Banda larga in Italia, sempre peggio

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Banda larga in Italia, sempre peggio. Grazie Telecom Itaila per l'ottimo disservizio.

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Banda larga, Italia fanalino di coda in UE. Cosaaspetta Renzi a cambiare verso?

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L'Italia e la tecnologia. Un rapporto che vive di alti e bassi. Per la verità, soprattutto bassi: bastavedere numeri e percentuali sull'utilizzo e la diffusione della banda larga nel nostro paese.

Prendiamo, ad esempio, i dati ISTAT 2013 relativi all'accesso a internet delle famiglie italiane. Sononumeri che, pur facendo registrare un incremento della percentuale di chi ha a disposizione unaconnessione e un personal computer (rispettivamente dal 55,5% al 60,7% e dal 59,3% al 62,8%)evidenziano allo stesso tempo la distanza che separa l'Italia da resto dell'Unione europea.

Venendo alla ripartizione territoriale, salta subito all'occhio come la situazione non sia perfettamenteuniforme: se infatti nel Nord e nel Centro la percentuale supera di poco il 60%, nel Sud e nelle Isolescende intorno al 57-58%, evidenziando come, anche in questo settore, le aree del meridione sianopiù indietro.

Relativamente alla distribuzione nei comuni, avvantaggiati sono gli italiani che risiedono nelle cittàcon più di 50.000 abitanti, le uniche che vedono oltre il 65% di famiglie munite di un accesso ainternet. La musica cambia per coloro che risiedono nei comuni più piccoli, con particolare riguardo aipaesini sotto i 2.000 abitanti: qui, di fatto, solo un italiano su due dispone di una connessione abanda larga.

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Famiglie con internet per grandezza del comune di residenza

I problemi più annosi però cominciano ad emergere quando si va ad analizzare il tasso dipenetrazione della banda larga tra gli italiani (fonte EUROSTAT), vale a dire la percentuale diconnessioni ad alta velocità presenti ogni 100 abitanti: l'Italia, con il suo misero 21.9, non fa bellafigura, risultando nettamente staccata non solo da Francia, Germania e Regno Unito (rispettivamente32.7, 32 e 31.4), ma anche dalla Spagna, ferma al 23.6. Molto lontano anche il dato medio dell'Unioneeuropea, che si attesta al 26.5%.

Oltre a non brillare per diffusione, l'Italia arranca anche per la velocità delle connessioni : i datimessi a disposizioni da Akamai sono infatti impietosi e collocano il Belpaese al penultimo posto, conuna velocità media di circa 5 Mpbs, davanti solo al fanalino di coda Turchia.

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Velocità internet secondo Akamai

Lontanissima la cima della classifica, guidata dai Paesi Bassi (13 Mpbs), seguiti a stretto giro di postada Svizzera (11,5 Mpbs) e Repubblica Ceca (11 Mpbs). Ma a fare meglio dell'Italia è praticamente tuttaEuropa, sia le potenze occidentali che i nuovi arrivati dell'Est: tutti, insomma, dispongono diconnessioni migliori e più funzionali delle nostre. Le ricadute negative non possono esserericondotte solamente ad un risparmio di tempo: la Rete, infatti, è sempre più un volano per l'economiae nel 2013 le imprese europee hanno ricavato dal web un fatturato medio del 14%, creando oltre 1milione di posti di lavoro.

Il ritardo è sempre meno comprensibile, soprattutto con un governo che abbonda nell'utilizzo di internete dei social network. Se l'arretratezza sulla banda larga poteva essere almeno compresa ai tempi diBerlusconi e Monti, due "vecchi arnesi" della politica e dell'economia poco avvezzi per età e abitudinead utilizzare il web, con Renzi anche quest'ultima giustificazione non tiene: cosa aspetta, il premierpiù "smart" d'Europa, a finanziare l'agenda digitale e far cambiare verso all'Italia?

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Velocità internet secondo Akamai

Famiglie con internet per grandezza del comune di residenza

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