Bagno Nettuno 150 anni di storia...Nettuno, costruzione chiara-mente legata agli stilemi della nuova...

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Quando l’Expo di Milanosi trasferì... a ViareggioIl padiglione che faceva da ingresso all’Esposizione universale del 1906fu adattato e rimontato in Passeggiata. E diventò l’entrata del bagno Nettuno

di PAOLO FORNACIARI

L’ Expo di Milano del1906 ebbe una propriaappendice a Viareggio.

Forse sono in pochi a saperlo,ma la struttura che faceva daingresso dell’Esposizione uni-versale di oltre un secolo fa fuadattata e rimontata in Passeg-giata. E, fino all’incendio del1917, divenne il maestoso in-gresso della Galleria Nettuno.

Ma partiamo dall’inizio. Via-reggio fu una delle prime cittàd'Italia, se non la prima in asso-luto, che si impegnò a favorireed incoraggiare il turismo bal-neare estivo. Le prime attrezza-ture furono rudimentali capan-ne di paglia e di falasco che ser-vivano per spogliarsi lontanoda occhi indiscreti e per offrireriparo dai raggi del sole; poisorsero i primi stabilimenti bal-neari, come quelli costruiti nel1822 a Dieppe, in Francia.

Viareggio realizzò, nel mag-gio 1828, due stabilimenti: il'Nereo" per gli uomini e il "Do-ri" per le donne. Erano mode-ste costruzioni di legno su pala-fitte in mare, raggiungibili dal-la spiaggia per mezzo di un lun-go pontile. Di lì a poco anchel'attrezzatura di spiaggia fu mi-gliorata esteticamente, le ca-panne di paglia, il Nereo ed ilDori furono sostituiti dai gran-di stabilimenti su palafitte chesubito caratterizzarono Viareg-gio come uno dei principalicentri estivi alla moda. Nel1860 fu costruito il bagno "Feli-ce Barsella", nel 1865 il "Nettu-no", poi seguirono I"'Oceano",il "Balena", il "Quilghini" e tut-ti gli altri.

Il "Nettuno", di cui ricorre ilcentocinquantesimo anno del-la costruzione, ha nella sua sto-ria uno stretto rapporto conl'Esposizione Universale del1906, svoltasi a Milano dal 28aprile ai primi di novembre, inoccasione dell'apertura del tra-foro del Sempione. Ma vedia-mo, in sintesi, le tappe che do-cumentano questo interessan-te rapporto.

Lo stabilimento balneareNettuno, eretto nel 1865 daifratelli Giuseppe ed AmedeoBarsanti, nella notte del 19 giu-gno del 1869 fu completamen-te distrutto da un incendio. Sitrattò di un evento che colpìduramente non solo la fami-glia Barsanti, ma l'intera eco-nomia turistica della città. Delfatto si interessò il ConsiglioComunale, nella seduta del 29,che definì l'evento come «undanno pubblico essendo lo sta-bilimento distrutto l'unico adoffrire ai forestieri distrazioni epiacevoli intrattenimenti e lapratica dei bagni promiscui, in-dispensabili per chi ha unafamiglia…». Lo stabilimento fuprontamente ricostruito, an-che con un contributo dell'am-ministrazione comunale.

Una descrizione dello stabili-mento balneare Nettuno è for-nita dalla Guida manuale diViareggio di C. Michetti, del1893: «Il Nettuno è un'immen-sa ed artistica mole di legno co-struita tutta al disopra del ma-re. Si entra nel grande recinto,parte del quale è ridotto a giar-dino e parte contiene elegantibaracche per i bagni dei bam-bini, passando sotto ad un ar-co sormontato dall'immaginedel dio Nettuno; e fatti pochipassi e salita una brevissimascala, siamo sulla terrazza d'in-gresso. Abbiamo davanti lagran sala da ballo sfarzosamen-te addobbata, a sinistra la saladel biliardo e a destra quelladestinata ad uso di caffè e pa-sticceria. Entrati nella galleriapiù larga, ammiriamo dalleparti negozi bellissimi, ben di-

sposti e ripieni di oggetti d'arteantica e moderna data; poi og-getti d'oro, di argento e tuttoquanto si può immaginare dibello, di elegante, di dilettevolee di curioso. Nel centro poi ve-diamo la gran sala da pranzo, equasi dappertutto tavolini percaffè, ecc. Andati più oltre, ve-diamo a destra la lunga sfilatadei camerini per i bagni degliuomini e delle famiglie; a sini-stra, gli altri per le donne sol-tanto. E da ultimo ecco la nuo-

va e vasta galleria, ove si sta co-sì bene a respirare l'aria puris-sima e a vagare collo sguardosull'ampio Tirreno».

Nel 1905 lo stabilimento eradi proprietà di Attilio Brovellidi Milano e a Milano nel 1906,dal 28 aprile ai primi di novem-bre, in occasione dell'aperturadel traforo del Sempione, sisvolse l'Esposizione Universa-le, su un'area di circa un milio-ne di metri quadri con un terzodello spazio occupato da padi-

glioni progettati da importantiarchitetti, destinati ad esseresmantellati al termine dellamanifestazione. Fra questi an-che il padiglione della stazioned'arrivo in Piazza D'Armi, pro-gettato dallo studio degli inge-gneri Carlo Bianchi, FrancescoMagnani e Mario Rondoni, cheBrovelli acquistò al terminedell'Esposizione per collocarloal posto della struttura del vec-chio stabilimento Nettuno. Ladomanda, presentata da Atti-

lio Brovelli all'Amministrazio-ne di Viareggio, fu approvatadalla Commissione urbanisti-ca del 1907. Si trattava di unagrande galleria rettangolare,con tetto a due spioventi, chefu posizionata sulla spiaggia,rialzata da terra e parallela alviale a mare. Alla galleria si ac-cedeva da un ampio ingressocentrale con ai lati due torret-te. All'interno della galleriauna serie di ampi e lussuosi ser-vizi: bar, restaurant, sala biliar-

do, sale da ballo, negozi e tea-tro.

L'anno dopo, dal luglio alsettembre 1908, il bagno Nettu-no fu la sede dell'EsposizioneEstiva Internazionale che, suuna superficie di 6500 metriquadrati, mise in mostra: "Igie-ne - Comfort - Arte - Industria -Automobili". L'organizzazionedell'Esposizione - il direttoregenerale era Giovanni Muccini- prevedeva la presenza di oltre200 espositori e vantava un Co-mitato d'onore di cui facevanoparte il senatore Generale Mor-ra di Lavriano e Della Monia egli onorevoli Giovanni Montau-ti e Silvio Pellerano, il presiden-te del Consiglio provinciale diLucca Francesco Bandoni, ilsindaco di Viareggio GiorgioPaci, i sindaci dei comuni dellaprovincia di Lucca, della Versi-lia e di altri comuni toscani edella Liguria. Negli spazi espo-sitivi, secondo quanto riporta-to nel depliant illustrativo, fu-rono allestite numerose "Mo-stre Internazionali", nonchégrandi veglioni, fiere e lotteriedi beneficenza, concerti, spet-tacoli straordinari con attrazio-ni internazionali. Sul valore"Internazionale" dell'Esposi-zione il settimanale viareggino"La Realtà" mostrò scettici-smo: «Dichiarar subito che talemostra era solo nazionale nonavrebbe nociuto né al suo inte-resse, né alla sua riuscita, co-munque questa mostra costi-tuirà una maggiore attrattivadi Viareggio e dello stabilimen-to Nettuno nelle cui sale è fat-ta».

Il bagno Nettuno rimase conquesta dimensione architettoi-nica fino al 1913, quando Bro-velli decide di spostare la galle-ria, acquistata all'Esposizionedi Milano, dalla spiaggia sulviale Margherita, posizionan-dola allineata alle altre costru-zioni della Passeggiata e per-pendicolarmente al viale a ma-re, per realizzare una grandeGalleria con all'interno negozivari. Il progetto dello sposta-mento, opera dello studio tec-nico dei fratelli Jamoretti di Mi-lano, Felice ingegnere e Ettorearchitetto, fu presentato da At-tilio Brovelli e approvato dallaCommissione Edilizia del 15marzo 1913. La presenza sulviale a mare della Galleria delNettuno, costruzione chiara-mente legata agli stilemi dellanuova tendenza artistica lega-ta al "Liberty", rappresentò unfattore di caratterizzazionedell'immagine architettonicadi tutta la Passeggiata di Viareg-gio fino al 1917, quando un in-cendio, scoppiato nella nottetra il 17 ed il 18 ottobre, avvolsetutte le strutture lignee del via-le Margherita ed incenerì, unodopo l'altro, lo chalet "Princi-pe", il "Nereo", il "Fiorentina",I"'Eden" e la Galleria del "Net-tuno", con tutti i suoi padiglio-ni e negozi. Bruciò in una solanotte il fantasioso scenario, laquinta stravagante e stilistica-mente anarcoide, dove Viareg-gio aveva recitato da protagoni-sta, anno dopo anno, il ruolo diregina dell'estate. L'immanerogo fu un grave colpo per lacittà che seppe, comunque, re-agire prontamente. Gli edificidistrutti furono subito ricostru-iti, grazie anche al contributodell'amministrazione comuna-le e ad una sottoscrizione na-zionale, ma non fu possibile ri-creare la magica atmosfera chevi aleggiava intorno e le torret-te dell'Expo che caratterizzava-no lo stabilimento balneareNettuno rimasero, impressenelle numerosissime fotogra-fie che le avevano immortala-te, il ricordo aureo dell'epopeadel liberty viareggino.

Un manifesto che promuoveva l’Esposizione estiva internazionale di Viareggio del 1908

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GIOVEDÌ 30 APRILE 2015 IL TIRRENO Viareggio VII

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