Autoritratto - Damanhur Popolo ed AmiciIl ritratto e l’autoritratto La pratica consistente nel...

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Autoritratto lo specchio e l’immagine di se Scuola familiare di Damanhur Zela ....un autoritratto è un auto con cui si fanno i ritratti”

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Page 1: Autoritratto - Damanhur Popolo ed AmiciIl ritratto e l’autoritratto La pratica consistente nel rappresentare se stessi e gli altri è, nella nostra cultura, abitudine diffusa e rilevante.

Autoritrattolo specchio e l’immagine di se

Scuola familiare di Damanhur

Zela“....un autoritratto è un auto con cui si fanno i ritratti”

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Un progetto sull’identita’L’identità è il processo con cui ogni bambino si costruisce, giorno per giorno, come persona, sul piano corporeo, intellettuale e psicodinamico. L’identità può e deve diventare fin dai primi anni di vita oggetto di attenzione e di intenzione pedagogica proprio perchè il bambino possa avere la possibilità di scoprirsi e definirsi in una relazione la più autentica e meno pregiudiziale possibile, servendosi anche di situazioni e di strumenti appositamente predisposti a questo fine. Pensare, progettare e mettere in atto un laboratorio del ritratto e dell’autoritratto significa affrontare assieme agli attori dell’esperienza, il tema dell’arte e dell’identità personale.

“...mi sono disegnato grande e piccolino...”Ramon 4 anni

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Il ritratto e l’autoritrattoLa pratica consistente nel rappresentare se stessi e gli altri è, nella nostra cultura, abitudine diffusa e rilevante. Ciò per due buone ragioni: una riferita al problema della strutturazione dell’identità personale, l’altra riferita all’adesione, ancorché critica e consapevolmente autonoma, ai modelli, ai tòpoi, ai nuclei valoriali e simbolici della nostra cultura d’appartenenza.…appare evidente come l’idea di biografia o autobiografia possano essere affrontate costruttivamente anche sul versante dell’immagine, poiché ciascun ritratto ed autoritratto “contiene” infinite storie ed innumerevoli informazioni. Il ritratto visivo è un elemento costante ed ineludibile dell’identità.

Marco Dallari - pedagogista

L’altro, e meglio ancora l’immagine dell’altro ricostruita dalla nostra interpretazione, diviene specchio.

Marco Dallari - pedagogista

Autoritratto di gruppoParticolari: occhi e ciglia Ritratto

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Obiettivo generale

Obiettivi intermedi

Conoscenza e rappresentazione del corpo e delle sue parti. E’ attraverso il proprio corpo che il bambino apprende, conosce e comunica. Conferma della propria identità anche fuori di sè, anche oltre il limite fisico del proprio corpo.

• Utilizzo di più forme di linguaggio (sociali e socializzanti) in cui i bambini imparano a confrontarsi all’interno di un gruppo. Attraverso la relazione ciascuno scopre sè stesso.

• Attività ludiche, grafiche, pittoriche, manipolative, aiutano a superare difficoltà di espressione e comunicazione e a raggiungere una maggior consapevolezza di sè e degli altri.

• Instaurare nel bambino una prima coscienza della complessità umana composta sia dall’aspetto fisico che da quello psicologico.

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Proiezione di autoritratti e ritratti d’artista

Ritratti arcimboldoleschi

Questo “far vedere” serve a creare una vicinanza ideale e vissuta fra l’arte ufficiale e il lavoro creativo del laboratorio e a far si che si possano “rubare idee” e soluzioni tecniche dagli artisti.

Goya, Van Gogh, Delacroix, Picasso, ecc... e di alcuni artisti damanhuriani

ritratti ispirati a Giuseppe Arcimboldi pittore italiano del ‘500 che utilizzò frutta, ortaggi, pesci ecc...per realizzare ritratti originali e suggestivi

Evaluna

G. Arcimboldi

Aghilaj

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Autoritratto con argillaLa manipolazione dell’argilla, elemento duttile e plastico, stimola nei bambini l’autonomia e il senso critico, ne valorizza l’autostima. Avvicina il bambino alla materia e contribuisce a far percepire concretamente l’idea di spazialità. Il bambino si mostra e parla di sè attraverso il proprio lavoro.

Anahita Evaluna Amalia

Chiara RamonIrenegaiaIacopoZela

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Mi guardo allo specchio

Come è fatto il naso, la bocca, le orecchie,...?

E’ stato chiesto ai bambini di guardarsi bene allo specchio e di disegnarsi con una tecnica a piacere.E’ importante lasciarli liberi di scegliere come fare il disegno di se stessi.

Per superare lo stereotipo del viso: “occhio al particolare” con costruzione ed utilizzo del “cannocchiale” e della “finestrella” per osservare i propri particolari del viso, quelli del compagno ed isolarli.

Osservazione e poi realizzazione di ritratti

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E il corpo come lo rappresentiamo?Gioco dello specchio : a coppie i bambini, si sono posizionati uno davanti all’altro e a turno uno diventa lo specchio dell’altro compiendo movimenti che comprendono l’uso del corpo e della voce.

Osserviamo il movimento e le varie posture: giochi di sservazione corporea

Aghilaj - gioco dello specchio con Evaluna

Dhiana - gioco dello specchio con Artemia Evaluna allo specchio Ramon - gioco dello spechio con Zela

Anahita - in piadi e in ginocchio Chiara - gioco dello specchio con Irenegaia

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Cartoline postali

Autoritratto di gruppo

E’ stato utilizzato un foglio di piccolo formato da cartolina sul quale è stato disegnato un autoritratto successivamente spedito alla mamma.

Assemblati elementi del viso disegnati dai bambini e creati personaggi rappresentanti il gruppo.

Zela: “Mi sono disegnata bellissima perciò ti ho scritto una cartolina”

Autori: Occhi - Aurora; Capelli - Irenegaia; Orecchie - Ahilaj; Naso - Iacopo; Bocca - Ramon.

Irenegaia: “Mamma sono vestita di rosa in mezzo all’azzurro del cielo...”

Evaluna: “...mamma sei molto carina con i denti lucidi”

Dhiana: “...anche se ho i capelli ricci mi sono disegnata con i capelli lisci...”

Amalia: “...sono tutta rosa...”

Federico: “...questo sono io con gli occhi verdi...”

Autori: Occhi - Amalia; Orecchie - Federico ed Evaluna; Naso e Bocca - Dhiana; Capelli - Matilda.

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Giochi come specchio del corpo: la sagomaI bambini si sono disposti liberamente su un grande foglio bianco. L’insegnante, utilizzando un pennarello, ha disegnato il contorno di tutto il corpo, rispettando, il più fedelmente possibile, la posizione e il contorno. In un secondo momento ogni bambino ha utilizzato la sagoma per rendere “vivo” se stesso attraverso l’uso del colore, aggiungendo altri particolari del corpo (occhi, naso, bocca, ecc...), oppure mascherandosi, aggiungendo materiali posticci (pezzetti di carta, stoffe colorate, ecc...), a seconda dei propri desideri e della propria fantasia.

Matilda

Zela

Amalia

Dhiana

Evaluna

Ramon

Aurora

Irenegaia

Chiara

Iacopo

Ramon: “ho i piedi gialli!”

Zela: “quel quadrato è la maglia e quello azzurro con le fragole è il reggiseno, la striscetta d’oro erano i bottoni”.

Matilda : “con la gonnellina e le unghie colorate, ho messo lo smalto!”

Aurora: “la faccia è dall’altra parte”

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Un’altra identitàOgni bambino è stato fotografato a figura intera. Successivamente è intervenuto con i colori sulle foto ricreando “un nuovo volto”, “una nuova identità”.

Aghilaj - fata dell’acquaEvaluna - il soleDhiana - una farfallaZela - una fataAmalia - un pagliaccio

Iacopo - Capitan Uncino Matilda - un drago Anahita - una principessa

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Autoritratto di sabbia Il bambino è stato invitato a costruire un quadro di sabbia utilizzando materiale con varie possibilità rappresentative e plastiche di origine naturale (sassi, muschio, conchiglie, creta), seguendo lo stato d’animo e le fantasie del momento. L’uso di oggetti definiti permette una maggiore possibilità e ricchezza rappresentativa, a prescindere dall’età e dallo sviluppo neuro-psicologico e cognitivo. Evaluna

Anahita

Chiara

Aghilaj

Irenegaia

Zela Ramon

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Uno scudo per proteggersiI bambini si sono dedicati alla produzione di uno scudo personale sul quale hanno disegnato sopra cose che fanno sentire felici e da proteggere. Hanno rappresentato la dimensione del proprio (il mio della persona). Ciò di cui ciascuno di noi può dire mio in senso non solo materiale, ma anche dei legami, affetti, abitudini. E’ importantissimo per la determinazione e il consolidamento dell’identità personale e la sua immagine.

Dhiana

Aurora

Anahita

Federico

Iacopo

Zela

Con questo scudo proteggo:

Zela: “il mio cuscino e la mia mamma. Ci ho disegnato una faccina con tutti i segni magici che mi protegge”

Aurora: “la mia stanza con tutti i miei giochi, la mia mamma che mi legge un libro.”

Federico: “la mia mamma, il mio papà e il mio fratellino”

Iacopo: “il coltellino che mi regalerà papà, l’arcobaleno”

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ConclusioniIl progetto realizzato con i bambini della Scuola dell’Infanzia di Damanhur è stato un avventuroso percorso alla scoperta del proprio corpo, della propria immagine, della propria identità. Il mezzo utilizzato per questo viaggio è stato l’autoritratto.

Utilizzando diverse tecniche e materiali, traendo ispirazione dalle opere dei grandi artisti della storia dell’arte (...e anche dalle opere di artisti meno famosi, ovvero le nostre...), i bambini hanno realizzato i loro autoritratti.

Disegnare e modellare la propria immagine con cadenza settimanale, sempre con un punto di vista e strumenti differenti, ha dato la possibilità ai bambini di sviluppare una conoscenza del proprio corpo più approfondita, che si può apprezzare nei lavori da loro svolti, anche da parte dei più piccoli.

Portare stimoli con modalità sempre nuove è la chiave per conquistare l’interesse dei bambini e per far crescere in loro la voglia di conoscere e di imparare, con questo progetto ci sentiamo di aver fatto dei passi in questa direzione.

Scuola familiare di DamanhurProgetto 0-6 anni

Autori: piccoli dai 3 ai 6 annianno scolatico 2011 - 2012 Proiezione delle opere realizzate dai bambini

Autoritratto