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© Riproduzione riservata quelli di fibra di carbonio, che arrivano a costare molte migliaia di euro. L'IMPORTANZA DEI FORNITORI «Il sedile Sabelt deve coniugare storia, si- curezza, innovazione e design», spiega Mar- siaj, che possiede il 10% dell'azienda, pro- prio come il fratello Gregor, che fa parte del consiglio di amministrazione, ma che non ha incarichi nel gruppo. La quota principale, pa- ri al 60%, è in mano al padre, Giorgio, che dal 2016 è presidente dell'Associazione delle aziende metalmeccaniche di Torino. L'ultimo 20% è suddiviso con l'altro fondatore della Sabelt, Piero Marsiaj, in una società di par- tecipazioni che opera anche nella finanza e nel campo immobiliare. Il futuro immediato del gruppo è legato ai clienti storici, come la Ferrari, per cui sarà allestita a breve una nuova linea di produzione. «Dal via libera al- la proposta alla produzione delle sellerie, ci servono tra diciotto e ventiquattro mesi. C'è moltissima tecnologia anche in questo set- tore, soprattutto sui materiali utilizzati. Al momento, lavoriamo con i marchi sportivi di tutto il pianeta, tranne che con i tedeschi», continua il manager. Il futuro, quello costituito dalle vetture a guida autonoma, potrebbe riservare nuove opportunità: «Oggi le cinture sono collega- te al telaio dell'auto, ma un domani saranno ancorate direttamente ai sedili, che magari ruoteranno su loro stessi, per formare dei salottini, mentre il computer guida. Le no- stre due produzioni, quindi, potrebbero ri- congiungersi», sostiene con non celata spe- ranza Marsiaj. Ce n'è abbastanza per sentir- si in una "confort zone" per la Sabelt, che già lavora ai primi prototipi di questa nuova tec- nologia. «Siamo un'azienda sana, abbiamo solo tre milioni di debiti con le banche, che non aspettano altro che finanziare nuovi progetti. Noi ci guardiamo attorno, ma già stare dietro ai nostri 500 fornitori abituali, sui 2 mila totali, non è facile. Il vero segreto è questo, perché noi non produciamo nulla: assembliamo prodotti d'eccellenza, forti dei nostri 45 anni di storia». AZIENDE TORINESI SABELT Il modulo di trasporto spaziale Cygnus, costruito a Torino da Thales Alenia: per il suo viaggio verso la stazione spaziale internazionale, è stato equipaggiato con un sistema di cinture di sicurezza Sabelt TORINO.indd 20 17/04/18 16:02

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quelli di fibra di carbonio, che arrivano a costare molte migliaia di euro.

L'IMPORTANZA DEI FORNITORI «Il sedile Sabelt deve coniugare storia, si-

curezza, innovazione e design», spiega Mar-siaj, che possiede il 10% dell'azienda, pro-prio come il fratello Gregor, che fa parte del consiglio di amministrazione, ma che non ha incarichi nel gruppo. La quota principale, pa-ri al 60%, è in mano al padre, Giorgio, che dal 2016 è presidente dell'Associazione delle aziende metalmeccaniche di Torino. L'ultimo 20% è suddiviso con l'altro fondatore della Sabelt, Piero Marsiaj, in una società di par-tecipazioni che opera anche nella finanza e

nel campo immobiliare. Il futuro immediato del gruppo è legato ai clienti storici, come la Ferrari, per cui sarà allestita a breve una nuova linea di produzione. «Dal via libera al-la proposta alla produzione delle sellerie, ci servono tra diciotto e ventiquattro mesi. C'è moltissima tecnologia anche in questo set-tore, soprattutto sui materiali utilizzati. Al momento, lavoriamo con i marchi sportivi di tutto il pianeta, tranne che con i tedeschi», continua il manager.

Il futuro, quello costituito dalle vetture a guida autonoma, potrebbe riservare nuove opportunità: «Oggi le cinture sono collega-te al telaio dell'auto, ma un domani saranno ancorate direttamente ai sedili, che magari

ruoteranno su loro stessi, per formare dei salottini, mentre il computer guida. Le no-stre due produzioni, quindi, potrebbero ri-congiungersi», sostiene con non celata spe-ranza Marsiaj. Ce n'è abbastanza per sentir-si in una "confort zone" per la Sabelt, che già lavora ai primi prototipi di questa nuova tec-nologia. «Siamo un'azienda sana, abbiamo solo tre milioni di debiti con le banche, che non aspettano altro che finanziare nuovi progetti. Noi ci guardiamo attorno, ma già stare dietro ai nostri 500 fornitori abituali, sui 2 mila totali, non è facile. Il vero segreto è questo, perché noi non produciamo nulla: assembliamo prodotti d'eccellenza, forti dei nostri 45 anni di storia».

AZIENDE TORINESI SABELT

Il modulo di trasporto spaziale Cygnus, costruito a Torino da Thales Alenia: per il suo viaggio verso la stazione spaziale internazionale, è stato equipaggiato con un sistema di cinture di sicurezza Sabelt

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