Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei Lodigiani · materiale facilmente ossidabile e nemmeno...

17
Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei Lodigiani P.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi 0371 432700 0371 30499 @ [email protected] 1 www.fipsaslodi.it La pesca dagli anni 50 ad oggi I MATERIALI PER LA PESCA LA CANNA FISSA Credo che anche il più profano osservatore esterno della pesca oggi sappia che esistono diversi tipi di canne da pesca e li sappia distinguere in due grandi categorie: le "canne senza anelli" e le "canne con gli anelli". Vale a dire le canne fisse e le canne da lancio. I pescatori dovrebbero sapere che differenza esiste non tra i due tipi di canne, ma tra canna e canna, perché un buon pescatore, soltanto che impugni una canna, deve saper dire al primo tocco e anche soltanto a vista, per quali impieghi è adatta, quale può essere la sua approssimativa potenza, quale è la sua sensibilità. Il pescatore deve inoltre saper distinguere tra una canna riuscita e una canna fasulla, cioè tra una canna perfettamente bilanciata e una canna imperfetta sotto questo profilo, per non parlare poi del saper riconoscere le varie qualità di materiale con cui la canna è stata realizzata, non fosse altro che per poterla pagare il suo giusto prezzo. Ecco perché a questo punto si impone un lungo discorso sulle canne. Non dimentichiamo che, qualunque sia il prodotto moderno inventato, quale che sia l'ultimo ritrovato per catturare i pesci, il principio della pesca rimarrà per sempre quello che era quando nacque: una canna, un filo, un amo e un'esca. Su questi quattro cardini fondamentali ruota tutta la pesca sportiva. La canna fissa è una canna di bambù. Può essere fatta di un solo segmento terminante in un sottile cimino (e qui siamo proprio al più rudimentale degli attrezzi), può essere di due segmenti, di tre o di quattro e a volte anche di cinque. È chiaro quindi che la sua lunghezza e il suo peso variano così come varia la sua azione e la sua bilanciatura. La canna fissa ha un solo grande limite rispetto alle altre canne: il campo d'azione. È logico infatti che, dovendo legare in cima alla canna una lenza di poco più lunga della canna stessa, la nostra lenza potrà esplorare il tratto d'acqua circolare di cui la canna è il raggio. Si potrebbe aggiungere che la canna lancio, sfruttando l'impiego del mulinello, vanta sulla canna fissa un'altra grande prerogativa, e cioè, la possibilità per il pescatore, di meglio stancare il grosso pesce attraverso la frizione del mulinello stesso, ma ho visto bravi pescatori ottenere con la canna fissa risultati eccezionali sotto questo profilo e onestamente devo dire che è meglio pescare senza mulinello, ma conoscere bene il pesce e le sue reazioni, che non usare costosi attrezzi e non saperli sfruttare per quel che rendono. La canna fissa inoltre libera il principiante da ogni preoccupazione che non sia quella (importantissima agli inizi) di studiare la vita del pesce e le sue abitudini prima ancora di scoprire il complesso mondo degli aggeggi per la pesca. La canna fissa può essere tutta di bambù, come si è detto, oppure può essere fatta di due segmenti di bambù e di un cimino di fibra sintetica. Dimenticavo di dirvi che in una canna si

Transcript of Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei Lodigiani · materiale facilmente ossidabile e nemmeno...

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

1 www.fipsaslodi.it

La pesca dagli anni 50 ad oggi

I MATERIALI PER LA PESCA

LA CANNA FISSA

Credo che anche il più profano osservatore esterno della pesca oggi sappia che esistono diversitipi di canne da pesca e li sappia distinguere in due grandi categorie: le "canne senza anelli" e

le "canne con gli anelli". Vale a dire le canne fisse e lecanne da lancio.I pescatori dovrebbero sapere che differenza esiste nontra i due tipi di canne, ma tra canna e canna, perché unbuon pescatore, soltanto che impugni una canna, devesaper dire al primo tocco e anche soltanto a vista, perquali impieghi è adatta, quale può essere la suaapprossimativa potenza, quale è la sua sensibilità. Ilpescatore deve inoltre saper distinguere tra una cannariuscita e una canna fasulla, cioè tra una cannaperfettamente bilanciata e una canna imperfetta sottoquesto profilo, per non parlare poi del saper riconoscerele varie qualità di materiale con cui la canna è statarealizzata, non fosse altro che per poterla pagare il suogiusto prezzo.Ecco perché a questo punto si impone un lungo discorsosulle canne. Non dimentichiamo che, qualunque sia ilprodotto moderno inventato, quale che sia l'ultimoritrovato per catturare i pesci, il principio della pescarimarrà per sempre quello che era quando nacque: unacanna, un filo, un amo e un'esca. Su questi quattrocardini fondamentali ruota tutta la pesca sportiva.La canna fissa è una canna di bambù. Può essere fatta diun solo segmento terminante in un sottile cimino (e quisiamo proprio al più rudimentale degli attrezzi), puòessere di due segmenti, di tre o di quattro e a volteanche di cinque. È chiaro quindi che la sua lunghezza e il

suo peso variano così come varia la sua azione e la sua bilanciatura.La canna fissa ha un solo grande limite rispetto alle altre canne: il campo d'azione. È logicoinfatti che, dovendo legare in cima alla canna una lenza di poco più lunga della canna stessa, lanostra lenza potrà esplorare il tratto d'acqua circolare di cui la canna è il raggio. Si potrebbeaggiungere che la canna lancio, sfruttando l'impiego del mulinello, vanta sulla canna fissaun'altra grande prerogativa, e cioè, la possibilità per il pescatore, di meglio stancare il grossopesce attraverso la frizione del mulinello stesso, ma ho visto bravi pescatori ottenere con lacanna fissa risultati eccezionali sotto questo profilo e onestamente devo dire che è megliopescare senza mulinello, ma conoscere bene il pesce e le sue reazioni, che non usare costosiattrezzi e non saperli sfruttare per quel che rendono.La canna fissa inoltre libera il principiante da ogni preoccupazione che non sia quella(importantissima agli inizi) di studiare la vita del pesce e le sue abitudini prima ancora discoprire il complesso mondo degli aggeggi per la pesca.La canna fissa può essere tutta di bambù, come si è detto, oppure può essere fatta di duesegmenti di bambù e di un cimino di fibra sintetica. Dimenticavo di dirvi che in una canna si

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

2 www.fipsaslodi.it

chiama "calcio" il primo segmento, quello più grosso che sta in pugno al pescatore, si chiama"corpo di canna" il segmento centrale e "cimino" l'ultimo segmento, quello flessibilissimo alquale è attaccata la lenza o dal quale esce la lenza guidata attraverso gli anelli.Praticamente è vero che a una canna fissa può essere attaccata qualunque lenza, voglio dire unnylon di qualsiasi dimensione, e lo stesso discorso si può fare per quanto riguarda l'amo,tuttavia il primo impiego della canna fissa, quello per il quale è nata, è quello di essere munitadi una sottile lenza, di un galleggiantino affusolato e di un minuscolo amo. Con questaattrezzatura si compiranno le prime esperienze.La canna fissa, come abbiamo visto, deve essere un buon attrezzo, deve cioè possedere duedoti che sono indispensabili, almeno a un principiante, qualunque sia la canna che egli usa:equilibrio ed elasticità.Spiegare come si scoprono queste doti in una canna non è facile perché non esiste una formulaattraverso la quale si possa ottenere la giusta indicazione. In genere compra buone canne quelpescatore che fin dall'inizio dimostra di possedere un certo intuito e una spiccata capacità diassimilazione dei segreti della pesca.Non sempre una buona canna si adatta a più pescatori. È una questione di braccio, unaquestione di temperamento, una questione di prestanza fisica.Come prima cosa guardate nel fascio di canne esposte nel negozio tre o quattro canne traquelle che più vi "ispirano". L'istinto può essere di grande aiuto. Quindi prendetene una emontatela. Nell'infilare un segmento dentro l'altro abbiate cura di controllare che il puntod'attacco sia quello che rispetta la più omogenea linearità della canna, cioè controllatene lalinea proprio come fate o avrete visto fare, con le stecche da bigliardo. Inoltre badate bene cheogni segmento sia perfettamente introdotto nell'altro e che i punti d'attacco tra segmento esegmento non siano né troppo lenti né troppo duri. Se si deve compiere un certo sforzo non èdetto che la canna sia decisamente sbagliata. A volte una leggera sfregatina con carta vetratadella misura doppio zero può ridurre quelle asperità che danno luogo ad attriti, a volte bastauna strofinatina con paraffina o semplicemente con un mozzicone di candela. Scartate peròquelle canne i cui segmenti si muovono uno dentro l'altro.Compiuta questa operazione e montata la canna fissa, appoggiate il calcio della cannasull'inguine, tra il basso ventre e la coscia destra, tenendo la canna impugnata a settantacentimetri dalla sua base, con la mano destra. Naturalmente l'operazione è completamenteopposta se siete mancini.Restate in questa posizione per qualche minuto e concentratevi a scoprire alcune coseimportanti. Primo, che la canna così immobile non deve assolutamente ondeggiare, secondo,che appena compite col braccio un leggero movimento, la canna deve rispondere a questomovimento in maniera direttamente proporzionale. Cioè, la canna non deve schizzarvi via dallemani soltanto che voi vi muoviate ma non deve nemmeno rispondere con ritardo alle vostresollecitazioni.Importante, indipendentemente da queste doti di rispondenza, è che la canna sia di pesoproporzionato al vostro fisico. Se sentite che una canna è buona ma è pesante per il vostrobraccio scartatela decisamente perché quella canna non vi darà mai soddisfazioni. Nondimenticate che ci si deve divertire anche quando il pesce non abbocca e il divertimentoproviene appunto da una perfetta attrezzatura che si prova piacere a maneggiare.Dicono i francesi che il pescatore deve sentire nella canna un prolungamento del braccio,qualcosa di vivo che fa parte dell'uomo stesso. Non comprate quindi una canna fino a che,mettendone a confronto diverse, non avrete avvertito questa sensazione.Perché è importante che una canna, soprattutto la canna fissa, possieda queste doti? Perchécon la canna fissa, ripeto, si dovrebbero compiere le prime esperienze. E le prime esperienzedevono essere compiute sul pesce, non tanto sulla infinita gamma dei materiali da pesca.Occorre quindi un attrezzo che lavori bene e ci metta a nostro agio, lasciandoci tutto il tempo distudiare ciò che sta avvenendo sott'acqua, in quel misterioso mondo nel quale, non

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

3 www.fipsaslodi.it

dimentichiamolo, noi dobbiamo saper penetrare con astuzia e spirito d'osservazione. Dobbiamoimparare che cosa è una abboccata e che cosa è l'urto della lenza contro il fondo o controun'alga vagante. Dobbiamo imparare a scoprire la forza della corrente rispetto alla piombaturadel nylon, i giri d'acqua, i probabili punti d'abboccata, la taratura più idonea del galleggiante,una infinità di piccoli segreti che saranno poi alla base di tutta la nostra "carriera" di pescatori.Tutto ciò è possibile se le prime esperienze vengono fatte con sincera passione e soprattuttocon un attrezzo che ci lasci osservare in pace, senza crearci complessi problemi tecnici, comepuò crearli una canna lancio.

LA CANNA BOLOGNESE

Sorella della canna fissa è labolognese. Questa canna è oggi lapiù diffusa in Italia ed è quella cheoffre al pescatore le maggioripossibilità di successo per la pescache consente di praticare.La bolognese è il perfetto puntod'incontro tra la canna fissa e lacanna lancio. È cioè una canna fissain tutto e per tutto ma dispone dianelli guidalenza e quindi puòessere impiegata con l'uso delmulinello. Perché è nata labolognese? Diciamo che è nata perallargare il campo d'azione dellacanna fissa, madre di tutte le cannee pertanto degna sempre del

massimo rispetto.L'azione della bolognese è simile a quella della canna fissa, vale a dire che la bolognese nonpotrà mai essere usata per lanciare pesi eccessivi ma soltanto lenze in tutto simili a quelleimpiegate con la canna fissa. Può accadere che il campo d'azione debba essere ristretto, anzichéallargato, e anche in questo la bolognese presenta grandi vantaggi sulla canna fissa. Ma, insisto,la bolognese non è canna per le prime esperienze.Come si sceglie una buona bolognese? Il criterio è sempre quello della scelta di ogni canna.

Perfetta aderenza negli innesti tra segmento e segmento, buona bilanciatura, elasticitàrapportata al peso dell'attrezzo, rapida rispondenza alle sollecitazioni senza sbandamenti delcimino o, peggio ancora, dell'intero corpo di canna. È però molto importante, trattandosi di unacanna lancio, il controllo degli anelli guidalenza. Questi non dovranno mai essere di ferro o dimateriale facilmente ossidabile e nemmeno di leghe metalliche morbide perché in breve tempolo scorrimento continuo della lenza provocherebbe negli anelli dei veri e propri solchi, spessoquasi invisibili a occhio nudo ma assai pericolosi per l'integrità del nylon. È ovvio che il piùresistente di tutti deve essere l'anellino di testa, cioè quello che si trova sulla punta del cimino,perché è qui che la lenza sfrega maggiormente ed è qui che trova il suo maggior puntod'appoggio nella fase di ricupero del pesce.Saper manovrare la bolognese da qualsiasi posizione, ecco il problema, grande attenzione vadedicata a come si manovra una bolognese, cosa non difficile, nemmeno complicata, purchénon siano dimenticate alcune regole imprescindibili.La bolognese, a differenza della canna fissa, ha parte del calcio in sughero. Questa è labolognese classica ma si può definire classica anche la bolognese che non ha questo particolaretipo di calcio ma soltanto l'attacco del mulinello fissato sul calcio.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

4 www.fipsaslodi.it

Oggi esistono materiali sintetici pregiatissimi e costosi coi quali vengono realizzate cannebolognesi di gran pregio e valore. Tra questi il "conolon" è il più diffuso e il più caro ma qui èveramente difficile dire cosa inventeranno domani poiché, come tutti sanno, il mondo dellematerie sintetiche è un vulcano in eruzione.Quali che siano le tendenze di un pescatore direi che l'esperienza della bolognese èindispensabile.

LE CANNE DA FONDO

Nel bagaglio di un buon pescatore tre sono le canne da fondo che devono figurare. Una per pesca afondo pesante, robusta e adatta a lanciare pesi enormi. Una media adatta ai laghi e alle tranquillecorrenti, e una leggera da impiegare in piccoli corsi d'acqua, in stagni o colatori, o in modeste anse delfiume soprattutto dove si sa che esistono placidi fondali sabbiosi misti a ghiaia per cui non dovremomai forzare la nostra gentile cannetta nel disincagliare la lenza.La canna per pesca pesante può essere in metallo,in bambù o resina. Si tratta di veri e propriattrezzi rudimentali, fatti di tre segmenti di robusto e grosso bambù, con anelli di eccezionalerobustezza, costruiti in leghe che resistono al più violento attrito del filo e fissati sulla cannamediante solidissime legature. Queste canne sono molto simili alle bolognesi ma dellabolognese non hanno la grazia e la leggerezza. Il cimino termina con uno spessore simile al ditomignolo di un bimbo, i nodi del legno sono vistosi e danno una sensazione di robustezza che lacanna, se è di buon bambù, non smentirà alla prima occasione. Sono le canne con le quali sivince la resistenza della grande carpa, la feroce lotta per la vita dello storione, la trazionecaparbia e ostinata del grosso luccio.Naturalmente richiedono mulinelli e lenze e piombi proporzionati, cioè tutta una attrezzaturamassiccia.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

5 www.fipsaslodi.it

La canna per pesca a fondo di media potenza, può essere invece una canna in due pezzi o treed essere fatta di materiali diversi. Molto in uso è la canna che ha il calcio e il corpo in bambùleggero e il cimino in fibra sintetica. Oppure può essere in refendù per quanto il legno refendùsia un po' sprecato in una canna da fondo. Buone canne sono quelle interamente in fibrasintetica piena, resistenti e di modico prezzo, assolutamente inalterabili, che durano una interavita. Anche qui ci avviciniamo un po' al concetto della bolognese ma anche qui il cimino è piùtozzo e meno flessibile e poi la lunghezza di queste canne non è mai simile a quella di unabolognese.Il calcio di queste canne è quasi sempre di sughero. Mentre sulla grossa canna per "fondopesante" l'attacco del mulinello viene fissato direttamente sul bambù, qui abbiamo quasisempre un calcio di sughero, come ho detto, munito di due anelli d'ottone nei quali vieneimprigionata la staffa del mulinello.Caratteristica fondamentale delle canne da fondo è la estrema robustezza per cui non si devecredere che una canna per fondo medio o leggero sia una cosa fragile. Si tratta semplicementedi una canna più esile di quella che impieghiamo per il fondo pesante ma pur sempre una cannacostruita per sforzi prolungati e violenti. Le moderne resine risolvono egregiamente questoproblema. Il problema che il pescatore deve risolvere da solo è invece quello del rapporto trapotenza della canna e peso da lanciare.La canna per fondo medio può essere di lunghezza variabile, tuttavia quelle più in uso sono le canneintorno ai tre metri, in tre pezzi piuttosto che in due. Si tenga presente che queste canne devono spessoservire alla cattura di pesci di buona taglia quali sono appunto i pesci che si insidiano nei fondali piùnascosti.La canna per fondo leggero è invece una cannetta vera e propria, in due pezzi, adatta a essere introdottain un piccolo varco tra i cespugli per far giungere pochi metri di lenza, con un piccolo piombo e unvermetto innescato bene, là ove si pensa che, tra radici sommerse e vecchi blocchi di cemento spezzati,in un angolo di quieta e profonda acqua, possa nascondersi la tana di qualche grosso pesce. Per questecanne consiglierei ancora una volta la resina sintetica. Vedremo più avanti, nel capitolo sulla pesca afondo e sui vari modi di praticarla, come queste canne possano essere assai utili al pescatore e come siprestino a vari usi.

GLI AMI

Gli ami hanno una numerazione inversamente proporzionale alla loro grandezza. L'amo numero 1 sarà ilpiù grosso mentre il 22 sarà un ametto microscopico. Al di sotto del numero 1 esistono ancora misureche sono decrescenti dello zero ma questi ami raramente si usano nelle nostre acque. Il numero 1 èinfatti già tanto grosso da consentire di praticare qualunque pesca pesante.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

6 www.fipsaslodi.it

Naturalmente la pratica e l'esperienza dei pescatori hanno fatto sì che certe misure di ami trovino largoimpiego mentre certe altre sono quasi dimenticate. Ad esempio, nella pesca della trota trovano largoimpiego gli ami che vanno dal numero 4 al numero 9, mentre per la carpa quasi tutti usano il numero2. Nella pesca del barbo e del cavedano, ma anche del pigo, della savetta e della lasca,mediante canna bolognese e abbondante pastura con bigattini, vengono adoperati ami a gambocorto delle misure comprese tra il 14 e il 18. Gli ami si montano sul nylon oppure si compranogià montati.E' superfluo spiegare perché l 'amo è fatto in quel modo e perché, sulla punta possieda queldentino che esce in fuori di qualche millimetro, dentino detto "ardiglione". L'ardiglione, come èfacilmente intuibile, ha il compito di impedire al pesce di risputare l'amo conficcato nel suopalato cosa che il pesce, solo che si lasci il filo un tantino lento, è abilissimo a fare.Vi sono ami bruniti, o bronzati, meno visibili e più sottili perché più robusti per via dellatempera, tuttavia questi ami hanno l'estremità più fragile appunto perché più rigida e più facilea spuntarsi. Gli ami in acciaio possono piegarsi più facilmente ma la punta non si rompe.Gli ami possono essere a paletta o a occhiello, o addirittura senza paletta e senza occhiello.Questi ultimi servono per le montature dette all'inglese e devono possedere, nella parteterminale del gambo, una zigrinatura che consente al filo, stretto in spirale e quindi coperto diuna speciale vernice, di aderire perfettamente al metallo senza slittamenti.

Negli ami a paletta questa aderenza viene assicurata appunto dalla palettina posta in cima algambo. La paletta funge da arresto e impedisce all'amo di sfilarsi dal nodo. Se l'amo è statofatto male e questa palettina ha i bordi taglienti può succedere che, posto sotto sforzo dallatrazione del pesce, l'amo si stacchi, appunto perché la palettina ha inciso il nylon.I più sicuri di tutti sono gli ami a occhiello ma sono anche i più vistosi e si rivelanoassolutamente inadatti per certi sistemi di pesca dove è di estrema importanza che l'amo siacompletamente mascherato dall'esca. Non tutte le esche infatti sono adatte per andare aricoprire anche l'occhiello dell'amo senza che questo crei grave danno all'esca stessa.Rivediamo un momento le parti dell'amo. Abbiamo visto che l'aletta avente funzione di fermo sichiama "ardiglione". La punta non potrebbe avere definizione più appropriata quindi lachiameremo semplicemente "punta". La sua parte ricurva si chiama "collo" e la sua partediritta che finisce con la legatura del nylon si chiama "gambo".Assicuratevi sempre, prima e durante l'uso, della estrema penetrabilità della punta. Guai se unamo è spuntato. Vi sono anche ami in cui la punta, anziché essere diritta, possiede unaulteriore curvatura all'interno.

LE LENZE

Si suole definire lenza qualsiasi filo venga impiegato per la pesca. Una lenza può essere diduecento metri e può essere di tre metri, sottile come un capello o robusta come una corda. Ilmateriale con cui oggi si producono le lenze è il nylon, con tutti i suoi derivati.Anche nel nylon, come per gli ami, esiste un sistema di misurazione, una scala di valori. Ogninylon ha la sua misura e il suo carico di rottura corrispondente.Il nylon si misura in sezioni, cioè con il calibro. La misura base è il millimetro, il che significache il nylon, pizzicato in mezzo a un calibro ha lo spessore di un millimetro. Un nylon dettodello 0,50, o anche semplicemente "da 50", come dicono i pescatori, risulterà dunque spessomillimetri 0 e 50 centesimi di millimetro, vale a dire mezzo millimetro. Il nylon più sottile chein genere viene usato è quello dello 0,08.Lo sforzo cui tendono costantemente le case produttrici mira a ottenere dei nylon con unsempre più elevato carico di rottura rispetto all'esiguità del filo. Spesso però ciò va adetrimento della elasticità del nylon ed è un male perché l'elasticità della lenza ha grandissimaimportanza.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

7 www.fipsaslodi.it

Nel ferrare il pesce in seguito all'abboccata esiste da parte del pescatore un "tempo direazione". Cioè, vi è un momento in cui il pesce, assai più rapido dell'uomo nei suoi movimenti,sottopone la lenza a uno sforzo improvviso che dura qualche frazione di secondo, il tempo cheoccorre al pescatore per manovrare canna e mulinello in modo da ammortizzare quello strappo.In questi brevissimi istanti è il nylon che deve rispondere con la sua elasticità per dar tempo alcannista di mettere in atto i suoi trucchi. Guai se il nylon è rigido, privo di ogni elasticità. Lalenza, in questi casi, quasi sempre si spezza, e molto spesso si rompe nel punto di giunzione,cioè in corrispondenza di un nodo perché la fibra rigida del nylon non ha consentito alle spiralidel nodo di compenetrarsi per quei millesimi di millimetro che invece un nylon morbido edelastico concede sempre.Molto importante, nella scelta del nylon, è il colore. Non è tanto il colore che conta quanto lagrande differenza tra fili luccicanti e fili opachi. Qualsiasi colore va bene purché sia opaco,molto sfumato, tale da non emettere quei pericolosi luccichii che sono il primo campanellod'allarme per ogni pesce. Il verde cupo e il grigio sono comunque colori consigliabili.

I GALLEGGIANTI

Metà dei sistemi di pesca, e certo i sistemi più diffusi, non potrebbero essere praticati senzal'impiego del galleggiante. Il galleggiante, insieme all'amo, è un po' il simbolo della pesca.I galleggianti sono di diverso tipo, misura e grandezza. Vi sono galleggianti di sughero, appuntofatti a pera, come abbiamo visto, di dimensioni che vanno dalla grandezza di un pisello fino aquella di un uovo di gallina. Gli stessi possono essere, sempre in sughero, nella stessa gammadi misure ma perfettamente sferici, oppure, sempre con la identica varietà di formati, ma diforma oblunga, un po' simile a quella di una carota rimpicciolita con la parte più sottile rivoltaverso il basso.Tutti questi galleggianti si possono ritrovare in un altro materiale, la balsa, o legno di balsa chedir si voglia. La balsa è quel legno che viene usato dagli aeromodellisti per costruire i loro

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

8 www.fipsaslodi.it

leggeri modellini. È un materiale leggerissimo molto adatto per fare galleggianti da pesca. E poivi sono i galleggianti affusolati, cioè vere e proprie asticciole la cui caratteristica principaledeve essere quella di una estrema penetrabilità nell'acqua.Non esiste una forma e un materiale che risolvano, per quanto riguarda il galleggiante, tutti iproblemi connessi a questo aggeggio. Ogni sistema di pesca vuole il suo galleggiante e perognuno di questi prototipi esistono le varianti che il buon pescatore deve saper applicare aseconda delle diverse caratteristiche dell'acqua in cui pesca, a seconda del carattere dei pesciche vuole insidiare.Nei galleggianti grossi e panciuti il nylon corre all'interno del galleggiante stesso, passandoattraverso un forellino appositamente scavato nel corpo del galleggiante. Una sottile asticciola,non più grossa di un fiammifero o di uno stecchino, viene infilata dentro questo forellino unavolta che il nylon vi sia stato introdotto e, poiché da una parte è leggermente più grossa,basterà pressarla un pochino perché funzioni da fermo del filo lasciando però abbastanza giocoda permettere al pescatore, con una leggera trazione, di far scorrere e fermare il galleggiante,nel punto voluto, sulla lenza.Nei galleggianti affusolati questo non è possibile perché il galleggiante è già di per sé unasottile asticciola e risulterebbe impossibile scavarle una anche piccola galleria all'interno nelsenso della sua lunghezza. Il filo scorre pertanto all'esterno, parallelo al corpo del galleggiante,e viene fissato mediante anellini di plastica o di gomma, molto piccoli e cedevoli, che fasciano ilcorpo del galleggiante stringendo la lenza nel punto in cui il galleggiante presenta una gradualeprotuberanza.Spesso c'è soltanto un anellino di plastica nella parte superiore, anellino che ha la funzione difermo della lenza mentre in basso, nella parte cioè destinata a restare sommersa, il filo vienetenuto in linea col corpo del galleggiante da un sottilissimo anellino di metallo o di nylon,fissato con una microscopica legatura all'estremità più appuntita del galleggiante. Questoanellino è possibile trovarlo anche nella parte bassa dell'asticciola di fermo di certi galleggiantinei quali la lenza scorre all'interno e ciò è fatto per conferire al galleggiante una maggiorestabilità sull'acqua e una maggiore rispondenza alle trazioni laterali della lenza.Vi sono galleggianti detti "scorrevoli".Il galleggiante scorrevole serve per la pesca al tocco in acque molto profonde. Il galleggiante ècostituito da un fuso di balsa o di sughero che ha su un fianco due anellini sporgenti in fuori.Dentro questi anellini passa il filo e, poiché non vi sono punti d'arresto, è logico che una voltalanciato sull'acqua, il filo, sotto la trazione della piombatura, dell'amo e dell'esca, continuerà ascorrere verso il fondo passando attraverso questi anellini mentre il galleggiante resteràadagiato sulla superficie a fare da semplice guida al filo scorrente verso il fondo.Questa pesca si può praticare soltanto col mulinello. Infatti, in un certo punto della lenzaimbobinata sul mulinello, noi avremo sistemato un fermaglio, cioè un nodo fatto con filo dilana. Questo microscopico arresto scorrerà negli anelli della canna man mano che la lenzaviaggerà verso il fondo, fino a quando incontrerà il primo dei due anellini di scorrimento delnostro galleggiante e qui si sbloccherà non potendo passare attraverso il sottile forellino. Ciòdeterminerà il brusco arresto della discesa della lenza, e il galleggiante, finalmente sottopostoalla trazione della piombatura, si drizzerà nella posizione giusta disponendosi a segnalare leabboccate. Avremo così collocato un amo a profondità tale che nessuna canna ci avrebbe maiconsentito perché è ovvio che non si può impugnare una canna di sei metri e pescare avendodal galleggiante all'amo una lenza lunga venti metri.La scelta del galleggiante, come abbiamo visto, è importante. È importante perché dal buongalleggiante dell'asticciola dipende l'avere o meno rapide segnalazioni delle abboccate. Se ilgalleggiante è stato scelto male, e cioè se non è adatto a reggere la piombatura che unadeterminata corrente richiede, tutta la lenza risulterà sbilanciata. La regola generale è moltosemplice. In ogni caso, qualunque sia il pesce che deve abboccare, qualunque sia l'esca,qualunque sia l'acqua in cui si pesca, vi deve essere tra la punta della canna e il pesce una

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

9 www.fipsaslodi.it

linea obliqua formata dal filo e, in un certo punto di questa linea continua, deve trovarsi ilgalleggiante. Questo per dire che l'esca deve essere sempre davanti al galleggiante nel lento oveloce viaggio della lenza nell'acqua.

PIOMBI E PIOMBATURE

Anche il piombo da pesca ha diverse facce, come i galleggianti. Ci sono i pallini di piombo conuna spaccatura su un lato per infilarci dentro la lenza e poi stringerli in modo che restinopizzicati sul filo, ci sono piccole olivette grosse come granelli di riso o come un quinto difiammifero da cucina, che hanno la stessa fenditura nel senso della lunghezza, ci sono le grosseolivette cave per la pesca a fondo che vanno da due grammi fino a due etti, ci sono discoidi dipiombo forati, per la pesca a fondo,rettangoloni di piombo, "gocce" di piombo, 6 meglio, goccioloni da trenta e più grammi, filo dipiombo morbidissimo, in tutte le misure, in matassine o in pesanti bobine da cento e più metri,e questo serve per costruire spiraline attorno alle lenze, insomma, c'è piombo di ogni tipo, pesoe dimensione.Il piombo che viene usato per zavorrare le lenze da pesca deve essere sempre molto morbido equesto per due ragioni. La prima è che il pescatore deve poterlo deformare e stringere con lasemplice pressione delle dita o dei denti, salvo a usare le pinzette quando non sia possibile farediversamente. La seconda è che spesso il piombo viene compresso sulla lenza e non deveessere tanto rigido da presentare spigoli acuti che "segnano" il nylon dando luogo a pericolosipunti di crisi lungo la uniforme struttura del filo.Il piombo, o meglio la piombatura di una lenza, è quell'elemento della pesca che molticonsiderano secondario. I bravi pescatori invece sanno che, spesso, molto dipende dalladisposizione dei piombini e dalla loro grossezza. Una piombatura che non tenga conto dellavelocità dell'acqua e della sua profondità, può causare il cattivo funzionamento del galleggianteanche se quest'ultimo è stato scelto in modo appropriato.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

10 www.fipsaslodi.it

I MULINELLI

Il mulinello è l'unica grande innovazione che si sia avuta nella pesca nel corso degli anni. Ilmulinello segna dunque la grande svolta tra il passato e il presente della pesca.Esistono due tipi di mulinello tradizionale: il mulinello a bobina fissa, che è anche il più diffuso,e il mulinello a bobina rotante.Molti pescatori fanno ancora facilmente confusione nella definizione di questi due tipi perché ilmulinello che è a bobina fissa dà invece l 'impressione, a un primo esame superficiale, di esserein realtà quello a bobina rotante. Ma non è la bobina che si muove bensì l'archetto prendifiloche ruota sul suo supporto attorno alla bobina avvolgendole il filo in spirali elicoidali in quantola bobina va su e giù sul suo asse grazie a un alberino che ha la filettatura di una vite senzafine.Nel mulinello a bobina fissa tutti questi movimenti e ingranaggi non esistono. È un semplicerocchetto sul quale è avvolto il filo. Il rocchetto gira sul suo perno centrale ma non èabbastanza sensibile per girare semplicemente sotto la spinta di un lancio di lenza. Occorremolto piombo per farlo ruotare oppure il pescatore deve svolgere a mano il filo prima dieffettuare la proiezione. Quest'ultimo è il classico mulinello per la pesca alla mosca con la lenzadetta "coda di topo" ed è anche il classico mulinello da semplice "ricupero" per la pesca dellatrota nei torrenti di montagna.Il mulinello a bobina fissa, tranne che nel caso della coda di topo, può essere impiegato perqualunque sistema di pesca, ovviamente con canna lancio, mentre il mulinello a bobina rotanteha un uso limitato. Per ogni tipo di pesca esiste il mulinello più adatto e quello meno adatto.Fermo restando questo principio, qualunque mulinello, quale che sia l'uso cui è destinato, devepossedere i seguenti requisiti:1. Essere costruito con buoni materiali. Acciai speciali, leghe inossidabili, bronzine di buonafusione.2. Questi materiali devono essere lavorati con macchinari di estrema precisione e le tolleranzedevono essere minime.3. Il mulinello deve possedere in primo luogo una frizione perfetta, sensibilissima e robustaperché al buon funzionamento della frizione è affidata la cattura dei pesci più grossi.4. L'archetto deve possedere una molla resistente e scattante.5. Il rapporto di ricupero del filo coi giri della manovella deve essere quello adatto alla pescaper la quale il mulinello è stato progettato e costruito.6. Il peso del mulinello deve essere proporzionato alla canna per la quale è indicato, cioè allapesca alla quale è adatta quella determinata canna.Tutti i mulinelli dispongono di una levetta di arresto della tazza. Quando la levetta è inposizione di arresto la tazza gira solo nel senso che permette l'avvolgimento del filo. Quando la

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

11 www.fipsaslodi.it

levetta è libera la tazza può ruotare anche all'indietro, oltre che nel senso dell'avvolgimento,ma la rotazione all'indietro non ha grande impiego. Può servire per concedere filo a un pesceche tira con violenza, ma è una manovra pericolosa che può causare lo sganciamento del pesce.Molto meglio concedere filo alla preda servendosi della frizione, l'organo più delicato eimportante del mulinello.La frizione è applicata sulla testa della bobina, dalla parte, ovviamente, che guarda verso lapunta della canna. Può essere realizzata in modi diversi ma la migliore è quella che agisce susfere d'acciaio a bagno d'olio.Regolare la frizione prima di dare inizio alla pesca è una cosa semplicissima. Si mette la leva inposizione di arresto quindi si chiude interamente il bottone della frizione, vale a dire che sistringe tutto il freno. Preso quindi il filo con una mano si prova a far girare la bobina. La bobinanon gira perché è tutta frenata e il filo minaccia di spezzarsi. Si allenta allora un pochino ilfreno e si riprova. Ancora troppo resistente? Si allenta un altro po'. E così, per gradi, fino aquando si scopre che il filo rimane teso, quasi al limite di rottura ma senza rompersi perché labobina slitta a suo favore un momento prima che arrivi al limite di rottura. Questa è in teoria laposizione giusta della frizione ma non bisogna dimenticare che si deve concedere ancora uncerto margine di sicurezza perché il nylon potrebbe, soprattutto se vecchio, presentare deipunti di crisi.Il mulinello a bobina fissa ha bisogno di una sua manutenzione. Nulla di speciale, si trattasemplicemente di tenerlo pulito, di evitare sempre che sabbia o altri elementi attritanti vadanoa finire dentro i suoi ingranaggi. Un paio di volte all'anno sarà opportuno anche lubrificarlo, conolio da macchina o con grasso di quello che usano i meccanici per i cuscinetti a sfere.Qualunque sia il filo che si mette sul tamburo, la bobina deve essere sempre ben caricata, finquasi all'orlo. Non troppo sotto il bordo altrimenti i lanci riuscirebbero più difficoltosi perl'eccessiva resistenza incontrata dalle spirali del filo in uscita e nemmeno troppo vicino al bordoperché si potrebbe verificare il caso di più spirali che escono tutte insieme dando luogo a quellache i pescatori chiamano una "parrucca" cioè un groviglio di filo dentro gli anelli della canna.Nel mulinello a bobina rotante non vi sono grandi meccanismi e nemmeno molle. Il principio delmulinello a bobina rotante è quello di un semplice rocchetto, di un avvolgitore di filo se cosìpossiamo chiamarlo. Il pescatore ha bisogno di avere a sua disposizione parecchi metri di filoda usarsi in modi diversi e soprattutto da poter dosare elasticamente nella fase del ricupero. Ilmulinello gli serve quindi soltanto come contenitore di questo filo.

LE ANCORETTE

Le ancorette, lo dice la parola stessa, sono ami apiù punte. Si dicono ancorette quelle aventi trepunte mentre quelle a due punte sarebbe piùgiusto definirle "ami doppi", tuttavia i pescatorihanno ormai da tempo preso l'abitudine dichiamare ancoretta qualsiasi amo a più punte.L'ancoretta non è una sostituzione dell'amo bensìun amo adatto per certi sistemi di pesca. La verafunzione dell'ancoretta è quella di viaggiare arimorchio dei cucchiaini in modo da presentaresempre, da qualunque parte il pesce attacchil'esca rotante, una delle sue micidiali punte.L'ancoretta viene comunque impiegata anche nella

pesca a fondo ai grossi predoni. Serve per innescare pesci vivi o pesci morti da lanciare comeesca. Come per gli ami le ancorette hanno misure diverse e sarà bene che il pescatore siamunito di una certa gamma di questi preziosi aggeggi.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

12 www.fipsaslodi.it

Le ancorette sono facili da fissare sul nylon perché hanno, in testa al gambo, un robustoocchiello. Assicurarsi sempre, prima di usarle, che tutte e tre le punte siano penetranti.

LA GIRELLA

Ecco un altro minuscolo aggeggio che non deve mancare nelbagaglio del completo pescatore: la girella, o meglio, le girelle,perché una sola sarebbe quasi introvabile. La girella è unaspecie di frizione interposta tra il filo che viene imbobinato dalmulinello e la parte di lenza che rimane in acqua. Il mulinello,avvolgendo sulla bobina decine e decine di metri di filo provocaa questo filo una certa torsione su se stesso il che tendecontinuamente a farlo arricciare, cosa questa che può dar luogoa una "parrucca" di tipo diverso da quella che abbiamo vistoprima, cioè una parrucca addirittura sul tamburo del mulinello. Efosse l'unico guaio. Accade anche che, per effetto della torsione,il filo formi nel basso di lenza spirali e asole in punti diversi,

senza contare che può determinare una rotazione vorticosa dell'esca quando la lenza viene atrovarsi "rilassata". La girella ha il compito di assorbire e demoltiplicare questi effetti negativi,ha cioè il compito di girare al posto del filo. La girella semplice serve per la pesca colcucchiaino mentre la girella a "T" o la girella fatta a croce, servono per la pesca a fondo colvivo o anche col pesce morto.Una girella è perfetta quanto più è piccola e ben funzionante. Gli impieghi della girella sonomolteplici.

IL GUADINO E LA GAFFA

Se avete presente un acchiappafarfalle allora avete presente anche il guadino e se avete vistoqualche volta un uncinetto grossomodo sapete che cosa è una gaffa.Tutti questi attrezzi servono per salpare i pesci grossi senza correre il rischio che si spezzi ilfilo. Voi tenete il pesce quasi tutto sommerso e gli fate mettere fuori solo la bocca perché ingoiaria e si stordisca e quindi, agendo con la mano libera, gli infilate sotto la pancia il guadino e lofate entrare nella rete scodellandolo poi sulla riva senza timori.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

13 www.fipsaslodi.it

Quindi munitevi di guadino perché è indispensabile ma per la gaffa c'è tempo. Serve per pescidai dodici chili in su e vi assicuro che di questi pesci non se ne prendono tanti nelle nostreacque.Il guadino è fatto di un lungo manico che può essere in legno, in metallo o in plastica, o di unarete sostenuta da un piccolo telaio circolare o triangolare. Proprio come un acchiappafarfalle. Visono due tipi di guadino: quello normale e quello telescopico. In quello normale il manico, ocalcio, è fisso e può al massimo essere smontato in modo da separarlo dalla rete ma rimaneintero in tutta la sua lunghezza e quindi deve essere trasportato nello stesso fodero dellecanne.In quello telescopico il manico è fatto di segmenti, in genere due, che rientrano l'uno nell'altroproprio come gli elementi di un cannocchiale. In questo secondo caso la rete è fissata con unosnodo al segmento più piccolo e quindi è ripiegabile in modo da poterla avvolgere attorno alcalcio una volta che il manico sia stato fatto rientrare. Uno scatto automatico consente, se iltutto è mantenuto ben pulito e lubrificato, di aprire il guadino e distenderlo, agendo con unamano sola, addirittura mentre si sta controllando un pesce con la canna impugnata nell'altramano. Meglio però non fare simili acrobazie che sbilanciano il corpo e imprimono alla cannapericolose oscillazioni.Quello a manico fisso invece può essere molto lungo perché la rete e fissata con una vite a unpezzo di canna di bambù che può essere, in quanto più piccolo e meno pesante, anche moltopiù lungo dei due pezzi del telescopico. Il guadino a manico fisso consente sempre di salpare ilpesce anche nelle più disagiate condizioni mentre quello telescopico può riservare qualchesorpresa. Può capitare infatti di scoprire, all'ultimo momento, che si è troppo in alto rispettoalla superficie dell'acqua per poter arrivare a infilare la rete sotto il ventre del pesce. Esiste unterzo tipo di guadino e precisamente quello da trote per torrenti di montagna o comunqueanche non per trote se si pesca a gambe in acqua in un fiume di pianura o in un lago. E' ilguadino più adatto per pescare a gambe in acqua. Qui c'è soltanto la rete, appesa alla cintoladel pescatore con un cordone elastico molto allungabile. La rete, sostenuta dal solito telaiettometallico, è montata su un tozzo manico.La rete del guadino è facile a deteriorarsi perché rimane spesso a contatto con l'acqua e anchedopo che il pesce è stato guadinato resta bagnata per un po'. Occorre dunque controllareperiodicamente la resistenza della rete del guadino.

LO SLAMATORE

Lo slamatore è una asticciola di metallo che si introduce nella bocca del pesce per estrarglil'amo.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

14 www.fipsaslodi.it

L’AGO PER VERMI

È un ago, sì un vero e proprio ago, due voltepiù lungo di un ago normale, che ha, da unaparte una punta aguzza e dall'altra è tronco maporta, proprio in cima, come un ago periniezioni, un piccolo forellino. La parte a puntaserve per pungere il grasso lombrico entro ilquale penetrerà tutto l'ago mentre, sulla parteopposta, andrete ad appoggiare la puntadell'amo già ovviamente appeso alla lenza.A questo punto il verme è tutto infilato sull'agoe non può fare una mossa. Voi appoggiate lapunta dell'ago su qualche superficie dura manello stesso tempo cedevole, come ad esempio

uno stivale, la cintola dei pantaloni, un tronco d'albero. Dall'altra parte avete la punta dell'amopiantata sull'ago. Vi basta tenere un pochino tesa la lenza per impedire che l'amo se ne scappifuori. E il gioco è fatto. Col pollice e l'indice della mano libera spingete su per l'ago il vermettoraccogliendolo con attenzione affinché non si spacchi e così facendo lo sospingete fino all'amosul quale andrà ad innestarsi senza fallo perché in quel momento l'amo non è altro che lacontinuazione vera e propria dell'ago d'acciaio sul quale il verme sta scorrendo.

IL PORTACANNE

Il portacanne, detto anche "supporto per canna" o "picchetto", è un rozzo aggeggio metallicoche da una parte ha un pezzo di tubo e dall'altra una punta metallica in tutto simile a quelladelle cancellate dei giardini.La parte a punta si pianta nel terreno e nella parte a tubo si infila la canna. Ciò consente di faremille cose mentre la nostra canna pesca da sola, ma la cosa migliore da fare è di stare moltovicini alla canna, coi muscoli tesi e lo sguardo vigile, pronti a intervenire al primo cenno diabboccata.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

15 www.fipsaslodi.it

I CAMPANELLI

Nella pesca a fondo può capitare di fare uso del campanello, vale adire che si mette sulla punta della canna un rivelatore acusticodell'abboccata, un campanellino, appunto, che si mette a suonarequando il pesce, abboccando, fa vibrare il sensibile cimino dellacanna.Il campanello va sempre fissato sul cimino della canna facendoattenzione a che il morsetto non pizzichi anche il filo altrimenti,quando il pesce abbocca, prima di iniziare a ricuperare il filooccorrerebbe staccare il campanello la qual cosa non è possibile

senza lasciare lenta la lenza e quindi mettendo il pesce nella possibilità di sganciarsi.

RECIPIENTI PER LE ESCHE

Scatole, scatolini, boccette, secchielli, bidoncini con e senza coperchio, scatole col coperchio direte, recipienti con coperchio a fermaglio, scatolini a due o più scomparti, contenitori diversi diplastica, di alluminio, e chi più ne ha più ne metta, questa la complessa "batteria da cucina" delpescatore, la grande stiva delle esche, delle ricette segrete, dei più succulenti piatti che fannoimpazzire i pesci.

LE FORBICI

Le forbici da pesca non sono forbici comuni. Innanzituttodevono essere di un acciaio robustissimo e assolutamenteinossidabile e poi non devono avere soltanto la lama maanche una punta tozza, zigrinata all'interno, che può serviresia per serrare dei piombini piccoli sia per acchiappare unamo nella gola di un pesce senza ricorrere allo slamatore.Le forbici però non servono solo a tagliare pezzi di lenza maanche per tagliare "paglie di ferro". Nei negozi di articoli da

pesca sonò in vendita forbici di ogni tipo.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

16 www.fipsaslodi.it

LE PINZETTE

Non c'è un particolare tipo di pinzette adatto per la pesca, è solo questione di gusti. Procuratevidunque un paio di pinzette, piccole naturalmente, diciamo per intenderci che, volendo,potrebbero stare nel portafogli, e badiamo solo a che siano anche in questo caso robuste einossidabili.

CESTELLI E RETINI

Il cestello e il retino sono quei due oggetti che molti pescatori tengono nascostiquando cominciano a pescare e questo per una forma di scaramanzia. Per fararrivare i pesci. Scherzi a parte entriamo piuttosto nei dettagli tecnici su questidue importanti oggetti. Punto primo: a meno che non si tratti di pesca alla trotanei torrenti o nei laghetti alpini, il cestino si usa d'inverno e il retino nelle altrestagioni.Il retino è di metallo, o di corda, o di nylon. Se gli mettete dentro i pesci

appena catturati lo potete immergere nell'acqua e lasciarlo tutto il giorno peravere i pesci ancora vivi al momento di fare ritorno a casa.

CESTINI E BORSE

Esistono in commercio svariati tipi di cestini di vimini e borse di stoffa. Ce ne sono di grandi epiccoli. e di varie forma. Alcuni cestini o borse hanno delle tasche apposite per contenere inmodo ordinato un minimo di attrezzatura e servono per lo più alla pesca della trota nei torrenti,pesca che si pratica sempre con un minimo di attrezzatura.

LE PINZE APRIBOCCASi tratta di una molla del tipo di quelle che si usano persistemare i carboni ardenti nelle stufe e nei camini.Trattenuta verso l'estremità da un fermaglio rimane chiusa epuò essere infilata tra le mascelle del pesce. Poi si sgancia ilfermaglio e una molla l'apre, divaricandola, quindicostringendo il pesce a spalancare la bocca.

Sarà bene disporre a questo punto di un lungo slamatore fatto apposta per queste prede in mododa poterlo introdurre nella gola del pesce senza dovervi infilare le dita di una mano.

L'AMMORTIZZATOREL'ammortizzatore è molto semplice. Il filo, passando dal primo anello della canna, quello in punta alcimino, s'intende, passa via via per tutti gli altri anelli. Appena fuori dall'ultimo anello, diciamo quelloposto nel punto di giunzione tra il calcio della canna e il segmento successivo, lo si annoda a un anello dimetallo che sia tanto grosso da non poter passare attraverso l'anello della canna. Dovete accertarvi diquesto, provando a tirare il filo per vedere se l'anello incoccia nell'anello della canna e funge da arresto.

Associazione Pescatori Sportivi e Subacquei LodigianiP.le degli Sports ,1 – 26900 Lodi

0371 432700 0371 30499 @ [email protected]

17 www.fipsaslodi.it

Bene, ci siamo. A questo anello, quello cioè a cui è attaccata la lenza, fissiamo un lungo pezzo d'elastico,ma, attenzione, non uno dei soliti elastici bensì una striscia di camera d'aria o uno di quegli elastici chevengono impiegati per fare delle fionde. Insomma una cosa molto robusta. Badate però a mantenere uncerto equilibrio tra lenza ed elastico nel senso che non ci deve essere sproporzione tra i due carichi dirottura. Il vantaggio deve essere a favore della lenza. Deve cioè essere abbastanza sottile da poteringannare il pesce ma sempre abbastanza robusta da poter tendere l'elastico senza rompersi. Fatedunque delle prove prima che le faccia per voi il pesce.Il resto viene da sé. L'altra estremità dell'elastico si fissa, nel modo che più si ritiene opportuno (unalegatura, un gancio, ecc.), sul corpo della canna in modo che, a elastico non in tensione, tra l'anellino diuna estremità dell'elastico e il primo anello guidalenza della canna, ci sia tanto spazio da consentireall'elastico di tendersi quel che basta per esercitare una lunga azione ammortizzatrice della lenza ma nonabbastanza da entrare a sua.,volta in crisi.

L'ANELLO DISTRICATORE

L'anello districatore è un vero e proprio palombaro che si immerge a lavorare sul fondo.Immaginate un piccolo collare per cani, un collare metallico che ha all'interno parecchie puntefatte ad artiglio. Poiché è apribile si può usarlo anche con canna lancio, infilandolo appuntoattorno alla canna proprio come mettereste il collare a un cane. Retrocedendo quindi sullasponda in modo da tenere la canna bassa col cimino rivolto verso l'acqua e la lenza impigliatain tensione, voi create come una teleferica sulla quale scorre l'anello che arriverà fino in acqua,scorrerà sul filo e andrà a raggiungere il punto dove l'amo è impigliato. Naturalmente l'anellodistricatore è tenuto da una funicella che sta in pugno al pescatore e consente il ricupero delnostro palombaro. Ed eccolo al lavoro. Quando sentite che ha raggiunto il fondo date dei piccolistrappi con la funicella mettendo in azione i rostri dell'anello che dovrebbe, in teoria, fare apezzi l'ostacolo che trattiene l'amo, liberandolo e consentendo quindi il ricupero sia delpalombaro che della lenza.

LA SONDA

Ecco invece un utile e simpatico aggeggio molto usato daipescatori che, avendo pasturato a fondo mediante l'impiegodi quelle famose paglie di ferro di cui ho già accennato e chein seguito vedremo meglio, devono necessariamente dosarela lenza in modo da sfiorare il fondo con l'amo per poter cosìagire nello stesso raggio della pastura.

La sonda è una specie di piccola noce di piombo formata appunto da due gusci che si apronocome un'ostrica grazie a una minuscola ma efficiente molla inossidabile. Aperta la nostra noce,o sonda o conchiglia, come più vi piace, vi introduciamo dentro l'amo e la lasciamo richiudersi.Quindi immergiamo la sonda che andrà a toccare il fondo permettendoci così di regolare, congraduali spostamenti, il galleggiante in modo da ottenere tra galleggiante e amo la stessadistanza che intercorre tra superficie e fondo. Ottenuta questa misura esatta abbasseremo dipoco il galleggiante e avremo la certezza matematica che il nostro amo viaggia sfiorando ilfondo.Questo s'intende se sappiamo di pescare su un fondale uniforme perché se è fatto a montagnerusse il discorso cambia.