Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

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Basketinside.com Guida alla stagione NBA 2012/2013

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Basketinside.com ti guida alla stagione NBA 2012/2013 con resoconti su ognuna delle trenta squadre, temi caldi della stagione e pronostici!

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Basketinside.com Guida alla stagione NBA

2012/2013

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Indice

Il mercato estivo in tre parti – di Davide Mamone

– P. 3

Howard ai Lakers, Nets a Brooklyn – di Filippo

Antonelli – P. 9

Lo scambio che ha portato Harden ai Rockets – di

Filippo Antonelli – P. 11

Le Finals 2012 – di Filippo Antonelli – P. 12

La corsa all’oro di Team USA a Londra – di Luca

Antonelli – P. 14

Race to the MVP – di Marco Conti – P. 16

Rookie Challenge, il Draft e la Classifica – di

Niccolò Costanzo e Claudio Pavesi – P. 18

Power Rankings – di Filippo Antonelli – P. 25

Introduzione alla «guida musicale» – P. 26

Atlantic Division – P. 27

Boston Celtics – di Matteo Airoldi – P. 28

Brooklyn Nets – di Davide Mamone – P. 30

New York Knicks – di Gabriele Galluccio – P. 31

Philadelphia 76ers – di Luca Antonelli – P. 33

Toronto Raptors – di Niccolò Costanzo – P. 35

Central Division – P. 36

Chicago Bulls – di Luca Antonelli – P. 37

Cleveland Cavaliers – di Luca Antonelli – P. 39

Detroit Pistons – di Fabio Trinchero – P. 41

Indiana Pacers – di Marco Conti – P. 42

Milwaukee Bucks – di Luca Antonelli – P. 43

Southeast Division – P. 45

Atlanta Hawks – di Filippo Antonelli – P. 46

Charlotte Bobcats – di Eugenio Nardone – P. 47

Miami Heat – di Angelo Lenoci – P. 48

Orlando Magic – di Filippo Antonelli – P. 50

Washington Wizards – di Claudio Pavesi – P. 51

Northwest Division – P. 53

Denver Nuggets – di Davide Quaranta – P. 54

Minnesota Timberwolves – di Niccolò Costanzo

– P. 55 Oklahoma City Thunder – di Angelo Lenoci – P. 56

Portland Trail Blazers – di Davide Quaranta – P. 58

Utah Jazz – di Marco Conti – P. 59

Pacific Division – P. 60

Golden State Warriors – di Fabio Trinchero – P. 61

Los Angeles Clippers – di Mattia Kolletzek – P. 62

Los Angeles Lakers – di Davide Mamone – P. 64

Phoenix Suns – di Fabio Trinchero – P. 65

Sacramento Kings – di Marco Conti – P. 66

Southwest Division – P. 67

Dallas Mavericks – di Marco Conti – P. 68

Houston Rockets – di Claudio Pavesi – P. 69

Memphis Grizzlies – di Gabriele Galluccio – P. 71

New Orleans Hornets – di Gabriele Galluccio – P. 73

San Antonio Spurs - di Mattia Kolletzek – P. 74

Il nostro tabellone dei Playoffs – P. 75

Ringraziamenti – P. 76

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Il mercato estivo – prima parte

Nei tre mesi più caldi del mercato NBA, tra trade, firme inaspettate,

voci, tweet, idee ed ipotesi sono accadute tante cose. Noi proviamo a

riassumere in tre tappe tutto ciò che è accaduto, analizzando i

movimenti, i tentativi di scambi, le smentite e la risoluzione dell’infinito

Dwightmare.

Ma andiamo con ordine e raccontiamo la prima parte di quest’estate

2012. I Miami Heat, con la Gara-5 giocata il 22 giugno, si aggiudicano

il secondo titolo NBA in sei anni; il primo sotto la gestione Spoelstra, il

primo di LeBron James, il primo del progetto ‘Big Three’ partito due

anni or sono. Ebbene, con la chiusura della stagione si apre

ufficialmente la bollente sessione di mercato. Sin da fine giugno si

rincorrono parecchie voci di corridoio sui destini dei principali

protagonisti NBA, primo fra tutti Dwight Howard. Ma come sempre, i

Big si fanno attendere ed è quindi tempo per movimenti minori. Ecco

quindi che i Detroit Pistons ufficializzano la cessione di Ben Gordon a

Charlotte in cambio di Corey Maggete, che facendo il percorso

inverso si accaserà nel Michigan per l’ultima stagione del suo

contratto, che scadrà proprio nell’estate del 2013.

I primi colpi di scena, comunque, ci sono. Il giorno del suo 28esimo

compleanno (26 giugno), Deron Williams rende noto di voler uscire

dal contratto con i Brooklyn Nets per esplorare il mercato dei Free

Agent. Stessa cosa avviene per Jameer Nelson, che a sorpresa entra

nella Free Agency e non rinnova immediatamente con i Magic (lo farà

poi successivamente). E mentre il 29 giugno i Memphis Grizzlies

scaricano O.J. Mayo sfruttando l’Amnesty, i Boston Celtics mettono a

segno il primo colpo estivo: rinnovo per Kevin Garnett, 36 anni

suonati, triennale da 34$ milioni. Ma sul fronte Celtics, Ray Allen non

segue immediatamente le orme del compagno di squadra ed inizia a

guardarsi in giro: per lui disponibili Heat, Knicks e Nets.

Inizia il mese di luglio e con esso avvengono altri prolungamenti di

contratto: Blake Griffin appone la propria firma su un quinquennale da

95$ milioni con i Clippers, subito seguito da Deron Williams. Il play ex

Jazz, nonostante i corteggiamenti di Dirk Nowitzki per convincerlo a

firmare a Dallas, decide di rimanere ai Nets e firma il massimo

salariale (100$ milioni in 5 anni). Brooklyn, scatenata, diventa la vera

protagonista di questa parte di mercato: tenta di accaparrarsi Howard

con un pressing sfrenato ai Magic, prolunga il contratto di Gerald

Davide Mamone

Il primo trasferimento di

mercato dell’estate 2012 ha

visto protagonisti la guardia

Ben Gordon e l’ala Corey

Maggette: il primo è passato

dai Detroit Pistons ai

Charlotte Bobcats, mentre il

secondo ha percorso la

strada opposta. Di certo non

uno scambio in grado di

spostare gli equilibri della

lega.

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Il mercato estivo – prima parte

Wallace, chiude per Mirza Teletovic e firma in sign&trade Reggie

Evans, alla cifra di 5$ milioni. L’europeo è quindi ora un rookie NBA.

Ma non solo Nets. Ad inizio luglio i principali protagonisti sono

playmaker ed esterni. I Celtics acquisiscono Jason Terry, Free Agent,

mentre i Phoenix Suns dicono ufficialmente addio a Steve Nash,

firmando Goran Dragic (triennale da 34$ milioni), che ritorna “a casa”

dopo la parentesi texana. Dicevamo di Nash. Nonostante i suoi 38

anni, si trova decisamente al centro dell’attenzione di molte

franchigie; dopo essere stato accostato prima ai Raptors, poi ai

Knicks, il canadese però prende la sua decisione: i Los Angeles

Lakers. La franchigia Californiana si scuote dall’anonimato dei primi

giorni di mercato, utilizza la Trade Exception ottenuta con la cessione

di Odom a gennaio e acquisisce il playmaker da sempre agognato,

ma mai arrivato. La squadra gialloviola lascia così a piedi Ramon

Sessions, che riuscirà poi ad ottenere un posto da titolare firmando

per i Bobcats. L’altra sponda di Los Angeles, nel frattempo non sta

certamente a guardare. I Clippers confermano Billups, firmano

Crawford, ottengono Lamar Odom (anche per lui, un ritorno alla sua

prima “casa”) e corteggiano Ray Allen. Il quale, però, il 7 luglio fa

sapere che anche i suoi talenti vanno a finire in quel di South Beach,

dove raggiunge i Big Three e dove ritrova un altro Free Agent di

lusso: Rashard Lewis, anch’egli accaparrato dagli Heat dopo aver

lasciato definitivamente gli Washington Wizards.

La nostra prima rassegna si chiude qui, con due grosse notizie. Una

riguarda un ritorno gradito, anzi graditissimo. Brandon Roy, talento

cristallino che ai Blazers ha fatto innamorare tutta l’NBA, dopo gli

enormi problemi alle ginocchia avuti negli ultimi due anni, trova una

seconda opportunità e firma con i Minnesota T’Wolves. La seconda,

invece, vede protagonista un vecchio volpone dell’NBA: Tim Duncan.

Il Caraibico prolunga per altri tre anni con i San Antonio Spurs, 34$ i

milioni di dollari che percepirà fino al 2015, quando avrà 39 anni. .

E’ il 9 luglio, le squadre sono incomplete, il mercato è in fermento e

rimane ancora l’enigma più grande: dove finirà Dwight Howard?

Davide Mamone

I Los Angeles Clippers

continuano a puntare

sull’esperienza per far

rendere al meglio il gruppo.

Oltre alla conferma di

Chauncey Billups, la

dirigenza ha scelto di firmare

Lamar Odom, che aveva già

giocato ai Clippers dal 1999

al 2003.

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Il mercato estivo – seconda parte

Il caos nel mercato NBA va in crescendo e si entra nella fase dove le

Trade superano, a livello di importanza, quanto succede nella Free

Agency. I giorni 9-10-11 luglio sembra che siano finalmente quelli

buoni per veder concluso il Dwight Drama. Il pivot degli Orlando

Magic, ambitissimo da più parti e da oltre 8 mesi al centro del

mercato, insiste sul fatto che la sua prima volontà sia quella di

raggiungere Deron Williams in quel di Brooklyn. I Nets continuano a

fare pressioni sui Magic, che però vogliono scelte e un piano solido

per la ricostruzione futura della franchigia. Ecco quindi la blockbuster

trade, che vede protagoniste 4 squadre (Nets, Magic, Cavaliers e

Clippers) e oltre 12 giocatori. Sembra fatta, ma qualcosa all’ultimo

non va; Adrian Wojnarovski, celeberrimo insider NBA per Y! Sports, fa

sapere tramite Twitter che finisce tutto in una bolla di sapone. Forse

per colpa del GM dei Cavaliers che all’ultimo ha chiesto qualcosa di

troppo, forse per un inserimento dei 76ers che ha infastidito gli

accordi tra Nets e Clippers. Probabilmente non lo sapremo mai, fatto

sta che la trade salta. I Nets escono ufficialmente dai giochi per

Dwight Howard e rifirmano così Brook Lopez, con un quadriennale da

61$ milioni. Ma non finisce qui, perché Brooklyn quest’anno avrà

grosse pressioni e la nuova proprietà russa non vuole sfigurare: il 12

luglio viene conclusa una trade con gli Atlanta Hawks, che vede Joe

Johnson approdare ai Nets in cambio di DeShawn Stevenson, Johan

Petro, Jordan Farmar, Jordan Williams e Anthony Morrow.

I nuovi movimenti ufficializzati fioccano: Lowry trova un accordo con i

Raptors, Lou Williams abbandonato dai 76ers va ad Atlanta, gli

Hornets pareggiano l’offerta che Phoenix aveva fatto ad Eric Gordon

e si tengono ben stretti il proprio punto di riferimento tra gli esterni. I

Suns, sfumato Gordon firmano così Scola, che aveva subito

l’Amnesty dagli Houston Rockets. I Denver Nuggets, invece,

piazzano il colpo di mezza estate: Javale McGee viene confermato.

Coach Karl lo adora e lo vuole porre al centro del progetto e così in

Colorado viene raggiunto l’accordo: quinquennale da 50$ milioni. A

fine luglio tutti attendono che Dwight Howard possa cambiare aria.

Nessuno pensa che la questione possa protrarsi oltre l’inizio delle

Olimpiadi, ma invece accade. I Lakers tentano un accordo con i Magic

cedendo loro Andrew Bynum ma la trattativa sfuma. Per l’ennesima

volta. Los Angeles torna ugualmente al centro del mercato: i Lakers

firmano il veterano Antawn Jamison vincendo la concorrenza dei

Bobcats, i Clippers invece convincono Grant Hill per un annuale al

Davide Mamone

Ottimo colpo per i Toronto

Raptors, che si assicurano il

playmaker Kyle Lowry,

reduce da un’ottima stagione

in Texas con i Rockets. L’altro

grande movimento è quello

che porta Joe Johnson a

Brooklyn, dove troverà Deron

Williams e Gerald Wallace.

Johnson nelle ultime stagioni

era stato il giocatore più

pagato degli Hawks.

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Il mercato estivo – seconda parte

minimo salariale e completano il reparto lunghi con Ronny Turiaf.

Ad ogni modo, gli ultimi colpi prima dell’inizio delle ostilità a Londra

per le Olimpiadi ci sono. I Nets chiudono per Humpries terminando

una sessione di mercato che li ha visti forse primi protagonisti per

numero di movimenti; Dallas, sfumato Deron Williams a giugno,

completa il roster con Kaman, Brand e Oj Mayo; Andreij Kirilenko

torna in NBA dopo la parentesi europea accasandosi ai Minnesota

TWolves; il nostro Marco Belinelli va a finire a Chicago, dove si gioca

un bel pezzo del proprio futuro NBA. E Jeremy Lin? La Linsanity

continua anche in Off-season, con i Rockets che riescono a vincere la

concorrenza dei New York Knicks, i quali non pareggiano l’offerta

della squadra Texana e lasciano andar via il proprio pupillo. Il ragazzo

per metà originario del Taiwan e per l’altra della Cina, firma un

triennale da 25$ milioni. A proposito di Houston; il primo giorno di

luglio, i Rockets avevano offerto un pazzesco triennale da 25$ milioni

a Omar Asik. Il 24, il front-office dei Chicago Bulls, detentori del

giocatore nella passata stagione, rende noto di non voler pareggiare

l’offerta.

Davide Mamone

I New York Knicks hanno

deciso di lasciar andare

Jeremy Lin, il fenomeno

mediatico della scorsa

stagione. Il play che ha

frequentato Harvard si è così

accasato ai Rockets, dove

sostituirà Lowry. Marco

Belinelli ha scelto invece di

andare a ricoprire il ruolo di

riserva di Richard Hamilton ai

Bulls.

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Il mercato estivo – terza parte Il 27 luglio scattano le Olimpiadi di Londra, con la questione

Dwight Howard ancora in sospeso. Dopo due settimane di

totale silenzio, Adrian Wojnarovski riaccende i Rumors NBA il 9

agosto. L’insider di Y! Sports parla di una trade a quattro

squadre, in via di definizione e molto vicina all’ufficialità. La sera

italiana del 10, i quattro General Manager di Lakers, Magic,

76ers e Nuggets sono i protagonisti della multi-chiamata che

chiude positivamente il complicato scambio.

- Dwight Howard, l’ambitissimo e contesissimo centro degli

ultimi mesi nella NBA vola da Orlando a Los Angeles,

accasandosi ai Lakers assieme a Duhon e ad Earl Clark (dai

Magic), seguendo così le orme di Shaquille O’Neal.

- Gli Orlando Magic ottengono Aaron Afflalo e Al Harrington (dai

Nuggets), Moe Harkless e Vucevic (dai 76ers), McRoberts ed

Eyenga (dai Lakers) oltre che tre future prime scelte.

- Andrew Bynum (dai Lakers) giocherà con i Philadelphia 76ers

assieme a Jason Richardson (dai Magic).

- Andre Iguodala, una vita a Philadelphia, raggiunge il nostro

Danilo Gallinari nel reparto esterni dei Denver Nuggets.

Ma ad L.A. il mercato non è ancora chiuso, perché manca un

vice-Kobe: ecco quindi che il giorno dopo Mitch Kupchack, GM

dei Lakers, firma Jodie Meeks, Free Agent ex 76ers. Con la

trade che ha posto fine al Dwightmare, le acque nella Lega si

calmano decisamente. Pochissime le firme da questo momento

a fine settembre; i Phoenix Suns prendono Jermaine O’Neal,

Carlos Delfino porta la sua esperienza agli Houston Rockets,

mentre per Amundson e Leandro Barbosa i destini sono ancora

in dubbio. Darko Milicic infine va a completare il nutrito reparto-

lunghi dei Boston Celtics. Ma come tutti i grandi scenari

americani, anche il mercato estivo dell’NBA termina con un

botto. E si sa, quando si tratta di botti particolari, i New York

Knicks sono sempre presenti; Rasheed Wallace (sì, quel

Rasheed Wallace) trova un accordo annuale nella Big Apple,

dopo che aveva dichiarato chiusa la sua carriera al termine

dell’esperienza ai Boston Celtics nel 2010, dopo le Finals perse.

Davide Mamone

Le due operazioni di mercato

principali hanno visto

spostarsi due giocatori di

grandissimo livello come

Dwight Howard, passato dai

Magic ai Lakers, e James

Harden, trasferitosi dagli

Oklahoma City Thunder agli

Houston Rockets. Quanto

inciderà il loro arrivo

sull’andamento delle loro

nuove franchigie?

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Il mercato estivo – terza parte Ma le sorprese non sono ancora finite: con un colpo ad effetto

gli Oklahoma City Thunder decidono di cedere James Harden,

che passa agli Houston Rockets. In cambio OKC riceve Kevin

Martin, Jeremy Lamb, due prime scelte e una seconda.

Una menzione molto particolare, per concludere questo nostro

resoconto, va a Tracy McGrady. Il ragazzo dal talento d’oro e

dalla schiena a pezzi andrà a giocare in Cina, dopo aver fatto

invano un paio di deludenti workout in NBA. McGrady, assieme

ad Allen Iverson e a tanti altri, rappresenta quell’NBA magica di

fine anni ’90/inizio anni 2000 che sta per scomparire e che non

tornerà più. Un in bocca al lupo sentito e sincero per un talento

speciale.

Davide Mamone

Tracy McGrady ha lasciato

ufficialmente la NBA per

trasferirsi in Cina. L’ex stella

dei Rockets aveva disputato

l’ultima stagione americana

con la maglia degli Atlanta

Hawks senza trovare molto

spazio. In Cina troverà

un’altra stella dei primi anni

2000: l’ex playmaker dei

Sixers Allen Iverson.

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Howard ai Lakers, Nets a Brooklyn

Il nuovo progetto Nets,

trasferiti a Brooklyn, presenta

un roster interessante in

grado di dare fastidio a un

gran numero di avversarie. La

stella della squadra è senza

dubbio il playmaker Deron

Williams, ma anche diversi

suoi compagni, come l’ala

Gerald Wallace, possono

essere considerati di alto

livello.

Una squadra che lascia la sua città di appartenenza e una stella

che lascia la franchigia in cui è diventata splendente per provare

a vincere da un’altra parte. Insomma, alla base dei temi

principali dell’estate 2012 ci sono due trasferimenti. Epocali

entrambi, perché il passaggio dei Nets dall’oscuro New Jersey

alla fulgente Brooklyn aumenta e non di poco il prestigio della

squadra, mentre l’approdo di Dwight Howard ai Los Angeles

Lakers rende i gialloviola favoriti d’obbligo per il titolo NBA e

porta Dwight sulle tracce di Shaquille O’Neal, che aveva

percorso lo stesso sentiero da Orlando a Los Angeles sedici

anni fa.

I New Jersey Nets, nati nel 1967 come New Jersey Americans,

ma già divenuti nel 1968 New York Nets, sono da sempre una

squadra errante. Da Teaneck a Long Island, poi a Nassau

County e a Uniondale fino al trasferimento più duraturo, quello a

Newark, prima presso l’arena della Rutgers University, poi al

Meadowlands Sport Complex di East Rutherford. I Nets sono

sempre stati considerati, fin da quando erano ancora in ABA, un

po’ i cugini meno prestigiosi dei New York Knicks, che hanno

spesso e volentieri osteggiato l’avvicinamento dei rivali. Era

proprio questo il motivo per cui, alla lunga, i Nets avevano

ripiegato su Newark e sul New Jersey per definire il proprio

bacino d’utenza. Dopo vent’anni altalenanti a East Rutherford, il

nuovo proprietario Mikhail Prokhorov ha deciso di trovare una

sede di maggior prestigio per la squadra che intende costruire:

si torna per cui ad “invadere” l’area metropolitana di New York e

i Nets sono la nuova squadra di Brooklyn. Questa nuova sede e

la vicinanza alla squadra di alcune personalità importanti come il

rapper Jay-Z concedono alla squadra un fascino enorme. Il

progetto di ricostruzione era partito già l’anno scorso con Deron

Williams, ma la dirigenza dei Nets ha aggiunto poi anche Gerald

Wallace e quest’estate ha ceduto cinque giocatori per

acquistare Joe Johnson, mettendo in piedi un reparto esterni da

contender. A Brooklyn i Nets ritroveranno i fasti dei tempi di

Julius Erving o di quelli del trio Jason Kidd-Vince Carter-Richard

Jefferson?

Filippo Antonelli

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Howard ai Lakers, Nets a Brooklyn

L’altro evento estivo giunge al termine di un’infinita telenovela.

Tutto parte prima dell’inizio della stagione 2011/2012, quando

Dwight Howard annuncia di voler lasciare gli Orlando Magic,

esattamente come fece Shaquille O’Neal nell’estate del 1996,

quando i Magic diedero l’impressione di scegliere Penny

Hardaway come stella della squadra. Howard ha comunque

disputato la stagione del lockout nella squadra della Florida, dal

momento che i dirigenti hanno sperato fino all’ultimo di trattenerlo.

Addirittura, a ridosso della trade deadline 2012, i Magic hanno

addirittura convinto Howard a prolungare il contratto per un’altra

stagione al fine di non perderlo da free-agent al termine dell’anno.

Le trattative per riportare Howard lontano da Orlando sono

ricominciate al termine della passata stagione e per qualche tempo

si sono rincorse voci su quale squadra sarebbe riuscita nella

difficile impresa di fornire un’adeguata contropartita tecnica

affinché l’affare andasse in porto. Rockets, Mavericks, Nets,

Hawks e Bulls sono state tutte in lizza per acquisire il centro nativo

di Atlanta. Poi, finalmente, la svolta: a farsi avanti sono i Lakers

che sperano di riuscire ad allestire una squadra ulteriormente

competitiva dopo aver già firmato il free-agent Steve Nash. Uno

scambio del genere è difficile da orchestrare e per questo c’è

bisogno dell’ingresso nella trattativa di altre squadre: Lakers e

Magic si accordano con Sixers e Nuggets. Ai Magic arrivano Arron

Afflalo, Al Harrington, Nikola Vucevic, Moe Harkless, Josh

McRoberts e Christian Eyenga; ai Lakers Dwight Howard, Chris

Duhon e Earl Clark; ai Nuggets Andre Iguodala e ai Sixers Andrew

Bynum e Jason Richardson. I Magic avrebbero avuto

probabilmente la possibilità di ottenere Bynum da questo scambio,

ma il centro non ha mai espresso la volontà di voler prolungare il

proprio contratto qualora fosse stato ceduto ai Magic. Per i Lakers

e soprattutto per Howard si apre una nuova era. Howard

affiancherà Pau Gasol sotto canestro e potrà quindi ricevere gli

illuminanti passaggi di compagni di squadra come lo stesso Gasol,

Steve Nash e Kobe Bryant. I Lakers sono pronti per tornare a

puntare di nuovo al titolo dopo due stagioni disastrose nei Playoffs,

con le eliminazioni subite contro Mavericks e Thunder. Riuscirà il

centro 26enne a dimostrarsi un giocatore centrale in un progetto

vincente?

Filippo Antonelli

Shaq non ha mai avuto parole

buone per Howard e anche di

recente ha dichiarato che per

lui il miglior centro della lega è

Andrew Bynum. Tuttavia i due

hanno avuto inizi di carriera

simili: scelti dai Magic con la

prima assoluta, hanno giocato

e perso una finale NBA prima

di passare ai Los Angeles

Lakers. Shaq in carriera ha

poi vinto 4 titoli, Howard

riuscirà a fare lo stesso?

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Lo scambio che ha portato Harden ai Rockets

I due giocatori principali

coinvolti nello scambio che ha

sorpreso il mondo dell’NBA a

pochi giorni dall’inizio della

stagione. Harden, ai Thunder

dal 2009 al 2012, ha tenuto

nella scorsa stagione 16.8

punti, 4.1 rimbalzi e 3.7 assist

di media; Martin, ai Rockets

dal 2009 al 2012, ha viaggiato

invece a 17.1 punti, 2.7

rimbalzi e 2.8 assist a partita.

L’NBA per sua natura non si ferma mai e non smette mai di

sorprendere. Quando alla prima contesa stagionale mancavano

48 ore circa, una notizia è rimbombata in tutto il mondo e ha

sorpreso gli appassionati che si aspettavano che la stagione

cominciasse senza ulteriori scossoni. James Harden, una delle

tre meraviglie degli Oklahoma City Thunder finalisti nella

passata stagione, è stato ceduto agli Houston Rockets. Alla

base di questo scambio ci sarebbe la scelta del giocatore di non

rinnovare il suo contratto, in scadenza nell’estate del 2013, a

cifre basse per arrivare al massimo stipendio consentito in

un’altra squadra. Per il giocatore si può considerare un passo

indietro la scelta di spostarsi da una squadra sicura protagonista

ad una compagine meno di livello, ma sicuramente denota la

scelta di Harden di voler essere protagonista e non comprimario

in una NBA che, invece, sempre di più tende ad accentrare i

talenti in poche squadre.

Ma cos’è successo concretamente e chi altro si è mosso oltre

ad Harden? Ebbene i Thunder hanno comunque mantenuto

forte lo spot di guardia acquistando una guardia realizzatrice

come Kevin Martin e un esterno molto promettente come il

rookie Jeremy Lamb, scelto proprio dai Rockets nello scorso

Draft. A Houston è andato anche il tiratore Daequan Cook,

giocatore non fenomenale, ma comunque importante in uscita

dai blocchi per i Thunder nelle stagioni passate; con Cook si

sono spostati in Texas anche il lungo Cole Aldrich e l’ala Lazar

Hayward. Non solo Martin e Lamb per i Thunder, che ricevono

anche due prime scelte e una seconda scelta con cui ottenere

dei buoni giovani giocatori nei Draft dei prossimi anni. Insomma,

difficile dire ora chi ci abbia guadagnato maggiormente, ma

comunque i Thunder, per un fenomeno che è partito, hanno

acquisito giocatori solidi e scelte per il futuro, mentre i Rockets

hanno puntato sul talento puro da affiancare ad altri giocatori

arrivati in questa sessione di mercato come il playmaker Jeremy

Lin e il centro turco Omer Asik. E chissà se i Thunder, nel primo

incontro stagionale con i Rockets, saranno costretti ad aver

paura della barba…

Filippo Antonelli

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Finals 2012

Risultati Finals:

Gara 1: Thunder 105-94 Heat

Gara 2: Thunder 96-100 Heat

Gara 3: Heat 91-85 Thunder

Gara 4: Heat 104-98 Thunder

Gara 5: Heat 121-106 Thunder

Ogni appassionato NBA aspetta un solo momento della

stagione per provare le massime emozioni possibili: le Finals.

Ecco, questa è una regola generale che però, ogni tanto, viene

tradita. È il caso delle finali NBA 2012, una serie di cinque gare

decisamente sottotono rispetto agli standard richiesti a questi

livelli e rispetto alle due squadre che si sono sfidate. Miami Heat

e Oklahoma City Thunder avevano nomi e roster in grado di

mettere in scena uno spettacolo memorabile, ma la mancanza

di gioco di squadra da entrambe le parti non ha permesso agli

spettatori di assistere ad una serie finale dal livello

qualitativamente alto. Eppure alla viglia di temi interessanti ce

n’erano molti: LeBron contro Durant, Harden contro Wade, Bosh

contro Ibaka, LBJ alla sua terza finale, i giovani Thunder ad un

passo dall’anello e chi più ne ha più ne metta. La quasi totalità

del pubblico NBA, però, è d’accordo nel ritenere le passate finali

deludenti rispetto allo spettacolo che era lecito aspettarsi.

La serie parte con gara 1 ad Oklahoma City: lo scontro tra

LeBron (30p) e Durant (36p) è serrato e tra le due squadre c’è

un solo punto di scarto al termine del terzo quarto di gioco.

Nell’ultimo periodo, però, Durant mostra di non avere nessuna

paura nonostante la pressione sulle spalle e segna 17 punti,

permettendo ai Thunder di guadagnare l’1-0 con il risultato di

105-94. Diversa musica in gara 2, quando gli Heat aggrediscono

fin da subito e con le triple di Battier vanno sul 27-15 al 12’. I

Thunder sono ancora sotto di 11 punti al 36’, ma con Durant e

Westbrook parte una rimonta fenomenale: una tripla di Durant

regala ai Thunder il -2 con 37” da giocare, ma è lo stesso

Durant a sbagliare il tiro del pareggio 28 secondi più tardi, con il

dubbio che avesse subito un contatto falloso. Gli Heat vincono

96-100; 32 punti sia per LeBron sia per Durant. Gli Heat

rientrano a casa per gara 3 e la serie è, a questo punto,

nettamente in discesa. La partita è per la verità combattuta, con

il punteggio sull’86-85 a 1’ 30” dalla fine. Gli Heat mettono a

segno cinque tiri liberi mentre i Thunder non riescono a trovare il

fondo della retina; vittoria Miami per 91-85. In gara 4 Westbrook

Filippo Antonelli

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Finals 2012

mette in mostra tutto il suo arsenale offensivo (43 i punti messi

a segno dal playmaker nell’arco della gara) e i Thunder si

trovano sul +14 a fine primo quarto. Gli Heat ribaltano la

situazione e trovano due possessi di vantaggio con 2’ sul

cronometro; nel concitato finale è proprio Westbrook a

commettere un’ingenuità, regalando due tiri liberi agli Heat.

Miami vince la gara per 104-98. Gara 5 è la festa dei Miami

Heat, che vanno sul +10 nel primo tempo e dilagano, vincendo

partita e titolo NBA per 121-106.

Le Finals 2012 rimarranno nella storia per diversi motivi, al di là

dello spiacevole gioco espresso dalle due squadre. Per il trio

Westbrook-Harden-Durant queste sono state le prime finali

NBA: il bilancio dice che Durant si è ben comportato, mentre gli

altri due sono stati rimandati. Westbrook ha giocato delle buone

partite in fase offensiva, ma le sue conclusioni fuori da ogni

logica e la sua volontà di apparire protagonista influiscono

pesantemente in negativo sulla sua valutazione complessiva;

Harden, dopo essere stato protagonista contro gli Spurs nelle

finali di Conference, si è rivelato un autentico fantasma e non ha

mai inciso nelle cinque partite. Per gli Heat dei Big Three,

invece, le Finals 2012 sono state un pronto riscatto dopo la

figuraccia delle finali 2011 perse senza appello contro i Dallas

Mavericks di un incontrastabile Dirk Nowitzki. LeBron James, al

terzo tentativo, ha conquistato il suo primo titolo NBA e ha

scacciato così la fama di perdente. Non c’è dubbio che queste

squadre hanno come obiettivo la ricomparsa a questi livelli nella

stagione che sta per cominciare.

Filippo Antonelli

Kevin Durant non ha deluso a

livello di Finals, riuscendo a

tenere una media di 30.6ppg

nelle cinque gare contro i

Miami Heat poi campioni

NBA. Molto meno incisivo è

stato invece James Harden,

l’altro grande atteso nelle file

dei Thunder: il sesto uomo

della stagione 2011/2012 si è

limitato a segnare 12.4 punti a

partita andando in doppia cifra

solo due volte.

Page 14: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

La corsa all’oro di Team USA a Londra Le Olimpiadi di Londra 2012 sono state il palcoscenico migliore

per gli Stati Uniti per poter mostrare il loro strapotere e il loro

dominio in campo cestistico. La lista dei preconvocati con tutte

le stelle NBA presenti faceva già presagire quanto Team USA

tenesse alla vittoria del secondo oro olimpico consecutivo, i 12

convocati hanno invece dato la certezza della potenza della

squadra di coach K. Esclusi per infortunio Rose, Griffin e

Howard in Inghilterra si sono presentati Chris Paul (Clippers),

Deron Williams (Nets), Russell Westbrook (Thunder), James

Harden (Thunder), Kobe Bryant (Lakers), Kevin Durant

(Thunder), Andre Iguodala (Nuggets), Carmelo Anthony

(Knicks), LeBron James (Heat), Anthony Davis (Hornets), Kevin

Love (Timberwolves) e Tyson Chandler (Knicks).

Appena ufficializzata la lista dei convocati è iniziato, da parte di

tifosi e addetti ai lavori, il confronto tra questa nazionale e il

famoso Dream Team del ’92 con Jordan, Bird e Magic Johnson.

Nonostante sia praticamente impossibile confrontare squadre di

due epoche diverse, la forza e la potenza di questo Team è

probabilmente quanto di più simile alla squadra più forte di

sempre nell’immaginario collettivo (proprio quella di Barcellona

’92). La formazione di Coach K è stata inserita ne girone A con

Francia, Tunisia, Nigeria, Lituania e Argentina e ha iniziato la

propria corsa verso l’oro proprio contro la nazionale transalpina.

La Francia, una delle nazionali favorite per la medaglia, ha

combattuto un quarto per poi soccombere sotto i colpi di Durant

(22 punti + 9 rimbalzi) perdendo per 98 a 71. Nel secondo

match Team USA ha asfaltato per 110 a 63 la Tunisia degli

ottimi Ben Romdhane e Hadidane con 16 punti di Love ed

Anthony e la prima doppia cifra del rookie Davis (12 punti).

Anche per la Nigeria c’è stato poco da fare, Team USA ha

dominato e ne ha segnati 156 (record per la nazionale a stelle e

strisce). Il mattatore della serata è stato Carmelo Anthony con

una serie incredibile di triple e 37 punti (record per un giocare

USA alle Olimpiadi).

Le ultime due sfide nel girone sono state contro due avversarie

Luca Antonelli

Statistiche:

Kevin Durant 19.5p, 5.8r, 2.6a Carmelo Anthony 16.3p, 4.8r, 1.2a

LeBron James 13.3p, 5.6r, 5.6a

Kobe Bryant 12.1p, 1.8r, 1.2 a

Kevin Love 11.6p, 7.6r ,0.4a

Deron Williams 9p, 1.5r, 4.6a Russell Westbrook 8.5p, 1.6r, 1.6a

Chris Paul 8.3p, 2.5r, 5.1a

James Harden 5.5p, 0.6r, 0.7a

Andre Iguodala 4.3p, 2.8r, 1.4a

Tyson Chandler 4p, 4r, 0.4a

Anthony Davis 3.7p, 2.7r, 0a

Page 15: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

La corsa all’oro di Team USA a Londra di buon livello: Lituania e Argentina. Contro la Lituania del super

Linas Kleiza (25 punti) Team USA ha sofferto come mai durante

le Olimpiadi e solo grazie ai 20 punti di James ed Anthony è

arrivata la vittoria per 99 a 94. Contro l’Argentina di Ginobili e

Scola, in un antipasto della semifinale e nella rivincita della

semifinale 2004 ad Atene, Durant con 28 punti e la coppia Paul-

James hanno guidato gli States alla fuga nella ripresa e alla

vittoria finale per 126 a 97. Il dominio nel girone concluso al

primo posto ha accoppiato la formazione di Coach K ai quarti

contro la modesta Australia. Ma la squadra di Andersen e Mills è

rimasta in partita con il cuore fino a metà terzo periodo, poi però

sono iniziate le Olimpiadi di Kobe Bryant (molto in ombra nel

girone) che con 20 punti (insieme ai 18 di Deron e ai 17 di Melo)

ha portato Team USA al successo netto per 119 a 86. In

semifinale gli States hanno la possibilità di vendicarsi della

Argentina e lo fanno dominando il secondo tempo col solito trio

James-Anthony-Durant qualificandosi così per la finale per la

seconda Olimpiade consecutiva (sempre contro la Spagna).

La finale, come a Pechino, è stata uno spettacolo incredibile.

Due squadre di livello mondiale con giocatori di livello assoluto.

A vincere, grazie a un quarto quarto al limite della perfezione,

sono stati gli Stati Uniti con un Durant mattatore della serata (30

punti) e con la coppia James-Bryant al limitedell’immarcabilità.

Alla Spagna non sono bastati i 24 di Pau Gasol, i 17 di Marc e i

21 del “Re” Juan Carlos Navarro. Team USA ha così vinto il

secondo oro olimpico consecutivo e ha dimostrato di essere

decisamente la squadra più forte del Mondo con solo la Spagna

(con un gran numero di giocatori NBA in rosa) a potergli tenere

testa. Durante le Olimpiadi non è stato possibile capire se

questo Dream Team 2012 è superiore al Dream Team 1992 ma,

viste le prestazioni individuali e di squadra, di sicuro il paragone

non è così blasfemo come poteva sembrare all’inizio.

Luca Antonelli

Il cammino di Team USA:

USA-Francia 98-72

USA-Tunisia 110-63

USA-Nigeria 156-73

USA-Lituania 99-94

USA-Argentina 126-97

USA-Australia 119-86

USA-Argentina 109-83

USA-Spagna 107-100

Page 16: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Race to the MVP

LeBron James ha vinto il titolo

di MVP della regular season

per tre volte: nel 2008, nel

2009 e nel 2012. Ha, quindi,

portato a casa questo

prestigioso riconoscimento

individuale sia con la maglia

dei Cleveland Cavaliers, sia

con quella dei Miami Heat.

Nella stagione 2011/2012

James è stato MVP della

regular season e anche delle

Finals.

#10: Andrew Bynum. Dopo aver cambiato aria, sarà la stella di

Philadelphia. Howard ai Lakers avrà meno responsabilità e Bynum

dovrebbe avere la possibilità di diventare il big man con le migliori

statistiche della lega. Almeno 20 punti di media sono un obiettivo

realistico. Fisico permettendo.

#9: Kobe Bryant (2008). Quotazioni in calo per la stella dei Lakers,

che quest'anno sarà affiancato da tre attaccanti di prim'ordine. Per

rendere immarcabile la sua squadra, Kobe deve imparare a (non)

giocare da MVP. Meno possessi passano per lui, più possessi

saranno giocati vicino a canestro dal duo Gasol-Howard.

#8: Rajon Rondo. Allen se n'è andato, Pierce e Garnett restano,

ma con un anno in più. Boston è sempre più la squadra di Rondo e

si può scommettere che anche questa stagione saranno un

problema per tutti.

#7: Tony Parker. Per Parker e gli Spurs vale lo stesso discorso di

Rondo e dei Celtics. Vecchi, sì, ma saranno sempre nelle posizioni

che contano nelle rispettive Conference. E avere due play così

non può far altro che aiutare (tanto).

#6: Danny Granger. Discorso speciale per questo giocatore che è

sempre stato ai margini dell'eccellenza e non è mai riuscito a fare

l'ultimo passo. Vero che la carta d'identità dice già 29, ma i Pacers

hanno bisogno di una stella per competere davvero con le più forti

squadre della NBA e Granger è la stella che gli serve. Se Danny

dovesse riuscire ad elevarsi un gradino sopra il suo abituale

rendimento, lui e i Pacers possono andare lontanissimo.

#5: Carmelo Anthony. Talento allo stato puro, sia Anthony che i

Knicks. Quando la palla scotta, non esiste uomo migliore a cui

affidarsi. Il problema è il gioco di squadra e l'aspetto mentale:

l'arrivo di Kidd dovrebbe migliorare il primo punto debole, mentre il

secondo potrebbe beneficiare dalla nuova chimica. New York è un

punto interrogativo, ma attenzione: se ingranano, è dura per tutti.

#4: Chris Paul. Griffin avrà un anno di esperienza in più e il

supporting cast del duo è in lieve crescita. Paul ha personalità e

Marco Conti

Page 17: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Race to the MVP

intelligenza cestistica da vendere ed è l'anima della sua

squadra. La Western dovrebbe essere ipotecata dai Lakers e

dai Thunder, ma Clippers e Spurs potrebbero essere due

validissime outsider.

#3: Kevin Love. Non c'è grande bisogno di presentazioni, sia per

lui che per il podio intero: le statistiche dell'anno scorso, tanto a

livello individuale quanto a livello di record con Love e senza

Love, parlano da sé. Non sarà presente nell'inizio di stagione a

causa di un infortunio alla mano, ma Minnesota è cresciuta

molto e con Love ha ottime probabilità di tornare ai playoff dopo

tanto tempo.

#2: LeBron James (2009, 2010, 2012). Il tre volte MVP punta a

cogliere il quarto trofeo della sua vita dopo essere riuscito a

mettere le mani sul Larry O'Brien Trophy nel giugno scorso. Le

carte in regola ci sono e la concorrenza sembra lievemente

diminuita (vedi l'assenza di Nowitzki e Rose e il calo in classifica

di Bryant). Resta soltanto un avversario, nella corsa alla

statuina...

#1: Kevin Durant. L'età avanza, l'esperienza anche.

Considerando che lo stesso discorso vale per Westbrook, Ibaka,

Harden e per gran parte dei Thunder, il momento buono

potrebbe essere arrivato. Dal Draft è arrivato un ottimo

giocatore come Perry Jones, che ha le potenzialità per essere

della partita fin da subito: OKC è più pericolosa che mai e per

Durant i tempi di prendere possesso del premio di MVP sono

ormai maturi.

Menzione d'onore: Josh Smith. Incredibilmente mai considerato

nei 10-15 migliori giocatori della lega nonostante l'altissima dose

di giocate spettacolari, Smith è uno dei più efficaci all-around del

nostro tempo. Il fatto che non venga mai menzionato (e che non

abbia mai partecipato a un All-Star Game!) è inspiegabile.

Marco Conti

Dirk Nowitzki e Steve Nash

sono gli unici giocatori non-

statunitensi ad aver vinto il

titolo di MVP. Nash ne ha vinti

due, nel 2005 e nel 2006,

mentre il tedesco ha ottenuto

il titolo nel 2007. Prima di loro

l’avevano vinto due americani

nati però all’estero: Hakeem

Olajuwon, nativo della Nigeria,

nel 1994 e Tim Duncan,

originario delle Isole Vergini,

nel 2002 e nel 2003.

Page 18: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Rookie Challenge – Il Draft

I Kentucky Wildcats campioini

NCAA 2012 hanno fornito al

Draft NBA le prime due

scelte: la stella Anthony Davis

si è guadagnato la prima

chiamata assoluta e si è così

accasato ai New Orleans

Hornets, mentre il suo

compagno Michael Kidd-

Gilchrist è finito ai Bobcats

con la numero due.

Per chiunque scriva di sport (o quantomeno per chi ci prova, come il

sottoscritto) mantenere i toni relativamente bassi aiuta a dare uno

sguardo più attendibile e imparziale dell’argomento, partita o

giocatore che si vuole commentare; questo metodo ha anche un altro

grande vantaggio: evitare di prendere cantonate. Non dico che ci sia

redattore che non le abbia mai prese, ma senz’altro la moderazione

può essere una soluzione molto valida per diminuirne il numero.

L’altra faccia della medaglia, però, è quella di rimanere troppo piatti,

asciutti e ignavi, su un argomento chiave, facendo ancora più danni di

quanti non se ne vogliano prevenire. Chi nel Draft del 2003, quello di

LeBron, Wade, Bosh ed Anthony, tanto per citare i più forti, per paura

di non prendere una cantonata non si è esposto dicendo che poteva

rappresentare la svolta per i quindici anni successivi della NBA, ha

senz’altro la coscienza sporca, o, più che altro, ha commesso un

grossolano errore di valutazione, che io vorrei evitare. Non dico che ci

troviamo di fronte ad un nuovo 2003, questo non si potrà sapere

prima di almeno cinque stagioni, ma il potenziale del Draft 2012 è

senz’altro il più alto dai tempi del 2008, quello di Derrick Rose, Kevin

Love, Russel Westbrook e Danilo Gallinari, e per questo motivo non

va assolutamente sottovalutato.

Nella classe del 2012 sono presenti una quantità altissima di giocatori

di talento, che fanno ben sperare per il ricambio generazionale della

NBA, essendo la maggior parte dei giocatori nata negli anni Novanta,

con i freshman, coloro che prima di dichiararsi hanno giocato

solamente una stagione al college, nati addirittura nel 1993.

Un freshman è il totem di questo Draft, Anthony Davis, che ha

disputato una stagione da dominatore assoluto, trascinando i

Kentucky Wildcats al titolo; scelto ovviamente alla numero uno, Davis

è pronto a ridare entusiasmo ad una New Orleans orfana di Chris

Paul.

Dietro di lui è uno sfoggio di talento puro con Michael Kidd-Gilchrist,

suo ex compagno a Kentucky, pedina fondamentale dei Wildacts,

approdato nei derelitti Bobcats, e Bradley Beal, macchina da guerra e

da punti proveniente da Florida, che potrà formare con John Wall uno

dei backcourt più giovani ed entusiasmanti della Lega.

Era proprio dal sopracitato 2008 che non venivano scelti tre

Freshman nelle prime tre posizioni del Draft, a dimostrazione del

grandissimo talento della classe di giocatori del ’93.

Niccolò Costanzo

Page 19: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Rookie Challenge – Il Draft

Dalla chiamata 4 alla 30, andrebbe fatto un elenco giocatore per giocatore,

per far capire di che primo giro si è trattato, ma presenterò solo i giocatori più

famosi o interessanti; dopo i tre moschettieri, e la scommessa di Cleveland,

rappresentata da Dion Waiters, un Dwyane Wade in fasce, per gli ottimisti, è

stato scelto Thomas Robinson, il giocatore più tifato della passata stagione

NCAA, per via della sua storia difficile, e della dedizione mostrata in ogni

gara sul parquet, che gli è valsa una finale del Torneo. La numero sei,

invece, è una scommessa di Portland, in quanto Damian Lillard, playmaker

esplosivo del 1990, è stato scelto da un college modesto come Weber State;

al momento, però, sembra essere lui uno dei papabili contendenti al titolo di

Rookie dell’anno, insieme a Davis, Beal ed Harrison Barnes, talento

sopraffino da North Carolina, considerato un po’ troppo soft per gli standard

della National Basketball Association dei nostri tempi.

A completare una delle top ten più intriganti di sempre, ci sono Andre

Drummond e Austin Rivers, altri due freshman, il primo in cerca di un gioco

offensivo da affiancare ad un fisico statuario, il secondo, intervistato nella

passata stagione da basketinside.com, di un posto in quintetto base nella

New Orleans di Davis. Ma la vera credibilità di questo Draft si può misurare

con i giocatori che sono stati esclusi dalla top ten, che in un qualsiasi altro

anno, soprattutto nello scorso, avrebbero potuto attentare alle prime cinque

posizioni: i vari Jeremy Lamb, Terrence Jones, Jared Sullinger, crollato alla

21 dopo qualche dubbio sulla sua statura reale, ma anche John Henson,

Kendall Marshall, Marquis Teague e Perry Jones III, passato dall’essere una

possibile numero uno nel 2011 alla chiamata numero 28 del 2012, operata

dagli astutissimi Oklahoma Thunder, adesso ancora più pericolosi, grazie ad

un giocatore dal talento indiscutibile.

Di livello è stato anche il secondo giro dove, oltre i soliti Europei, scelti per

non essere poi portati negli States, sono arrivate le chiamate per Draymond

Green, Jae Crowder, Doron Lamb, Quincy Acy, Kim English e Quincy Miller;

la storia di quest’ultimo è la più particolare. Considerato un giocatore molto

simile a Kevin Durant, Miller, si è rotto il crociato nell’ultimo anno di Liceo,

perdendo così il ruolo di leader nella classe del 1993. Dopo un solo anno a

Baylor, Miller ha deciso, richiamato dai soldi facili della NBA, di dichiararsi

per il Draft, rinunciando così ai possibili miglioramenti nel suo gioco. E’

arrivata la chiamata 38, troppo bassa per uno col suo talento, operata dai

Denver Nuggets, che cercheranno di farlo crescere dietro Gallinari, Iguodala

e Chandler. Giocherà mai quest’anno? Probabilmente no. Da seguire infine

Valanciunas e Motiejunas, i due lituani approdati nella NBA dopo essere stati

scelti nel 2011, e Pablo Prigioni e Nando De Colo, finiti in due piazze

importanti come New York e San Antonio. Insomma, il Draft del 2012, ha

tutte le carte in regola per diventare uno dei più importanti della storia recente

della NBA.

Niccolò Costanzo

Diversa la provenienza delle

scelte numero tre e quattro:

con la terza chiamata i

Washington Wizards hanno

optato per il solido esterno

Bradley Beal, proveniente da

Florida. I Cavs hanno invece

virato su Dion Waiters, sesto

uomo di Syracuse nella

scorsa stagione.

Page 20: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Rookie Challenge – La Classifica

La seguente è una classifica dei dieci principali candidati al titolo di Rookie of

the Year a cui seguiranno 5 outsiders, la classifica dunque non riguardano il

valore assoluto del giocatore ma l’impatto che avrà, dal nostro punto di vista,

nell’imminente stagione.

1. Anthony Davis: Ala Grande/Centro, New Orleans Hornets. Provenienza:

Kentucky

Prima scelta assoluta, campione NCAA con Kentucky e medaglia d’oro

olimpica, un palmarés niente male per un giocatore di basket, qualcosa di

strabiliante invece per un ragazzo di 19 anni. Sicuramente deve acquistare

qualche chilo ma le abilità non sono in discussione: è uno stoppatore

impressionante e un gran rimbalzista, anche la visione di gioco è notevole

dato che Davis ha un passato da playmaker/guardia, durante il quarto anno

di liceo infatti è passato da 198 a 208 centimetri, fatto che lo ha costretto a

cambiar ruolo ma senza perdere l’esplosività e il playmaking acquisito negli

anni. La convocazione nel Dream Team olimpico è la prova definitiva delle

capacità di Davis, inoltre la totale assenza di rivalità da parte di pari ruolo

negli Hornets dovrebbe garantirgli il minutaggio necessario per conquistare il

titolo di Rookie of the Year.

2. Bradley Beal: Guardia, Washington Wizards. Provenienza: Florida

Molti dicono che sia il nuovo Ray Allen con più abilità a rimbalzo ma Bradley

Beal non vuole porsi limiti, restando comunque con i piedi per terra. L’ex

stella dei Florida Gators ha chiuso l’unica annata al college con una media di

15 punti e 7 rimbalzi di media conditi da quasi 2 palle rubate, cifre che vuole

provare a ripetere già dal primo anno in NBA, una missione quasi compiuta

per quello che riguarda la preseason visti i suoi 14 punti, più di 3 rimbalzi e 3

assist. I due diretti “concorrenti” di Beal sono Jordan Crawford e Martell

Webster, due buoni giocatori che stanno facendo molto bene in preseason

ma, indipendentemente dai risultati, Beal dovrebbe avere la predilezione sul

minutaggio dal momento che il futuro di Washington passa dal suo atletismo

e dal suo tiro da tre punti.

3. Damian Lillard: Playmaker, Portland Trail Blazers. Provenienza: Weber

State

Il piccolo playmaker col diavolo in corpo proveniente da Weber State sta già

facendo capire chi comanda durante questa preseason, al momento per lui

16 punti e quasi 6 assist a gara (leader dei Blazers in queste statistiche),

oltre che ottime percentuali al tiro. Quando si viene da un piccolo college

come Weber State sei abituato a fare tutto, ma proprio tutto, da solo, un

sistema non accettabile in NBA, al momento infatti Lillard è ancora troppo

affezionato al pallone tra le mani e talvolta pensa di avere di fronte giocatori

di seconda fascia NCAA, cosa che gli costa qualche palla persa di troppo. La

sua faccia tosta però è anche e soprattutto un punto di forza, anzi, sarà

Claudio Pavesi

Thomas Robinson, finalista

NCAA con Kansas, è scivolato

solo alla quinta scelta,

selezionato dai Sacramento

Kings. L’ala forte meritava

forse una chiamata più alta.

Sesta scelta Damian Lillard,

play di Weber State, che

finisce ai Trail Blazers.

Page 21: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Rookie Challenge – La Classifica

proprio ciò che gli consentirà di prendere tra le mani fin da subito le redini di

una squadra NBA

4. Harrison Barnes: Ala Piccola, Golden State Warriors. Provenienza: North

Carolina

L’ex North Carolina non è conosciuto solo per le sue eccellenti doti

cestistiche ma anche per la sua incredibile etica del lavoro e per la sua

maturità, proprio per questo ci si aspetta che Barnes faccia estremamente

bene fin da subito a Golden State. La sua maturità gli permette di capire che i

Warriors non si apettano il salvatore della patria da 30 punti a sera ma un

giocatore che si adatti bene agli altri protagonisti della squadra e cioè

Stephen Curry, Carl Landry e David Lee, senza ovviamente “rubare” tiri a

Klay Thompson, scelta dell’anno scorso di cui ci si aspetta l’esplosione dal

punto di vista realizzativo. Deve migliorare a rimbalzo ma le doti di tiro e di

ball-handling associate alla presenza in una squadra discretamente

competitiva, soprattutto considerando che ha avuto la settima scelta assoluta,

fanno salire molto in alto le quotazioni di Barnes.

5. Michael Kidd-Gilchrist: Ala Piccola/Guardia, Charlotte Bobcats.

Provenienza: Kentucky

Il talento è di quelli rari e già da oggi è uno dei penetratori d’area più energici

della NBA, allora perché “solo” il quinto posto? Come è noto i Bobcats non

sono dotati propriamente di un sistema tattico eccezionale e ciò non può fare

altro che limitare un giocatore che ha passato la sua ultima stagione in un

gruppo vincente e ricco di giocatori ugualmente talentuosi. L’ex Kentucky

dovrà anche condividere il campo con alcuni mangia-palloni di fama

mondiale come Ben Gordon, Ramon Session e Gerald Henderson quindi

sarà dura per lui, in assenza di un playmaker, mettere a referto molti punti

portando avanti un gioco corale ma ci sono pochi dubbi sul suo ruolo in

squadra: Kidd-Gilchrist è il futuro della squadra insieme a Kemba Walker e le

responsabilità non tarderanno ad arrivare già in tempi brevi.

6. Terrence Jones: Ala Piccola, Houston Rockets. Provenienza: Kentucky

All-arounder di altissimo livello, buon tiratore dalla media ma non così buono

da lontano e buono stoppatore a cui aggiunge fisicità e abilità a rimbalzo

davvero strabilianti considerando la sua stazza. L’ennesimo ex Kentucky del

Draft pecca decisamente di etica del lavoro e di concentrazione, problemi

che potrebbero influenzarlo non poco nella lunga distanza ma, al momento,

nonostante sia il rookie scelto più tardi da Houston tra le sue tre scelte al

primo giro, dovrebbe essere il più pronto a dare il suo apporto dalla prima

partita nonostante la concorrenza spietata nel suo ruolo (Chandler Parsons e

Royce White in primis). Le statistiche delle preseason sembrano dargli

ragione al momento, per lui 11 punti, 5 rimbalzi (la metà dei quali offensivi) e

1 stoppata di media in 24 minuti.

Claudio Pavesi

Settima scelta per un altro

giocatore attesissimo di

questo Draft: i Golden State

Warriors hanno preso

Harrison Barnes, ala

realizzatrice di North Carolina.

Alla otto i Raptors, un po’ a

sorpresa, vanno da Terrence

Ross, esterno dell’università di

Washington.

Page 22: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Rookie Challenge – La Classifica

7. Thomas Robinson: Ala Grande, Sacramento Kings. Provenienza: Kansas

Solo il settimo posto per il giocatore statisticamente più dominante dell’intera

NCAA? Ebbene sì, nonostante ci sia la convinzione che il talento di T-Rob

sia più unico che raro e che sceglierlo alla quinta chiamata sia stato un furto

eccezionale, bisogna ammettere che essere approdato ai Kings potrebbe non

essere stata la migliore delle opzioni per l’ex numero 0 di Kansas. Tra i lunghi

troviamo giocatori solidi come DeMarcus Cousins, Chuck Hayes e Jason

Thompson, inoltre in squadra abbondano realizzatori del calibro di Marcus

Thornton e John Salmons, per non parlare della situazione in regia dove il

sempre più scontento Tyreke Evans si divide il posto con il piccolo Isaiah

Thomas e il neo arrivo Aaron Brooks, tutte costante che rendono i Kings una

squadra interessante ma al tempo stesso una polveriera pronta a esplodere e

le statistiche di Robinson ovviamente risentono di questa situazione (in

preseason per lui solo 6 punti e 5 rimbalzi). Anche se quasi certamente avrà

un futuro radioso gli serve solo maggior tempo per imporsi come leader in

campo e fuori.

8. Meyers Leonard: Centro, Portland Trail Blazers. Provenienza: Illinois

Lungo e atletico, il nuovo centro di Portland è ancora un giocatore piuttosto

grezzo dal punto di vista offensivo ma proprio per questo motivo è difficile

trovare una squadra più adatta dei Blazers per l’ex Illinois. La sua presenza

come rimbalzista e stoppatore non può fare altro che bene a LaMarcus

Aldridge e a J.J. Hickson che potranno così dedicarsi alla fase che

prediligono maggiormente e cioè quella offensiva. Da parte loro Aldridge e

Hickson si impegneranno a insegnare qualche segreto in attacco a Leonard il

quale, nel frattempo, si impegnerà a sbarrare la strada a chiunque voglia

entrare nell’area della franchigia dell’Oregon.

9. Jeremy Lamb: Guardia, OKC Thunder. Provenienza: Connecticut

Si ritorna a Houston con l’effettiva prima scelta dei Rockets di quest’anno, o

almeno lo era visto che a circa due giorni dall’inizio della stagione è stato

spedito ai Thunder nell’affare Harden. Lamb è una guardia con grande tiro,

buon ball-handling, personalità da leader e abilità a rimbalzo sopra la media

considerando fisico e ruolo: in poche parole dovrebbe rappresentare il dopo-

Harden ad OKC. Lamb dovrà dividersi il minutaggio con Kevin Martin, suo

compagno anche a Houston, ma le vere battaglie dovrà combatterle per il

numero di palloni da gestire: l’ex UConn infatti mostra il suo meglio con la

palla tra le mane, opzione che non si verificherà molto spesso se in campo ci

sono Kevin Durant, Russell Westbrook, Kevin Martin o Serge Ibaka.

10. Donatas Motiejunas: Ala Grande/Centro, Houston Rockets. Provenienza:

Asseco Prokom (Draft 2011)

213 centimetri di talento direttamente dalla Lituania in ci però possiamo

trovare un po’ di Italia, fondamentale infatti per la sua crescita il periodo nella

Claudio Pavesi

Alla nona scelta i Detroit

Pistons vanno a Connecticut

per pescare il centrone Andre

Drummond, gran prospetto

ancora da sgrezzare. Un figlio

d’arte per la decima scelta:

Austin Rivers di Duke, figlio di

coach Doc Rivers, raggiunge

Anthony Davis agli Hornets.

Page 23: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Rookie Challenge – La Classifica

Benetton Treviso dal 2009 al 2011. Il terzo Rocket di questa classifica è

probabilmente il più atteso del gruppo in quanto è rimasto un anno in più in

Europa a maturare, anno in cui ha tenuto una media di quasi 13 punti e 8

rimbalzi in 31 minuti, alla luce di queste prestazioni infatti Houston ha deciso

di affidarsi quasi totalmente a lui nel reparto lunghi cedendo Scola,

Dalembert e Camby. Motiejunas gioca a livello professionistico in Europa da

quando ha 17 anni con esperienze anche in competizioni continentali,

oltretutto vincendo parecchio sia a livello di club che di nazionale giovanile.

Insomma a 22 anni Motiejunas è già un “usato sicuro” capace di dare il

meglio di sé in ogni campionato d’Europa e la consacrazione anche

oltreoceano non dovrebbe tardare ad arrivare.

Proseguiamo ora la classifica elencando cinque outsiders e cioè cinque

rookies che potrebbero stupire chiunque sconvolgendo la corsa a rookie

dell’anno.

1. Tyler Zeller: Centro/Ala Grande, Cleveland Cavaliers. Provenienza: North

Carolina

Solido, tecnico e preciso l’ex Tar Heel potrebbe fare comodo a gran parte

delle franchigie NBA e non ci sono dubbi che a Cleveland riuscirà a mettere

in mostra le sue doti. L’unico motivo per cui non è in Top 10 è la presenza in

squadra di Varejao e Tristan Thompson, rispettivamente un contratto

importante e una quarta scelta assoluta al Draft, in altre parole due motivi per

cui Zeller verrà impiegato meno del previsto.

2. Dion Waiters: Guardia, Cleveland Cavaliers. Provenienza: Syracuse

Restiamo nell’Ohio, restiamo a Cleveland, questa volta per parlare di

Waiters, il giocatore che a sorpresa di tutti è stato selezionato addirittura con

la quarta chiamata assoluta. Nonostante una scelta così alta l’ex Syracuse si

ritrova tra gli outsiders perché probabilmente è stato leggermente

sopravvalutato dalla dirigenza dei Cavs e necessità di ulteriore maturazione.

Waiters resta comunque un giocatore interessante e una bomba ad

orologeria pronta ad esplodere quindi non stupitevi se lo vedrete alternare

periodi di magra a periodi di onnipotenza cestistica.

3. Austin Rivers: Guardia/Playmaker, New Orleans Hornets. Provenienza:

Duke

Il figlio di Doc Rivers, coach dei Celtics, è una guardia dalla grandissima

personalità, nel suo unico anno a Duke infatti ha dimostrato un’incredibile

leadership nonostante fosse un freshman e ha dimostrato le sue abilità

realizzando più di un buzzer beater. Rivers avrà poca rivalità tra le guardie

ma è anche vero che l’idea degli Hornets vorrebbe vedere spesso l’ex Duke

in regia, ambito in cui necessita di migliorare non poco come dimostra la

media di 1.6 assist mantenuti durante la preseason, molti meno del meno

conosciuto Brian Roberts, rookie proveniente dal Brose Baskets in Germania

Claudio Pavesi

Undicesima scelta per i

Blazers, che affiancano a

Damian Lillard il centro di

Illinois Meyers Leonard. Alla

dodicesima si torna a

Connecticut: i Rockets

scelgono Jeremy Lamb,

guardia che giocava in NCAA

in squadra con Drummond.

Page 24: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Rookie Challenge – La Classifica

dopo una carriera universitaria a Dayton.

4. Jared Sullinger: Ala Grande/Centro, Boston Celtics. Provenienza: Ohio

State

Da quella del piccolo Rivers passiamo alla squadra del padre Doc, i Celtics

infatti si sono resi protagonisti della serata del Draft selezionando Jared

Sullinger con la scelta numero 21 realizzando un vero e proprio furto.

Sullinger era considerato un talento da prime cinque chiamate già al Draft

2011 ma il mancato miglioramento statistico nell’anno da sophomore

aggiunto a numerosi problemi alla schiena avuti nella medesima stagione

hanno portato al crollo delle quotazioni dell’ex stella dei Buckeyes. Le sue

doti restano fuori discussione, al punto che coach Rivers dovrebbe

concedergli il quintetto base in stagione regolare o comunque un largo

minutaggio. Nel frattempo le statistiche prestagionali sembrano dare ragione

al talento di Columbus, per lui al momento ci sono 11 punti e 7 rimbalzi di

media con il 56% dal campo e l’84% dalla lunetta.

5. Perry Jones III: Ala Piccola/Ala Grande, Oklahoma City Thunder.

Provenienza: Baylor

Un Draft di questo livello meriterebbe di avere praticamente ogni giocatore in

classifica ma purtroppo non è possibile, l’ultimo posto lo conquista Perry

Jones III, il talento da prime dieci chiamate scivolato alla numero 28 per via

del mancato miglioramento statistico al secondo anno di college ma

soprattutto per la sua difficile gestione a livello umano oltre che per alcuni

dubbi sulla durata delle sue ginocchia. Jones è un’ala di 211 centimetri in

grado di giocare bene sia fronte a canestro che in post, oltretutto essere stato

scelto da OKC potrebbe limitare il suo minutaggio ma allo stesso tempo

potrebbe farlo brillare più che in ogni altra squadra, inoltre la vicinanza con

giocatori come Kevin Durant non può fare altro che giovargli, non solo dal

punto di vista tecnico. Nel frattempo i suoi 11 punti e 3.3 rimbalzi di media in

prestagione con il 65% al tiro non fanno altro che dar ragione alla scelta dei

Thunder.

Claudio Pavesi

Per le scelte numero 13 e 14 i

Suns e i Bucks pescano a

North Carolina. A Phoenix,

proprio nell’anno dell’addio di

Nash, arriva dai Tar Heels

Kendall Marshall, playmaker

vecchio stampo. Milwaukee

invece opta per il lungo

atletico John Henson.

Page 25: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Power Rankings 2012/2013

Filippo Antonelli

1. Los Angeles Lakers

2. Miami Heat

3. Oklahoma City Thunder

4. Boston Celtics

5. San Antonio Spurs

6. Los Angeles Clippers

7. Indiana Pacers

8. Brooklyn Nets

9. New York Knicks

10. Chicago Bulls

11. Memphis Grizzlies

12. Denver Nuggets

13. Philadelphia 76ers

14. Milwaukee Bucks

15. Minnesota Timberwolves

16. Atlanta Hawks

17. Dallas Mavericks

18. Portland Trail Blazers

19. Golden State Warriors

20. Sacramento Kings

21. Cleveland Cavaliers

22. Utah Jazz

23. New Orleans Hornets

24. Phoenix Suns

25. Houston Rockets

26. Detroit Pistons

27. Toronto Raptors

28. Washington Wizards

29. Orlando Magic

30. Charlotte Bobcats

Page 26: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Introduzione alla «guida musicale»

La Redazione

La stagione NBA è alle porte e avrà finalmente inizio, dopo una lunga

estate di attesa, martedì 30 ottobre. Basketinside non poteva lasciarvi

soli e anche quest’anno presenta la guida che vi porterà all’interno delle

trenta franchigie NBA con informazioni sulle squadre e pronostici.

Quest’anno abbiamo dato un taglio musicale alla nostra guida,

associando ad ogni squadra una canzone che possa rappresentarla.

C’è, ovviamente, molto rap/hip-hop, ma anche pop, rock e una traccia

symphonic metal (A New Saga Begins dei Rhapsody of Fire). Cliccando

sul titolo della canzone è possibile accedere al video su YouTube per

ascoltare la traccia mentre si legge la presentazione della squadra

associata.

Come già successo nella passata stagione, Basketinside vi

accompagnerà nel corso dell’anno con le cronache quotidiane delle

partite, le notizie di mercato e le tre rubriche settimanali già presentate

per la stagione 2011/2012 (Power Rankings, Race to the MVP e Rookie

Rankings). Con la speranza che la lettura di questa guida sia per voi

piacevole, vi invitiamo a continuare a leggerci nella stagione 2012/2013

e a seguirci anche sui social network! Buona lettura!

Basket Inside

NBA News (Basketinside)

@basketinside360

@BasketinsideNBA

Page 27: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Atlantic Division

P. 28

P. 30

P. 31

P. 33

P. 35

Boston Celtics It’s My Life – Bon Jovi

Brooklyn Nets Empire State of Mind – Jay-Z ft.

Alicia Keys

New York Knicks Drop the World – Lil Wayne ft.

Eminem

Philadelphia 76ers A New Saga Begins – Rhapsody of

Fire

Toronto Raptors Don Quixote – Gordon Lightfoot

Classifica scorsa stagione: Boston Celtics 39-27

New York Knicks 36-30

Philadelphia 76ers 35-31

Toronto Raptors 23-43

New Jersey Nets 22-44

Page 28: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Boston Celtics

It’s My Life

Bon Jovi Crush

0.00 3.46

Ft. Kevin Garnett

«It is now or never, I ain’t gonna live

forever», questo potrebbe essere il

motto di Kevin Garnett. La

campanella dei 36 anni è suonata il

19 maggio e viene difficile pensare,

nonostante le sue mostruose

prestazioni nei Playoffs 2012, che la

sua carriera ai massimi livelli possa

durare ancora a lungo. Per questo

motivo i Celtics devono sfruttare

questa stagione, che potrebbe essere

l’ultima o quasi per KG tra le migliori

ali della intera NBA.

1 di 30 Arrivi: Jared Sullinger, Fab Melo e Kris Joseph (Draft); Jason

Collins (FA, Hawks), Darko Milicic (FA, T’Wolves), Rob Kurz (FA),

Jason Terry (FA, Mavericks) e Courtney Lee (trade, Rockets).

Partenze: Ray Allen (FA, Heat), Marquis Daniels (FA, Bucks),

Ryan Hollins (FA, Clippers), Greg Stiemsma (FA, T’Wolves),

JaJuan Johnson (trade, Rockets), E’Twaun Moore (trade,

Rockets), Sasha Pavlovic (trade, Blazers) e Sean Williams (trade,

Rockets); Keyon Dooling (ritiro).

Quintetto: Rajon Rondo, Avery Bradley, Paul Pierce, Brandon

Bass, Kevin Garnett.

I Boston Celtics si presentano ai blocchi di partenza della nuova

stagione con l'ossatura portante della squadra – fatta eccezione

per la partenza di Allen – sostanzialmente invariata. Inoltre, il

mercato e il draft hanno portato in dote ai 'trifogli' importanti nuovi

innesti che sicuramente aumenteranno la competitività del roster

guidato dal corteggiatissimo Doc Rivers (in estate, dopo l'addio

alla panchina della nazionale USA annunciato da Mike Krzyzewski,

Rivers era stato cercato dai vertici della federazione americana per

timonare il futuro Team USA). Rajon Rondo, in cabina di regia,

dovrà confermare quanto di buono fatto lo scorso anno - chiuso a

oltre 11 punti e 11 assist per gara - e cercare di entrare

definitivamente nell'Olimpo dei migliori playmaker del Mondo.

Spetterà invece all'ex Dallas Mavericks Jason Terry il non facile

compito di sostituire - anche nei cuori dei tifosi - Ray Allen, finito ai

rivali Miami Heat. La guardia di Seattle, rispetto al suo

predecessore, ha forse meno punti nelle mani e una minor

percentuale media (in carriera) dalla lunga distanza, ma possiede

maggior visione di gioco e ball handling. A dargli man forte ci sarà

il colpo di mercato last minute Leandro Barbosa, esterno brasiliano

arrivato in Massachusetts dopo un'annata discreta in cui ha

militato nei Toronto Raptors e negli Indiana Pacers (12 punti di

media con il 43% dal campo). Paul Pierce, che insieme a Garnett

e Rondo è uno dei reduci del team che vinse l'anello nel 2008,

cerca un altro titolo e per ottenerlo metterà al servizio della causa

Celtics punti ed esperienza.

Roster: Barbosa G, Bass F, Bradley

G, J. Collins C, Downs G-F, Garnett

F-C, J. Green F, Joseph F, Kurz F,

Lee G-F, Melo C, Milicic C, Pierce F,

Rondo G, Sullinger F, Terry G, Wilcox

F-C.

Matteo Airoldi

Page 29: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Boston Celtics

1 di 30 Kevin Garnett, fresco di rinnovo triennale (percepirà oltre 11 milioni

di dollari all'anno), ha scelto di restare a Boston fino alla fine di una

sfavillante carriera che lo ha visto assoluto protagonista, negli

ultimi 17 anni, del basket a stelle e strisce. La sua classe, la sua

mole e la sua astuzia tattica saranno armi determinanti per tentare

nuovamente di salire sul tetto della pallacanestro mondiale.

Direttamente dall'ultimo draft, è giunto al Boston Garden – tana dei

Celtics – Jared Sullinger. Ventunesima chiamata del primo giro,

classe '92, 206 centimetri per 118 chili, l'ala di Columbus – nel suo

ultimo anno di college trascorso ad Ohio State University –

viaggiava a 17.2 punti e 9.2 rimbalzi di media a gara. Sullinger,

almeno inizialmente, sarà il cambio di quel Brandon Bass che nel

2011-12 ben si comportò con addosso la 'canotta' della franchigia

del New England (12.5 punti e 6.2 rimbalzi medi). Sotto le plance

bisognerà prestare grande attenzione anche ai 213 centrimetri per

124 chili di Darko Milicic. Il pivot serbo, in NBA dal 2003, deve

riscattare una non esaltante stagione passata nelle fila dei

Minnesota Timberwolves (soli 4.6 punti e 3.3 rimbalzi di media).

Giocatori come Fab Melo, Chris Wilcox e lo scafato Jeff Green

sono gregari di lusso e possibili mine vaganti a disposizione di

coach Doc Rivers.

I punti di forza di questa squadra sono l'esperienza e l'affiatamento

di un gruppo che lavora da tempo assieme. Questi fattori, mixati al

fosforo e all'atletismo dei nuovi arrivati, potrebbero portare la

banda di Doc Rivers a raggiungere dei buoni traguardi. Se tutto

girerà per il verso giusto, infatti, i Celtics avranno l’opportunità di

candidarsi al ruolo di principali antagonisti dei campioni in carica: i

Miami Heat di Lebron James. Ad Est, i primissimi posti in

graduatoria sono assolutamente alla portata dei trifogli.

Tuttavia, l'età media del roster è forse un po' troppo elevata e

questo, in una stagione che può prevedere fino a 82 partite,

potrebbe rappresentare un' ostacolo per i Celtics. Non sarà facile

recuperare fisicamente e mentalmente da impegni così ravvicinati.

La missione di Rivers e dei suoi ragazzi, quindi, sarà ardua ma

non impossibile.

Pronostico: 55/60W.

Matteo Airoldi

I Boston Celtics sono la

squadra che ha vinto più titoli

nella storia dell’NBA: 17

contro i 16 degli storici rivali, i

Los Angeles Lakers. Il

giocatore che ha vinto più titoli

è Bill Russell con 11, mentre il

miglior marcatore della storia

della squadra è John

Havlicek, davanti a Paul

Pierce e Larry Bird.

Page 30: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Brooklyn Nets

Empire State of Mind

Jay-Z ft. Alicia Keys The Blueprint 3

0.00 4.37

Ft. Deron Williams

«Yeah, I’ma up at Brooklyn», così

cantava Jay-Z già nel 2009. Una sorta

di profezia. La sua squadra adesso si

è trasferita dal New Jersey ed è

realmente a Brooklyn. Deron adesso

è la stella di una squadra che gioca in

una città cool e che ha appetibilità

anche dal punto di vista

dell’ubicazione. I Nets sognano in

grande perché, citando sempre Jay-

Z, «There’s nothing you can’t do, now

you’re in New York. These streets will

make you feel brand you, big lights

will inspire you».

2 di 30 Arrivi: Tornike Shengelia e Tyshawn Taylor (Draft); Jerry

Stackhouse (FA, Hawks), Mirza Teletovic (FA), C.J. Watson (FA,

Bulls), Andray Blatche (FA, Wizards), Josh Childress (FA, Suns),

Joe Johnson (trade, Hawks) e Reggie Evans (trade, Clippers).

Partenze: Gerald Green (FA, Pacers), Damion James (FA,

Hawks), Sundiata Gaines (FA, Pacers), Armon Johnson (FA,

Magic), Shelden Williams (FA), DeShawn Stevenson (trade,

Hawks), Johan Petro (trade, Hawks), Anthony Morrow (trade,

Hawks), Jordan Farmar (trade, Hawks) e Jordan Williams (trade,

Hawks).

Quintetto: Deron Williams, Joe Johnson , Gerald Wallace, Kris

Humphries, Brook Lopez.

L’approdo in una nuova città. Un mercato ottimo, con tantissimi

movimenti e con molte novità. Il rinnovo di Deron Williams.

L’arrivo, sfumato, di Dwight Howard. Dunque, ora che la stagione

sta per partire, possiamo tirare le fila e possiamo dire che per i

nuovi Brooklyn Nets l’estate è stata movimentatissima. Avery

Johnson, ex coach dei Mavs, oggi ha a disposizione un roster

esplosi vo, con tanta qualità tra gli esterni e molta quantità sotto le

plance. Un playmaker di lusso come Williams, finalmente, potrà

gestire i ritmi di un quintetto di livello e capace di star dietro al suo

modo di giocare. Questa squadra piace un po’ a tutti, tra gli addetti

ai lavori, perché si tratta di un interessante mix di qualità, atletismo

e talento. Certamente centrale, inoltre, è la nuova location più

vicina alla New York dei Knicks e più lontana dalla fioca luce del

New Jersey.

Brooklyn, in sede di preview, si presenta come la squadra più

imprevedibile dell’NBA. Ma quel che è certo è che la base per fare

bene, visto anche l’entusiasmo crescente attorno a questo roster,

c’è. Specialmente considerando che ci troviamo ad Est, in una

Conference che per di più vedrà un grandissimo assente, Derrick

Rose. Insomma, è tutto pronto per sorprendere: i Nets si

presenteranno all’appello?

Pronostico: 50/55W.

Roster: Blatche F, Bogans G, Brooks

G, Childress F, Dennis G, Evans F,

Humphries F, J. Johnson G, Lopez C,

Mays F, C. Scott F, Shengelia F,

Stackhouse F, Taylor G, Teletovic F,

Wallace F, Watson G, D. Williams G.

Davide Mamone

Page 31: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

New York Knicks

Drop the World

Lil Wayne ft. Eminem Rebirth

0.00 3.49

Ft. Carmelo Anthony

Ogni anno per i Knicks è un po’ la

stagione della verità. Tutti si

aspettano tantissimo da una squadra

che può schierare una front-line

composta da Anthony, Stoudemire e

Chandler. Per l’edizione 2012/2013

della squadra la dirigenza ha puntato

sui veterani e sull’esperienza,

firmando giocatori come Jason Kidd e

come Rasheed Wallace. È arrivato il

momento di fare bene, altrimenti i

giudizi critici sui Knicks potrebbero

diventare incontestabili.

3 di 30 Arrivi: Ronnie Brewer (FA, Bulls), Chris Copeland (FA), Jason

Kidd (FA, Mavericks), Pablo Prigioni (FA), John Shurna (FA),

Henry Sims (FA), Mychel Thompson (FA), Rasheed Wallace

(FA), James White (FA), Marcus Camby (trade, Rockets),

Raymond Felton (trade, Blazers) e Kurt Thomas (trade,

Blazers).

Partenze: Landry Fields (FA, Raptors), Jeremy Lin (FA,

Rockets), Toney Douglas (trade, Rockets), Jerome Jordan

(trade, Rockets), Dan Gadzuric (trade, Blazers), Josh Harrellson

(trade, Rockets) e Jared Jeffries (trade, Blazers).

Quintetto: Jason Kidd, Iman Shumpert, Carmelo Anthony,

Amar’e Stoudemire, Tyson Chandler.

Per i Knicks è stata un’estate di grandi cambiamenti e c’è

grande attesa da parte dei fan sul nuovo roster. Inoltre, con i

Nets che si sono nettamente rinforzati, gli uomini di coach Mike

Woodson non si possono permettere di deludere le attese, se

vogliono mantenere la supremazia nella Grande Mela. Il

passaggio della Linsanity a Houston sembra essere stato ben

digerito dagli spettatori del Madison Square Garden, che

ritengono la squadra più forte di quella che nella scorsa

stagione ha chiuso al settimo posto dell’East Conference: fanno

ben sperare gli innesti di un santone della NBA come Jason

Kidd, di Raymond Felton e Marcus Camby, e le conferme di J.R.

Smith e Steve Novak, importantissimi in uscita dalla panchina.

L’obiettivo non dichiarato di questi Knicks è di vincere almeno

50 partite: compito tutt’altro che facile, visto che è più di un

decennio che questa squadra non colleziona così tante vittorie.

Tuttavia, il record di 18-6 fatto registrare con Woodson in

panchina fa ben sperare, anche in considerazione del fatto che i

giocatori hanno avuto tutta l’estate per assimilare i suoi schemi.

Inoltre, sembra esserci una certa stabilità all’interno della

franchigia, con ruoli ben definiti, che potrebbe sicuramente

contribuire al miglioramento delle prestazioni di squadra.

Roster: C. Anthony F, Bellfield G, R.

Brewer G, Camby C, Chandler C,

Copeland F, Felton G, Kidd G, Novak

F, Prigioni G, Shumpert G, Shurna F,

Sims C, J. Smith G, Stoudemire F-C,

K. Thomas F, M. Thompson F, R.

Wallace F-C, J. White G-F.

Gabriele Galluccio

Page 32: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

New York Knicks

3 di 30 Pronosticare il cammino dei Knicks nella prossima stagione non

è facile. Di sicuro c’è che il loro attacco sarà uno dei più

pericolosi (97,8 i punti di media a partita segnati l’anno scorso):

non dimentichiamoci che ci sono sempre Amar’e Stoudemire e

Carmelo Anthony, uno dei primi della classe in NBA, che è in

grado di segnare in qualunque situazione e di vincere le partite

da solo. Oltre alle mine vaganti Novak e Smith, in questa

stagione i Knicks potranno contare sulla sconfinata intelligenza

cestistica di Kidd, sulla difesa di Tyson Chandler e

sull’esperienza di Marcus Camby e Kurt Thomas. Secondo gli

addetti ai lavori, i Knicks hanno tutte le qualità per dominare

l’Atlantic Division ed evitare gli Heat al primo turno dei playoffs:

battere squadre come i Celtics, i Bulls ed i Nets non sarà affatto

facile, ma i Knicks possono sperare nella finale di Conference.

Pronostico: 55/60 W, Semifinali Playoffs.

Gabriele Galluccio

La coppia Anthony-

Stoudemire non è la prima

che ha fatto discutere nella

storia dei Knicks. Nel ‘71, con

già in rosa Walt Frazier, i

Knicks acquistarono Earl

Monroe. Molti sostenevano

che i due non potessero

giocare assieme, ma i Knicks

riuscirono con questo duo a

tornare alla vittoria del titolo

NBA:

Page 33: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Philadelphia 76ers

A New Saga Begins

Rhapsody of Fire Triumph or Agony

0.00 4.18

Ft. Andrew Bynum

Gigantesca rivoluzione in casa Sixers

con i tre giocatori più rappresentativi

(Williams, Brand e Iguodala) che

sono stati mandati via per far spazio

alla nuova stella della squadra:

Andrew Bynum. Starà all’ex Lakers

dimostrare di essere maturato e di

poter supportare il peso offensivo dei

Sixers sulle sue spalle portandoli ai

Playoffs.

4 di 30 Arrivi: Arnett Moultrie e Moe Harkless (Draft); Dorell Wright

(trade, Warriors), Nick Young (FA, Clippers), Kwame Brown (FA,

Warriors), Royal Ivey (FA, Thunder), Maalik Wayns (FA),

Andrew Bynum (trade, Lakers), Jason Richardson (trade,

Magic), Mikki Moore (FA), Damien Wilkins (FA, Pistons).

Partenze: Elton Brand (FA, Mavericks), Louis Williams (FA,

Hawks), Craig Brackins (FA), Andre Iguodala (trade, Nuggets),

Nikola Vucevic (trade, Magic), Moe Harkless (trade, Magic),

Jodie Meeks (FA, Lakers), Sam Young (FA, Pacers).

Quintetto: Jrue Holiday, Evan Turner, Thaddeus Young,

Spencer Hawes, Andrew Bynum.

Nella passata stagione i Sixers di Iguodala, Brand e Williams

con 35 vittorie e 31 sconfitte si sono qualificati come ottavi ai

Playoffs nella Eastern Conference. Nella serie contro i Bulls,

complice il grave infortunio accorso a Rose in Gara 1, hanno

sovvertito ogni pronostico vincendo per 4-2 perdendo poi con

onore (4-3) la Semifinale di Conference contro i Boston Celtics

di Rajon Rondo. Nonostante i positivi Playoffs a Philadelphia si

è deciso di cambiare radicalmente il roster prima non

rinnovando Williams (uno dei migliori sesti uomini della lega),

poi “amnistiando” il contrattone di Elton Brand. Inoltre i Sixers

hanno scelto di tradare (nel maxi scambio che ha portato

Howard ai Lakers) la stella Andre Iguodala, il rookie Harkless e il

giovane Vucevic per arrivare ad uno dei centri più forti dell’intera

NBA: Andrew Bynum. Oltre ai giocatori già citati hanno

abbandonato Philadelphia anche Sam Young e il tiratore Jodie

Meeks. Per creare un roster competitivo intorno a Bynum, oltre

alle conferme di Holiday, Hawes, Turner e T.Young, sono arrivati

J.Richardson (a dire il vero molto in ombra nella sua esperienza

in maglia Magic), Dorell Wright dagli Warriors, la talentuosa

guardia ex Clippers Nick Young, la promettente ala grande da

Mississipi State Arnett Moultrie (scelto con la 27° al primo giro

dai Miami Heat e poi girato ai Sixers) e, infine, giocatori di

Roster: L. Allen C-F, K. Brown C,

Bynum C, Hawes F-C, Holiday G,

Ivey G, Moultrie F, J. Richardson G,

Searcy F, Turner G-F, Wayns G,

Wilkins G-F, D. Wright F-G, N. Young

G, T. Young F.

Luca Antonelli

Page 34: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Philadelphia 76ers

complemento come Ivey, Brown e Mikki Moore. Il gioco della

squadra di Collins si baserà moltissimo sul potenziale offensivo

di Bynum e sulla prepotente crescita di Evan Turner e Jrue

Holiday. Una grande stagione di questi tre giocatori sarebbe

sinonimo di Playoffs per i Philadelphia 76ers.

Quest’anno i Sixers possono contare su Bynum che è,

probabilmente, il miglior centro della lega dopo Howard e da

primo terminale offensivo potrebbe veramente esaltarsi. Holiday

sta maturando ed è in grado di giocarsela contro qualsiasi pari

ruolo e Turner nei Playoffs ha fatto intravedere ottime cose. Il

quintetto base in teoria può garantire il giusto mix di atletismo e

qualità per rimanere oltre il 50% di vittorie. La panchina,

soprattutto nel reparto piccoli, può far uscire giocatori utilissimi

come Nick Young, J-Rich e Dorell Wright.

Non ci sono solo fattori positivi però: la difesa, gli infortuni e le

letture sono i punti deboli di Bynum e nel reparto lunghi la

coperta non sembra essere lunghissima. Perdere i tre leader

della franchigia in un colpo solo può dover portare a un periodo

di adattamento più o meno lungo. Hawes da 4, nonostante sia

bravo a giocare anche lontano da canestro, è una scommessa

dal punto di vista difensivo e la coppia Bynum-Hawes rischia di

chiudere molte linee di penetrazione (e, quindi, Bynum dovrà

essere bravo a scaricare bene la palla fuori dall’area creando

spazio per i tiri da 3).

Pronostico: 45W.

Luca Antonelli

I Sixers hanno vinto tre titoli

nella loro storia: il primo come

Syracuse Nationals nel ‘55, il

secondo con Chamberlain nel

‘67 e il terzo con Julius Erving

e Moses Malone nell’83. I due

sono citati anche nella

canzone Basketball di Kurtis

Blow, presente nella colonna

sonora di NBA 2k12: «Just

like I’m the king on the

microphone, so is Dr. J and

Moses Malone».

Page 35: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Toronto Raptors

Don Quixote

Gordon Lightfoot Don Quixote

0.00 3.41

Ft. Andrea Bargnani

Dopo l’addio di Chris Bosh, i Toronto

Raptors sono chiamati alla terza

stagione di probabile transizione.

Andrea Bargnani è sempre la stella

della sua squadra, ma quest’anno

troverà un buon contributo dai suoi

compagni o continuerà a combattere

contro i mulini a vento? I progressi di

DeMar DeRozan e l’approdo in

Canada di Fields e di Lowry fanno

ben sperare.

5 di 30 Arrivi: Quincy Acy, Tomislav Zubcic, Terrence Ross e Jonas

Valanciunas (Draft); Landry Fields (FA, Knicks), John Lucas III (FA,

Bulls), Dominic McGuire (FA, Warriors), Chris Wright (FA, Warriors) e

Kyle Lowry (trade, Rockets).

Partenze: Jerryd Bayless (FA, Grizzlies), Ben Uzoh (FA, Nuggets), Gary

Forbes (trade, Rockets) e James Johnson (trade, Kings).

Quintetto: Kyle Lowry, DeMar DeRozan, Landry Fields, Andrea

Bargnani, Jonas Valanciunas.

Il 2012/2013 sarà un anno fondamentale per i Toronto Raptors. La

franchigia canadese, infatti, viene da stagioni assolutamente deludenti,

appesantite dal tradimento di Chris Bosh, approdato nella soleggiata, e

ormai vincente, Miami. Dietro l’uomo franchigia, Andrea Bargnani, atteso

ad una stagione importante, avendo ormai raggiunto la piena maturità

come giocatore, Colangelo ha deciso, finalmente, di affiancare un

giocatore dalla personalità debordante come Kyle Lowry, reduce da

un’annata strepitosa ai Rockets, molto più adatto a dirigere una squadra

NBA rispetto al bravo ma poco decisivo José Calderon, in attesa di

sistemazione. Oltre a Lowry è arrivato Landy Fields, che potrebbe

rivelarsi uno dei migliori colpi della offseason, in quanto giocatore di

squadra se ce n’è uno, tanto da essere definito già da tutti i compagni di

squadra, “glue guy”, collante; altri colpi importanti sono stati effettuati in

sede di Draft; Terrence Ross, da Washington, è un giocatore

talentuosissimo dotato di una combinazione di fisico e tecnica notevole,

Quincy Acy, per i tanti anni trascorsi a Baylor, potrà dare da subito una

mano alla squadra di Dwane Casey, per non parlare di Jonas

Valanciunas, lungo lituano scelto (nel 2011) per sfruttare finalmente le

potenzialità di Bargnani nel ruolo di ala grande. Il lituano a livello di nome

non convince, ma Lowry si dice entusiasta di poter giocare con lui per via

delle potenzialità che esprime in allenamento. Insomma, difesa e punti

con Lowry e Fields, talento e atletismo con Ross e Valanciunas; ma le

cose interessanti non passano solo attraverso il mercato. Ed Davis e

DeMar DeRozan, i diamanti allo stato grezzo di Toronto sono chiamati

all’anno della verità; attraverso i loro miglioramenti, Davis a livello di

contributo sul parquet, DeRozan per quanto riguarda la leadership nei

momenti caldi delle partite, si potrà capire se Toronto può fare sul serio,

o se manca ancora qualcosa per tornare ad alti livelli.

Pronostico: Best Case 42W – Worst Case 30W.

Roster: Acy F, A. Anderson F-G,

Bargnani F-C. Calderon G, E. Davis

F, DeRozan G, Fields G, Gray C, A.

Johnson C-F, Kleiza F-G, Lowry G,

Lucas III G, Magloire C, McGuire F,

McNeal G, Ross G, Valanciunas C,

C. Wright F, Zubcic F.

Niccolò Costanzo

Page 36: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Central Division

P. 37

P. 39

P. 41

P. 42

P. 43

Chicago Bulls Without Me – Eminem

Cleveland Cavaliers Kick Ass (We Are Young) – Mika

Detroit Pistons Beautiful – Eminem

Indiana Pacers My Time – Fabolous ft. Jeremih

Milwaukee Bucks Mas Que Nada – Sergio Mendes ft.

Black Eyed Peas

Classifica scorsa stagione: Chicago Bulls 50-16

Indiana Pacers 42-24

Milwaukee Bucks 31-35

Detroit Pistons 25-41

Cleveland Cavaliers 21-25

Page 37: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Chicago Bulls

Without Me

Eminem The Eminem Show

0.00 4.52

Ft. Derrick Rose

La stella anche quest’anno è Derrick

Rose, nonostante la lunghissima

assenza per infortunio. La canzone

per i Bulls non può che essere

Without Me. Ce la faranno i rossoneri

a sopperire all’assenza di Rose

vincendo un buon numero di partite?

Difficile, quasi impossibile. «It feels so

empty without me»…

6 di 30 Arrivi: Marquis Teague (Draft); Kirk Hinrich (FA, Hawks),

Vladimir Radmanovic (FA, Hawks), Marco Belinelli (FA,

Hornets), Nazr Mohammed (FA, Thunder), Nate Robinson (FA,

Warriors).

Partenze: C.J Watson (FA, Nets), Ronnie Brewer (FA, Knicks),

Kyle Korver (trade, Hawks), John Lucas III (FA, Raptors), Omer

Asik (FA, Rockets); Brian Scalabrine (ritiro).

Quintetto: Derrick Rose, Richard Hamilton, Luol Deng, Carlos

Boozer, Joakim Noah.

I Chicago Bulls edizione 2012/2013 si presentano ai nastri di

partenza profondamente rivoluzionati per quanto riguarda le

riserve nel roster, ma il quintetto base (almeno quando rientrerà

Rose) è lo stesso della passata stagione in cui la squadra di

Thibodeau (fresco di rinnovo quadriennale) aveva concluso al

primo posto assoluto la regular season (50W-16L). Rose, dopo

essersi rotto il ginocchio in gara 1 dei Playoffs 2012 contro i

Sixers, rientrerà probabilmente verso fine stagione e il problema

più grande rimane quello della sua sostituzione in campo.

L’anno scorso il numero 1 rossonero è stato ben sostituito nel

corso della regular season da Watson e Lucas (bravi nelle

vittorie contro gli Heat), ma durante i Playoffs i due play non

sono riusciti a sopperire all’assenza della stella. Quest’anno nel

ruolo di play, fino al rientro di Rose, giocheranno Hinrich (al

ritorno ai Bulls), Nate Robinson e il rookie Marquis Teague

(l’anno scorso in NCAA a Kentucky). La guardia titolare sarà

ancora Hamilton (poco positivo l’anno scorso) e la sua riserva è

l’italiano Marco Belinelli, chiamato alla consacrazione in una

squadra di alto livello dopo la buona annata in maglia Hornets.

Nello spot di ala piccola c’è l’all star Luol Deng (alle prese

ancora con acciacchi dalla scorsa stagione), mentre sotto

canestro faranno coppia Carlos Boozer (mai decisivo in maglia

Bulls) e Joachim Noah, con Gibson pronto a subentrare dalla

panchina. Rispetto all’anno passato i Bulls hanno perso nel

reparto piccoli giocatori

Roster: Belinelli G, Boozer F, J.

Butler G-F, Deng F, T. Gibson F,

Hamilton G, Hinrich G, Mohammed C,

Noah C, Radmanovic F, N. Robinson

G, Rose G, M. Teague G.

Luca Antonelli

Page 38: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Chicago Bulls

importanti come Korver, Lucas, Watson e Brewer, sostituendoli

però in maniera più o meno discreta. Invece più grave sarà

l’assenza di Omer Asik, preso dai Rockets come restricted free

agent, fondamentale per il suo apporto difensivo nel sistema

Thibodeau e sicuramente non sostituibile da Mohammed. Il

problema principale, ovviamente, non risiede nella sostituzione

dei partenti ma nell’infortunio di Rose. Se il playmaker rientrerà

per la seconda metà di stagione in condizioni accettabili

(difficilissimo) i Bulls potrebbero ambire a una bella posizione ad

Est, se Rose invece rientrerà a fine stagione per i Bulls sarà

anche dura arrivare tra le prime otto.

Senza Rose ci sarà spazio per il rookie Marquis Teague e Luol

Deng sarà ancora più responsabilizzato nel ruolo di leader della

squadra. Tom Thibodeau e il suo sistema sono una certezza per

i Bulls e i lunghi Gibson e Noah sono tra i migliori della lega per

impatto difensivo. Al rientro di Rose, se avverrà in tempi non

lunghissimi, i Bulls potranno schierare uno dei primi 10 giocatori

del Mondo e un playmaker in grado di rendere praticamente da

solo la squadra tra le migliori della NBA.

D’altro canto Hamilton e Boozer non sono stati in grado di

prendere per mano la squadra nel momento importante degli

scorsi Playoffs e sembrano in fase calante dal punto di vista

fisico. Hinrich e Belinelli potrebbero trovare molte difficoltà nel

sistema di Thibodeau e il rookie Teague senza tanti attaccanti di

qualità attorno fatica parecchio. Con Rose fuori non c’è

praticamente nessuno in rotazione capace di creare pericoli dal

palleggio e come go to guy.

Pronostico: 55W (con Rose da metà stagione), 35W (senza

Rose).

Luca Antonelli

I giocatori più rappresentativi

della storia dei Bulls sono

naturalmente Michael Jordan

e i suoi compagni dei due

three-peat, ma anche giocatori

come Artis Gilmore e Bob

Love meritano una menzione.

Gilmore è il miglior stoppatore

della storia della squadra,

mentre Bob Love è il terzo

miglior marcatore dietro alle

leggende Michael Jordan e

Scottie Pippen.

Page 39: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Cleveland Cavaliers

Kick Ass (We Are Young)

Mika Kick Ass: Music from the

Motion Picture

0.00 3.12

Ft. Kyrie Irving

La canzone, soprattutto per il

ritornello «We are young, we are

strong», si adatta molto bene alla

terza edizione dei Cavs post LeBron.

La stella è il sophomore Irving e, oltre

a lui, sono in roster i rookie Waiters e

Zeller e i sophomore Thompson e

Pargo. Sono giovani e hanno voglia di

far bene.

7 di 30 Arrivi: Dion Waiters e Tyler Zeller (Draft); Jon Leuer (FA,

Bucks), Jeremy Pargo (trade, Grizzlies) e CJ Miles (FA, Jazz).

Partenze: Antawn Jamison (FA, Lakers), Manny Harris (FA),

Semih Erden (FA), D.J Kennedy (trade, Grizzlies); Anthony

Parker (ritiro).

Quintetto: Kyrie Irving, C.J. Miles, Alonzo Gee, Tristan

Thompson, Anderson Varejao.

I Cleveland Cavaliers, 21-45 nella passata stagione, entrano

nella terza stagione dall’addio di Lebron James. L’anno scorso

Cleveland, prima di perdere Irving per infortunio, non aveva mal

figurato salvo poi crollare senza la propria stella. In questa

stagione i Cavs hanno la grande ambizione di far crescere i

numerosi giovani a roster in modo da creare un gruppo coeso e

futuribile in grado negli anni futuri di raggiungere i Playoffs con

continuità. La stella sarà ancora una volta Kyrie Irving che è

chiamato a confermare le strepitose medie dell’anno passato,

mentre sotto canestro insieme all’esperto brasiliano Varejao

dovrà migliorare (avendo anche più minuti in campo per l’addio

di Jamison) il sophomore Tristan Thompson. Dalla panchina a

sostituire i due lunghi possono subentrare il rookie Tyler Zeller

(giocatore molto tecnico ed interessante) e i solidi Samuels e

Harangody. Nel reparto piccoli, invece, sono stati aggiunti la

discreta guardia/ala CJ Miles, il play da Memphis Jeremy Pargo

e il rookie da Syracuse Dion Waiters. Proprio Waiters, scelto a

sorpresa con la numero 4, sarà il maggiore osservato di questo

inizio di stagione in quanto le buone prestazioni da sesto uomo

al college non sembrano attualmente giustificare una chiamata

così alta al Draft. A completare il reparto sono stati confermati il

tiratore Gibson, Alonzo Gee e Omri Casspi. Le fortune dei Cavs

passeranno, ovviamente, ancora da Irving ma le premesse in

questa stagione sono probabilmente migliori rispetto alla scorsa

(anche se per i Playoffs sembra mancare ancora qualcosa).

Roster: Miles G-F, D. Gibson G,

Irving G, Waiters G, K. Jones F, Je.

Pargo G, T. Thompson F, Sloan G,

Varejao F-C, Samuels C, Leuer F,

Walton F, Gee G, Casspi F, Zeller C,

Harangody F.

Luca Antonelli

Page 40: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Cleveland Cavaliers

Irving è un fenomeno e avrà tante responsabilità. Varejao è un

ottimo lungo e può aiutare la crescita di Thompson e Zeller.

Waiters (anche se alla quarta scelta è decisamente un azzardo)

può migliorare senza numerosi pressioni vista la probabile

mancanza di ambizioni di classifica. I giovani, però, sono

ancora molto acerbi per poter ambire ai Playoffs, la panchina è

sinceramente corta e con poca qualità e in attacco non

sembrano esserci valide alternative al Irving.

Pronostico: 25/30W.

Luca Antonelli

Non solo LeBron James nella

storia dei Cavaliers:

fondamentali per i Cavs sono

stati anche World B. Free e

Zydrunas Ilgauskas. Il primo,

negli anni ‘80, ha riportato

l’entusiasmo per i Cavs e ha

evitato che la franchigia si

spostasse da Cleveland; il

secondo è dietro solo allo

stesso LeBron James nella

classifica marcatori della

squadra.

Page 41: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Detroit Pistons

Beautiful

Eminem Relapse

0.00 6.32

Ft. Greg Monroe

Un rapper di Detroit e una canzone

con video girato a Detroit per i

Pistons. La stella di questa squadra

giovane e futuribile è ormai il centro

Greg Monroe, protagonista di una

grandiosa stagione un anno fa. Anche

se questa stagione non dovesse

essere di successo, i Pistons hanno

bel materiale per poter sperare in

qualcosa nel futuro.

8 di 30 Arrivi: Andre Drummond, Kris Middleton, Kim English e Kyle

Singler (Draft); Jonny Flynn (FA, Blazers), Vyacheslav Kravtsov

(FA), Corey Maggette (trade, Bobcats) e Terrence Williams

(trade, Kings).

Partenze: Vernon Macklin (FA), Walker Russell (FA, Thunder),

Damien Wilkins (FA, Sixers) e Ben Gordon (trade, Bobcats).

Quintetto: Brandon Knight, Rodney Stuckey, Tayshaun Prince,

Jason Maxiell, Greg Monroe.

Il ritorno dall’infortunio di Jonas Jerebko può essere la notizia

più positiva per i nuovi Detroit Pistons, lo svedese potrebbe

essere una pedina molto importante sia da ala grande che da

ala piccola con Tayshawn Prince e Jason Maxiell davanti a lui in

entrambe le rotazioni. Dopo le ultime stagioni di buio assoluto in

Michigan queste potrebbe comunque considerarsi una stagione

di possibile rinascita viste le scelte al draft dei promettenti Andre

Drummond e Kim English.

Pronostico: 30/35 W.

Roster: Bynum G, Daye F,

Drummond F-C, English G, Flynn G,

Jerebko F, B. Knight G, Kravtsov C,

Maggette F, Maxiell F, Middleton F,

Monroe C, Prince F, Singler F,

Stuckey G, Villanueva F, T. Williams

G-F.

Fabio Trinchero

Page 42: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Indiana Pacers

My Time

Fabolous ft. Jeremih Loso’s Way

0.00 4.00

Ft. Roy Hibbert

Dopo l’ottimo campionato condotto

dalla squadra di Frank Vogel nella

scorsa stagione, per i Pacers questa

può essere un’annata divertente. La

squadra, giovane e talentuosissima,

matura anno dopo anno e dà sempre

più fastidi alle compagini rivali. Roy

Hibbert è cresciuto fino ad essere

considerato uno dei migliori centri

della lega. Il tempo dei Pacers è

arrivato.

9 di 30 Arrivi: Miles Plumlee e Orlando Johnson (Draft); D.J. Augustin

(FA, Bobcats), Sam Young (FA, Sixers), Sundiata Gaines (FA,

Nets), Gerald Green (FA, Nets), Blake Ahearn (FA, Jazz) e Ian

Mahinmi (trade, Mavericks).

Partenze: Louis Amundson (FA, T’Wolves), Kyrylo Fesenko

(FA, Bulls), A.J. Price (FA, Jazz), Darren Collison (trade,

Mavericks) e Dahntay Jones (trade, Mavericks).

Quintetto: George Hill, Paul George, Danny Granger, David

West, Roy Hibbert.

Indiana è probabilmente una delle squadre dal gioco più

omogeneo della NBA, grazie al variegato insieme di giocatori

che compongono il roster e alla profondità della panchina. Le

opzioni offensive sono molte: Granger sarà come sempre il

principale terminale offensivo, anche se Hibbert, West e George

dovrebbero togliergli molte responsabilità. Dalla panchina D.J.

Augustin può portare un altro buon apporto a livello realizzativo,

mentre Gerald Green avrà una buona occasione per mostrare

tutto il proprio talento. Per quanto riguarda i lunghi, entreranno a

partita iniziata Ian Mahinmi, Miles Plumlee e Tyler Hansbrough,

che potranno assicurare un gran numero di energia e rimbalzi.

Tirando le somme, non c'è ragione per pensare che i Pacers

non possano migliorare i risultati dell'anno scorso, se si

considera il buon lavoro estivo svolto e la crescita di giovani

come Roy Hibbert - che si potrebbe consacrare definitivamente

come uno dei centri più forti della lega - e Paul George. Dando

per scontata la supremazia di Miami nella Eastern, Indiana

potrebbe sfruttare l'assenza di Derrick Rose per conquistare il

secondo posto nella Conference, anche se la concorrenza sarà

molto agguerrita.

Pronostico: 55/60W, Conference Finals.

Roster: Augustin G, George G-F,

Granger F, G. Green G-F, T.

Hansbrough F-C, B. Hansbrough G,

Hibbert C, G. Hill G, O. Johnson G,

Mahinmi C, Pendergraph F-C,

Plumlee F, Stephenson G, D. West F,

S. Young F-G.

Marco Conti

Page 43: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Milwaukee Bucks

Mas Que Nada

Sergio Mendes ft. Black Eyed Peas Timeless

0.00 4.22

Ft. Brandon Jennings

I Bucks, con un roster di buona

qualità, si affidano alle due stele

Jennings ed Ellis per tornare ai

Playoffs. A Milwaukee hanno visto

grandi squadre e grandi giocatori in

grado di vincere il titolo, ma anche

contesti di bassissimo livello. Quindi

con Ellis, Jennings e questo roster

non si può sognare ma sicuramente

«Mas Que Nada»…

10 di 30 Arrivi: Doron Lamb e John Henson (Draft); Alando Tucker (FA),

Joel Przybilla (FA, Blazers), Samuel Dalembert (trade, Rockets)

e Marquis Daniels (FA, Celtics).

Partenze: Jon Brockman (trade, Rockets), Jon Leuer (trade,

Rockets), Shaun Livingston (trade, Rockets), Carlos Delfino

(FA, Rockets) e Kwame Brown (FA, Sixers).

Quintetto: Brandon Jennings, Monta Ellis, Luc Mbah a Moute,

Ersan Ilyasova, Drew Gooden.

I Milwaukee Bucks si presentano ai nastri di partenza della

stagione 2012/2013 come una squadra molto ambiziosa e

volenterosa di tornare a disputare i Playoff dopo averli

solamente sfiorati nella passata stagione. Infatti l’anno passato

la formazione di Skiles, dopo aver aggiunto al roster la stella

Monta Ellis in cambio del centro infortunato Andrew Bogut, ha

combattuto fino alla fine della regular season per riuscire ad

entrare ai Playoff contro Sixers e Knicks non riuscendo però

nell’impresa (record 31W-35L e nono posto nella Eastern

Conference). Per riuscire a raggiungere l’ottava piazza ad Est,

obiettivo assolutamente raggiungibile visti i roster delle rivali, i

Bucks hanno deciso di aggiungere peso e centimetri sotto

canestro con l’arrivo di Dalembert e Przybilla dal mercato dei

free agent (al posto del partente Kwame Brown) e dell’ala

grande John Henson dal draft NBA 2012 (14° scelta assoluta,

proveniente da North Carolina). Nel reparto piccoli, partito

Carlos Delfino, sono arrivati a riempire la panchina Alando

Tucker e Marquis Daniels e a dare minuti di riposo alla coppia

Ellis-Jennings è stato preso il rookie da Kentucky Doron Lamb

(42° scelta). Ma il successo più importante per i Bucks è stato

sicuramente quello relativo alla conferma del turco Ersan

Ilyasova, che ha rinnovato con Milwaukee per altre 5 stagioni.

Sarà quindi lui, insieme alle due stelle Jennings-Ellis, a guidare i

Bucks verso le prime otto posizioni. Rispetto alla passata

stagione il roster sembra maggiormente equilibrato, ci sono

Roster: Dalembert C, M. Daniels G-

F, Dunleavy G-F, Ellis G, Farrakhan

G, Gill G, Gooden C-F, Greene G, T.

Harris F, Henson F, Ilyasova F,

Jennings G, D. Lamb G, Mbah a

Moute F, Przybilla C, Sanders F-C,

Tucker F, Udoh C, Udrih G.

Luca Antonelli

Page 44: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Milwaukee Bucks

giocatori di alto livello e i rookie possono già dare una

importante mano a Skiles. I successi della franchigia

passeranno ovviamente dalla forma fisica di Ellis e Jennings,

giocatori letali in attacco e capaci di scambiarsi nel corso della

partita i ruoli di playmaker e guardia.

Ellis e Jennings sono, infatti, un lusso offensivamente per una

squadra che lotta per l’ottavo posto, Ilyasova può fare sempre

più la differenza e i rookie sono di buon livello. Sotto canestro i

nuovi arrivi portano peso, centimetri e difesa e Gooden è

sempre in grado di fornire un buon apporto. Inoltre Skiles è uno

dei migliori allenatori in circolazione.

Di contro Ellis, Jennings e Lamb potrebbero soffrire in difesa

contro avversari più fisici. Manca un tiratore puro dall’arco. Tra i

lunghi l’unico con gioco perimetrale è Ilyasova (il quale però

giocherà e parecchio anche da 3). La coppia Gooden-Dalembert

rischia di chiudere troppo spazio sotto canestro per le

penetrazioni di Monta e Brandon.

Pronostico: 35/40W, ottavo/nono posto a Est.

Luca Antonelli

Kareem Abdul-Jabbar non è

solo il miglior marcatore della

storia della squadra, ma

anche dell’intera NBA. Al

secondo posto della

graduatoria dei Bucks

troviamo l’ala con grandi doti

offensive Glenn Robinson,

capoclassifica anche per palle

perse. Quarta piazza nei punti

segnati per Michael Redd,

stella dei Bucks ad inizio anni

2000.

Page 45: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Southeast Division

P. 46

P. 47

P. 48

P. 50

P. 51

Atlanta Hawks Leaves That Are Green – Simon &

Garfunkel

Charlotte Bobcats Get Back – The Beatles

Miami Heat Lift Off – Jay-Z & Kanye West ft.

Beyoncé

Orlando Magic Boulevard of Broken Dreams –

Green Day

Washington Wizards Another Brick in the Wall – Pink

Floyd

Classifica scorsa stagione: Miami Heat 46-20

Atlanta Hawks 40-26

Orlando Magic 37-29

Washington Wizards 20-46

Charlotte Bobcats 7-59

Page 46: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Atlanta Hawks

Leaves That Are Green

Simon & Garfunkel Sounds of Silence

0.00 2.23

Ft. Josh Smith

Gli Hawks hanno sfoggiato nelle

ultime stagioni squadre non

eccezionali, ma solide ed in grado di

arrivare sempre in alto in regular

season. Per il precedente progetto

però, costruito su Smith, Marvin e

Shelden Williams, Al Horford,

Johnson e Crawford, sembra essere

arrivato l’autunno e le foglie, come

quelle della canzone, stanno

diventando marroni. Solo Smith e

Horford sono ancora in squadra e il

contesto sembra di livello inferiore

rispetto al passato.

11 di 30 Arrivi: John Jenkins e Mike Scott (Draft); Anthony Tolliver (FA,

T’Wolves), Louis Williams (FA, Sixers), Devin Harris (trade,

Jazz), Kyle Korver (trade, Bulls), Anthony Morrow (trade, Nets),

Johan Petro (trade, Nets) e DeShawn Stevenson (trade, Nets).

Partenze: Jason Collins (FA, Celtics), Kirk Hinrich (FA, Bulls),

Vladimir Radmanovic (FA, Bulls), Jerry Stackhouse (FA, Nets),

Jannero Pargo (FA, Wizards), Willie Green (trade, Clippers),

Joe Johnson (trade, Nets) e Marvin Williams (trade, Jazz);

Jordan Farmar e Jordan Williams (free-agent).

Quintetto: Devin Harris, DeShawn Stevenson, Kyle Korver,

Josh Smith, Al Horford.

Questa nuova edizione degli Atlanta Hawks vede grandi novità

di organico con di fatto i soli Josh Smith e Al Horford a

rappresentare ancora il vecchio progetto. Joe Johnson e Marvin

Williams hanno lasciato Atlanta: per il primo gli Hawks hanno

acquisito un pacchetto di quattro giocatori da Brooklyn, mentre

in cambio del secondo è arrivato Devin Harris, che dividerà i

suoi minuti con Jeff Teague. Anche se Joe Johnson ha lasciato

la squadra, nel reparto guardie gli Hawks possono schierare

DeShawn Stevenson e, soprattutto, il secondo miglior sesto

uomo della passata stagione, Lou Williams. Nel reparto ali ci

sarà qualche difficoltà in più: Josh Smith è un giocatore di

grande livello, ma al suo fianco gli Hawks saranno costretti ad

alternare Kyle Korver, Ivan Johnson ed Anthony Tolliver. Sotto

canestro ci si affiderà ai già collaudati Al Horford, nella speranza

che possa non incorrere in problemi fisici, e Zaza Pachulia. Con

questa squadra gli Hawks difficilmente potranno ambire al

fattore campo nel primo turno dei Playoffs, anzi sarebbe un

buon risultato qualificarsi alla post-season. L’impresa non è

impossibile, ma Atlanta non deve sbagliare niente.

Pronostico: 40/45W.

Roster: D. Harris G, Horford F-C,

Jenkins G, I. Johnson F, Korver G,

Morrow G, Pachulia F-C, Petro C,

Scott F, J. Smith F, Stevenson G,

Teague G, Tolliver F, L. Williams G.

Filippo Antonelli

Page 47: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Charlotte Bobcats

Get Back

The Beatles Let It Be

0.00 3.14

Ft. Michael Kidd-Gilchrist

«Get back, get back to where you

once belonged». Chissà quante volte

l’avranno cantata gli abitanti di

Charlotte pensando agli Hornets, la

loro ex squadra che, trasferitasi a

New Orleans, ha avuto prima la

fortuna di abbracciare Chris Paul e

poi la prima scelta al Draft 2012, con

cui è arrivato Anthony Davis. I

Bobcats, invece, sono costretti ad

accontentarsi del compagno di

squadra di Davis a Kentucky, Kidd-

Gilchrist. E se andasse bene lo

stesso?

12 di 30 Arrivi: Michael Kidd-Gilchrist e Jeffery Taylor (Draft); Ramon

Sessions (FA, Lakers), Brendan Haywood (FA, Mavericks),

DaJuan Summers (FA, Hornets) e Ben Gordon (trade, Pistons).

Partenze: Derrick Brown (FA, Spurs), D.J. Augustin (FA,

Pacers) e Corey Maggette (trade, Pistons); Eduardo Najera

(ritiro).

Quintetto: Ramon Sessions, Ben Gordon, Michael Kidd-

Gilchrist, Bismack Biyombo, Brendan Haywood.

Obiettivo principale della franchigia del North Carolina è

migliorare quanto fatto lo scorso anno, cancellare quello che è

stato il peggior record della storia NBA (7 vittorie, 59 sconfitte)

che per di più non ha portato all’assegnazione della prima scelta

(andata a New Orlweans). La missione non è impossibile: la

seconda scelta al draft (Kidd-Gilchrist), l’arrivo di Ramon

Sessions dai Lakers e di Ben Gordon dai Pistons (più una futura

prima scelta) sono il presupposto per poter far bene. Kidd-

Gilchrist porterà in dote le sue forti capacità di attaccare il

canestro e di andare a rimbalzo, Sessions potrebbe formare una

coppia ben assortita con Walker e Gordon risolverà il problema

delle pessime percentuali dall’arco fatte registrare lo scorso

anno (29%). Puntellato è stato anche il settore lunghi con

l’arrivo di Haywood da Dallas. Sarà suo il compito di dare

maggiore “presenza” nel pitturato e dare un maggiore contributo

in difesa.

Rispetto all’anno passato è stato cambiato anche il coach. Sulla

panchina forse meno ambita della Lega siederà Mike Dunlap,

già assistente di George Karl tra il 2006 e il 2008 ai Nuggets e

reduce dall’esperienza alla St. John’s University. Poca

esperienza da head-coach ma gli esperti ne parlano un gran

bene. Questo il quintetto ipotizzabile: Sessions (Walker),

Gordon, Kidd-Gilchrist, Biyombo, Haywood.

Pronostico: 25/30 W.

Roster: Biyombo C, Carroll G, Diop

C, B. Gordon G, Haywood C,

Henderson G, Higgins G, Kidd-

Gilchrist F, Mullens F-C, Owens F,

Sessions G, Summers F, J. Taylor F,

T. Thomas F, K. Walker G, R.

Williams G.

Eugenio Nardone

Page 48: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Miami Heat

Lift Off

Jay-Z & Kanye West ft. Beyoncé

Watch the Throne 0.00 4.26

Ft. LeBron James

Con la vittoria del titolo 2012 LeBron

è riuscito finalmente a scrollarsi di

dosso il peso di una vittoria finale che

gli era sfuggita troppe volte in carriera

e che aveva portato diversi

appassionati ad interrogarsi sulla sua

attitudine. Adesso per LeBron e

compagni c’è il compito più difficile:

confermarsi. Riuscirà LeBron a

sedersi nuovamente sul trono?

13 di 30 Arrivi: Justin Hamilton, Jarvis Varnado e Robert Dozier (Draft);

Ray Allen (FA, Celtics), Mickell Gladness (FA, Heat), Josh

Harrellson (FA, Knicks), Rashard Lewis (FA, Hornets) e Garrett

Temple (FA).

Partenze: Eddy Curry (FA, Spurs) e Ronny Turiaf (FA,

Clippers).

Quintetto: Mario Chalmers, Dwyane Wade, LeBron James,

Udonis Haslem, Chris Bosh.

E’ stata un’estate poco movimentata per i Miami Heat,

sicuramente molto meno rispetto alle ultime. E’ arrivato il titolo,

quindi LeBron è più tranquillo. Inoltre i colpi di mercato sono

stati nel complesso pochi. Sicuramente ben scelti e

complementari al roster, ma numericamente non tanti.

Nonostante sia rimasto sorprendentemente Mike Miller, eroe

delle finals, il team della Florida ha deciso di aggiungere alla

collezione di talenti in maglia Heat due specialisti dal perimetro:

Ray Allen e Rashard Lewis. Entrambi arrivati da free agent, il

primo in scadenza con Boston, il secondo amnistiato da

Washington. L’arrivo di “He got game” è stato sicuramente più

pubblicizzato. Jesus Shuttlesworth, al secolo Ray Allen, è in

cerca del suo secondo anello, dopo quello ottenuto ormai 5

stagioni fa. Lewis invece vorrebbe provare per la prima volta in

carriera la gioia di vincere il titolo. E per questa ragione si è

unito ai più forti, sapendo di potergli dare un contributo

abbastanza importante. A roster ci sono anche un bel po’ di

contratti non garantiti: le conoscenze del basket italiano Jarvis

“Tornado” Varnado (passato per Roma e Pistoia) e Garrett

Temple, protagonista di tanti “losing effort” nella fallimentare

stagione di Casale Monferrato. Sembrerebbe diretto in Europa il

rookie Hamilton. Hanno lasciato South Beach Eddy Curry (Free

agent), Juwan Howard (che potrebbe ritirarsi) e Turiaf, che

viaggia verso lidi losangelini, sponda Clippers. Gli Heat,

nonostante i rinforzi delle rivali, restano comunque uno dei

migliori roster in circolazione (se non il migliore).

Roster: R. Allen G, J. Anthony C,

Battier F, Bosh F, Carney G-F,

Chalmers G, Cole G, J. Hamilton C,

Harrellson C, T. Harris G, Haslem F,

L. James F, J. Jones G-F, Lewis F,

Miller F, Pittman C, Temple G,

Varnado F-C, Wade G.

Angelo Lenoci

Page 49: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Miami Heat

Il titolo finalmente è arrivato. Ed è quello di cui Miami aveva

bisogno più di qualsiasi altra cosa, il vero colpo in vista della

nuova stagione, più di ogni rookie o tiratore. I miglioramenti di

James nell’ultimo anno sono stati tangibili: difesa, leadership e

post basso hanno cambiato profondamente il gioco del

prescelto. Wade si è adattato al ruolo di secondo violino e Bosh

è un complemento sempre migliore. I ragazzi di Spoelstra

incarnano il basket moderno e l’atipicità di quest’ultimo come

pochissimi. Il gioco degli Heat è sempre più lontano dai pick and

roll tra play e pivot, asse portante delle grandi squadre fino a

pochi anni o decenni fa (Magic-Kareem, Stockton to Malone,

Parker-Duncan). Tanto atletismo, palla in mano agli esterni

(guardia e ala piccola), poco gioco spalle a canestro dei lunghi,

anche perché la mancanza di pivot talentuosi si fa sentire.

Questo stile può piacere o meno, ma finché i risultati sono dalla

parte di James e compagni, pochi possono proferire parola.

Ovviamente da Miami ci si aspetta il repeat, nonostante i super

Lakers di Kobe e Howard, i Bulls del rigenerato Rose e i

Thunder sempre più vogliosi di vincere. Perché, nonostante

l’ultimo trionfo, “Not one, not two, not three, not four, not five, not

six, not seven” ce lo ricordiamo tutti.

Pronostico: 60/65W.

Angelo Lenoci

Tra i giocatori storici dei Miami

Heat troviamo Tim Hardaway

e Alonzo Mourning. Il primo

guida la classifica della

squadra per tiri da tre tentati e

segnati, il secondo per

stoppate, rimbalzi offensivi e

totali. Mourning è inoltre

secondo per punti segnati in

maglia Heat e terzo per

presenze, dietro a Dwyane

Wade e Udonis Haslem;

Hardaway, con 367, è decimo.

Page 50: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Orlando Magic

Boulevard of Broken Dreams

Green Day

American Idiot 0.00 4.20

Ft. Jameer Nelson

«I walk a lonely road». Come il

protagonista della canzone, anche

Jameer cammina solo. Nella sua

stagione migliore i Magic sono arrivati

in finale; poi Turkoglu, anche se dopo

ha fatto ritorno, si è svincolato, Lewis

è stato scambiato e Dwight Howard,

l’ex uomo franchigia, ha voltato le

spalle ai suoi. Nelson, invece, ha

rinnovato il contratto. Una bandiera.

14 di 30 Arrivi: Andrew Nicholson e Kyle O’Quinn (Draft); Armon

Johnson (FA, Nets), E’Twaun Moore (FA, Rockets), Arron Afflalo

(trade, Nuggets), Al Harrington (trade, Nuggets), Gustavo Ayon

(trade, Hornets), Josh McRoberts (trade, Lakers), Christian

Eyenga (trade, Lakers), Moe Harkless (trade, Sixers) e Nikola

Vucevic (trade, Sixers).

Partenze: DeAndre Liggins (FA, Thunder), Daniel Orton (FA,

Thunder), Ryan Anderson (trade, Hornets), Earl Clark (trade,

Lakers), Chris Duhon (trade, Lakers), Dwight Howard (trade,

Lakers) e Jason Richardson (trade, Sixers); Quentin

Richardson, Justin Harper e Von Wafer (free-agent).

Quintetto: Jameer Nelson, Arron Afflalo, Hedo Turkoglu, Al

Harrington, Glen Davis.

Il talento va cercato col binocolo in una squadra che ha visto

partire la sua stella e non ha fatto niente per provare a

sostituirla. Dwight ha abbandonato la barca e i Magic, dopo aver

rifiutato Bynum, si sono ritrovati in rosa McRoberts, Eyenga,

Afflalo, Harkless, Vucevic e Harrington. Afflalo ed Harrington

possono essere tra gli uomini di maggior rendimento di una

squadra che può ambire solamente ad una scelta alta al Draft

dell’anno prossimo per provare di nuovo a pescare qualche

talento in grado di spostare gli equilibri. Jameer Nelson con Ish

Smith, Afflalo con J.J. Redick, Turkoglu con Moe Harkless,

Harrington e Big Baby con Gustavo Ayon e il rookie Nicholson.

Non ci sono dubbi sul livello della squadra: basso, anzi

bassissimo. I Magic nella loro storia hanno ricostruito due volte

attraverso una prima scelta al Draft e, in entrambi i cicli, sono

stati in grado di disputare una finale NBA. Shaq e Howard, però,

hanno lasciato la squadra e Orlando è così, per l’ennesima

volta, nella delicata situazione di dover ricostruire da zero.

Quanto ci vorrà? Non è dato sapersi.

Pronostico: 20/25W.

Roster: Afflalo G, Ayon F-C, G. Davis

C-F, Eyenga F, Harkless F,

Harrington F, A. Johnson G, De.

Jones G-F, McRoberts F, Moore G,

Nelson G, Nicholson F, O’Quinn F,

Redick G, I. Smith G, Turkoglu F,

Vucevic F-C.

Filippo Antonelli

Page 51: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Washington Wizards

Another Brick in the Wall

Pink Floyd The Wall

0.00 9.08

Ft. John Wall

«We don’t need no education, we

don’t need no thougt control!». John

Wall ha sempre preso alla lettera

queste parole e ha sempre fatto a

modo suo. In campo è spesso

apparso fuori controllo, una scheggia

impazzita che corre tutto il campo

senza necessariamente che i

compagni riescano a seguirlo.

Quest’anno i Wizards hanno del buon

materiale: Wall riuscirà a guidare la

sua squadra?

15 di 30 Arrivi: Bradley Beal e Tomas Satoransky (Draft); Earl Barron

(FA), Steven Gray (FA), Jannero Pargo (FA, Hawks), A.J. Price

(FA, Pacers), Shavlik Randolph (FA), Martell Webster (FA,

T’Wolves), Trevor Ariza (trade, Hornets) e Emeka Okafor (trade,

Hornets).

Partenze: Andray Blatche (FA, Nets), Morris Almond (FA),

James Singleton (FA) e Rashard Lewis (trade, Hornets).

Quintetto: John Wall, Bradley Beal, Trevor Ariza, Nene, Emeka

Okafor.

I Wizards sono da anni tra le squadre con il peggior record in

NBA ma questo non vuol dire che le cose non possano

cambiare, la dirigenza infatti ha deciso di intraprendere un

percorso preciso aggiungendo, citando i Pink Floyd, diversi

mattoni al muro dove Il muro è ovviamente John Wall, il

concentrato di atletismo ex Kentucky che dovrebbe

rappresentare il futuro della franchigia. Nel frattempo nel District

of Columbia hanno pensato bene di miscelare i giovani prospetti

a giocatori più solidi e concreti invece di aspettare

semplicemente l’esplosione della giovane guardia. Via dunque

l’eterna promessa Blatche e il contratto a dir poco principesco di

Rashard Lewis, al loro posto Okafor, pronto a portare a

Washington la fisicità e la difesa che è sempre mancata sotto i

tabelloni, e Trevor Ariza, il tuttofare che ha sempre dimostrato la

sua utilità in entrambe le metà del campo, senza dimenticare

Martell Webster, non certo un fenomeno ma comunque un

tiratore davvero notevole. Tre giocatori esperti ma non anziani

(solo Okafor raggiunge le 30 primavere) a cui va aggiunto il vero

colpo dell’estate: Bradley Beal, terza scelta assoluta al Draft da

Florida, una guardia davvero completa, un giocatore molto fisico

ma che fa del tiro da lontano la sua arma migliore, in poche

parole il futuro della squadra insieme a Wall.

I Wizards potranno contare anche su Nené dalla prima partita,

proprio il brasiliano infatti, arrivato l’anno scorso a stagione in

Roster: Ariza F, Barron F-C, Beal G,

Booker F, B. Cook F, Jo. Crawford G,

Gray G, Mack G, C. Martin F, Nene

F-C, Okafor C, Ja. Pargo G, Price G,

S. Randolph F, Satoransky G,

Seraphin C, Singleton F, Vesely F,

Wall G, Webster G-F.

Claudio Pavesi

Page 52: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Washington Wizards

corso, si candida a diventare il go-to-guy di Wall grazie al suo

ottimo atletismo, inoltre le sue educatissime mani non possono

fare altro che favorire gli inserimenti di Okafor e i tiri dagli angoli

di Webster, Beal e Jordan Crawford.

Questi sono i punti di partenza di coach Randy Wittman,

confermato dopo il record di 18-31 ottenuto la stagione passata

in cui è succeduto a Flip Saunders, anche se le responsabilità

importanti non mancano, a lui infatti il compito di far maturare

l’ex sesta scelta assoluta Jan Vesely e di insegnare a prendere

le giuste scelte in campo a John Wall, giocatore che ha sempre

seguito la mentalità dei Pink Floyd: “We don’t need no

education, We don’t need no thought control, hey! Teacher!

Leave them kids alone!”.

Pronostico: 30/35W.

Claudio Pavesi

I Wizards presero questo

nome nel ‘97 perché la

dirigenza riteneva che il nome

Bullets, a cui tra l’altro si ispira

l’attuale divisa, fosse troppo

violento. Probabilmente non

sapevano che il nome non

deriva dal “proiettile” ma dal

nome di un paio di scarpe: le

Bata Bullets, prodotte negli

anni ‘40 e ‘50 vicino a

Baltimore, città in cui risiedeva

la franchigia all’epoca.

Page 53: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Northwest Division

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P. 55

P. 56

P. 58

P. 59

Denver Nuggets Soldier Like Me – Tupac ft.

Eminem

Minnesota Timberwolves All You Need Is Love – The Beatles

Oklahoma City Thunder Now’s My Time – D.J.I.G.

Portland Trail Blazers I Need a Doctor – Dr. Dre &

Eminem ft. Skylar Grey

Utah Jazz A Day in the Life – The Beatles

Classifica scorsa stagione: Oklahoma City Thunder 47-19

Denver Nuggets 38-28

Utah Jazz 36-30

Portland Trail Blazers 28-38

Minnesota Timberwolves 26-40

Page 54: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Denver Nuggets

Soldier Like Me

Tupac ft. Eminem Loyal to the Game

0.00 3.50

Ft. Andre Iguodala

Già nella scorsa stagione i Denver

Nuggets hanno decisamente puntato

sul sistema di gioco, anteponendolo

alle caratteristiche dei singoli. In

quest’ottica va letto l’arrivo di Andre

Iguodala, giocatore che si è distinto

come fenomenale elemento di

sistema nei Philadelphia 76ers. A

Denver potrà trovare tanti «soldati»

che possono combattere al suo

fianco.

16 di 30 Arrivi: Evan Fournier, Quincy Miller e Izzet Turkyilmaz (Draft); Anthony

Carter (FA), Anthony Randolph (FA, T’Wolves), Ben Uzoh (FA, Raptors)

e Andre Iguodala (trade, Sixers).

Partenze: Rudy Fernandez (FA), Arron Afflalo (trade, Magic) e Al

Harrington (trade, Magic).

Quintetto: Ty Lawson, Andre Iguodala, Danilo Gallinari, Anthony

Randolph, JaVale McGee.

I Denver Nuggets arrivano alla stagione NBA 2012/2013 dopo una

buona prova ai playoff, nella serie persa con onore 4-2 contro i più forti

Los Angeles Lakers. Proprio la squadra di Coach Brown ha causato poi,

nei primi giorni di agosto, il più grosso terremoto nel mercato estivo,

mettendo in piedi una trade a quattro squadre che ha rivoluzionato (e

non poco) il panorama NBA, coinvolgendo anche Danilo Gallinari e

compagni: partiti in direzione Orlando Aaron Afflalo e Al Harrington,

coach Karl ha visto arrivare in maglia azzurra Andre Iguodala;una delle

ali piccole più atletiche della lega, che già ai Sixers ha impersonato il

ruolo di leader che sembra ancora non ben definito in Colorado. Con la

conferma di Andre Miller in regia, pronto a dare quell’esperienza che non

guasta mai, con JaVale McGee disponibile già dalla prima partita e con

le conferme di Lawson e di Faried, George Karl potrà lavorare con più

tranquillità e continuare con il progetto di “vinco senza una vera stella”

che finora ha sì portato pochi risultati, ma ha sempre creato problemi a

tutte le altre 29 squadre della lega.

Ciò che sembra davvero funzionare sulle Rocky Mountains è il sistema di

gioco adottato dalla squadra, che fa del ritmo alto e del contropiede la

propria arma migliore, spesso preferito ad un attacco a metà campo;

attacco a metà campo che, proprio per la già citata mancanza di una

stella, a spesso risulta sterile e può rappresentare il vero limite per i

Nuggets. Due parole vanno spese per Danilo Gallinari, apparso in buona

forma nelle partite estive con la nazionale e sempre più go-to-guy,

chiamato a confermare quanto fatto (tanto) di buono nella stagione

passata e a migliorarsi in quella che, senza grossi infortuni, con 82

partite e un ritmo meno incalzante, potrebbe essere davvero quella della

consacrazione tra i grandi (chissà che non possa a questo punto della

sua carriera venire convocato per l’All Star Game 2013…).

Pronostico: 45/50W.

Roster: C. Brewer F, W. Chandler F,

Faried F, Fournier G, Gallinari F, J.

Hamilton G-F, Iguodala G-F, Koufos

C, Lawson G, McGee C, A. Miller G,

Q. Miller F, Mozgov C, A. Randolph

F, Stone G.

Denver Nuggets

Page 55: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Minnesota Timberwolves

All You Need Is Love

The Beatles Magical Mystery Tour

0.00 3.47

Ft. Kevin Love

«Love is all you need». I tifosi dei

Timberwolves non hanno bisogno di

nient’altro. A Love, però, potrebbe

non bastare l’amore di Minneapolis.

Nel corso di quest’estate ha

dichiarato che se i T’Wolves non

dovessero arrivare ai Playoffs

potrebbe pensare di lasciare la

squadra. La dirigenza è determinata a

far sì che Love rimanga ai

Timberwolves a vita.

17 di 30 Arrivi: Robbie Hummel (Draft); Louis Amundson (FA, Pacers), Will Conroy

(FA), Andrei Kirilenko (FA), Alexey Shved (FA), Greg Stiemsma (FA, Celtics),

Chase Budinger (trade, Rockets) e Dante Cunningham (trade, Grizzlies).

Partenze: Michael Beasley (FA, Suns), Anthony Tolliver (FA, Hawks),

Wayne Ellington (trade, Grizzlies), Wesley Johnson (trade, Suns), Brad Miller

(trade, Hornets), Martell Webster (FA, Wizards) e Darko Milicic (FA, Celtics).

Quintetto: Ricky Rubio, Brandon Roy, Chase Budinger, Kevin Love, Nikola

Pekovic.

L’anno della rinascita, l’anno dei primi playoff dell’era post-Garnett,

l’anno di Minnesota. Questo erano, e forse, sono, le premesse per il

2012/2013 dei Timberwolves. I motivi? I più svariati; un mercato di

primissimo piano, con gli arrivi di due potenziali, nonché ex, All Star,

come Brandon Roy e Andrei Kirilenko, l’oro olimpico di Kevin Love, vinto

dando un fondamentale contributo al Team USA, cosa che ha garantito

ancora più rispetto da parte dei big della NBA nei confronti del numero

42, il recupero imminente di Ricky Rubio, rivelatosi da subito un

giocatore di altissimo profilo, di cui i T’Wolves non possono fare a meno.

Eppure il malocchio per i lupi sembra non essere terminato; la sera (in

Europa) del 17 Ottobre, giorno sfortunato più nel Vecchio Continente che

negli Stati Uniti, arriva la notiziaccia: Kevin Love dovrà saltare dalle 4 alle

8 settimane per via di una mano rotta. Nelle peggiore delle ipotesi K-

Love potrà rientrare a metà Dicembre, nella migliore, in quella di

Novembre, il che permetterebbe a Minnesota di usufruire del suo uomo

d’oro pressoché per tutta la stagione. In una squadra che attendeva

ossessivamente il ritorno di Ricky Rubio, non poteva arrivare notizia

peggiore. Gli ottimisti vedono questa come un’occasione per Derrick

Williams di dimostrare il proprio valore, i pessimisti vedono una squadra

incapace di portare a casa dei buoni risultati senza i due giocatori

migliori. Gli unici in grado di traghettare la squadra durante questo

periodo sono Roy e Kirilenko, chiamati immediatamente ad uno sforzo

extra per non mandare tutti gli sforzi del proprietario Glen Taylor alle

ortiche. Se dovessero riuscirci, grazie anche all’aiuto di un supporting

cast di altissimo livello formato da Pekovic, Shved, Stiemsma, Budinger,

Ridnour e Cunningham, poco atletico ma tecnicamente tra i migliori della

NBA, Minnesota potrebbe tentare con Love e Rubio la cavalcata decisiva

verso i playoff e vedere finalmente la luce, fuori dal tunnel imboccato nel

2007.

Pronostico: Best Case 46W – Worst Case 33W.

Roster: Amundson F, Barea G,

Budinger F, Conroy G, Cunningham

F, M. Harris F, Hummel F-G, C.

Johnson F, Jones C-F, Kirilenko F, M.

Lee G, Love F-C, Pekovic C, Ridnour

G, Roy G, Rubio G, Shved G,

Stiemsma C, Tarver G, J. Taylor G,

D. Williams F.

Niccolò Costanzo

Page 56: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Oklahoma City Thunder

Now’s My Time

D.J.I.G. NBA 2k12 Soundtrack

0.00 3.23

Ft. Kevin Durant

Anche senza James Harden, gli

Oklahoma City Thunder restano una

della squadre di punta dell’intera

NBA. La stella assoluta è Kevin

Durant, miglior realizzatore dell’intera

lega. I Thunder hanno già agguantato

la finale NBA nella scorsa stagione e

quest’anno possono e vogliono

puntare ancora più in alto.

18 di 30 Arrivi: Perry Jones III (Draft); DeAndre Liggins (FA, Magic),

Hasheem Thabeet (FA), Kevin Martin (trade, Rockets) e Jeremy

Lamb (trade, Rockets).

Partenze: Royal Ivey (FA, Sixers), Nazr Mohammed (FA, Bulls),

Derek Fisher (FA), James Harden (trade, Rockets), Cole Aldrich

(trade, Rockets), Daequan Cook (trade, Rockets) e Lazar

Hayward (trade, Rockets).

Quintetto: Russell Westbrook, Kevin Martin, Kevin Durant,

Serge Ibaka, Kendrick Perkins.

Dopo un’estate tranquilla, il colpo di scena in casa Thunder

arriva a 3 giorni dall’inizio della regular season. Quando il roster

sembrava dovesse essere speculare a quello dello scorso anno,

è stato raggiunto l’accordo con Houston per una trade che ha

del clamoroso: James Harden a Houston in cambio di Jeremy

Lamb, Kevin Martin e due prime scelte del draft. Insomma, spot

guardia rivoluzionato. Scambio che potrebbe rivelarsi geniale.

Un altro innesto di valore arriva dal draft: Perry Jones III, scelto

alla 28esima, è un giocatore dal talento straordinario, ma sceso

piuttosto in basso al draft a causa dei suoi problemi fisici. Se

limitati questi ultimi, Jones III può essere devastante.

Scommessa sotto le plance con Thabeet: seconda scelta

assoluta, mai decisivo nei Grizzlies dei miracoli. Adesso sbarca

a Oklahoma City per provare il riscatto, partendo da quinto

lungo nella rotazione di coach Brooks. Sostituirà probabilmente

Mohammed, che a 35 anni suonati è tornato a giocare nella sua

città natale, con i Bulls. Anche il venerabile maestro, also known

as Derek Fisher, ha lasciato le pianure dell’Oklahoma, senza

per ora aver trovato una destinazione, nonostante le voci su un

paio di allenamenti con i suoi Lakers. Insomma, il roster è

praticamente invariato rispetto a quello che ha sfiorato l’impresa

nella scorsa stagione.

Le aspettative su Oklahoma non sono poche, è inutile

nascondersi dietro un dito. I Thunder non sono più il gruppo di

Roster: N. Collison F-C, Durant F,

Ibaka F-C, R. Jackson G, P. Jones F,

Jeremy Lamb G-F, Liggins G, K.

Martin G, Maynor G, Perkins C,

Sefolosha G, Thabeet C, Westbrook

G.

Angelo Lenoci

Page 57: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Oklahoma City Thunder

giovani ragazzi all’arrembaggio che tentano l’impresa affidandosi al

talento dei suoi magnifici tre giocatori. Sono un sistema quasi

collaudato, con giocatori complementari, che punta decisamente in

alto. Dopo la spettacolare avventura della scorsa stagione, ci si

aspetta quel salto di qualità in più che possa permettere a Durant e

compagni di conquistare l’anello. Non sono arrivati giocatori capaci di

dare quel qualcosa in più, quindi meno isolamenti, più gioco di

squadra e qualche aggiustamento difensivo devono essere i “must”

per raggiungere un livello più alto in casa Thunder. La stella del

gruppo è sicuramente Kevin Durant, ormai meritatamente titolare

dell’etichetta di super stella al livello dei Lebron e Kobe di questo

mondo. Il secondo violino, e qui casca l’asino, è Russell Westbrook.

Non si capisce, e forse mai ci riusciremo, come un playmaker che

pretende per così tanti minuti la palla in mano, possa essere adatto a

un sistema che gli mette accanto due tiratori da favola. L’anno scorso,

nel finale di stagione, il numero 0 ha leggermente migliorato la qualità

delle sue scelte e la selezione dei tiri, ma c’è ancora un bel po’di

strada da fare. E qui tocca a coach Brooks: deve convincerlo che per

portare a casa il titolo deve mettersi al servizio della squadra e non

pretendere che essa sia al suo servizio. Un po’ come successo a

Miami con Dwyane Wade, che ormai ha superato tutti i problemi di

convivenza con James. Le due guardie invece sono i nuovi arrivati:

Kevin Martin e Jeremy Lamb. L’ex Sacramento Kings è un

realizzatore di sopraffino livello, e per la prima volta in carriera avrà

un ruolo importante in una squadra che punta al titolo. I suoi canestri

saranno importanti per la corsa all’anello. Il rookie invece dovrebbe

partire dalla panca, ma non escludiamo che riesca a trovare un posto

in quintetto, visto il suo talento. Se dovesse rispettare le aspettative,

potremmo ricordare questa trade come un vero e proprio furto (nel

senso positivo del termine) di Sam Presti, visto il contemporaneo

arrivo di Martin e due scelte, che probabilmente saranno lottery pick.

Insomma, imparare dalle sconfitte e riuscire a inserire i nuovi acquisti

saranno i leitmotiv della stagione dei Thunder. E potrebbe essere

davvero l’anno giusto: la trade di Green si è rivelata azzeccata, se

anche questa dovesse esserlo, poche squadre saranno in grado di

opporsi a OKC. E a volte i sogni diventano realtà. Non sorprendetevi

se nell’ottobre 2013 gli anelli saranno consegnati ai blu-arancio che 3

o 4 stagioni fa faticavano ad arrivare alle 25 vittorie.

Pronostico: 60/65W.

Angelo Lenoci

Prima di trasferirsi ad

Oklahoma City, i Thunder

avevano il nome di

Supersonics e giocavano a

Seattle, nello stato di

Washington. I Sonics hanno

giocato anche una finale NBA

contro i Bulls di Jordan. Le

stelle di quella squadra erano

Gary Payton e Shawn Kemp.

Page 58: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Portland Trail Blazers

I Need a Doctor

Dr. Dre and Eminem ft. Skylar Grey

Detox 0.00 4.44

Ft. LaMarcus Aldridge

I Blazers negli ultimi anni non hanno

avuto particolari debolezze o problemi

di organico, ma non hanno raggiunto

obiettivi alti a causa dei continui

infortuni. Anche LaMarcus Aldridge,

l’attuale stella della squadra, si è

dovuto sedere in anticipo nel corso

della stagione 2011/2012 per

problemi fisici. I Blazers sperano di

non avere altri problemi gravi al fine

di continuare il processo di

ricostruzione.

19 di 30 Arrivi: Damian Lillard, Meyers Leonard e Will Barton (Draft); Adam

Morrison (FA), Joel Freeland (FA), Victor Claver (FA), Ronnie Price

(FA, Suns), Jared Jeffries (trade, Knicks) e Sasha Pavlovic (trade,

Celtics).

Partenze: Dan Gadzuric (FA, Sixers), Shawne Williams (FA), Jamal

Crawford (FA, Clippers), Jonny Flynn (FA, Pistons), Joel Przybilla

(FA, Bucks), Craig Smith (FA), Raymond Felton (trade, Knicks), Jon

Diebler (trade, Rockets) e Kurt Thomas (trade, Knicks).

Quintetto: Damian Lillard, Wesley Matthews, Nicolas Batum,

LaMarcus Aldridge, Meyers Leonard.

L’ultima stagione in casa Blazers può essere etichettata come

“dispari”, di quelle da cancellare dal calendario, nella quale si spera

solo che tutto finisca al più presto per poter riordinare le idee e

ricostruire con calma in vista della nuova annata. La base da cui

ricominciare è senza dubbio LaMarcus Aldridge, che nonostante le

partenze di Wallace e Camby(e il ritiro di Brandon Roy) ha deciso di

rimanere in Oregon, convinto da quello che sembra un progetto

giovane e di belle speranze. Assieme a lui, i tifosi si aspettano molto

da Nicolas Batum, che ha rinnovato il contratto dopo che i Blazers

hanno dovuto la non proprio bassa offerta proveniente dai Minnesota

Timberwolves e da Wesley Matthews, destinato alla definitiva

esplosione. L’arrivo di Neil Olshey (Il GM che regalò ai Clippers Chris

Paul, Chauncey Billups e altri) ha portata una ventata di entusiasmo,

dovuta all’ingaggio di una sesta scelta assoluta come Damian Lillard

(sperando che non si ripeta il dramma Oden), insieme all’acquisizione

dei due eroi greci dell’ultima Eurolega Papanikolaou e Printezis, che

però, per ora, rimarranno ancora all’Olympiakos. Se il mercato in

entrata risulta un buon punto d’appoggio per l’avvio della regular

season (importante anche il rinnovo di Hickson), quello in uscita può

essere in grosso punto interrogativo: oltre a Felton e Kurt Thomas,

diretti verso i Knicks, i rossoneri hanno ceduto Jamal Crawford ai

Clippers e Jonny Flynn ai Pistons, mancando così di quell’esperienza

necessaria per poter fare strada nelle 82 partite di stagione regolare.

Il progetto è buono, ma probabilmente non destinato a dare frutti nel

breve periodo.

Pronostico: 30/35W.

Roster: Aldridge F, Babbitt F, Barton

G, Batum F-G, Claver F, Freeland F,

Hickson F, Jeffries F, M. Leonard C,

Lillard G, Matthews G, Pavlovic G-F,

R. Price G, C. Smith F, N. Smith G, E.

Williams G.

Davide Quaranta

Page 59: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Utah Jazz

A Day in the Life

The Beatles Sgt. Pepper’s Lonely

Hearts Club Band 0.00 5.23

Ft. Al Jefferson

Ci sono squadre fenomenali e

squadre incredibilmente scarse. Poi ci

sono quelle di mezzo, ordinarie, che

si apprestano a vivere stagioni non

indimenticabili, ma nemmeno da

buttare. I Jazz appartengono a questa

categoria. Al Jefferson è un centro

solido che, con Paul Millsap, forma un

reparto lunghi invidiabile, ma il

contesto è di livello medio. Nemmeno

i punti di Mo Williams e Randy Foye

dovrebbero riuscire a garantire ai

Jazz una stagione di successo.

20 di 30 Arrivi: Kevin Murphy (Draft), Brian Butch (FA), Randy Foye (FA,

Clippers), Trey Gilder (FA), Darnell Jackson (FA), Chris Quinn

(FA), Marvin Williams (trade, Hawks) e Mo Williams (trade,

Clippers).

Partenze: C.J. Miles (FA, Cavaliers), Blake Ahearn (FA, Pacers)

e Devin Harris (trade, Hawks).

Quintetto: Mo Williams, Randy Foye, Gordon Hayward, Paul

Millsap, Al Jefferson.

Stagione di transizione per gli Utah Jazz, bloccati nel limbo tra

la mediocrità assoluta che significa possibilità di ricostruzione al

draft ed eccellenza, che significa possibilità di lottare per il titolo.

Proprio nel mezzo stanno i Jazz, che hanno trascorso un'estate

anonima seppur cambiando qualcosina a livello di roster. Mo

Williams, Marvin Williams e Randy Foye saranno sicuramente

giocatori importanti all'interno delle rotazioni, che saranno però

prive di Devin Harris, sbarcato ad Atlanta. Sotto le plance Utah

non ha nulla da invidiare a nessuno, con il frontcourt composto

da Paul Millsap e Al Jefferson. Dalla panchina faranno la loro

comparsa i giovani Enes Kanter e Derrick Favors, che

sicuramente saranno in grado di offrire un contributo più

sostanzioso rispetto alla stagione passata. Il problema dei Jazz

risiede però tra gli esterni, che hanno poca pericolosità

offensiva: Mo Williams, Foye e Hayward possono sì aprire la

difesa, ma non essere delle presenze realizzative importanti per

lunghi periodi di tempo. Dall'anno scorso non cambierà poi

molto nel rendimento di Utah: vincere a Salt Lake City non è e

non sarà mai facile, ma alla squadra che fu di Stockton e

Malone non basterà per essere una contender. Un primo turno

di playoff sarebbe già un successo.

Pronostico: 40/45W.

Roster: R. Bell G, Burks G, D. Carroll

F, J. Evans F, Favors F-C, Foye G,

Hayward F, A. Jefferson C, Kanter C,

Millsap F, K. Murphy G, Tinsley G, E.

Watson G, Mo Williams G, Ma.

Williams F.

Marco Conti

Page 60: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Pacific Division

P. 61

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P. 65

P. 66

Golden State Warriors California Love – Tupac ft. Dr. Dre

Los Angeles Clippers To Live and Die in L.A. – Tupac ft.

Val Young

Los Angeles Lakers All Eyez on Me – Tupac ft. Big Syke

Phoenix Suns You Are My Sunshine – Johnny

Cash

Sacramento Kings Young, Wild and Free – Wiz Khalifa

& Snoop Dogg ft. Bruno Mars

Classifica scorsa stagione: Los Angeles Lakers 41-25

Los Angeles Clippers 40-26

Phoenix Suns 33-33

Golden State Warriors 23-43

Sacramento Kings 22-44

Page 61: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Golden State Warriors

California Love

Tupac ft. Dr. Dre All Eyez on Me

0.00 6.25

Ft. Stephen Curry

Roster giovane ed altamente futuribile

per i Golden State Warriors, che si

presentano alle porte della stagione

2012/2013 con un quintetto di enorme

talento e diversi elementi della

squadra che possono stupire la lega.

Al fianco di Steph Curry troviamo Klay

Thompson, sophomore che ha fatto

faville nell’anno da rookie, Harrison

Barnes, ala talentuosissima in uscita

da North Carolina, e il solidissimo

David Lee, protagonista degli

Warriors nelle ultime stagioni.

21 di 30 Arrivi: Harrison Barnes, Festus Ezeli, Draymond Green e

Ognjen Kuzmic (Draft); Kent Bazemore (FA), Carl Landry (FA,

Hornets) e Jarrett Jack (trade, Hornets).

Partenze: Earl Barron (FA, Wizards), Nate Robinson (FA,

Bulls), Dominic McGuire (FA, Raptors), Kwame Brown (FA,

Sixers) e Dorell Wright (trade, Sixers).

Quintetto: Stephen Curry, Klay Thompson, Harrison Barnes,

David Lee, Andrew Bogut.

I Warriors si presentano alla nuova stagione cambiati

profondamente, sulla carta il quintetto potrebbe essere lo stesso

dell’anno scorso: Bogut, Lee, Rush, Thompson, Curry; ma gli

arrivi di due sesti uomini come Carl Landry e Jarrett Jack e del

rookie Harrison Barnes fanno salire di parecchio le quotazioni

della franchigia di Oakland. Green, Bazemore e Ezeli sono

elementi molto interessanti e il loro impatto con l’NBA farà da

bilanciere per la stagione dei Warriors.

Pronostico: 35/40W.

Roster: H. Barnes F, Bazemore G,

Biedrins C, Bogut C, S. Curry G, Ezeli

C, D. Green F, Jack G, R. Jefferson

F, C. Jenkins G, Landry F, D. Lee F-

C, Rush F-G, K. Thompson G, Tyler

F-C.

Fabio Trinchero

Page 62: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Los Angeles Clippers

To Live and Die in L.A.

Tupac ft. Val Young The Don Killuminati: The 7

Day Theory 0.00 4.34

Ft. Chris Paul

«To live and die in LA it’s the place to

be…». Mai come quest’anno la città

degli Angeli è il centro del mondo

cestistico. E CP3, dopo dei Playoffs di

livello eccelso e una medaglia d’oro

olimpica che proprio schifo non fa, è

pronto a caricarsi sulle spalle i suoi.

Ha voluto LA, e con la complicità di

Stern è finito nella metà “sbagliata”.

Può renderla quella giusta, può

vincere o perdere, vivere o morire: in

ogni caso «It’s the place to be!».

22 di 30 Arrivi: Matt Barnes (FA, Lakers), Jamal Crawford (FA, Blazers),

Grant Hill (FA, Suns), Ryan Hollins (FA, Celtics), Ronny Turiaf

(FA, Heat), Willie Green (trade, Hawks) e Lamar Odom (trade,

Mavericks).

Partenze: Ryan Gomes (FA), Randy Foye (FA, Jazz), Nick

Young (FA, Sixers), Reggie Evans (trade, Nets) e Mo Williams

(trade, Jazz).

Quintetto: Chris Paul, Chauncey Billups, Caron Butler, Blake

Griffin, DeAndre Jordan.

Facciamo per un attimo finta che questo sia un mondo perfetto.

Donald Sterling – proprietario leggenda dei Clips – osserva da

uno skybox dello Staples la presentazione della versione più

forte di sempre della sua squadra. Si dispiace un po’ per il suo

portafogli, ma vedere tutti insieme due pluricampioni NBA

(Odom e Billups), un futuro Hall of Famer che a 40 anni gioca

come un ventenne (Hill), un potenziale (ed ex) Sixth Man of the

Year (Crawford), una solidissima guardia titolare (Green) e altri

tre giocatori dalla panca che sarebbero in quintetto in almeno

15 squadre NBA (Turiaf – Barnes – Hollins) è una bella

soddisfazione. Senza contare che sono rimasti uno dei centri

più atletici della Lega (De Andre Jordan), l’ala piccola più

sottovalutata, e produttiva, d’America (Butler). Ah sì, poi ci

sarebbero quei due: Blakezilla e CP3, ovvero – rispettivamente -

il giocatore più elettrizzante e il playmaker più devastante del

modo conosciuto.

Sempre se fossimo in un mondo ideale, Vinny del Negro – una

stagione 2011-2012 vissuta pericolosamente a causa di un

rapporto vittorie/aspettative pendente sul denominatore e

terminata male in semifinale di Conference contro i più esperti

Spurs – arringherebbe i suoi più o meno così: «Ok ragazzi,

l’anno scorso è andata bene, ma non benissimo. Quest’anno

però abbiamo un roster con i controc… Lo so che molto

dipenderà dalla tenuta fisica dei nonni (senza offesa a Grant e a

Roster: M. Barnes F, Billups G,

Blakely F, Bledsoe G, C. Butler F, Ja.

Crawford G, W. Green G, Griffin F, G.

Hill F, Hollins C, Jordan C, Leslie G,

Odom F, Paul G, Plaisted F,

Thompkins F, Thorns G, Turiaf C.

Mattia Kolletzek

Page 63: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Los Angeles Clippers

Big Shot) e dalla capacità di rimanere concentrati in difesa.

Concentrati Lamar, non come l’anno scorso, ok? No non mi

interessa uscire con un Kardashian. Comunque, abbiamo

esperienza e talento come mai nella nostra storia. Se giochiamo

altruisti non ci ferma nessuno, tanto meno quelli là…dai avete

capito chi parlo, quelli che stanno antipatici a Matt».

Già, ma non siamo in un mondo ideale, sfiga. I Clippers

2012/2013 cono pazzeschi, per profondità, esperienza e talento.

Ma proprio quest’anno “quelli là” (i giallo viola per chi non

l’avesse capito) hanno allestito un all-star team. I

biancorossoblu potrebbero seriamente essere i primi ad Ovest.

Rischiano di non essere i primi a Los Angeles. That’s why I love

L.A. (Clippers).

Pronostico: 50+W.

Mattia Kolletzek

Il miglior marcatore della

storia dei Clippers è Randy

Smith, guardia/ala che ha

giocato con la maglia di

questa squadra (con le

denominazioni di Buffalo

Braves e San Diego Clippers)

prima dal 1971 al 1979 e poi

anche nella stagione

1982/1983. Alle sue spalle

Bob McAdoo e poi un

giocatore ancora in attività, il

lungo Elton Brand.

Page 64: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Los Angeles Lakers

All Eyez on Me

Tupac ft. Big Syke All Eyez on Me

0.00 5.08

Ft. Kobe Bryant

Quest’anno non ci sono più scuse: il

roster allestito dalla dirigenza dei

Lakers è stellare e deve per forza

ambire a vincere il titolo NBA. Più che

su Kobe Bryant, la cui mano in

carriera non ha mai tremato, gli occhi

di tutti sono sul centro Dwight

Howard, che ha scelto di

abbandonare i suoi Magic per provare

a vincere con Nash, Kobe, Metta e

Gasol.

23 di 30 Arrivi: Darius Johnson-Odom e Robert Sacre (Draft), Antawn

Jamison (FA, Cavs), Jodie Meeks (FA, Sixers), Earl Clark (trade,

Magic), Chris Duhon (trade, Magic), Dwight Howard (trade, Magic)

e Steve Nash (trade, Suns).

Partenze: Ramon Sessions (FA, Bobcats), Andrew Bynum (trade,

Sixers), Christian Eyenga (trade, Magic) e Josh McRoberts (trade,

Magic).

Quintetto: Steve Nash, Kobe Bryant, Metta World Peace, Pau

Gasol, Dwight Howard.

I Red Hot Chili Peppers il cui bassista, ‘Flea’, è un grandissimo fan

dei Lakers, cantavano in un loro celebre pezzo “Dreaming

Californication”. Ecco, l’idea che quest’anno nella città degli angeli

si seguirà un sogno c’è, eccome. Los Angeles sponda Lakers ha le

ali dell’entusiasmo spiegate dopo un’estate di mercato clamorosa

che ha permesso la creazione di un quintetto-base di abnorme

qualità cestistica. Certo, la Pre Season della squadra allenata da

Mike Brown non ha propriamente seguito i buoni auspici che ci

sono, invece, per la stagione. E certo, la chimica tra Nash, Bryant,

Gasol e Howard è un problema, così come difficile sarà inserire

giocatori di questo spessore individuale in un sistema come può

essere quello della Princeton Offense. Lo staff tecnico ha parlato

più volte di questo aspetto, ma tanti sono ancora i punti di

domanda, relativi anche alla rotazione adeguata che il roster potrà

avere. Meeks o Ebanks come vice-Kobe? Jamison da schierare

come ala grande o meglio ala piccola per lasciare il giusto spazio a

Jordan Hill (anch’egli colpito dall’ernia al disco, tra l’altro)? Questi e

tanti altri sono i punti interrogativi. Cosa accadrà lo vedremo nei

prossimi mesi. Sicuramente ad oggi i Los Angeles Lakers sono più

una squadra da Regular Season che da Playoffs. E questo,

aggiunto al fatto che i principali rivali sulla carta ad Ovest

(Thunder) e ad Est (Heat) hanno già una chimica e un gruppo

collaudato potrà fare decisamente la differenza. Mike Brown ha del

lavoro da fare: riuscirà a mostrarsi all’altezza di questo compito

con il roster di grandissimo livello che ha a disposizione?

Pronostico: 58-60W.

Roster: Blake G, Bryant G, Clark F,

Duhon G, Ebanks F, P. Gasol F-C, J.

Hill C, Howard C, Jamison F,

Johnson-Odom G, Meeks G, D.

Morris G, Nash G, Sacre C, World

Peace F.

Davide Mamone

Page 65: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Phoenix Suns

You Are My Sunshine

Johnny Cash Unearthed

0.00 2.35

Ft. Marcin Gortat

«But now you left me to love another,

you have shattered all of my

dreams». I Suns sono ovviamente

distrutti dalla partenza del playmaker

Steve Nash, ma nel roster c’è un

elemento che potrebbe essere più

disperato degli altri. Con i passaggi

illuminanti del playmaker canadese, il

centro polacco Marcin Gortat si è

affermato come uno dei migliori dieci

centri della lega nella stagione

passata. Riuscirà a ripetersi senza

Nash?

24 di 30 Arrivi: Kendall Marshall (Draft), Michael Beasley (FA,

T’Wolves), Goran Dragic (FA, Rockets), Solomon Jones (FA),

Jermaine O’Neal (FA), P.J. Tucker (FA), Luis Scola (FA,

Rockets) e Wesley Johnson (trade, T’Wolves).

Partenze: Josh Childress (FA), Grant Hill (FA, Clippers), Ronnie

Price (FA, Blazers), Steve Nash (trade, Lakers), Robin Lopez

(trade, Hornets) e Hakim Warrick (trade, Hornets).

Quintetto: Goran Dragic, Shannon Brown, Jared Dudley, Luis

Scola, Marcin Gortat.

La partenza di Steve Nash e la probabile assenza a lungo

termine di Channing Frye per problemi al cuore, cambiano

radicalmente l’aspetto dei Phoenix Suns rispetto alla passata

stagione. Ma nonostante tutto la franchigia dell’Arizona si è

rinforzata sotto canestro grazie alla firma dell’argentino Luis

Scola, che va a comporre con Marcin Gortat una frontline di

tutto rispetto. Nello slot di ala piccola Micheal Beasley e il più

che collaudato Jared Dudley si contenderanno i minuti sul

parquet; tra le guardie si segnala l’apprezzato ritorno da

Houston del figliol prodigo cresciuto sotto l’ala del maestro

Steve Nash, Goran Dragic. Mentre il draft ha portato il miglior

assistman delle passata stagione NCAA, Kendall Marshall. Loro

due paiono in poleposition per i posti in quintetto da esterno, ma

scalpiteranno in panchina in attesa di minuti in campo Shannon

Brown e il playmaker Sebastian Telfair, ex Timberwolves.

Pronostico: 30/35W.

Roster: Beasley F, S. Brown G,

Dragic G, Dudley F, Frye F-C, Garrett

G, Gortat C, W. Johnson F, Marshall

G, M. Morris F, O’Neal C, Scola F,

Telfair G, Tucker F, L. Zeller F-C.

Fabio Trinchero

Page 66: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Sacramento Kings

Young, Wild and Free

Wiz Khalifa & Snoop Dogg ft. Bruno Mars

Mac & Devin Go to High School

0.00 2.35

Ft. DeMarcus Cousins

Uno dei lunghi più efficaci della

scorsa stagione, nonostante

l’elevatissimo numero di tiri, è stato

DeMarcus Cousins, che si è

ufficialmente candidato per il titolo di

stella dei Sacramento Kings. I Kings

sono «giovani, selvaggi e liberi», sono

una squadra composta da talenti

fenomenali che però, troppo spesso,

sembrano lavorare poco con la testa

in campo. Se dovessero esserci

miglioramenti nei giocatori chiave, i

Kings potrebbero diventare nel corso

delle prossime stagioni una squadra

devastante.

25 di 30 Arrivi: Thomas Robinson (Draft); Aaron Brooks (FA).

Partenze: Terrence Williams (FA, Raptors) e Hassan Whiteside

(FA).

Quintetto: Tyreke Evans, Marcus Thornton, Francisco Garcia,

Thomas Robinson, DeMarcus Cousins.

Al termine di quella ricostruzione che durò poco più di un lustro

e che avrebbe dovuto riportare fiducia nell'ambiente Kings, a

Sacramento non sembra essere cambiato molto. E dire che di

talento ce n'è: Tyreke Evans e DeMarcus Cousins sono due dei

giovani più promettenti della NBA, ma i Kings proprio non

riescono ad essere competitivi. Nonostante i grandi

miglioramenti di Cousins dopo il licenziamento dell'ex coach

Paul Westphal, il record non aveva però beneficiato dei passi

avanti del lungo dell'Alabama. Certamente la dirigenza ripone

molte speranze in Thomas Robinson, 5° scelta - a sorpresa,

perché si pensava finisse più in alto - del draft: il prodotto di

Kansas assicurerà sicuramente punti e rimbalzi alla causa e

insieme a Cousins potrebbe rappresentare un temibile

pacchetto lunghi. Tra gli esterni, Thornton ed Evans

contribuiranno moltissimo a livello realizzativo, mentre Fredette

deve ancora dimostrare molto al mondo NBA dopo la

difficilissima stagione iniziale. Brooks è un buon innesto, ma la

sensazione è che nel roster ci sia più individualismo che talento:

per questo Sacramento migliorerà sì lievemente i risultati della

stagione passata, ma navigherà a debita distanza dall'ottavo

posto utile per l'accesso ai Playoffs, seppur ai Kings il talento

non manchi di certo. Possibile squadra del futuro.

Pronostico: 30/35W. Roster: Brooks G, Cousins C, T.

Evans G, Fredette G, Garcia F-G,

Hayes F-C, Honeycutt F, J. Johnson

F, Outlaw F, T. Robinson F, Salmons

F-G, I. Thomas G, J. Thompson F, M.

Thornton G.

Marco Conti

Page 67: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Southwest Division

P. 68

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P. 71

P. 73

P. 74

Dallas Mavericks Everybody’s Changing – Keane

Houston Rockets Hi, I’m James – Dirty Dike

Memphis Grizzlies Mind Your Manners – Chiddy

Bang ft. Icona Pop

New Orleans Hornets Get Ready for This – 2 Unlimited

San Antonio Spurs Young Forever – Jay-Z ft. Mr.

Hudson

Classifica scorsa stagione: San Antonio Spurs 50-16

Memphis Grizzlies 41-25

Dallas Mavericks 36-30

Houston Rockets 34-32

New Orleans Hornets 21-45

Page 68: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Dallas Mavericks

Everybody’s Changing

Keane Hopes and Fears

0.00 3.36

Ft. Dirk Nowitzki

Sembra passata una vita da quando i

Mavericks erano una squadra in

grado di vincere il titolo NBA, ma in

realtà è passato poco più di un anno

solare. Le partenze di giocatori come

Kidd, Barea e Chandler hanno

cambiato completamente il volto della

squadra campione NBA 2011. Dirk

Nowitzki adesso si trova ad essere la

stella di una squadra che deve lottare

per guadagnarsi un posto tra le prime

otto, che non più così scontato come

lo era negli anni passati.

26 di 30 Arrivi: Jared Cunningham, Bernard James e Jae Crowder (Draft);

Chris Kaman (FA, Hornets), O.J. Mayo (FA, Grizzlies), Elton Brand

(FA, Sixers), Darren Collison (trade, Pacers) e Dahntay Jones

(trade, Pacers).

Partenze: Jason Kidd (FA, Knicks), Jason Terry (FA, Celtics), Yi

Jianlian (FA), Brendan Haywood (FA, Bobcats), Ian Mahinmi

(trade, Pacers), Lamar Odom (trade, Clippers) e Kelenna Azubuike

(trade, Cavaliers).

Quintetto: Darren Collison, O.J. Mayo, Shawn Marion, Dirk

Nowitzki, Chris Kaman.

I Dallas Mavericks hanno provato, in estate, a ricostruire un

roster che ormai sembrava obsoleto intorno alla stessa stella,

Dirk Nowitzki. Il fallimento del mercato estivo di Dallas è

evidente, visto che Deron Williams, obiettivo di punta della

franchigia texana, ha risposto picche all'offerta dei Mavericks

per accasarsi a Brooklyn. Ciononostante, Mark Cuban e Donnie

Nelson non si sono lasciati prendere la mano e sono riusciti a

fare dei buoni colpi pur mantenendo libero il salary cap per la

prossima estate. I cambiamenti nel roster di Dallas sono stati

profondi e per questo i Mavericks potrebbero non iniziare

benissimo la stagione alla ricerca dei giusti equilibri. A

peggiorare la situazione è il ginocchio di Nowitzki, che non ha

risposto bene all'inizio di stagione e sta dando noie al tedesco,

tanto che un'operazione potrebbe essere necessaria. La

squadra appare migliorata rispetto all'anno scorso, ma la

situazione fisica di molti dei protagonisti è un'incognita: a partire

dallo stesso Nowitzki passando per gli "injury-proned" Beaubois

e Kaman fino ad arrivare ai probabili futuri acciacchi dei

"vecchietti" Carter e Marion. Di talento ce n'è da vendere e

rispetto all'anno scorso i Mavericks hanno un pacchetto lunghi di

ottimo livello, con gli innesti di Kaman e Brand; la tenuta fisica è

però tutta da verificare e per questo pronosticare più di una

stagione da 6°-7° posto nella terribile Western appare difficile.

Pronostico: 45/50W.

Roster: Beaubois G, Brand F, Carter

G-F, Collison G, Crowder F,

Cunningham G, Curry C, Douglas-

Roberts F, Ely C-F, B. James C, Da.

Jones G-F, Do. Jones G, Kaman C,

Marion F, Mayo G, Nowitzki F, De.

West G, B. Wright F.

Marco Conti

Page 69: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Houston Rockets

Hi, I’m James

Dirty Dike Hi, I’m James

0.00 2.23

Ft. James Harden

«Ciao a tutti, io sono James». Non ha

in realtà bisogno di presentazioni

James Harden, nuovo arrivato in casa

Rockets. Fenomeno mediatico (e non

solo) della scorsa stagione a causa

della sua barba, Harden affianca

adesso un altro giocatore

celebratissimo dai media di tutto il

mondo, Jeremy Lin. Sarà una coppia

esplosiva in positivo o in negativo?

27 di 30 Arrivi: Jeremy Lamb, Terrence Jones e Royce White (Draft);

Donatas Motiejunas (FA), Omer Asik (FA, Bulls), Jeremy Lin

(FA, Knicks), Carlos Delfino (FA, Bucks), Scott Machado (FA),

James Harden (trade, Thunder), Cole Aldrich (trade, Thunder),

Lazar Hayward (trade, Thunder), Daequan Cook (trade,

Thunder), Jon Brockman (trade, Bucks), Toney Douglas (trade,

Knicks), Gary Forbes (trade, Raptors), JaJuan Johnson (trade,

Celtics) e Shaun Livingston (trade, Bucks).

Partenze: Goran Dragic (FA, Suns), Josh Harrellson (FA, Heat),

Jerome Jordan (FA, Grizzlies), Jon Leuer (FA, Cavs), E’Twaun

Moore (FA, Magic), Luis Scola (FA, Suns), Sean Williams (FA),

Kevin Martin (trade, Thunder), Jeremy Lamb (trade, Thunder),

Chase Budinger (trade, T’Wolves), Samuel Dalembert (trade,

Bucks), Courtney Lee (trade, Celtics) e Kyle Lowry (trade,

Raptors).

Quintetto: Jeremy Lin, James Harden, Chandler Parsons,

Terrence Jones, Omer Asik.

Per commentare l’offseason dei Rockets con una canzone si

sarebbe anche potuto usare Revolution dei Beatles

considerando gli infiniti cambiamenti attuati in estate: via i primi

sei realizzatori, via i primi tre rimbalzisti così come anche i primi

tre assistman. L’obbiettivo era quello di svecchiare la squadra e

la missione dovrebbe essere compiuta dato che i principali

indiziati a prendere il posto dei precedenti leader dovevano

essere cinque rookies scelti meticolosamente, tra loro infatti

oltre a due all-arounder come Royce White e Terrence Jones,

due lunghi rimbalzisti con esperienza europea come Furkan

Aldemir (rimasto a crescere in Europa) e Donatas Motiejunas,

potevamo trovare la prima scelta del grande lotto di rookie e

cioè Jeremy Lamb, il leader del futuro. Nonostante sia stato

scelto pochi mesi fa siamo già costretti a parlare di lui al passato

quando lo correliamo ai Rockets, solo il 28 ottobre infatti, a

pochi giorni dall’inizio della stagione, si è potuto compiere il

grande progetto del GM Daryl Morey il quale ha deciso di

Roster: Aldrich C, Asik C, Brockman

F, D. Cook G, Delfino G-F, T.

Douglas G, Forbes G-F, Harden G, L.

Hayward F, J. Johnson F, T. Jones F,

Lin G, Livingston G, Machado G, M.

Morris F, Motiejunas F-C, Parsons F,

Patterson F-C, G. Smith C-F, R.

White F.

Claudio Pavesi

Page 70: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Houston Rockets

disfarsi di Lamb (oltre che di Kevin Martin e un paio di prime

scelte future) per acquistare il neo campione olimpico James

Harden dai Thunder, giocatore che ora dovrà prendersi sulle

spalle una delle franchigie più giovani e inesperte della NBA.

A supportare “il barba” ci sarà Donatas Motiejunas, il rookie più

atteso del gruppo. Dopo essere stato scelto al Draft 2011 infatti

è rimasto un ulteriore anno in Europa a maturare e, ritenendolo

ormai pronto, i Rockets non si sono preoccupati a disfarsi di

Scola, Dalembert e Camby, convinti di aver trovato il lungo del

futuro.

Ovviamente non sono mancati gli investimenti sul mercato Free

Agent, in regia e sotto il tabellone sono arrivati due giocatori dal

contratto molto importante: Jeremy Lin e Omer Asik. Entrambi

però sono scelte rischiose, l’ex Harvard infatti ha brillato solo

per 26 partite e ha avuto molti problemi col numero di palle

perse e col suo ginocchio, il turco invece viene dal suo secondo

anno in NBA, il migliore dal punto di vista statistico ma non certo

strabiliante, per lui 3.1 punti di media, 5.3 rimbalzi e 1 stoppata

in quasi 15 minuti a gara, cifre che al momento non giustificano i

25 milioni in 3 anni strappati in estate.

Il progetto è totalmente sperimentale ma il talento non manca e

l’energia tipica di questi giovani ragazzi (l’unico a raggiungere i

30 anni in tutto il roster è Carlos Delfino) potrebbe giocare

qualche brutto scherzo alle corazzate della lega. Ora tocca a

coach Kevin McHale dare vita al progetto, aiutato dal nuovo

leader della franchigia. Chi? Ovvio, come cantano i Dirty DIke:

“Ciao, mi chiamo James”.

Pronostico: 40W.

Claudio Pavesi

Tutti sanno che l’era d’oro dei

Rockets va collegata ad

Olajuwon grazie a cui vinsero

gli unici due anelli della loro

storia. Pochi invece sanno che

l’ex stella numero 34, essendo

musulmano e quindi

impossibilitato a vestire

oggetti d’oro, dovette mettere

all’asta l’anello del titolo del

’94. In occasione di quello del

’95 i Rockets ne fecero una

versione in platino solo per lui.

Page 71: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Memphis Grizzlies

Mind Your Manners

Chiddy Bang ft. Icona Pop Breakfast

0.00 3.17

Ft. Zach Randolph

«Take a second look and you’ll see

there is no one like me». No, al

mondo non esiste veramente

nessuno come Zach Randolph. Nei

Playoffs 2011, da trascinatore

assoluto e con Rudy Gay ai box,

Randolph eliminava gli Spurs e

portava i Grizzlies a gara 7 contro i

Thunder. Nei Playoffs 2012, invece, i

problemi fisici che lo hanno tenuto a

lungo lontano dal campo non gli

hanno permesso di essere incisivo e i

Grizzlies sono andati a casa al primo

turno contro i Clippers. Quale

Randolph vedremo quest’anno?

28 di 30 Arrivi: Tony Wroten (Draft); Wayne Ellington (FA, T’Wolves) e

Jerryd Bayless (trade, Raptors).

Partenze: O.J. Mayo (FA, Mavericks), Dante Cunningham

(trade, T’Wolves) e Jeremy Pargo (trade, Cavaliers).

Quintetto: Mike Conley, Tony Allen, Rudy Gay, Zach Randolph,

Marc Gasol.

Nella scorsa stagione i Grizzlies sono stati accreditati come

possibile sorpresa dei playoffs, ma, a differenza del 2011,

quando eliminarono gli Spurs e persero solo a gara 7 con i

Thunder, stavolta non sono riusciti ad andare oltre il primo turno

a causa della sconfitta per 4-3 con i Clippers. Nonostante la

squadra non abbia brillato nella post-season, il gm Chris

Wallace quest’estate non ha fatto grandi cambiamenti, in quanto

fermamente convinto della forza del suo roster. O.J. Mayo ha

lasciato Memphis ed è stato rimpiazzato da Tony Wroten, classe

1993, scelta n.25 dell’ultimo Draft, che nell’ultima stagione in

NCAA ha fatto registrare numeri di tutto rispetto (16,7 punti, 5,0

rimbalzi e 3,6 assisti di media a partita). Non fa più parte del

team Gilbert Arenas, mentre sono stati firmati Jerryd Bayless e

Wayne Ellington e ritornerà a disposizione Darrell Arthur. Se la

stagione dei Grizzlies sarà migliore o peggiore delle ultime due,

dipenderà principalmente da Zach Randolph: dopo aver

spiegato pallacanestro a mezza NBA nel 2011, lo scorso anno

ha dovuto affrontare un brutto infortunio e nei playoffs è stato

solo la brutta copia del giocatore che siamo abituati ad elogiare.

Da allora, però, è passata un’intera estate e la speranza dei

Grizzlies è che Z-Bo torni a giocare al 100% delle sue

possibilità. La forza dei Memphis è che hanno una filosofia di

gioco che al giorno d’oggi è molto rara nella NBA, se non

addirittura unica. Gli uomini di coach Hollins giocano con grande

aggressività su entrambi i lati del campo, ma soprattutto in

difesa, come testimoniato dal fatto che sono in testa alla

graduatoria di palle recuperate. Inoltre, i Grizzlies possono

contare su Tony Allen, che è uno dei migliori difensori perimetrali

Roster: T. Allen G-F, Arthur F,

Bayless G, Conley G, Ellington G, M.

Gasol C, Gay F, Haddadi C,

Pondexter G-F, Z. Randolph F, Selby

G, Speights F-C, Wroten G.

Gabriele Galluccio

Page 72: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

Memphis Grizzlies

3 di 30 dell’intera NBA ed è uno dei leader del gruppo, assieme a Mike

Conley. Diversi addetti ai lavori pensavano che quest’ultimo non

meritasse un contratto importante, ma in questo momento il

gioco offensivo della squadra si identifica nel play di

Indianapolis, che nelle ultime stagioni è migliorato molto anche

in difesa. Per fare il salto al prossimo livello, deve capire che i

compagni hanno più bisogno dei suoi assist che dei suoi punti,

visto che c’è gente come Rudy Gay e Marc Gasol che deve

essere innescata bene per rendere al meglio. Supponendo che

Randolph tornerà ad essere almeno il giocatore simile a quello

della stagione 2010-11, i Grizzlies saranno sicuramente una

squadra che nessuno vorrà affrontare ai playoffs. A volte soffre

di lunghe amnesie offensive, ma Memphis è in grado di battere

tutti ed ha voglia di andare oltre le semifinali di Conference.

Thunder, Lakers e Spurs sono avvisati.

Pronostico: 50 W.

Gabriele Galluccio

Due fratelli in graduatoria:

Pau Gasol è il miglior

marcatore della storia dei

Grizzlies, nonché miglior

rimbalzista (offensivo e

difensivo), miglior stoppatore

e primo per minuti giocati,

partite disputate, tiri segnati e

tiri liberi a segno. Il fratellino

Marc è invece nono per punti

e quinto per rimbalzi.

Page 73: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

New Orleans Hornets

Get Ready for This

2 Unlimited Get Ready!

0.00 3.43

Ft. Anthony Davis

State pronti, Anthony Davis è arrivato.

Non ha ancora giocato una partita in

NBA, ma ha già vinto l’oro olimpico

con la nazionale statunitense a

Londra. Dopo aver vinto il titolo NCAA

con Kentucky nel suo anno da

freshman, Davis è stato prima scelta

al Draft e si presenta come uno dei

migliori giocatori usciti dal college

negli ultimi anni. Gli Hornets sono

sicuri di aver fatto un colpo in grado di

risollevarli.

29 di 30 Arrivi: Anthony Davis, Austin Rivers e Darius Miller (Draft); Roger

Mason (FA), Brian Roberts (FA), Ryan Anderson (trade, Magic), Robin

Lopez (trade, Suns) e Hakim Warrick (trade, Suns).

Partenze: Trevor Ariza (trade, Wizards), Marco Belinelli (FA, Bulls), Carl

Landry (FA, Warriors), Chris Kaman (FA, Mavs), Rashard Lewis (FA,

Heat), Gustavo Ayon (trade, Magic), Brad Miller (trade, Suns), Jerome

Dyson (trade, Suns), Jarret Jack (trade, Warriors), Emeka Okafor (trade,

Wizards) e Daryl Watkins (trade, Sixers).

Quintetto: Greivis Vasquez, Eric Gordon, Al-Farouq Aminu, Ryan

Anderson, Anthony Davis.

In una sola estate gli Hornets sono passati dall’essere la seconda

peggior squadra della NBA (al primo posto, ovviamente, ci sono i poveri

Bobcats di MJ) ad una possibile sorpresa. Quest’anno si riparte dalla

guida di Monty Williams, che dovrà cercare di tirar fuori il meglio

soprattutto dai due rookie: stiamo parlando di Anthony Davis, prima

scelta dell’ultimo Draft, e di Austin Rivers. Il primo, a soli 19 anni, vanta

già un curriculum che farebbe invidia a tanti ‘colleghi’ della NBA: ha vinto

il campionato NCAA, il premio di MVP delle Final Four e la medaglia

d’oro con la nazionale USA. Squadra migliore in cui mettersi alla prova al

‘piano superiore’ difficilmente poteva capitargli: a New Orleans, infatti,

ricoprirà fin da subito un ruolo da protagonista e gli sarà concesso tutto il

tempo per sbagliare ed imparare. Il figlio di Doc, invece, è una grande

scommessa degli Hornets: il suo talento offensivo è indiscutibile, è uno di

quei pochi giocatori in grado di creare un canestro dal nulla, ma è una

guardia e in quel ruolo gli Hornets sono coperti benissimo, grazie alla ri-

firma di un certo Eric Gordon. Sembra che coach Williams voglia dare

spazio a Rivers principalmente come point guard, nonostante non sia

proprio un eccelso marcatore. un punto di forza della nuova New Orleans

potrebbe essere la difesa: sulla carta, infatti, il roster presenta elementi

come Robin Lopez, Al Farouq Aminu, Xavier Henry e lo stesso Gordon

che possono dare buon contributo difensivo. Non va dimenticata

un’aggiunta che forse non ha avuto la sua meritata rilevanza: si tratta di

Ryan Anderson, vincitore nel 2011 del premio Most Improved Player. Il

24enne sarà sicuramente un’arma importante per gli Hornets, che potrà

mitragliare da oltre l’arco sugli eventuali scarichi dal post basso di Davis.

Dire dove potrà arrivare questa squadra non è facile: l’obiettivo minimo è

fare più di 30 vittorie, il sogno è tornare a disputare i playoffs dopo l’addio

di Chris Paul, più realisticamente si fermeranno intorno alle 40 vittorie.

Pronostico: 40 W.

Roster: Aminu F, R. Anderson F, A.

Davis F-C, E. Gordon G, Henry G, R.

Lopez C, Mason G, D. Miller F, Rivers

G, Roberts G, J. Smith F-C, L.

Thomas F, Vasquez G, Warrick F.

Gabriele Galluccio

Page 74: Basketinside.com: guida alla stagione NBA 2012/2013

San Antonio Spurs

Young Forever

Jay-Z ft. Mr. Hudson The Blueprint 3

0.00 4.13

Ft. Tim Duncan

«Forever young, I wanna be, forever

young/Do you really want to live forever

and ever?». Eh sì, Timmy è ancora lì. Ne

ha passate tante, ne ha vinte pure di più.

Ha detto che vuole provarci un’altra volta.

E in effetti può farlo,. Lo dimostra la

stagione precedente. Lui, Tony P e Manu:

se, e siamo certi che sarà così, Popovich

li gestirà – contando su cambi affidabili –

verso aprile-maggio ce li ritroveremo a

vendere la pelle cara ai Lakers o ai

Thunder di turno. E comunque vada,

vedendoli uscire dal campo un brivido ci

percorrerà ancora una volta. «Bye-

byes are not for legend, I’m forever

young, my name shall survive…».

30 di 30 Arrivi: Nando De Colo (FA) e Derrick Brown (FA, Bobcats).

Partenze: James Anderson (FA, Hawks) e Derrick Byars (FA).

Quintetto: Tony Parker, Danny Green, Kawhi Leonard, Tim Duncan,

Boris Diaw.

Cari, vecchi Spurs… Lo sappiamo che anche quest’anno sarete lì, a

giocarvela con la cabala dell’anno dispari. Sappiamo che avete il

coach-agente segreto che è un sergente di ferro e o lo rispetti o sei

fuori. Non avete cambiato molto, anzi non avete cambiato quasi nulla.

Continuerete a giocare quel vostro magnifico basket collettivo, tutto

tecnica e spaziature. Tanto voi i “big 3” li avete inventati, anzi ve li

siete costruiti come se fosse una barzelletta: ci sono un caraibico che

voleva fare il nuotatore, un francobelgamericano diplomato all’Isef e

un italo argentino col naso grosso e due razzi alle caviglie…

Tutto ancora una volta passerà da quei 4, dalla loro voglia di far

vedere che old is gold, con il solito impensabile supporting cast, che

però rischia di fare la differenza. Avete aumentato la colonia francese

rifirmando Diaw e portando di qua Nando de Colo, che in preseason

ve ne ha vinte un paio (occhio, qua nella Vecchia Europa era

sottovalutato: ergo è perfetto per voi). In più sono rimasti i soliti, in

particolare Kahwi Leonard, che se continua così vi diventa il quarto

big. Poi gli altri: Blair (non litigare più con Pop, dai..), Neal, Bonner,

Splitter, Green… Tutti utili, tanto lo sappiamo che da voi tutti, ma

proprio tutti rendono al massimo. Anche quel “Captain” Jackson che

ha creato problemi ovunque tranne che sotto il Fort Alamo.

Permettetemi in conclusione di rivolgermi agli altri: non sottovalutateli

questi cari, vecchi Spurs. L’anno scorso non ne avevano più alla

finale di conference, troppo vecchi han detto. Vero, ma per loro un

anno in più vuol dire più esperienza, più capacità di gestirsi, senza la

faticaccia del calendario concentrato. E quei tre lì non regalano

nulla… E poi ve l’ho detto: c’è quella storiella dell’anno dispari…

Pronostico: 55/60W.

Roster: Blair C, Bonner F-C, D.

Brown F, De Colo G, Diaw F-C,

Duncan F, Ginobili G, D. Green G-F,

S. Jackson F-G, C. Joseph G, K.

Leonard F-G, Mills G, Neal G, T.

Parker G, J. Powell F, Splitter F-C,

Wilkerson F, Witherspoon G-F.

Mattia Kolletzek

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Tabellone Playoffs Basketinside

La Redazione

Eastern Conference 1. Miami Heat 8. Atlanta Hawks

4. New York Knicks 5. Brooklyn Nets

3. Indiana Pacers 6. Chicago Bulls

2. Boston Celtics 7. Philadelphia 76ers

Western Conference 1. Los Angeles Lakers 8. Minnesota Timberwolves

4. Los Angeles Clippers 5. Denver Nuggets

3. San Antonio Spurs 6. Memphis Grizzlies

2. Oklahoma City Thunder 7. Dallas Mavericks

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Ringraziamenti

La Redazione

Hanno collaborato: Matteo Airoldi (@Airmattew), Filippo

Antonelli (@FiloAntonelli), Luca Antonelli (@LucaTonio11),

Marco Conti (@Marco_Conti91), Niccolò Costanzo, Gabriele

Galluccio (@gabrielegall), Mattia Kolletzek (@MattiaKolletzek),

Angelo Lenoci (@fiero26), Davide Mamone (@DaviforThree),

Eugenio Nardone, Claudio Pavesi (@ClaudioPavesi), Davide

Quaranta (@D_Forty) e Fabio Trinchero.

Impaginazione: Filippo Antonelli.

Idea: Mattia Kolletzek.