Benvenuti nel sito della "Vivaldi"! - Antonio Stradivari nasce ...Da allora, con un costante...
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Antonio Stradivari nasce nel 1644 a Cremona
dopo la morte del padre Alessandro, dalla madre
Anna Moroni. Antonio aveva tre fratelli : Giovanni
Battista Stradivari, Carlo Felice Stradivari e
Giuseppe Giulia Cesare Stradivari.
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Nel 1680 in questa città dopo anni di lavoro nella
bottega di Nicola Amati, acquista una casa
nell’attuale Piazza Roma e apre una bottega dove
lavora fino all’ultimo giorno di vita.
Antonio ebbe una famiglia molto numerosa. Egli si
sposò con Francesca Ferraboschi, una signora più
grande di otto anni e già vedova. Da lei nascono sei
figli e, due di loro, Francesco e Omobono,
diventarono liutai.
Nel 1698, dopo la morte della moglie, sposa
un’altra donna e dà alla luce altri cinque figli.
Intanto nella bottega nascono grandi
professionisti come Francesco Gobbetti e Carlo
Bergonzi.
Antonio costruisce la sua fama in settantacinque anni
di lavoro ottimizzando i suoi strumenti nel seguente
modo : intensificandone il colore della vernice,
modificandone la curvatura e scegliendo legni più
adatti. La sua arte non richiede solo competenza, ma
passione. I primi strumenti sono molto originali e
vengono chiamati amatizzati perché Antonio modifica e
migliora i modelli di Amati. I suoi migliori strumenti sono
firmati con la scritta : “ Antonius
Stradivarius Cremonensis
Faciebat Anno [data] “, sono realizzati tra il 1698
e il 1730. Da questa data la scritta cambia e
diventa “ Sub Disciplina Stradivarii“ perché
probabilmente si aggiunge la mano dei figli.
La fama di Stradivari si diffonde in tutta Europa
grazie ai musicisti che ne elogiano il lavoro. Per
esempio nel 1782, il celebre violinista italiano e
compositore Giovanni Battista Viotti porta gli
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strumenti di Stradivari in Francia e Inghilterra.
Antonio non costruisce solo violini e viole, ma
anche strumenti a corda come arpe, chitarre, liuti
e tiorbe.
Nella sua attività si contano più di millecento
strumenti musicali di sua produzione, di questi
seicentocinquanta sono ancora esistenti . Gli
Stradivari, oggi, hanno grandissimo valore e sono
dei beni molto preziosi; il prezzo più alto pagato è
stato un milione e settecentonovantamila sterline
nel 2006 da Christie’s, a Londra.
Antonio muore il 18 dicembre 1737 a Cremona,
pochi mesi dopo la scomparsa della seconda
moglie. Entrambi sono sepolti nella Basilica di S.
Domenico, vicino a Piazza Roma, dove è stata posta
anche una lastra tombale per rendere omaggio al
maestro.
E adesso divertiamoci con questo fantastico gioco.
Provate a decifrare i simboli in successione per
comporre frasi riferite ad Antonio Stradivari
seguendo la legenda sotto riportata.
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A = B = C = D = E = F =
G = H = I =
L = M = N = O =
P = Q = R = S =
T = U = V = Z =
Frasi
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_ 1737 _ _
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Soluzioni:
1 Stradivari ebbe tre fratelli : Giovanni Battista, Carlo Felice e Giuseppe
Giulia Cesare Stradivari. 2 Antonio muore il 18 dicembre 1737 a Cremona.
CAROLA E CAMILLA
In questi trecento anni di storia, si susseguono intrecci di
"famiglie" composte da liutai per più generazioni, di padre in
figlio, da figli a nipoti e pronipoti che, dopo gli Amati, hanno
portato i nomi dei Bergonzi, dei Guarneri, dei Ruggeri e degli
Stradivari: dinastie di liutai con protagonisti più o meno
famosi, ma indistintamente legati dal filo sicuro di una
classica tradizione produttiva.
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La loro fama percorse tutta l'Europa: le corti reali e
principesche commissionavano ai cremonesi gli strumenti per
i loro complessi, i più famosi musicisti ambivano possederli e
il nome di Cremona liutaria raggiungeva i più alti livelli.
Dopo un grande splendore è sempre quasi inevitabile un
declino che per Cremona prese avvio con la fine del '700 e si
prolungò per tutto l'800, anche se in questo secolo lavoravano
in città importanti liutai ancora oggi assai valutati.
Il vero silenzio ebbe inizio nel '900, rotto solo dalla
costituzione di una "Sala Stradivariana" prima e di un Museo
Stradivariano poi, e sostanzialmente rimase tale per tutta la
sua prima metà: fu infatti necessario giungere agli anni '60
per veder prendere consistente avvio quella Scuola di Liuteria
che, costituita nel 1938, era rimasta fino allora pressoché
inattiva.
Nello stesso periodo Cremona mise le basi per la sua
collezione di strumenti storici con l'acquisto, da parte
dell'Ente per il Turismo e la successiva donazione al Comune,
dello Stradivari 1715 ribattezzato poi "Il Cremonese"
Da allora, con un costante crescendo, vediamo la liuteria
cremonese riprendere il suo cammino, con la formazione di
nuovi Maestri e l'apertura di nuove botteghe mentre, nel nome
della tradizione, si riallacciano rapporti internazionali, si
organizzano mostre e concorsi di crescente successo.
Il ciclo si è così concluso ed oggi Cremona, con le sue oltre
130 botteghe liutarie, è ritornata ad esser il punto di
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riferimento per la liuteria mondiale.
Occorrono duecentoventi ore di lavoro per costruire un
violino. La base del progetto di costruzione dello strumento,
secondo la tecnica cremonese, è la forma, progettata
attraverso un disegno che ha raggiunto un altissimo livello di
perfezione tecnica e stilistica. La forma classica cremonese è
indicata anche come forma interna perché tutto il processo
costruttivo avviene a partire dall'interno, lasciando l'artigiano
interamente libero di interpretare il percorso costruttivo
esterno e di impostarlo secondo l'idea che si è formato.
Nella costruzione dello strumento, la collocazione delle fasce
costituisce la primissima operazione di impostazione della
cassa e vengono fatte aderire esternamente alla forma già
preparata ed applicate sopra la forma, fissandole tramite gli
zocchetti , cosicché il legno ha tutto l'agio di adattarsi e di
modellarsi con quella morbidezza che è tipica della tensione
naturale delle fibre. La forma cremonese pertanto sembra la
più idonea a migliorare le possibilità acustiche e stilistiche
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dello strumento e contemporaneamente a dare al liutaio
libertà di interpretazioni.
E' veramente importante che fin dall'inizio del lavoro il liutaio
abbia un progetto globale di costruzione, pertanto ogni
strumento costruito è un pezzo unico ed irripetibile finito con
le capacità e la creatività del singolo Maestro.
Il marchio identificativo della liuteria cremonese, fortemente
voluto dalla Camera di Commercio di Cremona unitamente al
Consorzio Liutai & Archettai "Antonio Stradivari"
CREMONA e dalle Associazioni artigiane ed appoggiato
dall'Unione Regionale delle Camere di Commercio e dalla
Regione Lombardia, rappresenta il tentativo di valorizzare la
liuteria cremonese contemporanea nel mondo. Una
scommessa importante di riqualificazione di un settore
dell'artigianato artistico tradizionale che, basato tuttora su
tempi e tecnologie del passato, risulta penalizzato dalle
moderne logiche economiche di standardizzazione industriale
e di commercializzazione dei prodotti.
L'istituzione del marchio Cremona Liuteria risponde dunque
alle esigenze di sviluppo professionale del settore,
costituendo un primo fondamentale passo per la tutela e la
garanzia degli strumenti cremonesi.
Tale operazione rappresenta numerosi vantaggi:
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più trasparenza per il mercato,
• sicurezza per gli acquirenti di entrare in possesso di
strumenti garantiti ,
• una banca dati gestita dalla SIAE con possibilità di
verifica costante dell'autenticità dello strumento.
Premesso che l'attività del liutaio richiede un lungo iter
formativo, attitudini e sensibilità particolari, nonché una
prolungata esperienza pratica, e che per
ottenere buoni strumenti, sia a livello
acustico che stilistico, occorre disporre di alta qualità dei materiali e cura estrema nella lavorazione, nel rispetto
delle tecniche costruttive tradizionali,
l'istituzione del marchio Cremona Liuteria si propone di:
• garantire le caratteristiche artigianali e
la provenienza degli strumenti;
• tutelare l'esercizio dell'attività liutaria;
• promuovere la cultura liutaria nel
mondo ed in particolare la liuteria
contemporanea, sviluppando in
particolare attività volte alla
sensibilizzazione dei musicisti.
Giulia Roveta
Chiara Boido
Elena Sericano
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1. Il protagonista dello stile stradivariano è
…….………………
2. L’oggetto che serve a strofinare le corde dello strumento è
……………
3. Lo strumento più grande del violino è ……………...
4. La prima famiglia di liutai italiani è stata quella degli
……………..
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La mia impressione sulla bottega del liutaio
La bottega del liutaio appare molto calda e
tranquillizzante. La bottega è composta da
un0 o più ambienti, molto ristretti.
Quello spazio, secondo me, rispecchia a
pennello il suono di tutti gli strumenti ad arco:
caldo, rassicurante e armonioso.
La cosa che mi ha più colpita nel visitare la
bottega del liutaio è la varietà di strumenti in
esposizione.
Chiara Boido
Il liutaio
A Cremona abbiamo visitato una delle 150 botteghe presenti, quella di Marco Nolli. Quando siamo
entrati c’era un buonissimo profumo. All’entrata
si vedeva un contrabbasso in fase di
completamento, una bella emozione.
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Il liutaio ci ha mostrato come si costruiscono gli strumenti ad arco. Sono composti da molte
parti, e la cosa che mi ha sorpreso di più è il fatto
che i pezzi sono tutti incollati fra loro, senza viti o
chiodi.
Mi è piaciuta come visita, soprattutto perché finalmente ho scoperto da che cosa è formato il
mio contrabbasso.
Mi ha sorpreso anche quanta pazienza ci vuole per fabbricare uno strumento…e quanto tempo!
Per fabbricare un violino si impiega, in media, un
mese e per un contrabbasso quattro mesi!
Pazienza che si è persa ai giorni nostri, la vita è
diventata più frenetica, mentre osservando gli
artigiani in genere al lavoro si ha come un senso
di tranquillità; sensazione che ho già provato
osservando mio nonno lavorare il legno. Lui era
un falegname.
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Sinceramente non sapevo che esistessero scuole apposta per diventare liutai, ma a quanto pare a
Cremona ci sono le scuole più rinomate.
Cremona è una bella città, però la visita alla bottega del liutaio è stata il momento più bello della gita,
perché si è rivelata molto istruttiva, soprattutto
per i ragazzi che, come me, suonano uno
strumento a corde.
Diletta Rigo
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L'attuale edificio del Teatro Amilcare Ponchielli è il risultato di una serie di interventi di costruzione, ricostruzione, modifiche, manutenzioni e restauri che dura da duecentocinquant'anni. Due sono, però, sostanzialmente, le forme che il teatro cremonese ha avuto nella sua lunga storia, la prima risalente al '700 e l'attuale, che data dal 1808. La storia inizia nel 1747, quando un gruppo di nobili decide di dotare la città di un vero e proprio teatro, in sostituzione delle varie sale, in qualche modo provvisorie, e comunque
scomparse, che lo avevano
preceduto. L'incarico della
progettazione venne affidato a Giovanni Battista Zaist, architetto cremonese che faceva parte della cerchia dei famosi Bibiena.
Teatro Nazari, dal nome del proprietario, mutò nome nel 1785, quando venne acquistato dai palchettisti in "Teatro della Società" o della "Nobile Associazione". Quella prima costruzione venne distrutta nel 1806 da un incendio, come spesso accadeva ai teatri in legno del '700; i condomini però ne decisero l'immediata ricostruzione, affidando il progetto al più noto
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architetto teatrale del momento, Luigi Canonica, che si ispirò al suo maestro, il Piermarini, ma con diversi apporti originali.
Venne così costruito uno dei migliori teatri dell'epoca, con sala a ferro di cavallo, quattro ordini di palchi e galleria, che
prese il nome di Teatro della Concordia, cui si aggiunse, all'inizio del nostro secolo, quello del maggior operista cremonese, Amilcare Ponchielli. Da subito, inoltre, vennero apportate migliorie, tra cui l'allungamento del palcoscenico, che risulta così essere uno dei maggiori d'Italia. Nel 1824 un nuovo incendio ha parzialmente distrutto la struttura, immediatamente ripristinata da Faustino Rodi e Luigi Voghera. Acquisito alla proprietà comunale nel 1986, dal 1989 il Ponchielli è stato sottoposto a radicali interventi di restauro, ripristino e di adeguamento tecnologico.
L’attività artistica del Teatro A. Ponchielli
Con l'acquisizione pubblica il Teatro "A. Ponchielli", oltre agli imponenti interventi strutturali, ha avviato un importante progetto artistico, che, in considerazione del fatto che si tratta dell'unica realtà teatrale cittadina, non può essere che multidisciplinare. Così il Teatro di Cremona, che grazie alla struttura storica "all'italiana" identifica la sua vocazione originaria con il melodramma, si è aperto a tutte le forme di spettacolo, da quelle tradizionali a quelle più nuove e sperimentali. L'attività annuale del Teatro "A. Ponchielli" è strutturata per
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stagioni: Lirica (ottobre-dicembre). Il "Ponchielli" è teatro di tradizione e realizza la sua stagione lirica nell'ambito del Circuito Lirico Lombardo. Alle rappresentazioni partecipano spettatori provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, molti dei quali fanno parte di gruppi organizzati (sodalizi culturali, amici della musica e/o della lirica, agenzie di viaggio). Accanto ai titoli del grande repertorio, la stagione del Ponchielli offre al pubblico ogni anno proposte di opere raramente rappresentate, realizzando anche progetti pluriennali: è stato il caso del “progetto Monteverdi”, per la messa in scena dei melodrammi del compositore cremonese, cui hanno aderito anche importanti Teatri di altre regioni italiane, e del progetto Mozart, che tra il 2005 e il 2007 ha avuto la rappresentazione della trilogia Mozart-Da Ponte.
Concertistica (dicembre-aprile). La stagione concertistica prevede la realizzazione di un cartellone sinfonico-cameristico in abbonamento e di serate fuori abbonamento, riservate principalmente a giovani esecutori o a realtà locali.
All’interno del suo cartellone, la Stagione Concertistica prevede autentici eventi, con richieste di posti da tutta Italia. Nell'ambito di questa stagione trova spazio anche una rassegna dedicata all’”altra” musica e in modo tutto particolare al repertorio jazz. Nell’ambito della stagione trovano spazio, ogni anno, un articolato progetto didattico rivolto alle scuole medie della città e iniziative riservate al pubblico della “Grande età”. Prosa (dicembre-aprile). La stagione di prosa prevede sia spettacoli in abbonamento che proposte fuori abbonamento. Queste ultime sono per lo più concentrate nel periodo delle feste di fine anno, con scelte particolarmente adatte ad un pubblico maturo (operette), o formato da famiglie (musical, marionette). La stagione in abbonamento divide equamente gli spazi tra repertorio classico e nuova drammaturgia, ospitando sia teatri stabili che compagnie di giro.
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All’interno della stagione vengono organizzati cicli di incontri di approfondimento (“Leggere il Teatro”), serate di letture drammaturgiche, incontri con i filosofi... Festival di Cremona Claudio Monteverdi (maggio-giugno). E' dedicato alla civiltà musicale del Seicento ed imperniato sulla figura di Claudio Monteverdi, il più insigne compositore cremonese. La sua specificità ne fa il veicolo privilegiato dell'immagine culturale di Cremona al di fuori dei confini cittadini. La rassegna, infatti, è unica a livello nazionale, mentre si collega idealmente con altri importanti festival europei dedicati alla musica antica.
Caratteristica peculiare del Festival di Cremona è quella di illustrare, attraverso esecuzioni particolarmente curate sul piano filologico, l’evoluzione che le “invenzioni” monteverdiane, soprattutto in tema di vocalità (monodia accompagnata, stile concertato...), hanno avuto presso le diverse scuole nazionali europee. Accanto alle opere di Monteverdi, così, ogni edizione del Festival accosta quelle di autori europei del Barocco più maturo fino agli albori dell’epoca classica.
All’interno del Festival, che è ospitato, oltre che in Teatro, in alcune delle più belle chiese barocche della città, trovano spazio produzioni e progetti realizzati appositamente per la manifestazione cremonese. Rassegna La Danza (primavera). E' una panoramica dedicata alla coreografia contemporanea internazionale, con vasti spazi riservati ai coreografi e alle compagnie italiani. Ai coreografi che hanno fatto la storia della coreografia del secondo Novecento vengono affiancate giovani firme, che portano l’esperienza di nuovi linguaggi, spesso abbinando la danza ad espressioni multimediali. Nell’ambito della rassegna vengono ospitate commissioni fatte a compagnie italiane, talvolta con progetti pluriennali.
Collateralmente alla rassegna ogni anno il Ponchielli promuove CremonaDanza, una vetrina in cui possono esibirsi le compagnie e le scuole locali.
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Oltreibanchi (novembre-maggio). E’ la rassegna che ogni anno il Ponchielli dedica ai ragazzi, con spettacoli specifici per ogni ordine scolare, e con iniziative di approfondimento e laboratori dedicati sia direttamente agli studenti che agli insegnanti. In questo contesto si inserisce il progetto OperaDomani, un’iniziativa artistico-didattica realizzata in collaborazione con l’As.Li.Co. e con la Regione Lombardia che favorisce l’avvicinamento dei giovanissimi all’opera lirica e la loro partecipazione attiva agli spettacoli.
RICCARDO E CECILIA
Cremona deve molti degli ingredienti dei suoi piatti tipici alla presenza del Po, importante via fluviale di traffici e commerci. L'uso delle mandorle, della frutta candita, utilizzata nel miele di trifoglio,tipico cremonese, il gusto per l'agrodolce esaltato dalla tipica mostarda sono solo alcuni dei lasciti degli scambi commerciali che, nel corso dei secoli, caratterizzarono la
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Bassa, lasciando un segno nella cultura culinaria del Cremonese.
Fra i primi piatti, i Marubini sono la preparazione più tipica e vanno serviti in brodo, meglio se composto da tre brodi riuniti (gallina, manzo, salame da pentola).
Il dolce tipico di Cremona è il Torrone, un impasto di albume d uovo, miele e zucchero, farcito con mandorle, noci, arachidi o nocciole; spesso ricoperto da due ostie. o di liquore. Altrettanto tipico è il "Pan Cremona", torta morbida di farina di mandorle.
La ricette del torrone di Cremona è molto semplice basta avere questi ingredienti :
Ingredienti per circa 300 gr. di torrone:
100 gr. di miele di acacia
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( il miele di acacia è più chiaro e fa venire un torrone
più bianco, ma va bene anche un altro tipo di miele)
100 gr. di zucchero semolato
50 gr. di nocciole spellate
150 gr. di mandorle pelate
1 albume d'uovo
1 bustina di vanillina
1. Prepara la pasta. Disponi la farina a fontana sulla spianatoia e
poni al centro le uova intere ed un pizzico di sale. Lavora per
circa quindici minuti l'impasto, fino a farlo diventare liscio ed
elastico. Lascia riposare l'impasto così lavorato per circa
trenta minuti coperto da un panno e fuori dal frigo.
2. Prepara il ripieno. Mescola in una terrina il pangrattato, 100gr
di parmigiano grattugiato, i tuorli, 20gr di burro ammorbidito
ed il midollo sciolto a fuoco dolce. Insaporisci il tutto con il
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prezzemolo, la noce moscata, la cannella ed un pizzico di sale.
Mescola ed ammorbidisci il ripieno con un poco di brodo caldo.
3. Stendi la pasta in una sfoglia sottile e ricavane dischi di cinque
centimetri di diametro. Disponi su metà il ripieno, poi
sovrapponi gli altri, premendo ai bordi per sigillare.
Cuoci i marubini nel brodo bollente, scolali quando sono
ancora al dente e condiscili con il burro rimasto, fatto fondere
insieme alla salvia. Servili caldi e cospargi con il parmigiano.
300gr di farina bianca 100gr di midollo di bue 100gr di pangrattato 3 uova e 2 tuorli 150gr di parmigiano grattugiato 70gr di burro 1 cucchiaio di prezzemolo tritato 2dl di brodo di carne qualche foglia di salvia un pizzico di cannella noce moscata sale. Buon Appetito!!!
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Benedetta e Salvatore
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I prodotti tipici: la mostarda, il torrone e i salumi
sono i piatti tipici di Cremona che andremo ad
illustrare.
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La mostarda è un prodotto culinario diffuso
nell’ Italia settentrionale, realizzato con diversi
ingredienti a seconda della zona. Nella sua ricetta più
essenziale, essa consiste di frutta, zucchero ed
essenza di senape, solitamente molto piccante.
Alcune varietà, come la mostarda cremonese, spesso
sono scambiate per canditi di grosse dimensioni, ma
in realtà sono un alimento di gusto molto deciso da
abbinarsi con piatti salati.
mostarda vicentina, a base di polpa di mela cotogna,
che si ottiene dalla cottura della polpa con zucchero
al 50% in peso. Una volta raffreddata
la marmellata ottenuta, si aggiunge olio
essenziale di senape. Si usa anche farla con le pere;
mostarda mantovana, con mele cotogne,
eventualmente anche con pere ma con frutti interi,
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rispetto alla vicentina; è usata come ingrediente
nei tortelli di zucca nelle zone del mantovano;
mostarda cremonese, una miscela di frutta
candita e sciroppo con una percentuale di zucchero
del 50-60%, con l'aggiunta di olio
essenziale di senape. Di solito si utilizzano ciliegie,
pere, mele
cotogne, mandarini, fichi, albicocche, pesche;
mostarda di Voghera, miscela di frutta
candita e sciroppo; il metodo era già diffuso tra i
monaci prima del 1397 per conservare la frutta. In
quell'anno infatti Gian Galeazzo Visconti scrisse una
lettera al podestà di Voghera lodandone la bontà;
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mostarda piemontese, o Cougnà. È una marmellata a
base di mosto d'uva (barbera, uva fragola) cui si
aggiungono in cottura: mele cotogne, pere
madernassa, nocciole tostate. Viene usata per
accompagnare le robiole e i formaggi stagionati in
genere;
mostarda veneta, confettura di frutta nella cui
preparazione oltre alla senape vengono usati vino e
canditi. Tradizionalmente viene consumata con il
mascarpone durante le feste invernali;
mostarda bolognese, confettura dal sapore asprigno
a base di prugne, mele cotogne e frutta mista, tipico
ripieno delle raviole e della pinza;
mostarda forlivese o romagnola, dolce e leggermente
piccante; alla frutta aggiunge tradizionalmente mele
cotogne e prugne.
mostarda calabrese, prodotta con mosto d'uva
cotto, depurato con la cenere e impastato con farina
e cioccolata;
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mostarda siciliana, dolce a base di mosto cotto
impastato con farina di grano duro e senape.
Ingredienti:500 gr di frutta - 250 gr. di zucchero - 6
gocce di senape
Preparazione - Tagliare la frutta leggermente acerba
a pezzettini
(indicativamente: pere, mele, albicocche, ciliegie,
fichi, prugne, bucce di cedro) togliendo i noccioli, se
esistenti; porla indi in infusione nello
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zucchero per 24 ore. Portare all'ebollizione e lasciar
bollire 5 minuti, lasciando poi riposare altre 24 ore e
così per altre 2 volte. Non coprire mai il recipiente
perché anche una sola goccia del vapore che,
condensando, potrebbe cadere nel recipiente
rovinerebbe tutto. Invasare tutto in un recipiente a
chiusura ermetica aggiungendo prima la senape.
Abbinamento vino - L'abbinamento a questo piatto
non esiste di per sè:
essendo molto dolce e piccante allo stesso tempo.
Consumata insieme ai lessi o ai formaggi, ci si attiene
al vino consigliato per la portata stessa.
Varianti - Nel casalasco la mostarda si prepara con le
sole mele. Per 1 kg
di mele tagliate a fettine occorrono 1/2l. di acqua,
500 gr. di zucchero e
10 gocce di senape.
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Potrete utilizzare diversi tipi di frutta: da pesche
(aperte a metà e senza nocciolo), albicocche (anche
intere), arance (piccole e intere), mandarini (interi),
pere (sbucciate e tagliate a metà), fichi (interi),
zucca gialla (a fette), ananas (a fette), ciliegie
(intere snocciolate), scorze di cedro (a pezzi), ecc.
Tutta la frutta deve essere assolutamente asciutta:
fatela asciugare all'aria prima di iniziare la
preparazione.
Curiosità e notizie - La ricetta, pur prevedendo in
larga misura frutti estivi, è opportuno eseguirla in
inverno (del resto ormai tutta la frutta è
reperibile in qualunque stagione dell'anno) perché la
lunga conservazione è sconsigliabile in quanto la
senape è molto volatile e d'altro canto il suo
consumo, prevalentemente legato ai bolliti, è più
indicato nella stagione invernale.
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Scheda dietologica - La parola mostarda deriva dal
francese moût ardent (mosto ardente), all'origine
infatti la farina di senape veniva sciolta nel
mosto d'uva che diveniva così molto piccante. La
frutta della mostarda nella preparazione perde
pressoché tutta la vitamina C originaria. La vitamina
C viene reintegrata come conservante (ascobato,
acido ascorbico, E 300). Alcuni conservanti come la
vitamina C (ascorbato) e la vitamina E (tocoferolo, E
306) sono utili: ripristinano quanto c'era in natura ed
impediscono il degrado dell'alimento. Non devono
quindi essere considerati con sospetto. Dal punto di
vista nutrizionale la mostarda di frutta è
paragonabile alla frutta candita: è caratterizzata
dagli zuccheri semplici. Tra le tante salse, quella più
conosciuta e diffusa è la senape di Digione a tal punto
che quando si parla di senape si pensa a questa salsa
e non al prodotto grezzo.
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Indovina la parola (Leggi la relazione per saperne di più... non imbrogliare)
Indizi Indovina
Anche chiamata Coùgna. E' la mostarda ______
Tradizionalmente consumata con il mascarpone è
______
Prodotta con mosto d'uva cotto è... ______
Chiamata anche Romagnola è quella... ______
Serviti in brodo è una pasta tipica, sai che sono i...
______
Tutto bianco e a macchie è il... ______
GALLINO E PEXXELLA
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Cremona offre splendidi itinerari per poter
ammirare le numerose bellezze artistiche.
La cattedrale di santa Maria Assunta è il
principale luogo di culto cattolico della città di
Cremona. La cattedrale è un vasto tempio romanico
continuamente riadattato con elementi gotici,
rinascimentali e barocchi. All' interno conserva
notevoli capolavori di scultura e di pittura, tra cui
l'avello dei SS. Mario e Marta e dei loro figli
Audiface e Abaco, originari della Persia e
martirizzati a Roma, detta "Arca dei martiri
persiani". La cattedrale di Cremona fu eretta nel XII
secolo, periodo di grande prestigio della città,
collegato a una serie di successi in campo militare e a
condizioni di benessere economico. Il luogo scelto per
la costruzione era il punto più alto della città
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medioevale, non lontano dal centro dell'originario
castrum romano, al riparo dalle alluvioni del Po che
all'epo
ca
scorre
va
molto
più
vicino
al
centro
storico
rispett
o ad
oggi.
In
questo
luogo, in precedenza, sorgevano due chiese, dedicate a
Santo Stefano e a Santa Maria, che furono demolite per
dare inizio ai lavori di costruzione del tempio
principale. La data di posa della prima pietra è nota:
26 agosto 1107. Il 3 gennaio 1117 un devastante
terremoto sconvolse il Nord Italia e danneggiò
gravemente anche la nuova cattedrale cremonese, che
venne pertanto ricostruita nei decenni successivi. La
cattedrale eretta nel XII secolo si presentava molto
diversa dall'attuale. Il complesso costituito dal Duomo,
dal Battistero e dal Torrazzo risulta completamente
staccato dal resto del tessuto urbano, essendo
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circoscritto da vie e piazze. La facciata principale
guarda su Piazza del Comune esattamente di fronte
al Palazzo Comunale. Rivestita di marmo bianco di
Carrara e rosso di Verona dai maestri Campionesi, è
caratterizzata da un grande rosone centrale, opera di
Giacomo Porrata da Como.
Il fronte è alleggerito da una loggia a due piani,
interrotta nel mezzo dall'elegante protiro sormontato
da una loggetta a tre arcate, che accolgono le statue
di Sant'Imerio, la Vergine Maria eSant'Omobono. I
due leoni che reggono le colonne del protiro sono opera
di Giovanni Bono da Bissone. I due bracci del transetto
terminano anch'essi con una facciata. Quella del
braccio settentrionale fu completata nel 1288 ma
ripresa nel 1319 per riparare i danni di un terremoto,
mentre quella del braccio meridionale fu terminata
nel 1374. Entrambe le facciate hanno la forma a
capanna, con la cuspide alleggerita da una galleria
ad archi a tutto sesto, un grande rosone centrale e due
rosoni laterali leggermente più piccoli. L'intero
edificio è sormontato da numerose guglie, di
ispirazione nordica. Tre sovrastano la facciata
settentrionale, tre la facciata meridionale, due il
complesso absidale e due la facciata principale, per un
totale di dieci. La facciata principale ne possedeva in
origine tre: le modifiche apportate in epoca
rinascimentale hanno comportato l'abbattimento
della guglia centrale. L'interno della cattedrale è a
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tre navate separate da due serie di massicci pilastri, i
quali sostengono severe volte gotiche a sesto acuto. Al
di sopra delle navate laterali, si aprono i matronei,
che guardano sulla navata principale attraverso
ampie bifore. Le campate della navata maggiore sono
coperte da volte a crociera, a sesto acuto, al posto delle
originarie volte romaniche. La navata maggiore
termina in una grande abside semicircolare, nel cui
catino fu realizzato un notevole affresco raffigurante
il Redentore. Anche le due navate laterali terminano
in absidi semicircolari, di dimensioni più ristrette,
entro le quali sono ricavate due cappelle riccamente
decorate. Nella cattedrale vi è l'organo Mascioni ,
installato nel 1984; lo strumento è a trasmissione
meccanica per tastiere e pedaliera, elettrica per la
registrazione. Di seguito la disposizione fonica:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedralehttp://it.wikipedia.org/wiki/Organo_(musica)http://it.wikipedia.org/wiki/Mascionihttp://it.wikipedia.org/wiki/1984
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La Loggia dei Militi è un edificio storico cremonese,
certamente uno dei più antichi della città.
Un'iscrizione sulla lapide murata nella facciata
dell'edificio specifica che la Loggia dei Militi fu
edificata nel 1292. La Loggia dei Militi era il luogo di
riunione della "Società dei Militi", una società che
esisteva già da molto tempo prima della costruzione di
questo edificio e alla quale appartenevano i più ricchi
ed eminenti abitanti della città e del suo territorio.
Oltre che alle riunioni sociali, l'edificio serviva alla
custodia di bandiere, statuti e altri oggetti sociali.
Secondo uno schema architettonico presente anche in
altri edifici civili lombardi del tempo, la Loggia dei
Militi è costituita da due ambienti rettangolari
sovrapposti. Sotto il portico viene conservato l'emblema
di Cremona, una composizione scultorea costituita da
due Ercoli che reggono lo stemma cittadino (Ercole,
secondo la leggenda, fu il fondatore di Cremona).
L'emblema di Cremona non si trovava però qui in
origine; vi fu trasferito dalla porta Margherita,
demolita nel 1910.
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Il Torrazzo di Cremona, situato accanto al duomo
di Cremona, è il simbolo della città lombarda. Si
tratta del campanile storico più alto d'Italia. Da
una lapide murata alla base del Torrazzo di
Cremona si legge quella che per molto tempo è
stata ritenuta l'altezza del medesimo. Secondo
alcune misurazioni l'altezza è risultata pari a
112,27 m. Scavi archeologici condotti agli inizi
degli anni ottanta del Novecento hanno
dimostrato la presenza di strutture sottostanti la
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40
torre, da ricollegare a un'area cimiteriale posta
nei pressi dell'antica cattedrale o a strutture
romane antecedenti. La tradizione popolare vuole
la sua prima edificazione nel 754. Si sono
comunque distinte quattro fasi nello sviluppo della
costruzione della torre: una prima, risalente
al terzo decennio del XIII secolo, fino alla terza
cornice marcapiano; una seconda al 1250-1267,
fino al cornicione sottostante la quadrifora; una
terza, verso il 1284, come raccordo per la quarta
fase, rappresentata dalla guglia marmorea
(ghirlanda) terminata entro il 1309.
Nel Torrazzo, al
quarto piano, è stato
in seguito
incastonato uno
degli orologi
astronomici più
grandi del mondo.
Costruito da
Francesco
e Giovanni Battista
Divizioli (padre e
figlio) tra gli
anni 1583-1588,
l'orologio
rappresenta la volta
celeste con le costellazioni zodiacali attraversate
dal moto del Sole e della Luna.
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Dal Torrazzo di Cremona
ha preso nome il dolce
originario e tipico della
città lombarda, il torrone.
Il torrazzo ospita un
concerto di 7 campane
intonate in scala di Lab2
maggiore, fuse tutte nel
1744 dal fonditore
milanese Bartolomeo
Bozzio. È inoltre presenta
un'ottava campana detta
"campana delle ore" fusa
nel 1581 . che emette la nota Re bemolle3.
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IL PARTICOLARE
DI QUALE IMMAGINE FA PARTE QUESTO
PARTICOLARE? _______________________
-
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E QUESTA? _________________________
-
44
COMPLETA A_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 1)
E’ lo studio di come sono costruiti i monumenti.
T_ _ _ _ _ _ _
2) Si trova accanto al Duomo.
B _ _ _ _ _ _ _ _ _ 3)
Luogo in cui si battezza.
D_ _ _ _
4) Cattedrale della città di Cremona.
L _ _ _ _ _
5) Lo è dei Militi.
C _ _ _ _ _
6) C’ è la piazza e c’è il palazzo del …
C _ _ _ _ _ _
7) Fanno un vero concerto. Suonano nel Torrazzo.
Cos’ è venuto fuori? Per saperlo riporta qui sotto le
lettere con i trattini in rosso.
___________________.
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TROVA LE DIFFERENZE
Ci sono 4 differenze!!!
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46
DECIFRA IL CODICE…
A= ψ B=Ђ C=β D=δ E=Ж F=б G=◙ H=ע
I= گ L=۩ M= N=۞ O= ‡ P=≈ Q= ▓ R=◄
S=₤ T= ₧ U=₪ V= Һ Z=Ω
β◄Ж‡۞
Lavoro prodotto da: Alessia Balachia, Carlotta Bianchi
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Il palazzo comunale e la piazza
del comune di Cremona
Il centro storico di Cremona ha il suo vertice artistico nella medievale Piazza del Comune, spazio urbano assai unitario e suggestivo che si può vantare di alcuni dei maggiori monumenti medievali italiani.
Dal 1093 il Comune lottò con i Comuni vicini per ampliare e difendere il proprio territorio. Le guerre furono numerose e spesso vittoriose come nel 1107 per il possesso di Tortona. Il Palazzo del Comune è stato fondato nel 1206 con la forma architettonica tipica del broletto lombardo e successivamente ampliato nel 1245. La struttura medievale del palazzo non ha subito modifiche fino alla fine del XV secolo. Lo spazio interno, che prevedeva un'unica grande sala per le riunioni del popolo del Comune, fu suddiviso in nuovi ambienti di
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minori dimensioni tra i quali la cappella, oggi Sala dei violini (che viene trattata a parte), la Sala del Consiglio dei Decurioni, oggi Sala della Consulta e una galleria d'accesso, oggi Salone dei quadri, sede del Consiglio Comunale.
Il broletto arengario identifica, nelle città
lombarde,
a partire dall’ XI secolo, l'area recintata dove
si svolgevano le assemblee cittadine e
l'amministrazione della giustizia.
Il cortile interno del palazzo venne aperto mediante arcate, creando a piano terra un porticato d'accesso. Venne infine abbassato di quasi un metro il livello della piazza e del cortile per diminuire il dislivello con le strade circostanti: Cremona conserva ancora nel suo impianto urbanistico l'originaria forma di un terrazzamento fluviale fondato come colonia romana in un'ansa del fiume Po. In una sala di questo Palazzo è in esposizione la collezione
http://it.wikipedia.org/wiki/Arengohttp://it.wikipedia.org/wiki/Lombardiahttp://it.wikipedia.org/wiki/XI_secolo
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di strumenti ad arco, fra le più importanti che si conoscano. Gli strumenti esposti tracciano la storia di quella che è stata la più grande scuola liutaria di ogni tempo, nata e sviluppatasi in Cremona dalla prima metà del XVI secolo alla prima metà del XVIII secolo.
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Individua nel seguente schema le parole sotto riportate.
A T N B H E D F J G M O P L F U T Q D E A R C A T E O N D R S T P F O L F I B N G O H L O H O N B F E N P C L E P I A Z Z A E Q V I S L N Y Z S P O R T I C A T O
Tortona Piazza Secolo Arcate Po Porticato Medioevo
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Il Museo di Storia Naturale di Cremona
Il nucleo
originario
della sezione
scientifica,
come per
altre sezioni
del Sistema
Museale
della Città di Cremona, è costituito dal lascito
Ala Ponzone.
A questo primo nucleo si sono aggiunte, in
tempi successivi, altre raccolte donate
prevalentemente da naturalisti locali. Le
collezioni scientifiche hanno seguito le
vicissitudini del Museo Civico "Ala Ponzone"
in Palazzo Affaitati-Ugolani Dati fino agli anni
'50, momento in cui si decise il loro
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52
spostamento presso Palazzo dell'Arte. Qui
venne inaugurato, in concomitanza con la
settimana dei Musei il 30 ottobre 1958, il
"nuovo" Museo Civico di Storia Naturale di
Cremona.. Poi, negli anni Novanta, il
trasferimento nella sede presso il Parco del
Vecchio Passeggio. In questo nuovo ritorno
presso Palazzo Affaitati-Ugolani Dati, il
percorso proposto è articolato in sezioni, il
cui filo conduttore è rappresentato dalla
trasformazione delle funzioni, da collezione
naturalistica "a profitto degli studiosi di
questa città", a istituzione che oggi si
occupa della conoscenza e della
conservazione del proprio territorio. Il
percorso inizia quindi con la sezione
storica, costituita prevalentemente dal
nucleo originario Ala Ponzone, prosegue
con un passaggio sistematico attraverso le
singole discipline (mineralogia,
paleontologia e zoologia), per arrivare alla
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lettura del territorio. L'ambiente naturale e
in particolare quello urbano permettono di
introdurre un tema di grande attualità
applicato alla situazione locale: una
riflessione sulla conservazione della
biodiversità.
Lo spazio dedicato alla didattica
interdisciplinare, a disposizione di tutte le
sezioni del Sistema museale, porta invece
ad una riflessione su come l'uomo utilizza
le risorse del proprio territorio
raccordandosi al tema del rapporto
fiume/città che ha caratterizzato la storia
della comunità cremonese.
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REBUS: 6, 2, 6, 3, 6
DILETTA E LUDOVICA
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IL BATTISTERO DI CREMONA
Il Battistero di San Giovanni Battista è il battistero di Cremona,
situato accanto al duomo della città. È alto 34 metri e ha un diametro
di 20.50 metri; la pianta dell'edificio è ottagonale, con riferimento
numerologico all'otto (che era l'unione del sette, il tempo, più l'uno,
Dio, quindi simboleggiava eternità).
Fu iniziato nel 1167 in muratura di laterizi; nel 1370 vi venne posta la
statua bronzea dell'arcangelo Gabriele che si può ammirare presso
la volta. Notevole fu lo sforzo di creare la copertura a cupola, che
anticipò di circa due secoli la famosa cupola di Santa Maria del Fiore a
Firenze.
Fu comunque solo durante l'epoca rinascimentale, dopo alcuni
restauri ed ampliamenti, che la costruzione ha assunto il suo assetto
attuale (furono rifatte, tra l'altro, la pavimentazione, la copertura
in marmo di alcune pareti ed il tetto con la volta).
L'esterno aveva originariamente tre porte, ma quelle sud ed est
vennero chiuse nel 1592; oggi resta solo quella nord, affacciata sulla
piazza, composta da un portico con due leoni stilofori, similmente
al protiro del Duomo.
La copertura è in marmo, che riprende la facciata del Duomo, ma solo
su alcuni lati, mentre sugli altri è in laterizio a vista. Nella fascia
superiore corre una galleria con archetti a tutto sesto, tipicamente
romanica, che riprende sempre elementi della vicina cattedrale.
Sul lato meridionale sono murate le unità di misura cittadine fissate
nel 1388.
http://it.wikipedia.org/wiki/Battisterohttp://it.wikipedia.org/wiki/Cremonahttp://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Cremonahttp://it.wikipedia.org/wiki/1167http://it.wikipedia.org/wiki/Lateriziohttp://it.wikipedia.org/wiki/1370http://it.wikipedia.org/wiki/Arcangelo_Gabrielehttp://it.wikipedia.org/wiki/Volta_(architettura)http://it.wikipedia.org/wiki/Cupolahttp://it.wikipedia.org/wiki/Cupola_di_Santa_Maria_del_Fiorehttp://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_rinascimentalehttp://it.wikipedia.org/wiki/Marmohttp://it.wikipedia.org/wiki/1592http://it.wikipedia.org/wiki/Protirohttp://it.wikipedia.org/wiki/Lateriziohttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Galleria_(architettura)&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/1388
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La luce penetra all'interno da una doppia serie di bifore sovrapposte e
dalla lucerna alla sommità della cupola.
Su ciascuna parete sono appoggiate due colonne, come sobria
decorazione sullo sfondo del laterizio. Infine si aprono in alto una
serie di balconate tutto intorno.
Il Battistero ospita un fonte battesimale cinquecentesco, che
troneggia al centro dell'interno con la sua grande cisterna, ottagonale
come la pianta dell'edificio. L'interno è inoltre abbellito da un
crocifisso trecentesco, posto sull'altare opposto all'entrata da
una confraternita nel 1697. Ai lati sono presenti altri due altari, a
sinistra con una Madonna Addolorata, attribuita a Giacomo Bertesi, e
quello di destra, dedicato a San Biagio, fatto costruire dalla
confraternita cittadina dei cardatori lanieri tra il 1592 e il 1599. Il
blocco monolitico di marmo rosso di Sant'Ambrogio di
Valpolicella presso Verona è opera di Lorenzo Trotti.
Sono presenti anche due statue di legno raffiguranti San Filippo
Neri ed San Giovanni Battista, opere di Giovanni Bertesi, ed altre
statue e frammenti risalenti all'epoca medievale.
http://it.wikipedia.org/wiki/Biforehttp://it.wikipedia.org/wiki/Confraternitahttp://it.wikipedia.org/wiki/1697http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giacomo_Bertesi&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/San_Biagiohttp://it.wikipedia.org/wiki/Cardaturahttp://it.wikipedia.org/wiki/1592http://it.wikipedia.org/wiki/1599http://it.wikipedia.org/wiki/Monolitohttp://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Ambrogio_di_Valpolicellahttp://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Ambrogio_di_Valpolicellahttp://it.wikipedia.org/wiki/Veronahttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Lorenzo_Trotti&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/San_Filippo_Nerihttp://it.wikipedia.org/wiki/San_Filippo_Nerihttp://it.wikipedia.org/wiki/San_Giovanni_Battistahttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giovanni_Bertesi&action=edit&redlink=1
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E ora si
gioca! trova le definizioni e
scoprirai lo scultore
dell’altare di San
Biagio.
1 è l’iniziale del santo
che battezzò Gesù
2 l’ultima lettera di
san Filippo
3 la prima lettera
dell’alfabeto
4 c’è sulla cima del battistero
5 l’ultima lettera
6 l’iniziale di una cosa grande e blu
7 la bocca aperta
8 guarda la definizione 3, è quella dopo __ __ __ __ __ __ __ __ __ __
__ __ __ __
9 l’iniziale di un animale con la proboscide
10 il ringhio
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11il cognome di un Lorenzo che scolpì il blocco di
Sant’ Ambrogio
12 uguale al nove
13\14 le ultime lettere sono l’affermazione per eccellenza
LA CHIESA DI SAN MICHELE
La Basilica di San Michele Vetere è una chiesa di Cremona. Fu
la cattedrale della città dal 1124 al 1190.
La tradizione vuole che il tempio sia stato costruito in
epoca longobarda. I primi documenti attestano l'esistenza di una
chiesa a partire dall'VIII secolo.
Nell’ XI secolo, come attesta un documento del vescovo Landolfo, la
vecchia chiesa doveva presentarsi deteriorata a causa del tempo,
oltre ad essere del tutto inadeguata ad accogliere un numero
maggiore di fedeli. Fu quindi innalzato un nuovo edificio, in stile
romanico, le cui dimensioni coincidevano con quelle dell'attuale
edificio. Il tempio si presentava a tre navate, ognuna delle quali
terminava con un'abside (solo quella centrale è sopravvissuta ai
successivi interventi). Il presbiterio fu realizzato decisamente più in
alto rispetto alle navate, e sotto di esso fu scavata la cripta, anch'essa
a tre navate.
Nel XIII secolo la chiesa subì un rifacimento, che interessò in modo
particolare la navata principale. In questa occasione, gli archi a tutto
sesto che sostenevano le pareti furono sostituiti da archi a sesto
http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_(edificio)http://it.wikipedia.org/wiki/Cremonahttp://it.wikipedia.org/wiki/Cattedralehttp://it.wikipedia.org/wiki/1124http://it.wikipedia.org/wiki/1190http://it.wikipedia.org/wiki/Longobardihttp://it.wikipedia.org/wiki/VIII_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/XI_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_romanicahttp://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_romanicahttp://it.wikipedia.org/wiki/Navatahttp://it.wikipedia.org/wiki/Absidehttp://it.wikipedia.org/wiki/Presbiteriohttp://it.wikipedia.org/wiki/Criptahttp://it.wikipedia.org/wiki/XIII_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/Arco_a_tutto_sestohttp://it.wikipedia.org/wiki/Arco_a_tutto_sestohttp://it.wikipedia.org/wiki/Arco_a_sesto_acuto
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acuto, tipici dell'architettura gotica. L'intervento però non interessò il
presbiterio, che mantenne le originali caratteristiche romaniche[2].
Ulteriori interventi si ebbero nei secoli successivi, in particolare
nel XIX secolo. Nel 1848 la costruzione del nuovo campanile
comportò la demolizione dell'abside di sinistra e
nel 1861 il prevosto don Carlo Tessaroli intraprese una serie di
restauri allo scopo di riportare la facciata della chiesa all'aspetto che
essa aveva al termine del XIII secolo.
Notevoli interventi di restauro si ebbero nel 1911, quando il prevosto
don Giovanni Varischi fece cancellare, dall'interno della chiesa, tutte
le aggiunte e le modifiche apportate durante gli ultimi secoli, e
ripristinò la volta a crociera.
LA BASILICA DI SAN MICHELE
http://it.wikipedia.org/wiki/Arco_a_sesto_acutohttp://it.wikipedia.org/wiki/Stile_goticohttp://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Michele_(Cremona)#cite_note-Bonometti-2http://it.wikipedia.org/wiki/XIX_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/1848http://it.wikipedia.org/wiki/Campanilehttp://it.wikipedia.org/wiki/1861http://it.wikipedia.org/wiki/Prevostohttp://it.wikipedia.org/wiki/1911
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L’INTERNO DELLA CHIESA
L'interno della chiesa, illuminato da finestre ogivali aperte nel XIX
secolo, è a tre navate sorrette da esili colonne marmoree. Nello
spessore del muro delle navate minori, si aprono alcune cappelle
laterali, realizzate nel XV secolo. Una di esse conserva
un trittico di Bernardino Campi raffigurante la Natività, San
Leonardo e Santa Teodora.
Nel catino absidale è realizzato un grande affresco raffigurante il
Cristo Giudice, risalente alla fine del XII secolo e pertanto
appartenente alla primitiva costruzione romanica.
Nella cripta, anch'essa a tre navate sostenute da una duplice fila di
colonnine, sono visibili alcuni capitelli risalenti al periodo alto
medievale uno dei quali si presume essere di epoca longobarda.
L'altare della Chiesa è stato ristrutturato nel 2007 ed esposto per un
certo periodo in Duomo, come omaggio alla sua bellezza. I quadri
presenti lungo le navate sono spesso rimossi per partecipare a mostre
itineranti di alto valore.
La statua di San Michele che soggioga la Bestia, si trova a destra
dell'altare ed è riconosciuta come una delle più maestose d'Europa.
La chiesa di San Michele a Cremona è citata nelle varie guide come
"assolutamente da vedere". Dopo la chiusura (per clausura) di San
Sigismondo è la seconda chiesa in Cremona per importanza artistica.
http://it.wikipedia.org/wiki/XV_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/Tritticohttp://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_Campihttp://it.wikipedia.org/wiki/Nativit%C3%A0http://it.wikipedia.org/wiki/San_Leonardohttp://it.wikipedia.org/wiki/San_Leonardohttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Santa_Teodora&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/Affrescohttp://it.wikipedia.org/wiki/XII_secolo
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LA FACCIATA DELLA CHIESA
La facciata a salienti, in mattoni a vista, ha linee semplici. Quattro
semicolonne suggeriscono la suddivisione interna in navate, mentre
lungo le linee del displuvio corrono delle serie di archetti pensili. Un
piccolo rosone centrale e due bifore danno luce alla navata maggiore.
Un curioso quanto evidente effetto visivo è dato dalla differente
colorazione dei mattoni della parte inferiore della facciata, rispetto al
resto del tessuto murario, probabilmente a causa dell'umidità
risalente dal suolo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Facciata_a_salientihttp://it.wikipedia.org/wiki/Bifora
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LA FACCIATA DELLA CHIESA
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E ORA SI GIOCA!
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LA CHIESA DI SAN SIGISMONDO
La chiesa di San Sigismondo si trova in largo Bianca Maria Visconti,
presso l'Ospedale Maggiore, a Cremona.
È situata alla periferia di Cremona e rappresenta una delle chiese più
belle della città. Contiene numerosi affreschi di artisti famosi come
Antonio Campi. All'interno dell'apparato architettonico si individuano
anche un bel chiostro che nel refettorio monastico custodisce la bella
Ultima Cena di Tommaso Aleni.
È stata per diversi anni, dopo la sua costruzione, monastero, poi è
diventata parrocchia. Fino alla fine degli anni '80 era presente al suo
interno una scuola materna, gestita da suore. Dal 1º luglio 2006 non è
più parrocchia. Dal 2007 si stanno svolgendo lavori di ristrutturazione
interna e nello stesso anno vi si è insediata la comunità delle suore
di clausura domenicane, provenienti da Fontanellato (PR).
https://it.wikipedia.org/wiki/Cremonahttps://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_(architettura)https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Campihttps://it.wikipedia.org/wiki/Chiostrohttps://it.wikipedia.org/wiki/Monasterohttps://it.wikipedia.org/wiki/Parrocchiahttps://it.wikipedia.org/wiki/1%C2%BA_lugliohttps://it.wikipedia.org/wiki/2006https://it.wikipedia.org/wiki/2007https://it.wikipedia.org/wiki/Regola_di_clausura
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La chiesa di S. Sigismondo custodisce, tra le altre opere, un organo
edificato nel 1861 dall'artefice cremonese Luigi Vincenzo Acerbis,
conglobante una consistente parte dell'organo rinascimentale
edificato nel 1567 da Giovanni Francesco Maineri nella monumentale
cassa originale disegnata da Bernardino Campi e dorata da Matteo
Pesenti detto "il Sabbioneta".
Nulla sappiamo dell'autore del progetto iniziale né degli altri
architetti che, nel corso degli anni, ebbero la guida del cantiere: la
letteratura critica ha spesso ripetuto, senza discuterla, l'affermazione
di Giambattista Zaist che, nel 1774, assegna a Bartolomeo Gadio,
ingegnere militare sforzesco, il disegno della chiesa.
È inoltre assai probabile che il disegno iniziale, dati i tempi lunghi del
cantiere, sia stato profondamente modificato nel corso del tempo.
Ha una struttura semplice la chiesa di S. Sigismondo: la pianta è
longitudinale, con transetto allineato ai muri perimetrali e navata
unica, illuminata dalla luce chiara che viene dai larghi oculi. Tutto lo
splendore dell'interno è nella decorazione, ricchissima e finemente
cesellata, che riveste per intero le pareti della navata, la volta, gli
archi d'ingresso alle cappelle, i pilastri, l'abside.
Sorprende, soprattutto, come di recente ha sottolineato Marco Tanzi
(1999) il "tono generale di felicità quasi pagana" che s'avverte nelle
parti ornamentali degli affreschi: "pareti stipate di mascheroni
grotteschi, animali fantastici, viluppi vegetali, nudità maliziosamente
spudorate: negli anni del Concilio di Trento simili licenze da boudoir
rappresentano un unicum profano nella pittura religiosa dell'Italia
settentrionale".
La campagna decorativa iniziò nel 1535 e a partire da quel momento
S. Sigismondo divenne il cantiere più vivace della città; qui, nei
trent'anni che durerà l'impresa, passeranno infatti gli artisti migliori
https://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_Campi
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di quel tempo, i più moderni Camillo Boccaccino, Giulio e Antonio
Campi, Bernardino Campi, Bernardino Gatti, e qui, in S. Sigismondo,
nasce la particolare declinazione cremonese della maniera.
Il programma iconografico, forse elaborato da Marco Gerolamo Vida,
allora vescovo di Alba, ma cremonese d'origine e letterato finissimo,
è organizzato attorno alla figura di Cristo.
La scelta compiuta dai soprastanti della fabbrica fu, da subito, di
altissimo livello. Venne infatti chiamato, per primo, Camillo
Boccaccino, figlio del più grande pittore cremonese della generazione
precedente, Boccaccio Boccaccino. Il contratto con la fabbrica di S.
Sigismondo, firmato il 25 maggio 1535, affidava a Camillo Boccaccino
la decorazione a fresco della calotta absidale e della volta del
presbiterio, da compiere entro due anni, e precisava i principali
soggetti da svolgere; pochi anni dopo, nel 1540, chiesero a Camillo di
affrescare anche le pareti del presbiterio con due grandi scene della
vita di Cristo, la Resurrezione di Lazzaro e Cristo e l'adultera.
Insieme a Camillo, o poco tempo dopo, era giunto nel cantiere di S.
Sigismondo anche Giulio Campi per la pala grande da porre sull'altar
maggiore. Secondo il desiderio dei committenti la pala doveva
raffigurare la Madonna in gloria con Bianca Maria e Francesco Sforza
e i santi Crisante, Daria, Sigismondo e Girolamo. Probabilmente nel
1539 la pala era compiuta, con un paio d'anni di ritardo sui tempi
previsti dal contratto, e a partire dal 14 aprile di quell'anno Giulio
cominciò a lavorare alla decorazione a fresco del transetto che, nella
parte ornamentale, ripete esattamente lo schema stabilito da Camillo
Boccaccino per il fregio dell'abside.
Attorno al 1545, o poco dopo, per il tramite probabilmente di Camillo
Boccaccino, che gli era amico, comincia a lavorare in S. Sigismondo
anche Bernardo Campi.
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67
Per tutto il corso degli anni Sessanta proseguirono, infatti, i lavori
nella navata maggiore, affidati alle cure di tutti gli artisti presenti in
cantiere: Bernardino Campi, Bernardino Gatti, Giulio Campi tessono,
nelle vele delle volte e nel cornicione, arazzi di figure fantastiche, di
putti, di animali esotici, di motivi vegetali e ornamentali; dipingono,
al centro delle vele, piccole, raffinatissime storie sacre a monocromo
e, negli spazi triangolari rimasti liberi, inseriscono le nobili, pensose
figure dei Profeti. Tra il 1564 e il 1567, la campagna decorativa venne
estesa ai pilastri della navata.
Carlo e Gioele
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ARTE A CREMONA
S C U L T U R E
Cremona è una città d’arte tra le più rinomate d’ Italia,
possiede un ricco e variegato patrimonio monumentale e un
sistema museale tra i più importanti a livello nazionale.
Per cominciare vi presentiamo l'emblema di Cremona, cioè
una composizione scultorea costituita da DUE ERCOLI
CHE REGGONO LO STEMMA DELLA CITTÀ.
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In origine la scultura – eseguita da Antonio Campi, pittore e
scultore della seconda metà del XVI secolo - era posta
sopra la Porta Magherita ed una statua era rivolta verso la
città mentre l'altra verso la campagna. Nel 1910 la porta fu
abbattuta in omaggio della modernità e dei nuovi mezzi di
trasporto ed in seguito l'opera fu posta sotto il portico del
Palazzo dei Militi nella Piazza del Comune, dove la si può
ammirare anche ora.
L'origine mitologica di Cremona risale alla leggendaria
forza di Ercole, il quale riuscì a scacciare con la clava i
ladroni che saccheggiavano quelle terre, mettendole al
sicuro.
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70
In secondo luogo, la facciata del Duomo di Cremona, uno
dei massimi monumenti della città, è decorata da numerose
statue, realizzate in epoche diverse che vanno dal 1100 al
1300 sia nel più essenziale stile romanico che nel più
ricercato stile gotico.
Tra le altre spicca la statua della MADONNA CON
BAMBINO AL CENTRO DELLA LOGGIA DEL DUOMO
Ricordiamo poi tra le varie opere DEL MUSEO CIVICO DI
CREMONA IL BUSTO DI QUINTO LABIENO (39 a.C.), un
generale romano.
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In ultimo, vi illustriamo la STATUA DI BALDESIO
ESPOSTA NEL CORTILETTO DEL TORRAZZO DI
CREMONA, il campanile storico più alto d'Italia (m. 110
circa) e simbolo della città. Baldesio, secondo la leggenda fu
un eroe cittadino. Così come il nostro Gagliaudo con la sua
astuzia salvò Alessandria dall'assedio di Federico
Barbarossa, allo stesso modo, Baldesio, grazie alla propria
abilità nel gioco delle bocce ed alla sicurezza nelle proprie
capacità, sfidò il figlio di Federico Barbarossa e, vincendo
la partita a bocce, ottenne come premio l'esenzione dalle
tasse per l'intera Cremona.
La statua lo raffiguara in procinto di lanciare la boccia e si
caratterizza per il fatto di essere stata in origine
interamente dipinta, come si può notare dal pigmento rosso
sulle labbra e nero sulla barba.
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A F F R E S C H I
I dipinti maggiori sono principalmente costituiti dagli
AFFRESCHI DEL DUOMO DI CREMONA, che
rappresentano uno dei più importanti esempi dell'arte
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figurativa lombarda del periodo, tanto che il duomo di
Cremona veniva definito come la "Cappella Sistina della
Pianura Padana", paragonandolo alla celebre cappella del
Vaticano affrescata da Michelangelo. Gli affreschi della
navata maggiore furono eseguiti all'inizio del XVI secolo da
artisti vari, tra i quali l'architetto Boccaccio Boccaccino,
che decorò in particolare il catino absidale con il Redentor
tra i Santi Marcellino,Imerio,Obobono e Pietro Esorcista.
Altrettanto celebre è LA CROCIFISSIONE, un dipinto
drammatico ed imponente realizzato sulla controfacciata
dello stesso duomo dal Pordenone intorno al 1520.
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A Cremona poi troviamo anche opere di due tra i maggiori
pittori italiani:
il Perugino, maestro di Raffaello, vissuto a cavallo tra il XV
ed il XVI secolo, è autore della MADONNA COL BAMBINO
IN TRONO TR I SANTI GIOVANNI EVANGELISTA E
AGOSTINO, conservato appunto nella Chiesa di
Sant'Antagostino.
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Il Caravaggio, artista di fama universale vissuto invece tra
la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, ha dipinto SAN
FRANCESCO IN PREGHIERA, che si può ammirare presso
la Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone.
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E ADESSO … SI GIOCA !!!!!!!
Riconosci e dai un nome alle immagini:
1) elocrE
2) oneibaL otniuQ
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3) oisedlaB
Rispondi alle seguenti domande:
1) Chi è il mitico fondatore di Cremona ?
(a) Baldesio
(b) Ercole
(c) Quinto Labieno
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2) Cosa realizzò Boccaccio Boccaccino?
(a) La Porta Margherita
(b) Il Torrazzo
(c) Gli affreschi del catino absidale del duomo
3) Chi ha dipineto La Crocifissione sulla controfacciata del Duomo?
(a) Pordenone
(b) Perugino
(c) Caravaggio
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SOLUZIONI!!!!!!
Ercole – Quinto Labieno – Baldesio
1)= (b) 2)= (c) 3= (a)
Se hai risposto correttamente a tutte le domande ed hai ricostruito ogni nome allora significa che hai appreso il significato di questo testo e se non sei ancora stato a Cremona speriamo di averti invogliato a visitarla perchè ne vale veramente la pena !!!!!!
Se invece non hai raggiunto questo risultato, corri a rileggere il testo per poi poterti guadagnare l’attestato di ESPERTO CREMONESE!!!!!
Erica e Annalisa
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ATTESTATO DI AUTENTICO
“ESPERTO CREMONESE”
COME TALE CANDIDATO ALLA
PROSSIMA VISITA DELLA CITTA' DI
CREMONA IN QUALITA' DI AIUTO
GUIDA TURISTICA
conseguito da
…......................... …..........................
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Buon Viaggio e soprattutto
Buon Divertimento !!!
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Soluzioni del cruciverba di “Cremona A”
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