Audrey Hepburn

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AUDREY HEPBURN

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Questo libro vuole offrire ai lettori una preziosa e accurata rievocazione della vita e della carriera di Audrey Hepburn, una donna, un’attrice, un personaggio che alla mitologia del cinema ha regalato un talento raro e soprattutto un fascino incomparabile, ammirato e imitato da milioni di donne in ogni angolo del modo.

Transcript of Audrey Hepburn

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AUDREYHEPBURN

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GREMESE

ROBYN KARNEY

La principessadi Tiffany

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Brothers Pictures Ltd.: 111, 126. Per quantopossibile l’Editore ha cercato di risalire al nomedell’autore di tutte le foto pubblicate in questovolume per darne la doverosa segnalazione.Non sempre però le ricerche sono statepremiate dal successo ed è pertanto con vivorammarico che l’Editore chiede scusa deglieventuali errori, lacune o omissioni,dichiarandosi fin d’ora disposto a revisioni insede di eventuali ristampe e al riconoscimentodei relativi diritti ai sensi dell’art. 70 della leggen. 633 del 1941.

84, 85, 86, 88, 90, 91, 92 (alto), 95, 96, 100,101, 104, 107, 110, 117, 119 (basso), 123,124, 128, 130 (alto), 132 (basso), 134, 135,136 (basso), 137, 138, 139, 142, 146, 147,148, 152, 153, 156, 169 (basso); AudreyHepburn Estate Collection: 62, 184; BobWilloughby: pagg. 10-11, 60 (sinistra), 102,103, 129, 140, 141 (basso), 145; CameraPress/Terry O’Neill: 150, 151, 158 (alto);Douglas Kirkland: 176; E.T. Archive: 16; EileenDarby: 43; Gamma/Frank Spooner Pictures:12 (destra), 172 (sinistra), 173, 180, 181;Granata Press Service, Milano: 8; HultonDeutsch Collection: 29; Joel Finler: 66, 144(destra); John Isaac: 162; Katz Pictures/PeterCharlesworth: 172 (destra), 183; KobalCollection: 39 (alto), 42, 56-57, 78, 79, 93(basso), 106, 112, 118, 127, 136 (alto), 170;Moviestore Collection: 159; New York PublicLibrary: 64, 65; Paramount Picture: 190;Paramount Picture/Bud Fraker: 7; Photofest:19, 25 (destra), 33, 35, 37, 39 (basso), 40, 41,45, 50 (alto), 52, 53, 58, 59, 76, 83, 89, 92,(basso), 94, 98, 99, 105, 108, 109, 116, 120,121, 130, 132 (alto), 133, 143, 157, 166, 167,171, 175, 179 (sinistra); Popperfoto: pag. 12(sinistra), 22, 23, 26, 30, 34, 50 (basso), 161;Rex Features: 24, 25 (sinistra), 27, 54, 155(alto), 158 (basso); Richard Avedon, Inc., NewYork: 13; Ronald Grant Collection: 32, 38, 74,75, 81, 93 (alto), 119 (alto), 125, 160 (alto);Sam Shaw: 14; Tiffany & Co.: 182; Warner

L’Autrice ringrazia la Hodder e StoughtonLimited per avere autorizzato la pubblicazionedi numerosi estratti della biografia Audrey diCharles Higham (New English Libray),nonché Ian Woodward, la Rupert CrewLimited e la Virgin per avere autorizzato lapubblicazione di numerosi estratti dellabiografia Audrey Hepburn: The Fair Lady ofthe Screen, copyright © Ian Woodward 1984,pubblicata nel 1993 (Virgin).

Titolo originale: A Star Danced.The Life ofAudrey Hepburn(Bloomsbury Publishing Limited, GranBretagna, 1993)1993 © Robyn Karney

Copertina e design grafico degli interni: LaMela Verde s.n.c. ([email protected])

Foto di copertina: Paramount Pictures (1956)

Collaborazione alla ricerca del materialeiconografico: Enrico Lancia

Fotocomposizione: Graphic Art 6 s.r.l. – Roma

Crediti iconografici: Aquarius: 28, 57, 71, 113,141 (alto), 144 (sinistra), 154, 155 (basso), 160(basso), 164 (destra), 165, 178, 179 (destra);Archives Advertising: 46; Archivio Centro StudiCinematografici: 48, 51, 55, 69, 72, 73, 80, 82,

AUDREYHEPBURNLa principessa di Tiffany

Stampa: D’Auria Prin

ting S.p.A.– Ascoli Pi

ceno

Copyrightdell’edizion

e italiana:

GREMESE

prima edizione 1994 ©Gremese

nuova edizione rivist

a e integrata

2011 ©E.G.E. s.r.l.– Roma

Tutti i diritti riservat

i. Nessunaparte

di questo libro può es

sere riprodotta,

registratao trasmes

sa, in qualsiasi modo

e con qualsiasi mezzo

,

senza il preventivo c

onsenso formale

dell’Editore.

ISBN 978-88-8440-66

9-9

A HELEN BOURNE

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…LÀ DOVE UNA STELLA PALPITAVA, LÀ È DOVE SONO

NATA.

Molto rumore per nulla, A

tto II, ScenaI

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Questo libro mi fu commissionato da Bloomsbury quando Audrey Hepburn era ancora in vita.Purtroppo, la sua tragica e prematura scomparsa rese triste e difficoltoso un progetto cheall’inizio era stato quanto mai eccitante; questo dal momento che mi fu precluso l’accesso nonsolo all’oggetto stesso della mia ricerca, ma anche a molte delle persone per le quali la suamorte costituì un trauma troppo grave per poterne parlare. Nondimeno, mi sono sforzata di

rendere il più possibile accurato e circostanziato il racconto della sua vita e delle sue doti straordinarie,e sono riuscita a rivedere tutti i suoi film, che si possono ormai considerare come sua perpetua memoriae testamento.Ho un debito di gratitudine verso molte persone. In primo luogo ringrazio il mio ricercatore, DavidOppedisano, che ha sempre curato gli aspetti meno gradevoli di un serio lavoro di ricerca col suoconsueto buon umore; Bernard Hrusa-Marlow e Tom Vallance, che mi hanno assistita in innumerevolimodi, compreso quello di mettermi materialmente a disposizione i film. Clive Hirschhorn mi ha ancorauna volta lasciato libero accesso alla sua preziosa libreria, mentre Tim Wilson da New York mi haspedito molto materiale stampato e cinematografico. Uno speciale ringraziamento va a FredZinnemann, che mi ha generosamente concesso molto del suo tempo, e a John McCallum che mi hascritto appositamente dall’Australia; e naturalmente ad Andrew Thomas dello Studio Avedon di NewYork nonché a Richard Avedon stesso per avermi permesso di utilizzare il suo meraviglioso ritratto.Marion Hume, redattrice di moda dell’«Independent», Tasha Hudson della Caroline Neville Associates(in rappresentanza di Hubert de Givenchy), Jane Pritchard del Ballet Rambert e Terry Charmandell’Imperial War Museum mi sono stati tutti molto utili, così come Sue Sharp, che ha tradotto leinterviste francesi, Robin Cross, Angie Errigo, Trevor Willsmer, Patrick Palmer e Vivien Heilbron.La mia collaboratrice Delayne Aarons si è applicata con dedizione impagabile alla correzione delmanoscritto, ed è stato un vero piacere poter disporre di Anne-Marie Ehrlich per le ricercheiconografiche.Da parte sua, il mio agente Tony Peake mi è stato molto vicino in tutto il corso del mio lavoro.Uno speciale ringraziamento va infine a David Reynolds della Bloomsbury per il suo costanteincoraggiamento, sostegno e aiuto pratico, e a Penny Phillips.

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NOTA DELL’AUT

RICE

E RINGRAZIAME

NTI

Robyn Karney

Page 7: Audrey Hepburn

9 Introduzione

77 BonjourParis

97 Atti di fede

115 Un nuova vita

131 Fair Lady

149 Fuori scena

163 Viaggi

177 Epilogo

185 Filmografia

187 Indice analitico

15 Chi è Audrey, e cosa

è…?

21 Forza e fragilità

31 Primi passi nel mon

do

47 Willy, Billy, Bill e M

el

63 Guerra epace

SOMMARIO

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ome Margot Fonteyn, sua ideale alterego nel mondo del balletto, AudreyHepburn ha sempre portato con séovunque andasse un alone di magia,dentro e fuori dallo schermo.La Hepburn – personaggio «raro come

una giraffa azzurra», per usare le parole diRex Reed – fu senza dubbio un caso a séstante. Ci sono state attrici anche più belle epiù dotate di lei dal punto di vistainterpretativo, ma la sua personalità– in cui si fondevano la ragazza fragile e ladonna di suprema eleganza, lo spirito e lagrazia, la poesia e la vulnerabilità,tutte virtù riassunte poi in quella chegeneralmente viene denominata “classe”– fu assolutamente unica.Oltre ad essere una delle più celebri star delcinema, la Hepburn fu anche, di tutte loro, lapiù amata (e pagata, considerati i suoi

guadagni, paragonabili unicamente a quelli diElizabeth Taylor). Eppure, la sua carrieracinematografica ebbe inizio più per caso cheper proposito. Il salto di qualità, da un relativoanonimato alla prima parte importante, subitopremiata con l’Oscar, si realizzò per laHepburn, subito ribattezzata da Frank Sinatra“La Principessa”, con le cadenze di una verae propria favola.I milioni di parole più o meno stravaganti chesono stati scritti su di lei, e le sue stesseinterviste, concesse in genere con una certariluttanza (ma con grande cortesia, sempre),si riferiscono in effetti sempre ai medesimiavvenimenti e fatti, gli stessi con i quali, avolte anche in modo contraddittorio, spiegavale proprie opinioni ed ambizioni.I pochi dettagli che decise di rivelare sulproprio passato, in particolare per ciò cheriguarda gli anni della guerra, rimasero

sempre i medesimi, cambiando solo nellascelta delle parole o nello stile in cui venivanoriportarti dall’intervistatore di turno. Il suorigore professionale e la sua ricerca dellaperfezione non vennero mai meno, così comela continua tendenza a sminuire le propriedoti e l’impegno verso i propri compagni divita, i propri figli e, successivamente, verso ibambini bisognosi di aiuto di tutto il mondo.Fu esclusivamente per merito proprio che laHepburn divenne celebre in tutto il mondo siaper i suoi film che per la sua eleganza,esercitando una significativa influenza sulmodo di vestire di un’intera generazione eanche di quella successiva; riuscendo inoltrea garantirsi il riconoscimento tanto delpubblico quanto dei propri colleghi anchedopo lunghi periodi di assenza dallo schermo;e a guadagnarsi infine stima internazionaleper il suo strenuo impegno in veste di

9AUDREYHEPBURN

INTRODUZIONE«La mia vita è stata molto più che una favola. H

o

avuto anch’io i miei momenti difficili… tuttavia,

per ogni ostacolo che ho dovuto affrontar

e, alla

fine sono sempre stata premiata».AUDREY HEPBURN

«Sono e sarò sempre sconvoltodalla presenza

di Audrey

Hepburn di fronteal mio obiettivo

. Non mi è possibile

migliorarla. È lei e basta, ed

è sempre lì. Possosolo

registrarla, non mi è possibile

interpretarla. Non è possibile

renderlasuperiore

a ciò che lei già è. È come se fosse

riuscita a realizzare in se stessa il suo più perfetto ritratto».

RICHARD AVEDON

C

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Siesta a tre: Audrey, il cerbiatto lp e il cagnolinoFamous.

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ambasciatrice dell’UNICEF, l’ultimo ruolo cheinterpretò con la consueta eccellenza sulpalcoscenico del mondo.La sua carriera ebbe un insolito svolgimento.Dopo un’infanzia a dir poco traumaticanell’Olanda occupata dai nazisti, Audrey sitrasferì in Inghilterra a studiare balletto. Lasua altezza e le necessità economicheostacolarono le sue aspirazioni di ballerina ela spinsero nel mondo del cabaret e delcinema. Nel corso di trentotto anni di carriera,interpretò un numero relativamente modestodi film, non più di ventisei in tutto.La prima mezza dozzina di questi la viderocomparire in piccole parti e in ruoli minori che,se anche richiamarono su di lei l’attenzionedell’industria cinematografica inglese, nonricevettero tuttavia alcun particolareapprezzamento da parte del grande pubblico.La fama giunse solo nel 1953, col suo primofilm americano Vacanze romane (RomanHoliday, USA 53), per il quale, a soliventiquattro anni, conquistò l’Oscar comemigliore attrice protagonista.Il grande amore che si sarebbe instaurato frala Hepburn e la stampa internazionalecominciò subito a delinearsi, concretizzandosiin un diluvio di “valentine” mascherate darecensioni cinematografiche. Ovunque nelmondo spettatori adoranti attendevanoimpazienti il suo prossimo film.L’establishment di Hollywood era sorpreso eaffascinato al tempo stesso, dal momento chenon aveva mai incontrato un personaggiodel genere.Quando la Hepburn “sbarcò” a Hollywood,arrivando dal nulla, esisteva allora un ordineprestabilito di personaggi femminili, eroineconvenzionali che rientravano invariabilmentein pecise categorie: la dea del sesso, lafemme fatale, la gattina, la ragazza dellaporta accanto, la spiritosa, l’attricetta svitata,la star del musical e la signora perbene.

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Audrey Hepburn, ventiquattrenne, riceve l’Oscarcome migliore attrice protagonista per Vacanzeromane dall’attore Jean Hersholt. Quasiquarant’anni dopo, nel 1993, le sarà assegnato(postumo) un premio intitolato allo stesso Hersholt.

Insieme a Hubert de Givenchy, lo stilista che siprese cura della sua immagine e divenne suogrande amico.

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dell’umorismo, che spicca in alcuni momentiparticolarmente felici dei suoi film; inoltre, eranota come una grande “ridarella”. L’attricecomica Lucille Ball ha detto di lei: «È unmaschiaccio e una comica bravissima.Nessuno penserebbe mai che sia capace diinterpretare il mio genere di commedie, einvece… Però, insomma, è così bella, cosìlieve che sarebbe un sacrilegio farglielo fare».La monella più famosa del mondo sitrasformò in una splendida signora delloschermo, che lasciò un ricordo indelebile delsuo fascino in film celebri come Sabrina (Id.,USA 54), Cenerentola a Parigi (Funny Face,USA 57), Storia di una monaca (The Nun’sStory, USA 59), Colazione da Tiffany(Breakfast at Tiffany’s, USA 61), Sciarada(Charade, USA 63), My Fair Lady (Id., USA64) e Due per la strada (Two for the Road,USA 67).

parlava uno strano inglese cantilenatodall’intrigante accento anglo-europeo. Simuoveva con una grazia che rendeva etereoogni suo gesto, e il suo sorriso eraincantevole, radioso e malinconico nellostesso tempo.Gli occhi, il suo tratto più distintivo emagnetico, erano grandi, scuri, intensissimi,capaci di evocare ogni minima sfumaturadell’emozione – sarebbe certamente statauna grandissima attrice del cinema muto.Lo stile e la personalità della Hepburnmutarono i parametri stessi che regolavano ilsuccesso di un’attrice sugli schermiamericani. Come proclamò Billy Wilder:«Questa ragazza, da sola, farà considerareuna cosa del passato l’attenzione che si èsempre data alle misure di una donna».Analogamente, il modo in cui la Hepburncondusse sia la sua vita privata che quellaprofessionale infranse ogni regola codificata.La sua discrezione e la sua moderazione, lasua classe e il suo stile, il suo calore e il suoumorismo, e il rigoroso perfezionismo con cuisi caratterizzò sin dall’inizio della sua carriera,ne fecero immediatamente un idolo.Vestita dentro e fuori dallo schermo daGivenchy, con il quale la sua immagine vennesempre identificata, la Hepburn venneadorata da celebri stilisti e fotografi. MichaelKorn ha detto di lei: «Nel corso degli anni,Audrey Hepburn ha sempre proiettatoun’immagine di stile, che non ha nulla a chefare con la moda». Isaac Mizrahi, affrontandola non facile impresa di tradurre in parole lasua magia, ha detto: «Il suo erotismo passapiù per il cuore che per il basso ventre.Conquista il cuore, e insieme lo spirito, e lamente. In altre parole, ha a che fare conl’elevazione e l’illuminazione». La Hepburn fufotografata innumerevoli volte, constraordinari risultati, dai più importantifotografi contemporanei: Norman Parkinson,Cecil Beaton, Karsh of Ottawa, AnthonyArmstrong Jones, e naturalmente Avedon.Grazia, dignità, fascino e compassione furonole caratteristiche peculiari della Hepburn,insieme all’impegno totale in ogni impresa acui si dedicava. Gentile, premurosa, profonda,era anche dotata di uno straordinario senso

Questa era la situazione quando la Hepburnfece il suo ingresso sulla scena. Così, nellamarea di bionde, vamp e maggiorate, lamaggior parte delle quali americane al centoper cento, provenienti dai recessi più vari eremoti degli States, si intrufolò una specie di“piccola fiammiferaia”: un’esile e misteriosadonna-bambina, alta, allampanata, senzaseno, denti irregolari, mascella pronunciata,sopracciglia arcuate e narici dilatate.Cecil Beaton descrisse così il mondo in cuierano pettinati i suoi capelli: «sembrava chefossero stati rosicchiati dai topi»; inoltre,

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Richard Avedon: Audrey Hebpurn, 20 gennaio 1967, New York.

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Nel corso della cerimonia di consegna degliOscar svoltasi a Hollywood il 29 aprile 1993,a Audrey Hepburn fu assegnato (insieme adElizabeth Taylor) il premio Oscar JeanHersholt per le attività umanitarie. Con grandolore di tutti i presenti, non era però vissutaabbastanza per poterlo ricevere.Consegnando la statuetta dell’Oscar a suofiglio, Sean Hepburn Ferrer, Gregory Peck,coprotagonista con la Hepburn del suo primofilm importante e suo grande amico per tuttala vita, parlò a nome di milioni di personequando disse: «Nell’arco di tutta la suacarriera, è stata un simbolo di grazia e dibellezza, di stile e di raffinatezza, di grandespiritualità e di maliziosa innocenza. A tutticoloro che hanno avuto la fortuna di lavorarecon lei, è sempre apparsa un’artista tantobella quanto sensibile.C’era poi una parte della sua vita che laoccupava e interessava anche di più dellasua carriera di attrice. Come ambasciatricespeciale dell’UNICEF, ha girato tutto ilmondo senza mai fermarsi, a difesa deipoveri, dei diseredati, degli affamati, di tuttequelle persone che non l’avevano mai vistain tutta la sua bellezza sullo schermo, e cheprobabilmente non la potranno maivedere…Il premio Oscar Jean Hersholt viene attribuitoa persone che lavorano all’internodell’industria cinematografica le cui attivitàumanitarie portano stima e riconoscimento atutti noi. Ora, se c’è mai stato qualcuno fratutti noi pienamente all’altezza degli ideali diquesto premio, per convinzione e dedizione,ebbene questa è stata certamente AudreyHepburn».Come ha scritto un giornalista americano:«Audrey Hepburn ha saziato le nostrefantasie di spettatori con inarrivabile finezza;e raramente, se mai è successo, ci halasciato delusi. Quando si è resa conto diavere dato abbastanza al cinema e ai suoipersonaggi, ha cominciato a vivere solo comepersona, e così facendo ha infuso speranza atutti quelli che nulla sapevano di lei e dellasua leggenda».Questa è la storia di una vita e di una carrierache sono diventate leggenda.

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CHI E’ AUDREY,E COSA E’…?

«Ero una bambina normalissima –

magra, ossuta, cape

lli lisci, piuttosto

confusa». AUDREY HEPBURN

«Audrey Hepburn non si adattaa nessun

cliché, enessun cliché si adatta

a lei».

«TIMES»

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l’indipendenza si chiamò Suriname).Nel 1896 aveva sposato Elbrig Van Asbeck,una baronessa il cui albero genealogicorisaliva al XII secolo e all’interno del quale sicontavano antenati ungheresi, francesi edebrei. Aarnoud e la Elbrig avevano avuto seifigli, cinque femmine (una delle quali divennedama di compagnia della regina Giuliana) eun maschio. Questa numerosa nidiata dibambini trascorse la maggior partedell’infanzia in una della grandi tenute difamiglia a Doorn, presso Utrecht, in unosplendido castello circondato da un fossato eda varie centinaia di acri di verdissimacampagna.Oggi, l’Het Kasteel De Doorn, l’antico nomedel castello, è chiamato semplicementeHuis-Doorn e rimane aperto al pubblico comemuseo di stato. Viene menzionato nei libri distoria come ultima residenza del Kaiser

Heemstra, aristocratica olandese di elevatolignaggio, divorziata, madre di due bambini,ma ancora giovane e attraente.Quella dei Van Heemstra era un’anticafamiglia aristocratica olandese di proprietariterrieri, e aveva strette relazioni con la casareale, che molti dei suoi membri avevanoservito in molteplici occasioni e nei ruoli piùvari. Gli uomini si erano distinti nella carrieramilitare, nelle cariche politiche eamministrative e in magistratura. Eranorinomati per il loro orgoglio, la loro lealtà, laloro dirittura morale e la loro cultura. Lamadre di Audrey era la terza figlia del baroneAarnoud Van Heemstra, eminente e stimatomagistrato alla corte della regina Guglielmina.Era stato per un certo periodo di tempo ilborgomastro di Arnhem, dopodiché gli venneaffidato, dal 1921 al 1928, il governatoratodella Guiana olandese (che dopo

li indizi dell’originalità di AudreyHepburn si possono già individuarenelle circostanze e negli eventi chefecero da sfondo alla sua nascita,avvenuta il 4 maggio 1929, da genitori

il cui matrimonio, per usare le parole delloscrittore Charles Higham, «aveva sancito unconnubio evidente quanto sconveniente traaristocrazia e borghesia». La bambina,battezzata Edda Kathleen Van HeemstraHepburn-Ruston, era «sottile e flessuosa»,con gli occhi «più belli e gioiosi che si fosseromai visti». Dall’esterno appariva fragile, timidae tranquilla – “un’eccezione, in una famigliacomposta di persone gagliarde e vigorose”.Lo “sconveniente connubio” a cui si riferivaHigham aveva come protagonisti J.A.Hepburn-Ruston, facoltoso banchiereanglo-irlandese, divorziato e dalla fama diuomo irresistibile, e la baronessa Ella Van

G

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Guglielmo II, che l’acquistò dalla baronessaElbrig Van Heemstra subito dopo avereabbandonato la Germania sconfitta, alla finedella Prima guerra mondiale. A quel tempo,nel 1918, la famiglia Van Heemstra avevaspostato la propria residenza in un’altra delleproprie tenute “storiche”, nei dintorni diArnhem. Lì, nel 1920, la giovane Ella si unì inmatrimonio con il nobile Jan Van Ufford, unaltro aristocratico di rango, anch’egli servitoredella casa reale.Fu un’unione burrascosa, che si concluse con

un divorzio cinque anni più tardi, dopo lanascita di due figli. La baronessa VanHeemstra, come Ella decise di chiamarsidopo il divorzio, e i suoi due figli, Alexander eIan, trascorsero quindi qualche periodo ditempo con i genitori di lei, in Suriname.Lì, Ella incontrò Joseph Hepburn-Ruston,strettamente coinvolto nell’amministrazionedel patrimonio di beni mobili e immobili dellafamiglia Van Heemstra, in qualità di direttoredella filiale di Bruxelles della Bancad’Inghilterra.I due si sposarono a Batavia (ora Djakarta)nel settembre del 1926, e si stabilironosuccessivamente nei dintorni di Bruxelles. Fuproprio lì, in una bella casa del XIX secolo,spaziosa ed elegante, dalla posizioneparticolarmente felice, che venne alla luce laloro prima e unica bambina. Nonostante la

sua nascita e tutti i privilegi chel’accompagnarono, la piccola Edda nondimostrò di possedere né la robusta fibratipica della stirpe olandese, né tantomeno lapersonalità sfrontata ed estroversa che lepoteva derivare in virtù del suo lignaggio.La vita successiva di Audrey Hepburn dovevaviceversa rivelare, in un grado anche moltopronunciato, tutti i segni (e le ferite) di unafanciullezza e di una adolescenza che finironoper configurarsi come un amalgamainestricabile di privilegi e privazioni. Educataalle buone maniere, alla raffinata cultura, allostile e alla storia familiare dei Van Heemstra(i cui ritratti facevano bella mostra di sé lungole pareti di musei e gallerie d’arte, oltrechédelle più eleganti residenze private), la piccolaEdda trascorse gli anni della sua fanciullezzain un mondo meraviglioso e in tutto simile a

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Huis Doorn, palazzo patrizio di proprietà dellafamiglia Van Heemstra, ceduto nel 1918 al KaiserGuglielmo II che vi fissò la sua ultima residenza.

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quello delle favole; non aveva semplicementenulla da desiderare. Con i suoi fratellastriandava d’accordissimo, tanto che accanto aloro, lasciata alle spalle la sua timidezza,imparò a fare il maschiaccio con grandissimogusto. A sua madre era estremamente legata,tanto che in seguito dichiarò che la maggioreinfluenza su di lei era stata appunto quellamaterna. Un legame che rimase fortissimofino alla morte di Ella, nel 1984.

più indipendente, non mantenne a lungo talepunto di vista. Nonostante il suo modoautoritario di interpretare il ruolo materno, Ellaincoraggiò i primi entusiasmi di Audrey per lamusica e la danza, e in seguito approvò lesue ambizioni artistiche.Fin da piccola, Audrey manifestò un grande

amore per gli animali, i fiori e la campagna ingenere che si sarebbe mantenuto inalteratoper tutta la durata della sua vita. Quando nongiocava con i suoi fratellastri diventava unabambina solitaria, e si divertiva più a giocarecon gattini, conigli e cuccioli che non con altribambini. Ipersensibile e solitaria, reagivapiuttosto male alle tensioni e all’infelicità,anche se all’occasione era capace di divertirsie stare allegra, dotata com’era di un malizioso(e contagioso) senso dell’umorismo.Sognatrice ad occhi aperti, si divertiva aindossare i vestiti di sua madre, eraprofondamente sensibile alla musica, e non

appena fu in grado di leggere divenneun’accanita divoratrice di libri, moltoinfluenzata in questo dal suo fratellastro Ian.Questo entusiasmo condiviso per la lettura fuuno dei pochi ricordi privati che la Hepburnrievocò nei dettagli molti anni dopo, inun’intervista all’«Evening News» di Londra:«Ian era il classico divoratore di libri; quandoeravamo bambini adorava Kipling. Loammiravo tanto che lessi tutti i libri di Kiplingperché non desideravo altro che essere comelui... Il risultato fu che prima di compiere13 anni avevo già letto tutti i libri di EdgarWallace e di E. Phillips Oppenheimer. Quellisì che erano libri di avventure, e su di meragazzina esercitavano un fascino moltosuperiore a quello di libri come Topsyva a scuola».Il forte interesse della piccola Audrey per laletteratura, combinato con il rifiuto da partesua di giocare con le bambole, checonsiderava stupide, sono già precociindicazioni che anticipano in qualche modo iparadossi che avrebbero in seguitocaratterizzato la sua immagine e la suastessa personalità negli anni successivi. Laragazzina che odiava le bambole avrebbeimparato ad amare i bambini e in seguito adallevarne di propri; il gusto per le storieavventurose e per i libri gialli si sarebbeevoluto in quello, altrettanto sentito eprofondo, per le storie di fate e di magia.Nella stessa intervista citata in precedenza, laHepburn dichiarò: «Se mai dovessisottolineare l’importanza di un singoloelemento all’interno di un qualsiasi spettacolo,indicherei certamente il fantastico… la genteva a teatro e al cinema per la stessa ragioneper cui essi appaiono fantastici – il senso diassistere a qualcosa che non è reale. Ilfantastico è, a mio avviso, il nucleo stessodello spettacolo».Comunque sia, la prima infanzia di Audrey fuprotetta e confortevole, un periodo privilegiatodi giochi all’aperto nella cornice naturale piùsplendida che si possa immaginare, accuditada balie, governanti e tutori privati. Il suotempo trascorreva nelle tenute familiari inBelgio e in Olanda e, dall’età di quattro anni inpoi, in Inghilterra, dove la piccola Audrey

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Tuttavia, la baronessa Van Heemstra eradecisa e presente almeno quant’eraaffascinante. Fu sempre il più strenuodifensore degli interessi di sua figlia, tantoche i suoi disconoscimenti di alcune scelte diAudrey, in particolare a proposito degli uominidella sua vita, crearono di tanto in tanto dellefratture fra di loro.Negli ultimi anni Audrey, che era semprestata spinta, in tutta la sua vita, da unacontinua ricerca di amore e di affetto, parlò disua madre in un’intervista televisiva concessaa Richard Brown: «È vero, ho avuto unamadre straordinaria. Però lei non è mai statauna persona affettuosa, nel senso che io oggiattribuisco alla parola affetto. Ho passatotantissimo tempo a cercarlo, l’affetto – e l’hotrovato. Lei certo era una madre favolosa, maproveniva da un’altra epoca – era nata nel1900, ancora sotto l’influenza vittoriana –un’epoca di grande disciplina, di granderigore morale… c’era molto amore, in lei, enon sempre la capacità di mostrarlo. E poi,era veramente severa».Quando Ella Van Heemstra stava crescendo,suo padre riteneva, com’era d’usotradizionalmente nel loro ambiente, che lesignorine di buona famiglia non dovesseroavere nulla a che fare con il palcoscenico e ilmondo del teatro in generale, consideratopoco rispettalile. La baronessa, di mentalità

Educata allebuone maniere, alla r

affinata cultura, allo

stile e alla storia familiare dei Van

Heemstra, la

piccola Eddatrascorse gli

anni della sua fanciullezz

a

in un mondo meraviglioso, ein tutto simile a quello

delle favole.

Audrey bambina. Non ci sono molti segnidell’incantevole bellezza che sta per venire.

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celebre Torre, dove erano state rinchiuse finoalla morte varie regine; visitò la NationalGallery, divenne un’abituale frequentatricedello zoo di Regent’s Park (nei pressi delquale sua madre aveva preso in affitto unappartamento), provò il brivido del Museodelle cere di Madame Tussaud e rispose congrande entusiasmo a quella forma dispettacolo così tipicamente inglese che è lapantomima di Natale.La vita di Audrey sembrava ormai destinataper molti anni ancora a seguire questi binari,quando il 3 settembre 1939 la Gran Bretagnadichiarò guerra alla Germania di Adolf Hitler.La baronessa Van Heemstra, temendo chel’Inghilterra venisse presto invasa dallearmate naziste, pretese dal suo ex marito cheAudrey venisse rimandata indietro in Olandaa garanzia della sua sicurezza – per laprecisione ad Arnhem, una cittadinavicinissima al confine con la Germaniadestinata di lì a poco a subire le più pesanticonseguenze dell’occupazione nazista.La sconfortante intempestività di quelladecisione della baronessa non si sarebbetuttavia rivelata che alla vigilia della primaverasuccessiva. Nel settembre del 1939, infatti,Arnhem era una splendida cittadina piena dimemorie storiche, dalla raffinata architetturamedievale, circondata da meravigliosi boschie da colline dalle linee sinuose, un paesaggiomolto diverso da quello consueto, piatto emonotono, dell’Olanda. Oltre a musei, galleried’arte, residenze storiche e antiche abbazie,c’erano svariati parchi che in primavera e inestate si riempivano di tulipani, e persino unalocale orchestra sinfonica. E naturalmentec’era anche il ponte, destinato a divenirecelebre nel momento in cui, cinque anni dopo,sarebbe stato teatro di una sanguinosasconfitta dell’esercito di liberazione alleato.Arnhem era anche una città con una cospicuarappresentanza di inglesi. Molte famigliebritanniche vi si erano stabilite nel corso delXVII secolo, e ad Arnhem era morto il celebrepoeta e condottiero inglese Sir Philip Sidney.La baronessa Van Heemstra divennepresidentessa della filiale locale dellaBritish-Netherlands Society, che avrebbecostituito il terreno ove si sarebbe sviluppata

della Seconda guerra mondiale,Hepburn-Ruston viveva in Irlanda, ma non èchiaro se Audrey abbia rivisto o meno il padredopo lo scoppio del conflitto.Comunque, e contrariamente ad ogniaspettativa, quando il divorzio dei genitori diAudrey venne sancito ufficialmente (moltotempo dopo l’abbandono della famiglia daparte del padre), Hepburn-Ruston insistetteper ottenere la possibilità di vedere efrequentare la figlia. Il risultato pratico diquesta risoluzione fu che Audrey, che ancoranon aveva compiuto dieci anni, con tutta lasua timidezza, i suoi timori, la perfettaconsapevolezza del suo aspetto e la scarsapredisposizione caratteriale ai rigori di unacorretta educazione anglosassone, vennetrasferita di peso in un esclusivo collegio perragazze nei dintorni di Londra. Con la fermadeterminazione di considerare sempre il latopositivo di ogni situazione, anche negativa,che caratterizzò sempre le sue dichiarazionipubbliche, la Hepburn confessò molti annidopo che quel trasferimento l’avevaterrorizzata, ma che tuttavia «alla fine neaveva tratto una salutare lezione diindipendenza».Di fatto, il soggiorno relativamente breve diAudrey presso il collegio ebbe un profondoinflusso sul suo futuro. Il severo regimecollegiale e le esigenze della vita accademicae comunitaria avrebbero potuto costituire untrauma per una ragazzina così sensibile. Ineffetti era sempre stata delicata di salute, eproprio in collegio cominciarono amanifestarsi gli attacchi di emicrania chel’avrebbero afflitta per tutta la vita. Ma tutte ledifficoltà di adattamento vennero rapidamentecompensate dalle lezioni di balletto checominciò a prendere in collegio. Quando allafine del primo semestre la baronessa VanHeemstra venne a trovare la figlia, le sipresentò una nuova Audrey: vivace,entusiasta e innamorata della danza. Da quelmomento in poi il balletto divenne la suagrande passione, la Pavlova la sua eroina, ela celebrità la sua massima aspirazione.Londra schiuse anche i suoi orizzonti da moltialtri punti di vista. Audrey venne condotta avisitare i principali monumenti storici come la

cominciò a venire trasferita nel corso dei mesiinvernali. Tuttavia un’ombra si insinuòall’interno di questa esistenzaapparentemente perfetta: le continue tensioniche laceravano dall’interno la vitamatrimoniale dei suoi genitori. A detta di tutti,la causa principale di attrito fra gliHepburn-Ruston era costituita dal metodo concui il marito amministrava il patrimoniofamiliare e gli affari in generale dellabaronessa Van Heemstra. Le liti e ledivergenze di opinioni degenerarono coltempo in un conflitto vero e proprio fra i dueconiugi, e si venne a creare in casaun’atmosfera pesante che turbòprofondamente l’ipersensibile Audrey.Durante le frequenti assenze del padre,impegnato spesso all’estero per il suo lavorodi banchiere, la bambina sembravaabbastanza felice, nei limiti consentiti dallasua personalità malinconica e dalla suatimidezza; tuttavia i ritorni di lui riuscivanosempre in qualche modo a turbarla. A Audreynon restava così che ritirarsi all’interno dellasua conchiglia, nascondersi nella campagnacircostante e, abbandonandosi alla piùclassica delle sindromi ansiose, mangiare inmodo nevrotico. La sua predilezione andò aicioccolatini, tanto che – per quanto possasembrare incredibile, considerando laproverbiale snellezza del suo personale,mantenuta in seguito per la maggior partedella sua vita – la piccola Audrey attraversòun periodo in cui si trasformò in unabambinona paffuta.Nel 1935, quando Audrey aveva appena seianni, senza il minimo preavviso o spiegazionesuo padre se ne andò di casa, senza farvi maipiù ritorno, e si stabilì a Londra. Lì, fra le suefrequentazioni nei circoli dell’alta società sicontavano personaggi come Sir Oswald eLady Diana Mosley, e Unity Midford, allorafidanzata di Adolf Hitler. Hepburn-Rustonstrinse e approfondì ulteriormente questilegami e queste conoscenze, fino a diventareun appassionato sostenitore del movimentofascista di Mosley, arrivando a marciare conle Camicie Nere inglesi. I commenti di suafiglia in merito a queste scelte non sono maistati resi pubblici. A quanto pare, dopo la fine

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«Non hodavvero n

essun merito per il

talento di Audrey.

Se del

talento c’è, è solo

merito diDio. Potre

i altrimenti essere

allo

stesso modo orgo

gliosa diun cielo b

lu o dei dipinti con

servati

alla Royal Academ

y». BARONESSA VAN HEEMSTRA

Mamma Ellainsieme alla piccolaAudrey.

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sufficiente a conferire a Audrey la necessariacorrettezza nelle posture, a rafforzare la suacolonna vertebrale e a sciogliere la rigidità deisuoi movimenti, che avrebbe potuto costituireuna grossa limitazione per una futuraballerina. I suoi piedi e le sue caviglie erano

avrei mai dovuto mollare. Non mi restava cheimparare la lingua il più in fretta possibile. Ecosì alla fine l’imparai».Con grande felicità di Audrey, sua madre fecein modo che la figlia potesse continuare aprendere lezioni di balletto presso ilConservatorio di Musica e Danza di Arnhem.Anche se il livello delle lezioni non eraparticolarmente elevato, fu comunque

durante la guerra la lotta della resistenza,nella quale essa sarebbe stataprofondamente coinvolta.Quando Audrey raggiunse la madre e i fratelliad Arnhem, si ritrovò in una delle splendidetenute di famiglia negli immediati dintornidella cittadina. Audrey venne regolarmenteiscritta alla scuola pubblica di Arnhem perproseguire il suo corso di studi; un fattonormale per una bambina di dieci anni, mache le creò comunque parecchie difficoltà,almeno finché non ebbe imparato a parlarecorrettamente l’olandese. Rievocando queisuoi primi giorni a scuola la Hepburn sirivedeva così: «Stavo seduta al banco,assolutamente confusa. Per molti giorni tornaia casa in lacrime. Tuttavia sapevo che non

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La sua predilezione andò ai ci

occolatini, tanto che

– per quanto possa sembrare incredibi

le, considerando

la proverbialesnellezza del s

uo personale, mantenuta in

seguito per la maggior parte de

lla sua vita – lapiccola

Audrey attraversò un periodo

in cui si trasformò in una

bambinona paffuta.

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precipitarono nei loro pullman, dirigendosiverso la costa; li attendeva un pericolosoviaggio di ritorno in patria, ma avevanodovuto lasciarsi dietro tutte le scenografie, lesuppellettili di scena e i costumi, sacrificati aldisperato tentativo di sottrarsi all’ormaiimminente invasione nazista dell’Olanda.C’era comunque una spiegazione allostrano comportamento della baronessa VanHeemstra. Ben consapevole che quellasera, sparsi in mezzo al pubblico, c’eranomolti sostenitori dei nazisti, e avendo giàdeciso di adottare un atteggiamentovolutamente non provocatorio nei confrontidei tedeschi, aveva voluto darel’impressione che la sicurezza dei visitatoriinglesi non le stesse particolarmente acuore. Si trattò del primo atto di una lungarecita che la baronessa avrebbe interpretatonell’arco di tutta la guerra, suggerendo inmodo sottile, mai esplicito, che gli antichilegami fra la famiglia Van Heemstra el’ultimo Kaiser indicassero in qualche modouna posizione favorevole da parte sua allacausa tedesca. Ben consapevole di averesangue ebreo nelle proprie vene, Ella nonpoteva permettersi il lusso di opporsi inmodo diretto al nemico.Il 10 maggio 1940, dopo una lunga notte diallarmi aerei e di sirene, di fuocodell’antiaerea e di lanci di truppeaviotrasportate, i tedeschi oltrepassarono ilReno e invasero l’Olanda; il 15 maggio, leforze armate olandesi furono costrette acapitolare. Arnhem, e tutto il restodell’Olanda, erano ora sotto il diretto controllodelle forze armate di occupazione del TerzoReich.

fatto che, in qualità di presidentessa dellaBritish-Netherlands Society, la baronessa EllaVan Heemstra introdusse e fece da madrinaall’intera, memorabile serata. Esiste unpiccolo aneddoto in proposito che evocamolto bene la particolare atmosfera in cui sisvolse quella straordinaria esibizione.Davanti al sipario abbassato, mentre inlontananza si udiva il rombo crescente delfuoco d’artiglieria, apparentementedimentica del pericolo incombente, cheviceversa cominciava ormai ad apparireevidente a tutti i presenti, la baronessa feceuna lunga e noiosa introduzione. Oltre airingraziamenti e agli omaggi di rito allacompagnia, la baronessa costrinse inervosissimi ballerini ad ascoltareun’interminabile ricostruzione della storia delSadler’s Wells Ballet. Ma non è tutto.Quando finalmente la sua prolusione ebbetermine, Ella annunciò una cena a tardasera, dopo lo spettacolo, alla quale venneinvitata la compagnia al completo; a quellacena partecipò anche Audrey, che poté cosìfare la conoscenza dei suoi idoli e far loroomaggio di alcuni splendidi bouquet di fiori.Non appena la buona educazione lo permise,tutti i ballerini della compagnia si

piuttosto deboli, ma grazie alla sua consueta,ferrea determinazione, Audrey riuscì arafforzarli quel tanto che bastava perpermetterle di danzare sulle punte.Nei primi mesi di primavera del 1940, le nubiminacciose della guerra erano arrivate anchesull’Olanda. Soldati in uniforme marciavanolungo le strade, cavalli di frisia ricoperti di filospinato venivano disseminati in tutte lecampagne olandesi (se ne vedevano acentinaia dalle finestre del palazzo dei VanHeemstra) e il silenzio della campagna venivaperiodicamente infranto dal rombodell’artiglieria lungo la frontiera. Quella stessaprimavera, nonostante il pericolo incombente,il Sadler’s Wells Ballet percorreva in tournéetutta l’Olanda, e si esibì anche ad Arnhem. Lacoraggiosa compagnia, diretta dall’illustrecoreografa e insegnante di danza Ninette DeValois (in seguito nominata Dame dell’Imperobritannico) e dal direttore d’orchestraConstant Lambert, contava come primiballerini Margot Fonteyn, Robert Helpmann eFrederick Ashton. La compagnia si esibì in unrepertorio che comprendeva The Rake’sProgress, Façade di Walton e Les Patineurs.La loro esibizione costituì senza dubbiol’evento più straordinario nella vita dellagiovane Audrey, ulteriormente sottolineato dal

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FORZAE FRAGILITA’«Audrey Hepburn è l’idea stessa del monello,

del maschiaccio, è l’ultimo Huckleberry

Finn… la sua malinconia di bambina è quella

di una generazione castigata dalla guerra».

CECIL BEATON

«Ciò che più mi fa paura al mondo è la guerra, la

sofferenza umana. Durante l’occupazione nazista…

ho visto tante cose terribili, cose che hanno lasciato

un’impronta indelebile in me. Ma anche allora, ciò che alla

fine si è affermato è stato il mio sostanziale ottimismo».

AUDREY HEPBURN

AUDREYHEPBURN

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Orchestra, e lesse alcuni brani del diario diAnna Frank sullo sfondo di una partituramusicale scritta per l’occasione dalcompositore e direttore d’orchestra MichaelTilson Thomas.Lo scrittore e critico Sheridan Morley ricordacosì quell’evento: «Fragile da spezzare ilcuore, tanto da sembrare fatta di cristallo, sisistemò davanti all’immensa orchestra e siprodusse in una interpretazione di un’intensitàcosì lancinante che al termine dellospettacolo non fui il solo a chiederle di tornaresul palcoscenico, che aveva abbandonato altempo di Vacanze romane, quasi quarant’anniprima».In quell’ occasione la Hepburn rispose allarichiesta di Morle con la consueta sincerità euna certa amarezza: «Vede, in realtà non sitratta del fatto che sono o non sono una bravaattrice; il fatto è che anche la mia famiglia ha

partigiana, e molti morirono combattendo perla libertà. Fra i caduti ci fu la giovane ebreaolandese Anna Frank. Il suo coraggio e la suagioventù precocemente infranta divennerol’emblema stesso della straordinaria tempra dimolti dei giovani della sua generazione. Ladodicenne Edda Van Heemstra fu una diquesti, e in anni successivi, nella veste diAudrey Hepburn attrice, le venneripetutamente chiesto di interpretare il ruolotragico della sua piccola contemporanea inadattamenti cinematografici e teatrali delcelebre Diario di Anna Frank. Si trattava diuna scelta ovvia, ma la Hepburn rifiutòsempre, recisamente, di prenderlain considerazione.Solo nel 1991, in veste di ambasciatrice eraccoglitrice di fondi per l’UNICEF, laHepburn apparve a Londra al Barbican ArtsCentre insieme alla London Simphony

a resistenza di Audrey Hepburn vennetemprata nel fuoco della guerra. Nelcorso di cinque lunghi anni Arnhemconobbe sofferenze e tragedie di ognigenere; tuttavia la popolazione locale,

così come la maggioranza degli olandesi intutto il paese durante l’occupazione, dimostròun notevole coraggio, facendo tutto quelloche era possibile per opporsi alle leggi razzialipromulgate dai nazisti e per proteggere imembri della propria comunità ebraica.La regina Guglielmina e la sua corte furonocostretti a ritirarsi in esilio in Inghilterra, maper tutta la durata della guerra la sovrana sitenne in contatto coi suoi sudditi attraverso lefrequenze di Freedom Radio, e divenne ilsimbolo stesso della resistenza olandese.I bambini olandesi furono costretti adaffrontare gli orrori della guerra; centinaia diessi si impegnarono attivamente nella lotta

L

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Audrey e la suacompagna Babs Johnsonsi preparano alla loroaudizione per HighButton Shoes.

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nella primavera del 1942, Audrey era statainformata della presenza di una pattugliatedesca nella zona in cui si sarebbe dovutarecare. Riuscì rapidamente a consegnare ilsuo messaggio e subito dopo s’incamminòper un sentiero che attraversava i boschicircostanti, mettendosi a cogliere fioriselvatici. Come temeva, incontrò un soldatotedesco, al quale sorrise e offrì i fiori appenacolti. I suoi sorrisi l’avrebbero in seguito resaricca, ma fu questo, senza dubbio, quello dicui fece l’uso più proficuo.La famiglia Van Heemstra si trasferì in unacasa ai margini di Arnhem, più conveniente emolto più piccola ma anche menoconfortevole. Man mano che la guerraprocedeva e si allargava sempre più, lafrequenza scolastica di Audrey diminuiva,finché non venne il giorno in cui Audrey lasciòdefinitivamente la scuola pubblica di Arnhem

sostituite da fiancheggiatori e simpatizzantidel partito nazista, dei quali anche l’Olanda– come del resto tutti gli altri paesi occupati –aveva una vasta rappresentanza.La baronessa Van Heemstra dedicò tutte lesue energie a lavorare per la resistenza, esua figlia fu arruolata a sua volta, conl’incarico di trasportare messaggi,nascondendoli nelle suole delle scarpe. Iltrucco era semplice e largamente usato, e futra quelli che i tedeschi scoprirono con unacerta facilità. Fu un miracolo che Audrey nonvenisse mai arrestata. Il suo eccellenteinglese, tenuto rigorosamente nascosto nellavita di tutti i giorni, venne altresì impiegato innumerose e pericolose missioni nel corsodelle quali Audrey portò messaggi alle truppeaviotrasportate inglesi che si tenevanonascoste nelle foreste ai margini dellacittadina. Nel corso di una di queste missioni,

vissuto in Olanda durante l’occupazionenazista, e io stessa ho conosciuto molteragazze come Anna – ora lei avrebbe avuto lamia età. È questo il motivo per cui ho semprerifiutato di interpretare il film su di lei: sapevoche avrei pianto troppo».A quel tempo, tuttavia, non c’era, tempo perpiangere. Nei primi tempi dell’occupazione, lavita giornaliera di Audrey proseguì comeprima, con la lunga strada da fare per andareda casa a scuola. Presto però la lingua e lastoria tedesca vennero inserite nelprogramma scolastico, alcuni libri vennerocensurati e le nomine dei docenti furonodecise dai nazisti. Il controllo delle forzed’occupazione si estendeva oltreché allascuola anche a tutte le istituzioni della città;dove i cattolici, gli ebrei e tutte le personesospettate di dissenso contro il regimevenivano sospese dai loro incarichi e

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La coraggiosa e tragica coetanea di Audrey, AnnaFrank. Da notare la scritta ironica e commoventedella giovane autrice del celebre diario.

AUDREYHEPBURN

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rifugio e documenti falsi ai compagni cheerano in pericolo.Nel Conservatorio venivano tenuti concerti,balletti e vari altri generi di spettacolo, i cuiincassi venivano investiti in finanziamenti alleattività della resistenza. Oltre a seguire le suelezioni di danza e a dedicarsi ai suoimassacranti esercizi alla sbarra, Audreypartecipava ai balletti.Questo sistema di raccolta di fondi venneesteso anche alla messa in scena dispettacoli all’interno di case private. Dalmomento però che questi eventiraccoglievano in un unico luogo molte piùpersone di quanto fosse permesso dallalegge nazista, essi finivano con l’assumere ilcarattere di rischiose riunioni clandestine,tenute dietro porte sprangate e finestre

possibilità di ascoltare i messaggi della lororegina erano gli impianti ricetrasmittenticlandestini, nel più assoluto segreto e con ilpericolo incombente della fucilazione.L’unica cosa che si poteva ascoltare era lamusica, ma unicamente quella di compositoriaustriaci e tedeschi. La meravigliosa musicadi Mozart, Beethoven e Wagner riusciva peròa trascendere la tragica cecità di quei tempi, eproprio alla musica Audrey si affidò semprepiù per tentare di sottrarsi alla realtàangosciosa della vita di tutti i giorni.Continuò infatti a frequentare il Conservatoriodi Arnhem, che tra l’altro, in quel 1943, eradiventato un importante centro nevralgico diattività clandestine. Dietro la facciata pubblicadei saggi di musica e balletto, i sostenitoridella resistenza olandese offrivano vitto,

e proseguì i suoi studi con un tutore. I piccoliviaggi che compiva regolarmente andando evenendo dalla sua casa ai margini dellacittadina fornivano una plausibile coperturaagli altri tragitti, che compiva invece comemessaggera della resistenza.Ogni giorno si presentava una nuovadifficoltà. Lo zio e il cugino di Audrey venneroarrestati come nemici del Reich esuccessivamente fucilati; in seguito suofratello maggiore rifiutò di frequentare l’Istitutoolandese per l’educazione tradizionale (uneufemismo sotto il quale si celavano leorganizzazioni giovanili naziste) e vennespedito in un campo di lavoro in Germaniadove rimase per tutta la durata della guerra.Si trattò di colpi devastanti per la famiglia VanHeemstra, la cui lotta per la sopravvivenzavenne resa ancora più drammatica nelmomento in cui, nel 1942, la baronessa fuprivata dei suoi beni. Le proprietà di famigliafurono confiscate, e tutti i conti correnti inbanca sequestrati d’ufficio dalle autoritàtedesche, che riconobbero alla baronessaunicamente un’esigua somma mensile per ilmantenimento dei figli.Audrey non conobbe così i piaceri e i tormentitipici della vita di una normale adolescente,non ci furono per lei feste o picnic, o i primipiccoli amori. Non c’erano neanche film daandare a vedere al cinema (anni dopo Audreyconfessò che allora non aveva mai sentitoparlare di Hollywood), se non documentari dipropaganda o film violentemente antisemiti,che venivano sfornati a getto continuodall’industria cinematografica tedesca. Nel1943 i tedeschi confiscarono tutti gliapparecchi radio per uso civile, lasciando gliolandesi isolati dal resto del mondo. L’unica

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Audrey a quattordici anni si esibisce in unospettacolo del tempo di guerra, quandovenivano raccolti fondi per la resistenzaolandese.

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coperte da pesanti tendaggi, con il pianoforted’accompagnamento tenuto al minimo volumepossibile, in modo da non essere individuatidalla gendarmeria.Abbigliamenti, materiali di scena e scarpetteda ballo erano disperatamente difficili atrovarsi, e anche i costumi dovevano essereimprovvisati alla meglio. Malgrado fossemagra e affamata, Audrey era però semprepiù alta di statura, per cui non le erapermesso interpretare i ruoli più romantici,quelli a cui più teneva. Come ricordò inseguito: «Non potevo mai impersonareuna goccia di pioggia, anche se ognigiorno ero sempre più vicina a diventarlo.Io ero sempre e solo il “ragazzo”. Ero ioa dover sollevare da terra le ragazzine,dal momento che ero così alta».Alta lo era certamente, ma anche molto moltomagra, e anemica – anche in seguito allecrescenti privazioni cui era sottoposta – e perdi più soffriva di attacchi d’asma e diimprovvisi svenimenti. Il problema dellascarsità di cibo era diventato particolarmentegrave in Olanda, e persino la già misera dietaa base di minestra allungata e bocconcini dipane era destinata a ridursi ulteriormente.Accadde così che per un mese intero lapiccola Audrey fu costretta a cibarsiunicamente di indivia – che non volle poi piùmangiare per tutta la vita – e, durante laprimavera successiva, insieme a suo fratelloIan si ridusse a cercare sostentamento inbulbi di tulipani raccolti nei prati. Moltimangiavano erba bollita, ma Audrey nonci riuscì mai.Nell’ultima fase della guerra, Audrey fucostretta a sospendere le sue lezioni didanza. Malgrado la sua straordinariadeterminazione, le sue energie non erano piùsufficienti a vincere la debolezza del suocorpo già fragile e malnutrito. In più, dovetteassistere come testimone a spaventosi

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«Non potevo mai impe

rsonare una goccia di

pioggia, anche se ogn

i giorno erosempre più

vicina a diventarlo. Io e

ro sempre esolo il

“ragazzo”.Ero io a dov

er sollevareda terra le

ragazzine,dal momen

to che ero così alta».

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un altro vagone… tutti gli incubi di cui hosofferto in vita mia hanno sempre avuto a chefare con queste cose».Gli ultimi nove mesi di guerra furono i più durida sopportare per Audrey, oramaiquindicenne. Il 17 settembre 1944, subitodopo la ritirata dell’esercito tedesco inNormandia, la First British Airborne Divisionvenne paracadutata sull’Olanda nell’ambito

frontiera tedesca, in modo da assicurare alleforze alleate una rapida e sicura via dipassaggio lungo il Reno, e aprire loro la viaall’invasione della Germania.Il ponte di Arnhem era uno dei bersagli piùimportanti dal punto di vista strategico, ma lecose si misero terribilmente male per glialleati quando le forze inglesi alle quali erastato affidato il compito di conquistarlo e

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della celebre Operazione Market Garden. Sitrattava di un complesso piano alleato, messoa punto dal maresciallo Montgomery, cheprevedeva di conquistare uno dopo l’altro unaimportante serie di ponti olandesi fino alla

c’erano tutti quei volti che ti sbirciavano dadietro le assi… sulle banchine di partenza isoldati tedeschi radunavano altre famiglieebree con i loro miseri fagotti e i loro bambini.Poi le separavano, gridavano alle donne diandare da una parte e agli uomini dall’altra.Poi prendevano i bambini e li caricavano su

avvenimenti. Abituata fin dai primi giornidell’occupazione a vedere ebrei di tutte le etàcostretti a cucirsi sugli abiti la stella gialladi David, Audrey assistette al lororastrellamento e alla loro deportazione neicampi di sterminio nazisti.Questi ricordi non la abbandonarono mai più.Circa trent’anni dopo, al riparo nella sua casain Svizzera, la Hepburn raccontò al giornalistaamericano Curtis Bill Pepper: «Ho visto interefamiglie, con ragazzi e bambini piccoli, venireammucchiate dentro vagoni bestiame – eranotreni composti da grandi vagoni di legno, consolo un piccolo portello aperto sul tetto…

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Paracadutisti inglesi prendono posizione all’interno della foresta nei dintorni di Arnhem,prima della battaglia.

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in capo delle forze tedesche ad Arnhemnon ne era al corrente.I Van Heemstra furono fortunati a trovaresubito un alloggio in un grande cascinale dicampagna. Non erano certo soli: con loro,nella medesima situazione, erano piùdi duecento profughi impegnati a lottareinsieme per sopravvivere. Audrey vissein queste condizioni sempre più penose pervari mesi, finché non cominciò a filtrarela voce che l’arrivo delle forze di liberazionealleate era prossimo.Con un gesto coraggioso di solidarietà,migliaia di profughi di Arnhem ritornarono incittà per accogliere i liberatori, che però nonarrivarono per molte settimane ancora. Inquel momento i tedeschi erano in rotta, equindi non si preoccuparono di allontanarenuovamente i profughi dalla città. Anzi,bisognosi di manodopera, cominciarono arastrellare persone prese a caso per strada ele costrinsero a lavorare all’interno delle loroistituzioni. Una di queste fu proprio Audrey,presa e inserita a forza in un gruppo diragazze destinate a lavorare nelle cucine.Così, Audrey si ritrovò in una situazione tipicadi quei film che successivamente si sarebbesempre rifiutata di interpretare, confusa inmezzo a ragazze impaurite, in piedi in mezzoalla strada in attesa di essere messe in riga econdotte al lavoro. A un certo punto peròl’ufficiale tedesco volse loro le spalle per unbreve istante. Con un’intuizione improvvisa emolto coraggio Audrey scappò via e andò anascondersi in fondo a una cantina lì neipressi. Infreddolita e affamata, trascorsegiorni e giorni al buio, nel più completoisolamento, indebolendosi e ammalandosi.Incredibilmente, fu costretta a nascondersiper più di tre settimane, e quando uscì dalsuo rifugio era debolissima e in predaall’epatite.Il 5 maggio 1945, il giorno dopo il suosedicesimo compleanno, l’Olanda venneliberata dai nazisti. A sedici anni, Audrey eraalta qualcosa come 1 metro e 76 centimetri,ma era malnutrita, le sue caviglie eranogonfie di edemi e il suo peso non superava iquaranta chilogrammi. Nonostante le sueprecarie condizioni di salute, tuttavia, non

settembre la presidentessa della sede localedella Croce Rossa fu convocata da unufficiale tedesco e le venne comunicatol’ordine di evacuare immediatamente la città.Tutti coloro che abitavano a sud della lineaferroviaria dovevano abbandonare le lorocase entro le otto di quella sera, gli altri entroil giorno successivo.Tutte le proteste si rivelarono inutili, tantoche entro le trentasei ore successive,100.000 persone con in braccio bambini efagotti o in sella alle proprie biciclette, nellapiù consueta e triste tradizione dei profughi,abbandonarono la città. Ella Van Heemstra,sua figlia Audrey e il figlio minore Ian eranotra loro. Tremila profughi morirono lungola strada. Ancora oggi, gli storici militarinon sono riusciti a scoprire chi diedein realtà quell’ordine e soprattutto perquale motivo. A quanto si sa, il comandante

presidiarlo si trovarono ad affrontare duedivisioni corazzate tedesche. Un battaglionedi paracadutisti inglesi riuscì ad arrivare alponte, ma una volta lì venne tagliato fuori ecostretto a ritirarsi con grosse perdite. Il pontedi Arnhem era davvero “troppo lontano”,come disse un generale, e proprio questafrase diede il titolo al gigantesco film diRichard Attenborough Quell’ultimo ponte(A Bridge Too Far, GB 78), nel quale vennericostruita con grande precisione l’OperazioneMarket Garden.Il disastroso esito dell’attacco alleato al ponteportò i combattimenti all’interno di Arnhem,i cui abitanti furono le principali vittime dellabattaglia. Mentre interi quartieri venivanodevastati, i cittadini assediati siammucchiavano dentro le cantine insieme aimorti e ai feriti inglesi, che cercavano diassistere per quanto era loro possibile. Il 23

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La guerra è finita,e Audrey coltiva ancora

le sue ambizioni di ballerina.

AUDREYHEPBURN

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volle rinunciare a partecipare aifesteggiamenti per il benvenuto alle truppealleate. Il loro arrivo non significava soltantola fine dei bombardamenti e la fuga degliodiati nazisti, ma anche l’arrivo del cibo(incluse le tavolette di cioccolata). Ricordandole sensazioni provate il giorno in cui gli Alleatiarrivarono ad Arnhem, la Hepburn dichiarò:«Quel giorno ho imparato che la libertà ha unsuo profumo, un aroma tutto suo – quello deltabacco inglese».L’evento più felice per i Van Heemstra fu ilritorno dalla Germania di Alexander, tuttaviaArnhem non offriva più alla baronessa molteprospettive, dal momento che la residenza difamiglia era stata distrutta nel corso deicombattimenti e il denaro a disposizione erascarso. Ella decise così che si sarebberodovuti trasferire ad Amsterdam. Cuoca abile eraffinata, si trovò un lavoro come cuoca egovernante presso un’agiata famiglia e presein affitto un piccolo appartamento per sé e isuoi figli.La nuova vita ad Amsterdam concedeva pocoal lusso. Il salario della baronessa era appenasufficiente a pagare l’affitto e a far sì che isuoi figli non soffrissero la fame. Audrey eraancora fragile, indebolita dalle privazionipatite durante la guerra, ma le sue ambizionidi ballerina erano rimaste inalterate, e la suadeterminazione ancora più ferrea che inprecedenza. Sua madre, straordinaria comesempre, riusci in qualche modo araggranellare il denaro sufficiente permandarla a lezione da Sonia Gaskell, unabravissima insegnante russa, celebre per ilsuo rigore e la sua creatività.Le braccia di Audrey erano così magre cheMadame Gaskell riusciva a contenerle nellesue piccole mani. Dapprima si preoccupòdella fragilità fisica della nuova allieva, manon ci mise molto a rendersi conto che la suavolontà d’acciaio le avrebbe permesso di

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La baronessa Ella VanHeemstra e sua figlianel 1946.

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invece chi sostiene che ci fu un accordo fra iVan Heemstra e Van der Linden e cheAudrey andò a trovare il regista nel suoappartamento. Comunque sianoeffettivamente andate le cose, il risultato fu ilmedesimo: Audrey Hepburn finì per la primavolta nella sua vita davanti a una macchinada presa nel piccolo ruolo di una hostessdella KLM.Audrey fu contentissima di essere statascelta. Visse con entusiasmo quella nuovaesperienza, guadagnò i suoi fiorini, ma non levenne in mente di considerare il cinema comeuna possibile carriera. La sua massimaambizione era quella di proseguire a Londra isuoi studi di balletto con la celebre MarieRambert (più tardi Dame dell’Imperobritannico). Quando Sonia Gaskell leannunciò che stava per chiudere la scuola etrasferirsi a Parigi, Audrey trovò il pretesto perrealizzare il suo intento. Sua madre si trovòd’accordo con lei sul fatto che oramai eragiunto il momento che Audrey compisse ipassi decisivi per realizzare fino in fondo le

Natale, un biglietto unico per una serie diquartetti di Beethoven. È stupefacenteconsiderare gli sforzi fatti dalla baronessa perprocurarsi il denaro con cui pagare gliambitissimi biglietti. Di certo però i soldi peri biglietti del tram non c’erano, e cosìAudrey doveva percorrere a piedi laconsiderevole distanza che separavacasa sua dalla sala da concerto.Alla fine del 1947 un evento inaspettatovivacizzò la vita di Audrey e le fornì un po’ didenaro in più. Il produttore cinematograficoH.M. Josephson e il regista Huguenot Vander Linden stavano girando uncortometraggio intitolato Nederland in 7Lessen (t.l.: Olanda in 7 lezioni, Nl 48), ecercavano una ragazza che vi interpretasse laparte di una giovane hostess dei voli di linea.Il film è finito da tempo nel dimenticatoio, e lecircostanze in cui vi venne coinvolta Audreyvariano molto a seconda delle fonti. C’è chiafferma che il produttore e il regista visitaronola scuola di danza di Madame Gaskell, allaricerca di una ragazza di bella presenza; c’è

farcela. Audrey lavorò con grande impegno, ematurò rapidamente sotto l’affettuosadirezione della Gaskell. Perfezionò ilportamento, migliorò equilibrio e capacità diconcentrazione; il corpo liscio e il voltodelicato, dagli zigomi alti e dagli occhi grandie profondi le conferivano in modo naturalel’aspetto di una ballerina. Il suo unicosvantaggio, al quale non poteva ovviare inalcun modo, era l’alta statura.La sua passione per la musica continuò, eAudrey cominciò a seguire i concerti alConcertgebouw di Amsterdam. Mengelberg,direttore stabile dell’orchestra in tempo diguerra, aveva impiegato come orchestrali deicollaborazionisti dei nazisti, e aveva tenutoconcerti per i tedeschi durante l’occupazione.Bollato come traditore, era dovuto riparare inesilio in Svizzera, e la sua orchestra stavavivendo dopo la guerra un’esaltante rinascitasotto la direzione di Eduard Van Beinum. Inoccasione del diciassettesimo compleanno diAudrey, sua madre le regalò un abbonamentosemestrale ai concerti del Concertgebouw; a

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Conosciuta per ilmodo poco ortodos

so di affrontare sia

la danza che i suoi aspiranti allievi,

Marie Rambert era

stimata per il suo intuito. Nata a Varsav

ia, aveva studiato

danza a Parigi con il fratello di Isad

ora Duncan.

Dame Marie Rambert, la straordinaria fondatrice dellacompagnia di balletto che porta il suo nome, dai suoistudenti era chiamata affettuosamente Mim.

AUDREYHEPBURN

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sue ambizioni. I soldi erano appena sufficientiper il viaggio e per un breve periodo disopravvivenza, tuttavia, intrepide comesempre, nel 1948 Ella e Audrey partirono perl’Inghilterra – Paese che Audrey avevaabbandonato nove anni prima.La baronessa Van Heemstra e sua figliaormai diciannovenne giunsero a Londra su untraghetto ferroviario. Dopo essersi sistematein un alberghetto nei pressi di King’s Cross, simisero immediatamente alla ricerca delMercury Theatre, una chiesa sconsacrata diNotting Hill Gate che ospitava la scuola didanza del Ballet Rambert.Conosciuta per il suo modo poco ortodossodi affrontare sia la danza che i suoi aspirantiallievi, Marie Rambert era particolarmentestimata per il suo intuito. Malgrado nel 1948fosse ormai sessantenne, non mostravaalcun segno di cedimento, sia dal punto divista personale che da quello professionale.Era nata a Varsavia e aveva studiato danzaa Parigi col fratello di Isadora Duncan neiprimi anni del secolo, perfezionandosi poi aGinevra con Émile Dalcroze. Le lezioni diDalcroze (che le aveva insegnato il suoparticolare metodo di armonizzazione deimovimenti in relazione alle strutturemusicali) le permisero di entrare a farparte della celebre compagnia russa diballetto di Diaghilev, alla quale approdònel 1912. Danzò con la compagnia eprese lezioni dal suo straordinario maestro,il celebre Cecchetti, ma il suo più importantericonoscimento artistico fu quello didanzare insieme a Nijinsky sui ritmicomplessi della Sagra della Primaveradi Stravinsky, della quale la compagniadi Diaghilev diede una memorabile primaesecuzione mondiale nel 1913.Allo scoppio della guerra, nel 1914, laRambert si trasferì in Inghilterra. Si sposòcon un commediografo e critico teatraleinglese, Ashley Dukes, e aprì una scuoladi danza che successivamente divenneuna compagnia di balletto nota conil nome di Ballet Rambert. Il suo contributoallo sviluppo della danza in Inghilterrafu incalcolabile. In particolare favorìla formazione di giovani coreografi e,

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Ancora con Babs Johnson, aspettando dietro le quinte l’audizione per High Button Shoes.

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penombra veniva debolmente rischiarata davetrate colorate.Dopo un colloquio con Ella e Audrey,Madame Rambert sottopose la sua futuraallieva a una rigorosa audizione e fubenevolmente impressionata dalla suabravura, tanto da accettarla nella sua scuola.Dal momento però che le tasse si rivelaronotroppo onerose da sostenere, MadameRambert considerò la situazione e offrì aAudrey una borsa di studio.Questo fu il primo colpo di fortuna nella vita diAudrey, che tuttavia non risolveva ancora deltutto il problema della sua sopravvivenza, dalmomento che la borsa di studio copriva solole lezioni. Così, in un ulteriore slancio digenerosità, Marie Rambert si offrì di ospitareAudrey a casa sua, in un confortevolepalazzo nei pressi di Campden Hill Square,dove viveva insieme al marito e a unagovernante irlandese abituata a prendersicura di tutte le protette di Madame.Nel 1983 fu organizzato al Sadler’s WellsTheatre un galà in memoria di Dame MarieRambert, morta all’età di 94 anni. Audrey volòappositamente a Londra per parteciparvi. Nelcorso delle commemorazioni, si definì “unaballerina fallita” e raccontò al pubblico riunitoin platea, composto dai principali protagonistidella danza mondiale, che aveva «un grandedebito di riconoscenza nei confronti di MarieRambert, grande guida spirituale emeravigliosa amica».Audrey cominciò a seguire le sue lezioni didanza dalle dieci del mattino alle sei di sera,mentre per sbarcare il lunario Ella si impegnò invari lavori piuttosto modesti, a cominciare daquello di commessa in un negozio di fiori. Dopoalcuni mesi divenne l’amministratrice di unpiccolo gruppo di appartamenti nel quartiere diMayfair, dove riuscì a ottenere una stanza inaffitto a prezzo modico. A tempo debito, riuscìad affittare per sé un intero appartamento nelmedesimo palazzo, cosa che permise a Audreydi lasciare casa Rambert e andare a vivere conlei. Per alcuni anni, da quel momento in poi,l’appartamento al numero 65 di South AudleyStreet fu la loro casa.

immediatamente punita con un seccocolpo sulle nocche, inflitto con la bacchettache Madame portava sempre con sé,e che spesso usava per sottolineareosservazioni o rimproveri, picchiandola sulpavimento di legno della sala da ballo dellascuola, uno stanzone spoglio, arredatounicamente con la sbarra per gli esercizi eun pianoforte verticale, e la cui abituale

fra gli allievi, elesse a propri pupilli AntonyTudor, Andrée Howard, Walter Gore eFrederick Ashton.Bruna ed esile come un uccello,volubile ed eccentrica, Madame Rambertera una donna cordiale e sensibile,ma anche molto severa e amante delladisciplina: ogni minima mancanza onegligenza da parte dei suoi allievi era