Attività Pianeta/ nome scelto dalla classe: Inlife ... · astronave,atterriamo su un pianeta...
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Attività "Pianeta"/ nome scelto dalla classe: Inlife
(insieme, libertà, festa)La classe II G, durante i mesi di Ottobre e parte di Novembre, ha effettuato un' attività di scrittura creativa ipotizzando un viaggio fantastico verso un pianeta immaginario, dove i ragazzi dovevano:esplorare, costruire, organizzare il lavoro, scegliere eventuali regole/capi, affrontare
difficoltà e momenti divertimento.
un viaggio fantastico verso un pianeta immaginario, dove i ragazzi dovevano:esplorare, costruire, organizzare il lavoro, scegliere eventuali regole/capi, affrontare
difficoltà e momenti divertimento.
Come? Il lavoro, effettuato a gruppi eterogenei e con rotazione dei partecipanti,
veniva iniziato in classe e quindi concluso a casa. Periodicamente sono stati attuati
momenti di confronto e dibattito.
Perché? -Sviluppare le competenze emozionali e relazionali necessarie per rapportarsi con fiducia a se stessi e per gestire i rapporti interpersonali;-scoprire paure e sentimenti e confrontarli, con quelli altrui;
-motivare allo studio e all'impegno in un ambiente scolastico sereno e stimolante;
-produrre testi creativi, corretti e coinvolgenti, saperli rielaborare;
-saper gestire i conflitti, valutando le proprie competenze e confrontandole con quelle altrui;-comprendere il valore sociale delle responsabilità e delle regole.
Cosa? Di seguito si forniscono alcune pagine prodotte dai ragazzi.
Valutazione: 1)- l'insegnante si è limitata a guidare i gruppi e ad intervenire laddove i conflitti parevano poco costruttivi. Tutti i ragazzi hanno dimostrato vivo interesse e sono stati coinvolti sulla progettazione e realizzazione del lavoro. I risultati, pur se disomogenei, risultano comunque di buon livello.2)-La valutazione degli alunni sul proprio lavoro è tratta dai loro elaborati conclusivi:
-"Il lavoro mi ha fatto cambiare idea su due persone che non credevo fossero così
simpatiche……..E' stato interessante anche trovarsi a casa e non parlare solo di
compiti. L'attività ha dato problemi a qualcuno: alcuni non collaboravano o non
volevano rinunciare all'attività sportiva per trovarsi al pomeriggio" Alice Di Pardo.
-"Il lavoro di gruppo dà la possibilità di condividere le idee, stare in compagnia,
scoprire nuove amicizie". Federico Nacci.
-"Le regole decise:1)tutti si devono rispettare 2)tutti devono svolgere il proprio incarico 3)ci si aiuta a vicenda 4)si divide ciò che si ha con gli altri 5)non ci si separa mai. Abbiamo creato le regole per vivere meglio insieme". Matteo Venturato.
-"Ho scoperto, dopo le prime difficoltà, quando dovevamo organizzarci, che lavorare in gruppo è più semplice perché ognuno dice la propria opinione ed è bello scoprire diversi modi di pensare; alla fine si realizza un buon lavoro, migliore di uno fatto da soli".Silvia Furano.
-"Lavorando in gruppo, inizialmente il compito assegnato si svolge più in fretta, ma poiché è più facile distrarsi e fare molti errori è necessario, successivamente, rivederlo più volte, impegnando più tempo del previsto. Io e i miei compagni ci immedesimavamo tanto che perdevamo coscienza del tempo che passava". Carlo Cena.
-"Un ragazzo e una ragazza hanno sicuramente modi di vedere le cose molto diversi a quest'età, quindi riuscire a lavorare insieme è stato stimolante. Non tutti partecipavano con lo stesso interesse, magari perché sono timidi". Alessandro Malino.
-" Eravamo dispiaciuti di tornare a casa, volevamo stare ancora insieme e divertirci un po'". Alice Di Pardo.
-"…….e in cuor loro sanno che (quest'avventura) non potranno dimenticarla mai". Rebecca Frinco.
PARTENZAE' notte. L'astronave è partita. E' notte.
E' tutto buio, l'unica cosa luccicante è l' astronave: una tavola da surf argentata.
L'abbiamo costruita noi e il nostro nascondiglio segreto era un garage pieno di
attrezzi e oggetti meccanici.
E' da sette anni che ci lavoriamo.
Eccola qua! Finalmente possiamo sperimentare la nostra opera. Ha sedili in pelle di
coccodrillo color blu,il comando è automatico, entra in funzione con il suono delle
nostre voci.
Sono presenti le nostre tute spaziali, tutte colorate, che ognuno di noi ha scelto.
Dietro è presente un bagagliaio enorme dove ci sono tutti i nostri oggetti personali,
necessari per la nostra avventura.
Partiamo di notte, in questo modo nessuno ci può vedere.
Siamo in viaggio,la nostra partenza è tranquilla,siamo diretti a Divertilandia. C'è
molto traffico,dopo dieci minuti si intravede il cartello: "Quattro giorni a Divertilandia."
Decidiamo di prendere una scorciatoia, vista la distanza all'arrivo. Ad un certo punto
la luce di allarme inizia a lampeggiare .Infiliamo immediatamente le nostre tute
spaziali colorate:"Aaaaaaahhhh".
Siamo sospesi nello spazio,un asteroide ha colpito il motore della nostra
astronave,atterriamo su un pianeta sconosciuto intravedendo la nostra astronave
all'orizzonte distrutta,ma i nostri oggetti sono salvi. Ognuno di noi ha portato al
massimo tre oggetti.
Martina porta:
il corno francese: il nostro richiamo;
un diario di viaggio: per sapere le date e per scrivere le nostre avventure.
Luca porta:un orologio: per sapere l'ora;
un computer: per mantenerci in contatto.
Cristina porta: il mantello dell' invisibilità:per nasconderci dai nemici.
Federico porta: una bevanda energetica:per riprendere energia;
un pugnale: per difenderci dai nemici e per tagliare.
Martina Molino, Cristina, Luca Mazzoli, Federico Nacci.
VIAGGIO FANTASTICO
Basta Terra!!!!!! Io e i miei amici abbiamo deciso di partire per un lungo viaggio nello
Spaziel alla ricerca di un nuovo pianeta dove stanziarci per sempre.
Non abbiamo una rotta precisa, però vogliamo partire.
Abbiamo deciso di costruire una navicella spaziale a forma di palla, color rosa con i
vetri neri e un razzo.
L’ha progettata Gabriele, cercando di mettere all’interno tutto ciò che desideravamo
e che ci servirà al momento dello sbarco: la cabina ha sedili anatomici di pelle di
leopardo, i monitor si possono comandare con il suono delle nostre voci che il
computer di bordo riconosce.
Ci sono inoltre: un kit medico con capsule in grado di combattere qualunque virus
(anche i mal di pancia di Gabriele!), garze fucsia e viola ciclamino di ogni tipo,
l’acqua ossigenata e il Mercuro Cromo, quattro paracadute, un bagno e una cabina
di salvataggio.
Mentre navighiamo nello Spazio, sul monitor appare un pianeta di nome Shabalala.
Ci avviamo verso quel pianeta, ci attrezziamo e atterriamo con molta difficoltà,
perché il pianeta è triangolare e ci sono molte piante.
Quando riusciamo ad atterrare perlustriamo inizialmente la prima faccia del pianeta.
Osserviamo, dopo aver indossato le tute, sette fontane di cioccolato bianco, altre
sette di cioccolato nero, molti alberi da frutto, piscine naturali, animali innocui (ad
esempio: il coniglio, la lepre, la volpe, la tartaruga, l’ornitorinco, un camaleonte in
continua metamorfosi e il gatto Certosino). Poi trovato il posto più adatto, Edoardo si
mette a montare la tenda che ha portato per avere un riparo per la notte e nasconde
nella tasca interna il coltellino per costruire, tagliare, e aprire i frutti, e la macchina
fotografica che servirà per fotografare gli animali, le piante o le cose mai viste prima
che troveremo; Davide posa la foto della sua famiglia che si è portato per ricordarla,
le mutande, e il sacco a pelo che gli servirà per proteggersi dal freddo nella tenda;
Gabriele posiziona la rete da calcio sul prato, prende il pallone e inizia a giocare. Si
è portato questi oggetti per non annoiarsi e per divertirsi. Greta prende il block-notes
e la penna, che si è portata per segnare tutto ciò che si vede di strano, interessante,
ma soprattutto per tener conto dei giorni e inizia a descrivere il paesaggio. La notte
Edoardo, Gabriele e Davide vanno a dormire mentre Greta guarda le varie
costellazioni.
Il giorno dopo lo dedichiamo a visitare il pianeta con molta attenzione: Edoardo,
Gabriele e Davide osservano attentamente il paesaggio rigoglioso di piante rare,
cespugli e orchidee ed esprimono la loro opinione; Greta prende nota di tutto
scrivendo e disegnando. Mentre camminiamo, Davide vede un animale strano con la
testa da topo, il corpo da leone e la coda da serpente, dopo poco Gabriele ne vede
spuntare altri con il corpo da coniglio e la testa da cavallo. Edoardo intravede da
lontano delle case sugli alberi ma quando ci avviciniamo ci rendiamo conto del fatto
che si tratta solo di rami tutti intrecciati, che da lontano sembravano case già
costruite; un effetto ottico incredibile! Mentre Greta raccoglie la penna che le è
caduta, si stacca la visiera del casco. In un primo momento ci preoccupiamo tutti, poi
Greta si accorge che l’aria è respirabile. “Che furbi !!!!!” - esclamiamo tutti in coro –
“Come avrebbero potuto esserci tutte queste forme di vita senza aria
respirabile ?!?!?”.
Davide, Edoardo, Gabriele, Greta
PARTENZAAbbiamo deciso. Partiamo, vogliamo creare un mondo nostro, dove tutto è possibile.
Ci chiamiamo Giulia, Aurora, Alessandro e Matteo porteremo tre oggetti a testa.
Giulia porterà la macchina fotografica per immortalare l'esperienza, un accendino
per fare il fuoco e la maschera da sub per immergersi nel mare, se c'è.
Alessandro porterà una borsa medica perché ci deve sempre essere, una bussola e
una cartina geografica per potersi orientare meglio.-Matteo porterà un pallone
perché senza il calcio non si può sopravvivere, un quaderno e la penna per riportare
ogni momento del viaggio, mentre Aurora porterà un accendino, una borsa medica e
la borraccia perché potrebbe sempre servire un recipiente.
Partiremo domani con una navicella spaziale. La navicella di forma ovale è bianca e
nera all'esterno, così è stata voluta da Matteo per “ovvie” ragioni e color fucsia
all'interno per volere delle due ragazze.
Sono presenti due grossi motori al fondo e la cabina di pilotaggio davanti è
completamente accessoriata da Alessandro, mentre dietro c'è qualche camera con
cucina, televisione e servizi.
L'interno della navicella è composto da due bagni con accessori di ogni tipo, un
distributore di bibite e merendine per allietare il nostro viaggio.
Abbiamo anche dei vetri infrangibili, ma la parte più importante, cioè la cabina di
pilotaggio è composta da vari pulsanti più una cloche per controllare gli spostamenti
della navicella.
Erano anni che ci stavamo preparando, Abbiamo costruito noi la navicella facendo
una vera e propria colletta.
Ogni settimana per due lunghi anni L'edicola ci consegnava la rivista “PAZZI
DESIDERI” dove c'era allegato il fascicolo “O da solo o in compagnia me ne vado
via” con un pezzo della navicella spaziale da costruire.
E' stato veramente emozionante vederla crescere pian piano nel garage di Matteo,
ma ora è finalmente terminata e tra qualche minuto partiremo.
E' arrivato il momento di partire. Il 10/10/10 alle 10 di sera, ci siamo trovati davanti
al garage di Matteo.
Siamo agitati e spaventati, ma nessuno si tira indietro.
Eccoci sulla navicella.
Alessandro e Matteo si dirigono verso la cabina di pilotaggio, mentre Aurora e Giulia
si accomodano sui sedili posteriori.
Ecco che inizia il conto alla rovescia... 5,4,3,2,1...Via!
In meno di 5 minuti abbiamo superato l'atmosfera.
Dopo mezz'ora di super velocità siamo nello spazio sconosciuto, dove nessun uomo
è mai giunto prima.
Alessandro e Matteo avvistano sul radar un piccolo pianeta rossastro e corrono
subito ad informare le due ragazze. Insieme decidiamo di provare ad atterrare.
Giulia Bassani, Aurora Santoro, Matteo Venturato, Alessandro Malino
ARRIVO ED ESPLORAZIONE
L'atterraggio non è per nulla facile, ma l'abilità dei piloti ci permette di atterrare
comodamente. Festeggiamo il momento, finendo la scorta di merendine. .Il pianeta è
insolito, a forma di pop corn.
Davanti a noi troviamo un immenso vulcano che sputacchia pop corn.
Il terreno è sabbioso, ma la sabbia è di colore rosso, proprio come il vulcano.
Con la bussola di Alessandro andiamo a Nord, fino ad arrivare vicino ad un mare
tutto viola, con il fondale di sabbia bianca.
Giulia con la maschera da sub decide di tuffarsi in mare per vedere le meraviglie del
fondale.
Timorosa, ma felice, Giulia si immerge pian piano nell'acqua violetta, il gruppo
gironzola sulla riva alla ricerca di qualche oggetto o di qualche forma di vita.
Improvvisamente sentiamo un urlo e accorriamo nel punto in cui Giulia si era
immersa, la troviamo particolarmente agitata.
Ha visto qualcosa di strano, molto strano. Sul fondo di quell'ambiguo mare c'erano
delle specie di abitazioni, quasi città sommerse. Giulia si era sentita afferrare una
gamba proprio quando stava per risalire. Dei segni evidenti violacei erano ora
presenti sulla sua gamba destra.
Immediatamente Alessandro prende dalla sua borsa medica una speciale crema
contro le irritazioni da contatto alieno.
Messa la crema, Giulia rimane sconvolta ed immobilizzata sulla spiaggia, mentre gli
altri la sostengono. Andiamo ad esplorare la foresta ed effettivamente non troviamo
nessuna traccia di vita. Supponiamo che su questo pianeta gli abitanti vivano in
mare.
Stanchi ed esausti per il lungo viaggio, decidiamo di cercare un riparo sicuro, domani
approfondiremo la questione degli alieni marini.
Giulia Bassani, Aurora Santoro, Alessandro Malino, Matteo Venturato
ARRIVO ED ESPLORAZIONE
“Ma cosa succede?
Quel pianeta non dovrebbe esistere!” esclama Mario. “Non perdiamo la calma!
Cerchiamo di arrivare su quel pianeta e di risolvere questo problema”, risponde
Rebecca.
E in men che non si dica i nostri amici, usando i razzi della tuta, atterrano sul pianeta
e si trovano immersi nella flora più assoluta: alberi di ogni genere circondano i
quattro ragazzi. Intrappolati in questa natura floreale cercano una via d’uscita.
Nefertari dopo un po’ esclama: “Ma dove siamo finiti? Non si capisce più niente!”.
I quattro cercano di crearsi un passaggio nella natura incontaminata e sbucano
davanti a un’immensa distesa d’acqua. “Come faremo ad attraversare questo
mare?” chiede Mario. Carlo risponde ai suoi dubbi: “Torniamo indietro e costruiamo
una piccola zattera, no?”. Detto fatto: i quattro eroi, costruita la zattera, attraversano
il mare e si trovano di fronte a una distesa di sabbia: il deserto! Spaventati dal calore
hanno un po’ di timore nell’attraversarlo, ma quando iniziano a camminare si
accorgono che non è caldo come credevano: invece è piuttosto freddo e lo
attraversano quasi correndo.
Al termine del deserto si trovano di fronte ad una vera e propria moltitudine di
animali di ogni genere, dalla formica all’elefante e anche ad altri animali mai visti
prima. I quattro ragazzi, non sapendo come gli animali avrebbero reagito, non si
fanno vedere. Attraversano anche la fauna giungendo alla conclusione di essere
finiti su un pianeta sferico diviso in quattro parti: la flora, la fauna, il mare e il deserto.
Rebecca Frinco, Carlo Cena, Mario Masullo, Nefertari Lattuca
LA SISTEMAZIONE E GLI INCARICHIAbbiamo scoperto di essere atterrati tutti sullo stesso pianeta, che abbiamo
chiamato Inlife.
Dopo qualche ora di esplorazione giungiamo nuovamente nella zona detta “flora” e
ci ritroviamo davanti all’albero più grosso che abbiamo mai visto: un gigantesco
baobab.
Luca inciampa e finisce contro il baobab, scoprendo che è cavo. Notiamo che
davanti all’albero c’è una piccola fossa ed Edoardo inizia a scavare un tunnel,
giungendovi all’interno: “ Ma quanto è alto!!!!!” esclama. Greta domanda: “ Che ne
dite di sistemarci qui? Potremmo fare delle scale che portano a delle piccole
casette!! Ma come facciamo a portare il legno per costruirle?”. Rebecca propone : ”E
se facessimo passare i tronchi dal tunnel che ha scavato Edoardo? Che ne dite?”.
I tre esclamano in coro: “Che idea!!!”.
I quattro amici iniziano a costruire le casette: quella di Luca, quella di Edoardo e
quella di Rebecca e Greta. Dopo molti su e giù, trasporti e progettazioni, finalmente
la casa è finita. Quelle di Luca e di Edoardo sono mono locali, quella di Rebecca e
Greta invece hanno due stanze: la camera da letto e un salotto per ritrovarsi la sera
e chiacchierare. Le tre case sono sistemate su tre piani diversi: al piano terra, verso
destra, si trova il W.C. dei maschi, per salire abbiamo fatto delle scale di bambù e
legni intrecciati che congiungono la casa di Luca, fatta anch’essa di bambù; salendo
ancora, verso destra sopra il bagno, si trova la casa di Edoardo, anch’essa di
bambù. Più su ancora si trova la casa grande di Rebecca e Greta, fatta di legni
intrecciati e bambù. A destra della casa c’è un piccolo magazzino per contenere i
viveri procurati dai due uomini; a sinistra una piccola cucina dove le due donne
cucineranno e si daranno da fare nei lavori domestici: pulire, cucinare, riordinare e
lavare gli indumenti. Abbiamo anche progettato un orto con un recinto abbastanza
alto, delle tubature per i W.C. e un impianto di acqua potabile. Sui rami in cima
all’albero, abbiamo costruito due recipienti: uno per l’acqua potabile e uno per quella
piovana: il primo è chiuso ed è collegato al mare “dolce” con delle liane che, a loro
volta, hanno attaccati dei secchi che riempiamo e rovesciamo nell’apposito
recipiente collegato alla cucina. Il secondo recipiente invece raccoglie l’acqua
piovana ed è collegato al bagno delle donne e a quello degli uomini. L’impianto di
scarico è collegato ai due bagni con tubature fatte di cortecce di albero e trasporta le
“sostanze” all’orto per concimare. Edoardo ha costruito un capanno per attrezzi e
armi vicino all’orto.
Rebecca e Greta, invece, hanno deciso gli incarichi, la scansione del tempo (hanno
creato un calendario in base all’orologio portato da Luca) e gli orari: loro due
cucinano, puliscono, prendono le decisioni ed esplorano il pianeta per cercare cibo,
sapere com’è, scovare nascondigli da utilizzare in caso di emergenza e trovare
materiali per costruire armi e utensili; Edoardo caccia e si occupa della sicurezza;
Luca coltiva, alleva gli animali e si occupa anche lui della sicurezza.
Gli orari stabiliti sono:
• sveglia h 10,00• colazione h 10,30
• inizio lavori h 11,00
• pranzo h 13,30
• ripresa lavori h 15,00
• fine lavori h 19,30
• doccia h 19,30-20,00
• cena h 20-21,30
• ritrovo stanza casa di Greta e Rebecca h 23,00
• dormire al più tardi alle 3 del mattino
Il giorno seguente abbiamo cominciato a vivere quest’ avventura.
Rebecca Frinco, Greta Bergesio, Edoardo Garnero, Luca Mazzoli
ORGANIZZAZIONE E SISTEMAZIONE
Scoprirono di essere arrivati tutti sullo stesso pianeta; durante l’esplorazione Carlo, Alessandro, Mario e Matteo si incontrarono davanti alla giungla.
Insieme decisero di costruire una casa sopra gli alberi, usando il legname e la corda portata da Carlo.
Con il coltellino tagliarono delle canne di bambù per costruire le scale. Quando finirono di costruirle iniziarono i lavori per realizzare la casa; Carlo legava il legname, Mario cercava la resina per incollare i rami, Alessandro tagliava il legname e Matteo andava a prendere l’acqua in una sorgente vicina.
Lavora lavora, taglia taglia, lega lega, incolla incolla…….la casa era costruita.
Il giorno successivo, con le canne di bambù rimaste, costruirono un tubo per portare l’acqua da una sorgente vicina fino alla cucina e alla doccia. Infine costruirono una meridiana, prendendo spunto da un libro portato da Carlo.
Su proposta di Carlo si divisero poi i compiti quotidiani: Alessandro e Matteo andavano a caccia mentre Carlo e Mario restavano a presidiare la casa, a metterla in ordine e preparavano la cena per il ritorno, vittorioso, di Alessandro e Matteo.
Per vivere in gruppo in modo corretto e rispettoso, si diedero delle regole e l’eventuale punizione nel caso in cui non si rispettassero.
Regole:•Rispettare i compagni;•Svolgere i propri incarichi;•Aiutarsi a vicenda;•Dividere le cose con i compagni;•Rimanere uniti.Punizione:
Mangiare e dormire fuori casa per tre giorni.
Tra poco arriverà l’inverno e dovranno procurarsi il cibo e le pellicce per scaldarsi. Quindi decisero di dividersi in due gruppi: Alessandro e Matteo si occuparono di procurare il cibo e le pellicce, mentre Carlo e Mario dovranno isolare dal freddo la casa e i tubi dell’acqua e stipare le scorte nell’abitazione.
Alessandro Capello, Carlo Cena ,Mario Masullo, Matteo Venturato
SISTEMAZIONE
Quando arriva sera non sappiamo ancora dove sistemarci.
Camminiamo un po’, fino a quando non troviamo un vegetale, che assomiglia a una
pianta terrestre; subito ci spaventiamo perché pensiamo che sia un sogno.
Marco dà un pizzicotto ad Alice, Alice ne dà uno a Giulia e Giulia lo dà ad
Alessandro. Confermiamo tutti che siamo svegli e a quella pianta ci affezioniamo
subito perché ha un’aria troppo familiare.
E’ molto bassa con foglie grandi come una palma, ne prendiamo una per sistemarci
per la calda e afosa notte. In pochi minuti arriva sera e ci sistemiamo tutti in una
foresta, ben distanziati maschi insieme e femmine insieme, perché Alessandro e
Marco russano e danno fastidio ad Alice e Giulia. Il mattino dopo abbiamo molta
fame, ma ci rimane soltanto dell’acqua.
Con tutte le lamentele di Giulia e Alice, i due maschi, stanchi di sentire i continui
rimproveri, si affrettano a cercare cibo.
Dopo averlo trovato in quella stessa foresta dove abbiamo dormito la notte, ci
avvisano che hanno trovato una grotta.
Al richiamo torniamo indietro di corsa ed, entusiaste della notizia, ci avviciniamo alla
grotta.
Marco, il più coraggioso, entra nella grotta , per primo per controllare se c’è qualche
animale feroce; in effetti lo trova: è un alligatore.
Marco, lo colpisce con pietre appuntite. Nello scontro perde cinque denti: due canini
e tre incisivi, per aver morsicato la coda di quella belva.
Marco è proprio brutto, sembra un vecchietto, gli manca solo il bastone e una
coperta sulle spalle.
Alessandro affrettandosi estrae la borsa medica dalla valigia, porgendo una dentiera
a Marco.
Quando l’amico si riprende, inizia a scuoiare l’alligatore con l’aiuto di Alessandro,
mentre Alice e Giulia vanno ad allestire la grotta.
Dopo due giorni di lavoro abbiamo deciso di esplorare la grotta fino in fondo.
Giunti alla fine abbiamo scoperto un fiumiciattolo sotterraneo, così abbiamo pensato
di scavare in modo da far scorrere l’acqua in superficie.
Quando il lavoro è finito, finalmente riusciamo ad avere dell’acqua nella caverna.
La cucina è composta da pietre enormi, disposte intorno a della legna per accendere
il fuoco.
Ogni giorno è composto da 20 ore, un ‘ora da 20 minuti , un minuto da 40 secondi,
un mese da 20 giorni , una settimana da 5 giorni.
Gli incarichi che abbiamo stabilito sono:
•Alessandro: aggiusta tutti i tipi di oggetti che non funzionano;
•Marco: và a caccia e protegge dai feroci animali, perché a lui piace combattere;
•Alice: si occupa di mettere in ordine tutte le stanze;
•Giulia: cucina e lava.
Se qualcuno non esegue i suoi compiti gli amici non eseguono i mestieri al suo
posto ad esempio: Alice non stira per lui o per lei , Giulia non cucina.… ecc.
Giulia Bassani, Alice Di Pardo, Marco cavaliere, Alessandro Malino
THE MUSIC PARTY
Oggi è il turno di Nefy, tocca a lei andare a raccoglie le verdure nell'orto.
L'unico pezzo di terra fertile è lontano dalla nostra casa, è a un'ora di
cammino abbastanza faticoso. Nefy cammina adagio, non riesce più a
trovare la strada giusta, aveva perso la mappa che prima le aveva dato
Cristina per non smarrirsi; si trova agli estremi alla radura. Ad un certo punto
sente un coro di voci famigliari.. erano i suoi amici!
Esclamano: "Dove siamo?". Lei per raggiungerli segue le loro voci. "Wow!"
esclama Nefy - Guarda chi c'è!
Gli altri rispondono :"Non mi sembra vero. C'è Nefy! E ci sono anche tutti gli
altri?"
Conferma e propone di organizzare una festa di ritrovo. Rebecca risponde:
"Va bene, troviamoci stasera alla spiaggia di zucchero a due isolati da qui,
alle ore 21.00."
Nefy risponde: "Ok, a stasera!" e tutti si salutano.
Nefy molto entusiasta corre subito dal suo gruppo e racconta la notizia.
Tutti e quattro senza esitare terminano il proprio lavoro al più presto in modo
tale che rimanga più tempo per organizzare i preparativi per la festa.
"Uff" esclama Aurora - Adesso possiamo preparare l'occorrente!
Tutti sono d'accordo.
Aurora e Nefy preparano il cibo con stuzzichini di pomodoro e mais, patatine
composte dalle patate raccolte e tagliate; poi vengono imbustate con delle
foglie, areando una porzione per ogni persona; il riso in bianco,viene
mischiato con cozze e gamberetti di mare,pescati con delle canne primitive
costruite da Marco; le pesche raccolte da Aurora verranno mangiate come
contorno.
Cristina prepara i festoni con delle grandi foglie e li unisce con il codino di
Nefy con scritto "FESTA!" grazie al colore marrone ricavato dalla terra.
Marco prepara i cocktel con il succo di cocco e aggiunge delle piccole foglie
da mettere per estetica; il bicchiere è la parte del cocco concava che può
contenere liquidi. Ognuno di loro ha terminato il proprio compito ed è ora di
andarsi a farsi belli.
Aurora e Nefy si pettinano i capelli, con un oggetto costruito da Marco, lavano
i vestiti da loro indossati che si asciugano in poco tempo, perché fuori c'è
molto vento. Cristina e Marco pensano che sia meglio andare vestiti
normalmente così non si preparano e aspettano che finiscano Aurora e Nefy.
Oh, finalmente avete finito di prepararvi!" esclama Cristina, mentre Marco
concorda. Aurora e Nefy con sicurezza rispondono: "Ognuno ha i suoi tempi!
Invece di pensare a noi, avviamoci,che siano in ritardo." così prendono le
prelibatezze che dovevano portare.
I ragazzi velocemente si incamminano verso la spiaggia, con la paura di
arrivare in ritardo. Nefy urla: "Wow! Ci sono tutti! Ci divertiremo, fidatevi di
me!"
Marco inizia a posare le bevande sul tavolo e Aurora e Nefy il cibo. Cristina
attacca, da un' albero all'altro, i manifesti con tutti i codini delle ragazze. Tutti
colmi di felicità cominciano a salutarsi, chiacchierando un po'. Sono già le
22.00, decidono che è ora di mangiare. Così si siedono sulla dolce sabbia, in
cerchio attorno ad un falò, acceso da Davide, accompagnati da una musica di
sottofondo per merito di Alessandro C.
Finito di mangiare, Greta tira fuori il foglio con i giochi e ne propone uno: il
Limbo. Così il gruppo inizia a giocare. Rimangono in gara Silvia F e Matteo.
Tutti sono in attesa del vincitore. "E vince...Matteo!" esclama Edoardo: Silvia
F., dopo tanti sforzi, ha ceduto. Tutti di dirigono a ballare la Bomba. I gruppi
sono composti in: Greta, Marco C., Silvia R. e Luca; Aurora, Federico, Alice e
Marco P.; Chiara, Nefy, Davide e Gabriele; Carlo ,Matteo, Silvia F., Giulia,
Cristina, Rebecca ,Alessandro ed infine Edoardo. Alessandro C. fa il Dj con
dei fili collegati ad un dispositivo portatile, che ha preso della sua navicella, e
con quello crea la musica e il karaoke.. Tutti si divertono tantissimo!! però
arriva il verdetto finale e vince la squadra in cui c'è? Rebecca!
E adesso è arrivata l'ora del karaoke!
Capello mette la base musicale e Gabriele è il primo a candidarsi per cantare
e inizia.. PAPA L'AMERICANO! Si aggiunge anche Federico: viene un bel
duetto.
Dopo tante esibizioni di canto vincono Giulia e Alice, felici del risultato, tutti si
mettono a chiacchierare e a mangiucchiare qualcosa. Trascorre il tempo in
allegria.. E' mezzanotte! Decidono di fare il tipico bagno notturno.
Passano le ore: grazie all'orologio di Giulia possiamo calcolare il tempo. Tutti
esausti, ci addormentiamo “stravaccati” sulla spiaggia.
Al mattino verso le 11.30, ci svegliamo e dopo una colazione con il succo di
cocco avanzato da ieri sera, decidiamo di tenerci in contatto, organizzando
altri ritrovi. Torniamo nelle nostra case, soddisfatti della festa, che
sicuramente ognuno ricorderà per sempre.
Nefertari, Aurora, Cristina, Marco
UN PERICOLO …
Mentre siamo in casa sentiamo un rumore assordante, è un vulcano che sputa fuoco.
Tutto trema, gli oggetti cadono e noi usciamo dalla casa spaventati, ci aggrappiamo agli
alberi, abbiamo molta paura e non sappiamo cosa fare.
Il terremoto non dura molto, ma la paura dentro di noi è grande, ma per fortuna dopo dieci
minuti il disastro è finito.
Risistemiamo tutta la casa da cima a fondo, molti degli oggetti sono distrutti o scomparsi,
perciò dobbiamo ricostruire molte cose, ma per fortuna il terremoto non ha portato danni
alla casa.
Viene buio e andiamo a dormire.
Il giorno dopo pensiamo che sia tutto finito, ma dopo un po’, quando usciamo per fare i
lavori quotidiani, vediamo una grandissima onda anomala che si avvicina velocemente a
noi.
Presi da molta paura ci mettiamo a correre, Alessandro rimane indietro, perché è
inciampato in un ramo.
Torniamo indietro ad aiutarlo, l’onda ci travolge e ci trasporta contro un albero e noi ci
aggrappiamo finché l’onda anomala non finisce.
Siamo tutti fradici, ad Alessandro esce tantissimo sangue dal ginocchio, Matteo ha una
fascia al polso che usa per bendare l’amico e per non fare uscire altro sangue.
Quando l’acqua si ritira raccogliamo tutti gli indumenti che riusciamo a ritrovare.
Siamo abbattuti e decidiamo di ritornare sulla Terra per evitare che succedano altre
catastrofi per cui potremmo farci veramente male.
Prepariamo tutto per il decollo e ….3 2 1 via si riparte per la Terra!!!!
Dopo qualche ora atterriamo a Torino.
Siamo di nuovo a casa!!!!
Silvia Furano, Davide Carbonaro, Alessandro Malino e Matteo Venturato
UN VIRUS PERICOLOSO …E’ il giorno decisivo … Dobbiamo partire, tutto è pronto, é presente solamente un
problema: Nefy non si sente bene, ha mal di testa e una forte nausea. All’improvviso ci
accorgiamo che ogni volta che Nefy mangia, dimagrisce di un chilo e, se non mangia per
due ore, ingrassa di sette chili. Grazie alle conoscenze di Silvia riusciamo a capire qual è il
problema. A Cristina viene l’idea di cercare erbe mediche grazie alla sua cultura;
probabilmente possono essere utili per guarirla.
Greta e Cristina si avviano nella radura in cerca di erbe e Silvia, nell’intento di curare Nefy,
s’infetta e inizia anche lei a sentire gli stessi sintomi. Quando le due esploratrici, tornano,
vedono che Silvia è ingrassata di sette chili e Nefy è dimagrita di un chilo.
“ Sono irriconoscibili”, dice Cristina, e Greta concorda.
Se continuano così c’é il rischio che la malattia si espanda tra tutte le persone presenti.
L’unica soluzione sono le erbe mediche raccolte, ma purtroppo sono gli unici esemplari
rimasti ed è necessario usarli con prudenza.
Ci sono quindici foglie e sono le seguenti :
•5 foglie sottili lunghe per il mal di testa;
5 foglie blu e spesse per ritornare al peso forma;
5 foglie rosse, gialle e verdi piccole e ondulate per il senso di vomito.
Con una foglia per ogni tipo di “malattia”, Cristina prepara un intruglio.
Greta lo serve alle “malate”.
Un attimo di suspence.
Nefy diventa a pois gialli e neri e Silvia a righe viola e bianche.
“Oh mamma mia!!!!!!!!!!” esclamano in coro tutte le ragazze!
Cristina senza esitare si affretta a trovare un altro rimedio a questo disastro. Mischia e
rimischia, taglia e tagliuzza, mescola e rimescola, Cristina termina la medicina naturale.
Eeeeeeeeeee ecco fatto, dopo la nuova somministrazione, le malate ritornano al loro stato
di salute; adesso possiamo ripartire… così tutte prendono le cose necessarie personali ed
entrano nella navicella, aggiustata con un sistema tecnico ideato da Silvia Rizzitelli.
S’innalza la navicella in cielo… e un immensa nuvola nera la circonda.
Cosa sarà mai?“Un altro guasto, no, ci mancava solo più questo!!”
Allora tutte insieme si mettono lì ed aggiustano la navicella… “Siiiii! Ce l’abbiamo fatta!”
Le quattro amiche,finalmente, partono e arrivano na casa dopo moooolto tempo.
Felici incontrano i loro parenti e rincominciano la loro vita “terrena”.
Cristina, Nefy Lattuca , Greta Bergesio e Silvia Rizzitelli
ULTIMA PUNTATAIl giorno dopo la festa, Marco, Carlo, Marco e Chiara si incontrarono e decisero di
trascorrere un periodo insieme .
Andarono a vivere nella casa che Carlo e Mario avevano costruito con Alessandro e
Matteo.
Dopo alcuni giorni, passati a riposare all’interno della casa, fecero una passeggiata e
scoprirono, in una zona appena fuori dalla foresta, un enorme vulcano, molto più grande di
quelli che avevano visto sulla terra.
Decisero di tenere sotto controllo il vulcano per verificare, in caso di eruzione, fin dove
sarebbe potuta arrivare la lava ma, poiché erano molto stanchi, si addormentarono.
Durante la notte, furono svegliati da un rumore assordante. Andarono alla finestra e
scoprirono che il vulcano stava eruttando e che la lava si stava avvicinando velocemente e
pericolosamente alla casa.
Tutti e quattro erano molto spaventatati e, in men che non si dica, scapparono dalla casa,
portando via solo gli oggetti più cari, ovvero quelli che avevano scelto all’inizio del viaggio.
La lava si avvicinava con una velocità sorprendente, il borbottio delle bolle, che si
creavano sopra di essa, era talmente forte da spaventare anche la più feroce delle belve.
Corsero velocemente in una zona lontana dal vulcano e radunarono lì oggetti: un diario,
una penna, un portafortuna, un coltellino e un libro.
Erano molto stanchi e così decisero di fermarsi un po’ per recuperare le energie.
Dopo circa un’ora ripresero il viaggio ma Mario, non convinto del percorso che stavano
facendo chiese -Ma dove stiamo andando? continuiamo a vedere le stesse cose!-.
-Giusto!- Esclamò Chiara - Stiamo girando a vuoto. Dobbiamo decidere insieme dove
andare!-.
-Raggiungiamo gli altri gruppi, cosi almeno potremmo dormire al riparo!- risposero Carlo e
Marco.
I quattro si incamminarono verso la casa di Davide, Alessandro, Matteo e Silvia F.
Dopo tanto camminare, stanchi e affamati, raggiunsero l’abitazione degli amici e videro,
nelle vicinanze, un’astronave.
Era una vecchia astronave abbandonata, abbastanza grande da poter accogliere tutti i
gruppi di amici e permettere loro di tornare sulla Terra.
Con grande entusiasmo, i quattro ragazzi avvertirono i gruppi.
Immediatamente si radunarono tutti vicino alla navicella e, dopo una lunga riflessione,
decisero che sarebbero partiti il giorno successivo.
Il mattino dopo era tutto pronto per la partenza; i ragazzi erano già sulla navicella quando
si accorsero che mancava il gruppo di Silvia R., Greta, Nefertari e Cristina.
Si udì un enorme gorgoglio che si avvicinava … era la lava che stava per investire la
navicella.
Grazie alla prontezza di Mario, Marco P. e Federico, il gruppo rimasto a terra venne
recuperato e Carlo poté così far decollare l’astronave.
Se avessero tardato anche solo di pochi secondi, sarebbero stati raggiunti da
quell’enorme massa incandescente, che ora potevano osservare dall’alto.
Carlo Cena, Chiara Pugliese , Marco Cavaliere, Mario Masullo