AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE Thai | Laos | Cambogia · gla e le terre agricole coprono la...

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ROMA - BANGKOK 16/01 – 21/12 Per me il viaggio è iniziato i l 16; ho incontrato Gianpao- lo a Fiumicino ed insieme siamo partiti alla volta di Bang- kok. Il nostro incarico era seguire le operazioni di impor- tazione delle moto in Tailandia e di fare in modo che tut- to fosse pronto all’arrivo del gruppo. Appena arrivati ci siamo diretti alla GULF AGENCY dove ho consegnato il Carnet ATA e la necessaria documenta- zione e poi abbiamo cercato un albergo adatto alle nostre esigenze. I giorni successivi li abbiamo trascorsi tra gli uffici della Gulf in aeroporto, e la città di Bangkok che ci ha accolto con il suo splendido palazzo reale, i suoi canali, i suoi mer- cati, i suoi centri massaggi ed i suoi locali a luci rosse. Tutto è andato per il meglio;miss Panee ci ha assicurato che le moto sarebbero state pronte il giorno 21 in coin- cidenza con l’arrivo del gruppo è così è stato! I nostri compagni di viaggi hanno avuto appena il tempo di arrivare in albergo e subito dopo,presi un paio di taxi so- no venuti in aeroporto dove abbiamo potuto ritirare le mo- to, attaccare le batterie, gonfiare le gomme fare un po’ di rifornimento e rientrare in hotel per gli ultimi preparativi.... Domani si parte, con un giorno di anticipo sul program- ma; abbiamo già contrattato un Minivan che ci accompa- gnerà fino a Chiang Khong al confine con il Laos. PHITSANULOK – CHIANG MAI 23/12 Km. 370 Visto che siamo partiti con un giorno di anticipo sul pre- visto, abbiamo deciso di spezzare la seconda tappa, e con una piccola deviazione ci dirigiamo verso Chiang Mai. La strada inizia a cambiare così come il paesaggio; si intrave- dono delle alture che oltrepassiamo con leggeri saliscen- di e qualche curva. La nostra meta ci accoglie con il traf- fico, i colori ed i rumori di una fiorente città moderna e cosmopolita che riesce ancora a conservare intatto tutto il suo fascino fatto di mura di cinta, canali, mercati notturni e dei tantissimo templi. CHIANG MAI – HOUAY XAI ( Laos) 24/12 Km. 343 La strada che ci porta verso Chiang Rai attraversa una del- le zone più rurali della Tailandia dove ancora oggi la giun- gla e le terre agricole coprono la maggior parte del suo territorio. Le zone montuose, dove molte colture non sa- rebbero sopravissute, avevano dato spazio alle piantagio- ni di papavero,che veniva usato per produrre l’oppio e fi- no a tempi recenti era la prima fonte di introito per Chiang Rai oltre al turismo; questa è la zona che fino a qualche tempo fa era ancora considerata parte del famoso “Trian- golo d’Oro” Arriviamo nei pressi della città ad ora di pran- zo dopo aver attraversato una campagna ricca di vallate e visto che abbiamo tempo ci dirigiamo verso Chiang Khong intenzionati ad entrare oggi stesso in Laos. Grazie al no- stro Carnet Ata le formalità di uscita dalla Tailandia ven- gono sbrigate in pochi minuti e così, dopo aver salutato il nostro autista e caricate moto e bagagli su un piccolo tra- ghetto, sbarchiamo in Laos. Gli uffici della dogana sono chiusi e così andiamo all’immigrazione dove ci rilasciano il visto; troviamo una simpatica Guest House e poi a cena in un tipico locale dove ci servono il cibo crudo che tocca a noi cuocere sulla brace sistemata in mezzo ai tavoli. HOUAY XAI – LUANG NAM THA 25/12 Km. 192 La nostra guida vietnamita, che ci accompagnerà per buo- na parte del raid, si fa attendere. Noi, intanto, andiamo in dogana dove, sbrigate in mezz’ora le formalità, ci viene ri- lasciata una targa plastificata da applicare ai nostri mezzi. Alle 11 arriva Dat, la guida, con un camioncino che ci fa- rà da mezzo di appoggio e con la sua moto: un Suzuki 125!! Vista l’ora ci muoviamo rapidi lungo una strada assoluta- mente priva di traffico: attraversiamo foresta che scom- pare, sparuti villaggi abitati da oscure minoranze etniche, incontriamo contadini alle prese con i lavori agricoli e de- cine e decine di bambini che salutano gioiosi il nostro pas- saggio. Ci fermiamo in un posto sperduto dove riusciamo a mangiare solo qualche frittata e poi di nuovo in sella ver- so Louang Nam Tha dove, arrivati all’imbrunire, ci facciamo ac- cogliere dalla sua gente cordiale e pronta al saluto. LUANG NAM THA – PAK- BENG 26/12 Km. 278 La strada che ci conduce a Pakbeng è bella e scorrevo- le; attraversiamo piccoli vil- laggi dove la vita scorre len- ta e tranquilla e alle 16 rag- giungiamo la nostra meta.Pak- beng è un villaggio sonnolento che si anima solo dopo le cin- que di pomeriggio quando ap- prodano i battelli provenienti da Luang Prabang o da Houay Xai con il loro carico di va- riopinti viaggiatori,per lo piu' nord europei,arrivati in Laos alla ricerca di avventura, o semplicemente di relax. Ci si- stemiamo in una nuovissima Gest House con vista sul Me- kong e scendiamo al porticciolo a contrattare una slow- boat che, dopo aver risalito il fiume, ci dovrà portare l’in- domani sulla pista Muong Ngeun / Xayabouri. Per la cena Renato “er cicogna” ha prenotato un simpatico ristoran- tino “vista fiume”...ma nella notte il Mekong scompare nel- le tenebre. PAKBENG – XAYABOURI 27/12 Km. 137 (off road) L’appuntamento con il nostro barcaiolo è per le 8.00;sa- lutiamo l’autista della camionetta che ci ha accompagna- to fin qui e su una passerella improvvisata ed a forza di braccia carichiamo le moto.Iniziamo la navigazione sul Me- kong, letteralmente "madre di tutte le acque”, sulla nostra slow-boat, una chiatta lunga e lenta, tutta per noi. Dal pon- te della barca possiamo osservare l’inestricabile foresta monsonica arrampicarsi su picchi scoscesi e ripidi, i diffe- renti tipi di piantagioni, di cui riconosciamo solo quelle di banane, uomini impegnati nel lavoro e bambini sguazzare in acqua, canoe usate come traghetti per spostarsi da una riva all’altra o da villaggio a villaggio, imbarcazioni che tra- sportano merci.Dopo un’ora e mezza di navigazione sbar- chiamo le nostre moto tra la curiosità della gente del po- sto, prendiamo un’altra camionetta e ci mettiamo in cam- mino. La pista si addentra nella giungla con una serie con- tinua di saliscendi e di curve. La guida diventa impegnati- va per il fondo sconnesso e polveroso, ma il verde inten- so che ci circonda spezzato dal rosso della pista ci ripaga da ogni fatica. Dopo il frugale pasto consumato in una lo- cale “trattoria” vengo raggiunto da Gianni che mi avvisa che Vittorio Platino è caduto procurandosi, probabil- mente, una frattura alla gamba. Ritorno subito indietro e 43 Thai | Laos | Cambogia Motoclub Avventure 20 dic 2007 – 13 GEN 2008 AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE Testo e foto di Alessandro De Longis Sosta a Hou X Luang

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ROMA - BANGKOK 16/01 – 21/12Per me il viaggio è iniziato i l 16; ho incontrato Gianpao-lo a Fiumicino ed insieme siamo partiti alla volta di Bang-kok. Il nostro incarico era seguire le operazioni di impor-tazione delle moto in Tailandia e di fare in modo che tut-to fosse pronto all’arrivo del gruppo.Appena arrivati ci siamo diretti alla GULF AGENCY doveho consegnato il Carnet ATA e la necessaria documenta-zione e poi abbiamo cercato un albergo adatto alle nostreesigenze.I giorni successivi li abbiamo trascorsi tra gli uffici dellaGulf in aeroporto, e la città di Bangkok che ci ha accoltocon il suo splendido palazzo reale, i suoi canali, i suoi mer-cati, i suoi centri massaggi ed i suoi locali a luci rosse.Tutto è andato per il meglio; miss Panee ci ha assicuratoche le moto sarebbero state pronte il giorno 21 in coin-cidenza con l’arrivo del gruppo è così è stato!I nostri compagni di viaggi hanno avuto appena il tempo diarrivare in albergo e subito dopo, presi un paio di taxi so-no venuti in aeroporto dove abbiamo potuto ritirare le mo-to, attaccare le batterie, gonfiare le gomme fare un po’ dirifornimento e rientrare in hotel per gli ultimi preparativi....Domani si parte, con un giorno di anticipo sul program-ma; abbiamo già contrattato un Minivan che ci accompa-gnerà fino a Chiang Khong al confine con il Laos.

PHITSANULOK – CHIANG MAI 23/12 Km. 370Visto che siamo partiti con un giorno di anticipo sul pre-visto, abbiamo deciso di spezzare la seconda tappa, e conuna piccola deviazione ci dirigiamo verso Chiang Mai. Lastrada inizia a cambiare così come il paesaggio; si intrave-dono delle alture che oltrepassiamo con leggeri saliscen-di e qualche curva. La nostra meta ci accoglie con il traf-fico, i colori ed i rumori di una fiorente città moderna ecosmopolita che riesce ancora a conservare intatto tuttoil suo fascino fatto di mura di cinta,canali,mercati notturnie dei tantissimo templi.

CHIANG MAI – HOUAY XAI ( Laos) 24/12 Km. 343La strada che ci porta verso Chiang Rai attraversa una del-le zone più rurali della Tailandia dove ancora oggi la giun-gla e le terre agricole coprono la maggior parte del suoterritorio. Le zone montuose, dove molte colture non sa-rebbero sopravissute, avevano dato spazio alle piantagio-ni di papavero, che veniva usato per produrre l’oppio e fi-no a tempi recenti era la prima fonte di introito per ChiangRai oltre al turismo; questa è la zona che fino a qualchetempo fa era ancora considerata parte del famoso “Trian-golo d’Oro” Arriviamo nei pressi della città ad ora di pran-zo dopo aver attraversato una campagna ricca di vallate evisto che abbiamo tempo ci dirigiamo verso Chiang Khongintenzionati ad entrare oggi stesso in Laos. Grazie al no-stro Carnet Ata le formalità di uscita dalla Tailandia ven-gono sbrigate in pochi minuti e così, dopo aver salutato ilnostro autista e caricate moto e bagagli su un piccolo tra-ghetto, sbarchiamo in Laos. Gli uffici della dogana sonochiusi e così andiamo all’immigrazione dove ci rilasciano ilvisto; troviamo una simpatica Guest House e poi a cena inun tipico locale dove ci servono il cibo crudo che tocca anoi cuocere sulla brace sistemata in mezzo ai tavoli.

HOUAY XAI – LUANG NAM THA 25/12 Km. 192La nostra guida vietnamita, che ci accompagnerà per buo-na parte del raid, si fa attendere. Noi, intanto, andiamo indogana dove, sbrigate in mezz’ora le formalità, ci viene ri-lasciata una targa plastificata da applicare ai nostri mezzi.Alle 11 arriva Dat, la guida, con un camioncino che ci fa-rà da mezzo di appoggio e con la sua moto:un Suzuki 125!!Vista l’ora ci muoviamo rapidi lungo una strada assoluta-mente priva di traffico: attraversiamo foresta che scom-pare, sparuti villaggi abitati da oscure minoranze etniche,incontriamo contadini alle prese con i lavori agricoli e de-cine e decine di bambini che salutano gioiosi il nostro pas-saggio. Ci fermiamo in un posto sperduto dove riusciamoa mangiare solo qualche frittata e poi di nuovo in sella ver-

so Louang Nam Tha dove, arrivatiall’imbrunire, ci facciamo ac-

cogliere dalla sua gentecordiale e pronta al saluto.

LUANG NAM THA – PAK-BENG 26/12 Km. 278La strada che ci conduce aPakbeng è bella e scorrevo-le; attraversiamo piccoli vil-laggi dove la vita scorre len-

ta e tranquilla e alle 16 rag-giungiamo la nostra meta.Pak-beng è un villaggio sonnolento

che si anima solo dopo le cin-que di pomeriggio quando ap-

prodano i battelli provenienti daLuang Prabang o da Houay Xai con il loro carico di va-riopinti viaggiatori,per lo piu' nord europei,arrivati in Laosalla ricerca di avventura, o semplicemente di relax. Ci si-stemiamo in una nuovissima Gest House con vista sul Me-kong e scendiamo al porticciolo a contrattare una slow-boat che, dopo aver risalito il fiume, ci dovrà portare l’in-domani sulla pista Muong Ngeun / Xayabouri. Per la cenaRenato “er cicogna” ha prenotato un simpatico ristoran-tino “vista fiume”...ma nella notte il Mekong scompare nel-le tenebre.

PAKBENG – XAYABOURI 27/12 Km. 137 (off road)L’appuntamento con il nostro barcaiolo è per le 8.00; sa-lutiamo l’autista della camionetta che ci ha accompagna-to fin qui e su una passerella improvvisata ed a forza dibraccia carichiamo le moto.Iniziamo la navigazione sul Me-kong, letteralmente "madre di tutte le acque”, sulla nostraslow-boat,una chiatta lunga e lenta, tutta per noi.Dal pon-te della barca possiamo osservare l’inestricabile forestamonsonica arrampicarsi su picchi scoscesi e ripidi, i diffe-renti tipi di piantagioni, di cui riconosciamo solo quelle dibanane, uomini impegnati nel lavoro e bambini sguazzarein acqua, canoe usate come traghetti per spostarsi da unariva all’altra o da villaggio a villaggio, imbarcazioni che tra-sportano merci.Dopo un’ora e mezza di navigazione sbar-chiamo le nostre moto tra la curiosità della gente del po-sto, prendiamo un’altra camionetta e ci mettiamo in cam-mino. La pista si addentra nella giungla con una serie con-tinua di saliscendi e di curve. La guida diventa impegnati-va per il fondo sconnesso e polveroso, ma il verde inten-so che ci circonda spezzato dal rosso della pista ci ripagada ogni fatica. Dopo il frugale pasto consumato in una lo-cale “trattoria” vengo raggiunto da Gianni che mi avvisache Vittorio Platino è caduto procurandosi, probabil-mente, una frattura alla gamba. Ritorno subito indietro e

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Thai | Laos | Cambogia

Motoclub Avventure20 dic 2007 – 13 GEN 2008

AVVENTURE NEL MONDO • AVVENTURE

Testo e fotodi Alessandro De Longis

Sosta a Hou X Luang

(03-89) Articoli+Tac 11-09-2008 9:55 Pagina 43

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raggiungo lo sfortunato compagno di viaggio; la gamba èrotta. Carichiamo la moto sulla camionetta, fermiamo unpick-up di passaggio dove facciamo salire l’infortunato ePrimo, che gli sorregge la gamba, e via verso Xayabouridove, abbiamo saputo, c’è un ospedale. Arriviamo al vil-laggio all’imbrunire; distribuendo qualche mancia riuscia-mo a fare una radiografia che conferma i nostri sospetti:frattura di tibia e perone.Vittorio in quella specie di ospe-dale non può rimanere.Telefoniamo ad Europe Assistan-ce e concordiamo sulla necessità di trasportarlo a LuangPrabang, così lo portiamo nel nostro hotel e prendiamoun’ ambulanza per il giorno dopo.

XAYABOURI – LUANG PHRABANG28/12 K. 138 (km. 96 off road)

L’ambulanza viene a prendere Vittorio alle 9.30; con lui sa-le Primo e partiamo in direzione di Luang Phrabang. Og-gi la pista scorre veloce forse anche perchè ci preme por-tare Vittorio quanto prima possibile in un vero ospedale.Alle 14 siamo nell’antica capitale del Laos. Ci hanno assi-curato che l’ospedale cinese è il migliore e così ci indiriz-ziamo verso questa struttura che ci appare nuova ed inbuone condizioni. Non senza difficoltà riusciamo a far ri-coverare l’infortunato ed a ricevere l’assistenza di un me-dico. Dopo aver aggiornato Europe Assistance visto chenell’ospedale oltre all’assistenza medica non esiste nulla,ci organizziamo ed a turno porteremo da mangiare a Vit-torio e gli daremo una mano per tutto quello che lui, im-mobilizzato in un letto, non può fare. La sera ci disperdia-mo nelle strade della città tra massaggi e night Market.

LUANG PHRABANG 29/12Luang Phrabang: una città regolata dal suono dei gong deitempli buddisti e dallo scorrere rapido e quieto dei fiumiche l’attraversano. Sorta alla confluenza del fiume NamKhane con il Mekong e circondata da colline lussureg-gianti, questa città, dichiarata dall’ Unesco Patrimoniomondiale dell’Umanità , ci cattura con la sua quiete, i suoitempli e gli sguardi dei suoi abitanti, sereni e gentili, capa-ci di comunicare con il sorriso anche quando non vi è al-cun modo di comprendersi a parole. Ci dividiamo e a pic-coli gruppi saliamo sul monte Phousi con i suoi Wat PaHouak, That Wat Chomsi e Wat Tham Phousi. Scesi dallacollina visitiamo l’ex Palazzo reale ed il suo museo e poiancora alcuni degli altri numerosi monumenti che hanno

reso famosa nel mondo questa che fu la capitale del re-gno del “milione di elefanti”. Intanto Vittorio in ospedaleviene, a turno, amorevolmente curato dai suoi compagnidi viaggi. Europe assistance ci ha confermato l’arrivo diuna dottoressa dall’ Italia che curerà il suo viaggio di ri-torno previsto per il primo di gennaio; noi l’indomani do-vremmo riprendere il nostro viaggio,ma Vittorio non puòrimanere solo. Roberto e Renato decidono di restare; ciraggiungeranno non appena arriverà la dottoressa.

LUANG PHRABANG – VIENG THONG30/12 Km. 277 (off Road)

Le notizie raccolte da Dat, la nostra guida, sulla pista dioggi ci inducono a mandare la camionetta di appoggio aVieng Thong via asfalto; così caricati sulle moto un po’ diattrezzi e qualche camera d’aria di scorta salutiamo Pri-mo che viaggia in auto e imbocchiamo lo sterrato. La pi-sta è veramente stupenda: corre sul crinale delle collinetra il verde della giungla e l’azzurro terso del cielo. Co-minciamo a salire e la temperatura diventa più gradevole.Attraversiamo villaggi dove decine e decine di bambini ac-corrono al nostro passaggio sorridendo e salutando. Po-co prima di mezzogiorno ci fermiamo in un locale “tipico”per il pranzo; hanno solo un po’ di lardo di maiale arro-stito che consumiamo avidamente e poi di nuovo lungo icrinali di queste colline tra villaggi e bambini fino alla no-stra meta dove arriviamo appagati da questa giornata fan-tastica.Ci sistemiamo in due piccole Guest House e aspet-tiamo il nostro mezzo di appoggio e Primo che arrivanoquando oramai è già buio.

VIENG THONG – PHONSOVAN 31/12 Km. 215Riprendiamo il nostro cammino e, lasciata la pista, ci infi-liamo tra le colline circondati da rilievi montagnosi. Inizia-mo a salire fino a raggiungere i 1.600 m. di altitudine; fafreddo, nubi basse ci avvolgono e in alcuni tratti la visibili-tà si riduce a pochi metri. Procediamo lenti e con moltaattenzione.Andiamo avanti così per un bel pezzo rabbri-videndo per il freddo bagnati dall’umidità che ci circonda.Dopo la sosta per il pranzo arriviamo a Chonthong e, la-sciata la nebbia,corriamo veloci fino a Phonsovan nota perla celebre Piana delle Giare. In hotel veniamo raggiunti daRenato e Roberto che ,dopo aver affidato Vittorio alle cu-re della dottoressa di Europe Assistance, hanno potutoraggiungerci lungo la strada asfaltata che da Luang Phra-bang attraverso Muang Phu Khun arriva fino a qui.

PHONSOVAN – PAKXAN01/01 Km. 235 (off road)

Nel programma originario da Phonsovan, via asfalto,avremmo dovuto raggiungere Vientiane,ma una strada ap-pena segnata sulle cartine e che collega questa cittadina aPakxan ci ha incuriositi e così, sentiti un po’ di gente delluogo, decidiamo di tentare questa deviazione. Una breve

visita alla piana disseminata da imponenti e misteriosi or-ci di pietra e via verso questa nuova avventura. Bastanopochi km per poterci rendere conto che mai decisione èstata più felice.Questa pista,a detta di tutti noi,vale il viag-gio. Il paesaggio che attraversiamo è bellissimo; corriamoin mezzo alla giungla salendo e scendendo tra colline lus-sureggianti, attraverso guadi e villaggi, impegnati nella gui-da ma ripagati da tutto quello che ci circonda e dalle emo-zioni che questi posti riescono a suscitare.La gente ci guar-da incuriosita e i bambini ci corrono incontro. Per loro ilnostro passaggio è motivo di curiosità e di festa; non sa-rà possibile dimenticare i loro sorrisi ed i loro occhi pie-ni di stupore e di gioia. Nel primo pomeriggio, dopo l’en-nesimo guado nell’ennesimo minuscolo villaggio, l’auto diappoggio si ferma per un guasto.Bastano pochi minuti perrenderci conto che la camionetta ci ha lasciato: cedimen-to della catena di distribuzione con conseguente rotturadi due, tre valvole. Sono le 15.30 e abbiamo davanti alme-no altre tre ore di strada.La decisione è presto presa:Date Primo rimangono lì cercando di recuperare un altromezzo, noi motociclisti correremo veloci fino a Pakxanprima che ci sorprenda il buio. Gli ultimi Km di pista so-no belli quanti impegnativi e ci vedono arrivare alla nostrameta all’imbrunire.Appena entrati nel villaggio la moto diDonato si ferma; è notte ormai, e a spinta la portiamo fi-no all’hotel. Se ne parlerà domani.

PAKXAN – THAKHEK 02/01 Km. 211Dei nostri compagni di viaggio lasciati la sera prima anco-ra nessuna notizia. Gianpaolo e Gianni smontano la motodi Donato: mancanza di olio, grippaggio dell’albero a cam-me e sfasatura dell’apertura e chiusura delle valvole.Tral’incredulità di noi altri in due ore con una rettifica a mez-zo coltello sardo e regolazione ad occhio dell’apertura echiusura delle valvole la moto di Donato è pronta per con-tinuare il suo viaggio!!! Intanto arrivano Dat e Primo conuna nuova camionetta recuperata nel villaggio dove ave-vamo abbandonato i nostri amici; siamo pronti per conti-nuare l’avventura. Qualche km e il Suzuki di Dat si ferma:è irrimediabilmente rotto,ha grippato l’albero motore.Ca-richiamo la Suzuki sulla camionetta, tiriamo giu’ quella diVittorio, che prendo io, cedo la mia a Dat e si riparte. L’a-sfalto scorre veloce sotto le nostre ruote; costeggiamoper lunghi tratti il Mekong attraversando piccoli villaggi erisaie fino a Thakhek.Troviamo una Guest House sulla ri-va del Mekong; sulla riva opposta brillano le luci della Tai-landia.

THAKHEK – PAKXE 03/01 Km. 353Lunga tappa di trasferimento; la strada corre in un pae-saggio piatto e monotono intervallato qua e là da piccolivillaggi di contadini. Ci muoviamo lontano dal grande fiu-me fino a Pakxe dove, dopo aver riparato un bucatura diGiovanni ci fermiamo per la notte.

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Pakxan Thakh

Phons Pakxan

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PAKXE - MUANG KHONG04/01 Km. 258 (Km. 50 off road)

Non abbiamo voglia di fare nuovamente una lunga tappasu asfalto e così decidiamo per una variazione: andremo avisitare Wat Phou.Appena usciti dalla città attraversiamoil ponte sul Mekong e imbocchiamo la strada in direzionedel valico di frontiera di Chong Mek; poi, arrivati a Phon-thong prendiamo la pista che in una cinquantina di km ciporta a Champassak e da lì dopo un paio di km entriamoa Wat Phou. E’ questo uno dei siti archeologici piu’ im-portanti del Laos in quanto considerato la vera culla del-la cultura Khmer ancor prima di Angkor. Le rovine che sipossono vedere oggi sono davvero impressionanti anchese in cattivo stato di conservazione. Finita la visita con unpiccolo traghetto riattraversiamo il grande fiume e ci di-rigiamo verso l'isola di Don Khong, la maggiore delle iso-le che compongono l'arcipelago di Siphan Don conosciu-to come le "4.000 isole". Qui infatti, durante la stagionesecca, le acque del Mekong si ritirano lasciando appariremigliaia di isolette ricche di vegetazione. Siamo sull’isola,a Muang Khong,nelle prime ore del pomeriggio e così,do-po aver preso una accogliente Guest House, ci dividiamoed in piccoli gruppi ci dedichiamo alla scoperta di questaoasi naturale, osservando i pescatori all'opera.

MUANG KHONG 05/01Abbiamo un giorno di anticipo e l’appuntamento con l’au-to cambogiana alla frontiera è solo per domani. Prendia-mo una barca e spendiamo questo giorno visitando le iso-le di Don Det e Don Kon. Qui scendiamo e a piedi an-diamo a vedere la cascata che forma il Mekong in questopunto e poi, prese delle piccole imbarcazioni attraversoun viaggio suggestivo lungo il fiume arriviamo ai confinidella Cambogia dove possiamo avvistare i delfini Irra-waddy. Rientriamo alla nostra guest House al tramontotra bimbi che giocano in acqua e mamme intente nel bu-cato.

MUANG KHONG – KRATIE (Cambogia)06/01 – Km. 260

Trenta km e siamo alla frontiera del Laos; pochi minuti esiamo fuori. Poi 20 km di sterrato ed entriamo in Cam-bogia,prendiamo subito i visti,ma perdiamo un po’ di tem-po a far capire all’ufficiale della dogana il funzionamentodel Carnet. La nostra guida cambogiana con un Minivan ciaspetta. Carichiamo i bagagli e la moto di Vittorio e ci di-rigiamo velocemente verso Kratie.Arriviamo alla nostrameta nel primo pomeriggio giusto in tempo per render-mi conto che ho completamente macinato i cuscinetti del-

la mia ruota posteriore.Nessuna paura:Gianpaolo e Gian-ni si mettono all’opera e, dopo aver smontato tutto e re-cuperato in una piccola officina per motocicli due nuovicuscinetti, la mia moto è pronta per portare a termine ilviaggio.

KRATIE – SIEM REAP 07/01 Km.408 (km 160 off road)Anche oggi abbiamo optato per una variazione al pro-gramma: faremo una pista lungo il Mekong fino a KampongCham dove rincontreremo il Minivan che nel frattempofarà la strada asfaltata. Presi gli accordi e concordato l’ap-puntamento partiamo.Anche questa scelta si dimostra fe-lice: la pista è decisamente bella ed a tratti davvero impe-gnativa. Segue il Mekong e ci dà l’opportunità di attra-versare una umanità varia e colorata intenta nelle sue at-tività quotidiane. Qualche breve sosta per raggrupparcimentre veniamo attorniati da decine di bambini dappri-ma intimoriti e poi festanti.Quando siamo quasi arrivati aKampong, in uno dei pochissimi tratti con fango, Giovan-ni perde il controllo della sua moto e cade rovinosamen-te. Gli prestiamo i primi soccorsi; ha un taglio sul soprac-ciglio e gli duole la gamba. Lo medichiamo alla meno peg-gio e riprendiamo il viaggio; da qui a Siem Reap è tuttoasfalto e Giovanni sembra potercela fare.All’imbrunire sia-mo alla nostra meta; mentre il gruppo si sistema in alber-go accompagno Giovanni all’ospedale vietnamita dove glimettono 7 punti al sopracciglio e, con il conforto di unaradiografia, gli viene diagnosticata la frattura del malleolo.Mi metto in contatto con Europe Assistance e, visto cheè tardi, rimandiamo ogni decisione all’indomani.

SIEM REAP (ANGKOR) 08/01Il gruppo si dedica alla visita delle famose rovine di Ang-kor ed io alle rovine meno famose di Giovanni.Andiamonel migliore ospedale di Siem Reap dove, dietro congruopagamento, viene sottoposto ad accurata visita; gli immo-bilizzano la gamba e ci forniscono anche le stampelle.ConEurope Assistance abbiamo concordato che Giovanni ver-rà con noi fino a Bangkok da dove, poi, potrà essere piùfacilmente rimpatriato. Ci ritroviamo tutti la sera a cenaquando i miei compagni di viaggio mi raccontano della dis-avventura loro capitata in quel di Angkor. Una volta en-trati nel sito con le moto senza che nessuno li avesse inqualche modo avvertiti, sono stati fermati dalla polizia tu-ristica.Trattenuti per piu’ di un’ora perchè è vietato ai tu-risti non solo entrare nel sito archeologico, ma addirittu-ra circolare con la moto in tutta la regione, sono stati ri-lasciati solo dopo aver lasciato le impronti digitali e fir-mato una dichiarazione nella quale promettevano di nonusare la moto in città!!

SIEM REAP – KABIMBURI (Tailandia) 09/01 Km. 266 (km 120 off road)

Un camioncino ci accompagnerà fino alla frontiera. Ab-biamo caricato i bagagli e la moto di Vittorio e così oratocca a Primo. Indossato casco e giubba è pronto a por-tare la moto di Giovanni fino a Bangkok. I primi 120 kmsono un inferno, non c’è nulla di peggio di una pista diffi-cile che una ex pista con i lavori di rifacimento in corso.Viaggiamo tra nuvole di polvere alzata da auto e camionin mezzo ad traffico sostenuto, sotto un caldo asfissian-te, tra piccole cittadine, mercati, galline, animali, biciclette.motorini, bambini. Impieghiamo 4 ore per fare 120 km eall’una siamo alla frontiera. La dogana cambogiana è chiu-sa e riapre alle 14.00; ne approfittiamo per mangiare qual-cosa. L’uscita dalla Cambogia è rapida, l’entrata in Tailan-dia più macchinosa e cosi non ne siamo fuori prima delletre. Il tempo di trovare un pick-up che ci porterà a Bang-kok e ripartiamo verso Kabimburi consapevoli che non cela faremo mai ad arrivare alla capitale prima di notte.

KABIMBURI – BANGKOK 10/01 Km. 209Il nostro raid volge al termine. Una manciata di km e sia-mo a Bangkok nello stesso albergo che ci ha visto parti-re. Prepariamo i bagagli e sistemiamo le ultime cose; do-mani alle 10 abbiamo l’appuntamento per il riempimentodel container. Un giro in centro nel caos della città senzale nostre amate motociclette e poi tutti a nanna

BANGKOK 11/01In fila indiana, dietro un pick-up che porta i nostri bagagli,la moto di Vittorio e che ci riporterà all’albergo, arrivia-mo all’interporto dove ci attende il nostro container. Lanostra esperienza ci permette di effettuare rapidamenteil carico sotto lo sguardo attento dei locali che non han-no mai visto riempire un container con delle moto; alcu-ni addirittura fotografano il nostro lavoro.Ringraziamo gliaddetti della Gulf che anche in questo caso si sono dimo-strati efficienti e gentili e rientriamo in albergo.

BANGKOK - ROMA 12/01 – 13/01E’ destino che io non viaggi con il gruppo. Europe Assi-stance ha pianificato il rientro di Giovanni, ma preferisceche qualcuno l’accompagni. E così, salutati gli amici io e luipartiamo con un giorno di anticipo. Gli altri, dopo un’im-mersione nella capitale tailandese con il suo palazzo rea-le, i suoi templi, i suoi canali, i massaggi, i mercati del falso,ci seguiranno a distanza di ventiquattro ore.

E così anche questo raid è finito, con qualche acciaccato,ma consapevoli di aver portato a termine un’altra grandeavventura. Salutiamo queste terre, terre di persone genti-li, di persone buone conservando negli occhi, nella mentee nel cuore il lento scorrere della “madre di tutte le ac-que” le lussureggianti colline, le rosse piste, l’azzurro delcielo.

Ringrazio i miei compagni di viaggio che hanno re-so possibile questa nuova impresa:Roberto Zocchi – Suzuki DR 400Gianni Di Francesco – Honda XR 600Giampaolo Meloni – Suzuki DR 400Donato Villani – Suzuki DR 400Renato Garavelli – KTM 640Giovanni Corbo – Suzuki DR 400Massimiliano Segreto – KTM 640Salvatore Di Benedetto – KTM 990 Vittorio Platino – Yamaha TT 600Alessandro De Longis – KTM 525Primo Caramelle – conducente part time Suzuki DR 400

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Il gruppo a Bangkok

Una riparazione che incuriosisce

(03-89) Articoli+Tac 11-09-2008 10:45 Pagina 45