Atti seminari certificazione personale e competenze rev5

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Certificazione del Personale e delle

Competenze

ATTI SEMINARI

Sintesi

Programma

internazionale

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Premessa

Crediamo che la rivoluzione introdotta nel mondo delle professioni non

regolamentate dalla Legge n. 4 del 14.01.2013 ("Disposizioni in materia di professioni

non organizzate") sia oggi un’ opportunità reale: la qualifica e la certificazione del

personale è infatti una delle nuove frontiere della qualità e del marketing,

strumento da conoscere per creare nuove opportunità di mercato.

Questo documento raccoglie i validi contributi dati dai nostri collaboratori e

partners nel settore della certificazione e della formazione all’argomento

“Certificazione del Personale e delle Competenze”, trattato nel corso dei Seminari

che si sono tenuti recentemente presso la nostra sede di Milano.

I nostri ringraziamenti per la buona riuscita della presente iniziativa formativa vanno

pertanto ai relatori, per la preziosa collaborazione e disponibilità dimostrata, ed ai

partecipanti ai nostri seminari oltre che ai molti che ci hanno contattato interessati

ad avere gli atti dei nostri convegni.

Chi è audit in Italy

Audit in Italy nasce da un progetto innovativo nel settore dell'auditing, della

compliance aziendale e della formazione. É innovativo per il suo ruolo, in questi

settori, di supporto alle imprese nelle loro decisioni e nella riduzione del loro rischio.

Il progetto nasce nel 2005 da un gruppo di auditor, con l’intento di definire nuove

regole di collaborazione e nuovi modelli volti ad assicurare un reale valore alle

verifiche. Nel 2007 sono stati sviluppati i rapporti di agenzia ed il servizio di broker

per la certificazione, nel 2009 i nuovi servizi innovativi in materia di compliance

legislativa e avviato il percorso della certificazione e nel 2011 il servizio di

formazione.

Oggi Audit in Italy svolge attività di auditing, vigilanza, brokeraggio, supporto

all'attività legislativa e normativa e di formazione. Tutto questo in ogni settore

aziendale: qualità, sicurezza, ambiente, energia, lavoro, finanza.

In particolare, Audit in Italy è una realtà certificata ISO 9001 per i Servizi di

compliance aziendale (di fornitura dell’Organismo di Vigilanza e di gestione delle

segnalazioni ai sensi del Decreto legislativo 231 del 2001) e per la progettazione ed

erogazione di corsi di formazione.

Il modello è semplice: indipendenza, alta professionalità dei verificatori e reale

personalizzazione alle esigenze del cliente.

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Sommario 1. La dimensione economica del fenomeno ed il ruolo dell’informazione. ........................ 4

2. L’applicazione della legge 4 del 2013 con particolare riferimento al ruolo dei

destinatari............................................................................................................................. 4

3. La Certificazione delle competenze non formali ed informali alla luce del D. lgs n. 13

del 16 gennaio 2013................................................................................................................7

4. Opportunità per le imprese, associazioni e professionisti: utilizzare la qualifica delle

competenze come strumento competitivo. Il caso degli Educatori finanziari ............... 8

4.1 Presentazione caso Educatori finanziari ............................................................................ 9

5. L’accreditamento Accredia: le regole operative. .............................................................10

6. Le buone pratiche definite dall'UNI e dal CEN cosa fare in concreto per definire le

regole. ...................................................................................................................................11

Seguite il nostro webinar sulla certificazione del personale e delle

competenze:http://www.youtube.com/watch?v=YqcMP9pFIso

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1. La dimensione economica del fenomeno ed il ruolo

dell’informazione

Patrizia Ghini - Dottore Commercialista

Scopo di questa breve relazione è quello di rappresentare la dimensione economica del fenomeno della certificazione delle professioni non regolamentate e riuscire a cogliere le potenzialità ed i possibili sviluppi di questo interessante settore soprattutto alla luce dell’entrata in vigore della L. 4/2013, cercando, quindi, di individuare esigenze e linee di intervento per questo comparto che rappresenta una quota rilevante del PIL, nonché uno dei settori economici più vivaci e in trasformazione. È, infatti, opportuno ricordare come siano stimabili in oltre 300 le figure professionali (ossia 2 milioni di professionisti italiani non iscritti ad albi od ordini) che operano da tempo, de facto, sul mercato nazionale (e in prospettiva comunitaria), e che auspicano un riconoscimento giuridico del proprio operato, a tutela della propria professionalità e dei propri clienti-consumatori. Tale numero è destinato ad aumentare nel tempo, alla luce dell’evoluzione della società stessa che porta, appunto, alla nascita di nuove professioni (basti pensare al blogger, al personal shopper, al wedding planner ecc.). Si tratta di nuove professioni volte a fornire all’utente-consumatore un servizio specifico (esperienza di consumo) sempre al meglio ed unico. Presupposti essenziali per la crescita del settore sono, pertanto, l'innovazione, la qualità delle attività e della certificazione e la tutela del cliente, impresa o cittadino, anche attraverso l'utilizzo delle norme tecniche volontarie (facendo riferimento alle regole europee). E’ necessario, dunque, salvaguardare gli interessi di quanti lavorano in questo mercato e degli utenti: sicuramente le professioni non regolamentate sono l'esempio più avanzato di flessibilità e di capacità di aggiornamento nel mondo del lavoro. Non si tratta di 'chiuderli' in un ordine, ma di consentire loro di lavorare al meglio in piena concorrenza", senza dimenticare che le professioni non regolamentate rappresentano "uno sbocco occupazionale importante, proprio adesso che il tema lavoro è all'ordine del giorno"; infatti, la certificazione consente al professionista certificato di fornire quei segnali di competenza necessari per conquistare nuove fasce di mercato. La certificazione costituisce un atto volontario e riproduce l’attestazione di un ente terzo in merito alle competenze professionali, in modo obiettivo e trasparente, tenendo conto della formazione e dell’esperienza del professionista, a norma delle tecniche UNI. Tuttavia, è importante sottolineare che la certificazione può riguardare non solo la professione ma anche specifiche competenze che possono essere non solo specialistiche ma anche trasversali (ed è soprattutto a queste che bisogna puntare), dove per competenza si intende la comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale, esercitabile con un determinato grado di autonomia e responsabilità. La certificazione delle competenze può essere rilasciata sulla base di specifiche tecniche che individuano i requisiti in termini di conoscenze, abilità e competenze che il richiedente deve dimostrare di possedere al fine di garantire all’utente-consumatore l’erogazione di un servizio su standard qualitativi elevati.

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2. L’applicazione della legge 4 del 2013 con particolare riferimento

al ruolo dei destinatari

Giancarlo Colferai Cepas – Presidente

Raffaella Malorgio Audit in Italy – Auditor e client manager

Scopo di questa breve relazione è quello di descrivere il ruolo ricoperto dai soggetti interessati dalla Legge 4/2013, individuando relazioni e connessioni tra gli stessi. Lo scenario delineato dalla Legge 4/2013 vede come attori: - Professionisti e Associazioni di categoria: la legge riguarda tutte quelle professioni

esercitate abitualmente e prevalentemente mediante il lavoro intellettuale o, con il suo concorso, che non risultano riservate per legge ai soggetti iscritti agli albi o collegi, e con l’esclusione delle professioni sanitarie, attività e mestieri artigianali, commerciali e di pubblico servizio. I professionisti possono costituire associazioni professionali le quali valorizzano le competenze degli associati, garantiscono il rispetto delle regole deontologiche, promuovono la formazione permanente dei propri iscritti, collaborano all’elaborazione delle Norme UNI, promuovono la costituzione di Organismi di Certificazione della conformità nei settori di competenza, nel rispetto dei requisiti di indipendenza, imparzialità e professionalità. Inoltre, le Associazioni (in virtù del principio di autoregolamentazione volontaria sancita dalla legge) possono rilasciare ai propri iscritti un’attestazione di competenza la quale però non rappresenta requisito necessario per l’esercizio dell’attività professionale ed è legata al mantenimento dell’iscrizione all’Associazione.

- Consumatori: la legge bilancia il ruolo preponderante svolto dalle associazioni con numerose forme di tutela a favore dei consumatori-cittadini: vengono, infatti, posti vari collegamenti con il Codice del Consumo (ad esempio, la necessità per le associazioni di munirsi di un codice di condotta e di uno sportello per il cittadino/consumatore con funzioni informative e di risoluzione delle controversie). Altre forme di tutela sono rappresentate dalla costante informazione promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico riguardo all’adozione di nuove norme tecniche UNI nonché all’elenco delle associazioni professionali che possiedono i requisiti previsti dalla L.4/2013, dal sistema di attestazione delle associazioni e dalla certificazione rilasciata dagli ODC (terzi, obiettivi ed imparziali).

- Organismi di certificazione (e Ente di accreditamento): gli ODC possono rilasciare al

professionista che lo richiede (anche non iscritto ad alcuna Associazione), il CERTIFICATO di CONFORMITA’ alla NORMA TECNICA UNI definita per la singola professione.

La L. 4/2013 sancisce il principio di autoregolamentazione volontaria e la qualificazione dei

professionisti; quest’ultima si basa sulla conformità a Norme tecniche UNI: va sottolineato che la legge non obbliga a conformarsi alla norma tecnica UNI di riferimento; tuttavia, la conformità ad essa è consigliata perché presunzione di conformità , cioè il professionista che opera in conformità ad una norma UNI dimostra al mercato di operare adottando

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comportamenti riconosciuti come le best practices, lo stato dell’arte, non definiti da un’associazione singola, ma frutto dell’incontro di tutte le parti interessate (considerato, appunto, che alla elaborazione delle norme UNI sono chiamati a partecipare tutti gli stakeholder). Dalla lettura della Legge è possibile delineare un circolo virtuoso della certificazione del personale, di seguito illustrato:

Per approfondimenti:

- http://www.youtube.com/watch?v=YqcMP9pFIso Webinar sulla certificazione del personale elaborato da Audit in Italy

- www.uni.com - www.sviluppoeconomico.gov.it - www.accredia.it

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3. La Certificazione delle competenze non formali ed informali alla

luce del D. lgs n. 13 del 16 gennaio 2013

Aldo Riggi - Presidente Competence Institute

In questo periodo di crisi economica per resistere sul mercato ed essere competitivi si è rivelato sempre più importante poter offrire competenze e innovazione. Uno degli obiettivi di Europa 2020, la strategia decennale per la crescita sviluppata dell’Unione Europea, è proprio quello di migliorare il livello di istruzione delle persone, riducendo ad una percentuale non significativa l’abbandono scolastico, e definendo piani di apprendimento permanente. In Italia il primo segnale in linea con tali direttive è stata la Legge 92/2012 _”Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” che promuove l’apprendimento permanente e la necessità della realizzazione di un sistema nazionale di certificazione delle competenze. Nello specifico è il Dlgs 13/2013 a focalizzarsi sulla validazione degli apprendimenti non formali e informali e sull’istituzione di un sistema di certificazione delle competenze riconosciuto a livello nazionale. Le competenze che possono essere validate e certificate devono comunque tener conto sia dell’European Qualification Framework (EQF), sia del Repertorio Nazionale dei Titoli e

delle Qualificazioni istituito dal Dlgs 13/2013. Il Repertorio è costituito dai titoli di istruzione, dalle figure formate nei percorsi di istruzione e formazione professionale e di istruzione tecnica superiore ed individua i diversi profili che si possono ottenere a seconda della strada educativa intrapresa. Oltre a definire i profili, nel Dlgs 13/2013 vengono identificate tre tipologie di standard minimi di servizio: -di processo, con misure personalizzate di orientamento; -di attestazione, con le indicazioni da inserire nei certificati; -di sistema, riguardanti le modalità di erogazione, la formazione degli addetti. Gli standard vengono definiti, verificati e monitorati dal Comitato Tecnico Nazionale che almeno ogni tre anni provvede all’aggiornamento del Repertorio. Pur costituendo un punto di svolta importante per uniformarci anche alle richieste dell’Unione Europea nel campo dell’istruzione e della formazione, l’aspetto più critico di questo decreto è la definizione “dall’alto” degli standard, che rimangono sempre molto connessi all’ottenimento di titoli di istruzione e formazione mentre sarebbe auspicabile coinvolgere in maniera più decisa le aziende e in generale coloro che cercano “forza lavoro” in modo da individuare profili davvero rispondenti alla diverse necessità.

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4. Opportunità per le imprese, associazioni e professionisti: utilizzare

la qualifica delle competenze come strumento competitivo. Il caso

degli Educatori finanziari

Claudio Grossi - Partner Progetica

Recenti fatti di attualità hanno dimostrato come i consumatori ripongano poca fiducia nel settore finanziario, che presenta un indice di gradimento davvero molto basso. Da qui nasce la necessità di riconquistare la fiducia dei clienti dimostrando che gli operatori del settore sono persone specializzate che mirano ad ottenere un profitto per entrambe le parti coinvolte nella transizione finanziaria. L’obiettivo da perseguire è dunque la qualità, raggiungibile uniformandosi alle norme tecniche che regolamentano il settore. Gli standard di riferimento sono quelli UNI-ISO, nello specifico: - UNI ISO 22222:2008 – Requisiti per i pianificatori finanziario-economico-

patrimoniali personali; - UNI/TS 11348:2010 - Guida all'applicazione della UNI ISO 22222 - Terminologia,

classificazione e requisiti del servizio; - UNI/TR 11403:2011 - Linee guida per la scelta del pianificatore finanziario-

economico-patrimoniale personale; - UNI 11402:2011 - Educazione finanziaria del cittadino - Requisiti del servizio; - UNI 11503:2013 - Educazione finanziaria - Indicazioni per l’applicazione e la

verifica 11402 e requisiti dei soggetti (organizzazioni) che erogano servizi di educazione finanziaria.

Il primo step consiste nel sviluppare uno schema di valutazione delle competenze basandosi sulle norme sopracitate e coniugandole alle definizioni di competenze/conoscenze/abilità contenute nello European Qualifications

Framework (EQF). Ottenere competenze certificate è un vantaggio sia per l’organizzazione cui appartiene l’operatore, che può incrementare il suo livello di credibilità sul mercato, sia per l’operatore stesso che può mostrare al cliente una qualifica documentata. Per sensibilizzare i cittadini a questo tema e per far incontrare loro personale del settore qualificato, Progetica, in collaborazione con Comune di Milano, UNI e Università Cattolica, ha portato a termine un’importante iniziativa, denominata “Azione 44_Educazione finanziaria di qualità” che consiste in un percorso informativo e formativo che aiuta a comprendere meglio i diversi aspetti del bilancio familiare, dalla pianificazione fino ad arrivare alla pensione. Nel 2014 il progetto sarà esteso anche ad aziende, associazioni e organizzazioni rappresentative dei lavoratori, dei consumatori e delle famiglie, Terzo e Quarto settore che desiderano “fare sistema” per migliorare il benessere e le prospettive future degli utenti.

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4.1 Presentazione caso Educatori finanziari

Alberto Di Martino - Presidente ICB Qualità

Il progetto può considerarsi un’esperienza da condividere in quanto si è cercato di seguire quelle che sono le buone pratiche in materia, in particolare le indicazioni della guida CEN 14 al fine di lavorare con un progetto che possa avere una visione di più lungo periodo. Prima di tutto il lavoro è partito monitorando i lavori UNI in materia, i lavori dell’ente nazionale italiano di unificazione si sono, infatti, sviluppati con un’ottica strategica e di coerenza fra le varie norme, la norma UNI 11402 sull’educazione finanziaria nasce da oltre 5 anni di lavori nel settore della pianificazione finanziaria, economico e patrimoniale nata con l’adozione italiana della ISO 22222, anch’essa collegabile alla certificazione del personale. La UNI 11402 ha visto due possibili esigenze di applicazione: la prima legata alle organizzazioni come ad esempio le reti di promotori, quindi in ottica più di servizio; la seconda invece legata a specifiche competenze, quindi in ottica più di qualifica del personale. Ricordiamo che sono già presenti organizzazioni con servizio certificato e sono presenti richieste da parte di soggetti pubblici di esperti con competenza certificata. Queste premesse hanno generato un progetto che doveva essere basato esclusivamente su questi lavori normativi, per questo si è attivamente partecipato ai lavori normativi e pre-normativi e lo schema di valutazione delle competenze ha cercato di coniugare i modelli di normazione previsti in UNI e basati sulla triade del modello EQF “competenze/conoscenze/abilità” in un’ottica di garantire la capacità di erogare il servizio secondo le buone pratiche delle norme (UNI 11042 e ISO 22222). Infine sono state prese due decisioni strategiche.

1. Massima trasparenza: con un sito dedicato e tutti i documenti pubblicati. 2. Garanzia al mercato: servizio indipendente e certificato per la gestione delle

segnalazioni e concetto di “partecipazione” delle parti interessate che oggi sono coinvolte nel monitoraggio dei servizi.

Riferimenti normativi

• UNI ISO 22222: Pianificazione finanziaria, economica e patrimoniale personale (personal financial planning) - Requisiti per i pianificatori finanziario-economico- patrimoniali personali (personal financial planner)

• UNI 11402: Educazione finanziaria del cittadino - Requisiti del servizio • UNI TS 11348: Pianificazione finanziaria, economica e patrimoniale personale - Guida

all’applicazione della UNI ISO 22222:2008 - Terminologia, classificazione e requisiti del servizio

• UNI/TS 11503:2013 Educazione finanziaria - Indicazioni per l’applicazione e la verifica della UNI 11402 e requisiti dei soggetti (organizzazioni) che erogano servizi di educazione finanziaria

• UNI/TR 11403:2011 Linee guida per la scelta del pianificatore finanziario-economico- patrimoniale personale previsto dalla UNI ISO 22222:2008

Bibliografia: Guida all'educazione finanziaria. Istruzioni per un corretto uso della finanza personale. Gestire il risparmio, scegliere gli investimenti, evitare gli errori. Gaetano Megale, Sergio Sorgi - Il Sole 24 Ore

Il sito di riferimento: www.EducatoreFinaziario.it

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5. L’accreditamento Accredia: le regole operative.

Tina Nardone - Responsabile sistemi di gestione per la qualità e lead auditor

L’accreditamento in materia di certificazione del personale è in una situazione di impasse, molti problemi del settore si erano risolti con l’avvento del regolamento 765 del 2008 che ha dato ad Accredia un ruolo di autority del mercato e di riferimento chiaro. La legge 4 del 2013 ora richiede sulla base del ruolo un lavoro importante in materia. Questi gli aspetti da valutare per cercare di capire lo scenario quando parliamo di accreditamento. 1. Verificare se lo schema rientra nella applicazione della legge 4 del 2013, infatti

abbiamo fuori schema alcuni settori come quelli sanitari e inoltre abbiamo fuori il settore delle competenze ossia una parte della professionalità, sicuramente diverso dalla norma sulle professioni non regolamentate. Nel secondo caso le regole non possono essere che quelle delle ISO 17024 così come riportato nel regolamento Accredia per l’accreditamento di soggetti che svolgono attività di attestazione indipendente del personale o delle competenze. In questo caso non ci sono assolutamente barriere in ingresso per nessun soggetto, la ISO 17024 nonché gli altri documenti di riferimento di Accredia fissano requisiti chiari ed ormai condivisi (gli organismi accreditati secondo questo standard sono oggi …)

2. Nel caso di applicabilità della Legge 4 del 2013, abbiamo almeno di situazioni. La prima se esiste norma UNI o documenti equivalente (si parla di applicare le PdR ossia le famose prassi di riferimento), in questo caso sembra evidente l’obbligo di accreditamento. Secondo caso, non esiste norma UNI (ricordiamoci che in molti casi le lobby potrebbero bloccarla), possiamo pensare ad accreditamenti su schemi proprietari (se Accredia li accetterà) oppure a certificazione senza accreditamento (aspetto non vietato per legge per cui possibile). Infine saranno da gestire gli schemi riferibili a “professionisti” che non hanno norma UNI (pensiamo agli auditor che fanno riferimento solo a norme metodologiche), ovvero norme UNI secondo standard differenti di quelli ora previsti (per esempio Amministratori di Condominio secondo UNI 10801 redatta con un “vecchio approccio”), ma già accreditati. Infine pensiamo a norme di altri enti normatori come il BSI o ISO con implicazioni diverse perché le prime sono all’interno dell’EU, mentre le seconde fuori ma rientranti in regole stile WTO.

3. Guardiamo infine l’estero con una duplice visione: libero mercato dei servizi e accordi di mutuo riconoscimento. Qualora Accredia rifiuti un accreditamento sicuramente è possibile chiederlo all’estero.

Cosa fare adesso

Aspettiamo le disposizioni di Accredia per capirne di più, ma progettiamo schemi anche con strategie diverse o non convenzionali.

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6. Le buone pratiche definite dall'UNI e dal CEN cosa fare in concreto

per definire le regole.

Stefano Bonetto - Auditor ed esperto di formazione tecnica

L’obiettivo è quello di capire come e perché utilizzare gli strumenti a disposizione al fine di ridurre i rischi connessi alle pratiche scorrette che possono, quindi, portare a sanzioni e richieste di danni. I primi strumenti da conoscere e considerare sono le buone prassi, quei documenti che descrivono non solo lo stato dell’arte, ma anche come comportarsi, e che devono essere utilizzati per la redazione della specifica tecnica, ossia il documento che definisce i requisiti relativi alla professione o alla competenza che si vuole valutare. La specifica tecnica è, pertanto, il punto focale di qualsiasi sistema di attestazione e può essere utilizzata sia per le “persone” sia in ottica del «servizio» da queste erogate. Le buone pratiche di riferimento sono:

• la CEN Guide 14 (documento scaricabile anche in italiano, definisce gli aspetti fondamentali richiesti a livello normativo europeo e prende come riferimenti la direttiva professioni ed il modello EQF);

• il documento UNI emesso dalla CCT (ha un focus esclusivo sulle professioni non regolamentate, molto meno sulle competenze; per attività professionali si intendono quelle di tipo intellettuale - es. tributaristi - o i “mestieri” - es. idraulico - o le qualifiche professionali - ad es. manutentore; per attività non regolamentate, si intendono quelle per le quali non vi sia un disciplina cogente specifica e dettagliata);

• la ISO 17024 (del 2012) la norma internazionale in materia di qualifica del personale (documento di riferimento anche per l’ente italiano di accreditamento Accredia).

Alcuni aspetti importanti del documento CEN: la guida distingue due fasi operative ben definite pre-normativa e normativa. La fase pre-normativa deve comprendere: raccolta dati di mercato e sociali, riferimenti legislativi (generali e particolari) e l’individuazione delle parti interessate. La fase normativa deve considerare: l’analisi competenze, i compiti ed i modelli di valutazione. Alcuni aspetti importanti del documento UNI: prevede una fase pre-normativa che include il concetto di stato dell'arte, fra cui la dimensione del problema ed i riferimenti legislativi inclusi quelli europei; richiede la Costituzione di GL o assegnazione a gruppo esistente; definisce i criteri di voto ed il processo normativo: documento di presentazione (documento importante come metodologia), inchiesta preliminare, elaborazione e inchiesta finale. Alcuni aspetti importanti della ISO 17024: definisce le regole per il coinvolgimento delle differenti parti interessate; richiede molta attenzione sulla qualifica degli esperti; prevede il monitoraggio delle prestazioni degli esaminatori e l’affidabilità dei loro giudizi (validazione metodi); richiede processi di miglioramento come azioni correttive; definisce in modo puntuale come mantenere le registrazioni e controllare i documenti; richiede la disponibilità al pubblico dei documenti ed un feed back dal mercato gestito ed aggiornato.

Obiettivo compliance -

meno rischi possibili

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