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BILANCIO 2019
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1
BANCA ALBERTINI S. p. A.
Sede in Milano – via Borgonuovo, 14
Capitale Sociale Euro 38.000.000 int. versato
R.I. di Milano n. 11894590154 - REA 1508113 - N. iscrizione Albo Banche 5573
Gruppo Bancario ERSEL
Relazione degli Amministratori
sulla gestione dell'esercizio chiuso al 31 Dicembre 2019
Signori Azionisti,
il bilancio al 31.12.2019, che
sottoponiamo alla vostra approvazione, chiude
con un risultato di esercizio pari a Euro
929.237, al netto delle imposte.
Il patrimonio netto della Banca era a fine anno
pari a Euro 22.869.855 (a fine 2018 era pari a
Euro 21.976.869).
I. Il contesto generale
Le Economie ed i Mercati Finanziari nel
2019
Dopo un travagliato 2018, le avvisaglie di un
possibile cambio di rotta in tema di politica
monetaria americana, intuibile dalle
dichiarazioni fatte a dicembre da esponenti
della FED a partire da Powell, sono
probabilmente state tra i principali elementi di
stabilizzazione dei mercati finanziari fin dai
primi giorni del 2019. A questo si aggiungeva
un maggiore ottimismo circa l’esito dei
negoziati tra USA e Cina e circa l’andamento
della stessa economia cinese, a seguito della
introduzione di misure di politica monetaria
volte a contenerne un possibile rallentamento.
Il conseguente recupero dei mercati finanziari,
rispetto ai minimi raggiunti a fine 2018, era
particolarmente accentuato in gennaio e
febbraio e continuava a marzo, sia pur ad un
ritmo inferiore. Tre sono i fattori che hanno
guidato positivamente i mercati nel primo
trimestre dell’anno: una revisione delle
valutazioni delle società quotate, dopo aver
scontato un eccessivo timore di recessione
globale per il 2019 rispetto a quanto invece
suggerito dagli indicatori economici correnti e
prospettici; un significativo cambiamento di
prospettiva delle Banche Centrali, indirizzate
ora verso un cammino di politica monetaria
decisamente più paziente; una riduzione dei
rischi geopolitici globali dopo i momenti di
tensione raggiunti nel corso del precedente
anno. Tutto questo nonostante le deludenti
previsioni per il 2019 circa la crescita delle
economie Europea e Giapponese e in generale
degli utili aziendali, e nonostante i timori circa
le possibili conseguenze della caotica situazione
del Regno Unito a fronte della Brexit.
In tale scenario, nel corso del primo trimestre
2019, l’indice MSCI World in Euro registrava
un consistente recupero,+13.9%, combinando
andamenti positivi di tutti i Listini azionari
(S&P500 +13,1%, Eurostoxx50 +11,7%,
Nikkei +6,0% e MSCI Emerging Markets
+9,6%) con un leggero rafforzamento del
Dollaro Usa. Anche la Borsa Italiana reagiva
in modo consistente col FtseMib in rialzo del
16.2%, nonostante stime di crescita del PIL
riviste drasticamente al ribasso, ormai attorno
a zero.
I tassi di interesse sui Titoli di Stato, sia in
Europa sia negli Stati Uniti, sorprendevano
nuovamente per la loro discesa, favoriti
dall’atteggiamento chiaramente più
accomodante delle Banche Centrali. Il
rendimento del Bund decennale tedesco
tornava in territorio negativo, passando da
+0,24% di fine 2018 a -0,07% di fine marzo,
il rendimento del Treasury Usa a 10 anni,
nello stesso periodo, scendeva da 2,68 a
2,49%, mentre quello del BTP decennale
passava da 2,74 a 2,49%.
Sul fronte dei cambi, si registrava un ulteriore
modesto apprezzamento della divisa
americana, passata contro Euro da 1,145 a
1,122.
Nel secondo trimestre dell’anno proseguiva il
trend positivo dei mercati azionari, che
segnavano, a fine aprile, nuovi massimi
rispetto a inizio anno. In seguito, si
verificavano due eventi con impatti
significativi e di segno opposto: in negativo il
tweet di Trump del 5 maggio, che accusava la
Cina di comportamenti scorretti nel negoziato
commerciale e rilanciava l’aumento dei dazi
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sulle importazioni, causando così un forte
storno negli investimenti a maggior rischio; in
positivo una presa di posizione di tono
accomodante da parte delle Banche Centrali,
che favoriva forti recuperi nel mese di giugno,
guidati dal calo dei tassi di interesse sui titoli
di Stato a livello globale.
I dati economici del periodo non apparivano
particolarmente brillanti: una stabilizzazione
iniziale, favorita anche dalle misure di
stimolo adottate dalle autorità cinesi, lasciava
spazio ad un marginale indebolimento nel
corso delle ultime settimane di giugno.
Significativo è stato in quel periodo il
ridimensionamento delle aspettative in tema
di inflazione su entrambe le sponde
dell’Atlantico, con il conseguente
cambiamento di impostazione delle Banche
Centrali, preoccupate del perdurare di un
ampio divario fra le aspettative di mercato
rispetto al livello del 2%, considerato ottimale
per la dinamica dei prezzi.
Per quanto riguarda i fondamentali dei
mercati azionari, non venivano registrati
cambiamenti significativi nelle stime sugli
utili societari, pur in presenza delle incertezze
in tema di commercio internazionale: società
ed analisti erano infatti restii a modificare le
previsioni, a causa del quadro incerto, ma
ancora fluido. Questo comportamento
riduceva di fatto la rilevanza dei dati
macroeconomici nell’analisi degli operatori e
nell’andamento dei mercati.
In sintesi, alla fine del primo semestre del
2019 la situazione evidenziava i seguenti
aspetti:
- negli Usa, la Fed, abbandonati gli indugi, appariva disposta a tagliare i
tassi nel corso dell’estate, portando
così i mercati a riflettere nei prezzi
l’ipotesi di 4 riduzioni nel corso di
12 mesi;
- in Europa, il calo nelle aspettative di inflazione consentiva a Draghi di
assumere nuovamente un
atteggiamento più aggressivo
nell’impostazione della politica
monetaria, pur senza specificare gli
strumenti da utilizzare;
- in Cina, l’efficacia dello stimolo risultava sempre più incerta, con le
Autorità inclini a valutare l’esito del
G20 in Giappone prima di assumere
nuove iniziative;
- le stime sugli utili aziendali riflettevano solo in parte il
deterioramento del contesto, in
attesa di disporre dei numeri e dei
commenti relativi al secondo
trimestre;
- le grandi incognite sul commercio internazionale e sulla Brexit
rimanevano ancora aperte, con la
possibilità di mutare il quadro di
riferimento sia in senso positivo, sia
in senso negativo.
In tale scenario, l’indice MSCI World in Euro
chiudeva il primo semestre con un rialzo del
15.6% rispetto a inizio anno. Le variazioni nel
semestre risultavano essere +11.8% per
l’S&P500 americano, +8.7% per il Topix
giapponese, +9.8% per i mercati emergenti
(Indice MSCI EM). La Borsa Italiana
registrava un +15.8%, nonostante il quadro di
perdurante incertezza politica e in presenza di
una delicata negoziazione con l’Unione
Europea per l’eccesso di debito. In definitive
il primo semestre dell’anno riassorbiva
interamente il cattivo andamento dei mercati
azionari registrato nel 2018.
Il recupero riguardava anche i Titoli di Stato,
con i rendimenti in calo in Europa e negli Stati
Uniti, con un’accelerazione nel mese di
giugno. A fine semestre il rendimento del
Bund decennale tedesco raggiungeva nuovi
minimi, -0,33%; il Treasury americano di pari
scadenza scendeva a 2,00%, sotto, quindi, il
tasso di riferimento della FED. Anche il BTP
decennale beneficiava del contesto,
scendendo a 2,10%, dopo aver registrato
picchi vicini al 3% nei momenti di massima
tensione in coincidenza con affermazioni
poco rassicuranti da parte di alcuni esponenti
della maggioranza di Governo.
Evoluzione dei Tassi di Riferimento nel 2019
Dal Tasso%
FED 18/12/2018 2,50%
31/07/2019 2,25%
18/09/2019 2,00%
30/10/2019 1,75%
Dal Tasso%
BCE (*) 1/1/2019 0,00%
(*)Tasso di rifinanziamento
Nonostante una fase di volatilità durante il
mese di agosto, il terzo trimestre risultava
sostanzialmente positivo per i mercati
finanziari, grazie al supporto offerto dalle
banche centrali. La Federal Reserve
americana riduceva in due riprese, a luglio e a
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settembre, il tasso di riferimento, mentre la
Banca Centrale Europea metteva in atto un
ampio insieme di misure di stimolo per
cercare di rilanciare la crescita e l’inflazione
nell’Eurozona. Gli elementi potenzialmente
avversi continuavano ad essere rappresentati
dalle tensioni tra Cina e Stati Uniti sul
commercio internazionale e dalla trattativa tra
Regno Unito e Unione Europea sulla Brexit.
Poco brillanti, ancora una volta i dati
economici del periodo: molti degli indicatori
anticipatori pubblicati in agosto e settembre
indicavano una certa stabilizzazione, pur su
livelli deboli, in particolare per quanto
riguarda il settore manifatturiero. Negli Stati
Uniti, si assisteva ad una crescita in
progressivo indebolimento nel numero di
nuovi occupati: alla forza del settore servizi si
contrapponeva infatti il rallentamento
dell’industria, sulla falsariga di quanto già
osservato nei mesi precedenti in molti altri
Paesi. Nell'area Euro l'epicentro del
rallentamento veniva ad essere la Germania, a
causa, in particolare, della forte dipendenza
del Paese dal canale estero, mentre la Francia
ed i Paesi del sud Europa mostravano una
maggior solidità, grazie alla tenuta dei
consumi interni, come per la Cina, pur con le
incertezze legate alla qualità dei dati e delle
statistiche economiche pubblicate in quel
Paese.
Nel corso del mese di settembre, presso gli
investitori prevaleva una sostanziale
indifferenza verso la situazione di stallo
nell’economia unita ad aspettative
reflazionistiche: i movimenti dei mercati
risultavano molto contenuti in termini di
variazioni di prezzo, con poche differenze fra
aree geografiche e fra settori. In ambito
azionario, si registrava una moderata
preferenza per Europa, Giappone e Paesi
Emergenti e per i settori ciclici. In ambito
obbligazionario, si assisteva ad una svolta
rialzista sui tassi, in particolare un aumento
dei rendimenti dei titoli con scadenze più
lunghe.
Per quanto riguarda i fondamentali dei
mercati azionari, continuava a verificarsi una
certa inerzia nella revisione delle stime, alla
luce delle incertezze nel contesto economico
e geopolitico.
Al complessivo buon andamento dei mercati
azionari globali nel terzo trimestre
contribuiva in particolare il Giappone, in
recupero rispetto al primo semestre dell’anno,
e l’Italia, a seguito della formazione del
nuovo governo e del conseguente
atteggiamento meno conflittuale nei
confronti della Unione Europea. Di questa
evoluzione beneficiavano anche i Titoli di
Stato Italiani.
Da segnalare, infine, il forte rialzo del prezzo
dell’oro, quasi 9%, attribuibile alla
combinazione della situazione dei tassi di
interesse (remunerazione nulla se non
negative della liquidità) e delle incertezze sul
fronte dell’economia e della geopolitica.
Differenziale di tasso fra i Titoli di Stato
Decennali Italiani e Tedeschi
(in punti base) 2017 2018 2019
a inizio anno 154 161 250
Massimo dell’anno 210 327 287
(data) (13/04) (18/10) (31/05)
Minimo dell’anno 133 113 129
(data) (08/12) (24/04) (22/10)
a fine anno 156 250 160
Valore medio 169 234 212
Nel quarto trimestre del 2019, i mercati
azionari continuavano ad essere caratterizzati
da un contesto di bassa volatilità e da un clima
generalmente favorevole per gli investimenti a
maggior contenuto di rischio. A favorire questi
sviluppi erano le notizie relative alla disputa
commerciale USA-Cina, culminate con
l’annuncio ufficiale di un accordo a metà
dicembre. Della novità beneficiavano, in
particolare, i listini americani, saliti a nuovi
massimi storici con un’accelerazione negli
ultimi giorni dell’anno.
Sul mercato obbligazionario, i tassi sui titoli
di Stato in area euro continuavano a muoversi
in un ambito piuttosto contenuto, con una
moderata tendenza al rialzo. Il supporto per
politiche fiscali meno orientate all’austerità,
non solo in seno alla nuova Commissione
Europea, ma anche nella stessa Germania con
l’elezione dei nuovi leader della Spd,
inducevano gli investitori a richiedere un
rendimento più elevato sulle durate di
medio/lungo termine. Il contesto risultava
moderatamente favorevole per gli altri
segmenti del mercato obbligazionario; le
obbligazioni dei Paesi emergenti soffrivano
per l’incertezza nelle trattative sul commercio
internazionale e l’apertura di un fronte tra
Stati Uniti e Argentina e Brasile, colpevoli,
secondo Trump, di avvantaggiarsi della
svalutazione delle rispettive divise nei
confronti del dollaro, ma soprattutto nelle
ultime settimane recuperavano, seguendo,
anch’esse, la via del rialzo.
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Le maggiori economie nel 2019
GDP Inflazione Disoccupazione
USA 2,30% 1,80% 3,50%
Area Euro 1,20% 1,80% 7,50%
Cina 6,10% 2,90% 3,60%
India 6,10% 3,70% 7,60%
Brasile 0,90% 3,70% 11,30%
In definitiva, per i mercati finanziari, se il 2018,
in particolare il secondo semestre, ha registrato
andamenti negativi praticamente per tutte le
forme di investimento, il 2019 ha avuto un
andamento opposto, con un recupero
generalizzato e senza grosse discontinuità
nell’arco dei dodici mesi. In particolare
evidenza i mercati azionari, con recuperi in
media del 25%, il prezzo dell’oro, salito
nell’anno del 18%, quello del petrolio, +23%.
In rialzo anche i Titoli di Stato e le obbligazioni,
spinti dalla continua pressione al ribasso sui
tassi di interesse, conseguenza della politica
monetaria delle principali Banche Centrali. Sui
mercati valutari l’Euro nel 2019 ha perso
terreno contro tutte le principali valute, da -
2.2% contro il Dollaro al -5.5% contro la
Sterlina.
Andamento dei mercati azionari
Anno 2017 Anno 2018 Anno
2019
Stati Uniti S&P 500 19,40% -7,00% +28,88%
NASDAQ 28,20% -3,90% +35,23%
Europa
DJ Euro
Stoxx 50 6,50% -14,30% +24,78%
DJ Stoxx
600 7,70% -13,20% +23,16%
FTSE MIB 13,60% -16,10% +28,28%
Giappone
Nikkei 225 19,10% -12,10% +18,20%
Paesi
Emergenti
MSCI EM 34,40% -16,60% +15,42%
Mondo
World
MSCI 20,10% -10,40% +25,19%
Nota: variazione degli indici calcolata in
valuta locale MSCI EM e World MSCI in US$.
Tassi e rendimenti obbligazionari a fine anno
31.12.2018 31.12.2019 US$
3 mesi (Tit. di Stato USA) 2,35% 1,54% 2 anni “ “ “ “ 2,49% 1,57% 10 anni “ “ “ “ 2,68% 1,92% Titoli societari 4,20% 2,83%
EURO
3 mesi (Tit.di Stato Germania) -0,85% -0,77% 2 anni “ “ “ “ -0,62% -0,61% 10 anni “ “ “ “ 0,24% -0,19% 3 mesi (Tit.di Stato Italia) -0,13% -0,36% 2 anni “ “ “ “ 0,47% -0,06% 10 anni “ “ “ “ 2,74% 1,41% Titoli societari 0,77% 0,23%
I primi mesi del 2020
Il primo trimestre dell’anno è stato
caratterizzato da una fase iniziale in cui è
prevalso l’ottimismo sui mercati, grazie
all’evoluzione favorevole nella dinamica di
crescita dell’economia globale: le principali
Borse hanno quindi raggiunto nuovi massimi e
anche in ambito obbligazionario i risultati
migliori sono stati ottenuti dalle emissioni
societarie e high yield. Dal 20 febbraio, con
l’estendersi dell’epidemia di coronavirus dalla
Cina ai Paesi occidentali questo trend si è
bruscamente invertito con una discesa
improvvisa e violenta di tutti i mercati azionari
che si è rapidamente propagata al mercato
obbligazionario, con fenomeni di liquidazioni
forzate arrivate a colpire persino i Titoli di Stato
americani. Lo sforzo di contenimento del
contagio ha costretto via via i Paesi Occidentali,
a partire dall’Italia, ad introdurre misure di
blocco delle attività produttive non essenziali,
rendendo sempre più concreto il rischio di una
pesante recessione a livello mondiale.
L’incertezza circa la durata nel tempo delle
misure di contenimento hanno continuato a
pesare particolarmente sui mercati azionari che
nel mese di marzo hanno registrato variazioni
giornaliere di straordinaria ampiezza. Le
Banche Centrali, dopo alcuni iniziali
tentennamenti, hanno reagito massicciamente,
attivando interventi già utilizzati per
fronteggiare la crisi del 2008 e varandone di
nuovi con l’obiettivo di evitare una recessione
duratura. Rispetto alla grande crisi finanziaria,
è fortunatamente emerso un coordinamento
molto più forte tra la politica monetaria e quella
fiscale per cercare di massimizzare l’efficacia
delle misure e di raggiungere un’ampia platea di
soggetti.
Nel trimestre, l’indice MSCI World in Euro ha
raggiunto il suo picco storico a metà febbraio
con un progresso del 3,5% circa rispetto alla
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fine dell’anno precedente; la correzione
successiva è stata rapida e violenta, toccando
il minimo il 23 marzo con una perdita del 34%
circa dai massimi, ed è stata poi seguita da una
fase di assestamento che ha portato a chiudere
il periodo con un calo del 24,4%. Tutti i
principali mercati chiudono il primo trimestre
del 2020 con risultati compresi tra il -20% e il
-25%, la Borsa Italiana accusa un uno storno
leggermente superiore, -27,5%, mentre quella
giapponese mostra un profilo marginalmente
più difensivo, contenendo il calo a -18,5%.
I Titoli di Stato dei Paesi con merito di credito
elevato hanno assunto un ruolo di bene
rifugio, con guadagni molto forti nella fase
iniziale della crisi. I rendimenti hanno
aggiornato i minimi storici: quello sul
decennale americano è giunto a 0,54%,
mentre quello sul Bund tedesco è arrivato a -
0,85%. I Titoli di Stato italiani hanno sofferto
a causa dell’elevato livello del debito
pubblico e della prospettiva di un
significativo aumento del deficit nel corso
dell’anno: i rendimenti del titolo decennale
sono arrivati al di sopra del 2,4%, per poi
stabilizzarsi a fine marzo intorno a 1,5%,
soprattutto grazie all’intervento della Banca
Centrale Europea.
L’oro, dopo un incremento di prezzo
consistente nelle prime settimane dell’anno,
ha poi subito un repentino crollo quando,
rispetto alla funzione di bene rifugio, ha
prevalso il panico e l’esigenza di liquidità,
arrivando a perdere il 12%, per poi recuperare
nell’ultima decade di marzo e chiudere il
trimestre a +5%.
Il prezzo del petrolio (Brent) è sprofondato
del 63%, passando nel trimestre da 72 a 26
dollari al barile, per il calo della domanda e la
rottura del cartello dei produttori, in seguito al
mancato accordo sui tagli alla produzione tra
Russia e Arabia Saudita.
Sul fronte valutario le oscillazioni sono state
tutto sommato contenute, con una tendenza
all’indebolimento per l’Euro: il dollaro
americano ha chiuso il trimestre a 1.09, in
guadagno del 4,3% e lo yen giapponese a
117.91, con un apprezzamento del 4%,
entrambi rispetto all’Euro.
I mercati di riferimento per Banca Albertini
Il principale mercato di riferimento è quello
dei prodotti e servizi di Private Banking, al
quale la Banca partecipa offrendo gestioni
patrimoniali, investimenti in titoli o tramite
Fondi, servizi di consulenza agli investimenti,
di amministrazione titoli nonché di raccolta
ordini e negoziazione. Ai tradizionali servizi si
è aggiunto nel 2019 quello del credito
lombard. La clientela alla quale si rivolge la
Banca è quasi esclusivamente italiana.
La ricchezza complessiva delle famiglie italiane
a fine 2018 (fonte: Elaborazione AIPB)
raggiungeva i 10.500 Mdi di Euro, al suo
interno le attività finanziarie contavano per il
41% (4.300 M.di). Escludendo la ricchezza
finanziaria non investibile (azioni proprie, tfr,
altre riserve) si ottiene la dimensione effettiva
del mercato per gli operatori attivi nell’impiego
della ricchezza (Banche ed altri intermediari),
pari a circa 3.000 Mdi. Volendo definire il
perimetro di azione per gli operatori del Private
Banking (portafogli investibili superiori a
500.000 Euro) il mercato potenziale è stimato
(fonte AIPB) in circa 1.050 Miliardi a fine
2018, contro una dimensione effettiva, ossia
effettivamente “occupata” dagli attori del
Private Banking, pari a circa 780 M.di di Euro
alla stessa data. I dati relativi al mercato
potenziale ed a quello effettivo (entrambi
inferiori di oltre il 3.5% rispetto a fine 2017)
risentono del forte calo dei mercati finanziari
verificatosi nel 2018, in particolare nel secondo
semestre di quell’anno. Il successivo recupero
dei mercati porta ad una dimensione del
mercato effettivo per gli operatori del Private
Banking stimata in circa 870 Mdi a fine 2019,
con un incremento, pertanto, di circa 11%
rispetto all’anno precedente (Fonte AIPB).
Depurando tale incremento dall'effetto della
crescita dei prezzi espressi dai mercati
finanziari (“effetto mercato”) e dalla entrata nel
perimetro di operatori precedentemente non
classificati quali attori del Private Banking, la
crescita dovuta alla raccolta netta risulta essere
intorno al 2%, un tasso pari al valore medio
registrato negli ultimi anni ed utilizzato per le
stime relative ai prossimi due anni.
Con riferimento alla raccolta netta esistono
differenze fra le tre categorie di operatori del
private Banking identificate da AIPB: Banche
Universali, Banche “miste”, ossia basate su reti
di Consulenti Finanziari, e Banche
Specializzate, categoria, quest’ultima, alla
quale appartiene Banca Albertini con il Gruppo
ERSEL. Il recupero di masse avvenuto nel 2019
appare aver avvantaggiato, sia pur
frazionalmente, le Banche Universali e le
Banche “miste”, rispetto a quelle Specializzate.
L'andamento decisamente anomalo dei mercati
finanziari nel 2018, ancorchè bilanciato dal
consistente recupero nel 2019, ha avuto effetti
nella composizione dei portafogli (asset mix)
riferibili alla clientela del Private Banking. Il
2018 ha visto infatti interrompersi il trend
crescente della raccolta gestita (fondi e gestioni
patrimoniali), a fine 2019 pari al 39% del totale,
contro un 43% a fine 2017. Una parte delle
masse uscite dagli strumenti gestiti è rimasta
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liquida (conti bancari), 17% a fine 2019 contro
14% a fine 2017, o investita in prodotti
assicurativi.
Andando più in dettaglio e rilevando le
variazioni di asset mix negli ultimi due anni in
rapporto alle tipologie di operatori del Private
Banking si può osservare che la categoria
Banche Specializzate è quella che ha registrato
le maggiori variazioni, con un decremento per
quanto riguarda le gestioni patrimoniali ed un
corrispondente incremento della raccolta
amministrata nel 2018, ed un andamento
opposto nel 2019, che ha riportato il mix sui
livelli medi degli anni passati: 52.4% raccolta
gestita + prodotti assicurativi e 47.6% raccolta
amministrata + liquidità. Le variazioni avvenute
negli ultimi due anni sono spiegate
dall’andamento negativo dei mercati finanziari
accompagnato dal consistente recupero del
2019. Come in altri momenti del passato periodi
di difficoltà dei mercati possono provocare un
temporaneo passaggio di masse dalle gestioni
patrimoniali discrezionali ai conti amministrati.
Quello che deve essere, invece, considerato con
attenzione è che tale passaggio di masse tende a
verificarsi maggiormente presso le Banche
Specializzate. Una spiegazione, ma
evidentemente non l’unica, potrebbe essere che
presso le altre categorie di operatori del Private
Banking, le Banche Universali e quelle basate
su reti di Consulenti Finanziari, vi sia una
maggiore vischiosità nei cambiamenti del
rapporto fra cliente e Banca. Per contro alle
Banche Specializzate è probabilmente richiesta,
da parte dei clienti, una maggiore flessibilità
nella strutturazione del rapporto e nella sua
adattabilità anche a situazioni di breve o medio
termine.
Ovviamente non è cosa semplice conciliare la
convenienza, nell’interesse del cliente e della
banca, a porre il rapporto su binari di lungo
termine con la sensibilità e la reattività
all’andamento dei mercati, ma è proprio la
capacità di trovare un giusto equilibrio la qualità
che le Banche Specializzate sono tenute ad
avere ed è su questo aspetto che si può valutare
il loro valore aggiunto.
Con riferimento al posizionamento di Banca
Albertini nel mercato del Private Banking è
importante infine rilevare che la combinazione
con il Gruppo ERSEL, completata nel 2018 e
realizzata in pieno nel 2019, ha ampliato
notevolmente la capacità di offerta e di
adattamento alle esigenze della clientela. Tutte
le attività centrali ed accessorie necessarie per
l’esercizio in chiave moderna del Private
Banking sono infatti svolte all’interno del
Gruppo. Su questa importante base di sviluppo
viene a poggiare l’ingente patrimonio di
relazioni e di esperienza costruito in molti
decenni dal lato Albertini e dal lato ERSEL.
II . Le attività della Società nel 2019
Strategie di investimento dei portafogli
gestiti
Nel corso del primo trimestre 2019, l’asset
allocation dei portafogli non ha subito
importanti variazioni rispetto alla fine
dell’anno precedente: la componente
azionaria è rimasta in leggero sottopeso, ma al
suo interno il peso dei mercati emergenti è
stato marcato, coerentemente con le loro
prospettive positive.
Tra i Titoli di Stato è stata data preferenza a
quelli americani, gli unici a dare un
rendimento positivo apprezzabile, e, fra le
obbligazioni, quelle dei Paesi Emergenti.
Nei mesi successivi, l’asset allocation dei
portafogli ha visto una temporanea riduzione
della quota azionaria e dell’esposizione ai
mercati emergenti nei giorni immediatamente
successivi alle improvvide dichiarazione di
Trump di inizio maggio. Con la conferma
dell’atteggiamento accomodante delle
Banche Centrali, le posizioni sono poi state
progressivamente riportate ai livelli
precedenti, con l’eccezione della quota
destinata ai Paesi Emergenti, considerati
ancora esposti ad elementi di incertezza.
Nonostante una fase di volatilità durante il
mese di agosto, il secondo semestre dell’anno
è stato ancora positivo per i mercati finanziari,
grazie al supporto nuovamente offerto dalle
Banche Centrali e alle notizie incoraggianti
relative alla disputa commerciale USA-Cina,
culminate con l’annuncio ufficiale di un
accordo a metà dicembre. In questa fase
l’asset allocation dei portafogli è rimasta
sostanzialmente stabile per quanto riguarda la
quota azionaria, all’interno della quale è stata
tuttavia sostituita parte dell’esposizione ai
mercati emergenti con un incremento del peso
dei Paesi sviluppati. È stata invece aumentata
l’esposizione ai tassi di interesse, per arrivare
ad un miglior bilanciamento dei portafogli
nell’eventualità di fasi di forte avversione al
rischio.
Attività creditizia
La attività creditizia della Banca, avviata come
previsto nei primi mesi del 2019, è rivolta
unicamente alla clientela private con la quale si
intrattiene o si intende intrattenere un rapporto
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di prestazione di servizi di investimento e/o di
gestione patrimoniale. La Policy del Credito
adottata dalla Banca è fondata sui seguenti
principi cardine:
L’attività creditizia ha unicamente un ruolo complementare alla primaria
attività di investimento in strumenti
finanziari, di gestione e strutturazione
dei patrimoni della clientela e di
fidelizzazione nel tempo;
Gli affidamenti sono concessi unicamente su base garantita dai
portafogli detenuti dai clienti presso il
gruppo bancario Ersel;
Non sono previsti, all’interno della gamma dei prodotti creditizi,
affidamenti garantiti da ipoteche su
immobili;
Viene privilegiata l’assunzione di garanzie pignoratizie prestate da
soggetti non fallibili;
Le facoltà deliberative sono state attribuite unicamente ad un Comitato
Crediti, all’uopo costituito, ed al
Consiglio di Amministrazione della
Banca.
Una volta completate le attività propedeutiche
all’avvio dell’attività, i primi affidamenti alla
clientela sono stati deliberati dal Comitato
Crediti a marzo 2019, mese di effettivo avvio
dell’attività creditizia. Nel corso del 2019 si
sono tenute nove riunioni del Comitato Crediti.
Al 31.12.2019 risultavano deliberati 55
affidamenti per un importo complessivo di 31
milioni di Euro, con un erogato di 15 milioni di
Euro per i 45 affidamenti effettivamente
operativi a tale data.
Nel corso del 2019 sono state attivate le forme
tecniche degli scoperti di conto corrente e dei
crediti di firma. E’ previsto che nel corso del
2020 vengano attivati i Finanziamenti Rateali.
Masse amministrate ed attività commerciale
L’esercizio 2019 ha visto un incremento delle
masse della clientela della Banca grazie al
favorevole andamento dei mercati che ha
compensato la Raccolta Netta negativa
conseguente anche all’uscita di alcuni Private
Banker.
Permane elevata l’incidenza dell’attività di
advisory esplicitamente remunerata, che copre
il 53,3% (59,7% nel 2018) delle masse relative
ai rapporti amministrati.
Le masse oggetto di contratto di gestione
discrezionale sono pari al 52,8% (56,6% nel
2018) del totale dei patrimoni della clientela
della Banca.
Le masse in advisory ed in delega relative a
clientela Istituzionale si sono ridotte, da 235 a
153 milioni, principalmente per effetto della
chiusura di un comparto.
Patrimoni della clientela (in milioni di Euro)
2019 2018
Totale dei patrimoni 2.438,8 2.389,4
Patrimoni “Gestiti” 1.288,1 1.352,6
Patrimoni
“Amministrati”
1.150,7 1.036,8
Numero clienti (in unità)
2019 2018
Clienti 1.651 1.640
Rapporti “Gestiti” 827 913
Rapporti
“Amministrati”
1.680 1.665
Sedi secondarie
L’attività della Banca è condotta, oltre che
presso la Sede principale di Milano, tramite le
filiali di Bologna e Reggio Emilia.
Organizzazione e Sistema Informativo
Nel 2019 è proseguito il Progetto di
Integrazione, condotto con l’assistenza di un
consulente esterno e con il contributo attivo del
personale della Banca e di Ersel, che porterà
prossimamente alla fusione inversa fra Ersel
Sim e la Banca. Il Progetto copre tutti gli aspetti
fondamentali della attività delle due entità con
l’obiettivo di rivederli non solo in chiave di una
necessaria armonizzazione ma, soprattutto, ai
fini della creazione di una struttura
organizzativa e funzionale di assoluto livello.
Attività di ricerca e sviluppo
La Banca non ha svolto attività di ricerca e
sviluppo, fatta salva l’opera di continuo
affinamento dei prodotti di investimento e dei
servizi della Banca in ragione della evoluzione
della domanda da parte della clientela e delle
opportunità presentate dai mercati finanziaria.
-
8
Risorse Umane
Risorse Umane (in unità) 2019 2018
Occupazione puntuale di
fine periodo
54 60
- di cui part-time 2 5
- di cui Contratto
Formazione Lavoro/
Inserimento
0 0
- di cui a tempo determinato 1 1
- di cui dirigenti 10 12
- di cui quadri direttivi 23 27
- di cui impiegati 21 21
La Banca si avvale, inoltre, di 17 Consulenti
Finanziari.
Immobilizzazioni
Immobili, mobili e impianti “netti” (in euro)
2019 2018
Attività di proprietà
a) terreni
b) Fabbricati
c) Mobili
80.695
82.749
d)Impianti elettronici 28.133 25.644
e) altre 15.000 30.000
Diritti d’uso acquisiti
in leasing a) terreni b) Fabbricati
c) Mobili
1.867.585
d)Impianti
elettronici
e) altre 57.798
TOTALE
2.049.210 138.393
Pianificazione, programmazione e controllo
di gestione
Nel corso dell’Esercizio 2019 si è contribuito
alle attività propedeutiche all’integrazione tra la
Banca e la controllante ed in particolare alla
implementazione dei dati aziendali nel data
warehouse della controllante.
Sistema dei Controlli Interni
Nel 2019 i valori dei ratios patrimoniali,
previsti dalla normativa prudenziale e di
vigilanza, si sono mantenuti a livelli migliori
degli obiettivi ratios prestabiliti e sempre
largamente superiori ai limiti stabiliti.
Nel corso dell’anno le Funzioni di Controllo
hanno collaborato e si sono coordinate con le
reciproche funzioni della controllante Ersel
SIM.
I ratios monitorati dal Fondo
Interbancario Tutela Depositi sono risultati
significativamente migliori rispetto alla media
del settore.
La Società si è avvalsa - come negli anni
precedenti - della collaborazione di consulenti
esterni per la sicurezza sul luogo di lavoro.
Nel corso dell’anno alla Società non sono
pervenuti reclami.
Struttura Societaria
La struttura societaria della Banca risulta così
composta:
64.3% 35.7%
Risultati economici
L’esercizio 2019 di Banca Albertini S.p.A. si
chiude con un utile netto di Euro 929.237.
Al risultato conseguito hanno contribuito:
positivamente
- la realizzazione di significative commissioni di performance,
- la miglior resa della liquidità aziendale e dei mezzi propri,
- l’aumento delle commissioni generate dalla clientela con rapporti Amministrati e dalla
clientela Istituzionale;
negativamente
- l’aumento dei costi operativi per effetto dei costi informatici e dei providers;
- la significativa diminuzione delle commissioni di gestione in relazione al calo
delle masse medie, rispetto all’anno
precedente, anche per effetto del
trasferimento da rapporti gestiti a rapporti
amministrati;
- l’incremento dei costi relativi ai Consulenti Finanziari, in relazione sia ad un nuovo
ingresso sia per un aumento delle masse
loro riferite.
Banca Albertini
ERSEL
Sim A.Albertini
-
9
Le altre componenti del conto economico non
hanno evidenziato significative variazioni
rispetto all’anno precedente.
Principali fattori e condizioni che incidono
sulla redditività
In termini generali, tenuto conto del contesto e
degli aspetti descritti nei punti precedenti della
relazione, il settore in cui opera la Banca
presenta opportunità di ulteriore crescita, anche
se in misura non particolarmente rilevante.
L’attività tipica della Banca è caratterizzata da
una sostanziale stabilità dei ricavi in rapporto
alle masse gestite. Per quanto riguarda i
portafogli gestiti, solo la componente dei ricavi
relativa alle commissioni di performance
riflette l’andamento dei mercati e la capacità
della banca di produrle, mentre per i portafogli
amministrati ed in advisory i ricavi riflettono in
parte l’andamento dei mercati e la
composizione, in termini di strumenti di
investimento, dei portafogli.
III. Rapporti con Società del Gruppo
La Banca ha effettuato operazioni rientranti
nella consueta operatività bancaria e di servizi
di investimento con amministratori, sindaci e
con gli altri soggetti aventi funzioni di
amministrazione, direzione e controllo, con i
loro familiari e con società da questi possedute
o amministrate.
Poiché, in tutti i casi, le condizioni praticate non
si discostano da quelle applicate alla clientela o
presenti sul mercato, l’interesse della Banca nel
compimento delle operazioni è esclusivamente
legato alla realizzazione di opportunità
economiche. La Banca ha, infine, rapporti di collaborazione
a titolo commerciale, remunerati a normali
condizioni di mercato, con diverse società del
Gruppo Ersel.
IV. Gestione rischi finanziari
La Banca è esposta ad un ridotto rischio
finanziario e creditizio, generato all’attività di
investimento del capitale sociale, delle riserve
e del risultato economico maturato nel corso
dell'anno. Essendo tale attività
esclusivamente finalizzata all’investimento
dei mezzi propri, non ha dato luogo ad alcuna
forma di indebitamento. Nel corso del 2019
l’investimento delle disponibilità della Banca
è stato improntato al mantenimento di un
contenuto rischio finanziario e creditizio. Le
scelte di gestione hanno rispettato i criteri di
prudenza applicati negli anni passati
adattandosi ai nuovi limiti di Regolamento
interno e della Normativa di riferimento.
In tale contesto, il portafoglio di proprietà ha
mantenuto un approccio conservativo, con
una duration compresa tra 1 e 2 anni, tramite
titoli governativi e corporate bond con rating
Investment Grade. Sono stati liquidati due
precedenti investimenti in Sicav (circa 15%),
per diminuire la volatilità del portafoglio. Con
lo stesso scopo, è stato, inoltre, deciso di
detenere tutti gli asset in Euro, azzerando
l’esposizione al Dollaro americano. Durante
l’anno, sono state sottoscritte alcune
emissioni di obbligazioni sul mercato
primario ed utilizzato, con fini di copertura, il
Futures sul BTP decennale, per gestire
attivamente il rischio di tasso.
Il permanere del regime di tassi negativi sui
depositi presso la Banca Centrale ha spinto le
controparti bancarie ad abbassare i tassi sui
depositi a vista, rendendo tale impiego
sempre più oneroso per la gestione della
liquidità riveniente dai depositi della
clientela. La Banca ha comunque preferito
mantenere un profilo di rischio prudente,
prediligendo conti a vista presso primarie
controparti bancarie e facendo ancora largo
uso del conto presso Banca d’Italia. Nel corso
dell’anno, tuttavia, sono stati aperti nuovi
rapporti in Euro presso due banche, che hanno
aiutato a ridurre il saldo di liquidità
assoggettato a remunerazione negativa.
Approfittando, inoltre, dell’allentamento
degli oneri di deposito imposti da BCE e
Banca d’Italia alle banche a partire da ottobre
2019, è stato possibile ridurre la posizione sui
BOT, diventati anch’essi generatori di un
rendimento negativo.
V. Fatti di rilievo verificatisi dopo la
chiusura dell'esercizio
E’ proseguito regolarmente, secondo le tappe e
le modalità previste, il Piano di Integrazione
della Banca nel Gruppo Ersel. In tale ambito:
- al fine di poter offrire in loco i servizi della Banca alla clientela della Sede
del Gruppo Ersel, è stata ottenuta
l’autorizzazione per l’apertura di una
Filiale della Banca a Torino; la filiale
sarà operativa a breve;
- al fine di ampliare le possibilità di offerta del servizio del credito è stato
eseguito un Aumento di Capitale per
complessivi 28 milioni di Euro, versati
dai due azionisti della Banca secondo
le rispettive quote di partecipazione;
- è stato predisposto, con operatività effettiva a partire dal primo aprile
-
10
2020, l’accentramento delle Funzioni
di Controllo di secondo e terzo livello
presso la Capogruppo operativa Ersel
SIM.
VI. Prevedibile evoluzione della gestione
Le risultanze dei primi mesi del 2020 fanno
prevedere per l’intero Esercizio un risultato
inferiore, al netto degli effetti relativi ai ricavi
da commissioni di performance, rispetto a
quello dello scorso anno, tenuto anche conto dei
costi e degli investimenti connessi alla
realizzazione del Piano di Integrazione, oltre
che degli eventi straordinari di cui al seguente
paragrafo.
Eventi straordinari
Alla data di redazione del bilancio, i mercati
finanziari stanno risentendo di fattori di
instabilità dovuti all’emergenza e alla
diffusione del Covid 19 (c.d. “Coronavirus”)
che, nei primi mesi del 2020, ha inizialmente
impattato l’attività economica in Cina e
successivamente si è diffuso negli altri Paesi, tra
cui principalmente l’Italia. Con i primi
provvedimenti del Governo presi a partire dallo
scorso mese di febbraio, causando localmente il
rallentamento o l'interruzione dell'attività
economica e commerciale in molteplici settori.
Tali fattori sono stati considerati come eventi
che non comportano rettifiche sui saldi di
bilancio - ai sensi dello IAS 10 § 21 - in quanto
evento manifestatosi successivamente alla data
di riferimento del bilancio (31.12.2019);
l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha
infatti dichiarato l’esistenza di un “fenomeno di
emergenza internazionale” solo nei primi mesi
del 2020.
Ad oggi non è possibile prevedere l’evoluzione
di tale fenomeno e le sue conseguenze, né si
possono escludere allo stato attuale eventuali
impatti patrimoniali ed economici negativi sulla
nostra società.
L’impatto sarà pertanto considerato nelle stime
contabili della Società nel corso del 2020.
Continuità aziendale
Il presente Bilancio è redatto nella prospettiva
della continuità dell’attività aziendale (going
concern). Gli amministratori alla luce del
positivo andamento operativo - nonostante i
fattori di instabilità argomentati nella presente
sezione - ritengono che la struttura patrimoniale
e finanziaria sia tale da garantire la continuità
operativa dell’impresa nel prossimo futuro ed
hanno pertanto predisposto il bilancio nella
prospettiva della continuità aziendale.
Proposte all'Assemblea
Signori Azionisti,
Vi invitiamo ad approvare il bilancio
dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2019, così
come presentato dal Consiglio di
Amministrazione, nel suo complesso e nelle
singole appostazioni.
Vi proponiamo inoltre la seguente ripartizione
dell’utile
Utile netto d’esercizio Euro 929.237
- alla Riserva Legale in ragione del 5% Euro 46.462
- agli azionisti possessori
delle n. 38.000.000 azioni
Euro 0.023 per azione Euro 874.000
- a nuovo Euro 8.775
Nel ricordarvi, infine, che con l’approvazione
del presente Bilancio viene a scadere il mandato
degli attuali componenti il Collegio Sindacale
vi invitiamo a prendere le necessarie
deliberazioni.
Milano, 18.3.2020
Il Consiglio di Amministrazione
Nota
Aderendo ad una Raccomandazione emanata
successivamente dalla Banca d’Italia con la
quale, in relazione alla attuale situazione di
emergenza dovuta al “Coronavirus”, si
invitavano le Banche a non distribuire
dividendi almeno fino al 1.10.2020,
l’Assemblea degli azionisti della Banca ha
deliberato di destinare l’utile netto d’esercizio
pari ad Euro 929.237 come segue:
- alla Riserva Legale in ragione del 5% Euro 46.462
- a Riserva Straordinaria Euro 882.775
e di rinviare ad eventuale ulteriore Assemblea
da convocarsi successivamente al 1.10.2020
per nuove determinazioni.
-
1
BILANCIO D'ESERCIZIO AL 31 DICEMBRE 2019
STATO PATRIMONIALE
(in unità di euro)
ATTIVO 31.12.2019 31.12.2018
10. Cassa e disponibilità liquide 10.325.568 92.683.860
20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto
economico
103.024.147 110.370.463
a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 103.024.147 110.370.463
40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 186.254.049 181.833.485
a) crediti verso banche 170.084.491 180.006.126
b) crediti verso clientela 16.169.558 1.827.359
80. Attività materiali 2.049.210 138.394
90. Attività immateriali 2.344.784 2.565.138
di cui avviamento 2.211.265 2.458.265
100. Attività fiscali 837.361 2.022.059
a) correnti - 1.086.047
b) anticipate 837.361 936.012
120. Altre attività 16.583.056 22.930.841
Totale Attivo 321.418.175 412.544.240
PASSIVO E PATRIMONIO NETTO 31.12.2019 31.12.2018
10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 289.139.740 385.024.034
a) debiti verso banche 158.635 8.190.412
b) debiti verso la clientela 288.981.105 376.833.622
60. Passività fiscali 233.878 9.755
a) correnti 210.211 -
b) differite 23.667 9.755
80. Altre passività 6.712.082 3.185.432
90. Trattamento di fine rapporto del personale 2.063.383 2.076.026
100. Fondi per rischi e oneri:
a) impegni e garanzie rilasciate
399.237
3.825
272.124
-
b) quiescenza e obblighi simili 233.333 116.667
c) altri fondi per rischi e oneri 162.079 155.457
110. Riserve da valutazione (246.913) (210.662)
140. Riserve 12.187.531 11.959.514
160. Capitale 10.000.000 10.000.000
180. Utile (Perdita) d'esercizio 929.237 228.017
Totale passivo e patrimonio netto 321.418.175 412.544.240
-
2
BILANCIO D'ESERCIZIO AL 31 DICEMBRE 2019
CONTO ECONOMICO
(in unità di euro)
2019 2018
10. Interessi attivi e proventi assimilati 663.190 308.635
20. Interessi passivi e oneri assimilati (249.326) (241.194)
30. Margine di interesse 413.864 67.441
40. Commissioni attive 19.203.553 17.624.315
50. Commissioni passive (5.923.835) (4.511.915)
60. Commissioni nette 13.279.718 13.112.400
70. Dividendi e proventi simili 2 8
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 26.403 (517.714)
120. Margine di intermediazione 13.719.987 12.662.135
130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di:
a) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
(63.369)
-
150. Risultato netto della gestione finanziaria 13.656.618 12.662.135
160. Spese amministrative: (14.919.603) (15.811.213)
a) spese per il personale (8.092.203) (8.298.136)
b) altre spese amministrative (6.827.400) (7.513.077)
170. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (277.765) (272.124)
b) altri accantonamenti netti (277.765) (272.124)
180. Rettifiche/(riprese) di valore nette su attività materiali (707.182) (50.801)
190. Rettifiche/(riprese) di valore nette su attività' immateriali (87.887) (72.338)
200. Altri oneri/proventi di gestione 4.283.097 4.413.863
210. Costi operativi (11.709.340) (11.792.613)
240. Rettifiche di valore dell'avviamento (247.000) (247.000)
260. Utile (Perdita) dell'attività' corrente al lordo delle imposte 1.700.278 622.522
270. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (771.041) (394.505)
280. Utile (Perdita) dell'attività corrente al netto delle imposte 929.237 228.017
300. Utile (Perdita) d'esercizio 929.237 228.017
-
3
PROSPETTO DELLA REDDITIVITA’ COMPLESSIVA
(in unità di euro)
Voci 2019 2018
10 Utile (Perdita) d'esercizio 929.237 228.017
Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza
rigiro a conto
economico
70 Piani a benefici definiti (36.251) (25.088)
170 Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (36.251) (25.088)
180 Redditività complessiva (Voce 10+170) 892.985 202.929
Il “Prospetto della redditività complessiva” riporta l’utile d’esercizio e le “Altre componenti reddituali” che riflettono
le variazioni di valore delle attività registrate nell’esercizio in contropartita delle riserve da valutazione (al netto
delle relative imposte).
-
4
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO
(Importi in unità di Euro)
Esisten
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1.1
2.1
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Esisten
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9
Allocazione
risultato esercizio
precedente
Variazioni dell’esercizio
Patrim
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9
Variazio
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Operazioni sul patrimonio
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Derivati su
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ptio
ns
Capitale: 10.000.000 - 10.000.000 - - - - - - - - - - 10.000.000
a) azioni ordinarie 10.000.000 - 10.000.000 - - - - - - - - - - 10.000.000
b) altre azioni - - - - - - - - - - - - - -
Sovrapprezzi di emissione - - - - - - - - - - - - - -
Riserve: 11.959.514 - 11.959.514 228.017 - - - - - - - - - 12.187.531
a) di utili 11.217.046 - 11.217.046 228.017 - - - - - - - - - 11.445.063
b) altre
742.468
- 742.468 - - - - - - - - - -
742.468
Riserve da valutazione (210.662) - (210.662) - - - - - - - - - (36.251) (246.913)
Strumenti di capitale - - - - - - - - - - - - - -
Azioni proprie - - - - - - - - - - - - - -
Utile (Perdita) di esercizio 228.017 - 228.017 (228.017) - - - - - - - 929.236 929.236
Patrimonio netto 21.976.869 - 21.976.869 - - - - - - - - 892.985 22.869.854
Esisten
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Derivati su
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Capitale: 10.000.000 - 10.000.000 - - - - - - - - - - 10.000.000
a) azioni ordinarie 10.000.000 - 10.000.000 - - - - - - - - - - 10.000.000
b) altre azioni - - - - - - - - - - - - - -
Sovrapprezzi di
emissione
- - - - - - - - - - - - - -
Riserve: 11.403.024 - 11.403.024 556.490 - - - - - - - - - 11.959.514
a) di utili 10.660.556 - 10.660.556 556.490 - - - - - - - - - 11.217.046
b) altre 742.468 - 742.468 - - - - - - - - - -
742.468
Riserve da
valutazione
(185.574) - (185.574) - - - - - - - - - (25.088) (210.662)
Strumenti di capitale - - - - - - - - - - - - - -
Azioni proprie - - - - - - - - - - - - - -
Utile (Perdita) di
esercizio
2.306.490 - 2.306.490 (556.490) (1.750.000) - - - - - - - 228.017 228.017
Patrimonio netto 23.523.940 - 23.523.940 - (1.750.000) - - - - - - - 202.929 21.976.869
-
5
RENDICONTO FINANZIARIO
Metodo diretto
(Importi in unità di Euro) 31.12.19 31.12.18
A. ATTIVITA’ OPERATIVA
1. Gestione 1.791.374 340.741
- interessi attivi incassati (+) 483.259 51.220
- interessi passivi pagati (-) (249.326) (241.194)
- dividendi e proventi simili (+) 2 8
- commissioni nette (+/-) 13.279.719 13.112.400
- spese per il personale (-) (8.092.204) (8.298.136)
- altri costi (-) (7.105.165) (7.785.201)
- altri ricavi (+) 4.246.130 3.896.149
- imposte e tasse (-) (771.041) (394.505)
- costi/ricavi relativi ai gruppi di attività in via di dismissione e al netto
dell’effetto fiscale (+/-)
-
-
-
-
2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie 10.638.168 (59.671.021)
- attività finanziarie detenute per la negoziazione 7.375.399 (47.683.745)
- attività finanziarie designate al fair value - -
- altre attività valutate obbligatoriamente al fair value - -
- attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
Complessiva
- -
- attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (4.269.717) (2.123.991)
- altre attività 7.532.486 (9.863.285)
3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie (92.019.054) 143.577.259
- passività finanziarie valutate al costo ammortizzato
(95.209.984)
153.270.341
- passività finanziarie di negoziazione - -
- passività finanziarie designate al fair value - -
- altre passività 3.190.930 (9.693.082)
Liquidità netta generata/assorbita dall’attività operativa (79.589.511) 84.246.980
B. ATTIVITA’ DI INVESTIMENTO
1. Liquidità generata da 31.363 34.243
- vendite di partecipazioni - -
- dividendi incassati su partecipazioni - -
- vendite di attività materiali 31.363 34.243
- vendite di attività immateriali - -
- vendite di rami d’azienda - -
2. Liquidità assorbita da (2.763.892) (122.361)
- acquisti di partecipazioni - -
- acquisti di attività materiali (2.649.361) (41.702)
- acquisti di attività immateriali (114.531) (80.659)
- acquisti di rami d’azienda - -
Liquidità netta generata/assorbita dall’attività d’investimento (2.732.530) (88.118)
C. ATTIVITA’ DI PROVVISTA
- emissioni/acquisti di azioni proprie - -
- emissioni/acquisti di strumenti di capitale - -
- distribuzione dividendi e altre finalità (36.251) (1.775.088)
Liquidità netta generata/assorbita dall’attività di provvista (36.251) (1.775.088)
LIQUIDITA’ NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL’ESERCIZIO (82.358.292) 82.383.773
Riconciliazione
Voci di bilancio (importi in migliaia) 31.12.19 31.12.18
Cassa e disponibilità liquide all’inizio dell’esercizio 92.683.860 10.300.087
Liquidità totale netta generata/assorbita nell’esercizio
(82.358.292)
82.383.773
Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi - -
Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell’esercizio 10.325.568 92.683.860
-
6
NOTA INTEGRATIVA AL BILANCIO D’ESERCIZIO
AL 31 Dicembre 2019
Parte A - ……………………………………………………………….………………Politiche contabili
Parte B - …………………………………………………….Informazioni sullo stato patrimoniale
Parte C - ………………………………………………………...Informazioni sul conto economico
Parte D - …………….…………………………………………………………Redditività complessiva
Parte E - ……………………..Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura
Parte F - …………………………………………………………………Informazioni sul patrimonio
Parte G - …..…………Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda
Parte H - ………………………………………………………………Operazioni con parti correlate
Parte I - ……………………Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali
Parte L - …………………………………………………………………………..Informativa di settore
Parte M - ………………………………………………………………………….Informativa sul leasing
PARTE A – POLITICHE CONTABILI
A.1 – PARTE GENERALE
Sezione 1
Dichiarazione di conformità ai principi contabili
internazionali
Il presente bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2019
è redatto in conformità ai principi contabili
internazionali International Accounting Standards
(IAS) e International Financial Reporting Standards
(IFRS) emanati dall’International Accounting
Standards Board (IASB) e delle relative
interpretazioni dell’International Financial
Reporting Interpretations Committee (IFRIC)
omologati dalla Commissione Europea ai sensi del
Regolamento dell’Unione Europea n. 1606 del 19
luglio 2002 e recepiti in Italia con il Decreto
legislativo 28 febbraio 2005 n. 38.
Principi contabili internazionali omologati al 31
dicembre 2018 e applicati dal 1° gennaio 2019.
Di seguito vengono indicati i principi contabili
internazionali e le interpretazioni approvati dallo
IASB e omologati per l’adozione in Europa e
applicati per la prima volta a partire dal 1° gennaio
2019. Si precisa che la Banca non ha applicato alcun
IFRS in via anticipata.
IFRS 16 - Contratti di locazione (pubblicato in
data 9 novembre 2017).
Il principio stabilisce, innovando rispetto al
passato, che i leases siano rappresentati negli stati
patrimoniali delle società, aumentando così la
visibilità delle loro attività e passività.
L'IFRS 16 abolisce la distinzione tra leases operativi
e leases finanziari (per il lessee - il cliente della
locazione) trattando tutti i contratti in oggetto
come leases finanziari.
I contratti a breve termine (entro 12 mesi) e quelli
aventi ad oggetto beni di basso valore (ad esempio
personal computer) sono esenti da tale
trattamento.
Il nuovo Standard è effettivo dal 1° gennaio 2019.
Modifiche all'IFRS 9 (pubblicato in data 26 marzo
2018).
Secondo l'IFRS 9, uno strumento di debito può
essere misurato al costo Ai sensi dell'IFRS 9, uno
strumento di debito può essere valutato al costo
ammortizzato o al fair value nel conto economico
complessivo, a condizione che i flussi finanziari
contrattualizzati siano "esclusivamente pagamenti
di capitale e interessi sull'importo di riferimento" (il
criterio SPPI) e lo strumento sia classificato
nell’appropriato modello di business. Le modifiche
all'IFRS 9 chiariscono che un'attività finanziaria
supera il criterio SPPI indipendentemente
dall'evento o dalla circostanza che causa la
risoluzione anticipata del contratto e
indipendentemente da quale sia la parte che paga
o che riceve un ragionevole risarcimento per la
risoluzione anticipata del contratto.
IFRIC 23 - Incertezza sui trattamenti ai fini
dell'imposta sul reddito (pubblicato in data 24
ottobre 2018).
-
7
Il principio chiarisce il comportamento contabile da
seguire in caso di incertezza sul trattamento delle
imposte sul reddito. L’ente deve valutare la
probabilità che l’autorità competente accetti o
meno il trattamento contabile di un’imposta sul
reddito. Se sussiste la probabilità che l’autorità non
accetti il trattamento contabile, l’IFRIC 23 propone
2 metodi per riflettere l’effetto dell’incertezza nel
calcolo dell’imposta: - l’importo più probabile che
accetterà l’autorità fiscale (es. nei casi di scelta
binaria – deduzione di un costo accolta o rifiutata
totalmente);
- la somma degli ammontari ponderati per la
probabilità che l’autorità fiscale accetti ciascuno
di essi (es. nei casi in cui esistono diverse
possibili risposte dell’autorità).
Miglioramenti annuali Principi contabili
Internazionali Ciclo 2015-2017 (pubblicato in
data 15 marzo 2019).
Con il Regolamento (UE) 2019/412 del 14 marzo
2019 la Commissione, nel contesto dell'ordinaria
attività di razionalizzazione e di chiarimento dei
principi contabili internazionali, ha recepito le
novità introdotte dallo IASB nell’ambito del Ciclo
annuale di miglioramenti agli IFRS 2015-2017 (i
miglioramenti annuali), pubblicato dallo IASB il 12
dicembre 2017.
Tali novità includono modifiche allo IAS 12
“Imposte sul reddito”, allo IAS 23 “Oneri finanziari”,
all’IFRS 3 “Aggregazioni aziendali” e all’IFRS 11
“Accordi a controllo congiunto”.
IFRS 3 Aggregazioni aziendali - Le modifiche
chiarificano che, quando un ente ottiene il controllo
di un business nell'ambito di un'operazione
congiunta, applica i requisiti di un'aggregazione
aziendale raggiunta per stages, includendo la
rivalutazione degli interessi pre-detenuti nelle
attività e nelle passività dell'operazione congiunta
al fair value. Tale principio si applica alle operazioni
la cui data di stipula sia uguale o successiva al
primo gennaio 2019.
IFRS 11 Accordi a controllo congiunto - Le
modifiche trattano il caso di una società che
partecipi ad una operazione a controllo congiunto
senza soddisfare i requisiti necessari a detenere il
controllo congiunto. Se successivamente tale
società ottiene il controllo congiunto sulla base dei
presupposti previsti dall’IFRS 11, in tale situazione,
gli interessi precedentemente detenuti in tale
operazione non sono rivalutati. Gli emendamenti si
applicano alle operazioni di cui si ottiene il
controllo congiunto a partire dal primo gennaio
2019.
IAS 12 Imposte sul reddito - Le modifiche
chiariscono che le conseguenze delle imposte sul
reddito sui dividendi sono maggiormente collegate
alle operazioni ed agli eventi che generarono gli
utili distribuibili più che ai dividendi stessi. Dunque,
le conseguenze delle imposte sul reddito sui
dividendi vanno rilevate in conto economico, nelle
altre componenti del conto economico complessivo
o a patrimonio netto, in relazione a dove le
operazioni e gli eventi cui tale imposte sono
collegate siano state originariamente rilevate. In
sede di prima applicazione, occorre applicare tali
principi alle imposte sul reddito sui dividendi
rilevate a partire dall'inizio del primo periodo di
comparazione.
IAS 23 Oneri finanziari - Le modifiche chiariscono
che gli oneri finanziari sostenuti al fine di mettere
in uso un asset o renderlo pronto alla vendita vanno
rilevati negli oneri finanziari generici quando tutte
le attività necessarie a tale scopo sono
sostanzialmente terminate.
Modifiche allo IAS 19 (pubblicato in data 14
marzo 2019).
Con il regolamento in oggetto sono adottate talune
modifiche allo IAS 19 “Plan amendment,
curtailment or settlement”. L’obiettivo delle
modifiche è chiarire che, dopo la modifica, la
riduzione o l’estinzione del piano a benefici
definiti, l’entità deve applicare le ipotesi aggiornate
dalla rideterminazione della sua passività (attività)
netta per benefici definiti per il resto del periodo di
riferimento.
La modifica allo IAS 19 prevede che, al verificarsi di
una modifica/riduzione di un piano a benefici
definiti, l’impresa è tenuta ad aggiornare le ipotesi
attuariali utilizzate per determinare il current
service cost (ovvero la quota maturata nell’esercizio
del debito nei confronti dei dipendenti risultante
dall’attività lavorativa svolta nell’esercizio corrente)
e gli interessi netti sulla passività (attività) netta per
la restante parte dell’esercizio che intercorre tra la
data della modifica/riduzione e la chiusura
dell’esercizio corrente.
La versione precedente dello IAS 19 richiedeva che,
in caso di modifica/riduzione di un piano a benefici
definiti, prima di calcolare il past service cost, si
rimisurasse la passività (attività) netta utilizzando il
fair value delle attività a servizio del piano e le
ipotesi attuariali correnti, mentre non richiedeva
esplicitamente di aggiornare le ipotesi attuariali
sottostanti il current service cost e il net interest a
seguito della modifica del piano. Stante le diversità
di pratiche poste in essere dalle imprese, le
modifiche in oggetto specificano che l’impresa è
chiamata ad aggiornare le “actuarial assuntion” a
seguito della modifica/riduzione del piano,
utilizzando l’informativa più recente disponibile.
Modifiche allo IAS 28 (pubblicato in data 11
febbraio 2019).
Le modifiche chiariscono che una società applica
l'IFRS 9 alle partecipazioni in società collegate e
joint venture per le quali il metodo del patrimonio
netto non si applichi.
Nell'applicazione dell'IFRS 9, non bisogna
considerare alcuna perdita della collegata o entità a
controllo congiunto, né alcuna svalutazione
dell'investimento netto, riconosciuta come
modifica all'investimento netto della collegata o
dell'entità a controllo congiunto dall'applicazione
dello IAS 28 - Investimenti in collegate e Joint
Ventures.
-
8
Per illustrare come gli enti applichino i requisiti
previsti da IAS 28 e IFRS 9 in relazione agli interessi
a lungo termine, lo IASB ha pubblicato un esempio
pratico.
Le modifiche si applicano retroattivamente, con
alcune eccezioni. L'applicazione anticipata delle
modifiche è concessa e deve esserne data evidenza.
Principi contabili IAS/IFRS e interpretazioni di
futura efficacia
Modifiche ai riferimenti alla framework
concettuale negli IFRS (in vigore dal 1° gennaio
2020).
Lo IASB ha emesso il 29 marzo 2018 una versione
rivisitata del Conceptual Framework del bilancio
che recepisce i principi contabili IFRS. Tale
strumento garantisce che i principi contabili siano
concettualmente coerenti e che operazioni dello
stesso tipo siano trattate nello stesso modo,
fornendo le informazioni utili ad investitori e altri.
Il Conceptual Framework aiuta, inoltre, le imprese
ad implementare politiche contabili adeguate
quando nessun principio IFRS disciplina la
transazione specifica; favorisce, infine, gli
stakeholders in generale nel comprendere i principi
contabili. Il Conceptual Framework modificato
include: un nuovo capitolo sulla misurazione e sulle
regole di segnalazione dei risultati finanziari;
definizioni più accurate e regole - in particolare la
definizione di passività; chiarimenti su importanti
argomenti, come le norme di amministrazione,
prudenza e incertezza di calcolo nel financial
reporting.
Modifiche allo IAS 1 e allo IAS 8 (in vigore dal 1°
gennaio 2020).
Lo IASB ha chiarito nello IAS 1 'Presentazione del
Bilancio e nello IAS 8 'Principi contabili,
cambiamenti nelle stime contabili ed errori' la
definizione di 'rilevanza e allineato tale definizione
a quella utilizzata nel Framework concettuale e
negli IFRS stessi. Un'informazione è rilevante se la
sua omissione o errata misurazione può
ragionevolmente influenzare decisioni che i fruitori
principali del bilancio prendono sulla base del
bilancio stesso.
Modifiche ai Principi IFRS 9, IAS 39 e IFRS 7:
riforma dei tassi di interesse di riferimento del
mercato (in vigore dal 1° gennaio 2020).
Lo IASB ha pubblicato il documento Interest Rate
Benchmark Reform (Amendments to IFRS 9, IAS 39
and IFRS 7), che modifica le disposizioni in tema di
hedge accounting dell’IFRS 9 e dello IAS 39.
Le modifiche entrano in vigore dal 1° gennaio 2020
ma è comunque consentita l’applicazione
anticipata.
Modifiche all'IFRS 3 (in vigore dal 1° gennaio
2020).
Lo IASB, nella versione aggiornata del Principio IFRS
3 - Aggregazioni aziendali, ha modificato la
definizione di 'impresa. Nella nuova definizione
viene evidenziato che lo scopo dell'impresa è quello
di fornire prodotti e servizi ai clienti, mentre la
definizione precedente si focalizzava sullo scopo di
produrre proventi nella forma di dividendi, minori
costi o altri benefici economici per gli investitori o
altri soggetti.
La distinzione tra impresa e azienda è
fondamentale, in quanto l'iscrizione
dell'avviamento può avvenire solo in seguito
all'acquisto di un'impresa. Le società applicano alle
aggregazioni aziendali la nuova definizione di
impresa a partire dalle operazioni la cui data di
stipula sia uguale o successiva al 1° gennaio 2020.
IFRS 17 – Contratti assicurativi (in vigore dal 1°
gennaio 2020).
Il 18 maggio lo IASB ha emesso il nuovo principio
contabile internazionale relativo ai contratti
assicurativi con applicazione a partire da FY 2021.
Il nuovo principio contabile internazionale per la
contabilizzazione dei contratti assicurativi
(precedentemente conosciuto come IFRS 4) mira a
migliorare la comprensione da parte degli
investitori, ma non solo, dell’esposizione al rischio,
della redditività e della posizione finanziaria degli
assicuratori. Lo IASB ha finalizzato il testo definitivo
ponendo fine ad una lunga fase di consultazione.
L’IFRS 17 è un principio complesso che includerà
alcuni fondamentali differenze rispetto all’attuale
contabilità sia in merito alla misurazione delle
passività sia nel riconoscimento dei profitti.
L’IFRS 17 si applica a tutti i contratti assicurativi. Il
modello contabile di riferimento ("General Model")
è basato sull’attualizzazione dei flussi di cassa
attesi, l’esplicitazione di un "risk adjustment" e di
un "Contractual Service Margin" (CSM), che non può
essere negativo e che rappresenta il valore attuale
dei profitti up-front, rilasciati attraverso
l’ammortamento dello stesso.
Sezione 2
Principi generali di redazione
Il bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal
conto economico, dal prospetto della redditività
complessiva, dal prospetto delle variazioni di
patrimonio netto, dal rendiconto finanziario e dalla
Nota Integrativa ed è corredato dalla relazione degli
amministratori sull’andamento della gestione, sui
risultati economici conseguiti e sulla situazione
patrimoniale e finanziaria della banca.
In conformità a quanto disposto dall’art. 5, comma
2, del D.lgs. 28 febbraio 2005, n. 38, il bilancio
d’impresa è redatto utilizzando l’Euro come
moneta di conto. In particolare, in linea con le
istruzioni emanate dalla Banca d’Italia, gli importi
dei prospetti contabili stato patrimoniale e conto
economico e prospetto della redditività sono
espressi in Euro, i restanti prospetti contabili e le
note esplicative sono espressi in Euro migliaia.
Al fine di tenere conto delle modifiche intervenute
nelle disposizioni del Codice Civile in materia di
bilancio a seguito dell’entrata in vigore della
riforma del diritto societario (D.lgs. 17 gennaio
2003, n. 6 e provvedimenti delegati a valere sulla
Legge 3 ottobre 2001, n. 366), le informazioni di
nota Integrativa, ove non diversamente disposto
-
9
dalla normativa speciale della Banca d’Italia, sono
state adeguatamente e conformemente integrate.
In riferimento agli schemi di bilancio e di nota
integrativa, in virtù dell’art. 9 del D.lgs. 28 febbraio
2005, n. 38, la Banca ha applicato le disposizioni di
cui alla Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22
dicembre 2005 e successivi aggiornamenti,
integrando le informazioni ove previsto dai principi
contabili internazionali o ritenuto opportuno sotto
il profilo della rilevanza o significatività.
Gli schemi di bilancio e le tabelle di nota integrativa
presentano anche i corrispondenti dati di raffronto
con l’esercizio precedente.
Le risultanze contabili di Banca Albertini sono state
determinate in applicazione ai principi contabili
internazionali. Il bilancio si fonda sull’applicazione
dei seguenti principi generali di redazione dettati
dallo IFRS 1:
a) Continuità aziendale
Attività e passività sono valutate secondo i valori di
funzionamento della società, in quanto destinate a
durare nel tempo.
b) Competenza economica
Costi e ricavi vengono rilevati, a prescindere dal
momento del loro regolamento monetario, per
periodo di maturazione economica.
c) Coerenza di classificazione
Presentazione e classificazione delle voci sono
mantenute costanti nel tempo allo scopo di
garantire la comparabilità delle informazioni, salvo
che la loro variazione sia richiesta da un Principio
Contabile Internazionale o da una Interpretazione
oppure renda più appropriata, in termini di
significatività e di affidabilità, la rappresentazione
dei valori.
Se un criterio di presentazione o di classificazione
viene cambiato, quello nuovo si applica (ove
possibile) in modo retroattivo; in tal caso vengono
anche indicati la natura e il motivo della variazione,
nonché le voci interessate.
d) Aggregazione e rilevanza
Ogni classe rilevante di voci simili viene esposta
distintamente nel bilancio. Le voci di natura o
destinazione dissimile sono presentate
distintamente a meno che queste siano irrilevanti.
e) Divieto di compensazione
Attività e passività, costi e ricavi non vengono
compensati fra loro, salvo che ciò non sia richiesto
o permesso da un Principio Contabile
Internazionale o da una interpretazione oppure
dagli schemi predisposti dalla Banca d’Italia per i
bilanci delle banche.
Nel rilevare i fatti di gestione nelle scritture
contabili si è data rilevanza al principio della
sostanza economica rispetto a quello della forma.
Sezione 3
Eventi successivi alla data di riferimento del
bilancio
Emergenza e diffusione “Coronavirus”
Alla data di redazione del bilancio, i mercati
finanziari stanno risentendo di fattori di instabilità
dovuti all’emergenza e alla diffusione del Covid 19
(c.d. “Coronavirus”) che, nei primi mesi del 2020,
ha inizialmente impattato l’attività economica in
Cina e successivamente si è diffuso negli altri
Paesi, tra cui principalmente l’Italia. I primi
provvedimenti del Governo presi a partire dallo
scorso mese di febbraio, hanno causato
localmente il rallentamento o l'interruzione
dell'attività economica e commerciale in molteplici
settori. Tali fattori sono stati considerati come
eventi che non comportano rettifiche sui saldi di
bilancio - ai sensi dello IAS 10 § 21 - in quanto
evento manifestatosi successivamente alla data di
riferimento del bilancio (31 dicembre 2019);
l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti
dichiarato l’esistenza di un “fenomeno di
emergenza internazionale” solo nei primi mesi del
2020.
Ad oggi non è possibile prevedere l’evoluzione di
tale fenomeno e le sue conseguenze, né si
possono escludere allo stato attuale eventuali
impatti patrimoniali ed economici negativi sulla
nostra società. L’impatto sarà pertanto
considerato nelle stime contabili della Società nel
corso del 2020.
La Banca al fine di fronteggiare all’emergenza e
alla diffusione del “Coronavirus” ha dato
attuazione ad un piano di “Business Continuity”
caratterizzato dalle seguenti misure di
prevenzione: i) riduzione significativa della
presenza di risorse in azienda; ii) incremento della
presenza di risorse in “Smart working”; iii)
garantita l’efficienza operativa degli uffici critici
della società; iv) costante monitoraggio delle
attività prestate dai principali provider di servizi ed
altre misure quali la costante informativa al
personale dei contenuti dei vari Decreti emanati
dalle Autorità e alle misure messe in atto dalla
società quali sanitizzazione degli ambienti
lavorativi.
Sezione 4
Altri aspetti
Informazioni aggiuntive
In diverse occasioni, congiuntamente, Banca
d’Italia, Consob e Isvap hanno svolto alcune
considerazioni in merito alla incertezza dei mercati,
chiedendo agli Amministratori di fornire nei bilanci
alcune informazioni ritenute indispensabili per
rappresentare più chiaramente la situazione e gli
andamenti aziendali, con particolare riferimento alla
continuità aziendale, ai rischi finanziari, alle verifiche
per riduzione di valore delle attività ed alle
incertezze nell’utilizzo di stime.
Informativa relativa ai rischi finanziari
Per quanto concerne le richieste riguardanti
l’informativa relativa ai rischi finanziari, si fa rinvio
alle informazioni fornite nella presente Nota
Integrativa
Utilizzo di stime e assunzioni
Si precisa che sono stati completati i processi di
stima a supporto del valore di iscrizione delle più
-
10
rilevanti poste valutative iscritte nel Bilancio al 31
dicembre 2019, così come previsto dai principi
contabili vigenti. Detti processi sono basati in larga
misura su stime di recuperabilità futura dei valori
iscritti in bilancio secondo le regole dettate dalle
norme vigenti e sono stati effettuati in un’ottica di
continuità aziendale. La redazione del bilancio
richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che
possono determinare effetti sui valori iscritti nello
stato patrimoniale e nel conto economico, nonché
sull’informativa relativa alle attività e passività
potenziali riportate in bilancio. L’elaborazione di
tali stime implica l’utilizzo delle informazioni
disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive,
fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai
fini della formulazione di assunzioni ragionevoli
per la rilevazione dei fatti di gestione. Per loro
natura le stime e le assunzioni utilizzate possono
variare di esercizio in esercizio e, pertanto, non è
da escludersi che negli esercizi successivi gli attuali
valori iscritti in bilancio potranno differire a seguito
del mutamento delle valutazioni soggettive
utilizzate.
Le principali fattispecie per le quali è maggiormente
richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da
parte della direzione aziendale sono:
la quantificazione delle perdite per riduzione
di valore delle attività finanziarie;
la determinazione del fair value degli
strumenti finanziari da utilizzare ai fini
dell’informativa di bilancio;
la valutazione della congruità del valore delle
altre attività immateriali;
la quantificazione dei fondi del personale e dei
fondi per rischi e oneri;
le stime e le assunzioni per la determinazione
della fiscalità corrente e per la recuperabilità
della fiscalità differita attiva;
le ipotesi demografiche (legate alla mortalità
prospettica della popolazione assicurata) e
finanziarie (derivanti dalla possibile
evoluzione dei mercati finanziari) utilizzate
nella determinazione dei fondi relativi al
personale.
Informativa sulla continuità aziendale
Il presente Bilancio è redatto nella prospettiva della
continuità dell’attività aziendale (going concern). A
tale proposito, il tavolo di coordinamento
congiunto fra Banca d'Italia, Consob e Isvap in
materia di applicazione degli IAS/IFRS, con il
documento n. 2 del 6 febbraio 2009 “Informazioni
da fornire nelle relazioni finanziarie sulla continuità
aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per
riduzione di valore delle attività e sulle incertezze
nell’utilizzo di stime”, ha richiesto agli
Amministratori di svolgere valutazioni accurate in
merito alla sussistenza del presupposto della
continuità aziendale, conformemente alle
previsioni contenute nel principio contabile IAS 1.
In particolare, i paragrafi 23-24 del principio
contabile IAS 1 stabiliscono che: “Nella fase di
preparazione del bilancio, la direzione aziendale
deve effettuare una valutazione della capacità
dell’entità di continuare a operare come un’entità
in funzionamento. Il bilancio deve essere redatto
nella prospettiva della continuazione dell’attività a
meno che la direzione aziendale non intenda
liquidare l’entità o interromperne l’attività, o non
abbia alternative realistiche a ciò. Qualora la
direzione aziendale sia a conoscenza, nel fare le
proprie valutazioni, di significative incertezze
relative a eventi o condizioni che possano
comportare l’insorgere di seri dubbi sulla capacità
dell’entità di continuare a operare come un’entità
in funzionamento, tali incertezze devono essere
evidenziate. Qualora il bilancio non sia redatto nella
prospettiva della continuazione dell’attività, tale
fatto deve essere indicato, unitamente ai criteri in
base ai quali esso è stato redatto, e alla ragione per
cui l’entità non è considerata in funzionamento”.
Gli amministratori alla luce del positivo andamento
operativo ritengono che la struttura patrimoniale e
finanziaria sia tale da garantire la continuità
operativa dell’impresa nel prossimo futuro ed
hanno pertanto predisposto il bilancio nella
prospettiva della continuità aziendale.
Gli effetti della prima applicazione (FTA)
dell’IFRS 16
In data 1° gennaio 2019 è diventato