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Il ‘900 Fabrizio Mazzucconi Società Astronomica Italiana

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Il ‘900

Fabrizio Mazzucconi

Società Astronomica Italiana

Il ‘900Descrivere in due ore i progressi dell’astronomia, anzi dell’A-

strofisica, nel XX secolo è un compito estremamente difficile,

direi impossibile

La ricerca si è estesa a tutto il mondo e, dal prodotto di una

sintesi o di un’intuizione di un grande genio, si è trasformata

in un mosaico, in cui in tanti aggiungono un piccolo o grande

tassello.

Questo ha portato ad uno sviluppo dell’Astrofisica esponenzia-

le, tanto che attualmente non è più possibile essere aggiorna-

ti in tutti i campi in cui si è suddivisa

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Il ‘900

Per questo mi limiterò a parlare di pochi argomenti,

quelle che secondo me sono le più importanti con-

quiste del XX secolo, dopo aver inquadrato le due

cose che hanno permesso la grande crescita:

• l’evoluzione degli strumenti

• l’evoluzione di tutte le altre scienze che

nell’Astrofisica trovano una sintesi mirabile

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Il più grande telescopio esistente all’inizio

del ‘900 era il rifrattore di Yerkes (102 cm di

diametro e 19 metri di lunghezza)

Questo è il limite a cui può praticamente

giungere uno strumento a lente, per due

motivi:

• Fragilità di una lente, che per funzionare

deve essere «sottile»

• Il peso (notevole) della lente che viene

concentrato in cima allo strumento

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Ma perché diametri maggiori

Per migliorare le osservazioni occor-

revano diametri maggiori:

• Per aumentare la quantità di ra-

diazione raccolta e quindi osser-

vare oggetti sempre più deboli

• Per migliorare il potere risoluti-

vo delle immagini, che è propor-

zionale alla lunghezza d’onda e

inversamente proporzionale al

diametro del raccoglitore

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Mt. Wilson e Mt. Palomar

Nel 1908 viene inaugurato sul

Mt. Wilson un telescopio da

1,50 m, seguito nel 1917 da un

altro rifrattore da 2,50 m

(telescopio Hooker),

che rimase il più grande

telescopio al mondo, fino al

1949, all’entrata in servizio del

telescopio Hale di Mt. Palomar

di 5 metri di diametro

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

il dopo Palomar

Nel 1976 la Russia inaugurò nel

Caucaso un telescopio da 6 m

A cui nel 1991 seguì il telescopio da

10 m. Keck delle Hawai.

Oltre questo limite è difficile, e per

quei tempi inutile, andare anche con

i riflettori, perché siamo ai limiti di

quello che ci permetteva l’atmosfera

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Entra in gioco lo spazio

In effetti questo parve un’operazio-

ne eccessiva ed inutile, perché nel

1990 fu messo in orbita un telescopio

di ‘soli’ 2,50 m, che nonostante le

difficoltà iniziali, parve subito eclis-

sare qualsiasi telescopio terreste:

Hubble Space Telsecope

I risultati ottenuti da questo stru-

mento hanno rivoluzionato l’Astro-

fisica e fatto pensare seriamente ad

abbandonare l’osservazione da Terra

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nuove tecniche

L’uso di specchi fatti a tasselli per

semplificare la costruzione del

primario (l’idea è di un italiano

Guido Horn d’Arturo che ne 1952

completo un telescopio di 180 cm

nell’osservatorio di Bologna,

formato da 61 tasselli esagonali)

L’uso di ottiche adattive per com-

pensare le distorsioni introdotte

dall’atmosfera

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Nuove tecniche

L’uso dell’interferometria, che per-

mette di abbinare più telescopi come

se fossero uno.

I 4 telescopi da 8,2 m di diametro

ciascuno che formano il VLT del

Cerro Paranal, quando lavorano in

modalità interferometrica simulano

un telescopio di 16 m per la quanti-

tà della luce raccolta e un telescopio

di 100 m per la risoluzione massima

raggiungibile

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Lo stato attuale e il futuro

Attualmente la situazione è questa:

Sui 4 m. numero telescopi 12

5 – 6 m. 5 telescopi

8 – 10 m. 10 telescopi + 3 in costr.

Progetti futuristici:

2 telescopi da 50 m.

1 da 100 m. di diametro (OWL)

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Ancora lo spazio

Meno noti dell’HST, ma altret-

tanto importanti sono le decine

di altri satelliti che ci hanno

fornito una quantità eccezionale

di informazioni:

Per esempio:

Hipparcos che ci ha fornito la

parallasse (e quindi la distanza)

di 120.000 stelle

Gaia che ha fatto la stessa cosa

per 1 miliardo di stelle

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Il resto dello spettro

Ma ulteriori progressi si sono aggiunti quando alle informazioni che la

«luce» ci poteva fornire, si sono aggiunte quelle delle altre regioni

spettrali, a partire dalla radioastronomia.

Nel 1931 un ingegnere della Bell Telephone (Jansky) notò una sorgen-

te di rumore radio a l15 m, avente una periodicità di 23h 56m, tipica delle sorgenti siderali, che sembrava provenire dal centro della Via

Lattea

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

I primi risultati

Nel 1937 Reber, osservando alla

lunghezza d’onda di 1,85 m, mise

in evidenza picchi di intensità nel

Sagittario, nel Cigno e in Cassiopea.

Ma la scoperta più importante fu

quella fatta da Penzias e Wilson di

una radiazione (l 7 cm) distribuita in modo isotropo su tutto il cielo,

corrispondente ad una temperatura

di circa 3° K, proprio a quella che

era stata dedotta essere il residuo

del Big Bang

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

ALMA – 66 antenne da 12 e 7 m

Ulteriori risultati

Inoltre la radioastronomia ha per-

messo di scoprire enormi nubi di H

monoatomico, invisibile agli stru-

menti ottici, ma rilevabile a 21 cm

per una rara emissione dovuta

all’inversione di spin dell’elettrone.

Questo ha permesso di stilare una

mappa della Galassia, anche per

regioni inaccessibile all’osservazioni

ottiche, in quanto questa radiazione

passa indisturbata attraverso la

polvere interstellare.

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Le nubi molecolari

Altro grande risultato della radio-

astronomia è stato la scoperta

delle emissioni di decine di mole-

cole complesse, invisibili ad occhio

nudo, dal radicale ossidrile OH,

fino alla metilammina e all’acido

formico, precursori degli ammino-

acidi, fondamentali per lo svilup-

po della vita

La grande nube molecolare di Orione

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Altre scoperte ….

Sempre alla radioastronomia si deve

la scoperta di una serie di nuovi og-

getti, alcuni esotici, altri solo imma-

ginati da fervide menti:

Pulsar

Quasar

Nuclei di galassie radio attivi

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Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Immagine X della Pulsar della VelaEmissione del nucleo attivo di M87

Il ’900 – L’evoluzione degli strumenti

Nelle varie lunghezze d’onda

Altri risultati nuovi e importanti si

sono avuti dalle decine di sonde che

ci hanno mostrato aspetti nuovi

della nostra stella: Il Sole

Oppure dalle sonde che osservavano

nei campi preclusi dall’atmosfera,

come l’X (Chandra), il g e l’infra-rosso, come Spitzer, che ha scoperto

un nuovo anello di Saturno

Che ci hanno permesso di studiare

oggetti già noti con nuove informa-

zioni estremamente importanti

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Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

Un altro motivo dell’evoluzione dell’Astrofisica è

da ricercarsi anche nel rapido sviluppo di tutte le

altre scienze, che nell’Astrofisica trovano una

mirabile sintesi.

In poco più di mezzo secolo la Matematica, la

Chimica e soprattutto la Fisica hanno fatto passi

da gigante nella comprensione della struttura

della materia e soprattutto del suo comporta-

mento, anche in condizioni estreme

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Bunsen

Maxwell

Mendeleev

Planck

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La struttura nucleare

Già all’inizio del novecento si sapeva cheun atomo è costituito da un nucleo, concarica positiva, contornato da una nuvoladi elettroni negativi, che bilancianonormalmente la carica del nucleo

Nel 1932 Chadwich provò l’esistenzaall’interno dei nuclei di due tipi diparticelle: i protoni, carichi positivamentee i neutroni senza carica elettrica

+-

-

++

+

-

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

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Gli elementi più importanti

L’idrogeno (H) è l’atomo più semplice,costituito da un solo protone e unelettrone

L’elemento successivo è l’elio (He), conun nucleo più complesso, costituito dadue protoni, la cui carica è bilanciatadalla presenza di due elettroni nega-tivi.

Per schermare le cariche positive deiprotoni nel nucleo ci sono dei neutroni,normalmente in numero di due.

+

-

+

+

-

-

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

Gli altri elementi

Tutti gli altri elementi sono formati da un numero diverso di queste par-

ticelle, ma sempre in modo che la carica positiva nei protoni nucleari sia

esattamente schermata da uno stesso numero di elettroni:

Il numero delle cariche elettriche determina le caratteristiche chimiche

dell’elemento

Il numero delle particelle nucleari (protoni+neutroni) determina il peso e

quindi le caratteristiche fisiche dell’elemento

Isotopi – Ioni -- Trasmutazioni nucleari

Tutti questi cambiamenti sono accompagnati da emissioni o acquisti di

energia

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Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

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Il neutrino

• Dall’osservazione che: quando un nucleo radioat-tivo emette una particella b ((un elettrone), l’ener-gia perduta dal nucleo non corrisponde a quella dell’elettrone emesso, il quale in media risulta averne circa la metà, mentre il resto sembra svanito.

• Nel 1933 Pauli postulò l’esistenza di una nuovaparticella: il neutrino, senza carica e senza massadi riposo, che quindi non poteva essere rivelato fa-cilmente, ma che si portava via l’energia sparita,sotto forma di energia cinetica.

+

-

n

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Bethe 1939

+ Elettrone

positivo

- Elettrone

negativo

NeutroneH+ Protone

Nucleo idrogeno

nn

g gg g

Raggio g n Neutrino

H+ H+ H+ H+

H+ H+

D+

D+

He3He3

He4

H+ H+

Scoprì che l’H può

trasformarsi in He

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Il ciclo p - p

mH = 1,0078 4p+ = 4,0312 He4+ = 4,0026

Dm = 0,0286 (0,7%)

DE = Dm c2

Se si trasforma 1 grammo di H, l’energia emessa è:

DE = 0,007 x 9 1020 = 6,3 1018 erg

Questa reazione è particolarmente sensibile alla temperatura

Dov’è che abbiamo tanto H e temperature elevate?

Nel Sole e nelle altre stelle

L’Astrofisica diviene il laboratorio della Fisica

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

900 - L’evoluzione stellare:

i prerequisti

Occorrerebbe

• Magnitudine apparente e assoluta

• Spettroscopia

• Composizione delle stelle

• Struttura del Sole

• Massa delle stelle

• Curve di Planck

• Legge Stefan-Boltzmann

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Sirio A e B

Magnitudini apparenti

Nel II° secolo a.C. Ipparco, probabilmente spinto dall’apparizione di una

stella «nova», volle compilare un catalogo delle stelle e per fare questo definì

una scala di luminosità, suddividendole in sei classi: dalle stelle di prima

grandezza a quelle appena visibili ad occhio nudo.

Gli studi sulla fisiologia dell’occhio umano hanno permesso di comprendere

come esso reagisce a stimoli esterni:

m1 – m2 = -2,5 log (I1/I2)

Ove il segno e il coefficiente venivano introdotti per mantenere una certa uniformità con la scala

stabilita da Ipparco

Nel 1908 venne pubblicato un catalogo (Harvard Photometry) contenente

la magnitudine apparente di 45.000 stelle

17/09/2016 Evoluzione stellare 27

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

Magnitudine apparente m

Tale grandezza dipende da quattro fatto-

ri: due intrinseci (l’intensità dell’emissione

propria della stella e il suo raggio) e due

esterni (l’assorbimento e la distanza):

• Se S è la luminosità di un cm2 di superficie

stellare, l’emissione totale sarà

L = 4 p r2 S

• Poiché la luminosità viene emessa in tutte

le direzioni, essa si distribuisce su tutta la

sfera, alla distanza d la luminosità sarà:

m = Ld = L / 4 p d2

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Il ‘900 – L’evoluzione stellare

Magnitudine assoluta M

Per avere una misura della luminosità

indipendente dalla distanza si suppone di

portare tutte le stelle alla distanza di 10

parsec e si confrontano le magnitudini così

ottenute M:

Ld /L10 = 100 / d2

log Ld /L10 = 2 – 2 log d

m – M = 5 log d – 5

Modulo della distanza

17/09/2016 Evoluzione stellare 29

1 p

ars

ec –

3,2

6 a

nni lu

ce

U.A.

1 s

ec

Orbita della

Terra

Ld = L / 4 p d2

m1 – m2 = -2,5 log (I1/I2)

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Confronto fra magnitudine apparente e assoluta

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

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Densità media del Sole

Dalle leggi Keplero e di Newton si ricava la massa del Sole

1,991 1033 gr

• Conoscendo il volume e la massa si ha la densità media, che risulta essere

1,41 gr/cm3

di poco superiore a quella dell’acqua

• La misura della densità media del Sole ci da un’informazione importan-

te, un’indicazione molto stringente sulla sua composizione chimica:Una

densità media così bassa, in un corpo tanto grande e quindi con pres-

sioni interne estremamente elevate, ci porta a pensare che tale corpo non

possa essere costituito che dagli elementi più leggeri che esistono in

natura

H e He

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Massa delle stelle

Il Sole non è l’unica stella di cui pos-

siamo misurare la massa: dopo anni (o

secoli) di osservazioni, si può ottenere

l’orbita apparente di una stella doppia.

e da questa si derivano

i parametri orbitali del sistema:

a = semiasse dell’orbita UA

T = periodo in anni

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

17/09/2016 F. Mazzucconi 33

Il sistema di a Cen

11,6 ua

36 ua

13.000 ua (300 Plutone) = O,24 al

a Cen B

Proxima

?

P=80 anni P=106 anni

Giove

Urano

a Cen A

Il sistema di a Cen

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Misura della massa stellare

dalla terza legge di Keplero nella sua formulazione completa

a3 / T2 = G/4p2 (M1 + M2)

se le masse sono espresse in masse solari: G/4p2= 1

a3/T2 = M1 + M2

e dalla legge di Newton

F = G (M1 + M2)/d2

Si può ricavare la massa delle due stelle

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Eddington: diagramma

Massa/Luminosità

Con la massa, determinata per le

stelle doppie, e la magnitudine

assoluta fu costruito un diagramma

L/M (1919 Hertzspung, poi giusti-

ficata teoricamente nel 1924 da

Eddington)

in cui si scoprì un legame stretto fra

le due grandezze

L = a Mb

Limiti della relazione

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

Spettroscopia

Primo passo per superare i limiti

alla conoscenza della fisica e della

chimica dei corpi celesti:

le osservazioni di Fraunhofer 1817

Le tre leggi di Kirchhoff 1859

17/09/2016 Evoluzione stellare 36

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Gli spettri stellari di Donati (1862)

La Terra, il Sole e le stelle

sono fatte dello stesso materiale!

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

F. MazzucconiEvoluzione stellare

I primi cataloghi (Secchi 1863) - 300 stelle

Basati su caratteristiche morfologiche dello spettro

Colore bianco:-blu Righe molto intense (Sirio, Vega, Altair)

Colore giallo: Moltissime righe, molto sottili (Sole, Capella, Polluce)

Colore arancione: righe ancora più numerose e anche bande molecolari(Betelguese, Aldebaran, Mira)

Colore rosso: Solo bande molecolari (Proxima Cen)

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

Cataloghi degli spettri

Nel 1890, usando i soldi della donazione della vedova Draper, fu pub-

blicato a cura di miss Fleming, una collaboratrice di Pickerig, un primo

catalogo di spettri stellari classificati in 17 classi dalla A alla Q, in base

all’intensità delle righe dell’H e del CaII (in effetti le ultime 4 classi

contengono solo righe in emissione).

Un’altra allieva (miss Maury) rilevò una caratteristica importante:

stelle appartenenti alla stessa classe, presentavano righe di aspetto

diverso, normali (a), dai contorni mal definiti (b) o righe particolmente

nette e sottili (c).

Nel 1901 miss Cannon rielaborò il sistema di classificazione, togliendo

alcune classi superflue e operando delle inversioni:

O, B, A, F, G, K, M, R, N, S

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Il ‘900 – L’evoluzione stellare

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Catalogo Henry Draper

Il primo catalogo, con 1.000 spettri, fu pubblicato nel 1909, nel 1925 uscì il decimo volume

del catalogo Henry Draper con 300.000 spettri.

Il lavoro era importante in quanto si capiva che l’aspetto dello spettro dipendeva soprattutto

dalla temperatura e quindi la classificazione proposta era una classificazione secondo la

temperatura decrescente.

Questo ebbe importanti ripercussioni anche sulle idee di evoluzione stellare.

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Confronto di spettri

Confrontiamo la stessa regione dello spettro per due stelle dalle caratteristiche diverse, Vega (blu e calda ~ 10.000°K) e il Sole(verde e più freddo ~ 6.000°K)

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

La chimica e la fisica

Queste osservazioni portano a definire le caratteristiche chimiche, ma

anche fisiche, delle stelle, perché la presenza di certe righe ci indica: la

temperatura della superficie stellare, la presenza di determinati elementi

chimici, ma l’aspetto delle righe ci dice anche quali sono le condizioni di

abbondanza degli elementi, nonché la presenza o meno e l’intensità di

campi elettrici e magnetici.

Gli spettri porteranno a definire differenze chimiche nette fra le stelle,

definendo l’esistenza di popolazioni stellari di diversa composizione:

Popolazione I (stelle ricche di metalli)

Popolazione di disco (popolazione intermedia)

Popolazione II (stelle povere di metalli)

17/09/2016 Evoluzione stellare 42

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

La temperatura superficiale

delle stelle

Gli studi di Plank sull’emissione della radia-

zione e la sua distribuzione in lunghezza

d’onda, avranno come conseguenza immediata

la legge di Wien

lm T = 0,2897 cm °K

e quindi la possibilità di definire la temperatu-

ra superficiale dal colore delle stelle

e conoscendo la temperatura possiamo avere

anche una stima del raggio delle stelle

17/09/2016 Evoluzione stellare 43

L = 4 p R2

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

SsT4

Prime idee di evoluzione

stellare

Alla fine dell’800 si pensava, spinti da un’osserva-

zione di Huggins di righe di emissione in nebulose

planetarie (il che presupponeva gas caldo) che le

stelle nascessero dalla contrazione di nebulose

planetarie molto calde, massicce e grandi, per poi

lentamente consumare la propria energia divenen-

do sempre più piccole e fredde.

17/09/2016 Il '900 44

Quindi la classificazione degli spettri rappresentava la linea evolutiva delle

stelle: esse nascevano come luminosissime stelle O-B, per poi passare attra-

verso le fasi intermedie (A, F, G) e finire come piccole stelle rosse (ultimi tipi

spettrali)

Diagramma H/R

Quando furono disponibili un numero

sufficiente di distanze stellari si cercò di

mettere in correlazione la magnitudine

assoluta delle stelle con il loro tipo

spettrale (e quindi la loro temperatura)

Prima Hertzsrung (1905) sotto forma di

tabella e poi Russel (1913) sotto forma

di grafico costruirono quello che poi

venne chiamato il Diagramma H-R

17/09/2016 Il '900 45

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

Stelle giganti

Alcuni risultati erano in linea con quanto

aspettato: in effetti la luminosità intrin-

seca diminuiva passando dai «primi tipi

spettrali» agli ultimi, ma dal tipo F in

poi apparivano stella la cui luminosità si

manteneva ai livelli delle stelle di tipo A.

Queste stelle vennero definite «giganti»,

infatti la luminosità di una stella dipen-

de dalla temperatura e dal raggio, ma

uguale tipo spettrale = stessa temperatu-

ra, quindi maggiore luminosità = raggio

maggiore. L = 4 ps R2 T4

17/09/2016 Il '900 46

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

Stelle nane

Russel coniò anche il termine

stella «nane» per le stelle dal

tipo G in giù di bassa

luminosità

e riuscì a dimostrare che le

stelle giganti e nane dovevano

avere una massa dello stesso

ordine di grandezza, quindi

che ci dovesse essere una

grande diversità di densità

17/09/2016 Il '900 47

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

H/R di ammasso

Era evidente che la struttura di una

stella, e quindi la sua luminosità,

temperatura e dimensioni sono de-

terminate dalla massa, dall’età e

dalla sua composizione chimica.

Stromgren nel 1933 ebbe l’idea

giusta, se prendiamo i diagrammi

H/R di ammassi stellari, che sono

formati da stelle con la stessa com-

posizione chimica e della stessa età,

potremo capire il rapporto fra

massa e struttura delle stelle

17/09/2016 Il '900 48

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

Pleiadi

H e C Per

NGC

2254

M3

La natura del

diagramma

La scoperta del meccanismo di

produzione dell’energia nelle stelle

permise di calcolare la struttura di

una stella in tempi diversi, per

stelle di diversa massa, e di capire

che il diagramma H/R non rappre-

senta un percorso evolutivo, ma

piuttosto un diagramma di stato, in

cui la densità dei punti in certe

zone rappresenta il tempo in cui le

stelle rimangono nei vari stati.

17/09/2016 Il '900 49

Il ‘900 – L’evoluzione stellare

F. MazzucconiEvoluzione stellare

Durata del Sole

Abbiamo visto che la fusione del-l’H avviene solo se la temperatura supera il milione di gradi, quindi può avvenire naturalmente solo nel nucleo del Sole

Per questo il materiale a disposizione può durare solo per 10 109 y

Ma perché la fusione dell’H non avviene tutta contemporaneamente?

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 51

Le stelle sono troppo fredde…

la temperatura necessaria affinché due atomi di idrogeno nel cuore dellestelle, urtandosi, riescano a superare la barriera Coulombiana è di circa 1010

°K >> Tc del Sole

L’energia con cui si scontrano i nuclei nel centro del Sole è 1000 volte piùbassa di quella necessaria a superare la barriera Coulombiana!

E allora?

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

1928: George Gamow

Effetto tunnel

17/09/2016 52

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 53

Le reazioni sono molto rare

Nel centro del Sole la probabilità che

due protoni urtandosi superino la

barriera è di 10-20, si possono

scontrare due p su 100 miliardi di

miliardi di protoni

La lunga vita delle stelle non è altro

che la manifestazione macroscopica

della vita media dei nuclei

Ricordiamo che solo questo avviene

solo nel nucleo, all’interno di un

raggio pari ad circa il 25% Rʘ

T

106 107 108°K

10-5

10

105

1010

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 54

Fase post-sequenza

Una volta che sia esaurito l’H nel nucleo,

la stella, avendo perso la sua fonte di

energia, ricomincia a contrarsi.

Questa contrazione produce un aumento

della pressione, e quindi della tempe-

ratura interna,

Il nucleo, ormai costituito di He, non

brucia facilmente

Ma immediatamente all’esterno del

nucleo comincia a bruciare l’H

si ha un distacco fra le due zone

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 55

Fase di gigante rossa

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 56

La fine di una

stella come il

Sole

Se la massa è troppo picco-

la, non si raggiungerà mai la

temperatura di bruciamento

dell’He (>108 °K):

L’esterno continua a espan-

dersi e il nucleo a contrarsi

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

Non abbiamo guadagnato niente, siamo un’altra volta al

punto di partenza!17/09/2016 57

Fase di

nebulosa

planetaria

La materia che costituiva

l’involucro della stella,

ancora H e He,

si disperde a disposizione per

la formazione di nuove stelle

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 58

Il problema del 5 e dell’8

Nella costruzione dei nuclei degli elementi avevamo adisposizione protoni e neutroni (peso atomico 1) e poi nucleidi He (o particelle a) (peso atomico 4), purtroppo si notache:

vi è un’evidente difficoltà nel creare elementi con peso atomico5 e 8 e questo produce una specie di collo di bottiglia, oltre ilquale non si riesce ad andare

Perchè nessun protone avrà, neanche nel centro di una stella,l’energia sufficiente a superare la barriera coulunbiana di unnucleo, quindi tutto si ferma.

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

In principio Dio creò le radiazioni e la materia primordiale.

La materia primordiale era informe e senza numero e i nuclei si

muovevano all’impazzata sopra la faccia dell’abisso.

E Dio disse:”Sia il numero di massa 2”. E il numero di massa 2 fu.

E Dio vide il deuterio, ed era cosa buona.

E Dio disse: ”Sia il numero di massa 3”. E il numero di massa 3 fu.

E Dio vide il tritio, ed era cosa buona.

E Dio continuò a chiamare numeri finché non arrivò agli elementi

transuranici. Ma quando guardò la propria opera, scoprì che non era cosa

buona. Nell’eccitazione del conteggio, aveva dimenticato di chiamare il

numero di massa 5 e così, naturalmente, non si sarebbero potuti formare

elementi più pesanti.

17/09/2016 59

La soluzione del problema (secondo Gamow)

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

Dio rimase molto deluso, e in un primo momento voleva con-

trarre di nuovo l’universo e ricominciare tutto daccapo. Ma

sarebbe stato davvero troppo semplice. Perciò, essendo

onnipotente, Dio decise di correggere il proprio errore in un

modo più complicato.

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Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

E Dio disse:”Sia Fred Hoyle”. E Hoyle fu. E Dio guardò Hoyle e gli

disse di creare gli elementi pesanti a suo piacimento.

E Hoyle decise di creare gli elementi pesanti nelle stelle e di disperderli

attraverso le esplosioni di supernovae. […]

E così, con l’aiuto di Dio, Hoyle creò gli elementi pesanti in questo

modo, ma fu talmente complicato che oggi né Hoyle né Dio né

nessun altro riescono a capire esattamente come sia stato possibile.

Amen” (G. Gamow)

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Combustione dell’He

Venne previsto un processo altamente

improbabile, l’incontro contempo-

raneo di tre corpi

Il processo 3 a

L’incontro deve avvenire entro 2,6 10-6

sec

In un ambiente ricco di He, a pressione

elevatissima e ad una temperatura

superiore a 100.000.000 °K4He + 4He 8Be 8Be + 4He 12C + g ( 7,367 MeV)

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 62

Superato il collo di bottiglia!

Momento decisivo nella storia della materia, dell’Universo e

della vita

“Il carbonio, infatti, è un elemento singolare: è il solo che

sappia legarsi con se stesso in lunghe catene stabili senza

grande spesa di energia, ed alla vita sulla terra occorrono

appunto lunghe catene.” (Primo Levi, Il sistema periodico,

1975)

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

Come si sono formati

tutti gli altri elementi?

Le fucine in cui sono stati forgiati sono le STELLE

B2FH

Alte temperature per tempi molto lunghi 17/09/2016 63

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 64

Fase di post-sequenza

per stelle massicce

Se la massa è tale da

innescare la fusione

dell’He, questo si

trasformerà in C e

alla fine si creerà

una struttura a

“cipolla” con nuclei

concentrici di H, He,

C, O ………

Fino a?

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

a Erc - Ralsalgheti

Questo è l’aspetto esteriore,

Ma dentro…..

4 (1H) → 4He + energia

3 (4He) → 12C + energia

4He + 12C → 16O + energia12C + 12C → 24Mg + energia16O + 16O → 32S + energia28Si + 7 (4He) → 54Ni + energia

………….. → Fe

17/09/2016 Evoluzione stellare 65

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

Stelle di grande massa

17/09/2016 66

Quando si arresta il processo

Fino a quando non si

formerà un nucleo di Fe,

a questo punto il processo

si arresta, perché a

partire dal Fe non esiste

nessuna reazione in

grado di fornire l’energia

necessaria a sostenere la

struttura della stella:

Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 67

la stella crolla ed esplodeIl ‘900 - L’evoluzione delle scienze

Supernovae di tipo IICina, anno 1054

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Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

17/09/2016 69

La stessa stella oggiIl ‘900 - L’evoluzione delle scienze

Abbondanze relative

C, N sono prodotti in gran parte nelle stelle di massa

intermedia

O, Ne, Mg, Al, Si, S, Ar e Ca prodotti principalmente nel

nucleo delle stelle massicce

Elementi del picco del Fe nelle esplosioni di SN, assieme agli

elementi Au, Ag e Pt e gli elementi più pesanti

Polvere di stelle

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Il ‘900 - L’evoluzione delle scienze

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

La spettroscopia permise di

affrontare, con nuovi elemen-

ti un grande dibattito sulla

natura delle nebulose, sulla

struttura della Galassia e

sulle dimensioni

dell’Universo

Le prime nebulose

Nel 1612 Marius osser-

va la “nebulosa” di

Andromeda

e nel 1619 Cysat osserva

la nebulosa di Orione

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Cataloghi di oggetti nebulari

• 1771 Messier

Catalogo di oltre 100

oggetti non stellari

• 1864 Herschel

General Catalogue GC

(5079 oggetti)

• 1888 Dreyer New

General Catalogue

NGC (7840)

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Le vere nebulose

Nel XIX sec. molte nebulose furono risolte in stelle, mentre altre si dimostrarono costituite da gas

Si formarono due partiti e il dibattito divenne acceso

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Il velo del

Cigno

Le ragioni degli uni

• Osservazioni di asserite varia-zioni di luminosità e di forma

• Osservazioni spettroscopiche di nebulose che davano spettri di gas

• La loro distribuzione evita il piano galattico (non si conosceva l'estinzione dovuta al materiale interstellare) quindi devono essere associate alla Galassia.

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Le ragioni degli uni

17/09/2016 Il '900 77

Nel 1885 fu osservata una "Nova" in M31 la cui luminosità raggiunse 1/10 di quella dell'intera nebulosa, questo rendeva impensabile che la nebulosa fosse un sistema come la Galassia formata da miliardi di stelle.

Successivamente il confronto con la nova Persei galattica, osservata nel 1901, diede una distanza molto inferiore alla realta', il che fece concludere che M31 doveva appartenere alla Galassia

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

….e quelle degli altritro

La tesi dei sistemi estragalatticifu invece sostenuta da Curtis,che contro l'argomento più validodegli avversari, la distribuzioneasimmetrica, portò sue osserva-zioni di bande scure di materialeassorbente nelle nebulose aspirale viste di taglio, il cheportava ipotizzare che se talemateriale fosse presente anchenella Galassia, questo avrebbeportato all'inibizione di osservareoggetti extragalattici lungo ilpiano galattico.

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Lo scontro

Lo scontro sfocio' nel 1920 in dibattito pubblico tenutosi a

Washington alla National Academy of Sciences:

la tesi dei sistemi galattici fu sostenuta da Shapley, valente

astronomo, a cui si dovevano la teoria delle pulsazioni delle

cefeidi e la misura della distanza degli ammassi globulari.

17/09/2016 Il '900 79

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Le misure di Miss Leavitt

1909 - 1912

Misurando le variazioni

di luminosità delle stelle di

tipo Cefeide della Grande

“Nebulosa” di Magellano,

Miss Leavitt era stata in

grado di rilevare un

legame fra periodo di

variazione e luminosità

della stella

Mv = -2,87 logP – 1,40

La distanza di Andromeda

Dalla misura della distanza di

una cefeide come campione,

fatta proprio da Shapley, nel

1923 Hubble, usando il tele-

scopio da 252 cm. di Mt.

Wilson, fu in grado di identi-

ficare una cefeide in M31 e

dalla relazione di Miss Lea-

vitt e ne pote' dedurre la

distanza :

106 a. l.

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

La struttura dell’Universo

Siamo decisamente

fuori dalla nostra

Galassia, quindi

l’universo risulta

formato da tante

galassie, isolate o in

ammassi, ciascuna

delle quali formate

da miliardi di stelle

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Inizia lo studio dell’evoluzione

Nel 1912 Slipher osservò lo sposta-

mento verso il rosso delle righe di

una galassia a spirale.

Nel 1922 Friedmann ricavò dalla

relatività generale che l’Universo

doveva essere in espansione, in con-

trasto con quello statico di Einstein

Altrettanto, ma indipendentemente

Lemaitre sviluppò le equazioni di

quello che poi fu con disprezzo

chiamato Big Bang

17/09/2016 Il '900 83

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

La dinamica delle galassie

Prescindendo dal Gruppo Locale,

dove la dinamica è determinata

dalle reciproche attrazioni, il moto

delle galassie nel suo complesso è

altrettanto interessante.

Hubble nel 1929 fu in grado di mi-

surare la distanza di molte galassie

e notò che tutte presentavano un

moto di allontanamento proporzio-

nale alla distanza v=H0D:

L’universo è in espansione?

17/09/2016 Il '900 84

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Ma un’espansione comporta…

La radiazione a 3°K (in effetti

2,726°K) è una delle conferme della

teoria del Big Bang:

Questo pone il problema dell’origine,

dell’evoluzione e della fine dell’uni-

verso.

L’universo ha avuto origine da una

tremenda esplosione circa 13,73 mi-

liardi di anni fa e si sta espandendo

Fino a dove?

17/09/2016 Il '900 85

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

17/09/2016 86

Tutto l’universo si sia originato da un’unica enorme esplosione iniziale.

La fisica non dispone dei mezzi, né teorici né tanto meno tecnici, per

descrivere quello che avvenne nei primi 10-43 secondi dall’inizio del Big

Bang, quindi non ha senso domandare cosa sia avvenuto prima di questo

momento.

D’altra parte, essendo tutto nato con il Big Bang, compreso lo spazio e il

tempo, è ancora più improponibile la domanda di cosa ci fosse prima del

Big Bang, risulta infatti impossibile ragionare in termini fisici, cioè di

spazio e tempo, prima che questi si siano formati.

La teoria del Big Bang

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

17/09/2016 87

Un minuto dopo il Big Bang

Negli anni settanta, quando comincia ad affermarsi la teoria del Big

Bang, i calcoli dell’andamento della temperatura e della pressione dopo

l’esplosione iniziale portano ad affermare che un minuto dopo

l’esplosione, la T e P sono calate abbastanza da permettere la formazione

di protoni e neutroni (questo è un punto delicato ancora molto discusso)

con un’abbondanza che può essere calcolata.

T = 1033 °K

Ovviamente si avevano più protoni che neutroni, dato che questi ultimi

sono molto instabili, con periodo di dimezzamento di 15 minuti

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

17/09/2016 88

I protoni e i neutroni liberi sono meno stabili dei nuclei di elio e quindi sono portati a

formare He4++,

ma la formazione dell’elio richiede come passo intermedio la formazione di deuterio e,

durante la nucleosintesi primordiale, la temperatura è più alta dell’energia nucleare del

deuterio, quindi ogni nucleo di deuterio che si forma viene distrutto.

la formazione dell’elio 4 è ritardata fino a quando la temperatura non scende sotto T=0,1

MeV, dopo di che si comincia a formare deuterio.

Subito dopo, a tre minuti dal Big Bang, l’Universo diventa troppo freddo per far avvenire

fusioni nucleari.

A questo punto l’abbondanza degli elementi è fissata:

74% H, 25% He, 1% D, tracce di Li e Be

Primi problemi

eV= en.elettrone

accelerato da d.d.p

di 1Volt

T = EV/k, con k cost. di

Boltzmann 8,6 10-5

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

l’Universo primordiale era molto povero di specie chimiche

3 minuti dopo il Big Bang

H+ 74%He++ 25%D+ 1%Altri tracce

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H

He

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

17/09/2016 90

Dopo 3 minuti

Per alcune centinaia di migliaia di anni, non successe più niente di

interessante, tranne il fatto che l’Universo continuò a espandersi e

raffreddarsi. Ma quando finalmente la temperatura raggiunse le poche

migliaia di gradi gli elettroni (380.000 anni), che fino ad allora

avevano vagato liberi, rallentando, consentirono ai nuclei di legarli a

se e formare i primi atomi neutri, ovviamente di H e He.

Da questo momento l’Universo divenne trasparente alla radiazione,

mentre la materia comincio ad addensarsi sotto l’azione della gravità.

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Era della materia

Diametro: 100 milioni di anni luce

Temperatura: 3000 °k

Tempo: 379 000 anni

Nell'era della materia, i fotoni rimasti si

disaccopiarono dalla materia, formando la

radiazione cosmica di fondo.

Le asimmetrie nella distribuzione della

materia cominciarono ad attrarre altra

materia e cominciarono a formarsi stelle e

galassie.

L'era della materia perdura ancora da circa

13,7 miliardi di anni.

17/09/2016 Il '900 91

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

17/09/2016 92

Come saranno fatte le stelle di prima generazione ?

(quelle che noi chiamiamo di Popolazione III e che ancora non sono state

trovate)

Dovrebbero essere formate unicamente di H e He

Mentre si sono osservate stelle con molti meno elementi pesanti del Sole

(Popolazione di disco), ma già più evolute (Popolazione II)

Si formano le galassie e le

prime stelle

17/09/2016 93

Il primo dubbio che gli elementi più pesanti dell’He si siano

formati nel centro delle stelle si ebbe negli anni ‘50 , quando

furono osservate, nell’atmosfera di una stella, le righe del

Tecnezio (numero atomico 43), l’elemento radioattivo prodotto

artificialmente nel 1937 da Segrè.

Questo elemento decade molto velocemente (la sua vita media è

di soli 2,6 milioni di anni) e quindi quello osservato doveva

essersi prodotto nella stella.

Elementi pesanti?

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Il futuro?

In effetti l’universo in espansione deve fare

i conti con il contrasto dell’attrazione

gravitazionale della massa che esso

contiene.

Ma la massa della materia osservabile è solo

un decimo di quella necessaria per frenare

l’espansione, quindi per questo l’espansione

dovrebbe proseguire all’infinito, anche se

rallentata

17/09/2016 Il '900 94

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Ma c’è qualcosa che non torna

Confrontando un classico moto kepleriano (sistema planetario) e il moto della

materia e delle stelle della Galassia, si nota immediatamente una differenza

17/09/2016 Il '900 95

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

La materia oscura

Per giustificare un tale

andamento occorre postulare

l’esistenza all’interno e ma

soprattutto all’esterno della

Galassia di una grande quan-

tità di materia invisibile e

irrilevabile se non per i suoi

effetti gravitazionali, e per

questo chiamata:

Materia oscura

17/09/2016 Il '900 96

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Il Gruppo Locale

Questo spiega anche il fat-

to che le galassie tendono a

riunirsi in gruppi che sem-

brano legati gravitazional-

mente, come l’ammasso del-

la Vergine, o come il nostro

gruppo locale, che riunisce

una trentina di galassie at-

torno alle due più massicce,

Andromeda e la Via

Lattea

17/09/2016 Il '900 97

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Energia oscura

Anche a questo punto nasce un

nuovo problema: molti indizi fra

cui il più importante sono le su-

pernove di tipo Ia, indicano che

l’espansione dell’Universo sta

accelerando.

Einstein, per ragioni ideologiche

(voleva un universo statico),

aveva introdotto un termine che

contrastasse l’azione della massa

del rallentare l’espansione.

17/09/2016 Il '900 98

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

Quando entra in gioco

Ora si chiama in causa una forma di energia, di natura sconosciuta (da

qui energia oscura) che ha cominciato a far sentire la sua presenza circa 5

- 6 miliardi di anni fa, quando la materia presente nell’universo (barionica

e oscura) si è abbastanza diluita da perdere forza nel frenamento dell’e-

spansione.

17/09/2016 Il '900 99

Il ‘900 – Lo studio dell’Universo

‘900 - La nuova planetologia

Parlando di strumentazione ho tra-

scurato le sonde che, a partire dalle

prime sonde lunari Luna e Pioneer

del 1959, hanno percorso il sistema

solare in lungo e largo.

Inizialmente queste erano solo una

nuova forma di «guerra fredda» per

dimostrare la propria tecnologia, ma

i risultati hanno rivoluzionato le

nostre conoscenze del sistema sola-

re, dando vigore allo studio della

planetologia che ai miei tempi non

si insegnava più neanche nei corsi di

Astronomia17/09/2016 Il '900 100

La sonda Cassini - Huygens

Le sonde

Ho fatto un rapido conto, dovreb-

bero essere 153 le sonde lanciate

nello spazio, che ci hanno portato

un numero incredibile di nuovi e

inaspettati risultati su tutti i corpi

del sistema solare (manca Plutone

verso cui sta viaggiando la sonda

New Orizons, partita nel 2006 e

che dovrebbe arrivare nel 2015, alla

velocità di 58.536 km/h), compresi

asteroidi e comete‘

17/09/2016 Il '900 101

‘900 - La nuova planetologia

Opportunity

su Marte

Il Sole visto

da SOHO

I principali risultati

Abbiamo così compreso la struttura, la na-

tura e l’evoluzione della Luna.

Le sonde ci hanno permesso di vedere la fac-

cia nascosta (Luna 3 - 1959)

E le missioni Apollo ci hanno portato cam-

pioni che ci hanno indicato la sua origine.

17/09/2016 Il '900 102

‘900 - La nuova planetologia

Marte

Molte sonde sono andate verso e su

Marte, dandoci informazioni note-

voli sulla struttura del pianeta e

sulla storia evolutiva del pianeta

17/09/2016 Il '900 103

Venere - Mercurio

Ma numerose sono state anche le

sonde inviate verso Venere, a

partire dal Mariner 10 (1973)

che, nel suo viaggio verso

Mercurio, ha mostrato la prima

immagine del pianeta.

Ma non si è trattato di una

passeggiata solo il Venera 9

riesce ad atterrare (1975)

17/09/2016 Il '900 104

‘900 - La nuova planetologia

I Voyager – 1977

Nel 1977 furono lanciate due sonde

gemelle che ci portarono immagini e

informazioni su Giove e Saturno e i

loro sistemi satellitari

17/09/2016 Il '900 105

‘900 - La nuova planetologia

Urano - Nettuno

Visto il successo della prima sonda

il Voyager 2 fu dirottato verso

Urano (1986),

Con i suoi sottili anelli

E poi verso Nettuno (1989)

17/09/2016 Il '900 106

‘900 - La nuova planetologia

Asteroidi

Nel 1991 la sonda Galileo osserva il

primo asteroide della fascia da

vicino Gaspa

e Ida

Antecedentemente (1986) la sonda

Giotto si è avvinata a 596 km dal-

la cometa di Halley

17/09/2016 Il '900 107

‘900 - La nuova planetologia

La fascia di Kuiper

Con il 2000 comincia a delinearsi la

consistenza della fascia di Kuiper,

di cui noi conosciamo dal 1936 Plu-

tone e il suo satellite Caronte,

Attualmente ne conosciamo circa

800, di cui alcuni grandi come

Plutone, ma non ci si dovrebbe

meravigliare se si trovassero corpi

delle dimensioni della Terra

Per esempio Eris (2006) è più gran-

de di Plutone (2.326 km)

17/09/2016 Il '900 108

‘900 - La nuova planetologia

I pianeti extrasolari

Ma a partire dal 1995 Mayor e

Queloz furono in grado di annun-

ciare la scoperata del primo pianeta

attorno ad una stella diversa dal

Sole (51 Peg).

Attualmente si conoscono 923 pia-

neti attorno ad altre stelle, ovvia-

mente i metodi usati privilegiano la

scoperta di pianeti giganti e vicini

alla stella, ma attualmente siamo

17/09/2016 Il '900 109

‘900 - La nuova planetologia

arrivati a pianeti simili alla Terra, rocciosi e in zona abitabile, per esempio

Kepler-62

E adesso non manca altro che trovare la vita fuori

della Terra

F i n e

17/09/2016 Il '900 110