Attinia popeline esposizione basement project room fondi (lt) 05 10 13

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pope∞lineATTINIA

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Nei secoli, il Cristianesimo ha esercitato profondi in-flussi sulla vita individuale e sociale dei popoli nella cui area si è sviluppato, determi-nando una modificazione nei loro costumi e presentan-dosi in Occidente, soprattut-to, come l’unico elemento culturalmente valido e ca-pace di realizzare una certa coesione sociale.Dal Medioevo, informando di sé, ha avuto una funzio-ne dominante attraverso un processo di osmosi con le re-altà mondane, la cultura, il diritto, il comportamen-to morale, l’arte. mentre la potenza politica del centro della cristianità, il papato, accresceva le possibilità di egemonia del cristianesimo. La stessa civiltà moderna è informata dal cristianesi-mo, che ha avuto nei secoli

“pope∞line”

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dell’espansione europea il ruolo di religione dei popoli civi-li, come ulteriore motivo di superiorità verso i popoli che essi sottomettevano. Già dalla fine del secolo scorso si era lungamente e criticamente interrogato sull’essenza dot-trinale, cercando di recuperare una chiarezza teologica: anche l’esegesi biblica ha operato nel senso di ridare al cri-stianesimo dimensioni storico-soteriologiche, con al centro l’annuncio evangelico. Proprio con quest’annuncio, libera-to da sovrastrutture culturali, soprattutto di carattere fi-losofico, e da lunghi elenchi di osservanze morali, devono confrontarsi i cristiani oggi.Diversa è la posizione di chi nega l’esistenza di Dio o di una realtà trascendente l’uomo. L’ateismo diventa - propria-mente od impropriamente - il vero volto del “mondo adul-to”, nel quale il cristiano vede uno stimolo per recuperare l’originalità dei valori della fede.La simbologia della croce che divide il ramo verticale se-condo le dimensioni dell’uomo, si inscrive nel rettangolo e la croce realistica, rappresentante la natura umana del Cristo, ricorda come Dio formò l’uomo a sua immagine ma l’uomo non può creare un dio a sua immagine, né materiale né mentale. La natura dell’uomo è un insieme di facoltà che portano scritta la legge del loro uso: la vista è fatta per vedere, l’udito per ascoltare, il tatto per toccare, e così via. ma non va dimenticata la facoltà più alta dell’uomo che è la contemplazione di idee; poiché la facoltà più alta dell’uomo è

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il pensiero, il sommo bene, la perfezione e la felicità per l’uo-mo consistono nell’esercizio del pensiero, che ha massima di-gnità quando si applica agli oggetti più alti. In questo caso a Dio stesso. Toccherebbe interrogarsi su ciò che è rimasto di autentica-mente religioso nel mondo di oggi dato che rimangono i re-sidui di una tradizione teologica troppo inadeguata ed ec-cessivamente arretrata e le ragioni di questa profonda crisi interna hanno condotto alla crisi del sacro: tutto questo ha da ricondursi sicuramente sulla natura stessa del Cri-stianesimo e sul ruolo che tale religione ha ricoperto nella storia dell’Occidente, imponendosi come Cattolicesimo. Un giorno, spero, cadranno le maschere che fanno di un uomo un asceta o un vizioso, e di una donna una madre o una prostituta: non ci è dato sapere se sia giorno o notte, ma all’anima ed alla coscienza, che cerca se stessa e le giuste risposte, è familiare l’aurora e il crepuscolo, quando il gior-no non è solo giorno e la notte non è solo notte.

Alessandro Di Gregorio

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“…Il segreto della forma sta nel fatto che essa è confine, essa è la cosa stessa, e nello stesso tempo, il cessare della cosa, il territorio circoscrit-to in cui l’essere e il non più essere della cosa sono una cosa sola…” Georg Simmel “Il mondo è eterno. Parlare di prima e dopo non ha sen-so”. Le parole di Julian Bar-bour, il fisico teorico inglese che guida l’ultima rivolu-zione nel campo della fisica, mettono in dubbio l’esisten-za del tempo. Secondo lo stu-dioso il tempo non esiste per-ché non lo si può osservare. Ammesso che abbia ragione verrebbe a mancare una di-mensione su cui tutta la ci-viltà occidentale ha basato il suo stile di vita, diventato spesso un’ossessione. Scaval-cata anche la teoria della relatività di Einstein secon-do la quale tempo e spazio

“Il tempo misto delle cose”

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sono uniti e influenzabili tra loro, non esisterebbero passa-to e futuro ma solo istanti chiamati “adesso”. Un “qui ed ora” provvisorio, fuggevole, che tanto piace all’arte con-temporanea per la sua irripetibilità e irreversibilità. Ma se il tempo non esiste, come si spiega allora l’esperienza del tem-po? Barbour fa riferimento alla nostra percezione: “Tutto ciò che è possibile vedere sono le cose che cambiano. L’aveva già detto Lucrezio: “Nemmeno il tempo sussiste come entità, sono le cose stesse a creare il senso di ciò che è trascorso”. Le “cose”. Tanti sono gli esempi in cui le “cose” sono importanti per esperire il tempo. Nell’odierna Duchamp land (Lev Mano-vich) quindi, si ha ancora bisogno dell’oggetto come punto di riferimento scelto perché ne condensa la dimensione temporale e simbolica stabilendo attraverso il suo uso, una relazione empatica con il soggetto. Sentire il tempo, voler-lo raggiungere, avere il rimpianto di non averlo vissuto, diventa un’esigenza indispensabile dopo che negli ultimi anni, i mutamenti improvvisi della società hanno cambia-to la nostra esperienza del tempo. Il lavoro di Attinia ruota intorno a questo concetto. Per percepirlo si serve di qualsi-asi “cosa” che abbia la peculiarità di evocare la storia in modo da offrire nuovi quesiti e spunti meditativi. Le sue in-stallazioni sono assemblaggi di oggetti diversi tra loro il cui risultato è un impasto temporale, senza una connota-zione precisa, dove il passato diventa presente ed entra in contatto con il futuro. Italo Svevo lo definisce tempo “mi-sto”, frutto di questa eterogeneità vista come ricchezza e

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come risorsa pensante. Nei lavori di quest’artista il libero confronto tra le cose e le loro divergenze sono il pretesto per rappresentare argomenti socio-culturali analizzati in tutta la loro complessità in modo critico, per risvegliare le coscienze, ponendoci davanti alle nostre responsabilità. Sono installazioni che spesso invadono gran parte dello spazio, altra dimensione con cui si fa la Storia. In popeline, con i ritratti dei 266 papi trasferiti su sanpietrini, si ha la possibilità di ripercorrere la linea politica ed ecclesiastica dal primo papa fino a quello odierno, riflettendo come questa abbia influenzato e condizionato le vicende dell’u-manità. Oppure ci si può solamente riconoscere come popo-lo seguace di una delle religioni più diffuse, mentre si con-templa l’enorme croce cristiana posta tra le piccole pietre, alcune delle quali lasciate vuote per accogliere nel futuro i ritratti dei prossimi papi. Puntellata da numerosi chiodi, sembra una vera e propria macchina di tortura che ripor-ta indietro nel tempo, quando in nome della religione mol-te persone furono sacrificate, a partire dalla prima illu-strissima vittima. E’ poi la leggerezza del titolo a liberarci dalla pesantezza del corpo e della morte per riportarci alla pura essenza della spiritualità raggiunta con esercizi spirituali praticati metaforicamente sul quel letto di chio-di con cui raggiungere, come un asceta, profondi livelli di meditazione per avere il totale controllo del proprio cor-po. Ma la vera trama di popeline sono i nomi dei papi scrit-ti uno dietro l’altro, dal primo all’ultimo, dove tuttavia

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resta difficile percepirne la trasparenza. Si avverte invece l’intreccio di quei destini che hanno segnato, segnano e se-gneranno la storia del mondo e la nostra. Memoria e Sto-ria come traccia del Tempo si ritrovano in un’altra instal-lazione, 1. feedstock 2. box of dreams 3. do it yourself, dove quattordici cassetti rivestiti con pagine di riviste del setto-re Arte, contenenti del grano, giacciono a terra con il fru-mento sparso tutto intorno. Scomparsa la struttura che li conteneva, sono crollati rovesciando e disperdendo il pre-zioso contenuto. Il dover calpestare i chicchi sul pavimen-to per osservare l’opera, allude ad una polemica verso il mercato che in nome della sola ricchezza economiCa, si è prostituito facendo crollare il sistema di valori e di idee non suscettibili alle proprie leggi. Le pagine delle riviste che dovrebbero sostenere un mercato dell’arte rivolto più alla sostanza che al profitto, ora servono solamente come tap-pezzeria per dei cassetti. C’è da rimettere a posto le cose e ri-disegnare un “mobile” che, come il nome sottintende, sia struttura mutevole e in trasformazione secondo le esigen-ze di tutti affinché questo grano prezioso possa essere ben gestito e ben distribuito. Nella società c’è fame di ricchezza e l’arte può essere il pane con cui nutrirsi, basta che la fame non si trasformi in qualcosa di famelico. Ma sta già succe-dendo, perciò il sogno di un mondo diverso è da conservare nel cassetto perché difficilmente potrà avverarsi. O forse si è avverato ed è già finito. Attinia ci fa pensare all’uomo e alla crisi che sta attraversando. Ora che i cassetti sono sta-

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ti aperti, i sogni sono svaniti, ogni segreto è stato svelato, il ricordo non è nient’altro di pesante di cui sbarazzarsi. Non è così per accadueo, dove la previsione di un futuro senza acqua è tanto spaventosamente contemporanea quanto inaccettabile. Le bottiglie con tappo a corona sulle cui eti-chette la parola “acqua” è scritta in tutte le lingue del tra-duttore Google, disegnano a terra la formula dell’acqua. Svuotate del prezioso contenuto e afflitti da quest’assenza, l’acqua possiamo solo evocarla con tutta la simbologia di cui è portatrice. Vuoti anche i contenitori di confettura con i copri tappi che riproducono ciascuno la bandiera di ogni paese dell’ONU. Lo spirito di conservazione, titolo dell’opera, è un monito a questa democrazia che tende a livellare ogni diversità considerandola un pericolo. I ba-rattoli, installati uno in fila all’altro in una rete di ferro usata nell’edilizia, rappresentano una rete sociale, di co-municazione, con cui edificare una democrazia “orizzon-tale” che permetta la partecipazione del maggior numero possibile di persone. E tanto più una democrazia si democra-tizza, tanto più la posta sale. Ed è proprio con il “sale” che Attinia conserva scrupolosamente i sogni sulla forma di un’Italia circondata da barchette create con il grattino. La bianca e immacolata penisola che non c’è, colpita da una desertificazione irreversibile, rappresenta il desiderio di un popolo disposto a usare qualsiasi mezzo pur di trova-re la propria Utopia, fino a servirsi del gioco. L’azione grat-taevinci rappresenta un momento effimero, dove il tempo

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passa senza angoscia e senza sensibilità. Più concreto è il percorso con cui l’artista ci obbliga a calpestare i vari giorni come se fossero nemici, quando invece rappresenta-no i mattoni con cui costruire la vita. L’installazione twentytwoDecember2012 consiste nella posa a terra di 356 formelle in cemento con incisa la data di ogni giorno dal 01-01-2012 fino al 21-12-2012, data in cui cadeva la profezia apocalittica maya. Il lavoro continua sulla parete dove i fogli dello stesso numero delle formelle, con le date scritte in pennarello nero, sono lo schermo per il video-documen-to dell’azione, diviso in 12 fotogrammi. La consistenza delle formelle a terra svanisce nell’immaterialità del video, dove il tempo impiegato dall’artista per lo sviluppo dell’o-pera e quello personale per fruirla, si mescolano tra loro in combinazioni diversificate che accrescono la nostra percezione e consapevolezza. In ultimo, tanto per conti-nuare in tutta coerenza Attinia, come il tempo, preferisce essere invisibile per lasciare che siano le sue “cose” a creare le esperienze con cui confrontarsi.

Nikla Cingolani

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1. S. Pietro (30-67) 2. S. Lino (67-76) 3. S. Anacleto (76-88) 4. S. Clemente I (88-97) 5. S. Evaristo (97-105) 6. S. Alessandro I (105-115) 7. S. Sisto I (115-125) 8. S. Telesforo (125-136) 9. S. Igino (136-140) 10. S. Pio I (140-155) 11. S. Aniceto (155-166) 12. S. Sotero (166-175) 13. S. Eleuterio (175-189) 14. S. Vittore I (189-199) 15. S. Zefirino (199-217) 16. S. Callisto I (217-222) 17. S. Urbano I (222-230) 18. S. Ponziano (230-235) 19. S. Antero (235-236) 20. S. Fabiano (236-250) 21. S. Cornelio (251-253) 22. S. Lucio I (253-254) 23. S. Stefano I (254-257) 24. S. Sisto II (257-258) 25. S. Dionisio (259-268) 26. S. Felice I (269-274) 27. S. Euti-chiano (275-283) 28. S. Caio (283-296) 29. S. Marcellino (296-304) 30. S. Marcello I (308-309) 31. S. Eusebio (309-310) 32. S. Milziade (311-314) 33. S. Silvestro I (314-335) 34. S. Marco (336) 35. S. Giulio I (337-352) 36. S. Liberio (352-366) 37. S. Damaso (366-384) 38. S. Siricio (384-399) 39. S. Anastasio I (399-401) 40. S. Innocenzo I (401-417) 41. S. Zosimo (417-418) 42. S. Bonifacio I (418-422) 43. S. Celestino I (422-432) 44. S. Sisto III (432-440) 45. S. Leone I Magno (440-461) 46. S. Ilario (461-468) 47. S. Simplicio (468-483) 48. S. Felice III (483-492) 49. S. Gelasio I (492-496) 50. Anastasio II (496-498) 51. S. Simmaco (498-514) 52. S. Ormisda (514-523) 53. S. Giovanni I (523-526) 54. S. Felice IV (526-530) 55. Bonifacio II (530-532) 56. Giovanni II (533-535) 57. S. Agapito I (535-536) 58. S. Silverio (536-537) 59. Vigilio (537-555) 60. Pelagio I (556-561) 61. Giovanni III (561-574) 62. Benedetto I (575-579) 63. Pelagio II (579-590) 64. S. Gregorio I Magno (590-604) 65. Sabiniano (604-606) 66. Bonifacio III (607) 67. S. Bonifacio IV (608-615) 68. S. Adeodato I (615-618) 69. Bonifacio V (619-625) 70. Onorio I (625-638) 71. Severino (640) 72. Giovanni IV (640-642) 73. Teodoro I (642-649) 74. S. Martino I (649-655) 75. S. Eugenio I (654-657) 76. S. Vitaliano (657-672) 77. Adeodato II (672-676) 78. Dono (676-678) 79. S. Agatone (678-681) 80. S. Leone II (682-683) 81. S. Benedetto II (684-685) 82. Giovanni V (685-686) 83. Conone (686-687) 84. S. Sergio I (687-701) 85. Giovanni VI (701-705) 86. Giovanni VII (705-707) 87. Sisinnio (708) 88. Costantino (708-715) 89. S. Gregorio II (715-731) 90. S. Gregorio III (731-741) 91. S. Zaccaria (741-752) 92. Stefano II (752-757) 93. S. Paolo I (757-767) 94. Stefano III (768-772) 95. Adriano I (772-795) 96. S. Leone III (795-816) 97. Stefano IV (816-817) 98. S. Pasquale I (817-824) 99. Eugenio II (824-827) 100. Valentino (827) 101. Gregorio IV (827-844) 102. Sergio II (844-847) 103. S. Leone IV (847-855) 104. Benedetto III (855-858) 105. S. Niccolò I Magno (858-867) 106. Adriano II (867-872) 107. Giovanni VIII (872-882) 108. Marino I (882-884) 109. S. Adriano III (884-885) 110. Stefano V (885-891) 111. Formoso (891-896) 112. Bonifacio VI (896) 113. Stefano VI (896-897) 114. Romano (897) 115. Teodoro II (897) 116. Giovanni IX (898-900) 117. Benedetto IV (900-903) 118. Leone V (903) 119. Sergio III (904-911) 120. Anastasio III (911-913) 121. Landone (913-914) 122. Giovanni X (914-928) 123. Leone VI (928) 124. Stefano VII (928-931) 125. Giovanni XI (931-935) 126. Leone VII (936-939) 127. Stefano VIII (939-942) 128. Marino II (942-946) 129. Agapito II (946-955) 130. Giovanni XII (955-964) 131. Leone VIII (963-965) 132. Benedetto V (964-965) 133. Giovanni XIII (965-972) 134. Benedetto VI (973-974) 135. Benedetto VII (974-983) 136. Giovanni XIV (983-984) 137. Giovanni XV (985-996) 138. Gregorio V (996-999) 139. Silvestro II (999-1003) 140. Giovanni XVII (1003) 141. Giovanni XVIII (1004-1009) 142. Sergio IV (1009-1012) 143. Benedetto VIII (1012-1024) 144. Giovanni XIX (1024-1032) 145. Benedetto IX (1032-1044) 146. Silvestro III (1045) 147. Benedetto IX (1045) 148. Gregorio VI (1045-1046) 149. Clemente II (1046-1047) 150. Benedetto IX (1047-1048) 151. Damaso II (1048) 152. S. Leone IX (1049-1054) 153. Vittore II (1055-1057) 154. Stefano IX (1057-1058) 155. Niccolò II (1059-1061) 156. Alessandro II (1061-1073) 157. S. Gregorio VII (1073-1085) 158. Vittore III (1086-1087) 159. Urbano II (1088-1099) 160. Pasquale II (1099-1118) 161. Gelasio II (1118-1119) 162. Callisto II (1119-1124) 163. Onorio II (1124-1130) 164. Innocenzo II (1130-1143) 165. Celestino II (1143-1144) 166. Lucio II (1144-1145) 167. Eugenio III (1145-1153) 168. Anastasio IV (1153-1154) 169. Adriano IV (1154-1159) 170. Alessandro III (1159-1181) 171. Lucio III (1181-1185) 172. Urbano III (1185-1187) 173. Gregorio VIII (1187) 174. Clemente III (1187-1191) 175. Celestino III (1191-1198) 176. Innocenzo III (1198-1216) 177. Onorio III (1216-1227) 178. Gregorio IX (1227-1241) 179. Celestino IV (1241) 180. Innocenzo IV (1243-1254) 181. Alessandro IV (1254-1261) 182. Urbano IV (1261-1264) 183. Clemente IV (1265-1268) 184. Gregorio X (1271-1276) 185. Innocenzo V (1276) 186. Adriano V (1276) 187. Giovanni XXI (1276-1277) 188. Niccolò III (1277-1280) 189. Martino IV (1281-1285) 190. Onorio IV (1285-1287) 191. Niccolò IV (1288-1292) 192. S. Celestino V (1294) 193. Bonifacio VIII (1294-1303) 194. Benedetto XI (1303-1304) 195. Clemente V (1305-1314) 196. Giovanni XXII (1316-1334) 197. Benedetto XII (1334-1342) 198. Clemente VI (1342-1352) 199. Innocenzo VI (1352-1362) 200. Urbano V (1362-1370) 201. Gregorio XI (1370-1378) 202. Urbano VI (1378-1389) 203. Bonifacio IX (1389-1404) 204. Innocenzo VII (1404-1406) 205. Gregorio XII (1406-1415) 206. Martino V (1417-1431) 207. Eugenio IV (1431-1447) 208. Niccolò V (1447-1455) 209. Callisto III (1455-1458) 210. Pio II (1458-1464) 211. Paolo II (1464-1471) 212. Sisto IV (1471-1484) 213. Innocenzo VIII (1484-1492) 214. Alessandro VI (1492-1503) 215. Pio III (1503) 216. Giulio II (1503-1513) 217. Leone X (1513-1521) 218. Adriano VI (1522-1523) 219. Clemente VII (1523-1534) 220. Paolo III (1534-1549) 221. Giulio III (1550-1555) 222. Marcello II (1555) 223. Paolo IV (1555-1559) 224. Pio IV (1559-1565) 225. S. Pio V (1566-1572) 226. Gregorio XIII (1572-1585) 227. Sisto V (1585-1590) 228. Urbano VII (1590) 229. Gregorio XIV (1590-1591) 230. Innocenzo IX (1591) 231. Clemente VIII (1592-1605) 232. Leone XI (1605) 233. Paolo V (1605-1621) 234. Gregorio XV (1621-1623) 235. Urbano VIII (1623-1644) 236. Innocenzo X (1644-1655) 237. Alessandro VII (1655-1667) 238. Clemente IX (1667-1669) 239. Clemente X (1670-1676) 240. Innocenzo XI (1676-1689) 241. Alessandro VIII (1689-1691) 242. Innocenzo XII (1691-1700) 243. Clemente XI (1700-1721) 244. Innocenzo XIII (1721-1724) 245. Benedetto XIII (1724-1730) 246. Clemente XII (1730-1740) 247. Benedetto XIV (1740-1758) 248. Clemente XIII (1758-1769) 249. Clemente XIV (1769-1774) 250. Pio VI (1775-1799) 251. Pio VII (1800-1823) 252. Leone XII (1823-1829) 253. PIO VIII (1829-1830) 254. Gregorio XVI (1831-1846) 255. Pio IX (1846-1878) 256. Leone XIII (1878-1903) 257. S. Pio X (1903-1914) 258. Benedetto XV (1914-1922) 259. Pio XI (1922-1939) 260. Pio XII (1939-1958) 261. Giovanni XXIII (1958-1963) 262. Paolo VI (1963-1978) 263. Giovanni Paolo I (1978) 264. Giovanni Paolo II (1978-2005) 265. Benedetto XVI (2005-2013) 266. Francesco (2013-)

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1. S. Pietro (30-67) 2. S. Lino (67-76) 3. S. Anacleto (76-88) 4. S. Clemente I (88-97) 5. S. Evaristo (97-105) 6. S. Alessandro I (105-115) 7. S. Sisto I (115-125) 8. S. Telesforo (125-136) 9. S. Igino (136-140) 10. S. Pio I (140-155) 11. S. Aniceto (155-166) 12. S. Sotero (166-175) 13. S. Eleuterio (175-189) 14. S. Vittore I (189-199) 15. S. Zefirino (199-217) 16. S. Callisto I (217-222) 17. S. Urbano I (222-230) 18. S. Ponziano (230-235) 19. S. Antero (235-236) 20. S. Fabiano (236-250) 21. S. Cornelio (251-253) 22. S. Lucio I (253-254) 23. S. Stefano I (254-257) 24. S. Sisto II (257-258) 25. S. Dionisio (259-268) 26. S. Felice I (269-274) 27. S. Euti-chiano (275-283) 28. S. Caio (283-296) 29. S. Marcellino (296-304) 30. S. Marcello I (308-309) 31. S. Eusebio (309-310) 32. S. Milziade (311-314) 33. S. Silvestro I (314-335) 34. S. Marco (336) 35. S. Giulio I (337-352) 36. S. Liberio (352-366) 37. S. Damaso (366-384) 38. S. Siricio (384-399) 39. S. Anastasio I (399-401) 40. S. Innocenzo I (401-417) 41. S. Zosimo (417-418) 42. S. Bonifacio I (418-422) 43. S. Celestino I (422-432) 44. S. Sisto III (432-440) 45. S. Leone I Magno (440-461) 46. S. Ilario (461-468) 47. S. Simplicio (468-483) 48. S. Felice III (483-492) 49. S. Gelasio I (492-496) 50. Anastasio II (496-498) 51. S. Simmaco (498-514) 52. S. Ormisda (514-523) 53. S. Giovanni I (523-526) 54. S. Felice IV (526-530) 55. Bonifacio II (530-532) 56. Giovanni II (533-535) 57. S. Agapito I (535-536) 58. S. Silverio (536-537) 59. Vigilio (537-555) 60. Pelagio I (556-561) 61. Giovanni III (561-574) 62. Benedetto I (575-579) 63. Pelagio II (579-590) 64. S. Gregorio I Magno (590-604) 65. Sabiniano (604-606) 66. Bonifacio III (607) 67. S. Bonifacio IV (608-615) 68. S. Adeodato I (615-618) 69. Bonifacio V (619-625) 70. Onorio I (625-638) 71. Severino (640) 72. Giovanni IV (640-642) 73. Teodoro I (642-649) 74. S. Martino I (649-655) 75. S. Eugenio I (654-657) 76. S. Vitaliano (657-672) 77. Adeodato II (672-676) 78. Dono (676-678) 79. S. Agatone (678-681) 80. S. Leone II (682-683) 81. S. Benedetto II (684-685) 82. Giovanni V (685-686) 83. Conone (686-687) 84. S. Sergio I (687-701) 85. Giovanni VI (701-705) 86. Giovanni VII (705-707) 87. Sisinnio (708) 88. Costantino (708-715) 89. S. Gregorio II (715-731) 90. S. Gregorio III (731-741) 91. S. Zaccaria (741-752) 92. Stefano II (752-757) 93. S. Paolo I (757-767) 94. Stefano III (768-772) 95. Adriano I (772-795) 96. S. Leone III (795-816) 97. Stefano IV (816-817) 98. S. Pasquale I (817-824) 99. Eugenio II (824-827) 100. Valentino (827) 101. Gregorio IV (827-844) 102. Sergio II (844-847) 103. S. Leone IV (847-855) 104. Benedetto III (855-858) 105. S. Niccolò I Magno (858-867) 106. Adriano II (867-872) 107. Giovanni VIII (872-882) 108. Marino I (882-884) 109. S. Adriano III (884-885) 110. Stefano V (885-891) 111. Formoso (891-896) 112. Bonifacio VI (896) 113. Stefano VI (896-897) 114. Romano (897) 115. Teodoro II (897) 116. Giovanni IX (898-900) 117. Benedetto IV (900-903) 118. Leone V (903) 119. Sergio III (904-911) 120. Anastasio III (911-913) 121. Landone (913-914) 122. Giovanni X (914-928) 123. Leone VI (928) 124. Stefano VII (928-931) 125. Giovanni XI (931-935) 126. Leone VII (936-939) 127. Stefano VIII (939-942) 128. Marino II (942-946) 129. Agapito II (946-955) 130. Giovanni XII (955-964) 131. Leone VIII (963-965) 132. Benedetto V (964-965) 133. Giovanni XIII (965-972) 134. Benedetto VI (973-974) 135. Benedetto VII (974-983) 136. Giovanni XIV (983-984) 137. Giovanni XV (985-996) 138. Gregorio V (996-999) 139. Silvestro II (999-1003) 140. Giovanni XVII (1003) 141. Giovanni XVIII (1004-1009) 142. Sergio IV (1009-1012) 143. Benedetto VIII (1012-1024) 144. Giovanni XIX (1024-1032) 145. Benedetto IX (1032-1044) 146. Silvestro III (1045) 147. Benedetto IX (1045) 148. Gregorio VI (1045-1046) 149. Clemente II (1046-1047) 150. Benedetto IX (1047-1048) 151. Damaso II (1048) 152. S. Leone IX (1049-1054) 153. Vittore II (1055-1057) 154. Stefano IX (1057-1058) 155. Niccolò II (1059-1061) 156. Alessandro II (1061-1073) 157. S. Gregorio VII (1073-1085) 158. Vittore III (1086-1087) 159. Urbano II (1088-1099) 160. Pasquale II (1099-1118) 161. Gelasio II (1118-1119) 162. Callisto II (1119-1124) 163. Onorio II (1124-1130) 164. Innocenzo II (1130-1143) 165. Celestino II (1143-1144) 166. Lucio II (1144-1145) 167. Eugenio III (1145-1153) 168. Anastasio IV (1153-1154) 169. Adriano IV (1154-1159) 170. Alessandro III (1159-1181) 171. Lucio III (1181-1185) 172. Urbano III (1185-1187) 173. Gregorio VIII (1187) 174. Clemente III (1187-1191) 175. Celestino III (1191-1198) 176. Innocenzo III (1198-1216) 177. Onorio III (1216-1227) 178. Gregorio IX (1227-1241) 179. Celestino IV (1241) 180. Innocenzo IV (1243-1254) 181. Alessandro IV (1254-1261) 182. Urbano IV (1261-1264) 183. Clemente IV (1265-1268) 184. Gregorio X (1271-1276) 185. Innocenzo V (1276) 186. Adriano V (1276) 187. Giovanni XXI (1276-1277) 188. Niccolò III (1277-1280) 189. Martino IV (1281-1285) 190. Onorio IV (1285-1287) 191. Niccolò IV (1288-1292) 192. S. Celestino V (1294) 193. Bonifacio VIII (1294-1303) 194. Benedetto XI (1303-1304) 195. Clemente V (1305-1314) 196. Giovanni XXII (1316-1334) 197. Benedetto XII (1334-1342) 198. Clemente VI (1342-1352) 199. Innocenzo VI (1352-1362) 200. Urbano V (1362-1370) 201. Gregorio XI (1370-1378) 202. Urbano VI (1378-1389) 203. Bonifacio IX (1389-1404) 204. Innocenzo VII (1404-1406) 205. Gregorio XII (1406-1415) 206. Martino V (1417-1431) 207. Eugenio IV (1431-1447) 208. Niccolò V (1447-1455) 209. Callisto III (1455-1458) 210. Pio II (1458-1464) 211. Paolo II (1464-1471) 212. Sisto IV (1471-1484) 213. Innocenzo VIII (1484-1492) 214. Alessandro VI (1492-1503) 215. Pio III (1503) 216. Giulio II (1503-1513) 217. Leone X (1513-1521) 218. Adriano VI (1522-1523) 219. Clemente VII (1523-1534) 220. Paolo III (1534-1549) 221. Giulio III (1550-1555) 222. Marcello II (1555) 223. Paolo IV (1555-1559) 224. Pio IV (1559-1565) 225. S. Pio V (1566-1572) 226. Gregorio XIII (1572-1585) 227. Sisto V (1585-1590) 228. Urbano VII (1590) 229. Gregorio XIV (1590-1591) 230. Innocenzo IX (1591) 231. Clemente VIII (1592-1605) 232. Leone XI (1605) 233. Paolo V (1605-1621) 234. Gregorio XV (1621-1623) 235. Urbano VIII (1623-1644) 236. Innocenzo X (1644-1655) 237. Alessandro VII (1655-1667) 238. Clemente IX (1667-1669) 239. Clemente X (1670-1676) 240. Innocenzo XI (1676-1689) 241. Alessandro VIII (1689-1691) 242. Innocenzo XII (1691-1700) 243. Clemente XI (1700-1721) 244. Innocenzo XIII (1721-1724) 245. Benedetto XIII (1724-1730) 246. Clemente XII (1730-1740) 247. Benedetto XIV (1740-1758) 248. Clemente XIII (1758-1769) 249. Clemente XIV (1769-1774) 250. Pio VI (1775-1799) 251. Pio VII (1800-1823) 252. Leone XII (1823-1829) 253. PIO VIII (1829-1830) 254. Gregorio XVI (1831-1846) 255. Pio IX (1846-1878) 256. Leone XIII (1878-1903) 257. S. Pio X (1903-1914) 258. Benedetto XV (1914-1922) 259. Pio XI (1922-1939) 260. Pio XII (1939-1958) 261. Giovanni XXIII (1958-1963) 262. Paolo VI (1963-1978) 263. Giovanni Paolo I (1978) 264. Giovanni Paolo II (1978-2005) 265. Benedetto XVI (2005-2013) 266. Francesco (2013-)

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“266 + 40 + 2 + ...∞...”

Papa è il titolo con il quale venne chiamato il Vescovo di Roma, Vicario di Cristo, Successore di Pietro, capo visibile della Chiesa. Il nome deriva dal greco pappas, in seguito papas in latino papa; un vezzeggiativo con il qua-le i bambini chiamavano il padre. All’inizio il titolo di papa fu dato a tutti i sacer-doti. La prima traccia del significato attuale della pa-rola è stato rinvenuto nel-le catacombe di San Callisto di Roma, “papae Marcellino” (296-304) e solo verso la fine del IV secolo divenne tito-lo specifico del Vescovo di Roma. Nel VIII secolo a con-solidarne il significato si aggiunge “Summus Pontifex”, che fino al quel momento era riservato solo al Cristo. In seguito nel XIII secolo Vi-cario di Cristo (probabilmen-te un piccolo atto di umiltà).

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La linea dei papi (PAPI-LINE) consiste di 266 papi, senza dimenti-care 40 antipapi, 2 antipapi dubbi, una moltitudini intorno al 900 di “papi” contemporanei, che rivendicavano il diritto a essere papa. Molti erano capi di gruppi sedevacantisti; dal punto di vista della Chiesa cattolica erano gruppi scisma-tici se non addirittura eretici che spesso usavano, per dar forza alle loro idee, il nome di Pietro I. Tra il XIV e XV secolo molti i “papi” rivali e varie linee di successione, ne fu scelta una ufficiale e gli altri dichiarati antipapa. L’ultimo anti-papa fu eletto nel 1449. Più che una linea divina sembrerebbe una vera linea di potere. La croce è il simbolo cristiano più diffuso, riconosciuto in tutto il mondo, un simbolo semplice già esistente in varie forme. È una rappresentazione stilizzata dello strumento usato dai romani per la tortura e l’esecuzione capitale tra-mite crocifissione, il supplizio che secondo i vangeli e la tra-dizione cristiana è stato inflitto a Gesù Cristo. Trattandosi di un segno grafico molto semplice, il simbolo della croce è attestato in moltissime culture antecedenti il cristianesimo sia come semplice schema decorativo, sia con motivazioni funzionali, sia infine con molteplici significati simbolici. Le varianti vanno dalla svastica alla croce celticha. La tra-dizionale forma della croce nel cristianesimo occidentale, detta “croce latina” è un ricordo della morte e resurrezio-ne di Gesù oltre a un monito ad accettare pazientemente an-che la sofferenza.L’opera di Attinia affonda in questo, rivelandone ANCHE LA

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parte drammatica E IRONICA, talvolta contemporaneamen-te. I papi segnano una lunga via fino alla croce, una linea infinita rappresentata da 266 cubetti di porfido uno per papa e un certo numero di cubetti vuoti, continuità e com-piacimento di una “casta” di esserci per sempre; Una linea di papi molto terreni rappresentati nei saNpietrini (i già citati cubetti), tipica pavimentazione romana, ma anche simbolo delle lapidazioni. Gli stessi cubetti che i giornali dal 68 al 76 descrivevano nei titoli...”Roma: lancio di cubetti di porfido contro le forze dell’ordine”... I papi gravitano intorno al simbolo per eccellenza, una cro-ce infilzata da chiodi rugginosi, sacrificio, tortura e dolore infinito. Ognuno è libero di trovarci la bellezza, il dolore, l’atrocità, l’assurdo, la lettura agnostica, atea o profon-damente religiosa. L’arte è solo un mettere sempre in discus-sione, rappresentare intelligentemente i punti di vista propri rispecchiandone quelli del fruitore. Ad occhi che non sanno vedere non apparirà nulla, chi sa leggere con umiltà vedrà semplicemente aprirsi la propria interiorità, la visione sog-gettiva del proprio vissuto.L’artista ancora per una volta svolge il suo lavoro, non dice verità ma provoca le tante diversità entrando negli altrui io, tirando fuori il vissuto soggettivo, si fa medium del fruitore, mezzo di comunicazione e cantore.

Massimo Nicotra

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MOSTRA A CURA DIMassimo Nicotra

ALLESTIMENTO E PRESENTAZIONE: Alessandro Di Gregorio

Catalogo: CGROUPGrafica: Alessandra Ascrizzi.Foto: Giuliano Ciarloni

Contatti Basement Project Room +39 3292753063 [email protected]://www.basementprojectroom.blogspot.it http://www.facebook.com/basementprojectroom

Attinia - attinia.fl [email protected]

CGROUP - [email protected]

Produzione: CGROUP; Basement Project Room

Evento realizzato in occasione della nona “Giornata del Contemporaneo” - AMACI

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