Bambini piccoli inventori (e costruttori) nelle scuole di ... · Ovvero con la curiosità verso...

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8.04.2016 h 10:16 Di Redazione

Bambini piccoli inventori (e costruttori) nelle scuole di Greve in Chianti

Progetto "Eureka! Funziona!", dell'Istituto comprensivo di Greve in Chianti in collaborazionecon Federmeccanica

GREVE IN CHIANTI - Bambini "ingegneri e costruttori" che si sperimentano nella creazione del giocattolo-robot. Camioncini con gru, minions girevole, orologio a cucù, auto e barche mobili.

Gli studenti della primaria di San Polo, Strada e Greve sono i protagonisti del progetto “Eureka! Funziona!”,

promosso dall’Istituto comprensivo di Greve in Chianti, in collaborazione con Federmeccanica, che hafornito i kit e gli strumenti necessari alla realizzazione degli oggetti.

"Si tratta di un’iniziativa - dichiarano gli insegnanti - cui i ragazzi hanno lavorato con grande entusiasmoriuscendo a disegnare, progettare e realizzare le loro idee, condivise e affinate all’interno di specifici gruppi”.

Ognuno ha avuto a disposizione una valigetta contenente gli strumenti del mestiere e dell’artedell’invenzione: batterie e motorini elettrici, gomme di plastica, strisce di polipropilene, dischi di cartone,chiodini, fermacampione.

“Un progetto interessante - ha commentato l’assessore alla pubblica istruzione Maria Grazia Esposito - chefa emergere l’elevata qualità educativa del percorso formativo che i nostri studenti intraprendono nelle scuoledell’Istituto comprensivo e la preparazione dei docenti che coinvolgono e stimolano la creatività e levocazioni dei ragazzi, trasmettendo loro fiducia, conoscenze specifiche e occasioni empiriche di apprendere,l’arte di imparare facendo, mettendosi alla prova”.

Lo scopo del progetto è stato quello di far costruire ai bambini un giocattolo che deve avere come unacaratteristica l’essere mobile attraverso l’utilizzo di un kit.

8.04.2016 h 10:27 Di Redazione

Domenica 10 aprile prima edizione del "Cross Triathlon" a Greve in Chianti

Nuoto, corsa e mountain bike: gara amatoriale con partenza dalle Piscine grevigiane. Arrivo in piazzaMatteotti

GREVE IN CHIANTI - Quattrocento metri di nuoto nella vasca delle Piscine di Greve in Chianti. Tredici km in mountainbike. Per chiudere con 4,8 km di corsa.

Sono il "profilo" del primo "Cross Triathlon di Greve in Chianti", organizzarto dal centro sportivo educativo nazionaleCSEN, in collaborazione con l’associazione sportiva dilettantistica Firenze Triathlon domenica 10 aprile, gara amatorialedi cross triathlon.

La manifestazione avrà inizio dalla piscina di Greve in Chianti in via Montebeni alle 10.30 e sarà suddivisa fra i 400 metridi nuoto indoor; 13 km di mountain bike su percorso completamente fuoristrada; 5 km di corsa trail.

L’arrivo sarà nella bellissima piazza Matteotti, palcoscenico dell'arrivo della tappa del Giro d'Italia del prossimo 15maggio. Info: www.csenfirenze.it.

9.04.2016 h 08:59 Di Redazione

Le 99 tartarughe di Silvano Porcinai, per dire no all'abbandono degli animali

Alla Macina di San Cresci viene inaugurata la mostra dell'artista grassinese in occasione dello Slow Art day

GREVE IN CHIANTI - Si inaugura sabato 9 aprile alle 16 la mostra dell'artista grassinese Silvano Porcinai alla Macinadi San Cresci a Greve.

Si chiama "99 tartarughe" la particolare installazione che prende spunto da un fatto realmente accaduto a Firenze: ilsalvataggio e il trasferimento nel centro ittiogenico del Trasimeno delle 99 tartarughe che, trovate nelle varie fontane diFirenze erano poi state riunite in due vasche presso il parco delle Cascine in attesa di una loro collocazione in un contestopiù idoneo.

Le tartarughe acquatiche, avevano rappresentato una vicenda piuttosto singolare, discussa e dibattuta dal punto di vistadegli equilibri naturali, della sicurezza, dell’educazione contro l’abbandono degli animali domestici da parte delle personeche dovrebbero prendersene cura e anche della grande resistenza e della capacità di adattamento di questi animaliall’ambiente.

Da qui il numero 99, la scelta di realizzarne 99. Le tartarughe di Firenze diventano a La Macina, per lo Slow Art Day, le99 tartarughe di terra artistiche di Silvano Porcinai. Sono una serie limitata, realizzate a mano dall’artista, diverse unadall’altra per forma e dimensione.

"L’idea è quella che l’installazione duri solo poche ore; l’intento è che esse vadano in giro, che qualcuno se ne prendacura) come è successo per le 99 tartarughe di Firenze(così che possano ispirare, suggerire, suscitare nuove emozioni,spunti di riflessione e pensieri in coloro che se le porteranno via con sé - spiegano dall'associazione culturale Macina diSan Cresci. "Don’t miss! Reserve your turtle".

L'associazione partecipa con questa mostra alla giornata annuale Slow art day, evento che si svolge contemporaneamentein circa 200 gallerie e musei di tutto il mondo e che incoraggia a riflettere, ad osservare lentamente e a discutere insiemesull’esperienza artistica.

L'artista Silvano Porcinai è nato a Grassina nel 1950, è l'autore della scultura in bronzo della Lavandaia in piazza UmbertoI a Grassina.

Si è laureato presso l'Istituto d'Arte di Firenze ed è stato professore di scultura in varie scuole d'arte e istituti dellaToscana. Numerose sono le sue mostre personali e collettive in Italia e all'estero. La sua più recente opera d'arte, il bronzo“Pinocchio” è stato posto a Kyoto in Giappone. La mostra 99 tartarughe ha il patrocinio del Comune di Greve in Chianti.

12.04.2016 h 13:13 Di Redazione

A Verrazzano gli Indiani Lakota Sioux: convegno e pranzo a base di bisonte!

In occasione del Verrazzano Day (17 aprile), una giornata davvero particolare alla scoperta di una storia lontana

GREVE IN CHIANTI - "È il Verrazzano Day che lo stesso Giovanni da Verrazzano avrebbe voluto".

A parlare è Luigi Cappellini , titolare del castello di Verrazzano e presidente della Fondazione Giovanni da Verrazzano, alla vigilia di unappuntamento molto speciale

Quattrocentonovantadue anni dopo la scoperta della baia di New York (17 aprile 1524) da parte del celebre navigatore chiantigiano, inativi dell'America il prossimo 17 aprile rendono la visita alla terra che ha dato i natali a Giovanni da Verrazzano.

"Abbiamo voluto - dice Cappellini - rendere simbolicamente omaggio ai primi abitanti che ha incontro nella baia di New York con lospirito che ha sempre contraddistinto il navigatore. Ovvero con la curiosità verso popoli sconosciuti, civiltà lontane ma sempre ricche didignità".

"Quest'anno - riprende - presso di noi avremo la massima delegazione dei Lakota Sioux che firmerà un solenne patto di amicizia con lenostre autorità locali ed a loro dedicheremo poi una intera giornata con un convegno, un pranzo con piatti degli indiani d'America e dellatradizione chiantigiana, ed una mostra con abiti, oggetti e manufatti dei Lakota".

Il convegno

L'idea che è alla base dell'incontro vuole rendere omaggio allo spirito, decisamente moderno di Giovanni da Verrazzano.

Ovvero "quello - continua Cappellini - di osservare i popoli che incontrava, capirne gli usi e contaminare le tradizioni con le proprie.Insomma un concetto attuale di integrazione tra popoli che pone alla base il rispetto reciproco e fa di Giovanni da Verrazzano unpersonaggio molto diverso dagli altri conquistaderes, non interessato al puro e semplice tornaconto economico".

Al convegno, dal titolo “Giovanni da Verrazzano, Nuovi mondi Antiche culture” sono previsti gli interventi di Luigi Cappellini che per laprima volta parlerà come presidente della Fondazione, Alessandro Martire, italiano, avvocato, delegato del Governo della NazioneLakota Sioux, il capo indiano Leonard Crow Dog Jr, Frederick Thomas Haukaas, artista Lakota e Cathy Smith, costumistacinematografica e nomination al premio Oscar per i costumi del film "Balla con i lupi".

Il pranzo con carne di bisonte

La giornata prevede anche un momento conviviale con l'incontro a tavola tra i piatti della tradizione Lakota e chiantigiana.

Al momento dell'aperitivo, preghiera inaugurale con il tamburo del capo del Governo tradizionale Lakota Sioux quindi il pranzo “I Lakotaincontrano Verrazzano” e quindi a seguire proiezione del backstage del film Balla con i Lupi e intervento di Cathy Smith.

Il menu del pranzo “I Lakota incontrano Verrazzano”

Si parte con Antipasto Verrazzano (misto di affettati di fattoria, crostini toscani, crostini con lardo al profumo di rosmarino, crostini dicipolle al Vinsanto) e Pane fritto Lakota. Quindi i primi prevedono Ribollita, Zuppa di Bisonte, Pasta al ragù mentre di secondo Arista alforno e Stufato di bisonte con contorni di patate al forno. Per dessert, Torta di mele Imperiale.

La mostra

Nella giornata del 17 aprile, il Castello di Verrazzano ospita pezzi della mostra etnografica sui popoli aborigeni Nord americani LakotaSioux in svolgimento a Pistoia dal 15 aprile al 2 maggio.

Eventi correlati

Fanno parte del programma della giornata, un annullo filatelico per celebrare l'evento, una manifestazione con sbandieratori in piazzaMatteotti a Greve in Chianti davanti al monumento al navigatore.

14.04.2016 h 10:05 Di Matteo Morandini

Avis Strada: "Purtroppo il nostro patrimonio di donazioni rischia di essere perso"

Il presidente Mariani: "Alcuni nostri donatori marocchini sono stati costretti ad andare fino a Scandicci"

STRADA (GREVE IN CHIANTI) - Ha compiuto 75 anni proprio pochi giorni fa, ma Paolo Mariani, storico presidentedell'Avis di Strada in Chianti, nonostante l'età non più giovanissima conserva intatta tutta la passione per il volontariato,per la sua associazione e per il suo paese.

Eppure negli ultimi mesi non sono mancati i motivi per gettare la spugna, su tutti la chiusura del centro di raccolta in virtùdella legge sugli accreditamenti che dal 1 luglio 2015 ha imposto che la raccolta del sangue deve essere effettuata pressouna struttura sanitaria.

Ma non solo, dice Mariani, i problemi più grossi ora riguardano l'organizzazione del punto di raccolta presso l'ospedale diPonte a Niccheri, dove spesso il personale non è in grado di far fronte ai donatori che arrivano da Strada.

“È successo recentemente con dei ragazzi del Marocco che volevano donare - racconta Mariani - ma che sono statirimandati indietro e costretti ad andare a Scandicci, perché nella nostra zona non c'è più nessuno. Dunque il nostro destinoè legato adesso alla riorganizzazione dell'ospedale di Santa Maria Annunziata”.

Sulla possibilità che la raccolta del sangue possa tornare nella frazione, Mariani non nutre molte speranze. “Serve una

struttura sanitaria e qui non ce ne sono - dice - Non è mai stato previsto un centro sanitario di riferimento per tutta lanostra comunità e forse si è trattato di un errore di programmazione”.

Uno spiraglio si era aperto con la possibilità di avere in dotazione un'autoemoteca dell'Istituto militare, ma la normativaimpone che debba guidarla un militare e quindi non sarà una strada facilmente praticabile.

“Confidiamo nel fatto che la Croce Rossa riesca ad ottenere l'accreditamento - aggiunge - e nel caso potremmoappoggiarci a loro”.

Nonostante la chiusura del centro e la conseguente diminuzione del numero dei donatori (sulla carta sono circa 200, masolo qualche decina gli attivi), i segnali positivi non mancano. Dal dicembre scorso infatti la rotta pare essersi invertita,con i prelievi che sono tornati a salire (già sessanta quelli effettuati): segno che l'associazione ha ancora molto da dire e,secondo Mariani, può farlo trovando nuovi stimoli.

“Dobbiamo andare incontro alla comunità, spiegando alla gente chi siamo e cosa facciamo. La situazione è cambiataprofondamente e non vedo prospettive per un ritorno al contesto che è stato fino a pochi mesi fa, quindi bisogna cambiarenoi”, dice con convinzione Mariani.

L'Avis di Strada vuole continuare a tenere stretto il proprio ruolo di punto di riferimento per la comunità, per la storia cheda oltre quarant'anni (l'associazione è nata nel 1975) la vede protagonista sul territorio e per un futuro tutto da costruireper il quale sta lavorando sia con l'amministrazione comunale sia con la popolazione.

La comunicazione sarà il fattore decisivo per il futuro: volantini, sms e molto contatto con le persone per sensibilizzarle estimolarle ad avvicinarsi alla pratica della donazione del sangue.

“E' questo il valore aggiunto di una comunità come la nostra”, conclude il presidente.

10.04.2016 h 20:48 Di Redazione

Vinitaly: il presidente della Repubblica Mattarella in visita allo stand del Gallo Nero

Giornata super quella dell'inaugurazione 2016. Il Capo dello Stato brinda ai Trecento anni del ChiantiClassico

CHIANTI CLASSICO - Nel giorno dell'apertura dell'edizione 2016 del Vinitaly un grande onore per il territoriochiantigiano: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato lo Stand del Chianti Classico per celebrare il300esimo anniversario della più antica denominazione di origine del mondo.

Accolto dal presidente del Consorzio, Sergio Zingarelli e dal governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, SergioMattarella si è intrattenuto con i produttori chiantigiani per festeggiare questa importante ricorrenza, incoraggiandoli aproseguire negli sforzi per promuovere le eccellenze nel Made in Italy nel mondo.

Il padrone di casa, Sergio Zingarelli, ha così commentato: “Siamo davvero commossi e onorati dalla visita del presidentedella Repubblica. Con l’augurio di Mattarella possiamo dire di avere avuto il giusto riconoscimento ai 300 anni delChianti Classico".

"Tre secoli da quel 24 settembre del 1716 - ha ricordato - quando Cosimo III dei Medici, con un bando granducale,riconosceva l’unicità del nostro territorio e l’eccellenza dei suoi vini: una sorta di Doc ante-litteram della quale siamoorgogliosi. Come produttori siamo consapevoli dell’importanza di questa eredità, che vogliamo preservare e incrementarein tutti i modi”.

La vetrina di Vinitaly costituisce anche l’occasione per comunicare al mondo il progetto di candidatura del territorio delChianti Classico a Patrimonio dell’Umanità.

Nell’anno in cui ricorrono i tre secoli della Doc, l’Assemblea dei Soci del Consorzio ha infatti proposto di candidare ilChianti quale paesaggio culturale di valore universale, “una delle testimonianze più rappresentative al mondo - hadichiarato ancora Sergio Zingarelli - della capacità umana di plasmare l’ambiente garantendo, al contempo, lariproduzione delle risorse paesaggistiche, l’attività economica e la conservazione del patrimonio storico-architettonico”.

Per i vini del Gallo Nero la cinquantesima edizione di Vinitaly inizia così con ottimi auspici. Sono 115 le aziende presentinello spazio consortile con 225 etichette in degustazione, di cui 47 di Gran Selezione, la nuova tipologia di ChiantiClassico sul mercato da soli due anni e già affermata tra le eccellenze enologiche mondiali.

D’altra parte il Chianti Classico si presenta al Vinitaly 2016 forte di una crescita delle vendite che solo nel 2015 è statadell’8%, trend confermato dal +6% dei primi mesi del 2016.

“Merito della forte vocazione all’export, oggi a quota 80% - ha affermato il presidente Zingarelli - ma anche della ripresadel mercato interno, tornato a crescere (+2%) dopo un lungo periodo di stagnazione”.

13.04.2016 h 10:33 Di Redazione

I macellai (molti chiantigiani) e un sabato a sostegno dei malati oncologici

Il 16 aprile una parte di quello che verrà speso in 68 macellerie sarà destinato ad ANT

FIRENZE - Sabato 16 aprile si svolgerà in 68 macellerie di Firenze e provincia una giornata di solidarietà a favore diFondazione ANT.

“Partecipa insieme al tuo macellaio e compirai un grande gesto di solidarietà, il tuo macellaio è garanzia di qualità. Ti puoifidare”, è il claim della nona edizione della Giornata dei Macellai ANT 2016.

La manifestazione intende coniugare alcune delle eccellenze del territorio fiorentino: da un lato due associazioni dicategoria - Associazione Macellai-Cesec di Firenze e provincia ed Agiva Federcarni del Valdarno - dall’altro FondazioneANT, che assiste gratuitamente a domicilio i malati di tumore e offre progetti di prevenzione oncologica sempre gratuiti.

Come per le passate edizioni, anche quest’anno tutti coloro che si recheranno in uno degli esercizi aderenti allamanifestazione - riconoscibili dal manifesto dell’evento e consultabili sul sito ant.it/toscana - potranno donare una parte

del ricavato della giornata a Fondazione ANT.

Molti anche i "nostri" macellai che parteciperanno: la Macelleria Tacconi a Grassina; Casini Carni, Fabio Frittelli ,Gino Pecci, Dario Secci e Adriano Nesi a San Casciano; Romeo Moretti, Simone Nannicini e Fabio Tognaccini nelcomune di Impruneta; Emiliano Parti e Enzo Francini nel comune di Tavarnelle; Giovanni Nannoni a Barberino Vald'Elsa; Paolo Fagotti, Mario Ceccatelli, Giovambattista Fabiani, Pierfrancesco Secci e Renzo Checcucci nel comunedi Greve in Chianti.

L’evento gode del patrocinio e della collaborazione del Comune di Firenze. Un sincero ringraziamento è stato espresso daSimone Martini , delegato fiorentino di ANT, alle Associazioni dei macellai di Firenze e provincia e a tutti i macellaipartecipanti.

"”Siamo fieri - dice Martini - che le due principali e storiche associazioni di categoria fiorentine del settore carne abbianorinnovato il loro impegno in nostro favore. Quello dei macellai è una nobile professione che a Firenze gode di una anticatradizione e le cui origini sono strettamente collegate a quelle della città. Voglio ringraziare personalmente le 68 bottegheche anche in tempo di crisi non hanno voluto mancare a questa straordinaria iniziativa benefica e continuano nel tempo asostenere i progetti di Fondazione ANT sul territorio fiorentino”.

“Sono ormai diversi anni che i macellai fiorentini - faeco Vasco Tacconi, grassinese, gran maestro dell’arte dei Beccaifiorentini e storica figura dell’associazione macellai - sostengono con grande impegno Fondazione Ant. Siamo moltoorgogliosi di aver contribuito - prosegue - a sostenere il lavoro che ANT svolge quotidianamente a favore dei tantisofferenti affetti da tumore”.

“Siamo felici e onorati di aver potuto aiutare in tutti questi anni il prezioso lavoro di ANT - dichiara Enrico Vanninipresidente dell’Associazione Agiva Federcarni Valdarno – e auguriamo che possano continuare con la stessa efficienza ededizione di sempre”.

La struttura sanitaria di Fondazione ANT nella regione Toscana è composta da 10 medici, 5 infermieri e 3 psicologi. Perinformazioni contattare il numero 055-5000210 o consultare il sito www.ant.it/toscana.

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ALLARME profughi, la pubblica ammini-strazione alza bandiera bianca. «Non abbia-mo altre strutture, quelle che avevamo le abbiamo già messe a disposizione», dice l’assessore regionale all’immigrazione Vit-torio Bugli. «Abbiamo già esaurito tutto, al-tri spazi non ne abbiamo», incalza l’assesso-re al welfare di Palazzo Vecchio Sara Funa-ro. E ora che l’Austria alza ‘muri’ al Brenne-ro, l’allarme del ministero si fa ancora più stringente: se molti dei profughi giunti in Toscana lasciavano il posto diretti verso il nord Europa, adesso le persone in transito saranno sicuramente di meno.

La stagione degli sbarchi è purtroppo so-lo all’inizio. E stante la situazione non resta che una strada: quella dei privati. Che è co-munque una strada stretta: 7mila in Tosca-na, 2mila nella Città metropolitana, sono i

numeri aggiornati dell’accoglienza ad ini-zio stagione.

«I bandi li facciamo ma è sempre più diffi-cile trovare nuovi spazi», spiegano dalla

prefettura di Firenze, capofila delle prefet-ture toscane. E visto che la stima del fabbi-sogno per l’estate che sta per iniziare, se-condo il Viminale, è all’incirca il doppio di quella dello scorso anno, siamo ad un passo dal tilt. Se arriveranno profughi a centinaia difendere il ‘modello toscano’ dell’acco-glienza diffusa non sarà facile. Così come

evitare la tendopoli, che peraltro esiste già a Lucca, gestita dalla Croce Rossa.

D’altra parte anche i grande enti - dalle Ferrovie al demanio per le caserme abban-donate - convocati nei giorni scorsi dalla prefettura fiorentina hanno risposto pic-che o quasi. Ma la Regione può ancora gio-carsi un asso nella manica.

L’asso che già avrebbe voluto giocarsi e non na potuto: l’accoglienza in famiglia. Quando il governatore Enrico Rossi lanciò la proposta, ai centralini della Regione arri-varono in pochi giorni 250 telefonate. Ma poi si fermò tutto per le implicazioni proce-durali. Adesso potrebbe sbloccarsi. Ed è questo l’asso nella manica: «Il ministero ha inviato una lettera alla prefettura di Firen-ze chiedendo spiegazioni di dettaglio. Ma si tratta di piccoli punti da chiarire e stavol-ta potremmo davvero farcela», annuncia l’assessore Bugli.

Si chiedono di precisazioni procedurali sulle convenzioni che dovranno essere sot-toscritte tra prefettura e gestori (le coope-rative che si occupano dei servizi genera-li)e tra prefettura e famiglie (che dovreb-bero garantire alloggio e pasti). Si chiede per esempio quale dovrebbe essere, sul to-tale dei 35 euro assegnati per l’accoglienza di ciascun profugo, la quota spettante alle coop o alle famiglie, che nei piani iniziali do-veva essere suddivisa a metà: dettagli risol-vibili», secondo Bugli. Che potrebbero dav-

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vero sbloccare l’operazione ‘accoglienza in famiglia’.

D’altra parte misure straordinarie si ren-dono ormai necessarie. Dal primo di genna-io ad oggi sono arrivate nell’area metropoli-tana circa 300 persone. E ad oggi si conta-no ben 2.000 presenze. Più del triplo dello stesso periodo dello scorso anno, quando più o meno a metà aprile si contavano tra i Comuni della metroCittà ‘solo’ 400 perso-ne. Un trend d’aumento che la dice lunga sulla portata dell’allarme profughi.

Solo a Firenze, fa i conti l’assessore Funa-ro, si contano 500 presenze nelle strutture di prima accoglienza, 130 al Paci, presso la Madonnina del Grappa, altri 100 nei centri Sprar (quelli per i richiedenti asilo) e ben 240 minori non accompagnati. Più o meno mille persone: «E se, come è accaduto la scorsa settimana, arrivano contingenti di 50 persone in Toscana, 13 per la metroCit-tà, riusciamo ancora a dare risposte. Più du-ra sarà accogliere contingenti con numeri più alti», sostiene Funaro.

A Palazzo Medici Riccardi, sede della pre-fettura, negli ultimi giorni si moltiplicano le riunioni con i sindaci. Nel tentativo di convincere ad aprire le porte anche i Comu-ni più recalcitranti: «Non cambiamo idea, vogliamo evitare in ogni modo le tendopoli. Per noi resta non l’ultima ma l’ultimissima delle ipotesi», si ribadisce dalla prefettura. Nessuno però si nasconde che le previsioni parlano di un’estate di fuoco per gli sbar-chi: l’allarme del ministero, con l’invito a re-perire il doppio degli spazi dello scorso an-

no, risale ad oltre un mese fa. E a tutt’oggi, si ammette, nuovi spazi non sono stati an-cora trovati.

«Dai bandi delle prefetture qualche di-sponibilità è arrivata ma si tratta di poche decine di posti», si fa presente. Tanto che la Regione, oltre all’accoglienza in famiglia, rispolvera un altro progetto, quello dei ‘mo-duli abitativi’. Cioè delle casette prefabbri-cate: si stanno già facendo delle valutazioni sugli eventuali fondi necessari all’acquisto.

<DALLA PRIMA DI CRONACA

/ESSUNO dei Bilal, Fuad, o Mohamed, insomma, che abitano di via Lombar-

dia, via della Sala o via del Pescio-lino sembrano destinati a un fu-turo di GPSFJHO �GJHIUFST� �Ma i mantra autoassolutori rischiano sempre di diventare paraocchi, mentre si tratterebbe, ovunque, semplicemente di capire. Per esempio, perché nell’edificio A di via Tagliamento a Sorgane la famiglia K. — capofamiglia emi-grato dal Marocco 30 anni fa — debba stiparsi in una casa di 90 metri quadrati con 6 figli adulti che dormono fra il salotto e due stanze, «e fortuna che andiamo d’accordo», dice Hafid, 29 anni, il maggiore, che ha perso il lavo-ro in una carrozzeria chiusa per crisi. «Sono uno di Bagno a Ripo-li», spiega, strascicando la ‘c’, ma sa benissimo che i vicini di ca-sa chiamano ancora “arabi” quel-li come loro, anche se sono qui da sempre. O come Alex, kossovaro nato alle Piagge 27 anni fa, e i suoi due bambini di 8 e 4 anni, che dunque, nonostante ci si osti-ni a dire che «l’Italia, per fortu-

na, ha un’immigrazione recen-te, e i giovani non hanno ancora l’età per fare strane cose», sono già la terza generazione di nuovi arrivati, che forse sarebbe il ca-so, ormai, di chiamare residenti. O si preferirebbe, per semplifica-re, per la fatica di capire, chia-marli probabili terroristi? «Ogni tanto sento gli occhi addosso, lo so che la gente ora pensa che se uno è islamico chissà cosa ha in testa», dice Alex, reduce da set-te mesi a Sollicciano per droga, la verità è che «l’islam non dice cose del genere», ma semmai il contrario, «aiuta il prossimo, se fai il bene dimenticatelo, se rice-vi il bene ricordatelo». La matti-na, ora, Alex smantella carcasse di ferro nel capannone del Cen-tro sociale di don Alessandro Santoro, dove si dà un po’ di lavo-

ro «a quelli che sennò, qui, cosa fanno», e magari potrebbero ri-muginare su quel che lui ha sen-tito dire dal suo compagno di cel-la marocchino, «che l’Isis ti dà soldi, aiuti alle famiglie, il cellula-re».

Ma appunto. A parte don San-toro, quel che manca in questi quartieri di palazzoni fintamen-te “socializzanti”, non proprio pessimi, ma tetri e anonimi, sor-ta di escrescenze della città uffi-ciale, con i giardini la Coop la far-macia il bus le scuole la Asl, ma senza un collante, un volto, è di avere «qualcuno che aiuti a non fare e rifare cavolate». Perché in un posto come le Piagge, arabi o italiani non fa differenza, «se la-sci i figli soli tutti il giorno per la-vorare, per forza, poi, qualcosa combinano», spiega Shadie, ma-

cedone 50enne nonna di 4 nipoti “fiorentini”, mentre «se stai in casa perché sei disoccupato e non puoi dargli niente», loro cre-scono nel risentimento, nell’i-dea di essere «da meno degli al-

tri», forse senza rimedio. «Da pic-colo invidiavo i compagni di scuo-la che avevano la play station» di-ce Kemal, 18 anni, «islamico po-co praticante», come tutti i giova-ni, del resto, islamici e no, che or-mai è raro si concepiscano dal punto di vista religioso, anziché

da quello della graduatoria socia-le. E hai voglia, dice Kemal, a sen-tire i genitori che ti ricordano del Corano, «un bel giorno te ne fre-ghi e vuoi avere quelle cose an-che tu», e alla fine nell’area a ri-schio cavolate entri per forza, fin-ché non ti beccano per rapine, furti, spaccio, e finisci dietro le sbarre a ascoltare il marocchino che ti parla dell’Isis.

Eppure, basterebbe poco. Per esempio, «un assistente sociale che si facesse trovare anziché in-seguire per giorni», protesta Alex, che vorrebbe rivedere i fi-gli affidati alla moglie separata, o «non cambi di continuo, che poi gli devi raccontare tutto dac-capo». Per esempio, qualche la-voretto socialmente utile, tene-re a posto i giardini, ridipingere i muri dei palazzi, «perché il Co-mune non ci pensa?» chiede Sa-fiya, tunisina con caftano e hi-jab, due figlie che non portano il velo e studiano da estetiste e due figli maschi ventenni senza lavoro. Perché insomma la que-stione sembra davvero questa, anche qui, e cioè quale sia l’illu-sione più seducente per gli esclu-si da una società secolarizzata, consumistica ed escludente. Mo-hamed Rafti, 22 anni, anche lui col suo curriculum di cavolate, è appena uscito dalla moschea di Sorgane ricavata, manco a dirlo, in un garage, «ma per piacere», reagisce, «cosa c’entra l’islam, è come dire che io ho rubato in no-me di Allah mentre l’ho fatto per tutt’altro motivo». Magari non molto chiaro, ma molto simile a quello di tanti altri giovani, italia-ni o stranieri non conta. Tutti, di sicuro, con gli stessi sogni man-cati.

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di ILARIA BIANCALANI

POCO DISTANTE dal delizio-so borgo di Tignano, in una casaimmersa nel verde, vive, ormaidal 1998, Sherley JaneMoore,me-glio nota come la psicologa dei ca-ni. Ad accogliere gli ospiti con lei,ci sonoKelly, Frida eGuenda, tresplendide canine che sono le regi-ne della casa. Di origini inglesi,giunse a Firenze nel 1968 a soli 17anni per studiare pittura e, trovan-do anche l’amore, si stabilì nel ca-poluogo toscano. Si sposò ed ebbeuna figlia e, seppur continuandoa mantenere il suo interesse perl’arte, complice il trasferimentonel Chianti, iniziò a sviluppare lasua innata capacità di saper deci-frare il linguaggiodelmiglior ami-co dell’uomo.Ha effettuato degli studi perdiventare «psicologa dei ca-ni»?

«Mi sono documentata e ho fattodei corsi on line. In particolare so-no state due le persone che mihanno aiutato:MarcBekoff, retto-re della facoltà di biologia dellaColorado University, che ha pub-

blicato diversi libri sulla cognizio-ne animale e con il quale ho avutouna fitta corrispondenza per an-ni; Larry Young della EmoryUniversity un neurologo per ani-mali, che ha mes-so in rete tanti vi-deo interessanti».Riassunto inpo-chiedessenzia-li consigli, qualè il comporta-mento da tene-re con un ca-ne?

«Innanzitutto bi-sogna capire cheha gli stessi statid’animo dell’uo-mo: ha paura, siannoia, teme la so-litudine.Epoi imi-ta il padrone e de-ve potersi fidare dilui.L’atteggiamen-to da tenere deveessere autorevolema non violento,comprensivo mafermo; un po’ co-me con i bambi-

ni».E’ vero che faanche con-sulenze a domicilio?

«Soprattutto! Quando unapersona si presentadame, la-mentando che il suo canemorde, abbaia, è irruento,chiedo di recarmi a casa suae osservo come il cane muo-ve le orecchie, la coda e gliocchi, quando è insieme allasua famiglia. Così riesco a ca-pire se c’è qualcosa che nonva e suggerisco i cambia-menti da mettere in atto peruna migliore convivenza».Per consulenze e informa-zioni scrivere a: [email protected]

CHIANTI OGGI, alle 20, al Crc di Chiesanuova la «Festa di primavera».Il ricavato della serata, cena con animazione, servirà per sostenereil progetto «Lotta alla povertà». Info: 055.8242480.

SANCASCIANO, OGGI LA FESTA PERAIUTARE I POVERI

Lapsicologa eFido«Così risolvoi problemi dei cani»Il curiosomestiere di Sherley

GLI INDIANI d’Americaincontrano in Chianti unpezzo della loro storia. Nelgiorno della scoperta dellascoperta della baia di NewYork, 17 aprile 1524, da par-te di Giovanni da Verrazza-no, una delegazione del po-polo Lakota, sarà al castellodi Verrazzano per il Verraz-zano Day. «È il VerrazzanoDay che lo stesso GiovannidaVerrazzano avrebbe volu-to», commenta Luigi Cap-pellini titolare del castello epresidente della fondazionecheporta il nomedel naviga-tore chiantigiano.La giorna-ta ricca di eventi si aprirà al-le 10.30 con il convegno“Giovanni da Verrazzano.Nuovi mondi. Antiche cul-ture” e proseguirà con il pat-to di gemellaggio tra Grevee i Lakota. «La giornataavrà uno dei suoi momentisalienti nella sottoscrizionedel patto di gemellaggio – di-ce il sindaco Paolo Sottani -tra il Comune di Greve inChianti e il popolo LakotaSioux, accompagnata dallapreghiera inaugurale al suo-no del tipico tamburo». Ilpatto sarà inoltre suggellatoa tavola con un connubiotra cultura chiantigiana epiatti a base di bisonte.

L’EVENTO

Gli indiani d’Americaalla scopertadelChianti

Sherley JaneMoore

con i suoiinseparabili

amici aquattrozampe

••27FIRENZECITTA’METROPOLITANAVENERDÌ 15 APRILE 2016

La Nazione Firenze, 15/04/2016

9VENERDÌ15 APRILE 2016

IL GIORNOil Resto del Carlino

LA NAZIONE

Silvia MastrantonioROMA

SONO i prefetti la chiave di voltaper sedare la ribellione di ComunieRegioni contro nuovi invii dimi-granti. Rappresentanti del gover-no centrale sul territorio sarannochiamati a prendere in mano le si-tuazioni più scomode. L’imposta-zione è chiara: o sindaci e governa-tori si adeguano o ci penseranno iprefetti. Lo spiega il viceministroall’Interno Filippo Bubbico.Comuni e Regioni premonoda una parte mentre l’Au-stria alza imuri al confine delBrennero. Siamo in trappo-la?

«In Austria non è successo nulla.Siamo difronte a dichiarazioni delgoverno austriaco ora sotto valuta-zione dei leader europei. Non è op-portuno alimentare tempeste inun bicchier d’acqua. Noi siamoconvinti che si tornerà alla norma-lità una volta che saranno conside-rati gli egoismi per quello che so-no. Ho fiducia. Misure di quel ge-nere mettono a rischio conquisteche hanno garantito sviluppo e be-nessere ai nostri Paesi. E basta an-dare a vedere qual è il baricentrodella Ue per persone, capitali emerci, per certificare il business dicui tutti abbiamo goduto».Spinte economiche costringe-ranno Vienna alla retromar-cia?

«Non lo dico solo io, ci sono osser-vatori internazionali che leganotutto questo al dibattito elettoraleinterno. È un problema che, rite-niamo, si sgonfierà. La posizioneitaliana, al riguardo, è chiara e l’haresa bene il presidente Mattarella.Il tema non va enfatizzato».Girano indiscrezioni sull’al-

larme del Viminale per arrivimassicci...

«Al Viminale non c’è alcun allar-mema un’allerta costante sul fron-te sicurezza per laminaccia terrori-stica e per gli arrivi dei migrantiche sono in aumento. Ma siamomobilitati e, nel tempo, abbiamoacquisito una tale reputazione, an-che con Mare Nostrum, che ci dàdiritto di pretendere che l’interaEuropa partecipi alla difesa deiprincipi di civiltà che ispirano l’in-tera Unione».Non è che l’Europa sia sem-pre stata attenta a questi te-mi...

«L’Europa impone il salvataggiodelle persone in difficoltà, se poi sirivela distratta nel dar seguito aquesto principio, l’Italia è nellecondizioni di poter intervenire di-rettamente. Quando è accadutol’Europa si è assunta la paternità diqueste azioni».L’Unione sembra molto divi-sa.

«Dobbiamo agire perché si ritroviun nuovo equilibrio. C’è preoccu-pazione per i flussimigratori in au-mento anche perché alimentati daitrafficanti di uomini. Non solo. Lasituazione inLibia ci impegna a ri-

comporre un quadro di stabilità inquella regione anche per restaura-re rapporti attraverso le iniziativedi cooperazione».Danoi,però, resta l’emergen-za dei centri di accoglienzapieni...

«È evidente l’aumento dei flussimigratori che sono saliti del 50%.Ma da qui a temere che la situazio-ne non sia contenibile, ci passa. Ilsistema Paese può reggere anche leemergenze e l’Europa non può ve-nirmeno alle proprie responsabili-tà e deve condividere questi sfor-zi».Il vostro interlocutore princi-pale, inquestigiorni, sembra-nogli enti locali chemeditanodi ribellarsianuovi inviidimi-granti...

«Il dibattito è molto intenso e se-gnala anche alcuni conflitti. Gli in-contri sono sistematici con Regio-ni e Comuni. Ma la rete dei prefet-ti, rappresentanti del governo sulterritorio, alimenta il legame dicondivisione».Questo significa che laddovela ‘rivolta’ dovesse continua-re il governoagiràugualmen-te?

«I prefetti sono titolari di un’azio-ne di raccordo per la cooperazionee la costruzione del sistema pluraledi accoglienza».In che senso plurale?

«Pubblico e privato».Appare chiaroche l’esecutivotira dritto per la sua strada,enti locali in rivolta omeno...

«La situazione non è semplice, oc-corrono sforzi e sacrifici, ci sonocontraddizioni. Ma i dati e le espe-rienze del passato ci dimostranoche il Sistema Italia ha grande ca-pacità di gestione. E possiamo edobbiamo pretendere la collabora-zione dell’Europa».

Alessia GozziROMA

QUALCUNO li vorrebbe anche inItalia, i muri anti-migranti. Ma,aldilà dei facili populismi, conl’arrivo della bella stagione e i va-ri muri in giro per l’Europal’emergenza rischia di aggravarsiulteriormente. I sindaci sono al li-mite delle loro possibilità, ma ilViminale chiede loro di recupera-re in pochi giorni almeno 15milanuovi posti. «Se a Roma pensanodi mandarli in Lombardia saràguerra totale», tuona il governato-re Roberto Maroni, recitandol’epitaffio funebredi Schengende-finita ormai «morta». C’è chi chie-de misure speciali: «Stiamo met-tendo in campo tutte le sinergieistituzionali e quelle tra pubblicoe privato per fronteggiareun’eventuale emergenza legataagli sbarchi dimigranti che – am-mette il prefetto di PalermoAnto-nellaDeMiro, esprimendopreoc-cupazione per gli attesi flussi mi-gratori, anche in vista della circo-lare del Viminale – non può esse-re assolutamente affrontata congli strumenti che abbiamo adessoa disposizione». Se i sindaci nonindividueranno i nuovi posti, sa-ranno infatti i prefetti a farlo.

PECCATO che la macchinadell’accoglienza «stia girandosempre più lentamente», avverteMatteoBiffoni, sindaco di Prato edelegato Anci all’immigrazione.«Le quote di riparto – spiega – so-no più o meno rispettate da tuttele Regioni, ma non tutti i Comu-ni fanno accoglienza. In Toscana,

ad esempio, sono un’ottantina su279 a non farla». Il fatto è che «lestrutture sono al limite, gli opera-tori sempre meno e anche le di-sponibilità dei privati ai bandidelle prefetture si riducono». In-somma, «per ora il sistema reggema non si può chiedere molto dipiù». I sindaci sono preoccupati.E arrabbiati. «Per l’egoismo di al-cuni Paesi, l’effetto muri che in-grosserà i flussi nel Mediterraneoe la consapevolezza che gli sbar-chi non si fermeranno». Bisogne-rebbe iniziare, sottolinea Biffoni,«a far restare solo chi ha diritto».Invece il sistema è costruito inmodo da bloccare il turn over deiprofughi. La prima modifica chei sindaci chiedono è al sistemadel-

le commissioni giudicatrici isti-tuite dal Viminale per il rilasciodei visti: la possibilità di fare ap-pello allunga le procedure a due-tre anni, bloccando il turn over deimigranti. «Dai primi riscontri –sottolinea Biffoni – emerge che il70-80% non ha diritto a restare».«Nonpossiamo tacere le difficoltàcui andiamo incontro in vista dinuovi e piùmassicci arrivi», gridail sindaco di PalermoLeolucaOr-lando, dopo la conclusione dellecomplesse operazioni di sbarco di900 migranti nel porto del capo-luogo siciliano, tra cui 138minorinon accompagnati. C’è, infatti,un’emergenza nell’emergenza:tra i 24mila migranti arrivati nel2016, ci sono 3.300 minori soli.Un numero record. E, a fronte diquesta impennata, il sistemadi ac-coglienza è inadeguato alla gestio-ne del fenomeno. A riportare i ri-flettori sul dramma umanitario èancora una volta il Papa che, do-mani, visiterà nella ‘Lampedusagreca’, tra i 2.500 disperati delcampo profughi di Lesbo.

L’Austriaalza il tiro: incasi estremipotremochiudere le frontiere.Bene.CimancasolochedalBrenneroentrinoaltri austriaci

EUROPA L’AUSTRIAMINACCIA LACHIUSURA TOTALEDEL BRENNERO. GENTILONI: BRUTTO SEGNALE

Vienna si blinda, Berlino punta sull’integrazione

Nel 2014 sono approdati170.100migranti in ItaliaBen 60.051 dalla Siriae 34.561 dall’Etiopia

Le cifredel 2014

Lorenzo BianchiROMA

«SIAMOpronti a chiudere il Brennero. Se il Ti-rolo dovesse trasformarsi in una grande salad’attesa per i migranti, se l’Italia continuasse afar passare i profughi e se non accettasse quelliche respingiamo, chiederemmo di poter farecontrolli anche in territorio italiano». Hanspe-ter Doskozil, ministro della difesa austriaco, ènetto e chiaro.Non contenta, Viennaha comin-ciato a costruire barriere anche sulla frontieracon l’Ungheria, a Moschendorf e a Heilgen-brunn. Non gradisce la gestione dei profughinella tendopoli di Koermend. Il governo au-striaco ha fissato un tetto annuale di 37.500 ri-chieste di asilo.Sul banco degli imputati c’è ancora una voltal’Italia. Non è «rigorosa» quanto sarebbe neces-sario nella gestione dei flussi di disperati chearrivano dalla Libia e, novità recentissima, an-che dall’Egitto. Il ministro degli esteri Paolo

Gentiloni incassa la misura definendola «unbrutto segnale per l’Europa». La frase è appenavelata dalla cautela successiva: «Vedremodi co-sa si tratta. Se fossero muri, sarebbe grave, per-ché vorrebbe dire che si dimentica che i proble-mi debbono essere affrontati assieme».Nelle stesse ore in Germania la cancelliera An-

gelaMerkel ha annunciato che è stato raggiun-to l’accordo per la prima legge «sull’integrazio-ne». È uno storico giro di boanel Paese che l’an-no scorso ha aperto le porte a 1,1 milioni di ri-chiedenti asilo. Le nuove norme prevedonoagevolazioni per entrare nel mercato del lavo-ro, 100mila «Ein-euro-jobs», corsi di integrazio-ne obbligatori e procedure più snelle. Sull’altro

piatto della bilancia ci saranno «risposte forti»per chi commette reati. La Merkel è riuscita aconvincere anche il ribelle bavarese Horst See-hofer che, nei mesi scorsi, aveva minacciato ilricorso alla Corte Costituzionale se non fossestato ridotto il numero dei rifugiati arrivati inGermania.

LA ROTTA dei Balcani è stata praticamentecongelata dall’intesa fra laUe e laTurchia. Ieri,però, il ministro di Ankara per gli affari euro-pei Volkan Bozkir ha annunciato che, se la Uenon liberalizzerà i visti per i cittadini turchi aiprimi di giugno, il suo Paese considererà «l’ac-cordo sospeso» e non accetterà più i profughirespinti dalla Grecia. Un nuovo filone di rifu-giati sta investendo la Bulgaria. Nel villaggiodiTeplen diciannove iracheni sono stati ferma-ti, multati e rispediti in Grecia. Una confermaindiretta del crescente flusso di disperati dallaLibia sono anche le dichiarazioni del coman-dante della missione Eunavformed ammira-glio Enrico Credendino, che ha rivendicato il«salvataggio di 15mila persone».

In primalinea

I flussi sono cresciuti,ma guai a enfatizzareIl nostro impegno è ancheridare stabilità alla Libia

LaBulgaria temeun’ondataInviati 300 soldati al confine sud

Migranti, i comuni fannomuro«I nostri centri sono già al collasso»EMaroni minaccia: «Se li mandano in Lombardia sarà la guerra»

Un calonel 2015

«MERKEL regiert, dieMännersprechen», Angela governa e gliuomini parlano, è l’ironico titolodi ‘Der Spiegel’. Per la primavolta la Germania si dà unalegge sull’integrazione, perfronteggiare l’«invasione» deidisperati in fuga dalla guerra edalla fame. Ma la buona volontàe le possibilità del Paese hannoun limite, ha ammesso laCancelliera. Il progetto di leggeconcordato in un vertice dellaGrosse Koalition sarà approvatoquanto prima del Parlamento,mettendo condizioni severe perchi arriva: basta con «gli abusividell’accoglienza». Chi non hadiritto verrà rispedito a casa alpiù presto e chi viene ospitatodovrà dimostrare dimeritarselo, facendo sforzi perl’integrazione.LaMerkel, come nota la rivista,ha parlato poco, concisa econcreta. Il vicecancelliere, ilsocialdemocratico SigmarGabriel, ha parlato il doppio,perdendosi nella retoricabuonistica. Non si puòpretendere da un profugosiriano quanto è in grado dicompiere un ingegnerecanadese, ha protestato,chiedendo di addolcire lecondizioni imposte. Ma si èdovuto arrendere. E anche ilduro Horst Seehofer, leader deicristianisociali bavaresi, che neimesi scorso avevaminacciato didenunciare la Cancelliera per lasua politica delle frontiereaperte ha riconosciuto: FrauMerkel ci ha rassicurato.Bisogna ridurre l’esodo ecambiare le regole per l’asilo.L’ondata di profughi si è ridottanelle ultime settimane, l’accordocon la Turchia per il momentofunziona,ma si è sempre sotto ilricatto di Erdogan, che orapretende di mandare in carcereanche il comico tedesco che loha preso in giro in Tv.Meglioessere prudenti. Proprio ieri si èavuta la prima condanna per leviolenze compiute da giovaniarabi ubriachi la notte di SanSilvestro a Colonia. In granparte erano ragazzi giunti dalMaghreb, dove non correvanoalcun pericolo. Dovevano essererispediti indietro dopo i primiaccertamenti. Così, si spera,avverrà in futuro.Il compromesso ‘severo’ volutoda Frau Angela è la rispostaall’avanzata dei populistidell’AfD, l’alternativa per laGermania, che hanno vinto alleelezioni regionali del 13marzo.Il governo ha reagito pur noncedendo sui principidemocratici. La protesta siattenua, l’indice di gradimentodellaMerkel ha ripreso a salire.E c’è ancora tempo fino al votonazionale del settembre 2017per rimettere il Paese in ordinecome piace alla signora. Lei èabile a cambiar rotta senza darel’impressione di cambiare idea.

ILCOMMENTO

LA STRATEGIADIANGELA

di ROBERTOGIARDINA

Lo scorso anno sono stati153.842. In calo i siriani,sono raddoppiati quellidall’Africa subsahariana

Le previsionidel 2016

Le previsioni del Viminaleparlano di 270mila arriviNei primi mesi si registragià un aumento dell’80%

IL MORTAIO

SOCCORSIUn salvataggio di profughi nel canale di Sicilia (Lapresse)

MEDITERRANEOL’ESODO DEI DISPERATI

NUOVE NORME IN GERMANIAStorico accordo voluto dallaMerkelUna legge regolerà diritti e doveridei nuovi arrivati nel Paese

Ma il governo avverte i sindaci«Nessun veto o ci pensano i prefetti»Il viceministroBubbico: il sistemadell’accoglienza reggeràFilippo Bubbico (Fotogramma)

SCHIERATALa polizia macedone presidiala frontiera con la Grecia per evitareche i profughi entrino nel Paese (Ansa)

La Bulgaria ha arrestato 19 iracheni, tra cui donnee bambini, al confine con la Grecia. Il governo hadispiegato 300 soldati alla sua frontiera meridionaleper rispondere «a una possibile ondata migratoria»

FENOMENO NUOVOFuori controllol’emergenzadeiminorinon accompagnati

8 VENERDÌ15 APRILE 2016

IL GIORNOil Resto del CarlinoLA NAZIONE

Silvia MastrantonioROMA

SONO i prefetti la chiave di voltaper sedare la ribellione di Comunie Regioni contro nuovi invii di mi-granti. Rappresentanti del gover-no centrale sul territorio sarannochiamati a prendere in mano le si-tuazioni più scomode. L’imposta-zione è chiara: o sindaci e governa-tori si adeguano o ci penseranno iprefetti. Lo spiega il viceministroall’Interno Filippo Bubbico.Comuni e Regioni premonoda una parte mentre l’Au-stria alza imuri al confine delBrennero. Siamo in trappo-la?

«In Austria non è successo nulla.Siamo difronte a dichiarazioni delgoverno austriaco ora sotto valuta-zione dei leader europei. Non è op-portuno alimentare tempeste inun bicchier d’acqua. Noi siamoconvinti che si tornerà alla norma-lità una volta che saranno conside-rati gli egoismi per quello che so-no. Ho fiducia. Misure di quel ge-nere mettono a rischio conquisteche hanno garantito sviluppo e be-nessere ai nostri Paesi. E basta an-dare a vedere qual è il baricentrodella Ue per persone, capitali emerci, per certificare il business dicui tutti abbiamo goduto».Spinte economiche costringe-ranno Vienna alla retromar-cia?

«Non lo dico solo io, ci sono osser-vatori internazionali che leganotutto questo al dibattito elettoraleinterno. È un problema che, rite-niamo, si sgonfierà. La posizioneitaliana, al riguardo, è chiara e l’haresa bene il presidente Mattarella.Il tema non va enfatizzato».Girano indiscrezioni sull’al-

larme del Viminale per arrivimassicci...

«Al Viminale non c’è alcun allar-me ma un’allerta costante sul fron-te sicurezza per la minaccia terrori-stica e per gli arrivi dei migrantiche sono in aumento. Ma siamomobilitati e, nel tempo, abbiamoacquisito una tale reputazione, an-che con Mare Nostrum, che ci dàdiritto di pretendere che l’interaEuropa partecipi alla difesa deiprincipi di civiltà che ispirano l’in-tera Unione».Non è che l’Europa sia sem-pre stata attenta a questi te-mi...

«L’Europa impone il salvataggiodelle persone in difficoltà, se poi sirivela distratta nel dar seguito aquesto principio, l’Italia è nellecondizioni di poter intervenire di-rettamente. Quando è accadutol’Europa si è assunta la paternità diqueste azioni».L’Unione sembra molto divi-sa.

«Dobbiamo agire perché si ritroviun nuovo equilibrio. C’è preoccu-pazione per i flussi migratori in au-mento anche perché alimentati daitrafficanti di uomini. Non solo. Lasituazione in Libia ci impegna a ri-

comporre un quadro di stabilità inquella regione anche per restaura-re rapporti attraverso le iniziativedi cooperazione».Danoi,però, resta l’emergen-za dei centri di accoglienzapieni...

«È evidente l’aumento dei flussimigratori che sono saliti del 50%.Ma da qui a temere che la situazio-ne non sia contenibile, ci passa. Ilsistema Paese può reggere anche leemergenze e l’Europa non può ve-nir meno alle proprie responsabili-tà e deve condividere questi sfor-zi».Il vostro interlocutore princi-pale, inquestigiorni, sembra-nogli enti locali chemeditanodi ribellarsianuovi inviidimi-granti...

«Il dibattito è molto intenso e se-gnala anche alcuni conflitti. Gli in-contri sono sistematici con Regio-ni e Comuni. Ma la rete dei prefet-ti, rappresentanti del governo sulterritorio, alimenta il legame dicondivisione».Questo significa che laddovela ‘rivolta’ dovesse continua-re il governoagiràugualmen-te?

«I prefetti sono titolari di un’azio-ne di raccordo per la cooperazionee la costruzione del sistema pluraledi accoglienza».In che senso plurale?

«Pubblico e privato».Appare chiaroche l’esecutivotira dritto per la sua strada,enti locali in rivolta omeno...

«La situazione non è semplice, oc-corrono sforzi e sacrifici, ci sonocontraddizioni. Ma i dati e le espe-rienze del passato ci dimostranoche il Sistema Italia ha grande ca-pacità di gestione. E possiamo edobbiamo pretendere la collabora-zione dell’Europa».

Alessia GozziROMA

QUALCUNO li vorrebbe anche inItalia, i muri anti-migranti. Ma,aldilà dei facili populismi, conl’arrivo della bella stagione e i va-ri muri in giro per l’Europal’emergenza rischia di aggravarsiulteriormente. I sindaci sono al li-mite delle loro possibilità, ma ilViminale chiede loro di recupera-re in pochi giorni almeno 15milanuovi posti. «Se a Roma pensanodi mandarli in Lombardia saràguerra totale», tuona il governato-re Roberto Maroni, recitandol’epitaffio funebre di Schengen de-finita ormai «morta». C’è chi chie-de misure speciali: «Stiamo met-tendo in campo tutte le sinergieistituzionali e quelle tra pubblicoe privato per fronteggiareun’eventuale emergenza legataagli sbarchi di migranti che – am-mette il prefetto di Palermo Anto-nella De Miro, esprimendo preoc-cupazione per gli attesi flussi mi-gratori, anche in vista della circo-lare del Viminale – non può esse-re assolutamente affrontata congli strumenti che abbiamo adessoa disposizione». Se i sindaci nonindividueranno i nuovi posti, sa-ranno infatti i prefetti a farlo.

PECCATO che la macchinadell’accoglienza «stia girandosempre più lentamente», avverteMatteo Biffoni, sindaco di Prato edelegato Anci all’immigrazione.«Le quote di riparto – spiega – so-no più o meno rispettate da tuttele Regioni, ma non tutti i Comu-ni fanno accoglienza. In Toscana,

ad esempio, sono un’ottantina su279 a non farla». Il fatto è che «lestrutture sono al limite, gli opera-tori sempre meno e anche le di-sponibilità dei privati ai bandidelle prefetture si riducono». In-somma, «per ora il sistema reggema non si può chiedere molto dipiù». I sindaci sono preoccupati.E arrabbiati. «Per l’egoismo di al-cuni Paesi, l’effetto muri che in-grosserà i flussi nel Mediterraneoe la consapevolezza che gli sbar-chi non si fermeranno». Bisogne-rebbe iniziare, sottolinea Biffoni,«a far restare solo chi ha diritto».Invece il sistema è costruito inmodo da bloccare il turn over deiprofughi. La prima modifica chei sindaci chiedono è al sistema del-

le commissioni giudicatrici isti-tuite dal Viminale per il rilasciodei visti: la possibilità di fare ap-pello allunga le procedure a due-tre anni, bloccando il turn over deimigranti. «Dai primi riscontri –sottolinea Biffoni – emerge che il70-80% non ha diritto a restare».«Non possiamo tacere le difficoltàcui andiamo incontro in vista dinuovi e più massicci arrivi», gridail sindaco di Palermo Leoluca Or-lando, dopo la conclusione dellecomplesse operazioni di sbarco di900 migranti nel porto del capo-luogo siciliano, tra cui 138 minorinon accompagnati. C’è, infatti,un’emergenza nell’emergenza:tra i 24mila migranti arrivati nel2016, ci sono 3.300 minori soli.Un numero record. E, a fronte diquesta impennata, il sistema di ac-coglienza è inadeguato alla gestio-ne del fenomeno. A riportare i ri-flettori sul dramma umanitario èancora una volta il Papa che, do-mani, visiterà nella ‘Lampedusagreca’, tra i 2.500 disperati delcampo profughi di Lesbo.

L’Austriaalza il tiro: incasi estremipotremochiudere le frontiere.Bene.CimancasolochedalBrenneroentrinoaltri austriaci

EUROPA L’AUSTRIAMINACCIA LACHIUSURA TOTALEDEL BRENNERO. GENTILONI: BRUTTO SEGNALE

Vienna si blinda, Berlino punta sull’integrazione

Nel 2014 sono approdati170.100migranti in ItaliaBen 60.051 dalla Siriae 34.561 dall’Etiopia

Le cifredel 2014

Lorenzo BianchiROMA

«SIAMOpronti a chiudere il Brennero. Se il Ti-rolo dovesse trasformarsi in una grande salad’attesa per i migranti, se l’Italia continuasse afar passare i profughi e se non accettasse quelliche respingiamo, chiederemmo di poter farecontrolli anche in territorio italiano». Hanspe-ter Doskozil, ministro della difesa austriaco, ènetto e chiaro. Non contenta, Vienna ha comin-ciato a costruire barriere anche sulla frontieracon l’Ungheria, a Moschendorf e a Heilgen-brunn. Non gradisce la gestione dei profughinella tendopoli di Koermend. Il governo au-striaco ha fissato un tetto annuale di 37.500 ri-chieste di asilo.Sul banco degli imputati c’è ancora una voltal’Italia. Non è «rigorosa» quanto sarebbe neces-sario nella gestione dei flussi di disperati chearrivano dalla Libia e, novità recentissima, an-che dall’Egitto. Il ministro degli esteri Paolo

Gentiloni incassa la misura definendola «unbrutto segnale per l’Europa». La frase è appenavelata dalla cautela successiva: «Vedremo di co-sa si tratta. Se fossero muri, sarebbe grave, per-ché vorrebbe dire che si dimentica che i proble-mi debbono essere affrontati assieme».Nelle stesse ore in Germania la cancelliera An-

gela Merkel ha annunciato che è stato raggiun-to l’accordo per la prima legge «sull’integrazio-ne». È uno storico giro di boa nel Paese che l’an-no scorso ha aperto le porte a 1,1 milioni di ri-chiedenti asilo. Le nuove norme prevedonoagevolazioni per entrare nel mercato del lavo-ro, 100mila «Ein-euro-jobs», corsi di integrazio-ne obbligatori e procedure più snelle. Sull’altro

piatto della bilancia ci saranno «risposte forti»per chi commette reati. La Merkel è riuscita aconvincere anche il ribelle bavarese Horst See-hofer che, nei mesi scorsi, aveva minacciato ilricorso alla Corte Costituzionale se non fossestato ridotto il numero dei rifugiati arrivati inGermania.

LA ROTTA dei Balcani è stata praticamentecongelata dall’intesa fra la Ue e la Turchia. Ieri,però, il ministro di Ankara per gli affari euro-pei Volkan Bozkir ha annunciato che, se la Uenon liberalizzerà i visti per i cittadini turchi aiprimi di giugno, il suo Paese considererà «l’ac-cordo sospeso» e non accetterà più i profughirespinti dalla Grecia. Un nuovo filone di rifu-giati sta investendo la Bulgaria. Nel villaggiodi Teplen diciannove iracheni sono stati ferma-ti, multati e rispediti in Grecia. Una confermaindiretta del crescente flusso di disperati dallaLibia sono anche le dichiarazioni del coman-dante della missione Eunavformed ammira-glio Enrico Credendino, che ha rivendicato il«salvataggio di 15mila persone».

In primalinea

I flussi sono cresciuti,ma guai a enfatizzareIl nostro impegno è ancheridare stabilità alla Libia

LaBulgaria temeun’ondataInviati 300 soldati al confine sud

Migranti, i comuni fannomuro«I nostri centri sono già al collasso»EMaroni minaccia: «Se li mandano in Lombardia sarà la guerra»

Un calonel 2015

«MERKEL regiert, dieMännersprechen», Angela governa e gliuomini parlano, è l’ironico titolodi ‘Der Spiegel’. Per la primavolta la Germania si dà unalegge sull’integrazione, perfronteggiare l’«invasione» deidisperati in fuga dalla guerra edalla fame. Ma la buona volontàe le possibilità del Paese hannoun limite, ha ammesso laCancelliera. Il progetto di leggeconcordato in un vertice dellaGrosse Koalition sarà approvatoquanto prima del Parlamento,mettendo condizioni severe perchi arriva: basta con «gli abusividell’accoglienza». Chi non hadiritto verrà rispedito a casa alpiù presto e chi viene ospitatodovrà dimostrare dimeritarselo, facendo sforzi perl’integrazione.LaMerkel, come nota la rivista,ha parlato poco, concisa econcreta. Il vicecancelliere, ilsocialdemocratico SigmarGabriel, ha parlato il doppio,perdendosi nella retoricabuonistica. Non si puòpretendere da un profugosiriano quanto è in grado dicompiere un ingegnerecanadese, ha protestato,chiedendo di addolcire lecondizioni imposte. Ma si èdovuto arrendere. E anche ilduro Horst Seehofer, leader deicristianisociali bavaresi, che neimesi scorso avevaminacciato didenunciare la Cancelliera per lasua politica delle frontiereaperte ha riconosciuto: FrauMerkel ci ha rassicurato.Bisogna ridurre l’esodo ecambiare le regole per l’asilo.L’ondata di profughi si è ridottanelle ultime settimane, l’accordocon la Turchia per il momentofunziona,ma si è sempre sotto ilricatto di Erdogan, che orapretende di mandare in carcereanche il comico tedesco che loha preso in giro in Tv.Meglioessere prudenti. Proprio ieri si èavuta la prima condanna per leviolenze compiute da giovaniarabi ubriachi la notte di SanSilvestro a Colonia. In granparte erano ragazzi giunti dalMaghreb, dove non correvanoalcun pericolo. Dovevano essererispediti indietro dopo i primiaccertamenti. Così, si spera,avverrà in futuro.Il compromesso ‘severo’ volutoda Frau Angela è la rispostaall’avanzata dei populistidell’AfD, l’alternativa per laGermania, che hanno vinto alleelezioni regionali del 13marzo.Il governo ha reagito pur noncedendo sui principidemocratici. La protesta siattenua, l’indice di gradimentodellaMerkel ha ripreso a salire.E c’è ancora tempo fino al votonazionale del settembre 2017per rimettere il Paese in ordinecome piace alla signora. Lei èabile a cambiar rotta senza darel’impressione di cambiare idea.

ILCOMMENTO

LA STRATEGIADIANGELA

di ROBERTOGIARDINA

Lo scorso anno sono stati153.842. In calo i siriani,sono raddoppiati quellidall’Africa subsahariana

Le previsionidel 2016

Le previsioni del Viminaleparlano di 270mila arriviNei primi mesi si registragià un aumento dell’80%

IL MORTAIO

SOCCORSIUn salvataggio di profughi nel canale di Sicilia (Lapresse)

MEDITERRANEOL’ESODO DEI DISPERATI

NUOVE NORME IN GERMANIAStorico accordo voluto dallaMerkelUna legge regolerà diritti e doveridei nuovi arrivati nel Paese

Ma il governo avverte i sindaci«Nessun veto o ci pensano i prefetti»Il viceministroBubbico: il sistemadell’accoglienza reggeràFilippo Bubbico (Fotogramma)

SCHIERATALa polizia macedone presidiala frontiera con la Grecia per evitareche i profughi entrino nel Paese (Ansa)

La Bulgaria ha arrestato 19 iracheni, tra cui donnee bambini, al confine con la Grecia. Il governo hadispiegato 300 soldati alla sua frontiera meridionaleper rispondere «a una possibile ondata migratoria»

FENOMENO NUOVOFuori controllol’emergenzadeiminorinon accompagnati