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Pagina 1 BERBENNI Gianfranco La Sicilia nel contesto del flusso migratorio globale. Analisi-quadro per le applicazioni nel progetto 'Dedalo' finalizzato al reinserimento nel mondo lavorativo di giovani immigrati che hanno dovuto rispondere alla giustizia per azioni incongrue, Roma, 2008. FENOMENO MIGRAZIONE: BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Gli attuali sviluppi del fenomeno migratorio mondiale ed euro-mediterraneo in particolare hanno reso necessario un forte adeguamento informativo circa le ricerche scientifiche in atto. Nella scelta delle fonti e degli studi, abbiamo cercato di attingere qualità nei metodi usati, autorevolezza delle istituzioni coinvolte, affidabilità dei risultati ottenuti, specie in via sperimentale. Diamo dunq ue un elenco selettivo dei dati bibliografici e sitografici, con particolare attenzione all'area italiana e siciliana. a. Bibliografia Ancora, Trappole (2006) ANCORA Alfredo, I costruttori di trappole del vento. Formazione, pensiero, cura in psichiatria transculturale, Milano, FrancoAngeli (Scienze e Salute, 28), 2006, 236 pp. Atlante migrazioni (2000) Atlante delle migrazioni, a cura di Walter PERUZZI, con il contributo di Roberto GUAGLIANONE, patrocinato dalla Regione Toscana, Dipartimento delle Politiche formative e dei Beni culturali, Firenze (Quaderni di Portofranco. Toscana, terra di popoli e di culture), 2000, 164 pp.

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BERBENNI Gianfranco

La Sicilia nel contesto del flusso migratorio globale.

Analisi-quadro per le applicazioni nel progetto 'Dedalo'

finalizzato al reinserimento nel mondo lavorativo

di giovani immigrati che hanno dovuto rispondere alla giustizia

per azioni incongrue,

Roma, 2008.

FENOMENO MIGRAZIONE: BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

Gli attuali sviluppi del fenomeno migratorio mondiale ed euro-mediterraneo in

particolare hanno reso necessario un forte adeguamento informativo circa le ricerche

scientifiche in atto.

Nella scelta delle fonti e degli studi, abbiamo cercato di attingere qualità nei metodi usati,

autorevolezza delle istituzioni coinvolte, affidabilità dei risultati ottenuti, specie in via

sperimentale.

Diamo dunq ue un elenco selettivo dei dati bibliografici e sitografici, con particolare

attenzione all'area italiana e siciliana.

a. Bibliografia

Ancora, Trappole (2006) ANCORA Alfredo, I costruttori di trappole del vento.

Formazione, pensiero, cura in psichiatria transculturale,

Milano, FrancoAngeli (Scienze e Salute, 28), 2006, 236

pp.

Atlante migrazioni (2000) Atlante delle migrazioni, a cura di Walter PERUZZI, con il

contributo di Roberto GUAGLIANONE, patrocinato dalla

Regione Toscana, Dipartimento delle Politiche formative

e dei Beni culturali, Firenze (Quaderni di Portofranco.

Toscana, terra di popoli e di culture), 2000, 164 pp.

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2

Atlas geopolitique (2006) L'Atlas du Le Monde Diplomatique, a cura di Alain

GRESH et alii, Paris, 2006, 194 pp., ill.

Beguinot, Percorso (2008) BEGUINOT Corrado, Genetica e destino di un percorso:

Città cablata, Carta di Megaride '94, Città europea

interetnica, t. V, a cura della Fondazione Aldo Della

Rocca-Roma, Napoli, Giannini Editore (Studi urbanistici,

29), 2008, 394 pp.

Berbenni, Multicultura (2008) BERBENNI Gianfranco, Il valore interculturale dell'area

Ionio-Adriatica nell'ottica strategica di InGentibus

Foundation E.V. Elementi introduttivi, 1st Adriatic-

Ionian Intercultural Dialogue Conference, Corfù, 27-28

giugno 2008. Vedi anche www.ingentibus.org

Berbenni, Fattore socio-religioso (2008) BERBENNI Gianfranco, Convivenza interculturale

negli spazi urbano-metropolitani del XXI secolo.

Considerazioni iniziali a partire dalla dimensione socio-

religiosa, intervento per la rivista 'Civitas' (Roma), 2008.

Berbenni, Pedagogia interculturale (2008) BERBENNI Gianfranco, La Pedagogia

interculturale. Integrazione vs Marginalità o Esclusione.

Corso annuale presso l'Istituto EDISI (in elaborazione).

Ciclo di vita (20082) Psicologia del ciclo di vita, a cura di Cristina CASTELLI e

Fabio SBATTELLA, Milano, FrancoAngeli (Serie di

psicologia. Textbook, 16), 2008, 368 pp.

Città meticcia (2007) La città meticcia. Riflessioni teoriche e analisi di alcuni

casi europei per il governo locale delle migrazioni, a

cura di Francesco GRANDI e Emilio TANZI, Milano,

FrancoAngeli (Demos. Percorsi, Culture, Trasformazioni,

26), 2007, 285 pp.

D'Ignazi, Ragazzi (2008) D'IGNAZI PAOLA, Ragazzi immigrati. L'esperienza

scolastica degli adolescenti attraverso l'intervista

biografica, Milano, FrancoAngeli (La melagrana. Idee e

metodi per l'intercultura, 10), 2008, 221 pp.

EU Caritas, A Journey (2006) Migration, A Journey into Poverty? A Caritas Europa on

poverty and exclusion of immigrants in Europe. 3rd

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Report on Poverty in Europe-2006, Bruxelles, 106 pp.,

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EU Youth Policies (2008) European Youth Policies. Overview, with 3 Glossaries

(Media, Yooth, EU), sito European Commission, 150 pp.

EUROSTAT, Yearbook 2007, Europe in Figures. Eurostat Yearbook 2006-2007,

GCMI Report (2005) United Nations Global Commission on International

Migration (GCIM), Migration in a Interconnected World:

new Directions for Action. Report 2005, 98 pp.

Global future 2020 (2004) Mapping the global Future. Report of the National

Intelligence Council's 2020 Project. Based on

consultations with nongovernamental experts around the

world, Pittsburgh, 2004, 120 pp., ill.

Global Trends 2015 (2000) Global Trends 2015: A Dialogue about the future with

Nongovernment Experts, contributo preparato a cura del

National Intelligence Council, 2000, 98 pp., ill.

Glossario vedi al termine del presente fascicolo.

Guidicini, Migrantes (2008) GUIDICINI Paolo, Migrantes. Ovvero: la città che ci

dobbiamo aspettare, Milano, FrancoAngeli (Sociologia

urbana e rurale, 69), 2008, 176 pp.

Intercultura A-Z (20082) L'intercultura dalla A alla Z, a cura di Graziella Favaro e

Lorenzo Luatti, Milano, FrancoAngeli (La melagrana, 1,

1), 2008, seconda edizione (prima edizione 2004), 432

pp.

IOM, Migration 2005, World Migration 2005: Costs and Benefits of

International Migration, a cura dello IOM (International

Organization for Migration. The Migration Agency),

Geneva, 2005, 494 pp., ill. e tav.

ISMU, Rapporto 2007 (2008) Tredicesimo Rapporto sulle Migrazioni 2007, a cura

dell'ISMU (Fondazione per le Iniziative e lo Studio sulla

Multietnicità), Milano, FrancoAngeli (28), 2008, 400 pp.

Pagina

4

ISTAT, Censimento 2001 Sono oltre 150 i volumi che l'Istituto Nazionale di

Statistica ha pubblicato a seguito del Censimento

generale della popolazione italiana del 2001.

- Popolazione residente e abitazioni nelle Regioni italiane. 14°

Censimento generale della popolazione e delle

abitazioni, 2001, Roma, 2001-2008.

- Popolazione residente e abitazioni nelle Province...

- Popolazione residente e abitazioni nei grandi Comuni italiani...

Da noi sono particolarmente utilizzati i dati relativi alla

Regione Siciliana in generale e alle sue singole città:

Agrigento, provincia, Roma 2006, 164 pp.

Caltanissetta, provincia, Roma 2006, 162 pp.

Catania, grande comune, Roma 2006, 144 pp.

Catania, provincia, Roma 2005, 166 pp.

Enna, provincia, Roma 2006, 162 pp.

Messina, grande comune, Roma 2006, 100 pp.

Messina, provincia, Roma 2005, 150 pp.

Palermo, grande comune, Roma 2006, 118 pp.

Palermo, provincia, Roma 2005, 144 pp.

Ragusa, provincia, Roma 2006, 8 pp.

Siracusa, provincia, Roma 2006, 118 pp.

Trapani, provincia. Roma 2006, 164 pp.

ISTAT, Rapporti Immigrazione, Frequenti sono gli interventi che presentano i risultati

delle indagini statistiche sui movimenti migratori e sullo

stato degli insediamenti dei nuovi soggetti presenti sul

nostro territorio.

Leone, Palermo interetnica (2005) LEONE Davide, La città interetnica, un modello

possibile: il caso di Palermo, in Manager città

interetnica (2005), pp. 457-488.

Manager città interetnica (2005) La Formazione dei 'Manager della Città interetnica'. Le

ricerche dei 'corsisti', a cura di Corrado BEGUINOT, con

la collaborazione di Massimo Clemente e Gabriella

Esposito, ricerche promosse dalla Fondazione Aldo Della

Roca-Roma, Napoli, Giannini Editore (Ricerca e

Documentazione, 5), 2005, 571 pp.

Migration Empoyment (2007) Migration Empoyment. Bilateral Agreements at a

Crossroads, a cura dell'ufficio federale IMES, sezione

Pagina

5

dell'OECD (Organisation for Economic Co-operation and

Development),

Migration Outlook 2007 International Migration Outlook 2007, a cura dell'OECD

(Organisation for Economic Co-operation and

Development), Paris, 2007, 399 pp., 213 tav., 82 mappe.

Population Challenges (2005) Population Challenges and Development Goals, a cura

delle Nazioni Unite, Department of Economic and Social

Affairs. Population Division, New York, 2005, pp. 9+58.

Presenza straniera (2007) La presenza straniera in Italia: caratteristiche socio-

demografiche. I cittadini stranieri: - dopo la

regolarizzazione. - Residenti stranieri al 1° gennaio degli

anni 2004 e 2005. - Residenti stranieri per età al 1°

gennaio degli anni 2003 e 2005. - Permessi di soggiorno

al 1° gennaio 2004, a cura dell'ISTAT, collana

'Informazioni' n. 7, Roma, 2007, 154 pp, con molte

figure.

Previsioni 2051 (2002) Previsione della popolazione residente per sesso, età e

regione dal 1.1.2001 al 1.1. 2051, a cura dell'ISTAT,

collana Informazioni #, Roma, 2002, 58 pp.

Sbraccia, Migranti (2007) SBRACCIA Alvise, Migranti tra mobilità e carcere. Storie

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FrancoAngeli (Sociologia del Diritto, 41), 2007, 287 pp.

Seconde generazioni (2004) Seconde generazioni: un'introduzione al futuro

dell'immigrazione in Italia, a cura di AMBROSINI

Maurizio - MOLINA Stefano, Torino, Fondazione

Giovanni Agnelli, 2004.

UIA, World Problems (2008) World Problems and Global Issues Project, a cura della

Union of International Associations (UIA). Clearing

house for information on over 40.000 international non-

profit Organizations and Constituencies, Bruxelles, 2008.

Istituzione benemerita nella gestione metodologica dei

temi e dei problemi della società globale.

Pagina

6

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adopted by the General Assembly (8 september 2000),

New York, 2000, 9 pp. Documento fondamentale per la

politica di sviluppo umano nel III millennio.

Youth WP Follow-up (2007) Economic and Social Council of United Nations General

Assembly, Follow-up to the World Programme of Action

for Youth to the Year 2000 and Beyond. Report of the

Secretary-General, New York, 2007, 30 pp., 124

paragrafi.

b. Sitografia e web-media

Uno strumento particolare preparato per il Progetto Dedalo è costituito da varie mappe

'MindManager', essenziali per controllare la complessità e collocare le azioni e gli interventi

nell'iter sistemico previsto. Fondamentali sono due mappe di Project Management:

- Dedalo 1, illustrazione complessiva del Progetto;

- Dedalo 2, le sei aree di intervento operativo.

Il materiale può essere consultato scaricando dal sito web www.mindjet.com il file gratuito

di visualizzazione MM70-E-472_Viewer (lingua inglese) oppure MM70-E-472-Viewer

(lingua francese): la ricerca del file è automatica, quando si apre il file che si desidera

consultare.

Principali centri di ricerca europei e mondiali su temi di migrazione e di integrazione.

Europa

CEDEM, Centre for studies on Ethnicity and Migrations, Belgium.

CEG, Centro de Estudos Geograficos, Lisbon, Portugal

CEIFO, Centre for Research in International Migration and Ethnic Relations, Sweden.

CIEMI, Centre for Migrationstudies, Paris, France.

CES, Centro de Estudos Sociais, Coimbra, Portugal

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7

COMCAD, Center on Migration, Citizenship and Development, Univ. Applied

Sciences, Bremen

COMPAS, Centre on Migration, Policy and Society, Oxford, United Kingdom

CRER, Centre for Research and Ethnic Relations, University of Warwick, United Kingdom.

DEUSTO Bilbao, Spain

EFMS, European Forum for Migration Studies, Bamberg, Germany

FIERI, Forum Internationale ed Europeo di Richerche sull'Immigrazione, Turin, Italy

FLAD, Portugese Luso-American Development Foundation, Lisboa, Portugal.

FSM/SFM, Swiss Forum for Migration and Population Studies, Neuchâtel, Switzerland

ICMPD, International Centre for Migration Policy Development, Vienna, Austria

IMIS, Institut für Migrationsforschung und Interkulturelle Studien, Universität Osnabrück,

Germany.

INED, L'Institut national d'études démographiques, Paris, France

IOM , International Organization for Migration, Geneva, Switzerland.

ISMU, www.ismu.org , Fondazione su Iniziative e Studi sulla multietnicità

IWE, Forschungsstelle für institutionellen Wandel und europäische Integration, Vienna,

Austria

MIGRINTER, University of Poitiers, France

MMO, Mediterranean Migration Observatory, Greece

MRU, Migration Research Unit, University of London, United Kingdom.

OECD, Organisation of Economic Cooperation and Development: Sopemi-rapport.

SCMR Sussex Centre for Migration Research, United Kingdom

SociNova/Migration, University of Lisbon, Portugal

Swiss Forum for Migration Studies, l' Université de Neuchâtel, Switzerland.

Transnational Communities Programme Oxford, Oxford, United Kingdom.

Wissenschaftszentrum Berlin für Sozialforschung, Berlin, Germany

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8

Altri continenti:

Centre for Asia Pacific Social Transformation , University of Wollongong and Newcastle,

Australia.

Centre for Migration Studies, New York, United States.

Carnegie Endowment for International Peace, Washington, USA.

Ethnic Listserver, University of Hawaii, United States.

Centre for Immigration and Multicultural Studies, Australian National University Canberra,

Australia

The International Metropolis website, an international cooperation.

The Canadian Metropolis website, Montreal, Toronto, Vancouver, Prairie.

Migration News, University of California Davis, United States.

Migration Policy Institute, MPI, Washington, USA with also the Migration Information

Database: http://www.migrationinformation.org/GlobalData/ Minorities at Risk

Group, University of Maryland, United States.

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9

ANALISI DEL CONTESTO

L’attualità e i fatti di cronaca, che riportano continuamente notizie su comportamenti

di razzismo, di discriminazione e violenza, richiamano ogni giorno la consapevolezza che il

pregiudizio non è scomparso nel nostro e negli altri paesi.

Il nostro paese si trova in una fase difficile e delicata e la presenza relativamente recente di

diversi gruppi etnici può far sperare di riuscire ad evitare il sorgere di immagini negative, di

stereotipi pesanti che influiscono sulle relazioni e sull’inserimento degli immigrati (Favaro

G. - Colombo T. 1993, 96).

Il pregiudizio può essere definito come l’insieme dei valori e delle idee che portano un

individuo o un gruppo di individui ad essere prevenuti contro i membri di uno o più gruppi

particolari. Spesso esso si confonde con gli stereotipi, ma essi sono affermazioni e credenze

rigide e generalizzate rispetto alle caratteristiche dei membri di un certo gruppo etnico,

mentre il pregiudizio è un’attitudine negativa verso un gruppo. L’elemento che li accomuna

è comunque la tendenza alla generalizzazione che deriva da una conoscenza superficiale

dell’altro gruppo (ibidem, 106).

Il pregiudizio è caratterizzato da una dimensione cognitiva e una dimensione emotiva.

Nella prima dimensione esso viene considerato come nozione elaborata dall’esperienza

storica del gruppo di appartenenza e trasmesso ai soggetti del gruppo come patrimonio

conoscitivo senza averlo esperito. In tal senso sono strumenti interpretativi della realtà

sociale e naturale, sono una risposta collettiva tesa a soddisfare bisogni comuni. Inoltre esso

ha una forte valenza emotiva che serve per determinare l’identità di gruppo e il senso di

appartenenza. I pregiudizi, come rappresentazioni sociali, hanno avuto il compito di far

apparire naturale e con un senso l’organizzazione sociale e i ruoli ad essa funzionali: in tal

modo sono divenuti strumenti di coesione sociale, legittimazione del potere e mantenimento

dello status quo (Delle Donne M. 1993, 9).

Si sono sviluppate molte teorie sull’origine e la natura del pregiudizio in base alle varie

ideologie; Nanni e Weldemariam (1994, 18) le sintetizzano come segue:

- Teorie ad impostazione storica: cercano di scavare oltre le apparenze, come il marxismo, e

per esse il pregiudizio etnico è un atteggiamento sociale divulgato dalle classi dominanti,

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10

allo scopo di indicare come inferiori i gruppi dominanti e di giustificarne così lo

sfruttamento

- Teorie ad impostazione socio-culturale: la vita delle metropoli crea enormi problemi

all’individuo, il quale attribuisce le caratteristiche più spregevoli ad alcuni gruppi che

diventano il simbolo di ogni problema (drogati, immigrati,…) e diventano bersaglio di

pregiudizio e di odio

- Teorie ad orientamento psico-dinamico: l’attenzione è posta sulle situazioni di frustrazioni

che impediscono ad un individuo di raggiungere i suoi fini cercando un capro

espiatorio.Vi sono anche persone predisposte al pregiudizio: quelle insicure ed ansiose che

hanno uno stile di vita autoritario ed egocentrico e che alla fine ne divengono portatori a

loro volta.

Allport, nel suo libro La natura del pregiudizio, ha elencato una serie di situazioni nelle quali

è più facile che esso si sviluppi:

- quando la struttura sociale è eterogenea;

- quando è in atto nella società un processo di mobilità che permette l’ascesa sociale;

- quando, grazie al cambiamento sociale e culturale, sorgono contrasti tra il vecchio e il

nuovo;

- quando prevale l’ignoranza e le informazioni sono inadeguate;

- quando le dimensioni di un gruppo di minoranza tendono ad aumentare;

- quando c’è in atto una competizione o un conflitto tra nazioni, partiti,…

- quando lo sfruttamento di una minoranza torna a vantaggio di altri;

- quando la cultura non condanna esplicitamente l’aggressività, la violenza, il fanatismo;

- quando la cultura approva e incoraggia l’egocentrismo;

- quando l’assimilazione e l’integrazione culturale vengono scoraggiate (Ibidem, 19-20).

In genere, la maggior parte delle persone, pensa che il pregiudizio si sviluppi durante

l’adolescenza e l’età adulta, ma questa tendenza viene smentita da molte ricerche fatte a

bambini di età compresa tra i 4 e i 7 anni (Favaro G.- Colombo T., 1994, 96).

Come viene misurato il pregiudizio nei bambini? Il test più utilizzato per misurare il

pregiudizio infantile risale al 1947 e venne proposto da K.B. Clark e M.P. Clark. Vengono

presentate ai bambini due bambole di colore diverso e vengono fatte sette domande a cui il

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bambino deve rispondere scegliendo una delle due bambole. Il bambino si trova a sceglierne

una e a rifiutare l’altra senza poter esprimere le sfumature della preferenza o di negatività.

I risultati di queste ricerche hanno dimostrato che i bambini acquisiscono delle

attitudini etniche verso i 3 e i 5 anni: i 4 anni vengono segnalati come il momento “certo”,

nel quale vengono espresse reazioni negative nei confronti di un certo gruppo etnico.

Ricerche svolte negli Stati Uniti hanno rilevato che bambini bianchi esprimono attitudini

negative in modo rilevante nei confronti degli altri gruppi; mentre i bambini neri o indiani

esprimono, fino ai 7 anni, atteggiamenti negativi verso il proprio gruppo, ma dopo quest’età

mostrano di preferire il proprio gruppo (Ibidem,99). Questo evento è legato alla

consapevolezza dell’appartenenza etnica: tutti i bambini la acquisiscono alla stessa età, ma

variano nel processo di auto-identificazione. Altre forme di consapevolezza, come la

percezione delle somiglianze e delle differenze fra individui dello stesso gruppo, si

acquisiscono tra i 6 e gli 8 anni: quindi con l’età diventano più attenti alle caratteristiche

individuali che all’appartenenza etnica (ibidem,103).

E’ importante, quindi, che anche da parte degli insegnanti ed educatori ci sia una certa

sensibilizzazione e capacità nel trasmettere i valori di pace e rispetto dell’altro per costruire

una società il più aperta e consapevole possibile delle differenze per fare in modo che il

confronto si superi con il dialogo e non con la forza.

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LA REALTA' MIGRATORIA ODIERNA E OPZIONI DI INTERVENTO MIRATE

VERSO ETNIE A SIGNIFICATIVA PRESENZA IN SICILIA

La complessa struttura del Progetto DEDALO (vedi Mappa mentale 1) si confronta con le

più recenti istanze che il fenomeno migrazione ha portato alla comunità internazionale e, in

essa, alla comunità nazionale italiana e regionale siciliana. Dopo un primo avvicinamento

alle scelte strategiche dei vari enti che studiano e si impegnano nei settori 'popolazione',

'migrazione', 'giovani', 'giustizia' e 'lavoro', si procederà alla scelta motivata di alcune aree

nazionali ed etniche con le quali cooperare per raggiungere gli obiettivi generali del Progetto.

Sarebbe inutile se non pericoloso elaborare strategie che non si interconnettono con quanto le

istituzioni e i centri di ricerca regionali, nazionali e internazionali già pongono in essere per

accogliere, formare e introdurre nel ciclo lavorativo giovani a rischio di devianza sociale o

giovani già segnalati o arrestati per violazioni più o meno gravi delle leggi, considerati

elementi a rischio per la sicurezza della società civile.

LO SCENARIO INTERNAZIONALE

A tutt'oggi sono di alto interesse le analisi realizzate negli anni 2000 e 2004 dalla Central

Intelligence Agency statunitense1 sulle tendenze globali fissate in previsioni che attingono il

quinquennio 2015-2020 (cf. Global Trends 2015 [2000] e Global future 2020 [2004]). Con

un totale di popolazione che dovrebbe raggiungere i 7 miliardi e mezzo di persone, tre

fenomeni saranno in particolare rilievo: l'invecchiamento complessivo anche nelle grandi

nazioni come Cina e India, la crescita veloce delle mega-metropoli e la continua mobilità o

migrazione di popoli verso le aree a maggiore stabilità economica, nel nord del pianeta.

L'Europa è considerata uno dei centri strategici da questa analisi previsionale, in particolare

per flussi migratori provenienti da paesi islamici, ivi compresa la problematica dell'adesione

della Turchia alla UE. Si tenga anche conto che le stime circa la dipendenza energetica dal

petrolio, sono ancora di grande rilievo:

ciò significa che l'immigrazione di popoli di religione islamica avranno il supporto finan-

1 Le ricerche furono realizzate in cooperazione con i migliori istituti internazionali di ricerca sociale ed economica, comprese varie

istituzioni non governative (ONG). I risultati, poi, furono oggetto di una pianificata presentazione internazionale nel biennio 2004-

2005.

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ziario di nazioni ricche. E la

Sicilia sarà il primo approdo

e il luogo privilegiato di in-

contro con la sfida culturale e

lavorativa di giovani che cer-

cano lavoro e, in condizioni

di devianza, saranno al centro

dell'attenzione sociale verso

la sicurezza nella convivenza

civile quotidiana.Si collochi

la posizione geopolitica della

Sicilia all'interno della valutazione espansiva del continente euro-asiatico: facilmente vi si

noterà quanto sia alto il potenziale di sviluppo economico e sociale, rapportato ai

corrispettivi eventi nelle piattaforme di USA e Russia, due tra le grandi potenze del futuro.

Tuttavia è anche evidente la ristrettezza

relativa della superficie abitata o

abitabile in Europa, con ovvie

conseguenze sul fenomeno della

concentrazione degli abitanti in una

sorta di "area metropolitana europea

diffusa", a differenza di altre zone del

mondo dove le megalopoli sono previste

più isolate tra loro. Pure questo status

della futura società europea avrà uno

specifico influsso sulle regioni italiane

e, traesse, sulla Sicilia. Anche dal punto

di vista della conflittualità etnica interna

ai vari Paesi, le previsioni vedono

nell'area maghrebina e subsahariana uno

delle zone cui dare maggiore attenzione.

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E, proprio da tali aree, sono previsti flussi migratori consistenti, nonché alti gradi di sviluppo

della locale natalità, con effetto evidente sulla componente giovanile della società residente e

di quella orientata alla emigrazione verso la ricca e stabile Europa.

Le Nazioni Unite

L'anno 2000 ha visto l'impegno progettuale dell'intera Comunità internazionale. Ci riferiamo

in primo luogo all'intenso lavoro che ha accompagnato la preparazione, la stesura e la

presentazione dei "millennium goals", ovvero i grandi obiettivi del nuovo millennio.

Un intervento del Department of Economic and Social Affairs. Population Division, il

Population Challenges (2005), presenta in modo efficace la situazione del futuro immediato

dei flussi migratori e delle loro conseguenze sulle società ospitanti. Anche se l'Italia occupa

il 20° posto tra le aree a maggiore tasso immigratorio, considerando che la nostra penisola è

usata quale approdo e via di transito per raggiungere Paesi con maggiori opportunità di

lavoro, tuttavia, e proprio per questo, il transito e la permanenza di gruppi etnici nuovi

comporta effettive e profonde sfide per il nostro territorio e per la nostra società.

La sfida globale ha dato origine agli ormai noti MDG (Millennium Develpment Goals ossia

Obiettivi Sviluppo per il III Millennio). In uno sforzo di riduzione della teoria analitica ad un

maggiore avvicinamento alla dimensione pratica e operativa, ha portato a stabilire la data del

2015 quale termine ultimo entro il quale raggiungere obiettivi generali (goals) e obiettivi

concreti (targets). La povertà è stata scelta quale categoria che riassume tutte le emergenze

del mondo attuale e su di essa sono stati sviluppati otto livelli di analisi strategica (goals) e di

intenzioni applicative (targets). All'interno dell'ottavo livello ritroviamo, tra i targets,

l'oggetto specifico degli interventi del Progetto DEDALO: ossia, l'elemento 'giovani' nella

società globalizzata odierna. E, quale settore pratico sul quale impegnarsi, è scelto l'ambito

della educazione scolastica e dell'inserimento nel mondo lavorativo e produttivo.

Nell'Assemblea generale del 9 novembre 2006 (cf. Youth WP Follow-up [2007]), superato un

terzo dell'itinerario progettato nel Millennium Summit, i responsabili dell'Economic and

Social Council, in merito al raggiungimento degli obiettivi correlati ai Giovani, rammentano

l'affermarsi della globalizzazione quale fenomeno che crea ed accentua il contrasto socio-

economico nell'umana convivenza (§§ 10-21 globalizzazione, §§ 22-27 povertà). Si procede

poi, immediatamente, all'analisi operativa sui due settori che anche DEDALO ha opzionato:

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15

l'educazione (§§ 28-42) e il lavoro (§§ 43-58). La sezione successiva, dedicata alla

evidenziazione degli indicatori necessari per misurare lo sviluppo nel settore della società dei

giovani, racchiude anche l'elemento della marginalità e devianza, al § 75. L'ESC (Economic

and Social Council) fa suo un forte appello ad una maggiore collaborazione tra Paesi e

Istituzioni, in primo luogo, creando 'reti informative' con le quali comunicare iniziative e

progetti posti in atto. Segnaliamo infine come il pressing sull'attuazione concreta degli

obiettivi a favore dell'educazione dei giovani e del loro posizionamento nel mondo del

lavoro, è ulteriormente ripreso di recente nell'intervento del 23 luglio 2007: Goals and

Targets for Monitoring the Progress of Youth in the global Economy

L'Unione Europea

Aprendo la sezione riguardante lo scenario internazionale abbiamo rilevato quanto sia

fondamentale per l'Europa il fenomeno dell'immigrazione. Indagini sul lungo periodo

confermano uno degli effetti positivi del fenomeno: la relativa stabilizzazione della

denatalità tipica dei paesi a diffusa ricchezza, proprio grazie all'insediamento e al lavoro di

comunità e famiglie provenienti da altri continenti. Resta comunque assodato che, data la

complessità intrinseca del quadro migratorio mondiale e continentale - euro-asiatico -, il

tema prioritario per l'attuale analisi dell'Unione Europea resta la sicurezza, intesa non solo

come difesa dai pericoli del terrorismo internazionale, specie islamico fondamentalista, ma

anche come difesa dalla micro-conflittualità che si diffonde presso la comunità civile

europea che si trova a convivere con culture, tradizioni, stili di vita molto differenti dai

propri. E' in quest'ultima ottica sulle priorità europee che il Progetto DEDALO può offrire

dati, metodi ed esperienze di grande utilità per il tema della sicurezza, soprattuto nella sua

dimensione di recupero della devianza e ancor più nella dimensione di prevenzione del

disagio e dello stile delinquenziale di vita e di associazione.

La Commissione Europea ha in questi ultimi tempi accelerato la propria operatività a favore

del mondo dei giovani, cosciente che presente e avvenire di una federazione di popoli sta

nella priorità data alla educazione delle nuove generazioni ad un nuovo pensiero, ad un

muovo modo di relazionarsi con le differenze culturali, ad un nuovo modo di cooperare nella

costruzione di una società efficiente e solidale, sicura e aperta, democratica e capace di

governance.

Pagina

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L'intervento che meglio esprime lo spirito e le opzioni operative dell'Unione Europea lo si

ritrova nelle recenti European Youth Policies ovvero "Politiche europee per la Gioventù",

dopo che, nel novembre 2005, è stato stipulato un "Patto europeo per la Gioventù" (European

Youth Pact). Su tre cardini è fondata l'intera azione della Comunità: - promuovere una

cittadinanza attiva dei giovani europei; - raggiungere l'integrazione sociale ed occupazionale

dei giovani; - includere in tutte le azioni politiche dell'Europa la dimensione 'gioventù',

mettendo in primo piano il diritto-dovere della salute e della lotta alla discriminazione, al

razzismo o xenofobia, in qualsiasi forma si possa manifestare. Possiamo subito notare quanto

lucida sia la scelta europea, intelligente nella scelta di priorità dinamiche, innescanti, cioè,

ciascuna, una serie di conseguenze interconnesse e interattive.

Il recentissimo documento che va sotto il nome di 'Strategia di Lisbona' (2007), ha

accentuato il secondo pilastro della politica giovanile europea, illustrandone ancor meglio

altri tre elementi fondamentali: - l'educazione al lavoro e all'integrazione sociale; - la

formazione professionale (training) e la mobilità lavorativa iniziale; - la riconciliazione

(reconciling) tra mondo del lavoro e vita della famiglia. Ognuno noterà quanto il progetto

DEDALO rientri appieno in tale sensibilità europea, molto concreta e nello stesso tempo

molto raffinata nell'identificazione dei bisogni e della loro soluzione positiva, in un contesto

di politiche di autentica democrazia.

A livello operativo, la Commissione ha promosso il 'Programma Giovani", orientato a

favorire la mobilità interna alla UE dei giovani di 31 Paesi, offrendo possibilità di aderire a

gruppi di scambio culturale e lavorativo, di offrire il proprio lavoro individuale volontario, di

aderire ad attività organizzate, volendo essere di supporto ad esse. Si sono create così delle

Agenzie nazionali per l'EVS (European Voluntary Service) in tutti e 31 i Paesi aderenti, con

lo scopo di promuovere e implementare il Programma in loco. Più vicino all'area culturale

italiana e siciliana, si è attivato, da anni, il progetto EURO-MED, coinvolgente 35 partners,

corrispondenti a tutti i Paesi costieri dell'area geopolitica mediterranea, divenendo il Progetto

di punta e meglio sperimentato nel settore del 'Programma Giovani'. Altri settori dove, in

modo similare, si è iniziata una forte azione di sostegno politico e socio-economico ai

giovani, sono le cooperazioni con altri partners confinanti con l'UE, vale a dire: - la SEE

(Europa Sud-Sed), - la CIS (Russia e Paesi alleati) e il Caucaso, - l'America Latina.

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Dalla semplice elencazione dei soggetti politici è evidente l'attenzione dell'UE a trasformare

in azione politica educativa l'avvenimento del contatto tra nazioni e culture accelerato e

trasferito nel continente europeo tramite interi nuovi popoli in stato di migrazione obbligata,

alla ricerca di una dignità minima, garantita da un lavoro adeguato, in vista di un maggiore

sostegno alle esigenze della famiglia e dei gruppi etnici di origine.

Per una gestione delle risorse che l'UE mette a disposizione delle Agenzie nazionali è sorto

l'ente SALTO (Support Advanced Learning and Trainging Opportunities), basato sulla

costruzione unitaria mediata dalle diversità culturali, polarizzata sulle sone EURO-MED,

SUD-EST Europa, CAUCASO, articolata operativamente in tre settori: training (ovvero

formazione) e cooperazione, partecipazione, informazione (vedi www.salto-youth.net).

L'ultimo anno ga visto anche un risveglio notevole di consultazioni e incontri tra giovani

europei e africani. Sono nati così - il SADC Consultative Forum on Africa-Europe

Cooperation, con incontro tenuto il 22-25 agosto 2007 a Johannesburg, Sud Africa; - il

Sommet Afrique-Europe de la Jeunesse, in Burkina Faso, dal 1 al 3 ottobre 2007; - l'incontro

consultivo dei giovani dell'area sotto-regionale dell'Africa Centrale, tenuto nel Cameroun a

Yaoundé, dal 24 al 26 ottobre 2007. Un Summit con il Maghreb lo si deve aggregare alle

iniziative di EURO-MED, del quale si è informati tramite www.salto-youth/euromed.net .

Davvero si nota come l'insistenza delle istituzioni legate alle Nazioni Unite e all'Unione

Europea cominciano a dare evidenti frutti di contatto tra le nuove generazioni dei vari

continenti.

E' necessario ora avvicinarci direttamente allo scenario nazionale - italiano - e regionale -

siciliano -, che consentirà di procedere a scelte ponderate nel dare ordine sequenziale agli

interventi a favore di giovani a rischio emarginazione sociale, devianza sociale, od anche a

giovani entrati a diretto contatto con la giustizia, in seguito a infrazioni o delitti che, a vari

livelli di responsabilità, li hanno posti in contatto traumatico con se stessi e con il mondo

europeo.

Non possiamo tuttavia accomiatarci dallo scenario europeo senza dare un esempio recente di

dati riferiti all'accoglienza sotto forma di asilo politico, data dai vari Paesi europei. I dati

sono tratti dal recente Yearbook 2006-07 di Eurostat.

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Notiamo facilmente i nomi dei Paesi che più agevolmente concedono il diritto di asilo agli

immigrati. L'Italia la troviamo al10° posto, a pari merito di un'area geopoliticamediterranea

simile alla Sicilia, e cioè l'isola di Cipro.

Paesi come la Francia e il Regno Unito, per motivi differenti, dimostrano una certa facilità

nell'accogliere le differenze culturali.

Per il nostro progetto DEDALO, il caso

francese è di straordinario valore storico

e sociologico, dal momento che l'area

maghrebina trova in esso un

interlocutore molto preparato nello

studio scientifico delle culture nord-

africane, anche perché legate al dominio

coloniale, come del resto è il casto del

Regno Unito. Solo la Svezia, l'Austria e

la Slovacchia, interrompono l'elenco di

Paesi con trascorsi coloniali nei secoli

XIX-XX. Non è difficile intravederne le

motivazioni: per la Svezia il bisogno di

manodopera disposta ad assumersi la

fatica dei lavori pesanti; per l'Austria e

la Slovacchia, su percorsi diversi tra

loro, emerge il motivo di stare su traiettorie obbligate nel transito dei popoli slavi verso

occidente; fenomeno che spiega anche l' 11° posto della Polonia.

LO SCENARIO NAZIONALE

L'Istituto centrale di Statistica, organo ufficiale dello Stato italiano, da esso deputato al

rilevamento statistico, studio e disseminazione dei dati concernenti la vita sociale e

individuale dei cittadini italiani, offre abbondante e aggiornato materiale per l'analisi del

fenomeno migratorio.

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Per noi sono estremamente significativi i dati nazionali, considerandoli sempre in stretta

correlazione con l'area siciliana.

L'Italia dispone anche di un rilevamento globale di grande utilità analitica: parliamo del

Censimento generale realizzato nel 2001, riferito a individui e ad abitazioni, e alle varie

forme di impiego e di transazione economica diffusa sul territorio. La pubblicazione dei dati

riferiti alla Sicilia è da poco più di un anno disponibile e in modo completo. Si vera la

Bibliografia alla voce ISTAT.

Partiamo da alcuni dati resi evidenti da mappe di questa autorevole fonte, citando quale

punto di partenza un volume che nel Progetto DEDALO non dovrebbe mancare nelle mani di

esperti, formatori, tutors: La presenza straniera in Italia (2007). Da esso selezioniamo alcuni

dati di partenza che servomo sempre per acuire lo sguardo sulla Sicilia, tramite confronto

con il resto delle aree regionali italiane.

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Iniziamo dalla tabella riassuntiva e molto recente, nella quale sono evidenziate le presenze

straniere calcolate in percentuale assoluta riferita alla popolazione residente sul territorio

segnalato. Noteremo immediatamente come la tendenza degli immigrati residenziali sia di

spostarsi verso regioni che garantiscono lavoro a buona retribuzione. Ancor più valido è il

fenomeno se consideriamo la tendenza di molti rifugiati e immigrati a considerare l'Italia

quale Paese di solo transito verso economie più stabili e remunerative di quella italiana.

Se poi consideriamo la Sicilia notiamo un forte insediamento nel basso ragusano e nella zona

di Mazara del Vallo. Questi elementi quantitativi saranno importanti nelle valutazioni di

iniziale selezione del soggetti cui offrire supporto, educazione culturale, formazione

professionale, tutoraggio nelle prime fasi di esperienza lavorativa, sostegno e consulenza sul

medio termine dell'impegno lavorativo.

La figura accanto illustra la regolare

presenza di stranieri. L'area siciliana

conferma il fenomeno globale per

cui le persone immigrate cercano

lavoro e abitazione in aree ad alta

urbanizzazione e, possibilmente, con

buone potenzialità di commercio, di

produzione industriale o artigianale.

E' il caso delle aree urbane di Paler-

mo e di Catania, con un secondo li-

vello attribuito a Messina, a Trapani

e al basso ragusano. Troviamo con-

fermato qui e, sempre più e meglio

si troveranno conferme attuali e

storiche, il fatto che l'immigrazione

segue determinate regole, possiede

precise linee di tendenza, originate

dalla necessità di soddisfare, in

situazione di emergenza, i bisogni

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fondamentali umani: la ricerca di cibo, di lavoro, di casa, di famiglia, di relazioni sociali, di

interazioni culturali e religiose. Il ricorrere costante, nella storia e nell'attualità, di

comportamenti omogenei, dovrà risultare un elemento di alto rilievo nelle indagini su un

territorio di profonda stratificazione culturale come è la Sicilia. Dal suo passato, infatti

emergono pagine significative di coesistenza pacifica o conflitturale, di sopraffazione o di

rispetto tra modelli culturali e religiosi, vissuti in dinamiche mutevoli, a volte sul lungo

periodo, altre volte nel corso di poche generazioni.

La figura che abbiamo qui scelto è

molto appropriata per il soggetto

destinatario di DEDALO: cioè il

minore immigrato. Proprio in riferi-

mento a questo, la Sicilia possiede

sul proprio territorio un'area di

grande interesse per il futuro, dal

momento che il minore di oggi, sarà

il giovane lavoratore o il piccolo

imprenditore di domani. Oltre il

citato fenomeno di adesione ad aree

industriali e molto urbanizzate, si

nota qui una particolare densità di

presenta di soggetti in età minorile

nel Trapanese, una tra le aree

privilegiate, per molti motivi, nel

progetto DEDALO. E' qui infatti che

esperienze di scolarizzazione

primaria e secondaria pongono in

campo sfide urgenti agli insegnanti e ai docenti: qual è infatti il grado di preparazione sulla

cultura maghrebina, in modo da mediare efficacemente la comunicazione di concetti e di

metodi, rendendoli effettivamente assimilabili dai soggetti giovani discenti? Da quanto si

nota attingendo a semplici fonti cronachistiche quotidiane, pare che il problema diventerà

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quanto prima una delle solite EMERGENZE di una società che si trova del tutto impreparata

ad affrontare eventi socio-economici che divengono quasi subito eventi socio-politici.

Se la cartografia ISTAT ci ha portato immediatamente a contatto con il cuore dei problemi

sociali innescati dalla presenza non più eludibile di comunità culturalmente lontane dal senso

comune normale del sentire di sé, 'italiano' e 'siciliano', i quadri statistici dei dati sul lungo

periodo non fanno che confermare la previsione di una presenza sempre più massiccia e

costitutiva di clan e culture provenienti da Paesi poveri. Si veda per questo quanto ISTAT

descrive nel fascicolo Previsioni 2051 (2002).

Si è ora pronti ad affrontare le analisi a più ampio raggio realizzate e proposte dagli esperti

che da anni lavorano per la Fondazione ISMU, nata grazie alla munificenza illuminata dalla

ricca Fondazione CARIPLO. Da pochi giorni è in libreria il Rapporto annuale 2007, il 13°

della serie e, dato il lungo corso scientifico che può vantare questo ente, il volume è atteso

con rispetto e curiosità da enti statali e enti formativi di ogni tipo.

Ormai la metodologia consolidata degli analisti ISMU, ben diretti da Vincenzo Cesareo,

propone una struttura in quattro parti, con metodologia deduttiva, partendo, cioè, dai dati

statistici e da rilevamenti concreti, per poi giungere alla conferma, nella parte quarte, delle

grandi linee di tendenza a livello internazionale e di interazione globale. Nelle parti seconda

e terza, emergono argomenti che interpellano il nostro progetto DEDALO: ci riferiamo alle

sezioni dedicate a - lavoro, - scuola, - criminalità e devianza, - atteggiamento degli italiani

nei confronti degli immigrati. Nella parte terza, titolata 'Approfondimenti', si segnala

l'interesse nuovo per - le seconde generazioni di immigrati, - i minori stranieri non

accompagnati, e infine - l'influenza delle religioni su atteggiamenti e comportamenti di

quanti sono coinvolti dal fenomeno migrazioni. Ricordiamo, per concludere che, ad oggi, gli

immigrati raggiungono il 5% dell'intera popolazione italiana.

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La figura accanto è da

considerarsi come un

ponte ideale per passare

dalla situazione naziona-

le a quella regionale, si-

ciliana. Vi sono infatti

indicati i nominativi del-

le comunità emergenti in

un determinato territorio

provinciale. Nella regio-

ne Sicilia, notiamo subito

il ripetersi della presenza

tunisina, del resto Paese

che da sempre è il più

vicino in linea d'aria alle

coste sicule. Interessante

il primato della etnia

proveniente dalle Isole

Mauritius, proprio nella

zona urbana e industriale

di Catania.

LO SCENARIO REGIONALE SICILIANO

Il percorso di avvicinamento ponderato al territorio sul quale si produce l'intervento di

DEDALO, è giunto al proprio traguardo: sempre giudati dai dati dell'ente statistico

istituzionale, consideriamo la presenza straniera complessiva, per poi, usare strumenti

d'analisi a livello di singola provincia.

La cartografia qui sotto riprodotta, sovrappone, anche se in modo poco leggibile,

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Fonte: ISTAT (2006)

i confini di provincia e i confini dei singoli comuni, elemento, questo, interessante, per

comprendere come la conformazione del suolo - pianure e montagne, zone aride e zone

coltivabili, ecc. - influisca sul tracciamento dei confini. Si noti, quale esempio, la

conformazione dei comuni sulle pendici del grande vulcano, l'Etna. Dalla figura sopra

riportata si noterà, a prima vista, come gli insediamenti degli immigrati siano naturalmente

collocati lungo le coste e nel loro entroterra. Il centro della Sicilia, oltre che essere, da

sempre, di difficile abitabilità per clima e difficoltà di transito a rete diffusa, sia su strada che

su ferrovia, ospita però, a Caltanissetta, data la sua posizione equidistante dai poli dell'Isola,

il principale Centro di raccolta e gestione dell'emergenza immigrazione.

Le aree regionali maggiormente toccate dal fenomeno migratorio risultano dunque essere: - il

Trapanese, con particolare evidenza a Mazara del Vallo, corripondente al punto più vicino

per una traversata marina dalle coste della Tunisia alla Sicilia; - l'Agrigentino, con la piana di

Gela, e il Ragusano, con l'entroterra di Comiso, area che accoglie le imbarcazioni

provenienti dalla Libia, recanti clandestini provenienti da Paesi dell'Africa e del Medioriente

e Asia. Per il progetto DEDALO, le zone di prima accoglienza educativa e prima formazione

professionale dovranno tener conto di tre zone che trasversalmente ricoprono l'ampio

territorio siciliano, da ovest ad est: - Mazara del Vallo, - Caltanissetta, - Catania. Una quarta

zona dovrà essere forse tenuta presente, considerando l'importanza geo-sociale dell'area

urbana di Palermo e della Conca d'Oro.

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Di queste zone, occorre, procedere ad un'indagine più approfondita sui giovani immigrati a

rischio devianza sociale o con precedenti penali. Partendo dai dati ISTAT, presenti nei citati

volumi dedicati alle singole province siciliane, con opportuni contatti con il Ministero degli

Interni e con Prefetture e Questure locali, si procederà ad una elaborazione di uno speciale

Altante dell'immigrazione, dedicando specifica analisi, come nel caso della Regione

Toscana, con l'opera del Peruzzi (2000), alle culture maggiormente rappresentate sul

territorio, e su di esso ormai insediate, magari con presenza abitativa da seconda

generazione. Questo dovrebbe diventare uno degli strumenti di lavoro per gli interventi

previsti in DEDALO, realizzato come portale web e destinato ad essere come una bussola di

orientamento per la progettabile web-tv, a servizio delle singole comunità e aperta alla

collaborazione tra esse e con la cultura siciliana e italiana che le ospita.

LE OPZIONI E SULLE PRIORITA' DI ATTENZIONE

Siamo finalmente giunti alla parte conclusiva di questa analisi sistematica e sintetica per

l'adeguamento di DEDALO alle istanze concrete dell'intercultura presente sul territorio

regionale siciliano. Dobbiamo ora, infatti, procedere, con adeguati processi motivazionali,

alla scelta delle principali nazioni ed etnie, con le quali entrare in contatto per l'educazione

culturale, la formazione professionale, il tutoraggio lavorativi di vari gruppi di giovani che

vivono il rischio reale di devianza sociale o che provengono da istituti di pena per aver già

dovuto render conto alla Giustizia italiana di gesti violenti e di conflittualità distruttive.

Partiamo dai dati illustrati nella seguente Carta delle migrazioni, elaborata dagli esperti del

FactBook 2006 della Central Intelligence Agency americana.

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Si noterà subito come l'Area mediterranea e, in essa, l'Italia e la Sicilia, sono al confine di un

grande blocco di emigrazione situato nell'Africa del nord e nell'Africa subsahariana. Anche il

Medioriente porta flussi migratori, senza dimenticare la presenza in tutta Europa di

consistenti afflussi provenienti dall'Asia (India e Cina, in primo piano) e dall'America latina.

Africa e flussi migratori verso la piattaforma continentale europea

Il noto Atlas di Le Monde Diplomatique (2006), ci orienta sulle direzioni natura-

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li dei flussi migratori. La figura seguente infatti evidenzia come la linea direzionale seguita

dai Paesi del Maghreb ed anche dai Paesi subsahariani conduce net-

tamente verso nord, verso il Mediterraneo e la ricca e vecchia Europa.

Una valutazione immediata di natura storica e culturale-religiosa, ci pone innanzi a grandi

differenze nella gestione di giovani che provengono dal Nord Africa maghrebino o dalla

fascia subsahariana. Nel primo caso, avremo soggetti con una identità religiosa islamica

forte, anche se molto diversificata, dinanzi alla tendenza moderata del Marocco e alle spinte

fondamentaliste dell'Algeria. Nel secondo caso, invece, l'adesione alla religione islamica è

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parziale ed risulta ancora miscelata con le appartenenze arcaiche alle culture nomadi e alle

tradizioni di natura animista. Se poi aggiungiamo, come proporremo esplicitamente, di

accogliere anche Paesi di antica professione religiosa cristiana come l'Etiopia e l'Eritrea,

avremo a che fare con giovani che forse sono devianti, ma che conservano in ogni caso un

forte senso di appartenenza culturale e religiosa alle proprie radici. Condizione previa e

insindacabile per entrare in contatto con il loro mondo, pure conflittuale e reattivo che sia, si

troverà in una precisa conoscenza - anche minima - delle tradizioni famigliari, sociali,

religiose e persino linguistiche, cui sono inconsapevolmente o consciemente legati.

La prima scelta di orientamento delle nostre priorità nel supporto a giovani checercano

formazione e lavoro va chiaramente ai Paesi dell'Area del Maghreb, o Terra d'occidente, in

lingua araba.

L'Area maghrebina

La Sicilia dovrebbe riacquisire quella competenza culturale e capacità di dialogo civile con i

popoli della Tunisia, Algeria e Marocco che, invece, negli ultimi secoli hanno trovato nella

Francia, popolo che ne ha determinato la storia recente con una presenza di forte

colonizzazione. La nostra isola potrebbe recuperare lo

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stile dialogico realizzatosi nei secoli di classico contatto culturale, ossia dal IX al XII in

epoca medievale.

Nell'approccio ai giovani provenienti dal Maghreb, si suggerisce di dare precedenza a due

aree che in genere vivono un'appartenenza religiosa islamica moderata: ci riferiamo al

Marocco, nazione con più alto numero di soggetti in stato di migrazione verso l'Europa e alla

Tunisia, la nazione da sempre più vicina alla piattaforma culturale europea. Si ricordi che tra

Cartagine e Mozia/Marsala esisteva in epoca cartaginese-romana, un servizio marittimo

quasi quotidiano, di trasporto merci e persone! Le due figure riportate in alto, riferite alla

migrazione proveniente dal Marocco, sono un invito a perseguire metodologie analitiche

puntuali e flessibili: a destra infatti abbiamo dati grezzi/assoluti sulla presenza residenziale di

persone originarie dal Marocco. Sulla sinistra, invece, la percentuale viene correlata con la

presenza di altre comunità immigrate residenziali: abbiamo così nette differenze nella lettura

delle medesime cifre.

Un'altra cultura con la quale il progetto DEDALO avrà un prevedibile rapporto

privilegiato è quella tunisina.

Di essa offriamo una

cartografia ISTAT nella

figura accanto. Prendiamo

qui l'occasione per richiamare

il fenomeno delle sub-culture

connesse alle varie etnie

presenti in ciascun Paese o

nazione. Nel caso dei Paesi

del Maghreb e, tra essi, in

uno speciale evidente

riferimento alla situazione

algerina, ci troviamo in

genere dinanzi a tre macro-

tipi etno-demografici: - in

riva al mar Mediterraneo e

nell'immediato suo entroter-

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-ra abbiamo una cultura commercialmente evoluta sin dall'antichità, con tendenza moderna

alla industrializzazione e all'organizzazione in piccole imprese e in cooperative di

produzione; - nella fascia interna, troviamo una cultura intermedia tra sedentarizzazione e

nomadismo, con clan e famiglie patriarcali nei quali si sovrappongono i due mondi vitali; -

nella fascia molto addentro nell'area dominata dal deserto sahariano, troviamo unicamente

presenze arcaiche legate al nomadismo, modus vivendi che conserva tradizioni di alto

interesse antropologico e che, nella loro debolezza strutturale nel campo economico-

produttivo, corrono un alto rischio di estinzione tramite assimilazione nel modello industriale

e consumista occidentale.

L'Area sud sahariana e l'Area nilotico-etiope

Varianti molteplici su forme di nomadismo, sia in area desertica che in area fluviale (il

grande Nilo), le riscontriamo in Mauritania e Sénégal, Mali e Burkina Faso, Niger, Ciad,

Sudan, Etiopia-Eritrea. L'intera area sta vivendo una fase ad alto rischio immigrazione

forzata a causa dell'attuale destabilizzazione politica militare, causata con alta

verosimiglianza dalla presenza di vasti giacimenti petroliferi. Ricordiamo infatti che l'intera

area sahariana e subsahariana è in linea esatta con la piattaforma arabico-persiana, già

conosciuta come grandiosa riserva di idrocarburi. Ci si deve aspettare dunque un aumento di

migrazioni forzate provenienti dai Paesi subsahariani.

Asia

In Sicilia troviamo anche comunità di immigrati provenienti dal continente asiatico. Al

momento sono evidenti le presenza di soggetti che hanno radici nello Sri Lanka e nelle

Filippine. Per l'accoglienza di giovani a rischio devianza provenienti da queste aree culturali,

il Progetto DEDALO dovrà prevedere di 'cambiare nettamente registro' quando ci si rapporta

alle cultura asiatiche. In particolare si dovrà fare attenzione al fenomeno dell'accentuato

autocontrollo che il soggetto individuale - indiano, indocinese, cinese o indonesiano - ha

acquisito nell'imprinting famigliare sin dai primi anni di vita. Non quanto appare sul loro

volto sta a indicare perfetta corrispondenza con quanto realmente pensano. Questo fatto ha

forti implicanze nei processi di comunicazione educativa, formativa e tutoriale. Sarà

necessario operare tramite particolari metodologie di ascolto e di empatia terapeutica e

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formativa, come ad esempio, si vanno formando nella scuola di psichiatria transculturale -

vedi su questo il contributo di Alfredo Ancora (2006) -.

Giunti alla conclusione di questo

interessante e forse faticoso itinerario nel-

le culture dei Paesi con i quali il progetto

DEDALO si verrà ad interfacciare, si apre

la fase di ulteriore operatività applicativa.

Un breve sguardo alle due nostre Mappe

di Project Management (vedi la

segnalazione a p. 27), dà immediatamente

l'idea della taratura qualitativa che il

lavoro degli "Interventi" dovrà assumere

a breve.

Ma questo è oggetto di un ulteriore livello

di lavoro: una sorta di DEDALO-3.