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Editoriale di Plinio Vanini e Davide Pozzi 1 Agrivaltellina alleva Appunti da una visita ad impianti per la produzione di biogas di Massimo Timini 2 Agrivaltellina produce Il progetto regionale SENSDOP e la caratterizzazione sensoriale del Valtellina Casera Colavev Valtellina a due anni dalla certificazione ambientale di Selene Erini 3 Agrivaltellina: il punto di vista di APA La scarsa partecipazione e la vecchia politica del lamento di Cardelio Pruneri 4 La pezzata rossa italiana... una razza contro tendenza a cura di ANAPRI 4-5 Libri genealogici Mostra mandamentale della Valmalenco 6 Mostra zootecnica di Talamona 6 Festa dell’agricoltura e della zootecnia 6 Domodossola Domobruna di Gian Mario Tramanzoli 7 Agrivaltellina comunica Avviso ai soci del CAS Notizie in breve 7 Agrivaltellina equini EUROHAFLINGER 2007: la rassegna europea del cavallo avelignese Mostre di cavalli di Gian Mario Tramanzoli 8 CHIUSO PER FERIE A cura di Davide Pozzi** Direttore responsabile: Chiara Moroni | Sede e redazione: Associazione Provinciale Allevatori Sondrio, Via Bormio 26 | Stampa e impaginazione: Bonazzi grafica Sondrio | Progetto grafico: YO YO di Nadia Braito EDITORIALE DIFFICOLTA’ DI ACCESSO AI CONTRIBUTI A cura di Plinio Vanini* bimestrale di informazione tecnica dell’A.P.A. e C.T.C.B. anno tre numero tre mag/giu 07 Aut. Trib. SO N. 350 del 26/09/05 • Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale-D.L.553/2003 (conv. in L.27/02/2004) art.1, comma 1, DCB SONDRIO. Costo abbonamento Euro 5 (pagamento assolto tramite versamento della quota associativa) - Finanziato dalla misura 1.1 INTERREG III ITA-CH Anche i nostri associati si stanno preparan- do per le vacanze estive e, come al solito, invece di preferire la riva romagnola hanno scelto “responsabilmente” di occuparsi dei nostri alpeggi. Quest’anno sarà una vacanza alquanto im- pegnativa poiché i produttori di Bitto DOP hanno deciso di adottare, come già sape- te, una nuova disciplina per la produzione del formaggio d’alpe. Si apre, quindi, una nuova fase per que- sto prodotto di punta che, grazie a regole trasparenti, controlli efficaci e qualità nella produzione, ha l’obiettivo di dare la giusta credibilità ad un prodotto unico quale è il Bitto DOP. Il percorso che i soci intendono condivide- re è quello della qualità, consapevoli del fatto che può anche essere giusto produr- re meno ma produrre meglio. Ancora una volta il mondo agricolo nella sua “semplicità” è disponibile a essere il primo e unico vero modello per la gestione del nostro ambiente ed esempio per tutti nel saper sacrificare parte del proprio lavo- ro per un bene comune. Peccato che le po- litiche di gestione del territorio non sempre sostengono questo impegno. Nonostante ciò ci auspichiamo che al rientro da queste “vacanze” gli sforzi fatti possano premiare il lavoro dei nostri associati. ** direttore del CTCB E’ un argomento già noto a tutti, di cui si parla su tutti i giornali del settore e che fa sempre discutere ogni volta che c’è il rin- novo di una politica, prima con la PAC nel 2005 e ora con il PSR di cui siamo tutti in attesa. La sensazione è che nonostante tutto que- sto fiume di inchiostro di osservazioni, di- scussioni, malumori, le cose non vadano migliorando, anzi, la burocrazia diventa sempre più difficile e incomprensibile. In- somma, per noi gente di montagna, per le nostre ridotte dimensioni è chiaro che più aumenta la complessità per accedere ai contributi più per noi diventa difficile ac- cedervi. Perché non abbiamo le strutture ammini- strative-burocratiche delle grosse aziende di pianura dove c’è gente che può curarsi solo delle carte, mentre noi, in minor nume- ro, dobbiamo innanzitutto curare le bestie e il territorio. A questo punto l’osservazione critica da fare è che le associazioni di categoria e gli enti dedicati agli allevamenti di montagna supportino sempre più e con maggior effi- cienza gli agricoltori-allevatori. E, infine, come ho già detto più volte, inno- vazione, innovazione e coinvolgimento del- le nuove generazioni. * presidente dell’APA Foto: Stefano Mattaboni SALUTI DEL DIRETTORE Cari soci, l’esperienza fatta con il vostro notiziario che ho visto nascere e crescere mi ha permesso di conoscere e apprezzare la realtà del vostro lavoro. Un lavoro instancabile di tutti i giorni del- l’anno per la cura degli animali e del territorio di cui godiamo sia noi valtellinesi che tutti co- loro che visitano la nostra terra. E’ stato un privilegio collaborare con tante persone che amano e credono in quello che fan- no e ringrazio tutti per l’occasione di crescita personale. Con questo numero termina la mia collaborazione e auguro a tutti un buon proseguimento. Chiara Moroni

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Editorialedi Plinio Vanini e Davide Pozzi 1

Agrivaltellina allevaAppunti da una visita adimpianti per la produzione di biogas di Massimo Timini 2

Agrivaltellina produceIl progetto regionale SENSDOPe la caratterizzazione sensorialedel Valtellina CaseraColavev Valtellina a due annidalla certifi cazione ambientaledi Selene Erini 3

Agrivaltellina: il punto di vista di APALa scarsa partecipazionee la vecchia politica del lamentodi Cardelio Pruneri 4La pezzata rossa italiana...una razza contro tendenzaa cura di ANAPRI 4-5

Libri genealogiciMostra mandamentale della Valmalenco 6Mostra zootecnica di Talamona 6Festa dell’agricoltura e della zootecnia 6Domodossola Domobruna di Gian Mario Tramanzoli 7

Agrivaltellina comunicaAvviso ai soci del CASNotizie in breve 7

Agrivaltellina equiniEUROHAFLINGER 2007:la rassegna europea del cavallo avelignese Mostre di cavallidi Gian Mario Tramanzoli 8

CHIUSO PER FERIE

A cura di Davide Pozzi**

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DIFFICOLTA’ DI ACCESSOAI CONTRIBUTI

A cura di Plinio Vanini*

bimestrale di informazione tecnica dell’A.P.A. e C.T.C.B.

anno tre numero tre mag/giu 07 Aut. Trib. SO N. 350 del 26/09/05 • Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale-D.L.553/2003 (conv. in L.27/02/2004) art.1, comma 1, DCB SONDRIO. Costo abbonamento Euro 5 (pagamento assolto tramite versamento della quota associativa) - Finanziato dalla misura 1.1 INTERREG III ITA-CH

Anche i nostri associati si stanno preparan-do per le vacanze estive e, come al solito, invece di preferire la riva romagnola hanno scelto “responsabilmente” di occuparsi dei nostri alpeggi. Quest’anno sarà una vacanza alquanto im-pegnativa poiché i produttori di Bitto DOP hanno deciso di adottare, come già sape-te, una nuova disciplina per la produzione del formaggio d’alpe. Si apre, quindi, una nuova fase per que-sto prodotto di punta che, grazie a regole trasparenti, controlli effi caci e qualità nella produzione, ha l’obiettivo di dare la giusta credibilità ad un prodotto unico quale è il Bitto DOP. Il percorso che i soci intendono condivide-re è quello della qualità, consapevoli del fatto che può anche essere giusto produr-re meno ma produrre meglio. Ancora una volta il mondo agricolo nella sua “semplicità” è disponibile a essere il primo e unico vero modello per la gestione del nostro ambiente ed esempio per tutti nel saper sacrifi care parte del proprio lavo-ro per un bene comune. Peccato che le po-litiche di gestione del territorio non sempre sostengono questo impegno. Nonostante ciò ci auspichiamo che al rientro da queste “vacanze” gli sforzi fatti possano premiare il lavoro dei nostri associati.

** direttore del CTCB

E’ un argomento già noto a tutti, di cui si parla su tutti i giornali del settore e che fa sempre discutere ogni volta che c’è il rin-novo di una politica, prima con la PAC nel 2005 e ora con il PSR di cui siamo tutti in attesa. La sensazione è che nonostante tutto que-sto fi ume di inchiostro di osservazioni, di-scussioni, malumori, le cose non vadano migliorando, anzi, la burocrazia diventa sempre più diffi cile e incomprensibile. In-somma, per noi gente di montagna, per le nostre ridotte dimensioni è chiaro che più aumenta la complessità per accedere ai contributi più per noi diventa diffi cile ac-cedervi. Perché non abbiamo le strutture ammini-strative-burocratiche delle grosse aziende di pianura dove c’è gente che può curarsi solo delle carte, mentre noi, in minor nume-ro, dobbiamo innanzitutto curare le bestie e il territorio. A questo punto l’osservazione critica da fare è che le associazioni di categoria e gli enti dedicati agli allevamenti di montagna supportino sempre più e con maggior effi -cienza gli agricoltori-allevatori. E, infi ne, come ho già detto più volte, inno-vazione, innovazione e coinvolgimento del-le nuove generazioni.

* presidente dell’APA

Foto: Stefano Mattaboni

SALUTI DEL DIRETTORECari soci, l’esperienza fatta con il vostro notiziario che ho visto nascere e crescere mi ha permesso di conoscere e apprezzare la realtà del vostro lavoro. Un lavoro instancabile di tutti i giorni del-l’anno per la cura degli animali e del territorio di cui godiamo sia noi valtellinesi che tutti co-loro che visitano la nostra terra. E’ stato un privilegio collaborare con tante persone che amano e credono in quello che fan-no e ringrazio tutti per l’occasione di crescita personale. Con questo numero termina la mia collaborazione e auguro a tutti un buon proseguimento.

Chiara Moroni

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Appunti da una visita ad impiantiper la produzione di biogas

SERVIZIO DI MASSIMO TIMINI*

Grazie all’opportunità offerta da un’iniziativa della Fondazione Fojanini nell’ambito di un pro-getto Interreg sulla valutazione delle potenziali-tà di diffusione di impianti di biogas, un gruppo di agricoltori, tecnici ed amministratori ha potu-to visitare due impianti a Terento, in Val Puste-ria (BZ). Uno di tipo consortile (foto 1 e 2) ed uno aziendale (foto 3). Un’occasione per poter approfondire le problematiche legate a questo tipo di realizzazioni in ambienti montani.Stiamo parlando della produzione di energia elettrica e di energia termica da impianti ali-mentati con liquami e letami bovini, nonché con materiali organici, le cosiddette “biomas-se”. Queste vengono sottoposte ad un pro-cesso di digestione in assenza di ossigeno, ad opera di specifici batteri. Il processo pro-duce una miscela gassosa composta per cir-ca il 60% da metano. La combustione del me-tano in motori endotermici (foto 4) permette la produzione di energia elettrica, tramite l’azio-namento di generatori di corrente, e di ener-gia termica, ottenuta dal raffreddamento dei motori.L’impianto consortile visitato è stato realizzato da una cooperativa che associa 44 allevatori, per aziende con consistenze che vanno dal-le 5 alle 55 UBA (Unità bovino adulto). In tota-le all’impianto vengono recapitati i reflui di cir-ca 850 UBA, con un movimento di 5 viaggi al giorno per i liquami e 2 per il letame. L’impian-to è in ogni caso predisposto per 1200 UBA, così da poter in un prossimo futuro utilizzare anche i reflui degli allevatori della zona finora rimasti alla finestra. L’iniziativa ha infatti richie-sto, come naturale, un’approfondita opera di informazione e le necessarie discussioni pre-liminari, a fronte di un investimento che, com-prensivo di opere accessorie come la strada d’accesso all’impianto e delle tecnologie per i trasporti, ammonta a 2.800.000 euro, finan-ziati anche con un incentivo da parte della Provincia di Bolzano del 45%. La quota so-ciale di adesione alla cooperativa è pari a 90 euro per UBA, la sottoscrizione delle garanzie bancarie a 300 euro UBA. L’impianto produce 7500 Kwh/giorno di energia elettrica, immes-sa in rete, e 9000 Kwh/giorno di energia termi-ca, utilizzata nell’impianto di teleriscaldamen-to presente sul territorio comunale. In sintesi può produrre energia elettrica per i fabbisogni di circa 450 abitazioni e termica per circa 220. L’ammortamento dell’investimento sostenuto è previsto in circa sette anni. Il tempo di realizza-

zione dell’impianto è stato di sei mesi. Poten-do paragonare il funzionamento del digestore a quello di un rumine, la “razione” quotidiana prevede 35 tonnellate al giorno di liquame bo-vino, 12 di letame, 3 di erba medica disidra-tata e 2 di siero di latte concentrato (22-23% di sostanza secca). Il trasporto dei reflui viene realizzato dalla cooperativa, che conta su due dipendenti assunti. Il “digestato” viene ripor-tato in azienda, che deve essere dotata delle strutture di stoccaggio necessarie, con i viaggi di ritorno. Non avvengono viaggi a vuoto, pur in un raggio d’azione limitato a 5 chilometri. L’impianto aziendale è alimentato dai reflui prodotti da un allevamento di circa 60 vacche da latte, con l’addizione di residui della lavo-razione delle mele. Il calore prodotto è in que-sto caso utilizzato per servire l’abitazione della famiglia dell’agricoltore e dei due edifici adi-biti ad appartamenti per affitto turistico, sem-pre di proprietà dell’azienda. In questo caso decisamente maggiore l’incidenza dei costi di realizzazione, circa 400.000 euro, rispetto alle UBA di riferimento. Soddisfazione in ogni caso espressa dall’imprenditore per i benefici deri-vati dall’investimento effettuato.La visita si è svolta in una giornata nella quale venivano effettuate operazioni di spargimento sui prati della zona di refluo digestato. Questo ha permesso di verificare il decisamente ridot-

to impatto sulla sensibilità olfattiva delle singo-le persone. E’ quello dell’abbattimento degli odori uno dei punti di forza della realizzazione, a maggior ragione trattandosi di località a for-te economia turistica. Resta aperto il problema delle biomasse addizionali ai reflui, che razio-nalmente dovrebbero essere di produzione lo-cale, cosa che in area montana andrebbe per lo più in concorrenza all’utilizzo alimentare per gli animali allevati. Qualche perplessità, alme-no in chi scrive, l’ha sollevata il ricorso all’er-ba medica disidratata pelletata, per la cui pro-duzione e trasporto è necessario un sensibile consumo di energia. Analogo, seppur in misu-ra minore, date le più limitate distanze di tra-sporto, il discorso per il siero concentrato. A questo proposito però dal colloquio con il pre-sidente della cooperativa è emersa la possi-bilità per un prossimo futuro di usare in alter-nativa glicerina, sottoprodotto della produzio-ne di biocarburanti, in un’ottica di maggiore coerenza ambientale e di maggiore compati-bilità economica. Altra considerazione quella relativa alla assoluta opportunità e necessità di posizionare gli impianti là dove è possibile utilizzare l’energia termica, che è prodotta in misura del 20% in più di quella elettrica, solo in parte riutilizzata nel processo per tenere alla temperatura necessaria all’attività dei micror-ganismi la massa presente nel digestore.Foto 1

Foto 2 Foto 3

Foto 4

* TECNICO SATA APA SONDRIO

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Il progetto regionale SENSDOP e la caratterizzazione sensoriale del Valtellina Casera

SERVIZIO DI SELENE ERINI

Nell’ambito del Piano regionale per la ricerca e lo sviluppo 2004-2006, la Direzione Genera-le Agricoltura ha finanziato un progetto per la caratterizzazione sensoriale di dieci prodotti ti-pici lombardi, tra i quali il Valtellina Casera DOP. Se per qualsiasi prodotto alimentare si devono garantire “sicurezza” e “valore nutrizionale”, ciò che distingue il prodotto tipico è l’aspetto sen-soriale: per questo motivo è importante definir-ne il profilo sensoriale.La ricerca sul Valtellina Casera è stata condotta dall’autunno 2006 alla primavera 2007 e ha avu-to come obiettivo la definizione del profilo sen-soriale descrittivo di questo formaggio e la ca-ratterizzazione di un campione rappresentativo dell’intera produzione.Sono state individuate cinque aziende rappre-sentative della produzione di Valtellina Case-ra dislocate sull’intero territorio provinciale. Per ogni azienda, cinque forme prodotte durante il periodo estivo e cinque forme del periodo au-tunno-invernale sono state analizzate presso il laboratorio di analisi sensoriale dell’ERSAF di Mantova da un gruppo addestrato di giudici che hanno predisposto apposite schede di va-lutazione per il Valtellina Casera, una per i cam-pioni estivi e una per i campioni invernali. I cam-pioni, dopo essere stati contrassegnati da codi-ci, sono stati tutti esaminati ripetute volte e i dati sono stati analizzati statisticamente.Il 22 maggio, presso la sede del Consorzio Tute-

Nel numero di aprile/maggio ’06 di AGRIVAL-TELLINA abbiamo parlato della certificazione di rintracciabilità di filiera e di filiera controlla-ta per il formaggio Valtellina Casera ottenuta dalla Latteria Sociale Valtellina di Delebio per mostrare come, a livello aziendale, altre certi-ficazioni possono coesistere e, anzi rafforza-re, i marchi comunitari DOP e IGP.Un altro esempio di certificazione volonta-ria è la certificazione ambientale UNI EN ISO 14001:2004 – norma nata per minimizzare l’impatto ambientale dei processi aziendali, dei prodotti e dei servizi – avviata da Colavev Valtellina due anni fa e i cui risultati sono stati illustrati in un convegno tenutosi il 9 maggio a Sondrio.Grazie alla certificazione ambientale lo sta-

Colavev Valtellina a due anni dalla certificazione ambientaleSERVIZIO DI SELENE ERINI

bilimento di Postalesio è riuscito a ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche ed energetiche. Ottimi risultati sono stati ottenuti nella gestio-

ne dei rifiuti: triplicata in due anni la quota dei rifiuti recuperati (39% sul totale nel 2006), ma anche nella gestione dei gas refrigeranti, con la dismissione degli impianti contenenti gas lesivi per l’ozono e con la riduzione del-le emissioni in atmosfera mediante la sostitu-zione del combustibile di alimentazione delle caldaie.Quanto descritto ha permesso a Colavev Val-tellina di ridurre drasticamente l’impatto am-bientale dell’attività produttiva, contribuendo alla salvaguardia del territorio.Salvaguardare il territorio per valorizzare il prodotto locale e tutelare il consumatore. E allo stesso tempo, prevenire l’inquinamento permette all’azienda di ridurre i costi pianifi-cando gli interventi.

la Valtellina Casera e Bitto, i ricercatori di ERSAF Mantova e il professor Bertuccioli dell’Università degli Studi di Firenze hanno presentato i risultati della sperimentazione ai consiglieri del Consor-zio, alle aziende coinvolte nella ricerca e ad al-cuni tecnici del settore.Volendo sintetizzare quanto esposto dai relatori, si può affermare che sia per la produzione esti-va sia per la produzione invernale si sono deli-neati due gruppi, uno comprendente i campio-ni delle aziende codificate con i numeri 1, 4 e 5, l’altro quelli delle aziende 2 e 3. I due gruppi si differenziano ad esempio per l’odore e l’aro-ma: maggiori intensità di burro, di panna per il primo gruppo, di siero, di caglio, di stalla per il secondo gruppo. Ciò potrebbe dimostrare che

lo “stile” del produttore è in qualche modo rico-noscibile. Inoltre, costruendo il profilo sensoriale medio sia estivo che invernale, è stato possibile definire il prodotto estivo e il prodotto invernale come due formaggi sensorialmente diversi.Questi risultati sono solo un primo passo ver-so la definizione di un profilo sensoriale di rife-rimento del Valtellina Casera che potrebbe es-sere un ulteriore strumento per valutare la con-formità del prodotto. La tipicità di un prodotto, infatti, viene percepita dal consumatore anche e soprattutto attraverso i sensi (vista, olfatto, gu-sto) ed è per questo motivo che nella valorizza-zione di un prodotto tipico è importante acquisi-re conoscenze più approfondite sulle sue carat-teristiche sensoriali.

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La pezzata rossa italiana...una razza contro tendenza

Il giorno 8 giugno 2007 si è svolta a Udine l’annuale Assemblea della razza Pezzata Rossa Italiana (P.R.I.). Il Presidente Franco Moras ha letto una re-lazione esaustiva sullo “stato di salute” della razza che di seguito andiamo a pubblicare :anche quest’anno riteniamo che possano es-sere giudicate molto positivamente le stati-stiche A.I.A. relative alle consistenze e alle prestazioni produttive della P.R.I.. La razza, infatti, sta aumentando numericamente dif-fondendosi sempre più al di fuori del Trive-neto, zona tradizionalmente dedita al suo al-levamento. Attualmente conta 48.110 bovine controllate ed iscritte alla linea selettiva “du-plice attitudine”; vacche distribuite in 4.305 allevamenti (tabella 1 e tabella 2). Nel 2006, rispetto all’anno precedente, si è verifi cato un saldo attivo sia del numero di bovine control-late (+716), che del numero di allevamenti (+87), dati che confermano un trend conso-lidato nel tempo: dal 1997 al 2006 il nume-ro di allevamenti e di bovine iscritte al Libro Genealogico è aumentato rispettivamente di 356 e 4.805 unità. A questi animali vanno ag-giunti le 5.019 vacche iscritte alla Linea Car-ne. Il dato relativo agli allevamenti va in contro-tendenza con quanto accade complessiva-mente a livello Nazionale, ove si assiste ad una riduzione degli aderenti ai controlli fun-zionali e quindi ad una conseguente concen-trazione degli animali in strutture di dimensio-ni sempre più grandi. Nel nostro caso, l’au-mento degli allevamenti è riconducibile al desiderio di molti allevatori di provare nelle loro stalle la razza, prove che, il più delle vol-te, hanno esito positivo.

A CURA DI ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALLEVATORI PEZZATA ROSSA ITALIANA

In merito alla localizzazione orografi ca (stu-dio dell’anno 2005), le aziende di P.R.I. si tro-vano per il 60% in montagna (45% degli ani-mali), il 22% in collina (21% dagli animali) e il 18% in pianura (45% degli animali). Gli alle-vamenti aderenti alla linea carne sono loca-lizzati per la quasi totalità in aree montane o collinari del centro-sud Italia. La razza è dif-fusa su tutto il territorio nazionale (84 Provin-ce) ad eccezione della Valle D’Aosta; teatro

di questo aumento sono soprattutto , Trenti-no, Veneto, Sicilia , Piemonte ed in parte del-la Lombardia. In queste Regioni la razza ha trovato terreno particolarmente fertile, ap-prezzata perché in grado di garantire buone performance produttive di notevole qualità e, allo stesso tempo, un ulteriore fonte di red-dito derivante dalla vendita dei vitelli e delle vacche a fi ne carriera; inoltre per chi deside-ra produrre formaggi aziendali o migliorare la

La scarsa partecipazionee la vecchia politica del lamento

Non è bello, e tantomeno dignitoso, imprecare, sempre e comunque, contro qualcuno, quan-do le cose non vanno come si vorrebbe andas-sero.Non è bello, soprattutto, quando il lamento pro-viene da imprenditori la cui attività è stata libe-ramente scelta per vocazione, passione, voglia di mettere alla prova il proprio sapere e la pro-pria intraprendenza, per costruire o potenziare l’azienda e dare concretezza alle proprie aspi-razioni. E’ il bello o se si preferisce, il fascino del lavoro autonomo, senza imposizioni e im-pedimenti, governato e pianifi cato secondo tempi e modi propri dell’imprenditore grande o piccolo che esso sia.Certo che operando in un contesto sociale ed economico come quello attuale qualche impre-cazione va pure messa in conto, perché non sempre gli imprevisti sono da considerare tali, ma sovente, traggono origine da “momenti” burocratici in continua evoluzione, a volte poco logici e di diffi cile comprensione, soprattutto

SERVIZIO DI CARDELIO PRUNERI

quando vengono emanati da organismi privi delle più elementari conoscenze specifi che e lontani dalle esigenze degli imprenditori.E dire che spesso vengono licenziati con la be-cera convinzione di aiutare la categoria a cre-scere e ad affermarsi sui mercati sempre più globalizzati, a promuovere i prodotti e fi deliz-zare i consumatori, nei confronti del made in Italy, ritenuto di assoluta eccellenza sotto tutti i punti di vista.Ma per l’imprenditore, l’asfi ssiante burocrazia, oltre ad essere un costo per l’azienda, viene concepita nella migliore delle ipotesi, come un fastidioso prurito da debellare quanto prima, perché l’azienda non può continuamente pe-stare l’acqua nel mortaio, ma deve preoccu-parsi del mercato, dei clienti, dei costi di pro-duzione e quant’altro.Anche l’imprenditore del settore agricolo non ha tempo da perdere; deve produrre e pianifi -care il proprio lavoro con in più, l’incognita del-la meteorologia, per cui è più portato a delega-

re ad altri la propria rappresentanza e la pro-pria partecipazione nei consessi che contano, dove magari non si regola il mercato, oggi as-sai libero, ma si decidono le azioni da applica-re nelle aziende, per governare al meglio i pro-cessi produttivi e di controllo.Una rappresentanza più numerosa di persone preparate e sindacalmente trasversali, motiva-te sugli obiettivi condivisi da raggiungere, può contribuire a snellire la burocrazia superfl ua, proponendo alle istituzioni le attività funzio-nali più logiche nei confronti degli obiettivi da raggiungere. Solo così, partecipando in prima persona o seguendo passo dopo passo gli svi-luppi dei vari argomenti posti in discussione, è possibile accrescere il proprio bagaglio di co-noscenze, condividere con cognizione di cau-sa aspetti negativi e positivi della evoluzione del proprio settore, far crescere nelle aziende gli imprenditori del futuro nella consapevolez-za dei limiti e dei punti di forza dell’attività da intraprendere.

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qualità del latte prodotto, si dimostra sempre una scelta vincente.Anche gli aspetti di rusticità, fertilità, resisten-za alle mastiti, soprattutto nelle condizioni di allevamento non sempre facili del Sud Italia e delle zone montane, hanno favorito la diffu-sione della P.R.I. in queste aree.

Le Performance Produttive Parallelamente all’aumento dei capi, si an-che registrato un miglioramento delle per-formance produttive, sia in termini qualitativi che quantitativi (tabella 1 e figura 1). Dal 1997 al 2006 la produzione di latte è aumentata di 1.067 kg, mentre le percentuali di grasso e proteine sono rispettivamente aumentate di 0,03% e 0,02%. Nel 2006 la razza ha prodot-to mediamente Kg 6.528 al 3,92% di grasso ed al 3,41% di proteine, registrando, rispetto all’anno precedente, un incremento di 141 kg di latte. Questi sono dei risultati più che soddi-sfacenti soprattutto in considerazione del fatto che si parla di una razza che produce anche carne, è allevata mediamente in piccoli alleva-menti e, in buona parte, in zone non certo pia-neggianti e/ o irrigue. Nonostante questo, si è verificato un incremento produttivo paragona-bile a quello ottenuto dalle razze specializzate per la sola produzione di latte. Non solo, ma i migliori sessanta allevamenti producono me-diamente 9.033 kg di latte al 3,94 % di gras-so e al 3,5 % di proteine. Incredibilmente han-no una mediana parto parto/concepimento di soli 99 giorni. Ben 5 sono poi quelli che, nel 2006, hanno prodotto più di 100 ql. di media. A conferma che la P.R.I. è una razza che non ha problemi nell’adattarsi alle moderne tecno-logie possiamo ben dire che ormai sono una decina le mandrie di P.R.I. munte dal robot di mungitura e con risultati superiori ad ogni più rosea aspettativa. Nella P.R.I. è rarissimo tro-vare capezzoli posteriori convergenti al punto di toccarsi e quindi da non essere individuati dal lettore ottico.Si può quindi affermare che un buon allevato-re di PRI produce tanto latte dalle qualità ca-searie indubbie, carne di ottima qualità, pos-siede bovine molto longeve che rimangono gravide facilmente e ha minori problemi sani-tari (cellule, dislocazioni, problemi podali), ri-spetto ai colleghi di altre razze.Il giudizio sui dati produttivi, è ancora più po-sitivo se si tiene conto anche del fatto che le aziende di PRI sono localizzate per l’81% in zone orograficamente svantaggiate (66 % de-gli animali in controllo) e che la dimensione media è di circa 11 capi, contesti produttivi ove non sempre è facile o possibile adottare le più moderne tecniche d’allevamento. Dati produttivi però che fanno comprendere come se la maggior parte delle vacche PRI fosse-ro allevate nelle stalle della Pianura Padana la media fenotipica razziale sarebbe vicina ai 75 -80 ql con 3,5 -3,6 % di proteine. Inoltre, queste performance non sono state ot-tenute utilizzando solo poche linee di sangue per fissare più rapidamente i caratteri oggetto di selezione, ma preservando una fondamen-tale risorsa come la variabilità genetica. Infat-ti nella P.R.I. il coefficiente di consanguineità, in media, è pari a circa 1% (i genetisti indivi-duano nel 6.25% la soglia massima tollerabi-le). L’utilizzo di questa notevole variabilità ge-netica è possibile perché la Pezzata Rossa è largamente diffusa nel mondo (Germania, Au-stria , Francia in primis ) con obiettivi di se-lezione e ceppi diversi, pur avendo la stessa origine come razza. Il tutto permette un utiliz-zo di tori non imparentati fra di loro come suc-cede invece spesso in altre popolazioni e fa sì

che l’allevatore possa selezionare in purezza senza dover ricorrere all’incrocio per risolvere i problemi di infertilità e scarsa resistenza alle malattie. Questo dato spiega la notevole ru-sticità della razza, che si traduce in maggior adattabilità degli animali agli ambienti di pro-duzione più difficili, minor incidenza delle ma-stiti o di altre problematiche (vedi ad esempio dislocazioni abomasali), maggior fertilità, qua-si assenza di tare genetiche, notevole capa-cità di ripresa degli animali dopo parti difficili (eventualità poco frequente) o malattie.Nella PRI non va sottovalutata poi la produ-

zione di carne. E non ci riferiamo al solo fatto che un vitello di 15 giorni ed una vacca a fine carriera hanno una valutazione commerciale doppia quando non tripla rispetto alle razze monoattitudinali (va evidenziato che si trat-ta di un reddito netto e non al lordo di spe-se) ma anche al fatto che la muscolosità (e non il grasso come avviene in altre razze) ri-sulta essere una riserva che, mobilizzandosi in maniera lenta, apporta quell’energia che è sempre auspicabile nelle alte produzioni di latte.

Tabella 1: Consistenza della Pezzata Rossa Italiana nelle linee selettive “Duplice Attitudi-ne” e “Carne” (Statistiche Bollettino A.I.A. e Libro Genealogico della P.R.I.).

Anno Vacche controllateDuplice Attitudine

Vacche lineaCARNE Totale

2005 47.394 4.547 51.941

2006 48.110 5.019 53.129

Differenze +716 + 472 + 1.188

Tabella 2: Consistenza e produzioni della P.R.I. (Bollettino A.I.A.).

Anno N. Vacche N. Allev. Latte Kg Grasso % Proteine%

1997 43.305 3.949 5.461 3,89 3,39

2005 47.394 4.218 6.387 3,96 3,41

2006 48.110 4.305 6.528 3,92 3,41

2006->2005 +716 +87 +141 -0,04 0,00

2006->1996 +4.805 +356 +1.027 +0,03 +0,02

Figura 1: Trend fenotipico della produzione di latte e delle percentuali di grasso e protei-ne nella P.R.I..

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20a mostra zootecnica mandamentale della ValmalencoSERVIZIO DI GIAN MARIO TRAMANZOLI

Mostra zootecnica di TalamonaSERVIZIO DI GIAN MARIO TRAMANZOLI

Una vera festa quella che si è tenuta a Chia-venna in località Pratogiano il primo giorno di maggio.Portare in centro a Chiavenna la festa del-l’agricoltura e della zootecnia della valle è il chiaro intento di avvicinare il mondo zootec-nico al consumatore fi nale per sensibilizzar-lo alle problematiche che stanno attraver-sando i produttori di montagna.Molto partecipato il meeting della razza Bru-na dove, a fi anco di allevatori ed esperti, si sono cimentati nelle valutazioni anche chi,

Chiavenna: festa dell’agricoltura e della zootecniaSERVIZIO DI GIAN MARIO TRAMANZOLI

pur non essendo conoscitori, si sono divertiti a fare le classifi che dei soggetti esposti.Il meeting si è svolto con la valutazione di tre categorie, Manze, Vacche Primipare e Vac-che Pluripare, l’esperto incaricato della ste-sura della classifi ca uffi ciale Domenico Ron-zani, ha evidenziato il pregio dei soggetti esposti e l’abilità e professionalità nelle pre-sentazioni.Hanno esposto soggetti al meeting le azien-de Marco Capelli, Davide Del Curto, La Ca-scina Bodengo di Quadrio, Roberto Paggi,

Luciano Tavasci e Battista Tabacchini.Fra i molti premiati nel concorso di valu-tazione va evidenziato il primo premio as-segnato al giovane allevatore e studente dell’istituto di agraria di Sondrio Gabriele Pedretti che in tutte e tre le categorie ha stilato la medesima classifi ca dell’esperto Ronzani.Complimenti al giovane allevatore e com-plimenti a tutta l’organizzazione con in te-sta l’Associazione degli Allevatori della Val-chiavenna e l’APA di Sondrio.

Nel week-end di Pasqua si è svolta a chiesa Val-malenco la 20° edizione della mostra zootecnica riservata ai bovini di razza bruna, e come di tra-dizione sono stati molti gli spettatori, addetti del settore ma anche semplici curiosi, che hanno potuto apprezzare la passione di chi, in mezzo a mille diffi coltà, continua a vivere di zootecnia an-che nelle condizioni estreme come sono quelle di chi vive in montagna. Alla mostra hanno par-tecipato 7 aziende con 91 capi.Nel ring di valutazione hanno sfi lato anche le capre degli allevamenti della Valmalenco dimo-strando che anche il settore caprino, considera-to nel passato un allevamento marginale, si sta rivalutando anche grazie alla sempre maggiore professionalità degli allevatori.CLASSIFICHE RAZZA BRUNACategorie vitelle fi no a 12 mesi1° Az. Agr. Pizzo Scalino, 2° Az. Agr. Pizzo ScalinoManzette 12 - 16 mesi1° Negrini Maurizio, 2° Negrini MaurizioManzette 16 – 20 mesi1° Az. Agr. Pizzo Scalino, 2° Az. Agr. Pizzo ScalinoManze 20 – 26 mesi1° Az. Agr. Pizzo Scalino, 2° Az. Agr. Pizzo Scalino

Manze OLTRE 26 mesi1° Az. Agr. Pizzo Scalino, 2° Negrini MaurizioCategorie vacche asciutte fi no a 5 anni1° Negrini Maurizio, 2° Az. Agr. Pizzo ScalinoCategorie vacche asciutte oltre a 5 anni1° Negrini Maurizio, 2° Nani FabioVacche in latte fi no a 3 anni1° Az. Agr. Pizzo Scalino, 2° Az. Agr. Pizzo ScalinoVacche in latte fi no da 3 a 4 anni1° Az. Agr. Pizzo Scalino, 2° Az. Agr. Pizzo Scalino

Vacche in latte fi no da 4 a 5 anni1° Az. Agr. Pizzo Scalino, 2° Az. Agr. Pizzo ScalinoVacche in latte oltre 5 anni1° Negrini Maurizio, 2° Negrini MaurizioCampionessa assoluta vaccheLa bovina Marilin dell’Azienda Negrini MaurizioCampionessa assoluta manzeManza Lorena dell’Azienda Agr. Pizzo Scalino

CLASSIFICA MOSTRA ZOOTECNICA MAN-DAMENTALE DELLA VALMALENCO- SPECIE CAPRINA -Presenti 13 aziende con 85 capi espostiBecchi fi no 24 mesi1° Negrini Maurizio, 2° Sem AndreinaBecchi oltre 24 mesi1° Del Zoppo Barbara, 2° Chirico MarcoCapre primipare1° Nana Sabrina, 2° Nana SabrinaCapre pluripare1° Masa Stefano, 2° Nana SabrinaMiglior GruppoChirico Marco

Una mostra comunale che ha visto la partecipa-zione di 7 aziende per un totale di 55 capi di razza Bruna e una buona partecipazione di soggetti del-la razza caprina Orobica il 28 aprile. Le valutazioni degli animali, effettuate dagli esperti di razza Ma-rio Rabbiosi per la razza Bruna e Carlo Gianoncelli per le orobiche sono state commentate dagli alun-ni dell’istituto di Agraria di Sondrio che hanno dato dimostrazione di una già acquisita pratica e cono-scenza delle materie zootecniche.CLASSIFICHE DELLA MOSTRA RAZZA BRUNACategoria Vitelle 10-14 mesi1 class Mazzoni Enrico, 2 class Gusmeroli GianniCategoria Vitelle 14-18 mesi1 class Mazzoni Enrico, 2 class Deghi CaterinaCategoria Manzette 18-24 mesi1 class Gusmerolo Gianni, 2 class Mazzoni EnricoCategoria Manze oltre 24 mesi1 class Deghi Caterina, 2 class Luzzi BrunoCategoria Vacche primipare1 class Deghi Caterina, 2 class Mazzoni EnricoCategoria Vacche Pluripare1 class Mazzoni Enrico, 2 class Deghi CaterinaCategoria Vacche Asciutte1 class Deghi Caterina, 2 class Deghi Caterina

Campionessa assoluta la bovina EMI di Mazzoni Enrico, sua riserva MEGANE di Deghi CaterinaCLASSIFICHE MOSTRA CAPRE di RAZZA OROBICABecchi fi no 12 mesi 1 class Magni AngelicaBecchi 12-24 mesi 1 class Tirinzoni AldoBecchi oltre 24 mesi1 class Gusmeroli AdrianaCapre fi no 12 mesi non partorite1 class Deghi caterina

Capre fi no 12 mesi partorite1 class Gusmeroli AdrianaCapre 12-24 mesi1 class Magni AngelicaCapre oltre 24 mesi1 class Simonetta AntonioCampionessa AssolutaCapra di Simonetta AntonioMiglior mammella primiparaGusmeroli AdrianaMiglior mammella pluriparaMarioli Sonia

Foto disponibili in fi le (telefonare a Tramanzoli 0342/513900)

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Il Consiglio di Amministrazione del CAS e il presidente pro tempore signor Diego Codega hanno nominato temporaneamente nuovo re-sponsabile tecnico commerciale il signor Ful-vio Brunalli che manterrà anche l’incarico di controllore zootecnico.Con la presente comunichiamo a tutti i soci interessati ai servizi CAS che, al fi ne di pia-nifi care al meglio la campagna di acquisto e consegna di foraggio, erba medica e paglia,

Avviso importante ai soci del C S

Notizie in breveTrasferta a Sindelfi ngen per i formaggi di ValtellinaIl comune di Sondrio, in collaborazione con i con-sorzi di tutela, ha organizzato per la sera del 5 lu-glio a Sindelfi ngen una serata di presentazione dei nostri prodotti tipici e delle aziende che li produ-cono. Valtellina casera, Bitto e Scimudin, Bresao-la, Vini, Mele, Miele e Pizzoccheri in trasferta per farsi conoscere dagli operatori di Sindelfi ngen.

Viaggio in U.S.A.ANARB organizza dal 30 settembre al 7 ot-tobre 2007 VIAGGIO IN U.S.A. Gli interessa-ti possono contattare entro il 31 LUGLIO Ful-vio Brunalli presso uffi cio APA di Sondrio: tel. 0342 513900 - cell. 348 3009672.

Nuovi presidenti A.P.A. a Como/Lecco, Varese, Bergamo Si sono recentemente svolte le assemblee dei soci A.P.A. di alcune provincie lombarde, dove all’ordine del giorno fi gurava anche il rinnovo dei Comitati Direttivi. Dall’esito delle votazioni, e dalle successive riunioni dei vari Comitati, sono risulta-te elette tre nuove presidenze e specifi catamen-te a:Como/Lecco: Presidente Ciappesoni Antonio, Vice Baruffi ni e Rigamonti;Varese: Presidente Zanotti Paolo, Vice Badi e Crivelli;Bergamo: Presidente Giudici Giovanni.

Asta della Razza BrunaEdolo (BS) 1/2 ottobre 2007. Aperta anche a sog-getti provenienti da allevamenti lombardi iscritti al Libro Genealogico. Iscrizioni entro il 27 agosto 2007. Costo 5,00

Circolare 13 Sanità sullavendita di latte crudo vacci-no, ovicaprino e bufalino. Modifi che e integrazionidi altre circolariCon le circolari in oggetto, la Regione Lombar-dia Sanità, ha fornito le indicazioni più restritti-ve per regolamentare il controllo Uffi ciale della vendita di latte crudo destinato al consumato-re fi nale. L’ARAL, pur condividendo l’importan-za di garantire sempre e comunque il consu-matore nei confronti della salubrità e la bontà degli alimenti, ha ritenuto opportuno sottopor-re all’autorità sanitaria alcune proposte elabo-rate dai propri uffi ci tecnici e da alcuni referen-ti scientifi ci di indubbia fama. In pratica non si vogliono allontanare i produttori dalla possibi-lità di percorrere la strada della vendita diret-ta, impedendo improvvisamente la commer-cializzazione del prodotto, cancellando in un solo momento tutto il lavoro e l’impegno fi n qui svolto.

Inaugurata a Livignola nuova latteriaSabato 16 giugno è stata inaugurata a Livigno la nuova latteria, alla presenza di numerosi al-levatori, autorità locali e provinciali, in partico-lare, del settore.La nuova struttura è stata concepita con tec-nologie moderne in grado di produrre una va-sta gamma di prodotti per soddisfare le esi-genze dei consumatori più sofi sticati e della ristorazione locale.

Gian Carlo Bongiolattinominato presidenteColavev ValtellinaGian Carlo Bongiolatti è stato recentemen-te nominato dal Consiglio di amministrazione, Presidente della Consorzio COLAVEV VALTEL-LINA per il triennio 2007/2010. Al neo Presi-dente i migliori auguri di buon lavoro e le con-gratulazioni dagli allevatori provinciali.

Anagrafe EquidiIl Ministero delle politiche agricole alimentari e fo-restali ha emesso la circolare n° 1 del 14 mag-gio 07 con la quale viene uffi cialmente attivata l’anagrafe degli equidi(cavalli, asini,muli, bardotti, pony) in attuazione del decreto interministeriale 5 maggio 06.In via temporanea l’A.I.A/A.P.A. lavoreranno per conto dell’UNIRE a gestire detta anagrafe in atte-sa che lo stesso ENTE provveda ad istituire la pro-pria banca dati. Sono esclusi i soggetti iscrittiai libri genealogici ed ai registri anagrafi ci, nel senso che l’operatività in vigore rimane inalterata.

Manifestazione Nazionale del cavallo Hafl ingerSi comunica che da Venerdi’ 3 a Domenica 5 Agosto si terrà la 1° Manifestazione Nazionale del Cavallo Hafl inger in ambito sportivo presso il Centro Congressi di Darfo Boario Terme (BS). La manifestazione è denominata CAVALIA 2007 è organizzata dall’associazione ACA-VALLO in collaborazione con ANACRHAI e APA di Brescia. Informazioni presso APA di Sondrio.

Dal 3 al 6 maggio a Domodossola si è svolta la Domodossola Domobruna, la mostra interregio-nale del libro genealogico della razza Bruna, divenuto uno dei principali appuntamenti del-la zootecnia nazionale la manifestazione di Do-modossola ha visto anche in questa ultima edi-zione la partecipazione di molti allevatori della provincia di Sondrio che si sono confermati pri-mi attori nello scenario zootecnico nazionale.CAMPIONI DELLA MOSTRACampionesse Manze e giovencheRis.:BRIZA - Cat. 69 - BARRI UIDIO - DUBINO - SOCampionesse Vacche3ª cl.:RAB KATY PLAYBOY - Cat. 164 - RAB-BIOSI ANGELO - COSIO VALTELLINO - SOCAMPIONI DI CATEGORIACategoria 4 - Manze da 12 a 16 mesiRis.:RAB FANTASTICA DENMARK - Cat. 22 - RABBIOSI ANGELO - COSIO VALTELLINO - SOCategoria 5 - Manze da 16 a 20 mesiCat. 55 - BARRI UIDIO - DUBINO - SO

Domodossola DomobrunaSERVIZIO DI GIAN MARIO TRAMANZOLI

Categoria 6 - Manze da 20 a 24 mesiCamp.:BRIZA - Cat. 69 - BARRI UIDIO - DUBINO - SORis.:RAB WILMA SPECIAL - Cat. 66 - RABBIO-SI ANGELO - COSIO VALTELLINO - SOCategoria 9 - Vacche in asciutta fi no a 5 anniCamp.:NOCE ET - Cat. 90 - DEL CURTO DAVI-DE - PIURO - SOCategoria 11 - Vacche in lattazione fi no a 30 mesiRis.:BEFANA - Cat. 100 - BARRI UIDIO - DUBINO - SOCategoria 12 - Vacche in lattazione da 30 a 36 mesiCamp.:RAB VIOLA - Cat. 115 - RABBIOSI AN-GELO - COSIO VALTELLINO - SOCategoria 13 - Vacche in lattazione da 3 a 4 anniRis.:OMBRA - Cat. 125 - DEL CURTO DAVIDE - PIURO - SOCategoria 15 - Vacche in lattazione oltre 5 anniCamp.:RAB KATY PLAYBOY - Cat. 164 - RAB-BIOSI ANGELO - COSIO VALTELLINO - SO

MIGLIORI MAMMELLE PER CATEGORIACategoria 11 - Vacche in lattazione fi no a 30 mesi1ª m:BEFANA - Cat. 100 - BARRI UIDIO - DU-BINO - SOCategoria 12 - Vacche in lattazione da 30 a 36 mesi2ª m:RAB VIOLA - Cat. 115 - RABBIOSI ANGE-LO - COSIO VALTELLINO - SOCategoria 13 - Vacche in lattazione da 3 a 4 anni2ª m:OMBRA - Cat. 125 - DEL CURTO DAVIDE - PIURO - SOCategoria 15 - Vacche in lattazione oltre 5 anni1ª m:RAB KATY PLAYBOY - Cat. 164 - RAB-BIOSI ANGELO - COSIO VALTELLINO - SO

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è necessario far pervenire presso i nostri uffi ci i quantitativi indicativi che possano servire al fabbisogno aziendale.La comunicazione potrà essere fatta telefoni-camente, via e-mail o anche tramite i signori controllori. La vostra massiccia adesione consentirà alla CAS di ottenere prezzi più vantaggiosi a vo-stro favore. Vi ringraziamo per l’attenzione con l’augurio di

poter instaurare insieme una collaborazione effi cace e produttiva.

Recapito telefonico: 0342.513900Fax: 0342.513950

E-mail: [email protected]

Per informazioni su vitelli ballotti e vacche da macello telefonare ai recapiti soprascritti o do-mandare ai controllori.

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agrivaltellina equini

RISULTATI DI TREVIGLIO 1° MAGGIO 2007 MOSTRA REGIONALEMALI da Antiss W-F e Desirè I proprietà di Rodelli Gianluigi e Andrea categoria “pu-ledre fino a 18 mesi CAMPIONESSA DI RISERVA.LARA da Novaris e Camilla proprietà di Raschetti Luigi categoria “puledre fino a 30 mesi” 4° classificata.

RISULTATI DI BORGHETTO LODIGIANO 6 MAGGIO 2007MALI da Antiss W-F e Desirè I proprietà di Rodelli Gianluigi e Andrea categoria “pu-ledre fino a 18 mesi” CAMPIONESSA DI RISERVA.EDELWEIS da Attila e Takira proprietà di Raschetti Luigi categoria “fattrici 5-10 anni”

CAMPIONESSAAIZE da Fest Noz e Petra proprietà di Raschetti Luigi categoria “fattrici 5-10 anni” 3° classificata.

Mostre cavalli: i nostri risultati

Eurohaflinger 2007Il mondo dell’allevamento equino in genera-le, e della razza Haflinger in particolare, è in notevole fermento e si intensificano gli ap-puntamenti che vedono impegnati i nostri al-levatori in manifestazioni di carattere interna-zionaleHo colto l’occasione della mostra europea che si è svolta a Merano dal 7 al 10 giugno, per un intervista al nostro neo ispettore di razza Valerio Raschetti e con lui ho voluto fare una disamina della sua partecipazione a Merano e dello stato di salute dell’alleva-mento in provincia.E’importante partecipare ad una mostra europea?E’ di fondamentale importanza per ogni al-levatore partecipare ad ogni tipo di mostra perché ha l’occasione di mettere a confronto i propri soggetti con gli altri e questo gli per-mette di rendersi conto quali sono i pregi e quali i difetti. Questa mostra europea aveva la particolarità di non essere la solita “mo-stra di morfologia”, ma, prima nel suo gene-re, era una combinata tra morfologia e attitu-dine. In pratica ogni soggetto partecipante doveva passare sotto l’esame di due giurie: una era la classica di morfologia che siamo abituati a vedere; l’altra, valutava la catego-ria attitudinale scelta che poteva essere mo-vimento in libertà, salto in libertà, attacchi o dressage.In questa occasione quindi non era sufficien-

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te avere un cavallo bello ma doveva anche essere in grado di fare qualcosa e questo per molti è stato uno stimolo per mettere alla prova le doti attitudinali dei propri soggetti e anche le sue di preparatore-addestratore.Cos’hai riscontrato di interessante nel-l’evoluzione della razza?Ormai da una ventina d’anni si sta lavorando per selezionare un haflinger più adatto alla sella, quindi più leggero, più alto e più gen-tile. Di strada da fare ce n’è ancora, ma bi-sogna dire che i nostri biondi amici si sono comportati egregiamente sia agli attacchi che nel dressage e si sono fatti notare an-che nel salto in libertà, categoria che ha stu-pito anche i giudici dei cavalli che saltano di mestiere!A questo punto possiamo dire a chi pensa che l’haflinger sia un cavallino basso e tozzo e che non sa fare nulla che ora por-tano la sella gentilmente e sanno anche sal-tare, basta farglielo fare.Sei contento dei risultati ottenuti?I punteggi erano in decimali. La nostra Ingrid ha preso un 7,70 in morfologia piazzando-si seconda e un 8,00 nel salto in libertà ot-tenendo anche qui un secondo posto. Nel-la graduatoria generale è terza dietro a due giovani fattrici di Bolzano prime a pari meri-to. E’ stata una grandissima soddisfazione. In morfologia aveva già fatto vedere quanto valeva nel 2006, la piacevole sorpresa è sta-to il salto in libertà. Abituarla a saltare è stato

molto impegnativo, ed il tempo a disposizio-ne non è stato molto visto che è tornata dalla stazione di monta alla fine di aprile. A que-sto proposito va ringraziato l’amico Gianlui-gi Rodelli che per tutto il mese di aprile per tre volte a settimana ci accompagnava e aiu-tava negli allenamenti (oltre ad essere sta-to presente per quattro giorni a Merano) e la disponibilità dei ragazzi dell’associazione “TREMENDA XXL” di Samolaco che ci hanno messo a disposizione il maneggio. Come ritieni che la provincia di Sondrio si collochi in un allevamento europeo?L’unico soggetto partito dalla nostra provin-cia era la nostra giovane fattrice. Per parte-cipare ad un evento come questo, oltre ad avere tenacia, pazienza, passione (gli alle-namenti venivano fatti dopo il lavoro) biso-gna anche avere il cavallo giusto e per que-sto occorre anche un pizzico di fortuna.Cosa ritieni si debba fare affinché l’alle-vamento di Haflinger non sia più solo a li-vello hobbistico ma possa anche rendere economicamente?Questo è un problema non solo per la razza Haflinger ma dei cavalli in generale. Il pro-blema sta nel fatto che l’Italia non ha mai avuto una tradizione legata all’allenamento dei cavalli. Quindi ci si accontenta di lavo-rare con i cavalli per la passione e non per averne un riscontro economico che la mag-gior parte delle volte è negativo.

181 SOGGETTI PRESENTI COSI’ SUDDIVISI:1 DANIMARCA50 GERMANIA5 FRANCIA2 OLANDA95 ITALIA3 LUSSEMBURGO5 AUSTRIA20 SVIZZERA

Campionesse e campioni Eurohaflinger 2007CATEGORIA MORFOLOGIACAMPIONESSA: ISABELL da Antinor e Rugiada BRAUN PETER ICAMPIONE:AMSTERDAM da Amadeus e Anka-ra RIER NORBERT I

CATEGORIA SALTO IN LIBERTA’CAMPIONESSA: IRIS da Amsterdam e Zilma SCHENK LUISE ICAMPIONE: ST. MORITZ da Standschutz e Usambara ZUCHTGEMEINSCHAFT STANGE D

CATEGORIA DRESSAGECAMPIONESSA: AURELIE da Amsterdam e Anita DITTRICH ANDREAS DCAMPIONE: WILDBACH da Winterstern e Fricka TELSER HELMUT I

CATEGORIA ATTACCHICAMPIONESSA: GUNDI da Anton Sudtirol e Athina ZOGGELER WALTER ICAMPIONE: ALIBABA da Aladin e Showrina LINDER ENGELBERT.