Bassa Voce - novembre 2006

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L’edilizia nel distretto di Orzinuovi Mille aziende, per metà a conduzione artigianale Editoriale Edito da Communitas – www.communitasbs.it anno II Mensile gratuito di informazione locale – n° 10 NOVEMBRE 2006 "La piccola dimensione delle imprese edilizie e la bassa specializzazione della manodopera, per lo più composta da extracomunitari, potrà rivelarsi un problema di non poco conto per lo sviluppo economico, qualitativo, nonché culturale della nostra zona e per l'espansione futura del settore". E' sulla base di questa riflessione che la Con- fartigianato di Brescia e la Bcc di Pompiano e della Franciacorta hanno recentemente tenuto a Orzinuovi il con- vegno "Riqualificazione della manodopera nel settore edilizio". "Dall'analisi elaborata dalla Bcc di Pompiano in merito al distretto di Orzinuovi - commentano gli organizzatori dell'incontro - si evidenzia quanto questo, che po- trebbe sembrare un non problema, dal momento che quello delle costruzioni è tra i pochi settori non travolti dal- la crisi, possa invece diventarlo, se non viene affrontato con ragionamenti seri e di prospettiva da parte degli at- tori economici e sociali presenti sul territorio". Il convegno ha preso spunto dai ragionamenti che il direttore ge- nerale della Bcc, Luigi Mensi, ha messo nero su bianco nell'opuscolo "Lo stato di salute dell'economia locale e gli scenari futuri". Sono più di mille le aziende, per la metà a conduzione artigianale, che operano nel comparto edile nel distretto di Orzinuovi (un territorio omogeneo, comprendente i comuni della fascia occidentale della pro- vincia, al confine con il territorio cremonese, i quali, fatta eccezione per Orzinuovi, che è anche polo commercia- le di attrazione della zona, presentano una vocazione prevalentemente agricola e artigianale). Riccardo Caffi continua nello speciale a pag. 8

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Bassa Voce - novembre 2006

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L’edilizia nel distretto di OrzinuoviMille aziende, per metà a conduzione artigianale

Editoriale

Edito da Communitas – www.communitasbs.it

anno II Mensile gratuito di informazione locale – n° 10 NOVEMBRE 2006

"La piccola dimensione delle imprese edilizie e la bassa specializzazione della manodopera, per lo più compostada extracomunitari, potrà rivelarsi un problema di non poco conto per lo sviluppo economico, qualitativo, nonchéculturale della nostra zona e per l'espansione futura del settore". E' sulla base di questa riflessione che la Con-fartigianato di Brescia e la Bcc di Pompiano e della Franciacorta hanno recentemente tenuto a Orzinuovi il con-vegno "Riqualificazione della manodopera nel settore edilizio". "Dall'analisi elaborata dalla Bcc di Pompiano inmerito al distretto di Orzinuovi - commentano gli organizzatori dell'incontro - si evidenzia quanto questo, che po-

trebbe sembrare un non problema, dal momento che quello delle costruzioni è tra i pochi settori non travolti dal-la crisi, possa invece diventarlo, se non viene affrontato con ragionamenti seri e di prospettiva da parte degli at-tori economici e sociali presenti sul territorio". Il convegno ha preso spunto dai ragionamenti che il direttore ge-nerale della Bcc, Luigi Mensi, ha messo nero su bianco nell'opuscolo "Lo stato di salute dell'economia locale egli scenari futuri". Sono più di mille le aziende, per la metà a conduzione artigianale, che operano nel compartoedile nel distretto di Orzinuovi (un territorio omogeneo, comprendente i comuni della fascia occidentale della pro-vincia, al confine con il territorio cremonese, i quali, fatta eccezione per Orzinuovi, che è anche polo commercia-le di attrazione della zona, presentano una vocazione prevalentemente agricola e artigianale).

Riccardo Cafficontinua nello speciale a pag. 8

2NOVEMBRE 2006

VILLACHIARA - BORGO SAN GIACOMO | 3NOVEMBRE 2006

"Quel tratto di strada che da Quinzano con-duce ad Acqualunga e Villachiara, è forseuno dei più ameni che la bassa bresciana of-fre allo sguardo del visitatore, il quale quasinon sa spiegare a se stesso il perché nelmezzo della sconfinata pianura tutto ad untratto accentuate ondulazioni del terreno gli

rammentino le delizie di verdeggianti colli-nette". Correva l'anno 1875 e lo storico Lui-gi Zerbi così descriveva la plaga che com-prendeva, l'allora comune, di Acqualunga. Iltesto dello storico milanese "Acqualunga Ro-mana, pensieri e congetture" sta a dimostra-re l'importanza passata del piccolo paeseche si affaccia sulla valle dell'Oglio. Le origi-ni di Acqualunga si perdono nella storia enella leggenda. Si è dimostrato che la zonaera già abitata in epoca preistorica, sono sta-ti infatti ritrovati manufatti risalenti all'età delbronzo; provata l'esistenza di palafitte nellaparte bassa del paese, allora zona paludosae di passaggio del fiume Oglio; arrivando fi-no sull'altipiano circondato dal fiume Frattasu cui poggiava un vasto insediamento ro-mano. Il posto ero altamente strategico,chiuso dalle anse del fiume e alto per spazia-re sui territori cremonesi. Numerosi i ritrova-menti romani che si possono ammirare oggia Brescia nel Museo di Santa Giulia.Nei secoli successivi le vicende e la storia delpaese si legano a quello delle famiglie Emili

e Fè d'Ostiani. Lasciando l'impronta sul ter-ritorio grazie a una splendida villa (ora villaPaderno) che si affaccia sulla strada princi-pale ed il retro che degrada verso l'Oglio edalla graziosa piazzetta che lascia intuire ilcortile della fortezza Emili che si ergeva sul-l'alto dosso protetto tuttora dalla Fratta.Salendo verso la piazza sono ancora visibili,sulle case che facevano parte del castello,antiche trabeazioni mentre dalla riva si scor-gono ancora i bastioni che sostenevano larocca.Secoli sono passati e la fortezza si è trasfor-mata nella piazza che conosciamo, chiusadalla chiesa e dal palazzo della Volta, ora co-munale, che con la sua mole settecentescadomina completamente la valle sottostante.Oltre a ciò che è possibile ammirare, la sto-ria lascia spazio anche alla fantasia e al mi-stero, lasciando intuire la presenza di unacittà magnifica: Ghisalba ahi bella. Ma nes-suno sa esattamente dove si trovasse e co-sa celasse. La leggenda racconta che esistail campo, oltre al quale sorgesse la città, maè sconsigliato cercarla, altrimenti una neraSignora accompagnerà il malcapitato a per-dersi con lei a Castelbertino. Ghisalba, Ca-stelbertino e la nera Signora, nessuno sa co-sa nascondino questi nomi, queste terreancora custodiscono segreti.Il paese e i suoi abitanti rendono vivo l'inte-resse per l'abitato oltre alla sua storia. Dasempre la zona limitrofa al fiume è meta dipasseggiate ed escursioni. La vocazioneprettamente agricola di questo territorio hasalvaguardato l'ambiente da insediamentiindustriali e artigianali.É stato fortemente voluto dall'Amministrazio-ne Comunale il recupero di ben 70 ettari diaree demaniali in cui sono state piantate cir-ca 22.000 piante ed essenze per ricostruireil bosco fluviale, salvando una zona di territo-rio ricca di zone umide e lanche, ultimamen-te riconosciute zone protette dalla provincia.Un operazione per il comune che non haprecedenti e rappresenta un evento impor-tante nella salvaguardia del territorio. Questazona può diventare un centro naturalistico edidattico tramite la costruzione di struttureper l'avvistamento e lo studio della fauna in

modo particolare delle colonie di uccelli chequi sostano e nidificano. A questo propositoè da segnalare la presenza nel Palazzo del-la Volta del museo civico ornitologico, checon la presenza di più di 500 animali impa-gliati, donati alla comunità dalle famiglie Fia-menghi e Dalè, rappresenta la più numerosaraccolta della zona. La visita è possibile perscolaresche e privati telefonando agli ufficidel comune di Borgo San Giacomo.Acqualunga è famosa anche per la presenzadi ottimi ristoranti in cui si può trovare la cu-cina tipica e genuina del territorio ma ancheuna ricerca di sapori e ingredienti internazio-nali. Il piatto caratteristico del borgo restanocomunque i famosi "casonsei" di Acqualun-ga, che è possibile degustare, oltre che neiristoranti, durante i festeggiamenti della San-ta Maria Maddalena patrona del paese.Numerosi e volonterosi i volontari che in que-sta piccola frazione animano le manifesta-zioni. Oltre alla festa patronale numerose ini-ziative sono mantenute dagli abitanti, comel'apertura costante dell'unico bar, quello del-l'oratorio; o la costruzione della nuova san-tella in via Case d'Oglio; o la castagnata e lafesta dell'Anziano. La vivacità e volontà degliabitanti non impedisce però che Acqualungasubisca dei disagi come la mancanza di ne-gozi, costringendo quindi a spostarsi o ad at-tendere il passaggio degli ambulanti.La logica commerciale di questi tempi è riu-scita a togliere servizi anche all'antica Ghi-salba, che però mantiene fiera la sua strut-tura sui declivi che portano al fiume ed èsempre un piacere, anche in questi giornid'autunno, passeggiare o pedalare nei din-torni, lungo le salite e discese nel territorio olungo i boschi del fiume, cercando d'imma-ginare come potevano essere questi luoghi equesto fiume, a volte così basso e secco danon più riconoscerlo, cercare di capire que-sta terra per sapere come preservarla.

Gianluca Bono

Borgo San Giacomo

Acqualunga, terra antica

Editore:Communitas - Associazione CulturaleSede in Orzinuovi, via Beethoven n. 6Sede Operativa: Via Cavour 31 Orzinuovi - BS

sito associazione: www.communitasbs.ite-mail associazione: [email protected] giornale: www.communitasbs.it/bassavocee-mail giornale: [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Brescian. 7/2005 del 28/02/05

Direttore Responsabile:Riccardo Caffi

Redazione: Carla Baronchelli, Stefania Biatta, Mauro Cinquetti, Fulvio Cominotti, Giorgio Ferrari,Valerio Gardoni, Angelo Zucchi

Progetto grafico:San Giorgio Editrice srl UnipersonaleVia Fieschi, 2/14 – 16121 Genovawww.sangiorgioeditrice.it [email protected]

Stampa: Color Art srl. - V. Industriale 24/26 Rodengo Saiano - BS

In distribuzione gratuita in 11.000 copie a:Orzinuovi, Villachiara, Orzivecchi, Pompiano, Quinzano, Borgo San Giacomo, San Paolo, Lograto,Barbariga, Corzano, Dello, Mairano, Maclodio, Longhena, Brandico

Villagana. Minuscola frazione 2 km a sud diVillachiara. Primo nucleo abitato del comu-ne. Da mille anni nobile balcone sulla valledell'Oglio. Concentrato di antichi saperi e sa-pori sconosciuto ai più. 430 abitanti nel cen-simento del 1951, solo 39 all'inizio del2006. Pugno di case e cascine, incastonatonell'ultima onda verde rimasta di quell'im-mensa marea costituita dall'inestricabile fo-resta che ricopriva l'intera vallata.Paolo Zanoni, che da tempo indaga gli avve-nimenti di storia locale, afferma: "La civiltà ègiunta fin qui risalendo le acque del fiume." Per riscoprire questo borgo conviene alloraripercorrere la valle seguendo la strada pro-veniente da Acqualunga. Magari in bicicletta,pedalando con calma e puntando gli occhialla costa. Solo così si può sentire ed apprez-zare il profumo fresco dell'erba appena fal-ciata, l'aroma della terra appena arata, il flui-re sereno e vitale dell'acqua nei fossi, l'alitoinconfondibile del fiume, la tranquillità e laprofonda quiete. Solo così si possono osser-vare gli imponenti pioppi, le querce possen-ti, i noccioli, l'edera dalle foglie scure che tut-to assale, le robinie spinose giunte

dall'America, i fusti slanciati dell'ailantogiunti dalla Cina.All'improvviso il verde si squarcia, una torrequadrata emerge, un'altra svetta.Villagana.Subito, sulla salita, un bianco leone marmo-reo alato del 1500, ci ricorda che Veneziadominò queste terre dal 1427 al 1797. Nesono passate di merci provenienti dal portofluviale, sotto gli occhi del leone marciano, diquesto antico ed elegante check-in. Il sale,più di tutto, che dal mare Adriatico venivatrasportato al porto di Villagana, estremo li-mite navigabile, in funzione fino al 1938.Poi un castello. Trasformato in palazzo nel'600 e nuovamente ristrutturato nel '900.Secondo la leggenda era uno dei 15 castellidonati da Ottone I a Tebaldo Martinengo, mi-tico capostipite della nobile famiglia. Unachiesa privata dei Martinengo contenente af-freschi del Gandino. Alcune cascine con fila-ri interminabili di pilastri in mattoni vermiglioe boschi di travi che reggono i tetti dei fieni-li. Accanto ad esse, modernissime aziendezootecniche. Infine un crocevia di stradine.Da Villagana a ovest si va per Mater Salvato-

ris, per la Madonnna del Rino, per i Morti diSan Pietro, a est verso la cascina Pateletto,nelle cui adiacenze, è stata rinvenuta unanecropoli romana del II° secolo avanti Cristoal II secolo dopo Cristo.Sì, la storia è passata da Villagana.Il Parco dell'Oglio Nord non poteva sceglieresede migliore per tenere la 2a Rassegnaeno-gastronomica della valle dell'Oglio inti-tolate "Saperi e sapori dell'Oglio". Dopo lafortunata edizione dello scorso anno tenuta aVilla Zaccaria, a Bordolano, in territorio cre-monese, tocca ora ad un comune brescianoospitare la rassegna che ha lo scopo sia dipromuovere le piccole realtà economiche eculturali presenti nel parco, sia di valorizzarei piccoli centri.Domenica 3 dicembre 2006, dalle ore 9.30alle 19.30, con orario continuato ed ingres-so libero, più di 80 espositori, in rappresen-tanza di realtà economiche e culturali consede in uno dei 34 comuni che compongo-no il Parco dell'Oglio, metteranno in mostra ilmeglio della loro produzione.Associazioni ed aziende di prodotti tipici, maanche editori locali, pro-loco, associazioni

culturali, esporranno le loro produzioni od at-tività. In mattinata, verso le 11 ci sarà l'inau-gurazione ufficiale dell'iniziativa nell'elegantesalone del palazzo Martinengo, apposita-mente aperto per l'occasione.Val la pena di vedere Villagana.

Forse solo ora si inizia a riscoprire il valore diquesto centro.Piccolo. Ma carico di saperi. Di sapori. Di sto-ria. E perché no, di futuro.

Giuseppe Riccardi

Villachiara

Villagana: saperi e sapori dell'Oglio

4 | ORZIVECCHI – POMPIANONOVEMBRE 2006

E' forse una delle ultime "sagre" ad aver visto la luce ma,il suo stile non poteva essere più legato al nostro territo-rio di così!E'bene ricordare che la prima idea venne nel 1999 all'al-lora Amministrazione Comunale che, non si sa come, de-cise d'iscrivere il nome di Pompiano nel Guinnes dei pri-mati, quello vero, inglese di nascita e mondiale pervalidità! E così si fece il salame "appeso" più lungo delmondo!Poi, vista la partecipazione della comunità, si pensò di ri-petere la cosa, chiaramente non si poteva battere recordtutti gli anni, la torre campanaria non è la torre Eiffel! Maormai il solco era tracciato e non si poteva deviare…. Na-sce così il Gran Premio dei ciccioli, ovvero una gara, aper-ta a tutti, dove si valuta chi cucina " le grepole" migliori.Così la mattina presto, si piazzano le "fornele", si fa scor-ta di legna, qualcuno vorrebbe addirittura tirare dei para-venti fra l'uno e l'altro per non far vedere i propri trucchi,e dopo poco i profumi si spandono per la piazza e resiste-re è un problema, provare per credere! Ma la cucina del-le "grepole" non è velocissima, e così qualcuno ha pen-sato d'impegnare il tempo con una sfida forse non tipica

della zona ma entusiasmante e molto divertente."Facciamo una corsa con gli asini!" è l'idea che da qual-che anno costituisce il momento centrale della festa. Ungruppo di volenterosi giovanotti si cimenta nell'impresa,non sempre facile, di far correre un gruppo d'asinelli, e iltifo per l'uno o l'altro contendente, diventa da stadio.Visto che non si vuole correre il rischio d'esser definiti unpaese… buono solo con gli asini, "l'offerta" della sagra siamplia e, sfruttando la ristrutturazione della Peschiera,unlocale del 1800 in origine luogo dove si allevavano gliavannotti, ora adibito a spazio espositivo, si ospitano arti-sti locali con le loro opere, siano esse quadri o sculture, elo spazio diventa improvvisamente stretto a testimoniareche basta creare l'occasione e la bassa si rivela terra fer-tile d'ingegno e non solo di colture! A tal proposito si trovano anche dei venditori d'antiquaria-to, ma antiquariato legato alla tradizione contadina, e gi-rando fra le bancarelle capita di trovare oggetti della no-stra memoria che ci fanno sorridere e ci ricordanocom'eravamo casomai qualcuno si dimenticasse dellenostre radici.Ma, girando in piazza e scaldandoci con un buon bicchie-re di vin brulè, ci capita di sentire un dialetto tipicamenteveneziano:"ze proprio bon stò salam!"E' si, ci sono anche ospiti "stranieri"; infatti Pompiano ègemellato con l'isola di Sant Erasmo, Venezia centro di-remmo, definita l'orto del doge. Come vedete, sempre dicontadini si parla, anche se usano la gondola per andarenell'orto!Parlando di mezzi di trasporto, si possono ammirare deiveri cimeli storici motoristici: c'è il raduno delle moto d'e-poca! Fra una Guzzi "Falcone", una Gilera o una MV Agu-sta, l'occhio non si stancherebbe mai di rimirare questiesempi di tecnologia meccanica sovente frutto di un sa-piente lavoro fatto al banco con una lima!In breve, questa sagra nata quasi per caso, si è gradual-mente guadagnata il suo spazio domenicale, appunta-mento per buongustai, animalisti,artisti,meccanici,ortola-ni, alla faccia di chi pensa che nella Bassa ci siano solonebbia e mais!

Gianfranco Gatti

S. Andrea: sagra de le grèpole Pompiano

Il “nuovo” asilo compie cent’anniOrzivecchi

Transitando lungo la strada statale che attraversa ilpaese di Orzivecchi, chissà quante volte ci sarà capita-to di notare un edificio bello ed elegante con un ampiocortile, al centro del quale è collocata una statuetta az-zurra della Madonna. Questa costruzione signorile è lasede della scuola d'infanzia Don Angelo Piccinelli, unente morale il cui nome si ispira a colui che fondò que-st'opera di fondamentale im-portanza per la vita del paese.Dal 1906 ad oggi sono passatiesattamente cent'anni eppure ilpalazzo conserva il suo anticosplendore, quasi fosse statocostruito da poco. A chi attri-buire il merito di ciò? Facendoqualche domanda alla gentilis-sima segretaria che conosce amemoria ogni dettaglio dei la-vori eseguiti, scopro che negliultimi anni l'attenzione degliamministratori si è concentratasulla scelta di anticipare i pro-blemi e intervenire in diverse occasioni per prendersicura della manutenzione ordinaria dell'immobile; ven-go inoltre a conoscenza che anche recentemente sonostati effettuati interventi più consistenti per garantire lasicurezza della scuola. Tra i più rilevanti annoveriamo ilrifacimento dell'impianto idraulico, la sistemazione del-le aule e la recente conclusione dei lavori che hannointeressato il tetto della costruzione. Inoltre nell'annoscolastico 2004/2005 si è pensato di chiudere il por-tico esterno, fino ad allora scarsamente utilizzato, perfarne un deposito dei giochi e del materiale a disposi-zione dei piccoli, in modo da recuperare razionalmen-te uno spazio aggiuntivo.E' un piacere verificare che talvolta le cose funzionanobene. Allora mi pongo una domanda: si tratta unica-mente di opere di sistemazione esteriori, di facciata,che puntano solo ad abbellire il palazzo esternamente?A questo punto proseguo la ricerca e i miei dubbi for-tunatamente vengono sciolti: anche all' interno lascuola materna di Orzivecchi risulta efficiente e ben

gestita, si presenta come un ambiente sereno dove 73bambini, divisi in 3 sezioni miste, possono trovare nonsolo un luogo accogliente ma anche persone prepara-te e disponibili all'ascolto, in una fase delicata e pienadi incertezze come la loro, caratterizzata dal difficile di-stacco dall'ambiente familiare.Fare in modo che i bambini si inseriscano pienamente

in questa nuova dimensione richiede tanta pazienza,capacità di ascolto ma anche inventiva e originalità. E'su questi aspetti che le insegnanti e la suora stanno la-vorando durante le attività didattiche organizzate in la-boratori, tra cui il corso di musica, e i nuovi progetti di"acquaticità", in piscina, per i grandi e di psicomotricità- corso inserito anche per i piccoli con il nome di "ma-nualità". Gli insegnanti saranno coadiuvati da profes-sionisti esterni che li sapranno affiancare nelle varie at-tività mettendo al servizio dei bimbi le loro conoscenzespecialistiche. Alla fine dell'anno il percorso vissutosarà condiviso con i genitori nel classico appuntamen-to della festa finale, la cui organizzazione coinvolgeràgrandi e piccoli, misurando il livello di partecipazione ecollaborazione e rafforzando il senso di appartenenzache si respira durante i giochi, la lotteria, la pesca (il cuiricavato sarà come sempre utilizzato per le attività del-l'asilo), in un clima di festa che rende piacevole lavo-rare insieme.

Paccani Luisa

NOVEMBRE 2006BARBARIGA - BARGNANO - DELLO | 5

Ricorre in questi giorni il cinquantesimo della data di ulti-mazione della Casa di Riposo "Uccelli-Bonetti".La prima benefattrice è stata Maria Bonetti. Morta nel1935, dopo una vita dedicata alle opere di carità, al

conforto dei sofferenti e all'assistenza degli ammalati,donò le sue proprietà all'Ente Comunale di Assistenza,affinché fosse costruita una Casa di Riposo per gli anzianidella Parrocchia di Barbariga. L'allora Presidente dell'Eca,

Antonio Uccelli, leggendo il testamento, seguì l'esempiodella Bonetti e offrì anch'egli tutti i suoi averi per il ricove-ro. Il patrimonio della Bonetti consisteva in terreni e nellacasa posta in via Umberto I n. 61, ora via Indipendenza,mentre quello di Uccelli comprendeva una cascina e laterra annessa. Il patrimonio complessivo corrispondeva acirca 60 piò. Nel 1952 il parroco, don Luigi Ziletti, ed ilpresidente dell'Eca, maestro Vincenzo Coppini, volendoconcretizzare le disposizioni dei due benefattori, idearonodi realizzare l'attuale Casa di Riposo. Il progetto per la co-struzione fu affidato all'ing. Bonacini ed al geom. Cheru-bini di Calcinato. I lavori iniziarono nel 1953 e furono ulti-mati nel 1956. Il costo definitivo dell'opera ammontò a25 milioni di lire.La cerimonia della prima pietra si tenne il 18 ottobre1953 alla presenza del vescovo mons. Guglielmo Bosetti,dell'onorevole Eugenio Chiarini, del sindaco di Bresciaprof. Bruno Boni, del parroco don Luigi Ziletti, unitamenteal sindaco, avv. Daniele Bresciani, e alle altre autorità lo-cali.

Fu depositata nelle fondamenta una pergamena stilatadal prof. Piero Paroli, docente dell'Arnaldo, originario diBarbariga, che richiamava la finalità dell'istituzione, ossiaquella di " lenire con una perenne carità l'onere del biso-gno della vecchiaia". Il papa Pio XII ed il Presidente dellaRepubblica Luigi Einaudi, per l'occasione, inviarono tele-grammi di compiacenza e di apprezzamento per la be-nemerita iniziativa.La prima commissione amministratrice fu composta dalpresidente Luigi Bovini e dai membri Giuseppe Mosca,Maria Coppini, Isidoro Malgari, Luigi Lanzani e dal segre-tario rag. Michele Baronio. Il primo statuto fu approvato il30 luglio 1953 dall'allora Ministro dell'Interno, onorevoleAmintore Fanfani.L'opera fu attiva nel 1959, grazie anche suore Orsoline,chiamate a risiedere ed operare, come accade tuttora,nella struttura.Negli anni il fabbricato è stato più volte ampliato e ristrut-turato. I lavori più consistenti risalgono al triennio 1988-1990 su progetto dell'arch. Giacomo Rosini, finanziati

con i contribuiti della Regione Lombardia, della CassaRurale ed Artigiana di Pompiano, e con i proventi dellavendita di terreni e con fondi propri di bilancio.Ultimamente sono stati realizzati i locali per la fisiotera-pia, per la climatizzazione e per l'impianto di erogazionedell'ossigeno terapeutico in tutte le stanze dei degenti.L'attuale presidente della Fondazione è il parroco di Bar-barica, don Fausto Botticini. Vice-presidente e consiglierisono rispettivamente Ezio Lenzi, Casimiro Gnali, Giuseppi-na Tinti e Margherita Cinguetti.Oggi la Casa di Riposo ospita 35 persone, di cui due in ri-covero di sollievo, provenienti da Barbariga, dai paesi li-mitrofi, nonché dalla città. La struttura offre vitto e allog-gio, servizio di assistenza medica ed infermieristica 24ore su 24, fisioterapia, consulenza psicologica, fisiatrica ecardiologia ed attività di animazione per tutti gli ospiti.

Vittorina Ferrari

Barbariga

Casa di Riposo Uccelli-Bonetti: la carità soccorre la vecchiaia

La sindrome del cowboyE' incredibile come ci si possa dividere su tutto in Italia, ma che dico, persinofra paese e paese, no, esageriamo, fra gente dello stesso paese! E' un po' quel-lo che sta succedendo a Dello a proposito del senso unico che l'amministrazio-ne comunale ha istituito su un tratto, e ripeto "un tratto", di Via Roma. Nei nostripaesi si sa, la via chiamata "Roma" è solitamente quella centrale, quella piùvecchia, quella che collega il paese con i suoi estremi, quella più importanteinsomma. Dello non fa eccezione e questo spiega come la decisione di cam-biare la viabilità di una tale via stia sollevando così tante e vivaci polemiche.

Essendo la via più vecchia, logicamente, è anche quella con la più alta concen-trazione commerciale e… quella più stretta! Con il traffico attuale di mezzisempre più grandi ed ingombranti, tipo i mezzi della nettezza urbana o i pull-man del servizio di linea, sovente con macchine parcheggiate su ambo i latidella strada, effettivamente si creano degli ingorghi notevoli. E qui si nota chi ècolpito dalla sindrome del cow-boy!I cowboy veri, quelli dei film di Sergio Leone, legavano il loro cavallo alla stac-cionata posta fuori del saloon; i moderni cowboy, che non hanno il cavallo, mamacchine con molti cavalli nel motore, non sono cambiati "dentro" e parcheg-giano davanti al bar o al negozio. Chiaro che tutti non trovano il posto ed alloras'inventa, dando libero sfogo alla fantasia o alla… maleducazione! Il risultato èquello che dicevo prima, e cioè che a pagare sovente sono i mezzi pubblici e ipedoni.Ed è a questo punto che intervengono i commercianti, legittimamentepreoccupati di veder ridotti i loro introiti: "Sarebbe sufficiente rispettare rigoro-samente la legge esistente.Non ci sarebbero così macchine parcheggiate da ambo i lati della strada e nonsi creerebbero situazioni di pericolo per nessuno". Me lo dice un rappresentan-te dei numerosi esercizi posti lungo la via, esercizi riunitisi in comitato per farvalere le loro ragioni presso il Sindaco, avvocato Pigolotti. Quest'ultimo ribatteche la decisione è stata valutata attentamente dagli organi tecnici del comunee la questione sicurezza-vivibilità del tratto di via interessata ha prevalso su tuttele altre argomentazioni. E' inoltre convinto che dopo un primo tempo d'adatta-mento, come già successo con il senso unico istituito in Via don Guineani, lacosa non potrà che essere bene accetta a tutti, commercianti compresi. Inoltrericorda che la vicinissima piazza comunale, dispone di parcheggi sufficienti perle esigenze di tutti.Concludendo, credo che metter tutti d'accordo sia dura, ciò non toglie che chigoverna la comunità debba necessariamente prevedere soluzioni in base allemutate realtà della viabilità, mentre noi tutti dobbiamo impegnarci a modifica-re le nostre abitudini, se serve.

Gianfranco Gatti

Dello

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L’OrientaGiovani va a scuolaAll'Istituto di Istruzione Superiore "Dandolo" di Bargnano (con le sezioni distac-cate del "Turistico" e del "Giardino" di Orzivecchi) ha riaperto i battenti, nelmese di settembre, lo sportello Orientagiovani, che offre agli studenti strumen-ti concreti a supporto delle scelte professionali. Fortemente voluto dalla scuo-la, lo sportello è stato attivato, in via sperimentale, negli ultimi tre mesi delloscorso anno scolastico. Il successo riscontrato ha portato alla continuazione delprogetto anche per tutto l'anno scolastico 2006/2007, con il sostegno econo-mico della Fondazione della Pianura Bresciana, già titolare degli sportelli terri-toriali di Orzinuovi, Borgo San Giacomo, Dello e Lograto e la gestione e l'orga-nizzazione affidate alla Cooperativa Sociale "La Nuvola" di Orzinuovi.Gli studenti possono liberamente prenotare un colloquio di orientamento che lipossa aiutare a compiere scelte realistiche in maniera consapevole e autono-ma. Un orientatore esperto facilita la costruzione, da parte dei ragazzi, di per-corsi individuali che tengano conto di tutte le dinamiche in gioco: attitudini, inte-ressi, conoscenze e abilità già maturate, ma anche, naturalmente, caratteristi-che delle professioni e del mercato del lavoro, offerta universitaria e di corsipost-diploma. Nel progetto Orientagiovani a scuola, orientamento e formazio-ne sviluppano sinergicamente percorsi educativi che permettono agli studentidi vivere in maniera attiva i momenti di transizione e di cambiamento, nonchédi accrescere la capacità di prefigurare e poi costruire il proprio progetto pro-fessionale. Parafrasando il filosofo francese Michel Foucault, se la vita è carat-terizzata da continue prove è solamente occupandosi e prendendosi cura di sestessi che si può pensare di trovare un posto nel mondo. In questo senso sipone la concezione dell'orientamento oggi: una cultura che promuove la con-sapevolezza di sé e la capacità di azione, gettando così un ponte tra il mondodella scuola e quello del lavoro. Per informazioni: Sportello Orientagiovani diOrzinuovi (030/941143 - [email protected]).

Bargnano

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66°°““PPAALLIIOO DDEEGGLLII AASSIINNII””GRÈPOLE E VIN BRULÈ

ESPOSIZIONE MERCATINOANTIQUARIATO, HOBBYSTICA E

COLLEZIONISMOESPOSIZIONE MOTO D’EPOCAANIMAZIONE CON CLOWN

…… iill ttuuttttoo aaccccoommppaaggnnaattoo ddaa bbuuoonn vviinnoo ee ggrrèèppoollee iinn qquuaanntt ii ttàà

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“OMAGGIO A GERARDO SONCINA” in memoria di Luigia BoglioliOre 18,00: S. MESSA solenne presso la Chiesa Parrocchiale

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Dimostrazione dell’Associazione Norcini Bresciani, condegustazione

55aa GGAARRAA ““GGRRÈÈPPOOLLAA PPIIÙÙ BBUUOONNAA””

oorree 1111 -- CCOONNCCEERRTTOO DDII CCAAMMPPAANNEE,

dedicato a Dino Calzoni e a tutti gliscomparsi campanari di Pompiano

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Martedì 3 Ottobre 2006., si è tenuto presso l'Aula Ma-gna dell'Istituto "Grazio Cossali" di Orzinuovi un conve-gno sul tema: "Imprenditoria Femminile" tenuto dalComitato per la Promozione dell'Imprenditoria Femmi-nile della Camera di Commercio di Brescia.Il convegno rientra tra le tante attività di orientamentopost diploma che l'istituto Cossali ogni anno organizzaper gli studenti che frequentano gli ultimi anni dellascuola superiore.Il Comitato per la Promozione dell'Imprenditoria Fem-minile della Camera di Commercio di Brescia operaper sollecitare una consapevole partecipazione delladonna alle problematiche riguardanti lo sviluppo eco-nomico locale al fine di contribuire al processo di radi-camento e diffusione della cultura imprenditoriale fem-minile.Durante l'incontro sono intervenute: la rappresentantedella Camera di Commercio: Dott.ssa Antonella Vaira-no, le rappresentanti del Comitato Imprenditoria fem-minile: Dott.sse Anna Maria Gandolfi e Cristina Tazzina,la rappresentante dell'Università Statale di Brescia Fa-

coltà di Economia e Commercio: Dott.ssa Anna Codinied infine l'imprenditrice Adriana Balzi.Nel dibattito scaturito dopo gli interventi, numerosenostre studentesse hanno mostrato vivo interesse al-le problematiche emerse chiedendo ulteriori e perti-

nenti delucidazioni su quanto presentato.Le domande più frequenti, riguardavano l'aspetto fi-nanziario e burocratico per l'avvio di nuove attività. Lemaggiori perplessità sollevate dalle studentesse han-no riguardato la difficoltà di coniugare la vita familia-

re con il lavoro di imprenditrici e il racconto dei vissutidelle relatrici ha messo in luce gli aspetti culturali cheancora condizionano la piena libertà , per le donne, dioperare serenamente in un ambiente che è prevalen-temente attribuito agli uomini.Alla fine del convegno è stato distribuito un questiona-rio di customer satisfaction i cui risultati saranno con-segnati all'Istituto non appena gli stessi verranno ela-borati da un centro specializzato.Questo servirà ad individuare competenze e abilità perciascuna ragazza rispetto alla pianificazione del futuroe la contestuale predisposizione all'imprenditorialità.Visto l'entusiasmo mostrato dalle ragazze, la scuola siattiverà come ogni anno per organizzare degli stage inaziende del luogo per rafforzare le conoscenze acqui-site e contribuire così a favorire l'avvio di nuove attivitàimprenditoriali.

Prof. Giacomo Consales

6 | ORZINUOVINOVEMBRE 2006

Egregio direttore,le scrivo in merito all'articolo "Ufficio Postale,così non va" del 10 ottobre scorso, nel qualevengono segnalati alcuni disservizi presso l'uffi-cio postale di Coniolo (Orzinuovi).Ci scusiamo con i cittadini, in particolar modocon quelli più anziani che hanno denunciato dif-ficoltà nelle operazioni di riscossione della pen-

sione allo sportello a causa di un guasto tecni-co. A questo proposito informiamo che l'ufficiodi Coniolo sarà interessato nei prossimi giorni daun intervento sulla rete telematica che, grazie adun collegamento più veloce con il server centra-le, permetterà di svolgere le operazioni in modopiù rapido.Tale intervento dimostra la forte volontà di Poste

Italiane di non voler trascurare né tanto menoprocedere con alcuna chiusura dell'ufficio po-stale di Coniolo, ma bensì di offrire servizi ingrado disoddisfare tutte le esigenze dei cittadini.

Comunicazione territoriale LombardiaPoste Italiane

Promozione dell'imprenditoria femminile nelle scuole brescianeLe studentesse del Cossali protagoniste al Convegno

“Ciao Giuseppe”"Nel ricordo del caro Giuseppe,spento nel bacio di Dio"

Sei stato forte ad affrontare la tua malattia; con la speranza ditutti noi, per una prestissima guarigione; data la tua giovane età.Nonostante le nostre preghiere; preghiere di tutta la comunità diOrzinuovi, tu ci hai lasciato nel profondo di un grande dolore, deituoi cari e della tua cara Vitti; così mi chiamavi. Per me sei statocome un figlio.Abbiamo trascorso tantissimi momenti insieme; rimangono tantiricordi, ci hai voluto bene, come noi d'altronde. Ti ho visto cre-scere in questi tuoi 24 anni, appena compiuti.Il tuo sorriso, la tua bontà, la tua grande generosità rimarrannoper sempre nei nostri cuori.Ciao Giuseppe, mi manchi tanto. Sei sempre nei miei pensieri.È la tua Vitti (così mi chiamavi) che ha voluto scrivere quantoprovo per te; alcuni pensieri che vengono dal profondo del miocuore.Ciao Angelo mio!

Vittoria FranzelliOrzinuovi

Poste al lavoro per risolvere il “caso Coniolo”

Le mille difficoltà di una pacifica comunità

Da "Bresciaoggi" di lunedì 16 ottobre 2006 lettere pag. 22

Negli ultimi mesi il verificarsi contemporaneo di alcune situazioni negativeha creato un certo disagio tra la popolazione della maggiore delle frazioniorceane, posta di fronte a difficoltà il cui superamento è stato reso più dif-ficile anche a causa di voci incontrollate che rimbalzavano da una parte al-l'altra senza che si potesse valutarne l'attendibilità.Gli eventi più dannosi alla tranquillità di una comunità solitamente "pacifi-ca", sono stati la chiusura dell'ambulatorio medico, le strade "a gruviera",l'insufficiente cura degli spazi verdi e della segnaletica stradale, e non daultimo i disservizi all'ufficio postale, accompagnati da voci di una possibi-le chiusura.Viste le numerose testimonianze di malcontento, alcuni cittadini hanno de-ciso di organizzare un incontro, al quale hanno invitato i consiglieri di mi-noranza del comune di Orzinuovi, allo scopo di focalizzare le problemati-che in modo che le situazioni negative venissero portate a conoscenza delconsiglio comunale.L'incontro ha dovuto tenersi in casa di un generoso privato cittadino, per-ché all'ultimo momento, proprio nel giorno fissato per la riunione, l'ammi-nistrazione comunale ha fatto sapere che la stanza precedentemente ac-cordata presso le scuole era inagibile.Tantissime le persone accorse,tant'e' che molte sono dovute necessariamente rimanere fuori.Gli interventi circostanziati ed esposti con apprezzabile chiarezza, hannodato possibilità agli ospiti di comprendere fino in fondo le ragioni ed i di-sagi della popolazione, sia in merito ai problemi più urgenti che alle situa-zioni che da tanti anni si trascinano irrisolte (come la strada che collegaOrzinuovi a Coniolo che per un tratto di 2 km circa presenta una carreg-giata assai ridotta creando notevole pericolosità per auto e camion soprat-

tutto nel periodo invernale).I consiglieri hanno espresso la volontà di sintetizzare i capitoli dei disagiattuali in una interpellanza da presentare al sindaco prima del consigliocomunale del 30 ottobre '06. Nel frattempo alcune situazioni sembrereb-bero aver trovato un esito positivo.Dopo che la notizia della lettera di richiesta di chiarimenti inviata dai citta-dini di Coniolo alla direzione delle Poste è apparsa sulla stampa locale,l'organismo stesso replicava prontamente (attraverso una lettera al Diret-tore del quotidiano Bresciaoggi) scusandosi con i coniolesi per i disservizie garantendo la volontà di tenere aperta la filiale locale, riducendo inoltrei disagi con l'installazione di un nuovo computer. Anche la situazione del-l'ambulatorio medico dovrebbe essere risolta.Il 30 ottobre, al termine del consiglio, il sindaco ha infatti assicurato chel'ambulatorio verrà allestito presso un locale, dotato di accesso autono-mo, delle ex scuole elementari.Gli altri problemi dei coniolesi, per i quali le loro lamentele si susseguonoda più di un anno, ovvero dall'inizio della vicenda delle problematiche am-bientali, dovrebbero essere posti al primo punto all'ordine del giorno delprossimo consiglio comunale, insieme alle altre interpellanze che nella riu-nione del 30 ottobre non hanno avuto risposta per mancanza di tempo.

Angelo Zucchi

Coniolo

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A Soncino, su circa 7500 abitanti, gli stranieri regolar-mente iscritti all'anagrafe sono 438: 240 maschi e198 femmine.Nel giugno dell'anno scorso gli stranieri a Soncino era-no 398 e da allora sono aumentati di 40 unità: 18 ma-schi e 22 femmine.Sono ben 29 le nazionalità dei nostri nuovi concittadi-ni immigrati.

Le comunità più numerose sono gli indiani (235), gli al-banesi (70), i marocchini (42), i Romeni (24), gli ucrai-ni (13) ed i brasiliani (10).Sono in aumento le donne poiché è in atto il processodi ricongiungimento familiare, per cui stanno arrivandole mogli con i piccoli (i minorenni sono 112 e di questi68 sono nati in Italia).Disarticolando i movimenti, si può osservare che nelsecondo semestre dello scorso anno vi era stato unaumento di 24 unità: 12 maschi e 12 femmine.Nei nove mesi del 2006 l'aumento di 16 unità vienedato per la maggior parte dalla differenza fra nati emorti (12-1=11) e dal saldo positivo di 5 persone de-rivante dalla mobilità particolare dei cittadini stranieri.Infatti, di fronte ad una immigrazione di 59 persone,(dall'estero sono giunte solo 34 unità mentre 25 sonogiunti a Soncino da altri comuni italiani) si registrano inuscita 54 persone (27 unità trasferitisi da Soncino adaltri comuni italiani, 15 emigrati all'estero o irreperibilie 12, fra cui la prima famiglia di indiani e alcuni brasi-liani di origine italiana, che hanno acquisito la cittadi-nanza italiana).

L'immigrazione a Soncino è iniziata negli anni '80. Inquesto periodo oltre 200 di questi nostri nuovi concit-tadini hanno potuto usufruire di un concreto aiuto peril loro pacifico inserimento nel mondo del lavoro e nelnostro contesto ambientale: la scuola di lingua italianaper stranieri che a Soncino è sempre rimasta efficien-te mentre in altri centri ha avuto vicende alterne.Una cinquantina di immigrati ha potuto anche ottene-

re il diploma di scuola media inferiore, preparati in unospecifico corso serale.I corsi sono proposti in base ad una Convenzione sti-pulata fra il Comune di Soncino, l'Istituto Scolasticocomprensivo e il centro territoriale permanente per l'i-struzione e la formazione in età adulta di Crema e rea-lizzati con la partecipazione attiva di alcuni insegnantivolontari.Forse anche per questo a Soncino non si sono creatiproblemi nell'accoglienza e nella pacifica integrazionedegli stranieri che oramai hanno superato il 6% dellapopolazione. Presso la segreteria delle scuole elemen-tari sono ora aperte le nuove iscrizioni ai corsi. Chi harapporti con gli immigrati ha tutto l'interesse a diffon-dere notizie sull'iniziativa scolastica anche perché unostraniero che conosce bene la lingua, oltre ad esseremeglio inserito nella comunità, offre migliori prestazio-ni anche nell'ambiente di lavoro.Le lezioni si svolgeranno nelle ore serali del mercoledìe venerdì.

Franco Occhio per il Gruppo Insegnanti Volontari

SONCINO - ORZINUOVI | 7NOVEMBRE 2006

Riprende la scuola per stranieriSoncino

Alcuni partecipanti alla gita scolastica organizzata nel 2004 per gli alunni stranieri

La scuola dell’InterculturaOrzinuovi

Musiche etniche, balli tradizionali, canti, sventolio dibandiere, giochi e voci allegre di bimbi nei cortili dellescuole elementari di Orzinuovi, Orzivecchi, Pompiano edella scuola materna statale di Coniolo, per una interasettimana, complice il bel tempo, hanno richiamatol'attenzione di genitori e passanti sulla "Settimana del-l'intercultura", organizzata dal circolo didattico di Orzi-nuovi dal 16 al 21 ottobre '06.

Il programma delle attività, che hanno coinvolto tutti glialunni, è proseguito nelle aule e in biblioteca con la ri-cerca e la lettura di racconti e leggende di altri Paesi;nei laboratori, nell'atrio, nei corridoi di ciascun plessoper le attività iconiche e la produzione di creazioni daconservare anche per altre manifestazioni; in palestraper l'esecuzione della danza universale del sole.Maestre e maestri del circolo sono stati coinvolti, se-condo interessi, competenze, abilità, disponibilità diciascuno, per ideare e realizzare liberamente iniziativevalide ad animare la settimana dell'intercultura, ancheinvitando genitori, mediatori culturali, o altre personeche portassero in classe testimonianze della loro terrad'origine. La settimana voleva infatti favorire l'integra-zione e la socializzazione di tutti gli alunni che costitui-scono il gruppo classe, aiutandoli a conoscere le diver-se culture che ormai sono presenti nei paesi dellaBassa.Nel territorio del circolo di Orzinuovi il fenomeno del-l'immigrazione è in continua crescita e di conseguen-za anche il numero dei figli di famiglie straniere iscrittialle elementari è in progressivo aumento.

Attualmente a Orzinuovi, su un totale di 491 alunni, 74sono figli di cittadini extracomunitari. Orzivecchi conta110 iscritti, fra cui 19 stranieri.Alla elementare di Pompiano i figli di immigrati sono 20su 160 alunni e la scuola dell'infanzia di Coniolo con-ta 5 stranieri su 28 iscritti.Per favorire l'inserimento e all'integrazione degli alun-ni stranieri, specialmente se provenienti da paesi ex-tracomunitari, le scuole del circolo didattico prevedonoprogetti specifici rispondenti alle diverse realtà e alleprogrammazioni educative dei vari plessi. Non tutti glialunni stranieri già iscritti possiedono le stesse compe-tenze linguistiche.Alcuni di loro non comprendono la lingua italiana e,quindi, non sanno utilizzarla come strumento di comu-nicazione. Pertanto gli interventi didattici si differenzia-no a seconda dei singoli alunni.Altri destinatari dei progetti sono i piccoli che, in diver-si momenti dell'anno scolastico, chiedono l'iscrizionead una scuola del circolo.La scuola vive praticamente una situazione di continuaemergenza che cerca di superare anche mediante unacommissione del collegio docenti che si occupa dell'in-tegrazione degli alunni stranieri ed opera in collega-mento con gli enti del territorio ed in particolare con ilCentro Territoriale Intercultura di Manerbio, con il Cen-tro di Aggregazione Giovanile, con la Caritas, la coope-rativa La Nuvola, il comitato genitori e con i singoli co-muni con cui attivare la collaborazione da parte dimediatori culturali-linguistici.I minori stranieri soggetti all'obbligo scolastico vengo-no iscritti alla classe corrispondente all'età anagrafica,salvo che il collegio dei docenti deliberi l'iscrizione aduna classe diversa, tenendo conto dell'ordinamentodegli studi del Paese di provenienza e dell'accerta-mento di competenze, abilità e livelli di preparazionedell'alunno.

r. c.

rispettiamo l’ambiente

www.asm.it

L’ISO è l’istituto che emana gli standard validiin campo internazionale. Le norme ISO 14001riguardano i sistemi di gestione ambientale.EMAS è lo schema di gestione ed audit ambientaleprevisto dalla Comunità Europea ed è il riferimentoper l’adozione dei sistemi di gestione ambientalee per la redazione delle dichiarazioni ambientali.

*

Tutti i nostri impianti sono certificati ISO* 14001 e abbiamo ottenuto significativi riconoscimenti

- ISO 9002 servizio di distribuzione gas (1993)- ISO 9002 servizio di produzione e distribuzione di elettricità, acqua, teleriscaldamento,

gestione calore degli edifici (1994)- ISO 9001 servizio di nettezza urbana (1996)- Customer Satisfaction Award categoria “servizi” (1998)- ISO 14001 Centrale Lamarmora (1998)- EMAS centrale di produzione Lamarmora

(la prima con alimentazione anche a carbone registrata in Italia - 2001)- ISO 14001 Centrale di Ponti sul Mincio (2002)- ISO 9001:2000 (VISION 2000) servizi di produzione di energia elettrica e calore,

distribuzione di elettricità, gas e calore, ciclo idrico integrato, servizi di nettezza urbana,progettazione, costruzione e manutenzione di impianti e reti (2003)

- conferma EMAS e ISO 14001 Centrale Lamarmora (2003)- EMAS e ISO 14001 discarica di Montichiari (2003)- ISO 14001 rete del teleriscaldamento (2004)- EMAS rete del teleriscaldamento

(il primo caso in Italia di registrazione per una rete di distribuzione - 2005)- EMAS e dichiarazione ambientale della Centrale di Ponti sul Mincio (2005)

La metà dell’energiache produciamoproviene da fonti rinnovabili.Le nostre scelte ci hanno consentito:

di risparmiare 200mila tonnellate di petrolio ogni annodi eliminare 15mila camini grazie al teleriscaldamentodi evitare l’emissione in atmosfera di 500mila tonnellate l’annodi anidride carbonicadi raggiungere il 42% di raccolta differenziata, con l’obiettivo del 50%

Abbiamo anche metanizzato i nostri 600 veicoli di servizio.

NOVEMBRE 20068 | SPECIALE EDILIZIA

Continua dalla prima pagina

Seconda solo all'agricoltura, l'edilizia rappresenta quindi una importanterealtà nell'economia del distretto orceano, che negli ultimi tempi, secondoi dati riferiti dalla banca di Pompiano, non ha accusato, a differenza di al-tre zone della provincia, segni di crisi produttiva, quanto piuttosto alcunisegnali di rallentamento della crescita."Nel distretto di Orzinuovi si contano più di mille operatori che ruotano in-torno al mercato immobiliare, per cui non solo imprenditori edili - spiega ildirettore -. All'interno di questo mondo la Bcc di Pompiano e della Fran-ciacorta conta ormai più di 400 clienti con un livello di penetrazione attor-no al 35%.Un dato importante poiché la nostra analisi finanziaria si basa su un cam-pione di clientela che ritengo sia alquanto rappresentativo della realtà deldistretto". Il comparto edile del distretto appare sostanzialmente in buonasalute ed il comparto immobiliare rappresenta un settore dinamico.Poiché l'incidenza delle operazioni a medio/lungo termine sul totale degliimpieghi ha raggiunto il 64,7% di cui l'80% nel settore edilizio, dall'otto-bre 2003 la Bcc ha avviato un'attività di monitoraggio costante al fine diprevedere gli scenari del mercato ed attuare adeguate politiche finanzia-rie.Tale attività rileva come il settore edilizio non si sia fermato, anche perchéle immobiliari continuano ad avviare iniziative ed i cantieri sono pronti me-diamente ad offrire sul mercato i prodotti finiti (appartamenti, capannoni,negozi) nel giro di due anni. Tuttavia il ritardo sempre più significativo nel-la presentazione degli Stati avanzamento lavoro denota la tendenza ad al-lungare i tempi di realizzazione delle opere avviate, forse a causa di unacontrazione della domanda, dovuta alle minori disponibilità da parte dellefamiglie acquirenti. "I finanziamenti alle famiglie consumatrici - continuaMensi -, dopo una piccola pausa nel 2005, hanno ripreso a crescere, an-che se un primo campanello d'allarme, che segnala la difficoltà delle fa-miglie nel sostenere il debito, è dato dallo spostamento della durata deimutui ipotecari prima casa: da una durata media di 15 anni si è passatiad una durata media pari a 20 anni, con la tendenza a spingere il finan-ziamento fino al 100% del costo allontanandosi sempre più dal limite, ri-tenuto per anni invalicabile, che era pari all'80%".L'indagine condotta dalla Bcc rileva in particolare che l'edilizia residenzia-le sta apportando vitalità al mercato immobiliare con nuove abitazioni e ri-qualificazione del patrimonio abitativo esistente grazie anche alle agevola-zioni fiscali, mentre emerge qualche problema per l'edilizia nonresidenziale, soprattutto artigianale/industriale, che comunque dovrebbetrovare nuovi sbocchi dai primi timidi segnali di ripresa economica indu-striale."Se dal punto di vista commerciale gli scenari futuri per il settore edile ri-mangono tutto sommato positivi, è altrettanto chiaro - puntualizza Mensi -che le imprese costruttrici, soprattutto quelle piccole, qualche problemalo dovranno risolvere nel prossimo futuro". Il direttore generale della Bccdi Pompiano e Franciacorta invita gli addetti ai lavori a riflettere sul proble-ma della sicurezza nei cantieri e della scarsa professionalità delle mae-stranze."Secondo gli esperti il lavoro nero risulta la causa prima che concorre a

..edilizia nel distretto di Orzinuovi

Intervista ad Antonio Lazzaroni (Filca / Cisl)Intervista ad Antonio Lazzaroni segretario generale territoriale della Fil-ca/Cisl

IImmmmiiggrraattii ee eeddiilliizziiaa qquuaall èè llaa ssiittuuaazziioonnee aa BBrreesscciiaa??Credo non sia molto diversa dalle altre province del Nord: dai dati dellaCassa Edile, che riguardano ovviamente solo coloro che lavorano regolar-mente, siamo ormai a circa il 30% degli addetti, con circa metà dei nuoviassunti nel settore che provengono dall'estero.

QQuuaallii ssoonnoo llee nnaazziioonnaalliittàà ppiiùù pprreesseennttii??Albanesi, Marocchini e Rumeni seguiti da Slavi in genere, Tunisini, Egizia-ni ed Indiani.

LL''eeddiilliizziiaa èè nnoottaa aanncchhee ppeerr ii ffeennoommeennii ddii llaavvoorroo nneerroo oo iirrrreeggoollaarree eedd iinnffoorr--ttuunnii:: llaa pprreesseennzzaa ddii uunn ccoossìì aallttoo nnuummeerroo ddii iimmmmiiggrraattii iinncciiddee ssuu qquueeii ffeennoo--mmeennii,, sseeccoonnddoo lleeii??Occorre subito dire che quei fenomeni erano ben presenti anche quando,qualche anno fa, non avevamo o avevamo pochissimi stranieri: e questo èun dato inconfutabile.Gli stranieri, piuttosto, così come prima di loro gli immigrati meridionali,sono la parte più debole del mercato del lavoro del settore e quindi, (co-me dire?), le vittime più probabili di quei fenomeni deteriori: sia per quan-to riguarda il lavoro nero, ma soprattutto per gli infortuni.

IIll ssiinnddaaccaattoo ssttaa ffaacceennddoo qquuaallccoossaa ddii ppaarrttiiccoollaarree ppeerr ccoommbbaatttteerree qquueessttii ffee--nnoommeennii??Per il sindacato quei fenomeni, in particolare quello del lavoro nero e irre-golare che è tra le cause principali di infortuni, oltre che di evasione fisca-le e contributiva e di concorrenza sleale tra le imprese, sono le priorità as-solute.Continuiamo a chiedere nuove intese alla nostra controparte; in ogni as-semblea dei lavoratori si parla di quei problemi; si continua a chiedere, al-le pubbliche Istituzioni, appositi puntuali interventi di contrasto, ma i risul-tati non sono ancora soddisfacenti, anche se qualcosa di positivo siincomincia ad intravedere.Crediamo serva ancora di più continuare a parlarne, perché cresca la cul-tura della sicurezza e della legalità, soprattutto tra coloro che ne hanno lamaggiore responsabilità: imprenditori e loro preposti.A questo proposito contestiamo il tentativo sempre più evidente di coin-volgere nelle responsabilità, alla pari, lavoratori e datori di lavoro o respon-sabili dei cantieri: non è così!Se in cantiere, ancora oggi, un lavoratore si rifiuta di svolgere un certo la-voro perché pericoloso e non ci sono tutte le protezioni necessarie, vienelicenziato o rischia di esserlo.E' evidente che stà alla responsabilità degli imprenditori di far lavorare insicurezza.

LLeeii ddiicceevvaa aallll''iinniizziioo cchhee ggllii ssttrraanniieerrii ddeellll''eeddiilliizziiaa rreeggoollaarrii ssoonnoo cciirrccaa iill 33OO%%..CCee nnee ssoonnoo aanncchhee ddii iirrrreeggoollaarrii oo iinn nneerroo,, iimmmmaaggiinnoo??EE ssee ssii qquuaannttii ppoossssoonnoo eesssseerree??Sicuramente ce ne sono anche che lavorano in nero.Dire quanti possano essere è molto difficile e si rischia di dare i numeri acaso: sia per gli stranieri che per gli italiani, che pure ci sono:Gli stranieri che lavorano in nero, quasi sempre, sono anche presenti sulterritorio nazionale senza permesso di soggiorno, essendo quest'ultimocome noto, vincolato ad avere un lavoro.Piuttosto va detto che la rigidità della Legge Fini-Bossi sull'immigrazione,fa raggiungere l'obiettivo opposto e quello che si proponeva e cioè di nonavere qui clandestini, in quanto, non permettendo la regolarizzazione ditutti quelli che sono arrivati in Italia per lavorare, quand'anche trovano unlavoro, devono lavorare in nero perché non hanno il permesso di soggior-no.Di fatto si è così creata una situazione assurda per cui la legge costringe,per lavorare, a farlo in nero, spesso con grande soddisfazione di faccen-dieri vari che bazzicano attorno all'edilizia.

Mario Armanini

"Il mio capo fa le cose per bene"Edilizia - mon Amour

Da venticinque anni è occupato in edilizia. Ama il suo lavoro. Si dice or-goglioso di appartenere alle schiere di operai, che ogni mattina partonopresto dai nostri paesi per raggiungere i cantieri del lago, del milanese,del piacentino. Assicura che in TV e sui giornali esagerano quando parla-no di sfruttamento, lavoro nero, caporalato, scarsa attenzione per la sicu-rezza, truffe.

Non voglio assecondare chi vuole delegittimare o irridere tutti coloro chelavorano nell'edilizia, facendoli passare per trogloditi muscolosi e igno-ranti che pensano solo a lavorare tredici ore al giorno o più per riempirsidi soldi, auto nuove, ville faraoniche e cocaina. Alcune trasmissioni, alcu-ni giornalisti, fanno solo questo. Non danno informazione, e se la danno,la danno di parte, e poi buttano solo fango …fango su migliaia di perso-ne oneste …

Il Signor X (lo chiameremo così noi di BassaVoce) è piuttosto contrariato.Dice che quando ha iniziato lui a lavorare il contesto generale nel mondodel mattone era davvero diverso, tragico, rispetto ad oggi. Potevi moriresul cantiere e ti avrebbero messo sotto due metri di terra. Nessun ispet-tore sarebbe mai venuto a cercarti. Nessun controllore avrebbe mai sa-puto nulla di te …Oggi, invece, è tutta un'altra storia …

Nei cantieri dove lavoro io giriamo tutti con il tesserino bene in vista.Sarà che il mio capo fa le cose per bene, ma vi garantisco che è così, ela ditta dove lavoro io è grande, e manda decine di operai in cantieri dimezza Italia, operai bravi, che sanno quello che fanno …

Le ditte oneste certamente esistono e vogliamo sperare che siano lastragrande maggioranza. Gli chiediamo delle squadre esterne, di quellesquadre che forniscono soltanto prestazioni limitate, come la realizzazio-ne della pavimentazione, delle tramezze o altro, e che sono spesso com-poste da lavoratori immigrati.

Nei cantieri ormai si lavora così: le squadre di muratori e manovali bre-sciani o bergamaschi realizzano la struttura portante dello stabile (casa,villette a schiera, palazzina, ecc.) fino al tetto. Successivamente arrivanole squadre che fanno le tramezze e gli intonaci interni, generalmente dalSud. Vengono su e rimangono nei cantieri magari per tre o quattro mesi,a ciclo continuo, nel senso che lavorano sempre, anche il sabato e la do-menica, e quando hanno finito vanno a casa, per qualche settimana, poiricominciano per altri mesi, lontani dalle famiglie. Non è facile …Per i pavimenti spesso sono le squadre degli slavi che fanno il lavoro,ma tutto è regolare, vengono ingaggiati attraverso ditte che fanno da in-termediari, sono stipendiati regolarmente, lavorano bene, e sono contentidi lavorare qui da noi, perché nei posti da dove vengono avrebbero fattola fame, qui riescono a metter via i soldi, riescono a spedirli a casa …

Chiediamo come sia cambiata, nel tempo, la gente che sta in cantiere.

Tutti i cantieri ormai stanno in piedi perché vi lavorano gli immigrati. Tantiimmigrati: si arriva anche al 50%, e aumenteranno ancora. I bresciani diadesso non hanno più voglia di piegare la schiena come i loro padritrent'anni fa. Invece vedo la stessa voglia in molti nordafricani, kosovari,albanesi, romeni. E' naturale, sono venuti di qua per rifarsi una vita …

E in tutto questo, chiediamo, può capitare che si verifichino fenomeni disfruttamento? Il Signor X ride e poi fa una battuta che, volendo, da sola spiega il tutto.

Bisogna sapere che senza di loro, senza questa gente che viene dall'A-frica e dall'Europa dell'Est, le case, qui in provincia di Brescia, qui alNord, costerebbero molto di più …

Giacomo Colossi

creare situazioni di scarsa sicurezza - riflette Mensi -. Il ricorso all'impie-go di lavoratori extra-comunitari, in forte incremento negli ultimi anni, e sìuna risorsa, ma anche un pericolo. Spesso i lavoratori non sono sufficien-temente preparati professionalmente e scontano l'inesperienza sulla loropelle".Ma anche dal punto di vista amministrativo le aziende del settore devonomettersi in regola per guarire la piaga dell'evasione fiscale."Non può essere l'economia sommersa la panacea dei nostri mali - con-clude il direttore -, anzi è forse la vera palla al piede per la società civile egli imprenditori onesti.Dobbiamo crescere tutti insieme armonicamente sia nella produttività co-sì come nei servizi per affrontare le sfide della globalizzazione e della con-correnza mondiale".

Riccardo Caffi

SPECIALE EDILIZIA | 9NOVEMBRE 2006

RRuuoolloo ddeeggllii EEnnttii ddii ccoonnttrraassttoo ee lloorroo eeffffiiccaacciiaa((IINNPPSS -- IINNAAIILL -- IISSPPEETTTTOORRAATTOO DDEELL LLAAVVOORROO))IIll DDooccuummeennttoo UUnniiccoo ssuullllaa RReeggoollaarriittàà CCoonnttrriibbuuttiivvaa

C'è chi dice che l'economia "sommersa" in Italia è parial 20 - 22% del Prodotto interno lordo, chi invece parlaaddirittura del 30 - 35%, più di un terzo dell'economia.Due sono i dati certi: L'Italia è al primo posto tra i Paesiindustrializzati in quanto a lavoro nero. L'economia som-mersa, nonostante i provvedimenti di Legge dei vari go-verni in questi anni e l'intensificarsi dei controlli sin quisvolti, non diminuisce. L'Edilizia è uno dei settori dove siconta il maggior numero di lavoratori irregolari. Nei can-tieri della nostra provincia c'è molto lavoro nero. Questofenomeno non coinvolge soltanto manodopera locale eimmigrata disponibile, ma anche molta gente già in pen-sione. La verità vera sta nelle dimensioni del fenomeno,nella sua generalizzazione, nel fatto che diventa semprepiù raro trovare cantieri con addetti regolari, nella con-statazione che il lavoro nero e irregolare è negli ultimianni una parte rilevante del mercato del lavoro edile.Posso ragionevolmente affermare che su 10 lavoratorioccupati regolarmente, ne corrispondono 3 - 4 non con-trattualizzati; la conferma viene dai dati delle ispezioni. Icontrolli attuati dagli Enti preposti trovano due su tre im-prese con lavoratori in nero. Esistono, purtroppo, molteaziende della provincia di Brescia che gridano contro leimprese "illegali", in quanto concorrenti sleali, ma neifatti tante, non tutte per fortuna, le foraggiano con il su-bappalto selvaggio, con l'utilizzo di squadre di cottimisti,con il finto lavoro autonomo che è il terreno dell'illega-lità.Io penso siano indispensabili segnali visibili, forti ed im-mediati di una volontà nuova, soprattutto di quei costrut-tori che non vogliono lasciare il settore agli "avventurie-ri", ma che intendono con noi cambiare registrorapidamente, prima che diventi troppo tardi.Da un'indagine proposta dalla Provincia di Brescia nel2004 (Centro Studi Poisa), risultavano più di 15.000 ar-tigiani abusivi sull'intero territorio Bresciano.L'abusivismo è risultato imponente nei servizi, ma ilgrosso è risultato essere concentrato nella filiera dell'e-dilizia con il record tra i muratori (3.700) e cifre signifi-cative anche nei lavori di imbiancatura, falegnameria,piastrellisti e restauratori.Quanto pesano nel complesso degli addetti al settore enell'intero quadro economico bresciano, così come cer-tamente interessante è la distribuzione nelle attività, èriassumibile con questi pochi dati:Per portare il settore a lavorare nella legalità e nella tra-sparenza, serve un impegno congiunto di tutti i sogget-ti, attori di questa importante filiera produttiva.L'ultimo Accordo sottoscritto Provincialmente con il Col-legio dei Costruttori Bresciano, l'avviso Comune sotto-scritto nazionalmente dalle Nostre Organizzazioni Sinda-cali Nazionali con l'Associazione Nazionale Costruttori ela conversione in Legge del Decreto n. 223, denomina-to "Decreto Bersani", sono importanti passi in avanti dilavoro congiunto e di assunzione politica contro il dram-matico fenomeno del lavoro nero e grigio presente nel

Nostro Paese e nella Nostra Provincia. Il Decreto Bersa-ni Convertito in Legge il 4 agosto scorso, ha introdottocon l'Art. 36 -bis, importanti e sostanziali novità da noicondivise come Organizzazioni Sindacali di categoria,per la lotta al sommerso, quali:· L'obbligo per i datori di lavoro di comunicare al Centroper l'impiego l'assunzione dei dipendenti il giorno ante-cedente l'instaurazione del rapporto di lavoro;· La sospensione dell'attività del cantiere su provvedi-mento del personale ispettivo del Ministero del Lavoro,in caso di impiego di lavoratori irregolari (in misura pario superiore al 20% del totale dei lavoratori regolarmen-te occupati nel cantiere;· L'obbligo dal 1° ottobre 2006 per tutti coloro che lavo-rano nei cantieri di esporre il tesserino di riconoscimen-to corredato di fotografia contenente le generalità del la-voratore e l'indicazione del datore di lavoro. Questoobbligo viene meno se i lavoratori (dipendenti ed auto-nomi) sono meno di dieci. Su questo, ci auguriamo ven-ga allargata l'obbligatorietà a tutti i soggetti;· La responsabilità solidale dell'appaltatore con il subap-paltatore anche per l'effettuazione e il versamento delleritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente oltre chedel versamento dei contributi previdenziali e dei contri-buti assicurativi obbligatori a cui è tenuto il subappalta-tore.Vorrei non da ultimo esplorare l'importante strumentodel DURC.Dopo una fase di sperimentazione che, nel 2005, ha in-teressato dodici province, il Documento Unico di Rego-larità Contributiva è finalmente entrato a regime dal 01gennaio 2006. Il documento costituisce anch'esso undecisivo strumento di contrasto al lavoro irregolare nelcomparto edile. Ne sono prova i dati sulla occupazioneregolare in edilizia della nostra provincia, rilevati dallaCassa Assistenziale Paritetica Edile e calcolati su mediamensile degli attivi da Ottobre ad Agosto nell'esercizioFinanziario 2006. Da questi si desume un incremento diimprese attive sull'esercizio 2005 del 3,45%, di operaioccupati del 5,18% e di ore di lavoro del 3,80%.Dato certo da leggersi sul buon andamento del compar-to, ma anche da attribuire all'entrata a regime del DURC.Come sindacato consideriamo il lavoro sommerso unodei principali mali della nostra economia ed un frenoreale allo sviluppo competitivo del nostro Paese. Il som-merso incide sul P.I.L. dello 0,9, per un fatturato che siaggira sui 10 miliardi di Euro, per questo riteniamo ur-gente continuare al mettere a punto strategie articolatedi interventi nazionali e locali, che vedano il coinvolgi-mento di tutti gli attori, Sindacato, Costruttori, Ammini-stratori Pubblici, Responsabili degli Enti preposti a vigi-lare sull'applicazione delle regole e la Politica, conl'obiettivo di sviluppare con continuità, iniziative e atti te-si a garantire la legalità, la trasparenza e la qualità diquesta importante e trainante filiera dell'economia.

Francesco CisarriFILLEA - CGIL Brescia

A fine 2005 è stato presentato il Dossierstatistico dedicato all'immigrazione e mes-so a punto dalla Caritas/Migrantes.Il Dossier offre una serie di dati importantie tutti in proporzione riscontrabili anchenella nostra provincia.Oggi gli stranieri soggiornanti in Italia, sono2 milioni e ottocentomila, all'incirca lostesso numero di Spagna e Gran Bretagna.Bisogna ricordare il fatto che nel 1970 gliimmigrati erano solo 144 mila. I minori so-no circa mezzo milione e il loro aumento èdi quasi 100 mila l'anno.Il radicamento degli immigrati in Italia èmolto forte. Attualmente 800 mila persone

hanno maturato una presenza di 5 anni. Lestatistiche del mercato immobiliare parlanochiaro: ogni otto case vendute, una è ac-quistata da un immigrato.I dati presentati dimostrano ancora unavolta che il nostro sistema produttivo, inparticolare in questo momento difficile perl'economia, necessita di manodopera stra-niera, già pari al 9% di tutta la forza lavo-ro.… Si può constatare, ancora una volta,una ripartizione scalare dal Nord al Suddella presenza degli immigrati. Infatti, dalpunto di vista della presenza territoriale, ilNord d'Italia detiene il primato con 1 milio-

ne e 500 mila immigrati, concentrati prin-cipalmente in Lombardia. Poi segue il Cen-tro con 710 mila ed infine, il Sud e le Isolecon 121 mila presenze.Al di là di quel che si pensa, gli immigratisono persone molto istruite, con il 38% tralaureati e diplomati. Ciononostante i loroimpieghi sono generalmente precari e pe-santi. Il numero degli immigrati in Italia èdestinato a crescere. Secondo le stime delDossier 2005, tra 10 anni gli immigrati sa-ranno 6 milioni.… I dati statistici forniti servono per capi-re la portata dell'immigrazione e aiutano lasocietà a munirsi di strumenti idonei per

affrontare le difficoltà legate al fenomeno.Fatti concreti come l'aumento della validitàdel permesso di soggiorno, la facilitazionedei congiungimenti familiari; il potenzia-mento degli uffici Consolari e dei Consigliterritoriali per l'immigrazione presso lePrefetture, la diminuzione degli anni di re-sidenza per avere la carta di soggiorno, ilvaro di una nuova legge sull'asilo, la revi-sione della legge sulla cittadinanza, losnellimento e il decentramento delle pro-cedure burocratiche, ecc. aiutano l'integra-zione degli immigrati nel Paese, nonchéabbassano il rischio di possibili contrastitra le varie culture ed evitano la loro stru-

mentalizzazione.Una società aperta e non piegata su sestessa, in cui tutti godono e condividono glistessi diritti e doveri, è una società dinami-ca e pronta ad accogliere le sfide del futu-ro.

Roberto Ortolanisu contributi di

RANDRO DEVOLE da FAI PROPOSTE

Un'immigrazione in progressiva crescita e stabilitàLa dimensione locale di un fenomeno globale

Situazione lavoro nero a Brescia

numero % Peso abusivismoTotale addetti vari settori di attività economica (Brescia e Provincia)

341.999 100% 4,39 %

Totale addetti settore artigiano (Brescia e Provincia)

89.946 26,31 16,69 %

n. Abusivi Restauratori 86 Falegnami 651

Imbianchini 893 Piastrellisti 192 Muratori 3.700 TOTALE 5.522

10 | COMMUNITASNOVEMBRE 2006

Pace e guerra nel CoranoSintesi del primo degli incontri organizzati da Communitas sul tema "La violenza nelle tre religioni monoteiste"

Alcuni contenuti del Corano, specialmente del periodomedinese, possono lasciare il lettore perplesso: unodei temi che suscitano spesso polemiche è quello del-la guerra ed esso merita quindi una breve digressione.Mi auguro che queste riflessioni possano indurre tutti,musulmani e non, a considerare con maggior rispettoil Corano, se non altro a motivo della sua ricchezza ecomplessità, contrariamente a quanto di solito avviene,anche per altri Testi sacri, i cui versetti vengono soven-te citati e strumentalizzati, poco importa se con intenticelebrativi o denigratori, tramite scelte parziali e arbi-trarie, funzionali ai propri scopi. TTrrooppppoo ssppeessssoo aatttteegg--ggiiaammeennttii ee ffeennoommeennii ddiiffffuussii nneell mmoonnddoo iissllaammiiccoo vveennggoo--nnoo rriiccoonnddoottttii aa pprreessuunnttii ccoonntteennuuttii ddeell CCoorraannoo,, sseennzzaappeerròò cchhee ddii qquueessttii uullttiimmii vvii ssiiaa uunnaa ccoonnoosscceennzzaa ddiirreettttaaee pprreecciissaa.. Uno dei temi più ricorrenti è quello della vio-lenza, attribuita automaicamente al Testo sacro deimusulmani che li indurrebbe a praticarla sistematica-mente. Può essere utile, dunque, analizzare brevemen-te temini come salâm (pace) e jihâd (comunementetradotto con 'guerra santa') per rendersi conto che lecose non sono poi così semplici e scontate. Natural-mente si dovrebbero prendere in esame anche i loronumerosi sinonimi derivanti da altre radici, ma lo spa-zio a disposizione ci costringe a limitarci ad essi, conesiti che comunque riteniamo utili e significativi.IIll tteerrmmiinnee ''ppaaccee'' rriiccoorrrree nneell CCoorraannoo mmoollttee vvoollttee e, so-prattutto nella parte più antica, prevalentemente in re-lazione alla vita futura. Essa è però costantementemessa in relazione con le opere di giustizia che avran-no saputo meritarsela: "in ricompensa di quel cheavranno operato. / E non udranno colà discorsi frivoli oeccitanti al peccato / ma solo una parola: 'Pace, Pa-ce!'" (56.24-25). Non ci si riferisce solamente allo sta-to d'animo dei singoli beati, ma anche ai loro recipro-ci rapporti: "Ma i timorati di Dio staran fra giardini efontane. / E s'udiranno voci: 'Entratevi in pace sicuri!'/ Avremo loro strappato dal petto ogni rancore: comefratelli vivranno adagiati su letti alti, faccia a faccia"(15.45-46).Nel Corano non manca neppure il concetto di 'pace' ri-ferito anche ai rapporti fra il Profeta e i suoi contempo-ranei e addirittura tra i suoi seguaci - i musulmani - e

i loro avversari. Oltre ai versetti che incitano alla lotta -che vedremo - ce ne sono altri che invitano alla con-cordia, a non esasperare i toni di un confronto conflit-tuale che pure si prospettava: "O Signore! Sono, costo-ro, gente che non crede! / Allontanati dunque da lorodicendo: 'Pace!' Presto sapranno!" (43.88-89). Nono-stante un'opposizione dura soprattutto verso gli idola-tri, si esortano talvolta i fedeli comunque ad augurarela pace e a trattare con rispetto e garbo anche chi nonvuole accettare il messaggio: "I servi dei Misericordio-so son coloro che camminano sulla terra modesta-mente, e quando i pagani rivolgon loro la parola ri-spondono: 'Pace!'" (25.63). Tanto più quando da partealtrui c'è disponibilità ad appianare le cose: "Ma se es-si preferiscono la pace, preferiscila, e confida in Dio,ch'è in verità l'ascoltatore sapiente" (8.61). A patto

però che non sia un comportamento determinato daviltà e arrendevolezza, per pura convenienza: "Non sia-te deboli! Non offrite pace al nemico mentre avete ilsopravvento! Dio è con voi, e non vi frustrerà nell'ope-re vostre!" (47.35). Sembra prevalere in genere l'in-tento difensivo: "Se dunque essi si tengono in dispar-te da voi e non vi combattono e vi offrono la pace, Dionon vi dà facoltà di combatterli" (4.90), ma non man-cano esortazioni a reagire con durezza, se necessario:"se non si tengono in disparte da voi e non vi offron lapace e non gettan le armi, prendeteli e uccideteli do-vunque li troviate. Su questi noi vi diamo chiaro e pre-ciso potere" (4.91). E' comunque stigmatizzato il com-portamento di chi preferisce lo scontro per assicurarsidei vantaggi materiali: "O voi che credete! Quandov'ingaggiate nella via di Dio, state bene attenti, e nondite a chi vi porge il saluto di 'Pace!', 'Tu non sei cre-dente!' per desiderio dei beni effimeri del mondo. An-zi, presso Dio c'è bottino abbondante. Così voi faceva-te prima, ma ora Dio v'ha colmato dei suoi favori"(4.94).Tuttavia, come già accennato, ll''iissllaamm èè aanncchhee uunnaa rree--lliiggiioonnee cchhee nnoonn eesscclluuddee iill ccoonnfflliittttoo, e specificamente iltermine che definisce tale aspetto è jihâd, il quale vuo-le dire prevalentemente sforzo. Effettivamente la tradu-zione comune guerra santa è impropria, se non altroperché il concetto di santità è nell'islam del tutto diver-so dal nostro, e per di più poco sensato per un ara-bofono in abbinamento al termine guerra. Tuttavia è in-negabile che nella storia islamica jihâd ha anchesignificato in modo tutt'altro che accidentale propria-mente guerra e non solo sforzo di perfezionamento. Al-cuni moderni apologeti dell'islam si sono impegnati neldimostrare come il jihâd non sia mai stato una guerraoffensiva ma soltanto difensiva o, secondo altri, unaguerra di liberazione; approccio che lascia francamen-te perplessi. L'interpretazione difensiva è poco plausi-bile: considerato che, alla morte del Profeta, l'islam ri-siedeva nella sola Arabia e 100 anni dopo si estendevadall'Andalusia all'Asia centrale; anche l'interpretazionelibertaria è una forzatura anacronistica, l'applicazionedi una concetto proprio all'era moderna a fenomeni dimolti secoli fa. E' comunque innegabile uno spiccatolegame - anche nelle fonti - fra religione e guerra. Lastessa vita del Profeta, scritta da musulmani delle pri-me generazioni, e non da orientalisti occidentali in ma-lafede, è una serie impressionante di campagne mili-tari: Maometto è stato infatti anche un grandecondottiero. A ben guardare, però, la guerra fu così im-portante alle origini non per tanto per un'aggressivitàinnata negli arabi o nell'islam, ma per la sua particola-re funzione in quel contesto politico-sociale. QuandoMaometto compì l'egira, emigrando a Medina, stipulòcon i suoi abitanti uno specifico patto: questo docu-mento parla diffusamente della guerra, poiché essaera allora l' 'impresa collettiva' per eccellenza. In guer-ra non c'era più spazio per le divisioni interne, biso-gnava avere un capo e seguirne le direttive, essa eradunque il momento cruciale di verifica della fedeltà edelle alleanze.IIll tteerrmmiinnee jjiihhââdd nneell CCoorraannoo nnoonn hhaa sseemmpprree iill sseennssoo ddiigguueerrrraa bensì, specie nei primi tempi, quando Maomet-to non aveva ancora assunto il ruolo di condottiero, viriscontriamo il senso di sforzo e tensione morale in co-loro che s'impegnavano nella conversione e dovevanoresistere alle pressioni dei parenti che si adoperavanoper farli desistere dall'aderire alla nuova fede. Con l'e-gira avvenne però un vero e proprio cambiamento diprospettiva; in molti versetti successivi ad essa si com-binano termini derivati da due radici: hjr, da cui hijra(egira) = emigrazione, e jhd, da cui jihâd = lotta; quel-li che sono emigrati e che combattono sono particolar-mente lodati e proposti ad esempio. Non solo testimo-nianza, ma impegno di tutti i beni e di tutta la vita, iviincluso pertanto l'uso delle armi per riconquistare la

Mecca, rimasta nelle mani degli indifferenti e dei ne-mici, i quali avevano indotto i musulmani a lasciare laloro città d'origine. E' una guerra lacerante, racconta-ta in tutta la sua crudeltà nella Sîra - la biografia delProfeta - nella quale non si esita a ricordare che i fe-deli erano esortati a scontrarsi, nella mischia, con i lo-ro stessi parenti, per dimostrare che la loro vera fami-glia era ormai quella dei correligionari, uniti dallastessa fede piuttosto che da legami di sangue.

Nel primo periodo meccano la radice jhd è assente,compare invece nel secondo, quando il Profeta comin-cia a dover affrontare l'ostilità dei suoi avversari. Anchequi è però rara, la si ritrova infatti soltanto in una sura,dove ricorre due volte nello stesso versetto (metteremoin corsivo la traduzione dei termini derivanti da questaradice): "Ma tu non obbedire a quelli che rifiutan la Fe-de, ma combattili con la Parola, in guerra grande"(25.52). Il conflitto con gli increduli è ancora a livelloverbale, benché non si tratti d'uno scontro da poco.Nel terzo periodo meccano, con l'aggravarsi della si-tuazione, i derivati da questa radice si fanno più nume-rosi. Più volte ricorrono nella sura 29, ma si tratta co-munque soltanto di affermazioni di carattere generaleche riguardano le ragioni dell'impegno e la coscienzapersonale: "E chi sarà zelante per la Fede lo sarà aproprio vantaggio, perché Dio non ha bisogno alcunodelle creature" (29.6); "Noi prescrivemmo all'uomod'esser buono verso i propri genitori; ma se essi insi-steranno perché tu associ a Me esseri di cui non haiscienza alcuna, allora non obbedir loro" (29.8); "Maquelli che lotteranno zelanti per Noi, li guideremo perle Nostre vie, e certo Dio è con coloro che operano ilbene" (29.69).Ancora sull'obbedienza ai genitori torna un altro ver-setto coevo: "Ma se tuo padre e tua madre s'industrie-ranno a che tu associ a Me quel che non conosci, tunon obbedir loro..." (31.15).Infine v'è un passo che fa da cerniera tra il periodomeccano e quello medinese: "Ma certamente il tuo Si-gnore, verso coloro che lasciarono le loro dimore dopoesser stati perseguitati e poi lottarono per la fede e sal-di pazientarono, certamente il tuo Signore al fine saràindulgente clemente" (16.110).La parte del Corano che risale alla Mecca si chiudepertanto senza che i termini derivati dalla radice jhdsembrino indicare qualcosa di più e di diverso che uncoinvolgimento nella nuova fede disposto al sacrificio.Fu soltanto dopo il distacco operato con l'egira che siebbe un mutamento. Una simile evoluzione non pote-va mancare di riflettersi puntualmente nelle sure delCorano risalenti al periodo medinese, nelle quali i ter-mini derivati dalla radice jhd non sono soltanto partico-larmente numerosi, ma assumono un significato piùpreciso rispetto a quello delle fasi precedenti, abbinan-do quasi sempre il concetto di emigrazione con quellodella disponibilità a combattere: "Ma quelli che credet-tero, e che emigrarono, e lottarono sulla via di Dio,possono sperare la misericordia di Dio, ché Dio perdo-na misericorde" (2.218); simili sono 8.72 e 8.74.L'alleanza restava comunque aperta a chi intendesseaderirvi: "E quelli che, in seguito, hanno accettato laFede e sono emigrati e han combattuto con voi, an-

ch'essi sono dei vostri". (8.75)E' quindi evidente che i primi musulmani si trovaronocoinvolti in una vera rivoluzione, e non pochi dovetteroessere quanti furono tentati di tornare sui propri passi:"E certo Noi vi metteremo alla prova per sapere chi divoi è zelante e perseverante, per saggiare quel che sidice di voi" (47.31). Analoghe esortazioni sono presen-ti anche in altre sure successive, risalenti al medesimoperiodo: "Immaginate forse di poter entrare in Paradi-so senza che Dio abbia prima riconosciuto quali fra voiabbian lottato per Lui e quali sian stati pazienti nelle af-flizioni?" (3.142); similmente 61.11, 4.95, 49.15.Sempre riferita ai problemi posti dalla "doppia appar-tenenza" (di fede e di sangue) è l'intera sura 60 che si-gnificativamente si apre con questo versetto: "O voiche credete! Non prendete per alleati i nemici Miei enemici vostri mostrando loro affetto, mentre essi harrifiutato la fede nella Verità che v'è giunta, scacciandoil Messaggero divino e voi, perché credete in Dio vo-stro Signore; se voi uscite a lottare sulla Mia via e perdesiderio del Mio compiacimento, ma segretamentenutrite affetto per loro, ebbene Io meglio conosco quelche voi celate e quel che voi palesate, e chi di voi faciò, erra lungi dalla via piana" (60.1). La partecipazio-ne al combattimento come suprema espressione di fe-deltà riappare all'inizio della sura 9: "Credete forse chesarete abbandonati, e che Dio non conosca chi è fravoi che ha combattuto e non s'è scelto altri amici cheDio, il suo Messaggero e i fratelli credenti?" (9.16), mala rilevanza di questo capitolo del Corano a propositodel tema di cui ci stiamo occupando va ben al di là diquesta affermazione. Si tratta infatti della sura che sta-bilisce fra l'altro la definitiva rottura con il politeismo epone ai pagani l'alternativa tra la conversione e la spa-da, per cui molti dei versetti concilianti più sopra ricor-dati possono venire considerati abrogati. In essa i ter-mini che derivano dalla radice jhd sono numerosi edenotano atteggiamenti e azioni che confermano l'a-desione al nuovo ordine in circostanze particolari, cioèquelle della riappropriazione da parte dell'islam deiluoghi di culto pagani: si vedano in proposito 9.19,9.20, 9.24.In questa stessa sura, alla condanna dei pagani fa dacontrappunto costantemente il richiamo ai musulmaniindecisi, che probabilmente si sentivano appagati daisuccessi ottenuti ed erano restii a continuare la lotta:"Eran tutti lieti, quelli restati nelle loro case, d'esserstati lasciati addietro dal Messaggero di Dio, e repu-gnavano a combattere con i loro beni e le loro perso-ne sulla Via di Dio..." (9.81), similmente 9.41, 9.44,9.73, 9.86, 9.88.Anche la sura 5, probabilmente l'ultima in ordine cro-nologico, presenta infine in due passi dei derivati dallaradice jhd il cui significato è sostanzialmente analogoa quelli fin qui esaminati: "Temete Dio e cercate i mez-zi di avvicinarvi a Lui e combattete combattete sullaSua Via" (5.35); "Se qualcuno di voi rinnega la sua re-ligione, ebbene, Iddio susciterà uomini che Egli ameràcome essi ameranno Lui, umili coi credenti, fieri coimiscredenti, combattenti sulla Via di Dio, impavidi difronte a ogni biasimo" (5.54).NNaattuurraallmmeennttee mmoollttii ddii qquueessttii vveerrsseettttii ssoonnoo ssttaattii rriipprreessiinneell ccoorrssoo ddeeii sseeccoollii ee aannccoorr ooggggii vveennggoonnoo cciittaattii ppeerrggiiuussttiiffiiccaarree iinn cchhiiaavvee rreelliiggiioossaa ooggnnii ssoorrttaa ddii iimmpprreessaammiilliittaarree,, mmaa èè eevviiddeennttee cchhee ssoollttaannttoo uunnaa ffoorrzzaattuurraaiiddeeoollooggiiccaa ppuuòò ffaarr rriitteenneerree sseemmpprree ee ccoommuunnqquuee aavvaallllaa--ttoo iill ccoonnfflliittttoo ddaa ppaarrttee ddeell CCoorraannoo,, mmeennttrree llaa ccoonntteessttuuaa--lliizzzzaazziioonnee ddeeii vvaarrii vveerrsseettttii ccoonnsseennttee,, aa cchhii lloo vvoogglliiaa,, ddiiccoonnssiiddeerraarree llaa qquueessttiioonnee iinn mmaanniieerraa aallmmeennoo ppiiùù pprroo--bblleemmaattiiccaa ee ccoommpplleessssaa..

Paolo BrancaDocente di Lingua Araba

presso l'Università Cattolica

SPAZIO CULTURA | 11NOVEMBRE 2006

Lettera di Matteo, un adolescente 'cresciuto'Lessico dell’Educare 9 - Adolescenza IV

UtopiandoNé servi né padroni, né Stati né Religioni

Dilettossi il Gran Fiorentino a la sublime Comedìa … sommo,irraggiungi-bile poeta …d'italico vulgar … l'escatologico narrar de' mondi di là de' l'Acheronte …in versi ancor e sempre novi … anche per noi del secolo tremila … dalezzere, auscultar o recitar … piasére per il cor e l'animo … d'Inferno ilpiù … e Purgatorio e Paradiso anche … Speculossi ancor il Grande … di mortal cose e quotidianae vitae terrenae… di Sole e Luna a governar le genti … de' l'uno il temporal potere …de' l'altra lo spiritual …affinché sovrintendesse al giorno il primo … a la notte la seconda … perl'ordine social di convivenza minima … ad ognun la competenza propria… di certezze chiare e separate … inamovibil fisse ne' l'universo de'l'Homo in terra … Qui Elo toppò marchianamente ! …La Storia dice che Stato e Religione … da soli ognun per proprio conto esposi insieme, entrambi a maciullar li deboli … di miseri, di pauperi stra-giati … pensiero e pensatori sdignitati …libertà azzerate … genocidi aiosa … in ogni cultural memoria … de' l'Homo il genere tutto a piansere… per chi ? … per che cosa ? … da quando il Creator ci fece ed oggiancor di più … per un confine, una bandiera … un dogma, un preconcet-to… Libera nos a malo ! … di Sole e Luna che gnacco più l'ombrìa ci sia ! …nell'Agorà ognun decida insieme agli altri per alzata mano … ognun sipreghi il proprio Dio così come gli viene … e cancellare Stato e Religioneanche … da nostra vita in toto … riempirci il vuoto dentro soltanto di Sen-so Social e Spiritualitatae … questo si ! … così che PACE finalmente sia!

Giulano Aradori

INCIPIT. Il tempo dell'adolescenza ci ha impegnato non poco: all'inizioabbiamo letto la lettera di Lia e ora leggeremo la lettera di Matteo, unodei tanti adolescenti diventato grande. Con la sua lettera concludiamoil nostro percorso in cui abbiamo evidenziato i tratti più comuni chesegnano questa esperienza sia per l'adolescente sia per i genitori. Cisarebbero tanti altri temi, tante altre sfumature da sottolineare: è benefermarsi qui.

A cura di Antonio Consonni

Tre giorni fa è morta una mia carissima amica: incidente stradale! Cilegava un'amicizia cresciuta nel tempo, perché lei sapeva ascoltare,aveva le intuizioni migliori, sapeva sorridere delle 'tragedie' degli altriadolescenti. Che cosa chiedere di più ad un'amica? Sono stato a lungovicino al suo corpo, riverso sulla strada, mentre aspettavamo quellabenedetta ambulanza che non voleva arrivare più. La abbracciavo epiangevo e sentivo la 'pesantezza' del suo corpo senza vita, mentre sirisvegliava la 'leggerezza' del mio. (Per un adolescente in fondo il corpoche ha non è mai quello che desidera possedere!). Si risvegliava ancheun'altra cosa, alla quale avevo sempre pensato con sufficiente freddez-za e distanza: il senso di Dio. Un tempo era parola degli 'altri' ora lasentivo risuonare nel mio cervello senza che io lo volessi, senza pen-sarci. La mia bocca, mentre piangevo, aveva sussurrato e poi urlato:Dio! Dio, mi dicevo, non esisti se fai accadere tutto questo!"Perché occorre arrivare al corpo e a Dio attraverso la morte di qual-cuno e non attraverso le strade della promessa della vita, mi sarei chie-sto più tardi diventando grande? Forse perché siamo così contorti che

non esiste altra strada che questa?"I giorni successivi a quella 'separazione', mentre sentivo una profondalacerazione, facevo un'esperienza diversa del mio corpo, dell'amore,di… Dio . Dal corpo all'amore, a Dio. Quando penso all'amore nonposso non pensare a mio padre e a mia madre, alla loro complice inte-sa e tenerezza che profumava di buono e aveva il colore rosso. Comenei quadri di Chagall, che mi avevano fatto vedere a Nizza, quando ioancora non capivo l'arte, ma immaginavo il mondo pieno di colore, disuoni, di sogni. Quando penso all'amore non posso non pensare ai lorocorpi, all'armonia intrisa di eros anche nei più piccoli gesti quotidianiche mi facevano intravedere come l'unione dei loro corpi, nelle nottid'inverno o di primavera, fossero il compimento di quella sintonia quo-tidiana, l'entusiastica comunicazione di una parola che proveniva dalontano, mai un punto di partenza per superare crisi, o mai un punto diarrivo per scaricare la crisi.Quando penso all'amore non posso credere che sia solo il risultato diuna 'buona intesa a due'. Da soli non si può costruire l'amore. È comepretendere che un poeta possa scrivere senza parole e senza creati-vità. C'è bisogno di qualcosa d'altro che rafforzi questa corrente vitale.Come è possibile perdonarsi, aspettarsi, dedicarsi se non si è autoriz-zati dall'alto? Faccio fatica ancora oggi con i miei pensieri a capire tuttoquesto, ma ho imparato molto a fidarmi della vita, anche vedendo i mieigenitori attraversare le crisi d'amore e come le hanno affrontate.Che cos'è che annuncia dunque l'amore tra un uomo e una donna?Cos'è che promette l'insoddisfazione del nostro corpo? Chi aspetta ilcorpo riverso e morto, ma anche il corpo vivo che io sono?

Libri

La leggenda di ConcobelloA margine dell'incontro organizzato da Communitas con Amos Luzzato

"La leggenda di Concobello è una favola per ragazzi, ma anche per quei ragazzi che credono di essere di-ventati adulti. Racconta delle paure del popolo del benessere, delle sue difficoltà a capire coloro che appaio-no tanto diversi, ma in realtà sono lo stesso popolo".È con questo inciso che Amos Luzzatto, già presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per otto

anni, ha sintetizzato il significato profondo del suo primo romanzo per ragazzi: "La leggenda di Concobello",fresco di stampa, edito da Mursia (pp. 215, 16 euro) e in uscita nelle librerie dal 20 settembre scorso.Personalità di caratura internazionale, cresciuto alla scuola del nonno materno Dante Lattes, uno degli espo-nenti di maggior spicco del giudaismo del secondo '900 italiano, per più di quarant'anni chirurgo in vari ospe-dali italiani, Luzzatto è stato Primario e libero docente particolarmente attento nei suoi studi alle applicazionidei metodi matematici alle ricerche cliniche.Medico e grande cultore e conoscitore dell'ebraismo, riconosce a Paolo De Benedetti il merito di averlo in-dotto "a riprendere il gusto degli studi ebraici.So che Paolo rifiuta questi elogi e sostiene che io non avrei avuto bisogno di lui, perché secondo lui ero giàun chackam (saggio) anche prima di incontrarlo.Ma io contesto questa sua eccessiva modestia. Probabilmente - precisa Luzzato nel suo contributo raccoltonel fascicolo di Humanitas 1/2006 (Morcelliana) denominato "Il settantunesimo senso.Omaggio a Paolo deBenedetti" -l'affermazione è corretta se essa intende dire che possedevo già gli strumenti di base per ripren-dere gli studi; non è più corretta se non tiene conto della necessità che c'è in ciascuno di noi di rispecchiar-si in un amico, in un volto, in un sorriso, che ti dà o che ti ridà la spinta a marciare.La genesi di questo racconto - rivela Luzzatto, già noto al grande pubblico per pubblicazioni quali "Leggere ilMidrash" (Morcelliana 1999), "Il posto degli ebrei" (2003), la traduzione e il commento del libro di Giobbe(Feltrinelli 1991) e del Cantico di Cantici (Giuntina 1997) -ha avuto origine come una libera invenzione, fattada me e dai miei tre figli, allora bambini, durante un lungo viaggio in macchina in Dalmazia.Gestazione casuale e felice che ho deciso di riprendere in mano, arricchendo il testo con dei chiari spunti chevengono dalla medicina". Questa fiaba ruota attorno ad un protagonista centrale: Druk, figlio di Luk di Con-cobello, paese immaginario e ameno che nasce dalla fantasia dell'autore."Si tratta di un eroe puro, senza macchia e senza un gran cervello, ma dotato di grande ardore - aggiungeLuzzatto - mandato con la gloriosa spada di Vinterio a salvare, la leggendaria Concobello, dalle apparenti mi-nacce del barbaro popolo dei Borbi, omaccioni robusti, ricoperti da strane tuniche di pelli di capra e che si in-namorerà prima della bellissima cortigiana Marvila, figlia del sacerdote Darnath e custode della sacra reli-quia e poi della bruna Singa, guerriera impavida e fedele".Sarà proprio Druk, artefice dell'alleanza tra Borbi e il popolo affamato e oppresso di Concobello, a guidarel'assalto al Palazzo, difeso dai mercenari assoldati, sotto l'arrogante insistenza del borioso Riffo e dei mer-canti d'Oltreconco, dal governatore Drus. Sullo sfondo personaggi come le misteriose sorelle Merinde, chesanno tutto e prevedono tutto, assieme al loro piccolo allievo Gheghe, o la gatta Sofia che "legge nel cuoredegli uomini".Per non dire del saggio eremita Ultan o del Gran Stregone dipinto dai notabili di Concobello come "una spe-cie di gigante, alto più di cinque cubiti e dotato della forza di un toro", mentre , in realtà si presenterà a Drukcome un semplice uomo che i Borbi eleggono ogni due anni per garantire pace ed eguaglianza."Quel che il lettore scopre nel corso delle vicende - chiarisce Luzzatto - è che sia i Borbi, considerato nemi-co barbaro ed orrendo, sia la gente di Concobello sono in realtà lo stesso popolo separatosi, per vicende ca-suali".Come in tutte le favole a lieto fine, verrà recuperato l'ordine originario, i cattivi saranno puniti ed anche i sen-timenti autentici saranno rimpiazzati da quelli pretestuosi e artificiali".È un racconto in cui vince lo spirito d'eguaglianza - come il saggio Vinterio ordinò - e la pace, con una mo-rale sottile a fare da cornice: " Il nemico - chiosa Luzzatto - è soprattutto nelle nostre paure. Non solo - con-clude l'autore -ciò che questa storia ci insegna è che per comprendere l'altro, non basta assicurarne la tol-leranza. Serve di più. Occorre il rispetto e la volontà d'interazione".

Francesca Nodari

12 | GLOBALE/LOCALENOVEMBRE 2006

Sconfiggere la povertà può essere l'obiettivo di una banca Segnate con un cerchio rosso sul calendario questo giorno, perche' oggiil mondo e' un posto migliore. Muhammad Yunus, il fondatore della Gra-meen Bank, la banca dei poveri, ha vinto il premio Nobel per la Pace2006.Nato nel 1940 a Chittagong, il piu' importante centro economico del Ben-gala Orientale, studia fino a conseguire il dottorato all'universita' di Nash-ville, nel Tennessee.Nel 1972 diventa capo del dipartimento economico dell'universita' diChittagong e nel 1974 Yunus accompagna alcuni studenti in visita nellezone piu' povere del Bangladesh, dove carestia e poverta' uccidono milio-ni di persone. Quel viaggio cambia la sua vita e decide di dover fare qual-cosa: presta 27 dollari a un gruppo di 40 donne che facevano cesti inbambù, in modo da consentire loro di espandere l'attivita' e di uscire dalgiro degli usurai. Fu l'inizio della Grameen Bank, un sogno che andava insenso contrario a tutte le altre banche.La Grameen Bank avrebbe prestato denaro ai piu' poveri, e tra i piu' po-veri ha scelto le donne, che in Bangladesh contano meno della terra chepestano. Persone che nella maggior parte dei casi non possedevano nul-la e che quindi non potevano fornire garanzie sulla restituzione del dena-ro. Ma che raccolte in piccoli gruppi erano una forza, fosse anche soloquella della disperazione. Sono le donne che vedono i loro figli morire percolpa delle alluvioni, sono le donne quelle che lavorano tutto il giorno e lacui volontà e' indistruttibile. Yunus le ha messe insieme, a gruppi di cin-que, e ogni donna era la garanzia per il gruppo, insieme potevano affron-tare i disagi di una, gli uomini che si spaventavano per queste novità e perla loro indipendenza, i sacerdoti che vedevano nella Grameen Bank una

minaccia alle tradizioni patriarcali.Oggi la Banca dei poveri, anche se il suo nome significa la Banca dei vil-laggi, elargisce microprestiti a 6,6 milioni di "clienti" poveri.Ma sono nate centinaia le iniziative simili in tutto il mondo raggiungendocomplessivamente 80milioni di persone.In Bangladesh, dati aggiornati a agosto 2006, conta 2.226 filiali e piu' di18.000 dipendenti che arrivano praticamente in tutti i 70mila villaggi delPaese. E' il quarto istituto bancario del Bangladesh.9 clienti su 10 sono donne e la percentuale di restituzione dei prestiti e'del 98,85%, un sogno per le banche di stampo capitalistico, che annove-rano fra i lro clienti solo l'1% di donne.Questo ha fatto si' che dal 1995 la Grameen Bank non riceve più contri-buti da donatori, ma si finanzia unicamente con i depositi dei suoi azioni-sti, gli stessi beneficiari dei prestiti. Dalla sua fondazione a oggi, tranneche per tre anni, e' sempre stata in attivo, con un giro di soldi di 5,72 mi-liardi di dollari.Il prestito medio e' di 309 dollari, il piu' alto mai concesso e' stato di qua-si 20mila, serviti al marito di una delle socie per acquistare un camion.I prestiti sono di quattro di tipi e hanno interessi diversi: 20% per chi haun'attività' produttiva, 8% per finalità abitative, 5% per gli studenti e sen-za interessi per i mendicanti. Non sono richieste garanzie patrimoniali, so-lo una promessa.Ma il dottor Yunus ha fatto molto di più che prestare denaro ai poveri, hadimostrato che si può cambiare il mondo, le tradizioni assurde, il modo dipensare e portare la pace senza intervenire militarmente, senza scontrar-si apertamente con il territorio ma trovando soluzioni trasversali che spo-

stano il modo di vedere le cose...Quella di Yunus rimane sempre una storia emozionante, anche solo a rac-contarla.Lui sorride in tutte le foto ma, a ben guardarlo, nei suoi occhi c'e' qual-cosa di particolare, sono gli occhi di chi ne ha viste piu' di quante potes-se immaginarne e da queste trae tutta la sua forza.

I Volontari della Bottega di Orzinuovi - Via Cavour, 31

Una Banca da Nobel

La Bottega dei Popoli compie un anno Commercio Equo-solidale

immagini della festa di Compleanno della Bottega allietata dalle note del giovane ma promettente gruppo degli "LP"

Fare la spesa giusta: un gesto quotidiano"Io faccio la spesa giusta"Ogni giorno facendo la spesa oppure nei tuoi momenti di pausa puoi compiere un gesto di giustizia scegliendo i prodotti del Commercio Equo e Solidale. Avrai così la sicurezza di non provocare sfruttamento e povertà nelSud del mondo, di combattere il lavoro minorile, di contribuire al rispetto dell'ambiente, di favorire le coltivazioni locali e lo sviluppo dei produttori.

Anche alla Bottega dei Popoli puoi sostenere il

microcreditoUno dei punti di forza del Commercio Equo e Solidale è proprio ilprefinanziamento dei propri partners commerciali nel Sud del Mon-do che permette ai produttori di non cadere nella trappola del pre-stito usurario.Il rriissppaarrmmiioo ssoolliiddaallee presso la Cooperativa Solidarietà permettequindi al socio-risparmiatore di coniugare vantaggi etici ed econo-mici: il socio sa che destinazione avranno i suoi risparmi, sa cheverranno utilizzati per aiutare i produttori del Sud del Mondo per av-viare e sostenere iniziative economiche autonome ed inoltre potràin ogni momento esigere il denaro depositato sul libretto di rispar-mio che verrà remunerato a tassi in linea con il mercato

AMBIENTE | 13NOVEMBRE 2006

La Robinia( Robinia pseudoacacia L. )Famiglia Leguminosae

Il nome del genere è stato dedicato da Carlo Linneoa Jean Robin (1550-1629), giardiniere di Enrico IVe Luigi XIII, re di Francia, e fondatore nel 1590 del-l'Orto botanico di Parigi, dove all'inizio del '600 fucoltivata la pianta per la prima volta in Europa;pseudoacacia (dal greco pseudés: che inganna) staper falsa acacia, per le foglie simili ad alcune spe-cie di tale genere.

DDiiaall..:: rubì, spì

DDEESSCCRRIIZZIIOONNEE: la robinia, gàggia o falsa acacia è un albero alto 16-20 (25)m, con chioma variabile, aperta e globosa negli esemplari isolati, larga fi-no a 5-7 m, con tronco un pi irregolare, diritto, spesso biforcato, cortec-cia spessa, nodosa nei vecchi esemplari, con profonde e larghe fessurelongitudinali che mostrano lo strato sottostante di colore ocra-aranciato;nei rami giovani è compatta, grigiastra, con spine acute, appiattite lateral-mente. Sistema radicale espanso, forte, poco profondo, stolonifero, infe-stante, che rende difficile l'instaurarsi tutto intorno dell'altra vegetazione.Rametti angolosi, un poco zigzaganti, con gemme alterne. Foglie con 13-15 (11-21) segmenti ellittici di 1-2 x 3-5 cm, ad apice arrotondato, chia-ri di sotto, glabri, con stipole trasformate in robuste spine. La fioritura si

protrae da aprile a luglio; i fiori sono papilionacei, in racemi ascellari, pen-duli lunghi 10-20 cm, corolla di 1,5-2 cm bianca con vessillo giallo allabase, con intenso profumo dolciastro, mielato; i frutti (ottobre-novembre),che permangono sull'albero in inverno, sono legumi penduli di 1 x 5-10cm, appiattiti, glabri, marroni, contenenti 4-7 semi reniformi di colore bru-no nerastro.E' un albero estremamente frugale e indifferente al tipo di terreno; predi-lige le stazioni più esposte, dal piano fino a 1000 (1400) m.: cedui, bo-scaglie, scarpate, massicciate, sponde fluviali, rive dei fossi, ecc. Nellecondizioni adatte la robinia cresce con grande rapidità fino a quando èmatura (30-35 anni), specialmente sui terreni di natura silicea. Raggiun-ge i 3-4 metri di altezza in soli tre anni, e i 10-12 metri in 15-17 anni. Ingenere non è però molto longeva, e di solito non supera i due secoli dietà, fatti salvi casi eccezionali di esemplari che hanno raggiunto i 500 an-ni., segnalati nei luoghi di origine.E' pianta dotata di notevolissima capacità di ricaccio e vigore vegetativoanche, e direi soprattutto, nei terreni meno fertili e più grossolani. Il legnoha un alburno bianco-giallastro e durame bruno o bronzeo, talora con ri-flessi verdastri, ad anelli regolari e ben visibili, duro, pesante, elastico emolto resistente alle sollecitazioni meccaniche, è assai durevole (anche inacqua), poco attaccato da funghi e insetti e risulta adatto a molti usi agri-coli. Si impiega nella costruzioni stradali, palificate per fondazioni e pale-ria in genere, armamenti da miniera, carri, doghe per botti, liste per pavi-menti, parti di imbarcazioni, recipienti per acidi, ingranaggi, manici eattrezzi vari. E' un ottimo combustibile.

DDIISSTTRRIIBBUUZZIIOONNEE: è spontanea delle regioni atlantiche degli Stati Uniti dal-la Pennsylvania alla Georgia, la robinia è oggi distribuita in tutto il Norda-merica così come in gran parte d'Europa, favorita dalla coltivazione. Fu in-trodotta in Europa nel 1601 e coltivata nell'Orto Botanico di Padova dal1662; nei secoli successivi si espanse ampiamente in tutta l'area subme-diterranea, grazie alla efficiente propagazione per stoloni, ed anche favo-rita da agricoltori e forestali. Spontanieizzata in tutto il territorio italiano enella nostra provincia sino all'alta Valle Camonica, dal piano fin verso i1000-1200 m, coltivata e divenuta infestante della vegetazione naturale.

IIMMPPIIEEGGHHII VVAARRII: è allevata prevalentemente a ceduo, con turni di 4-6 (8-10) anni o ad alto fusto con turni di 30-40 anni. Resistente agli scarichiindustriali e quindi cresce bene anche in città, infatti fu piantata lungo leferrovie fin dall'epoca dei treni a vapore ed è apprezzata anche comepianta mellifera (miele di acacia) di primo merito. Le sue foglie sono rac-colte per l'alimentazione dei conigli e sono appetite anche dai ruminanti

OOSSSSEERRVVAAZZIIOONNII: il Pignatti nella sua ponderosa opera sulla Flora d'Italia(1982) scrive di questa pianta: “La robinia tende a formare dense bosca-glie spinose pressoché impenetrabili, povere di flora boschiva e di funghie del tutto estranea al nostro paesaggio vegetale; per la sua invadenzanella Padania e nelle valli prealpine assume spesso il carattere di vera epropria infestante”.

Eugenio Zanotti

Lungo le rive dei fossi

Il 19 ottobre '06 l'I.T.G. Tartaglia di Brescia ha ospitato il X Convegno "Dal-l'ambiente alla scuola e ritorno" organizzato dalla Commissione per l'Edu-cazione Ambientale, composta da docenti e dirigenti scolastici, istituitapresso il Centro Scolastico Provinciale. Il convegno porta da dieci anni invetrina esperienze e progetti significativi, che tuttavia rappresentano solouna minima parte dell'immensa mole di lavoro che la scuola brescianacompie quotidianamente con qualificata professionalità e dedizione co-stante. Quest'anno per il distretto scolastico di Orzinuovi hanno partecipa-to al convegno l'I.I.S. di Bargnano, che ha presentato il progetto "L'am-biente agrario della Bassa: i gelsi", realizzato in collaborazione conl'associazione Comuni Terre Basse, ed il Parco Oglio Nord, che ha illustra-to iniziative e percorsi didattici nel territorio fluviale, messi a punto per lescolaresche dal Centro Educativo Culturale, che ha sede a Soncino.

B.V.

Il bozzetto che riproduce un delfino ha certificato con il timbro speciale fi-latelico il "XX CCOONNVVEEGGNNOO PPRROOVVIINNCCIIAALLEE PPEERR LL''EEDDUUCCAAZZIIOONNEE AAMMBBIIEENNTTAA--LLEE". Questo significativo traguardo di attività è stato celebrato anche nel-la filatelia, grazie all'attenzione e solerzia del prof. Giovanni Quaresmini,che ha voluto offrire un valore aggiunto a questo appuntamento.Le bollature filateliche della giornata sono state oltre n. 750.Apprezzata la proposta di cinque cartoline a tema allestite per la circo-stanza dal Commissione Provinciale, a disposizione di tutti i partecipantial Convegno che hanno voluto conservare un segno tangibile di questomomento, anche attraverso una collezione filatelica.Si possono collezionare cartoline tematiche con francobollo e annullo a te-ma, da inserire nel raccoglitore oppure da far "viaggiare" per posta comesegno di condivisione per gli amici e addetti al mestiere.

Antonella Foschetti

Timbro speciale filatelico al TartagliaFilatelia

Tutti sanno che il sole è vita poichè è anche gra-zie alla sua immensa energia che la vita sullaterra è possibile. Basti pensare che il contenutoenergetico della radiazione solare che raggiun-ge la superficie terrestre è superiore di alcunemigliaia di volte l'attuale consumo energeticomondiale. Il sole ci regala quindi un'enormequantità di energia tutti i giorni in forma non in-quinante e gratuita. Tuttavia, per essere sfrutta-ta appieno, quest'energia necessita di sistemiche riescano a catturarla e a trasformarla in ca-lore (per fare la doccia e per scaldare le nostrecase) o in corrente elettrica.Per ottenere acqua calda dal sole si utilizzanosistemi che vengono definiti "sistemi solari ter-mici". Questi, tramite collettori posti sul tetto diuna casa o di qualsiasi altra struttura, consento-no di accumulare durante tutto l'anno il caloredel sole nell'acqua di un serbatoio (un boiler diaccumulo opportunamente coibentato), per ren-derla poi disponibile al momento del bisogno.Contrariamente a quanto si pensi, questi sisteminon sono particolarmente costosi: basti pensareche per fornire l'acqua calda sanitaria ad unafamiglia di 4/5 persone bastano meno di 5000€. Considerando che con un impianto di questotipo i consumi di gas diminuiscono considere-volmente (e quindi anche le emissioni climalte-ranti di CO2 ), va da sé che un sistema solaretermico si ripaga con i risparmi che consente diottenere, al punto di riammortizzare la spesa ini-ziale in quattro o cinque anni (a seconda dell'en-

tità del consumo che si ha di acqua calda). Inol-tre, questo tipo di impianto si può installare suqualsiasi casa e in qualsiasi momento, non ne-cessitando di opere di muratura e non stravol-gendo l'impianto idraulico preesistente. Oltretut-to è possibile ottenere il riscaldamento dellacasa con i pannelli solari termici laddove vi siaun sistema di riscaldamento a bassa temperatu-ra, come il riscaldamento a pavimento o a pare-te radiante. Da non sottovalutare il fatto che esi-stono incentivi regionali e che dal prezzo diquesti impianti è possibile recuperare il 36%della spesa dall'IRPEF in 10 anni (con la nuovafinanziaria dal 1° gennaio 2007 il recupero saràdel 55% in tre anni).

Per ottenere, invece, energia elettrica a partiredal sole bisogna utilizzare i sistemi fotovoltaici.Questi sono costituiti da particolari celle di sili-cio che, attraverso un processo fisico denomi-nato "effetto fotovoltaico" sono in grado di pro-durre energia elettrica partendo solo dallaradiazione solare. I pannelli fotovoltaici sonouna tecnologia ormai sviluppata e collaudata,tanto che la loro resa è garantita 20 anni (e laloro durata va ben oltre). Una prova di ciò è il lar-go uso di queste tecnologie nei paesi del nord,soprattutto in Germania. Nel caso dei pannellifotovoltaici i costi sono più alti rispetto ai pan-nelli solari termici (si parla di 7000 € circa perkw installato) ma i ritorni sono ancora più inte-ressanti, poiché tutta l'energia prodotta viene

scontata dalla bolletta e viene pagata dall'ENEL0.20 € al kw, il tutto per vent'anni (questa in-centivazione prende il nome di "CONTO ENER-GIA"). Come risultato si ha che chi installa unimpianto di questo tipo rientra dell'investimentoin dieci anni, e per i restanti dieci anni guadagnauna somma pari alla cifra investita. Un ottimo in-vestimento vero? Al punto che i kw disponibiliper gli impianti del 2006 sono stati polverizzatiin pochissimi giorni. Adesso riaprirà il bando peril 2007.

Lo sfruttamento dell'energia che si piò ricavaredal sole (sia termica che elettrica), assieme aduna buona coibentazione degli edifici, all'uso dielettrodomestici e di sistemi che diminuiscanolo spreco delle risorse (come lampade a bassoconsumo e i riduttori di flusso dei rubinetti) pos-sono fare molto per salvare il nostro portafoglioe contribuire a diminuire lo spreco di risorse el'aumento delle emissioni climalteranti.

Ormai nel settore energetico (soprattutto quellodell'efficienza energetica) si giocherà la sfidadel futuro: consumare meno energia (usando si-stemi "intelligenti") e utilizzarne il più possibilein forma pulita. Non è utopia, è realtà (e i paesidel nord lo dimostrano). Spetta solo alla buonavolontà e alla coscienza dei singoli cittadini, de-gli amministratori e dei governi raccogliere que-sta sfida.

Manuel Zanola

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L'importanza e la grandezza della manifestazione artistica trovano nellamelodica combinazione delle note musicali un'espressione diretta e toc-cante, che risulta particolarmente sublime nel caso della musica classica,la musica per eccellenza.Per questo il CCiirrccoolloo CCuullttuurraallee DDoonn EEmmiilliioo VVeerrzzeelleettttii di San Paolo si è spes-so impegnato, nei vent'anni del suo assiduo operato di sensibilizzazioneculturale, nel proporre alla popolazione concerti e altri importanti eventiche avessero come comune denominatore l'esaltazione della più spiritua-le fra le arti.Una delle manifestazioni che in questi ultimi anni ha riscontrato maggioresuccesso è stato il FFeessttiivvaall PPiiaanniissttiiccoo, indiscusso protagonista dell'autun-no, stagione profonda e caleidoscopica, proprio come la musica classicacelebrata dall'evento.La rassegna, giunta ormai alla quarta edizione, ha abbracciato un'interasettimana, aprendosi quest'anno con uno straordinario ccoonncceerrttoo ddii ppiiaa--nnooffoorrttee dell'insigne Maestro GGeerraarrddoo CChhiimmiinnii, tenuto nell'Auditorium co-munale delle Scuole Medie vveenneerrddìì 33 nnoovveemmbbrree. Nello stesso luogo il ce-lebre Maestro si è esibito, ddoommeenniiccaa 55 nnoovveemmbbrree, con la bravissima suo-natrice d'arpa FFrraanncceessccaa TTiirraallee in un singolare ccoonncceerrttoo ppeerr ppiiaannooffoorrttee eeddaarrppaa.Il cuore del festival era quest'anno costituto da un'importante conferenzadal titolo ""AArrttee vviissiivvaa ccoommee eevvoolluuzziioonnee ssppiirriittuuaallee"", in cui veniva analizzatala profonda spiritualità insita nell'opera d'arte, manifestazione sensibiledella grandezza e della trascendenza dell'anima umana. L'evento ha avu-to luogo mmeerrccoolleeddìì 88 nnoovveemmbbrree presso la sede del Circolo Culturale nellafrazione di Scarpizzolo, ed ah avuto come relatori ddoonn GGrraazziiaannoo MMoonnttaannii,la nota pittrice RRoossssaannaa RRaaggggii e il celebre scultore RReemmoo BBoommbbaarrddiieerrii.Il Festival si è concluso vveenneerrddìì 1100 nnoovveemmbbrree con il tradizionale concertolirico presso l'Auditorium comunale delle Scuole Medie. In quella occasio-ne si è esibito il famoso ccoorroo ""SSeerreennoo"" diretto dal Maestro MMaarriioo MMaarreenn--

gghhii, coadiuvato al pianoforte dalla pianista MMiicchheellaa PPiioovvaanneellllii.Durante tutta la durata del Festival è stato possibile ammirare, presso lasede del Circolo, un'importante mmoossttrraa dd''aarrttee allestita dai maestri respon-sabili delle varie scuole artistiche del Circolo: EErrnneessttoo RRoovveerrssii,, CCllaauuddiioo LLoo--ddaa,, GGiiaaccoommoo GGaannddeelllliinnii ee AAlleessssaannddrraa FFuussaarrii. I visitatori hanno inoltre potu-to apprezzare una pregevole esposizione d'aarrrreeddii dd''aannttiiqquuaarriiaattoo allestitadai FF..llllii BBaarrbbiieerrii.La chiusura del Festival non si è tradotta però in un freddo addio, ma hapreannunciato un altro grande evento, l'ultimo di questa ventesima stagio-

ne d'arte: le "FFeessttee ccoonn ll''AArrttee", che riempiranno di straordinaria bellezzala già meravigliosa atmosfera natalizia. Fiore all'occhiello di questa rasse-gna artistica, che si terrà in collaborazione con il ccoommuunnee ddii SSaann PPaaoolloo,sarà l'eccezionale mostra fotografica "VVeenntt''aannnnii ddeellllaa nnoossttrraa SSttoorriiaa".Non c'è per noi maggiore soddisfazione di vedere concretizzato il nostroimpegno in una sentita partecipazione popolare.

Gionata MorettiCircolo Culturale "Don E. Verzeletti"

14 | SAN PAOLO - QUINZANO - LOGRATONOVEMBRE 2006

Terza Sagretta del salame cotto e della grèpolaQuinzano domenica 19 novembre organizza la III edi-zione della Sagretta del "salame cotto" e della grepo-la.Il salame cotto in pentola è una specialità tipica delterritorio di Quinzano e dei paesi limitrofi e da ormai 2anni anno ha ottenuto il marchio De.C.O. (Denomina-zione Comunale di Origine). Da tempo immemorabileè cucinato con piselli ("salàm e roaiòt") o con gli spi-naci e la polenta, morbido e succoso, di colore rosa esenza sfumature, dal sapore gustoso e leggermentearomatico. Già sul vicino territorio cremonese la tradi-zione è più spostata sul cotechino, nel territorio attor-no a Dello più tradizionale è invece la coppa cotta edandando più su troviamo il salame misto, rigorosa-mente crudo.Dopo il buon successo delle prime due edizioni l'e-sperienza si ripete quest'anno sempre in piazza Gari-baldi dove saranno allestite tensostrutture per predi-

sporre gli ambienti della sagretta. A partire dalla mat-tinata saranno presenti stand eno-gastronomici con

particolare attenzione ai prodotti tipici della tradizione.Nel pomeriggio ci sarà la possibilità di degustazionidel salame e delle grepole, verrà inoltre presentata,grazie all'opera dei macellai locali Bonali, e Cupi e al-la macelleria "Fiorindo" di Borgo S.Giacomo, una di-mostrazione pubblica delle procedure di produzionedel salame: la preparazione dell'impasto, l'insaccatu-ra, la legatura, fino al prodotto finale.Il disciplinare De.C.O. che regola la produzione del"salame cotto di Quinzano" prevede la macellazionedi suini di alta qualità tipici italiani, dal manto scuro eun'alimentazione particolarmente curata a base di or-taggi, mais, erba medica, orzo. Per la macellazione èrichiesto l'utilizzo del maiale integrale, una volta rag-giunti almeno i 150 kg di peso e 12 mesi di età. Il sa-lame potrà anche essere consumato crudo una voltasuperato il periodo di atto alla cottura.La Sagretta ha il patrocinio della Camera di Commer-

cio di Brescia, dell'Assessorato all'Agricoltura dellaProvincia di Brescia e dell'Assessorato al Commerciodella Regione Lombardia. Durante la mattinata di do-menica 19 sarà presente l'assessore provinciale al-l'agricoltura, agriturismo e alimentazione Sergio Gra-zioli alla presenza del quale il Comune di Quinzanopresenterà un altro prodotto tipico che ha ottenuto ilmarchio De.C.O.: si tratta del "miele di tiglio". L'api-coltura e la produzione del miele sono da tempo im-memorabile una tradizione delle campagne della bas-sa, grazie alla spinta e all'entusiasmo degli apicoltorilocali si è così pensato di tutelare questo prodotto.A Quinzano è particolarmente diffusa la pianta del ti-glio e sarà il miele ricavato dal fiore del tiglio ad esse-re tutelato dal disciplinare De.C.O.

Andrea SoregaroliAssessore - Comune di Quinzano

Quinzano - Marchio De.C.O. per il miele ditiglio

Autunno in musica con il IV Festival pianisticoSan Paolo

Per il quarto anno consecutivo il Teatro Comunale diLograto è inserito all'interno della stagione teatraledella bassa bresciana dal nome Pressione Bassa, cu-rata dal Centro Teatrale Bresciano (C.T.B.) - TeatroStabile di Brescia.Alla rassegna, la dodicesima, ideata e diretta sempreda Sergio Mascherpa, aderiscono quest'anno quindicicomuni, uno in più dello scorso anno. Gli spettacoli,molti per bambini, sono iniziati al Teatro Sociale diBrescia il 29 settembre 2006 e termineranno il 23marzo 2007 a Botticino, al Teatro Centro Lucia.Anche quest'anno si segnalano nomi e gruppi eccel-lenti: Paolo Migone, Lucia Vasini, Olcese & Margiotta,Banda Osiris, Marco Zannoni, Mario Pirovano, ValerioMastrandrea e molti altri ancora.Nel Teatro Comunale di Lograto si terranno sei spetta-coli, come lo scorso anno: cinque per un pubblicoadulto ed uno per i ragazzi.Il 13 ottobre Lucia Vasini ha portato sul palcoscenicoTutta casa, letto, chiesa, commedia di Dario Fo e Fran-ca Rame sui dubbi, le malinconie, le disperazioni, le

manie, i desideri, i complessi, le angosce, le gioie, ipiaceri delle donne, quelle sole, quelle a cui mancasempre qualcosa. Ore 21.00.Il 4 novembre, con Miracoli, Marco Zannoni ha comi-camente parlato dei fatti e dei misfatti che hanno pre-ceduto la creazione dell'Universo, con un Padre Eter-no svogliato, pigro, che non ha molta voglia di stare asentire le sue creature create. Una metafora della vitareale. Ore 21.00.Il 25 novembre il CTB/CTL presenterà Extracom, diGiacomo Gamba. In un posto di frontiera del tutto im-maginario due uomini si incontrano. Uno è un occi-dentale e vuole scappare dal caos della medesima ci-viltà, l'altro è un immigrato che ha lasciato tutto pervenire a rifarsi una vita da noi. Tra scambi di ruolo eprospettive sempre nuove, si parla di comunicazionetra uomini, civiltà, di abbattimento di barriere, di li-bertà, di futuro. Ore 21.00.Il 17 dicembre lo spettacolo è per i bambini. Luna Lu-natika, sempre di Giacomo Gamba, presentato dallaCoop. Teatro Laboratorio, parla di un mondo in cui

bimbi e grandi sono diventati grigi in un mondo grigio.Luna Lunatika, la protagonista, avrà il compito di ripor-tare la luce in quel mondo.Ore 17.00.Il 20 gennaio 2007 il Teatro del Chiodo presenteràConcerto senza sci, di Ferruccio Cainero, storia di duemusicisti che prima di uno spettacolo si raccontanoimportanti tappe del proprio passato.Ore 21.00.Infine, il 9 febbraio 2007, Ensemble Vicenza Teatrochiude la stagione logratese di Pressione Bassa con Ilburbero benefico, ultimo capolavoro di Goldoni chenarra le vicende, il carattere, la comicità, di un bene-fattore. Ore 21.00.I biglietti si acquistano dalle 16.00 alle 19.00 pressoil Teatro sociale di Brescia, o direttamente nel TeatroComunale di Lograto.

Giacomo Colossi

Gli spettacoli di Pressione Bassa Lograto

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