AVVERSITÀ DELLA VITE -...

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AVVERSITÀ DELLA VITE PARTE PRIMA

GUIDA AL RICONOSCIMENTO

Michele Borgo

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PREMESSA

Dopo anni di studio e di esperienze condotte nelle vigne è comprensibile come sia possibile disporre di una consistente mole di conoscenze e di immagini, che fanno capo ai casi fitopa-tologici tra i più svariati e che stanno a rappresentare le più comuni e ricorrenti fitopatie della vite a livello nazionale. Da ciò è sorta l’idea di mettere a disposizione di tecnici, di esperti, di studenti, di viticoltori e di quanti hanno a che fare con la viticoltura una selezione di cosa è possibile osservare in vigneto, nell’intento di fornire uno strumento che faciliti il riconosci-mento delle avversità parassitarie e delle fisiopatie della vite non semplicemente di carattere generale, ma anche con riferimento ai vitigni.

Il tentativo di mettere in evidenza e di illustrare quanto può succedere in vigneto è volto a far sì che la scelta del vitigno, sia esso autoctono che internazionale, congiuntamente alle valutazioni sul ruolo dell’ambiente, della zona di coltivazione nonché delle migliori tecniche agronomiche e colturali, possa essere determinante per produrre uve sane e di qualità, da cui ottenere grandi vini e di elevato valore commerciale.

Conoscere al meglio ciò che disturba la pianta a partire dalle sue fasi iniziali, ossia in vivaio, fino al vigneto, può risultare complesso ed oltremodo sfaccettato, in quanto si possono ve-rificare e succedere varie fitopatie legate alle interazioni tra virulenza di malattie epidemiche, genetica dei vitigni ed effetti delle svariate condizioni pedologiche, climatiche e colturali. La presenza e la sovrapposizione di vecchie e nuove ampelopatie rendono sempre più compli-cata la diagnosi in campo e spesso comportano la necessità di ricorrere a test di laboratorio. Comunque, riuscire visivamente a riconoscere con precisione e con tempestività le varie avversità permetterà di meglio orientare le azioni agronomiche e colturali di tipo preventivo, nell’ottica di soddisfare concretamente i canoni della sostenibilità ambientale, economica e salutistica.

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PRESENTAZIONE

Il Dottor Michele Borgo, noto fitopatologo, è uno studioso attento e appassionato dei temi più disparati che riguardano la viticoltura. Nel corso della sua carriera ha condotto numerose ricerche di primo piano, pur mantenendo un contatto pressoché quotidiano con la realtà operativa. Partecipando con una certa frequenza a convegni specialistici, ho avuto spesso la possibilità di cogliere un atteggiamento di simpatia e di stima negli sguardi dei tecnici e degli operatori presenti nel momento in cui prendeva la parola il Dottor Borgo. Probabilmente, questi sentimenti traggono origine dalla disponibilità e dalla competenza che il Dottor Borgo ha manifestato nei confronti di quanti gli hanno chiesto consiglio. Grazie alla grande esperienza acquisita nella ricerca di base e applicata ai numerosi e fecondi contatti con ricercatori, tecnici e imprenditori italiani ed esteri ha accumulato un tesoro di conoscenze, che ora mette a disposizione di tutti. Quando il Dottor Borgo mi riferì dell’idea di pubblicare un manuale di riconoscimento delle avversità della vite e delle difficoltà connesse, cercai di incoraggiarlo data la penuria di questi strumenti per quanti si cimentano nel lavoro di consulente fitosanitario, per coloro che hanno costruito la propria professionalità in quest’ambito e per quanti, attirati dalle nuove opportunità offerte dalla Direttiva 128/2009 e dal Piano di Azione Nazionale, desiderano farlo nei prossimi tempi. In realtà, questo testo è molto più di un manuale. L’introduzione affascina gli appassionati di viticoltura e li invita ad addentrarsi nelle diverse sezioni con crescente curiosità. I lettori scopriranno immediatamente la possibilità di inquadrare la causa di una problematica grazie a preziose chiavi per il riconoscimento che riportano una descrizione dettagliata delle manifestazioni associate ad un’avversità e facilitano l’identificazione dell’agente causale. Il primo volume contiene descrizioni analitiche delle avversità, a partire dall’inquadramento sistematico e dalla biologia dell’agente causale della malattia o dei fitofagi coinvolti, ma l’aspetto più utile per il lettore riguarda la sintomatologia che viene analizzata nelle sue più diverse manifestazioni e spesso è posta a confronto con quella causata da altre avversità. L’analisi sintetica dei danni e delle conseguenti misure da adottare conclude le trattazioni.Dobbiamo essere grati al Dottor Borgo per quest’opera che potrà risultare di grande utilità per i ricercatori, i consulenti, gli imprenditori e gli studenti universitari impegnati nelle discipline delle Scienze agrarie. Ne saranno lieti soprattutto gli studenti più appassionati di Scienze e Tecnologie viticole ed enologiche, sempre alla ricerca di nuovi strumenti di conoscenza. Probabilmente, l’opera che oggi vede la luce potrà essere migliorata e aggiornata grazie all’impegno di questi giovani.

Prof. Carlo DusoOrdinario di Entomologia Agraria - Università degli Studi di Padova

Presidente del Corso di laurea in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche - Conegliano

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PRESENTAZIONE

La conoscenza, termine composto dalla particella latina cum più il vocabolo greco gnòsis, ad indicare “con cognizione”, è senza dubbio l’elemento cardine e punto obbligatorio di qualsiasi meta. La conoscenza, frutto di osservazione, studio, dedizione, resta il solo modo per porci nuovi traguardi in una via di continuo miglioramento. Ma la conoscenza per essere continuamente nutrita ha bisogno di una forte motivazione che deriva dalla passione, fatta anche di sacrificio. Questo testo parla allora innanzitutto di passione per il proprio lavoro e per la propria materia, parla di esperienza e didedizione. Grazie a queste pagine, sorrette da una lunga e instancabile passione, possiamo allora arricchire la nostra conoscenza, possiamo porci dei nuovi obiettivi perché più ricchi di sapere.Per noi viticoltori, gli obiettivi odierni si fanno sempre più definiti ed urgenti e tra questi senza dubbio un nuovo modo di affrontare il rapporto con il complesso mondo delle malattie della vite è tra le priorità. L’ambiente che ci circonda deve essere maggiormente tutelato; la coltivazione della vite si sta concentrando su alcune aree particolarmente vocate e su di esse gravano le obbligate azioni che il vigneto richiede. Attraverso la conoscenza, sarà però possibile agire con maggior razionalità e questo porterà ad una nuova alleanza tra attività viticola e ambiente. Non più azioni poco mirate e non tempestive, spesso frutto di scarso sapere, ma un agire guidato da una analisi più solida per una difesa meno aggressiva e più rispettosa anche del prodotto. Nel testo trovano spazio anche riferimenti agli aspetti nutrizionali e ai loro complessi rapporti con la fisiologia della pianta, il tutto per un equilibrio che interessa anche la suscettibilità o tolleranza alle avversità patologiche. Quello qui proposto è il lavoro di una carriera, sviluppato nelle diverse fasi annuali della vite e nei diversi stati di vita della pianta. Un lavoro accurato, preciso, portato avanti da un ricercatore dedito alla propria materia e sostenuto da una costante curiosità. Un panorama generale sull’argomento basato su osservazioni, esperienze e informazioni che l’Autore ci descrive in modo pratico e concreto per un uso immediato. Una analisi della complessità dei rapporti che esistono tra la vite e gli organismi che su di essa gravitano, ma anche degli effetti perturbatori che una non corretta gestione del vigneto può creare.La vite, il vigneto, il viticoltore, gli abitanti dei luoghi, in un rapporto che si fa sempre più stretto e delicato e che deve obbligatoriamente basarsi sulla conoscenza.

Dott. Diego TomasiCREA, Direttore Centro di Ricerca per la Viticoltura - Conegliano

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SOMMARIO

PARTE PRIMA

Prefazione 1 Avversità della vite e importanza della diagnosi visiva

1.1 Introduzione 1.2 Metodologia diagnostica1.3 Le più comuni avversità della vite1.4 Guide all’identificazione delle avversità biotiche ed abiotiche della vite1.5 Gli stadi fenologici della vite

2 Avversità biotiche2.1 Malattie da virus e virus-simili 2.1.1 Degenerazione infettiva o arricciamento 2.1.2 Accartocciamento fogliare 2.1.3 Complesso del legno riccio 2.1.4 Deperimento del Syrah 2.1.5 Disaffinità d’innesto 2.1.6 Maculatura infettiva 2.1.7 Necrosi delle nervature 2.1.8 Mosaico delle nervature 2.1.9 Malattia delle enazioni 2.1.10 Deperimento del Pinot grigio

2.2 Giallumi della vite causati da fitoplasmi •Flavescenzadorataelegnonero

2.3 Malattie causate da batteri: 2.3.1 Tumore batterico o rogna della vite 2.3.2 Mal nero o necrosi batterica 2.3.3 Malattia di Pierce

2.4 Malattie fungine 2.4.1 Peronospora (Plasmopara viticola) 2.4.2 Oidio (Erysiphe necator, Oïdium tuckeri) 2.4.3 Marciume nero dell’uva o black-rot (Guignardia bidwellii, Phyllosticta ampelina) 2.4.4 Muffa grigia (Botryotinia fuckeliana, Botrytis cinerea)

2.4.5 Marciumi secondari dell’uva: muffe, carie bianca 2.4.6 Escoriosi o necrosi corticale (Phomopsis viticola, Cryptosporella viticola) 2.4.7 Antracnosi (Elsinoë ampelina, Sphaceloma ampelinum) 2.4.8 Melanosi (Septoria ampelina)

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2.4.9 Rossore parassitario delle foglie o Rot brenner (Pseudopezicula tracheiphila, Phialophora tracheiphila) 2.4.10 Eutipiosi (Eutypa lata, Libertella blepharis) 2.4.11 Deperimenti associati alla sindrome del mal dell’esca 2.4.12 Verticilliosi (Verticillium spp.) 2.4.13 Piede nero (Ilyonectria Radicicola, Cylindrocarpon liriodendri) 2.4.14 Marciumi radicali (Armillaria mellea, Rosellinia necatrix 2.4.15 Pianto di sangue (Pionnotes cesatii)

2.5 Infestazioni e danni da acari, insetti e altri parassiti animali 2.5.1 Infestazioni da acari 2.5.1a Acari eriofidi •Acariosi(Calepitrimerus vitis) •Erinosi (Colomerus vitis) 2.5.1b Acari tetranichidi •Ragnorosso(Panonychus ulmi) •Ragnettogiallo (Eotetranychus carpini) 2.5.2 Infestazioni e danni provocati da insetti 2.5.2a Tripidi •Tripidecomunedellavite(Drepanothrips reuteri) •Tripideamericano(Frankliniella occidentalis) 2.5.2b Rincoti o Emitteri

b1 Cicaline ampelofaghe •Cicalineverdi(Empoasca vitis, Jacobiasca lybica) •Cicalinagialla(Zigina rhamni) •Cicalinabufalo(Stictocephala bisonia) •CicalinaamericanaoScafoideo

(Scaphoideus titanus) •Cissiide(Hyalesthes obsoletus) •Metcalfa(Metcalfa pruinosa) b2 Afidi della vite •Fillossera(Daktulosphaira vitifoliae) •Afidicomuni b3 Cocciniglie di interesse viticolo •Coccinigliefarinoseocotonose (Planococcus ficus, P. citri) •Eliococcodellavite(Heliococcus bohemicus) •Pulvinariedellavite(Pulvinaria vitis, N. innumerabilis) •Coccinigliadelcorniolo(Parthenolecanium corni) •Cocciniglianera(Targionia vitis) b4 Altri Rincoti di interesse viticolo •Miridi(Lygus spinolai) •Cimiceverde(Nezara viridula) 2.5.2c Cavallette (Barbitistes vicetinus) 2.5.2d Lepidotteri dannosi della vite •Letignoledell’uva

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•Tignola(Eupoecilia ambiguella) •Tignoletta(Lobesia botrana) •Eulia(Argirotaenia pulchelliana, A. Ljungiana) •PiralideoTortricedellavite(Sparganothis pilleriana) •Tignolarigatadellavite(Criptoblabes gnidiella) •Zigenadellavite (Theresimina ampelophaga) •Ifantriaobrucoamericano(Hyphantria cunea) •Nottuidi 2.5.2e Insetti fillominatori e galligeni •Lepidotteriminatorifogliari(Phyllocnistis vitegenella,

Holocacista rivillei, Antispila spp.) •Cecidomiadellavite(Janetiella oenophila) 2.5.2f Coleotteri e possibili danni su vite •BostricooApatedellavite(Sinoxylon spp.) •Oziorrinchi(Otiorhyncus spp.) •Sigaraio(Byctiscus betuale) •Anomaladellavite(Anonala vitis) •Scarabeidi:Maggiolinocomune(Melolontha melolontha) 2.5.2g Drosofile della vite •Drosophila melanogaster •Drosophila suzikii 2.5.3 Nematodi parassiti della vite

(Meloidogyne spp., Xiphinema spp.) 2.5.4 Danni occasionali provocati da organismi superiori •Infestazionidamolluschigasteropoditerrestri(Chioccioline) •Vertebratiinvigneto

3 Avversità causate da fattori abiotici 3.1 Alterazioni nutrizionali 3.1a Azoto 3.1b Fosforo 3.1c Potassio 3.1d Magnesio-carenza e disseccamento del rachide 3.1e Clorosi ferrica 3.1f Boro 3.1g Manganese 3.1h Zinco 3.2 Danni indotti da fattori ambientali e climatici 3.2.1 Avvizzimento delle bacche 3.2.2 Spaccature naturali degli acini 3.2.3 Deperimento su viti franche di piede 3.2.4 Danni fogliari da siccità estiva e salinità 3.2.5 Stress estivi su viti giovani 3.2.6 Danni da calore o colpo di sole sui grappoli 3.2.7 Disseccamento del legno in viti giovani 3.2.8 Deperimenti su viti giovani per ristagni idrici

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3.2.9 Danni da freddo •Geloinvernale •Freddoprimaverile 3.2.10 Danni da grandine 3.2.11 Danni da vento 3.2.12 Danni da fulmine 3.3 Danni accidentali per avverse condizioni ambientali 3.3.1 Inquinamento dell’aria •Dannidafluoro •Dannidaanidridesolforosa •Inquinamentigenericidafumi •Dannidacaloreperincendi 3.3.2 Danni da operazioni agronomiche •Feritedainterventidicimaturaalverdeedisfogliature •Ustionidaparaffine •Ustionidaconcimisuvitigiovani 3.4 Fitotossicità da agrofarmaci 3.4.1 Fitotossicità da fungicidi a Rame, zolfo e altri prodotti di origine naturale b Antiparassitari organici di sintesi 3.4.2 Fitotossicità da insetticidi 3.4.3 Fitotossicità da erbicidi a Danni da erbicidi sistemici •Glifosate •Erbicidiormonici b Erbicidi di contatto •Glufosinateammonio •Erbicididipiridilici c Danni da erbicidi ad azione residuale e di provenienza esterna

4 Bibliografia significativa

Appendice - Glossario dei principali termini tecnici usati

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PREFAZIONE DELL’AUTORE

La coltivazione della vite riveste notevole importanza economica in tutto il mondo; nei Paesi e nei territori a spiccata e storica vocazione vitivinicola rappresenta una specializzazione agronomica ed industriale tale da richiedere una attenta e particolare preparazione tecnica, che consenta di favorire il benessere della pianta e di contenere e/o evitare l’insorgenza di malattie pericolose e dannose. Il solo pensiero che la vite possa vantare una storia millenaria e che, da sempre, la sua coltivazione abbia accompagnato l’attività e il peregrinare dell’uo-mo, come abbondantemente annoverato in molti saggi, a partire da quelli biblici, ci mette di fronte ad una specie botanica di estrema importanza e che, nel corso dei millenni e dei secoli, è stata oggetto di molte attenzioni e cure da parte dei viticoltori e di geniali studiosi, poeti, pensatori e artisti.

Come tante altre culture addomesticate dall’uomo, la vite si è fatta carico di un ricco baga-glio di aspetti positivi, meglio valorizzati nella diversità e nelle peculiarità dei vitigni, dei loro biotipi e cloni. Di contro, si è fatta carico di numerose negatività, rappresentate prevalente-mente dalle ampelopatie che si sono progressivamente diffuse in tutto il mondo, prima con le migrazioni intercontinentali dei popoli e poi con i continui scambi commerciali, destinati principalmente a scopo di profillassi, come avvenuto con l’introduzione delle viti americane.

Eventi storici, condizioni ambientali, culturali ed agronomiche hanno portato a far emerge-re alcune avversità rispetto ad altre, ad eclissare o ad arginare malattie e ampelopatie un tempo considerate pericolose e dannose. Con il passare del tempo è sembrato di poter gerarchizzare le malattie secondo empirici criteri di pericolosità e di dannosità. Ciò non deve essere dato per scontato, perché le insidie dei patogeni e dei parassiti sono sempre pronte ad emergere ed aggravarsi con il verificarsi di particolari situazioni ambientali e di inattesi cambiamenti climatici. Per giunta, si sono accentuati molti malanni non parassitari, come i danni fitotossici dovuti allo scorretto impiego di prodotti chimici, siano essi destinati alla difesa antiparassitaria che alla nutrizione.

L’idea di realizzare una guida utile al riconoscimento delle più diffuse avversità parassitarie e delle principali fisiopatie deriva dalla necessità di agevolare il lavoro di quanti operano quotidianamente a contatto con la vite. Pur in presenza di altre opere di eccezionale valore nel settore fitopatologico della vite, nonché di opuscoli e di quaderni tecnici, redatti da va-rie Amministrazioni e da Enti pubblici, è sembrato opportuno raccogliere ed esaminare le malattie della vite e i danni che si possono riscontrare sulla pletora di vitigni, che vengono, più o meno intensivamente, coltivati in Italia. Alcune brevi note sulla biologia dei patogeni e dei fitofagi e l’esame delle principali avversità abiotiche potranno contribuire a direzionare in modo migliore e più mirato gli interventi di prevenzione, di contenimento delle fitopatie e di lotta antiparassitaria.

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Molte monografie descrivono i vitigni e sono corredate, come di dovere, da illustrazioni di viti e di loro organi privi di difetti; fare l’opposto non è cosa comune, anche in considera-zione che le varietà di vite si comportano in maniera spesso differente, sia in relazione alla loro suscettibilità o tolleranza alle fitopatie sia in rapporto alle condizioni colturali. Da qui è scaturita l’idea di concretizzare quanto osservato, diagnosticato e compreso in molti anni di attività di ricerca e sperimentazione svolta al Centro di ricerca per la viticoltura di Cone-gliano del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA-VIT). Inoltre, i controlli fitosanitari effettuati su un consistente numero di vitigni durante i lavori di selezione clonale, oppure sul patrimonio genetico di collezioni ampelografiche (uve da vino e da tavola, varietà portinnesto e ibridi), prevalentemente custoditi presso il CREA-VIT, han-no reso possibile l’acquisizione di importanti conoscenze sui problemi fitosanitari della vite. Ecco che, mettendo assieme le competenze di un fitopatologo e di un cultore e conoscitore delle varietà di vite, il dottor Giancarlo Moretti, è stato possibile costruire un originale atlante illustrativo delle malattie, con sintomi assai prossimi, su molteplici vitigni e che ora si ritiene opportuno condividere con i lettori anche per venire incontro a tante domande che sovente sorgono di fronte a casi fitopatologici di dubbia interpretazione.

L’auspicio è che questa guida, di fronte al ripetersi di molti errori diagnostici ed a un certo pressapochismo, favorito anche dalla minuta frammentazione dell’azienda viticola naziona-le, possa essere uno strumento di consultazione utile a valorizzare ulteriormente i principi della sostenibilità salutistica, ambientale ed economica di tutta la filiera vitivinicola. Ciò potrà rafforzare quanto già avviato a partire dalla seconda metà del XX secolo con l’applicazione di disciplinari regionali di produzione integrata, nel rispetto delle Direttive Comunitarie e delle normative nazionali, nonché dei principi generali e delle linee guida proposte dall’Organizza-zione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV).

Un ringraziamento agli amici e ai colleghi che hanno contribuito alla realizzazione del presen-te lavoro con la messa a disposizione di materiale fotografico, in particolare al dottor Moretti, per aver collaborato fornendo grande parte delle immagini che riprendono le viti sane, cosa poco ricorrente per chi insegue le malattie. Un grazie a quanti, attraverso la denuncia di casi fitopatologici e di malanni accorsi alle proprie vigne, hanno offerto l’occasione di studiare e fare esperienze sulla dinamica delle malattie e sui loro effetti in vigneto. Non per ultimo, un riconoscimento particolare al CREA-VIT di Conegliano, grazie al quale e alle sue collezioni ampelografiche, autentico laboratorio a cielo aperto e inestimabile strumento di conserva-zione e di valorizzazione della biodiversità del genere Vitis, è stato possibile acquisire quanto di meglio qui rappresentato e illustrato.

Michele Borgo

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2.1.1 Degenerazione infettiva o arricciamento: genere Nepovirus

La malattia, internazionalmente nota come Fanleaf degeneration o Court-noué, include un complesso virale causato da più agenti patogeni, in grado di provocare importanti modificazioni morfologiche a livello di tralci, viticci, grappoli e foglie, sulle quali posso-no comparire vistose alterazioni cromatiche (Foto 1, 2). Due sono le entità virali princi-palmente coinvolte nella sindrome virale, ap-partenenti al genere Nepovirus (acronimo di NE - nematodi, PO - forma poliedrica, Virus): Grapevine fanleaf virus (GFLV), responsabile dell’arricciamento o degenerazione infettiva, e il virus del mosaico dell’Arabis (ArMV), la cui presenza nei materiali viticoli testati risulta molto contenuta. Il complesso virale risulta presente, seppure con diversi livelli di inciden-za, in tutti gli areali viticoli; in particolare, è più frequente nei vecchi vigneti e nei casi in cui la coltivazione della vite viene perpetuata su-gli stessi terreni. In simili condizioni, i giovani impianti, allorché non sottoposti a preventivi interventi di profilassi, che prevedono la com-pleta eliminazione delle ceppaie e delle radici delle vecchie viti e un adeguato periodo di ri-poso del terreno, possono presentare, dopo poco tempo, sintomi di malformazioni e di giallumi infettivi, che inizialmente si presenta-no a chiazze e che poi tendono a diffondersi in modo progressivo. In vigneto i Nepovirus sono trasmessi dai nematodi, parassiti terri-coli che vivono a contatto con le radici sia della vite che di altre specie (es. salice, fico, gelso). Rilevante importanza viene data alle specie Xiphinema index, X. Italiae, X. diver-sicaudatum, in presenza dei quali le virosi, in particolare GFLV, si diffondono assai rapidamente, causando effetti progressivamente deleteri sulle produzioni e sulla longevità delle viti. La loro presenza comporta ulteriori rischi fitosanitari sugli attigui vigneti, a causa del possibile trasporto di terreno infestato da nematodi tramite le macchine e gli attrezzi per la lavorazione del suolo.L’impatto negativo della degenerazione infettiva dipende, oltreché dalla incidenza di viti am-

1 - Vecchi impianti di Garganega con presenza di viti isolate col-pite da giallumi infettivi

2 - Sequenza di viti, allevate ad alberello, colpite da deperimenti e giallumi per degenerazione infettiva

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malate, dalla suscettibilità varietale: molti viti-gni estrinsecano i sintomi della virosi in ma-niera evidente e chiara rispetto ad altri, che si dimostrano invece più tolleranti, in quanto meno inclini a manifestare i sintomi di giallume e/o di deperimento. Per esempio, oltre al por-tinnesto Vitis rupestris, vitigno molto sensibili alla virosi, al punto da essere universalmente considerato come pianta indicatrice per il de-celamento della malattia nei saggi biologici, molte varietà di V. vinifera, anche internazio-nali (es. Chardonnay), estrinsecano in ma-niera evidente i tipici sintomi virali (Foto 3, 4).

Sintomi e caratterizzazione delle malattieIl complesso virale comprende tre forme di malattia:

Malformazioni infettive: costituiscono la forma più caratteristica e classica del complesso virale. I sintomi si manifestano precocemente a carico delle foglie, dei tralci, delle infiorescenze e dei grappoli. Le foglie presentano asimmetria del lembo, maggiore consistenza della lamina, margini con denti molto accentuati ed irregolari, seni peziolari aperti. In molti casi le nervature principali risultano ispessite e ravvicinate tra loro in modo da indurre sulle foglie tipiche forme a ventaglio con aspetto prezzemolato; le nervature secondarie possono scolorare e diventare clorotiche. Inoltre, le deformazioni fogliari sono spesso accompagnate da macchie di colore verde-giallastro con contorni sfumati, prevalentemente concentrate sulle foglie basali e me-diane (Foto 5, 6). I tralci possono presentare accrescimento a zig-zag, internodi di irregolare lunghezza, nodi doppi, proliferazione di molte gemme sullo stesso nodo (testa di salice), ap-piattimento dei meritalli con fasciazioni, forcelle e spostamento dei viticci (Foto 7, 8, 9).Le infiorescenze ed i grappoli sono spesso deformati, presentando biforcazioni sulla punta del rachide; seguono inoltre anomalie con colatura fiorali, acinellatura e irregolare maturazio-

4 - Sintomi fogliari di degenerazione infettiva su Garganega (sinistra) e su Gaglioppo (destra)

3 - Sintomi di degenerazione infettiva su vite indicatrice Rupe-stris du Lot (sinistra) e molto pronunciati su foglia di Chardonnay (destra)

Page 14: AVVERSITÀ DELLA VITE - sito.entecra.itsito.entecra.it/.../public/documenti/libro_avversita_della_vite_1.pdf · 1 Avversità della vite e importanza della diagnosi visiva 1.1 Introduzione

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6 - Malformazioni infettive su foglie di vitigni a bacca bianca e giallumi fogliari di tipo sfumato (destra)

5 - Foglie con deformazioni da arricciamento su vitigno a bacca rossa

7 - Sintomi di degenerazione infettiva con fasciascioni, nodi dop-pi e testa di salice in prossimità di un nodo

8 - Biforcazione del tralcio, internodi irregolari, viticcio trasforma-to in femminella (sinistra); fasciazioni con appiattimento dei meritalli, biforcazioni, nodi doppi, anomala proliferazione di gemme (destra)