BARUMINI E VILLANOVAFRANCA FUTURO DEL PASSATO … VIVA MAGGIO... · una colonnina di pietra. ......

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74 75 BARUMINI E VILLANOVAFRANCA DENTRO LE REGGE NURAGICHE Nella regione storica della Marmilla in quella che ora è la provincia del Medio Campidano alcuni siti archeologici di straordinario valore sono stati al centro di un progetto europeo per migliorarne accesso e leggibilità A cura Ufficio Politiche Comunitarie del Medio Campidano - Alessandra Saba FUTURO DEL PASSATO U n grande progetto in- ternazionale per la va- lorizzazione e il mi- glioramento dell’accessibilità fisica e culturale al patrimonio storico, archeologico e artisti- co delle regioni Liguria, Tosca- na, Sardegna e Corsica è in fase di realizzazione con il nome di “Accessit” nell’ambito del Pro- gramma operativo di coopera- zione transfrontaliera “Italia Francia Marittimo 2007/2013”. L’obiettivo è strutturare un Grande Itinerario Tirrenico (GIT) volto a integrare il patri- monio materiale e immateria- le delle quattro regioni interes- sate. Le quattro regioni tirreni- che interagiscono da tempo, fra loro e con le rispettive pro- vince, per l’attuazione di una politica di gestione comune del patrimonio. A questi sog- getti si aggiungono numerosi beneficiari come i Comuni, singoli o associati, le istituzio- ni e gli operatori territoriali ge- stori di attività culturali. In- somma, con “Accessit” si vuole raggiungere un modello di ge- stione integrato, che ha per obiettivo la sostenibilità del si- stema, la realizzazione d’inter- venti per la salvaguardia e l’ac- cessibilità dei beni culturali e la ricerca di nuove prospettive economiche. In Sardegna un ruolo da protagonista è riserva- to alle straordinarie vestigia della civiltà nuragica, svilup- patasi a partire dal Bronzo Me- dio (XVI sec. a.C.) fino alla pri- ma età del Ferro (X-VI sec. a.C.) e che prende nome proprio da- gli imponenti torrioni megaliti- ci che meglio la identificano. In tutta la provincia del Medio Campidano (con capoluoghi a Villacidro e Sanluri) si registra- no numerose testimonianze ar- cheologiche, tra cui Su Nuraxi di Barumini e Su Mulinu di Vil- lanovafranca, che si collocano fra i monumenti nuragici più significativi dell’Isola. Su Nuraxi di Barumini. Mes- so in luce in seguito a scavi condotti nella prima metà del Novecento e sito Unesco dal 1997, Su Nuraxi sorge a partire dal XIV sec. a.C. con un nura- ghe di tipo complesso presso il quale viene edificato un vasto villaggio che ha vita dalla pri- ma età del Ferro (X-VI sec. a.C.) fino all’epoca punica (VI- III sec. a.C.) e poi romana. L’impianto originario della fortezza è di tipo quadriloba- to: intorno al mastio si dispon- gono quattro torri raccordate da cortine rettilinee; all’inter- no è presente un cortile provvi- sto di pozzo che mette in co- municazione i vani delle torri. Al di là del bastione, è poi di- slocata una poderosa cinta an- temurale con sette torri che funge da prima linea di difesa del quadrilobo. Le capanne del villaggio, organizzate attorno ad ampie corti, sono caratteriz- zate da ambienti per lo più cir- colari coperti in origine da un tetto ligneo di forma conica. Tra esse sono di notevole im- portanza la capanna delle as- semblee comunitarie, fornite per lo scopo di sedile a giro, e le cosiddette rotonde, piccoli vani circolari dotati di panchi- na anulare e di un bacile cen- trale probabilmente utilizzati per lavacri ordinari e rituali. nelle due pagine IL NURAGHE Scorci e panoramiche di Su Nuraxi di Barumini. La vasta area archeologica è costituita da un imponente nuraghe complesso, costruito in diverse fasi a partire dal XIII sec. a.C., e da un esteso villaggio di capanne sviluppatosi tutto intorno nel corso dei secoli successivi. È il complesso nuragico più grande di tutta la Sardegna e sorge al centro dell’isola. Dal 1997 riconosciuto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

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BARUMINI E VILLANOVAFRANCADENTRO LE REGGE NURAGICHE

Nella regione storica della Marmilla in quella che ora è la provincia del Medio Campidano alcuni siti

archeologici di straordinario valore sono stati al centro di un progetto europeo per migliorarne accesso e leggibilità

A cura Ufficio Politiche Comunitarie del Medio Campidano - Alessandra Saba

FUTURO DEL PASSATO

U n grande progetto in-ternazionale per la va-lorizzazione e il mi-

glioramento dell’accessibilità fisica e culturale al patrimonio storico, archeologico e artisti-co delle regioni Liguria, Tosca-na, Sardegna e Corsica è in fase di realizzazione con il nome di “Accessit” nell’ambito del Pro-gramma operativo di coopera-zione transfrontaliera “Italia Francia Marittimo 2007/2013”. L’obiettivo è strutturare un

Grande Itinerario Tirrenico (GIT) volto a integrare il patri-monio materiale e immateria-le delle quattro regioni interes-sate. Le quattro regioni tirreni-che interagiscono da tempo, fra loro e con le rispettive pro-vince, per l’attuazione di una politica di gestione comune del patrimonio. A questi sog-getti si aggiungono numerosi beneficiari come i Comuni, singoli o associati, le istituzio-ni e gli operatori territoriali ge-

stori di attività culturali. In-somma, con “Accessit” si vuole raggiungere un modello di ge-stione integrato, che ha per obiettivo la sostenibilità del si-stema, la realizzazione d’inter-venti per la salvaguardia e l’ac-cessibilità dei beni culturali e la ricerca di nuove prospettive economiche. In Sardegna un ruolo da protagonista è riserva-to alle straordinarie vestigia della civiltà nuragica, svilup-patasi a partire dal Bronzo Me-

dio (XVI sec. a.C.) fino alla pri-ma età del Ferro (X-VI sec. a.C.) e che prende nome proprio da-gli imponenti torrioni megaliti-ci che meglio la identificano. In tutta la provincia del Medio Campidano (con capoluoghi a Villacidro e Sanluri) si registra-no numerose testimonianze ar-cheologiche, tra cui Su Nuraxi di Barumini e Su Mulinu di Vil-lanovafranca, che si collocano fra i monumenti nuragici più significativi dell’Isola.

Su Nuraxi di Barumini. Mes-so in luce in seguito a scavi condotti nella prima metà del Novecento e sito Unesco dal 1997, Su Nuraxi sorge a partire dal XIV sec. a.C. con un nura-ghe di tipo complesso presso il quale viene edificato un vasto villaggio che ha vita dalla pri-ma età del Ferro (X-VI sec. a.C.) fino all’epoca punica (VI-III sec. a.C.) e poi romana.

L’impianto originario della fortezza è di tipo quadriloba-to: intorno al mastio si dispon-gono quattro torri raccordate da cortine rettilinee; all’inter-no è presente un cortile provvi-sto di pozzo che mette in co-municazione i vani delle torri. Al di là del bastione, è poi di-slocata una poderosa cinta an-temurale con sette torri che funge da prima linea di difesa del quadrilobo. Le capanne del villaggio, organizzate attorno ad ampie corti, sono caratteriz-zate da ambienti per lo più cir-colari coperti in origine da un tetto ligneo di forma conica. Tra esse sono di notevole im-portanza la capanna delle as-semblee comunitarie, fornite per lo scopo di sedile a giro, e le cosiddette rotonde, piccoli vani circolari dotati di panchi-na anulare e di un bacile cen-trale probabilmente utilizzati per lavacri ordinari e rituali.

nelle due pagineIL NURAGHEScorci e panoramiche di Su Nuraxi di Barumini. La vasta area archeologica è costituita da un imponente nuraghe complesso, costruito in diverse fasi a partire dal XIII sec. a.C., e da un esteso villaggio di capanne sviluppatosi tutto intorno nel corso dei secoli successivi. È il complesso nuragico più grande di tutta la Sardegna e sorge al centro dell’isola. Dal 1997 riconosciuto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

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Casa Zapata e Su Nuraxi ‘e Cresia. Sempre a Barumini, di notevole interesse, è il vicino Polo museale “Casa Zapata”, che raccoglie collezioni arche-ologiche, etnografiche e archi-vistiche all’interno di un edifi-cio unico nel suo genere: una villa fatta erigere alla fine del Cinquecento dalla nobile fa-miglia aragonese degli Zapata che ingloba al suo interno, sa-pientemente valorizzato, il complesso Su Nuraxi ‘e Cresia, sviluppatosi a partire dal Bron-zo Recente (XIV sec. a.C.), ben osservabile grazie a passerelle di cristallo che consentono di “camminare” sulla storia nura-gica. Tutto questo è stato rea-lizzato a partire dai primi anni Novanta del secolo scorso. quando venne intrapreso un progetto di recupero e risiste-mazione dell’area della villa fi-nalizzato alla sua musealizza-zione. Durante i lavori emerse che, sotto le strutture del palaz-zo, vi era un imponente com-plesso nuragico denominato Su Nuraxi ‘e Cresia, ovvero ‘il nuraghe della chiesa’, per via della vicina parrocchiale. Gra-zie ad “Accessit”, oltre a una se-zione tattile, è stato possibile attrezzare una sala per la visita guidata “a distanza”, che con-

sentirà anche a chi ha difficoltà motorie di fruire di questo straordinario complesso.

Nuraghe Su Mulinu. Il sito di Su Mulinu di Villanovafranca è l’unico in Sardegna a vantare una continuità abitativa di ol-tre duemilacinquecento anni, dal Bronzo Medio (XVI sec. a.C.) fino all’età altomedioeva-le (XI sec. d.C.). Nasce come protonuraghe dotato di cinta

esterna, da ritenere la residenza fortificata di un importante ca-po tribale. I vani di questa fase sono sistematicamente ovali o oblunghi e le coperture a volta tronco-ogivale. Durante il Bronzo Recente (1330-1150 a.C.), l’edificio viene ristruttu-rato come un castello a torri circolari, con camere voltate a tholos e dotato di una cinta mu-raria esterna turrita che circon-da il bastione formando una grande corte d’armi. Sottopo-sto ad azione violenta al termi-ne del Bronzo Finale, all’inizio dell’età del Ferro (X sec. a.C.) il nuraghe viene trasformato in un grande complesso santua-riale dove risulta preminente il culto della dea Luna. Questo è testimoniato nel vano E del ba-stione, il quale custodisce un altare in arenaria con vasca a forma di nuraghe, in origine coronato da spade in bronzo, usato per l’offerta del sangue di vittime animali immolate su una colonnina di pietra. Una grande tavola in calcare funge da supporto alle coppe per le li-bagioni, mentre alcuni focolari sono utilizzati per bruciare oli ed essenze profumate. Monili

in oro, argento, ambra, cristal-lo di rocca e pasta vitrea, oltre che manufatti in bronzo e cen-tinaia di lucerne in terracotta documentano un rituale basa-to sull’offerta della luce, verosi-milmente al solstizio d’estate, protrattosi fino al II sec. d.C. Nello stesso periodo anche la torre F, la più monumentale della cinta antemurale, attesta un uso sacro secondo i rituali documentati nel vano E; essa viene trasformata in luogo di culto ospitando una tavola di-scoidale per offerte e una base d’altare in arenaria formata da due dischi di conci sulla quale era in origine collocato un ele-mento litico turriforme presso cui sono state rinvenute centi-naia di lucerne fittili e numero-si vaghi di collana in materiali pregiati. Sempre durante la pri-ma età del Ferro, all’interno della corte d’armi, si edificano l’ampia sala consiliare e altri ambienti ancora interrati sotto gli strati di età storica. La sala del consiglio, di pianta circola-re con due nicchie contrappo-ste e sedile a giro, era origina-riamente intonacata e provvi-sta di mensola di coronamen-

to. Tangente ad essa, l’ambien-te 14, la cui funzione dev’essere ancora definita, ha restituito tra le altre cose un altare turri-forme in calcare e un menhir grezzo oltre che una discarica di ben settantamila gusci di lu-mache eduli. Non sono state ancora messe in luce le struttu-re del villaggio nuragico circo-stante la fortezza. Al periodo dell’occupazione cartaginese e romana risalgono diversi edifi-

ci impostati sopra e a ridosso delle mura del bastione e della cinta antemurale del nuraghe; nei secoli VI-VII d.C., in epoca vandalica e bizantina, alcuni settori in rovina del nuraghe ospitano un cimitero. Non è ancora nota l’ubicazione dell’a-rea funeraria relativa all’inse-diamento nuragico, mentre è stata individuata un’area sepol-crale punica e romana all’estre-mità occidentale dell’abitato.

COMPLESSO NURAGICO SOTTO LA VILLALe strutture de Su Nuraxi ‘e Cresia riportato in luce all’interno della cinquecentesca villa appartenuta alla famiglia aragonese degli Zapata, oggi completamente musealizzata con un suggestivo percorso sospeso sui resti del grandioso nuraghe sviluppatosi poco lontano da Barumini nel XIII sec. a.C. Si tratta di un eccezionale esempio di sovrapposizioni.

a destra e p. a fronteNURAGHE CON ARANel territorio di Villanovafranca, il vasto complesso di Su Mulinu, al termine degli interventi che ne hanno migliorato l’accesso. Sviluppatosi a partire dal XV sec. a.C. e utilizzato fino al IX sec. d.C., presenta anche questo un grande nuraghe con un esteso villaggio addossato. All’interno di una delle torri (vano E) è stato rinvenuto un grande altare-vasca sacrificale (X sec. a.C.), realizzato in un unico blocco di pietra, ➝

➝ a forma di nuraghe polilobato,

che sembra riproporre lo schema planimetrico

e lo sviluppo in elevato di Su Mulinu:

al centro il cippo cilindrico per i sacrifici

animali e, sulla destra il sedile per gli addetti

al culto della Luna, il cui simbolo

(crescente lunare) è scolpito

sulla fronte dell’altare stesso.

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qui a lato e p. a fronteMARMILLAPaesaggio della Marmilla nei pressi di Barumini: sullo sfondo, in cima a una ripida collina a forma di mammella, si scorge il castello medievale di Las Plassas, edificato intorno al 1100 come roccaforte di confine del Giudicato di Arborea. Vediamo anche un mandorleto nei campi che lambiscono il Flumini Mannu e il fiore di Crocus sativus, dallo stimma trifido da cui si ricava lo zafferano, una produzione tipica del territorio di Villanovafranca.

GIARA GRANDELo straordinario paesaggio de Sa Jara Manna, il più esteso vasto tavolato basaltico della Sardegna, al confine fra la bassa Marmilla e il Sarcidano.

Visita al Museo di Villanova-franca. Nel centro marmillese di Villanovafranca, all’interno dell’ottocentesco Monte Grana-tico (l’edificio dove si accumula-va il grano acquistato dopo la mietitura per darlo a modico prezzo ai poveri), si trova il Civi-co Museo Archeologico “Su Mu-linu”, con annesso laboratorio di restauro. La raccolta com-prende oggetti che vanno dal pe-riodo preistorico all’alto Medio-evo, divisi in tre sezioni. La pri-ma raccoglie i reperti ceramici, metallici, vitrei e litici di tutto il territorio risalenti a un periodo che va dal IV millennio a.C. al III sec. d.C. La seconda sezione rac-coglie i reperti ritrovati nel nura-ghe: notevole è la ricostruzione scenografica dello straordinario altare a forma di nuraghe, rinve-nuto nel vano centrale della for-tezza di Su Mulinu e datato al IX-VIII sec. a.C. L’ultima sezione è dedicata ai non vedenti.

Invito in Marmilla. Sia a Baru-mini che a Villanovafranca, gra-zie al progetto “Accessit”, si è de-cisamente migliorata l’accessibi-

lità fisica e culturale, con la col-laborazione delle amministra-zioni comunali e della Soprin-tendenza per i Beni archeologi-ci per le province di Cagliari e Oristano: dalla semplice e do-verosa riduzione delle barriere architettoniche si è passati al miglioramento generale dell’accoglienza e della leggibi-lità. Nel suo insieme la Marmil-la presenta ben duecento siti ar-cheologici censiti, oltre a con-servare un paesaggio straordi-nario (il nome deriva dalle tipi-che colline a forma di mam-melle), racchiuso tra la pianura del Campidano e gli imponenti altopiani delle giare (tavolati basaltici formatesi due milioni e mezzo di anni fa) e solcato dalle acque del Flumini Mannu, un importante fiume che nasce dalle colline del Sarcidano, at-traversa il Campidano meridio-nale e sfocia nello stagno di Ca-gliari. Dal punto di vista natu-ralistico spicca Sa Jara Manna, ‘la giara grande’, che mantiene una folta macchia mediterra-nea intervallata da boschi con laghetti stagionali (localmente

paulis): un habitat nel quale pro-lifera, tra le diverse specie autoc-tone, il famoso cavallino della Giara, che vive in piccoli branchi composti da un maschio domi-nante e da un harem di femmi-ne. Sa Jara Manna è meta di stu-diosi e appassionati ricercatori di endemismi botanici, tra cui diverse decine di specie di orchi-dee selvatiche.

A cura di Alessandra Saba direttore Civico Museo Archeologico

Su Mulinu di Villanovafranca