Audizione Gen Cinelli Procurement Difesa

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE EDMONDO CIRIELLI La seduta comincia alle 14,05. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Sulla pubblicità dei lavori. PRESIDENTE. Avverto che la pubbli- cità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l’attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satelli- tare della Camera dei deputati. (Così rimane stabilito). Audizione del Segretario generale della Difesa, Generale di corpo d’armata Aldo Cinelli. PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul- l’acquisizione dei sistemi d’arma, delle opere e dei mezzi direttamente destinati alla difesa nazionale, a venti anni dall’en- trata in vigore della legge 4 ottobre 1988, n. 436, l’audizione del Segretario generale della Difesa, generale di corpo d’armata Aldo Cinelli. Gli do la parola per lo svolgimento della relazione. ALDO CINELLI, Segretario generale della Difesa. La ringrazio molto, signor presidente. Onorevoli deputati, desidero innanzi- tutto esprimere un sincero ringraziamento ai membri della Commissione per l’oppor- tunità fornitami di illustrare e approfon- dire, nella sede istituzionale del Parla- mento, i differenti e molteplici aspetti inerenti alle problematiche per l’acquisi- zione degli assetti destinati alla difesa nazionale, necessari per garantire la com- pleta efficienza e la piena efficacia dello strumento militare. Dopo la descrizione delle competenze e delle attività del Segretariato generale della difesa, direzione nazionale degli ar- mamenti, nell’ambito del procurement mi- litare, seguita dall’illustrazione del quadro normativo nazionale e internazionale di riferimento, la mia presentazione traccerà il processo di acquisizione, e verrà fatto un cenno agli aspetti della ricerca tecnologica e alle industrie interessate alla produzione degli armamenti. La relazione si conclu- derà con alcune considerazioni sugli ar- gomenti summenzionati. Nel corso della mia esposizione mi avvarrò del supporto grafico di alcune lastrine di sintesi. Con l’entrata in vigore della legge 18 febbraio 1997 n. 25 sulla riforma dei ver- tici militari, il Capo di stato maggiore della Difesa è il responsabile della pianifica- zione, predisposizione e impiego delle Forze armate nel loro complesso; predi- spone, sentiti i capi di stato maggiore di Forza armata, la pianificazione generale finanziaria e quella operativa interforze; definisce i conseguenti programmi tecnico finanziari. Coerentemente, il decreto del Presidente della Repubblica n. 556 del 25 ottobre 1999, regolamento di attuazione della citata legge, gli assegna il controllo operativo dei fondi destinati al settore dell’investimento e del funzionamento. Conseguentemente, dallo stato maggiore della Difesa sono formulate le esigenze operative e i relativi requisiti operativi per la successiva trasformazione nelle possibili soluzioni tecniche, individuate e acquisite Camera dei Deputati 3 Indagine conoscitiva – 4 XVI LEGISLATURA IV COMMISSIONE SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2008

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTEEDMONDO CIRIELLI

La seduta comincia alle 14,05.

(La Commissione approva il processoverbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubbli-cità dei lavori della seduta odierna saràassicurata anche attraverso l’attivazione diimpianti audiovisivi a circuito chiuso e latrasmissione televisiva sul canale satelli-tare della Camera dei deputati.

(Così rimane stabilito).

Audizione del Segretario generale dellaDifesa, Generale di corpo d’armataAldo Cinelli.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca,nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul-l’acquisizione dei sistemi d’arma, delleopere e dei mezzi direttamente destinatialla difesa nazionale, a venti anni dall’en-trata in vigore della legge 4 ottobre 1988,n. 436, l’audizione del Segretario generaledella Difesa, generale di corpo d’armataAldo Cinelli.

Gli do la parola per lo svolgimentodella relazione.

ALDO CINELLI, Segretario generaledella Difesa. La ringrazio molto, signorpresidente.

Onorevoli deputati, desidero innanzi-tutto esprimere un sincero ringraziamentoai membri della Commissione per l’oppor-tunità fornitami di illustrare e approfon-

dire, nella sede istituzionale del Parla-mento, i differenti e molteplici aspettiinerenti alle problematiche per l’acquisi-zione degli assetti destinati alla difesanazionale, necessari per garantire la com-pleta efficienza e la piena efficacia dellostrumento militare.

Dopo la descrizione delle competenze edelle attività del Segretariato generaledella difesa, direzione nazionale degli ar-mamenti, nell’ambito del procurement mi-litare, seguita dall’illustrazione del quadronormativo nazionale e internazionale diriferimento, la mia presentazione tracceràil processo di acquisizione, e verrà fatto uncenno agli aspetti della ricerca tecnologicae alle industrie interessate alla produzionedegli armamenti. La relazione si conclu-derà con alcune considerazioni sugli ar-gomenti summenzionati. Nel corso dellamia esposizione mi avvarrò del supportografico di alcune lastrine di sintesi.

Con l’entrata in vigore della legge 18febbraio 1997 n. 25 sulla riforma dei ver-tici militari, il Capo di stato maggiore dellaDifesa è il responsabile della pianifica-zione, predisposizione e impiego delleForze armate nel loro complesso; predi-spone, sentiti i capi di stato maggiore diForza armata, la pianificazione generalefinanziaria e quella operativa interforze;definisce i conseguenti programmi tecnicofinanziari. Coerentemente, il decreto delPresidente della Repubblica n. 556 del 25ottobre 1999, regolamento di attuazionedella citata legge, gli assegna il controllooperativo dei fondi destinati al settoredell’investimento e del funzionamento.Conseguentemente, dallo stato maggioredella Difesa sono formulate le esigenzeoperative e i relativi requisiti operativi perla successiva trasformazione nelle possibilisoluzioni tecniche, individuate e acquisite

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a cura dell’area tecnico-amministrativache ricade sotto la mia responsabilità.

In questo scenario, in qualità inoltre diDirettore nazionale degli armamenti, ho laspecifica responsabilità di individuare epromuovere i programmi di ricerca tec-nologica e dello sviluppo, produzione eapprovvigionamento dei sistemi d’arma,nel rispetto delle direttive e della pianifi-cazione generale finanziaria definita dalcapo di stato maggiore della Difesa.

È, inoltre, mia competenza sostenere lapolitica degli armamenti in ambito inter-nazionale, sia in seno alle varie organiz-zazioni di cui l’Italia è membro, sia neirapporti bilaterali e multilaterali che ilnostro Paese intrattiene in questo settore.Per tali ragioni sono, infatti, membro delConsiglio superiore delle Forze armate edel comitato dei capi di stato maggiore epresiedo il comitato consultivo per l’esamedei contratti più importanti in materia diarmamenti.

Nell’esercizio delle mie attribuzioni miavvalgo, quale organo di staff, del Segre-tariato generale della Difesa e direzionenazionale degli armamenti e, quale bracciooperativo, dei direttori generali, la cuiazione è da me indirizzata e controllata.In particolare, quattro direzioni generalisono impegnate nello sviluppo, produzionee approvvigionamento degli armamentiterrestri, navali, aeronautici e delle tele-comunicazioni, dell’informatica e delletecnologie avanzate.

Il processo di acquisizione si sviluppasecondo una procedura distinta in tre fasi.Una fase di definizione dell’esigenza e diapprovazione politica, di competenza delCapo di stato maggiore della Difesa; una dianalisi e valutazione, condotta congiunta-mente dallo stato maggiore della Difesa edal Segretariato; una conclusiva di acqui-sizione, effettuata dal Segretariato tramitele sue direzioni generali sopra delineate otramite accordi internazionali gestiti daagenzie di programma – vedi l’OCCAR –o agenzie NATO.

La prima fase prevede, in sintesi, ilseguente iter: individuazione della minac-cia e definizione dell’esigenza operativa;definizione del requisito operativo preli-

minare nell’ambito del Comitato di valu-tazione interforze dei requisiti operativi(COVIRO) nel quale siede un rappresen-tante del Segretariato generale; sviluppodel requisito operativo definitivo in cuisono individuate le caratteristiche tecnichedel sistema destinato a soddisfare le esi-genze; definizione del sostegno finanziarioda parte del capo di stato maggiore dellaDifesa; formulazione del parere a curadelle Commissioni difesa del Parlamento(legge Giacchè), ove previsto; approvazionedel Ministro della difesa, qualora si uti-lizzino fonti del bilancio ordinario dellaDifesa o del Parlamento, nel caso in cui ilprogetto sia finanziato da una legge spe-ciale.

Per i progetti di contratto di ammo-dernamento o rinnovamento di valore su-periore ai 5 milioni di euro, è prevista inaggiunta l’acquisizione del parere di ap-posito comitato consultivo connotato dallapresenza di membri esterni all’ammini-strazione Difesa e presieduto dal Segreta-rio generale. Va precisato che tale proce-dura è applicata per i programmi svilup-pati nell’ambito del bilancio ordinariodella Difesa.

Corre l’obbligo di evidenziare, comeperaltro già precisato sia dal ministro, siadal capo di stato maggiore della Difesanelle precedenti audizioni, che la Difesausufruisce anche di fondi provenienti dalMinistero dello sviluppo economico per larealizzazione di programmi di specificointeresse nel comparto industriale chepossono avere ricadute positive sullo stru-mento militare. In tale ambito, il rapportotra Ministero dello sviluppo economico e ilMinistero della difesa risponde a un pre-ciso coordinamento concettuale e proce-durale, tra esigenze della Difesa e esigenzedello sviluppo tecnologico e industriale.

Completata la finalizzazione del pro-getto, il requisito operativo definitivo, uni-tamente al decreto ministeriale di appro-vazione, viene quindi inviato al Segreta-riato generale della Difesa che a sua voltaaffiderà l’espletamento dell’occorrenteprocedura di acquisizione alla Direzionegenerale competente, con l’eventuale in-tervento di gruppi integrati di progetto –

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direzione di programma – composti darappresentanti dell’area tecnico-operativae dell’area tecnico-amministrativa.

Formule innovative sono attuate per iprogrammi più complessi.

Nella fase di analisi e di valutazione,complessivamente la Direzione generaledegli armamenti tende alla standardizza-zione delle metodologie di gestione delleattività; individua e propone l’integrazioneinterforze del settore tecnologico e logi-stico; promuove e sostiene l’industria na-zionale nel contesto internazionale; forni-sce indirizzi nel campo delle compensa-zioni industriali, gli offset, e dei ritornitecnologici soprattutto da parte di Paesinon dell’Unione europea.

Le compensazioni industriali sono diinteresse industriale o governative, e siapplicano normalmente ai programmi diacquisizione di materiali dei servizi nelsettore militare, prevedendo transazionicommerciali che la ditta fornitrice estera èobbligata a corrispondere alle industriedel Paese acquirente.

Sono di tipo diretto quando riguardanobeni e servizi relativi allo stesso prodottoprevisto dal programma di acquisizioned’origine e di tipo indiretto quando, in-vece, riguardano beni e servizi diversi datale prodotto, ma dello stesso livello evalore tecnologico.

La fase di acquisizione, infine, si rea-lizza nel rispetto della normazione nazio-nale con i previsti procedimenti ammini-strativi, in cui i criteri della scelta delcontraente sono ben definiti e in largamisura dettati dal codice dei contratti chegià recepisce le norme comunitarie invigore.

In particolare, in primo luogo vieneaccertata l’esistenza dei presupposti perl’eventuale applicazione della deroga pre-vista dall’articolo 296 del trattato dellaComunità europea. La prima condizione èdi ordine oggettivo e consiste nella verificache l’oggetto da acquisire – armi, muni-zioni, materiale bellico – rientri tra quelliindividuati da apposito elenco elaboratodalla Comunità europea in precedenza.

La seconda condizione, recentementeribadita dalla Commissione europea con la

comunicazione interpretativa del 2006, èdata dal riscontro di interessi essenziali disicurezza nazionale, da tutelare attraversol’applicazione della deroga prevista dall’ar-ticolo 296.

Qualora l’esito sia negativo per l’appli-cazione del sistema derogatorio, le com-messe vengono regolate dalle norme rela-tive al mercato interno comunitario, conl’applicazione integrale delle procedurepreviste dalle direttive comunitarie, cosìcome recepite dal codice dei contratti. Incaso positivo, si dà corso alla verifica circal’applicabilità o meno del codice di con-dotta dell’Agenzia europea d’armamento:in esso, infatti, sono indicate alcune ma-terie che ne escludono l’applicazione, la-sciando liberi gli Stati firmatari di adot-tare le procedure più rispondenti agliinteressi nazionali. Si segnalano, tra lealtre, le materie riguardanti la ricerca etecnologia, il procurement in cooperazione;completano il quadro i materiali per ladifesa nucleare biologica e chimica, e gliequipaggiamenti crittografici.

Al di fuori di tale materia, il codice dicondotta privilegia la procedura competi-tiva con gara formale, ovvero negoziata,con pluralità di concorrenti, derogabilesolo nei casi specificatamente previsti:pressante urgenza operativa, acquisto dibeni e servizi supplementari dal fornitoreoriginario, straordinarie ed impellenti ra-gioni di sicurezza nazionale.

Il ricorso alla trattativa privata con unasola controparte – procedura non compe-titiva – è sottoposto a particolari cautele.In ragione della sua eccezionalità, essadeve essere motivata, in modo preciso ecircostanziato, con l’enunciazione dei pre-supposti di fatto e diritto – proprietà diknow-how, standardizzazione dei sistemi,prosecuzione di contratti precedenti –dell’iter logico e delle valutazioni chehanno portato all’individuazione del con-traente. Inoltre, nella fattispecie, in as-senza di una comparazione fra più offerte,l’unica disponibile viene sottoposta ad ungiudizio di congruità in cui si procede avalutarne tutti gli elementi, singolarmentee complessivamente considerati.

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Per le procedure competitive, il criterioadottato per la scelta del contraente èquello denominato dell’offerta economica-mente più vantaggiosa che prende in con-siderazione una pluralità di parametridalla combinazione dei quali emerge l’of-ferta più conveniente per l’amministra-zione.

Per quanto concerne, poi, i progetti dicontratto che superano l’importo di 5milioni di euro, essi devono essere sotto-posti al parere preventivo del Comitatoconsultivo, di cui ho accennato in prece-denza, istituito con la legge n. 496 del1998, la cui caratteristica, al fine di con-ferire trasparenza ed imparzialità al-l’azione amministrativa, è costituita dallacomposizione che annovera la presenza disoggetti esterni all’amministrazione: magi-strati del Consiglio di Stato e della Cortedei conti, ed esperti in materia di analisidei costi e contabilità industriale.

Le continue ristrettezze di bilancio,comuni a tutti i dicasteri europei, unita-mente all’attuale quadro geostrategico cheimpone l’interoperabilità delle Forze ar-mate nei vari teatri di crisi, ha indotto lemaggiori potenze europee a ricercare re-quisiti comuni con i propri sistemi d’arma,allo scopo di abbattere sia i costi di ricercae sviluppo, sia quelli di produzione, non-ché per assicurare la necessaria interope-rabilità.

L’Italia è stata uno dei firmatari diquesti consessi ed il Segretariato partecipacome attore principale nella CNAD (Con-ferenza dei direttori nazionali degli arma-menti), massimo organo di consulenza del-l’alleanza nel campo della cooperazionesui programmi d’armamento, della stan-dardizzazione dei materiali e del procu-rement della Difesa; dipende dal Consigliodel Nord Atlantico, che è il principaleorganismo decisionale della NATO; parte-cipa, poi, all’OCCAR (OrganisationConjointe de Coopération en matière d’Ar-mement o Agenzia multilaterale di gestionedi programmi di cooperazione), nata nel1998, a cui partecipano, oltre all’Italia,Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagnae Spagna. Infine, il Segretariato partecipaalla LOI, lettera di intenti sulla base della

quale è stato sottoscritto un accordo qua-dro nel 2000 con Francia, Gran Bretagna,Germania, Svezia e Spagna, destinato adare ai Paesi con maggiori componentiindustriali – circa il 90 per cento delcomplesso industriale dell’Unione europea– regole comuni in settori determinantiper la cooperazione.

La nascita dell’Agenzia europea degliarmamenti nel corso del Consiglio europeodi Salonicco del giugno 2003, i capi diStato e di Governo dei Paesi dell’Unioneeuropea hanno dato mandato al Consigliodi creare un’Agenzia europea nel settoredello sviluppo delle capacità di difesa,della ricerca tecnologica, del mercato eu-ropeo degli armamenti militari e dellosviluppo di opportunità di cooperazioneper gli armamenti.

L’Agenzia europea di difesa è stataufficialmente creata con l’approvazione diuna azione comune, la Council joint actiondel 12 luglio 2004. La funzione principaledell’Agenzia è quella di fungere da incu-batrice di programmi di cooperazione trale nazioni europee, per acquisire capacitàche rispondono alle nuove esigenze ope-rative europee.

Per far ciò, l’Agenzia può condurre inproprio attività di studio e di ricercafinalizzate all’avvio di progetti e pro-grammi di interesse comune per tutti gliStati membri (cosidddetti progetti di tipoA) a carico di tutti gli Stati membri.Parimenti, l’EDA può creare le condizioniacciocché, ove due o più Paesi desiderinointraprendere attività di cooperazione,questa possa realizzarsi sotto forma diprogetti ad hoc a carico dei soli parteci-panti (cosiddetti progetti di tipo B).

Con riguardo al processo decisionale, ilComitato direttivo, composto dai Ministridella difesa o loro rappresentanti, assumedecisioni secondo il modello a maggio-ranza qualificata. Esiste, tuttavia, la pos-sibilità di avvalersi del cosiddetto freno diemergenza – emergency break – secondo ilquale uno Stato membro può, per seri ecomprovati motivi di interesse nazionale,richiedere la discussione, a livello di con-siglio, di alcuni punti di particolare rilievo.

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In sostanza, la nascita dell’Agenzia eu-ropea di difesa costituisce un’importanteopportunità per i Paesi dell’Unione euro-pea in quanto essa contribuisce a conferirerilievo alla prospettiva degli organismidella Difesa europea nell’ambito delle pro-tezioni, e della sicurezza e difesa comune,caratteristica che era mancata nei prece-denti tentativi di integrazione europea nelsettore.

I risultati di tali consessi si esplicano inprogrammi internazionali che rappresen-tano la maggioranza delle nostre attività diprocurement. Per essi è prevista l’elabora-zione, in stretto coordinamento con ilMinistero degli affari esteri, e la sottoscri-zione di memorandum of understandingcon i Paesi interessati. Essi sono sotto-scritti dal Ministro della difesa o dal suodelegato.

Il quadro normativo europeo è tuttorain evoluzione. L’Unione europea, infatti,che rappresenta per il nostro Paese ilprincipale quadro di riferimento struttu-rale per la convergenza, fattibilità, svi-luppo e ottimizzazione delle capacità na-zionali nel settore dell’aerospazio e dellaDifesa, intende sviluppare un’identità eu-ropea di sicurezza e di difesa, e richiedeuna cooperazione tecnologica e industrialeche consenta la realizzazione di una strut-tura industriale integrata e interdipen-dente, attenuando le barriere protezioni-stiche interne ai vari Paesi dell’Unioneeuropea, favorendo le fusioni settorialidelle industrie e concentrando le variecapacità nazionali in poli di eccellenzatecnologica.

In tale contesto, nel dicembre 2007, laCommissione europea ha presentato il co-siddetto Defence package che propone mi-sure volte ad incrementare la competitivitànel mercato della difesa, limitando i casidi applicabilità dell’articolo 296 e for-nendo un regime che tenga conto dellaspecificità del comparto.

Le novità introdotte da tale pacchettosono specialmente contenute nelle dueproposte di direttiva di imminente appro-vazione da parte del Parlamento europeo,rispettivamente concernenti gli appalti

pubblici per i settori della difesa e sicu-rezza, ed i trasferimenti intracomunitari.

In particolare, la prima direttiva in-tende promuovere: il rafforzamento delmercato europeo della difesa e la coope-razione tra gli Stati membri, attraverso laconfermata possibilità di avvalersi dell’ar-ticolo 296 nei limiti della comunicazioneinterpretativa; il ricorso alle sole proce-dure più flessibili, anche per garantire latempestività degli approvvigionamentiquando richiesti; la centralità dei requisitidi interoperabilità richiesti dalla parteci-pazione alle alleanze internazionali; latutela della sicurezza delle informazioni edegli approvvigionamenti; la tutela degliaccordi internazionali con Paesi terzi edagenzie internazionali (OCCAR ed agenzieNATO); il rafforzamento della coopera-zione tra Stati membri nel settore dellaricerca e sviluppo, estesa a tutte le fasi delciclo di vita dei sistemi d’arma.

Le iniziative assunte in ambito europeocomporteranno una serie di miglioramentinel campo degli approvvigionamenti mili-tari e comunque connessi alla sicurezzadal punto di vista nazionale. In definitiva,si ritiene che il livello di flessibilità rag-giunto nella direttiva degli appalti pubblicidi difesa e sicurezza risulti adeguato pertutelare le prioritarie esigenze delle Forzearmate e le aree nazionali di eccellenzatecnologica e industriale.

La proposta di direttiva sui trasferi-menti intracomunitari di prodotti delladifesa, infine, mira ad eliminare moltidegli ostacoli burocratici legati alla movi-mentazione dei prodotti d’armamento inambito europeo, tramite la definizione dinuove norme di licenza di esportazione,licenza generale, licenza globale, licenzaindividuale. Nel contempo, tali documentipotranno assicurare la massima omoge-neità tra tutti gli Stati membri, limitandoil rischio che si creino condizioni diverseper le imprese nazionali a seconda dellaloro localizzazione.

La direttiva degli ICT, ossia Intra-Com-munity Transfers, consentirà così all’indu-stria della difesa, con le opportune pre-cauzioni, di spostare più agilmente il ma-teriale in Europa con un immediato au-

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mento dell’efficienza e diminuzione deicosti. Tale direttiva, oltre a favorire larazionalizzazione e specializzazione del-l’industria europea, completerebbe la di-rettiva sugli appalti pubblici, facilitando lapartecipazione di imprese europee ai pro-grammi di acquisto dei Paesi in cui essisono presenti, evitando pertanto di risul-tare penalizzante nel confronto con leimprese ivi locate. Il recepimento di taledirettiva, nel quadro del sistema italianodei controlli sui trasferimenti di materialid’armamento, comporterà una serie diadeguamenti alla legge n. 185 del 1990,come già modificata nel 2003.

Con riferimento ai maggiori programmidi acquisizione, l’Italia è impegnata innumerose iniziative di sviluppo e di pro-duzione di equipaggiamenti e di sistemid’arma. Il Segretario generale, oltre aprovvedere all’impiego amministrativo deifondi destinati ai programmi d’arma-mento, è responsabile dell’indirizzo e delcoordinamento di un altro settore di rile-vante importanza quale quello della ri-cerca tecnologica. In tale ambito, nel ri-spetto delle aree tecnologiche di interessedella Difesa, questo provvede, in ambitonazionale, attraverso la definizione e lagestione del piano nazionale di ricercamilitare strettamente correlato con ilpiano nazionale della ricerca; sul pianointernazionale, attraverso la partecipa-zione ai consessi di Agenzia europea delladifesa (LOI, NATO), preposti a coordinarele iniziative nel campo della ricerca, colduplice obiettivo di evitare duplicazioni eottimizzare l’impiego delle risorse.

Questa specifica attribuzione viene svi-luppata in stretto coordinamento con lostato maggiore della Difesa che definisce learee tecnologiche prioritarie su cui indi-rizzare la ricerca. Più in dettaglio, essesono attualmente raggruppabili in quattrocomparti: comando e controllo, coordina-mento, computer e informazione; prote-zione personale e difesa nucleare, biolo-gica, chimica e elettromagnetica; unman-ned aerial vehicles, robotica, microelettro-nica, tecnologia satellitare e sensoristica;veicoli elettrici, balistica, propulsione.

In particolare, una significativa partedelle risorse destinate all’attività di ricercae sviluppo viene impiegata per le tecnolo-gie duali, in grado di offrire indiscutibilivantaggi tecnologici anche in applicazionicivili di notevole importanza strategica.Più in dettaglio, i settori di ricerca tecno-logica nei quali sono sviluppati investi-menti a carattere duale sono quelli relativiai materiali compositi innovativi, microe-lettronica, navi e veicoli elettrici, radioco-municazioni digitali, antenne innovative,robotica, sensori ottici e a radiofrequenza,scoperta decontaminazione nucleare bio-logica e chimica, osservazione e controllodel territorio.

Nel periodo 2001-2008 sono stati con-cretizzati 510 progetti di ricerca tecnolo-gica militare duale, coinvolgendo la mag-gior parte delle industrie, università ecentri di ricerca nazionale. In particolare,sono stati sviluppati 80 progetti a conno-tazione duale, e piccole e medie impresehanno contribuito in maniera significativapartecipando a 186 progetti.

Intendo, ora, fornire un brevissimocenno relativo all’industria italiana delladifesa, dell’aerospazio e della sicurezza lacui associazione, l’AIAD, costituisce l’in-terfaccia di riferimento con la Difesa.Associata a Confindustria, è l’organizza-zione nazionale di categoria dell’impresaad alto contenuto tecnologico per produ-zioni, applicazioni e servizi destinati aiclienti istituzionali o ad essi equiparabilinell’ambito dei sistemi ed equipaggiamentiaerospaziali, terrestri, navali ed elettronici.Le agenzie dell’AIAD sviluppano, in pra-tica, buona parte della produzione italiananei rispettivi settori.

Tra i principali gruppi presenti, natu-ralmente, c’è Finmeccanica. La distribu-zione territoriale degli impianti è estesa sugran parte del territorio nazionale e com-prende tutti i settori di produzione.

Signor presidente, onorevoli deputati,ho inteso con questa mia presentazionefornirvi una visione di sintesi, auspicochiara, dei soggetti e delle procedure in-teressati all’acquisizione dei sistemid’arma destinati alla difesa.

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Da un lato, la molteplicità e la concre-tezza delle esigenze che lo strumento mi-litare deve affrontare impongono un ap-proccio assolutamente pragmatico nel-l’adottare le scelte di pianificazione; dal-l’altro, il ritmo del progresso scientifico etecnologico richiede una partecipazioneattiva di tutti i soggetti interessati e con-seguentemente la Difesa deve proporsicome elemento sempre più propositivo,non solo in termini di richiesta ma anche,ove possibile, di orientatore e catalizzatoredei processi.

Lo sviluppo dei maggiori programmi diacquisizione a respiro internazionale è lamiglior prova di questo assunto.

La dinamica contrapposta tra domandae offerta va spesso superata, adottando,nel pieno rispetto dei ruoli e delle respon-sabilità, un approccio sereno e cooperativocon il comparto produttivo e della ricerca.Da ciò emerge la dimensione sopranazio-nale e internazionale dell’azione del pro-curement militare, necessariamente nonpiù limitato ai confini nazionali, ma pie-namente protagonista dello scenario euro-peo e transatlantico.

Resto a disposizione della Commissioneper ogni approfondimento che si ritenessenecessario.

PRESIDENTE. Ringrazio il GeneraleCinelli.

Avverto che alle 15 dovremo conclu-dere l’audizione per concomitanti vota-zioni in Aula.

Do la parola ai colleghi che intendanoporre quesiti o formulare osservazioni.

PIER FAUSTO RECCHIA. Vorrei porreuna domanda brevissima.

Ringrazio il generale; attraverso lo svol-gimento di questa indagine conoscitivastiamo più o meno chiarendo alcuni puntirelativi ai sistemi d’arma e così via.

Vorrei chiederle se la Segreteria gene-rale compie una valutazione sul rapportotra costi e benefici dei programmi, inparticolare in relazione al fatto che spessole condizioni cambiano in corso d’opera.Ad esempio, è successo che per mancanzadi risorse alcuni programmi siano stati

spostati in avanti; quindi, in qualchemodo, sicuramente crescono i costi e forsediminuiscono i benefici. Vorrei, dunque,capire se a quel punto siamo prigionieridel programma, oppure, qualora si valu-tasse che il rapporto tra costi e beneficinon è soddisfacente, è possibile tornareindietro.

ALDO CINELLI, Segretario generale perla Difesa. Onorevole, ciò che lei chiederiguarda un aspetto molto sentito. C’è datener presente che questi adeguamenti deicosti, e quindi la comparazione costi-benefici, in funzione anche della lun-ghezza del programma, è un aspetto cheviene tenuto in conto.

Inoltre, come Segretariato, noi diven-tiamo l’elemento che memorizza l’anda-mento del programma; quella, poi, diuscire o di entrare nel programma è unaresponsabilità dello stato maggiore dellaDifesa, che, nel quadro generale delleesigenze della difesa, assegna o cambia lepriorità a quei programmi che potrebberoavere avuto degli slittamenti o avrebberoavuto dei costi eccessivi. C’è, dunque, que-sto controllo; non si procede a testa bassae si porta a termine il programma soloperché lo si è iniziato.

Una delle attività che sono già in corso,ma che svolgeremo nei prossimi mesi, èquella di mettere a punto le priorità conle disponibilità per il prossimo 2009; cisono già alcuni programmi che slitterannoai prossimi anni, naturalmente con alcuneconseguenze, ovvero quelle dovute all’aversottoscritto dei memorandum con altriPaesi.

Tuttavia, in linea di massima, questa èla linea che seguiamo.

SALVATORE CICU. Ringrazio il gene-rale Cinelli per l’approfondimento che ciha offerto. Vorrei fare una considerazionee porre una domanda.

Secondo me è molto importante il pas-saggio che ci vede sempre più inseriti inun contesto europeo e che guarda, inmaniera particolare, alla eliminazionedelle burocrazie. Mi rendo conto, infatti,in maniera importante, di quanto sia sem-

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pre più necessario avviare un percorso cheattivi un meccanismo di confronto, maanche di interazione e di un linguaggiocomune che sempre di più diventa neces-sario all’interno del sistema europeo.

Nello stesso tempo, mi rendo contoanche del fatto che la credibilità dellanostra industria – lasciatemi passare que-sto termine – diventa sempre più impor-tante nel momento in cui i nostri progettivanno a buon fine e realizzano, poi, anchequello che diceva il collega Recchia. Inaltre parole, il compito della Commissione,e quindi del Parlamento, dovrebbe essereanche quello di compiere questo tipo divalutazione nel momento in cui vengonoeffettuati dei tagli o nel momento in cui cisia una programmazione di risorse dadestinare, perché si tratta di un pro-gramma che non riguarda solo l’efficaciadel servizio che noi rendiamo al Paeserispetto alle missioni di pace o alla difesadel Paese, ma è un servizio che realiz-ziamo come sistema complessivo tra in-dustria e Difesa.

Sono stato in missione diverse volte inCina e in tali occasioni, nel momento incui la Difesa partecipava, limitatamenteagli aspetti che le competevano, per far sìche si concretizzassero le condizioni ne-cessarie all’ingresso delle nostre industriesoprattutto nel settore civile, mi sono resoconto che era sì importante l’azione delMinistero delle attività produttive, ma eramolto più importante la credibilità diquello che, nel nostro Paese, era già statoconcretizzato come modello di sistemad’arma.

Tuttavia, al di là di queste considera-zioni velocissime – mi sarebbe piaciutoapprofondire alcuni aspetti – lei ha citato,nella parte relativa ai programmi, il fattoche uno è affidato a trattativa privata euno, invece, è assegnato tramite proceduracompetitiva. In quale percentuale questoavviene, a livello statistico ? Glielo chiedosolo per capire in che modo poi si esplicaquesta assegnazione.

ALDO CINELLI, Segretario generaledella Difesa. Onorevole Cicu, come le di-cevo, la procedura a trattativa privata non

rappresenta la generalità delle modalitàadottate nell’ambito di queste attività diprocurement, ma è dettata da alcune con-dizioni ben precise e ristrette, ovvero ilfatto di avere già la maggioranza di queimezzi, in termini generali, che sono dellatipologia necessaria. In alcuni casi, non sipuò cambiare la logistica per andare suuna trattativa formale aperta, ma è ne-cessario continuare con quella produzione,perché abbiamo già tutti i mezzi di quelsistema; in tali casi, dunque, si procede atrattativa privata.

Nella trattativa privata, come le hodetto, c’è una attività svolta dalla Dire-zione generale che deve stabilire e verifi-care la congruità del prezzo. Una voltastabilito il prezzo, la pratica passa alcomitato consultivo di cui fanno parte unmagistrato della Corte dei conti, un ma-gistrato del Consiglio di stato e due espertiesterni, i quali verificano che l’operatodella Direzione generale sia in linea con ilsistema e con il prezzo che viene offertodalla ditta.

La trattativa privata, direi, è in mino-ranza rispetto a tutte le altre trattativeperché è soltanto una specificità per ot-tenere un certo prodotto. Non sono ingrado di riferire quale sia la percentuale,ma si tratta di casi limitati.

SALVATORE CICU. Vi sono alcune re-gioni a statuto speciale dove l’ordinarietàha superato la specialità, quindi mi inte-ressava capire se anche nei nostri sistemidi trattativa questo fosse avvenuto.

ALDO CINELLI, Segretario generaledella Difesa. Come dicevo, mi riservo difarvi avere i dati che lei chiedeva; tuttavia,nell’ambito di tutte le attività che noisvolgiamo, questa è una piccola parte ecostituisce una specificità per rispondere acerte nostre necessità.

PRESIDENTE. Signor generale, miscusi, vorrei porle una domanda, visto chelei vi ha accennato. Relativamente all’in-vestimento tecnologico, il Ministero delladifesa, tramite le Forze armate o, meglio,tramite il Segretario generale della Difesa,

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compie qualche azione diretta, oltre ainfluenzare la direzione strategica dellaricerca delle industrie ? Impegna diretta-mente risorse in direzione dell’investi-mento tecnologico ? E in che maniera ?

ALDO CINELLI, Segretario generaledella Difesa. Diciamo che negli ultimi anni,dal 2001 al 2006, l’andamento del budgetper la ricerca è stato di circa 115 milionidi euro. Nel 2007 si è abbassato a 59milioni di euro; nel 2008 è stato 51 milionidi euro.

Come le dicevo, ci sono alcune aree incui l’indirizzo della ricerca della Difesa èben definito – adesso non vorrei dimen-ticarne qualcuna – sia in ambito nazio-nale, sia in ambito europeo. In quest’ul-timo ambito, partecipiamo a quei pro-grammi che, come ho accennato, sononell’Agenzia europea di difesa; in ambitonazionale, siamo coinvolti in alcuni pro-

getti quali la sensoristica, i radar di sco-perta, le comunicazioni.

Pertanto, i fondi destinati alla Difesavengono spesi per attività che sono inparte nell’ambito della ricerca dell’Unioneeuropea e in parte nell’ambito della ri-cerca nazionale.

PRESIDENTE. Ringrazio il generale Ci-nelli.

Dichiaro conclusa l’audizione.

La seduta termina alle 14,40.

IL CONSIGLIERE CAPO DEL SERVIZIO RESOCONTIESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. GUGLIELMO ROMANO

Licenziato per la stampail 23 gennaio 2009.

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO

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