Auto costruirsi della corde in budello

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1 FABBRICAZIONE DI UNA CORDA IN BUDELLO. DIFFICOLTA’: facile TEMPO: una mattinata (non completamente asciutta!) Fabbricare una corda in budello è di una semplicità infantile anche se richiede pazienza e metodo. IL BUDELLO. Il budello utilizzabile per questa operazione, è semplicemente del budello per salsiccia “a tubo” arrotolata o per salsicce di maggiori dimensioni per le corde di calibro maggiore. Ha l’apparenza di una lungo cordoncino di colore biancastro ma di fatto si tratta di un lungo tubo uniforme. Lo si può trovare facilmente presso un macellaio o un salumiere che confezioni in proprio salsicce ed insaccati. Di solito si trovano due tipi di budello: il budello di montone o il budello di maiale; il secondo essendo di spessore e diametro maggiori è forse più utilizzato per la produzione di corde di maggiore calibro. I macellai accettano facilmente di venderlo a basso costo o anche a volte di regalarlo. Il budello si trova confezionato in salamoia. Dalla lunghezza di diversi metri, è arrotolato attorno ad una placca di plastica. La prima cosa da fare è lavare il budello in abbondante acqua (o sotto acqua corrente) affinché abbia perso completamente l’odore della salamoia. Attenzione : qual’ora si avessero disposizione più “bobine”, lavare unicamente il budello di cui ci si servirà subito, senza osservare ciò, il resto del budello si rovinerebbe subito. Di regola generale, si conserva diversi giorni nella sua salamoia. Di consistenza viscosa, il budello scivola facilmente tra le dita, ma nel contempo, tende altrettanto rapidamente a formare nodi inestricabili. Occorre quindi manipolarlo con grande cura, lasciandolo sempre nell’acqua chiara in quanto secca altrettanto rapidamente.

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Come costruire corde in budello di calibro diverso.

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FABBRICAZIONE DI UNA CORDA IN BUDELLO.

DIFFICOLTA’: facile TEMPO: una mattinata (non completamente asciutta!) Fabbricare una corda in budello è di una semplicità infantile anche se richiede pazienza e metodo. IL BUDELLO.

Il budello utilizzabile per questa operazione, è semplicemente del budello per salsiccia “a tubo” arrotolata o per salsicce di maggiori dimensioni per le corde di calibro maggiore. Ha l’apparenza di una lungo cordoncino di colore biancastro ma di fatto si tratta di un lungo tubo uniforme. Lo si può trovare facilmente presso un macellaio o un salumiere che confezioni in proprio salsicce ed insaccati. Di solito si trovano due tipi di budello: il budello di montone o il budello di maiale; il secondo essendo di spessore e diametro maggiori è forse più utilizzato per la produzione di corde di maggiore calibro. I macellai accettano facilmente di venderlo a basso costo o anche a volte di regalarlo. Il budello si trova confezionato in salamoia. Dalla lunghezza di diversi metri, è arrotolato attorno ad una placca di plastica. La prima cosa da fare è lavare il budello in abbondante acqua (o sotto acqua corrente) affinché abbia perso completamente l’odore della salamoia. Attenzione: qual’ora si avessero disposizione più “bobine”, lavare unicamente il budello di cui ci si servirà subito, senza osservare ciò, il resto del budello si rovinerebbe subito. Di regola generale, si conserva diversi giorni nella sua salamoia. Di consistenza viscosa, il budello scivola facilmente tra le dita, ma nel contempo, tende altrettanto rapidamente a formare nodi inestricabili. Occorre quindi manipolarlo con grande cura, lasciandolo sempre nell’acqua chiara in quanto secca altrettanto rapidamente.

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DAL BUDELLO ALLA CORDA.

- DEFINIZIONE.

Una corda di budello non è nient’altro che una o più sezioni di budello attorcigliate su se stesse e quindi seccate. - DIAMETRO DELLE CORDE.

In questa sede non si tratta di dare delle indicazioni esatte relative al diametro preciso delle corde, ma di dare il modo di sperimentare il processo di fabbricazione affinché ciascuno sviluppi da solo le proporzioni diametro/lunghezza ottimali ricercate per ogni strumento musicale, che sarà possibile affinare abbastanza precisamente durante la calibratura della corda essiccata e lasciata sotto tensione. Per cui, a questo livello, parleremo solo di corde fini, medie e grosse. - MESSA IN OPERA DEL DISPOSITIVO.

La tecnica consiste nel tendere una o più sezioni di budello (a seconda del calibro desiderato) entro due punti, di cui uno è rotativo e l’altro mobile secondo lo schema che segue qui sotto.

a b

○ c budello

trapano

corda ←

○ d

Pesi

Materiale:

- Trapano o avvitatore a velocità variabile. - Dei morsetti. - Dei pesi variabili tra 1 Kg e 300 gr. - Della funicella solida. - Un uncino a vite. - Due uncini doppi.

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Il luogo di lavoro dovrà essere secco e ventilato alfine di rendere ottimale l’essiccamento del budello. Il budello si tende tra i due punti a e b. A seconda dell’infrastruttura del luogo, fissare solidamente il trapano o l’avvitatore con dei morsetti orizzontalmente su di un piano. Fissare nel mandrino l’uncino a vite (punto a). In mancanza di trapano o avvitatore elettrici, un semplice sistema a manovella, andrà altrettanto bene rendendo semplicemente un po’ più lungo il lavoro. Al secondo punto di aggancio (punto c), annodare ad ogni capo di una cordicella, dalla lunghezza di circa 50 cm, uno dei doppi uncini. Ad un’estremità verranno sospesi i pesi (d), mentre all’altra estremità verrà annodato il budello (b). Il punto c, non deve essere ad angolo ma fatto con una forma arrotondata (ad esempio ¼ di tondino di legno lisciato, o un ¼ di tubo di un qualsiasi materiale scorrevole), poiché il peso deve essere mobile e la cordicella deve poter avanzare o arretrare liberamente quando il budello si ritrarrà per effetto delle tensione. Il dispositivo può essere installato su di un tavolo, anche perché, per dei calibri sottili, difficilmente sarà possibile creare una corda dalla lunghezza superiore ai 2 metri. Per una corda relativamente fine (corrispondente all’incirca al diametro di una corda MI di Nylon per una chitarra classica), saranno necessarie due sezioni di budello di montone. E’ stato detto che il budello, così come lo comperiamo presso il macellaio, può raggiungere una lunghezza di circa 3 m. E’ quindi necessario tagliare una sezione del budello un po’ più lunga del doppio rispetto alla lunghezza della corda desiderata (in considerazione di una riduzione compresa tra 5 e 10 cm dovuta alla torsione del budello). Si tratta quindi piegare in due la sezione prescelta, avendo cura che non tocchi per terra affinché non si sporchi o si danneggi. Per dei diametri medi, occorrerà raddoppiare maggiormente le sezioni (al posto di una sola piegatura, 3 o 4). Per le corde di grosso calibro, è consigliato di usare preferibilmente un budello più spesso come il budello di maiale; sapendo che due sezioni di budello di maiale, restituiscono un diametro di corda calibrata maggiore ai 2 mm. Dopo qualche esperimento, si imparerà velocemente ad anticipare il diametro finale, che verrà rettificato in fase di calibratura finale in ogni caso. Poi, annodare quindi un capo all’uncino stretto nel mandrino del trapano (punto a) e l’altro capo andrà annodato all’uncino doppio (punto b) e, nel medesimo tempo, applicare un peso di almeno 500 gr all’altro uncino d. Il budello dovrà tendersi SENZA TOCCARE nessuna superficie, mentre la cordicella dovrà potersi muovere liberamente sul punto c. E’ importante che il punto b SIA FISSO da un punto di vista rotatorio, ossia che la cordicella ed il(i) relativo(i) peso(i), non ruotino assieme alla corda in torsione. Per ovviare alla cosa, è sufficiente inserire nell’asola dell’uncino b dei bastoncini di legno di una lunghezza sufficiente affinché, ruotando per la torsione, lo stesso tocchi la superficie dell’asse o del tavolo su cui è montato il dispositivo in modo da bloccarla nel punto necessario. Il bastoncino sarà ritirato una volta essiccata la corda e prima della sua calibratura finale.

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- LA TORSIONE DEL BUDELLO.

Una volta installato il dispositivo, la torsione della corda avverrà in due tempi. Ma prima di tutto, è importante prestare la massima attenzione nell’evacuare dal budello il massimo possibile d’acqua e d’aria in esso contenute che, in caso contrario,iniziando la torsione, creerebbero dei rigonfiamenti e delle bolle che renderebbero la sezione della corda irregolare. Per fare questo è sufficiente prendere il budello tra due dita, premendole sufficientemente e facendole avanzare ed arretrare su tutta la lunghezza del budello teso più volte. Ad ogni passata, se del caso, una volta arrivata ad una delle due estremità, si forerà la bolla eventualmente formatasi sotto la pressione delle dita e svuotarne per bene il contenuto d’acqua o aria. Il resto dell’acqua residua si evacuerà da sola con la tensione della corda e per evaporazione con la corda in essiccamento. Solo ora si potrà dare avvio alla torsione. Si inizia col dare qualche giro di torsione LENTO in modo da vedere come il budello reagisce. Il peso è sufficiente se il budello gira su se stesso e si attorciglia senza oscillare. Se dovesse oscillare, aggiungere altro peso. Procedere progressivamente e senza fretta aiutando la torsione a svilupparsi uniformemente su tutta la lunghezza. Il pericolo maggiore è che, facendosi la torsione più densa ad un’estremità, il budello ceda o la torsione non sarà regolare. Per evitare che ciò accada, procedere come sopra, stringendo più soavemente tra le dita il budello ed avanzando le dita su tutta la lunghezza in modo continuato e nel senso di torsione. La difficoltà maggiore consiste nel fermare la torsione prima che si produca il fenomeno di sovratensione che si manifesta con l’attorcigliamento su se stessa della corda appena attorcigliata. Tale fenomeno deriva dal fatto che la tensione non lo può più sospendere, ma caricando peso ulteriore si arrischia il budello ceda. Queste ondulazioni della corda la rendo irregolare ed inservibile. Bisogna quindi smettere subito, lasciando in tensione a riposare così com’è per circa un ora, il tempo che il budello secchi un po’ e non ceda più sotto le dita. Una volta passato questo tempo, potremo aggiungere altro peso sino a raggiungere 1 Kg di tensione, tensione alla quale il budello resisterà una volta che sarà più secco. A questo punto, possiamo riprendere la torsione, dando ancora qualche giro di trapano, a velocità LENTA. Anche stavolta, si tratta di fermarsi prima della sovratensione e di ottenere una densità sufficiente che è difficile da definire a parametri in questo contesto. Di principio, quanto più il budello è attorcigliato, quanto più la corda risulterà di materia omogenea e resistente. All’occhio, le striature dovute alla torsione, devono apparire molto ravvicinate ed appena visibili. Ora, bisognerà quindi lasciare seccare la corda per diverse ore. L’essiccamento sarà sufficiente quando il materiale sarà diventato solido. Quale riferimento di paragone, la corda dovrà essere dura quanto una corda di nylon.

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- LA FINITURA.

Una volta secco il budello, la corda non dovrà che fare qualche giro su se stessa per ritrovare la sua torsione naturale, dopo averla liberata dalla stecca di legno che bloccava la rotazione dell’uncino doppio b. La finitura si svolge in due tappe: la calibratura e l’oliatura, il tutto lasciando sempre la corda sotto tensione. La calibratura, consiste nello sbarazzare la corda dalle sue irregolarità, il tutto dando la possibilità di ottenere il diametro desiderato. E’ importante considerare che già la semplice calibratura per lo sbarazzare la corda dalle sue irregolarità, riduce il diametro della stessa, va dunque previsto questo assottigliamento qual’ora si voglia raggiungere un diametro preciso previsto. Per calibrare si usa della carta vetrata a grana sottile. Prenderne un pezzetto e ripiegarlo su se stesso e quindi calibrare la corda sulla sua lunghezza ed avendo cura di grattare su tutte le facce della corda contemporaneamente e di non togliere più diametro da un lato che non dall’altro. Per evitare che ciò accada ed anche per controllare la regolarità del diametro su tutta la lunghezza della corda, è utile usare un supporto mobile come sul tornio per legno. Calibrando così il budello allo stesso modo di come avviene per il legno, permetterà la calibratura regolare fino all’ottenimento del diametro desiderato. Attenzione: se la corda diventa troppo sottile, potrebbe cedere sotto la tensione del peso. Altro procedimento: è possibile procurarsi presso un rivenditore di utensili per la pesca uno snodo, che consiste in un uncino che può ruotare su di un asse. Collocarlo al posto dell’uncino c, la corda girerà su stessa aiutata dal trapano che, girando ad una velocità superiore, permetterà una calibratura più regolare. E’ importante rifinire la calibratura usando una carta vetrata molto sottile che renda la superficie molto liscia e senza asperità. La finitura si raggiunge passando dell’olio siccativo, come l’olio di lino cotto. Aiutandosi con un panno imbevuto d’olio, lo si passa uniformemente su tutta la lunghezza della corda. Sotto l’effetto dell’olio, il budello prenderà un colore ocra scuro, che potrà differire un poco a seconda della natura del budello e delle condizioni di essiccamento. Bisognerà quindi lasciare seccare la corda ancora per parecchie ore, a seconda della ventilazione del luogo, prima di manipolarla.

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- LA CORDA. Una volta secca, la corda dovrà essere staccata con cura dal dispositivo, tagliandone le estremità. Bisognerà quindi avvolgerla con delicatezza facendone una bobina di circa 7 cm di diametro. Attenzione a non sbriciolare la corda facendo degli angoli. La corda finita ed essiccata è utilizzabile da subito ma è preferibile aspettare qualche giorno ancora prima di utilizzarla. Una corda riuscita, tendendone una sezione tra le due mani, deve oscillare formando un solo ventre e senza nodi di vibrazione. All’occhio, l’oscillazione dovrà avere la forma di un’ogiva lunga e stretta. Per quanto concerne il timbro, l’esperienza insegna che tanto più il materiale è denso, quanto più il timbro sarà brillante e, al contrario, se la densità sarà minore, il timbro sarà più opaco. Il primo non è un difetto in rapporto al secondo ed è esattamente su questo punto che si dovrà lavorare e ricercare una sonorità particolare. Bisogna sapere che la densità deriva principalmente dal grado di torsione. Ma brillantezza ed opacità dipendo ugualmente anche dalla rugosità della superficie della corda, così come pure dalla sua tensione sullo strumento. Di Olivier Féraud, settembre 2006 – Traduzione di Boris Cavadini, dicembre 2011.