Benvenuti nel sito della "Vivaldi"! - Antonio Stradivari nasce ...Da allora, con un costante...

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    Antonio Stradivari nasce nel 1644 a Cremona

    dopo la morte del padre Alessandro, dalla madre

    Anna Moroni. Antonio aveva tre fratelli : Giovanni

    Battista Stradivari, Carlo Felice Stradivari e

    Giuseppe Giulia Cesare Stradivari.

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    Nel 1680 in questa città dopo anni di lavoro nella

    bottega di Nicola Amati, acquista una casa

    nell’attuale Piazza Roma e apre una bottega dove

    lavora fino all’ultimo giorno di vita.

    Antonio ebbe una famiglia molto numerosa. Egli si

    sposò con Francesca Ferraboschi, una signora più

    grande di otto anni e già vedova. Da lei nascono sei

    figli e, due di loro, Francesco e Omobono,

    diventarono liutai.

    Nel 1698, dopo la morte della moglie, sposa

    un’altra donna e dà alla luce altri cinque figli.

    Intanto nella bottega nascono grandi

    professionisti come Francesco Gobbetti e Carlo

    Bergonzi.

    Antonio costruisce la sua fama in settantacinque anni

    di lavoro ottimizzando i suoi strumenti nel seguente

    modo : intensificandone il colore della vernice,

    modificandone la curvatura e scegliendo legni più

    adatti. La sua arte non richiede solo competenza, ma

    passione. I primi strumenti sono molto originali e

    vengono chiamati amatizzati perché Antonio modifica e

    migliora i modelli di Amati. I suoi migliori strumenti sono

    firmati con la scritta : “ Antonius

    Stradivarius Cremonensis

    Faciebat Anno [data] “, sono realizzati tra il 1698

    e il 1730. Da questa data la scritta cambia e

    diventa “ Sub Disciplina Stradivarii“ perché

    probabilmente si aggiunge la mano dei figli.

    La fama di Stradivari si diffonde in tutta Europa

    grazie ai musicisti che ne elogiano il lavoro. Per

    esempio nel 1782, il celebre violinista italiano e

    compositore Giovanni Battista Viotti porta gli

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    strumenti di Stradivari in Francia e Inghilterra.

    Antonio non costruisce solo violini e viole, ma

    anche strumenti a corda come arpe, chitarre, liuti

    e tiorbe.

    Nella sua attività si contano più di millecento

    strumenti musicali di sua produzione, di questi

    seicentocinquanta sono ancora esistenti . Gli

    Stradivari, oggi, hanno grandissimo valore e sono

    dei beni molto preziosi; il prezzo più alto pagato è

    stato un milione e settecentonovantamila sterline

    nel 2006 da Christie’s, a Londra.

    Antonio muore il 18 dicembre 1737 a Cremona,

    pochi mesi dopo la scomparsa della seconda

    moglie. Entrambi sono sepolti nella Basilica di S.

    Domenico, vicino a Piazza Roma, dove è stata posta

    anche una lastra tombale per rendere omaggio al

    maestro.

    E adesso divertiamoci con questo fantastico gioco.

    Provate a decifrare i simboli in successione per

    comporre frasi riferite ad Antonio Stradivari

    seguendo la legenda sotto riportata.

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    A = B = C = D = E = F =

    G = H = I =

    L = M = N = O =

    P = Q = R = S =

    T = U = V = Z =

    Frasi

    1- _

    _ _ -

    _:_ -

    _ -

    _,_ _ -

    _ _ -

    _ -

    _ _

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    .

    2- _

    _ _ 18 _

    _ 1737 _ _

    .

    Soluzioni:

    1 Stradivari ebbe tre fratelli : Giovanni Battista, Carlo Felice e Giuseppe

    Giulia Cesare Stradivari. 2 Antonio muore il 18 dicembre 1737 a Cremona.

    CAROLA E CAMILLA

    In questi trecento anni di storia, si susseguono intrecci di

    "famiglie" composte da liutai per più generazioni, di padre in

    figlio, da figli a nipoti e pronipoti che, dopo gli Amati, hanno

    portato i nomi dei Bergonzi, dei Guarneri, dei Ruggeri e degli

    Stradivari: dinastie di liutai con protagonisti più o meno

    famosi, ma indistintamente legati dal filo sicuro di una

    classica tradizione produttiva.

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    La loro fama percorse tutta l'Europa: le corti reali e

    principesche commissionavano ai cremonesi gli strumenti per

    i loro complessi, i più famosi musicisti ambivano possederli e

    il nome di Cremona liutaria raggiungeva i più alti livelli.

    Dopo un grande splendore è sempre quasi inevitabile un

    declino che per Cremona prese avvio con la fine del '700 e si

    prolungò per tutto l'800, anche se in questo secolo lavoravano

    in città importanti liutai ancora oggi assai valutati.

    Il vero silenzio ebbe inizio nel '900, rotto solo dalla

    costituzione di una "Sala Stradivariana" prima e di un Museo

    Stradivariano poi, e sostanzialmente rimase tale per tutta la

    sua prima metà: fu infatti necessario giungere agli anni '60

    per veder prendere consistente avvio quella Scuola di Liuteria

    che, costituita nel 1938, era rimasta fino allora pressoché

    inattiva.

    Nello stesso periodo Cremona mise le basi per la sua

    collezione di strumenti storici con l'acquisto, da parte

    dell'Ente per il Turismo e la successiva donazione al Comune,

    dello Stradivari 1715 ribattezzato poi "Il Cremonese"

    Da allora, con un costante crescendo, vediamo la liuteria

    cremonese riprendere il suo cammino, con la formazione di

    nuovi Maestri e l'apertura di nuove botteghe mentre, nel nome

    della tradizione, si riallacciano rapporti internazionali, si

    organizzano mostre e concorsi di crescente successo.

    Il ciclo si è così concluso ed oggi Cremona, con le sue oltre

    130 botteghe liutarie, è ritornata ad esser il punto di

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    riferimento per la liuteria mondiale.

    Occorrono duecentoventi ore di lavoro per costruire un

    violino. La base del progetto di costruzione dello strumento,

    secondo la tecnica cremonese, è la forma, progettata

    attraverso un disegno che ha raggiunto un altissimo livello di

    perfezione tecnica e stilistica. La forma classica cremonese è

    indicata anche come forma interna perché tutto il processo

    costruttivo avviene a partire dall'interno, lasciando l'artigiano

    interamente libero di interpretare il percorso costruttivo

    esterno e di impostarlo secondo l'idea che si è formato.

    Nella costruzione dello strumento, la collocazione delle fasce

    costituisce la primissima operazione di impostazione della

    cassa e vengono fatte aderire esternamente alla forma già

    preparata ed applicate sopra la forma, fissandole tramite gli

    zocchetti , cosicché il legno ha tutto l'agio di adattarsi e di

    modellarsi con quella morbidezza che è tipica della tensione

    naturale delle fibre. La forma cremonese pertanto sembra la

    più idonea a migliorare le possibilità acustiche e stilistiche

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    dello strumento e contemporaneamente a dare al liutaio

    libertà di interpretazioni.

    E' veramente importante che fin dall'inizio del lavoro il liutaio

    abbia un progetto globale di costruzione, pertanto ogni

    strumento costruito è un pezzo unico ed irripetibile finito con

    le capacità e la creatività del singolo Maestro.

    Il marchio identificativo della liuteria cremonese, fortemente

    voluto dalla Camera di Commercio di Cremona unitamente al

    Consorzio Liutai & Archettai "Antonio Stradivari"

    CREMONA e dalle Associazioni artigiane ed appoggiato

    dall'Unione Regionale delle Camere di Commercio e dalla

    Regione Lombardia, rappresenta il tentativo di valorizzare la

    liuteria cremonese contemporanea nel mondo. Una

    scommessa importante di riqualificazione di un settore

    dell'artigianato artistico tradizionale che, basato tuttora su

    tempi e tecnologie del passato, risulta penalizzato dalle

    moderne logiche economiche di standardizzazione industriale

    e di commercializzazione dei prodotti.

    L'istituzione del marchio Cremona Liuteria risponde dunque

    alle esigenze di sviluppo professionale del settore,

    costituendo un primo fondamentale passo per la tutela e la

    garanzia degli strumenti cremonesi.

    Tale operazione rappresenta numerosi vantaggi:

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    più trasparenza per il mercato,

    • sicurezza per gli acquirenti di entrare in possesso di

    strumenti garantiti ,

    • una banca dati gestita dalla SIAE con possibilità di

    verifica costante dell'autenticità dello strumento.

    Premesso che l'attività del liutaio richiede un lungo iter

    formativo, attitudini e sensibilità particolari, nonché una

    prolungata esperienza pratica, e che per

    ottenere buoni strumenti, sia a livello

    acustico che stilistico, occorre disporre di alta qualità dei materiali e cura estrema nella lavorazione, nel rispetto

    delle tecniche costruttive tradizionali,

    l'istituzione del marchio Cremona Liuteria si propone di:

    • garantire le caratteristiche artigianali e

    la provenienza degli strumenti;

    • tutelare l'esercizio dell'attività liutaria;

    • promuovere la cultura liutaria nel

    mondo ed in particolare la liuteria

    contemporanea, sviluppando in

    particolare attività volte alla

    sensibilizzazione dei musicisti.

    Giulia Roveta

    Chiara Boido

    Elena Sericano

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    1. Il protagonista dello stile stradivariano è

    …….………………

    2. L’oggetto che serve a strofinare le corde dello strumento è

    ……………

    3. Lo strumento più grande del violino è ……………...

    4. La prima famiglia di liutai italiani è stata quella degli

    ……………..

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    La mia impressione sulla bottega del liutaio

    La bottega del liutaio appare molto calda e

    tranquillizzante. La bottega è composta da

    un0 o più ambienti, molto ristretti.

    Quello spazio, secondo me, rispecchia a

    pennello il suono di tutti gli strumenti ad arco:

    caldo, rassicurante e armonioso.

    La cosa che mi ha più colpita nel visitare la

    bottega del liutaio è la varietà di strumenti in

    esposizione.

    Chiara Boido

    Il liutaio

    A Cremona abbiamo visitato una delle 150 botteghe presenti, quella di Marco Nolli. Quando siamo

    entrati c’era un buonissimo profumo. All’entrata

    si vedeva un contrabbasso in fase di

    completamento, una bella emozione.

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    Il liutaio ci ha mostrato come si costruiscono gli strumenti ad arco. Sono composti da molte

    parti, e la cosa che mi ha sorpreso di più è il fatto

    che i pezzi sono tutti incollati fra loro, senza viti o

    chiodi.

    Mi è piaciuta come visita, soprattutto perché finalmente ho scoperto da che cosa è formato il

    mio contrabbasso.

    Mi ha sorpreso anche quanta pazienza ci vuole per fabbricare uno strumento…e quanto tempo!

    Per fabbricare un violino si impiega, in media, un

    mese e per un contrabbasso quattro mesi!

    Pazienza che si è persa ai giorni nostri, la vita è

    diventata più frenetica, mentre osservando gli

    artigiani in genere al lavoro si ha come un senso

    di tranquillità; sensazione che ho già provato

    osservando mio nonno lavorare il legno. Lui era

    un falegname.

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    Sinceramente non sapevo che esistessero scuole apposta per diventare liutai, ma a quanto pare a

    Cremona ci sono le scuole più rinomate.

    Cremona è una bella città, però la visita alla bottega del liutaio è stata il momento più bello della gita,

    perché si è rivelata molto istruttiva, soprattutto

    per i ragazzi che, come me, suonano uno

    strumento a corde.

    Diletta Rigo

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    L'attuale edificio del Teatro Amilcare Ponchielli è il risultato di una serie di interventi di costruzione, ricostruzione, modifiche, manutenzioni e restauri che dura da duecentocinquant'anni. Due sono, però, sostanzialmente, le forme che il teatro cremonese ha avuto nella sua lunga storia, la prima risalente al '700 e l'attuale, che data dal 1808. La storia inizia nel 1747, quando un gruppo di nobili decide di dotare la città di un vero e proprio teatro, in sostituzione delle varie sale, in qualche modo provvisorie, e comunque

    scomparse, che lo avevano

    preceduto. L'incarico della

    progettazione venne affidato a Giovanni Battista Zaist, architetto cremonese che faceva parte della cerchia dei famosi Bibiena.

    Teatro Nazari, dal nome del proprietario, mutò nome nel 1785, quando venne acquistato dai palchettisti in "Teatro della Società" o della "Nobile Associazione". Quella prima costruzione venne distrutta nel 1806 da un incendio, come spesso accadeva ai teatri in legno del '700; i condomini però ne decisero l'immediata ricostruzione, affidando il progetto al più noto

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    architetto teatrale del momento, Luigi Canonica, che si ispirò al suo maestro, il Piermarini, ma con diversi apporti originali.

    Venne così costruito uno dei migliori teatri dell'epoca, con sala a ferro di cavallo, quattro ordini di palchi e galleria, che

    prese il nome di Teatro della Concordia, cui si aggiunse, all'inizio del nostro secolo, quello del maggior operista cremonese, Amilcare Ponchielli. Da subito, inoltre, vennero apportate migliorie, tra cui l'allungamento del palcoscenico, che risulta così essere uno dei maggiori d'Italia. Nel 1824 un nuovo incendio ha parzialmente distrutto la struttura, immediatamente ripristinata da Faustino Rodi e Luigi Voghera. Acquisito alla proprietà comunale nel 1986, dal 1989 il Ponchielli è stato sottoposto a radicali interventi di restauro, ripristino e di adeguamento tecnologico.

    L’attività artistica del Teatro A. Ponchielli

    Con l'acquisizione pubblica il Teatro "A. Ponchielli", oltre agli imponenti interventi strutturali, ha avviato un importante progetto artistico, che, in considerazione del fatto che si tratta dell'unica realtà teatrale cittadina, non può essere che multidisciplinare. Così il Teatro di Cremona, che grazie alla struttura storica "all'italiana" identifica la sua vocazione originaria con il melodramma, si è aperto a tutte le forme di spettacolo, da quelle tradizionali a quelle più nuove e sperimentali. L'attività annuale del Teatro "A. Ponchielli" è strutturata per

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    stagioni: Lirica (ottobre-dicembre). Il "Ponchielli" è teatro di tradizione e realizza la sua stagione lirica nell'ambito del Circuito Lirico Lombardo. Alle rappresentazioni partecipano spettatori provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero, molti dei quali fanno parte di gruppi organizzati (sodalizi culturali, amici della musica e/o della lirica, agenzie di viaggio). Accanto ai titoli del grande repertorio, la stagione del Ponchielli offre al pubblico ogni anno proposte di opere raramente rappresentate, realizzando anche progetti pluriennali: è stato il caso del “progetto Monteverdi”, per la messa in scena dei melodrammi del compositore cremonese, cui hanno aderito anche importanti Teatri di altre regioni italiane, e del progetto Mozart, che tra il 2005 e il 2007 ha avuto la rappresentazione della trilogia Mozart-Da Ponte.

    Concertistica (dicembre-aprile). La stagione concertistica prevede la realizzazione di un cartellone sinfonico-cameristico in abbonamento e di serate fuori abbonamento, riservate principalmente a giovani esecutori o a realtà locali.

    All’interno del suo cartellone, la Stagione Concertistica prevede autentici eventi, con richieste di posti da tutta Italia. Nell'ambito di questa stagione trova spazio anche una rassegna dedicata all’”altra” musica e in modo tutto particolare al repertorio jazz. Nell’ambito della stagione trovano spazio, ogni anno, un articolato progetto didattico rivolto alle scuole medie della città e iniziative riservate al pubblico della “Grande età”. Prosa (dicembre-aprile). La stagione di prosa prevede sia spettacoli in abbonamento che proposte fuori abbonamento. Queste ultime sono per lo più concentrate nel periodo delle feste di fine anno, con scelte particolarmente adatte ad un pubblico maturo (operette), o formato da famiglie (musical, marionette). La stagione in abbonamento divide equamente gli spazi tra repertorio classico e nuova drammaturgia, ospitando sia teatri stabili che compagnie di giro.

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    All’interno della stagione vengono organizzati cicli di incontri di approfondimento (“Leggere il Teatro”), serate di letture drammaturgiche, incontri con i filosofi... Festival di Cremona Claudio Monteverdi (maggio-giugno). E' dedicato alla civiltà musicale del Seicento ed imperniato sulla figura di Claudio Monteverdi, il più insigne compositore cremonese. La sua specificità ne fa il veicolo privilegiato dell'immagine culturale di Cremona al di fuori dei confini cittadini. La rassegna, infatti, è unica a livello nazionale, mentre si collega idealmente con altri importanti festival europei dedicati alla musica antica.

    Caratteristica peculiare del Festival di Cremona è quella di illustrare, attraverso esecuzioni particolarmente curate sul piano filologico, l’evoluzione che le “invenzioni” monteverdiane, soprattutto in tema di vocalità (monodia accompagnata, stile concertato...), hanno avuto presso le diverse scuole nazionali europee. Accanto alle opere di Monteverdi, così, ogni edizione del Festival accosta quelle di autori europei del Barocco più maturo fino agli albori dell’epoca classica.

    All’interno del Festival, che è ospitato, oltre che in Teatro, in alcune delle più belle chiese barocche della città, trovano spazio produzioni e progetti realizzati appositamente per la manifestazione cremonese. Rassegna La Danza (primavera). E' una panoramica dedicata alla coreografia contemporanea internazionale, con vasti spazi riservati ai coreografi e alle compagnie italiani. Ai coreografi che hanno fatto la storia della coreografia del secondo Novecento vengono affiancate giovani firme, che portano l’esperienza di nuovi linguaggi, spesso abbinando la danza ad espressioni multimediali. Nell’ambito della rassegna vengono ospitate commissioni fatte a compagnie italiane, talvolta con progetti pluriennali.

    Collateralmente alla rassegna ogni anno il Ponchielli promuove CremonaDanza, una vetrina in cui possono esibirsi le compagnie e le scuole locali.

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    Oltreibanchi (novembre-maggio). E’ la rassegna che ogni anno il Ponchielli dedica ai ragazzi, con spettacoli specifici per ogni ordine scolare, e con iniziative di approfondimento e laboratori dedicati sia direttamente agli studenti che agli insegnanti. In questo contesto si inserisce il progetto OperaDomani, un’iniziativa artistico-didattica realizzata in collaborazione con l’As.Li.Co. e con la Regione Lombardia che favorisce l’avvicinamento dei giovanissimi all’opera lirica e la loro partecipazione attiva agli spettacoli.

    RICCARDO E CECILIA

    Cremona deve molti degli ingredienti dei suoi piatti tipici alla presenza del Po, importante via fluviale di traffici e commerci. L'uso delle mandorle, della frutta candita, utilizzata nel miele di trifoglio,tipico cremonese, il gusto per l'agrodolce esaltato dalla tipica mostarda sono solo alcuni dei lasciti degli scambi commerciali che, nel corso dei secoli, caratterizzarono la

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    Bassa, lasciando un segno nella cultura culinaria del Cremonese.

    Fra i primi piatti, i Marubini sono la preparazione più tipica e vanno serviti in brodo, meglio se composto da tre brodi riuniti (gallina, manzo, salame da pentola).

    Il dolce tipico di Cremona è il Torrone, un impasto di albume d uovo, miele e zucchero, farcito con mandorle, noci, arachidi o nocciole; spesso ricoperto da due ostie. o di liquore. Altrettanto tipico è il "Pan Cremona", torta morbida di farina di mandorle.

    La ricette del torrone di Cremona è molto semplice basta avere questi ingredienti :

    Ingredienti per circa 300 gr. di torrone:

    100 gr. di miele di acacia

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    ( il miele di acacia è più chiaro e fa venire un torrone

    più bianco, ma va bene anche un altro tipo di miele)

    100 gr. di zucchero semolato

    50 gr. di nocciole spellate

    150 gr. di mandorle pelate

    1 albume d'uovo

    1 bustina di vanillina

    1. Prepara la pasta. Disponi la farina a fontana sulla spianatoia e

    poni al centro le uova intere ed un pizzico di sale. Lavora per

    circa quindici minuti l'impasto, fino a farlo diventare liscio ed

    elastico. Lascia riposare l'impasto così lavorato per circa

    trenta minuti coperto da un panno e fuori dal frigo.

    2. Prepara il ripieno. Mescola in una terrina il pangrattato, 100gr

    di parmigiano grattugiato, i tuorli, 20gr di burro ammorbidito

    ed il midollo sciolto a fuoco dolce. Insaporisci il tutto con il

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    prezzemolo, la noce moscata, la cannella ed un pizzico di sale.

    Mescola ed ammorbidisci il ripieno con un poco di brodo caldo.

    3. Stendi la pasta in una sfoglia sottile e ricavane dischi di cinque

    centimetri di diametro. Disponi su metà il ripieno, poi

    sovrapponi gli altri, premendo ai bordi per sigillare.

    Cuoci i marubini nel brodo bollente, scolali quando sono

    ancora al dente e condiscili con il burro rimasto, fatto fondere

    insieme alla salvia. Servili caldi e cospargi con il parmigiano.

    300gr di farina bianca 100gr di midollo di bue 100gr di pangrattato 3 uova e 2 tuorli 150gr di parmigiano grattugiato 70gr di burro 1 cucchiaio di prezzemolo tritato 2dl di brodo di carne qualche foglia di salvia un pizzico di cannella noce moscata sale. Buon Appetito!!!

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    Benedetta e Salvatore

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    I prodotti tipici: la mostarda, il torrone e i salumi

    sono i piatti tipici di Cremona che andremo ad

    illustrare.

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    La mostarda è un prodotto culinario diffuso

    nell’ Italia settentrionale, realizzato con diversi

    ingredienti a seconda della zona. Nella sua ricetta più

    essenziale, essa consiste di frutta, zucchero ed

    essenza di senape, solitamente molto piccante.

    Alcune varietà, come la mostarda cremonese, spesso

    sono scambiate per canditi di grosse dimensioni, ma

    in realtà sono un alimento di gusto molto deciso da

    abbinarsi con piatti salati.

    mostarda vicentina, a base di polpa di mela cotogna,

    che si ottiene dalla cottura della polpa con zucchero

    al 50% in peso. Una volta raffreddata

    la marmellata ottenuta, si aggiunge olio

    essenziale di senape. Si usa anche farla con le pere;

    mostarda mantovana, con mele cotogne,

    eventualmente anche con pere ma con frutti interi,

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    rispetto alla vicentina; è usata come ingrediente

    nei tortelli di zucca nelle zone del mantovano;

    mostarda cremonese, una miscela di frutta

    candita e sciroppo con una percentuale di zucchero

    del 50-60%, con l'aggiunta di olio

    essenziale di senape. Di solito si utilizzano ciliegie,

    pere, mele

    cotogne, mandarini, fichi, albicocche, pesche;

    mostarda di Voghera, miscela di frutta

    candita e sciroppo; il metodo era già diffuso tra i

    monaci prima del 1397 per conservare la frutta. In

    quell'anno infatti Gian Galeazzo Visconti scrisse una

    lettera al podestà di Voghera lodandone la bontà;

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    mostarda piemontese, o Cougnà. È una marmellata a

    base di mosto d'uva (barbera, uva fragola) cui si

    aggiungono in cottura: mele cotogne, pere

    madernassa, nocciole tostate. Viene usata per

    accompagnare le robiole e i formaggi stagionati in

    genere;

    mostarda veneta, confettura di frutta nella cui

    preparazione oltre alla senape vengono usati vino e

    canditi. Tradizionalmente viene consumata con il

    mascarpone durante le feste invernali;

    mostarda bolognese, confettura dal sapore asprigno

    a base di prugne, mele cotogne e frutta mista, tipico

    ripieno delle raviole e della pinza;

    mostarda forlivese o romagnola, dolce e leggermente

    piccante; alla frutta aggiunge tradizionalmente mele

    cotogne e prugne.

    mostarda calabrese, prodotta con mosto d'uva

    cotto, depurato con la cenere e impastato con farina

    e cioccolata;

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    mostarda siciliana, dolce a base di mosto cotto

    impastato con farina di grano duro e senape.

    Ingredienti:500 gr di frutta - 250 gr. di zucchero - 6

    gocce di senape

    Preparazione - Tagliare la frutta leggermente acerba

    a pezzettini

    (indicativamente: pere, mele, albicocche, ciliegie,

    fichi, prugne, bucce di cedro) togliendo i noccioli, se

    esistenti; porla indi in infusione nello

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    zucchero per 24 ore. Portare all'ebollizione e lasciar

    bollire 5 minuti, lasciando poi riposare altre 24 ore e

    così per altre 2 volte. Non coprire mai il recipiente

    perché anche una sola goccia del vapore che,

    condensando, potrebbe cadere nel recipiente

    rovinerebbe tutto. Invasare tutto in un recipiente a

    chiusura ermetica aggiungendo prima la senape.

    Abbinamento vino - L'abbinamento a questo piatto

    non esiste di per sè:

    essendo molto dolce e piccante allo stesso tempo.

    Consumata insieme ai lessi o ai formaggi, ci si attiene

    al vino consigliato per la portata stessa.

    Varianti - Nel casalasco la mostarda si prepara con le

    sole mele. Per 1 kg

    di mele tagliate a fettine occorrono 1/2l. di acqua,

    500 gr. di zucchero e

    10 gocce di senape.

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    Potrete utilizzare diversi tipi di frutta: da pesche

    (aperte a metà e senza nocciolo), albicocche (anche

    intere), arance (piccole e intere), mandarini (interi),

    pere (sbucciate e tagliate a metà), fichi (interi),

    zucca gialla (a fette), ananas (a fette), ciliegie

    (intere snocciolate), scorze di cedro (a pezzi), ecc.

    Tutta la frutta deve essere assolutamente asciutta:

    fatela asciugare all'aria prima di iniziare la

    preparazione.

    Curiosità e notizie - La ricetta, pur prevedendo in

    larga misura frutti estivi, è opportuno eseguirla in

    inverno (del resto ormai tutta la frutta è

    reperibile in qualunque stagione dell'anno) perché la

    lunga conservazione è sconsigliabile in quanto la

    senape è molto volatile e d'altro canto il suo

    consumo, prevalentemente legato ai bolliti, è più

    indicato nella stagione invernale.

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    Scheda dietologica - La parola mostarda deriva dal

    francese moût ardent (mosto ardente), all'origine

    infatti la farina di senape veniva sciolta nel

    mosto d'uva che diveniva così molto piccante. La

    frutta della mostarda nella preparazione perde

    pressoché tutta la vitamina C originaria. La vitamina

    C viene reintegrata come conservante (ascobato,

    acido ascorbico, E 300). Alcuni conservanti come la

    vitamina C (ascorbato) e la vitamina E (tocoferolo, E

    306) sono utili: ripristinano quanto c'era in natura ed

    impediscono il degrado dell'alimento. Non devono

    quindi essere considerati con sospetto. Dal punto di

    vista nutrizionale la mostarda di frutta è

    paragonabile alla frutta candita: è caratterizzata

    dagli zuccheri semplici. Tra le tante salse, quella più

    conosciuta e diffusa è la senape di Digione a tal punto

    che quando si parla di senape si pensa a questa salsa

    e non al prodotto grezzo.

  • 32

    Indovina la parola (Leggi la relazione per saperne di più... non imbrogliare)

    Indizi Indovina

    Anche chiamata Coùgna. E' la mostarda ______

    Tradizionalmente consumata con il mascarpone è

    ______

    Prodotta con mosto d'uva cotto è... ______

    Chiamata anche Romagnola è quella... ______

    Serviti in brodo è una pasta tipica, sai che sono i...

    ______

    Tutto bianco e a macchie è il... ______

    GALLINO E PEXXELLA

  • 33

    Cremona offre splendidi itinerari per poter

    ammirare le numerose bellezze artistiche.

    La cattedrale di santa Maria Assunta è il

    principale luogo di culto cattolico della città di

    Cremona. La cattedrale è un vasto tempio romanico

    continuamente riadattato con elementi gotici,

    rinascimentali e barocchi. All' interno conserva

    notevoli capolavori di scultura e di pittura, tra cui

    l'avello dei SS. Mario e Marta e dei loro figli

    Audiface e Abaco, originari della Persia e

    martirizzati a Roma, detta "Arca dei martiri

    persiani". La cattedrale di Cremona fu eretta nel XII

    secolo, periodo di grande prestigio della città,

    collegato a una serie di successi in campo militare e a

    condizioni di benessere economico. Il luogo scelto per

    la costruzione era il punto più alto della città

  • 34

    medioevale, non lontano dal centro dell'originario

    castrum romano, al riparo dalle alluvioni del Po che

    all'epo

    ca

    scorre

    va

    molto

    più

    vicino

    al

    centro

    storico

    rispett

    o ad

    oggi.

    In

    questo

    luogo, in precedenza, sorgevano due chiese, dedicate a

    Santo Stefano e a Santa Maria, che furono demolite per

    dare inizio ai lavori di costruzione del tempio

    principale. La data di posa della prima pietra è nota:

    26 agosto 1107. Il 3 gennaio 1117 un devastante

    terremoto sconvolse il Nord Italia e danneggiò

    gravemente anche la nuova cattedrale cremonese, che

    venne pertanto ricostruita nei decenni successivi. La

    cattedrale eretta nel XII secolo si presentava molto

    diversa dall'attuale. Il complesso costituito dal Duomo,

    dal Battistero e dal Torrazzo risulta completamente

    staccato dal resto del tessuto urbano, essendo

  • 35

    circoscritto da vie e piazze. La facciata principale

    guarda su Piazza del Comune esattamente di fronte

    al Palazzo Comunale. Rivestita di marmo bianco di

    Carrara e rosso di Verona dai maestri Campionesi, è

    caratterizzata da un grande rosone centrale, opera di

    Giacomo Porrata da Como.

    Il fronte è alleggerito da una loggia a due piani,

    interrotta nel mezzo dall'elegante protiro sormontato

    da una loggetta a tre arcate, che accolgono le statue

    di Sant'Imerio, la Vergine Maria eSant'Omobono. I

    due leoni che reggono le colonne del protiro sono opera

    di Giovanni Bono da Bissone. I due bracci del transetto

    terminano anch'essi con una facciata. Quella del

    braccio settentrionale fu completata nel 1288 ma

    ripresa nel 1319 per riparare i danni di un terremoto,

    mentre quella del braccio meridionale fu terminata

    nel 1374. Entrambe le facciate hanno la forma a

    capanna, con la cuspide alleggerita da una galleria

    ad archi a tutto sesto, un grande rosone centrale e due

    rosoni laterali leggermente più piccoli. L'intero

    edificio è sormontato da numerose guglie, di

    ispirazione nordica. Tre sovrastano la facciata

    settentrionale, tre la facciata meridionale, due il

    complesso absidale e due la facciata principale, per un

    totale di dieci. La facciata principale ne possedeva in

    origine tre: le modifiche apportate in epoca

    rinascimentale hanno comportato l'abbattimento

    della guglia centrale. L'interno della cattedrale è a

  • 36

    tre navate separate da due serie di massicci pilastri, i

    quali sostengono severe volte gotiche a sesto acuto. Al

    di sopra delle navate laterali, si aprono i matronei,

    che guardano sulla navata principale attraverso

    ampie bifore. Le campate della navata maggiore sono

    coperte da volte a crociera, a sesto acuto, al posto delle

    originarie volte romaniche. La navata maggiore

    termina in una grande abside semicircolare, nel cui

    catino fu realizzato un notevole affresco raffigurante

    il Redentore. Anche le due navate laterali terminano

    in absidi semicircolari, di dimensioni più ristrette,

    entro le quali sono ricavate due cappelle riccamente

    decorate. Nella cattedrale vi è l'organo Mascioni ,

    installato nel 1984; lo strumento è a trasmissione

    meccanica per tastiere e pedaliera, elettrica per la

    registrazione. Di seguito la disposizione fonica:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedralehttp://it.wikipedia.org/wiki/Organo_(musica)http://it.wikipedia.org/wiki/Mascionihttp://it.wikipedia.org/wiki/1984

  • 37

  • 38

    La Loggia dei Militi è un edificio storico cremonese,

    certamente uno dei più antichi della città.

    Un'iscrizione sulla lapide murata nella facciata

    dell'edificio specifica che la Loggia dei Militi fu

    edificata nel 1292. La Loggia dei Militi era il luogo di

    riunione della "Società dei Militi", una società che

    esisteva già da molto tempo prima della costruzione di

    questo edificio e alla quale appartenevano i più ricchi

    ed eminenti abitanti della città e del suo territorio.

    Oltre che alle riunioni sociali, l'edificio serviva alla

    custodia di bandiere, statuti e altri oggetti sociali.

    Secondo uno schema architettonico presente anche in

    altri edifici civili lombardi del tempo, la Loggia dei

    Militi è costituita da due ambienti rettangolari

    sovrapposti. Sotto il portico viene conservato l'emblema

    di Cremona, una composizione scultorea costituita da

    due Ercoli che reggono lo stemma cittadino (Ercole,

    secondo la leggenda, fu il fondatore di Cremona).

    L'emblema di Cremona non si trovava però qui in

    origine; vi fu trasferito dalla porta Margherita,

    demolita nel 1910.

  • 39

    Il Torrazzo di Cremona, situato accanto al duomo

    di Cremona, è il simbolo della città lombarda. Si

    tratta del campanile storico più alto d'Italia. Da

    una lapide murata alla base del Torrazzo di

    Cremona si legge quella che per molto tempo è

    stata ritenuta l'altezza del medesimo. Secondo

    alcune misurazioni l'altezza è risultata pari a

    112,27 m. Scavi archeologici condotti agli inizi

    degli anni ottanta del Novecento hanno

    dimostrato la presenza di strutture sottostanti la

  • 40

    torre, da ricollegare a un'area cimiteriale posta

    nei pressi dell'antica cattedrale o a strutture

    romane antecedenti. La tradizione popolare vuole

    la sua prima edificazione nel 754. Si sono

    comunque distinte quattro fasi nello sviluppo della

    costruzione della torre: una prima, risalente

    al terzo decennio del XIII secolo, fino alla terza

    cornice marcapiano; una seconda al 1250-1267,

    fino al cornicione sottostante la quadrifora; una

    terza, verso il 1284, come raccordo per la quarta

    fase, rappresentata dalla guglia marmorea

    (ghirlanda) terminata entro il 1309.

    Nel Torrazzo, al

    quarto piano, è stato

    in seguito

    incastonato uno

    degli orologi

    astronomici più

    grandi del mondo.

    Costruito da

    Francesco

    e Giovanni Battista

    Divizioli (padre e

    figlio) tra gli

    anni 1583-1588,

    l'orologio

    rappresenta la volta

    celeste con le costellazioni zodiacali attraversate

    dal moto del Sole e della Luna.

  • 41

    Dal Torrazzo di Cremona

    ha preso nome il dolce

    originario e tipico della

    città lombarda, il torrone.

    Il torrazzo ospita un

    concerto di 7 campane

    intonate in scala di Lab2

    maggiore, fuse tutte nel

    1744 dal fonditore

    milanese Bartolomeo

    Bozzio. È inoltre presenta

    un'ottava campana detta

    "campana delle ore" fusa

    nel 1581 . che emette la nota Re bemolle3.

  • 42

    IL PARTICOLARE

    DI QUALE IMMAGINE FA PARTE QUESTO

    PARTICOLARE? _______________________

  • 43

    E QUESTA? _________________________

  • 44

    COMPLETA A_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 1)

    E’ lo studio di come sono costruiti i monumenti.

    T_ _ _ _ _ _ _

    2) Si trova accanto al Duomo.

    B _ _ _ _ _ _ _ _ _ 3)

    Luogo in cui si battezza.

    D_ _ _ _

    4) Cattedrale della città di Cremona.

    L _ _ _ _ _

    5) Lo è dei Militi.

    C _ _ _ _ _

    6) C’ è la piazza e c’è il palazzo del …

    C _ _ _ _ _ _

    7) Fanno un vero concerto. Suonano nel Torrazzo.

    Cos’ è venuto fuori? Per saperlo riporta qui sotto le

    lettere con i trattini in rosso.

    ___________________.

  • 45

    TROVA LE DIFFERENZE

    Ci sono 4 differenze!!!

  • 46

    DECIFRA IL CODICE…

    A= ψ B=Ђ C=β D=δ E=Ж F=б G=◙ H=ע

    I= گ L=۩ M= N=۞ O= ‡ P=≈ Q= ▓ R=◄

    S=₤ T= ₧ U=₪ V= Һ Z=Ω

    β◄Ж‡۞

    Lavoro prodotto da: Alessia Balachia, Carlotta Bianchi

  • 47

    Il palazzo comunale e la piazza

    del comune di Cremona

    Il centro storico di Cremona ha il suo vertice artistico nella medievale Piazza del Comune, spazio urbano assai unitario e suggestivo che si può vantare di alcuni dei maggiori monumenti medievali italiani.

    Dal 1093 il Comune lottò con i Comuni vicini per ampliare e difendere il proprio territorio. Le guerre furono numerose e spesso vittoriose come nel 1107 per il possesso di Tortona. Il Palazzo del Comune è stato fondato nel 1206 con la forma architettonica tipica del broletto lombardo e successivamente ampliato nel 1245. La struttura medievale del palazzo non ha subito modifiche fino alla fine del XV secolo. Lo spazio interno, che prevedeva un'unica grande sala per le riunioni del popolo del Comune, fu suddiviso in nuovi ambienti di

  • 48

    minori dimensioni tra i quali la cappella, oggi Sala dei violini (che viene trattata a parte), la Sala del Consiglio dei Decurioni, oggi Sala della Consulta e una galleria d'accesso, oggi Salone dei quadri, sede del Consiglio Comunale.

    Il broletto arengario identifica, nelle città

    lombarde,

    a partire dall’ XI secolo, l'area recintata dove

    si svolgevano le assemblee cittadine e

    l'amministrazione della giustizia.

    Il cortile interno del palazzo venne aperto mediante arcate, creando a piano terra un porticato d'accesso. Venne infine abbassato di quasi un metro il livello della piazza e del cortile per diminuire il dislivello con le strade circostanti: Cremona conserva ancora nel suo impianto urbanistico l'originaria forma di un terrazzamento fluviale fondato come colonia romana in un'ansa del fiume Po. In una sala di questo Palazzo è in esposizione la collezione

    http://it.wikipedia.org/wiki/Arengohttp://it.wikipedia.org/wiki/Lombardiahttp://it.wikipedia.org/wiki/XI_secolo

  • 49

    di strumenti ad arco, fra le più importanti che si conoscano. Gli strumenti esposti tracciano la storia di quella che è stata la più grande scuola liutaria di ogni tempo, nata e sviluppatasi in Cremona dalla prima metà del XVI secolo alla prima metà del XVIII secolo.

  • 50

    Individua nel seguente schema le parole sotto riportate.

    A T N B H E D F J G M O P L F U T Q D E A R C A T E O N D R S T P F O L F I B N G O H L O H O N B F E N P C L E P I A Z Z A E Q V I S L N Y Z S P O R T I C A T O

    Tortona Piazza Secolo Arcate Po Porticato Medioevo

  • 51

    Il Museo di Storia Naturale di Cremona

    Il nucleo

    originario

    della sezione

    scientifica,

    come per

    altre sezioni

    del Sistema

    Museale

    della Città di Cremona, è costituito dal lascito

    Ala Ponzone.

    A questo primo nucleo si sono aggiunte, in

    tempi successivi, altre raccolte donate

    prevalentemente da naturalisti locali. Le

    collezioni scientifiche hanno seguito le

    vicissitudini del Museo Civico "Ala Ponzone"

    in Palazzo Affaitati-Ugolani Dati fino agli anni

    '50, momento in cui si decise il loro

  • 52

    spostamento presso Palazzo dell'Arte. Qui

    venne inaugurato, in concomitanza con la

    settimana dei Musei il 30 ottobre 1958, il

    "nuovo" Museo Civico di Storia Naturale di

    Cremona.. Poi, negli anni Novanta, il

    trasferimento nella sede presso il Parco del

    Vecchio Passeggio. In questo nuovo ritorno

    presso Palazzo Affaitati-Ugolani Dati, il

    percorso proposto è articolato in sezioni, il

    cui filo conduttore è rappresentato dalla

    trasformazione delle funzioni, da collezione

    naturalistica "a profitto degli studiosi di

    questa città", a istituzione che oggi si

    occupa della conoscenza e della

    conservazione del proprio territorio. Il

    percorso inizia quindi con la sezione

    storica, costituita prevalentemente dal

    nucleo originario Ala Ponzone, prosegue

    con un passaggio sistematico attraverso le

    singole discipline (mineralogia,

    paleontologia e zoologia), per arrivare alla

  • 53

    lettura del territorio. L'ambiente naturale e

    in particolare quello urbano permettono di

    introdurre un tema di grande attualità

    applicato alla situazione locale: una

    riflessione sulla conservazione della

    biodiversità.

    Lo spazio dedicato alla didattica

    interdisciplinare, a disposizione di tutte le

    sezioni del Sistema museale, porta invece

    ad una riflessione su come l'uomo utilizza

    le risorse del proprio territorio

    raccordandosi al tema del rapporto

    fiume/città che ha caratterizzato la storia

    della comunità cremonese.

  • 54

    REBUS: 6, 2, 6, 3, 6

    DILETTA E LUDOVICA

  • 55

    IL BATTISTERO DI CREMONA

    Il Battistero di San Giovanni Battista è il battistero di Cremona,

    situato accanto al duomo della città. È alto 34 metri e ha un diametro

    di 20.50 metri; la pianta dell'edificio è ottagonale, con riferimento

    numerologico all'otto (che era l'unione del sette, il tempo, più l'uno,

    Dio, quindi simboleggiava eternità).

    Fu iniziato nel 1167 in muratura di laterizi; nel 1370 vi venne posta la

    statua bronzea dell'arcangelo Gabriele che si può ammirare presso

    la volta. Notevole fu lo sforzo di creare la copertura a cupola, che

    anticipò di circa due secoli la famosa cupola di Santa Maria del Fiore a

    Firenze.

    Fu comunque solo durante l'epoca rinascimentale, dopo alcuni

    restauri ed ampliamenti, che la costruzione ha assunto il suo assetto

    attuale (furono rifatte, tra l'altro, la pavimentazione, la copertura

    in marmo di alcune pareti ed il tetto con la volta).

    L'esterno aveva originariamente tre porte, ma quelle sud ed est

    vennero chiuse nel 1592; oggi resta solo quella nord, affacciata sulla

    piazza, composta da un portico con due leoni stilofori, similmente

    al protiro del Duomo.

    La copertura è in marmo, che riprende la facciata del Duomo, ma solo

    su alcuni lati, mentre sugli altri è in laterizio a vista. Nella fascia

    superiore corre una galleria con archetti a tutto sesto, tipicamente

    romanica, che riprende sempre elementi della vicina cattedrale.

    Sul lato meridionale sono murate le unità di misura cittadine fissate

    nel 1388.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Battisterohttp://it.wikipedia.org/wiki/Cremonahttp://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Cremonahttp://it.wikipedia.org/wiki/1167http://it.wikipedia.org/wiki/Lateriziohttp://it.wikipedia.org/wiki/1370http://it.wikipedia.org/wiki/Arcangelo_Gabrielehttp://it.wikipedia.org/wiki/Volta_(architettura)http://it.wikipedia.org/wiki/Cupolahttp://it.wikipedia.org/wiki/Cupola_di_Santa_Maria_del_Fiorehttp://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_rinascimentalehttp://it.wikipedia.org/wiki/Marmohttp://it.wikipedia.org/wiki/1592http://it.wikipedia.org/wiki/Protirohttp://it.wikipedia.org/wiki/Lateriziohttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Galleria_(architettura)&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/1388

  • 56

    La luce penetra all'interno da una doppia serie di bifore sovrapposte e

    dalla lucerna alla sommità della cupola.

    Su ciascuna parete sono appoggiate due colonne, come sobria

    decorazione sullo sfondo del laterizio. Infine si aprono in alto una

    serie di balconate tutto intorno.

    Il Battistero ospita un fonte battesimale cinquecentesco, che

    troneggia al centro dell'interno con la sua grande cisterna, ottagonale

    come la pianta dell'edificio. L'interno è inoltre abbellito da un

    crocifisso trecentesco, posto sull'altare opposto all'entrata da

    una confraternita nel 1697. Ai lati sono presenti altri due altari, a

    sinistra con una Madonna Addolorata, attribuita a Giacomo Bertesi, e

    quello di destra, dedicato a San Biagio, fatto costruire dalla

    confraternita cittadina dei cardatori lanieri tra il 1592 e il 1599. Il

    blocco monolitico di marmo rosso di Sant'Ambrogio di

    Valpolicella presso Verona è opera di Lorenzo Trotti.

    Sono presenti anche due statue di legno raffiguranti San Filippo

    Neri ed San Giovanni Battista, opere di Giovanni Bertesi, ed altre

    statue e frammenti risalenti all'epoca medievale.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Biforehttp://it.wikipedia.org/wiki/Confraternitahttp://it.wikipedia.org/wiki/1697http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giacomo_Bertesi&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/San_Biagiohttp://it.wikipedia.org/wiki/Cardaturahttp://it.wikipedia.org/wiki/1592http://it.wikipedia.org/wiki/1599http://it.wikipedia.org/wiki/Monolitohttp://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Ambrogio_di_Valpolicellahttp://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Ambrogio_di_Valpolicellahttp://it.wikipedia.org/wiki/Veronahttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Lorenzo_Trotti&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/San_Filippo_Nerihttp://it.wikipedia.org/wiki/San_Filippo_Nerihttp://it.wikipedia.org/wiki/San_Giovanni_Battistahttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giovanni_Bertesi&action=edit&redlink=1

  • 57

    E ora si

    gioca! trova le definizioni e

    scoprirai lo scultore

    dell’altare di San

    Biagio.

    1 è l’iniziale del santo

    che battezzò Gesù

    2 l’ultima lettera di

    san Filippo

    3 la prima lettera

    dell’alfabeto

    4 c’è sulla cima del battistero

    5 l’ultima lettera

    6 l’iniziale di una cosa grande e blu

    7 la bocca aperta

    8 guarda la definizione 3, è quella dopo __ __ __ __ __ __ __ __ __ __

    __ __ __ __

    9 l’iniziale di un animale con la proboscide

    10 il ringhio

  • 58

    11il cognome di un Lorenzo che scolpì il blocco di

    Sant’ Ambrogio

    12 uguale al nove

    13\14 le ultime lettere sono l’affermazione per eccellenza

    LA CHIESA DI SAN MICHELE

    La Basilica di San Michele Vetere è una chiesa di Cremona. Fu

    la cattedrale della città dal 1124 al 1190.

    La tradizione vuole che il tempio sia stato costruito in

    epoca longobarda. I primi documenti attestano l'esistenza di una

    chiesa a partire dall'VIII secolo.

    Nell’ XI secolo, come attesta un documento del vescovo Landolfo, la

    vecchia chiesa doveva presentarsi deteriorata a causa del tempo,

    oltre ad essere del tutto inadeguata ad accogliere un numero

    maggiore di fedeli. Fu quindi innalzato un nuovo edificio, in stile

    romanico, le cui dimensioni coincidevano con quelle dell'attuale

    edificio. Il tempio si presentava a tre navate, ognuna delle quali

    terminava con un'abside (solo quella centrale è sopravvissuta ai

    successivi interventi). Il presbiterio fu realizzato decisamente più in

    alto rispetto alle navate, e sotto di esso fu scavata la cripta, anch'essa

    a tre navate.

    Nel XIII secolo la chiesa subì un rifacimento, che interessò in modo

    particolare la navata principale. In questa occasione, gli archi a tutto

    sesto che sostenevano le pareti furono sostituiti da archi a sesto

    http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_(edificio)http://it.wikipedia.org/wiki/Cremonahttp://it.wikipedia.org/wiki/Cattedralehttp://it.wikipedia.org/wiki/1124http://it.wikipedia.org/wiki/1190http://it.wikipedia.org/wiki/Longobardihttp://it.wikipedia.org/wiki/VIII_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/XI_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_romanicahttp://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_romanicahttp://it.wikipedia.org/wiki/Navatahttp://it.wikipedia.org/wiki/Absidehttp://it.wikipedia.org/wiki/Presbiteriohttp://it.wikipedia.org/wiki/Criptahttp://it.wikipedia.org/wiki/XIII_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/Arco_a_tutto_sestohttp://it.wikipedia.org/wiki/Arco_a_tutto_sestohttp://it.wikipedia.org/wiki/Arco_a_sesto_acuto

  • 59

    acuto, tipici dell'architettura gotica. L'intervento però non interessò il

    presbiterio, che mantenne le originali caratteristiche romaniche[2].

    Ulteriori interventi si ebbero nei secoli successivi, in particolare

    nel XIX secolo. Nel 1848 la costruzione del nuovo campanile

    comportò la demolizione dell'abside di sinistra e

    nel 1861 il prevosto don Carlo Tessaroli intraprese una serie di

    restauri allo scopo di riportare la facciata della chiesa all'aspetto che

    essa aveva al termine del XIII secolo.

    Notevoli interventi di restauro si ebbero nel 1911, quando il prevosto

    don Giovanni Varischi fece cancellare, dall'interno della chiesa, tutte

    le aggiunte e le modifiche apportate durante gli ultimi secoli, e

    ripristinò la volta a crociera.

    LA BASILICA DI SAN MICHELE

    http://it.wikipedia.org/wiki/Arco_a_sesto_acutohttp://it.wikipedia.org/wiki/Stile_goticohttp://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Michele_(Cremona)#cite_note-Bonometti-2http://it.wikipedia.org/wiki/XIX_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/1848http://it.wikipedia.org/wiki/Campanilehttp://it.wikipedia.org/wiki/1861http://it.wikipedia.org/wiki/Prevostohttp://it.wikipedia.org/wiki/1911

  • 60

    L’INTERNO DELLA CHIESA

    L'interno della chiesa, illuminato da finestre ogivali aperte nel XIX

    secolo, è a tre navate sorrette da esili colonne marmoree. Nello

    spessore del muro delle navate minori, si aprono alcune cappelle

    laterali, realizzate nel XV secolo. Una di esse conserva

    un trittico di Bernardino Campi raffigurante la Natività, San

    Leonardo e Santa Teodora.

    Nel catino absidale è realizzato un grande affresco raffigurante il

    Cristo Giudice, risalente alla fine del XII secolo e pertanto

    appartenente alla primitiva costruzione romanica.

    Nella cripta, anch'essa a tre navate sostenute da una duplice fila di

    colonnine, sono visibili alcuni capitelli risalenti al periodo alto

    medievale uno dei quali si presume essere di epoca longobarda.

    L'altare della Chiesa è stato ristrutturato nel 2007 ed esposto per un

    certo periodo in Duomo, come omaggio alla sua bellezza. I quadri

    presenti lungo le navate sono spesso rimossi per partecipare a mostre

    itineranti di alto valore.

    La statua di San Michele che soggioga la Bestia, si trova a destra

    dell'altare ed è riconosciuta come una delle più maestose d'Europa.

    La chiesa di San Michele a Cremona è citata nelle varie guide come

    "assolutamente da vedere". Dopo la chiusura (per clausura) di San

    Sigismondo è la seconda chiesa in Cremona per importanza artistica.

    http://it.wikipedia.org/wiki/XV_secolohttp://it.wikipedia.org/wiki/Tritticohttp://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_Campihttp://it.wikipedia.org/wiki/Nativit%C3%A0http://it.wikipedia.org/wiki/San_Leonardohttp://it.wikipedia.org/wiki/San_Leonardohttp://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Santa_Teodora&action=edit&redlink=1http://it.wikipedia.org/wiki/Affrescohttp://it.wikipedia.org/wiki/XII_secolo

  • 61

    LA FACCIATA DELLA CHIESA

    La facciata a salienti, in mattoni a vista, ha linee semplici. Quattro

    semicolonne suggeriscono la suddivisione interna in navate, mentre

    lungo le linee del displuvio corrono delle serie di archetti pensili. Un

    piccolo rosone centrale e due bifore danno luce alla navata maggiore.

    Un curioso quanto evidente effetto visivo è dato dalla differente

    colorazione dei mattoni della parte inferiore della facciata, rispetto al

    resto del tessuto murario, probabilmente a causa dell'umidità

    risalente dal suolo.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Facciata_a_salientihttp://it.wikipedia.org/wiki/Bifora

  • 62

    LA FACCIATA DELLA CHIESA

  • 63

    E ORA SI GIOCA!

  • 64

    LA CHIESA DI SAN SIGISMONDO

    La chiesa di San Sigismondo si trova in largo Bianca Maria Visconti,

    presso l'Ospedale Maggiore, a Cremona.

    È situata alla periferia di Cremona e rappresenta una delle chiese più

    belle della città. Contiene numerosi affreschi di artisti famosi come

    Antonio Campi. All'interno dell'apparato architettonico si individuano

    anche un bel chiostro che nel refettorio monastico custodisce la bella

    Ultima Cena di Tommaso Aleni.

    È stata per diversi anni, dopo la sua costruzione, monastero, poi è

    diventata parrocchia. Fino alla fine degli anni '80 era presente al suo

    interno una scuola materna, gestita da suore. Dal 1º luglio 2006 non è

    più parrocchia. Dal 2007 si stanno svolgendo lavori di ristrutturazione

    interna e nello stesso anno vi si è insediata la comunità delle suore

    di clausura domenicane, provenienti da Fontanellato (PR).

    https://it.wikipedia.org/wiki/Cremonahttps://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_(architettura)https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Campihttps://it.wikipedia.org/wiki/Chiostrohttps://it.wikipedia.org/wiki/Monasterohttps://it.wikipedia.org/wiki/Parrocchiahttps://it.wikipedia.org/wiki/1%C2%BA_lugliohttps://it.wikipedia.org/wiki/2006https://it.wikipedia.org/wiki/2007https://it.wikipedia.org/wiki/Regola_di_clausura

  • 65

    La chiesa di S. Sigismondo custodisce, tra le altre opere, un organo

    edificato nel 1861 dall'artefice cremonese Luigi Vincenzo Acerbis,

    conglobante una consistente parte dell'organo rinascimentale

    edificato nel 1567 da Giovanni Francesco Maineri nella monumentale

    cassa originale disegnata da Bernardino Campi e dorata da Matteo

    Pesenti detto "il Sabbioneta".

    Nulla sappiamo dell'autore del progetto iniziale né degli altri

    architetti che, nel corso degli anni, ebbero la guida del cantiere: la

    letteratura critica ha spesso ripetuto, senza discuterla, l'affermazione

    di Giambattista Zaist che, nel 1774, assegna a Bartolomeo Gadio,

    ingegnere militare sforzesco, il disegno della chiesa.

    È inoltre assai probabile che il disegno iniziale, dati i tempi lunghi del

    cantiere, sia stato profondamente modificato nel corso del tempo.

    Ha una struttura semplice la chiesa di S. Sigismondo: la pianta è

    longitudinale, con transetto allineato ai muri perimetrali e navata

    unica, illuminata dalla luce chiara che viene dai larghi oculi. Tutto lo

    splendore dell'interno è nella decorazione, ricchissima e finemente

    cesellata, che riveste per intero le pareti della navata, la volta, gli

    archi d'ingresso alle cappelle, i pilastri, l'abside.

    Sorprende, soprattutto, come di recente ha sottolineato Marco Tanzi

    (1999) il "tono generale di felicità quasi pagana" che s'avverte nelle

    parti ornamentali degli affreschi: "pareti stipate di mascheroni

    grotteschi, animali fantastici, viluppi vegetali, nudità maliziosamente

    spudorate: negli anni del Concilio di Trento simili licenze da boudoir

    rappresentano un unicum profano nella pittura religiosa dell'Italia

    settentrionale".

    La campagna decorativa iniziò nel 1535 e a partire da quel momento

    S. Sigismondo divenne il cantiere più vivace della città; qui, nei

    trent'anni che durerà l'impresa, passeranno infatti gli artisti migliori

    https://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_Campi

  • 66

    di quel tempo, i più moderni Camillo Boccaccino, Giulio e Antonio

    Campi, Bernardino Campi, Bernardino Gatti, e qui, in S. Sigismondo,

    nasce la particolare declinazione cremonese della maniera.

    Il programma iconografico, forse elaborato da Marco Gerolamo Vida,

    allora vescovo di Alba, ma cremonese d'origine e letterato finissimo,

    è organizzato attorno alla figura di Cristo.

    La scelta compiuta dai soprastanti della fabbrica fu, da subito, di

    altissimo livello. Venne infatti chiamato, per primo, Camillo

    Boccaccino, figlio del più grande pittore cremonese della generazione

    precedente, Boccaccio Boccaccino. Il contratto con la fabbrica di S.

    Sigismondo, firmato il 25 maggio 1535, affidava a Camillo Boccaccino

    la decorazione a fresco della calotta absidale e della volta del

    presbiterio, da compiere entro due anni, e precisava i principali

    soggetti da svolgere; pochi anni dopo, nel 1540, chiesero a Camillo di

    affrescare anche le pareti del presbiterio con due grandi scene della

    vita di Cristo, la Resurrezione di Lazzaro e Cristo e l'adultera.

    Insieme a Camillo, o poco tempo dopo, era giunto nel cantiere di S.

    Sigismondo anche Giulio Campi per la pala grande da porre sull'altar

    maggiore. Secondo il desiderio dei committenti la pala doveva

    raffigurare la Madonna in gloria con Bianca Maria e Francesco Sforza

    e i santi Crisante, Daria, Sigismondo e Girolamo. Probabilmente nel

    1539 la pala era compiuta, con un paio d'anni di ritardo sui tempi

    previsti dal contratto, e a partire dal 14 aprile di quell'anno Giulio

    cominciò a lavorare alla decorazione a fresco del transetto che, nella

    parte ornamentale, ripete esattamente lo schema stabilito da Camillo

    Boccaccino per il fregio dell'abside.

    Attorno al 1545, o poco dopo, per il tramite probabilmente di Camillo

    Boccaccino, che gli era amico, comincia a lavorare in S. Sigismondo

    anche Bernardo Campi.

  • 67

    Per tutto il corso degli anni Sessanta proseguirono, infatti, i lavori

    nella navata maggiore, affidati alle cure di tutti gli artisti presenti in

    cantiere: Bernardino Campi, Bernardino Gatti, Giulio Campi tessono,

    nelle vele delle volte e nel cornicione, arazzi di figure fantastiche, di

    putti, di animali esotici, di motivi vegetali e ornamentali; dipingono,

    al centro delle vele, piccole, raffinatissime storie sacre a monocromo

    e, negli spazi triangolari rimasti liberi, inseriscono le nobili, pensose

    figure dei Profeti. Tra il 1564 e il 1567, la campagna decorativa venne

    estesa ai pilastri della navata.

    Carlo e Gioele

  • 68

    ARTE A CREMONA

    S C U L T U R E

    Cremona è una città d’arte tra le più rinomate d’ Italia,

    possiede un ricco e variegato patrimonio monumentale e un

    sistema museale tra i più importanti a livello nazionale.

    Per cominciare vi presentiamo l'emblema di Cremona, cioè

    una composizione scultorea costituita da DUE ERCOLI

    CHE REGGONO LO STEMMA DELLA CITTÀ.

  • 69

    In origine la scultura – eseguita da Antonio Campi, pittore e

    scultore della seconda metà del XVI secolo - era posta

    sopra la Porta Magherita ed una statua era rivolta verso la

    città mentre l'altra verso la campagna. Nel 1910 la porta fu

    abbattuta in omaggio della modernità e dei nuovi mezzi di

    trasporto ed in seguito l'opera fu posta sotto il portico del

    Palazzo dei Militi nella Piazza del Comune, dove la si può

    ammirare anche ora.

    L'origine mitologica di Cremona risale alla leggendaria

    forza di Ercole, il quale riuscì a scacciare con la clava i

    ladroni che saccheggiavano quelle terre, mettendole al

    sicuro.

  • 70

    In secondo luogo, la facciata del Duomo di Cremona, uno

    dei massimi monumenti della città, è decorata da numerose

    statue, realizzate in epoche diverse che vanno dal 1100 al

    1300 sia nel più essenziale stile romanico che nel più

    ricercato stile gotico.

    Tra le altre spicca la statua della MADONNA CON

    BAMBINO AL CENTRO DELLA LOGGIA DEL DUOMO

    Ricordiamo poi tra le varie opere DEL MUSEO CIVICO DI

    CREMONA IL BUSTO DI QUINTO LABIENO (39 a.C.), un

    generale romano.

  • 71

    In ultimo, vi illustriamo la STATUA DI BALDESIO

    ESPOSTA NEL CORTILETTO DEL TORRAZZO DI

    CREMONA, il campanile storico più alto d'Italia (m. 110

    circa) e simbolo della città. Baldesio, secondo la leggenda fu

    un eroe cittadino. Così come il nostro Gagliaudo con la sua

    astuzia salvò Alessandria dall'assedio di Federico

    Barbarossa, allo stesso modo, Baldesio, grazie alla propria

    abilità nel gioco delle bocce ed alla sicurezza nelle proprie

    capacità, sfidò il figlio di Federico Barbarossa e, vincendo

    la partita a bocce, ottenne come premio l'esenzione dalle

    tasse per l'intera Cremona.

    La statua lo raffiguara in procinto di lanciare la boccia e si

    caratterizza per il fatto di essere stata in origine

    interamente dipinta, come si può notare dal pigmento rosso

    sulle labbra e nero sulla barba.

  • 72

    A F F R E S C H I

    I dipinti maggiori sono principalmente costituiti dagli

    AFFRESCHI DEL DUOMO DI CREMONA, che

    rappresentano uno dei più importanti esempi dell'arte

  • 73

    figurativa lombarda del periodo, tanto che il duomo di

    Cremona veniva definito come la "Cappella Sistina della

    Pianura Padana", paragonandolo alla celebre cappella del

    Vaticano affrescata da Michelangelo. Gli affreschi della

    navata maggiore furono eseguiti all'inizio del XVI secolo da

    artisti vari, tra i quali l'architetto Boccaccio Boccaccino,

    che decorò in particolare il catino absidale con il Redentor

    tra i Santi Marcellino,Imerio,Obobono e Pietro Esorcista.

    Altrettanto celebre è LA CROCIFISSIONE, un dipinto

    drammatico ed imponente realizzato sulla controfacciata

    dello stesso duomo dal Pordenone intorno al 1520.

  • 74

    A Cremona poi troviamo anche opere di due tra i maggiori

    pittori italiani:

    il Perugino, maestro di Raffaello, vissuto a cavallo tra il XV

    ed il XVI secolo, è autore della MADONNA COL BAMBINO

    IN TRONO TR I SANTI GIOVANNI EVANGELISTA E

    AGOSTINO, conservato appunto nella Chiesa di

    Sant'Antagostino.

  • 75

  • 76

    Il Caravaggio, artista di fama universale vissuto invece tra

    la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, ha dipinto SAN

    FRANCESCO IN PREGHIERA, che si può ammirare presso

    la Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone.

  • 77

    E ADESSO … SI GIOCA !!!!!!!

    Riconosci e dai un nome alle immagini:

    1) elocrE

    2) oneibaL otniuQ

  • 78

    3) oisedlaB

    Rispondi alle seguenti domande:

    1) Chi è il mitico fondatore di Cremona ?

    (a) Baldesio

    (b) Ercole

    (c) Quinto Labieno

  • 79

    2) Cosa realizzò Boccaccio Boccaccino?

    (a) La Porta Margherita

    (b) Il Torrazzo

    (c) Gli affreschi del catino absidale del duomo

    3) Chi ha dipineto La Crocifissione sulla controfacciata del Duomo?

    (a) Pordenone

    (b) Perugino

    (c) Caravaggio

  • 80

    SOLUZIONI!!!!!!

    Ercole – Quinto Labieno – Baldesio

    1)= (b) 2)= (c) 3= (a)

    Se hai risposto correttamente a tutte le domande ed hai ricostruito ogni nome allora significa che hai appreso il significato di questo testo e se non sei ancora stato a Cremona speriamo di averti invogliato a visitarla perchè ne vale veramente la pena !!!!!!

    Se invece non hai raggiunto questo risultato, corri a rileggere il testo per poi poterti guadagnare l’attestato di ESPERTO CREMONESE!!!!!

    Erica e Annalisa

  • 81

    ATTESTATO DI AUTENTICO

    “ESPERTO CREMONESE”

    COME TALE CANDIDATO ALLA

    PROSSIMA VISITA DELLA CITTA' DI

    CREMONA IN QUALITA' DI AIUTO

    GUIDA TURISTICA

    conseguito da

    …......................... …..........................

  • 82

    Buon Viaggio e soprattutto

    Buon Divertimento !!!

  • 83

    Soluzioni del cruciverba di “Cremona A”

  • 84