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Periodico di approfondimento sportivo regionale COPIA OMAGGIO - Anno XIV n° 10 - MAGGIO 2017 All’interno il poster di Strinic A A S S S S A A L L T T O O A A L L S S E E C C O O N N D D O O P P O O S S T T O O

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Periodico di approfondimento sportivo regionale

COPIA OMAGGIO - Anno XIV n° 10 - MAGGIO 2017

All’interno

il poster

di Strinic

AASSSSAALLTTOOAALL SSEECCOONNDDOO PPOOSSTTOO

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OBIETTIVO NAPOLI2

di Eduardo Letizia

Superiorità abissale degliazzurri a San Siro

Due vittorie a Milano nello stesso anno dopo ottantacinque anni, masopratutto successo contro l’Inter che consente agli azzurri di portar-si ad un solo punto di distanza dalla Roma, sconfitta del derby capi-tolino, rilanciando la corsa al secondo posto che aveva subito un ral-lentamento con il pareggio di Sassuolo.La partita tra Inter e Napoli ha messo in evidenza l’abissale differen-za di qualità che esiste in questo momento tra la squadra di Pioli equella di Sarri. E questo nonostante la compagine nerazzurra siaparadossalmente riuscita a limitare drasticamente i danni, mantenen-do la partita in bilico con una sola rete di svantaggio, nonostante ilpressappochismo tecnico e tattico mostrato in campo, che avrebbepotuto esporre gli azzurri nel finale a potenziali sgradite sorprese, chefortunatamente non sono arrivate.Il Napoli avrebbe forse dovuto, e sicuramente potuto, cercare dichiudere anzitempo la pratica-Inter, sfruttando i loro enormi limitidifensivi ed un atteggiamento dei giocatori in campo non all’altezzadel blasone della maglia nerazzurra. Al di là del non aver trovato larete del raddoppio, c’è però da sottolineare come i partenopei sianostati capaci di tenere bene a freno ogni velleità offensiva interista. Gliuomini di Sarri hanno saputo gestire il pur esiguo vantaggio megliodel solito, mostrando anche una sacrosanta, e più volte auspicata,concretezza per venir fuori da alcuni, rari, frangenti di difficoltà. Lastessa concretezza, tuttavia, sarebbe servita nell’attaccare con ladovuta cattiveria una difesa francamente improponibile, quale quel-la interista dimostra di essere da alcune settimane. Già dai primiminuti sono stati evidenti gli enormi limiti di una retroguardia chelasciava non pochi spazi agli attaccanti partenopei, al cospetto dellegiocate dei quali Medel e compagni spesso non sapevano a che santovotarsi. Già leggendo le formazioni iniziali, con la scelta di Pioli dischierare sull’out sinistro Nagatomo sulla linea difensiva ed Eder asupporto dell’attacco, si poteva prevedere una serata felice perCallejòn sulla sua corsia di competenza. L’”assist” confezionato dalgiapponese per la rete dello spagnolo, a conti fatti sembra essere stata

un prezzo addirittura contenuto, rispetto a quelli che potevano esse-re i potenziali benefici del Napoli in quella zona di campo. D’altraparte, non è che negli altri settori della difesa le cose per in nerazzur-ri andassero meglio. Centralmente Mertens sembrava poter sguscia-re in qualsiasi momento alla coppia Medel-Murillo, mentre sul latodestro della retroguardia gli incubi di D’Ambrosio sono stati limita-ti solo dalla tendenza ad accentrarsi di Insigne, che comunque riusci-va a trovare corridoi su quel lato ogni volta che decideva di cambia-re passo ed affondare in tandem con qualche compagno.Ecco perché lo 0-1, che pur rimane un risultato eccellente, alla fine èparso un punteggio stretto per il Napoli. Ciononostante questa vitto-ria è servita a dare un segnale di ripresa importante dopo il deluden-te pareggio di Sassuolo. Con il successo sul campo dell’Inter, lasquadra di Sarri ha dimostrato la maturità di saper gestire una garache bisognava vincere a tutti i costi, per non pregiudicare la corsa alsecondo posto. Più in generale, però, e alla luce di prestazioni con-vincenti come quella di San Siro, il Napoli deve paradossalmenterimproverarsi per l’attuale situazione di classifica. Ferma restando lasuperiorità della Juve, la squadra di Sarri non merita sicuramente ditrovarsi, seppur di un solo punto, sotto la Roma in classifica, né diconcedere dieci punti di vantaggio ai bianconeri. A livello di gioco,ma anche per il valore della rosa, gli azzurri sono di gran lunga lamigliore squadra del torneo dopo quella di Allegri. Ed è questo checonta: gioco e qualità degli interpreti. Non è in base al fatturato chesi stilano le classifiche, né sono ragionieri ed economisti a distribui-re i trofei. Lo tengano presente Sarri e i suoi uomini in queste ultimegiornate, quando dovranno conquistare sul campo l’obiettivo princi-pale, ma ampiamente alla portata, di questa stagione.

Direttore generaleVINCENZO LETIZIA

GraficaGIUSEPPE BIZZARRO

StampaGrafica Metelliana

Registrazione Trib. Napoli n. 47 del 07/05/2003

QuestQuesta rivista rivista è andata è andata a in stin stampampa il 2/5/2017a il 2/5/2017

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LA SFIDA 3

Rinnovo e sogno da bambino realizzato

INSIGNE CALLEJONNon saràbello, maballaeccome

Lo scorso 22 aprile si è consolidato ungrande amore tra il Napoli e LorenzoInsigne. Il talento di Frattamaggioreinfatti ha rinnovato il contratto fino al2022 con la cifra di 4,5 milioni l'anno.Un rinnovo che farà di Insigne una ban-diera del Napoli da napoletano doc eche con le sue grandi qualità, sarà unapedina importante per il Napoli del futu-ro, per raggiungere qualcosa di davveroimportante. La favola di Insigne ècominciata a 15 anni, quando entrònelle giovanili del Napoli, la sua squa-dra del cuore; il suo sogno era che ungiorno indossasse la gloriosa magliaazzurra che fu del grande Re Diego.Gioca prima in Primavera, partecipandoanche al Torneo di Viareggio nel 2010 enello stesso anno avviene l'esordio inprima squadra con il tecnico Mazzarri.Successivamente Insigne ha la fortunasi crescere calcisticamente sotto laguida del maestro Zeman, prima inLega Pro con il Foggia, dove segna 26reti in 40 presenze tra campionato ecoppe, e poi in Serie B col Pescara (20reti in 38 presenze), dove conquistainsieme ad un altro napoletano, CiroImmobile, la promozione in Serie A.Dalla stagione successiva diventa final-mente protagonista del progetto Napoli:viene prima allenato da WalterMazzarri, poi da Rafa Benitez e infineda Maurizio Sarri, vincendo una CoppaItalia e una Supercoppa Italiana, e rag-giungendo poco tempo fa le 200 presen-ze in maglia azzurra. Con il lavoro, ilsacrificio e con i suoi numeri in campo,Lorenzo è riuscito a coronare un grandesogno e un napoletano vero come luimerita davvero grandi soddisfazioni.Insieme ad Hamsik sarà il simbolo delNapoli, come lo è stato Del Piero allaJuve e Totti alla Roma. Lo scugnizzo cel'ha fatta e il suo futuro è tinto di azzur-ro.

Mariano Potena

Affermando che il Napoli stile Sarri, oltreai grandi numeri del girone di ritorno diSerie A ha prodotto ed evidenziato ungioco spumeggiante e brioso univoca-mente valutato come uno dei migliori inEuropa, non scopriamo nulla che non siastato detto e ripetuto soprattutto nell'erapost-Higuain in cui,come da estortaammissione dello stesso coach azzurro,dovendosi egli ingegnare nella sostituzio-ne di uno tra i bomber più prolifici delpanorama calcistico prima, e del suoinfortunato successore poi, pensò all'epo-ca di puntare sui noti schemi che stannoalla base di quel calcio spettacolo ad eglicosì caro sacrificato (in parte) in passatoin nome dell'autorità calcistica, del genioe dell'onnipotenza dell'asso argentino,uno dei pochi artisti del pallone in gradodi mettere le cose a posto con pochemosse indipendenti da teorie e sistemi digioco. Quando si parla di tridente azzurroe di manovra corale si passa immediata-mente all'esaltazione del folletto Mertens,dello scugnizzo Insigne omettendo trop-po spesso in questo senso il peso dell'e-sterno Josè Callejon, atleta completo, ine-sauribile che non avrà la personalità delbelga e non sarà appariscente nelle suegiocate come lo è invece il napoletano mala cui silenziosa presenza in campo è fon-damentale e imprescindibile e il fatto stes-so che in ben tre anni ad egli si sia rinun-ciato solo in 2 occasioni la dice lungasulla sua affidabilità.L'andaluso ex Real èuno che non ama le copertine e i pubbliciencomi, ama invece a dismisura un lavo-ro che svolge con serietà e onestà nonrisparmiandosi in campo e macinandochilometri sulla sua fascia al 90esimominuto con la stessa intensità e luciditàdel 1°.Una perla rara Calletì, punto diriferimento per la squadra e prezioso peril coach che ha la fortuna di averlo adisposizione…D'altra parte se Benitez eSarri, tecnici con diverse convinzioni,nell'operare scelte tattiche hanno rinun-ciato a chiunque tranne che a lui un moti-vo ci sarà.

Tilde Schiavone

Lorenzo Insigne (Frattamaggiore, 4 giugno 1991)

José María Callejón (Motril, 11 febbraio 1987)

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di Claudio Donato

La profezia di JosèAlberti: “Mertensandrà via”La redazione di PianetAzzurro ha intervistato inesclusiva Josè Alberti, ex calciatore argentino,opinionista televisivo e profondo conoscitore delmercato estero. Josè, sulla carta la Roma ha un calendario piùdifficile rispetto al Napoli. Quante possibilitàhanno i partenopei di centrare il secondoposto? “Fin quando non ci sarà la matematica, il Napolipotrà sempre sperare. Purtroppo gli errori difen-sivi lo hanno penalizzato molto. Non si possonosubire certi gol. A mio avviso la Roma è favorita.Il Napoli ha sempre avuto certi difetti, sia conMazzarri che con Benitez. Non è mai cresciutodal punto di vista difensivo. Secondo me è unaquestione di mentalità. Faccio l’esempio diKoulibaly: è un buon giocatore se gioca allaBruscolotti. A questa squadra manca un leader.Molte reti il Napoli le ha subite per colpa delsenegalese. Quando prende il pallone lo deve dareimmediatamente ad un compagno. Non deve asso-lutamente avventurarsi in altre giocate che nonfanno parte del suo repertorio. Nelle ultime 5partite , tre gol subìti sono dipesi da lui. Se doves-se arrivare una buona offerta bisogna prenderlasubito in considerazione. Il calciatore è questo.Certi suoi limiti ormai sono conclamati. E’ unbuon saltatore di testa, ma non deve giocare difino”. Dove va rinforzata questa squadra? “Il calcio italiano è molto scarso. Ti faccio unesempio: Immobile in Italia era un fenomeno, maappena è andato all’estero non ha fatto nulla.Mertens andrà via sicuramente. Le big si rinfor-zeranno. Se il Napoli dovesse arrivare terzo saràun fallimento. Bisogna considerare anche la posi-zione di Reina, i cui riflessi non sono più quelli diun tempo. Szcz?sny della Roma è un buon portie-re, ma bisogna andare su altri calciatori chesanno giocare la palla. In Sudamerica ce ne sonotanti , ma non voglio consigliare nessuno. Ti assi-curo, però, che ci sono portieri già pronti. IlNapoli prenderà dei calciatori che non gli faran-no fare il salto di qualità. Sarà una squadra chegiocherà bene al calcio, ma nulla di più”. Anche la posizione di Sarri sembra tutt’altroche salda. Potrebbero esserci dei clamorosicolpi di scena? “Ti dico una cosa: Sarri nel Napoli con chi può

parlare di calcio? Giuntoli non ha mai giocato,De Laurentiis altrettanto. Quindi? La Juve hapersonaggi come Nedved e tanti altri. Sono perso-ne che quando si siedono ad un tavolo possonotranquillamente parlare di calcio. Non hanno sba-gliato un acquisto. Io segnalai Dybala, Pastore,Lavezzi e altri. Dybala non fu preso perché costa-va troppo: 3 milioni il primo anno e tre il secon-do, se lo volevi. Mi dissero che giocava in unasquadra di serie B argentina, ed essendo il Napolinon potevano prendere un calciatore di quellacategoria. Poi arrivarono i Fideleff, i Chavez evia dicendo”. In Italia stanno entrando questi colossi cinesi.Perché De Laurentiis non cerca degli alleati? “Nel Napoli non entrerà mai nessuno perché que-sta società per De Laurentiis è un affare. Lui è undipendente della Filmauro. Dietro ci sono le ban-che. Il ‘Sole 24 Ore’ del 2013-2014 spiega bene lasituazione. Io ho portato Maradona a Napoli.Non ero un dirigente del Napoli, ma dissi io aDiego di venire, perché era questa la città adattaa lui. In sette anni di Napoli, rispetto a Platini,Diego non ha vinto nulla. Il francese in 5 anni havinto 3 Coppe dei Campioni , 3 CoppeIntercontinentali, 5 scudetti 2 Palloni d’oro.All’epoca doveva pretendere una squadra forte.Nel Napoli non ci sono uomini di calcio perchédanno fastidio. Io so che Milik è costato moltomeno dei 30 e oltre milioni che si dicono in giro.Ti dico un’altra cosa: Zanetti disse a DeLaurentiis che non avrebbero ceduto Icardi. Ilpresidente arrivò ad offrire fino a 70 milioni per-ché sapeva che non lo avrebbero mai venduto”.

L’ESCLUSIVA4

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L’AVVERSARIO

di Armando Fico

Sardi da non sottovalutare, occhio a Borriello

Il Napoli di Sarri, reduce dal brillante successo contro l'Intera San Siro, che gli ha permesso di accorciare le distanze dalsecondo posto, affronta nel primo anticipo della trentacin-quesima giornata del massimo campionato, il Cagliari tar-gato Massimo Rastelli, peraltro ex giocatore azzurro delpassato. La formazione azzurra, contro i sardi tenterà, disorpassare, seppur momentaneamente, i giallorossi, in atte-sa di conoscere l'esito del match tra il Milan e la Roma.Sulla carta, il Cagliari non rappresenta un ostacolo difficile,il divario tecnico tra le due compagini è netto, come testi-monia la classifica ed il risultato della gara del girone diandata, al Sant'Elia, dove gli uomini di Sarri travolsero ipadroni di casa per 5 a 0, grazie ad una tripletta di DriesMertens ed un gol a testa di Zielinsky e di Hamsik. La squa-dra rossoblù ha ormai raggiunto l'obiettivo salvezza conlargo anticipo e quindi giocherà queste ultime gare conestrema tranquillità. Il successo sul Pescara di domenicascorsa ha portato serenità e fiducia in tutto l'ambiente. IlCagliari farà la sua onesta partita senza mostrare il fiancoagli avversari, però non avrà alcun assillo di classifica equesto non potrà che giovare alla squadra partenopea. Laformazione sarda è però una squadra da non sottovalutare,tra le sue fila, l'attaccante napoletano Marco Borriello, non-ostante non più giovanissimo, rappresenta l'arma in più del-

l’undici rossoblù. Ma anche i vari Joao Pedro, Farias,Barella, Rafael, Salamon, Dessena, sono giocatori di tuttorispetto. Il capitano del Cagliari Dessena, dopo la vittoriasugli abruzzesi ha parlato di una stagione quasi perfetta,nonostante le varie complicazioni. La compattezza dellasquadra sempre unita ha permesso questa splendida salvez-za che tutti hanno strameritato ha concluso Dessena. Dalcanto suo l'ex azzurro Rastelli ha ringraziato ed abbraccia-to tutti i suoi giocatori per celebrare la salvezza matemati-ca, poi ha invitato i suoi a dimenticare presto l'euforia pertornare in campo concentrati come se si dovesse ancoracombattere per la salvezza. "Sabato si va a Napoli. dove cisarà ad aspettarci una squadra molto forte come dimostranoi risultati. Noi cercheremo di fare del nostro meglio percontrastare la formazione di Sarri , tentando di non farlagiocare, perchè vogliamo ottenere altri punti importanti permigliorare la nostra classifica. Sarà questo il nostro obietti-vo nelle quattro partite che restano. Il Napoli è avvisato,scenderemo al San Paolo per onorare la classifica". Questoil discorso del tecnico rossolù, alla ripresa degli allenamen-ti, dopo la gara con il Pescara.

Il Napoli ospita il Cagliari per una sfida danon prendere sottogamba visti i grattacapiche le piccole hanno procurato agli azzur-ri. In più si ripete il copione che ormaidura da alcuni anni; gli azzurri affrontanogli isolani privi dei marcatori della sfidaprecedente.Nel 2012/13 gara giocata senza Lavezzi,nel 2013/14 fuori Cavani, nel 2014/15senza Pandev, Dzemaili e privi dell’in-fortunato Insigne autore nell’aprile 2013del 3-2 al 93° che si rivelò determinanteper il piazzamento finale in Champion’sLeague. Anche quest’anno nel Napoli mancheran-no i marcatori dell’ultimo incontro: 23novembre 2014, Napoli-Cagliari 3-3,Higuaìn, Inler, De Guzman, per ilCagliari Ibarbo e doppietta di Farias.Sei marcatori diversi nel tennistico 6-3dell’11 marzo 2012: Hamsik,Cannavaro, autorete Astori, Lavezzi,

Gargano, Maggio, di Larrivey le tre retirossoblù. Non meno rocambolesco, masenz’altro più sudato, il successo del 21aprile 2013: il 3-2 di Insigne arrivò solo al93°, di Hamsik e Cavani le altre due reti,Ibarbo e Sau per i sardi. Il 23 novembre del 2008, 2-2, vittoria sfu-mata al 96° per un gol di Daniele Conti al96°. Napoli avanti con un diagonale diHamsik, pari con il tap-in vincente diLopez. Il 2-1 arrivò con una punizione“maradoniana” di Lavezzi, ma proprioallo scadere del recupero il gol di Contiche gelò il San Paolo. Il 25 aprile 2010 finì a reti inviolate, ma ilNapoli prevalse nella difficile gara del 20marzo 2011 contro Donadoni, ex coldente avvelenato. Reti tutte nella ripresa,doppietta di Cavani, per gli ospitiAcquafresca. Il Cagliari di Ranieri fece un bello scher-zetto alla giornata di esordio al San Paolo

del Napoli campione d’Italia: 16 settem-bre 1990, 1-2, Rocco, pari di Careca surigore, pallonetto di Fonseca. L’8 dicem-bre 1991 Napoli-Cagliari finì 4-0 (dop-pietta di Careca, Francini e Padovano surigore) ma fu l’inizio dell’era post-Maradona dato che fu anche la primagara al San Paolo del Napoli privo delcapitano squalificato per doping. Chiudiamo con l’ultima sfida, giocata nelmaggio del 2014, a tre turni dalla fine. Unsecco 3-0 con le firme di Mertens,Pandev e Dzemaili.

Antonio Gagliardi

Napoli-Cagliari, cercasi marcatoreAMARCORD

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L’INTERVISTA

IL MELODISTA VISIONARIO FESTEGGAMEDEO MINGHI “Spero che Napoli e Roma due città si

Il cantautore festeggia cinquanta anni di carriera ed è ingiro per il mondo in tournèe.A ottobre del 2016 il suoultimo progetto discografico dal titolo (La bussola e ilcuore), che porta anche il nome del suo tour teatrale, cheha già visto grande successo a Milano, Torino, Mestre ealtre città italiane. . A ispirarlo come sempre è il mondofemminile, e (dopo la scomparsa della moglie) le duefiglie. Qui ci racconta il suo mondo. Minghi, cinquant’annidi musica. Si sarebbe mai aspettato questo traguar-do?

<<Francamente no, chi poteva mai immaginarselo.Quando s’inizia a fare questo mestiere, intanto non si sase davvero si farà il mestiere per riuscire ad andare avan-ti per tanto tempo è qualcosa d’inimmaginabile, quindino, devo dire che non me lo aspettavo e ne sono davverolieto>>. Lei ha cantato anche in lingua napoletana i brani“Rosa” a seguire sono arrivate anche “Viceré” e “LaSantità d’Italia” hanno un legame molto forte con lacittà di Napoli?<<Napoli mi ha portato fortuna. Nell’89 al Teatro Dianafeci il mio primo sold-out della mia carriera. Napoli è lamia seconda città, dopo Roma in cui sono nato e cresciu-to, Napoli è la città che ho nel cuore, perché i suoi colo-ri, i suoi odori, il calore, ti avvolgono: un po’ come fa ilmare, come del resto fa la musica stessa. E poi, non sipuò sottrarsi all’idea che la melodia della canzone napo-letana, il melodramma, hanno radici lungo queste strade,intorno a queste piazze, dentro la gente che vive di que-ste bellezze fra natura e cultura. Sì, con la città e con inapoletani ho sempre avuto un forte legame. I partenopeisono molto simili ai romani, viviamo la città, la strada,siamo molto vivi e creativi dentro. Sono due città con unagrande storia, cultura, arte, tradizioni. Ha portato grandi successi a Sanremo…Ha parteci-pato a otto edizioni, senza mai vincere… addirittura“1950” nel 1983 non si classificò per la finale…<<Ho un rapporto di odio e amore con il Festival. Sì,forse qualche brano meritava di più, ho dato un po’ trop-po a questa manifestazione rispetto a quanto ricevuto incambio. No, per ora è un capitolo decisamente chiuso>>.Nel suo ultimo disco c’è uno spazio dedicato a testilegati al suo percorso di fede: in passato ha dedicatouna canzone a Papa Wojty?a, Un uomo venuto da lon-tano…Lei nel 2000 è stato testimonial del Giubileo…<<Giovanni Paolo II amava la musica… meno male…Nel videoclip ufficiale di quel brano è lui il protagonistae questa per me è una cosa straordinaria. All’interno delnuovo album ci sono alcuni testi, come “Le beatitudini”,che mi furono commissionati perché ero il testimonial

del Giubileo del 2000.Segnalo che nella sezionededicata alle canzonidella fede, c’è ancheDomani scritta per AnnaFrank: per quel che miriguarda, se fosse statacristiana, sarebbe diventa-ta santa>>. Un cantautore visionario.Uno dei più grandi artistie interpreti della canzoneitaliana, con una persona-lità romantica, da sogna-tore, che spesso, com’èaccaduto in passato, superano le mode contingenti peroffrire al pubblico opere che non seguono logiche di mer-cato, ma sono semmai contraddistinte da uno stile perso-nale d’interpretazione dall’alto profilo comunicativo.Amato da più generazioni, grazie alla composizione dimelodie d’indescrivibile bellezza che creano ponti tra lagente. A ottobre 2016 esce il suo ultimo progetto discografi-co. Erano 11 anni che mancava dal mercato musicalecon un album d’inediti: una scelta ben precisa? Poiun ritorno con una major come la Sony…<<Si è scritto molto di questo “ritorno” ma in realtà inquesti 11 anni ho pubblicato molte cose interessanti soloche non ho usato i canali istituzionali come i grandi uffi-ci stampa per divulgarli e la notizia è un po’ passata sot-tobanco, più che un ritorno lo vedo come un riprendere lefila in maniera più convenzionale.Questo è un progettoche era nell’aria da diverso tempo e nasce proprio dalpubblico che più volte mi ha chiesto di fare una cosa delgenere, quindi ho accettato questo consiglio e ho fatto unconcerto al Teatro Ghione dove ho cantato queste canzo-ni, riascoltandolo ho capito che era una cosa su cui sipoteva lavorare, poi mi stavo dedicando al brano inedito,l’ho trovato perfetto da inserire e come sempre casodella vita ci ha portato fino a Suoni tra ieri e domani>>. Dopo quasi dieci anni avrà trovato “cambiato” ilmondo discografico…<<E’ cambiato moltissimo, prima di tutto abbiamo inter-locutori diversi come per esempio tutte le interviste suweb-tv, radio-web, giornali online, facebook, iTunes, ètutto cambiato e la mediazione fra artista e il pubblico èaddirittura immediata, io per esempio gestisco personal-mente la mia pagina Facebook ed ho un riscontro diretto,cosa che non avveniva un decennio fa. E’ scomparsa lafigura del discografico che ti segue nel lavoro e ti accom-pagna, ora i discografici si limitano a costruire ciò che

di Carlo Ferrajuolo

CALCIO SPET6

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L’INTERVISTA

GGIA CINQUANT’ANNI DI CARRIERAtà simili, quasi con la stessa identità, tornino a gemellarsi”

l’artista ha già confeziona-to, una volta si lavoravamoltissimo per realizzareun album con la casa disco-grafica, ormai aspetta chivince al talent di turno perportarlo a Sanremo, se vabene lo portano avanti altri-menti niente. Questo è l’e-satto opposto di quello cheho conosciuto io e gli altridella mia generazionequando abbiamo comincia-to a cantare, avevamo uncontratto di 5 anni nei qualilavorando come pazzi cer-cavamo le nostre strade ecostruivamo il nostro stile,

questo ci ha permesso di essere ancora qui sulla scena>>.Quanto c’è di lei nei nuovi inediti? <<Molto, moltissimo. In questo triplo cd ci sono tantissi-me canzoni scritte “in solitudine”, musica e testi. Losento particolarmente mio, ma non posso non citare auto-ri che sono stati importanti come Mogol stesso, ma ancheAdelio Cogliati, Pasquale Panella e Gaio Chiocchio, ungrandissimo poeta>>.Amore… e non solo: nel brano Gente di confine cantail dramma dell’immigrazione e dell’emarginazione… <<È vero, in questo disco c’è anche il sociale.Rappresentato sempre in chiave sentimentale. Con 50anni di carriera alle spalle trovi anche giusto raccontare lecose della vita, d’altra parte hai una visione più comple-ta rispetto a 30 anni fa. Anche in passato ho trattato temisociali, questa volta con più fermezza>>. Ha un pensie-ro anche per la nuova generazione: lo si capisce dal-l’intenso testo di E viene il giorno…<<Ripongo speranza in questa generazione e mi augurofaccia meglio di quella che oggi alza i muri in Europa.Dico ai giovani di non sbagliare come noi, mi piacereb-be che costruissero un mondo migliore. Dopo il ’68 ave-vamo grandi speranze, ma abbiamo fallito, consegniamoun pianeta peggiore di quello che avevamo trovato>>.Ha portato grandi successi a Sanremo…Ha parteci-pato a otto edizioni, senza mai vincere… addirittura“1950” nel 1983 non si classificò per la finale…<<Ho un rapporto di odio e amore con il Festival. Sì,forse qualche brano meritava di più, ho dato un po’ trop-po a questa manifestazione rispetto a quanto ricevuto incambio. No, per ora è un capitolo decisamente chiuso>>.Nel disco c’è uno spazio dedicato a testi legati al suopercorso di fede: in passato ha dedicato una canzonea Papa Wojty? Un uomo venuto da lontano…Lei nel2000 è stato testimonial del Giubileo…<<Giovanni Paolo II amava la musica… meno male…

Nel videoclip ufficiale di quel brano è lui il protagonistae questa per me è una cosa straordinaria. All’interno delnuovo album ci sono alcuni testi, come “Le beatitudini”,che mi furono commissionati perché ero il testimonialdel Giubileo del 2000. Segnalo che nella sezione dedica-ta alle canzoni della fede c’è anche Domani scritta perAnna Frank: per quel che mi riguarda, se fosse stata cri-stiana sarebbe diventata santa>>.Maestro oggi i giovani per emergere vivono ditalent…Lei avrebbe partecipato a un talent? <<Forse sì, anche perché Scala Reale era in effetti unagara. All’epoca ero nella squadra di Bobby Solo. Possodire di avere iniziato come lo fanno oggi tanti altri can-tanti>>.Maestro lei ha lavorato con tanti artisti da bocelli aMorandi, Mia Martini, Califano, da Nava a Mietta,Un artista con cui le piacerebbe collaborare?<<Collaborare con un artista? Si, c’è un artista che daanni ed anni utilizzo per le anteprime dei miei concertiche sia chiama Andrea, un artista straordinario. Prima opoi glielo chiederò, mi piacerebbe scrivere un brano conlui o magari farmi arrangiare un mio pezzo da lui, sareb-be una mia soddisfazione personale>>.Ha cantanto anche in lingua napoletana i brani“Rosa” a seguire sono arrivate anche “Viceré” e “LaSantità d’Italia” ha un legame molto forte con la cittàdi Napoli? <<Napoli mi ha portato fortuna. Nell’89 al Teatro Dianafeci il mio primo sold-out della mia carriera. Sì, con lacittà e con i napoletani ho sempre avuto un forte legame.I partenopei sono molto simili ai romani, viviamo la città,la strada, siamo molto vivi e creativi dentro. Sono duecittà con una grande storia, cultura, arte, tradizioni>>. Ci parli di calcio, lei è tifoso della Roma? <<Sì, Sono tifoso della Roma e spero nel gemellaggio,ricordi i tempi di Falcao e Maradona. Oggi il calcio èbusiness, le tv, le multinazionali, non esistono più grandicalciatori ma personaggi travestiti da giocatori di calcio.Io sono rimasto ai tempi di Viola, Sensi, personaggi cheamavano la propria squadra, come lo stesso Ferlaino>>.Il calcio di oggi è molto business?<<Sicuramente, i grandi campioni del passato oggi nonesistono. Falcao, Maradona, Platinì, Van Basten eranomostruosi nei confronti di quelli di oggi…I grandi cam-pioni sono comprati dalle multinazionali, dai petrodolla-ri. Il calcio di una volta era diverso, pulito, sportivo, cor-retto…anche gli arbitri erano più preparati>>. Napoli e Roma due grandi città del Sud Italia…ritor-nerà il gemellaggio tra gli ultras, spezzatosi moltianni fa?<<Napoli e Roma sono due città simili, con lo stessoclima e i napoletani ed i romani sono persone aperte men-talmente e altruiste. Hanno quasi la stessa identità. Lospero, me lo auguro>>.

SPETTACOLO 7

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CALCIOMERCATO 11

di Giuseppe Di Marzo

Nodi Mertens e Ghoulamda sciogliere. Piace Ounas

Ad oggi ovviamente la questione rinnovi in casa Napoli ha la preceden-za: è prioritario capire chi resta o va via, perché ciò determinerà le sceltefuture in chiave mercato. In primis c’è il nodo del contratto di Mertens,con scadenza 2018: non stiamo qui a ricordare l’invenzione geniale diSarri dopo l’infortunio di Milik e la conseguente grande stagione delbelga, ma vogliamo sottolineare le parole ribadite più volte dal mister par-tenopeo: affinchè non si ritenga concluso un ciclo, bisogna ripartire daipunti cardini di questa squadra. Per cui, dopo Insigne (che si è legato pra-ticamente a vita al Napoli proprio come Hamsik), ci si attende che anchela permanenza del belga nella prossima stagione non sia messa in dubbio.Questioni familiari e rumors a parte, siamo a maggio e né Mertens né ilNapoli hanno chiare le rispettive intenzioni, e questo non fa altro che ali-mentare dubbi e perplessità, anche alla luce delle dichiarazioni del misterche si è espresso in maniera cristallina e limpida.Capitolo Ghoulam: anche l’algerino va in scadenza nel 2018 e il Napolipareva non intenzionato a rinnovargli il contratto alle cifre richieste dalcalciatore: secondo quanto ci risulta, nelle ultime ore pare esserci stato unriavvicinamento. Giuntoli nel frattempo ha sondato e sta valutando nume-rosi profili (Conti e Grimaldo su tutti) in attesa di capire anche quale saràil destino di Strinic il quale, nonostante le recenti presenze da titolare, nonè mai stato tenuto in grande considerazioni da Sarri.Scrivevamo di Mertens e dunque dell’attacco. Il suo addio avrebbe undoppio risvolto, in quanto il Napoli si vedrebbe privato non solo di unaprima punta che si è dimostrata perfetta nel gioco di Sarri, ma anche di unesterno (suo ruolo naturale) e dunque di un’alternativa ad Insigne. Per cuianche nel reparto avanzato il Napoli dovrà poi fare almeno due operazio-ni, dando per Milik completamente ristabilito e considerando Pavoletti un

acquisto che poco si confà alle caratteristiche del gioco sarriano. Atal pro-posito, è da registrarsi un forte interessamento per Adam Ounas, talentomancino classe ‘96 che si sta mettendo in mostra con le sue deliziose gio-cate nel Bordeaux: nello scacchiere partenopeo rappresenterebbe un’inte-ressante alternativa a Callejon.Dulcis in fundo, si sta valutando anche il ruolo del portiere: Reina, il cuicontratto scade nel 2018, da un anno e più a questa parte in molte occa-sioni ha lasciato a desiderare, sebbene sia alta la considerazione nei suoiconfronti dal mister e dalla squadra tutta per le sue indiscutibili dote dileader, ma soprattutto per la sua abilità coi piedi, capace di iniziare e ribal-tare l’azione della squadra con i suoi precisi lanci. Nelle ultime settimanesi fa con insistenza il nome di Szczesny, nelle ultime 2 stagioni allaRoma, ma che è di proprietà dell’Arsenal. Le riflessioni in casa Napolicontinuano, anche se ad oggi è difficile immaginare la coesistenza deidue: più probabile la scelta di un portiere giovane (Meret?), che faccia unanno di ‘apprendistato’ con Reina per poi essere promosso titolare, conSepe e Rafael destinati a fare le valigie.In conclusione, ribadiamo due concetti: il mercato e le strategie delNapoli dipenderanno molto dall’eventuale qualificazione diretta allaprossima Champions, ma soprattutto dalla questione rinnovi.

Sabato 22 aprile, ore 11:30, va in scena, sotto formadi conferenza stampa per l’annuncio del rinnovo diInsigne, l’ultimo capolavoro cinematografico delpresidente De Laurentiis, una conferenza-film chea noi ha ricordato un pochino un famoso capolavo-ro di Sergio Leone “Il buono, Il brutto e il cattivo”,dove il termine “brutto” è staso doverosamentesostituito dal termine “furbo” , in onore all’astuziacomunicativa dell’ingegnoso Presidente DeLaurentiis. Ecco la trama:“Il Buono” (INSIGNE) :«Sono felice di aver

rinnovato perché sono napoletano e tifoso delNapoli da sempre. Il mio sogno di bambino si èavverato. So di avere delle responsabilità ma le hosempre avute. Speriamo di poter vincere qualcosadi importante».Sono queste le dichiarazioni che il giocatore, rag-giante per la firma del rinnovo contrattuale fino al2022, il quale viene indicato dal presidente DeLaurentiis come “il buono” della situazione, coluiche non necessita di clausola rescissoria nel con-tratto, perché è “una bandiera azzurra costruita neltempo”. Belle parole, soprattutto dopo che in estate la risposta alle richiestedi rinnovo ed adeguamento contrattuale per Lorenzo furono ben altre;“Il Furbo” (AURELIO DE LAURENTIIS) :«Se Insigne è merito mio?

Lorenzo è stato protagonista anche nelle giovanili. Dopo la sua esperienzaa Pescara volevo mettergli al fianco anche Verratti ma Mazzarri disse chenon gli serviva e mi pregò di non prenderlo (chissà perché con Vargas nonfunzionò allo stesso modo). Per lui ho sempre avuto un occhio di riguar-do».E poi ancora : « Il sentimento di restare di Insigne l’abbiamo riscontrato inHamsik, ma non in tutti. Noi non abbiamo paura di perdere anche pezziimportanti. Chi non vuole restare a Napoli può andare, nessuno lo trattie-ne. Far rimanere le persone non volentieri non conviene a nessuno. Senon ami questa città non puoi restare. Napoli è particolare, stare qui non ècome stare a Torino o Manchester. Napoli ha una storia che ti coinvolge e

non finisce mai, Se perdiamo qualche pezzo impor-tante ce ne faremo una ragione, poi è anche noiosoallenare sempre gli stessi, no? ».“Furbo” come una volpe il Presidentissimo azzur-ro, infatti, conoscendo il suo modo di agire, questeparole pesano come macigni in ottica riconfermadei migliori elementi. In pratica sembra proprio chelui abbia pronunciato una di quelle frasi ad effettoche, con l’avvicinarsi del mercato, riecheggiasovente in quel di Castel Volturno e dintorni, pron-ta a regalare alla folla il novello “Cattivo” di turno.“Il Cattivo” ( MERTENS ?) Ecco le parole diDe Laurentiis sul bomber : «Dries ha una situazio-ne familiare che tutti conoscete e che ancora non hachiarito al 100 per cento. E’vero però che parliamodi un giocatore che sta segnando tanto per merito diSarri, magari altrove farebbe 10 gol a stagione. Nelcalcio serve umiltà, non c’è nulla di scritto».Eccolo, sembrerebbe essere lui il “cattivo” di turno,anche se buone possibilità, secondo noi, le ha ancheKoulibaly, in quanto i soldi inglesi, in entrambi icasi, sembrerebbero irrinunciabili, e poi c’è quella

questione familiare a complicare la situazione di Mertens. Già, la famiglia,quante “noie” hanno dato al Napoli, nel corso degli anni, le varie situazionifamiliari dei tesserati che poi hanno abbandonato, loro malgrado, l’azzurro.Basti pensare quanto hanno pesato le varie situazioni familiari su gentecome Lavezzi (la fidanzata Yanina non gradiva più Napoli), Cavani(Separato dalla moglie Soledad), Benitez (a Madrid per star vicino alla fami-glia), Reina ( con il presidente che accusò la moglie di Pepe di non gradireNapoli, cosa prontamente smentita dal giocatore, poi ritornato in azzurro) edora Mertens. Speriamo che alla fine questi campioni rimangano in azzurro,perché sarebbe davvero triste vedere un altro giocatore venire al San Paolo,segnarci contro, ed indicare la tribuna urlando “Es tu colpa” nella proprialingua madre.

Salvatore Migliara

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INSIGNE HA RINNOVATO, MERTENS FORSE NO, CONQUESTO ATTACCO DOVE PUÒ ARRIVARE IL NAPOLIRISPONDONO AL QUESITO TRA LE MIGLIORIFIRME DEL GIORNALISMO ITALIANO

Roberto BECCANTINI (La Stampa) - SeMertens resta, meglio. Ma il problema delNapoli in questi anni non è mai stato l'attac-co, sempre da scudetto. Il problema è stato,e rimane, la fase difensiva.Carlo VERNA (TGR Rai) - Vi rispondovolentieri, ma un pò fuori schema. L'attaccodel Napoli, perso Higuain ha migliorato lamedia gol.E' peggiorata invece la difesa,nonostante le decine di milioni spese perMaksimovic e Tonelli ( vero che Albiol eKuolibaly hanno giocato meno insieme,causa infortunio e coppa d'Africa ). I nume-ri non sono opinioni. Il futuro degli azzurripuò essere da scudetto solo se progredisce enon accusa regressi il repartro arretrato.Ovvio che perdere Mertens, dopo il Pipitasarebbe pesante,la sua duttilità costituisceun'immensa risorsa, ma sappiamo che nellavicenda ci sono anche fattori extracalcistici.Antonello PERILLO (RAI) - Con questoattacco può arrivare molto in alto, magarianche allo scudetto e a ben figurare inChampions. Il Napoli va rafforzato in altrireparti: un portiere affidabile in alternativaa Reina, uno o due esterni più forti, forseanche un difensore centrale di livello mon-diali.Francesco DE LUCA (Il Mattino) - IlNapoli ha fatto cose egregie sotto l'aspettooffensivo anche in questa stagione non-ostante la prolungata assenza di Milik e iproblemi di inserimento di Pavoletti. I pro-blemi mi sembrano altrove e riguardano lafase difensiva, la maggiore lacuna dellasquadra: è qui che devono lavorare i diri-

genti e Sarri in futuro.Umberto CHIARIELLO (Canale 21) -Con la conferma indispensabile di Mertensil Napoli ha un attacco da scudetto.Paolo DEL GENIO (Radio Kiss KissNapoli) - Io penso Mertens si e ritengo chese va via viene qualcuno forte. Zapata nontorna, Pavoletti si deve decidere. Dove puòarrivare il Napoli, impossibile dirlo adesso.Ferruccio FIORITO (Canale 21) - IlNapoli per migliorarsi deve confermare la"rosa" nei suoi elementi migliori (li cono-sciamo ed è inutile elencarli) e liberarsi dialcune zavorre. In attacco Milik è certamen-te un elemento di valore mentre Zapata unbuon rincalzo, ma con questi pur bravi cal-ciatori non fai il salto di qualità ma ti con-fermi ai livelli di quest'anno.Carlo CARIONE (RAI) - Difficile rispon-dere a questa domanda. Certamente la con-correnza sarà più agguerrita, considerandogli investimenti che faranno Inter e Milan.Se Mertens va via, il Napoli dovrà trovarealmeno un paio di giocatori di sicura affida-bilità, uno per il centrocampo, l'altro perl’attacco.Angelo POMPAMEO (Julie Italia) - IlNapoli deve confermare interamente il suoorganico Martens compreso, e rinforzarsi alpari delle altre grandi del campionato. Unesterno di sinistra al posto di Ghoulam chepuò lasciare il Napoli, poi un centrale difen-sivo top e un esterno di destra, come riservaall'albanese. Dunque non sfasciare, ma inte-grare nuovi giocatori sotto la guida sapientedi Sarri che li aiuterà a crescere.

IL DOMANDONE12

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Antonio SASSO (Il Roma) - Tutto ruotaintorno al "sì" di Mertens. Un suo ora piùprobabile rinnovo del contratto consentireb-be a mister Sarri di poter partire con un pac-chetto offensivo collaudatissimo che conce-derebbe sempre poco spazio a Pavoletti edeventualmente a Zapata. L'addio di Driesandrebbe subito "coperto" con l'ingaggio diun pezzo da novanta che potrebbe essere illaziale Keita.Giovanni SCOTTO (Il Roma) - Sarebbegià un ottimo risultato confermare quantofatto in questa stagione. Spero possa arriva-re un trofeo e magari i quarti di Champions.Con una Juve così forte difficile pensareallo scudetto.Dario DE SIMONE (Radio Traffic) - Nonè bello fare ipotesi adesso. Tuttavia nel casodi un attacco del genere ci dovremo affidareancora una volta alla capacità di misterSarri di inventarsi qualcosa di buono.La partenza di Mertens sarebbe quindisoprattutto un danno psicologico più chetecnico.Inoltre, valutando anche le difficoltà dellemilanesi, il Napoli resterebbe almeno candi-dato ad un sicuro quarto posto Champions.Antonello GALLO (Telecapri) - SuInsigne non ho mai avuto dubbi che restas-se, onestamente, su Mertens ne ho qualcu-no, pur se non troppi. Il Napoli ha ampimargini per puntare in alto non dico a cosaper scaramanzia, ma più che dalla Juvedovrà guardarsi dalle milanesi in rispolveroe dalla Roma. Milik però dovrà confermar-si, mentre su Pavoletti ho riserve sul suo

inserimento nel modulo. Forse meglioZapata.Paola RENDINA (Tele A) - Credo cheMertens rinnovi. Non credo ad un ritorno diZapata in maglia azzurra, ci saranno nuoviacquisti per la prossima stagione, a comin-ciare da un vice Callejon. Con la speranzache resti Sarri questo Napoli potrà essere dinuovo protagonista nella parte alta dellaclassifica il prossimo anno.Luca CIRILLO (AreaNapoli.it) - Zapataandrà via, Pavoletti è in bilico. ArgomentoMertens: dovesse restare non tornerebbe infascia a giocarsi il posto con Lorenzo. edunque sarebbe il titolare di Milik che pre-tenderà spazio (già lo ha fatto capire).Servirà maggiore varietà tecnico-tattica peressere funzionali tra identità di gioco ecaratteristiche dell'avversario. Serve unKeità per dare vivacità in senso lato dietroCallejon e lo stesso Insigne. Soprattuttoserve una difesa solida (portiere compreso)e un centrocampista di grande livello ingrado di leggere tutti i momenti della sta-gione. L'attacco di cui alla domanda, ovve-ro Milik-Pavoletti-Zapata, è da zone alte diclassifica, ma non certamente da scudetto.Comunque, con Mertens, Insigne, Callejon-Keita, Milik-Kalinic siamo da scudetto, madipende sempre da cosa facciamo in difesa etra i pali sul mercato.Nicola APICELLA (Repubblica.it) - Puòlottare per un posto Champions. Paolo AMALFI (Telecapri) - Fra le primetre o quattro..come sempre negli ultimianni, ma per vincere ci vuole molto di più.

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di Vincenzo Letizia

LA SCOMMESSA 15

Pareggio nel derbydella Mole e ‘Gol’a San Siro?Mancano quattro turni al termine del campionato di serie A. Se ildiscorso scudetto è chiuso da tempo, mentre sembra difficile cheil Crotone possa salvarsi dalla retrocessione, la lotta si fa incande-scente per le posizioni che danno diritto a partecipare alle compe-tizioni europee.In questa 35esima giornata del massimo campionato italiano sonodue i big-match: il derby di Torino e la sfida tra Milan-Roma.Facile prevedere a San Siro una partita giocata all’arma biancadalle due squadre, prevediamo gol e spettacolo.Tra Juventus e Torino potrebbero pesare per i bianconeri le fati-che della sfida con il Monaco, per cui i granata potrebbero anchestrappare un lusinghiero pareggio.L’Atalanta vola verso l’Europa League, l’Udinese è salva datempo: i bergamaschi dovrebbero far prevalere le proprie motiva-zioni.Il Crotone nutre ancora qualche piccola speranza di potersi salva-re, difficile, ma la possibilità c’è e passa da un successo in quel diPescara.

Vorrà, però, chiudere o quasi ogni discorso l’Empoli che affrontaun Bologna libero di testa. L’1 è un risultato molto probabile.Due squadre che giocheranno solo per onor di firma sono ilSassuolo e la Fiorentina, facile prevedere un’aria da scampagna-ta che favorirà difese allegre.Il Chievo, seppur non ha più nulla da chiedere al proprio torneo,vive un periodo di forma molto buono. Il Palermo seppur reducedalla bella vittoria sulla Fiorentina è ovviamente molto inferiore.Puntando € 10,00 sulla sestina secca si incasserebbero, compren-sivi di bonus, €670,00 circa. Per chi non ama rischiare, sotto proponiamo un sistema ridottocon la possibilità di poter sbagliare anche un pronostico.Buon divertimento con le scommesse di PianetAzzurro e ricorda-te che il gioco è vietato ai minori e può causare dipendenza pato-logica. Giocate con moderazione.

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