ATTIVITÁ GLACIOLOGICA 2006 - 2007test.meteotrentino.it/neve-ghiacci/ghiacciai/REPORT... · 2009....
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE E INFRASTRUTTURE
ATTIVITÁ GLACIOLOGICA 2006 - 2007
Meteotrentino Comitato Glaciologico Trentino della SAT
Museo Tridentino di Scienze Naturali
Università degli Studi di Trento
Provincia Autonoma di Trento Dipartimento Protezione Civile e Infrastrutture Ufficio Previsioni e Organizzazione
Sede:
via Vannetti, 41 – Trento
tel: 0461 494870 fax: 0461 238305
http://www.meteotrentino.it
Responsabile:
Alberto Trenti
Autori:
Luca Carturan Comitato Glaciologico Trentino della SAT & Dipartimento Territorio
e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova
Christian Casarotto Museo Tridentino di Scienze Naturali & Comitato Glaciologico
Trentino della SAT
Elvio Panettieri Ufficio Previsioni e Organizzazione della Provincia Autonoma di
Trento
Roberto Seppi Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pavia &
Comitato Glaciologico Trentino della SAT
I
SOMMARIO
CLIMATOLOGIA.......................................................................................................................... - 1 -
Inquadramento climatico dell’anno idrologico 2006-2007..................................................... - 1 -
Considerazioni sull’andamento climatico dell’annata 2006-2007 in chiave glaciologica...... - 4 -
BILANCIO DI MASSA.................................................................................................................. - 5 - Inquadramento metodologico ................................................................................................. - 5 -
Misure di bilancio di massa sui ghiacciai trentini nell’anno 2006-2007 ................................- 6 -
Ghiacciaio d’Agola ................................................................................................................. - 7 -
Descrizione del ghiacciaio......................................................................................................- 7 -
Misurazione del bilancio 2006-2007 ...................................................................................... - 8 -
Ghiacciaio del Careser .......................................................................................................... - 11 -
Descrizione del ghiacciaio.................................................................................................... - 11 -
Misurazione del bilancio 2006-2007 .................................................................................... - 12 -
Sintesi e confronto dei risultati ............................................................................................. - 15 -
Misure di bilancio di massa sul Ghiacciaio de La Mare ....................................................... - 17 -
VARIAZIONI FRONTALI .......................................................................................................... - 18 - Inquadramento metodologico ............................................................................................... - 18 -
Sintesi dei risultati................................................................................................................. - 19 -
Gruppo Adamello-Presanella ............................................................................................... - 19 -
Gruppo di Brenta .................................................................................................................. - 21 -
Gruppo Ortles Cevedale ....................................................................................................... - 21 -
Variazione lineare cumulata per i ghiacciai principali.......................................................... - 22 -
GALLERIA FOTOGRAFICA...................................................................................................... - 24 -
- 1 -
CLIMATOLOGIA
Inquadramento climatico dell’anno idrologico 2006-2007 La stagione invernale 2006-2007 è stata caratterizzata da scarse precipitazioni nevose a tal punto
che in molti dei campi di rilevamento nivometrici della Provincia di Trento l’inverno è risultato uno
dei meno nevosi. In tal senso risulta evidente come la scarsità delle precipitazioni abbia interessato
anche le quote più elevate ed i siti particolarmente nevosi. Tale scarsità di innevamento è stata
causata sia da precipitazioni sotto le medie di riferimento, sia da temperature medie
eccezionalmente elevate, che hanno contribuito a fondere il manto nevoso in maniera precoce.
I mesi autunnali di settembre, ottobre e novembre 2006 sono stati caratterizzati da tempo
prevalentemente bello con piogge scarse e poco frequenti e con temperature decisamente sopra sia
la media del periodo di riferimento più recente (1978-2005) sia la media stagionale di riferimento
per la climatologia (1961-1990). Nel mese di dicembre è proseguita la fase di caldo anomalo con
temperature sempre superiori alla media, specie in montagna, mentre le precipitazioni, seppur
concentrate in poche giornate, sono risultate perlopiù superiori alla media del periodo. Le prime
nevicate significative in montagna al di sopra dei 1500 m si sono registrate nella giornata del 9
dicembre con spessori di neve variabili tra 20 e 40 cm. Il mese di gennaio 2007 è stato
caratterizzato da clima estremamente mite con temperature sopra la media e tempo molto variabile
seppur con precipitazioni poco abbondanti. Solo nella parte finale del mese sono stati registrati nel
territorio provinciale apporti di neve con spessori tra 20 e 50 cm. Il mese di febbraio è stato
caratterizzato ancora da clima molto mite con temperature sopra la media. Il tempo è stato variabile
ma con poche giornate di pioggia e con quantitativi inferiori alla media del periodo. Anche il mese
di marzo è risultato caldo, solo nell’ultima parte del mese c’è stato tempo perturbato e freddo con
piogge e nevicate più frequenti. Il mese di aprile è stato molto caldo con temperature decisamente
sopra la media e precipitazioni scarse, facendo così cominciare la stagione di fusione con più di un
mese di anticipo. Tempo piuttosto variabile ha caratterizzato il mese di maggio con frequenti
giornate di pioggia e apporti localmente anche superiori alla media del periodo. Nei primi giorni del
mese alcune precipitazioni nevose hanno interessato il territorio provinciale con spessori intorno ai
50 cm complessivi concentrati per lo più nel settore occidentale intorno ai 2500 m di quota. Anche a
fine mese nel settore occidentale si sono registrati eventi nevosi con 30-50 cm di neve fresca sopra i
2500 m.
Nel corso dell’estate 2007 le temperature si sono mantenute sopra le medie di riferimento nei mesi
di giugno e luglio, mentre agosto e settembre hanno fatto registrare valori termici normali.
L’estate è stata caratterizzata da alcuni episodi di tempo instabile che hanno portato nevicate in
quota, anche se gli apporti non sono stati né abbondanti, né duraturi. Le precipitazioni sono state
- 2 -
prossime alla media o leggermente inferiori tra giugno e luglio, mentre ad agosto esse sono state
particolarmente abbondanti. A settembre le precipitazioni sono state inferiori al normale, ma a fine
mese un’abbondante nevicata ha interessato l’intero territorio provinciale, con limite della neve
sceso fino a 1200-1300 m.
Alla stazione nivo-meteorologica di Careser Diga le precipitazioni invernali sono state tra le più
scarse dell’intero periodo di osservazione (1967-2007), con un valore cumulato da ottobre 2006 a
maggio 2007 pari a 410 mm, inferiore del 26% rispetto alla media di riferimento. Gli ultimi anni
sembrano indicare un’accentuazione del trend al ribasso delle precipitazioni invernali, che fino al
2001 non era così evidente. Va inoltre ricordato che, nel caso del 2007, parte delle precipitazioni
invernali sono state piovose fino ad alta quota a causa delle alte temperature.
Le temperature medie estive sono state superiori alla media di riferimento (1967-2007) di soli
0.2°C, tuttavia è utile osservare che l’anomalia cresce a +1.2°C rispetto al periodo 1967-1980, in cui
i ghiacciai trentini si trovavano in condizioni di equilibrio o di bilancio positivo.
Figura 1: localizzazione geografica della stazione nivo-meteorologica di Careser Diga (2605 m s.l.m.)
- 3 -
Temperatura media della stagione di ablazione (giugno-settembre)
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
10,0
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2010
anno
tem
pera
tura
med
ia [°
C]
Precipitazioni cumulate nella stagione di accumulo (ottobre-maggio)
0
200
400
600
800
1000
1200
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2010
anno
prec
ipita
zion
i cum
ulat
e [m
m]
Figura 2: serie storiche di temperatura media estiva (grafico in alto) e precipitazione cumulata invernale (grafico in
basso) alla stazione nivo-meteorologica di Careser Diga
- 4 -
Considerazioni sull’andamento climatico dell’annata 2006-2007 in chiave glaciologica Le condizioni climatiche che hanno contraddistinto l’annata 2006-’07 (scarse precipitazioni e
temperature elevate) sono state marcatamente sfavorevoli alla conservazione degli apparati glaciali
del Trentino. In particolare, sono stati soprattutto i ghiacciai a bassa quota e posti in aree che
normalmente ricevono precipitazioni abbondanti (anche per redistribuzione valanghiva) a risentire
di questa congiuntura climatica. Meno penalizzanti, anche se pur sempre sfavorevoli, sono state
invece le condizioni climatiche per i ghiacciai collocati alle quote più elevate (ad esempio i settori
sommitali dei ghiacciai del Gruppo del Cevedale), dove parte delle precipitazioni durante l’estate
sono state nevose.
Del tutto eccezionale si è rivelato l’andamento della stagione di accumulo, che ha visto interi
ghiacciai privi di innevamento fino al tardo autunno (ad esempio il Ghiacciaio d’Agola, che a
novembre era interamente scoperto) e cospicue aree interessate da ablazione netta (a carico di
ghiaccio) già ad aprile. Queste perdite hanno localmente superato il 600-700 mm di equivalente in
acqua (spessori fino a 80 cm) sui settori frontali e più soleggiati, tra l’inizio di ottobre 2006 e metà
maggio 2007.
Le scarse precipitazioni invernali e le temperature superiori alla norma dei mesi di maggio, giugno e
luglio hanno portato ad una precoce scopertura di tutti i ghiacciai, fin dal mese di giugno, e ad un
prolungato periodo di ablazione a carico di ghiaccio e firn. Normalmente infatti i settori inferiori dei
ghiacciai si dovrebbero scoprire dalla neve invernale verso metà-fine luglio ed al termine dell’estate
(tra fine agosto e metà settembre) si dovrebbe conservare un innevamento residuo esteso almeno al
50-60% della superficie. Nel 2007 su molti ghiacciai l’innevamento residuo al termine dell’estate è
stato assente e nei casi più favorevoli sui ghiacciai che raggiungono le quote più elevate esso si è
conservato su meno del 30% della superficie.
- 5 -
BILANCIO DI MASSA
Inquadramento metodologico Lo scopo di un bilancio di massa è quello di valutare nel corso di un anno idrologico (1 ottobre - 30
settembre) se un ghiacciaio ha guadagnato o perso massa. In uno studio di questo tipo è necessario
quantificare su tutto il ghiacciaio l’accumulo di neve che si è verificato durante l’inverno e la
fusione di neve e ghiaccio che si è avuta durante la successiva stagione calda. Tutti i valori vengono
trasformati in “equivalenti in acqua”, allo scopo di ottenere grandezze confrontabili sia per
l’accumulo sia per la fusione. Un bilancio di massa può essere effettuato con diverse metodologie,
ma una fra le più affidabili richiede di misurare direttamente sul ghiacciaio le due grandezze da
mettere a confronto (metodo glaciologico diretto).
L’accumulo viene determinato in tarda primavera mediante misure di spessore e di densità del
manto nevoso. Lo spessore della neve viene misurato con sondaggi manuali eseguiti su tutto il
ghiacciaio; la densità mediante misure effettuate in una o più trincee scavate nel manto nevoso. Con
i dati di densità misurati in trincea è possibile convertire in millimetri di equivalente in acqua i
valori di spessore della neve misurati con i sondaggi.
La fusione viene determinata misurando l’abbassamento della superficie del ghiacciaio in
corrispondenza di alcune paline di alluminio, infisse nel ghiaccio mediante trivellazione manuale o
meccanica. Sottraendo in ogni punto il valore di fusione misurato durante l’estate al valore di
accumulo misurato a tarda primavera (sempre in millimetri di equivalente in acqua) si ottiene il
valore di “bilancio netto” per l’anno in corso. I valori puntuali di accumulo, ablazione e bilancio
netto sono successivamente estesi a tutta la superficie del ghiacciaio mediante tecniche di
interpolazione spaziale.
Figura 3: alcuni momenti durante i rilievi di bilancio di massa: a sinistra, misure di densità della neve in trincea; a
destra, georeferenziazione di un punto di misura con GPS differenziale
- 6 -
Misure di bilancio di massa sui ghiacciai trentini nell’anno 2006-2007 I ghiacciai su cui sono state eseguite le misurazioni di bilancio di massa nell’anno idrologico 2006-
2007 sono il Ghiacciaio d’Agola (Gruppo di Brenta) ed il Ghiacciaio del Careser (Gruppo Ortles-
Cevedale).
Figura 4: localizzazione geografica dei ghiacciai d’Agola e Careser su cui sono state eseguite le misure di bilancio
nell’anno idrologico 2006-2007
- 7 -
Ghiacciaio d’Agola
Figura 5: Ghiacciaio d’Agola, ripreso il 7 luglio 2007
GHIACCIAIO D’AGOLA
Classificazione (WGI) ghiacciaio montano di circo
Alimentazione diretta e valanghe
Superficie [ha] 19.2
Quota massima [m] 2873
Quota minima [m] 2601
Quota media [m] 2716
Pendenza media [°] 21.0
Esposizione media Nord-Ovest
Tabella 1: principali caratteristiche morfometriche attuali del Ghiacciaio d’Agola
Descrizione del ghiacciaio
Il Ghiacciaio d’Agola è ubicato nelle Dolomiti di Brenta - Trentino Occidentale. Occupa un circo
con esposizione prevalente a NW ed è un tipico apparato dolomitico ad alimentazione mista (neve
- 8 -
diretta e valanghe), in cui le valanghe giocano un ruolo importante nella redistribuzione degli
accumuli nevosi. Le principali caratteristiche geometriche e morfometriche del ghiacciaio sono
sintetizzate nella Tabella 1 ed evidenziano il suo scarso sviluppo altimetrico, la pendenza accentuata
e le ridotte dimensioni.
Il ghiacciaio è circondato da cime che superano di poco i 3000 m e da pareti sub-verticali che
ombreggiano i settori di testata, oltre a conferire parte dell’alimentazione sotto forma di valanghe.
Alla base delle pareti le porzioni di testata sono conformate a falda o conoide da valanga, il profilo
longitudinale è regolare e concavo, con una breve convessità in corrispondenza dell’unghia frontale.
Si tratta del ghiacciaio più esteso del gruppo di Brenta, anche se attualmente è soggetto ad una fase
di rapida riduzione.
Il Ghiacciaio d’Agola presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto ad uno studio
di dettaglio del bilancio di massa, visto che si tratta di un ghiacciaio relativamente piccolo e
facilmente accessibile, privo di vaste aree crepacciate e rappresentativo di una tipologia di ghiacciai
piuttosto comune in ambiente dolomitico, ma non solo.
Misurazione del bilancio 2006-2007
Le misure di accumulo sono state eseguite in data 18-05-2007. Lo spessore del manto nevoso è
stato misurato mediante 105 sondaggi, la sua densità mediante 2 trincee, scavate nel settore
inferiore e mediano centrale del ghiacciaio. L’altezza media del manto nevoso è risultata pari a 172
cm, corrispondenti ad un equivalente d’acqua di 840 mm. Si tratta del valore più basso misurato da
quando si è cominciato a misurare il bilancio di massa su questo ghiacciaio, nel 2002, con uno
scarto di -48% rispetto al valore medio 2002-2007 (1604 mm).
L’ablazione è stata misurata fin dall’inizio del mese di luglio, a causa del precoce esaurimento del
manto nevoso invernale. Alla fine dell’estate (data 12-10-2007) l’abbassamento medio per fusione
rispetto a maggio misurato sul ghiacciaio è stato pari a 455 cm, corrispondenti ad una lama d’acqua
di 3391 mm.
Il valore di bilancio netto annuale è risultato pari a -2551 mm, corrispondenti ad una perdita media
sull’intero ghiacciaio di 283 cm di ghiaccio. Si tratta del valore più negativo dall’inizio delle
misurazioni.
- 9 -
A
B
- 10 -
Figura 6: distribuzione spaziale di accumulo (A), ablazione (B) e bilancio netto (C) per l’anno idrologico 2006-2007
sul Ghiacciaio d’Agola (i punti indicano i siti di misurazione)
Bilancio di massa sul ghiacciaio d'Agola - Serie st orica
-10000
-8000
-6000
-4000
-2000
0
2000
4000
2001
/02
2002
/03
2003
/04
2004
/05
2005
/06
2006
/07
anno idrologico
bila
ncio
di m
assa
[mm
]
-14000
-12000
-10000
-8000
-6000
-4000
-2000
0bi
lanc
io d
i mas
sa c
umul
ato
[mm
]
Accumulo
Ablazione
Bilancio netto
Bilancio netto cumulato
Figura 7: serie storica del bilancio di massa sul Ghiacciaio d’Agola tra il 2002 e il 2007
C
- 11 -
Ghiacciaio del Careser
Figura 8: Ghiacciaio del Careser, ripreso il 14 settembre 2007
GHIACCIAIO DEL CARESER
Classificazione (WGI) ghiacciaio montano
Alimentazione diretta
Superficie [ha] 224.2
Quota massima [m] 3284
Quota minima [m] 2874
Quota media [m] 3058
Pendenza media [°] 10.1
Esposizione media Sud
Tabella 2: principali caratteristiche morfometriche attuali del Ghiacciaio del Careser
Descrizione del ghiacciaio
Il Ghiacciaio del Careser è attualmente ciò che resta del bacino di accumulo di un ghiacciaio ben
più vasto che, durante la Piccola Età Glaciale, possedeva una possente lingua valliva, ormai da
- 12 -
tempo completamente scomparsa. E’ situato sul settore sud-orientale del gruppo Ortles-Cevedale e
occupa un ampio circo esposto a meridione, circondato da cime che variano in quota tra i 3162 m di
Cima Lagolungo e i 3386 m di Cima Venezia. E’ caratterizzato da una morfologia regolare e da una
superficie semi-pianeggiante che, tuttavia, va gradualmente suddividendosi in unità minori, per il
diffuso affioramento del substrato roccioso. Nel 2005 si è staccato il settore più occidentale, di 35
ha, che ad oggi è considerabile a tutti gli effetti come un ghiacciaio a sé stante.
Le acque di fusione del ghiacciaio vengono raccolte sul sottostante bacino artificiale del Careser
(2604 m) e utilizzate fin dagli anni ’30 del secolo scorso per la produzione di energia elettrica. Lo
sfruttamento idroelettrico del bacino del Careser ha dato impulso, fin dall’inizio, a una serie di
misurazioni e monitoraggi che ne fanno certamente il ghiacciaio più studiato d’Italia.
Le misurazioni dirette di bilancio di massa sono iniziate nel 1967 da parte dell’ENEL e
dell’Università di Padova e proseguono tuttora senza interruzione grazie all’impegno del gruppo di
lavoro trentino sui ghiacciai. Il ghiacciaio fa parte del network di monitoraggio mondiale afferente
al World Glacier Monitoring Service, con sede presso l’Università di Zurigo, e i dati di bilancio
vengono pubblicati a cadenza biennale sul Glacier Mass Bilance Bulletin.
Misurazione del bilancio 2006-2007
Le misure di accumulo sono state eseguite in data 17-05-2007. Lo spessore del manto nevoso è
stato misurato mediante 152 sondaggi, la sua densità mediante 3 trincee, scavate sul bacino di
accumulo orientale, sul settore centrale superiore e sul settore frontale del ghiacciaio. L’altezza
media del manto nevoso è risultata pari a 89 cm, corrispondenti ad un equivalente d’acqua di 381
mm. Si tratta del valore più basso misurato da quando si è cominciato a misurare il bilancio di
massa su questo ghiacciaio, nel 1967, con uno scarto di -59% rispetto al valore medio 1967-2007
(952 mm).
L’ablazione è stata misurata fin dalla fine del mese di giugno, a causa del precoce esaurimento del
manto nevoso invernale. Alla fine dell’estate (data 7-10-2007) l’abbassamento medio del ghiacciaio
rispetto a maggio è stato pari a 394 cm, corrispondenti ad una lama d’acqua di 3127 mm.
Il valore di bilancio netto annuale è risultato pari a -2746 mm, corrispondenti ad una perdita media
sull’intero ghiacciaio di 305 cm di ghiaccio. Si tratta del secondo valore più negativo dall’inizio
delle misurazioni, nel 1967, preceduto solo da quello del 2003 (-3317 mm).
- 13 -
B
A
- 14 -
Figura 9: distribuzione spaziale di accumulo (A), ablazione (B) e bilancio netto (C) per l’anno idrologico 2006-2007
sul Ghiacciaio del Careser (i punti indicano i siti di misurazione)
Bilancio di massa sul ghiacciaio del Careser - Seri e storica
-5000
-4000
-3000
-2000
-1000
0
1000
2000
3000
1966
/67
1970
/71
1974
/75
1978
/79
1982
/83
1986
/87
1990
/91
1994
/95
1998
/99
2002
/03
2006
/07
anno idrologico
bila
ncio
di m
assa
[mm
]
-45000
-40000
-35000
-30000
-25000
-20000
-15000
-10000
-5000
0
bila
ncio
di m
assa
cum
ulat
o [m
m]
AccumuloAblazione
Bilancio nettoBilancio netto cumulato
Figura 10: serie storica del bilancio di massa sul Ghiacciaio del Careser tra il 1967 e il 2007
C
- 15 -
Sintesi e confronto dei risultati In Tabella 3 si riportano i valori di accumulo, ablazione e bilancio netto misurati sui ghiacciai
d’Agola e del Careser nel 2007. In Figura 11 si riportano invece i valori di bilancio netto annuale ed
i valori di bilancio cumulato sui due ghiacciai, tra il 2002 e il 2007.
Come si può osservare, il comportamento dei due ghiacciai nei tre anni più recenti e nel 2002 è
molto simile. Nel 2003 e nel 2004, invece, emergono delle differenze, le cui cause sono da ricercare
nella morfologia, nel tipo di alimentazione e nella collocazione geografica. Il Ghiacciaio del
Careser si trova in una zona interna delle Alpi, con precipitazioni meno abbondanti del gruppo del
Brenta, dove si trova l’Agola. Nel 2003 e soprattutto nel 2004 le precipitazioni sono state superiori
alle medie ed è stato soprattutto l’Agola a beneficiarne, anche perché le valanghe concentrano la
neve sulla sua superficie. Il Ghiacciaio del Careser al contrario ha avuto accumuli normali. Inoltre,
il Careser si è sempre dimostrato molto più sensibile all’andamento della stagione di ablazione
rispetto alla stagione di accumulo. Sull’andamento del bilancio annuale dell’Agola, invece,
accumuli invernali e temperature estive pesano in modo confrontabile. Per questo motivo le elevate
temperature dell’estate 2003 hanno portato effetti disastrosi sul Careser e perdite di massa più
contenute sull’Agola. Nel 2007, invece, entrambi i ghiacciai hanno ricevuto precipitazioni molto
scarse in inverno ed in questo caso l’Agola ha fatto registrare un bilancio di massa più negativo del
2003, pur con temperature estive nettamente più basse.
Accumulo [mm] Ablazione [mm] Bilancio netto [mm]
Ghiacciaio del Careser 381 -3127 -2746
Ghiacciaio d’Agola 840 -3391 -2551
Tabella 3: sintesi dei risultati delle misurazioni di bilancio di massa sui ghiacciai d’Agola e del Careser nell’anno idrologico 2006-2007
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Bilancio netto annuale
-4000
-3500
-3000
-2500
-2000
-1500
-1000
-500
0
2002
2003
2004
2005
2006
2007
anno
bila
ncio
net
to a
nnua
le [m
m]
Ghiacciaio del Careser
Ghiacciaio d'Agola
Bilancio netto cumulato
-14000
-12000
-10000
-8000
-6000
-4000
-2000
0
2002
2003
2004
2005
2006
2007
anno
bila
ncio
net
to c
umul
ato
[mm
]
Ghiacciaio del Careser
Ghiacciaio d'Agola
Figura 11: confronto tra i valori di bilancio netto annuale (in alto) e tra i valori di bilancio cumulato (in basso) tra il
2002 e il 2007 sui Ghiacciai d’Agola e del Careser
- 17 -
Misure di bilancio di massa sul Ghiacciaio de La Mare Nel 2007 il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TeSAF – Facoltà di Agraria)
dell’Università di Padova ha proseguito l’attività di monitoraggio del bilancio di massa sul
Ghiacciaio de La Mare, iniziata nel 2003. Negli ultimi anni il dipartimento TeSAF ha iniziato a
collaborare nell’ambito degli studi condotti dal gruppo di lavoro sui ghiacciai della Provincia di
Trento.
Il Ghiacciaio de La Mare è collocato in alta Val de La Mare e trae origine dalla cresta che
comprende Zufall, Cevedale, Rosole e Palon de La Mare, per terminare con una lingua valliva a
2650 m, di fronte al rifugio G. Larcher. Il ghiacciaio ha una superficie di 400 ha e la sua quota
massima coincide con la vetta del Cevedale (3769 m). Si trova a soli 3 km dal Ghiacciaio del
Careser, ma ha caratteristiche morfologiche completamente diverse. In particolare si distingue per la
quota media (3277 m, 225 m più elevata rispetto a quella del Careser) e per l’esposizione,
prevalentemente orientale.
Le attuali condizioni climatiche si rivelano sfavorevoli anche per questo ghiacciaio e da quando
sono iniziate le misurazioni, nel 2003, il bilancio di massa annuale è stato sempre negativo. Rispetto
al vicino Ghiacciaio del Careser, però, le perdite sono nettamente inferiori, proprio in virtù delle
differenze morfologiche accennate in precedenza.
A titolo di esempio, nel 2007 il ghiacciaio ha perso mediamente 575 mm di equivalente in acqua,
rispetto ai 2746 mm del Careser. Sui settori superiori, inoltre, si è potuta conservare un po’ di neve
residua, che al termine dell’estate ricopriva il 25% della superficie totale.
- 18 -
VARIAZIONI FRONTALI
Inquadramento metodologico Le variazioni frontali sono un dato di rilevante importanza per valutare il comportamento dei
ghiacciai, in quanto sono determinate, anche se in modo indiretto, dall’evoluzione delle condizioni
climatiche (precipitazioni nevose invernali e andamento termico della stagione di ablazione).
Questo tipo di monitoraggio consiste nel misurare annualmente la distanza del margine frontale del
ghiacciaio da alcuni capisaldi fissi, detti “stazioni distanziometriche” (nelle tabelle seguenti sono
denominati “segnale”). La misura viene effettuata sempre lungo la stessa direzione, utilizzando nei
casi più semplici una cordella metrica, oppure strumenti più sofisticati come distanziometri laser,
teodoliti o GPS.
Le attività di misura si svolgono alla fine del periodo estivo, poiché è necessario rilevare lo stato dei
corpi glaciali indicativamente al termine della stagione di ablazione ed in condizioni di minimo
innevamento. Il primo dato che viene ottenuto da questo tipo di misure è la variazione rispetto
all’anno precedente o all’ultimo anno di misurazione. Questi dati sono indicati nella colonna
“variazioni” delle tabelle seguenti (tra parentesi viene riportato l’anno rispetto a cui è calcolata la
variazione).
Le misure da uno stesso caposaldo, sommate di anno in anno e visualizzate in un grafico,
costituiscono la “curva tempo-distanza” della fronte del ghiacciaio, che mette in evidenza
avanzamenti e arretramenti che si sono succeduti nel tempo. In alcuni casi i dati di variazione
frontale proseguono serie storiche ultradecennali, come nei due esempi delle pagine seguenti,
relativi al Ghiacciaio d’Agola e al Ghiacciaio dell’Adamello-Mandrone (Figure 14 e 15).
Contemporaneamente alle misure di variazione frontale viene acquisita la documentazione
fotografica del ghiacciaio, utilizzando la stazione distanziometrica o altre stazioni fotografiche
appositamente istituite.
Figura 12: operazioni di rilievo topografico alla fronte di un ghiacciaio; a destra, modalità di misura delle variazioni
frontali
- 19 -
Figura 13: localizzazione geografica dei ghiacciai su cui sono state eseguite le misure di variazione frontale nell’anno idrologico 2006-2007
Sintesi dei risultati
Gruppo Adamello-Presanella
Codice CGI
Nome Data Segnale Variazione
in metri (anno)
Operatori SAT
625 Ghiacciaio del Cop di Breguzzo
CF2' -24 (2005)
CF3 -4 (2005)
07/09/2007
LD2 -20 (2005)
Carè Carlo Tutte le misure sono riferite all’anno 2005. Quota minima della fronte: 2650 m. Oltre al ritiro frontale, si osserva una considerevole diminuzione di spessore. Completa assenza di neve residua.
634 Ghiacciaio di Lares 08/09/2007 SAT 03 -28 (2006)
Alberti Giuseppe
Quota minima della fronte: 2600 m. Copertura detritica assente; copertura di neve residua a chiazze sopra la quota di 3150 m.
637 Ghiacciaio della Lobbia SAT 96-3 -36 (2005)
16/09/2007
SAT 06-4 -12,5 (2006)
Marchetti Franco
La misura dal segnale SAT 96-3 si riferisce all’anno 2005. Copertura di neve residua estremamente scarsa.
- 20 -
SAT 04-3a -30
(2006) SAT 04-2a -18,5
(2006)
639 Ghiacciaio dell’Adamello/Mandrone
23/09/2007
SAT 96-4 -71 (2005)
Marchetti Franco
La misura dal segnale SAT 96-4 si riferisce all’anno 2005. Neve residua presente con una certa continuità sopra 3200 m di quota.
640 Ghiacciaio Occidentale di Nardis
06/09/2007 SAT 90-1 -9 (2006)
Marchetti Franco
Copertura di neve residua assente. Prosegue l'ampliamento delle finestre rocciose nella zona Occidentale del bacino di ablazione, dove si prefigurano ulteriori distacchi di porzioni del ghiacciaio.
641 Ghiacciaio Orientale di Nardis
06/09/2007 SAT 90-1 -15 (2000)
Marchetti Franco
La misura è riferita all’anno 2000. Il ghiacciaio ha un'estesa copertura detritica (circa l'80% della superficie); la riduzione di ablazione si traduce in un modesto ritiro frontale.
644 SAT 99 (sf) -22 (2006)
Ghiacciaio d'Amola 30/08/2007
LC 2000 -15 (2006)
Marchetti Franco
Quota minima della fronte: 2590 m. Neve residua presente sul 20% circa della superficie e localizzata sopra 2900 m di quota, in corrispondenza dei conoidi da valanga presenti alla testata. La copertura detritica interessa quasi l'80% della superficie del ghiacciaio.
678 Ghiacciaio della Presanella
23/09/2007 90-1 -14 (2006)
90-2 -13 (2006)
90-3 -15 (2006)
90-5 -30 (2006)
VM 96 -30 (2006)
03-4 -16 (2006)
Bezzi Roberto
Quota minima della fronte: 2455 m. Si osserva un continuo aumento dello spessore della copertura detritica nell'area di ablazione del ghiacciaio. Formazione di cavità e collasso di porzioni del ghiacciaio lungo il perimetro frontale. Continuo ampliamento delle finestre rocciose in area di ablazione.
1 -8 (2006)
2 -11 (2006)
5/2000 -10 (2006)
682 Ghiacciaio Occidentale della Busazza
15/09/2007
6/2003 -10 (2006)
Manini Alessandro
Quota minima della fronte: 2680 m. Il ghiacciaio si sta separando in due corpi distinti di estensione simile.
Tabella 4: variazioni frontali sui ghiacciai del Gruppo Adamello-Presanella nell’anno idrologico 2006-2007 (le variazioni sono riferite all’anno indicato tra parentesi)
- 21 -
Gruppo di Brenta
Codice CGI
Nome Data Segnale Variazione
in metri (anno)
Operatori SAT
657 Ghiacciaio d’Agola BP86 -9 (2006)
25/08/2007
SAT90-1 -1 (2006)
Bombarda Roberto, Gusmerotti Luigi, Carli Ruggero
Quota minima della fronte 2595 m. Totale assenza di neve residua. Prosegue l'abbassamento di superficie del ghiacciaio, più sensibile sulla parte centro-settentrionale e sul settore frontale, più esposti ai raggi solari e meno interessati dagli apporti valanghivi. Sul settore superiore si osservano: l'emersione di nuove finestre rocciose e l'allargamento di quelle esistenti; il progressivo accumulo di detrito proveniente dalle pareti rocciose che limitano il ghiacciaio a monte.
658 Ghiacciaio di Prà Fiorì 25/08/2007 AM73 -5 (2006)
Bombarda Roberto, Gusmerotti Luigi, Carli Ruggero
Quota minima della fronte: 2585 m. Ghiacciaio totalmente privo di neve residua.
BP86 -19 (2006)
Tabella 5: variazioni frontali sui ghiacciai del Gruppo di Brenta nell’anno idrologico 2006-2007 (le variazioni sono riferite all’anno indicato tra parentesi)
Gruppo Ortles Cevedale
Codice CGI
Nome Data Segnale Variazione
in metri (anno)
Operatori SAT
689 Ghiacciaio Cadini SAT2000 -9 (2006)
22/09/2007
PM3 -8 (2006)
Bonomi Ivano
Quota minima della fronte: 2980 m. Ghiacciaio totalmente privo di neve residua. La copertura detritica è presente su quasi tutta la superficie con spessori variabili da pochi cm ad alcuni dm.
701 Ghiacciaio del Careser 07/10/2007 SAT 02 1 -114 (2005)
Seppi Roberto, Fontana Stefano, Carturan Luca
La misura frontale è riferita all’anno 2005. Quota minima della fronte: 2885 m. Ghiacciaio totalmente privo di neve residua. Si osserva la continua frammentazione del settore centro-occidentale, con emersione di nuovi affioramenti rocciosi nel settore che collega il bacino di accumulo orientale alla fronte; distacco di alcune porzioni nel settore a monte del dosso roccioso centrale; collasso di una porzione del settore occidentale a quota di circa 3000 m; forte arretramento frontale.
Tabella 6: variazioni frontali sui ghiacciai del Gruppo Ortles Cevedale nell’anno idrologico 2006-2007 (le variazioni sono riferite all’anno indicato tra parentesi)
- 22 -
Variazione lineare cumulata per i ghiacciai principali I grafici di Figura 14 e 15 mostrano il ritiro cumulativo della fronte di due ghiacciai rappresentativi
rispettivamente del Gruppo di Brenta (Ghiacciaio d’Agola) e del Gruppo dell’Adamello (Ghiacciaio
dell’Adamello-Mandrone). La variazione della fronte è stata misurata sullo stesso periodo di tempo.
La fronte del Ghiacciaio d’Agola si è ritirata complessivamente di poco più di 80 m nel periodo
considerato (1990-2007), con una evidente tendenza a ritiri più accentuati negli ultimi anni,
specialmente tra il 2004 e il 2006.
La fronte del Ghiaccio dell’Adamello-Mandrone si è ritirata di più di 170 m dal 1989 al 2007, con
un andamento che ha mostrato fasi di ritiro più accentuate (ad esempio tra il 2001 e il 2003 e dopo il
2005) alternate a fasi meno accentuate (ad esempio tra 1989 e 1997 e tra 1999 e 2001).
I due ghiacciai mostrati negli esempi sono estremamente diversi per dimensioni e caratteristiche, ma
mostrano un comportamento comune per quanto riguarda la variazione della fronte. Il Ghiacciaio
d’Agola è un piccolo apparato di circo, situato ad una quota relativamente bassa, ma in una
posizione topograficamente protetta dall’irraggiamento solare. È in buona parte alimentato dalle
valanghe ed è quindi relativamente meno sensibile alle variazioni di accumulo nevoso dovuto alle
precipitazioni nevose dirette.
Il Ghiacciaio dell’Adamello-Mandrone è un ghiacciaio di altopiano ed è alimentato quasi
esclusivamente dalle precipitazioni nevose dirette. È quindi molto sensibile alle variazioni di
accumulo diretto, anche se, a causa delle sue considerevoli dimensioni (più di 17 km2), la sua fronte
reagisce dinamicamente alle variazioni climatiche con tempi di risposta di molti anni.
- 23 -
Ghiacciaio d'Agola (Gruppo di Brenta)Ritiro cumulativo della fronte dal 1990 al 2007
-85
-75
-65
-55
-45
-35
-25
-15
-5
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
anno
varia
zion
e [m
]
Figura 14: ritiro cumulato della fronte del Ghiacciaio d’Agola
Ghiacciaio dell'Adamello-MandroneRitiro cumulativo della fronte dal 1989 al 2007
-180
-160
-140
-120
-100
-80
-60
-40
-20
0
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
anno
varia
zion
e [m
]
Figura 15: ritiro cumulato della fronte del Ghiacciaio dell’Adamello-Mandrone
- 24 -
GALLERIA FOTOGRAFICA
625.0 Ghiacciaio del Cop di Breguzzo 637.0 Ghiacciaio della Lobbia 07-09-2007: vista generale 11-08-2007: panorama del settore settentrionale Stazione fotografica: SF2 Stazione fotografica: Passo del Maroccaro Autore: Carlo Carè Autore: Roberto Seppi
639.0 Ghiacciaio dell’Adamello (Mandrone) 655.0 Ghiacciaio del Crozzon 11-08-2007: vista generale 28-08-2007: vista generale Stazione fotografica: Passo del Maroccaro Stazione fotografica: BP85 Autore: Roberto Seppi Autore: Marco Salvaterra
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657.0 Ghiacciaio d’Agola 678.0 Ghiacciaio della Presanella 07-07-2007: panorama 23-09-2007: settore frontale Stazione fotografica: SAT90 Stazione fotografica: SAT 90/5 Autore: Roberto Seppi Autore: Roberto Bezzi
682.0 Ghiacciaio Occidentale della Busazza 689.0 Ghiacciaio Cadini 11-08-2007: vista generale 22-07-2007: vista generale Stazione fotografica: non documentata Stazione fotografica: SF2 Autore: Roberto Seppi Autore: Ivano Bonomi
697.0 Vedretta Rossa 699.0 Vedretta de La Mare 26-08-2007: vista generale 14-09-2007: panorama Stazione fotografica: non documentata Stazione fotografica: SAT04 SF3 Autore: Roberto Seppi Autore: Luca Carturan
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701.0 Ghiacciaio del Careser 31-08-2007: vista generale Stazione fotografica: SAT04 SF3 Autore: Luca Carturan
710.0 Ghiacciaio di Sternai 942.0 Ghiacciaio Occidentale della Marmolada 09-09-2007: vista generale 23-09-2007: vista generale Stazione fotografica: SAT91 SF1 Stazione fotografica: SF2 91 Autore: Tiziano Ruatti Autore: Andrea Paoli