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Massimo Saruggia Riuscire a mettere – dopo i baffi – la barba alla Gioconda 3 Laura Bargnesi Disturbi del ciclo mestruale: sindrome premestruale 5 Aldo Ercoli Osteoartrosi cronica ed Osteoartriti: comparazione semeiotica-clinica tra terapia convenzionale e Omeopatia. Qual è lo spazio terapeutico che rimane per quest’ultima? 17 Francesca Rosetti Storia dell’Omeopatia 23 Vincenzo De Paola Un malato, 33 medici e un rimedio unico 33 Francesco Licciardi L‘Omeopatia nella gestione integrata dell’otite media acuta: uno studio prospettico 41 NOTIZIARIO FLASH SMB ITALIA Numero 4 - anno XXIV ottobre-dicembre 2016 Autorizzazione Tribunale di Roma n. 30/93 del 28/01/93 EDITORE SMB Italia SEDE LEGALE Via Matilde Serao, 23/A - Roma DIREZIONE E REDAZIONE Smb Italia, Via Carlo Poma snc 00040 Pomezia (Roma) tel. 335.1003449 fax 06.89280553 DIRETTORE RESPONSABILE Pio Paladino CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ Health Communication srl Via Vittore Carpaccio, 18 00147 Roma DIRETTORE EDITORIALE Massimo Saruggia HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: M. Bartoli, D. Carloni, G. Casadei, A. Ercoli, M. Saruggia, G. Trapani Responsabilità La riproduzione delle illustrazioni e degli articoli pubblicati dalla Rivista, nonché la loro traduzione, è riservata e non può avvenire senza espressa autorizzazione dell’Editore. I manoscritti e le illustrazio- ni inviati alla redazione non saranno re- stituiti anche se non pubblicati. L’Editore non si assume alcuna responsa- bilità sul contenuto degli articoli e nel caso di eventuali errori contenuti negli articoli stessi in cui fosse incorso nella riproduzione sulla Rivista. Gli articoli do- vranno essere inviati alla redazione su supporto magnetico. SOMMARIO

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Massimo SaruggiaRiuscire a mettere – dopo i baffi – la barba alla Gioconda 3

Laura BargnesiDisturbi del ciclo mestruale: sindrome premestruale 5

Aldo ErcoliOsteoartrosi cronica ed Osteoartriti: comparazione semeiotica-clinica tra terapiaconvenzionale e Omeopatia. Qual è lo spazioterapeutico che rimane per quest’ultima? 17

Francesca RosettiStoria dell’Omeopatia 23

Vincenzo De PaolaUn malato, 33 medici e un rimedio unico 33

Francesco LicciardiL‘Omeopatia nella gestione integrata dell’otite media acuta: uno studio prospettico 41

NOTIZIARIO FLASH SMB ITALIANumero 4 - anno XXIVottobre-dicembre 2016Autorizzazione Tribunale di Roma n. 30/93 del 28/01/93

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S O M M A R I O

Il dibattito critico sull’Omeopatia si èlogorato nel tempo incrostandosi di

pregiudizi e prestandosi a molteplici di-storsioni polemiche. Si è passati da unacritica motivata spesso da corrette consi-derazioni metodologiche, a quella che mipareva l’arma finale. Sul EJIM (settembre2014) infatti Pandolfi e Carreras argomen-tavano che le difficoltà inerenti a ottenereun valido significato statistico in studi cli-nici dove la probabilità in studio è moltobassa, dovrebbero portare a considerare lepratiche di medicina complementare sem-pre e per definizione non-evidence based.Una fucilata, sparata senza nemmeno iltempo di prendere fiato. Pensavo che or-mai l’annoso dibattito sulla credibilità del-l’Omeopatia si fosse con questo avviato alsuo definitivo termine. Invece non è statocosi smentendo Baldacci il quale dicevache, dopo che Marcel Duchamp ha messoi baffi alla Gioconda, non c’è nulla di piùscemo che farle anche la barba. SalvatoreChirumbolo – coautore con Paolo Bellavitedi lavori sulla dose dipendenza dei feno-meni biologici e sostenitore dell’usodell’Omeopatia in clinica reumatologi-ca, – sul BICP ha pubblicato un articolobreve ma densissimo nel quale “mette labarba alla Gioconda”. Il nostro autore ar-gomenta che teoricamente anche i rimediultra diluiti possono conservare molecole

tossiche o comunque dannose per l’orga-nismo.

Questo fenomeno potrebbe derivaredalla formazione di microbolle gassose –che si formano durante l’alto stress mecca-nico implicito nella preparazione delle di-luizioni – che trattengono materiale di par-tenza. L’autore conclude che le alte dilui-zione omeopatiche dovrebbero essere va-lutate con una metodologia appropriata –immagino di raffinatissima e forse non di-sponibile tecnologia – prima di esseremesse in commercio.

Nel leggere resto senza parole: mi parela riabilitazione maligna della memoriadell’acqua di Benveniste.

Mi pare evidente che gli omeopati –che lavorano seriamente – stanno sfidandogruppi di potere scientifico, culturale edeconomico a fare del loro peggio. E mi ri-torna la parola.

Riuscire a mettere – dopo i baffi –la barba alla Gioconda

Editoriale

Massimo Saruggia

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5DISTURBI DEL CICLO MESTRUALE: LA SINDROME PREMESTRUALE

LA SITUAZIONE DI GIULIA

Giulia è una donna di trenta anni, distatura non molto alta e di corporatura ro-busta molto loquace che si descrive abba-stanza orgogliosa. Ha capelli castani, unacarnagione chiara e presenta spesso il visoben colorito. Tende a fare le cose sempredi fretta e a volte si trova in una condizio-ne di ansia, data anche dal fatto che siprende numerosi impegni.

Da qualche anno soffre di un’intensacefalea che le si presenta ogni mese circa5-6 giorni prima della mestruazione, e inconcomitanza di questo avverte una gran-de deflessione dell’umore, con pensierinegativi e sospettosi verso chiunque.

Una caratteristica della sua cefalea èche si presenta sempre a sinistra o per lomeno che inizia sempre da sinistra, condolore pulsante e martellante manifestan-dosi fin dalle prime ore del mattino cheperò scompare con l’arrivo della mestrua-zione. Inoltre da qualche mese ha notatoche il ciclo mestruale le si è ridotto a 23-25 giorni e quindi si trova più spesso adessere limitata dalla sua cefalea.

Il disturbo è iniziato quando Giulia hacambiato lavoro (circa 2 anni fa) a causadella seconda gravidanza. Giulia ha sem-pre lavorato come segretaria in uno studio

che le dista un’ora di strada da casa. Fino aquel momento non le pesava il tragitto, maarrivata alla seconda gravidanza ha dovutolasciare il lavoro e colleghi con cui si tro-vava molto bene da anni. Nel nuovo lavo-ro, sempre come segretaria, le cose non levanno molto bene specialmente nel rap-porto tra colleghi e a peggiorare la situa-zione sono gli impegni di suo marito chelo trattengono spesso fuori casa. Giulia sitrova in una condizione di stress notevole,vista la sua gelosia per il marito che non la

Disturbi del ciclomestruale: lasindromepremestrualeDott.ssa Laura Bargnesi

Farmacista, diplomata SMB Ancona

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6 DISTURBI DEL CICLO MESTRUALE: LA SINDROME PREMESTRUALE

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fa pensare ad altro portandola a esseremolto nervosa e sospettosa e quindi litiga-re spesso con lui.

In questo ultimo periodo la sua cefaleaè diventata più intensa caratterizzata dauna sensazione di calore che le sale versola testa e che la obbliga a restare a lettoper i due/tre giorni immediatamente prece-denti la mestruazione.

LA SIDROME PREMESTRUALE

La sindrome premestruale (PMS = PreMestrual Sindrome) è una complessa sinto-matologia fisica e mentale che può presen-tarsi 7-10 giorni prima della mestruazionee può durare o interrompersi con la com-parsa di questa.

Ha un’incidenza molto elevata colpen-do il 70-90% delle donne, il 20-40% delleadolescenti e per il 5-8% delle donne sipresenta in maniera molto severa.

Tra le possibili cause che possiamo at-tribuire alla PMS si evidenzia un’alterazio-ne dell’equilibrio ormonale, iperprolatti-nemia, una ridotta concentrazione di neu-rotrasmettitori, e una ridotta concentrazio-ne di endorfine. Inoltre si osservano caren-ze nutrizionali (magnesio, vitamina B6,omega 3-6), ipereccitabilità muscolare(per bassi livelli di magnesio), stress e fat-tori ambientali e predisposizione genetica.Attualmente non è ancora stata dimostratauna differenza nei livelli circolatori degliormoni (estrogeni, progesterone, testoste-rone, prolattina, FSH e LH) tra una donnacon PMS e una senza, così come non sonostate evidenziate differenze rispetto agliaumenti di peso o nella regolazione delmetabolismo idro-salino. La teoria ritenutapiù “credibile” attualmente è che, durantela fase luteinica, quando compare la PMS,si verificherebbe una riduzione delle con-centrazioni di endorfine endogene e que-sto causerebbe un aumento di stress psico-logico.

I sintomi della PMS sono molto variabi-li e difficili da valutare. Consistono in ma-stalgia, ovvero dolore e tensione mamma-ria (giustificata da elevati livelli di prolatti-na), cefalea marcata, acne, dolori addomi-nali, umore instabile e depressione, in-quietudine e irritabilità, aumento di pesoper ritenzione idrica e cattivo rapporto conil cibo. In alcune pazienti la sintomatolo-gia nel tempo può subire un progressivopeggioramento, mentre in altre si verifica-no episodi di notevole intensità che vannoalternandosi a periodi di benessere.

Non c’è un’età in cui la PMS si manife-sta con più frequenza, più comunementetuttavia si manifesta nel corso della vitafertile e specialmente in quelle pazientiche per lungo tempo non hanno usatocontraccettivi orali. L’esordio non è maiacuto, ma progressivamente, con il passaredegli anni si registra un peggioramento.

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La PMS può avere nel tempo ripercus-sioni sulla vita sociale e coniugale delladonna che ne soffre. Nei casi gravi le com-plicanze possono causare uno scarso ren-dimento nel lavoro, alterazioni del deside-rio sessuale, isolamento sociale con com-portamenti psicotici (che vanno dal suici-dio agli atti criminali). È per tale motivoche in alcuni paesi europei (Inghilterra eFrancia) la PMS viene riconosciuta comeuna “condizione attenuante” in campo le-gislativo.

LA TERAPIA ALLOPATICA

Quando i sintomi associati alla sindro-me premestruale sono così intensi e fre-quenti da disturbare la tranquillità delladonna, o comunque da interferire sullenormali attività quotidiane, in medicinatradizionale vengono prescritti diverse ti-pologie di farmaci.

Occorre considerare che a differenza

della terapia omeopatica, in allopatia nonsi tiene minimamente conto delle diversesintomatologie presenti in ogni donna e siutilizzano farmaci che presi cronicamente(ogni ciclo mestruale) possono dare moltieffetti collaterali.

Le classi di farmaci maggiormente im-piegate nella terapia contro la sindromepremestruale sono:• Contraccettivi Orali: utilizzati per ri-

durre la sintomatologia dolorosa e l’al-terazione dell’umore, disturbi tipicidella sindrome premestruale. Da nondimenticare, comunque, che in alcunepazienti è osservabile, talvolta, il peg-gioramento dei sintomi.

• Antidolorifici/antinfiammatori: si trattadi inibitori delle prostaglandine, utiliz-zati per alleviare dolori pelvici, mal ditesta e diarrea, attribuibili (in tal caso)alla sindrome premestruale talvoltaprescritti associati tra loro.

• Diuretici: favorendo la diuresi, questi

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farmaci sono indicati per contrastare laritenzione idrica.

• Farmaci ipoprolattinemizzanti: indicatiper alleviare il dolore al seno (tensionemammaria) da sindrome premestruale eda ipogonadismo iperprolattinemico,agiscono riducendo i livelli di prolatti-na. I più importanti sono Bromocripti-na, Carbergolina.

• Antidepressivi: inibiscono il reuptakedella serotonina, quindi agiscono sultono dell’umore. Questi farmaci do-vrebbero essere utilizzati con estremaattenzione perché gli effetti collateralipotrebbero superare i benefìci.

APPROCCIO OMEOPATICO

Il ruolo dell’Omeopatia nell’ambitodella sfera ginecologica è rilevante, infattile terapie omeopatiche possono accompa-gnare tutte le fasi più importanti della vitadi una donna: pubertà, gravidanza, clima-

terio, menopausa, postmenopausa. I rime-di scelti per le diverse disfunzioni sono in-dicati sia per la fase acuta, sia nelle pato-logie croniche in quanto agiscono sul “ter-reno” che predispone il soggetto a quel ti-po di sintomo legato a situazioni comples-se che hanno generato, in questo caso, ir-regolarità mestruali nel tempo. In Omeo-patia non si cura solo il sintomo, ma attra-verso di esso e il modo di fare malattia, sicaratterizza un individuo e lo si cura nelprofondo.

Si possono classificare i principali ri-medi omeopatici a seconda dei sintomiche si manifestano: se la dominanza deisintomi è di origine psichica avremo adesempio Natrum muriaticum, Ignatia ama-ra, Actaea racemosa, Platina; se invece sihanno sintomi di natura addomino-pelvicaavremo tra i principali Sepia, Nux vomicamentre quando prevalgono sintomi extra-genitali avremo Pulsatilla, Lachesis, Cycla-men e Zincum metallicum.

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DISTURBI DEL CICLO MESTRUALE: LA SINDROME PREMESTRUALE

PULSATILLAPulsatilla pratensis è un fiore del nord

Europa tipico delle località ventose e ari-de. Per Pulsatilla la PMS è una sindrome atutti gli effetti e il ciclo mestruale che ge-neralmente è ritardato, non aiuta, anzipeggiora solo la situazione. La dismenor-rea è caratterizzata da dolori ai reni e allecosce e da diarrea durante e dopo il ciclo.Predomina la ritenzione idrica e le gambesono molto congestionate con capillariben evidenti, mani e piedi freddi e la cir-colazione è molto rallentata. L’umore siaggrava dopo l’ovulazione peggiorando digiorno in giorno che la porta a essere piùpermalosa e a piangere anche per motivisemplici. Nella fase premestruale è fragile,si sente triste, ha bisogno di rassicurazioni.I sintomi tipici sono seno gonfio e dolente,leucorrea (secrezione vaginale) abbondan-te. Tutti i sintomi peggiorano con il caloree migliorano con la consolazione e uscen-do all’aria fresca.

SEPIASepia officinalis, si prepara a partire

dall’inchiostro nero della seppia e comeper un’evidente analogia, in Sepia ogni co-sa è “nera” dal colorito, all’umore al san-gue mestruale. Sepia è un rimedio dai forticonflitti. Il migliore aggettivo che le si puòattribuire durante la sindrome premestrua-le e il ciclo è: intrattabile. La donna Sepiasarà stanca, nervosa e scatterà per nulla,anche se il suo umore non sarà mai sere-no, ma ci sarà sempre qualcosa per cuicrucciarsi. Un segno caratteristico di Sepiaè la sensazione di “spinta verso il basso”alle palpebre, al ventre, all’utero, alle vi-scere. La depressione diventa sempre pìùforte e un’aura scura pervade tutto. Moltospesso Sepia rinuncia agli affetti mettendovia le sue esigenze per un futuro, e quandoarrabbiata dirà poche parole, ma taglientia differenza di Lachesis la quale farà gran-

di scenate con urla e incessanti parole. Se-pia se riesce a canalizzare la rabbia, di-venterà una grande combattente autorita-ria altrimenti si sfogherà su se stessa. Il mi-glioramento per lei è all’aria aperta e cam-minando.

NATRUM MURIATICUMNatrum muriaticum è il sale marino, e

le tre caratteristiche di questo rimedio so-no demineralizzazione, disidratazione estato ossigenoide; da qui derivano disturbiall’apparato digerente, alla pelle, all’appa-rato respiratorio e alla psiche.

Per la donna Natrum muriaticum l’atte-sa del ciclo è molto pesante ma difficil-mente ne parlerà ad altri dato che fin dapiccola è sempre stata un pò introversa echiusa. È una donna depressa che mancadi coraggio psichico e fisico, tende moltevolte ad isolarsi sentendosi triste, astiosa,irritabile e lacrimevole, ma fugge via pernon farsi vedere anche se vorrebbe chequalcuno buttasse giù il muro che lei stes-sa crea. Molto spesso ha subito un’educa-zione rigida che la ha portata ad esserecosì ed ha una tendenza alla periodicità:accumula per poi sfogare.

La donna Natrum muriaticum ha cefa-lee di tipo emicranico pulsanti che inizia-no al mattino, hanno un massimo verso leore 10 e poi diminuiscono con l’arrivaredella sera.

NUX VOMICAIl rimedio si prepara a partire dai semi

della Strychnos Nux vomica, o noce vomi-ca, ricca di stricnina e di brucina. Si trattadi una persona sovraeccitata sul piano fisi-co e mentale. Per la donna Nux vomica ilciclo è una vera seccatura. Il dolore me-struale si fa sentire e i giorni che anticipa-no il ciclo sono noiosi e tutto sembra an-dare a rilento, visto che poi la donna Nuxvomica non ha tempo per permettere difermarsi durante il ciclo mestruale. Nuxvomica soffre il dolore del ciclo e durantela sua attesa ha forti problemi di tensioneal ventre: l’utero cresce e l’intestino siblocca. L’energia tende a diminuire e diquesto soffre essendo abituata a ritmi so-stenuti. L’alimentazione purtroppo non laavvantaggia visto che nei giorni criticimangia cibo ricco di grassi e zuccheri.

La donna Nux vomica è ipersensibile eipereccitabile, non sopporta di venire con-traddetta. Questo nervosismo maschera unfondo di depressione permanente, e si sen-

te peggio al mattino poiché le catecolam-mine non sono pronte al risveglio. Nux vo-mica si addormenta con facilità, si svegliaattorno le 4 del mattino, rimuggina sullesue preoccupazioni e i suoi doveri e si ad-dormenta proprio quando si deve alzare,per questo è spesso di pessimo umore.

LACHESISLachesis è ottenuto dal veleno di La-

chesis mutus appartenente alla famigliadei Viperidi. Il tipo sensibile è un soggettoche alterna fasi di eccitazione con logor-rea, gelosia, diffidenza e fasi di abbatti-mento con depressione nervosa, ansia,mutismo.

Aggrava prima delle mestruazioni, conil ritardo o la scomparsa del flusso, con ilcontatto, con tutto ciò che è stretto, con ilcaldo. Migliora con l’apparizione di unflusso fisiologico (mestruazioni) o patolo-gico (suppurazioni), all’aria aperta, dallapressione forte.

La lateralità predominante è la sinistra

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e tra i sintomi nervosi si ritrovano alternan-za di eccitazione e depressione, loquaciastraordinaria (passando da un argomentoall’altro con l’ultima parola di una fraseche introduce un racconto di altra natura)orgoglio, gelosia, vendetta, suscettibilità ediffidenza, credendo che la si inganni eche si parli male di lei.

Le mestruazioni sono irregolari, pocoabbondanti di sangue scuro. Dolori addo-minali prima dei flussi mestruali con ipere-stesia al contatto. Tutti i disturbi migliora-no con l’inizio dei flussi mestruali, duranteil periodo mestruale e nei primi giorni do-po il termine di esso.

Durante il ciclo mestruale il corpo sigonfia, la circolazione rallenta e il caricovenoso diventa faticoso: caviglia gonfia,cellulite e ritenzione idrica sono moltoevidenti.

La donna Lachesis nei momenti buoni ècoinvolgente, solare e chiacchierona e lasua energia è piena e straripante. Purtrop-po alla fase buona si oppone l’ombra diquella calante con l’umore che si incupi-sce, i pensieri negativi affollano la mente,come anche sospetti e gelosie. La variabili-tà d’umore è rapidissima tanto da condi-zionare l’arco della giornata e la mestrua-zione è davvero vissuta come liberatoria:quando il sangue fluisce l’energia si rige-nera, si ritempra e torna a vivificarsi.

FITO-GEMMOTERAPIA:VITEX AGNUS CASTUS

L’Agnocasto, Vitex agnus castus, appar-tiene alla famiglia delle Verbenacee e vie-ne anche chiamato “albero della castità” o“pepe del monaco” per il suo frutto nerosimile al pepe, tipico delle zone umide delnord Europa, Asia e nord Africa.

Nelle preparazioni farmaceutiche si uti-lizzano i frutti essiccati i quali contengonoglicosidi iridoidi (agnuside, aucubina), fla-

vonoidi lipofili (casticina, penduletina),flavonoidi idrofili (luteolina, orientina), ter-peni (rotondifurano), acidi grassi (alfa-lino-lenico, oleico, stearico, palmitico, linolei-co), olii essenziali e alcaloidi.

La tintura madre di questo fitoterapicopresenta un’azione inibitoria della secre-zione di prolattina, grazie ad un’attivitàdopaminergica, antiossidante (importantein quanto permette un risparmio di dopa-mina endogena) e un’affinità per i recettorioppiodi (azione sulla percezione del dolo-re, appetito e tono dell’umore).

Le indicazioni terapeutiche dell’agno-casto sono sindrome premestruale, mastal-gie, polimenorrea, amenorrea, oligome-norrea e studi clinici dimostrano che lasomministrazione di 20 mg/giorno per tremesi allunga la fase luteinica, normalizza ilivelli ormonali e riduce i livelli di prolatti-na.

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GRIFFONIA SIMPLICIFOLIALa Griffonia appartiene alla famiglia

delle Fabaceae e il suo habitat sono le zo-ne dell’Africa tropicale. Per preparare il fi-toterapico si utilizzano i semi, i quali con-tengono 5-HTP (5-idrossi- triptofano), pre-cursore della serotonina. Questo insiemealla melatonina è coinvolto in alcuni pro-cessi fisiologici come la regolazione deltono dell’umore, del senso di fame, delsonno. Normalmente il 5-HTP è un meta-bolita nel processo cellulare di produzionedella serotonina ma, apportando un’inte-grazione di 5-HTP dall’esterno, si riesconoad incrementare i livelli di produzione diserotonina nell’organismo. Grazie alla suaattività serotoninergica viene utilizzata perchi soffre di deflessione dell’umore, agita-zione nervosa, ansietà, PMS, disturbi del

sonno e fame nervosa. Si può utilizzarel’e.s. titolato al 10-20% in 5-HTP, con dosidi 100-600 mg al giorno ai pasti.

RUBUS IDAEUSRubus idaeus, o più comunemente

Lampone, appartiene alla famiglia delleRosaceae ed è tipico dei boschi delle zonein collina e montuose tra i 1.000-2.000 mt.di altezza. Vengono utilizzati i giovani get-ti per prepararne il macerato glicerico e icomponenti principali delle foglie e fiorisono tannini, resine, mucillagini, pectine,acidi organici, zuccheri, antociani, mentrenei semi troviamo acido linoleico, acidooleico, carotene e fitosterina.

Del macerato glicerico del Rubus ida-eus si sfrutta l’attività deacidificante, rego-latrice endocrina dell’asse ipotalamo-ipo-

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fiso-gonadico e la stimolazione della se-crezione ovarica. Per queste attività vieneindicato nelle disendocrinie femminili,PMS, dismenorrea e ipogonadismo femmi-nile. In particolare nella PMS si usa nei ca-si di tensione mammaria, ansia, ritenzioneidrica, acne. Grazie alla sua proprietà dicalmare gli spasmi uterini viene utilizzatonella dismenorrea e viene impiegato inol-tre in casi di ridotta fertilità, amenorrea(ossia la mancanza di mestruazioni, com-presi i ritardi puberali del menarca) e irre-golarità del ciclo mestruale, cisti ovariche,ovaio policistico, fibromi, nonché in cli-materio e menopausa.

Si consiglia l’uso di 40 gocce del mace-rato glicerico due volte al giorno, dal pri-mo al quattordicesimo giorno del ciclo.

OENOTHERA BIENNISL’Enotera, Evening primrose appartiene

alla famiglia delle Onagraceae, è unapianta tipica del Nord America naturaliz-zata in Europa e Nord Italia. È una piantaerbacea annuale o biennale alta circa 150cm. In fitoterapia vengono utilizzati i semidai quali si ottiene l’olio e i costituentiprincipali sono acido cis-linoleico (65-80%), acido y-linolenico (8-14%) e acidigrassi saturi (palmitico e stearico), mentrenella pianta si trovano flavonoidi e tannini.Il GLA o acido y-linolenico è precursoredelle prostaglandine, specialmente per laPGE1, le quali aiutano la regolazione dellefunzioni metaboliche. Il GLA costituisceun rimedio terapeutico promettente neltrattamento delle sindromi premestruali egeneralmente vengono impiegate le capsu-le o perle contenti dai 500-1000 mg di oliotitolato all’8% in GLA.

SALVIA SCLAREALa Salvia sclarea L. é una pianta erba-

cea, di origine mediterranea, appartenentealla famiglia delle Labiate che raggiunge

un’altezza di 90-110 cm. È una pianta dal-la connotazione tipica femminile, e la ma-teria prima utilizzata è costituita dallesommità fiorite da cui, per distillazione, siottiene l’olio essenziale che contiene nu-merosi componenti (più di 250) tra i qualiesteri (70-80%), alcoli (10- 15%) e sesqui-terpeni.

Essendo molto ricca in esteri presentaproprietà ansiolitiche, rilassanti e antispa-smodiche e inoltre una debole attività anti-batterica e una più efficace attività antimi-cotica. Per questa ultima proprietà vieneutilizzata in caso di candida associata altea tree oil e, avendo proprietà neurotoni-che e una discreta attività analgesica, alle-via i dolori mestruali, stimola il flusso me-struale e regolarizza il ciclo. È utile anchenella menopausa perché contiene delle so-stanze ormonosimili.

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DISTURBI DEL CICLO MESTRUALE: LA SINDROME PREMESTRUALE

INTERVENTO NUTRIZIONALEMAGNESIO

Nella sindrome premestruale è moltoutile integrare il magnesio considerandopoi la tendenza odierna a essere ipoma-gnesiaci a causa della raffinazione deglialimenti, dello stile di vita, della cotturadegli alimenti e per l’eccessivo consumodi caffè (aumenta l’eliminazione renale dimagnesio). Il fabbisogno giornaliero dimagnesio è di 350 mg, il quale ha una fun-zione inorganica (il 50-60% è presentenelle ossa) e una funzione organica (regolale funzioni nervose e cardiovascolari). Ilmagnesio ha un’azione inibitoria della sti-molazione nervosa calcio-dipendente e alivello delle giunzioni nuromuscolari,

svolgendo un effetto miorilassante quindiantispasmodico. Inoltre partecipa alla pro-duzione di ATP, alla sintesi di creatina e almetabolismo energetico, presenta un’azio-ne simpaticolitica, riduce la concentrazio-ne di adrenalina e inibisce i canali NMDA(recettori molto sensibili al glutammato)per questo utile nel 50% delle emicranie.

VITAMINA B6La vitamina B6 o piridossina, è una vi-

tamina idrosolubile e la si assume attraver-so vegetali, carne, pesce, uova, soia, pata-te. Presenta numerose attività tra cui sinte-si della sfingomielina, è un cofattore nellasintesi della dopamina, serotonina, ma an-che del GABA e della noradrenalina. Ha

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un’azione antiemetica (per esempio nellenausee gravidiche), antineurotossica cen-trale e di protezione delle cellule nervose.Il fabbisogno giornaliero varia da 50-600mg ed essendo idrosolubile, l’eccesso vie-ne facilmente eliminato attraverso i reni.

CONSIDERAZIONI E PROPOSTAOMEOPATICA PER GIULIA

Il rimedio Simillimum di Giulia è La-chesis, vista la tipologia costituzionale,temperamentale e la spiccata lateralità si-nistra. Inoltre il suo modo di reagire al ci-clo mestruale e la deflessione dell’umoreconfermano la scelta del rimedio come Si-millimum costituzionale.

Per Giulia ho consigliato di assumereLachesis in dosi crescenti alla 9CH, 15CHe 30CH rispettivamente il 20°, 21° e 22°giorno del ciclo, alla sera sotto forma di tu-bo dose.

Inoltre le ho associato Agnocasto in tin-tura madre, 40 gocce due volte al giorno,per la sua azione antiestrogenica e anti-spasmodica. Stimolando la produzionedell’ormone gonadotropo LH, l’agnocastofavorisce la produzione di ormoni da partedel corpo luteo deviando così l’equilibrioestro-progestinico verso l’attività progesti-nica e quindi permette di allungare il ciclomestruale.

Infine le ho consigliato di assumere an-che Griffonia sotto forma di capsule da200 mg di estratto secco titolato al 20% di5-HTP da prendere 3 volte al giorno per lasua attività serotoninergica e quindi persupportare l’abbassamento di umore cheha in questa fase del ciclo mestruale.

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DISTURBI DEL CICLO MESTRUALE: LA SINDROME PREMESTRUALE

Osteoartrosi cronica e Osteoartriti:comparazione semeiotica-clinica traTerapia Convenzionale e Omeopatia.Qual è lo spazio terapeutico che rimane per quest’ultima?

Semeiotica convenzionale e omeopatica didue grandi policresti:BRYONIA e RHUS TOXICODENDRON

Bryonia: dolori acuti e pungenti, miglio-rati dal riposo e dalla pressione, aggravatidal minimo movimento; Rhus Toxiconden-dron: aggravati di notte e dal riposo accom-pagnati da una certa agitazione psichica ementale. I dolori sono altresì aggravati daltempo umido e freddo. La notte il pazientenon ha pace perché ha un bisogno continuodi cambiare costantemente di posizione alfine di trovare sollievo. Rigidità al primomattino al risveglio migliorata dalla conti-nuità del movimento (il paziente “si scio-glie”). Da notare inoltre che mentre Bryoniamigliora stando coricato nel lato doloroso,Rhus Toxicodendron migliora invece standocoricato su qualche cosa di duro.

Questa elementare distinzione tra i duerimedi omeopatici è in sintonia, dal punto divista clinico, con la distinzione esistente traosteoatrosi e artrite (rematoide o infettiva).

L’osteoartrosi è la conseguenza di tuttauna serie di fenomeni (biologici e meccani-ci) che alterano il normale ciclo di degrada-zione e sintesi della cartilagine articolare edell’osso subcondrale.

Al dolore si associa astenia, impotenzafunzionale spesso limitazione dei movimen-ti, scrosci articolari, formazione di osteofiti ecisti subcondrali.

Caratteristica dell’osteoartrosi degenera-tiva cronica è il peggioramento di tutti i dolo-ri con il movimento mentre nelle artriti (e inparticolare nell’artrite reumatoide) i pazientihanno sintomi articolari che peggiorano conil riposo.

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Osteoartrosi cronicae Osteoartriti

Aldo Ercoli

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OSTEOARTROSI CRONICA E OSTEOARTRITI

Va però aggiunto che nell’osteoartrosi(fattori eziologici genetici, metabolici, trau-matici etc.) vi possono essere anche tumefa-zioni articolari con varie gradazioni di flo-gosi locale. A completare il quadro clinico,dal punto di vista semiologico, dell’osteoar-trosi vi è anche la constatazione che i dolori,con o senza tumefazioni articolari, sonosensibili alle variazioni metereologiche eall’umidità. Per quanto concerne l’artritereumatoide, essa presenta (oltre al dato che idolori peggiorano con il riposo) anche altreben precise caratteristiche che rientrano neicriteri dell’American Rheumatism Associa-tion: a) Rigidità mattutina della durata di almeno

un’ora;b) Infiammazione simmetrica con interessa-

mento simultaneo delle stesse aree arti-colari da entrambi i lati del corpo: artico-lazioni interfalangee prossimali, meta-carpo falangee, ginocchia, gomiti, polsi,caviglie, metatarso falangee, (sia a destrache a sinistra);

c) Noduli reumatoidi (sottocutanei, promi-nenze ossee o superfici estensorie);

d) Reuma test positivo (non sempre tuttaviapresente);

e) Erosioni e calcificazioni ossee localizza-te delle articolazioni interessate.

Ancora più peculiare è il quadro clinicodell’artrite infettiva che presenta un esordiobrusco a una articolazione con tutto un cor-redo sintomatologico ben preciso (febbre,arrossamento, stato infettivo, impotenza fun-zionale).

Pur essendo abbastanza calzante la cor-relazione clinica tra semeiotica allopatica equella omeopatica dell’osteoartrosi (Bryo-nia) e dell’artrite (Rhus Toxicodendron) nellapratica clinica quotidiana la scelta terapeuti-ca non è così semplice né così ristretta.

Vi sono tutta una serie di motivi checomplicano l’aspetto terapeutico.

Il più importante è, a mio avviso, il fre-quentissimo ricorso a farmaci allopatici uti-lizzati quali sintomatici nell’alleviare il do-

lore (Fans; acido acetilsalicilico; cox-2; cor-tisonici; derivati morfinici quali il tramado-lo; sulfasalazina; sali d’oro; metotrexate,azatioprina, sia nell’osteoartrosi che soprat-tutto nell’artrite reumatoide nelle artriti in-fettive si ricorre anche all’utilizzo di antibio-tici).

È ovvio che su un organismo già sottopo-sto, in modo continuativo nel tempo, a que-sti trattamenti farmacologici i rimedi omeo-patici (anche associati a quelli convenziona-li come viene fatto in Francia) possono por-tare limitati benefici. Diverso è il discorsoquando si interviene su un paziente che nonha fatto uso di farmaci antidolorifici conven-zionali. In questi casi la risposta all’Omeo-patia è ben più evidente. A mio avviso l’allo-patizzazione del dolore osseo spunta, nellamaggior parte dei casi, le ali alla dolce tera-pia dei simili. Un secondo aspetto del pro-blema delle malattie dell’apparato muscolo-scheletrico è quello legato alle numerose va-riati sintomatologiche.

Diagnosi differenziale omeopatica: DULCAMARA, RHODODENDRON,CAUSTICUM, KALI CARBONICUM,CALCAREA, FLUORICA, LEDUMPALUSTRE, PHYTOLACCA.

L’aggravamento con l’umidità è comunesia in Bryonia che in Rhus Toxicodendronma è particolarmente evidente in Dulcama-ra che risente molto dei cattivi effetti dovutial freddo umido o al soggiorno in locali pre-gni di umidità. Dulcamara presenta dolori articolari

acuti che compaiono all’improvviso in rela-zione ai cambiamenti atmosferici. Dolorisempre migliorati dal movimento tanto daobbligare il malato a cambiare costante-mente di posizione (Rhus Toxicodendron).

Per quanto concerne però la lombalgiadopo aver preso freddo è più simile a Bryo-nia (migliora con l’immobilità).

Va sottolineato un dato clinico anatomo-patologico: Bryonia colpisce più le sierosearticolari; Rhus Toxicodendron le strutturetendinee e i tessuti fibrosi; Dulcamara i mu-scoli e i linfonodi oltre che le articolazioni.Quest’ultima è particolarmente utile neglistati idrogenoidi (pazienti che trattengono iliquidi corporei nei tessuti) se associato aNatrum sulfuricum. Rhododendron è invece un rimedio di

acuzie nei dolori reumatici che interessano itendini e le aponeurosi del tipo “tiranti, la-ceranti, strazianti”, peggiorati con il riposo(Rhus tox) e durante il tempo freddo umido,specie se ventoso e piovoso. La sua grandenota chiave semeiologica è quella che “av-verte e peggiora prima di un temporale, diuna tempesta elettrica”. È un rimedio noncerto di una diatesi sicotica grassa (corpu-lenta e idrolipopessica quale Thuya, Natrumsulfuricum e Dulcamara) bensì della diatesisicotica “magra” quale quella di Rhus Toxi-codendron e, per certi versi, quella di Cau-sticum. Va precisato che quest’ultimo rime-dio migliora sempre con l’umidità, (speciecaldo umido) che viene però dopo un tem-porale. In Causticum la sintomatologia noninsorge subito dopo esposizione ad ariafredda (come in Aconitum), bensì dopoqualche tempo. Vengono colpite le inserzio-ni tendinee dei muscoli con sensazione di

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rigidità e accorciamento muscolare. L’artico-lazione è rigida con contrazione dei musco-li, specie flessori, peggiorata dal freddo sec-co e migliorata dal caldo umido sia sotto for-ma di bende bagnate che di aria calda umi-da.Causticum può essere sia un rimedio di

osteoartrosi localizzata (mani, piedi, spalle,colonna vertebrale, caviglie, polsi etc.) chedi artrite quando è molto evidente la rigiditàmattutina dopo il riposo notturno anche as-sociata a deformità (la sua è un’azione pre-valentemente sintomatica). I dolori non si at-tenuano né con il movimento né con il ripo-so; vi è una sensazione di rigidità, di retra-zione tendinea muscolare, migliorata da ap-plicazioni caldo-umide. Causticum rappre-senta uno stato più avanzato di malattia arti-colare degenerativa rispetto a Bryonia eRhus Toxicodendron. A differenza di que-st’ultimo, pur muovendosi di continuo di

notte, non migliora con il movimento. Lostesso avviene durante il giorno.

Un rimedio di osteoartrosi coxo-femora-le in soggetti di costituzione carbonica, con“tessuti lassi”, tendenti all’obesità è Kali Car-bonicum. Presenta alcune caratteristiche incomune con Bryonia (dolori pungenti e lan-cinanti; migliorati giacendo sul lato colpito,dolente; aggravati dal toccamento leggero) ealtre con Rhus Tox (è peggiorato dal riposo).Può trovare indicazione nel soggetto obeso,con iperlordosi lombare, osteoporosi enell’artrosi lombo-sacrale, quale rimedio difondo. Tutto l’opposto di Causticum che pre-senta, come detto, dolori tiranti da interessa-mento dei tendini e delle aponeurosi, insor-genti, in genere, in un soggetto magro. Direiche per certi versi Kali Carbonicum è più vi-cino a Bryonia, mentre Causticum lo è più aRhus Tox.

Un vero rimedio di fondo nelle costitu-

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zioni leusiniche è Calcarea fluorica. È utilenell’artrosi con spiccata tendenza alla for-mazione di calcificazioni, osteofiti, ponti os-sei, esostosi.

Un ulteriore “piccolo-grande” rimedio èLedum palustre. L’ho trovato particolarmen-te efficace nelle forme reumatiche e gottosema soprattutto lombosciatalgiche che pre-sentano una chiara nota chiave: i dolori ne-vralgici iniziano dagli arti inferiori e si irra-diano verso l’alto (l’opposto di quanto av-viene comunemente). Trattandosi di un inte-ressamento di strutture nervose sono neces-sarie monodosi ad alta diluizione (almeno30 CH globuli). Per quanto riguarda la Phy-tolacca (stupendo rimedio specie nelle pato-logie mammarie) pur essendo stata utilizzatada diversi omeopati nei dolori ossei, perio-stei e muscolari non ho trovato personal-mente risultati soddisfacenti.

I Nosodi: MEDORRHINUM,TUBERCOLINUM RESIDUUM (T.R .) ,LUESINUM (SYPHILINUM)

Un ultimo, ma non per questo meno im-portante, aspetto riguarda l’uso dei nosodinelle malattie dell’apparato osteo articolare.Medorrhinum, rimedio sicotico per eccel-lenza, può trovare indicazioni nella cervico-brachialgia (dolori che dalla spalla vanno albraccio e si estendono alle dita); nella sin-drome da cervicoartrosi (dei dischi vertebra-li alti e medi con vertigini, dolori alla nuca,cefalea, dolori e senso di peso in regione in-terscapolare); anche se è il vero “similli-mum” in alcune lombosciatalgie (dolori chesi spostano dalla regione lombosacrale e dalcoccige in basso verso gli arti inferiori conintensa agitazione nelle gambe e nei piediche avverte molto caldi). Né Medorrhinum èun rimedio di sola osteoartrosi: il bruciore aipiedi e alle mani, i crampi ai polpacci e allapianta dei piedi, la dolorosa rigidità di qual-siasi articolazione corporea, la deformazio-

ne delle dita, con articolazioni edematose ecalde fanno di questo nosodo (quando i sin-tomi coincidono) anche un eccellente rime-dio nell’artrite reumatoide. Le indicazioniosteoartrosiche consistono nell’aggravamen-to diurno che peggiora con il movimento. Laposologia è ovviamente in alta diluizione.Un altro nosode molto utile (sempre quandoi sintomi coincidono con la sua patogenesi)è il T.R. (Tubercolinum residuum). È leaderin ogni patologia, sia artrosica che artritica,tale da portare a progressiva anchilosi condeformazioni articolari. Il paziente accusadolori, con senso di rigidità; aggravata dal ri-poso e al risveglio, ma migliorata dal movi-mento (Rhus Tox). Dosi uniche ogni mese inalta o altissima diluizione. Da ultimo noso-de cito Luesinum (Syphilinum) indicato neidolori articolari notturni che iniziano gra-dualmente, raggiungono un massimo di in-tensità e poi diminuiscono altrettanto lenta-mente. È assai vicino a Calcarea fluorica eAurum (rimedio di artrite reumatoide di-struttiva, osteomielite, fistola ossea etc.) condolori prevalentemente notturni (Luesinum).

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Come già accennato in precedenza, purriguardando specie l’osteoartrosi fasce di etàsempre meno anziane, con la globalizzazio-ne e il frequente ricorso a potenti farmaciconvenzionali allopatici, gli spazi per una

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raffinata terapia omeopatica personalizzata(sia essa complementare, coadiuvante o sin-tomatica) si sono vieppiù ristretti.

Attualmente si ha fretta nel togliere intempi molto brevi qualsiasi tipo di dolore,anche il più lieve e banale. Ciò è dovuto alcambiamento dello stile di vita particolar-mente convulso dei nostri giorni. Con l’-Omeopatia si entra in “una sartoria elitaria”in cui il sanitario è chiamato a una diagnosidifferenziale non solo convenzionale maanche a confrontarsi con una semeioticaomeopatica particolarmente circostanziata eprecisa tale da richiedere una conoscenzaapprofondita, e non superficiale, della Mate-ria Medica. In casi clinici particolarmenteseveri è sufficiente da sola? Sono del parereche sia più etica un’integrazione con la tera-pia convenzionale allopatica. Rischi non vene sono… i vantaggi potrebbero benissimoesserci.

Basta sperimentare un modo serio e nonfazioso.

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OSTEOARTROSI CRONICA E OSTEOARTRITI

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23STORIA DELL’OMEOPATIA

M: “Che cosa si sente?”.P: “Ho delle angosce. Inoltre non riesco

a muovere la spalla destra”. M: “Allora ha a che vedere con l’osteo-

patia! È la mia specialità”.

[Segue la visita alla spalla, poi il collo-quio riprende].

M: “Si tratta di Calibromatum [preparatoomeopatico, ndt]. Certe persone, quandohanno perso l’attività manuale, hanno persotutto: vanno in depressione. Allora le prescri-vo Calibromatum perché lei è una donnache si annoia la domenica”. [La pazientenon dice nulla].M: “L’odore del tabacco le dà fastidio?”.P: [Ha un attimo di esitazione]. “Mmm.

No, non particolarmente”.M: “Sarebbe la tipologia di Ignatia [altro

preparato omeopatico, ndt]. Si tratta di per-sone che non sopportano l’odore del tabac-co. Sono persone sottomesse all’autorità”.P: “Proprio così. Al lavoro, sono io il ca-

po. Ho il mio personale. A casa c’è mia ma-dre che è sempre là, sopra di me. Sono unadonna sola”.M: “Mangia bene?”.P: “No”.M: “Allora non è Calibromatum. Lei non

è come me. Lei sa il divertimento che suamadre le ha assegnato?”.P: “Sarebbe ?”.M: “Il dovere”.P: “Sì!”.M: “La sua principale preoccupazione è

il dovere”. [Il medico prescrive Ignatia].

http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?section=articoli&tipo=articolo&tipo=artico-lo&nome=1_omeopatia

Storiadell’OmeopatiaDott.ssa Francesca Rosetti

Farmacista, diplomata SMB Bologna

Quando per la prima volta ho letto que-sto ipotetico colloquio tra un medico omeo-pata e una paziente – colloquio che pare pu-re essere apparso su un numero della rivistafrancese “La Recherche” (giugno 1998, pa-gina 64) – a parte le prime reazioni cheoscillavano tra una risata comica e una pre-sa di posizione piuttosto indignata, mi sonochiesta se realmente chi si occupa di Omeo-patia (sottolineo in modo serio) appaia dav-vero come questo medico: un professionistache prescrive in relazione a risposte date adomande che hanno dell’inverosimile [Man-gia bene?; Lei sa il divertimento che sua ma-dre le ha assegnato?]. La risposta che mi so-no data è che probabilmente sì, i medici e ifarmacisti che si occupano di Omeopatiaappaiono realmente strani ai pazienti e aiprofani in materia, tanto che una visitaomeopatica o un semplice colloquio omeo-patico fatto in farmacia può realmente appa-rire surreale. Invade campi di cui la Medici-

na ufficiale non tiene minimamente conto eche ritiene assolutamente ininfluenti, comele sensazioni del paziente, i suoi “comese…”, le informazioni sul miglioramento esul peggioramento dei sintomi, ecc.

In realtà, per fortuna!, chi si occupa diOmeopatia in modo serio sa benissimo chequesto stralcio di colloquio proposto non èper nulla attinente e sa anche che la prescri-zione non viene fatta tenendo conto dellefrivolezze o dei pareri personali deimedici/farmacisti che ascoltano e dei pa-zienti che li riferiscono.

L’Omeopatia viene annoverata tra le me-dicine olistiche, dal greco Òlo$, cioè “totali-tà”, perché si prende cura prima di tutto delpaziente (malato) e della sua malattia. Que-sto non significa che la malattia viene sotto-valutata, non considerata o viene ritenutamarginale. Ma questo, chi si occupa di Me-dicina omeopatica lo sa benissimo.

Quello che mi preme evidenziare in que-

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sto articolo è, tuttavia un altro argomento.Essendo considerata una medicina olistica,l’Omeopatia può erroneamente essere pen-sata come una metodica circoscritta a cre-denze di natura mistica/religiosa (e qui miviene da pensare a quanto potrebbero ridereleggendo le modalità di alcuni rimedi: “mi-gliora con la luna piena”, “teme i temporali”ecc..), in realtà l’Omeopatia nasce in un mo-mento storico in cui la medicina considerataoggigiorno ufficiale non aveva mezzi e co-noscenze e per molto tempo è stata capacedi raggiungere successi che a molti opposi-tori spesso sfuggono.

Samuel Hahnemann nasce a Meissen il10 aprile 1755 da una famiglia modesta, ilpadre è un pittore ceramista. È un ragazzinogracile, ma la sua intelligenza è vivace emostra fin da subito una predilezione per lelingue straniere. Studia il greco e il latino,parla il Tedesco, il Francese, l’Inglese e l’Ita-liano. Vista la sua predilezione per lo studioe la sua buona resa scolastica, prosegue glistudi e nel 1775 si iscrive alla facoltà di Me-dicina di Lipsia. Si mantiene traducendo te-sti latini e greci e dà lezioni private di tede-sco e inglese.

Preso in simpatia da Quarin, medico del-l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, Hahne-mann viene presentato al Barone Von Bru-kenthal che gli affida la cura della sua bi-blioteca e lo introduce al mondo della mas-soneria.

Comincia a interessarsi di chimica e pub-blica articoli su argomenti diversi come“Sulla maniera di adoperare il carbone per ilriscaldamento”, “Sull’arsenico” e “Sull’ana-lisi del vino”, ottenendo anche riconosci-menti dai più importanti chimici europei.

All’età di 27 anni sposa Henriette Kü-chler, figlia adottiva del farmacista Hassler emantiene la famiglia (con lei avrà 11 figli) la-vorando come ufficiale sanitario e traducen-do testi. Si dedica allo studio della filosofia,della pedagogia, assiste a una conferenza di

Lavoisier e ben presto comincia a criticare lamentalità medica del suo tempo. È consape-vole che l’attenzione viene posta unicamen-te sul sintomo e viene trascurato l’uomo nel-la sua interezza.

Si potrebbe dire che Hahnemann non eraun uomo qualunque. Anche per gli standardmoderni è un uomo al di sopra della media.Ha conoscenze approfondite in molti campie capacità intellettive che gli permettono dicompiere ragionamenti e collegamenti tra lediverse discipline. E grazie proprio a tutto ilbagaglio culturale che gli appartiene, nel1790, traducendo la “Materia Medica” diCullen, comincia a elaborare la sua teoria ea mettere in pratica una vera e propria tecni-ca scientifica sperimentando su se stesso esu famigliari e amici sani gli effetti del chini-no. Approfondendo e rielaborando la leggedi similitudine di Ippocrate “Similia similibus

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curentur”, nel 1796 scrive “Saggio su unnuovo principio per scoprire le virtù curativedelle sostanze medicinali”. Nasce cosìl’Omeopatia, dal greco Ómoio$, simile, ep£qo$, sofferenza.

Oggi come allora, il metodo curativoportato avanti da Hahnemann suscita pole-miche e critiche, il Maestro è costretto a di-fendersi e a trasferirsi di città in città. Nonsmette di studiare, di sperimentare, di osser-vare i successi e gli insuccessi. Continua ascrivere articoli e nel 1810 pubblica la suaopera più famosa e importante “Organon,dell’arte di guarire”, compendio di 271 pa-ragrafi in cui definisce i principi della medi-cina omeopatica. Nel tempo, di questa ope-ra, pubblicherà 5 revisioni. La sesta, l’ultimae sicuramente la più importante, sarà pub-blicata postuma, molti anni dopo la suamorte.

Dal 1812 Hahnemann si è trasferito aLipsia e nel 1820 pubblica “La materia me-dica pura”. Anche se continua il suo impe-gno all’università, è sempre soggetto alle cri-tiche dei docenti e degli altri medici e perquesto decide di rinunciare al suo incarico,nonostante i suoi evidenti successi terapeu-

tici. Alle polemiche che lo assalgono, si ag-giunge anche l’ostilità dei farmacisti che ri-vendicano il loro diritto di preparare e di-spensare i farmaci. Hahnemann, infatti, pre-parava e dispensava da solo i suoi rimedi.

Nel 1821 Hahnemann si trasferisce nuo-vamente e giunge a Koethen dove il ducaFerdinando lo sceglie come medico perso-nale e gli concede il diritto di prepararsi dasolo i rimedi omeopatici.

Gli anni passano e Hahnemann pubblicaun nuovo testo. Siamo nel 1828 e scrive“Trattato delle malattie croniche”.

Nel 1831 Hahnemann ha 76 anni e ri-mane vedovo. La sua solitudine non rimarràtale a lungo. Nell’ottobre del 1834 giunge aKoethen dopo un lungo viaggio in tenutamaschile, una donna che prende alloggio inuna stanza alla locanda.

La giovane e bella donna, in abiti elegan-ti secondo la moda di Parigi, chiede doveabiti ed eserciti il Maestro Hahnemann e dalui si dirige. Non si sa perché sia giunta aKoethen, probabilmente tra lei e il Maestroc’è stato un breve scambio epistolare. Accu-sava un dolore all’ipocondrio destro, ma perHahnemann una semplice lettera scritta non

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27STORIA DELL’OMEOPATIA

è sufficiente a porre una diagnosi e tantome-no a suggerire l’impiego di un rimedio.

“Signorina, senza vederla non posso dir-le…” e Marie Mélanie D’Hervilly si precipi-ta a Koethen da Samuel Hahnemann.

Mélanie è probabilmente nata a Parigi onei suoi dintorni. Quando incontra Hahne-mann nell’ottobre del 1834, a lui dice diavere 32 anni, ma nei documenti redatti dalgiudice che li sposerà il gennaio successivo,viene dichiarata trentaseienne. Nel Memo-randum autobiografico che scriverà nel1846, di sé racconta poco: l’amore per il pa-dre e la gelosia nei suoi confronti di una ma-dre piena di sé. Come figlia adottiva vieneaffidata a una coppia, i Léthière. Lui è unpittore, allievo di Jacques- Louis David(1748 -1825) pittore e politico francese. Mé-lanie si appassiona quindi alla pittura e di-mostra di essere qualcosa in più di una sem-plice dilettante, infatti tra il 1822 e il 1824espone al Salon (esposizione periodica dipittura e scultura che si svolse al Louvre concadenza biennale fino al 1863, e annuale inseguito) e grazie alla vendita dei propri di-pinti si rende indipendente. Diventa la com-pagna di Guillon-Léthière, utilizzandolo asuo vantaggio e inserendosi nell’ambienteculturale parigino. Il pittore, però muore nel1832 e Mélanie rivolge la sua attenzione aun altro uomo, anche in questo caso piùvecchio di lei: un poeta di oltre settanta an-ni, François Andrieux, ma anche questi benpresto muore, lasciandola nuovamente solanel 1833.

Nel Memorandum, Mélanie si vanta diavere conoscenze importanti, altolocate egrazie a queste ella riesce ad aggiungere alsuo cognome quello di d’Hervilly.

Mélanie è bella, affascinante e bisognosadi una soluzione affettiva. Ricerca uominimolto più anziani di lei, famosi e capaci didare la notorietà che va cercando. Si appas-siona alle loro passioni e li ammalia. Proba-bilmente questo è quanto accade anche con

Samuel Hahnemann che nel 1834 è vedovogià da 3 anni. Ha 79 anni, ma è ancora unuomo molto intelligente e non rimane insen-sibile alle lusinghe della bella parigina.Tut-tavia, per non dare probabilmente seguito asospetti, nei tre mesi che precedono il matri-monio, Mélanie comunica con il Maestro at-traverso una fitta rete epistolare, dalla qualeemerge che i due si frequentano in modo as-siduo e che condividono un’intensa attivitàsessuale, Mélanie scrive, infatti, “nella vio-lenza del mio amore faccio attenzione a nonstringerlo troppo al mio cuore bruciante, perpaura di spingerlo a un trasporto troppo vivoe mortale”.

Il 18 gennaio del 1835, Hahnemann eMélanie si sposano in segreto. Anche diquesto lei parla nel suo Memorandum, con-fidando che “l’ha sposato” perché Hahne-mann era ormai un uomo anziano bisogno-so di una compagna (più giovane) in grado

di prendersi cura di lui e capace di aiutarlo aproseguire la sua grande opera.

La vita a Koethen annoia la giovane pari-gina e ben presto i coniugi Hahnemann sitrasferiscono a Parigi. È l’estate del 1835.

Mélanie vuole prendersi cura e gestire lavita del Maestro completamente da sola e,diradando i rapporti con la Germania, lo al-lontana da tutti e prende il posto della figliaAmelie.

Lo affianca nelle visite ai pazienti: Hah-nemann siede su una poltrona attento adascoltare i particolari delle storie dei pazien-ti, fumando una pipa e la giovane mogliesiede accanto a lui, a una scrivania, davantia un libro dalle pagine bianche e con in ma-no un penna d’oro. Tutta la prescrizione è inmano a Mélanie. Hahnemann ne è solo ilgarante.

A Parigi la coppia frequenta teatri, risto-

ranti mondani, personaggi famosi. Mélanielo vuole mostrare, esibire. Tutti devono sa-pere chi è e i suoi pazienti devono aumenta-re di numero e di importanza sociale. Hah-nemann nonostante l’età conduce una vitamolto attiva e poiché conosce e parla corret-tamente il francese, l’italiano, l’inglese e iltedesco è considerato una vera e propria ce-lebrità.

Il 2 luglio del 1843, il Maestro si spegnealle 5 del mattino. Viene sepolto nel Cimite-ro di Montmartre, quello nel popolare quar-tiere noto come “quartiere degli artisti”, ac-compagnato da un ristretto gruppo di parte-cipanti. Sotto la pioggia battente, il corteomuove un breve tratto a piedi. Sono in pochiperché Mélanie non ha fatto sapere a nessu-no che Hahnemann è morto.

Da quello che accadde dopo si sa cheMélanie sperava, dopo la morte del marito,

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di avere il diritto di esercitare la pratica me-dica omeopatica. In realtà non avrebbe po-tuto sostituirsi a lui non essendo un medico.

L’Omeopatia, pur osteggiata dal mondoaccademico, si diffuse fin dai primi anni intutta Europa grazie anche ai successi ottenu-ti da Hahnemann e dai suoi allievi. Attornoal Maestro si erano riuniti a Lipsia e a Koe-then, un gruppo di Medici (Caspari, Gross,Hartmann, Herman, Ruecket, Stapf) deside-rosi di apprendere la nuova dottrina e di col-laborare alle sperimentazioni dei rimediomeopatici.

A pochi anni dalla sua nascita, l’Omeo-patia è conosciuta in tutte le più importanticittà europee. Dal 1813 a Koethen è attivoil primo ospedale omeopatico.

Nel 1829 viene fondata la prima associa-zione medica omeopatica e nel 1832 la pri-ma rivista: Allgemein Omeopatiche Zeitung.

Nello stesso tempo, inizia l’instancabilelavoro di Von Boehnningausen, autore diopere di grande successo.

Nel vicino impero Austro-ungaricol’Omeopatia fu portata dagli stesso allievi diHahnemann.

In Italia, nel Regno di Napoli, l’Omeopa-tia arriva nel 1821 grazie all’alleanza milita-re di Ferdinando I° di Borbone con L’Austria.Il nuovo metodo terapeutico viene insegnatoai medici napoletani, tra questi il dott. Fran-cesco Romani che introdusse la medicinaomeopatica in Italia e in Inghilterra.

Da Napoli l’Omeopatia si diffonde in Si-cilia. È Tranchina il primo italiano a esercita-re nel 1829, ma si deve al francese Mure, ilprogetto del movimento omeopatico in Sici-lia.

Con il sostegno di Ferdinando II, nascenel 1841, l’Accademia Omeopatica checonferisce i primi diplomi di dottore in Me-dicina Omeopatica.

Inizia la pubblicazione degli Annali diMedicina Omeopatica per la Sicilia. Nel1851 sarà la volta del Giornale Omeopatico

di Sicilia. In quegli anni, nell’isola sicula,esercitano 200 omeopati, 40 nella sola Pa-lermo.

La caduta del governo Borbonico nonfermerà il cammino dell’Omeopatia a Na-poli.

Nel 1863, con decreto di Vittorio Ema-nuele II, Mengozzi darà vita all’Istituto RealeOmeopatico e ad un dispensario.

Da Napoli, nel 1830, L’Omeopatia è sta-ta portata a Lione con Des Guidi, un allievodello stesso Romani. Des Guidi è considera-to il vero promotore della Medicina Omeo-patica in Francia.

Nel 1860 gli omeopati che esercitano inFrancia sono 400, 140 a Parigi.

In Spagna l’Omeopatia giunge nel 1821con il napoletano De Horatiis, ma la sua dif-fusione è per mezzo di Querol e successiva-mente di Rino y Hurtado, che traducono gliscritti di Hahnemann.

29STORIA DELL’OMEOPATIA

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Nel 1834, il farmacista Sanchez inaugurala prima Farmacia Homeopatica a Madrid.

In Danimarca (1821) e in Russia (1823)l’Omeopatia viene promossa dai suoi allieviLund, Adam, Hermann.

In Polonia (1824) dal francese Bigel.Nel Regno Unito è la stessa famiglia rea-

le a portare l’Omeopatia. Maria AlessandraSassonia Coburg, sposa del futuro re Gu-glielmo IV è una tenace sostenitrice, insiemealla sua famiglia fin dal 1820. È però grazieal medico Quin che la nuova dottrina si dif-fonde. Egli aveva studiato Omeopatia a Na-poli con Romani e frequentato Hahnemanna Parigi.

Nel 1843 fonda la British HomeopathicSociety e l’anno successivo il British Journalof Homeopathy e nel 1850 il London Hospi-tal.

In India, nonostante la dominazione bri-tannica, l’Omeopatia viene diffusa da un av-

venturoso rumeno, Honigberger, che si gua-dagna il sostegno del Maharajah del Pujab.

Rajaendalal Dutt è però considerato ilvero “padre” dell’Omeopatia indiana. Suc-cessivamente Mahendralal Sicar.

Nel continente americano l’Omeopatiaarriva nel 1824 grazie a Gram e Gray. È peròil tedesco Hering il “padre” dell’Omeopatiastatunitense.

Dal 1833, in Philadelphia, l’Omeopatiasi diffonde in tutti gli stati dell’unione. Latraduzione dell’Organon avviene nel 1836.

Nel 1844 Hering fonda l’American Insti-tute of Homeopathy. Nel 1852 a New Yorkesercitano 300 omeopati, 50 a Philadelphiae 20 a Boston.

L’arte medica proposta da Hahnemannha un background storico che non tutti co-noscono ma che sarebbe bene non dimenti-care. Chi, con grande impegno e passione,vuole raccogliere e conservare documenti e

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STORIA DELL’OMEOPATIA

pubblicazioni utili a ricostruire con fedeltàstorica la storia dell’Omeopatia dai suoiesordi ad oggi è il dottor Francesco EugenioNegro, che raccogliendo un progetto natodal padre, Antonio Negro, il 17 giugno 2013ha inaugurato il Museo dell’Omeopatia aRoma.

Il Museo ha sede in Piazza Navona, neilocali dell’Accademia Italiana di MedicinaOmeopatica (AIMO) e conserva materiale dirilevante interesse storico, nonchéuna forni-ta Biblioteca Omeopatica: oltre 5.000 volu-mi e riviste redatti in lingua italiana, france-se, tedesca, inglese e spagnola. Custodisceanche la Sezione Hahnemmaniana con rareprime edizioni.

Bibliografia

1.Francesco Eugenio Negro, Omeopatia ingiallo - Delitti e misteri da Hahnemann aigiorni nostri - Edizione Franco Angeli.

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STORIA DELL’OMEOPATIA

Il dottor Jahr, tra i primi discepoli diHahnemann e divulgatore dell’Omeo-

patia, il 28 novembre 1835, in una riunionedella Società Omeopatica di Liegi citavaquesto aneddoto riportato dal dott. F. Zam-marano in un testo pubblicato nel 1951dall’Editore Licinio Cappelli di Bologna“Medicina omeopatica dalle origini ad og-gi”, pag. 68.

L’aneddoto è senz’altro curioso e per cer-ti versi sicuramente molto attuale.

Jahr afferma infatti che aveva appena ter-minato i suoi studi di medicina e viaggiavain tutta la Germania per completare la suaformazione. Una sera arrivò in un villaggio esi imbatté in un ricco signore che lo invitòad alloggiare presso di lui. Questo signorepiù annoiato che ricco, era ammalato dalunghissimo tempo di disturbi del ricambio.Quando seppe che Jahr era un medico, nonsolo non se ne compiacque, ma addiritturadisse che avrebbe preferito che suo figlio di-ventasse carnefice piuttosto che medico.

Difatti era ammalato da più di vent’anni,si era rivolto a diversi celebri medici, manessuno di questi era riuscito a mettersid’accordo con gli altri né sulla diagnosi, nésui rimedi prescritti. Per cui egli non avevamai deciso di effettuare nessuna delle curepreviste. Sarebbe bastato che solo tre di essifossero stati d’accordo per riuscire a dirime-

re le sue perplessità. La sua convinzione erainfatti che la medicina, lungi dall’essere unascienza, non fosse altro che il più ignobiledei mestieri.

E per rendere più credibili le sue afferma-zioni, prese un grosso libro sulle cui pagine,divise in tre colonne, erano riportati il nomedei medici consultati nei diversi paesi, le in-dicazioni da essi date alla sua malattia e fi-nalmente le prescrizioni e i relativi medica-

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UN MALATO, 33 MEDICI E UN RIMEDIO UNICO

Un malato, 33 medicie un rimedio unico

Vincenzo De Paola

menti. In totale erano riportati 477 mediciconsultati, 313 opinioni differenti sulla natu-ra del suo male, 832 ricette comprensive diben 1.097 medicamenti diversi.

In effetti non aveva risparmiato né dena-ro, né tempo, ma non aveva trovato neanchetre dottori che fossero stati dello stesso pare-re e nonostante tutto non si era stancato diinsistere.

Chiese a Iahr se fosse disposto ad aggiun-gere se voleva le sue considerazioni, maquesti rifiutò limitandosi a chiedere se fratutti i medici consultati fosse presente ancheHahnemann.

Senza dubbio, rispose il signore e gli dis-se di cercare al numero 301.

“Cercai e trovai: Nome della malattia: 0;Nome del Rimedio: 0. Chiesi spiegazione diquesti due zeri, e quel bel tipo di ammalato,osservò: Questa indicazione è la più ragio-nevole e la più logica. – «II nome della ma-lattia non riguarda me, mi disse il famosoHahne mann, – e scrivo 0; il nome del rime-dio non riguarda voi, e scrivo anche 0; a me

spetta soltanto guarirvi». E ne avrei seguitele prescrizioni se, sventuratamente, non fos-se stato solo, perché, come vi ho detto, biso-gnavano almeno «tre» medici d’accordo” –pag. 69.

A questo punto Jahr gli chiese se si fossestancato di continuare a verificare e fosse di-sposto a effettuare un’ultima prova. Il signo-re accondiscese e Jahr propose di inviare larelazione della malattia a trentatré mediciomeopati di diversi paesi del mondo, ac-compagnandola con l’onorario del consul-to.

Dopo qualche tempo pervenne a Jahruna botte con vino del Reno del 1822 ac-compagnata da una lettera che riportava laconclusione dell’esperimento effettuato, inquanto ben 22 medici dei 33 aveva concor-dato con lo stesso rimedio, un numero quin-di maggiore di quello che sarebbe stato ne-cessario.

Aveva dunque seguito il trattamento edera guarito e si era convertito all’Omeopatia.Quei ventidue medici gli avevano tutti pre-

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UN MALATO, 33 MEDICI E UN RIMEDIO UNICO

scritto delle dosi infinitesimali di Carbonevegetale.

Questo ci riporta alla necessità perl’omeopata della prescrizione del rimediosull’individualità del malato piuttosto chesulla malattia.

Quale sarebbe oggi il risultato di unesperimento simile?

Probabilmente disastroso. In un recentepassato si sono fatti simili prove, ma pur-troppo le cose non sono andate nello stessomodo.

L’Omeopatia si è frammentata in una mi-riade di esperienze diverse, tutte con risulta-ti per certi versi anche incoraggianti e perquesto ci si è sempre più allontanati dalla ri-cerca Hahnemanniana.

Ed ecco allora gli unicisti, i pluralisti icomplessisti e così via.

Molte volte nei corsi di formazione, gliallievi mi chiedono cosa significa tutto que-sto.

Da sempre rispondo: Gli omeopati perdefinizione sono UNICISTI, ma per necessi-tà diventano PLURALISTI e per disperazionefiniscono per diventare COMPLESSISTI.

Chi difatti, trovando il simillimum, senti-rebbe la necessità di dare più rimedi invecedi guarire un malato con una sola prescri-zione?

Ma nello stesso tempo, di fronte a unacomplessità di una sintomatologia persisten-te e quanto mai articolata e differenziata,quanti poi sentono la necessità di alternareo completare il rimedio prescritto magaricon un rimedio che segue bene o forse piùcorrettamente con un complementare, sen-za avere la pazienza di aspettare e valutarenel tempo gli effetti del rimedio corretta-mente prescritto?

E infine che dire poi di chi di fronte a unpaziente, poco paziente, che vuole un rime-dio immediato, senza nessun possibile peg-gioramento, magari per telefono e con po-che indicazioni, per evitare un interrogato-

rio lungo, complesso e spesso poco articola-to dalla scarsa capacità di osservazione delmalato, si lascia convincere a utilizzare uncomplesso? Tanto agisce subito, qualcosa lofa e il paziente sarà sicuramente contento diottenere benefici simili a quelli che otterreb-be con l’utilizzazione di un farmaco chimi-co tradizionale, senza tuttavia “intossicarsi”o essere soggetto a eventuali effetti collate-rali, segnalati nel bugiardino, ma ormaiignorati da quasi tutti i medici.

In realtà ho sempre trovato giusta qua-lunque di queste scelte purché consapevolee razionalmente utilizzata.

Non quindi scelta per la comodità delmomento, ma perché in scienza e coscienzarappresenta in quel momento la migliorepossibile.

Cos’è difatti il simillimum?Zammarrano risponde: “il farmaco corri-

spondente all’individualità del malato, quelfarmaco cioè, che, come vogliamo dimo-

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UN MALATO, 33 MEDICI E UN RIMEDIO UNICO

strare, con la sua sola presenza fa da cataliz-zatore, da eccitante specifico dell’unità bio-logica che utilizza così, per effetto forse dirisonanza e di analogia dinamica, la propriaenergia guaritrice” - pag. 70.

Ovviamente di definizioni se ne potreb-bero dare molte e sicuramente tutte corrette.Qui tutto questo discorso vuole essere solouna dialettica provocazione tesa a sviluppa-re un dialogo che ci porti sempre più ad unauniformità di impostazioni didattiche e nonad una per forza convergente prescrizione,data la natura di “arte” propria della scienzamedica.

La mia convinzione è che sicuramenteesiste un unico simillimum per ogni indivi-duo, che forse come asserisce Roberto Pe-trucci potrebbe essere lo stesso per tutta lavita, affiancato se necessario da rimedi com-plementari che possono completarne l’azio-ne nelle differenti situazioni di vita.

Ma esistono anche una gradazioni di ri-medi che pur non essendo il simillimum siavvicinano molto a questo e possono con-sentirmi se non di risolvere definitivamentee permanentemente i sintomi patologici delpaziente di migliorarne notevolmente lacondizione, nella speranza di affinare poi laprescrizione attraverso la progressiva cono-scenza del malato.

Ovviamente per questo non posso pre-scrivere a caso, o sulla base di convinzionisuperficiali, cito per tutti non so banalmen-te per esempio che la pulsatilla deve esserebionda e con gli occhi azzurri, ma è neces-sario uno studio rigoroso del paziente conun’osservazione attenta e scientifica, ossiaripetuta nel tempo e razionalizzabile.

“L’Omeopatia crede nella dinamica del-l’intuizione, non disgiunta s’intende, dalladeduzione obiettiva, ma valorizza più il sin-tomo chiave della reazione individuale che

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36 UN MALATO, 33 MEDICI E UN RIMEDIO UNICO

il nome della malattia, raggiungendo così unvero sintetismo e una produttività maggiore.L’omeopatico come artista scopre e comescienziato classifica ed ordina. In altre paro-le: non argomenta teorizzando, ma dedu-cendo intuisce, e sperimentando deduce” -pag. 72.

Come sempre nel processo influiscononotevoli variabili che finiscono per determi-nare a volte anche il risultato del processo.

Lo stesso Zammarano cita il caso di unabambina svegliatasi nel primo sonno con unforte dolore all’orecchio sinistro. La came-riera al telefono informa che la piccola pian-ge, grida, chiama i genitori. Da tempo è af-fetta da adenoidi, cosa che può spiegare ildoloroso riflesso all’orecchio. Secondol’esperienza il medico somministra Alliumcepa, poi Chamomilla e infine Pulsatilla chein genere guariscono il mal d’orecchio deibambini, ma questa volta i rimedi sommini-strati non sortiscono alcun effetto. La bambi-na continua a gridare da oltre un’ora.

Improvvisamente la bambina getta via leapplicazioni calde che dovrebbero servire alenire il dolore e dice che preferisce le appli-cazioni fredde. Ecco allora che si apre lospiraglio. Il dolore acuto, pulsante, lanci-nante, insorto con violenza e rapidità, mi-gliora con il fresco (come la puntura del-l’ape).

Pochi globulini sulla lingua e la piccolasi placa in pochi minuti. Ecco allora che sicollega il tutto con il probabile stato di ede-ma del tessuto adenoideo, la faccina conge-stionata e gonfia, l’adipsia e la lateralità sini-stra ecc.

Quanto tutto questo è collegato con l’ul-tima osservazione, senza la quale non è pos-sibile determinare il giusto rimedio.

Ecco dunque la necessità di un’osserva-zione puntuale e di un interrogatorio precisoe completo.

E comunque a volte la prescrizione cor-retta richiede che il paziente riferisca in mo-

do puntuale e preciso modalità e situazioniche a volte possono sfuggire o essere ritenu-te poco credibili o addirittura non importan-ti per la prescrizione del rimedio.

Ricordo un ragazzo di sedici anni venutonel mio studio per attacchi quotidiani diemicrania, e tra le altre cose mi riferisce unsintomo che può essere facilmente banaliz-zato e per questo non riferito al medico:paura degli extraterrestri e dei fantasmi,aprendomi alla possibile prescrizione di unrimedio da me poco utilizzato, ma che nelcaso specifico si rivelò straordinariamenteefficace non solo nel modificare la sintoma-tologia dolorosa, ma anche la reattività delpaziente, di indole piuttosto solitario, taci-turno, poco incline alla socializzazione,molto svogliato e con scarso rendimentoscolastico: MANCINELLA.

A volte poi la prescrizione deve esserebasata su analogie o similitudini che si pos-sono prestare ad essere banalizzate e pur-troppo deformate nelle loro semplificazionecome avviene nell’esempio riportato da Ti-ziano Terzani nel suo libro: “Un altro giro digiostra”.

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37UN MALATO, 33 MEDICI E UN RIMEDIO UNICO

“Una ragazza soffre di depressione e di-ce di non sentirsi a suo agio in mezzo allagente; vuole stare da sola e in posti alti.Spesso scappa sul tetto di casa e sogna di«volare via ». I medici non sanno cosa farci.Viene portata da un omeopata e quello, do-po averla fatta parlare, riconosce in quel«volare via» il sintomo di una natura chenon riesce a esprimersi: la na tura dell’aqui-la. Dallo zoo della città si fa dare una gocciadi san gue d’aquila; la diluisce in un litrod’acqua, scuote e riscuote la bottiglia; dilui-sce una goccia di quella mistura in un altrolitro d’acqua, scuote e riscuote; diluisce dinuovo una sola goccia in altra acqua, scuo-te, riscuote, e alla fine prescrive alla ragazzadi bere ogni giorno alcune gocce di quelladiluizione che del sangue dell’aquila non hapraticamente più nulla, tranne forse... la me-moria. Nel giro di alcune settimane la ragaz-za sta bene”.

Oppure ancora peggio, esemplificazioni

che poco si prestano a poter essere giustifi-cate da una visione diciamo scientifica epurtroppo per questo poi l’Omeopatia vieneannoverata non dico tra le pratiche esoteri-che, ma sicuramente nell’ambito di una vi-sione unilaterale e poco accettabile da unamente razionale.

Cito per questo un ulteriore esempio ri-portato da Terzani nel suo libro, che tra l’al-tro offre un notevole spazio all’Omeopatia.

“Un ragazzino, in un piccolo paese dicampagna viene punto da un ape. La facciagli si gonfia terribilmente e lui sta male, i ge-nitori telefonano all’omeopata e quello diceloro di procurarsi immediatamente una so-stanza chiamata Apis 200; la mettano in unabottiglia d’acqua, scuotano il tutto e diano alragazzo alcune gocce di quel liquido. Im-possibile. La farmacia è lontana e il tem postringe: il ragazzine sta sempre peggio. Ilmedico per telefono suggerisce allora diprendere un pezzo di carta, di scriverci so-

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38 UN MALATO, 33 MEDICI E UN RIMEDIO UNICO

pra Apis 200, di mettere quella carta nellabottiglia, di scuoterla bene e far bere l’acquaal ragazzo. La pinzatura, lentamente, sisgonfia e il ragazzo si rimette”.

Ovviamente si tratta di una esasperazio-ne non molto lontana dalle considerazionidi chi ritiene le diluizioni omeopatiche tal-mente elevate da non giustificare la presen-za di alcunché nel rimedio somministrato.

D’altra parte molte scoperte scientifichehanno avuto in principio la stessa sorte:Zammarano nel testo citato riferisce del-l’esperimento di radiotelegrafia effettuatodal Marconi nel 1901 nella baracca di capoCod in America.

Le parole del testo, con l’adeguata analo-gia, ci riportano drammaticamente a unapossibile visone realistica del contesto attua-le.

“Il giorno del ricevimento del primomessaggio radiofonico, Marconi viveva unadelle ore supreme della sua esistenza. Settevolte in un solo secondo, quelle onde, chein nessun modo possono cadere sotto i no-stri sensi, erano riuscite a correre intorno atutto il nostro piccolo globo terracqueo. Maad un tratto la porta della baracca si spalan-cò, come per una forte ventata, e un uomoentrò chiedendo, con fare autoritario, diMarconi. Chi sarà? Forse lo spirito di Leib-nitz che veniva e dirgli che, delle tre suppo-sizioni esplicative possibili: l’azione transiti-va, l’occasionalismo e l’armonia prestabili-ta, (e qui ci riferiamo per analogia all’Omeo-patia) l’ultima soluzione era la più utile?

Oh, no, l’uomo che entrò quel giornonella baracca mostrò a Marconi una citazio-ne del Tribunale che gli imponeva di sgom-brare, e di mai più tentare di comunicarecon l’Europa, perché quello era un diritto in-tangibile della compagnia dei cavi! Dirittoforse simile a quello della Medicina Ufficia-le di oggi?!…” - pag. 75.

Le conclusioni a cui perviene lo Zamma-rano, ci riportano ai postulati fondamentalidella dottrina di Hahnemann:• I sintomi patogenetici dei rimedi omeo-

patici non sono frutto dell’immaginazio-ne degli omeopati.

• Le patogenesie omeopatiche riflettono sìun’immagine, ma di vere e ben determi-nate malattie.

• Le guarigioni ottenute con l’osservanzadella legge omeopatica non si possonospiegare con altro criterio di terapia.

Vincenzo De [email protected]

39UN MALATO, 33 MEDICI E UN RIMEDIO UNICO

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numeroquattroannoventiquattro cahiersdebiotherapie

INTRODUZIONE

L’otite media acuta è un evento di fre-quente osservazione nella pratica ambulato-riale pediatrica.

Nella gestione del paziente affetto da oti-te media acuta (OMA) in assenza di segnisuggestivi per infezione batterica grave (per-forazione timpanica) o con interessamentosistemico (febbre elevata >39, concomitantemastoidite...) le principali linee guida inter-nazionali suggeriscono nei pazienti >2anniun atteggiamento di vigile attesa.

Queste indicazioni sono dovute al fattoche le otiti medie sono processi flogistici lo-cali che frequentemente vanno incontro a ri-soluzione spontanea e spesso riconosconouna eziologia di natura virale. Nella comu-ne pratica clinica quotidiana tuttavia le lineeguida non vengono spesso rispettate.

Una maggiore aderenza alle linee guidaridurrebbe il numero di somministrazione diantibiotici inutili riducendo gli effetti colla-terali e il progressivo diffondersi delle resi-stenze. I farmaci omeopatici per il loro profi-lo di safety potrebbero essere un valido sup-porto alla terapia con FANS durante le 48hdella vigile attesa permettendo globalmenteuna gestione delle otiti più in linea conquanto suggerito dalla letteratura. Studi con-dotti negli ultimi 15 anni sembrano suggeri-

re un’efficacia dell’Omeopatia nella gestio-ne acuta dell’otalgia sia a breve che a lungotermine.

L’Omeopatia per la sua notevole com-plessità e per l’incredibile quantità di sfuma-ture prescrittive è difficile da inquadrare nel-le logiche di uno studio clinico tradizionale.Analizzare tanti rimedi impone infatti grandivolumi di pazienti con indubbi problemi direclutamento. Per quanto riguarda l’otite so-no molti i rimedi che utilizzabili tra questi ri-cordiamo:

• ACONITUM: otalgia improvvisa, spessodopo COLPO DI FREDDO SECCO, pre-valentemente notturna accompagnata daagitazione ansiosa, febbre elevata senzasudorazione.

• ARSENICUM ALBUM: otalgia catarralecon dolore BRUCIANTE, intenso, otorreabruciante.

• BELLADONNA: otalgia a esordio brutalecon dolore pulsante, viso arrossato e su-dato, abbattimento, INTOLLERANZA ARUMORI.

• CHAMOMILLA: otalgia violenta, lanci-nante e intollerabile a comparsa nottur-na, importante agitazione con urla,GUANCIA ROSSA DAL LATO DOLENTE.

• DULCAMARA: otite associata a COLPODI FREDDO UMIDO.

41L’OMEOPATIA NELLA GESTIONE INTEGRATA DELL’OTITE MEDIA ACUTA: UNO STUDIO PROSPETTICO

L’Omeopatia nella gestioneintegrata dell’otitemedia acuta: unostudio prospettico

Francesco Licciardi

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• FERRUM PHOSPHORICUM: otalgia aCOMPARSA PROGRESSIVA, non pul-sante, febbricola e abbattimento, timpa-no intensamente iperemico, padiglioneauricolare spesso arrossato.

• HEPAR SULFUR: otite dolorosa in pro-cesso SUPPURATIVO. Otite purulenta,fetida con timpano perforato.

• MERCURIUS SOLUBILIS: dolore inten-so, pungente con OTORREA ABBON-DANTE e densa preceduta da SANGUE.

• SILICEA: rimedio principale dell’otitesierosa CRONICA.

L’elenco estremamente ridotto qui pre-sentato potrebbe essere completato conmolti altri rimedi che possono essere utiliz-zati nella gestione dell’otite. L’esigenza dicoinvolgere nello studio pediatri con pocadimestichezza nell’Omeopatia ci ha portatoperò a ridurre al minimo i rimedi consigliatipur lasciando nella pratica grande libertàprescrittiva. Ci siamo quindi posti l’ambizio-so obiettivo di ridurre la lista dei rimedi“suggeriti” a quattro.

In una prima fase abbiamo eliminato tuttii rimedi tipicamente cronici quali per esem-pio Silicea e i Kali. In un secondo momentoabbiamo eliminato i farmaci caratterizzatida otorrea abbondante o bruciante comeHepar S. e Arsenicum in quanto il riscontrodi otorrea pone secondo linee guida indica-zione alla terapia antibiotica. Abbiamo infi-ne identificato tra i rimedi rimasti quelli cheadatti a trattare le condizioni patologiche dipiù frequente riscontro nella pratica clinica,abbiamo quindi suggerito ai pediatri coin-volti 4 rimedi: Aconitum, Belladonna, Fer-rum fosforicum e Chamomilla. Se da un latoil tentativo di semplicazione ha impoveritole opzioni terapeutiche dall’altra era un pre-supposto necessario per permettere una effi-cace analisi dei dati.

OBIETTIVO DELLO STUDIO

Lo studio si propone l’obiettivo di valuta-re se il concomitante uso di farmaci omeo-patici sintomatici nei bambini affetti da otitemedia sia in grado di migliorare l’aderenzaalle linee guida riducendo il numero di som-ministrazioni di antibiotici e cortisonici nel-le 48h seguenti la prima visita.

Lo studio si propone inoltre di valutare ilgrado di soddisfazione da parte dei genitoridi un approccio integrato (con farmaci allo-patici e omeopatici) alla patologia, sarà infi-ne valutato se il concomitatante uso di far-maci omeopatici sia in grado di migliorare ilcontrollo della sintomatologia algica ridu-cendo il numero di assunzioni di paraceta-molo oppure ibuprofene.

MATERIALI e METODI

Popolazione in studioI farmaci omeopatici sono stati suggeriti

come farmaci di prima linea associati aiFANS al bisogno in pazienti con le seguenticaratteristche:• Età compresa tra 2 e 14 anni.• Otalgia intensa/Otite acuta insorta da

meno di 48h.• Assenza di Febbre >39 alla visita.• Non indicazione all’assunzione imme-

diata di ATB: (segni di mastoidite, scolopurulento dall’orecchio, dolore non tol-lerabile).

Tipi di farmaci omeopaticiIn considerazione della complessità del-

le possibili prescrizioni omeopatiche, fun-zione anche dell’esperienza del medico pre-scrivente in questo studio non è stato impo-sto un regime terapeutico univoco. Qualorail pediatra si trovasse in difficoltà nella sceltadella prescrizione omeopatica il regimeconsigliato è stato quello di:

L’OMEOPATIA NELLA GESTIONE INTEGRATA DELL’OTITE MEDIA ACUTA: UNO STUDIO PROSPETTICO

numeroquattroannoventiquattro cahiersdebiotherapie

• ACONITUM: otalgia improvvisa, spessodopo COLPO DI FREDDO SECCO, pre-valentemente notturna accompagnata daagitazione ansiosa, febbre elevata senzasudorazione (9CH- 5granuli anche ogniora spaziando al miglioramento).

• BELLADONNA: otalgia a esordio brutalecon dolore pulsante, viso arrossato e su-dato, abbattimento, INTOLLERANZA ARUMORI (9CH- 5granuli anche ogni oraspaziando al miglioramento).

• FERRUM PHOSPHORICUM: otalgia aCOMPARSA PROGRESSIVA, non pul-sante, febbricola e abbattimento, timpa-no intensamente iperemico, padiglioneauricolare spesso arrossato (9CH- 5gra-nuli anche ogni ora spaziando al miglio-ramento).

• CHAMOMILLA: otalgia violenta, lanci-nante e intollerabile a comparsa nottur-na, importante agitazione con urla,GUANCIA ROSSA DAL LATO DOLENTE(9CH- 5granuli anche ogni ora spazian-do al miglioramento).

Raccolta dei datiI dati anonimi sono stati raccolti secondo

una duplice metodologia:Una scheda di arruolamento compilata

dal medico alla prima visitaUn questionario per le mamme compila-

bile on-line (pubblicato sul sito http://studi-medicinainteg.wix.com/medicina-integrata)o mediante intervista telefonica.

Analisi statistica dei datiL’analisi dei dati è stata eseguita utiliz-

zando la tabella di calcolo Excel e il pro-gramma statistico GraphPad 5.0. Le analisistatistiche delle variabili ordinali è stata ese-guita mediante il calcolo del X quadro e do-ve possibile utilizzando il test esatto di Fi-sher. Sono stati considerati statisticamentesignificativi p-value <0,05.

RISULTATI

Caratteristiche della popolazione studiataIn un periodo compreso tra il 15 gennaio

2015 e il 30 aprile 2015 sono stati reclutati56 pazienti presso 3 ambulatori di Pediatridi libera scelta, 1 solo dei medici prescrittoriaveva un’esperienza di lunga data in ambitoomeopatico, gli altri 2 sono attualmente informazione presso la scuola Smb di Torino(II anno).

Dei 56 pazienti reclutati 5 hanno compi-lato il questionario online, 50 sono staticontattati telefonicamente alcuni giorni do-po la risoluzione dell’otite, per un pazientenon è stato possibile ottenere dati dopo laprima visita ed è stato quindi non considera-to in sede di analisi dei dati, in tale sede so-no stati inoltre esclusi 2 pazienti perchè conetà inferiore ai 2 anni.

I restanti 53 pazienti avevano un età me-diana di 4 anni, la figura1 è mostrata la di-stribuzione dei casi per età.

Figura 1. Età al reclutamento e numero dicasi reclutati

I pazienti sono equamente distribuiti persesso: 26 maschi e 27 femmine.

La maggior parte dei pazienti (84%) èstata visitata e ha ricevuto la prescrizioneomeopatica nelle prime 12h dall’esordio delsintomo, la mediana è risultata di 10h. In fi-gura 2 è mostrata la distribuzione dei pa-

43L’OMEOPATIA NELLA GESTIONE INTEGRATA DELL’OTITE MEDIA ACUTA: UNO STUDIO PROSPETTICO

cahiersdebiotherapie numeroquattroannoventiquattro

zienti in relazione al tempo intercorso tra ilsintomo e la visita medica.

Figura 2. Tempo intercorso tra l’esordio delsintomo e la visita medica

Terapia omeopatica: tipo di prescrizione ecompliance

I 53 pazienti sono stati visitati e in basealle caratteristiche cliniche, alle modalità eai dati dell’esame obiettivo è stata formulatauna prescrizioni omeopatica. Nell’otticadello studio di una patologia acuta si è valu-tato esclusivamente il farmaco omeopaticosintomatico prescritto e non sono stati consi-derati eventuali farmaci di fondo. Solo 1 pa-ziente è stato trattato con un medicinaleomeopatico diverso dai 4 consigliati (FerrumFosf, Aconitum, Belladonna, Chamomilla).

La percentuale dei farmaci prescritti du-rante lo studio è rappresentata in Figura 3.

Figura 3. I rimedi prescritti

I 7 pazienti con trattamento “Non noto”hanno tutti preferito non utilizzare farmaciomeopatici per cui è stato impossibilie risa-lire alla prescrizione originale.

In totale l’85% dei genitori ha effettiva-mente somministrato la terapia omeopatica,degli 8 pazienti che non hanno seguito laprescrizione 4 non hanno ritenuto di som-ministrare la terapia per scomparsa autono-ma del sintomo, altri 4 hanno preferito cura-re i figli con soli farmaci allopatici al biso-gno.

Dalla figura 4 emerge come farmaci ipe-racuti quali Belladonna e Aconitum sianostati prescelti nel 97% quando la comparsadel sintomo era ravvicinata alla visita (prima12h) mentre un farmaco più subacuto qualeFerrum fosf ha una distribuzione temporalepiù eterogenea con un 45% dei pazienti chericeveva la prescrizione dopo 12h dallacomparsa del sintomo. Dal confrontro tra le2 distribuzioni emerge una significativitàstatistica con p-value=0,01.

Figura 4. Rimedi omeopatici e tempo inter-corso tra l’esordio e la prescrizione. Bella-donna e Aconitum sono stati prescritti in casiiperacuti, ferrum fosforicum è stata la primascelta in casi subacuti.

Outcome dei pazienti trattati e grado disoddisfazione

I pazienti trattati con farmaci omeopaticihanno dovuto assumere almeno una dose di

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FANS solo in un quarto dei casi, degli 11 pa-zienti trattati con terapia omeopatica+allo-patica a 8 è stato somministrato Paracetamo-lo, a 3 Ibuprofene, 1 solo paziente ha assun-to sia paracetamolo che ibuprofene. Degli11 pazienti trattati con FANS il 55% (6/11)hanno dovuto assumere 3 o più dosi di far-maco.

Figura 5. Necessità di FANS in pazienti trat-tati con omeopatia e tipo di FANS.

In questo studio il 16% dei pazienti hadovuto assumere terapia con corticosteroide(betametasone) e/o antibiotico per via orale.In questo sottogruppo di pazienti 6 hannodovuto assumere tale terapia per aggrava-mento del quadro otoscopico, 1 per la com-

parsa di sintomi sistemici. Nessuno dei pa-zienti trattati si è recato in pronto soccorso enon si sono verificati eventi infettivi maggio-ri quali otomastoidite con necessità di tera-pia antibiotica endovenosa.

Figura 6. Necessità di terapia sistemica di se-condo livello in pazienti trattati con omeo-patia e tipo di prescrizione.

Confrontando i vari rimedi omeopaticinon sono emerse differenze statisticamentesignificative ad eccezione del fatto che i pa-zienti con una prescrizone alla diagnosi diFerrum Fosforicum sono stati più frequente-mente trattati con betametasone rispetto aglialtri (p=0,02). I p-value delle correlazionistatistiche sono espresse in tabella1.

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Tabella 1. Frequenza della prescrizione di farmaci allopatici nei pazienti divisi per farmacoomeopatico prescritto.

Rimedio omeopatico Uso FANS Uso terapia Uso II livello Betametasone

Aconitum 14% (p=0,45) 7% (p=0,41) 0%

Belladonna 33% (p=0,44) 9% (p=0,65) 0%

Chamomilla 40% (p=0,58) 40% (p=0,16) 0%

Ferrum Fosf. 23% (p=1,00) 23% (p=0,39) 23% (p=0,02

I p-value sono stati calcolati con il test esatto di fisher confrontando ogni singolo rimediocon un gruppo comulativo costituito dagli altri 3.

La soddisfazione media verso la terapiacon farmaci omeopatici è risultata alta, soloil 13% dei genitori ha considerato inutile laterapia con farmaci omeopatici.

Figura 7. Soddisfazione verso il trattamentoomeopatico. Ai pazienti è stato chiesto di va-lutare la soddisfazione verso il trattamento inuna scala da 1 a 5.

La dimensione del campione analizzatorende non agevole l’analisi della soddisfa-zione media in base al farmaco prescritto. Ingenerale i pazienti Ferrum fosforicum sem-brano avere una soddisfazione media piùbassa (insoddisfatti 20% p=0,03) tale trendsembra presente anche per Chamomilla do-ve però il p-value non risulta statisticamentesignificativo forse per la scarsa numerositàcampionaria.

DISCUSSIONE

Omeopatia: un alleato nella gestione del-l’otalgia?

L’otite/otalgia è una delle più frequenticause di visita presso un ambulatorio di pe-diatria generale come dimostra il cospicuocampione di pazienti reclutati in un periododi soli 3 mesi.

Come accennato nell’introduzione è or-mai noto come la terapia antibiotica e corti-sonica non sia necessaria per la gestionedella maggior parti dei pazienti con OMA,

tuttavia l’ansia delle mamme di fronte a crisialgiche talora cospicue e il timore della per-forazione timpanica comportano nella co-mune pratica clinica un overtreatment diquesti pazienti. Questa dinamica come èben noto non è esente da impatti negativi siasulla salute del bambino sia a livello di co-munità con l’ormai dilangate problema deiceppi batterici poliresistenti.

Questo studio conferma come un ap-proccio integrato con la proposta in primabattuta di un farmaco omeopatico in asso-ciazione ad un FANS al bisogno comportiindubbi vantaggi [7]. Dei pazienti reclutatiinfatti solo il 14% ha dovuto assumere tera-pia antibiotica.

Inoltre è emerso come 3 pazienti su 4non abbiano dovuto assumere paracetamoloo ibuprofene per il controllo del dolore, taledato potrebbe suggerire un ruolo dell’omeo-patia in monoterapia senza necessità di con-sigliare farmaci allopatici al bisogno. Que-sto studio non è stato disegnato per valutarequesto scenario tuttavia alcune osservazionisono d’obbligo.

L’otalgia è un disturbo estremamente do-loroso: molti bambini piangono intensamen-te durante gli episodi e il compito del medi-co è quello di curare il paziente senza fonda-mentalismi non trascurando la qualità di vita.Se da un lato l’uso e l’abuso di antibiotici ecortisonici comporta una serie di problemil’uso assennato di un FANS (in particolare ilparacetamolo) soprattutto in mono sommini-strazione non comporta per il suo profilo disafety particolari effetti collaterali sia a livelloindividuale che di comunità.

Alla luce della comprovata efficacia deiFANS nella gestione acuta dell’otalgia inten-sa proporre una monoterapia con omeopatiaimporrebbe studi di popolazione più ampiper l’identificazione di fattori in grado di pre-dire la non-necessità di terapia antiinfiam-matoria nei pazienti otalgici. Un tale studiosarebbe indubbiamente reso complicato dal

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carattere estremamente variabile delle otal-gie. Ad oggi quindi un approccio integratocon FANS al bisogno risulta un compromes-so di buon senso in grado di conservare ipregi di una terapia omeopatica (minore as-sunzione di farmaci allopatici) e allopatica(miglior controllo delle crisi algiche).

Un’altra problematica analizzata dallostudio è la compliance dei pazienti. Anche aquesto proposito i risultati sembrano essereconfortanti: l’85% dei genitori coinvolti hainfatti accettato di effettuare una terapia in-tegrata, solo in 4 casi (7%) i genitori hannoespressamente ignorato la prescrizione e uti-lizzato solo farmaci allopatici. Indubbia-mente l’elevata compliance suggerisce co-me i genitori accettino (e anzi in alcuni casidomandino) un approccio medico trasversa-le che integri le nozioni della medicina “tra-dizionale” con approcci alternativi purchèquesti si dimostrino efficaci. Va tuttavia se-gnalato come l’elevato numero di dati rac-colti telefonicamente possa costituire unpossibile bias in grado di far sovrastimare lacompliance.

Per quanto riguarda la percezione sog-gettiva dell’utilità della terapia i pazientihanno nella maggioranza dei casi reputatoutile l’utilizzo dei farmaci omeopatici. Soloil 13% dei genitori ha considerato inutile laterapia, il risultato è indubbiamente notevo-le specialmente in considerazione del fattoche non sono emerse differenze sostanzialitra medici prescrittori esperti e neofiti del-l’omeopatia. Tale risultato dimostra come inun setting acuto la prescrizione di un rime-dio efficace sia possibile anche a chi ha po-ca esperienza ottenendo risultati più cheegregi.

Le differenze tra i 4 farmaci, una lezionenon solo per l’omeopata

Nell’analisi dei dati ci siamo anche inter-rogati se vi fossero differenze tra i vari far-maci sia per quanto riguarda il decorso sia

per quanto riguarda la soddisfazione dei pa-zienti. La distribuzione dei rimedi in relazio-ne al tempo intercorso tra l’esordio del sin-tomo e la visita rispecchia le caratteristichedei rimedi: in particolare Belladonna e Aco-nitum sono stati prescritti nelle forme ipera-cute (<12h) mentre un rimedio a cavallo tral’acuto e il subacuto come Ferrum fosf. è sta-to prescritto anche in otalgie che duravanoda più di 12h. Questi dati rispecchiano glo-balmente una buona appropriatezza pre-scrittiva.

Per quanto riguarda il decorso i rimediomeopatici hanno dimostrato una efficaciaabbastanza trasversale con pochi p-valueche hanno raggiunto la significatività statisti-ca. Tuttavia a ben analizzare i dati sono pre-senti alcune differenze tra rimedio e rimedioche in alcuni casi potrebbero verosimilmen-te raggiungere significatività statistica au-mentando la numerosità campionaria.

In particolare:Aconitum: i pazienti Aconitum sono

quelli che hanno assunto meno FANS per ilcontrollo del dolore (14%) di questi solo lametà ha dovuto assumere una terapia di II li-vello.

Belladonna: a differenza dei pazientiAconitum i pazienti Belladonna hanno do-vuto assumere FANS in un terzo dei casi(33%), tuttavia i pazienti che hanno dovutoassumere terapia di II livello sono sovrappo-nibili a quelli di Aconitum (9%).

Chamomilla: i pazienti Chamomilla sonoquelli che globalmente hanno dovuto assu-mere più FANS (40%), tutti i pazienti chehanno assunto FANS han dovuto assumereanche terapia di II livello.

Ferrum Fosforicum: globalmente i pa-zienti Ferrum fosf hanno avuto un 77% disuccessi, tuttavia i pazienti con decorso ne-gativo hanno dovuto assumere FANS e suc-cessivamente terapia di II livello. Tutti i 3 pa-zienti Ferrum fosf. che hanno assunto tera-pia allopatica hanno assunto Betametasone,

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questo farmaco non è mai stato scelto neglialtri 3 gruppi di pazienti

L’analisi per sottogruppi di pazienti rivelaquindi interessanti trend che risultano di ri-lievo anche per il medico che ha poca dime-stichezza con l’omeopatia. L’approccioomeopatico infatti con le mille sfumaturedella materia medica permette di classifica-re le otalgie in sottogruppi omogenei permodalità d’insorgenza e caratteristiche pato-logiche. L’andamento dimostra come sia for-se più corretto parlare di più otalgie e otitiche evolvono in modo diverso e necessitanodi terapie anche allopatiche diverse.

E quindi non sorprende che i pazientiAconitum siano quelli che globalmente va-dano meglio perchè spesso il rimedio è pre-scritto in pazienti con otalgia “sine materia”con anmnesi positiva per “colpo di freddo”;i pazienti Belladonna invece accusano co-me da materia medica un dolore intensocon arrossamento della membrana timpani-ca e quindi non è anomalo che richiedanoterapia con FANS per controllare il doloreintenso, tuttavia per la spiccata fasicità pso-rica del rimedio tendono poi alla risoluzionein moltissimi casi senza necessità di terapiaantibiotica.

Venendo a Chamomilla emerge dai daticome i pazienti tendano ad avere una mag-giore necessità di terapia allopatica. Tuttaviaciò non stupisce perchè Chamomilla portacon se una clinica estremamente marcataaccompagnata da un’obiettività francamen-te flogistica, inoltre nello studio il rimedio èstato prescritto a bambini fenotipicamenteChamomilla, quindi estremamente irritabilie poco tolleranti al dolore. Si tratta quindi diun sottocluster di per sè difficile da trattarenel quale il 60% di successi rappresenta co-munque un grande risultato.

Ferrum invece è un rimedio subacutocon importante congestione a comparsaprogressiva, non stupisce quindi che i pa-zienti di questo cluster con decorso aggres-

sivo siano tutti stati trattati con betametaso-ne. Anche qui come in Chamomilla tutti ipazienti che hanno dovuto assumere FANSha poi dovuto proseguire con una terapia diII livello. Questo dato sembra suggerire chele otiti Ferrum fosf e Chamomilla siano incirca in un quarto dei casi le vere OMA bat-teriche che meritano di terapia di II livello.

CONCLUSIONI

Questo studio ha indubbiamente alcunelimitazioni in particolare non è stato possibi-le effettuare confronti con un gruppo di con-trollo trattato con placebo, inoltre la modali-tà di raccolta dati prevalentemente telefoni-ca ha introdotto un bias per quanto riguardail grado di soddisfazione e la compliance.

Nonostante questi limiti tuttavia il pre-sente lavoro dimostra come sia possibile ef-fettuare studi clinici in omeopatia che nemettano alla luce gli indubbi benefici.

In un setting nel quale l’overtreatment èall’ordine del giorno l’opzione omeopaticasi è dimostrata una via efficace, sicura e glo-balmente gradita dai pazienti. Quanto è an-cora più sorprendente è che suddividendo ipazienti per tipologia di rimedio sono emer-se differenze per quanto riguarda l’evoluzio-ne clinica.

In ultima sostanza lo studio mette in lucele importanti lezioni che un approccioomeopatico ha da insegnare a tutti i medici:rimettere la vis medicatrix naturae di Ippo-crate al centro del processo del guarigioneriduce l’uso inappropriato di farmaci gravatidi effetti collaterali. Infine l’omogeneità dievoluzione clinica dei pazienti all’internodei vari sottogruppi dimostra come le sfac-cettature dei mille rimedi omeopatici nonsiano inutili tortuosità intellettuali ma rap-presentino un importante insegnamento chepuò aiutare anche la medicina “tradiziona-le” a disegnare terapie sempre più mirateall’unicità dell’individuo.