ATTAREDDA, SACRALITÀ E

DEVOZIONE

Il percorso didattico intitolato ‘’Attaredda, sacralità e devozione’’ si propone di:far acquisire agli alunni il senso di appartenenza al proprio paese, mediante la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale al fine di rispettare il patrimonio comune ed adottare comportamenti adeguati alla sua salvaguardia.•Noi alunni della classe II B dell’ Istituto Comprensivo “G. Verga” abbiamo prodotto un power point avente per oggetto le edicole votive, la Chiesa Madonna di Lourdes e una relazione relativa alla divertente passeggiata…c on meta la chiesetta del Santissimo Salvatore.

• L’ Edicola è una strutturaarchitettonica relativamente dipiccole dimensioni con lafunzione di ospitare eproteggere l’elemento che vi ècollocato. Il termine deriva dallatino “aedicula“, diminutivo di“aedes“ ( “tempio“ ) e dunquecon il significato originario di“tempietto“. In origine sitrattava di un tempietto inminiatura che ospitava lastatua o la raffigurazione diuna divinità.

L’edicola vera e propria si sviluppa in ambito greco-romano, riprendendo gli elementi

essenziali dell’architettura templare, in particolare

quelle dellafacciata, sintetizzati in un piccolo timpano o

frontonesorretto da due colonne.

Ogni abitazione romana aveva nel vestibolo o accanto al focolare,

una nicchia dedicata al culto dei Lari e dei Penati, divinità

che proteggevano la casa e la famiglia. Tale nicchia prendeva

il nome di “ Larario “ all’interno delquale venivano collocate le immagini o

le statuette delle divinità familiari.

• I Lari dal latino “lares” focolare rappresentavano gli spiritidegli antenati che venivano rappresentati con una statuettadi terracotta, legno o cera.

• I Penati sono esseri spirituali della religione romana ,assimilabili agli angeli custodi del Cristianesimo.Il nome dal latino “Penus” tutto ciò di cui gli uomini sinutrono.

• I Mani in latino Manes erano le anime dei defunti :Benevolenti.

Stele a Licinia Amiate (III secolo) con dedica "Dis Manibus" (Ai Mani)

• Ai Lari , che erano considerati protettori non solo delle casema anche dei campi, delle vie, dei crocicchi, dei sentieri rurali,venivano dedicate are sacrificali, e lungo le vie cittadinevenivano innalzate edicole che sacralizzavano eaccompagnavano il percorso urbano.

• L’inculturazione cristiana della civiltàlatina portò, nell’alto medioevo, alrecupero nel Cristianesimo di molte sedi emanifestazioni della religiosità antica.Templi un tempo dedicati agli dei e basilicheantiche furono trasformati in chiese e luoghisacri arricchiti di simboli e di devozionicristiane che, sostituendo significati e leantiche pratiche, spesso non modificavanoabitudini, gesti, valori e sentimenti radicatinella cultura antica. E ciò avvenivasoprattutto nell’ambiente rurale doveimperava la cultura pagana ( da pagus-contado ), più restia alle trasformazioni cheil Cristianesimo invece facilmente operavanei comportamenti, nella vita intellettuale enelle liturgie delle città episcopali.

• Per quanto riguarda l’antica edicola votiva, anch’essa a contatto con il Cristianesimo ha arricchito i suoi significati. Dedicata al mistero cristiano, l’edicola è presente nel medioevo nei monumenti sepolcrali; portante l’immagine di Cristo, della Madonna o dei Santi protettori, essa si integra architettonicamente nel conteso urbano, negli edifici romanici, gotici, rinascimentali, barocchi e neoclassici e assume significati di culto e funzioni decorative. Nel contesto rurale si pone ancora lungo il percorso che reca dal paese alla campagna, punteggiando caseggiati, fattorie, monasteri, chiese rurali, vie, angoli, crocicchi e sentieri con tabernacoli ed immagini di santi che rendevano sacro e proteggevano il cammino, offrivano meditazione religiosa alla sosta e al lavoro.

Le edicole votive cristiane hanno accompagnato e celebrato momenti importanti della storia religiosa paesana, della devozione comunitaria e personale, della generosità signorile e popolare. Spesso nascevano per la volontà di privati cittadini che in tal modo chiedevano l’intercessione e la protezione dei santi o come ex-voto per grazia ricevuta, e diventavano delle vere opere d’arte . Con le loro decorazioni , gli adornamenti floreali , le grate in ferro battuto, le lucerne votive davano una nota di folklore e di pittoresco alla vita cittadina. Esse rappresentano, dunque, l’aspetto romantico della fede popolare; avevano ed hanno ancora oggi un grande valore come veri e propri punti di incontro con i vicini, posti pubblici di adorazione divina, stazioni sempre aperte e libere, esposte giorno e notte ai devoti cristiani, che esprimevano i sentimenti , i desideri , le speranze e la nobiltà del popolo.

Le edicole votive ( altarini ) a Viagrande

• Le numerose edicole votive antiche e moderne che costellano il territorio di Viagrande sono testimonianza di una fede viva di cui gli abitanti, in passato, hanno lasciato un segno indelebile nelle vie, nei crocicchi, sui muri esterni delle case. Gli “ altarini “, considerati custodi delle strade , protettori dei viandanti, punti di riferimento e di aggregazione per la preghiera o per la recita del rosario nel mese di maggio, mantengono tale funzione ancora ai nostri giorni . Hanno varie dimensioni, differenze di motivi decorativi, di forma e di epoca. Una loro attenta lettura potrebbe consentire di conoscere meglio lo sviluppo topografico e sociologico del territorio.

• Sono immagini di Santi, di Cristo, della Madonna che ai viandanti, quando la vita non era frenetica, davano tanto conforto; erano quasi una tappa obbligata per una breve preghiera. Esse rappresentano l’eredità cristiana delle antiche edicole pagane consacrate alle divinità di questi luoghi.

• Distribuiti su 25 strade, i 60 altarini costruiti nell’arco di tre secoli caratterizzano tutto il territorio e anche se un terzo di essi sono oggi vuoti e semiabbandonati, restano sempre a testimoniare una fede mai sopita.

Piantina raffigurante le edicole votive presenti nel territorio viagrandese.Piantina raffigurante le edicole votive presenti nel territorio viagrandese.

• Il Sacro Cuore, la Madonna sotto vari titoli, San Michele, San Vito, San Mauro, Santa Lucia, i tre SS. Martiri Alfio, Cirino e Filadelfo, San Luigi: queste le immagini che si susseguono nelle varie nicchie. In particolare ne segnaliamo tre per il loro importante aspetto architettonico: in via Garibaldi vicino alla Chiesa di San Vito, dedicato alla Madonna del Carmelo ed unico antico in pietra lavica leggera ( pomice ); in via Velardi e in Via Viscalori, ambedue in calcare di Siracusa, della metà del XIX sec. che presentano un avancorpo su due colonne.

Madonna del Carmelo, unico altarino antico in pietra lavica leggera (pomice) – Via Garibaldi, vicino alla Chiesa di San Vito

Edicola votiva in calcare di Siracusa, rappresentante San Luigi, sita in via Viscalori. Presenta un avancorpo su due colonne e risale alla

metà del XIX secolo

Altarino sito in via Velardi, raffigurante la Madonna de La Salette

Sacra Famiglia stilisticamente affine ai dipinti murali del pittore Conti Consoli, conservati nella Matrice e risalenti al 1924 – Via Vittorio Emanuele

Altarino raffigurante la Madonna del Carmelo e i canonici santi di sempre, sito in via Alessandro Manzoni, risalente agli inizi del ‘700

Madonna con Bambino sita in via Umberto

Antica edicola votiva contenente un quadro di S. Agata, donato da Mons. Mauro Licciardello ubicata in Piazza S. Mauro

Madonna di Lourdes - Via Rosario Scuderi

Altarino sito in via Rosario Scuderi raffiguranteS. Mauro Abate

Sacro Cuore di Gesù - Via Roma

Immacolata Concezione-Via Vittorio Emanuele II

Sacro Cuore di Gesù – Via Regina Elena

Madonna di Lourdes sita in via Regina Elena

Sant’Antonino di Padova - Via San Michele

Chiesa Madonna di LourdesLa Chiesa Madonna di Lourdes si trova lungo la strada che collega Viagrande a Trecastagni.A partire dall’anno 1691 si hanno notizie relative ad una Chiesa dedicata a S. Antonio Abate danneggiata dal terremoto del 1693 ed in seguito ricostruita: probabilmente sul finire del secolo XVIII.Negli anni ’50 la Chiesa venne dedicata alla Madonna di Lourdes. La costruzione avvenne in maniera graduale e furono apportate modifiche sostanziali relativamente alla planimetria, mentre il prospetto risale al XIX secolo.La Chiesa è caratterizzata da un’unica navata con volta a botte lunettata e in fondo il catino abisdale. Il prospetto si affaccia su un sagrato lavico ed è caratterizzato lateralmente da due paraste con capitello di stile jonico mentre la parte superiore è formata da un timpano triangolare delimitato da cornicioni sporgenti; al centro un portale d’ingresso con architrave sormontata da un timpano semicircolare ad arco ribassato, al di sopra del quale vi è una finestra tonda.

Torre campanaria a due celle conclusa da un timpano triangolare

Il portale è caratterizzato da un bassorilievo in pietra lavica che raffigura: pastorale e mitra (simboli del potere vescovile).

Altare della Madonna del Rosario di Pompei mentre consegna a San Domenico e a Santa Caterina da Siena la corona del Rosario.

Statua che rappresenta la Vergine apparsa a Lourdes aSanta Bernadette Soubirous

Conopeo color rosso davanti al Tabernacolo

Statue del Cuore di Gesù e di San Giuseppe con il Bambino ” Salvator Mundi ”

Quadro di Sant’Antonio eremita che prega inginocchio. Ai lati due angeli con in mano:pastorale e mitra.

“Sant’Antonio terrore dell’inferno e fonte di miracoli” (traduzione della pergamena).

S. Antonio Abate nacque in Egitto, a Coma, località sulla riva sinistra del Nilo, intorno all’anno 250. Fu un Eremita tra i più rigorosi della storia del Cristianesimo antico. Il Santo è invocato per scongiurare gli incendi ed è considerato protettore contro le malattie sia dell’uomo sia degli animali. Non a caso il suo nome è legato ad una forma di herpes nota come “fuoco di Sant’Antonio”. La statua rappresenta il Santo con il bastone del pellegrino che termina con una croce a forma di T ( tau greca, da thauma che in greco significa stupore, meraviglia di fronte al prodigio)

Lapide relativa alla consacrazione della Chiesa N.S. di Lourdes.

La Chiesa danneggiata dal terremoto del 2003 è stata restaurata grazie alla generosità dei fedeli e riaperta l’11 luglio 2010.

Abbiamo appreso divertendoci…Il giorno 7 del mese di Maggio alle ore 15.00 un folto

gruppo di alunni delle classi 2 B, 2 A, 3 D,accompagnato dalle prof.sse M. Licciardello, M.T.Oliveto, S. Ragusa, ha avuto l’opportunità di visitarela Chiesa del Santissimo Salvatore ubicata sullastrada provinciale che collega Viagrande alla frazionedi Monterosso Etneo, alle falde del Monte Serra, ilcono vulcanico alla quota più bassa nel versante estdell’Etna. Accolti con grande disponibilità eaffettuosità dal Cavaliere Dott. Benanti, proprietariodella Chiesa, della vicina villa patrizia e dell’annessaazienda vinicola, abbiamo potuto ammirare l’edificiosacro sia al suo interno che all’esterno. Ci piacesottolineare che anticamente, nella seconda metà del1400, il fondo dove poi è stata edificata la Cappella,veniva denominato “ Serra della Contessa “. Abbiamonotizia di ciò grazie al Regesto del 1474 del notaioGaspare de Gavaretto. La Chiesetta è in perfettasintonia con il paesaggio agricolo circostante e con iparticolari ambientali della villa. E’ a piantarettangolare con abside; la copertura è a spioventi conlaterizi a canale, materiali tipici della Sicilia Orientale.

Chiesetta Santissimo Salvatore

L’elemento di pregio della facciata è un portalelavico di forma arabeggiante sottolineato da unparamento in pietra bianca simile a quello cheincornicia tutta la facciata. Sopra il portale spiccauna finestra circolare sempre in pietra bianca conuna vetrata colorata dove è riportato un passotratto dal Vangelo di Gv. 15,5 “Io sono la vite, voi itralci”. Il fronte laterale ospita una piccola cellacampanaria, presumibilmente coeva al portale.Caratteristico è l’arco “moresco” che testimonial’influenza che le maestranze arabe ebbero inquesta zona, influenza ancora viva più di seicentoanni dopo la loro cacciata dall’isola. Si presumeche il nucleo originario dell’edificio sacro sia statoedificato sul finire del XVII sec. La storicità dellaChiesa è attestata da tre documenti delSettecento, conservati presso la CuriaArcivescovile di Catania, in cui si fa riferimentoalla Chiesa del SS. Salvatore:‐Elenco delle Chiese, delle parrocchie e dellecappelle private di Viagrande;‐I beni dotali;‐La visita pastorale.

L’interno della Cappella ha affascinato noi alunni e le docenti e tutti, in religioso silenzio e inmaniera composta e ordinata, abbiamo potuto ammirare la bellezza del luogo e apprezzare lespiegazioni dettagliate che il dott. Benanti ci ha dato sulle opere sacre di notevole pregio chearricchiscono la Chiesa di bello e di profonda sacralità. Abbiamo notato e vogliamosottolineare la grande passione e devozione del proprietario che, con amore e profonda fede,ha riportato al suo antico splendore la Chiesa ridotta ad un deposito di granaglie. Solo ilportale e qualche altro elemento non sono stati modificati, mentre si sono realizzate opere diconsolidamento antisismico, di copertura con capriate in legno ( con tipologie riconducibili alSettecento ) , di pavimentazione con piastrelle in cotto siciliano e pietra lavica.E’ custodita all’interno una campana del 1865, così come vi è anche un’acquasantiera inmarmo del 1602. Sul lato sinistro della Chiesa, dentro una nicchia, vi è una scultura inmarmo, di autore ignoto, del 1611 della Madonna con in braccio il Bambino Gesù. Sempre sullato sinistro, si può ammirare un’iconografia risalente al Settecento, di autore ignoto, dovesono rappresentati San Giuseppe, La Madonna con Gesù in braccio che volge lo sguardoverso San Giovannino, inoltre sono raffigurati anche Sant’ Elisabetta e volti di angeli con losguardo rivolto verso l’alto e verso Gesù per affermare la sua natura umana e divina. Sant’Elisabetta porta una croce in mano manifestando il presentimento che Gesù verrà crocifisso;inoltre l’autore mette in secondo piano la figura di San Giuseppe perché padre putativo diCristo ‐ Dio Incarnato, ma lo rappresenta molto preoccupato per ciò che accadrà al figlioamato. In alto domina Dio con il suo sguardo paterno. La cornice che adorna l’iconografia ètipica dello stile barocco. Per l’altare, realizzato con marmi pregiati, è stato utilizzato unpaliotto del Seicento, al centro del quale è scolpito l’agnello sacrificale ( Agnus Dei ). Sia ilcontenitore delle reliquie come il Tabernacolo sono risalenti al Seicento.

Al centro dell’abside vi è un’edicola sempre del Seicento, che proviene da unacappella di origine romana, che raffigura il Cristo “ Salvator mundi “ ( Salvatore delmondo ). L’ opera rappresenta un Cristo sofferente ma nello stesso tempo con unaspetto rassicurante; poggia la mano sinistra sul globo per indicare che la suasofferenza serve per salvare il mondo dunque l’uomo. La mano destra è atteggiatain modo da rivelare con le tre dita unite l’ Unità e la Trinità di Dio, e con le altredita, leggermente arcuate, la duplice natura umana e divina del Cristo. La pareteabsidale dietro l’altare è stata arricchita con un affresco realizzato, nel 2003, da unartista locale Emanuele Coco.Troviamo ancora un Crocifisso sempre del Settecento e un affresco della

Crocifissione di Gesù di Scuola Marattiana. Inoltre, il Cav. Dott. Benanti haarricchito la Chiesa con applique settecenteschi in ferro battuto. Nella Chiesetta èpresente anche una Cantoria in legno a cui è possibile accedere tramite una scalaa chiocciola posta sul lato destro dopo la porta d’ingresso.Desideriamo ringraziare le professoresse , la Scuola, il Preside e il dott. Benanti

per averci dato l’opportunità unica e irripetibile di aver potuto apprezzare lebellezze di un edificio sacro che ha sempre incuriosito noi viagrandesi e non solo.Vogliamo anche far sapere che, divertendoci, abbiamo appreso bene e molto;ecco perché abbiamo pensato di ricordare questo momento come “La divertentepasseggiata verso… la Chiesa del SS. Salvatore”.

Gabriele Ferlazzo II B

ATTAREDDA, SACRALITÀ E DEVOZIONE

Classe II media sez.B

Coordinamento: prof.sse Maurizia Licciardello e Santa Ragusa

Realizzazione Power Point: Valentina Arena, Dario Garozzo (3^C),

Ivan Cristina, Lorenzo Messina,

Daniele Licciardello e Martina Dettori (2^B)

Fotografie: Ivan Cristina, Martina Dettori, Daniele Licciardello, Chiara Massara,

Gabriele Ferlazzo

Musiche: 3^ Consolazione di Listz

Anno Scolastico 2011-2012