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20 LA FORZA DELL’AMORE Al traguardo Oasi 6 e già si pensa alla prossima edizione, alla quale tutti sono invitati .... UNA NUOVA VIA Pubblicazione quadrimestrale delle: PICCOLE APOSTOLE DELLA SCUOLA CRISTIANA Direttore responsabile: ROBERTO ALBORGHETTI Redaz. e Amm.: via Albricci 4, 24128 Bergamo Tel. 035/249.273 – Fax 035/237.065 Autorizzazione: TRIBUNALE DI BERGAMO N. 36 del 4/11/1988 Stampa: Editrice Velar – Gorle (BG) Lettere e materiale redazionale vanno inviati a: PICCOLE APOSTOLE DELLA SCUOLA CRISTIANA, Via Albricci 4, 24128 Bergamo, Tel. 035/249.273 – 035/237.065 E–MAIL: [email protected]INTERNET: www.ismabg.org ATTIVITA - OASI ' di Sara Pagliaroli D a sei anni le Piccole Apostole del- la Scuola Cristiana propongono ai giovani l’esperienza Oasi: momenti di condivisione e fraternità per incontrare la parola del Maestro. Da ottobre a giu- gno presso Casa Mazza, sotto la guida di padre Angelo Sorti e la cura di Luigi- na Cadei, un gruppo di giovani si è ri- trovato per avvicinare il tema delle Bea- titudini. Siamo partiti parlando dei poveri di spirito, del valore della mitezza, virtù cristiana per eccellenza, per poi or- meggiare la nostra attenzione verso la pu- rezza del cuore. A guidarci la certezza che la sapienza divina è anzitutto pura, non sempre facile da comprendere, talvolta imperscrutabile, ma sempre profonda- mente attenta all’uomo. Un percorso lungo ed articolato attraverso il messaggio cristiano anche rivolto a co- loro che si dedicano a costruire pace, a trovare armonia tra gli uomini e nel crea- to. Proprio come un’orchestra dove tanti sin- goli strumenti riescono a performare sinfo- nie immense. Per essere cristiani occorre co- raggio, il coraggio di credere in un proget- to di giustizia e d’amore. Le beatitudini de- lineano una via verso la felicità, cercandola non in tutto ciò che ci circonda, ma nella pro- pria vita interiore, fondata sull’intimità con il Maestro. Il senso ultimo di questo messag- gio è proprio la scoperta di una vita auten- tica. Scossi dai tumulti della quotidianità, del- la frenesia del nostro vivere, le beatitudini fan- no riscoprire il volto della pace che riposa nei lineamenti del Cristo. Con noi lungo tutto il cammino svolto anche la storia di Maria Eli- sabetta Mazza, che ha lottato per questo grande amore verso Cristo nutrendolo e scan- dendovi la vita, le giornate, ogni istante. Con noi c’è anche la storia dell’Istituto che ha fondato, delle Piccole Apostole che han- no animato la vita diocesana di Bergamo e Provincia ed educato intere generazioni. Non solo, ci hanno accompagnato anche le missionarie ecuadoregne, che proprio in que- sto 2011 hanno celebrato i 25 anni di atti- vità in terra di missione. E se l’estate è ar- rivata ed ha portato i dovuti arrivederci, già si parla di Oasi 7, si riprogetta il percorso per l’anno che verrà. La speranza è che sem- pre più persone possano incontrare la cal- da ospitalità di Casa Mazza e approdino pres- so questa Oasi nata nel cuore della città di Bergamo. Per informazioni su Oasi 7 si prega di contattare Luigina Cadei 366/4969861 o consultare il sito www.ismabg.org P Q T UNA NUOVA VIA 69:Layout 1 19-07-2011 10:54 Pagina 20

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LA FORZA DELL’AMOREAl traguardo Oasi 6 e già si pensa alla prossima edizione,

alla quale tutti sono invitati....

UNA NUOVA VIAPubblicazione quadrimestrale delle:PICCOLE APOSTOLE DELLA SCUOLA CRISTIANADirettore responsabile: ROBERTO ALBORGHETTIRedaz. e Amm.: via Albricci 4, 24128 BergamoTel. 035/249.273 – Fax 035/237.065

Autorizzazione: TRIBUNALE DI BERGAMO N. 36 del 4/11/1988Stampa: Editrice Velar – Gorle (BG)Lettere e materiale redazionale vanno inviati a:PICCOLE APOSTOLE DELLA SCUOLA CRISTIANA,Via Albricci 4, 24128 Bergamo, Tel . 035/249.273 – 035/237.065E–MAIL: [email protected] – INTERNET: www.ismabg.org

ATTIVITA - OASI'di Sara Pagliaroli

Da sei anni le Piccole Apostole del-la Scuola Cristiana propongono aigiovani l’esperienza Oasi: momenti

di condivisione e fraternità per incontrarela parola del Maestro. Da ottobre a giu-gno presso Casa Mazza, sotto la guidadi padre Angelo Sorti e la cura di Luigi-na Cadei, un gruppo di giovani si è ri-trovato per avvicinare il tema delle Bea-titudini. Siamo partiti parlando dei poveridi spirito, del valore della mitezza, virtùcristiana per eccellenza, per poi or-meggiare la nostra attenzione verso la pu-rezza del cuore. A guidarci la certezza chela sapienza divina è anzitutto pura, nonsempre facile da comprendere, talvoltaimperscrutabile, ma sempre profonda-mente attenta all’uomo.Un percorso lungo ed articolato attraversoil messaggio cristiano anche rivolto a co-loro che si dedicano a costruire pace, atrovare armonia tra gli uomini e nel crea-to. Proprio come un’orchestra dove tanti sin-goli strumenti riescono a performare sinfo-nie immense. Per essere cristiani occorre co-raggio, il coraggio di credere in un proget-to di giustizia e d’amore. Le beatitudini de-lineano una via verso la felicità, cercandolanon in tutto ciò che ci circonda, ma nella pro-pria vita interiore, fondata sull’intimità con ilMaestro. Il senso ultimo di questo messag-gio è proprio la scoperta di una vita auten-tica. Scossi dai tumulti della quotidianità, del-la frenesia del nostro vivere, le beatitudini fan-no riscoprire il volto della pace che riposa neilineamenti del Cristo. Con noi lungo tutto ilcammino svolto anche la storia di Maria Eli-sabetta Mazza, che ha lottato per questo

grande amore verso Cristo nutrendolo e scan-dendovi la vita, le giornate, ogni istante. Con noi c’è anche la storia dell’Istituto cheha fondato, delle Piccole Apostole che han-no animato la vita diocesana di Bergamo eProvincia ed educato intere generazioni. Nonsolo, ci hanno accompagnato anche lemissionarie ecuadoregne, che proprio in que-sto 2011 hanno celebrato i 25 anni di atti-vità in terra di missione. E se l’estate è ar-rivata ed ha portato i dovuti arrivederci, giàsi parla di Oasi 7, si riprogetta il percorso perl’anno che verrà. La speranza è che sem-pre più persone possano incontrare la cal-da ospitalità di Casa Mazza e approdino pres-so questa Oasi nata nel cuore della città diBergamo.

Per informazioni

su Oasi 7

si prega di contattare

Luigina Cadei

366/4969861

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Presso “Casa Maria Elisabetta Mazza” il 24 settembre è inaugurato uno “spazio” per rivivere

la testimonianza della maestra bergamasca.

Anno XXIII – n. 69 AGOSTO 2011Poste Italiane S.p.a. – spedizione in abb. postale D. L. 353/2003 (Conv. in. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 2, D.C.B. (Bergamo)

Quadrimestrale dell’Istituto S. Maria Assunta – Piccole Apostole della Scuola Cristiana – Redazione e Amministrazione: via Albricci 4, 24128 Bergamo, Tel. 035/249.273 – Fax 035/237.065 – C/C Postale n. 16503245 intestato a: Piccole Apostole Scuola Cristiana, via Albricci 4, 24128 Bergamo

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SSULLE ORME DI BETTINA

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LA “CASA” DELLA MEMORIAMaria Elisabetta Mazza rivive la sua storia e la sua opera nelle sale a lei dedicate

presso la Comunità di via Nullo. Ce ne parla il curatore dell'iniziativa, Silvio Tomasini.

Il prossimo settembre sarà inauguratopresso Casa Mazza, dopo un lungoperiodo di riflessione e di appassio-

nato lavoro, il Museo che le Piccole Apo-stole della Scuola Cristiana hanno vo-luto dedicare alla loro Fondatrice e al-l’Istituto stesso. Ai lettori più attenti allacronaca cittadina e provinciale la scel-ta di realizzare uno spazio apposito, de-stinato a questi argomenti, potrebbesembrare l’effetto di una sorta di modatra le religiose bergamasche. Negli ul-timi anni, infatti, hanno aperto i battentidiverse realtà di questo tipo: dal Museodedicato al Beato Palazzolo e all’istitu-to delle Poverelle a quello delle Orso-line di Gandino, fino al recentissimo MU-GEC - Museo Santa Geltrude Comen-soli voluto dall’Istituto delle Suore Sa-cramentine, in memoria della loro San-ta Fondatrice.

Se però leggiamo in profondità nellascelta di fare memoria dell’insegna-mento che giunge dal passato per co-struire il presente, scopriamo che tut-te queste realtà e, nel nostro caso il Mu-seo “Maria Elisabetta Mazza”, costitui-scono dei tasselli narrativi utilissimi perripercorrere e riscoprire la bellezzadella fede cristiana che così genero-samente è stata coltivata nella terra diBergamo. Sarà il Vicario Generale,mons. Davide Pelucchi, ad inaugurareil museo con una Santa Messa e conla benedizione dei locali il 24 settem-bre prossimo, nella memoria del 61 an-niversario della morte di Maria ElisabettaMazza. Da un’altro suo discorso di inau-gurazione citiamo quelle caratteristicheche il Comitato Scientifico del Museo haposto al centro del proprio lavoro: darea questo spazio lo scopo di custodire eraccontare una storia di fede che ha unatriplice valenza: culturale, spirituale,pastorale.

Situato all’interno di Casa Maria Elisabet-ta Mazza. in via Francesco Nullo,48 a Ber-gamo, il museo si pone come doverosoomaggio alla figura dell’illuminata Serva diDio che fece dell’educazione cristiana loscopo della propria vita unitamente al so-gno che ciò si realizzasse nell’Istituto. Lascelta di collocare il museo proprio nel luo-go ove riposano le spoglie mortali di Ma-ria Elisabetta Mazza non è stata casuale madettata dal desiderio di offrire a coloro cherendono omaggio a Bettina e a tutti colo-ro che si trovano, per vari motivi, a passaredalla casa, un luogo di riflessione e di af-fettuosa narrazione. Attraverso un semplicepercorso tra oggetti, documenti e essen-ziali ricostruzioni d’ambiente viene propo-sto al visitatore un itinerario che conducedall’infanzia della Serva di Dio fino ai no-stri giorni passando per le fasi più impor-tanti della sua vita e della vita dell’Istituto.

Un filmato introduce alla visita che viene sup-portata da numerosi pannelli didattici e dal-la presenza delle “reliquie” che ci parlanodi Maria Elisabetta Mazza, della sua profondaspiritualità, della straordinaria visione pe-dagogica e del carisma che caratterizzaronola sua intera vita e caratterizzano ancora oggila quotidianità della Congregazione da leifondata.

Poche ma pregiate opere d’arte si inseri-scono nel percorso arricchendolo di si-gnificato.

Sono essenzialmente sette le tappe che, inquesto piccolo spazio permeato di semplicitàed essenzialità, costituiscono il percorsoespostitivo. La prima è dedicata all’infan-zia e alla giovinezza di Bettina ed è segui-ta dalla semplice ricostruzione di un’auladegli anni ’30 dove è facile cogliere i me-todi educativi, didattici e formativi dell’epoca.E’ in luoghi come questo che cresce l’at-tenzione all’integrità della persona e si for-

EVENTI dott. Silvio Tomasini

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EVENTI 3

ma lo straordinario pensiero di Maria ElisabettaMazza che vede nella scuola il luogo privile-giato di formazione e crescita umana.

La terza sezione descrive la stanza da lettodi Maria Elisabetta Mazza: luogo privilegia-to di studio, riflessione e riposo, raccontan-do il lungo ed avvincente cammino che por-tò alla nascita dell’Istituto delle Piccole Apo-stole della Scuola Cristiana. E’ seguita dal-lo spazio dedicato alla sua straordinariaspiritualità attraverso la ricostruzione del pic-colo presbiterio della prima cappella dome-stica da lei ideata.

Segue l’area dedicata al carisma e alla sto-ria della Congregazione dalla fondazione aigiorni nostri. Non manca il luogo ove è decrittal’attività missionaria in Equador sia nella suaevoluzione che nelle sue caratteristiche es-senziali. Un ultimo passaggio è destinato alcammino di canonizzazione di Maria ElisabettaMazza e introduce idealmente ad una sostapresso la cripta nella cappella al piano infe-riore.

Lasciando a quanti vorranno visi-tare questo piccolo museo un giu-dizio critico sul risultato ottenuto sisegnala comunque la particolare at-tenzione che si è avuta per gliaspetti illuminotecnici, di accessi-bilità ai diversamente abili e di si-curezza.

La visita risulterà particolarmenteutile per quanti, in vari modi e a varilivelli, sono impegnati nella sfida

educativa poiché introduce preziose argo-mentazioni circa il significato dell’ingredien-te cristiano nella proposta educativa attuale.

Il museo sarà indicativamente visitabile tuttii giorni, dopo l’inaugurazione, previa preno-tazione telefonica al n° 035.217.562 e l’in-gresso sarà gratuito.

Ulteriori informazioni possono essere richie-ste consultando www.ismabg.it, oppure scri-vendo a [email protected].

Un doveroso ringraziamento giunga da que-ste pagine a quanti, con la loro professiona-lità o nei modi più disparati, hanno permes-so il concretizzarsi di questa realtà.

La speranza che si può esprimere inaugurandoun museo è che esso sappia essere auten-ticamente luogo di ispirazione per quanti lo vi-sitano. Dunque non polveroso deposito, nonun libro chiuso nella gelosia di pochi lettori machiaro segnale per coloro che ieri come oggiaffrontano la straordinaria sfida della missioneeducativa attraverso l’inossidabile modello diMaria Elisabetta Mazza. Nell’essenzialità deipiccoli questo museo non sia nient’altro cheun dono a chi lo visita.

Nelle immagini: alcuni angoli del “Museo” dedicato a Maria Elisabetta Mazza presso la Casa di via Nullo.L'inaugurazione si terrà sabato 24 settembre, alle ore 15.30.

ARTISTI PER BETTINALa realizzazione del museo ha consentito di ripensare anche allo spa-zio della portineria di Casa Mazza ove sono state collocate due nuo-ve opere d’arte che nella differenza di stili e materiali proposta dai dueautori declinano con originalità l’omaggio alla Fondatrice. La prima èun altorilievo in terracotta opera di Nicoli Michele, intitolato Maria Eli-sabetta Mazza, maestra tra terra e cielo. Nell’opera l’illuminata mae-stra nella prima metà del XX secolo, vede nell’educazione pubblica ilpalinsesto più prezioso per comunicare l’amore di Dio alle giovani ge-nerazioni. Un angelo, segno della divina ispirazione la mette in co-municazione con la sfera celeste da dove la Madonna Assunta pro-tegge l’attività di questa insegnante e dell’istituto da lei fondato. Lacolomba, segno dello Spirito Santo, è fonte del movimento che ani-ma l’intera composizione. Nella parte inferiore Bettina accudisce duealunni giunti alla propria cattedra: è l’idea di una scuola autenticamenteattenta alle necessità dei piccoli.

La seconda opera che costituisce il vero ingresso al museo è una gran-de vetrata policroma ideata da Bianchetti Franco. L’autore della com-posizione introduce con mirabile sintesi i concetti religiosi entro i qua-li si sviluppa la vicenda umana di Maria Elisabetta Mazza. La domi-nante superficie blu, colore vibrante di forte valenza simbolica, espri-me il senso di inquieta ricerca di purezza e Assoluto che ha accom-pagnato l’esistenza della Fondatrice. Sette frammenti di colore ros-so, immagine dei sette doni dello Spirito Santo che agiscono e dan-no senso, valore e speranza alla vita terrena, segno dei piccoli gestiche fecondano la vita quotidiana.

Il telaio di ferro indica metaforicamente la condizione umana conno-tata dal senso del limite e della finitezza. Il segno della croce, partedel telaio situato nel punto di apertura della porta, indica la coincidenzatra uno strumento di morte e il compimento del messaggio cristianoche è apertura verso “l’oltre” e verso la vita eterna.

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ECUADOR 254

E' QUI LA FIESTA!Giorno dopo giorno, i fax che dall'Ecuador ha inviato a Bergamo Letizia Tironi,

raccontando le grandiose celebrazioni che Esmeraldas ha tributato per il 25° di presenza missionaria delle Piccole Apostole.

Quito, 5 maggio 2011Il nostro viaggio è stato buono, ma lunghis-simo. Siamo giunti a Quito alle ore 24 di mar-tedì 3 maggio. Le valigie sono arrivate a de-stinazione. Di tutto Grazie a Dio e alle vostrepreghiere. Lunedì 9 maggio, Grandilia, Ni-cola e la sottoscritta, andranno ad Esmeraldasper aiutare nella preparazione della festa del25° di presenza in Ecuador. Adriana antici-pa la sua andata ad Esmeraldas domani, 6maggio, per poter recarsi a Rocafuerte pervotare il Referendum, domenica 8 maggio.Betty si trova già ad Esmeraldas nella nostracomunità. Johanna e Mary stanno bene e levedo serene e solerti nel lavoro.In questi due giorni il clima a Quito è cal-duccio e il cielo sereno. Ad Esmeraldas sem-bra ci sia carenza di acqua potabile e perquesto sono chiuse le scuole. Sabato 14maggio viaggeranno per Esmeraldas con unpullman, 40/45 persone, comprese Maria-grazia, Johanna e Mary. Affluiranno alla no-stra casa per festeggiare con le Piccole Apo-stole il 25° di permanenza in Ecuador.

Quito, 6 maggio 2011 Questa mattina, alle ore 6, ci siamo ritrova-te noi tutte Piccole Apostole in Cappella, perla preghiera comunitaria e per la “Lectio Di-vina”. Nel corso della Lectio si sono men-zionate più volte le parole: “Fede, Speranzae dono della Luce interiore, dell’intelletto”,di cui Gesù Risorto fa dono ai discepoli di Em-maus e ai suoi discepoli di ogni tempo (com-prese noi Piccole Apostole). Ciò ci rende pro-fondamente convinte che la nostra vita, an-che se poca cosa, è nelle mani benevoli emisericordiose di Dio. Ieri pomeriggio (5 mag-gio), con Mariagrazia e Nicola, abbiamo vi-sitato il Centro Maria Isabel Mazza di Pisu-lì, soffermandoci a salutare i molti bambinidel “Comedor”, il personale di servizio, lemaestre del doposcuola e le nostre amiche

di C.L. È stata tutta una festa di accoglien-za e cordialità. Ci siamo poi avvicinati al can-tiere per la costruzione della Chiesa di Pisulìe abbiamo salutato il Parroco, Padre Mar-cello Chicaiza…Gli abitanti di Pisulì sono contenti e orgogliosidi poter contribuire con lavoro manuale gra-tuito, e /o con il dono di un sacco di cemento,una “barilla” di ferro, l’acquisto di un attrezzoutile, e altri servizi, affinché l’edificio di cul-to cattolico venga al più presto terminato eil loro sogno realizzato. Speriamo bene nel-la Provvidenza, la quale, secondo quanto af-fermava il Beato del P.I.M.E., Padre Visma-ra: “ Si alza sempre molto prima del sole”.

Quito, 9 maggio 2011Mancano poche ore alla partenza per Esme-raldas... Sabato ci siamo alzate alle ore 7,perciò eravamo contentissime di poter dor-mire di più. Per l’Ecuador, era giorno di ele-zioni. Alle urne erano chiamati ad esprime-re la loro preferenza, tutti i cittadini ecuato-

riani, maggiorenni. Con tale Referendum,strutturato in 10 proposizioni-domande, insostanza si chiedeva alla popolazione delPaese se era pro o contro il Presidente Ra-fael Correa. Dai risultati i “si ” sono lievementein maggioranza… Al mattino di domenica 8,dopo la preghiera e la colazione, ci siamo re-cati a Pisulì per la Santa Messa delle ore 10.Anche se sospeso il catechismo e il pranzodegli anziani a motivo della festa dellaMamma, i fedeli hanno partecipato nume-rosissimi alla Celebrazione Eucaristica. Al-l’omelia il Parroco ha ricordato e ringrazia-to tutte le mamme, ed anche noi religiosecome madri spirituali, vicine ai deboli, agli ul-timi, ai piccoli e a chi soffre…Nel pomeriggio, ci ha fatto visita il Padre car-melitano Pablo Magroviejo, ex parroco di Pi-sulì e ci ha portato in regalo una grandequantità di buon pane e di dolci, donati in ab-bondanza alla comunità dei Carmelitani diQuito, dalle “panaderie Ciranò”. Abbiamo sa-lutato cordialmente e ringraziato il Padre, che

di Letizia Tironi

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5è andato via quasi subito, poi ci siamo mes-se ad “imbustare” il pane e i dolcetti in sac-chetti per venderlo a prezzo stracciato:0,50 dollari al sacchetto, e il ricavato de-volverlo alla costruzione della Chiesa di Pi-sulì. Mentre Maria Grazia e Johanna si sonorecate al Barrio “La Roldos” a vendere i sac-chetti, Grandilia, Nicola ed io abbiamo pre-parato la pizza per la cena…Lunedì 9 maggio, Grandilia, Nicola ed io sia-mo “volati” a Esmeraldas. All’aeroporto di Ta-china ci attendeva la nostra sorella Agripi-na. Il caldo afoso e forte della costa del Pa-cifico, ci ha resi rossi in volto come pepe-roni e gocciolanti sudore. Sono venute in soc-corso le nostre sorelle con bibite fresche econ festosa accoglienza fraterna. Abbiamosubito notato che Esmeraldas era bella: lestrade erano pulite e ben asfaltate; il pon-te sul Rio Esmeraldas, che unisce Tachinaalla città Verde, messo a punto e ben co-struito…Insomma, nonostante boccheg-giassimo per il calore, la positività emerge-va e aveva il sopravvento.

Esmeraldas, 12 maggio 2011Ieri sono iniziate le feste per il 50° anniver-sario di fondazione della Scuola San JosèObrero. Qui quando si tratta di feste non sischerza! Hanno iniziato con l’intronizzazio-ne di 6 ragazze, di 12/13 anni circa, che fre-quentano l’ultimo anno della scuola ele-mentare. Sono state elette dagli stessialunni, come simbolo dell’evento che si de-sidera celebrare. Rappresentano alcuni va-lori, e sono così denominate: Nozze d’oro,Fraternità, Responsabilità, Arte e Cultura, Sim-patia, Raggio di Maggio (Bellezza). Vi è sta-to un grande schieramento di alunni nel cor-tile della scuola e si è quindi dato importanzae particolare attenzione alle sei ragazzine, se-dute su sei sedie tutte uguali, con un bou-quet di fiori davanti ad ogni sedia. Le elet-te erano vestite da cerimonia; una coreografiaed una regia da invidiare.

Esmeraldas, 13 maggio 2011Ieri sera 12 maggio, alle 18 si sono apertele celebrazioni per il 25° delle Piccole Apo-stole in Ecuador, con la celebrazione Euca-ristica di Padre Julio Scarparo, Parroco di S.Martin de Porres, e la presenza di 300 per-sone circa, tra bambini e genitori. A segui-re è stato donato un fascio di rose gialle asorella Lisetta, ed uno di rose rosse alla sot-toscritta, in qualità di pioniere della nostra

apertura alla missione “Ad Gentes“. Sono se-guite: la proiezione del filmato delle attivitàsvolte nei 5 lustri di nostra permanenza aEsmeraldas, il brindisi con spumante, la cenaconsistente in un abbondante piatto di“Chaulafàn”(riso con verdure e gamberetti)e da una bibita. Abbiamo consumato la cenaallietati dal suono della musica, e dalle can-tate romantiche di serenate, offerteci da unpapà di famiglia, insegnante all’Università Var-gas Torres. Era presente un membro della

polizia statale, felice di far festa con noi.

Esmeraldas, 14 maggio 2011Eccomi di nuovo a voi per descrivervi, comesono capace, la sfilata dei carri allegorici, pre-parati con cura, fantasia e creatività, in col-laborazione unica dagli alunni, dagli inse-gnanti e dai genitori della Scuola-Jardin S.Josè Obrero, per il 50° della sua fondazio-ne. I carri, tutti splendidamente agghinda-ti, hanno sfilato per le strade del centro cit-

ECUADOR 25In queste pagine, immagini delle manifestazioni e celebrazioni svoltesi ad Esmeraldas per il 25°di presenza delle Piccole Apostole.

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6tà, dalle 16,30 alle 19,30, annunciando alla cittadi-nanza il grande evento delle nozze d’oro dell’Istituzioneeducativa. La manifestazione quisi chiama “Pregòn”,derivazione, con ri-spetto dovuto, delGrande Preconio Pa-squale. L’annuncioda proporre alla cit-tadinanza era rias-sunto nel seguenteslogan “Escuela S.Josè Obrero Fiscomi-sional: 50° anos edu-cando a la luz del Evan-gelio”. Una gigantogra-fia, con tale slogan, pre-cedeva e apriva la sfila-ta. Seguiva il carro con

la statua di S. Giuseppe magnificamente adornato di fiori, come se una vol-ta tanto, uscendo dal suo nascondimento e dalla sua umiltà desiderassebenedire, con il suo sorriso mite, l’intera popolazione esmeraldegna.Nella sfilata erano coinvolte più di mille persone, tra alunni e genitori; c’erapure un’infinita quantità di gente che affollava i marciapiedi per vedere, ascol-tare, ballare. Erano pure presenti quattro membri della polizia stradale cheregolavano il traffico, dove ve ne era bisogno… Seguivano i carri con la raf-figurazione delle varie etnie, che hanno popolato e popolano l’Ecuador. Se-guiva la tecnologia moderna: cellulari, computer, Ipod, skype, ecc… Veni-vano danzando i ragazzi e le ragazze che impersonavano i personaggi del-le varie credenze popolari afroecuatoriane.In chiusura c’erano tre autotreni, i quali trasportavano i piccoli del Jardin S.Josè Obrero, che rappresentavano le cose belle della natura, create da Dio:sole, luna , stelle, fiumi. foreste, alberi, fiori, animali e animaletti… Erano stu-pendi! Devo ammettere che è stata veramente un’imponente manifestazione!Grazie a Dio e alle nostre sorelle, specialmente a quelle che sono nella comunitàdi Esmeraldas. Nicola ha filmato tutto, speriamo si possa vedere.

Esmeraldas, 17 maggio 2011Sabato, 14 maggio, è stato un grande giorno di preparativi, per accogliere de-gnamente gli invitati alla grande serata in onore delle nozze d’argento mis-sionarie. Di seguito un po’ di cronaca. Sabato 14 maggio, alle ore 11,30 sonogiunti da Quito, in pullman privato, 45 Amici di Maria Isabel Mazza, accompa-gnati da Maria Grazia, Johanna e Mary. Tra loro vi era anche la Signora MarziaRavasio di Capriate, moglie del Signor Jepp Ravasio, del Mato Grosso, una cop-pia di sposi con figli, che da molti anni lavorano a Chùchìlan, nella Sierra. Gli Ami-ci di Quito sono stati accolti in S. Josè Obrero, nella scuola. Stupiti, commossi econtenti dell’accoglienza e della bellezza della scuola rinnovata, hanno ringrazia-to e sono passati alla nostra casa di San Martin de Porres, per il pranzo offertodalle Piccole Apostole.Alle ore 19,30 sono tornati in casa nostra per la cena e per disporsi ad assisterealla grande rappresentazione della magnifica serata, organizzata dalle nostre so-relle di Esmeraldas, in collaborazione con i numerosissimi amici e conoscenti del-la città verde, che 25 anni fa ci ha generosamente accolte. Alle 20,30 si è apertala serata con le note dell’Inno nazionale dell’Ecuador, alla presenza di 500 perso-ne circa, tra le quali religiose/i di varie congregazioni, missionari italiani, spagnoli,brasilegni e colombiani; molti genitori e personale docente delle nostre scuole; ami-

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In queste pagine, immagini

delle manifestazioni

e celebrazioni svoltesi

ad Esmeraldas per

il 25°di presenza

delle Piccole Apostole.

ci e collaboratori esmeraldegni e quitegni,nonché di alcuni membri della Polizia diStato. Nel corso delle due ore di pro-gramma, è stata presentata la vita del-la Fondatrice, a mo’ di flash e slogan; èstata una cosa ben eseguita, presenta-ta in modo piacevole.Si sono susseguite scenette teatrali in-terpretate dai gruppi giovanili di SanMartin de Porres, di S, Josè Obrero edi Pisulì in Quito. È poi seguita la cro-nistoria dell’arrivo delle Piccole Apo-stole a Esmeraldas e della loro attivi-tà di questi anni, riassunta in un fil-mato, preparato dalle sorelle mis-sionarie e da alcuni tecnici, che è sta-to successivamente proiettato. Sonoseguite alcune serenate di musica“Mariachi”, musica messicana construmento a fisarmonica; parole struggenti, musica coinvolgente. Da ultimo la let-tura di una lettera, indirizzata alle Piccole Apostole da tutti gli Esmeraldegni. È se-guito un semplice e gustoso rinfresco; le parole di ringraziamento della sorella Ele-na Salvi e, in chiusura, alle 22,30, avvolti da un silenzio solenne, dove si percepi-vano commozione e gratitudine, le “sacre note dell’inno a Esmeraldas”, la cosidetta“perla del Pacifico”.

Esmeraldas, 18 maggio 2011Ore 9,30, nella chiesa parrocchiale di San Martin de Porres, il Vescovo MonsignorEugenio Arellano, amministra la S. Cresima a 50 tra giovani e signorine. Alle ore11,15, sempre Monsignor Eugenio Arellano, dopo essersi cambiato e rinfresca-to, perché madido di sudore, dà inizio alla solenne Eucaristia di ringraziamento,per il 25° della nostra presenza ad Esmeraldas. Concelebrano con il Vescovo: Pa-dre Julio Scarparo, attuale Parroco di S. Martin de Porres; Padre Antonio de To-gni; Padre Alberto Doneda; Padre Antonio e Padre Matteo, sacerdoti del Cotto-lengo, parroco e curato della Parrocchia di Santa Marianita; Padre Joselo Za-mora, ex parroco di San Martin de Porres; Padre Marcello Chicaiza, parroco diPisulì-La Roldos; Padre Luis, parroco di Carcelém; Padre Santiago, Parroco diMachachi, questi ultimi giunti da Quito la mattina prestissimo, per partecipa-re alla nostra festa.La celebrazione è stata solenne e allo stesso tempo semplice. Tutti hanno te-nuto conto del gran caldo, che toglieva le forze! All’omelia il Vescovo, dopo averci ringraziato una a una, chiamandoci per nomee ricordando con affetto, Madre Giuseppina Gambirasio, Maria Rosa Cornellie Dorotea Rodigari, e tutte le Sorelle dell’Istituto, ha parlato in breve, ma in modoincisivo e coinvolgente della Fondatrice e del senso e significato che deve ave-re la vita religiosa consacrata nell’attuale momento. Ci ha lasciato come mes-saggio di coltivare nella nostra vita, la stessa passione per Dio e per i Fratelli,che ha animato la nostra Fondatrice. Prima che terminasse l’Eucaristia, il dott.Ernesto Estupinan, Sindaco di Esmeraldas, ha rivolto a “las Misioneras de laEscuela Cristiana”, parole di ringraziamento, di elogio e di speranza per il fu-turo; ed ha consegnato alla sottoscritta una targa di riconoscenza per il la-

voro svolto a Esmeraldas, da tutte le Piccole Apostole, da tutto l’Istituto.Anche il Vescovo ha pranzato con noi. Durante il pranzo siamo stati allietati dalla musica e da

brevi spettacoli, interpretati da “attori e attrici”, giovani di S. Martin de Porres, di S. Josè Obrero e di Quito. Alle 22,30 preghiamo Com-pieta e recitiamo con tutto il cuore l’Agimus. Alle ore 23,00, silenzio e finalmente riposo. Ci addormentiamo, credo, come sassi, con pen-sieri di ringraziamento al Signore e a quanti ci vogliono bene.

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ECUADOR 258

Le feste sono finite da una settimana, rientriamo nel quotidia-no con una differenza: siamo “un po’ più stanche”.Resta la soddisfazione del bene compiuto anche per mezzo del-

le feste. Quanta gente si è divertita, si è alimentata spiritualmentee materialmente. Pure ieri, sabato, abbiamo offerto un pranzo a 11operai che stanno costruendo la scala esterna della nostra casa. Le-tizia, nei suoi fax, vi ha raccontato una sintesi delle grandi feste peri 25 anni di presenza delle Piccole Apostole in Ecuador. Abbiamofesteggiato anche il 50° di fondazione della Scuola S. José Obre-ro. Era iniziata nell’anno 1961 dai Missionari Comboniani con trepiccoli gruppi di bambini del barrio, con scuola di taglio e cucito, contre maestre. Dopo pochi anni si trasforma in vera scuola con sei in-segnanti dalla 1ª alla 1ª elementare, con 250 iscritti. Nel 1987 Ma-dre Giuseppina Gambirasio, direttrice generale, cerca i fondi per co-struire sei aule nuove, per offrire la possibilità a tanti bambini di fre-quentare la scuola, creando un parallelo a ciascun anno, con un to-tale di 480 bambini nell’anno 1988. Nel 1998 si incrementa la scuo-la media con 200 alunni che frequentano nel pomeriggio.

Nel gennaio 2007 con Madre Letizia Tironi, direttrice generale, ini-ziano i lavori di costruzione di dieci aule per le medie, laboratoriodi informatica, biblioteca e otto uffici. Il lavoro di costruzione finiscenel febbraio del 2010 e quello di ristrutturazione nel marzo 2011.Il salone è stato dedicato a Maria Isabel Mazza e la biblioteca a Giu-seppina Gambirasio, che molti dei presenti ricordano con ricono-scenza. Non è mancato un sentito ringraziamento, con la consegnadelle targhe di riconoscimento alle Piccole Apostole, alla sottoscrittacome direttrice della Scuola, al dott. Giovanni Battista Sertori, Pre-sidente dell’Associazione “Amici di Bergamo”, a Nicola Morelli, rap-presentante dei volontari e Franco Facchinetti, benefattore, in me-moria della moglie Silvia. Il tutto, sempre, con numerosissima par-tecipazione. Nel 2012 festeggeremo i 25 anni dell’inizio del JardinS. Josè Obrero. Un grazie caloroso a tutti voi che da Bergamo, conla preghiera e con l’aiuto concreto, sostenete il nostro lavoro. Il Si-gnore ricompensi tutti con la sua generosità e la sua grazia. Rie-cheggi nei vostri cuori la promessa di Gesù: “Avevo fame…; ave-vo sete…Venite, benedetti del Padre Mio!”.

GIORNATE STRAORDINARIE

di Lisetta BelingheriEsmeraldas, 28 maggio 2011

A Quito il nuovo progetto per la creazione di un “centro” socio-pastorale.

DIAMO UNA MANO A TIWINTZA

Nell'anno in cui si ricordano i 5 lustri di presenza missiona-ria delle Piccole Apostole in Ecuador, da Quito è rilanciato l'appello per la realizzazione di un “centro” per uno dei quar-

tieri più poveri e disagiati della capitale ecuadoriana. Servono aiu-ti e sostegni. Vogliamo dunque riproporre questo “SOS della Soli-darietà”, invitando ad aderire alla realizzazione del Centro di evan-gelizzazione e di promozione umana di Tiwintza: così si chiama ilquartiere urbano marginale di Quito. Nei quartieri della Parrocchiadi San Judas Tadeus - dove si trova il quartere di Tiwintza e doveoperano le Piccole Apostole – i programmi educativi (asili nido, asi-li, scuole) sono insufficienti ed inadeguati. Non esistono spazi chepromuovano un’educazione integrale e professionale per giovanie adulti. I servizi sanitari sono insufficienti e presentano grosse ca-renze strutturali, di strumenti, risorse e professionalità del perso-nale. Le patologie più frequenti sono malnutrizione e influenze acausa anche degli sbalzi climatici (quasi tutti i bambini soffrono diproblemi respiratori e dermatologici per via dei forti venti nelle zonealte di Quito). Le abitazioni normalmente sono di pochi metri qua-drati, con le pareti in blocchi di cemento, il pavimento di terra o ce-

mento e il tetto in zinco. Le famiglie e le comunità vivono situazionidi precarietà e fragilità sia di carattere educativo che culturale edeconomico.La Chiesa locale ha cercato di dare risposte concrete. Sono stateavviati: una mensa popolare, il doposcuola per i bambini della scuo-la primaria, un corso di alfabetizzazione per adulti e per le perso-ne della terza età. C'è una piccola sala da pranzo, alcune aule edun capannone che attualmente serve da cappella per le celebra-zioni domenicali. La “Cooperativa de vivienda Jaime Roldós Agui-lera”, ha donato alla Parrocchia un terreno per la costruzione di unaChiesa e di un salone multiuso. Si vogliono quindi creare spazi diincontro e formazione umana e cristiana per gli abitanti. L'intero pro-getto costa circa 250 mila dollari. Ogni piccolo aiuto - e tutti gli aiu-ti – possono far accadere il miracolo.

Offerte ed aiuti possono essere inviati a: Piccole Apostoledella Scuola Cristiana, via Albricci 4, tel. 035/249273, conto corrente postale n.16503245 intestato a PiccoleApostole Scuola Cristiana, via Albricci 4, 24128 Bergamo.

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aria, o M

adre m

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ire a Gesù

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, ti ado

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ti faccia a faccia nella tu

a bellezza, n

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, allora il g

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i veli Eucaristici n

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Qu

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te e ti ricon

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rabile!

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I RIFLESSIO

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a.“M

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e no

n cred

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o, n

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erano

e no

n V

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“Santissim

a Trinità, Pad

re, Figlio

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rito Santo, adorando profondamente il

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ivinità di Nostro Signore G

esù Cristo,presente in tutti i Tabernacoli del m

on-do, io ve l’offro in riparazione degli ol-trag

gi co

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edesim

o è o

ffeso;

e per i meriti infiniti del suo Cuore San-

tissimo

e per l’in

tercession

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reIm

maco

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i Maria vi d

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eccatori”.

II - Traccia di Preghiera

Traccia di Preghiera - V

II

4° QU

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sacrare, assolvere, p

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nirle sem

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re! Oh

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are, sacrificarsi per Lo

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e.Fa, o

Gesù

, che vi co

rrispo

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ell’intim

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lazion

e. No

i no

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ti ti offriam

ola nostra vita, il nostro sacrificio quotidiano, la nostra preghiera incessante. Q

ue-sto

rigu

arda la m

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ificenza d

el Tuo

Cu

ore. Tu

tti li vorrem

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aiutare, d

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iù alto

Prelato, clero

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o an

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eviati.

UNA NUOVA VIA 69:Layout 1 19-07-2011 10:57 Pagina 10

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il nostro tutto! In Te tutti si vivono e si sentono i grandi misteri della tua bon-

tà per noi: il Crocifisso con tutta la tua Passione; il Sacro Cuore di Gesù con tut-

te le manifestazioni d’am

ore; Gesù Cristo Re con tutto il dom

inio dei cuori, del-le anim

e, degli elementi , del m

ondo intero; la vita di Gesù nel tem

po e nel-l’eternità attraverso il ciclo liturgico del-l’anno, tutto, tutto gravita intorno al-l’Eucaristia, tutto io trovo nell’Eucaristia.Per noi è tutto il conforto, tutta la vita,tutta la fecondità dell’opera.Le pratiche di pietà eucaristiche devonoessere il fulcro della nostra vita quoti-diana: Santa M

essa, Santa Comunione,

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razie, Gesù; di nuovo: grazie!

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AMICI 13

L’inclemenza del tempo dei giorni precedenti, s’è con-cessa una pausa, e così, il pomeriggio di sabato, 11 giu-gno scorso, numerosi Amici dell’Istituto si sono ritro-

vati in Casa Maria Elisabetta Mazza, per celebrare la loro an-nuale festa. Quest’anno si voleva ricordare anche il 25° anni-versario di presenza delle Piccole Apostole nelle Missioni “adgentes” in Ecuador. Assai felice è risultato l’invito rivolto a Pa-dre Stefano Berton, saveriano, a illuminare le menti e a riscaldarei cuori, sull’importanza della Missione “ad gentes”e delle di-sposizioni personali del Missionario, sulla scia dell’Enciclica “Re-demptoris Missio”.La vivacità, la semplicità, l’intensa partecipazione persona-le dell’esposizione, ha conquistato tutti e ha dato calore allanostra presenza. Felice anche l’accostamento del carisma sa-veriano a quello delle Piccole Apostole, che trova il nucleo prin-cipale nell’importanza data alla scuola, come preparazioneumana, necessaria anche all’Evangelizzazione. Si voleva pro-iettare un video sulla storia dei nostri 25 anni, ma non è sta-to possibile per motivi tecnici; si farà in seguito.Alle 17 s’è celebrata la Santa Messa di Pentecoste, concele-brata da don Filippo Tomaselli, direttore del Centro Vocazionalediocesano, che ringraziamo di cuore. A seguito, un assai gra-dito buffet, preparato con perizia dalle nostre cuoche e da al-cune volontarie, cui siamo grate. In contemporanea, i signoriCastelli e Minuscoli gestivano con intelligenza e fantasia una“pesca”, a beneficio delle nostre Missioni.Un piccolo “gatget” giunto dall’Ecuador ha fatto piacere a tut-ti, come la visione delle foto degli ultimi risultati nelle costru-zioni di laggiù, e delle targhe di riconoscimento, consegnatealle Piccole Apostole, ai Volontari e agli Amici per il generososostegno alle nostre opere missionarie. Un grazie, dunque, mol-to caloroso a tutti i partecipanti: parenti, Amici e benefattori, checi hanno rallegrato con la loro presenza, e in particolare allepersone che hanno lavorato alacremente per la preparazionee perché tutto si svolgesse nel migliore dei modi.

POMERIGGIO... IN MISSIONEEdizione speciale dell'annualeFesta degli Amici di Maria Elisabetta Mazza per i 25 anni della presenza in Ecuador delle Piccole Apostole.

Nelle immagini di Alberto Locatelli, momenti dell'annuale festa degli “Amici di Maria Elisabetta Mazza”.

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BETTINA E L’ITALIA UNITAA Montefalcone Valfortore (Alto Sannio, Benevento) celebrano i 150 anni

dell'Unità nazionale con diverse iniziative. Ed invitano Roberto Alborghetti a parlare del suo libro su una maestra bergamasca

che davvero sognava una scuola al servizio della Nazione.

In un caldo pomeriggio di primavera, in unapalestra, a parlare con alunni e docenti diMaria Elisabetta Mazza, una maestra ber-

gamasca che sognava una scuola al serviziodella Nazione. E' accaduto a Montefalcone diValfortore, nell'Alto Sannio, provincia di Be-nevento, dove ogni anno si svolgono parteci-patissime iniziative scolastiche che coinvolgonoil territorio. Negli eventi sul tema dei 150 annidell'Unità d'Italia e della “Civiltà contadina”, l’Isti-tuto Comprensivo Scolastico di MontefalconeValfortore - con il sostegno di Osa Onlus e ilpatrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione,dell’Usp, della Provincia di Benevento, di enti,imprese, istituzioni ed associazioni locali, a par-tire dal Comune – ha voluto inserire anche lapresentazione del testo “Maria ElisabettaMazza /Salvare la scuola per salvare la società”,scritto da Roberto Alborghetti, edito da Velar-Elledici ed al centro di un “laboratorio di lettura”che ha coinvolto le classi della primaria e del-la secondaria di 1° grado.Alla dirigente scolastica dott.ssa Gaetana Ian-zito, coordinatrice degli eventi, non è infatti sfug-gita l'attualità della pubblicazione e la parti-colarità del suo contenuto proprio nello spiri-to delle celebrazioni relative ai centocinquan-t'anni dell'unità d'Italia. E chi ha altri, se nonla scuola, si è resa appunto protagonista delprocesso - difficile, lento, problematico - del-l'unificazione nazionale? Interessante chequesto stimolo-provocazione sia giunto dal Sud,che - nella rilettura del messaggio di Maria Eli-sabetta nel clima e nel contesto celebrativi dei150 anni dell'Unità d'Italia - ha sicuramen-te...bagnato il naso al Nord, perfino a Berga-mo, dove finora è mancata una rilettura del“senso” che la scuola ha dato al cammino diquesti ultimi centocinquant'anni.Come ha del resto sottolineato Roberto Al-borghetti, relatore-animatore dell'incontro, se

c'è una persona che ha ragionato, sul temaeducativo e della formazione, con un respironazionale - e non particolaristico - è proprio Bet-tina Mazza. Peraltro, le stesse tappe della vitadella maestra Maria Elisabetta sono state com-piute e scandite in quelli che si possono de-finire i “grandi snodi” della storia italiana del-l'ultimo secolo e mezzo. Roberto Alborghetti hacitato lo stesso fenomeno della povertà rura-le (Bettina nasce nel paese de “L'Albero de-gli Zoccoli”, raccontato nel film di ErmannoOlmi), le battaglie che i cattolici conducono afavore delle classi più disagiate, la promozio-ne che Bettina Mazza fa - decisamente in an-ticipo sui tempi - del docente, figura realmentestrategica per imprimere una nuova marcia al-l'Italia riunificata e per far crescere cultura eistruzione tra il popolo. E poi ancora, come noncitare la parte che Bettina Mazza ha avuto nel-le questioni sindacali dei primi decenni del No-vecento (Alborghetti ha citato il “caso” del so-stegno dato a quello che storicamente èconsiderato il primo sciopero degli insegnan-ti, 1919), il suo impegno per la libertà di edu-

cazione, per spingere i governi ad una mag-giore attenzione per il sistema scolastico. Coraggiosa anche la sua scelta di smarcarsi- e opporsi - al fascismo ed alle leggi che pre-giudicavano le libertà democratiche. Insomma,Bettina Mazza: una donna che davvero ha con-tribuito a creare una rinnovata idea di Italia ea disegnare, nel panorama educativo e cultu-rale, impegni ed iniziative che realmente sonoandati nel senso della creazione di una co-scienza nazionale. La rilettura che Roberto Alborghetti ha pre-sentato di Bettina Mazza - il suo profondo spi-rito di fede e le sue opere, chiaramente ispi-rate dalla dottrina sociale della Chiesa - è giun-ta decisamente a sorprendere e ad interessareil pubblico riunito nella palestra di Montefalcone.Peraltro l'incontro - per il quale gli stessi do-centi hanno auspicato un ulteriore sviluppo :non è loro sfuggita anche l'attualità e la con-cretezza del messaggio pedagogico dellamaestra bergamasca - si è ben collocato nel-le svariate attività promosse dal locale Istitu-to Comprensivo Scolastico, che abbraccia co-

ATTUALITA'

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15muni di una vasta porzione del territorio montano san-nita. La presentazione del testo su Maria ElisabettaMazza e la sua “scuola da salvare” si è inserita in unricco programma - fatto di convegni, incontri, mostree rappresentazioni teatrali - nel quale si sono ritagliatiun posto particolarissimo la mostra itinerante “L'ar-te racconta la storia” (capolavori artistici degli ultimicentocinquant'anni - Fattori, Pelizza Da Volpedo, Mo-randi, Guttuso, Fontana – riprodotti dagli studenti), ilbellissimo fascicolo “Buon compleanno Italia!” rea-lizzato dalla classe quinta della Primaria di Foiano, ilconvegno “La civiltà contadina nel 150esimo anni-versario dell'Unità d'Italia e della nascita della provinciasannita” ed il percorso culturale, artistico e gastro-nomico “Ritorno alle antiche memorie e agli antichisapori” (stand allestiti dagli studenti nel centro sto-rico). Insomma, giornate vive ed appassionanti, conuna grande partecipazione di gente. Giornate che di-mostrano come la scuola sia il tessuto determinan-te per “tenere unita” questa nostra Italia, aggregan-do comunità, valori e idee. Una scuola, quella di Mon-tefalcone Valfortore, che sicuramente sarebbe tantopiaciuta a Maria Elisabetta Mazza.

Nelle immagini: le classi che hanno partecipato allaboratorio di lettura dedicato al libro su MariaElisabetta Mazza; il folto pubblico che ha parteci-pato agli incontri di Montefalcone Valfortore (Be-nevento) in uno scorcio fotografico del centrostorico.

ATTUALITA'

PROGRAMMA DELL’INAUGURAZIONE DEL MUSEO MARIA ELISABETTA MAZZA SABATO 24 SETTEMBRE 2011 Ore 15.30 accoglienza

ore 16.00 Santa Messa Solenne nella memoria del 61° anniversario di morte di Maria Elisabetta Mazza,

presiede mons. Davide Pelucchi, Vicario Generale della Diocesi di Bergamo

ore 17.00 Presentazione del Nuovo Museo interverranno:

mons. Davide Pelucchi, Vicario Generale della Diocesi di Bergamo Letizia Tironi, Direttrice delle Piccole Apostole della Scuola Cristiana

Silvio Tomasini, curatore del museo

ore 18.00 taglio del nastro e benedizione dei locali del nuovo museo a seguire visita guidata

ore 19.00 apertura della cena a Buffet aperta a tutti i partecipanti

ore 20.30 Voci per Bettina - Concerto inaugurale a cura del coro di voci bianche

Tutti i momenti dell'Inaugurazione si terranno presso la Casa Maria Elisabetta Mazza in via Francesco Nullo, 48 24128 Bergamo.

Ingresso libero

Per informazioni: tel 035 21 75 62 oppure 035 24 92 73 www.mismabg.it; [email protected]

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PERCORSI16

Con la prima domenica di Avvento cheabbiamo celebrato il 28 novembre2010 scorso, è iniziato nella Chiesa Ita-

liana il cammino di preparazione al XXV Con-gresso Eucaristico Nazionale che si celebreràad Ancona dal 3 all’11 settembre 2011 contema: SSiiggnnoorree ddaa cchhii aannddrreemmoo?? L’Eucaristiaper la vita quotidiana.I ssiiggnniiffiiccaattii del Congresso Eucaristico sonomolteplici. In primo luogo, si tratta di un attodi fede nell’Eucarestia e un evento di co-munione per l’intera Chiesa italiana che in queigiorni vedrà convergere nel capoluogo mar-chigiano migliaia di fedeli da tutte le Dioce-si d’Italia. L’evento riveste anche un signifi-cato sociale e culturale perché l’Eucaristia,Sacramento dell’amore di Dio per gli uomi-ni, è pane del cammino storico dei creden-ti e fermento di novità in tutti gli aspetti delvivere umano. È per questo che ad Anconaverrà sottolineato iill ddoonnoo ddeellll’’EEuuccaarriissttiiaa ppeerrla vita quotidiana, attraverso la ripresa dei cin-que ambiti dell’esistenza già oggetto di ri-flessione al Convegno ecclesiale di Verona nel2006: la vita affe ttiva, il lavoro e la festa, lafragilità umana, la tradizione e la cittadinan-za. Sfondo biblico dell’intero appuntamentosarà il capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, dacui è tratto il versetto posto nel titolo. “Signore,da chi andremo?”. È la domanda che l’apo-stolo Pietro rivolge a Gesù a conclusione deldiscorso sulla Parola e il Pane di vita, ed èanche la domanda che dopo duemila anni ri-torna come la questione centrale della vita deicristiani oggi. Anche la nostra Diocesi vuolevivere questo anno come intensamente Eu-caristico, e lasciarsi guidare dalla stessa do-manda che Pietro rivolge a Gesù: Signore dachi andremo? Quasi a dire dove vuoi che tro-viamo, se non in te, la forza di portare avan-ti i nostri cammini di vita e di fede?

EUCARISTIA PER LA VITA QUOTIDIANALa scelta è stata fatta a partire da una ri-flessione sull’Esortazione apostolica post-si-nodale Sacramentum caritatis, nella quale

Sua Santità Benedetto XVI avverte la ne-cessità di insistere sull’efficacia dell’Euca-ristia per la vita quotidiana: “In quantocoinvolge la realtà umana del credentenella sua concretezza quotidiana, l’Eucari-stia rende possibile, giorno dopo giorno, laprogressiva trasfigurazione dell’uomo chia-mato per grazia ad essere ad immagine delFiglio di Dio (cfr Rm 8,29s). Non c‘è nulla diautenticamente umano – pensieri ed affet-ti, parole ed opere – che non trovi nel sa-

cramento dell’Eucaristia la forma adeguataper essere vissuto in pienezza.” (n. 71). Diconseguenza il Papa fa proprio il propositodei Padri sinodali: “i fedeli cristiani hanno bi-sogno di una più profonda comprensione del-le relazioni tra l’Eucaristia e la vita quotidiana.”(n 77). Da queste affermazioni è scaturito il tema del-la settimana celebrativa del Congresso cheproporrà una scansione che aiuterà a rileg-gere, a partire dall’Eucaristia, alcuni ambi-

“SIGNORE, DA CHI ANDREMO?”Su questa domanda la Chiesa italiana si incontra e si interroga ad Ancona,

dal 3 all'11 settembre, per celebrare il XXV Congresso Eucaristico Nazionale.

di Don Luca Zanchi

La “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” (miniatura del sec. XV)

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PERCORSI 17

ti di vita quotidiana. Per rintracciare questiambiti è sembrata ovvia l’esigenza di non di-menticare il Congresso ecclesiale di Vero-na del 2006, che già aveva identificato al-cuni ambiti di vita dove il cristiano è chiamatoa testimoniare il Signore e il suo Vangelo, pro-prio perché in queste particolari situazioni divita si sperimenta una “distanza culturale”tra la fede cristiana e la mentalità contem-poranea: affettività, fragilità, lavoro e festa,tradizione, cittadinanza.

DAL CAPITOLO 6 DI GIOVANNIL’icona biblica prescelta, tratta dal capitolo6 del Vangelo di Giovanni, costituisce un au-tentico faro in grado d’illuminare il cammi-no di fede personale e di guidarlo all’incontrocon il Signore fino ad una piena appropria-zione dell’Eucarestia. Questa multiformericchezza del Mistero eucaristico è stata sot-tolineata da Benedetto XVI nella sua esor-tazione apostolica Sacramentum Caritatis, làdove il Papa introduce le tre parti del docu-mento proprio con riferimenti al medesimotesto giovanneo. “Signore da chi andremo?”è la domanda che l’apostolo Pietro rivolgea Gesù a conclusione del discorso sul panedi vita; è anche la domanda che dopo2000 anni ritorna come questione centraledella vita del cristiano oggi, che, di fronte allemille sollecitazioni, ha bisogno di riscoprirein Gesù di Nazareth l’unica via da percorrere,

l’unico pane che sfama il desiderio di dareuno stile e un orientamento alla propria vita,l’unico pane che da la forza di testimonia-re quanto sia bello essere cristiani.

LLAA DDIIMMEENNSSIIOONNEE EECCCCLLEESSIIAALLEEE TERRITORIALE DEL CONGRESSOUna novità di questo Congresso Eucaristicoè la distribuzione delle sedi celebrative; in-fatti verranno coinvolte tutte le Diocesi del-la Metropolìa di Ancona: Ancona-Osimo; Fa-briano, Jesi, Loreto, Senigallia, nelle quali ver-ranno distribuite le diverse tematiche e le va-rie giornate celebrative. L’intento è quello in-nanzitutto ecclesiale di coinvolgere il popo-lo di Dio e le chiese locali dell’intera Metro-polia; poi quello di coinvolgere ulterior-mente la vita quotidiana facendo sì che le va-rie tematiche siano trattate o celebrate lad-dove sono particolarmente vissute o senti-te: ad esempio a Loreto si celebrerà la gior-nata dedicata ai malati; a Fabriano la gior-nata dedicata al lavoro, ecc.

L’AUGURIO E L’IMPEGNO…Mi auguro che per ogni credente e per ognicomunità parrocchiale della Chiesa che è inBergamo, questo anno sia occasione per ri-scoprire la centralità dell’Eucaristia fons setculmen. Alle parole di Papa Benedetto XVI nel-l’esortazione Apostolica Sacramentum cari-tatis affido il mio pensiero: È necessario che

nella Chiesa questo santissimo Mistero siaveramente creduto, devotamente celebratoe intensamente vissuto. (…) Invito pertantotutti i pastori a porre la massima attenzionenella promozione di una spiritualità cristianaautenticamente eucaristica. I presbiteri, i dia-coni e tutti coloro che svolgono un ministe-ro eucaristico possano sempre trarre da que-sti stessi servizi, adempiuti con cura e costantepreparazione, forza e stimolo per il proprio per-sonale e comunitario cammino di santifica-zione. Esorto tutti i laici, le famiglie in parti-colare, a trovare continuamente nel Sacra-mento dell’amore di Cristo l’energia per tra-sformare la propria vita in un segno auten-tico della presenza del Signore risorto. Chie-do a tutti i consacrati e consacrate di mostrarecon la propria esistenza eucaristica lo splen-dore e la bellezza di appartenere totalmen-te al Signore (n°94). Il credente uscito dal-l’Eucaristia, dicono i Vescovi italiani, non puòdormire sonni tranquilli: è inquieto dell’in-quietudine di Dio, invaso dalla passione perl’uomo. E il grande poeta Claudel diceva:“quando avrai Dio nel cuore, possederail’Ospite che non ti darà riposo”.

Auguriamoci che sia così anche per noi, ce-lebrare, pregare e vivere, appassionati e in-fiammati dall’amore di Cristo racchiuso neldono unico e stupendo dell’Eucaristia. Buoncammino.

“L'ultima cena” di Valentin de Boulogne.

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ESPERIENZE18

MADONE IERI E OGGITra le attività promosse dalla Scuola dell'Infanzia anche un'attività

di conoscenza del territorio e della comunità locali.

Il titolo di apertura è molto eloquente... Unsimpatico personaggio rappresentato dal-la “rana de Madù” ci ha guidato alla co-

noscenza del nostro paese. Attraverso giochied esperienze dirette, fatte di visite, i bambi-ni hanno potuto vedere nuove realtà. Abbia-mo iniziato scoprendo il significato del nomeMadone-mattone visitando la vecchia forna-ce. Nel periodo del carnevale ci siamo reca-ti dalla parrucchiera, dal giornalaio, dal pa-sticcere, al supermercato. Grande l’interessedei bambini dimostrato di fronte a queste fi-gure professionali che hanno risposto alle nu-merose domande… Non poteva che esserediversamente, visto che tutti si sono cimen-tati al lavaggio dei capelli, all’acquisto di ungiornalino da colorare e alla preparazione diun dolce.!Che dire invece della visita al medico, al far-macista e ahimé al dentista? I nostri piccolihanno meravigliato tutti…nessuno, ma pro-prio nessuno ha avuto la benché minima esi-tazione nel sedersi sulla poltrona del denti-sta o nel farsi auscultare cuore e polmoni dalmedico! Questo per noi insegnanti è segnoche i bambini crescono ogni giorno e per aprir-si agli altri e alle nuove cose hanno bisognodi adulti che li guidino e li sorreggano invi-tandoli sempre a provare e a sapersi mette-re in gioco.Godiamo con l’arrivo del primo caldo il giar-dino della nostra scuola. A tale proposito vi met-tiamo a conoscenza che i due pini marittimisituati nella parte sud, sono stati abbattuti per-ché infestati da parassiti e sostituiti pronta-mente con due ligustri e due tigli. L’operazio-ne ecologica è stata coordinata da volontarie dagli alunni della scuola primaria. Ai primi di maggio siamo rientrati dalle vacanzepasquali ricaricati per finire l’anno scolastico.Nel pomeriggio di lunedì, mercoledì e vener-dì, si sono ripresi i progetti laboratoriali attra-verso attività di intersezione che hanno toc-cato i temi della cittadinanza, delle favole, del-l’ambiente, dell’espressività e della manipo-lazione.

I bambini si sono approcciati bene a questonuovo modo di lavorare, hanno avuto l’op-portunità di interagire con tutti i coetanei del-la scuola (e non solo quelli della sezione), diprendere in riferimento un’altra insegnante (enon solo quella della sezione); tutto ciò allo sco-po di stimolare e ampliare le relazioni socia-li di ogni alunno attraverso attività ed interventiintenzionali e sistematici. Naturalmente si la-vora anche al mattino, ognuno nella propriasezione e, come per incanto, ci accorgiamo chetra pochi giorni è la festa della mamma. Quin-di subito all’opera!!!In sezione, insieme ai bambini abbiamo par-lato della famiglia, della sua importanza cer-cando di far affiorare sentimenti di affetto e ri-conoscenza verso la figura materna. Le frasidette dai bambini durante la conversazionesono state semplici, ma significative: “La miamamma si chiama Giorgia e mi piace perchécucina il risotto giallo!”, “Mi piace quando lamamma mi fa i dolci!”, “Mi piace quando lamamma mi fa le coccole!”, “Mi piace quan-do mi aiuta a lavarmi e mi mette lo shampoosui capelli!”Ogni bimbo ha realizzato come dono un por-

tafoto a forma di cuore o farfalla e l’ha dona-to alla propria mamma al termine della San-ta Messa. Numerosa la partecipazione ed ognibimbo ha potuto vedere il sorriso della pro-pria mamma emozionata di fronte al propriofiglio che con tanta spontaneità le donava ilregalo fatto con le proprie mani. Graziemamme di tutto il vostro servizievole e amo-revole aiuto!Per allietare la festa è venuta tra noi il pagliaccio“Albicocco”, che con il suo show ha calami-tato l’attenzione di grandi e piccini facendo ri-dere tutti. La giornata si è conclusa con unapiccola merenda offerta dalla scuola. Per lachiusura dell’anno scolastico i nostri bambi-ni sono stati protagonisti della storia “la prin-cipessa e il ranocchio”. Si sono immedesimatinei più svariati personaggi: dai ranocchi par-lanti, ad alligatori canterini, a lucciole inna-morate, alla principessa Tiana che, s’imbar-ca in un viaggio incredibile attraverso le mi-stiche paludi della Louisiana. Qui, con un po’di coraggio e un grande sogno, Tiana e i suoiamici capiscono quali sono le cose importantidella vita…l’amore, la famiglia e l’amicizia. Ècon queste tre stupende parole che noi inse-

di Bruna Mantecca, Insegnante

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ESPERIENZE 19

gnanti abbiamo voluto salutare i nostri 34 gran-di che a settembre inizieranno una nuova espe-rienza alla scuola primaria. Sulle note della mar-cia “Trumpet volutary”, di Clarke, e con il cap-pello da laureati vi auguriamo ogni bene, ri-cordando che i frutti del domani sono nei semidi oggi! Al termine del lieto pomeriggio la scuo-la ha offerto ghiaccioli e gelati. Da ultimo, manon per questo meno importante, noi insegnantiringraziamo vivamente tutte le persone che conil loro contributo hanno permesso di realizza-re il nostro progetto sul paese di Madone. Ungrazie a: lo storico Vincenzo Malvestiti, ai non-ni Rita, Angelica, Giancarlo, ai Vigili Antonio eVincenzo, ai parrucchieri Michele, Pina, Salvina,Lucia, alla giornalaia Milena, al pasticcere Si-mone, ai medici Mazzoleni e Verga, alla far-macista Lodrini, ai supermercati Menni eMazzola, ai dentisti Mario e Arturo. Buone Va-canze a tutti, insegnanti comprese.

Nelle foto: immagini della Scuola materna di Madone.

Il pane, cibo universale, è fatto di farina, la fa-rina proviene da tante spighe, ogni spiga ècomposta da tanti chicchi, ogni chicco è un

dono ed è frutto di molto lavoro. Mi piace pen-sare così quando considero il molto lavoro che,quasi insensibilmente, viene portato avanti nel-le comunità di ogni ordine e grado. Ora mi rife-risco alla comunità parrocchiale di Cenate Sopradove da anni, anche se con compiti ed in misu-ra diversa, presto qualche aiuto. Mi sento quelchicco di grano che è poca cosa, conta e non con-ta, ma insieme ad altri e, soprattutto, per la fe-condazione che Dio dà ai nostri sforzi, è utile. Il tempo, che lascia i suoi segni nelle persone,ha ridotto le forze e la presenza delle Piccole Apo-stole anche a Cenate Sopra dove, con ardore edimpegno, per anni hanno operato a servizio deiCenatesi, secondo il loro carisma ( sempre bel-lissimo e urgente!) che è quello dell'educazio-ne cristiana della gioventù e dell'aiuto ai sacer-doti, primi educatori, dopo i genitori, della gio-ventù stessa. Io cerco di continuare a spender-mi come posso e per quanto posso in ogni fine

settimana quando rientro a Cenate e vi soggiorno,nell'appartamento gentilmente messomi a di-sposizione dalla Parrocchia nell'edificio della nuo-va Scuola dell'Infanzia. La mia attivitàè ridotta,ma la preghiera e l'attenzionemia per questa Comunità, per i suoiproblemi, le sue gioie, il suo cammi-no, possono essere continue e, in re-altà, prego spesso per Cenate e peri suoi abitanti. Quanto a preghieraperò le altre mie Sorelle, che mi han-no preceduto nell'attività, nellapresenza là e nel servizio, fannomolto molto più di me. Portiamo nel cuore i Cena-tesi e siamo contente, noiPiccole Apostole, di aiutarlicome possiamo e fino a che potremo. In-tanto li ringraziamo di cuore per il beneche ci vogliono e per l'aiuto che ci danno.Al Signore il grazie maggiore e migliore perla sua continua assistenza.

Luigina CCaadeei

La presenza delle Piccole Apostole nella comunità cenatese. CENATE, CHICCHI DI GRANO

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