research and Ethnic Relations, University of Warwick, United Kingdom.
DEUSTO Bilbao, Spain
EFMS, European Forum for Migration Studies, Bamberg, Germany
FIERI, Forum Internationale ed Europeo di Richerche sull'Immigrazione, Turin, Italy
FLAD, Portugese Luso-American Development Foundation, Lisboa, Portugal.
FSM/SFM, Swiss Forum for Migration and Population Studies, Neuchâtel, Switzerland
ICMPD, International Centre for Migration Policy Development, Vienna, Austria
IMIS, Institut für Migrationsforschung und Interkulturelle Studien, Universität Osnabrück,
Germany.
INED, L'Institut national d'études démographiques, Paris, France
IOM , International Organization for Migration, Geneva, Switzerland.
ISMU, www.ismu.org , Fondazione su Iniziative e Studi sulla multietnicità
IWE, Forschungsstelle für institutionellen Wandel und europäische Integration, Vienna,
Austria
MIGRINTER, University of Poitiers, France
MMO, Mediterranean Migration Observatory, Greece
MRU, Migration Research Unit, University of London, United Kingdom.
OECD, Organisation of Economic Cooperation and Development: Sopemi-rapport.
SCMR Sussex Centre for Migration Research, United Kingdom
SociNova/Migration, University of Lisbon, Portugal
Swiss Forum for Migration Studies, l' Université de Neuchâtel, Switzerland.
Transnational Communities Programme Oxford, Oxford, United Kingdom.
Wissenschaftszentrum Berlin für Sozialforschung, Berlin, Germany
Pagina
8
Altri continenti:
Centre for Asia Pacific Social Transformation , University of Wollongong and Newcastle,
Australia.
Centre for Migration Studies, New York, United States.
Carnegie Endowment for International Peace, Washington, USA.
Ethnic Listserver, University of Hawaii, United States.
Centre for Immigration and Multicultural Studies, Australian National University Canberra,
Australia
The International Metropolis website, an international cooperation.
The Canadian Metropolis website, Montreal, Toronto, Vancouver, Prairie.
Migration News, University of California Davis, United States.
Migration Policy Institute, MPI, Washington, USA with also the Migration Information
Database: http://www.migrationinformation.org/GlobalData/ Minorities at Risk
Group, University of Maryland, United States.
Pagina
9
ANALISI DEL CONTESTO
L’attualità e i fatti di cronaca, che riportano continuamente notizie su comportamenti
di razzismo, di discriminazione e violenza, richiamano ogni giorno la consapevolezza che il
pregiudizio non è scomparso nel nostro e negli altri paesi.
Il nostro paese si trova in una fase difficile e delicata e la presenza relativamente recente di
diversi gruppi etnici può far sperare di riuscire ad evitare il sorgere di immagini negative, di
stereotipi pesanti che influiscono sulle relazioni e sull’inserimento degli immigrati (Favaro
G. - Colombo T. 1993, 96).
Il pregiudizio può essere definito come l’insieme dei valori e delle idee che portano un
individuo o un gruppo di individui ad essere prevenuti contro i membri di uno o più gruppi
particolari. Spesso esso si confonde con gli stereotipi, ma essi sono affermazioni e credenze
rigide e generalizzate rispetto alle caratteristiche dei membri di un certo gruppo etnico,
mentre il pregiudizio è un’attitudine negativa verso un gruppo. L’elemento che li accomuna
è comunque la tendenza alla generalizzazione che deriva da una conoscenza superficiale
dell’altro gruppo (ibidem, 106).
Il pregiudizio è caratterizzato da una dimensione cognitiva e una dimensione emotiva.
Nella prima dimensione esso viene considerato come nozione elaborata dall’esperienza
storica del gruppo di appartenenza e trasmesso ai soggetti del gruppo come patrimonio
conoscitivo senza averlo esperito. In tal senso sono strumenti interpretativi della realtà
sociale e naturale, sono una risposta collettiva tesa a soddisfare bisogni comuni. Inoltre esso
ha una forte valenza emotiva che serve per determinare l’identità di gruppo e il senso di
appartenenza. I pregiudizi, come rappresentazioni sociali, hanno avuto il compito di far
apparire naturale e con un senso l’organizzazione sociale e i ruoli ad essa funzionali: in tal
modo sono divenuti strumenti di coesione sociale, legittimazione del potere e mantenimento
dello status quo (Delle Donne M. 1993, 9).
Si sono sviluppate molte teorie sull’origine e la natura del pregiudizio in base alle varie
ideologie; Nanni e Weldemariam (1994, 18) le sintetizzano come segue:
- Teorie ad impostazione storica: cercano di scavare oltre le apparenze, come il marxismo, e
per esse il pregiudizio etnico è un atteggiamento sociale divulgato dalle classi dominanti,
Pagina
10
allo scopo di indicare come inferiori i gruppi dominanti e di giustificarne così lo
sfruttamento
- Teorie ad impostazione socio-culturale: la vita delle metropoli crea enormi problemi
all’individuo, il quale attribuisce le caratteristiche più spregevoli ad alcuni gruppi che
diventano il simbolo di ogni problema (drogati, immigrati,…) e diventano bersaglio di
pregiudizio e di odio
- Teorie ad orientamento psico-dinamico: l’attenzione è posta sulle situazioni di frustrazioni
che impediscono ad un individuo di raggiungere i suoi fini cercando un capro
espiatorio.Vi sono anche persone predisposte al pregiudizio: quelle insicure ed ansiose che
hanno uno stile di vita autoritario ed egocentrico e che alla fine ne divengono portatori a
loro volta.
Allport, nel suo libro La natura del pregiudizio, ha elencato una serie di situazioni nelle quali
è più facile che esso si sviluppi:
- quando la struttura sociale è eterogenea;
- quando è in atto nella società un processo di mobilità che permette l’ascesa sociale;
- quando, grazie al cambiamento sociale e culturale, sorgono contrasti tra il vecchio e il
nuovo;
- quando prevale l’ignoranza e le informazioni sono inadeguate;
- quando le dimensioni di un gruppo di minoranza tendono ad aumentare;
- quando c’è in atto una competizione o un conflitto tra nazioni, partiti,…
- quando lo sfruttamento di una minoranza torna a vantaggio di altri;
- quando la cultura non condanna esplicitamente l’aggressività, la violenza, il fanatismo;
- quando la cultura approva e incoraggia l’egocentrismo;
- quando l’assimilazione e l’integrazione culturale vengono scoraggiate (Ibidem, 19-20).
In genere, la maggior parte delle persone, pensa che il pregiudizio si sviluppi durante
l’adolescenza e l’età adulta, ma questa tendenza viene smentita da molte ricerche fatte a
bambini di età compresa tra i 4 e i 7 anni (Favaro G.- Colombo T., 1994, 96).
Come viene misurato il pregiudizio nei bambini? Il test più utilizzato per misurare il
pregiudizio infantile risale al 1947 e venne proposto da K.B. Clark e M.P. Clark. Vengono
presentate ai bambini due bambole di colore diverso e vengono fatte sette domande a cui il
Pagina
11
bambino deve rispondere scegliendo una delle due bambole. Il bambino si trova a sceglierne
una e a rifiutare l’altra senza poter esprimere le sfumature della preferenza o di negatività.
I risultati di queste ricerche hanno dimostrato che i bambini acquisiscono delle
attitudini etniche verso i 3 e i 5 anni: i 4 anni vengono segnalati come il momento “certo”,
nel quale vengono espresse reazioni negative nei confronti di un certo gruppo etnico.
Ricerche svolte negli Stati Uniti hanno rilevato che bambini bianchi esprimono attitudini
negative in modo rilevante nei confronti degli altri gruppi; mentre i bambini neri o indiani
esprimono, fino ai 7 anni, atteggiamenti negativi verso il proprio gruppo, ma dopo quest’età
mostrano di preferire il proprio gruppo (Ibidem,99). Questo evento è legato alla
consapevolezza dell’appartenenza etnica: tutti i bambini la acquisiscono alla stessa età, ma
variano nel processo di auto-identificazione. Altre forme di consapevolezza, come la
percezione delle somiglianze e delle differenze fra individui dello stesso gruppo, si
acquisiscono tra i 6 e gli 8 anni: quindi con l’età diventano più attenti alle caratteristiche
individuali che all’appartenenza etnica (ibidem,103).
E’ importante, quindi, che anche da parte degli insegnanti ed educatori ci sia una certa
sensibilizzazione e capacità nel trasmettere i valori di pace e rispetto dell’altro per costruire
una società il più aperta e consapevole possibile delle differenze per fare in modo che il
confronto si superi con il dialogo e non con la forza.
Pagina
12
LA REALTA' MIGRATORIA ODIERNA E OPZIONI DI INTERVENTO MIRATE
VERSO ETNIE A SIGNIFICATIVA PRESENZA IN SICILIA
La complessa struttura del Progetto DEDALO (vedi Mappa mentale 1) si confronta con le
più recenti istanze che il fenomeno migrazione ha portato alla comunità internazionale e, in
essa, alla comunità nazionale italiana e regionale siciliana. Dopo un primo avvicinamento
alle scelte strategiche dei vari enti che studiano e si impegnano nei settori 'popolazione',
'migrazione', 'giovani', 'giustizia' e 'lavoro', si procederà alla scelta motivata di alcune aree
nazionali ed etniche con le quali cooperare per raggiungere gli obiettivi generali del Progetto.
Sarebbe inutile se non pericoloso elaborare strategie che non si interconnettono con quanto le
istituzioni e i centri di ricerca regionali, nazionali e internazionali già pongono in essere per
accogliere, formare e introdurre nel ciclo lavorativo giovani a rischio di devianza sociale o
giovani già segnalati o arrestati per violazioni più o meno gravi delle leggi, considerati
elementi a rischio per la sicurezza della società civile.
LO SCENARIO INTERNAZIONALE
A tutt'oggi sono di alto interesse le analisi realizzate negli anni 2000 e 2004 dalla Central
Intelligence Agency statunitense1 sulle tendenze globali fissate in previsioni che attingono il
quinquennio 2015-2020 (cf. Global Trends 2015 [2000] e Global future 2020 [2004]). Con
un totale di popolazione che dovrebbe raggiungere i 7 miliardi e mezzo di persone, tre
fenomeni saranno in particolare rilievo: l'invecchiamento complessivo anche nelle grandi
nazioni come Cina e India, la crescita veloce delle mega-metropoli e la continua mobilità o
migrazione di popoli verso le aree a maggiore stabilità economica, nel nord del pianeta.
L'Europa è considerata uno dei centri strategici da questa analisi previsionale, in particolare
per flussi migratori provenienti da paesi islamici, ivi compresa la problematica dell'adesione
della Turchia alla UE. Si tenga anche conto che le stime circa la dipendenza energetica dal
petrolio, sono ancora di grande rilievo:
ciò significa che l'immigrazione di popoli di religione islamica avranno il supporto finan-
1 Le ricerche furono realizzate in cooperazione con i migliori istituti internazionali di ricerca sociale ed economica, comprese varie
istituzioni non governative (ONG). I risultati, poi, furono oggetto di una pianificata presentazione internazionale nel biennio 2004-
2005.
Pagina
13
ziario di nazioni ricche. E la
Sicilia sarà il primo approdo
e il luogo privilegiato di in-
contro con la sfida culturale e
lavorativa di giovani che cer-
cano lavoro e, in condizioni
di devianza, saranno al centro
dell'attenzione sociale verso
la sicurezza nella convivenza
civile quotidiana.Si collochi
la posizione geopolitica della
Sicilia all'interno della valutazione espansiva del continente euro-asiatico: facilmente vi si
noterà quanto sia alto il potenziale di sviluppo economico e sociale, rapportato ai
corrispettivi eventi nelle piattaforme di USA e Russia, due tra le grandi potenze del futuro.
Tuttavia è anche evidente la ristrettezza
relativa della superficie abitata o
abitabile in Europa, con ovvie
conseguenze sul fenomeno della
concentrazione degli abitanti in una
sorta di "area metropolitana europea
diffusa", a differenza di altre zone del
mondo dove le megalopoli sono previste
più isolate tra loro. Pure questo status
della futura società europea avrà uno
specifico influsso sulle regioni italiane
e, traesse, sulla Sicilia. Anche dal punto
di vista della conflittualità etnica interna
ai vari Paesi, le previsioni vedono
nell'area maghrebina e subsahariana uno
delle zone cui dare maggiore attenzione.
Pagina
14
E, proprio da tali aree, sono previsti flussi migratori consistenti, nonché alti gradi di sviluppo
della locale natalità, con effetto evidente sulla componente giovanile della società residente e
di quella orientata alla emigrazione verso la ricca e stabile Europa.
Le Nazioni Unite
L'anno 2000 ha visto l'impegno progettuale dell'intera Comunità internazionale. Ci riferiamo
in primo luogo all'intenso lavoro che ha accompagnato la preparazione, la stesura e la
presentazione dei "millennium goals", ovvero i grandi obiettivi del nuovo millennio.
Un intervento del Department of Economic and Social Affairs. Population Division, il
Population Challenges (2005), presenta in modo efficace la situazione del futuro immediato
dei flussi migratori e delle loro conseguenze sulle società ospitanti. Anche se l'Italia occupa
il 20° posto tra le aree a maggiore tasso immigratorio, considerando che la nostra penisola è
usata quale approdo e via di transito per raggiungere Paesi con maggiori opportunità di
lavoro, tuttavia, e proprio per questo, il transito e la permanenza di gruppi etnici nuovi
comporta effettive e profonde sfide per il nostro territorio e per la nostra società.
La sfida globale ha dato origine agli ormai noti MDG (Millennium Develpment Goals ossia
Obiettivi Sviluppo per il III Millennio). In uno sforzo di riduzione della teoria analitica ad un
maggiore avvicinamento alla dimensione pratica e operativa, ha portato a stabilire la data del
2015 quale termine ultimo entro il quale raggiungere obiettivi generali (goals) e obiettivi
concreti (targets). La povertà è stata scelta quale categoria che riassume tutte le emergenze
del mondo attuale e su di essa sono stati sviluppati otto livelli di analisi strategica (goals) e di
intenzioni applicative (targets). All'interno dell'ottavo livello ritroviamo, tra i targets,
l'oggetto specifico degli interventi del Progetto DEDALO: ossia, l'elemento 'giovani' nella
società globalizzata odierna. E, quale settore pratico sul quale impegnarsi, è scelto l'ambito
della educazione scolastica e dell'inserimento nel mondo lavorativo e produttivo.
Nell'Assemblea generale del 9 novembre 2006 (cf. Youth WP Follow-up [2007]), superato un
terzo dell'itinerario progettato nel Millennium Summit, i responsabili dell'Economic and
Social Council, in merito al raggiungimento degli obiettivi correlati ai Giovani, rammentano
l'affermarsi della globalizzazione quale fenomeno che crea ed accentua il contrasto socio-
economico nell'umana convivenza (§§ 10-21 globalizzazione, §§ 22-27 povertà). Si procede
poi, immediatamente, all'analisi operativa sui due settori che anche DEDALO ha opzionato:
Pagina
15
l'educazione (§§ 28-42) e il lavoro (§§ 43-58). La sezione successiva, dedicata alla
evidenziazione degli indicatori necessari per misurare lo sviluppo nel settore della società dei
giovani, racchiude anche l'elemento della marginalità e devianza, al § 75. L'ESC (Economic
and Social Council) fa suo un forte appello ad una maggiore collaborazione tra Paesi e
Istituzioni, in primo luogo, creando 'reti informative' con le quali comunicare iniziative e
progetti posti in atto. Segnaliamo infine come il pressing sull'attuazione concreta degli
obiettivi a favore dell'educazione dei giovani e del loro posizionamento nel mondo del
lavoro, è ulteriormente ripreso di recente nell'intervento del 23 luglio 2007: Goals and
Targets for Monitoring the Progress of Youth in the global Economy
L'Unione Europea
Aprendo la sezione riguardante lo scenario internazionale abbiamo rilevato quanto sia
fondamentale per l'Europa il fenomeno dell'immigrazione. Indagini sul lungo periodo
confermano uno degli effetti positivi del fenomeno: la relativa stabilizzazione della
denatalità tipica dei paesi a diffusa ricchezza, proprio grazie all'insediamento e al lavoro di
comunità e famiglie provenienti da altri continenti. Resta comunque assodato che, data la
complessità intrinseca del quadro migratorio mondiale e continentale - euro-asiatico -, il
tema prioritario per l'attuale analisi dell'Unione Europea resta la sicurezza, intesa non solo
come difesa dai pericoli del terrorismo internazionale, specie islamico fondamentalista, ma
anche come difesa dalla micro-conflittualità che si diffonde presso la comunità civile
europea che si trova a convivere con culture, tradizioni, stili di vita molto differenti dai
propri. E' in quest'ultima ottica sulle priorità europee che il Progetto DEDALO può offrire
dati, metodi ed esperienze di grande utilità per il tema della sicurezza, soprattuto nella sua
dimensione di recupero della devianza e ancor più nella dimensione di prevenzione del
disagio e dello stile delinquenziale di vita e di associazione.
La Commissione Europea ha in questi ultimi tempi accelerato la propria operatività a favore
del mondo dei giovani, cosciente che presente e avvenire di una federazione di popoli sta
nella priorità data alla educazione delle nuove generazioni ad un nuovo pensiero, ad un
muovo modo di relazionarsi con le differenze culturali, ad un nuovo modo di cooperare nella
costruzione di una società efficiente e solidale, sicura e aperta, democratica e capace di
governance.
Pagina
16
L'intervento che meglio esprime lo spirito e le opzioni operative dell'Unione Europea lo si
ritrova nelle recenti European Youth Policies ovvero "Politiche europee per la Gioventù",
dopo che, nel novembre 2005, è stato stipulato un "Patto europeo per la Gioventù" (European
Youth Pact). Su tre cardini è fondata l'intera azione della Comunità: - promuovere una
cittadinanza attiva dei giovani europei; - raggiungere l'integrazione sociale ed occupazionale
dei giovani; - includere in tutte le azioni politiche dell'Europa la dimensione 'gioventù',
mettendo in primo piano il diritto-dovere della salute e della lotta alla discriminazione, al
razzismo o xenofobia, in qualsiasi forma si possa manifestare. Possiamo subito notare quanto
lucida sia la scelta europea, intelligente nella scelta di priorità dinamiche, innescanti, cioè,
ciascuna, una serie di conseguenze interconnesse e interattive.
Il recentissimo documento che va sotto il nome di 'Strategia di Lisbona' (2007), ha
accentuato il secondo pilastro della politica giovanile europea, illustrandone ancor meglio
altri tre elementi fondamentali: - l'educazione al lavoro e all'integrazione sociale; - la
formazione professionale (training) e la mobilità lavorativa iniziale; - la riconciliazione
(reconciling) tra mondo del lavoro e vita della famiglia. Ognuno noterà quanto il progetto
DEDALO rientri appieno in tale sensibilità europea, molto concreta e nello stesso tempo
molto raffinata nell'identificazione dei bisogni e della loro soluzione positiva, in un contesto
di politiche di autentica democrazia.
A livello operativo, la Commissione ha promosso il 'Programma Giovani", orientato a
favorire la mobilità interna alla UE dei giovani di 31 Paesi, offrendo possibilità di aderire a
gruppi di scambio culturale e lavorativo, di offrire il proprio lavoro individuale volontario, di
aderire ad attività organizzate, volendo essere di supporto ad esse. Si sono create così delle
Agenzie nazionali per l'EVS (European Voluntary Service) in tutti e 31 i Paesi aderenti, con
lo scopo di promuovere e implementare il Programma in loco. Più vicino all'area culturale
italiana e siciliana, si è attivato, da anni, il progetto EURO-MED, coinvolgente 35 partners,
corrispondenti a tutti i Paesi costieri dell'area geopolitica mediterranea, divenendo il Progetto
di punta e meglio sperimentato nel settore del 'Programma Giovani'. Altri settori dove, in
modo similare, si è iniziata una forte azione di sostegno politico e socio-economico ai
giovani, sono le cooperazioni con altri partners confinanti con l'UE, vale a dire: - la SEE
(Europa Sud-Sed), - la CIS (Russia e Paesi alleati) e il Caucaso, - l'America Latina.
Pagina
17
Dalla semplice elencazione dei soggetti politici è evidente l'attenzione dell'UE a trasformare
in azione politica educativa l'avvenimento del contatto tra nazioni e culture accelerato e
trasferito nel continente europeo tramite interi nuovi popoli in stato di migrazione obbligata,
alla ricerca di una dignità minima, garantita da un lavoro adeguato, in vista di un maggiore
sostegno alle esigenze della famiglia e dei gruppi etnici di origine.
Per una gestione delle risorse che l'UE mette a disposizione delle Agenzie nazionali è sorto
l'ente SALTO (Support Advanced Learning and Trainging Opportunities), basato sulla
costruzione unitaria mediata dalle diversità culturali, polarizzata sulle sone EURO-MED,
SUD-EST Europa, CAUCASO, articolata operativamente in tre settori: training (ovvero
formazione) e cooperazione, partecipazione, informazione (vedi www.salto-youth.net).
L'ultimo anno ga visto anche un risveglio notevole di consultazioni e incontri tra giovani
europei e africani. Sono nati così - il SADC Consultative Forum on Africa-Europe
Cooperation, con incontro tenuto il 22-25 agosto 2007 a Johannesburg, Sud Africa; - il
Sommet Afrique-Europe de la Jeunesse, in Burkina Faso, dal 1 al 3 ottobre 2007; - l'incontro
consultivo dei giovani dell'area sotto-regionale dell'Africa Centrale, tenuto nel Cameroun a
Yaoundé, dal 24 al 26 ottobre 2007. Un Summit con il Maghreb lo si deve aggregare alle
iniziative di EURO-MED, del quale si è informati tramite www.salto-youth/euromed.net .
Davvero si nota come l'insistenza delle istituzioni legate alle Nazioni Unite e all'Unione
Europea cominciano a dare evidenti frutti di contatto tra le nuove generazioni dei vari
continenti.
E' necessario ora avvicinarci direttamente allo scenario nazionale - italiano - e regionale -
siciliano -, che consentirà di procedere a scelte ponderate nel dare ordine sequenziale agli
interventi a favore di giovani a rischio emarginazione sociale, devianza sociale, od anche a
giovani entrati a diretto contatto con la giustizia, in seguito a infrazioni o delitti che, a vari
livelli di responsabilità, li hanno posti in contatto traumatico con se stessi e con il mondo
europeo.
Non possiamo tuttavia accomiatarci dallo scenario europeo senza dare un esempio recente di
dati riferiti all'accoglienza sotto forma di asilo politico, data dai vari Paesi europei. I dati
sono tratti dal recente Yearbook 2006-07 di Eurostat.
Pagina
18
Notiamo facilmente i nomi dei Paesi che più agevolmente concedono il diritto di asilo agli
immigrati. L'Italia la troviamo al10° posto, a pari merito di un'area geopoliticamediterranea
simile alla Sicilia, e cioè l'isola di Cipro.
Paesi come la Francia e il Regno Unito, per motivi differenti, dimostrano una certa facilità
nell'accogliere le differenze culturali.
Per il nostro progetto DEDALO, il caso
francese è di straordinario valore storico
e sociologico, dal momento che l'area
maghrebina trova in esso un
interlocutore molto preparato nello
studio scientifico delle culture nord-
africane, anche perché legate al dominio
coloniale, come del resto è il casto del
Regno Unito. Solo la Svezia, l'Austria e
la Slovacchia, interrompono l'elenco di
Paesi con trascorsi coloniali nei secoli
XIX-XX. Non è difficile intravederne le
motivazioni: per la Svezia il bisogno di
manodopera disposta ad assumersi la
fatica dei lavori pesanti; per l'Austria e
la Slovacchia, su percorsi diversi tra
loro, emerge il motivo di stare su traiettorie obbligate nel transito dei popoli slavi verso
occidente; fenomeno che spiega anche l' 11° posto della Polonia.
LO SCENARIO NAZIONALE
L'Istituto centrale di Statistica, organo ufficiale dello Stato italiano, da esso deputato al
rilevamento statistico, studio e disseminazione dei dati concernenti la vita sociale e
individuale dei cittadini italiani, offre abbondante e aggiornato materiale per l'analisi del
fenomeno migratorio.
Pagina
19
Per noi sono estremamente significativi i dati nazionali, considerandoli sempre in stretta
correlazione con l'area siciliana.
L'Italia dispone anche di un rilevamento globale di grande utilità analitica: parliamo del
Censimento generale realizzato nel 2001, riferito a individui e ad abitazioni, e alle varie
forme di impiego e di transazione economica diffusa sul territorio. La pubblicazione dei dati
riferiti alla Sicilia è da poco più di un anno disponibile e in modo completo. Si vera la
Bibliografia alla voce ISTAT.
Partiamo da alcuni dati resi evidenti da mappe di questa autorevole fonte, citando quale
punto di partenza un volume che nel Progetto DEDALO non dovrebbe mancare nelle mani di
esperti, formatori, tutors: La presenza straniera in Italia (2007). Da esso selezioniamo alcuni
dati di partenza che servomo sempre per acuire lo sguardo sulla Sicilia, tramite confronto
con il resto delle aree regionali italiane.
Pagina
20
Iniziamo dalla tabella riassuntiva e molto recente, nella quale sono evidenziate le presenze
straniere calcolate in percentuale assoluta riferita alla popolazione residente sul territorio
segnalato. Noteremo immediatamente come la tendenza degli immigrati residenziali sia di
spostarsi verso regioni che garantiscono lavoro a buona retribuzione. Ancor più valido è il
fenomeno se consideriamo la tendenza di molti rifugiati e immigrati a considerare l'Italia
quale Paese di solo transito verso economie più stabili e remunerative di quella italiana.
Se poi consideriamo la Sicilia notiamo un forte insediamento nel basso ragusano e nella zona
di Mazara del Vallo. Questi elementi quantitativi saranno importanti nelle valutazioni di
iniziale selezione del soggetti cui offrire supporto, educazione culturale, formazione
professionale, tutoraggio nelle prime fasi di esperienza lavorativa, sostegno e consulenza sul
medio termine dell'impegno lavorativo.
La figura accanto illustra la regolare
presenza di stranieri. L'area siciliana
conferma il fenomeno globale per
cui le persone immigrate cercano
lavoro e abitazione in aree ad alta
urbanizzazione e, possibilmente, con
buone potenzialità di commercio, di
produzione industriale o artigianale.
E' il caso delle aree urbane di Paler-
mo e di Catania, con un secondo li-
vello attribuito a Messina, a Trapani
e al basso ragusano. Troviamo con-
fermato qui e, sempre più e meglio
si troveranno conferme attuali e
storiche, il fatto che l'immigrazione
segue determinate regole, possiede
precise linee di tendenza, originate
dalla necessità di soddisfare, in
situazione di emergenza, i bisogni
Pagina
21
fondamentali umani: la ricerca di cibo, di lavoro, di casa, di famiglia, di relazioni sociali, di
interazioni culturali e religiose. Il ricorrere costante, nella storia e nell'attualità, di
comportamenti omogenei, dovrà risultare un elemento di alto rilievo nelle indagini su un
territorio di profonda stratificazione culturale come è la Sicilia. Dal suo passato, infatti
emergono pagine significative di coesistenza pacifica o conflitturale, di sopraffazione o di
rispetto tra modelli culturali e religiosi, vissuti in dinamiche mutevoli, a volte sul lungo
periodo, altre volte nel corso di poche generazioni.
La figura che abbiamo qui scelto è
molto appropriata per il soggetto
destinatario di DEDALO: cioè il
minore immigrato. Proprio in riferi-
mento a questo, la Sicilia possiede
sul proprio territorio un'area di
grande interesse per il futuro, dal
momento che il minore di oggi, sarà
il giovane lavoratore o il piccolo
imprenditore di domani. Oltre il
citato fenomeno di adesione ad aree
industriali e molto urbanizzate, si
nota qui una particolare densità di
presenta di soggetti in età minorile
nel Trapanese, una tra le aree
privilegiate, per molti motivi, nel
progetto DEDALO. E' qui infatti che
esperienze di scolarizzazione
primaria e secondaria pongono in
campo sfide urgenti agli insegnanti e ai docenti: qual è infatti il grado di preparazione sulla
cultura maghrebina, in modo da mediare efficacemente la comunicazione di concetti e di
metodi, rendendoli effettivamente assimilabili dai soggetti giovani discenti? Da quanto si
nota attingendo a semplici fonti cronachistiche quotidiane, pare che il problema diventerà
Pagina
22
quanto prima una delle solite EMERGENZE di una società che si trova del tutto impreparata
ad affrontare eventi socio-economici che divengono quasi subito eventi socio-politici.
Se la cartografia ISTAT ci ha portato immediatamente a contatto con il cuore dei problemi
sociali innescati dalla presenza non più eludibile di comunità culturalmente lontane dal senso
comune normale del sentire di sé, 'italiano' e 'siciliano', i quadri statistici dei dati sul lungo
periodo non fanno che confermare la previsione di una presenza sempre più massiccia e
costitutiva di clan e culture provenienti da Paesi poveri. Si veda per questo quanto ISTAT
descrive nel fascicolo Previsioni 2051 (2002).
Si è ora pronti ad affrontare le analisi a più ampio raggio realizzate e proposte dagli esperti
che da anni lavorano per la Fondazione ISMU, nata grazie alla munificenza illuminata dalla
ricca Fondazione CARIPLO. Da pochi giorni è in libreria il Rapporto annuale 2007, il 13°
della serie e, dato il lungo corso scientifico che può vantare questo ente, il volume è atteso
con rispetto e curiosità da enti statali e enti formativi di ogni tipo.
Ormai la metodologia consolidata degli analisti ISMU, ben diretti da Vincenzo Cesareo,
propone una struttura in quattro parti, con metodologia deduttiva, partendo, cioè, dai dati
statistici e da rilevamenti concreti, per poi giungere alla conferma, nella parte quarte, delle
grandi linee di tendenza a livello internazionale e di interazione globale. Nelle parti seconda
e terza, emergono argomenti che interpellano il nostro progetto DEDALO: ci riferiamo alle
sezioni dedicate a - lavoro, - scuola, - criminalità e devianza, - atteggiamento degli italiani
nei confronti degli immigrati. Nella parte terza, titolata 'Approfondimenti', si segnala
l'interesse nuovo per - le seconde generazioni di immigrati, - i minori stranieri non
accompagnati, e infine - l'influenza delle religioni su atteggiamenti e comportamenti di
quanti sono coinvolti dal fenomeno migrazioni. Ricordiamo, per concludere che, ad oggi, gli
immigrati raggiungono il 5% dell'intera popolazione italiana.
Pagina
23
La figura accanto è da
considerarsi come un
ponte ideale per passare
dalla situazione naziona-
le a quella regionale, si-
ciliana. Vi sono infatti
indicati i nominativi del-
le comunità emergenti in
un determinato territorio
provinciale. Nella regio-
ne Sicilia, notiamo subito
il ripetersi della presenza
tunisina, del resto Paese
che da sempre è il più
vicino in linea d'aria alle
coste sicule. Interessante
il primato della etnia
proveniente dalle Isole
Mauritius, proprio nella
zona urbana e industriale
di Catania.
LO SCENARIO REGIONALE SICILIANO
Il percorso di avvicinamento ponderato al territorio sul quale si produce l'intervento di
DEDALO, è giunto al proprio traguardo: sempre giudati dai dati dell'ente statistico
istituzionale, consideriamo la presenza straniera complessiva, per poi, usare strumenti
d'analisi a livello di singola provincia.
La cartografia qui sotto riprodotta, sovrappone, anche se in modo poco leggibile,
Pagina
24
Fonte: ISTAT (2006)
i confini di provincia e i confini dei singoli comuni, elemento, questo, interessante, per
comprendere come la conformazione del suolo - pianure e montagne, zone aride e zone
coltivabili, ecc. - influisca sul tracciamento dei confini. Si noti, quale esempio, la
conformazione dei comuni sulle pendici del grande vulcano, l'Etna. Dalla figura sopra
riportata si noterà, a prima vista, come gli insediamenti degli immigrati siano naturalmente
collocati lungo le coste e nel loro entroterra. Il centro della Sicilia, oltre che essere, da
sempre, di difficile abitabilità per clima e difficoltà di transito a rete diffusa, sia su strada che
su ferrovia, ospita però, a Caltanissetta, data la sua posizione equidistante dai poli dell'Isola,
il principale Centro di raccolta e gestione dell'emergenza immigrazione.
Le aree regionali maggiormente toccate dal fenomeno migratorio risultano dunque essere: - il
Trapanese, con particolare evidenza a Mazara del Vallo, corripondente al punto più vicino
per una traversata marina dalle coste della Tunisia alla Sicilia; - l'Agrigentino, con la piana di
Gela, e il Ragusano, con l'entroterra di Comiso, area che accoglie le imbarcazioni
provenienti dalla Libia, recanti clandestini provenienti da Paesi dell'Africa e del Medioriente
e Asia. Per il progetto DEDALO, le zone di prima accoglienza educativa e prima formazione
professionale dovranno tener conto di tre zone che trasversalmente ricoprono l'ampio
territorio siciliano, da ovest ad est: - Mazara del Vallo, - Caltanissetta, - Catania. Una quarta
zona dovrà essere forse tenuta presente, considerando l'importanza geo-sociale dell'area
urbana di Palermo e della Conca d'Oro.
Pagina
25
Di queste zone, occorre, procedere ad un'indagine più approfondita sui giovani immigrati a
rischio devianza sociale o con precedenti penali. Partendo dai dati ISTAT, presenti nei citati
volumi dedicati alle singole province siciliane, con opportuni contatti con il Ministero degli
Interni e con Prefetture e Questure locali, si procederà ad una elaborazione di uno speciale
Altante dell'immigrazione, dedicando specifica analisi, come nel caso della Regione
Toscana, con l'opera del Peruzzi (2000), alle culture maggiormente rappresentate sul
territorio, e su di esso ormai insediate, magari con presenza abitativa da seconda
generazione. Questo dovrebbe diventare uno degli strumenti di lavoro per gli interventi
previsti in DEDALO, realizzato come portale web e destinato ad essere come una bussola di
orientamento per la progettabile web-tv, a servizio delle singole comunità e aperta alla
collaborazione tra esse e con la cultura siciliana e italiana che le ospita.
LE OPZIONI E SULLE PRIORITA' DI ATTENZIONE
Siamo finalmente giunti alla parte conclusiva di questa analisi sistematica e sintetica per
l'adeguamento di DEDALO alle istanze concrete dell'intercultura presente sul territorio
regionale siciliano. Dobbiamo ora, infatti, procedere, con adeguati processi motivazionali,
alla scelta delle principali nazioni ed etnie, con le quali entrare in contatto per l'educazione
culturale, la formazione professionale, il tutoraggio lavorativi di vari gruppi di giovani che
vivono il rischio reale di devianza sociale o che provengono da istituti di pena per aver già
dovuto render conto alla Giustizia italiana di gesti violenti e di conflittualità distruttive.
Partiamo dai dati illustrati nella seguente Carta delle migrazioni, elaborata dagli esperti del
FactBook 2006 della Central Intelligence Agency americana.
Pagina
26
Si noterà subito come l'Area mediterranea e, in essa, l'Italia e la Sicilia, sono al confine di un
grande blocco di emigrazione situato nell'Africa del nord e nell'Africa subsahariana. Anche il
Medioriente porta flussi migratori, senza dimenticare la presenza in tutta Europa di
consistenti afflussi provenienti dall'Asia (India e Cina, in primo piano) e dall'America latina.
Africa e flussi migratori verso la piattaforma continentale europea
Il noto Atlas di Le Monde Diplomatique (2006), ci orienta sulle direzioni natura-
Pagina
27
li dei flussi migratori. La figura seguente infatti evidenzia come la linea direzionale seguita
dai Paesi del Maghreb ed anche dai Paesi subsahariani conduce net-
tamente verso nord, verso il Mediterraneo e la ricca e vecchia Europa.
Una valutazione immediata di natura storica e culturale-religiosa, ci pone innanzi a grandi
differenze nella gestione di giovani che provengono dal Nord Africa maghrebino o dalla
fascia subsahariana. Nel primo caso, avremo soggetti con una identità religiosa islamica
forte, anche se molto diversificata, dinanzi alla tendenza moderata del Marocco e alle spinte
fondamentaliste dell'Algeria. Nel secondo caso, invece, l'adesione alla religione islamica è
Pagina
28
parziale ed risulta ancora miscelata con le appartenenze arcaiche alle culture nomadi e alle
tradizioni di natura animista. Se poi aggiungiamo, come proporremo esplicitamente, di
accogliere anche Paesi di antica professione religiosa cristiana come l'Etiopia e l'Eritrea,
avremo a che fare con giovani che forse sono devianti, ma che conservano in ogni caso un
forte senso di appartenenza culturale e religiosa alle proprie radici. Condizione previa e
insindacabile per entrare in contatto con il loro mondo, pure conflittuale e reattivo che sia, si
troverà in una precisa conoscenza - anche minima - delle tradizioni famigliari, sociali,
religiose e persino linguistiche, cui sono inconsapevolmente o consciemente legati.
La prima scelta di orientamento delle nostre priorità nel supporto a giovani checercano
formazione e lavoro va chiaramente ai Paesi dell'Area del Maghreb, o Terra d'occidente, in
lingua araba.
L'Area maghrebina
La Sicilia dovrebbe riacquisire quella competenza culturale e capacità di dialogo civile con i
popoli della Tunisia, Algeria e Marocco che, invece, negli ultimi secoli hanno trovato nella
Francia, popolo che ne ha determinato la storia recente con una presenza di forte
colonizzazione. La nostra isola potrebbe recuperare lo
Pagina
29
stile dialogico realizzatosi nei secoli di classico contatto culturale, ossia dal IX al XII in
epoca medievale.
Nell'approccio ai giovani provenienti dal Maghreb, si suggerisce di dare precedenza a due
aree che in genere vivono un'appartenenza religiosa islamica moderata: ci riferiamo al
Marocco, nazione con più alto numero di soggetti in stato di migrazione verso l'Europa e alla
Tunisia, la nazione da sempre più vicina alla piattaforma culturale europea. Si ricordi che tra
Cartagine e Mozia/Marsala esisteva in epoca cartaginese-romana, un servizio marittimo
quasi quotidiano, di trasporto merci e persone! Le due figure riportate in alto, riferite alla
migrazione proveniente dal Marocco, sono un invito a perseguire metodologie analitiche
puntuali e flessibili: a destra infatti abbiamo dati grezzi/assoluti sulla presenza residenziale di
persone originarie dal Marocco. Sulla sinistra, invece, la percentuale viene correlata con la
presenza di altre comunità immigrate residenziali: abbiamo così nette differenze nella lettura
delle medesime cifre.
Un'altra cultura con la quale il progetto DEDALO avrà un prevedibile rapporto
privilegiato è quella tunisina.
Di essa offriamo una
cartografia ISTAT nella
figura accanto. Prendiamo
qui l'occasione per richiamare
il fenomeno delle sub-culture
connesse alle varie etnie
presenti in ciascun Paese o
nazione. Nel caso dei Paesi
del Maghreb e, tra essi, in
uno speciale evidente
riferimento alla situazione
algerina, ci troviamo in
genere dinanzi a tre macro-
tipi etno-demografici: - in
riva al mar Mediterraneo e
nell'immediato suo entroter-
Pagina
30
-ra abbiamo una cultura commercialmente evoluta sin dall'antichità, con tendenza moderna
alla industrializzazione e all'organizzazione in piccole imprese e in cooperative di
produzione; - nella fascia interna, troviamo una cultura intermedia tra sedentarizzazione e
nomadismo, con clan e famiglie patriarcali nei quali si sovrappongono i due mondi vitali; -
nella fascia molto addentro nell'area dominata dal deserto sahariano, troviamo unicamente
presenze arcaiche legate al nomadismo, modus vivendi che conserva tradizioni di alto
interesse antropologico e che, nella loro debolezza strutturale nel campo economico-
produttivo, corrono un alto rischio di estinzione tramite assimilazione nel modello industriale
e consumista occidentale.
L'Area sud sahariana e l'Area nilotico-etiope
Varianti molteplici su forme di nomadismo, sia in area desertica che in area fluviale (il
grande Nilo), le riscontriamo in Mauritania e Sénégal, Mali e Burkina Faso, Niger, Ciad,
Sudan, Etiopia-Eritrea. L'intera area sta vivendo una fase ad alto rischio immigrazione
forzata a causa dell'attuale destabilizzazione politica militare, causata con alta
verosimiglianza dalla presenza di vasti giacimenti petroliferi. Ricordiamo infatti che l'intera
area sahariana e subsahariana è in linea esatta con la piattaforma arabico-persiana, già
conosciuta come grandiosa riserva di idrocarburi. Ci si deve aspettare dunque un aumento di
migrazioni forzate provenienti dai Paesi subsahariani.
Asia
In Sicilia troviamo anche comunità di immigrati provenienti dal continente asiatico. Al
momento sono evidenti le presenza di soggetti che hanno radici nello Sri Lanka e nelle
Filippine. Per l'accoglienza di giovani a rischio devianza provenienti da queste aree culturali,
il Progetto DEDALO dovrà prevedere di 'cambiare nettamente registro' quando ci si rapporta
alle cultura asiatiche. In particolare si dovrà fare attenzione al fenomeno dell'accentuato
autocontrollo che il soggetto individuale - indiano, indocinese, cinese o indonesiano - ha
acquisito nell'imprinting famigliare sin dai primi anni di vita. Non quanto appare sul loro
volto sta a indicare perfetta corrispondenza con quanto realmente pensano. Questo fatto ha
forti implicanze nei processi di comunicazione educativa, formativa e tutoriale. Sarà
necessario operare tramite particolari metodologie di ascolto e di empatia terapeutica e
Pagina
31
formativa, come ad esempio, si vanno formando nella scuola di psichiatria transculturale -
vedi su questo il contributo di Alfredo Ancora (2006) -.
Giunti alla conclusione di questo
interessante e forse faticoso itinerario nel-
le culture dei Paesi con i quali il progetto
DEDALO si verrà ad interfacciare, si apre
la fase di ulteriore operatività applicativa.
Un breve sguardo alle due nostre Mappe
di Project Management (vedi la
segnalazione a p. 27), dà immediatamente
l'idea della taratura qualitativa che il
lavoro degli "Interventi" dovrà assumere
a breve.
Ma questo è oggetto di un ulteriore livello
di lavoro: una sorta di DEDALO-3.