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Azione Cattolica dei Ragazzi - Diocesi di Padova

Sommario

VIAGGIANDO VERSO …. TE ................................................3

Cos’è il Cammino dell’Anno e cos’è il Tackle??? ......................4

Acr è IC .......................................................................6

La relazione educativa e l’essere educatore in AC ..................8

Viaggiando verso... Te ................................................... 11

Mese del Ciao Ottobre - Novembre ....................................... 13

Festa del Ciao .............................................................. 14

Primo tempo di Catechesi - Avvento Dicembre ..................... 16

Mese della Pace Gennaio – fino al mercoledì delle ceneri, 10 febbraio .. 18

Festa della Pace ........................................................... 20

Secondo tempo di Catechesi - Quaresima 10 febbraio – 20 marzo ..... 21

Festa delle Palme 20 marzo .............................................. 23

Mese degli Incontri Aprile –Maggio ....................................... 24

Festa degli Incontri ....................................................... 25

Tempo Estate Eccezionale Estate ...................................... 26

Hanno collaborato ........................................................ 27

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Cammino Acr 2015-2016

VIAG-GIANDO VERSO ….

TE

Carissimi educatori, responsabili associativi e assistenti,

anche quest’anno abbiamo la gioia di presentarvi il cammino annuale che contiene la proposta formati-va per tutti i gruppi ACR della nostra Diocesi.Come sempre troverete il tema dell’anno, la domanda di vita, la categoria, i contenuti, gli obiettivi formativi per ciascun periodo, il brano evangelico di riferimento e la storia che farà da sfondo a questa grande avventura e che ci parlerà di un fantastico viaggio in treno da percorrere insieme ai nostri ragaz-zi verso Gesù, per un autentico incontro con Lui.Come lo scorso anno ci saranno delle immagini nelle formule “uscire da” e “uscire verso” che ci ac-compagneranno in ciascun periodo affinché ogni obiettivo possa essere più chiaro e facilmente memo-rizzabile. Inoltre il nuovo anno associativo è caratterizzato dal tema della MISERICORDIA, parola tanto cara a Papa Francesco e che, per noi, sarà il modo attraverso cui vivere con rinnovata intensità questo cammino.

Oltre a tutto ciò troverete anche le scelte di fondo che caratterizzano l’ACR, quel “di più” che la rende unica e speciale e senza la quale a ciascuna parrocchia mancherebbe qualcosa di veramente bello!Ecco allora un approfondimento sulle sue scelte di missionarietà, di autentica relazione educativa in cui l’educatore accompagna e si prende cura del gruppo e dei singoli, di dimensione associativa che va oltre la parrocchia e di esperienza di gruppo dove coltivare le relazioni che nascono al suo interno.Sono tutte caratteristiche con cui l’ACR si può contraddistinguere tra le varie proposte parrocchiali sen-za dimenticare che con tutto ciò è soggetto attivo nel percorso di Iniziazione Cristiana dei ragazzi. Per questo vi invitiamo a confrontarvi spesso durante l’anno con i catechisti, il consiglio pastorale e il vostro parroco affinché obiettivi, tempi e spazi di ciascuna proposta possano trovare adeguata collocazione.

A tutti raccomandiamo una buona e attenta lettura sia personale che come equipe educatori e vi augu-riamo un buonissimo anno e buon lavoro!

Andrea, Cristian, Lussi, Marialuisa e don Stefanoequipe diocesana ACR

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Azione Cattolica dei Ragazzi - Diocesi di Padova

Cos’è il Cammino dell’Anno e cos’è il Tackle???

za comune a tanti altri coetanei delle varie asso-ciazioni parrocchiali d’Italia, vivono a loro misura un’esperienza di Chiesa universale.

Questo sussidio è molto importante perché cerca una mediazione con le realtà della diocesi di Pa-dova, così da ribadire la missione al servizio della Chiesa locale che l’AC rinnova sempre con impe-gno e passione. Ecco perché sono presenti delle li-nee guida che propongono un “ Cammino dell’ACR che non sia isolato e chiuso rispetto all’esperienza che i ragazzi compiono all’interno della comunità cristiana, ma affinché sempre più si ponga al ser-vizio del più ampio cammino di IC che ogni ragazzo è chiamato per fare all’interno della propria co-munità” («Bella è l’ACR», in Azione CAttoliCA itAliAnA, Sentieri di speranza. Linee guida per gli itinerari formativi, AVE, Roma 2007, pp. 13-15).

Infine il Cammino dell’anno contiene gli obiettivi formativi e le indicazioni di base per tutto l’an-no associativo, con anche delle attenzioni per le diverse fasce d’età (6/8-9/11 e 12/13) e per il coinvolgimento delle famiglie. Questo è assai importante ai fini di una buona progettazione e pianificazione del percorso formativo che si vuo-le far vivere ai ragazzi, anche in armonia con le varie realtà presenti nella comunità.Quindi non è difficile dedurre che il Cammino è uno strumento INDISPENSABILE per una proposta forma-tiva alta, ricca, autentica, come è lo stile dell’AC.

IL TACKLE

Lo strumento diocesano che realizza operativamen-te il Cammino dell’anno è il Tackle. Scritto e pensato da educatori di diverse parrocchie della nostra dio-cesi, il Tackle è una concretizzazione specifi-ca e dettagliata degli obiettivi formativi

Come ogni anno ci si trova all’inizio di un nuovo cammino, che porta con sé sempre vecchie e nuo-ve domande. Questa volta si tenta di partire da quelle in apparenza più banali, ma le cui risposte non sono proprio sempre così scontate: “Che cos’è questo libretto che mi ritrovo tra le mani? A cosa serve se poi si usano i Tackle? E poi è davvero chia-ro per tutti cos’è il Tackle?”.Bene, cerchiamo di fare un po’ d’ordine chiaren-do qualche punto a riguardo, per poi inoltrarci nel tema di quest’anno.

IL CAMMINO DELL’ANNO

Il Cammino che i ragazzi compiono, grazie alla sa-piente mediazione di giovani e adulti che scelgono di farsi compagni di strada, è il frutto di una tra-dizione educativa e formativa da sempre radica-ta nella storia dell’Azione Cattolica. Essa offre ai ragazzi un accompagnamento per la loro crescita umana e cristiana e, in quanto percorso formativo, ha delle precise finalità:

“Ai ragazzi vengono indicate, nella forma adatta alla loro età, le mete formative che qualificano il progetto: il rapporto interiore e personale con Gesù, la fraternità che porta al dono di sé, la re-sponsabilità, la vita della Chiesa. Questo percorso assume il valore di iniziazione alla fede e inseri-sce i ragazzi progressivamente nella conoscenza e nell’esperienza della vita cristiana, della sua bellezza, dei suoi impegni, delle sue responsabilità (Azione CAttoliCA itAliAnA, Perché sia formato Cristo in voi. Progetto formativo, AVE, Roma 2004, pp. 73).

Nel Cammino sono presenti le scelte di fondo fatte dall’associazione nazionale; questo dà un valore aggiunto alla proposta formativa dell’ACR

perché i ragazzi, facendo un’esperien-

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Cammino Acr 2015-2016

dell’anno. Nel Tackle si trovano

quindi proposte concrete di attività, che si completano con la possibilità di scaricare dal WEB i materiali necessari alla loro realizzazione (“STRA-DA FACENDO”).Da quest’anno saranno previste delle proposte di preghiera per ogni incontro con i ragazzi.

Il Tackle vuole essere anche uno strumento di prima formazione personale per gli educatori di AC: l’in-serto “NOCCIOLO D’OLIVA” propone sempre spunti di riflessioni o approfondimenti rispetto alle tematiche proposte ai ragazzi o di interesse per gli educatori.

Inoltre sono inseriti sempre date ed appuntamenti utili e interessanti per l’educatore e per il giovane di AC, che vuole vivere pienamente il suo essere cristia-no e il suo servizio in stile comunitario e associativo.Periodicamente, anche su richiesta, ci sono rubri-che utili e anche divertenti dove si cerca di raf-forzare il legame tra le parrocchie e la diocesi: come ad esempio la rubrica “C’È POSTA PER TE” o lo spazio per le foto.

Quindi è abbastanza intuitivo che se voglio fare un viaggio un po’ più comodo e con qualche comfort in più, non mi basta l’INDISPENSABILE: oltre al Cammi-no annuale, so che posso usare i TACKLE dell’anno.

Un percorso che continua…Da alcuni anni la nostra diocesi di Padova ha rinno-vato la proposta di iniziazione alla vita cristiana dei ragazzi con un nuovo percorso che coinvolge tutta la comunità cristiana e le realtà che la compongo-no. L’ACR fa parte di questo cammino, sia con la sua specificità, sia nella collaborazione e integra-zione con gli altri soggetti coinvolti. Nel suo esserci, l’AC ha fatto e portato avanti alcune scelte: » essere protagonista al grande “gioco” dell’I-

niziazione Cristiana è una cosa che interessa all’ACR, in quanto realtà viva e vivace della co-munità cristiana, l’ACR è una risorsa in più;

» l’AC partecipa all’Iniziazione cristiana forte delle sue mete educative: l’interiorità, la fra-ternità, la responsabilità, l’ecclesialità;

» l’AC ha nella sua storia associati-va, nel suo metodo educativo, nella

realizzazione dei suoi cammi-ni annuali uno stile missionario. Missionarietà è lo stile con il quale l’ACR si propone di annunciare la fede, guardando alla storia con speranza e ope-rando concretamente la carità.

Queste scelte trovano espressione nel cammino dell’ACR nelle formule USCIRE DA e USCIRE VERSO.Il nuovo anno associativo è caratterizzato dalla pa-rola MISERICORDIA.Questa parola è un grande regalo del papa a tutta la Chiesa, perché MISERICORDIA è lo stile con cui dare forza e significato alla scelta della MISSIONA-RIETÀ, dell’uscire da e dall’uscire verso.La misericordia è “la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro pec-cato” (cf. PAPA FrAnCesCo, Misericordiae Vultus). La misericordia è “la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con oc-chi sinceri il fratello che incontra nel cammino di vita” (cf. PAPA FrAnCesCo, Misericordiae Vultus). Misericordia è quell’uscire da se stessi che porta inevitabilmente ad aprirsi agli altri, all’ascolto dei coetanei, dei ragazzi che ci sono affidati nei gruppi; misericordia è dare consolazione ad ogni persona e ragazzo che è segnato dall’esperienza del peccato, ma la cui vita per il nostro Dio misericordioso vale molto e non è mai una vita da “buttare”.Ecco il senso, quest’anno, della missionarietà dell’ACR: essere costantemente prossimo, vicino, consegnare continuamente speranza e conforto perché tutte le vite meritano uguale dignità e per-ché il cristiano, il giovane, l’educatore, ha impa-rato che Gesù gli vuol bene e questa esperienza diventa contagio per voler bene agli altri e, soprat-tutto per noi educatori, voler bene ai nostri ragazzi e alla loro storia, anche se talvolta complicata. La vicinanza che ci suggerisce l’Anno della Mise-ricordia ha anche delle implicazioni metodologi-che molto pratiche. Siamo impegnati a cercare la vicinanza anche con i catechisti, con momenti concreti per “raccontarci” i rispettivi cammini an-nuali, per individuare e programmare il modo con il quale questi cammini si possono intersecare e per invitarci reciprocamente a sostenere, con la presenza viva, le tappe che caratterizzano que-sti cammini: la Consegna del Credo, la Festa della Pace, il viaggio insieme per raggiungere le piazze per la Domenica delle Palme per incontrare il no-stro nuovo Vescovo.

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Acr è IC

ACR che figata!!!Qual è quel di più che caratterizza l’ACR? Come l’ACR contribuisce in modo specifico all’Iniziazio-ne Cristiana dei bambini e ragazzi? Ecco alcune perle preziose dell’ACR. » La missionarietà. Già da alcuni anni, come ci

ha suggerito papa Francesco, stiamo puntando ad essere un’esperienza in uscita; le proposte di servizio e animazione ne sono un esempio.

» La relazione educativa e la figura dell’edu-catore. L’educatore vuole essere una figura di riferimento per il ragazzo e la sua crescita. L’educatore di AC è testimone di Gesù, una persona formata e in continuo cammino, che accompagna e si prende cura del gruppo e del singolo ragazzo.

» L’esperienza di gruppo. L’ACR si propone come una libera scelta a cui aderire; il gruppo di ACR si caratterizza per la qualità delle relazioni che nascono al suo interno e che vivono la fraterni-tà come stile e obiettivo.

» La dimensione associativa, oltre la parroc-chia: L’AC, e l’ACR, non si chiudono nei confini della propria parrocchia/unità pastorale, ma trovano nella dimensione vicariale e diocesana il proprio completamento; ne sono uno specifi-co le Feste della Pace vicariali, le Palme, i mo-menti di formazione…

» Nei cammini dell’IC dell’Ufficio diocesano per l’Annuncio e la Catechesi si trovano e sono va-lorizzate le proposte e le iniziative delle diverse realtà ecclesiali presenti in diocesi, come la Cari-tas, l’Ufficio Missionario e l’ACR. In particolare, la partecipazione alle iniziative del Mese della Pace e alla Festa delle Palme, è un’indicazione con-creta di collaborazione e di valorizzazione della proposta dell’ACR all’interno dell’IC.

La nostra diocesi sta compiendo un percorso di Ini-ziazione Cristiana che sta portando positive novità e cambiamenti nel modo di pensare e di operare delle parrocchie. Come AC sentiamo che questi cambia-menti sono una ricchezza e ci chiedono di trovare e valorizzare lo specifico della nostra associazione.L’ACR si presenta come esperienza di incontro con Gesù e con gli altri, con l’obiettivo di vedere in Gesù l’amico da conoscere e seguire. Il cammino di IC prevede e tiene conto della pre-senza buona e valida dell’AC e in particolare dell’ACR. Per questo si può dire che nel cammi-no di IC gli educatori ACR non devono diventare i baby-sitter o i “piccoli aiutanti dei catechisti”; non è vero che il nuovo impianto di IC esclude o sostituisce la proposta dell’ACR; non è vero che si può fare a meno dell’ACR… un vero percorso di IC chiede di camminare tutti insieme e collaborare nella crescita dei fanciulli e dei ragazzi con lo spe-cifico che caratterizza ogni proposta.Possiamo allora dire che dove c’è ACR c’è più IC!

Per meglio favorire una collaborazione e integra-zione tra il cammino dell’ACR e dell’IC trovate, alla fine di ogni Tempo, un BOX con delle indicazioni per gli educatori e catechisti. Sono delle possibili-tà, non le uniche, che aiutano nella collaborazio-ne e integrazione dei cammini di IC e ACR. Sono suggerimenti che rispettano il metodo dell’ACR e le proposte che l’Ufficio diocesano per l’Annuncio e la Catechesi ha fatto nei fascicoli per il cammino di IC.In particolare, nei mesi dell’Iniziativa Annuale (Ciao, Pace, Incontri), l’ACR punta ad essere un’e-sperienza in uscita, che mette al centro la missio-narietà. È l’occasione di proporre ai ragazzi dell’I-niziazione Cristiana di partecipare ad un momento specifico del cammino ACR.Anche nei Tackle ci saranno alcune tabelle per mo-dulare le attività secondo il numero di incontri che si propongono in parrocchia.

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Cammino Acr 2015-2016

Conosciamo la nuova proposta di catechesi dell’IC.

Per comprendere e vivere in pieno la scelta di rinnovamento dell’impianto di Iniziazione Cri-stiana che la nostra Diocesi ha fatto, serve una vera conversione di pensiero. L’IC non è solo un incontro di catechismo, ma molto di più. È innanzitutto un impegno che coinvolge tutta la comunità che ha come scopo la crescita cristiana dei bambini e ragazzi e dove tutti ne sono responsabili e coinvolti. È così che l’IC si può intendere: come un cammino che mette assieme in modo ordinato e collaborativo le varie realtà e ed esperienze di vita cristiana presenti nella comunità. All’interno dell’itinerario di IC ci stanno gli incontri di catechesi, le celebrazioni e le preghiere, le esperienze di servizio, l’ACR, le proposte del gruppo missionario, le esperienze proposte dalla Caritas, il gruppo ministranti… Ecco come la Comunità diventa protagonista e responsabile del “diventare cristiani” dei suoi compo-nenti più piccoli.

In modo molto sintetico presentiamo alcune “differenze” che caratterizzano l’IC dal nostro vecchio modo di pensare il catechismo… » Cambia il modo di vedere e di fare catechesi: non più “lezione frontale”, ma catechesi esperienziale,

dove si parte dal vissuto dei ragazzi per far vivere loro esperienze concrete. » Non più la classe di catechismo, ma un gruppo che può unire annate differenti. » Non è più solo il catechista responsabile della classe, ma il coinvolgimento dell’intera comunità nel

cammino del gruppo. Anche l’educatore ACR è chiamato a collaborare in modo specifico con i cate-chisti e gli altri operatori pastorali.

» La durata e la frequenza degli incontri non è più legata all’ora settimanale » Il cammino di IC è scandito con celebrazioni e riti di passaggio. » Il nuovo impianto prevede il coinvolgimento attivo dei genitori con incontri specifici per loro. » Una nuova scansione dei tempi con nomi specifici:

» prima evangelizzazione, » primo discepolato, » ultima quaresima e celebrazione della Cresima e dell’Eucarestia, » quarto tempo.

Chi desidera approfondire il percorso dell’IC può trovare informazioni presso l’Ufficio diocesano per l’annuncio e la Catechesi o nei fascicoli Il cammino dell’IC dei fanciulli e ragazzi, primo tempo PRIMA EVANGELIZZAZIONE e Il cammino dell’IC dei fanciulli e ragazzi, secondo tempo PRIMO DISCEPOLATO.

Consigli pratici per lavorare insieme » Come suggerito dalle Linee programmatiche, nei mesi di settembre/ottobre si preveda un tempo di program-

mazione e formazione per gli educatori, ad esempio attiviamo incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale. » Si conosca bene l’intero cammino annuale ACR, non limitandosi a procedere a periodi (occorre essere

forti nella propria materia!). » Si faccia conoscere il Cammino Annuale dell’ACR alle catechiste, in modo che anche per loro risulti

più evidente la possibilità di collaborare. » Si chieda alle catechiste di presentare gli obiettivi, i contenuti e le tappe e i tempi del percorso dell’Ini-

ziazione Cristiana, così da programmare insieme, periodicamente, gli incontri tra educatori e catechisti. » Si concordi a inizio anno con il parroco il calendario degli incontri ACR, in modo che tutti ne siano a

conoscenza cercando di non accavallare gli appuntamenti come feste dell’AC e celebrazioni dell’IC. » Si seguano gli spunti di lavoro da fare insieme suggeriti dal Cammino Annuale! (BOX AC IC).

» Ci si proponga come esperienza da far fare a tutti i ragazzi della parrocchia o dell’unità pastorale.

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La relazione educativae l’essere educatore in AC

che personalmente vive con convinzione e con consapevolezza […].

» È espressione dell’associazione. È parte viva della comunità e di un’associazione che espri-me attraverso di lui la propria responsabilità educativa. Non si è educatori in proprio né in forma solitaria, bensì sentendosi espressione e parte di un’esperienza comunitaria più grande che aiuta e sostiene davanti alla quale si è re-sponsabili […].

» È capace di relazioni discrete e propositive: di-screte, perché non si sostituisce allo Spirito e alla responsabilità di chi deve compiere le pro-prie scelte di maturità; propositive, perché la libertà delle persone è suscitata anche dal fa-scino di stili di vita belli e al tempo stesso attra-enti indicati come possibili dalla testimonianza di chi ha già compiuto una parte del cammino.

» Ha scelto il servizio educativo. Lo ha scelto non come un impegno fra i tanti, ma come un’e-sperienza che coinvolge in maniera forte la sua vita, come risposta ad una chiamata al servizio della crescita dei propri fratelli […].

» Ha competenze. Attraverso una formazione ade-guata l’educatore deve sviluppare competenze che riguardano aspetti qualificanti della forma-zione cristiana. Alla maturità umana l’educato-re unisce le competenze relazionali, un’orga-nica e personale appropriazione dei contenuti della fede e una competenza culturale.

(cf. Azione CAttoliCA itAliAnA, Perché sia formato Cri-sto in voi. Progetto formativo, AVE, Roma 2004, pp. 109-110).

Un aspetto essenziale e fondamentale della propo-sta dell’ACR è la relazione tra educatore e ragaz-zo. È un aspetto centrale della proposta formativa dell’AC, e che sempre più vuole essere di “quali-tà”. Come educatori non ci si può accontentare di considerarsi o essere considerati dei giocolier, ma si punta a diventare veri punti di riferimento e testimoni credibili del Signore Gesù. L’educatore dell’ACR vuole essere una persona vicina al ragazzo, vuole essere il segno di tutta la comunità che accompagna i più piccoli nel loro cammino di iniziazione; è l’educatore che accoglie i ragazzi, li accompagna, propone loro momenti di crescita nella vita e nella fede e fa sentire vicina a loro la presenza della comunità.È importante poi che l’educatore viva questa re-lazione con l’asimmetria tipica del rapporto edu-cativo: non sta sullo stesso piano del ragazzo, ma ha esperienza, competenza e autorevolezza che lo mettono in grado di accompagnarne il cammino.Infine è importante che l’educatore sia ricono-sciuto nel suo ruolo e questo porta con sé molte responsabilità, tra le quali il dovere di formarsi adeguatamente.

Alcune caratteristiche dell’educatore » È testimone della fede che annuncia, del-

la Chiesa di cui è parte, dell’associazione cui aderisce. Per questo è impegnato ad avere cura della propria fede, a crescere insieme alle per-sone che gli sono affidate. Egli vive con inten-sità il cammino della sua comunità ecclesiale e fa dell’Azione Cattolica una scelta motivata e decisa.

» Ha compiuto scelte di vita e di fede. La sua cre-dibilità passa attraverso un’esperienza

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La relazione educativa nello stile dell’AC.

ECCLESIALITÀNella relazione con il ragazzo, l’educatore… » vive il suo essere parte di una comunità, e aiuta i ragazzi a crescere nello spirito di comunità; » vive settimanalmente il momento dell’Eucaristia insieme ai ragazzi, sperimentando insieme la bel-

lezza dell’essere accolti da Gesù, è li fa sentire veramente accolti nel gruppo.

Nella relazione con il gruppo educatori, il singolo educatore… » è in comunione di intenti e di stile con gli altri, e non sentendosi solo supera assieme scoraggiamenti

e fatiche; » si spende perché il servizio sia condiviso e vissuto da tutti, per testimoniare così la bellezza delle

cose fatte insieme.

RESPONSABILITÀ Nella relazione con il ragazzo, l’educatore… » trasmette con l’esempio che si è responsabili del proprio modo di vivere: i ragazzi possono così

imparare la responsabilità anche solo dalla testimonianza. Si è educatori sempre, anche al termine dell’incontro settimanale;

» è leale nei confronti dei ragazzi, senza preferenze, senza giudicare, senza bugie; » ha massima attenzione per quel che accade durante l’incontro: non solo per un motivo di sicurezza,

ma per conoscere meglio i ragazzi.

Nella relazione con il gruppo educatori, il singolo educatore… » è leale nei confronti del gruppo; supera anche la tentazione di dire una bugia per di saltare l’incontro

di preparazione, perché si ricorda che il suo contributo è importante e che la sua assenza comporta agli altri un lavoro superiore;

» cerca sempre di condividere le informazioni che ha acquisito durante le occasioni di formazione an-che con gli altri educatori; si svilupperà così un buon livello di competenza condivisa e le differenze e le invidie diminuiranno;

» fa attenzione a spazi e materiali condivisi, cercando di contribuire all’ordine ed evitando gli sprechi.

INTERIORITÀNella relazione con il ragazzo, l’educatore… » comprende molto del modo di essere dei ragazzi imparando a fare silenzio e osservandoli; » prega per i ragazzi, li porta nel cuore, e con il tempo si sente vicino a loro e alle loro vicende quo-

tidiane.

Nella relazione con il gruppo educatori, il singolo educatore… » prega con il gruppo e vive come appuntamento immancabile l’Eucaristia domenicale; » prega per gli altri educatori del gruppo; e con il tempo si sente vicino a loro e alle loro vicende quo-

tidiane. » Si allena con gli altri a fare riunioni che non siano solo organizzative, ma che aiutino a una riflessione

comune sul cammino e sullo stile educativo intrapreso, dove si creano occasioni anche per “benedi-re” i ragazzi accompagnati.

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FRATERNITÀNella relazione con il ragazzo, l’educatore…

» ha sempre attenzione per le giornate “storte” di qualcuno dei ragazzi dimostrandosi par-ticolarmente comprensivo;

» è accogliente con tutti i ragazzi, anche con quelli più scomodi e annoiati; » si ricorda di festeggiare il compleanno dei ragazzi, anche solo con una telefonata.

Nella relazione con il gruppo educatori, il singolo educatore… » fa con loro periodicamente un incontro di “correzione fraterna”, facendosi guidare da un animatore

adulto o dall’assistente; » cerca di essere insieme a loro una persona di pace, cercando quello che avvicina agli altri educatori

del gruppo, apprezzando ciò che è diverso da sè.

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Viag-giando verso... Te

accolto e assecondato, che ci spinge a uscire da noi stessi, a sognare ed esplorare nuovi mondi. Non va dimenticato però il timore che talvolta leg-giamo nei bambini e nei ragazzi quando si trovano davanti alla novità.Accade quando il nuovo ci chiede di metterci alla pro-va in nuovi ruoli, compiti, orizzonti. Quando il nuovo coincide con l’inaspettato e il non desiderato. Anche in questo caso la novità ci spinge a camminare, a met-terci in marcia e uscire dai nostri schemi, per poter scorgere la bellezza e la forza che si cela in ciascuno di noi. Sarà importante allora accompagnare i bambi-ni e ragazzi ad accogliere ogni novità come occasione per scoprire qualcosa di nuovo di sé, un trampolino di lancio per esplorare il mondo che è dentro di noi. È un cammino che vuole aiutare i ragazzi a leggere dentro di sé per scoprire che è in Cristo la risposta che cercano, è Lui la meta del loro viaggio. Ciascuno con una sua precisa domanda di una vita nuova e rin-novata può trovare in Lui una risposta davvero valida e non un palliativo: è Cristo a rendere la nostra vita sempre nuova, ogni giorno e in ogni momento; è il Signore, che nella sua misericordia e nella sua bontà ci dona continuamente la sua creazione, che non si è esaurita nell’atto creativo ma prosegue ogni giorno, con ogni sua creatura, affinché essa diventi se stessa.

Ecco i pilastri sui quali si struttura la proposta formativa di quest’anno:

Domanda di vitaDomanda di AUTENTICITÀ/ORIGINALITÀ

È NUOVO?La domanda di vita a cui vogliamo prestare attenzio-ne quest’ anno è una richiesta che spesso leggiamo negli sguardi e nei gesti dei ragazzi. Talvolta accom-pagnata da entusiasmo e curiosità per qualcosa che li attrae; altre volte espressa con tono annoiato, che prende più la piega del «di nuovo?», come di chi non si aspetta nulla di bello dalla propria giornata, ritmata da tanti impegni sempre uguali a se stessi. I ragazzi cercano la novità perché li stimola, li in-curiosisce e in questo modo li aiuta a crescere: imparare a usare unnuovo gioco, conoscere nuove persone, visitare po-sti nuovi. Non sempre però riescono a interpretare in profondità questo loro bisogno, correndo il rischio che lo riversino in qualcosa da possedere e non da “conquistare”. Così, se la loro domanda è frain-tesa, può tradursi nella richiesta di oggetti nuovi, alla moda, all’ultimo grido. Ne consegue che la do-manda di novità, che richiama dei desideri molto profondi e intimi nei ragazzi, trova risposta nell’o-mologazione, che coincide con il possedere ciò che hanno tutti e non nella “autenticazione” di un sé. Cosa si nasconde dietro questo bisogno? Forse il sentire che ci manca qualcosa che non riusciamo a definire, una sorta di nostalgia che ci rende inquie-ti. Ed è proprio questo desiderio che va ascoltato,

Categoria

ANNO DELLA NOVITÀNell’anno in cui il cammino della Chiesa

è scandito dalla buona notizia rac-contata dal Vangelo di Luca (anno C), l’itinerario formativo dell’ACR si propone di iniziare i

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bambini e ragazzi al mistero di Gesù Cristo, assumendo come prospettiva

sintetica la categoria della novità. Il termine “iniziazione” deriva dal latino in-eo

che significa “entrare dentro”, quindi iniziare a Cristo vuol dire entrare nel mistero della sua per-sona, incontrarlo personalmente per conoscerlo e portare agli altri questa buona notizia. L’annuncio che l’angelo rivolge a Maria è un’au-tentica iniziazione per la donna al mistero di Gesù Cristo, il frutto del suo grembo. È una notizia scon-volgente e straordinaria: il Dio dei Padri, di Abra-mo, Isacco e Giacobbe, sceglie una giovane donna

di Nazareth, promessa spo-sa di Giuseppe della casa di Davide, per donare al mondo il suo unico Figlio che viene per salvarci e fare nuove tutte le cose. L’incontro con il Signore Gesù è un’esperienza di vita nuova di cui Maria è la prima ad essere testi-mone: lo accoglie nel suo grembo, lo sente cresce-re dentro di sé, entra in relazione con Lui e dona al mondo la Vita vera. Con il suo Sì, gratuito e generoso al progetto di Dio, Maria non solo cambia la sua esistenza, ma segna il corso dell’umanità intera e della nostra storia.

Brano evangelico

DAL VANGELO SECONDO LUCA (1, 39-56)per Abramo e la sua discendenza, per sempre”. Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Un saluto per ogni tempoIl brano evangelico che guida il cammino dell’anno è caratterizzato dal salutarsi di Maria con Elisa-betta. Da qui è nata l’idea di caratterizzare ogni periodo dell’anno con un saluto, una key-pass che esprime l’obiettivo del tempo e che caratterizza in modo unico il gruppo ACR. Agli educatori non mancheranno di certo i modi per valorizzare il saluto e per coinvolgere i ragazzi nell’usarli a gruppo…

Mese del Ciao “Ci Siamo! Dove andiamo?”Festa del Ciao “Ciao!”Tempo di Avvento “Let’s go”Mese della Pace “Shalom”Festa della Pace “Pace”Tempo di Quaresima “SOS”Festa delle Palme “Welcome!”Mese degli Incontri “WOW”Festa degli incontri “See you! Arrivederci!”

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva.D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccioha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni,ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati,ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo,ricordandosi della sua misericordia,

come aveva detto ai nostri padri,

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Cammino Acr 2015-2016

OBIETTIVOIl ragazzo sente il desiderio di mettersi in viaggio per esplorare nuovi luoghi e conoscere nuove persone. Si accorge di come questa esperienza sia più ricca ed emozionante se condivisa.

USCIRE VERSO... gli altri, gli incontri “live”, i giochi in gruppo. An-dare verso l’esterno, il nuovo. La condivisione del-la scelta come mediazione (FRATERNITÀ).

Mese del CiaoOttobre - Novembre

USCIRE DA...dalla solitudine, dagli incontri “mediati”, dai gio-chi fatti in solitudine: “Alzati dal divano!”

“Ci Siamo! Dove andiamo?” è il saluto che carat-terizza il Mese del Ciao. Dopo la pausa estiva ricca di esperienze intense e originali, il ragazzo torna alla quotidianità e sente forte il desiderio che an-che questa sia nuova; si mette così in viaggio, per esplorare e conoscere luoghi e persone diversi. Ri-flette su come questa esperienza non possa essere vissuta in solitudine e su come possa rivelarsi più emozionante e ricca se condivisa con altri, Incon-trando compagni che si metteranno in viaggio con

lui (“Ci siamo!”), e con l’entusiasmo di chi sta per partire per un’avventura nuova, chie-

de loro “Dove andiamo?”.

Egli si accorge che l’ACR e l’esperienza di Chiesa che sta vivendo sono una STAZIONE DI PARTENZA, dove tante persone diverse si incontrano con la gioia e la trepidazione di iniziare un percorso. In questo Mese egli incontra la figura del BIGLIETTA-IO, colui che lo mette di fronte alle diverse pos-sibilità di scelta rispetto al percorso che sta per intraprendere. Insieme al gruppo sceglie la meta verso la quale vuole partire.In questo primo periodo dell’anno, sulle orme di Maria, il ragazzo è chiamato a vedere con occhi nuovi la sua quotidianità, scegliendo di “alzarsi” e di camminare insieme al gruppo e alla co-

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Azione Cattolica dei Ragazzi - Diocesi di Padova

munità, parte attiva degli ambienti in cui vive.

Egli si interroga sul proprio desiderio di no-vità, di esplorare nuovi ambienti, di conoscere

nuove persone e di mettersi in viaggio.

Il Cammino, articolato nei consueti passaggi dell’I-niziativa Annuale, prevede i seguenti momenti.

StudioIl ragazzo sente il desiderio di (ri)partire, vivendo la quotidianità in maniera nuova. Si interroga sul mettersi in cammino per conoscere persone e am-bienti nuovi.

AnimazioneIl ragazzo comprende che questa avventura non può essere vissuta in solitudine; in questo nuovo viaggio coinvolge il gruppo, i coetanei e la comunità.

ServizioIl ragazzo scopre che la nuova partenza gli mette di fronte la necessità di fare delle scelte; nel compiere le scelte in gruppo comprende il valore e la ricchez-za del contributo di ciascuno e della rinuncia di po-sizioni egoistiche per operare una scelta condivisa.

Egli si sente parte integran-te della propria comunità e, insieme al proprio gruppo ACR, sceglie un’esperienza di servizio concreto e gratuito al suo interno, da por-tare avanti anche per tutto l’anno associativo (ad esempio si occupa di una parte della liturgia do-menicale e si impegna a parteciparvi con il grup-po, aiuta chi prepara la chiesa per la liturgia o accoglie le persone all’entrata consegnando loro i foglietti, offre il suo aiuto agli operatori della Caritas nella raccolta dei viveri…).

In particolare per i 6/8 e i 9/11I ragazzi si interrogano sulla scelta di “alzarsi” e mettersi in viaggio, come sprone alla noia che dicono di provare nella quotidianità. In particolare si impegnano a guardare ad essa con occhi nuovi; scoprono così come spesso sia sufficiente un cam-bio di prospettiva per ritrovare l’entusiasmo e lo stupore anche di fronte alle cose di tutti i giorni.

In particolare per i 12/13Si interrogano sulla scelta di “alzarsi” e mettersi in viaggio da protagonisti, ma non egoisti. In par-ticolare si impegnano a superare ogni chiusura e passività.

Festa del CiaoOBIETTIVOIl ragazzo “convalida” la propria scelta di far parte del gruppo ACR con cui ha deciso di mettersi in viaggio.

“Ciao!” è, ovviamente, l’affermazione, che caratterizza la Festa. È un’esclamazione che riassume bene il cammino del Mese, poiché è l’unico tra i saluti a essere utilizzato indifferentemente sia quando si incontra sia quando si lascia qualcuno per partire.Durante la Festa del Ciao il ragazzo ripercorre le tappe fondamentali del Mese: dall’incontro con i compa-gni di viaggio al saluto che rivolgerà a ciò che “lascia” prima di mettersi in attesa della partenza.È il momento in cui il ragazzo, individuata la meta e ricevuto il biglietto, convalida (conferma, fortifica) la scelta condivisa con il gruppo: un misto di adrenalina, timore e gioia. Con l’obliterazione il ragazzo rende valida anche la scelta di far parte del gruppo ACR.

Questo aggancio si sposa bene con il periodo vissuto a livello associativo in cui l’attenzione è posta sull’adesione. La Festa può essere un momento di promozione associativa in cui

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Cammino Acr 2015-2016

BOX ACR & IC

Nei mesi dell’Iniziativa Annuale, l’ACR punta a essere un’esperienza sempre più in uscita, che mette al centro la missionarietà. Si apre in particolare ai ragazzi dell’Iniziazione Cristiana, coinvol-gendoli a partecipare a un momento specifico del mese. Durante il Mese del Ciao:• nel momento di animazione il ragazzo si impegna a coinvolgere il gruppo e la comunità nel

nuovo viaggio che sta per intraprendere; lo fa concretamente preparando un invito rivolto ai membri della comunità (bambini e ragazzi dell’IC, catechisti, genitori…);

• nel momento del servizio sceglie un’esperienza di servizio concreto e gratuito all’interno della comunità.

Durante la Festa del Ciao si prevede un momento particolare in cui il ragazzo testimonia di fronte alle persone della comunità la bellezza di aver scelto di partire con il gruppo ACR; egli sceglie di coinvolgerle attraverso gli inviti personali creati nel momento di animazione, rivolgendosi in particolare ai coetanei che frequentano il cammino di Iniziazione Cristiana, ma non l’ACR, e poi ai genitori.

ogni ragazzo sceglie di “convalidare” il proprio far parte dell’ACR, momento che culmina con la consegna delle tessere durante la Festa dell’Adesione

in comunità, proposta per l’8 dicembre.

Il ragazzo coinvolge anche i coetanei e i genitori nella festa della propria scelta.

Attenzioni per le FamiglieFesta del Ciao: Guardare con occhi nuovi il quotidianoSettembre è il tempo in cui ci si rimette in viaggio, si riprendono le tante attività che caratterizzano la nostra vita: scuola, lavoro, sport, gruppi, attività pastorali… È il quotidiano che si mette in moto e anche le famiglie, come i ragazzi, possono imparare a guardare ad esso con occhi nuovi, con la gioia di chi sa di non essere solo nel viaggio che ricomincia, con la serenità di chi sa che è possibile condividere un pezzo di strada.Ogni famiglia guarda ai ragazzi in viaggio, li accompagna, li aiuta a scegliere la destinazione: è bello condividere insieme le scelte, perché anche i genitori hanno un posto speciale nel viaggio dei più piccoli!Le famiglie vivono la novità della chiamata del Signore nei luoghi della quotidianità, negli impegni che questi richiedono loro, nella fatica che riservano. Prendono coscienza anche del loro ruolo di educatori alla vita di fede dei figli - aiutandoli a scegliere il “biglietto” giusto - e del loro essere esemplari anche scegliendo di convalidare l’Azione Cattolica (l’adesione).

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USCIRE DA... il materialismo che contraddistingue il nostro tem-po, la paura di perdere tempo.

USCIRE VERSO…la scelta di non lasciare nessuno indietro, nessuno fuori (Fraternità / Ecclesialità).

tale del viaggio, allora è importante far scoprire e far sperimentare ai ragazzi gli atteggiamenti che facilitano ed esprimono l’attesa: l’attenzione, la preparazione, l’accoglienza, l’ascolto… Atteggia-menti che preparano a vivere al meglio la gioia della partenza tanto desiderata. La partenza può essere guastata anche da un po’ di fatica, perché sulla banchina ad attendere l’ar-rivo del treno ci si può anche addormentare: un calo di attenzione, un po’ di stanchezza e si rischia di perdere l’occasione di partire. Fortunatamente il fischio del capotreno, e di chi resta vigi-le accanto a noi, non ci lascia indietro.

Primo tempo di CatechesiAvvento

Dicembre OBIETTIVOIl ragazzo scopre e sperimenta gli atteggiamenti che facilitano l’attesa. Saperli vivere e qualificare por-ta il ragazzo a gioire della partenza per il viaggio tanto atteso.

Durante il Mese del Ciao, il ragazzo ha deciso dove andare, la meta del viaggio. Ora… “Let’s go”, si deve partire, perché è così forte il desiderio, la voglia di andare, che qualsiasi altro momento che intercetta la fatidica partenza è vissuto con impazienza, nervosismo, inquietudine… Eppure il momento dell’effettiva partenza è preceduto da una serie di attese obbligatorie, da sperimentare, vivere, qualificare: proprio il tempo di Avvento, dell’attesa, risulta il tempo favorevole per ride-stare la voglia di impegnare anche questi momenti da vivere con i propri compagni di avventura.

Se l’attesa è una dimensione fondamen-

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Questa è la forza del gruppo ACR!

Sensi allertati e cuore vigile… è lo stile da coltiva-re in questo tempo, proprio come quello di Maria che si prepara al viaggio verso la regione montuo-sa: da brava mamma in attesa, ha pianificato il viaggio, lo ha preparato con attenzione, per sé e per il bimbo che porta in grembo, e con la giusta celerità si mette in cammino.

Il cammino si sviluppa nelle consuete cinque tap-pe, che possono essere programmate o adattate dall’equipe di educatori. Importante è tenere la tappa di analisi, almeno una tappa di confronto tra le tre proposte e la celebrazione.

AnalisiIl ragazzo guarda alla sua vita per individuare quali sono le attese che è chiamato a sperimentare: si interroga su come vive questi particolari momenti e ne delinea le caratteristiche.

Confronto tra i ragazziDal confronto con i propri compagni di viaggio il ragazzo scopre di non essere da solo a vivere l’at-tesa: gli stessi atteggiamenti e le stesse emozioni sono sperimentate anche dagli altri! Questa con-sapevolezza dà al gruppo uno slancio diverso per vivere questo tempo.

Confronto con le altre personeEssere di fronte ad adulti che stanno attraversan-do particolari attese nella propria vita porta il ra-gazzo a essere più coraggioso e forte. La parola dei testimoni lo rende promotore di nuovi modi e atteggiamenti per qualificare il tempo di attesa, insieme ai suoi compagni di viaggio.Tra le possibili testimonianze da raccontare si sug-geriscono l’attesa di una nascita (mamma, papà, altri fratelli, nonni…), l’attesa di un evento impor-tante (maturità, laurea, celebrazione di un sacra-mento…), l’attesa o la ricerca di un lavoro, l’atte-sa e la preparazione di una gara sportiva, l’attesa per il rientro di una persona lontana. Confronto con i documenti della fedeLa venuta del Messia è un evento atteso dal popolo

d’Israele fin dai primi passi della sua storia. Il ragazzo, rileggendo le molteplici forme di

attesa di questo avvenimento, ritro-

va in esse un modello, uno stile da far proprio in questo tempo di attesa del Natale e nella sua quotidianità. Tra gli esempi di attesa del Messia, vanno tenu-ti in considerazione in modo particolare l’attesa di Gesù nella sua famiglia (Maria, Giuseppe, Elisabetta, Giovanni Battista); l’attesa del Messia da parte del po-polo d’Israele (da Abramo ai profeti); l’attesa di qual-cosa di straordinario da parte degli “altri” (i Magi).

CelebrazioneAll’annuncio dell’arrivo del treno in stazione, la felicità è il sentimento che pervade il ragazzo, or-mai pronto a iniziare questo viaggio tanto atteso: egli esplode in un canto di gioia che è paragona-bile al Gloria cantato dagli angeli in quella notte così straordinaria, la notte di Natale.

In particolare per i 6/8 e i 9/11I ragazzi di quest’età vivono le attese più emozio-nanti quando esse sono legate a una novità (il primo viaggio in treno, la prima gita, il primo camposcuo-la…) o ad un evento, una festa particolare (com-pleanno, festività, celebrazione di un sacramen-to…). Nel primo caso sperimentano emozioni forti nell’attesa, legate all’inconsapevolezza di ciò che accadrà, fino magari a non dormire di notte; nel secondo le attese possono diventare più materiali, legate a ciò che si riceve, a quanti e quali regali, forse anche perdendo di vista il vero senso della fe-sta, della partenza: c’è quindi il rischio di perdere il valore da dare all’attesa, alla preparazione.In questa tappa del cammino i ragazzi hanno la possibilità di ricalibrare il tiro, di capire veramen-te e più a fondo non cosa, ma chi attendere.

In particolare per i 12/13 Per i ragazzi di questa età, il tempo dell’attesa può essere visto come tempo inutile, perso, da riempire con altro da fare, da vivere in solitaria “con il mio smartphone”, “con il mio tablet-pc”, “con la mia musica”… L’obiettivo è far scoprire che anche il ragazzo accanto magari sta ascoltan-do, vedendo la stessa cosa e quindi la cosa può essere fatta insieme! In questo modo lo strumento non viene demonizzato, ma diventa vero e pro-prio mezzo di comunicazione e interazione da cui far partire una nuova storia, un nuovo tempo, una nuova relazione.

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OBIETTIVOIl ragazzo, nell’incontro con i viaggiatori che con lui condividono un tratto di strada, fa esperienza dell’originalità e della varietà delle motivazioni che spingono ognuno a intraprendere il proprio viaggio.

USCIRE DA…la pretesa che l’unica strada giusta da percorrere sia la mia.

USCIRE VERSO…la bellezza dell’“avere a cuore” (la responsabili-tà).

BOX ACR & IC

In ACR in Avvento, il Primo tempo di Catechesi, attraverso la tappa del Confronto con i documenti della fede, ha sviluppato un obiettivo che è comune con la proposta nei cammini di IC nel periodo di preparazione al Natale in tutti e tre gli anni del primo Discepolato.Cosa allora è opportuno fare? Ovviamente… programmare insieme ai catechisti questo periodo, in modo da…• affrontare i medesimi approfondimenti con i ragazzi (famiglia di Gesù o popolo d’Israele o Magi);• preparare insieme i contenuti;• arrivare insieme a vivere questa tappa, proponendo di fare insieme l’incontro o arrivandoci

nello stesso periodo.

Mese della PaceGennaio – fino al mercoledì delle ceneri, 10 febbraio

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Cammino Acr 2015-2016

Dopo aver atteso con tre-pidazione l’arrivo del treno, il ragazzo

prende posto a bordo del VAGONE e il viaggio ha finalmente inizio.Le aspettative sono tante e l’immaginazione vola guardando i paesaggi che, fuori dal finestrino, si susseguono veloci. Ma altrettanto entusiasmante è la vita all’interno del vagone.Passeggiando su e giù per i corridoi, tra uno scom-partimento e l’altro, il ragazzo incontra tanti al-tri VIAGGIATORI che come lui hanno scelto il treno per raggiungere la loro meta. Se il mezzo con cui viaggiano è lo stesso, diver-se sono le motivazioni che hanno spinto ciascuno a intraprendere il proprio viaggio. C’è chi viaggia per lavoro e chi per divertimento, chi ha scelto il treno per comodità e chi per necessità, chi viag-gia da solo e chi è in compagnia, chi percorre un tratto molto breve e chi scende solo dopo molte stazioni…Dalla curiosità verso gli altri viaggiatori nasce il desiderio di andare loro incontro per sentire dalla loro voce i tanti e diversi racconti.Anche Maria, nel suo viaggiare verso il paese del-la cugina Elisabetta, si trova ad attraversare una terra percorsa da molte persone sconosciute, che a loro volta stanno intraprendendo il viaggio della loro vita.“Shalom” allora… “pace a voi”… è l’augurio che ci può accomunare, perché nell’incontro con la di-versità sta l’originalità che rallegra la vita e offre spunti per continuare il viaggio.

Iniziativa di solidarietàAnche quest’anno la nostra diocesi sceglie e so-stiene la proposta di iniziativa di solidarietà del Centro Nazionale ACR. i dettagli della proposta e le info saranno presentate nel Tackle del Mese dal-la Pace.

Il cammino del Mese della Pace si sviluppa in tre passaggi.

StudioDapprima il ragazzo si sofferma a os-servare le persone che quotidianamen-te incontra, soprattutto quelle che incrocia spesso, ma con le quali non ha mai intrapreso una relazione profonda (un compagno di classe fuori dal giro degli amici, un cugino che vede poche vol-te all’anno…). È invitato a mettersi nei loro panni, analizzando gli elementi di pregiudizio e timore che nutre nei loro confronti.

AnimazioneAttraverso lo scambio con gli educatori e i compa-gni di gruppo, il ragazzo scopre che i sentimenti di pregiudizio e timore verso coloro che considera estranei o poco conosciuti possono tramutarsi in curiosità e desiderio di scoprire le motivazione che spingono ognuno a intraprendere il proprio viag-gio.

ServizioIl ragazzo, dopo l’incontro, si fa egli stesso acco-gliente nei confronti dell’altro, con la sua origina-lità e bellezza, ed esclama a gran voce “Shalom”. In particolare il gruppo ACR può incontrare i coeta-nei di catechesi e IC per raccontare l’iniziativa di solidarietà, cogliendo l’occasione per invitarli alla Festa della Pace.

In particolare per i 6/8 e i 9/11L’incontro con l’estraneo o il poco conosciuto av-viene, a questa età, sui banchi di scuola, nelle pri-me esperienze di sport… Per queste fasce d’età si vuole puntare sulle persone incontrate in questi ambienti, per farne compagni di viaggio.

In particolare per i 12/13A questa età il ragazzo inizia a sperimentare l’ag-gregazione spontanea (feste di compleanno senza genitori, gioco spontaneo dopo la scuola o nel pe-riodo estivo…) anche con persone che ha conosciu-to a scuola, nello sport o in parrocchia, ma con le quali non intrattiene un rapporto strutturato. Gli educatori aiutino a prendere consapevolezza della ricchezza di questi piccoli “viaggi”.

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Festa della PaceOBIETTIVO

Il ragazzo fa esperienza di gesti concreti di incontro e di pace di cui egli stesso è capace.

La Festa della Pace è l’occasione in cui il ragazzo diventa vero portatore di pace, pur nelle diversità. Scambiarsi la pace tra persone sconosciute, che parlano lingue diverse, è complicato se ci limitiamo ad articolare parole. Dicendo “Pace”, “Shalom”, “Peace”, “Paz”, “Paix”… diciamo la stessa cosa, ma rischiamo di non capirci. Se, invece, alla parola uniamo il gesto (stringere la mano, abbracciare, fare OK con il dito, sorridere, baciare…) tutto assume un altro significato e diventa più chiaro l’intento di stare assieme e di percorrere in compagnia una parte del viaggio.

Attenzioni per le FamiglieFesta della Pace: Una famiglia capace di apertura missionariaViaggiare per la famiglia significa incontrare altre persone, fare spazio ad altri volti, ad altre storie…Il tempo del viaggio scorre veloce, mille sono gli impegni che lo scandiscono e c’è il rischio di non vede-re, di passare oltre senza cogliere quante sono le storie che intrecciano la nostra, quanti sono i viaggia-tori che fanno la nostra stessa strada.Ogni famiglia però può essere costruttrice di pace se, come il Signore le chiede, sa aprirsi agli altri viaggiatori, sa ascoltare il grido di chi attende aiuto, sa condividere la strada offrendo una mano, sa farsi compagna di viaggio nella gioia e nella sofferenza, nella fatica e nel riposo, nei tempi di sole e nei tempi di pioggia.È nel dare valore a chi incontra che la famiglia realizza il proprio viaggio. Si impegna a partecipare e a condividere con altri genitori l’iniziativa di solidarietà dei gruppi e ne diventa essa stessa promotrice, ampliando il proprio coinvolgimento e la riflessione per tutto il Mese della Pace, non solo in occasione della Festa.

BOX ACR & IC

Durante il Mese della Pace:• nel momento di animazione il gruppo ACR con i compagni di catechesi e IC, si impegnano a

coinvolgere la comunità nel viaggio che stanno facendo; lo fa concretamente attraverso un incontro testimonianza a persone da poco arrivate in parrocchia (nuove famiglie di immigrati, persone trasferite da parrocchie vicine, badanti, ecc.);

• nel momento del servizio il gruppo ACR potrebbe incontrare tutti i coetanei che stanno par-tecipando al cammino di IC per raccontare l’iniziativa di solidarietà, cogliendo l’occasione per invitarli alla Festa della Pace;

• durante la Festa della Pace si prevede un momento particolare in cui il ragazzo si fa testimone della bellezza di ritrovarsi tutti insieme per un unico scopo: promuovere e sostenere l’iniziati-va di solidarietà: potrebbe essere presentato alla comunità una sorta di “assegno” colorato, fatto da tutti i ragazzi, che poi si compilerà con la cifra raccolta con le offerte.

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“SOS” è il saluto, o meglio, l’invocazione che con-traddistingue il tempo della Quaresima. È la richiesta di aiuto che ogni persona può compiere di fronte a un guasto o a un’emergenza che sembra allontanare la meta. Il ragazzo si rende conto che esistono situazio-ni che rallentano il viaggio a scuola, in famiglia, nello sport…, ma ciò non preclude l’arrivo a destinazione.Di fronte a questi guasti o ritardi non si torna in-dietro e nemmeno ci si ferma, ma grazie alle pro-

prie risorse, all’aiuto degli altri e soprattutto all’intervento e alla presenza del Signore

Gesù si riparte verso la destinazione

prefissata. Come il macchinista ripara il treno e come Elisabetta è stata aiutata da Maria, così il ragazzo scopre che, nei ritardi e nei guasti, non è solo, ma può chiedere e ricevere aiuto.Di fronte al peccato, il vero guasto della vita cri-stiana, il ragazzo fa esperienza della misericordia di Dio che riconcilia e risana.Il cammino si sviluppa nelle seguenti tappe, che possono essere riorganizzate o valorizzate dall’e-quipe di educatori. Ancora l’indicazione è di man-tenere le tappe di analisi, di confronto (almeno una delle tre proposte) e la celebrazione.

Secondo tempo di CatechesiQuaresima

10 febbraio – 20 marzo

OBIETTIVOIl ragazzo scopre la bellezza e la centralità di Gesù che aiuta, che ripara e che permette di continuare il viaggio anche di fronte agli imprevisti, ai guasti o ai ritardi.

USCIRE DA…L’illusione di una vita da VIP/Star, sempre perfetta e senza intoppi.

USCIRE VERSO…Il Signore che con il suo amore perdona e risana ogni guasto (l’interiorità).

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AnalisiIl ragazzo riconosce che nella vita ci sono

guasti e ritardi: atteggiamenti (superficialità, disinteresse, egoismo, passività…), comporta-

menti (chiusura agli altri, bugie, poco impegno, pi-grizia nella preghiera…) o situazioni che rallentano il viaggio verso la meta prefissata. Nel peccato il ragaz-zo riconosce il guasto che lo allontana dal Signore.

Confronto tra i ragazziIl ragazzo scopre che anche gli altri vivono ritardi e guasti; scopre così di non essere il solo in que-ste difficoltà. Nel confronto con il gruppo conosce alcuni modi per poter affrontare questi momenti, soprattutto impara a chiedere aiuto.

Confronto con le altre personePrendendo spunto dalla testimonianza di chi è giun-to a destinazione affrontando difficoltà e ritardi, il ragazzo decide quali scelte compiere per ripartire; cerca per questo scelte che possono aiutarlo a ripa-rare i guasti presenti nei diversi ambiti della sua vita.Come evidenziato anche nel box, questa tappa può incrociare il cammino di IC, che prevede in Quaresima l’incontro con alcuni testimoni.

Confronto con i documenti della fedeLe parole e i gesti di Gesù aiutano il ragazzo a non vivere come un peso i guasti o i ritardi, ma come un momento in cui riconoscere lo sguardo di amore e il conforto del Signore. Anche di fronte al pecca-to Gesù riabilita e perdona senza giudicare. La sua Parola è sempre motivo di ripartenza.

CelebrazioneIl ragazzo, riconoscendosi peccatore, si sente amato e perdonato da Dio, il “macchinista” che fa ripartire il viaggio. La preghiera di invocazione (SOS) si apre al ringraziamento per il perdono ricevuto e alla lode per il viaggio che riprende.Come evidenziato anche nel box, questa tappa può incrociare il cammino dei ragazzi che vivono in Quaresima l’occasione delle confessioni.

In particolare per i 6/8 e i 9/11In questa fascia d’età ci si sofferma sui guasti e ritar-di che si vivono in famiglia e a scuola: litigi, fatiche nelle relazioni, invidie con i fratelli, fatica dello stu-dio... Di fronte a essi non si cade nella rassegnazio-ne, ma con la certezza di essere aiutati e con la spe-ranza che viene dal Signore si ricomincia il viaggio.

In particolare per i 12/13Anche per i 12/13 l’esperienza familiare e scolasti-ca resta centrale e si caratterizza con nuove dina-miche, non sempre serene e facili. In questa fascia di età le relazioni con i coetanei e le esperienze extra-familiari (sport, affetti, hobby…) iniziano ad assumere un tono sempre più importante. Anche la vita di fede inizia a essere vissuta in modo nuovo.I ragazzi sono aiutati a soffermarsi su come i normali cambiamenti legati all’età possano diventare espe-rienza di guasto e di ripartenza: scontri con i genito-ri, fatica a scuola, l’attrazione di un gruppetto che si inizia a formare, i primi dubbi di fede, le delusioni af-fettive o con gli amici, i risultati sperati non arrivati…

BOX ACR & IC

Il cammino di IC dei fanciulli e ragazzi prevede per le tre tappe quaresimali del primo Discepola-to l’incontro con un testimone: un nonno, un missionario o un operatore Caritas, qualcuno che racconti un’esperienza di perdono dato o ricevuto… Invitiamo gli educatori a programmare con i catechisti questo momento. Come ACR si abbia l’attenzione a far conciliare la testimonianza con la proposta dell’aggancio. Va inoltre fatta attenzione alla triplice proposta del cammino di IC che prevede tre diverse testimonianze, secondo l’anno che si sta sviluppando: gli educatori valutino attentamente come procedere.

Un’attenzione particolare va dedicata alla celebrazione con i 12/13, o con chi non vive il cammino di IC: proporre e vivere insieme le confessioni quaresimali è una buona occasione di incontro con tutti i ragazzi. Educatori, catechisti e assistenti collaborino per questo momento di incontro con il Signore che perdona.

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Festa delle Palme20 marzo

OBIETTIVOSuperate le difficoltà del viaggio, il ragazzo giunge a destinazione. Egli vive così la gioia dell’arrivo, la novità e i cambiamenti che esso porta con sé e la consapevolezza che ogni arrivo non è mai la conclusio-ne di un percorso, ma l’inizio di un’avventura alla ricerca di nuovi luoghi da raggiungere.Ogni viaggio giunge a una destinazione. La Festa delle Palme si pone nel cammino annuale dell’ACR sia come punto di arrivo, in cui fare memoria del cammino effettuato, sia come ripartenza, per gustare la novità che la destinazione offre.Arrivati a destinazione ci sentiamo dire “Welcome!”, un saluto che accoglie e apre a nuove relazioni, a nuove ripartenze.Nell’essere arrivato a destinazione, e in attesa della novità che lo attende, il ragazzo, come Gesù nel grembo di Maria quando giunge da Elisabetta, esprime la sua gioia ed entusiasmo: si mette in viaggio per la strade di Padova testimoniando il suo desiderio di camminare ancora con e per il Signore.

BOX ACR & IC

Anche il percorso dell’IC prevede e invita i catechisti e i ragazzi e preparare e a partecipare alla fe-sta delle Palme organizzata dall’ACR per incontrare il vescovo in prossimità delle feste pasquali: La festa delle Palme è una tappa importante per tutta la diocesi, e anche il cammino di IC prevede che tutti i ragazzi ne siano partecipi (Il cammino dell’IC dei fanciulli e ragazzi, secondo tempo PRIMO DISCEPOLATO, pag. 7. 11. 14).Gli educatori programmino per tempo questo momento insieme ai catechisti e agli accompagna-tori dei genitori, curando anche la preparazione “tecnica” del segno e del ramo d’ulivo con cui partecipare all’appuntamento di Padova.

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Azione Cattolica dei Ragazzi - Diocesi di Padova

“WOW” è il saluto, o meglio l’esclamazione che contraddistingue il Mese degli Incontri. Questa vuole esprimere tutto lo stupore che si prova di fronte a qualcosa di inaspettato, qualcosa che compare davanti agli occhi all’improvviso, nel luo-go meno probabile.In questo tempo, il ragazzo scopre i luoghi più belli e incontra gli abitanti del posto che intende visita-re e conoscere meglio. Il ragazzo, comprendendo la preziosità del percorso fatto, accetta ora l’im-

pegno di coinvolgere chi incontra, alla

scoperta di luoghi dimenticati per poter far risco-prire la bellezza di questi, anche a chi la dà ormai per scontata.Come Maria nel Magnificat, si accorge che sono questi incontri a rivelare il senso di tutta la Storia, una storia in cui è immerso e che non è importante solo per l’oggi, ma che chiede di proiettarsi nel futuro con responsabilità.

Il cammino del Mese degli Incontri si sviluppa in tre passaggi:

Mese degli IncontriAprile –Maggio

OBIETTIVOIl ragazzo scopre che quello che rende davvero speciale il suo viaggio, è il sentirsi parte di una bellezza e di una storia che lo precede.

USCIRE DA…dalla presunzione di sapere già tutto, dal dare per scontato quello che si ha, dalla comunità “super-mercato”;

USCIRE VERSO… cose che non si sanno, uno stile di ringraziamen-to per quello che si , la comunità che si conosce poco, una comunità fatta anche da me (FRATERNI-TÀ/RESPONSABILITÀ)

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Cammino Acr 2015-2016

StudioDalla sintesi delle esperienze vissute du-

rante l’anno, il ragazzo si rende conto di essere immerso in una storia che lo supera, di essere amato da molto prima di nascere, di essere par-te di una comunità che lo ha accolto fin dal suo battesimo: sente la curiosità di conoscere nuovi aspetti di questa storia comune e ne scopre così la bellezza.

Animazione Il ragazzo comprende che la sua storia è comune a molti altri, ma che ognuno ha la possibilità di renderla diversa e speciale attraverso il proprio contributo e una gioiosa testimonianza di vita.

ServizioIl ragazzo attraverso esperienze di scoperta, in-contro e condivisione (valorizzazione di luoghi par-ticolari della parrocchia, partecipazione ad eventi locali di cui si scopre la storia, testimonianze), si rende testimone di una storia passata, presente e futura e si impegna a tramandarla ad altri.

In particolare per i 6/8 e i 9/11I bambini più piccoli vengono affasci-nati molto facilmente dalla scoperta di luoghi a loro sconosciuti. Gli educatori, at-traverso l’aiuto del parroco o di qualche anziano della parrocchia, potrebbero raccontare la storia di qualche luogo particolare del posto (un capitel-lo, la storia del campanile, la storia della chiesa, la storia del vecchio patronato) portandoli poi in visita alla scoperta di questo.Si può lavorare sul battesimo, facendosi portare delle foto dai genitori, coinvolgendoli nel racconto di quel giorno ai figli.

In particolare per i 12/13I ragazzi più grandi potrebbero essere coinvolti nella scrittura o nella sceneggiatura di un piccolo spetta-colo teatrale per i “fratellini” più piccoli dell’asilo, in cui sono loro, sotto forma di favola, a raccontare la storia di un aspetto particolare della parrocchia.Potrebbe essere l’occasione per raccontare loro, attraverso delle testimonianza, la storia della sa-gra della parrocchia, dando un senso ad un loro possibile coinvolgimento nel servizio concreto.

Festa degli IncontriOBIETTIVO Il ragazzo, dopo aver sperimentato il tempo della visita, ricco anche di una nuova quotidianità, com-prende che ogni viaggio è fatto anche di un ritorno a casa.

“See you! Arrivederci!” è il saluto che contraddistingue la Festa degli Incontri, l’occasione per fare memoria di quanto vissuto e per guardare con nuovo entusiasmo al ritorno a casa.Così come Maria dopo un certo tempo di visita ad Elisabetta, ritorna a casa sua, anche il ragazzo ide-almente ritorna a casa per raccontare il suo viaggio, per trasmettere la gioia di aver fatto emergere la propria originalità aiutato dal confronto con gli amici, con gli adulti e con Gesù. Infine dopo aver vissuto un’esperienza arricchente con qualcuno, l’impegno è quello di non perdersi di vista, c’è tutta la voglia di rivedersi presto, magari durante le esperienze estive.

Attenzioni per le famiglieFesta degli Incontri : Ritorno a casa

Una volta che il viaggio si è concluso è tempo di far ritorno in Galilea, a casa, dove

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tutto è iniziato!Alle famiglie che fanno festa con i ragazzi viene chiesto di ritornare alle radici

della loro fede, a quel punto incandescente in cui la Grazia di Dio ha toccato, all’inizio del cam-mino. È da quella scintilla che è possibile accendere il fuoco per l’oggi, per ogni giorno, e portare

calore e luce a ogni viaggiatore. Da quella scintilla si accende una gioia grande, una gioia che non of-fende il dolore e la disperazione, una gioia buona e mite.Allora si torna a casa, lì aspetta il Signore. Dopo un viaggio in cui ogni famiglia è andata per strade e sentieri che l’hanno fatta crescere… è tempo di ritornare in Galilea per incontrare il Signore e farsi abbracciare dalla misericordia.. Non è un ritorno indietro, non è una nostalgia. È ritornare a casa, per ricevere il fuoco che Gesù ha acceso nel mondo, e portarlo a tutti, sino ai confini della terra. È tornare in Galilea senza paura.

Tempo Estate EccezionaleEstate

BOX ACR & IC

Durante il Mese degli Incontri:• nel momento di animazione il gruppo ACR, assieme al gruppo di coetanei di catechesi e IC,

potrebbe preparare tanti foglietti con delle cose belle della loro parrocchia: delle belle notizie da testimoniare. Durante l’incontro potrebbero poi andare ad attaccarli in giro per la piazza, in chiesa, in patronato, ecc. (vedi pag. 41, PRIMO DISCEPOLATO, secondo tempo, PRIMA TAP-PA).

• nel momento del servizio il gruppo ACR potrebbe incontrare i coetanei di catechesi e IC per invitarli alla Festa degli Incontri;

• durante la Festa degli Incontri si preveda un momento particolare in cui i ragazzi si scambino i loro contatti per tenersi in contatto durante l’estate: l’indirizzo di casa, l’indirizzo mail dei genitori, il numero di telefono, ecc.

OBIETTIVOIl ragazzo approfondisce la propria esperienza di fede, alla luce del dono della Misericordia.

Dopo il percorso annuale vissuto in un viaggio vir-tuale, assieme a tanti compagni, alla scoperta della bellezza di una storia comune di Salvezza, il cammino estivo accompagna il ragazzo ad appro-

fondire alcuni aspetti significativi della sua espe-rienza di fede.Durante il camposcuola, attraverso delle esperien-ze concrete e condivise, il ragazzo riconosce che la sua fede è dono della Misericordia e, in quan-to dono ricevuto gratuitamente, deve diventare portatrice di frutti di generosità, di gratuità nella semplicità della vita quotidiana.

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Hanno Collaborato:Commissione CamminoLussi BernardiRossana BonatoAndrea CarraroMarco CavinatoClaudia MagagninElena Polatodon Stefano Manzardo

ed inoltre…Andrea BarzonCristian GirottoMaria Luisa SimonatoUfficio Centrale ACRdon Giorgio BezzeUfficio per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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