B Dcampo sono ,quest'anno pi che in passato , ingenti. Il difficile momento che il Paese tutto sta...

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  • opo la tappa del trentennale “BeneventoCittà Spettacolo” è pronta a voltare un'altrapagina e a scrivere l'incipit di un nuovocapitolo. Quella di quest'anno non sarà solo laXXXI edizione, ma la prima di un nuovo corsoche abbiamo affidato alle sapienti mani diGiulio Baffi. Questo è, inoltre, il primo anno incui la Fondazione “Città Spettacolo” riveste unruolo di primo piano nell'organizzazione delFestival. Le sfide, dunque, sono tante, ma laparola d'ordine è unica: “coinvolgimento”, lostesso che ha consentito ad un'idea nata oltretre decenni fa di scalare i muri delcambiamento e di giungere oggi ad una nuovaedizione. Protagonista indiscussa è ancora unavolta la città. Benevento, i suoi spazi, i luoghidella storia e quelli dell'arte. Non sarannosemplici location per gli spettacoli in cartellone,saranno, invece, parte integrante dellospettacolo, nell'ottica di fedeltà a ciò che“Benevento Città Spettacolo” è stata e a ciòche sempre dovrà essere: un'unica identità,fusione perfetta tra la città e lo spettacolo, tra ibeneventani, i loro spazi e la loro naturalevocazione per il teatro. Gli sforzi messi incampo sono, quest'anno più che in passato,ingenti. Il difficile momento che il Paese tuttosta vivendo e che la cultura sta pagando rendeil nostro compito ancora più arduo.Tanto piùche siamo impegnati come Amministrazione aguardare avanti. Non ci limitiamo a gestirel'oggi, ma lavoriamo per costruire il futuro delFestival. Siamo consapevoli che le risorse, quelleeuropee che oggi abbiamo a disposizione,domani potrebbero venire meno. Per questostiamo profondendo i nostri sforzi per creare unfitto sistema di collaborazioni che metta“Benevento Città Spettacolo” in rete con glialtri festival del nostro Paese per assicurarciinsieme una forte stabilità futura.Si alza il sipario, dunque, sulla “CittàSpettacolo” di oggi e sul futuro del nostroFestival.

    RRaaffffaaeellee DDeell VVeecccchhiioo Assessore alla Cultura del Comune di Benevento

    Presidente della Fondazione “Città Spettacolo”

    enevento è uno spettacolo di per sé.Lo scopre con facilità il viaggiatore che dasubito ne percepisce la magia. Le sue lucimettono a nudo scorci tra i più importanti ditutta la Longobardia, le sue strade e i suoimonumenti raccontano i fasti dell’imperoromano, mentre le chiese e i palazziriproducono la sobria e austera aria delregno Pontificio.Benevento è stata palcoscenico della storia.Qui si sono intrecciati i destini e gli affannidei protagonisti di tanti e diversi secoli. Lostesso proscenio, da 31 anni ormai, ospita ilfestival ‘Benevento Città Spettacolo’. Lapunta di diamante della nostraprogrammazione artistica, diventata, colpassare lieto delle edizioni, unappuntamento di rilievo nel cartelloneteatrale, campano e nazionale. E con laregia di Giulio Baffi, nuovo direttore artistico,ci apprestiamo a vivere ancora altre realtà.Nuovi affanni e nuovi amori, intrecci di storiea personaggi.Benevento è una storia ancora tutta darappresentare.Ma il teatro è anche democrazia,annullamento delle distanze, riduzione afattore unico delle differenze. E dalle tavoledei nostri teatri, in questi decenni, anchetanta passione civile è arrivata al pubblico.Questo cerchiamo ancora. Perché ciascunbeneventano possa essere protagonista dellasua storia. Perché ogni spettatore possaandar via portando con sé un carico leggeroe utile.Benevento continuerà a sorprenderci, nesono certo.Questa XXXI edizione non sarà solo un’altratappa o un altro tassello, ma la tessera piùimportante per colorare il mosaico, quellache mancava. Almeno fino ad ora.Perché ‘Benevento Città Spettacolo’ è ancorae finalmente, qui tra noi.

    FFaauussttoo PPeeppeeSindaco della Città di Benevento

    BB DD

  • enevento Città Spettacolo, un Festival peruna città che diventa volentieri palcoscenico.E’ storia antica, trenta edizioni storiche edora questa che si propone di legare insieme,e con forza, la città allo spettacolo. I teatri diBenevento sono belli e accoglienti, ilComunale che compie quest’anno 150 anni,tanti quanti ne compie la nostra Nazione,e il Massimo, il De Simone, i Mulini, il piccoloe nuovissimo Teatro Libertà, e il più antico ditutti, il grande Teatro Romano che ritorna adessere palcoscenico d’eccezionale fascino edaccogliente spazio per importanti occasionidi spettacolo.Non ci bastano, vogliamo che la città stessasia palcoscenico, e allora ecco la PiazzaRoma, l’Arco del Sacramento, l’HortusConclusus, la Piazza Vari, il Palazzo Paolo V,la Villa Comunale, il Ponte Leproso, la PiazzaManfredi, accogliere spettacoli messi inscena per l’occasione, come per una Festadel Teatro lieta e coinvolgente.Tanti spettacoli, teatro di prosanaturalmente, ma anche danza, musica,performances, originali proposte perincursioni d’anomalie poetiche, spettacoliinternazionali, “prime” di grande richiamoche da Benevento partiranno alla conquistadi altri palcoscenici, debutti per attoriappassionati, pronti all’incontro con unpubblico che abbia voglia di divertirsi,emozionarsi, commuoversi.Speriamo che la città risponda lieta al nostroinvito e che questa trentunesima edizione diBenevento Città Spettacolo sia come unpatto di amicizia intellettuale che si rinnovae si proietta nel tempo futuro.

    GGiiuulliioo BBaaffffiidirettore artistico

    BB

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    “ T'aggio vista!”. Esclama dolente, ma con intonazioneferma, il Ferdinando de “La Musica dei ciechi”accusando sua moglie Nannina di “evidente” infedeltà.Sembrerebbe, la sua, una prova testimoniale forte esufficiente alla condanna morale della donna se nonfosse, però, che a fornirla sia lui, ovvero, un musicistacieco. Un buffo controsenso, dunque.Viviani, però,geniale, non lo informa neppure di ironia.T'aggio vista!Afferma amaro Ferdinando e noi dobbiamo credergli.Poco importa se quello che dice di aver visto gli siastato soltanto malevolmente riferito da un ostricaro dipassaggio e che l'accusa stessa possa essere vuotad'ogni verità. Ferdinando ha visto il tradimento proprioperchè gli è stato raccontato; nel suo mondopercettivo ascoltare è vedere. Nel suo mondopercettivo il senso proviene dal suono in un rapportosinestetico tra vista ed udito. Allora eccolo, in questamessa in scena de “La musica dei ciechi”, il suo mondodi visioni ossessive e di solitudini, rimodulate secondo lafonetica di una partitura breve fatta di quadrature edissonanze sia musicali che emotive. Eccolo, questomondo, moltiplicarsi nelle ombre che gli si muovonointorno in un Borgo Marinari presunto; rifugio di suonilontani, di lingue straniere, di voci arrochite dal mare.Gli si muove intorno una Napoli “di un altro tempo”,impenetrabile per lui, indistinta per noi, diradata, inscena, da superfici che ne opacizzano il senso e leforme. Una Napoli della strada, degli ultimi, deisacrificati, dei veri, ma ormai una “Napoli, forse”. UnaNapoli di cui solo Viviani ce ne può far intravederel'eco.Infine il buio, assiduo corteggiatore di Ferdinando, cheingoia la sua storia silenziandone le deludenti liturgiequotidiane.

    Teatro Comunale,ore 20,30

    replica 5 settembre ore 21,00

    Peppe Barra inLLaa mmuussiiccaa ddeeii cciieecchhiippooii llee vvooccii ddaall VViiccoo FFiinnaallee

    di Raffaele Viviani

    conPatrizio Trampetti e

    Lalla Esposito

    conAdriano Mottola,

    Gabriele Barra, Paolo DelVecchio, Costel Lautaro,

    Ilie Pepica, Massimiliano Sacchi,Luca Urciuolo

    sceneRoberto Crea

    costumiAnnalisa Giacci

    elaborazione delle canzoniPatrizio Trampettii

    regiaClaudio Di Palma

    produzioneEnte Teatro Cronaca

    durata 75 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    si ringrazia il Mercadante

    Teatro Stabile di Napoli

    3Venerdi

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    Restano i suoni che si manifestano ed amplificano aseguire nel racconto di scena. E' una musica di strada,nobilmente plebea, musica ancora degli ultimi, deisacrificati, dei veri. Una musica che riorchestra, in unasorta di onirismo circense, raccapricci e desideriprofondi avvertiti e registrati da Viviani dai tempi delVico Finale. Una musica che restituisce l'indomitadignità di corpi immiseriti dal destino, che racconta delloro vitalismo inesausto, di una violenza che cresce,neppure silente. Una musica che tenta di farciascoltare la forma di una città come Napoli, di farcelariconoscere consentendoci di esclamare con la stessacertezza cieca di Ferdinando “T'aggio vista”. Visioneillusoria.All'interno del contesto narrativo, l'eccezionalitàestetico-tonale di Peppe Barra rappresenta l'idealemisura espressiva per coniugare il crudo realismo diViviani con la sospensione onirica che “La Musica”tende ad evocare. Il suo corpo scenico avanza atentoni tra ombre di uomini, canta con pulsione solaretra corpi di strumenti abbandonati quasi ad incarnare,con poetico disincanto, il tentativo di ricomporrel'accordo tra uomini e suoni la cui dissociazionesembra un profetico presentimento su Napoli che ne“La musica dei ciechi” Viviani dichiara sottotraccia.

    Claudio Di Palma

    3LLaa mmuussiiccaa ddeeii cciieecchhiippooii llee vvooccii ddaall VViiccoo FFiinnaallee

    VenerdiACOLI

  • Tagli è un monologo-cabaret che si ispira alla stand-upcomedy, un misto di improvvisazione e di testo scritto,una performance in bilico tra il rischio dell’invenzione euna drammaturgia più “collaudata”.Un attore, relegato in uno spazio che non è un teatro,né un set, prepara il pranzo raccontando storieparadossali, storie, appunto, che riguardano i tagli, lavera parola moloch degli ultimi mesi. Anche l’attore,che per sua disgrazia è parte di quei tagli, rendepartecipe il pubblico dei suoi progetti tagliati dalMinistero.Progetti culturali sempre più folli e deliranti, e ladescrizione tra risate e nonsense di una società chetagliando tutto quello che è cultura, partecipazione,sensibilità, sembra sempre voler rinunciare al sensoprofondo delle cose, dell’arte, della civile convivenza.In questo caso, spinto dalla necessità, che è la madre ditutte le invenzioni, l’attore di Tagli cerca di ristabilire uncontatto con il pubblico e con la realtà attraverso il ritodel pranzo, di una condivisione quasi “eucaristica”,come un prete senza altare, che celebra messa in unabaracchetta sperduta.In un tempo in cui anche la quarta parete è una spesaeccessiva,Tagli si propone di far ridere o solosghignazzare il pubblico attraverso uno scambioravvicinato di battute e spunti anche dell’ultimomomento.

    Centro d’Arte e Cultura,ore 13,00

    repliche 5, 11, 12 settembre

    TTaagglliiuna performance mobile

    di e con Marco Mario De Notaris

    produzione AudioImage

    durata 45 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    a seguirePiante, tavole e storie

    mappe del gusto nel Sanniobeneventano

    a cura dell’Associazione LOA

    4Sabato

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    SPETTA

  • 4Villa Comunale,ore 17,00

    replica 5 settembre, ore 11,00

    CCoommee AAlliiccee

    uno spettacolo di Giovanna Faccioloda Lewis Carroll

    conAdele Amato de Serpis,Cristina Messere,Monica Costigliola,Valentina Carbonara

    maschere, figure e costumiRosellina Leone eFrancesca Caracciolo

    spettacolo itinerante per max 80 bambini dai 6 ai 10 anni

    durata 60 minuti

    E’ un viaggio surreale tra personaggi che, ricalcando quellidel famoso libro di L. Carroll, propongono caratteristichelegate in maniera peculiare al contesto naturale dell’OrtoBotanico di Napoli, nel quale è stato creato e nel quale ècresciuto lo spettacolo. E l’Alice che si presenta sindall’inizio ai piccoli spettatori è un’Alice alla ricerca di sestessa, metafora surreale della crescita e del disagio che ilcambiamento fisico le procura. Un’Alice che hadimenticato tutto quello che sapeva prima, prima dicrescere improvvisamente (il suo nome, la sua identità ele storie che tutti da piccoli sanno), e che si mette inmoto, con l’aiuto dei bambini, per ritrovarsi.La ricerca di Alice, dell’identità smarrita, unisce quindi ilpersonaggio al gruppo di spettatori grazie al meccanismodi identificazione, chiave magica e necessaria alla riuscitadello spettacolo, e che fa nascere improvvisi momenti disolidarietà e sostegno collettivo dell’indifesa protagonistaalle prese con gli esilaranti personaggi un po’ cinici, irretitinelle loro surreali esistenze, con cui Alice non riesce acomunicare.Ed è così che gli incontri con il bruco, il coniglio, ilcappellaio matto e la sua band, la regina (per incontrare laquale è necessario trasformarsi in carte da gioco), il fiore,sottolineano il motivo della leggera solitudine di cui èimpregnato, a nostro avviso, il libro stesso.Ma ecco che alla fine un luogo magico suggerisce lasoluzione: i nomi smarriti potranno essere ritrovatiattraversando il labirinto.Così, riappropriandosi del nome, Alice può esistere dinuovo, naturalmente insieme ai suoi fedelissimi compagnidi viaggio.Lo spettacolo presenta una struttura itinerante. Il giovanepubblico seguirà il percorso interagendo con i famosipersonaggi del non-sense che qui acquistano caratterinuovi legati al luogo che li ospita.

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    ACOLI

  • RRaaccccoonnttaammiiBBeenneevveennttoo

    un progetto diGiulio Baffi

    e Giovanni Perone

    produzione Le Nuvole

    teatro stabile di innovazione

    Largo Manfredi di Sveviassaabbaattoo 44 sseetttteemmbbrree

    ore 18,00

    replica 5 settembreore 12,30

    con Imma Villa

    e Rosario Sparno

    durata 45 minuti

    Gli spazi bellissimi della città. Architetture che diventanospazio per una rappresentazione inconsueta. Attori cheinventano una storia e la raccontano al pubblico come perun incontro improvvisato. Verità e fantasia che siconfondono.Un progetto che negli ultimi due anni ha moltiplicatol’attenzione degli spettatori e la fantasia degli attori-autori,tanti, che hanno inventato i loro racconti in centinaia dispazi storici, museali ed architettonici della Campania.Ci sembra bello raccontare anche Benevento, affidandociall’invenzione di un gruppo di attori che hanno accolto conentusiasmo il nostro invito.Quattro i racconti previsti, il sabato e la domenica, almattino e al pomeriggio, che s’incrociano per emozionantiperformances.

    Biondo era e bello e di gentile aspetto. Ma l’un de cigli uncolpo avea diviso... Avesse in Dio ben letto questa facciaL’ossa del corpo mio sarieno ancora In co del pontepresso a Benevento. (Dante. Purgatorio. Canto III)

    Sono le prime ore del pomeriggio di venerdì 26febbraio del 1266. L’esercito di Carlo d’Angiò èschierato sui colli sovrastanti la valle dei fiumi Sabato eCalore. Le forze di Manfredi, re di Sicilia (che il papaconsidera usurpatore) sono disposte nella pianurabeneventana di S. Maria della Grandella. Ha inizio labattaglia di Benevento.

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    DomenicaSPETTA

  • RRaaccccoonnttaammiiBBeenneevveennttoo

    Hortus Conclususssaabbaattoo 44 sseetttteemmbbrreeore 19,00

    replica 5 settembreore 11,30

    con Gea Martire e Gabriele Saurio

    durata 45 minuti

    La lotta, quella più antica, antica quanto il mondo: tra ilbene e il male, viene ingaggiata e mai vinta. Per ognunodi noi comincia, ma finisce? In quale territorio riparare nel quale meglio lottare,sentirsi il più forte, il favorito, quello sul qualesarebbero tutti pronti a scommettere? Su quale terreno ideale o reale, andare a sconfinareper poter, finalmente, planare, i piedi scollati da unmortificante ancoraggio, liberi da ogni peso, scagliativerso un tripudio di trionfo? Dov'è questo luogodell'impossibile, dove un cerchio, destinato a restareirrimediabilmente aperto, miracolosamente si chiude, siconclude? Un Hortus conclusus? Forse. Chissà. Si può provare,sperare.Ma, alla fine, sapremo distinguere, se quel seducente,poderoso braccio che, trionfante, eleva verso il cielo lacoppa della vittoria appartiene al corpo tentatore delmale o a quello virtuoso del bene?! Fidiamo nel misticohortus e nelle divine opere di Paladino.

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    DomenicaACOLI

  • La Reale Ambasciata di Norvegia a Roma celebra ilcompositore e violinista Ole Bull a duecento anni dallanascita. Grande virtuoso del violino, considerato uno deimaggiori interpreti romantici al pari di Chopin e Liszt,autore di due concerti e numerosi pezzi brillanti perviolino, dal 4 al 7 settembre 2010 Bull sarà celebratoanche in Italia con una serie di concerti. Ad eseguirli,l’ensemble norvegese MiNensemblet accompagnato daSusanne Lundeng, tra i giovani violinisti norvegesisicuramente la più stimata artista che mescola latradizione del violino norvegese tipico della musicapopolare celtica a elementi di musica contemporanea e asonorità moderne.La tournée di MiNensemblet toccherà le città diBenevento, Roma e Bologna.MiNensemblet Formazione da camera stravagante e ricercata,MiNensemblet ha come caratteristica principale laversatilità dei suoi musicisti, sempre alla ricerca di nuoveforme ed espressioni musicali. Dalla sua nascita nel 1992,ha scelto di privilegiare la musica contemporaneacollaborando con artisti affermati, tra cui Bjørn AndorDrage, Arvid Engegård, Arve Tellefsen, Bobby McFerrin.Negli ultimi anni l’orchestra ha ulteriormente allargato lasua attività musicale con esecuzioni di musica antica sustrumenti d’epoca. Nel 2006 ha pubblicato un CDinteramente dedicato a Ole Bull dal titolo OleBullshits. Latournée di MiNensemblet toccherà anche le città diBenevento e Bologna.Susanne LundengViolinista che arriva dal nord della Norvegia. Forse oggi lapiù importante artista e compositrice norvegese,Susanne Lundeng rielabora le tradizioni musicali della suaterra con suoi personali arrangiamenti e richiami a

    Teatro Massimo ore 20,00

    OOllee BBuullllSSttrraavvaaggaannzzee ee TTrraaddiizziioonnee

    concerto in omaggio alPaganini del nord

    il grande violinista ecompositore

    OLE BULL nel bicentenario della sua nascita

    eseguito daMMiiNNeennsseemmbblleett

    guest Susanne Lundeng,violino

    Matteo Helfer, orchestrazione“Lieder” di Edvard Grieg Chiara Di Dino, soprano

    musiche di Ole Bull, Edvard Grieg,

    Fridthjov Anderssen,Harald Sæverud,

    Susanne Lundeng

    in collaborazione con Ravello Festival

    si ringrazia la RealeAmbasciata di Norveglia

    in Italia

    4Sabato

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  • 4OOllee BBuullllSSttrraavvaaggaannzzee eeTTrraaddiizziioonnee

    sonorità di jazz, rock, musica contemporanea e musichepopolari di altri paesi. Nel suo repertorio alterna branitradizionali a sue composizioni, lavorando anche sullavocalità. Il risultato è un suono innovativo, che rendequesta artista molto apprezzata da un pubblico vasto. Isuoi concerti nel Regno Unito e in Germania sonomolto amati, i suoi dischi sono pubblicati in tutto ilmondo e sono un grande successo nella Corea delSud.Matteo HelferOrganista, pianista e direttore d’orchestra, ha suonato ediretto per conto di molte istituzioni concertistiche inEuropa, Messico e Stati Uniti. Dal 1995 al 2001 è statodirettore artistico del Dolomitimusicafestival di Trento,della cui orchestra la DMf Chamber Orchestra delTrentino Alto Adige è direttore principale dal 1998. Hacollaborato con artisti di fama internazionale comeEdita Gruberova e Kristian Johannssohn. Appassionatodella cultura norvegese ed esperto della musica diEdvard Grieg, è impegnato nella stesura di unaversione per voce ed orchestra dei lieder del grandecompositore. Attualmente insegna organo ecomposizione organistica presso il conservatorio Bellinidi Palermo.Chiara Di DinoGiovane soprano lirico, nata a Palermo, si èperfezionata con Leone Magiera. Sotto la guida diMauro Trombetta ha curato il repertorio liederisticoche ha eseguito successivamente in giro per l’Europa ein America. Si è specializzata con Luisa Sarlo in musicamoderna e contemporanea francese e spagnola. Hafondato nel 2002 insieme a Matteo Helfer e almusicologo Quirino Principe il Trio Telos, formazionespecializzata nell’esecuzione del repertorio liederistico.

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  • Un detto napoletano suona pressappoco come segue. Ilmatrimonio è come il mellone (cocomero), può uscire biancoo rosso; se esce rosso ritieniti un privilegiato; se esce bianconon hai che da inveire contro te stesso e contro la tua sorte,e magari prenderla a calci, sempreché ti capiti a tiro.Non diversamente accade nelle favole. E CenerentolaMaritata ne sa qualcosa.Convolata ad entusiasmanti nozze con il suo PrincipeAzzurro, che l’ha fortemente voluta per il suo piedino dageisha, dopo il matrimonio viene dalla Regina Madresottoposta ad una serie estenuante di esercizi fisici e morali,una sorta di “Università di Cambridge” Reale che la trasformida domestica qual’era in una principessa di sangue. Ma lafrequentatrice di camini non è di quelle che si piegano adiscipline indirizzate a stravolgerne l’origine. E così il maestrodi danza, quello di musica, e tanti altri docenti delle tantevirtù che distinguono l’aristocrazia dalla plebe, si devonoritirare in buon ordine, sconfitti e sconfessati da una creaturache non è affatto disposta a perdere le sue radici, a cambiarepelle, ad applicare al suo viso una maschera che non leappartiene.La conseguenza è una sola: viene ricacciata in manieretutt’altro che araldiche nelle cucine del Palazzo, ad attenderealle defatiganti commissioni che le sono congeniali, vedispazzare, fare il bucato, stirare, rammendare e, quandooccorre, lavorare a maglia. E’ appunto mentre sferruzza, che lacogliamo dedita ad esternare tutto il suo rancore contro undestino che si è comportato come il sole, quando squarcia lenuvole invitando i cuori alla gioia di vivere, ma presto si ritiradietro nembi più minacciosi del grigiore iniziale.Se poi la sorte degli altri ‘colleghi di favola’, a suo dire, non èstata granché diversa, questo dovrebbe avvalorare ilproverbio “mal comune mezzo gaudio”. Ma Cenerentola nonha nessuna simpatia per i proverbi, e lo dice senza mezzeparole. E nel frattempo prepara la sua mitica vendetta.

    Manlio Santanelli

    Teatro De, Simone,ore 21,00

    replica 5 settembre ore 19,00

    Marina Confalonein

    LLaa CCeenneerreennttoollaammaarriittaattaa

    diManlio Santanelli

    sceneRoberta Mattera

    costumiGiovanna Napolitano

    musicaFederico Odling

    voce del mezzo sopranoCaterina Tartaglione

    regiaMarina Confalone

    durata 75 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

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  • 4Piazza Roma,

    VViiaaggggii ddaa FFeerrmmoo‘viaggi alla volta delle città delmondo senza spostarsi di unmillimetro’

    4 settembre, ore 20,30 e 23,00PPaarriiss con Luciana Paolicelli,Giovanna Staffieri e Marco Tizianeldurata 50 minutimax 25 spettatori

    5 settembre, ore 20,30 e 23,00LLoouurrddeesscon Luciana Paolicelli,Giovanna Staffieri e Dario Garofalodurata 50 minutimax 23 spettatori

    6 settembre, ore 21,30LLiissbbooaa con Luciana Paolicelli,Giovanna Staffieri e Paola Carbone durata 50 minuti max 150 spettatori

    7settembre, ore 18,00 - 20,00FFeerrmmaattaa lliibbeerraagiornata interamente dedicata agli artisti e agli operatori culturali della città

    direzione artisticaMassimo Lanzetta

    produzioneTeatro delle Gruin collaborazione con il Teatro dei Sassi

    Il Teatro delle Gru e il Teatro dei Sassi presentano il GRUBUSTHEATRE, autobus a due piani trasformato in teatro viaggiante.Il Grubus viaggia con 11 artisti e un’autista, al suo piano inferioreospita la foresteria, l’ufficio e i posti per viaggiare, al superiore lasala teatrale per 25 spettatori. Per i giorni di permanenza nellacittà di Benevento propone i Viaggi da Fermo: progetto chescommette sulla possibilità di intraprendere viaggi alla volta dellecittà del mondo senza che il GRUBUS si sposti fisicamente di unmillimetro. Questo lavoro affonda le sue radici nello studio deljazz: le parole, le relazioni e le storie si compongono al presente apartire da frammenti di studi condivisi (letterari, cinematografici,musicali) che riaffiorano nell’agire. I viaggi sono come sessioni live,a volte in stile be-bop, a volte free.Paris, E’ un viaggio nell’amore, perché l’amore è umano, è tutto. Manon l’amore melenso, hollywoodiano, ma l’amore vero, reale,quello oscuro, quello che non dice tutto. L’amore che non è nétanto bello né tanto buono né così generoso, l’amore che tremanell’ombra. Dunque ci si scioglie, ci si strugge nel cuore e neldiaframma, aprendosi alla bellezza immensa di quello che siamo. Egiochiamo finalmente liberi senza vergogna.Lourdes,Vite parallele, sentieri che si incontrano, miracoli emiserie: l'imperfezione è quello che ci rende quasi perfetti.Il miracolo della vita è quello delle avventure umane, la vita è unmistero, come è un mistero l'esplosione di amore, amicizia,passione, guerre e violenze. La bomba vera è quella nascosta nelcorpo, non nell'anima in maniera elegante e devastante.Lisboa, Un semicerchio di sedie accoglie i viaggiatori sotto gli occhidel Marinhero di Fernando Pessoa: il Grubus apre le sue finestresull’oceano. Il bus diventa un groviglio di strati, un millefoglie divolti, corpi, suoni. Seduti di fronte al mare, si vedono coppie digiovani portoghesi che camminano e che parlano, si baciano. Ealcune persone vociare per strada, danzare, discutere.La notte nera, due vegliatrici e una morta.Tutto è incantamento?Sogno? Una capsula di vita racchiusa fra due momenti di sonnoeterno.Fermata Libera L’ultimo giorno di sosta il GRUBUS propone lafermata libera: giornata interamente dedicata agli artisti e aglioperatori culturali della città. Il teatro viaggiante offre il suo spazioa chi condivide con il Teatro dei Sassi e il Teatro delle Gru lanecessità di stringere relazioni e collaborazioni, scambiareesperienze o mostrare opere artistiche.

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  • Una scioccante tragedia: un’etnia che si estingue,l’uccisione di una lingua ed il suo ultimo parlante.Un’opera teatrale tremendamente moderna perdescrivere una realtà passata e presente a moltisconosciuta.L’opera narra la storia della giovane Aleluja, condannataa morte in quanto ultima rappresentante del suopopolo, un popolo ormai distrutto. Accanto a lei il suocarceriere, il cui nome è emblema della sua situazione;il Rinnegato nasconde, infatti, la sua appartenenza allostesso popolo della condannata, ed ha rinunciato aparlare la sua lingua per salvarsi, egli afferma «io volevorestare in vita. Rinnegato è sinonimo di sopravvivenza».Ultimo personaggio è un inesperto gesuita che arrivaper cogliere dalla bocca di Aleluja, prima che sia troppotardi, le parole di quella lingua destinata ormai ascomparire.Incontrare le parole di Miklós Hubay, quelle stesse chedecretano in un poema immaginario, la fine di altreparole, di intere comunità, modi di esprimere l’amore el’odio, modi di mangiare e parlare prima di dormire, cirende responsabili di una memoria.Se la scomparsa di una parola corrisponde al disusodell’oggetto a cui si riferisce e successivamente alla suacompleta estinzione, il dileguamento di una linguadetermina la morte di un popolo.

    Mulino Pacifico,ore 20,00

    replica 6 settembre ore 20,00

    LLaa ppaarroollaa uullttiimmaaliberamente ispirato a

    “The rest is silence”di Miklòs Hubay

    drammaturgia e regia Antonio Damasco

    consulenza linguistico - letteraria Valter Giuliano

    con Laura Conti,Michelangelo Fetto,

    Antonio Intorciaaiuto regia

    Valentina Padovanscenografie e costumi Daniela Donatiello e

    Alice Imperialedirezione di scena

    Paola Fettologistica

    Tecla Iervoglini e Irma Bechis

    responsabile tecnico Bruno Ferreira da Veiga

    produzioneTeatro delle Forme

    e Solot Compagnia Stabile diBenevento

    con il sostegno del Sistema Teatro Torino

    e con il contributodella Regione Piemonte

    in collaborazione con la FondazioneTeatro Stabile di Torino

    durata 70 minuti pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    la visione dello spettacolo è consigliata ad un pubblico adulto

    5Domenica

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    SPETTA

  • 5Arco del Sacramento,ore 22,00

    ‘‘NNaa ccuurrtteellllaattaa ssii’’,, mmaa sscchhiiaaffffee mmaajjeeEnsemble Heliopolis in concerto

    ccaannzzoonnii nnaappoolleettaannee ““ddii ggiiaaccccaa””a cura di Gennaro Del Piano

    Gennaro Del Pianocanto, voce recitante

    Raffaele Tiseoviolino, arrangiamenti originali

    Antonello Rapuanopianoforte

    Peppe Timbro contrabbasso

    Saverio Coletta,fisarmonica

    Giancarlo Sabbatini,percussioni

    produzione A.T.E. Arte Teatro Eventi

    durata 60 minuti

    Così all'inizio del secolo scorso vennero definite lecanzoni napoletane che si discostavano dalle atmosfereidilliache vagheggiate in tante fortunate creazioni, peresprimere invece sentimenti forti quali gelosia,desiderio di vendetta, sdegno per l'onore tradito...Brani dall'intenso contenuto drammatico che siispiravano ad eventi spesso tragici di caratterepopolare, e che per tal motivo - in ambito teatrale -venivano interpretati da cantanti in tenuta borghese(con la giacchetta, appunto) e non con la consuetamarsina.Canzoni che - pur avendo sofferto di una ingiustaesecrazione, in quanto maldestramente collegate allasuccessiva e squallida pletora di brani “malavitosi” -furono e sono tuttora grandemente conosciute edamate, specie dai veri intenditori della musicapartenopea, che ne apprezzano l'intensità, il pathos,l'autenticità.Collegata a tale produzione vi fu poi quella di branidall’intento caricaturale, tesa a sdrammatizzarne glieccessi.Questi gli ambiti indagati nella circostanza dall’EnsembleHeliopolis, che intende offrirne una ripropostarispettosa ed insieme divertente e divertita.

    Domenica

    17

    ACOLI

  • La TeenOrchestra è la compagine più giovane delConservatorio che mette assieme gli studenti delle scuoledi archi interagendo, a seconda del programma, con altreclassi come le percussioni e i fiati. Composta da giovani egiovanissimi, l’età media è 14 anni, ha debuttato sotto laguida del Maestro Gianluca Giganti per la Festa Europeadella Musica, avvalendosi della collaborazione fattiva deiMaestri Michelangelo Massa e Laura Morelli nonchédell’apporto didattico-professionale dei docenti diriferimento.

    PPRROOGGRRAAMMMMAA

    AA..VViivvaallddii (1675-1741)Sinfonia in Re Maggiore per Archi RV 121 - Allegro-Adagio-Allegro

    AA..VViivvaallddii (1675-1741)Sinfonia in si minore per Archi “Al Santo Sepolcro”

    GG..PPhh..TTeelleemmaannnn (1681-1767)Allegro dal Concerto in Sol Maggiore TWV 51Violino solista: VViinncceennzzoo IIoovviinnoo

    BB..MMaarrcceelllloo (1686-1739)Adagio e Allegro dalla Sonata IV in sol minore, op.2Violoncello solista: EEmmiilliioo MMoottttoollaa

    WW..AA..MMoozzaarrtt (1756-1791)Sei Danze Popolari Tedesche per Archi, KV 606

    JJ..HH..SScchhmmeellzzeerr (1623-1680)Balletto di matti dalle “Danze Viennesi”

    FFrraannzz JJoosseepphh HHaayyddnn (1732-1809)Sinfonia dei giocattoli - Allegro-Menuetto-Finale- Allegro

    Teatro De Simone,ore 19,00

    TTeeeennOOrrcchheessttrraa ddeell ccoonnsseerrvvaattoorriioo

    ““NNiiccoollaa SSaallaa”” ddii BBeenneevveennttoo

    Gianluca Giganti,direttore

    durata 60 minuti

    6Lunedi

    18

    SPETTA

  • 6Teatro Comunale,ore 21,00

    OOnnddee CCrroommaattiiccHHeeee vvaarriiaazziioonnii ((PPiittaaggoorraa aavveevvaarraaggiioonnee))Francois Joel Thiollier

    concerto per piano solo

    concerto della XVIII RiunioneNazionale diElettromagnetismoofferto da CST – ComputerSimulation Technology AG.Darmstadt

    pianoforti Santarpino

    durata 75 minuti

    Francois-Joel Thiollier (Parigi, 1943) è nato a Parigi da unafamiglia franco-americana di professori universitari. E’ statoun bambino prodigio e ha tenuto il primo concerto aNew York a cinque anni.Allievo in Francia di Robert Casadeus e, successivamente,negli Stati Uniti di Sascha Gorodnitzki alla Juilliard Schooldi New York, ha conseguito il Bachelor a diciotto anni ed ilmaster l’anno dopo, con il massimo dei voti in tutte lediscipline, accademiche e musicali.Thiollier ha vinto 8Grand Prix pianistici internazionali, risultato senzaprecedenti, tra cui il “Reine Elisabeth” del Belgio ed il“Tchaikowski” di Mosca. Ha suonato con le maggioriorchestre, tra cui le Filarmoniche di Leningrado e Mosca,la Concertgebouw di Amsterdam, la Residente Orkestdell’Aja, l’Orchestra della Rai di Torino, l’Orchestra di SantaCecilia, l’Orchestre de Paris, l’Orchestre National deFrance, la London symphony Orchestra, e si è esibito nellesale più prestigiose (Théatre des Champs Elysées, BerlinerPhilharmonie e Konzerthaus, Bunka Kaikan e Suntory Halla Tokyo, Palais des Beaux Arts di Bruxelles, Auditorium diMadrid, La Scala di Milano, La Fenice di Venezia, la SydneyOpera House Concert Hall, etc). Le straordinarie dotitecniche e l’eccezionale cultur musicale di Thiollierrifulgono nelle sue masterclass, in cui ogni brano vienepreliminarmente inquadrato nel suo contesto storico-musicale e stilistico.Tra le sue incisioni discografiche, l’integrale dell’operapianistica di Rachmaninov per RCA-Thesos, e quelli diGershwin, Debussy e Ravel per Naxos e Grave. Il suovasto repertorio include anche Satie, Franck, de Falla, Liszt,Scriabin, Mozart, Beethoven, Brahms, Busoni, del quale hainciso per Kontrapunkt il monumentale Concerto perpianoforte, ed il panismo virtuosistico ottocentesco(Czemy,Tausig).Vincitore di numerosi premi discografici, nel 2003 è statonominato Officier des Art set des Lettres.

    Lunedi

    19

    ACOLI

  • Finestre grandi come portoni o piccoli come buchi dellaserratura, attraverso cui lo spirito voyeuristico dell’Italianotrova massimo sfogo. Sul palcoscenico dell’ovvietà siavvicendano personaggi che conoscono il mondo ma nonsanno nulla di loro stessi che sono in preda all’arrivismo,all’abitudine, al disorientamento mediatico. Le loro storieprendono vita un “pezzo” alla volta, come statuine di uncarillion.

    Lupus nasce sicuramente dall’esigenza di esprimere unmalessere.La tematica è attuale, forse troppo. Quello che si vuolemostrare è l’azione di ciò che accade “intorno” alpotere.Si è avvertito il bisogno di rappresentare qualcosa chefotografasse lo stato di perenne corruzione morale incui vive la società che ci ospita. L’idea di un soggettoaffetto da una malattia degenerativa, da un LUPUSappunto, ha rappresentato per noi la strada miglioreper gridare quest'insofferenza attraverso i chiaro scuriche solo il linguaggio teatrale sa fornire. Ci piacerebbeche l'arte tornasse ad essere partecipe nellacostruzione di proposte civili e culturali rispettose dellapersona e vorremmo infine che il nostro spettacolorappresentasse anche un gesto politico libero, unaprovocazione per smuovere i culi pesanti che sonodiventati i nostri cervelli.“Il potere logora chi non ce l’ha”, ne siamoassolutamente sicuri?

    Teatro Massimo,ore 22,00

    LLuuppuuss

    drammaturgia Natale Cutispoto,

    Francesca PaolaScancarello,

    Valerio Vestoso

    conCarlotta Boccaccino,

    Giovina Guerra,Bruno Petretti

    scene & costumi Luana Mollichella

    e Assia Patrone

    organizzazione generaleBruno Petretti

    regia Natale Cutispoto

    produzione A.T.E Arte Teatro Eventi

    durata 60 minuti

    6Lunedi

    20

    SPETTA

  • 7Teatro Comunale,ore 20,00

    replica8 settembre ore 20,00

    BBaarrbbaabbllùùda Perrault

    testoPino Carbone e Francesca De Nicolais

    con Francesca De Nicolais eLuca Mancini

    e con le bambineArianna Attanasio Elena Garofano Francesca GuerraLuana MalegieriMartina Santarcangelo

    consulenza amministrativa Alessandra Narcisi

    ufficio stampa Valeria Zecchini

    grafica Pasquale Aversario

    aiuto regiaLuigi Morra

    musicheCamera

    regia Pino Carbone

    produzione o.n.g.Teatri & Etérnit

    durata 75 minuti

    “La sua barba non è poi così blu”: è la protagonistadella fiaba a dirlo, a pensarlo per convincersi adaccettare e sposare Barbablù.Tutto ha inizio proprio daquesta considerazione, a dispetto di ciò che pensanotutti gli altri, che considerano Barbablù un mostro, chefa paura per il suo aspetto, per la sua strana barba eper il mistero che lo avvolge, che riguarda le sueprecedenti mogli di cui nessuno sa che fine abbianofatto. “la sua barba non è poi così blu”: un pensierotanto ingenuo, quanto coraggioso. L’ingenuità e ilcoraggio, la curiosità, sono questi i principali elementiche danno vita al racconto. Che muoveranno ipersonaggi principali, Barbablù e Judit. Due solitudiniche si incontrano, che si confortano a vicenda, che siproteggono a vicenda dagli sguardi e dai commenti, daipregiudizi, degli altri. Barbablù soffre, come un modernominotauro, un fenomeno da baraccone, che accumularancore, diffidenza, soffre per una solitudine e unpregiudizio che lo feriscono e lo incattiviscono. Unmostro creato dal giudizio degli altri: “i mostri siamonoi a crearli con la nostra paura verso ciò che da noi èdiverso”. Il finale sarà drammatico: Barbablù verrà“tradito” e ucciso dalla donna che ha sposato e chenon ha resistito alla grande tentazione, ha ceduto allacuriosità di entrare nella stanza dove Barbablùnasconde i corpi delle precedenti mogli che ha amatoe che poi ha assassinato. Una fiaba che commuove,soprattutto perché è una grande storia d’amore.L’amore che può diventare tragedia se non vieneaccettato e capito dagli altri. Oltre ai due protagonisti,Barbablù e Judit, in scena ci saranno cinque bambine, di9 e 10 anni, che saranno vestite con abiti di donneadulte, vestiti troppo grandi per loro, che le pone ametà strada tra il mondo degli adulti e quello dei

    Martedi

    21

    ACOLI

  • bambini, come lo è Judit, che di colpo è costretta adiventare donna e sposare un uomo agli occhi di tuttispaventoso. Le bambine oltre ad interpretare con le lororeazioni le varie emozioni che la fiaba racconta, sarannoanche le mogli del “mostro” chiuse nella stanza segreta.Una presenza, quella delle bambine, importante sia nellavoro di ricerca e di costruzione dello spettacolo, sia inscena, addolcendo l’atmosfera generale e rappresentandoil linguaggio più aderente al racconto, ricordandocisempre che si tratta di una fiaba.In scena ci sarà una grossa gabbia, che concretamente saràil castello di Barbablù, dentro il quale lui si sente di fattoprigioniero, perché fuori incontra solo diffidenza e unrifiuto che lo costringono a creare all’interno il suomondo. Dopo il matrimonio diventerà, quindi, la prigionedorata dei due sposi, entrambi prigionieri della lorointimità. Poi diventerà la stanza dei giochi delle bambine, esempre più chiaramente il pubblico si renderà conto chein realtà quella è la stanza segreta di Barbablù, dove lebambine, completamente vestite di bianco, giocano constoffe e vestiti rossi. Stoffe e vestiti che a quel puntosembreranno macchie di sangue, che con una semplice,elementare e anche tenera associazione trasformano lebambine nelle mogli uccise e rinchiuse.Tutto conun’atmosfera giocosa, teatrale e fiabesca.

    BBaarrbbaabbllùù

    7Martedi

    22

    SPETT

  • 7Arco del Sacramento,ore 20,30

    GGllii AAmmaannttii ddii VVeerroonnaaIl pietoso caso diGiulietta e Romeo

    racconto concerto daMatteo Bandellodi Mandracchia e Cocifoglia

    conFabio Cocifoglia e Manuela Mandracchia

    Barbara Eramocantante

    Stefano Salettipolistrumentista

    durata 70 minuti

    Martedi

    23

    La sfortunata morte di dui infelicissimi amanti che l’uno di velenoe l’altro di dolore morirono, con vari accidenti.

    Il progetto parte dall’idea di portare in teatro le novelleitaliane che sono state fonte di ispirazione delle opereshakespeariane : “il Moro di Venezia” e “Misura per misura”dagli Ecatommiti del Giraldi Cinzio, “ Gli amanti di Verona” e“Molto rumore per nulla” dalle novelle del Bandello.La formula racconto-concerto ci permette, attraverso lafusione di parola e musica, di creare una partitura globale conintrecci contrappuntistici e concertazioni che diventano unostraordinario veicolo di fruizione da parte del pubblico.Sebbene in un linguaggio completamente diverso, “Gli amantidi Verona” del Bandello non ha nulla da invidiare all’operashakespeariana per potenza emotiva, intreccio, alternanza diclimi. E’ anzi divertente notare le differenze con l’opera diShakespeare : da come si svolge la storia d’amore tra i dueamanti che più e più volte si accoppiano nel giardino“essendo Romeo giovine, di forte nerbo e moltoinnamorato”, a Giulietta che vuole raggiungere il suo Romeotravestendosi da uomo, all’ambigua figura di frate Lorenzo, acome muore Giulietta. Attori e musicisti raccontano insieme, con gli strumenti che hanno a disposizione ( le canzoni direpertorio, i personaggi archetipali, la musica e il testo) unastoria che tutti conoscono, un affresco delle più travolgentipassioni umane: l’amore al tempo dei “...Montecchi e deiCappelletti, ne la Verona di Bartolomeo Scala...”, un amorecosì forte che “…tutte le volte che lo racconti sembraimpossibile debba così finire…”.Dopo aver fatto incontrare le parole del Bandello con lamusica rinascimentale, questa volta il racconto si intreccia conil repertorio world music di Stefano Saletti e Barbara Eramo,dove si fondono elementi di musica pop con elementi dimusica etnica. E quasi sull’onda ironica e dissacrante delprogetto di Buz Luhrmann, proprio su Romeo e Giulietta,abbiamo trovato divertente e stimolante l’incontro tra lanovella del Bandello e la loro rilettura in chiave world musicdi classici della disco music anni ’70.

    TACOLI

  • Da alcuni anni la Grande Orchestra "Chaikowski"propone sotto la direzione del maestro Quadrini unconcerto dedicato alle grandi colonne sonore passatealla storia e diventate classici del grande patrimoniomusicale. Una serata arricchita dalla proiezionesincronizzata delle immagini più belle e rappresentativedei film citati, così da creare un intenso incontro tramemoria visiva e ricordi musicali delle colonne sonore,molte delle quali in "suite", più lunghe quindi del solitotema riconoscibile e canticchiabile. Ma brani comeRocky, Nuovo cinema Paradiso, Star trek, Indiana Jones,E.T., Love story,West side story, non hanno quasibisogno di ausilio. Per una serata basata sull'incontro didue elementi semplici ma convergenti, l'orecchio el'occhio, e dedicata ad un pubblico vasto che ama lagrande musica ed il grande cinema.

    Parco Cellarulo,ore 20,30

    CCiinneemmaa iinn CCoonncceerrttooGGrraannddee OOrrcchheessttrraa

    CChhaaiikkoowwsskkii

    direttoreLeonardo Quadrini

    proiezioni sincronizzateregia

    Pino Finizo

    durata 90 minuti

    7Martedi SPETTACOLI

  • Il dramma prende spunto dall’ incontro, avvenuto nel1897, tra Cesare Lombroso, l’antropologo criminaleitaliano e Lev Tolstoj.Per Lombroso quell’incontro era l’occasione perconfermare sul campo la sua teoria sulla“degenerazione del genio”. Nella realtà storica, loscrittore, intuendo il ruolo di soggetto da esperimentoche stava per interpretare, reagì trattandoscortesemente l’alienista italiano, congedandolo consufficienza.Nel dramma di Luciana Grifi, invece,Tolstoj, suprovocazione della moglie Sof ’ja, accetta di sottoporsi -quasi per un gioco da salotto - all’indagine scientifica diLombroso.Dopo aver acconsentito a lasciarsi ipnotizzare,Tolstoj sitrasformerà, dando voce ad un famoso personaggio disua invenzione, quasi un alter ego negativo sepolto nelsuo inconscio: Pozdnysev, il protagonista uxoricida de“La Sonata a Kreutzer”.Ed è proprio “La Sonata a Kreutzer”, dove vienedescritto l’inferno quotidiano di una coppia di coniugiche sfocia in un assassinio per gelosia, lo specchiodeformante in cui si riflette un altro rapportomatrimoniale, quello reale di Lev e Sof ’ja, divenuto congli anni per entrambi un nucleo perverso di sofferenzaquotidiana.La vita coniugale dei personaggi romanzeschi dellaSonata (Pozdnysev e la moglie) e quella dei coniugiTolstoj si sovrappongono e si ribaltanocontinuamente, dando vita a una sequenza di “scene daun matrimonio” acri e crudeli, dove la linea didemarcazione tra realtà e finzione, tra autore epersonaggio, viene continuamente infranta.

    Cortile del Palazzo Paolo V,ore 22,00

    PPeerrmmeettttee,, ccoonnttee TToollssttoojj,, cchhee llee mmiissuurrii iill

    ccrraanniioo??Lombroso incontra Tolstoj

    diLuciana Grifi

    con Sergio Basile

    Miriam CampanielloMichele Del Grosso

    Luigi Mezzanotte Oreste Valente

    regiaSergio Basile

    produzione Les Deux Dames

    durata 90 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    7Martedi

    26

    SPETTA

  • 8Deposito Autobus Urbani,ore 20,30

    replica 9 settembre ore 20,30

    NNuuvvoollee BBaarroocccchhee

    drammaturgia e regiaGabriele Di Luca,Massimiliano Setti,Luca Stano

    collaborazione alla regia Alessandro Tedeschi

    con Fabrizia Boffelli Gabriele Di Luca Massimiliano SettiLuca Stano

    luci Diego Sacchi

    costumi e organizzazione Luisa Supino

    produzione Centro Rat Teatro dell’Acquario

    con il patrocinio della Fondazione Fabrizio De André

    durata 70 minuti

    menzione speciale della Giuria alPremio Tuttoteatro.com DanteCappelletti

    menzione speciale della Giuria alPremio Nuove Sensibilità delNapoli Teatro Festival Italia

    1979: l’estate dei grandi sequestri e del rapimento diFabrizio De Andrè e Dori Ghezzi.Nello stesso periodo tre ragazzi di ventisette anni, inpassato amici e da diverso tempo lontani tra loro, siritrovano in uno scantinato per rapire un bambino. Essihanno, per tre motivi diversi, un disperato bisogno didenaro. La disillusione, il rapporto con la loro infanzia,l’amicizia ormai tramutata in qualcos’altro e la perditadella loro innocenza, sono i temi che dominano idialoghi. La periferia: luogo border-line, luogo di confinetra il lecito ed illecito, tra l’illusione e la disillusione, trasogno e realtà.Vorrebbero tornare indietro alla loro giovinezza perrecuperare uno sguardo ormai perso, ma tutto èsvanito per sempre, tutto ormai ruota intornoall’inganno e alla speranza di un riscatto sociale.L’anarchia (Nico), l’alcolismo (Beppe) e l’emarginazione(Pier) come punti di contatto tra i tre protagonisti ed ilcantautore genovese.La vicenda come simbolo della crisi sociale all’internodel proletariato e come culmine dei tormentati anni ‘70con un occhio di speranza ai vicini ’80.Il titolo “Nuvole Barocche” si ispira all’omonimo albume alla canzone “Le nuvole” di Fabrizio De André.Proprio come quelle nuvole in cielo, cosi abbondanti distrani ghirigori, gravide di pioggia e pronte a scoppiareda un momento all’altro, anche nell’anima di Beppe,Nico e Pier qualcosa sta per esplodere, qualcosa si èrotto per sempre e, come la pioggia, chiede di essereliberato.

    Mercoledi

    27

    ACOLI

  • I Sancto Ianne da quasi venti anni promuovono congrande passione lo studio, la ricerca e la diffusione dellacultura e delle tradizioni popolari della propria terra, ilSannio Beneventano, attraverso i dischi, i seminari e iconcerti in Italia e in diversi paesi europei.Il gruppo, in occasione della 31^ edizione del festival“Benevento Città Spettacolo”, presenta un nuovoprogetto che prevede oltre la partecipazione di altrimusicisti del mondo della musica popolare del suditalia, la realizzazione di quadri condivisi con artistiappartenenti ad altri mondi espressivi.I Sancto Ianne hanno fatto la scelta di stringere ilproprio legame con le tradizioni locali non soloattraverso il genere e gli strumenti musicali maproponendo una rilettura della storia che è statacronaca del nostro passato e che si propone comeparadigma di una interpretazione anche letteraria dellacondizione umana.Da qui l’idea del gruppo di collaborare con musicisti,attori di teatro ed artisti circensi per dare unadimensione diversa alla loro proposta artistica a megliosottolineare il senso profondo della conoscenza delproprio passato senza il quale nessuno può rivendicareun’ identità che superi quella del “grande fratello” diturno.Il termine latino "tradere" - "passaggio"-, che dà il nomea questo lavoro, è stato, in realtà, scelto proprio per ilsuo antico significato. Con tale voce, a differenzadell’accezione negativa con cui la conosciamo oggi(tradire), si individuava il passaggio, la consegna delsapere attraverso le persone e le generazioni.Il “traditor” era il maestro, ovvero colui chetramandava, per l’appunto, le tradizioni.

    Arco del Sacramento,ore 21,00

    TTrraaddèèrree SSaannccttoo IIaannnnee

    in concerto

    Gianni Principe voce

    Ciro Maria Schettino plettri

    Antonio Pasquariello plettri

    Sergio Napolitanofisarmonica

    Raffaele Tiseo violino

    Massimo Amoriellobasso elettrico

    Alfonso Coviello percussioni

    Pierluigi Iele tecnico del suono

    e conFilippo Franco e Dora Tretola

    Arteconfigurazioni,Compagnia di Circo

    Contemporaneo ed artedi strada

    produzioneAssociazione Culturale

    Multikulti

    durata 120 minuti

    8Mercoledi

    28

    SPETTACOLI

  • C’era una volta, e c’è ancora, Jerry Lewis. C’era unavolta, e non c’è ancora, Helmut Doork.Il primo, mito comico del cinema hollywoodiano.Il secondo, un clown tedesco, proiezionecinematografica di figure realmente esistite inquell’ aberrazione dell’uomo che furono i campi diconcentramento.Helmut era stato un grande clown, anzi era stato“Doork il grande”, il clown più famoso di tutta laGermania pre–nazista. Poi, improvviso ed inspiegabile,un lento e doloroso declino lo aveva condotto alladepressione ed all’alcol. E fu proprio uno stato diubriacatura a creare le premesse perché ,in unabirreria, al cospetto di due ufficiali della Gestapo,Helmut prorompesse in un incauto sberleffo controAdolf Hitler. Fu immediatamente arrestato e, pervicende mai fino in fondo chiarite, condotto nel campodi concentramento di Auschwitz, laddove era incaricatodi accompagnare i bambini ebrei alle camere a gas.Jerry conobbe Helmut leggendo le pagine dellasceneggiatura di Joan O’Brien e Charles Denton“ The day the clown cried”. Era in un momento difficiledella propria vita artistica, il“picchiatello” non riscuoteva più il successo che solopoco tempo prima gli si tributava.Le cause? Forse il naturale tramonto di una fantasticaparabola , più probabilmente il mutare del gusto delpubblico, la cui sensibilità era ora figlia degli anni dellacontestazione.Jerry decise che quella conoscenza fosse meritevole diapprofondimento.Jerry decise di essere Helmut Doork in quel film.Jerry decise di essere anche “L’altro Magnifico Jerry”.Una magnifica e stupefacente favola.

    Mulino Pacifico,ore 21,00

    repliche9 settembre ore 23,00

    10 settembre ore 21,00 e ore 23,00

    11 settembre ore 21,00 e ore 23,00

    Massimo De Matteoin

    LL’’aallttrroo mmaaggnniiffiiccooJJeerrrryy

    di Massimo De Matteo eSergio Di Paola

    con Michele Danubio,

    Sergio Di Paola,Bruno Tramice

    e conCarmen AnnibaleSimona Barattolo

    Andrea CioffiNoemi CoppolaMichelle Cuevas

    Silvio De LucaViola Forestiero

    Lorena LeoneArturo Scognamiglio

    9Giovedi

    30

    SPETT

  • 9sonorizzazioniLuca Urciuolo

    scenografieLuigi Ferrigno

    coreografieLorena Leone

    costumiAlessandra Gaudioso

    disegno LuciEttore Nigro

    assistente alla regiaMichele Danubio

    assistente scenografo erealizzatore sceneArmando Alovisi

    regiaPeppe Miale

    produzione Le Pecore Nere s.r.l.

    In collaborazione con Napoli Teatro Festival Italia

    durata 70 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    lo spettacolo è sostenuto dall’ Associazione Alessandro Pavesi

    Ecco tutto ciò che per noi è stata questa storia fin dalmomento in cui l’abbiamo conosciuta. Una favola.Ci siamo sorpresi della vicenda di Helmut, commossidel succedersi degli eventi narrati, interrogati sulperchè Jerry Lewis abbia deciso di realizzare questofilm. Non so quante risposte il nostro spettacoloriuscirà a dare. So che i bambini sono la chiave. Forsenon per accedere alle risposte.Sicuramente per accedere all’animo di Jerry, diHelmut,auspichiamo di tutti voi che avrete desiderio diascoltare. Nella speranza che quel film, realizzato e poimai distribuito, possa un giorno essere veduto da tuttinoi.

    Peppe Miale

    FFoonnddaazziioonnee AAlleessssaannddrroo PPaavveessiiAlessandro Pavesi, scomparso nel 2008 all’età di 19 anni, erauno studente di Giurisprudenza che, credendo nei valori digiustizia sociale e solidarietà, sognava di potersi un giornoimpegnare nella tutela dei diritti umani. Si era anche iscrittoad uno specifico corso in materia presso l’università diHarvard (USA) ma un pirata della strada gli ha spento ilsorriso e la speranza.Vogliamo aiutare altri ragazzi a raggiungere i suoi sogni e adiffondere i suoi ideali: quei valori che hanno spinto laFondazione Alessandro Pavesi ONLUS a offrire il patrocinioallo spettacolo “L’altro magnifico Jerry”. Perchè giustizia esolidarietà non siano parole vuote, ma acquistino unsignificato concreto con il ricordo delle atrocità del nazismo,perché la memoria non solo rimanga viva ma vengarinnovata nei giovani, perché altre “piantine di Ale” sidiffondano attraverso questo straordinario impegno dellaCompagnia Le Pecore Nere.Per non dimenticare … www.fondazionealessandropavesi.org

    Giovedi

    31

    TACOLI

  • Cielo e terra si contendono Don Chisciotte.La fame lo àncora al suolo e le sue visioni lo innalzanoverso il cielo.Una tensione che tiene in bilico la sua “erranza” trauna dimensione orizzontale che è quella del viaggiofisico e materiale ed una verticale, di natura spirituale.Un bilico che sta tra l’essere o il non essere “in cervello”,tra la follia e la saggezza.

    “So io chi sono, e so che posso esserenon soltanto quelli che ho detto…”Chisciotte

    KischadaUaiNot, performance conclusiva di unpercorso di laboratorio realizzato inconcomitanza/collaborazione col Festival, è il risultato diun processo di DECO - DISTRIBUZIONE del testo edell’immaginario di Cervantes, un attraversamentostupito e ragionato della poetica e dell’utopia costruitaintorno al Chisciotte.L’inseguimento ostinato di un’intuizione, l’elaborazionedi un pensiero matematico e musicale da applicare allaconcretezza dei corpi al lavoro, l’esigenza di un codiceespressivo e di un linguaggio il meno “inadeguato”possibile, la realizzazione di una simultaneità di azioni,immagini, suoni e silenzi, la compresenza di più punti divista e la loro orchestrazione: dal delirio di questamescola di urgenze è nato K.U.N.

    Parco Cellarulo,ore 20,00

    replica11 settembre ore 20,30

    KKIISSCCHHAADDAAUUaaiiNNoott(un altro Chisciotte!

    E perché?)

    a cura di Enzo Mirone

    e Peppe Fonzo

    durata 60 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    10Venerdi

    32

    SPETT

  • 10Arco del Sacramento,ore 20,30

    LL’’iittaalliiaannaa iinn LLoonnddrraadramma giocoso in due atti

    libretto di Giuseppe Petrosellini,musica di Domenico Cimarosa (1749-1801)conDalia Maria Del Monaco, LiviaRaffaele Raffio, MilordLuciano Matarazzo, PolidoroMina Troiano, Madama BrillanteDavide Luciano, SumersOrchestra del Conservatorio“Nicola Sala” Beneventoal cembalo Carla D’OnofrioFrancesco Ivan Ciampa, direttore

    Emanuele Di Muro, registascene Raffaele Caravanocostumi Sartoria Angelina De RitaattrezzistaBrunella De Laurentis assistente di palcoscenicoNadia Perfetto luci M.A.C. Service di FrancescoGiordano e Alessandro Caso collaboratori al pianorforteKelly Lidiane GalloCarla D’Onofrio

    produzioneConservatorio Nicola Sala diBenevento

    durata 105 minuti

    Livia, sotto lo pseudonimo di Enrichetta, dalla nativaGenova si reca a Londra in cerca dell'amato MilordArespingh che conobbe un paio d'anni prima, il quale hadovuto lasciarla perché il padre vuole destinarlo a nozzecon una nobile inglese.La stessa, incontra nella locanda dove soggiorna, Sumers,un mercante olandese, Don Polidoro, un napoletano, el'amato Milord. L'incontro tra i due innamorati generaalcuni equivoci e tensioni: Milord non la riconosce e Liviaignora ch'egli l'ama sempre, soffre e spera di ritrovarlo:quindi ella si crede abbandonata e finge di non conoscerlo.Intanto il padre di lei, saputo che alloggia a Londra, hadato ordine di arrestarla: l'amico Sumers interviene, edopo molto peripezie le nozze fra i due innamoratichiudono lietamente l'opera.

    Un’opera made in Conservatorio: a cominciare dal castdei cantanti (quattro studenti e un’ex allieva), perpassare agli orchestrali, studenti e professori AnnamariaBonsante, Gianluca Giganti e Luca Signorini, nelle primeparti, fino alla spalla Marco Serino.Anche il direttore e maestro concertatore nonché ilregista sono docenti dell’Istituzione di Alta Formazionemusicale. Il Conservatorio sannita si confrontaquest’anno con una delle numerose opere diDomenico Cimarosa, grande esponente della ScuolaMusicale Napoletana del Settecento, proponendolaanche in ambito nazionale.

    Venerdi

    33

    TACOLI

  • Ci sono appuntamenti che si possono rimandare a lungo,che si può per anni far finta di non dover onorare, maarriva prima o poi il momento che quell’incontro diventairrinunciabile e ti si presenta con l’urgenza che merita,come una necessità, un passo irrimandabile.Questa è “La mandragola” di Niccolò Machiavelli per l’ArcaAzzurra, un incontro che si sapeva di non poter eludereeppure sempre rimandato, sempre spostato più in là neltempo, finché appena doppiata la boa dei venticinque annidi attività, dopo aver in qualche modo sfiorato il grandeclassico cinquecentesco, con la messinscena dell’altrogrande testo del segretario fiorentino, quella “Clizia” chescrisse proprio a due passi da casa nostra, durante il suoesilio a Santa Andrea in Percussina, e che abbiamo portatosulle scene nel 1999, eccoci finalmente dinanzi a quella cheda più parti viene definita la “Commedia perfetta”, vero eproprio prototipo di tutta la letteratura teatrale italianacinque e seicentesca. Accanto ai piccoli e grandi affreschi,tracciati dalla drammaturgie originali di Chiti lungo questi25 anni e che hanno ritratto con forza alcuni dei momentipiù importanti della storia popolare del nostro paese edell’immaginario della sua gente partendo dal piccolomicrocosmo in cui lui e la compagnia operano, si sonosempre alternate storie tratte dalla grande letteraturatoscana di tutte le epoche, dal Decamerone alla citataClizia, dalle storie di inizio secolo ispirate ai racconti diLucignani a “La cena delle beffe” di Sem Benelli. Operazioniche con estremo rispetto dei capolavori originali hannovoluto restituirne una lettura non scontata e di maniera,privilegiando magari uno spunto minore, una suggestioneparticolare, una emozione suggerita da una letturaeccentrica e non proprio ortodossa. I grandi personaggi diMachiavelli i cui caratteri si ritrovano in molte tra lecommedie dei grandi autori delle epoche successive, sonolo spunto per una nuova e appassionata immersione dellacompagnia e del suo autore e regista nelle straordinariestorie che hanno fatto grande la nostra letteratura.

    Teatro Comunale,ore 21,00

    replica11 settembre ore 19,00

    LLaa mmaannddrraaggoollaa

    di Niccolò Machiavelli

    ideazione dello spazio,adattamento e regia di

    Ugo Chiti

    conGiuliana Colzi

    Andrea Costagli Dimitri Frosali

    Massimo Salvianti Lucia Socci

    costumi Giuliana Colzi

    luciMarco Messeri

    musicheVanni Cassori

    e Jonathan Chiti

    produzioneArca Azzurra Teatro

    durata 120 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    10Venerdi

    34

    SPETT

  • 10Piccolo Teatro Libertà,ore 21,30

    LL’’aaccqquuaarriioo

    di e con Marco D’Amore

    scritto daFrancesco Ghiaccio

    scene e costumiLaurianne Scimemi

    luci e foto di scena Marco Ghidelli

    datore luciPasquale Papa

    video Alessandro Inglima

    organizzazione Giuliano D’Amore

    direzione tecnica Salvatore Bellocchio

    produzione La Piccola Società

    in collaborazione conFestival Settembre alBorgo

    durata 50 minuti

    “È come una parte di mondo un fazzoletto di terra dentro una terra più grandelo chiamano acquario può sembrare enorme a chi è piccolo a chi nutre obiettiviminimi come ruotare intorno a un sassolino per tutto il giorno pertutti i giorni per tutta la vitaalcuni abitanti dell'acquario sono nati in marene hanno un ricordo lontano che li raggiunge solo in sognosono tormentati dalla visione della reteo dell'amo che li ha tratti in ingannohanno un'anima spenta che non li fa sperare più in nulladormono vicino al tubo delle bolle per rivivere l'ebbrezzadella tempestaraccontano di balene e squalia testimonianza di una vita spesa nel pericolo e nel sacrificioma parlano invanoperché tutti gli altri abitanti nati nell'acquario non credono auna parolanon credono e non immaginanovivono a ritmi regolarinon hanno sorpresee non vedono l'ora che la sera la luce si spenga.”

    L’acquario è il nostro mondo e i pesci che lo abitanosiamo noi. L’acquario è uno spettacolo scritto per unsolo attore. Non è un monologo. Il testo, frutto di unadrammaturgia originale, è composto di tre quadri.Nel primo viene rappresentato l’universo degli esseriche abitano l’acquario, nel secondo il potere che logoverna. L’ultimo quadro ha per protagonista unavecchia murena nata in mare che vive relegata e solanell’angolo più buio e nascosto dell’acquario. Questospettacolo è un tentativo di evasione.

    Venerdi

    35

    TACOLI

  • Dignità Autonome di Prostituzione è la Casa Chiusadell’Arte. Attori come prostitute, protetti ma alla mercèdell’avventore/spettatore di turno, si lasciano scegliere,esaminare e soppesare in cambio della propria Arte edel proprio Cuore.Rigorosamente in vestaglia o giacca da camera,adescano o si lasciano abbordare dagli spettatorimentre una “strana famiglia", tenutaria del Bordello, hal’arduo compito di stimolare le contrattazioni con i'clienti' per stabilire il prezzo di ciascuna prestazione.Conclusa la trattativa, il cliente - uno, due o piccoli egrandi gruppi, a seconda delle "perversioni" - si appartacon la prostituta di turno in un luogo deputato - unastanza, una macchina, una toilette... - dove fruirà di unao più pillole del Piacere Teatrale: monologhi operformance di quindici minuti circa, tratti dai classicidel teatro o da testi contemporanei (perlopiù delMelchionna stesso).Un nuovo approccio allo Spettacolo, un modo perridare “Dignità” al lavoro dell’Attore e al contempo unaprovocazione giocosa e sorprendente per riavvicinare ilpubblico al mestiere più antico del mondo: il Teatro.Pensate a un bordello e immaginate quante emozioni siconsumano in quelle stanze chiuse, dove vizio e giocosi alternano; dove ogni sera pulsano i cuori di unatrentina di 'squillo' mentre lungo scale e corridoi siconsumano le 'compravendite', avvolte da un caroselloesilarante di performance musicali e non.

    Palazzo Paolo V,ore 22,00

    replica 11 settembreore 22,00

    DDiiggnniittàà aauuttoonnoommee ddii pprroossttiittuuzziioonnee

    uno spettacolo diLuciano Melchionna

    dal format di Betta Cianchini

    e Luciano Melchionna

    luci Camilla Piccioni

    costumi Michela Marino

    assistenti alla regiaRoberta Caldironi

    Roberto Saura Renata Malinconico

    regia Luciano Melchionna

    la durata può variare secondo ilpercorso artistico

    Premio Speciale Golden Graal2008 'per l'idea e la regia'

    Premio Golden Graal 'miglior attrice'

    a Elisabetta Cianchini

    Nomination al Premio ETIGli Olimpici del Teatro 2009 per

    la categoria 'Miglior spettacolod'innovazione'.

    10Venerdi

    36

    SPETTA

  • 11Villa Comunale,ore 17,00

    replica 12 settembre ore 17,30

    AAlliiccee nneell ggiiaarrddiinnooddeellllee mmeerraavviigglliiee

    da Alice nel paese delleMeraviglie di Lewis Carroll

    spettacolo itinerante per l’infanzia

    ogni replica è riservata adun max di 80 bambini tra i6 e i 10 anni

    conClaudio Benegas Elena CepollaroAndrea de GoyzuetaAdriana Follieri

    testo e regia Claudio Di Palma

    produzione Vesuvioteatro

    durata 50 minuti

    Le surreali avventure di Alice, i suoi incontri immaginari,i suoi slanci fantastici, gli anomali compagni di viaggioche si alternano al suo fianco, trovano alloggio idealenello scenario della Villa Comunale di Benevento.Questo il giardino delle meraviglie, realtà parallela enascosta al quotidiano.Questo l'alveo natio per abitatrici ed abitatori singolari,questo il luogo dove si compie il viaggio diun'adolescente il cui corpo continuamente si trasformaalla ricerca di una identità sfuggente. Quello di Alice èun corpo che asseconda le visioni e le visioni sipresentano come miraggi da incubo e da sogno.Le parole che Alice dice e che ascolta sono spessoincomprensibili e inconcludenti; come appuntonell'incubo e nel sogno; hanno più suono che senso,sono confuse come appunto confuse sono spessoquelle dell'adolescenza.Difficile reperire una morale in questo al di là delsenso, occorre, piuttosto, avere occhi stupidi e stupitiper scorgere l'infaticabile rincorsa di un coniglio al suotempo perduto; è indispensabile, in questo altrove deisensi, svuotare le orecchie di rumori e ricordiconosciuti per disporsi a cogliere le voci di re, regine,bestie, cose, fiori....picche, quadri e le voci “dei cuori”.Diventa naturale e addirittura “logico” allarmare tutti isensi perché percepiscano l'eco di esotici cerimonialidel tè, perché ravvisino nel vuoto del nulla il sorriso diun gatto felice. Occorre, insomma, lasciarsi rapire dalleimmagini e dai suoni perchè è forse solo dai suoni chepuò uscire un senso.

    Sabato

    37

    ACOLI

  • Il mondo ospita luoghi gravidi di memorie. E la memoria èimprescindibile, compone archetipicamente ciò che siamo. Il mito diieri racconta l'uomo di oggi, la sua ragion d'essere; il mondo di oggiriscopre il mito di ieri e riscopre se stesso. Si riscopre attraverso ibisbigli dei luoghi ritrovati; riscopre se stesso attraverso i messaggiche a se stesso lascia, affidandoli al tempo, per mezzo dei luoghi incui gli uomini vivono.In quei luoghi il quotidiano diventa futura saggezza. Diventa libroprezioso in cui si tratta dell'unica ragione, dell'unico senso che ha lavita"

    Fuori della porta di S. Lorenzo, si ammira un antico ponte a cinquearchi sul fiume Sabato, risalente al I secolo denominato ponteLeproso, sopra di cui era distesa la via Appia. Il primo arco collarampa verso la città, è composto di grossi macigni riquadraticommessi senza calce, di costruzione de' secoli rimoti. I rimanentiarchi sono di opera laterizia di epoca posteriore, quando in diversitempi, s'è il ponte ristampato dietro a'danni cagionati da'tremuoti, edall'impeto della corrente. Quattro arcate, un tempo cinque. Hauna solida struttura tipicamente romana a schiena d'asino econserva diversi elementi originari. È famoso pel sepolcro, ches'innalzò a Manfredi Re delle due Sicilie, biondo, bello e di gentileaspetto, morto qui in azione con Carlo I d'Angiò. Su questo pontetumulato, con le pietre, senza rito, dalla pietà dei vincitori,abbandonato alla pioggia e al vento. Per questo ponte transitaronoCicerone, Orazio, Giulio Cesare,Vespasiano, Augusto ed anchedottori della Chiesa e Sommi Pontefici. Così gli anni si sommanoagli anni, s'intrecciano fatti con persone. Come pietra si aggiunge apietra, fino a formare l'arco. "Qual è la pietra che sostiene il ponte?"Chiede Kublai Kan a Marco Polo, che risponde: "Il ponte, non èsostenuto da questa o quella pietra, ma dalla linea d'arco che esseformano". Kublai Kan riflette in silenzio, poi soggiunge: "Perché miparli delle pietre? E' solo dell'arco che m’importa". "Senza pietrenon c'è arco". Risponde Marco Polo.Tra parole di leggenda, di storiao di poesia, lo spettatore-visitatore si troverà avvolto al tramonto inun'atmosfera di racconto, come nella descrizione di una cittàinvisibile, sospeso nell'aria a metà strada tra un punto e l'altro dellaterra ferma, cavalcioni di una schiena d'asino che fa da ponte sulfiume.

    RRaaccccoonnttaammiiBBeenneevveennttoo

    Arco del Sacramentossaabbaattoo 1111 sseetttteemmbbrree

    ore 18,00

    replica 12 settembre ore 12,30

    con Silvia Bilotti

    durata 45 minuti

    Ponte Leprosossaabbaattoo 1111 sseetttteemmbbrree

    ore 19,00

    replica 12 settembre ore 11,30

    con Antonello Cossia

    e Paolo Cresta

    in collaborazione conassociazione culturale

    ALTROSGUARDO

    durata 45 minuti

    38

    Sabato

    Domenica

    1112

  • La storia impossibile e noi la sappiamoLa disperazione della bestia comprensibileTutti la vediamoDobbiamo finire Caino?Gia’ lo sta’ facendo da soloSediamoci a guardareLa sua fine sara’ dolce libera calda.

    Un tappeto lucido del colore delle camere dei bambini, uncanto lieve, una giovane donna, un duetto con unabambolina di plastica e la dichiarazione poetica di unuomo travestito da scimmione.La solitudine foriera di violenza, di animalità.La provincia. L’abbrutimento di un paese sotto le spogliedi un giovane uomo, di un giovane animale che rivendicala sua possibilità di esistere solo attraverso la possessionedi un'altra creatura. Uno spazio semplice, un terreno gialloacido, il colore della follia e della terra secca, arida chenon frutta più.Il ricordo slavato di un immaginario pop della storia d’amore impossibile per eccellenza, quella di un King Kong,in fondo la bestia buona, la bestia non capita.Raccontiamo di un assassinio secondo una poeticagraffiante del balletto civile, attraverso poche parolecattive e divertenti, ahimé, ed una serie di azionicompresse della nostra danza teatrale accompagnate dauna colonna sonora densa e acida.Anche in questa operazione non vogliamo ne’ difenderene’ giudicare, diamo uno spazio a Caino nel quale parla

    Hortus Conclusus,ore 19,00

    replica11 settembre ore 22,30

    LLiibbeerraa ccaacccciiaa

    azione violenta di undanzatore perso

    di Francesco Gabrielli e

    Michela Lucenti

    conFrancesco Gabrielli

    regia Michela Lucenti

    produzione Associazione Culturale

    Balletto Civile

    durata 20 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    lo spettacolo è statopresentato in forma di studioper il Progetto Punta Corsara nell’ambito di Avvicinamenti a

    Scampia 2010 Danza al Madre

    11Sabato

    40

    SPETT

  • 11Teatro Massimo,ore 20,00

    BBlluu

    regia e drammaturgia Valentino Villa

    con Marco Angelilli,Sarah Silvagni,Franca Penone,Stefano Vona Bianchini

    scene e costumi Francesco Mari

    disegno luci Gill McBride

    collaborazione ai video Primo De Santis,Luigi Ciccaglione

    proiezioni live Francesco Mancori

    collaborazione coreografica Monica Vannucchi

    assistente alla regia Michele Lisi

    tecnico luci Raffaella Vitiello

    produzione Neraonda

    durata 55 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    Gilles de Montmorency-Laval barone di Rais, nato aMachecoul il 10 settembre del 1404, l’uomo più riccodella Francia medioevale, ossessionato dalla bellezza e dallusso, occultista, alchimista, protetto dalla Chiesa francese,ha ucciso, ogni volta dopo inaudite forme di stupro, più diduecento bambini ed adolescenti maschi, pratica cheaveva iniziato nel 1432 per soddisfare il suo sadico piaceresessuale. Morì sul rogo. Pochi decenni dopo la coscienzapopolare, per trovare forme sostenibili di racconto dellastoria di Gilles de Rais, lo trasformò in Barbablù;sostituendo ai bambini sette mogli inconsapevoli edinnocenti. Gilles de Rais, secondo la definizione di GeorgeBataile, è ‘il più grande criminale della storia dell’uomo’.Gilles de Rais, Barbablù, la violenza sugli innocenti,modernamente etichettata come pedofilia, la religionecome alibi, le nebbie e le colpe di ogni Chiesa, la violenzasulle donne, l’innocenza della vittima, l’innocenza delcarnefice, la vittima carnefice, i rapporti convenzionali, equindi noti, fra uomo e donna, quelli nascosti e striscianti,trovano in BLU un luogo in cui poter essere raccontate.BLU è una riflessione amorale sulla violenza e sul male. Lavisione è però sconsigliata ad un pubblico alla ricerca divisioni consolatorie. Perché in BLU non c’è neanche unagoccia di sangue, non c’è neanche un corpo nudo.L’osceno rimane, deve rimanere, fuori dalla scena.Lo spettatore crede, almeno temporaneamente, diassistere ad una commedia di natura poliziesca.Lentamente ed inesorabilmente comincerà ad intuire,complice la musica di Béla Bartok, gli interventi in video, ladanza, le parole ambigue, le sovrapposizioni spasmodichedei piani di racconto, che dietro la facciata ‘per bene’ dellemogli vive di Barbablù si nasconde il complice predilettodi Gilles de Rais, monsieur Poitou, che dietro l’acutezzadell’imputato e la sua smorfia geniale ed ironica, sinasconde l’incarnazione del male, del potere, nella suapeggior accezione.

    Sabato

    41

    TACOLI

  • Veronica Mazza, attrice di talento e sensibilità accesa situfferà anima, corpo e voce nel repertorio del Benni,reciterà monologhi, scene, poesie, brani inediti lasciandoche il suo cuore batta forte, talmente forte da divenireil cuore stesso dello spettacolo. La sua musica.Si la musica. Benni nella musica ci sguazza, ci respira. Isuoi testi sono jazz puro e sono soprattutto musicali.E’ una ballata “spettacolare”, un percorso teatralmusicale, contrappuntato dalle note di LorenzoHengeller, tra le poesie, le canzoni , i romanzi , leinvettive e i personaggi editi e inediti partoriti dallafantasia del celebre autore bolognese.Un incontro curioso e stimolante tra l’immaginazionedi un grande autore e la creatività di un’attrice ditalento che hanno fatto del registro comico un’arte pernascondere, quel tanto che basta, il tragico e il pateticoche sempre si annidano dietro ogni risata.

    Teatro De Simone,ore 21,00

    Veronica Mazzain

    TThhee BBuuggss BBeennnniiSShhooww

    viaggio teatralmusicale su testi di

    Stefano Benni

    musiche Lorenzo Hengeller

    scene Luigi Ferrigno

    costumi Sabrina Chiocchio

    regiaStefano Sarcinelli

    produzione Itinerante

    durata 75 minuti

    pprriimmaa nnaazziioonnaallee

    11Sabato

    42

    SPETTA

  • 11Piazza Vari,ore 23,00

    IIppssee DDiixxiieein concerto

    Lello Settembre,clarinetto

    Ciro Riccardi,tromba

    Federico Poole,banjo tenore

    Salvatore Rainone,batteria

    Alexandre Cerdà,tuba

    durata 75 minuti

    La musica “Dixieland” è uno dei nomi che diamo al jazzdelle origini, quello di New Orleans, emigrato poi aChicago, New York e Kansas City dopo la chiusura delcelebre quartiere a luci rosse di Storyville nel 1917.Una musica dove il ragtime incontra la banda, il blues laquadriglia, l’Africa l’Europa. Che riesce a essere popolare,da intrattenimento, e allo stesso tempo creativa einnovatrice. Musica da festa e da parata, da bordello e dafunerale. Ipse Dixie schiera gli strumenti tipici delDixieland: clarinetto, tromba, banjo tenore, tuba, batteria;strumenti portatili che permettono al gruppo di suonareanche marciando per animare strade e piazze, nel solcodelle celebri “marching bands” di New Orleans. Siispirano ai primi grandi del jazz: “Ipse” è di volta in voltaArmstrong, Jelly Roll Morton, Nick La Rocca, BixBeiderbecke, Frankie Trumbauer, Eddie Lang, JohnnyStCyr, Gene Krupa… Il repertorio del gruppo sicompone dei loro arrangiamenti di musiche che spazianosu tutta la gamma dei registri espressivi del genere:l’incalzante Tiger Rag, canzonette classiche come HelloDolly o Gone with the Wind, il blues, il ragtime, veri innidel Dixieland come When the Saints Go Marching In,fino alla struggente musica da funerale di St. JamesHospital.La formazione Lello Settembre, musicista di grande esperienza esensibilità, Lello è da parecchi anni un caposaldo della scena musicalenapoletana, in cui spazia dal folk al jazz e al classico. Ciro Riccardi,diplomato in Musica Jazz al Conservatorio di San Pietro a Majella, èanche laureato in lingua e letteratura con una tesi su Miles Davis, maquando suona Dixieland guarda oltre, a Louis e Bix. Federico Poole,autodidatta, come ogni banjoista che si rispetti, esprime sullo strumentouna sensibilità frutto di un lungo percorso di approfondimento dellamusica popolare nordamericana. Salvatore Rainone, un caso insolito diesperienza – nel jazz, nel rock, e nella fusione dei due - inversamenteproporzionale all’età. Alexandre Cerdà, titolare della cattedra di tubapresso il Conservatorio di Salerno: la sua padronanza della tecnicamoderna dello strumento gli permette di estenderne il registro espressivoben al di là di quello tradizionale.

    Sabato

    43

    ACOLI

  • L’Orchestra di Fiati del Conservatorio sannita, compostada oltre 50 elementi, è nata per iniziativa e su input deiProfessori delle classi di strumenti a fiato. E’ diretta dalMaestro Claudio Ciampa, compositore e direttored’orchestra, docente dell’Istituto, musicista dalla vastaesperienza, importante punto di riferimento per laformazione dei giovani.Grazie al generoso impegno dei suoi promotori - tra cuifigurano come solisti i Maestri Giovanni Aiezza,VincenzoD’Arcangelo e Paolo Rigliari – e degli studenti che lacompongono, l’Orchestra è uno degli organici piùprestigiosi del Conservatorio, ed è invitata a tenereconcerti, non ultimo il 1° maggio, nella suggestiva estorica cornice di Piazza Roma a Benevento per la Festadel Lavoro e presso il Teatro Comunale “VittorioEmmanuele” di Benevento per il 158° anniversario dellaFondazione della Polizia di Stato. L’organico si arricchisceanche del contributo degli studenti della Scuola di Arpadella prof.ssa Nicoletta Sanzin e della Scuola diContrabbasso del prof. Gennaro Zurzolo.

    PPrrooggrraammmmaa

    I PARTEJan Van Der Roost – Arsenal Andre Vaignein – Festival Suite Sergej Prokofiev – da “Romeo e Giulietta”: Montecchi e Capuleti Jacob De Haan – Oregon

    II PARTELuigi di Ghisallo – MarciaDmitri Shostakovich – Jazz Suite n.2Moment for Morricone

    Cassa Armonica Villa Comunale,

    ore 12,00

    CCoonncceerrttoo ddiimmeezzzzooggiioorrnnoo

    Orchestra di Fiati delConservatorio

    “Nicola Sala” di Benevento

    Claudio Ciampa,direttore

    Giovanni Aiezza,Vincenzo D’Arcangelo e

    Paolo Rigliari,solisti

    produzioneConservatorio Nicola Sala

    di Benevento

    durata 70 minuti

    12Domenica

    44

    SPETTA

  • 12Vico Noce,ore 22,00

    PPhhaannttaassiimmee pp..mm..

    un progetto di Enzo Mirone

    organizzazione a cura diGiuliana Ippolito

    phantaphotoLuigi Monaco

    produzione Malamùt unde MalingutTeatr

    la durata può variaresecondo il percorso artistico

    “Phantasime p.m” è il tentativo di sviluppare, in formadi istallazione - performance, l’idea del fantasma comeapparizione a mezzo della carne, prima, della luce edelle sue proprietà, poi. La carne (il corpo - voce) comeluogo fisico dell’apparizione del proprio incubo, la cuifisionomia, come per una sorta di esorcismo, vieneaffidata, con leggerezza estrema, a tratti marcatamentegrotteschi, surreali e clowneschi.“Ciascun Fantasma, nell’ostinazione di apparire, si fa trevolte prigioniero: prigioniero del corpo in cui si manifesta,prigioniero dell’azione a cui quest’ultimo è dannato,prigioniero dello spazio in cui quel corpo in azione èconfinato”A sorreggere le esili strutture a cui le trasparenze di“Phantasime p.m” si aggrappano, ci sono poche esemplici idee. Prima tra tutte, quella di restituire unaimmediatezza alla comunicazione, nonostante il mododella separazione sia alla base della performance,attraverso l’utilizzo di materiali molto poveri epochissimi mezzi allo scopo di creare immagini semplicima che possano esprimere in maniera efficace il gestoemotivo da cui traggono origine.Il luogo d’incontro tra lo spettatore/fruitore e ilperformer/istallazione è quello spazio di meraviglia estupore che si genera da una misura in bilico tra lacasualità dell’approccio tra le due parti. Muove laconsapevolezza di una separazione e dellapossibilità/necessità di un suo superamento.Il lavoro drammaturgico individuale si basa sullacapacità/facoltà da parte dell’attore/performer di offrirsie allo stesso tempo negarsi, nella sua totalità comenelle sue singole parti, allo sguardo ed allacomprensione dello spettatore adoperando le sorgentiluminose presenti all’interno delle singole strutture.

    Domenica

    45

    ACOLI

  • Prosegue con successo il “SENZA VERGOGNA TOUR” diPatty Pravo. Alla seconda stagione e forte dei dati registratinel precedente Tour 2009, (220 mila persone in 25 spettacoli,con quattro generazioni di pubblico), Patty si esibisceaccompagnata dalla sua band proponendosi in unospettacolo dal pop al rock, dove oltre ai suoi hits, (da Labambola a E dimmi che non vuoi morire, passando daPensiero Stupendo a Pazza Idea, Ragazzo triste e Tutt’al più….) brani contenuti nel cd – dvd “Circola un video su dime”, propone qualche perla, “le canzoni che le piacciono” eportate al successo da altri interpreti, come Un senso diVasco Rossi e Amarsi un po’ di Lucio Battisti.Icona e animale da palcoscenico, nonché regina delle venditecon oltre 100 milioni di dischi venduti nel mondo, Patty Pravorende ogni concerto un’emozione unica, e offre semprequalcosa di diverso ad ogni spettacolo, pur nella continuitàdella linea artistica proposta.Con lei sul palco una band di sei musicisti: Giovanni Boscarioltastiere e piano (direttore artistico e arrangiatore dellospettacolo), Adriano Lo Giudice al basso, Massimiliano Agatialla batteria, Mario Schilirò e Edoardo Massimi alle chitarre,Gabriele Bolognesi al sax.

    Nel 2009 - 2010 Patty ha ricevuto numerosi Premi: il PremioCiampi alla Carriera, in Campidoglio il Premio SpecialePersonalità Europea alla Carriera, e ben 3 Premi con la nuovacanzone “Sogno” Nastro d’argento e Lunezia, nomination alDavid di Donatello. “Sogno” brano con il quale chiude lascaletta di questi Concerti oltre ad essere la colonna sonoradel Film Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek, è contenuta nelnuovo album, in fase di realizzazione, tra i brani, due pezziscritti da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

    Teatro Romano,ore 21,30

    PPaattttyy PPrraavvooin concerto

    4Sabato

    46

    EVEGrandi incontri

  • 7Teatro Romano,ore 21,00

    BBaalllleetttt ddee MMaarrsseeiilllleepresidenteGabriel Kosman

    direttore generaleFrédéric Flamand

    segretario generaleBernard Degroote

    TTaattttoooocoreografie Michel Kelemenismusica Christian Zanésilights design Manu Bernardcostumi Philippe Combeau5 danzatori,durata 18 minuti

    SSoommeewwhheerreecoreografia Julien Lestelmusica Philip Glasslights design Julien Lestel e Michaël Hache13 danzatori,durata 23 minuti

    SSeexxtteettcoreografia Thierry Malandainrielaborata da Françoise Dubucmusica Steve Reichlights design Jean claude Asquiécostumi Sean Wood12 danzatori,durata 26 minuti

    Il Ballet Nazionale de Marseille riceveil sostegno del Ministero della Culturae della Comunicazione della città diMarsiglia e del Consiglio RegionaleProvence - Alpes-Cote d’AzurCoproduzione Grand Théatre dellacittà di Lussemburgo ed incollaborazione con il Théatre Nationalde Marseille - La Criée.

    TTaattttooooIn Tattoo la fluidità dei movimenti s'integra con il rigore delladanza classica. Nel corso di tutto il balletto l'utilizzazione dellepunte, anche se in chiave contemporanea, diviene unelemento di forza fondamentale. In una società dai confinisempre più incerti le punta stanno alla danza come la fune staal funambolo: un’identità radicata. Il ballerino così come iltatuatore accetta di lavorare e reinventare il proprio corpo. Lepunte e l’ago sono una metafora: entrambe rappresentano ildesiderio irreprensibile di trasformazione. In Tattoo i ballerini eil coreografo generano attrito tra i linguaggi gestuali rischiandouna separazione di identità. La trasparenza degli abiti aderentidi Philippe Combeau li maschera e intacca la loro unità. Ilcoreografo Kelemenis mette in contrasto gli sbilanciamenti ela fluidità del movimento dei ballerini con la tecnicaaccademica data dal suo simbolo per eccellenza: le punte. InTattoo il coreografo esplora e rivela come i due linguaggisottolineano l’altro con il proprio accento.Coreografie: Michel Kelemenis cominciò il suo lavoro comecoreografo presso il Centre Chorégraphique National deMontpellier. Nel 1989 fondò la propria compagnia a Marseille,continuando a creare per il Ballet de l’Opéra de Paris, il Ballet duRhin, il Ballet du Nord e il Ballet du Grand Théâtre di Ginevra. Èstato anche invitato a collaborare per il Festival d’Art Lyriqued’Aix-en-Provence e l’Opéra de Marseille. Le sue creazioni sonoeseguite in tutta la Francia e a livello internazionale.

    SSoommeewwhheerreeSomewhere va ancor di più oltre il confine dei movimenti delcorpo neoclassico. I corpi si allungano, i gesti si estendono e imovimenti si interconnettono fluidamente, combinandoperformance tecnica, armonia ed emozione. Somewhere ciporta in quello stato di “sogno cosciente”, tra realtà eimmaginazione. È un mondo in cui i ballerini ci offrono unadanza piena di poesia e sensualità.Coreografie: Julien Lestel entra all'Ecole de Danse de l'Opéra deParis all'età di 11 anni e poi al Conservatoire National Superieurde Paris. Dopo il suo primo premio, danza con Rudolf Nureyev

    Martedi

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    NTIGrandi incontri

  • nella "Cenerentola" al Teatro San Carlo di Napoli. Nel 1999,Lestel entra a far parte come solista del Marseille National Balletsotto la direzione di Pietragalla. Lavora per l’Opera Nazionale diParigi dove interpreta i più grandi balletti di repertorio. AngelinPreljocaj lo sceglie per danzare nella sua creazione "le Parc" ePina Baush in "le Sacre du Printemps". Dal 2005 Julien prendeparte alla creazione "Metapolis II" di F. Flamand e danzaP.Touzeau, M. Fokine, D. Dawson, J. Robbins, M. Kelemenis and T.Malandain. nel 2007, crea per la BNM "Somewhere" un ballettoneoclassico per 16 ballerini.

    SSeexxtteettQuesta coreografia in cinque momenti si svolge in uno spaziocircondato da sbarre evocando uno studio di danza. Un luogoin cui i ballerini diventano attori della propria storia. Li siimmagina nella loro vita quotidiana, mentre provano unospettacolo o mentre si guardano allo specchio come a volerleggere il futuro.Tutto comincia in una sorta di caos, deigruppi si compongono, si sciolgono per riformarsi più lontanoin attesa di un segno che gli permetterà di dare senso alloloro vitalità. Il titolo rinvia alla Creazione ma ancheall’incertezza, perché il Sesto momento invita a scegliere ed èper questa ragione che i ballerini lasciano bruscamente lascena per correre a interrogarsi sul futuro.Coreografie Thierry Malandain Dopo aver completato i suoi studi,Thierry Malandain continua la sua carriera con l’Opéra de Paris, ilBallet du Rhin e il Ballet de Nancy. Vincitore di diversi premi, nel1986 fonda la sua compagnia Temps Présent. Ha creato circa 60coreografie, molte delle quali fanno parte del repertorio di moltefamose compagnie di danza.Thierry Malandain, coreografo difama internazionale, grande rappresentate del balletto neo-classico francese e direttore del non meno celebre Ballet deBiarritz, creò una coreografia in cui la danza parla di se stessa. Idodici interpreti in questa composizione sono letteralmentetrasportati dalla musica di Steve Reich.

    BBaalllleetttt ddee MMaarreesseeiillllee

    7Martedi

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    EVEGrandi incontri

  • 9Teatro Romano,ore 21,30

    GGiinnoo PPaaoolliiin concerto

    Un’estate ricca di live per Gino Paoli, che celebrati l’anno scorsoi cinquant’anni di carriera con la pubblicazi