ASTRONOMIA - RECENSIONI - SETTORE STORIA · 'li amanti dell’astronomia di oggi non possono capire...

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Bollettino Astronomico 416 / 2017

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Bollettino Astronomico

416 / 2017

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Bollettino di informazione astronomica nr. 416/2017

Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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OSSERVATORIO ASTRONOMICO e PLANETARIO

G.Galilei 28019 SUNO (NO)

Tel. 032285210 / 335275538

www.osservatoriogalilei.com [email protected]

Mercoledì 6 Settembre 2017, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo mercoledì di

ogni mese, vi sarà una serata dedicata alle proiezioni al planetario e, in caso di condizioni meteo favorevoli,

osservazioni al telescopio . In caso di cattivo tempo sarà in uso il solo planetario.

La Luna, sarà al plenilunio rendendo di fatto impossibili òe osservazioni di oggetti deboli del profondo cielo Si

potranno vedere le principali stelle delle costellazioni estive e il pianeta Saturno

CALENDARIO LUNARE DI SETTEMBRE

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IL CIELO DEL 6 SETTEMBRE 2017 (a cura di Oreste Lesca)

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RECENSIONI (a cura di Silvano Minuto)

JIM BAGGOTT ORIGINI – La storia scientifica della creazione Adelphi 2017 Pagg. 438 - € 39,00 È possibile tracciare in un'unica, serrata narrazione la «storia materiale» dell'universo dal big bang all'evoluzione della coscienza di Homo sapiens? Sì, lo è, se al compito – ambizioso ai limiti dell'azzardo – provvede uno scienziato come Jim Baggott, con il suo approccio al contempo rigoroso e affascinante. Ricorrendo alle più recenti acquisizioni di tutte le discipline funzionali all'impresa – astrofisica e biologia evoluzionistica, cosmologia e genetica –, Baggott risale infatti, in puntuale successione cronologica, a tante «origini» correlate e distinte, ognuna inquadrata come una sequenza chiave: dalla formazione dello spaziotempo e della massa-energia, pochi istanti dopo il big bang, all'apparizione della luce, dalla genesi delle galassie fino al progressivo

delinearsi della «nostra» porzione di universo con la nascita del sistema solare e della Terra. Nell'ambiente caldo e umido di quest'ultima si creeranno le condizioni per l'origine forse più misteriosa e imperscrutabile, quella della vita. Il manifestarsi dei primi organismi terrestri unicellulari, circa quattro miliardi di anni fa, innesca quel processo evolutivo che culminerà nell'emersione di Homo sapiens: un percorso lungo e tormentato, «interrotto a più riprese dalle imprevedibili brutalità del caso» – ere glaciali, eruzioni vulcaniche, impatti con asteroidi –, responsabili di periodiche estinzioni di massa. Non c'è romanzo di avventura più imprevedibile.. Le fotografie invece sono le migliori dell’archivio della NASA di varie riviste e di privati. Molte vengono

pubblicate per la prima volta e documentano la vita all’interno del modulo spaziale, la scesa sulla Luna la

reazione di gioia del mondo e il successo della missione. Le didascalie redatte da esperti dell’Apollo 11 spiegano

la storia e i fatti scientifici dietro le immagini.

DIARIO ASTRONOMICO (a cura di Silvano Minuto)

Presentazione nel bollettino n. 355 del 21.1.2015 1936. A partire dal mese di maggio riprendono le osservazioni di Giove e Saturno; di una eclisse parziale di Sole il 19 giugno e della nova Lacertae dal 23 dello stesso mese. Parte 61 - 1936 17 Maggio 1936. 0h 15m. Oss. di Giove. Immagine generalmente mediocre. La fascia tropicale Nord è larga e ben visibile; invece l’australe è assente, per lo meno non riesce a scorgersi distintamente. Assai meglio visibile la fascia temperata Sud. La calotta fra questa fascia e il polo Sud è grigiastra. Tre soli satelliti sono visibili uno ad Est e due ad W. 19 Giugno 1936. Eclissi parziale di Sole. Padova. Sorgere del Sole: 4h 25m; fase massima 0.7 a 5h 4m, fine dell’eclissi a 5h 57m. Il cielo è in gran parte oscuro, con piccole nubi, che però, soprattutto a Nord-Est, assumo aspetto esteso e diffuso, coprendo gran parte del cielo. A 4h 19m il Sole comincia ad apparire, offuscato, dietro la facciata della chiesa, e gradatamente si innalza presentando una falce abbastanza larga, il cui margine interno, formato dal bordo lunare, non presenta sensibili irregolarità. Questo bordo, ritirandosi, scopre a 5h 25m circa una piccola macchia non lungi dal lembo del Sole. A 5h 30m una macchia più grossa, appartenente alla stessa formazione,

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produce un’intaccatura del lembo; poco dopo compare un’altra macchia minore, e in seguito altre piccole dello stesso gruppo. Il forte offuscamento permette solo di seguire l’andamento generale del fenomeno, ma non consente osservazioni di dettaglio perché le penombre delle macchie appaiono delle cose grigie sbiadite e il Sole spicca senza risalto sopra un fondo grigio luminoso, tanto da non permettere l’osservazione per proiezione; anzi lo stato del cielo peggiora ancora, rendendo difficile la visibilità, della stessa macchia principale. Solo verso la fine il cielo si fa più trasparente e permette di osservare gli ultimi momenti dell’eclissi. L’ultimo contatto si produce in modo indistinto alcuni secondi dopo 5h 57m. 23 Giugno 1936. 23h - 23h 35m. Oss. della Nova Lacertae, Il cielo che ancora al tramonto era completamente coperto, si va in seguito sgombrando e lascia apparire le stelle, pur senza essere completamente puro. Ma peggio disturbano masse di vapori biancastri che invadono la regione N.E. , ostacolando l’osservazione e più ancora rendendo difficile la stima dello splendore. La Nova, sulla linea Z - un triangolo isoscele

4.6) alla quale, tuttavia il suo splendore appare comparabile Nel corso dell’osservazione, due stelle filanti sono state visibili. 28 Giugno 1936. 22h 20m. Chiaro di Luna. Oss. di Giove. Due fascie sono ben visibili; la tropicale Nord, larga, e la temperata Sud, più stretta ma ben visibile anch’essa. A momenti sembra visibile anche la tropicale Sud, ma pallida e difficile. Le regioni polari a Sud della fascia temperata sono grigiastre, e così pure quelle prossime al polo Nord. Una condensazione nerastra è visibile sulla fascia tropicale Nord, un po’ ad Est del meridiano centrale; probabilmente l’ombra di uno dei satelliti. Tre soli satelliti sono visibili ad W, disposti in triangolo (cann. di 54mm; ingr. 86). Riosservato il pianeta a 23h 50m, l’immagine è meno buona che a 22h 20m. La condensazione nerastra notata allora non è più visibile; si scorge invece anche il quarto satellite già abbastanza discosto dal pianeta ad W, e precisamente di contro la fascia tropicale Nord. 28 - 29 Giugno 1936. Lo stato nuvoloso del cielo ha impedito di riosservare la Nova prima di oggi. Anche stasera dopo il tramonto il cielo era nuvoloso; ma più tardi è andato rasserenandosi, e dopo 22h 40m la Nova ha potuto essere osservata in condizioni favorevoli. Solo il chiaro di Luna (età g. 9.7) disturba l’osservazione. Dal 23 la Nova

ante (5.4) che precede quest’ultima (binocolo). Al cannocchiale la Nova sembra presentare una leggera tinta giallastra; comunque molto meno pronunziata di quella di Z (22h 40m - 23h 20m). Dopo il tramonto della Luna è stata tentata la fotografia della Nova. Il cielo è molto chiaro, ma la Via Lattea è visibile e si può constatare che la Nova vi si trova immersa. Due fotografie sono state ottenuta fra 0h 45m e 1h

e. 29 Giugno 1936. 1h 35m. Oss. di Saturno. Il pianeta, ancora non molto alto sull’orizzonte, ha uno splendore modesto che non attira certo l’attenzione. Al cannocchiale l’immagine è mediocre, e non si riconosce certamente Saturno in quel piccolo disco che nulla presenta d’interessante né di particolare, fuorché la notevole depressione. Titano è ad W. 30 Giugno 1936. 22h 35m - 22h 50m. Cielo assai nuvoloso; lampeggia presso l’orizzonte ad Est; chiaro di Luna.

alla stella brillante che precede quest’ultima.

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PERSONAGGI (a cura di Silvano Minuto)

GIOVANNI BATTISTA LACCHINI (1884 – 1967) Nel 2010 nella rubrica “Astronomi italiani del passato” abbiamo pubblicato una breve nota su Giovanni Battista Lacchini recuperata in internet su Wikipedia; un personaggio che è rimasto nella memoria degli astrofili più anziani. Era un esempio su come si potesse approfondire lo studio dell’Astronomia con perseveranza ed applicazione. Le sue osservazioni e la collaborazione con organismi internazionali sembravano delle mete realizzabili solo da persone con capacità al di fuori del comune. Gli amanti dell’astronomia di oggi non possono capire il periodo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Un telescopio pur di modeste prestazioni costava mesi e mesi di stipendio e le ditte costruttrici erano poche e orientate più verso l’industria e la ricerca avanzata. Possedere un telescopio seppur modesto, era una meta, un sogno che pochi potevano permettersi. Gli astrofili di quel tempo avevano però dalla loro parte un cielo che oggi si può solo immaginare. La conoscenza delle stelle e delle costellazioni era un patrimonio abbastanza comune e non succedeva come adesso che si scambiamo le Pleiadi per l’Orsa Maggiore. Esistevano pochi libri di astronomia e gli atlanti celesti erano solo un miraggio; ci si accontentava delle rappresentazioni di libri, il Flammarion ne era un esempio. Uno dei contributi importanti per noi astrofili è stata la pubblicazione da parte del Lacchini dell’Atlante celeste (in più edizioni) che ha rappresentato un salto di qualità veramente incredibile. Possedere questo Atlante era come aver conquistato le più alte vette della conoscenza osservativa del cosmo. Ora si dispone di telescopio con carte stellari contenenti milioni di stelle e atri oggetti celesti. Strumenti che si guidano da soli e che purtroppo fanno perdere buona parte delle conoscenze dirette del cielo. Illustriamo qui sotto la descrizione dell’Atlante celeste.

Contenente tutte le stelle visibili ad occhio nudo Le doppie, le variabili, le nuove Gli ammassi e le nebulose principali Gli spettri delle stelle fino alla quinta grandezza

Sono ormai passati 50 anni dalla morte di questo illustre personaggio e vogliamo ricordarlo riportando le indicazioni che appaiono ancora su Wikipedia, informazioni recentemente aggiornate dalla nipote, la dottoressa Vittoria Lacchini che sta raccogliendo tutte le notizie storiche disponibili del nonno. Chi è interessato ad approfondire l’argomento può trovare notizie diffuse in un articolo di V. Lacchini sul “Giornale di Astronomia “, rivista della Società Astronomica Italiana, edito dagli Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali - Pisa nel prossimo numero di settembre .

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GIOVANNI BATTISTA LACCHINI (Faenza, 20 maggio 1884 – Faenza, 6 gennaio 1967) è stato un astronomo italiano.

Nato a Faenza, Ufficiale Postale con studi classici, appassionato di astronomia con doti straordinarie di capacità osservativa, gli venne riconosciuta dal Ministero della P.I. competenza professionale in campo astronomico honoris causa nel 1928. In contatto dal 1911 con W.T. Alcott partecipò alla fondazione, unico non americano , della American Association of Variable Star Observers (AAVSO) a cui inviò fino al 1956 più di 53000 osservazioni di stelle variabili, il suo campo di studio preferito. Nel 1922 divenne membro della Commissione n 27 per le stelle variabili dell'Unione Astronomica Internazionale (IAU). Nel 1920 costruì sul tetto di casa l'Osservatorio Urania Lamonia al quale fecero visita Presidente e segretario dell'AAVSO e il Prof Azeglio Bemporad . Prese servizio al Regio Osservatorio di Catania nel 1928. Nell'ottobre 1930 ottenne il trasferimento al R O.A stronomico di Pino Torinese quindi, dal 1933 all'età del pensionamento nel 1952 prestò servizio all'Osservatorio Astronomico di Trieste dove l'attività osservativa era molto limitata dalle condizioni climatiche, dall'inquinamento luminoso e dalla pessima conservazione degli strumenti .Negli anni 1943- 44 rimase

solo a condurre l'Osservatorio Astronomico di Trieste, riuscendo a smontare e portare fortunosamente in salvo le preziose attrezzature durante i bombardamenti. Dal 1923 collaborò col Prof Gudo Horn D'Arturo direttore del R.O. Università di Bologna in campo fotografico, spettroscopico e divulgativo ( rivista CoelVm e relativo Almanacco ) . Le sue pubblicazioni scientifiche sia in campo nazionale che internazionale sono oltre 160. Ha compilato un innovativo dettagliato Atlante Celeste spettroscopico, pubblicato in quattro edizioni (1948, 1954, 1960, 1969), con ristampe fino al 1980.Giovanni Battista Lacchini è scomparso a Faenza il 6 gennaio 1967.

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STELLARIUM SCRIPTING (a cura di Roberto Brisig )

Nono appuntamento di una serie di articoli, iniziata con il bollettino 407/2017 dedicati alla programmazione degli scripts di Stellarium dove si cercherà di illustrare alcune peculiarità e possibilità del programma cercando di ovviare alla scarsa documentazione di Stellarium sull’argomento limitandosi a mettere a disposizione semplicemente il repertorio dei comandi senza alcuna descrizione specifica.

Introduzione

Il noto programma di simulazione astronomica Stellarium può essere pilotato, oltre che dai comandi del mouse con le icone del display e dai numerosi comandi da tastiera (ricordiamo che sono elencati nella finestra di aiuto, richiamabile con F1) anche con dei programmi editabili in un file detto Script.

Questi script contengono una sequenza di istruzioni che permette a Stellarium di presentare in modo automatico qualsiasi situazione astronomica, senza

alcuna necessità di digitare alcunchè sulla tastiera o usare il mouse, così da poter replicare a volontà le presentazioni con essi preparati.

Gli script sono dei file di testo scritti secondo il linguaggio ECMAscript (noto anche come JavaScript) che dà al programmatore l’accesso a tutte le peculiarità di questo linguaggio quali istruzioni condizionali, cicli, variabili, manipolazione di stringhe, ecc.

L’interazione con Stellarium è data mediante l’uso di una collezione di istruzioni specifiche che permettono di effettuare ogni e qualsiasi azione del programma.

Stellarium è liberamente scaricabile alla pagina: http://www.stellarium.org/it/ ed è disponibile per le piattaforme Windows, MacOS e Linux.

In questo capitolo vengono elencati i comandi principali contenuti nella classe SolarSystem relativi alla rappresentazione dei corpi celesti del sistema solare (pianeti, pianetini e comete) Questi comandi sono tutti preceduti dalla parola chiave SolarSystem. Essendo l’insieme dei comandi di questa classe molto esteso, nell’elenco seguente sono illustrati solamente i comandi più importanti e si lascia agli ineressati la consultazione del repertorio completo disponibile all’indirizzo www.stellarium.org/doc/0.15.0/scripting.html

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Visibilità degli oggetti

setFlagPlanets (b)

Istruzione con la quale si rendono visibili i pianeti.

Se b = true i pianeti sono visibili, se b = false i pianeti sono nascosti.

setFlagTrails (b)

Istruzione per rendere visibile il percorso compiuto dal pianeta selezionato durante lo scorrimento del tempo.

Da non confondere con setFlagOrbits che mostra l’orbita completa.

Se b = true la traccia è attiva e visibile, se b = false la tracciatura è disattivata.

setFlagLabels (b)

Istruzione con la quale si rendono visibili le etichette dei pianeti.

Se b = true le etichette sono visibili, se b = false le etichette sono nascoste.

setFlagOrbits (b)

Istruzione con la quale si rendono visibili le orbite dei pianeti.

Se b = true le orbite sono visibili, se b = false le orbite sono nascoste.

setFlagPointer (b)

Istruzione con la quale si rende visibile il puntatore (croce rossa) dell’oggetto.

Se b = true il puntatore è visibile, se b = false il puntatore è disattivato.

Settaggio dei colori delle orbite

Ogni singola orbita può assumere un colore specifico.

Per il loro settaggio si rimanda al repertorio completo analogamente a quanto descritto al capitolo 5 relativo alle linee,

griglie e punti geografici.

In questo capitolo vengono elencati i comandi principali contenuti nella classe StelMovementMgr relativi alla gestione dei

movimenti della volta celeste.

Questi comandi sono tutti preceduti dalla parola chiave StelMovementMgr.

Il repertorio completo è disponibile all’indirizzo www.stellarium.org/doc/0.15.0/scripting.html

Impostazione del tipo di montatura

toggleMountMode ()

Con questo comando si può passare in modo veloce dalla montatura corrente a quella equatoriale o altazimutale e

viceversa, analogamente a quando si preme il tasto montature sul lato inferiore di Stellarium.

Non occorrono parametri ma non dimenticare le parentesi.

setEquatorialMount (b)

questo comando attiva o meno la montatura equatoriale.

Con b = true è attiva la montatura equatoriale; con b = false è attiva la montatura altazimutale.

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Movimenti della volta celeste

panView (deltaAz, deltaAlt)

sposta il campo di visione (equatoriale o altazimutale) per i valori indicati nei parametri

deltaAz = spostamento azimutale espresso in radianti

deltaAlt = spostamento dell’altezza espresso in radianti

Questi valori possono anche essere negativi.

zoomTo ( FOV, dur)

Comando che allarga o restringe il campo visuale (effetto zoom)

FOV = campo visuale espresso in gradi

dur = durata del movimento apparente espresso in secondi

lookTowardsNCP ()

Comando che centra istantaneamente il campo visivo verso il polo nord celeste

lookTowardsSCP ()

Comando che centra istantaneamente il campo visivo verso il polo sud celeste

lookZenith ()

Comando che centra istantaneamente il campo visivo verso lo zenith

Script completo che mostra il moto retrogrado di marte

In questo esempio si possono trovare molte delle tipologie di comandi descritti finora.

Esso è perfettamente eseguibile copiandolo nella directory script di Stellarium ed eseguendolo tramite il suo editore o

tramite il comando di tastiera F2 – Script.

Si vedrà Marte compiere un ciclo di movimento retrogrado con passi di un secondo.

// Name: MarsRetro2018demo

// License: Public Domain

// Author: rbr-APAN, agosto 2017

// Description: Moto retrogrado di Marte tra il 26 giugno e il 27

// agosto 2018

// si definisce data e ora d'inizio del fenomeno

var dateInit = "2018-05-01T00:00:00";

// si definisce data e ora finale del fenomeno

var dateFin = "2018-10-30T00:00:00";

var id;

// si disattivano il paesaggio, la nebbia e l'atmosfera

core.clear("natural");

LandscapeMgr.setFlagLandscape(false);

LandscapeMgr.setFlagFog(false);

LandscapeMgr.setFlagAtmosphere(false);

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// si disattiva la traccia dell'orbita per evitare sorprese

SolarSystem.setFlagTrails(false);

// si definisce l'oggetto da inseguire

core.selectObjectByName("Mars", false);

// si definisce il modo di montatura

core.setMountMode("azimuthal");

// si definiscono le coordinate dell'etichetta con la data

xAffichage = 700;

yAffichage = 100;

// si definisce la data e l'ora corrente

core.setDate(dateInit);

// si definisce l'angolo orario e la declinazione di partenza

var RaDebut = "20h 00m 00s";

var DeDebut = "-21d 00m 00s" ;

core.moveToRaDec(RaDebut, DeDebut);

// si definisce l'angolo di visione (zoom)

StelMovementMgr.zoomTo(35,3);

// si disattivano eventuali etichette del sistema solare

SolarSystem.setFlagLabels(false);

// pausa di 2 secondi

core.wait(2);

// si attiva il tracciamento dell'orbita

SolarSystem.setFlagTrails(true);

core.wait(1);

// inizio del ciclo di tracciamento

do

{

// si imposta l'intervallo fra due tracciamenti

core.setDate("+1 days sidereal");

// si memorizza data e ora in una variabile

dateObs = core.getDate();

// si prepara una etichetta da mostrare

message = dateObs.substring(8,10)+" "+dateObs.substring(5,7)+" "+dateObs.substring(0,4);

// si mostra l'etichetta

id = LabelMgr.labelScreen(message, xAffichage, yAffichage, true, 25);

core.wait(1);

// si cancella l'etichetta

LabelMgr.deleteLabel(id);

}

// si ripete il ciclo finchè la data di osservazione non superi la //data finale

while (dateObs <= dateFin);

Si conclude con questo esempio la serie di articoli dedicati alla programmazione degli script di Stellarium in

cui sono stati illustrati e documentati i principali comandi necessari alla programmazione.

Ricordiamo che il repertorio completo dei comandi si trova all’indirizzo www.stellarium.org/doc/0.15.0/scripting.html

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SISTEMA SOLARE - Incontro ravvicinato con l'asteroide Florence (a cura di Silvano Minuto)

In attesa dell'asteroide 2012 TC4, che 'sfiorerà' la Terra a ottobre, c'è un altro sasso cosmico 'vicino' al nostro pianeta: è 3122 Florence, con i suoi 4,4 chilometri di diametro. Il primo settembre è passato a circa 7 milioni di chilometri dalla Terra.

La particolarità dell'asteroide è la sua mole. "Anche se molti asteroidi noti sono passati più vicino di quanto farà Florence, tutti sono di dimensioni minori", commenta Paul Chodas, direttore del Centro per lo studio dei Near-Earth Object (CNEOS) della Nasa al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. "Florence è il più grande asteroide a passare così vicino al nostro pianeta, da quando è iniziato il programma della Nasa per rilevare le tracciare questi oggetti".

Questo incontro relativamente 'vicino' ha offerto quindi l'opportunità di studiarlo in modo più ravvicinato. Florence quindi è un eccellente bersaglio per le osservazioni fatte con i radar terrestri, che potrebbero mostrare le sue reali dimensioni, e cogliere anche dettagli della sua superficie. L'asteroide è stato scoperto nel marzo del 1981 da Schelte "Bobby" Bus all'osservatorio Siding Spring in Australia, ed è stato chiamato così in onore di Florence Nightingale, la fondatrice dell'infermieristica moderna.

Questo di settembre è il passaggio più ravvicinato dell'asteroide dal 1890 e lo rimarrà fino a dopo il 2500. Florence sarà ben visibile all’inizio di settembre anche ai piccoli telescopi, quando attraverserà le costellazioni del Capricorno, Acquario, Delfino e Pesci australi.

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SISTEMA SOLARE - Addio Cassini - (a cura di Silvano Minuto)

IL 15 SETTEMBRE IL TUFFO FINALE DENTRO L'ATMOSFERA DI SATURNO

Dopo 20 anni nello spazio e 13 di esplorazione di Saturno, degli aneli che lo bordano e dei suoi satelliti, la sonda Cassini ha iniziato la fase finale della sua attività. La NASA ha deciso quali saranno i passi che la sonda eseguirà fino al 15 di settembre, quando la sonda verrà fatta precipitare all'interno delle dell'atmosfera di Saturno.

La procedura che porterà Cassini a questa fase finale chiamata “The Grand Finale”, il gran finale, è iniziata l’11 aprile. Le manovre sono proseguite il 22 aprile con un ultimo avvicinamento alla luna Titano. Quindi, dopo aver sorvolato più volte gli anelli ed aver attraversato il piano attorno al quale orbitano, la sonda inizierà la discesa all'interno dell'atmosfera di Saturno, una discesa che permetterà di raccogliere il maggior numero di informazioni sulla sua composizione. Poi le temperature elevate porteranno alla distruzione della sonda.

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INQUINAMENTO LUMINOSO L’IMPOLLINAZIONE E LA LUCE ARTIFICIALE (a cura di Silvano Minuto)

E’ stato pubblicato sulla rivista Micron da parte di Pietro Greco un interessante studio su questo fenomeno.

La ricercatrice Eva Knop e un gruppo di suoi colleghi svizzeri e francesi hanno appena pubblicato su Nature un articolo dal titolo Artificial light at night as a new threat to pollination: la luce artificiale notturna come nuova minaccia alla impollinazione. Ne sanno qualcosa le api che non sopportano questo tipo di inquinamento.

Ricorda che il 23% della superficie terrestre compresa tra il 70° parallelo Nord (quello che passa per Tromsø in Norvegia, per intenderci) e il 60° parallelo Sud (tutto l’emisfero meridionale, tranne l’Antartide); il 50% degli Stati Uniti e l’88% dell’Europa si trova in una condizione di inquinamento luminoso notturno. L’estensione dell’inquinamento luminoso cresce, secondo recenti studi, del 6% ogni anno. Ormai l’80% della popolazione umana del pianeta vive in un ambiente notturno con un

eccesso di luminosità artificiale. La percentuale sale al 99% per noi Europei e per gli abitanti del Nord America.

È noto che l’inquinamento luminoso ci impedisce di vedere il cielo. La visione della Via Lattea, per esempio, è inibita all’80% dei nord-americani, al 60% degli Europei e al 33% dell’intera umanità. Secondo molti studiosi, questo comporta un disturbo del nostro ritmo giorno/notte.

Ma non sono solo gli astronomi e gli astrofili a lamentarsi. La luce artificiale, infatti, ha trasformato l’ambiente notturno esterno alle nostre case in larga parte del mondo, modificando i cicli naturali della luce in vario modo, come sostengono Kevin J. Gaston e un gruppo di suoi colleghi inglesi in un articolo, Benefits and costs of artificial nighttime lighting of the environment (benefici e costi dell’illuminazione notturna artificiale dell’ambiente) apparso tempo fa su Environmental Review. Le modifiche si realizzano in termini di tempo di esposizione, di lunghezza d’onda e di distribuzione della luce. Gli effetti sono i più impensabili e afferiscono alla salute e al benessere dell’uomo, ai consumi di energia, alle emissioni di carbonio e persino agli incidenti stradali e ai crimini.

Per Gaston e colleghi ne sappiamo troppo poco. E insistono perché la ricerca scientifica si muova lungo tre strade: aumentare in quantità; diventare più interdisciplinare e connettere i dati raccolti dalle più diverse comunità; stringere un rapporto stretto tra ricerca, politica e buone pratiche.

Ma, tornando alle nostre api e agli altri insetti impollinatori, pochi avevano pensato finora che anche i nostri simpatici insetti potessero soffrire per questo eccesso di luce notturna. Ma Eva Knop e i suoi colleghi hanno pensato bene di seguire nei fatti i suggerimenti dei colleghi inglesi e di saperne di più su inquinamento luminoso e impollinazione. Hanno così realizzato un esperimento controllato su alcuni prati alpestri della Svizzera, 7 illuminati di notte con luce artificiale e 7 presi come riferimento per una comparazione quantitativa. I risultati sembrano parlare abbastanza chiaramente: le visite degli insetti impollinatori nel corso della notte è scesa del 62% nelle aree illuminate, rispetto ai prati non illuminati; il numero di specie vegetali visitate del 29% e la produzione di frutta degli alberi è diminuita del 13%. Inoltre la modifica del ciclo giorno/notte determina disturbi anche agli impollinatori diurni.

Tutto ciò corrobora l’ipotesi che la luce artificiale possa essere, insieme ad altri fattori come l’inquinamento chimico e l’invasione di specie aliene, uno dei fattori di crisi del complesso sistema di impollinazione a scala mondiale. I ricercatori franco-svizzeri ricordano che il sistema di impollinazione tramite insetti è un “servizio naturale” decisivo per molti ecosistemi e che ne beneficia l’88% delle angiosperme a grana grossa, le piante dotate di fiori e semi protetti.

Ma è prezioso, come dicevamo, anche per l’uomo. Si calcola che produca ricchezza, ogni anno, per oltre 360 miliardi di dollari. Per cui, amici, questa sera spegnete le luci.

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COMETE C/2015 ER61 PanStarrs (a cura di Graziano Ventre e Sandro Baroni)

La Cometa C/2015 ER61 ripresa il 20 Agosto 2017 da Graziano Ventre , Postazione Astronomica “Via Lattea” di Bellagio. La cometa si trova immersa nella nebulosità di M45…. Riuscite a trovarla?

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ASTROFOTOGRAFIA M31 La magnifica Galassia in Andromeda (a cura di Alessandro Segantin)

Ripresa la notte a cavallo tra il 22 ed il 23 Agosto dal Passo del Sempione (CH) a 2.000 metri di quota.

Dati tecnici di ripresa:

Somma di 22 pose da 5 minuti a 800 ISO, somma di 22 pose da 60 secondi e somma di 22 pose da 10 secondi + 5 dark (per ogni tipologia di posa) + 100 bias + 25 flats.

Camera Canon Eos 40D Full Spectrum

Rifrattore APO 80/480 FPL53 e riduttore/spianatore 0.8 X

Skywatcher N-Eq6 Pro

Guida: QHYL-II su mini telescopio Tecnosky SharpGuide

Elaborazione finale: PixInsight 1.8 Core Ripley

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ASTROFOTOGRAFIA Congiunzione Luna Giove (a cura di Oreste Lesca)

Immagine eseguite con fotocamera bridge a mano libera 1/25 di sec a f 5 3200 ISO

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FLY ME TO THE MOON Il cratere "Euclides", (a cura di Davide Crespi)

Nella parte sud-orientale dell'Oceanus Procellarum possiamo osservare il cratere "Euclides", una formazione circolare a forma di conca e con materiale esplulso brillante situata ad ovest dei Montes Riphaeus. Sui versanti scoscesi si trova un piccolo rilievo ad est. Le pareti sono abbastanza alte ed il fondo è arrotondato. Si pensa che la sua formazione possa risalire al periodo Copernicano (da -1.1 miliardi di anni ad oggi). Il periodo migliore per la sua osservazione è 2 giorni dopo il primo quarto oppure 1 giorni dopo l’ultimo quarto.

(segue)

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Alcuni dati:

• Longitudine: 29.564° West

• Latitudine: 7.401° South

• Faccia: Nearside

• Quadrante: Sud-Ovest

• Area: Parte Sud-Orientale dell'Oceanus Procellarum

Origine del nome:

• Dettagli: Euclide

• Matematico greco del 4° secolo a.C. nato in Grecia

• Morto ad Alessandria

Fatti notevoli: Animatore della Scuola di Matematica di Alessandria. Autore di un trattato di geometria 'Gli

Elementi' in 13 libri contenenti numerosi postulati. Autore di numerose altre opere che sono andate perdute.

• Autore del nome: Mädler (1837)

• Nome dato da Hevelius: Mons Athos

Nelle foto una ripresa di Lunar Orbiter 4 del cratere “Euclides” e una Scultura raffigurante il matematico

Euclide. Lo strumento minimo per poter osservare questa formazione è un rifrattore da 100mm.

Hanno collaborato: Silvano Minuto, Roberto Brisig, Corrado Pidò, Davide Crespi, Vittorio Sacco, Alessandro

Segantin, Sandro Baroni, Oreste Lesca, Tiziano Ventre

Immagine di copertina : Eclissi totale di sole del 21 Agosto 2017 ripresa negli U.S.A. da Davide Crespi, nei

prossimi numeri approfondimenti e altre immagini.

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