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1 Associazione “Villaggio Globale” di Promozione Sociale Villa Demidoff – Bagni di Lucca PROGETTO GAIA Programma di educazione alla consapevolezza globale e alla salute psicosomatica Approvato e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali In collaborazione con la Federazione Italiana Club e Centri UNESCO. 26° Convegno Internazionale Palazzo Ducale – Lucca 30 -31 Maggio 2015

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Associazione “Villaggio Globale” di Promozione Sociale Villa Demidoff – Bagni di Lucca

PROGETTO GAIA

Programma di educazione alla consapevolezza globale e alla salute psicosomatica

Approvato e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali In collaborazione con la Federazione Italiana Club e Centri UNESCO.

26° Convegno Internazionale Palazzo Ducale – Lucca

30 -31 Maggio 2015

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Prefazione di Ervin Laszlo

Ervin Laszlo è un filosofo della scienza laureato alla Sorbona, due volte proposto come Premio Nobel della Pace, già consigliere personale di Federico Mayor, General Director dell’UNESCO a Parigi. Direttore del progetto UNITAR delle Nazioni Unite, è riconosciuto come promotore di una nuova consapevolezza a livello internazionale. Ha insegnato in importanti Università internazionali tra cui: Yale University, Princeton University, Northwestern University e New York State University. È membro della International Academy of Science e della International Academy of Philosophy. Il Progetto Gaia sta portando un rilevante contributo allo sviluppo dell’educazione in Italia. Oltre 750 professionisti di diversa natura come docenti, psicologi, psicoterapeuti, medici e operatori hanno frequentato il training di formazione del Progetto Gaia trasmettendolo a loro volta a oltre 6.000 persone di tutto il territorio nazionale tra studenti di scuole di ogni ordine e grado e adulti, anche in situazione di disagio sociale, delle diverse regioni italiane. A rendere unico il Progetto Gaia non sono solo i numeri ma anche il paradigma sul quale è stato fondato l’intero programma educativo. Il nuovo paradigma utilizzato nel Progetto Gaia colma un vuoto culturale e istituzionale, e offre una visione più matura e organica dell’essere umano e del mondo in cui viviamo, inserendo nel programma educativo le più recenti conoscenze scientifiche sul cervello e la mente, i fondamenti etici e i nuovi rivoluzionari concetti di fisica quantistica e di ecologia che sono in linea con le ricerche di frontiera della comunità scientifica internazionale. In questo modo il Progetto Gaia riunisce le conoscenze umanistiche più affermate e le nuove conoscenze che faranno parte della mainstream science che sarà insegnata nei prossimi anni nelle università. La presentazione è di per sé innovativa ed efficace. Unisce diverse parti teoriche prese da importanti personalità del panorama internazionale, scientifico e umanistico, trasmesse attraverso video multimediali, associandole ad una fondamentale componente pratica di esperienza diretta. In questo modo la vecchia e la nuova conoscenza diventano facilmente comprensibili e applicabili nella realtà di ogni giorno. L’esplorazione dei temi degli incontri, e la visione dei video didattici e dei due film è un'esperienza educativa in sé. L'elemento centrale del Progetto Gaia è la "Coscienza” o “Consapevolezza di Sé", uno dei concetti più avanzati e per certi versi "rivoluzionari" nel campo delle neuroscienze applicate alla scienza dell’educazione. L'importanza della coscienza è una scoperta relativamente recente nella scienza moderna, nel passato questo concetto era di esclusiva pertinenza della religione e della spiritualità, mentre la scienza rifiutava l’esistenza della coscienza considerandola come un 'epifenomeno' della struttura materiale del cervello. Oggi la coscienza è stata riscoperta dalla scienza contemporanea ed è diventata un oggetto primario della ricerca scientifica in quanto ritenuta di importanza cruciale per la comprensione dei comportamenti umani, e delle loro conseguenze nei rapporti sociali e con il mondo che ci circonda. Importanti conoscenze di fisica quantistica che fino a pochi anni fa erano note solo ad alcuni specifici settori di ricerca, come la non-località, l’entanglement, la coerenza quantistica e la coerenza elettroencefalografica EEG; oggi sono state applicate e spiegate in modo semplice ed efficace all’interno del Progetto Gaia. Questi principi ci permettono di capire che ogni fenomeno è interconnesso con tuti gli altri, e che ognuno di noi può comprendere e migliorare questa interconnessione (entanglement) dentro e fuori di sé, e sentirsi più unito agli altri e alla Terra. La coerenza EEG è la base scientifica dell’unità tra le persone, dell’empatia e della

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comprensione, del senso di appartenenza sociale e di cittadinanza attiva, che rappresenta l’unico vero antidoto alla violenza e all’emarginazione. Questo libro riporta anche una vasta serie di studi e di ricerche, svolte da parte dei suoi autori, che sono di fondamentale importanza, e che non sono generalmente presenti in altri programmi educativi. Questi studi dimostrano l’efficacia del progetto nel migliorare i più importanti parametri della salute e della relazione umana, dei fenomeni di coscienza di gruppo o di classe (non-località) e di coerenza cerebrale, che interconnettono non solo i cervelli ma anche i cuori e gli animi di individui diversi, anche quando non sono in contatto fisico e in diretta comunicazione con l'altro. La coscienza è un fenomeno straordinariamente "non locale" e quindi globale, e straordinariamente misterioso. La coscienza è l'elemento più immediato della conoscenza di noi stessi e del mondo. Qui non si intende solo la comprensione dei poeti e dei profeti, che ha accompagnato lo sviluppo filosofico ed estetico per millenni, ma la comprensione scientifica, basata sull'osservazione rigorosa e sul controllo sperimentale. La nuova educazione alla consapevolezza di Sé è stato l’ideale da sempre proposto da personalità di grande visione e di genio. Non possiamo certo affermare che la comprensione scientifica della coscienza sia meno affascinante della comprensione intuitiva, ma è certamente più affidabile, e quindi più adatta per essere applicata alla nostra vita, e alla vita delle persone intorno a noi. Questa essenziale enciclopedia dei nuovi saperi, rappresentata dal Progetto Gaia, è uno strumento unico per conoscere la gamma delle conoscenze emergenti che propongono finalità di pace e di sostenibilità. Lo consiglio a tutti coloro che si sono posti almeno una volta la domanda: "Chi sono io?" Perché chi siamo è in gran parte, o forse del tutto, determinato dalla nostra coscienza. Eugene Wigner Premio Nobel della Fisica scriveva: ”è straordinario che lo stesso studio del mondo fisico ha portato alla conclusione scientifica che la coscienza è la realtà primaria”. Noi siamo la nostra coscienza. Non ci resta quindi che sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e della realtà globale che ci circonda. Questo è esattamente il messaggio di questo libro e del Progetto Gaia. Ervin Laszlo, 20 Novembre 2015

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Programma di Educazione alla Consapevolezza Globale e alla Salute Psicosomatica

“Programma di educazione alla consapevolezza globale di sé e degli altri, per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, con particolare attenzione ai giovani disagiati e a rischio”,

accettato e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ai sensi dell’art. 12, comma 3, lett f), legge 7 dicembre 2000, n.383, anno finanziario 2014.

In collaborazione con l’UNESCO - FICLU Federazione Italiana Club e Centri UNESCO

IL PROGETTO GAIA 2015

Gaia è l’antico nome greco della Dea della Terra ed è anche il nome dell’Ipotesi Gaia, la teoria che ha dimostrato scientificamente che la Terra è un gigantesco organismo vivente,

dotato in qualche modo di consapevolezza, che si auto-organizza in modo intelligente come una rete di relazioni cooperative e co-evolutive tra tutti gli esseri viventi.

INDICE

• CAPITOLO PRIMO: INTRODUZIONE AL PROGETTO GAIA La sfida dei nostri tempi Il Progetto Gaia I film sulla consapevolezza globale e il nuovo paradigma Finalità e obbiettivi generali del Progetto Gaia Il protocollo mindfulness psicosomatica Le basi scientifiche del protocollo mindfulness psicosomatica • CAPITOLO SECONDO – IL PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA PMP Schema del protocollo mindfulness psicosomatica I video educativi del progetto gaia Mindfulness psicosomatica Body scan psicosomatico Esercizi di energetica Consapevolezza globale: etica e sostenibilità Unesco: consapevolezza individuale dei diritti umani La carta della terra • CAPITOLO TERZO – LE VALIDAZIONI SCIENTIFICHE DEL PROTOCOLLO GAIA Le validazioni del Progetto Gaia 2015 Le validazioni cliniche di efficacia del “protocollo mindfulness psicosomatica” Le validazioni internazionali Prima parte: Le ricerche internazionali sulle Pratiche di consapevolezza Seconda parte: le ricerche scientifiche di efficacia della mindfulness • CAPITOLO QUARTO – LE TESTIMONIANZE Ringraziamenti

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CAPITOLO PRIMO: INTRODUZIONE AL PROGETTO GAIA

- LA SFIDA DEI NOSTRI TEMPI - La necessità di un’educazione alla consapevolezza globale di Sé e del mondo in cui viviamo La situazione globale di transizione e l’educazione globale Viviamo in un momento storico critico, di cambiamento, che vede il mondo diviso e afflitto da disastri ambientali, guerre e diseguaglianze sociali ed economiche. La tecnologia si è evoluta più rapidamente della consapevolezza umana. Negli ultimi decenni - dai primi computer, ai cellulari, ai programmi satellitari, alle reti Internet - siamo entrati nella società globalizzata senza tuttavia possedere le necessarie conoscenze etiche, umane e scientifiche per fronteggiare al meglio questo epocale processo di globalizzazione. Per facilitare questo fondamentale salto storico è necessario promuovere nuovi programmi didattici che pongano al centro del processo educativo lo sviluppo di una nuova coscienza globale di sé stessi e del pianeta basata sulle più aggiornate conoscenze scientifiche, etiche e psicologiche che permettano ad ogni persona di partecipare alle grandi sfide e opportunità del nostro tempo e contribuire attivamente alla realizzazione di una nuova società globale. Dati nazionali e internazionali sullo stato di salute e di stress della popolazione I dati nazionali e internazionali sullo stato di salute nella popolazione evidenziano un crescente malessere dovuto al peggioramento delle situazioni economiche e sociali (Rapporto Bes, Cnel - Istat 2014), un aumento dello stress, dell’ansia e della depressione negli adulti (dati Istat e Passi) e negli adolescenti (dati Health for the World’s Adolescents international survey), un incremento del malessere psicofisico dei bambini (dati Emergenza Italia-Telefono Azzurro, 2012), un aumento della violenza famigliare e di genere in particolare sulle donne e sulle giovani (dati Eures, 2014). Il Dipartimento di Studi Clinici dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con l’AISIC (Associazione Italiana contro lo Stress e l’Invecchiamento Cellulare) nel 2009 ha condotto uno studio sullo stress cronico che è ritenuto essere un fattore primario nella genesi delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati, come le malattie cardiovascolari, i tumori, le broncopneumopatie croniche ostruttive, la cirrosi epatica, le malattie intestinali (tutti problemi che vedono lo stress come una delle loro cause principali). I dati rilevano che sette italiani su dieci muoiono per patologie legate allo stress. Rimanendo nell’ambito delle malattie correlate allo stress, in Italia l’ipertensione, causa anche di diabete e infarto, colpisce 1 italiano su 4, cioè circa 15 milioni di persone. La depressione, di cui soffre nell’arco della vita circa il 18% della popolazione, interessa approssimativamente 12 milioni di italiani. Concludendo questa panoramica sullo stress in Italia aggiungo solo che un cittadino italiano su tre è ansioso, 12 milioni e mezzo di italiani fanno uso di ansiolitici e i disturbi del sonno riguardano almeno il 14% della popolazione. Gli analoghi dati riportati dallo Statistic Brain Research Institute, dell’American Institute of Stress, pubblicati nell’Aprile del 2015, evidenziano che il 77% della popolazione soffre di sintomi fisici legati allo stress, il 73% soffre di sintomi psicologici legati allo stress, il 33% lamenta uno stato di stress acuto, il 48% ritiene che lo stress sia peggiorato negli ultimi 5 anni, il 76% ritiene che la causa principale sia dovuta al lavoro e al denaro. L’APA American Psychologica Association riporta che due terzi della popolazione americana necessita di aiuti medici e psicologici per lo stress (APA Survey 2004).

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Gli studi e le direttive dell’OMS - WHO Gli studi epidemiologici dell’OMS - WHO, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno valutato che oggi la depressione interessa 350 milioni di persone nel mondo. L'indagine del World Mental Health Survey condotta in 17 Paesi ha rilevato che, in media, circa 1 persona su 20 ha riferito di aver avuto un episodio di depressione nel corso dell'anno precedente. L’impatto dello stress relativamente ai costi sociali è elevatissimo. È stato calcolato che negli ultimi anni circa la metà della spesa sanitaria nazionale è stata utilizzata per pagare terapie per curare malattie causate da stress; stiamo parlando di oltre 50 miliardi di euro. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità in Italia il solo assenteismo causato della depressione incide per 5 miliardi di euro l’anno. Questi dati sono in continua crescita. Riguardo ai giovani in età scolastica, i dati nazionali evidenziano reali problemi relativi all’ “abbandono scolastico”, al “bullismo”, alla “differenza di genere” e alla “violenza fisica e psicologica a bambine e ragazze”, le cui radici devono essere ricercate nelle situazioni di malessere sociale, famigliare ed economico di una società in rapida globalizzazione. Per questo l’OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha lanciato un allarme: la diffusione delle malattie psicosomatiche sta aumentando progressivamente al punto che, fra dieci anni, malesseri come lo stress, l’ansia e la depressione – “le malattie del nostro tempo” - potrebbero trovarsi al secondo posto sulla lista dei mali più diffusi, subito dopo le patologie cardiovascolari. Questi dati evidenziano la necessità di un intervento a livello nazionale per ridurre questi gravi disagi umani proponendo in vaste fasce di popolazione, soprattutto quelle in situazioni socialmente ed economicamente svantaggiate o a rischio, dei progetti in grado di migliorare il benessere psicofisico e ridurre lo stress, l’ansia e la depressione. Il Decennio ONU di Educazione allo Sviluppo Sostenibile Il Progetto Gaia si allinea e si inserisce anche nel progetto DESS “Decennio ONU di Educazione allo Sviluppo Sostenibile”, promosso delle Nazioni Unite, che ha preso avvio nel 2005, sotto la leadership dell’UNESCO, allo scopo di diffondere valori, consapevolezza, stili di vita orientati al rispetto per il prossimo, per il pianeta e per le generazioni future. Le linee educative promosse dall’Educazione allo Sviluppo Sostenibile invitano a sviluppare in ogni essere umano le conoscenze, abilità, atteggiamenti e valori necessari per costruire un futuro sostenibile. Il nuovo umanesimo di Irina Bokova e principi dell’UNESCO Il “Nuovo Umanesimo” è un concetto educativo di vasto respiro e di profonda intuizione che è stato proposto da Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO, nel “Global Education First Initiative”. Irina Bokova descrive il pensiero centrale del “Nuovo Umanesimo” con le seguenti parole: «Ciò che gli umanisti italiani avevano intrapreso a livello di una città o di uno Stato, dobbiamo riuscire a realizzarlo su scala planetaria”. Il “Nuovo Umanesimo” è un appello ad una nuova consapevolezza dei tempi e delle sfide che possiamo realizzare insieme. L’UNESCO sottolinea che l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile “richiede profondi cambiamenti nel modo in cui l'educazione è spesso praticata oggi”.

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I Quattro Principi dell’Educazione Globale del Rapporto UNESCO Jacques Delors, che fu Presidente Commissione Europea dal 1985 al 1995, nel rapporto UNESCO della "Commissione Internazionale per l'Educazione del Ventunesimo Secolo”, sostiene l’importanza di quattro tipi di apprendimento: 1) Imparare ad essere: la CONSAPEVOLEZZA DI SÉ. 2) Imparare a vivere insieme: i PRINCIPI ETICI 3) Imparare a conoscere: la nuova SCIENZA 4) Imparare a fare: le buone PRATICHE Delors evidenzia che: “L’educazione deve contribuire allo sviluppo totale di ciascun individuo. Una completa realizzazione, dunque, di tutta la ricchezza della personalità umana: spirito e corpo, intelligenza, sensibilità, senso estetico, responsabilità, valori, grande autonomia. La Carta della Terra La Carta della Terra è una dichiarazione di principi etici fondamentali, approvata a livello internazionale, che si propone di costruire una giusta, sostenibile e pacifica società globale nel XXI secolo. La stesura della carta avvenne nel corso di un processo di consultazione mondiale durato 6 anni (1994-2000), sotto la supervisione di una Commissione Carta della Terra indipendente, istituita da Michail Gorbachev e Strong allo scopo di sviluppare un consenso globale su valori e princìpi per un futuro sostenibile. Redatta sulla base del più esteso processo di consultazione globale, ed approvata da organizzazioni e associazioni non governative rappresentative di milioni di persone, la Carta della Terra “ha lo scopo di ispirare in tutti i popoli un senso di interdipendenza globale e di responsabilità condivisa per il benessere di tutta la famiglia umana, della grande comunità della vita e delle generazioni future”[1]. Si appella all’umanità per promuovere una collaborazione globale in una svolta critica della storia. La visione etica della Carta della Terra suggerisce che la protezione dell’ambiente, i diritti umani, lo sviluppo umano equo e la pace sono interdipendenti ed indivisibili. Lo scopo della Carta è di fornire un nuovo quadro di riferimento per riflettere ed affrontare questi temi. La Carta è promossa dall’organizzazione non governativa Earth Charter Initiative. Le direttive educative ministeriali Le tematiche educative orientate ad un nuovo modello di sviluppo umano e ad una visione globale della nostra società, sono state riprese anche nelle “Indicazioni Nazionali per il Curriculo dell’Infanzia e del primo ciclo di Istruzione” del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che cita (a pag.7) il “Nuovo Umanesimo” di Irina Bokova e la necessità di una consapevolezza e cittadinanza globale, dove si evidenzia che “La scuola può e deve educare a questa consapevolezza”, per “Imparare ad Essere”. Nelle “Indicazioni Nazionali per il Curriculo dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione” del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca si invita a sviluppare programmi educativi capaci di “fornire strumenti teorici ed esperienziali agli studenti di ogni età al fine di sviluppare competenze che permettano la realizzazione di una società globale”, e a facilitare “L’elaborazione dei saperi necessari per comprendere l’attuale condizione dell’uomo planetario. Premessa indispensabile per l’esercizio consapevole di una cittadinanza nazionale, europea e planetaria”.

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L’appello delle personalità etiche e scientifiche internazionali Importanti personaggi impegnati a livello internazionale nella scienza, nella medicina, nella cultura come Fritjof Capra, Hans Kung, il Dalai Lama, Deepak Chopra e Ervin Laszlo, due volte candidato al Nobel per la Pace, hanno lanciato appelli per un cambio di consapevolezza orientato ad un nuovo paradigma basato su una nuova consapevolezza di essere parti consapevoli della grande trasformazione sociale verso una civiltà umana e sostenibile. Vàclav Havel, Presidente della Repubblica Ceca e grande umanista, elogiato da Irina Bokova, General Director dell’UNESCO, si augurava che la nuova cultura generasse “una rivoluzione interiore che invita alla trasformazione, come unico e concreto mezzo di evoluzione umana verso la consapevolezza di essere parti vive e creative della grande coscienza di Gaia”, la nostra Terra. Presentazione del “Progetto Gaia” alla Camera dei Deputati di Roma

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IL PROGETTO GAIA Su questi dati statistici e su queste linee programmatiche internazionali e nazionali l’associazione di promozione sociale “Villaggio Globale” di Bagni di Lucca ha sviluppato il “Progetto Gaia” come programma educativo avanzato per lo sviluppo di una nuova e più matura consapevolezza globale di Sé e del pianeta. Il “Progetto Gaia” è il frutto di oltre 30 anni di studi ed esperienze nel campo della salute psicosomatica, delle ricerche scientifiche, degli approfondimenti di psicologia e della pratica su oltre 20.000 persone, condotte dal Dott. Nitamo Federico Montecucco in collaborazione con un'equipe di docenti universitari, educatori, psicologi, medici e ricercatori italiani e internazionali del comitato scientifico dell’associazione “Villaggio Globale”. Il Progetto Gaia è stato realizzato con il patrocinio dell’UNESCO-FICLU e promosso in collaborazione con il Club UNESCO-FICLU di Lucca. I Principi del Progetto Gaia I Principi del Progetto Gaia sono orientati a sviluppare una Consapevolezza Globale di Sé e del Mondo. Il cuore del Progetto Gaia è la consapevolezza di sé come esperienza centrale per lo sviluppo della dignità umana e della responsabilità civile, per il miglioramento del benessere psicofisico e dell’“intelligenza emotiva” e per realizzare così il proprio ruolo attivo e creativo nel mondo. Il Progetto Gaia propone un approccio educativo globale che utilizza le più efficaci pratiche di consapevolezza di sé, documentate scientificamente dalle ricerche internazionali, per permettere, a bambini e adulti, anche in condizioni di grave disagio sociale e culturale, di attivare le risorse personali, di migliorare la fiducia in se stessi in modo da relazionarsi positivamente con gli altri e con la società in trasformazione. La Struttura del PROGETTO GAIA per lo sviluppo neuropsichico dell’essere umano Il Progetto Gaia fornisce una base di conoscenze ed esperienze che permettono un armonico sviluppo delle dimensioni neuropsichiche umane, attraverso un processo educativo parallelo delle conoscenze scientifiche (emisfero logico-razionale), dei principi etici (emisfero intuitivo-etico), delle pratiche di benessere psicofisico (cervello emotivo-corporeo) e della consapevolezza di Sé (nucleo centrale del cervello). L’educazione specifica di queste quattro dimensioni porta ad un processo di integrazione capace di sviluppare pienamente la consapevolezza globale, e di integrare la dimensione personale con le dimensioni sociali e culturali. Questo nuovo sistema educativo permette uno sviluppo più armonico e completo delle persone e una consapevolezza più adatta ai bisogni e alle sfide di questo momento critico di transizione verso una società globalizzata. Lo sviluppo della consapevolezza globale prevede quindi una trasmissione delle conoscenze ad approccio globale. Nel Progetto Gaia ogni informazione teorica viene immediatamente sperimentata come esperienza diretta, attraverso pratiche corporee, emotive e cognitive. Descriviamo ora le quattro principali aree del Progetto Gaia.

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EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA DI SÈ LE PRINCIPALI TECNICHE DI SVILUPPO DELLA CONSAPEVOLEZZA GLOBALE DI SÈ

Per “imparare ad essere”, Jacques Delors.

Le pratiche di sviluppo della consapevolezza rappresentano il cuore del Progetto Gaia, l’esperienza interiore che permette di comprendere realmente le basi etiche, i principi scientifici e le pratiche sostenibili e di agire in accordo con esse. Le pratiche di consapevolezza psicosomatica integrate con le pratiche di benessere psicosomatico possono aiutare a sviluppare una più profonda conoscenza di sé, un eccellente benessere psicofisico, una migliore “intelligenza emotiva”, una più matura relazione con gli altri e con la società globalizzata in cui viviamo. Oggi su PubMed, il più vasto motore di ricerca di articoli scientifici del mondo, il termine meditation è presente in più di 12.000 pubblicazioni scientifiche. Un segno eclatante della rivoluzione di paradigma in atto in questi anni e dell’indiscutibile efficacia delle tecniche di meditazione e di consapevolezza non solo per ridurre lo stress e la depressione ma anche per migliorare le potenzialità personali come la concentrazione, l’amorevolezza, la socializzazione e le performance scolastiche. (vedi “validazioni scientifiche” sul sito www.benessereglobale.org)

EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA SCIENTIFICA I PARADIGMI SCIENTIFICI CHE SOSTENGONO LA CONOSCENZA GLOBALE

Per “imparare a conoscere”, Jacques Delors.

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La necessità di un nuovo paradigma scientifico

Nelle “Indicazioni Nazionali per il Curriculo dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione” del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca si invita a “Insegnare a ricomporre i grandi oggetti della conoscenza – l’universo, il pianeta, la natura, la vita, l’umanità, la società, il corpo e la mente e l’evoluzione in una prospettiva complessa, volta a superare la frammentazione delle discipline, e ad integrarle in nuovi quadri d’insieme”. Questo fondamentale invito all’unità dei saperi e delle comprensioni scientifiche richiede un cambio di modello dell’essere umano e del mondo, un superamento del vecchio paradigma, purtroppo ancora spesso utilizzato, in cui emerge la separazione tra le discipline, la frammentazione delle conoscenze e la dicotomia tra materia e spirito, e tra anima e corpo. Il Nuovo Paradigma Scientifico, nucleo centrale del Progetto Gaia, offre una comprensione scientifica organica e unitaria dell’essere umano e della realtà, capace di integrare più avanzate comprensioni delle differenti discipline scientifiche e umanistiche in una visione evolutiva, ecologica e sostenibile che pone al centro la consapevolezza di Sé. Il Progetto Gaia è stato realizzato sulle basi scientifiche e filosofiche del nuovo Paradigma Scientifico che riunisce le più importanti comprensioni e conoscenze dei differenti campi scientifici, integrando in una visione unitaria e sistemica la fisica quantistica, la biologia, la genetica, l’evoluzione, la medicina, la PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia), le neuroscienze e la psicologia. La base del nuovo Paradigma Scientifico è la profonda necessità di umanizzare la scienza, di superare la vecchia dicotomia e frammentazione tra materia e spirito e tra mente e corpo e riportare l’anima nelle scienze, dando così risalto agli aspetti di unità, integrazione e sostenibilità. Il nuovo Paradigma Scientifico permette anche di integrare e dare sostegno alle comprensioni delle antiche tradizioni spirituali e culturali del passato, come la cultura greca, cinese, tibetana, africana e americana, permettendo una profonda integrazione tra le attività analitiche razionali dell’emisfero sinistro e le comprensioni etiche e intuitive dell’emisfero destro. Le caratteristiche profondamente unitarie del nuovo paradigma scientifico adottato nel Progetto Gaia permettono di realizzare pienamente le importanti proposte educative del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il Progetto Gaia fornisce gratuitamente dei video didattici e dei film-documentari scaricabili gratuitamente da Internet e utilizzabili attraverso la LIM (lavagna Interattiva Multimediale), che contengono una sintesi dei principi teorici del nuovo paradigma scientifico in cui vengono “ricomposti” i grandi oggetti della conoscenza in una prospettiva unitarie ed evolutiva. Per una migliore comprensione didattica dei principi del Nuovo Paradigma Scientifico attraverso i contributi di personalità di grande spessore culturale, umano, etico e scientifico, e per sostenere e divulgare le tematiche dell’”Educazione allo Sviluppo Sostenibile”, promossa dall’ONU, il Villaggio Globale ha realizzato due importanti film documentari: Olos e Globalshift che per la loro rilevanza scientifica, etica e culturale sono stati patrocinati dall’UNESCO – FICLU. Nel film Olos, il nuovo paradigma scientifico, scienziati, umanisti e ricercatori di ogni parte del pianeta mostrano una nuova comprensione organica e unitaria dell’evoluzione dell’essere umano e delle relazioni con l’intero pianeta. Una visione co-evolutiva guidata dalla consapevolezza e dall’intelligenza che supera le frammentazioni delle differenti discipline e la divisione tra corpo e coscienza. Nei film-documentari: “Olos: l’anima della terra, il nuovo paradigma scientifico” e “Globalshift: l’evoluzione della coscienza globale”, viene espressa una comprensione

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organica e unitaria del mondo e dell’essere umano. Una visione co-evolutiva guidata dalla consapevolezza e dall’intelligenza che supera le frammentazioni delle differenti discipline e la divisione tra corpo e coscienza. In questi film importanti personalità della cultura umanista, scientifica e spirituale internazionale sostengono che la realizzazione di una nuova società globale richieda un cambio di paradigma scientifico basato sullo sviluppo di una nuova consapevolezza. È possibile scaricare gratuitamente Olos e Globalshift su www.villaggioglobale.eu.

EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA ETICA - EMOTIVA I PRINCIPI ETICI GLOBALI E I SENTIMENTI UNIVERSALI

Per “imparare a vivere insieme”, “Se si devono capire gli altri, occorre capire prima di tutto se stessi” Jacques Delors.

Le tre dimensioni dei principi etici • La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, firmata a Parigi nel 1948, contiene le basi essenziali dei diritti e dei doveri umani, da cui può nascere una società più etica e umana.

• La Carta della Terra (Earth Charter), nata da una vastissima consultazione internazionale tra associazioni e NGO’s, avvenuta tra il 1994 e il 2000, esprime i valori fondamentali che riguardano l’etica ecologica, la sostenibilità, la salvaguardia delle minoranze etniche, le popolazioni svantaggiate e di tutte le forme di vita; da cui può nascere una società più pacifica, sostenibile e consapevole.

• Il Manifesto della Coscienza Planetaria, firmato nel 2001 dal Dalai Lama, da Ervin Laszlo e da personaggi della cultura internazionale, esprime la necessità di un cambiamento di paradigma attraverso un cambiamento della coscienza individuale e collettiva che possa generare le basi per una “Consapevolezza Planetaria”, molto simile al concetto di “Nuovo Umanesimo”. Educazione all’intelligenza emotiva I principi etici esposti nel Progetto Gaia sono l’espressione dei sentimenti umani universali che devono essere riconosciuti non solo all’esterno ma anche nel profondo di ogni persona. Delors sosteneva che “Se si devono capire gli altri, occorre capire prima di tutto se stessi”. Nel Protocollo Gaia abbiamo inserito una specifica serie di pratiche per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e della condivisione empatica.

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EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA CORPOREA LE PRATICHE PER IL BENESSERE DELL’UOMO E DEL PIANETA

Per “imparare a fare”, Jacques Delors

Le Basi Mediche e Psicologiche del Benessere Psicofisico e dell’Intelligenza Emotiva

Il Progetto Gaia è basato sul “Protocollo Mindfulness Psicosomatica” che utilizza una vasta serie di pratiche di consapevolezza di Sé, del corpo, delle tensioni psicosomatiche (bodyscan ad approccio psicosomatico) e delle emozioni per alleggerire le condizioni psicologiche e fisiche “negative” e migliorare la percezione psicofisica, l’intelligenza emotiva, la capacità di espressione, l’empatia, la fiducia psicologica in sé stessi, la collaborazione e le capacità comunicative e relazionali. Il “Protocollo Mindfulness Psicosomatica” è stato ampiamente validato dalle nostre ricerche (vedi capitolo sulle validazioni scientifiche) e permette un significativo miglioramento statistico dei parametri della salute psicofisica, in particolare con una diminuzione dello stress, dell’ansia, della somatizzazione e dell’ostilità, e con un miglioramento del rilassamento, della contentezza, del benessere e della disposizione verso gli altri (SQ). Ecologia e Interculturalità: i Video Multimediali del Progetto Gaia “Siamo Tutti Collegati nel Grande Cerchio della Vita”. Mufasa Nel Progetto Gaia sono presenti specifici moduli che permettono una comprensione pratica ed efficace dei temi relativi all’ “ecologia del corpo, della mente e dell’ambiente”, alle comprensione e delle differenti culture umane interculturali, interreligiose e interrazziali, che rappresentano le competenze di base suggerite dall’ONU, dall’UNESCO e dalla Carta della Terra per favorire una reale società globalizzata pacifica, etica e sostenibile. Dal sito www.progettogaia.eu e www.benessereglobale.org possono essere scaricati gratuitamente i video e i film del Progetto Gaia che hanno come principali argomenti: la Terra (Gaia) e la rete della vita, i principi etici delle Nazioni Unite e della Carta della Terra (ONU), le conoscenze scientifiche più recenti sull’unità corpo-mente, le pratiche di benessere psicofisico e di intelligenza emotiva che sono ritenute essenziali per sviluppare una consapevolezza più idonea ai bisogni e alle sfide di questo momento critico di cambiamento verso una società globalizzata gli audio sulla salute globale, le principali tecniche di auto-consapevolezza e il materiale multimediale di supporto del Progetto Gaia.

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I FILM SULLA CONSAPEVOLEZZA GLOBALE E IL NUOVO PARADIGMA

OLOS: l’Anima della Terra, Il film OLOS è un’esposizione del nuovo paradigma olistico: una visione scientifica che comprende l’evoluzione della consapevolezza umana e della società globale. Nel film Olos oltre trenta scienziati e personalità della cultura internazionale, dal Dalai Lama a Fritjof Capra, a Ervin Laszlo, ci espongono questo nuovo paradigma: un manifesto della nuova cultura planetaria emergente. Olos è stato proiettato e presentato in Università italiane e straniere, presso centri e associazioni di medicina naturale di tutta Italia, ed è stato visto da oltre 40.000 persone. Il film è stato doppiato in lingua italiana, inglese, spagnola e francese ed è divulgato gratuitamente in ogni parte del mondo. Nel film Olos la Terra racconta la propria storia: un emozionante viaggio scientifico nell’evoluzione della vita e della coscienza. Dall’inconscio collettivo, allo sviluppo del cervello e dell’intelligenza, fino alla realizzazione della coscienza di Sé e del pianeta. Ma ora l’intero ecosistema Terra è in grave pericolo. Il cambiamento epocale verso una civiltà globale richiede un cambio di paradigma, un nuovo modello dell’essere umano e del mondo. Una visione che accomuna milioni di persone e associazioni ecologiste, etiche, mediche e spirituali di ogni parte del mondo. Che riunisce una moltitudine di culture e modelli antichi e moderni, scientifici e spirituali, e li sintetizza in una visione globale. Globalshift: l’Evoluzione della Coscienza Globale. Il film Globalshift è un documentario sulla globalizzazione del pianeta girato in cinque continenti con interviste a personaggi chiave della cultura emergente, che mette in evidenza il ruolo centrale della consapevolezza di Sé per superare l’attuale crisi ecosistemica internazionale e realizzare una società più consapevole, pacifica e sostenibile. Il film mostra come i disastri ecologici, sociali ed umani possono essere risolti attraverso una nuova coscienza globale, e come ogni cittadino della Terra può fare un salto di consapevolezza e diventare un protagonista attivo del cambiamento per verso una società più etica, sostenibile e pacifica. Le finalità del film sono quelle del Progetto Gaia: di elevare la coscienza personale e globale delle persone e farle sentire elementi attivi e creativi di questo momento storico di transizione verso una società globale più etica, pacifica e sostenibile. Il film Globalshift ha avuto il patrocinio dell’UNESCO-FICLU, e del Club di Budapest International. Nel film sono protagonisti: Ervin Laszlo (Club di Budapest, proposto come Premio Nobel per la Pace), Laura Chinchilla (Presidente del Costa Rica), Miriam Vilela (Presidente della Earth Charter International, delle Nazioni Unite), Candace Pert (neuroscienziata scopritrice delle endorfine e dei neuropeptidi), Tara Ghandi (pacifista, nipote del Mahatma Gandi), Jaak Panksepp (neuropsicologo), Vandana Shiva (ecologista internazionale), Jane Goodall (esperta in scimpanzé), Paul Ray (sociologo creatiore dei creativi culturali), Deepak Chopra (medico olistico famoso in tutto il mondo), Jim Garrison (ecologista), Paul Hawken (economista e fondatore della più importante rete etica ed ecologica del mondo), Swami Veda Barhati (Maestro spirituale Yoga, Consiglio Mondiale della Religioni), Sree Tathata (maestro spirituale Hindu), Hans Kung (teologo cattolico, Consiglio ONU delle Religioni). Il film, in lingua italiana e inglese, è scaricabile gratuitamente in ogni parte del mondo.

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FINALITÀ E OBBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO GAIA

Le due categorie di destinatari del Progetto Gaia Il Progetto Gaia si rivolge a tutte la fasce di popolazione con una particolare attenzione alle fasce a rischio o in stato di disagio fisico, economico, umano e sociale. Il Protocollo Gaia può essere orientato verso due proposte applicative: l’ambito scolastico e l’ambito extrascolastico. I bambini e i giovani studenti di tutti i differenti livelli scolastici, dalle scuole materne dagli asili alle università, rappresentano i primi destinatari del Progetto Gaia e per loro è stato sviluppato uno specifico protocollo relativo all’età e alla struttura scolastica in cui si trovano. La seconda categoria sono gli adulti con particolare attenzione alle persone disagiate e a rischio. Obiettivi del Progetto Benessere Globale - Gaia 1. Sviluppare una maggiore consapevolezza globale di Sé e del mondo in cui viviamo. 2. Fornire informazioni scientifiche, etiche e culturali per una cittadinanza globale e sostenibile. 3. Sviluppare una migliore consapevolezza psicosomatica di Sé, che permette di: 4. Migliorare il benessere psicofisico prevenendo e riducendo lo stress, l’ansia e la depressione, 5. Migliorare l’intelligenza emotiva, la gestione delle emozioni e il contenimento dell’aggressività. 6. Migliorare la comunicazione, la cooperazione e le relazioni sociali e di gruppo (classe o team). 7. Migliorare il rendimento scolastico/lavorativo e l’a, riducendo

l’ e la tensione.

Durata del Progetto Gaia Il periodo minimo di tempo per svolgere il Progetto Gaia e avere risultati apprezzabili sul rendimento scolastico, sul miglioramento dell’attenzione e della concentrazione e sulla riduzione dello stress, dell’ansia e della depressione è di 12 incontri distribuiti in circa 3-4 mesi. Ovviamente prolungando il percorso didattico migliorano e si stabilizzano anche i risultati. Risultati misurabili e verificabili Il Progetto Gaia prevede l’utilizzo di schede di valutazione e di questionari per bambini e ragazzi in età scolare (l’ASEBA TRF/6-18 per l’analisi clinica del comportamento del soggetto in base alle competenze, alle scale sindromiche, a due scale di problematicità globale, a una scala totale e a scale DSM-5) e di test psicologici specifici (SQ, FFMQ, Zung, ecc.), al fine di verificare statisticamente l’efficacia del progetto nelle sue differenti dimensioni educative, cognitive, psicologiche e orientate al benessere.

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IL PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA PMP Il Progetto Gaia si basa sul “Protocollo Mindfulness Psicosomatica - PMP”, un sistema di sviluppo della consapevolezza globale di Sé e del benessere psicofisico che è stato elaborato sviluppato dall’Istituto di Psicosomatica PNEI del Villaggio Globale in oltre trent’anni di attività di promozione sociale e di pratica clinica medica, psicologica e psicoterapeutica su oltre 20.000 persone. Il Protocollo Mindfulness Psicosomatica è stato ampiamente validato con numerose verifiche bastate su valutazioni neurofisiologiche e su test psicologici (vedi capitolo relativo alle validazioni cliniche scientifiche. Il Protocollo Mindfulness Psicosomatica si articola su quattro livelli di intervento che corrispondono a progressivi aumenti di difficoltà clinica medica e psicologica. Il Progetto Gaia comprende l’applicazione del primo livello di intervento per quanto riguarda le scuole e i minori in genere e del secondo livello per quanto riguarda gli adulti e i maggiorenni. Primo livello: il primo livello del Protocollo PMP utilizza solo tecniche di facile apprendimento, di provata efficacia e senza effetti collaterali. Contribuisce a sostenere e a rinforzare la parte sana della persona: la percezione e la fiducia di Sé, la vitalità fisica, l’espressione emozionale, la capacità relazionale e la visione positiva sociale. Si utilizza con i bambini e i minori, e nei primi interventi con le persone adulte. Può essere utilizzato da chiunque abbia fatto il training base di formazione intensiva di 3+2 giorni o un analogo training condotto da nostri formatori. Il primo livello è stato utilizzato con successo anche con persone anziane, portatori di handicap e soggetti di fasce sociali disagiate o a rischio. Secondo livello: il secondo livello del Protocollo PMP utilizza tecniche psicosomatiche leggermente più profonde e clinicamente più efficaci che tendono a sviluppare una maggiore consapevolezza dei blocchi psicosomatici e delle emozioni percepite come “negative” o “positive” ad esse associate. L’utilizzo del secondo livello del Protocollo PMP richiede un training di formazione più approfondito, che normalmente dura 300 ore (o di almeno 12 giorni = 120 ore, per psicologi e psicoterapeuti), in cui si lavora sulle proprie emozioni e sui propri blocchi psicosomatici e condizionamenti. Il secondo livello viene utilizzato solo su persone senza traumi fisici o psicologici. Terzo livello: il terzo livello del Protocollo PMP può essere utilizzato solo da medici o psicologi laureati e solo dopo almeno due anni (600 ore) di training pratico e teorico approfondito. Il terzo livello utilizza infatti tecniche molto profonde e ad alta efficacia, che permettono di prendere consapevolezza dei ricordi infantili spiacevoli e dei traumi leggeri, e che per questo sono in grado di risanare e normalizzare velocemente le persone. Tuttavia l’uso inappropriato di queste potenti tecniche da parte di persone prive di un’adeguata base clinica ed esperienza professionale medica o psicologica, possono anche generare squilibri e danneggiare la persona. Quarto livello: il quarto livello utilizza il Protocollo PMP su pazienti con traumi gravi, con problemi psichiatrici o con disturbi di personalità. Il quarto livello quindi può essere utilizzato esclusivamente da psichiatri o psicoterapeuti e solo dopo almeno tre anni (almeno 900 ore) di corso di formazione.

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LE BASI SCIENTIFICHE DEL PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA

Il Progetto Gaia si basa sul “PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA” è basato sulle recenti scoperte delle neuroscienze applicate alla medicina e alla psicologia, della PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) e degli approcci neurocognitivi all’evoluzione umana. Le ricerche delle neuroscienze del Nobel Edelman, di Damasio, di Panksepp e di MacLean evidenziano che le basi neurali della coscienza sono costituite da: 1) la consapevolezza corporea (cervello rettile), 2) la consapevolezza emotiva (cervello mammifero), 3) la consapevolezza mentale razionale e intuitiva (i due emisferi del cervello superiore o neocorticale). 4) la consapevolezza di Sé, che riunisce in modo coerente e sincronico le precedenti aree corporee, emotive e cognitive e le integra in una rete globale che genera il senso di identità di Sé. Un armonico sviluppo di queste dimensioni umane è un principio fondamentale per un’educazione alla consapevolezza globale di Sé. Come appare nello schema a fianco il Progetto Gaia, al fine di sviluppare una reale consapevolezza globale di Sé, prevede un protocollo articolato in quattro principali aree educative che corrispondono alle principali dimensioni neuro psicologiche umane: 1) Rosso – Educazione alla consapevolezza corporea del cervello rettile – istintivo. 2) Verde – Educazione alla consapevolezza emotiva del cervello limbico – affettivo. 3) Blu – Educazione alla consapevolezza mentale dell’emisfero razionale. 4) Giallo – Educazione alla consapevolezza globale di sé, che corrisponde alla funzione centrale del cervello, che riunisce le aree precedenti La comprensione integrata di queste quattro dimensioni della coscienza, porta ad una consapevolezza globale, che integra la dimensione personale con le dimensioni sociali e culturali, e porta allo sviluppo di una consapevolezza sociale e culturale più adatta ai bisogni e alle sfide di questo momento critico di transizione verso una società globalizzata. L’effetto unificante della consapevolezza di Sé Le ricerche delle neuroscienze hanno provato che le pratiche di consapevolezza e di mindfulness hanno un effetto di sincronizzazione tra le differenti aree del cervello e sono misurabili come coerenza elettroencefalografica. Numerose ricerche internazionali dimostrano che lo sviluppo della consapevolezza (mindfulness), a cui mira il protocollo PMP, migliora la salute psicofisica, la stima di sé e anche l’attenzione, la concentrazione e il rendimento scolastico. Ciò pone questa competenza come skill di base per il benessere e la crescita dell'individuo. Gli effetti delle pratiche di consapevolezza (mindfulness) utilizzate nel Progetto Gaia sono stati validati scientificamente da numerose ricerche psicologiche e cliniche internazionali per la riduzione dello stress, dell’ansia e della depressione.

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La Consapevolezza di Sé migliora la funzionalità e l’armonia cerebrale Il nostro Istituto di Psicosomatica PNEI del Villaggio Globale ha studiato il fenomeno della coerenza cerebrale tra le varie parti del cervello evidenziando una relazione statisticamente significativa tra la coerenza elettroencefalografica (coerenza EEG) e il benessere psicologico e psicofisico dell’individuo.

Queste ricerche hanno evidenziato che la pratica della consapevolezza, o auto coscienza, tende ad aumentare la coerenza EEG, e a produrre “onde armoniche”. Le pratiche di consapevolezza rappresentano quindi un fondamentale strumento per il miglioramento del benessere psicofisico. La Consapevolezza di Sé migliora l’empatia, la comunicazione e l’intelligenza emotiva tra persone Il nostro Istituto di Ricerche di Psicosomatica PNEI ha studiato il fenomeno della sincronizzazione cerebrale o risonanza neuropsichica (EEG specchio) tra i cervelli di due persone in stato di empatia o di consapevolezza di Sé (meditazione), evidenziando una significativa sincronizzazione tra i loro cervelli (coerenza elettroencefalografica EEG).

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Questa è la prima ricerca a livello internazionale che dimostra come l’empatia e la consapevolezza di Sé siano importanti strumenti per migliorare le relazioni e creare maggiore comprensione, comunicazione, senso di fiducia e di sicurezza tra persone. La pratica della consapevolezza rappresenta un fattore essenziale nella relazione empatica tra docente e allievo. La risonanza neuropsichica è un fenomeno fondamentale per comprendere l’empatia e le dinamiche tra amici, tra genitori e figli e migliorare così la base dei disturbi affettivi, delle relazioni sentimentali e di coppia. La Consapevolezza di Sé migliora l’empatia, la collaborazione e l’intelligenza emotiva di gruppo Il nostro Istituto di Ricerche di Psicosomatica PNEI ha studiato anche il fenomeno della sincronizzazione cerebrale di gruppo e ha rilevato un significativo aumento di coerenza EEG tra i cervelli di persone in stato di empatia o di consapevolezza di Sé (meditazione).

Questa è la prima ricerca a livello internazionale che dimostra come l’empatia e la consapevolezza di Sé siano importanti strumenti educativi, che evidenziano come un docente più consapevole e maturo può influenzare positivamente il clima della classe e migliorare le relazioni di gruppo e lo spirito di unità nella classe. Il Progetto Gaia sviluppa nei docenti scolastici e in chi coordina un gruppo di persone, o un team di lavoro, una preziosa qualità di consapevolezza e di “presenza empatica” che facilita la coesione, la collaborazione, la comprensione psicologica ed emotiva di gruppo, competenze indispensabili per una cittadinanza globale umana e sostenibile.

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CAPITOLO SECONDO

SCHEMA DEL PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA Sulla base di queste evidenze scientifiche il Progetto Gaia fornisce una base di conoscenze teoriche e di esperienze pratiche che permettono uno sviluppo integrato delle differenti dimensioni della consapevolezza (corporea, emotiva, sociale ed ecologica). Nello “Schema Funzionale del Protocollo Mindfulness Psicosomatica” si evidenzia il ruolo primario e centrale della pratica di consapevolezza di Sé o mindfulness psicosomatica. Sulla sinistra dello schema si evidenziano le differenti dimensioni di consapevolezza che permettono ai partecipanti di sviluppare una migliore consapevolezza globale.

A destra sono elencati gli ambiti di maggiore efficacia nei soggetti che sviluppano consapevolezza: in particolare il miglioramento del benessere psicofisico individuale, il miglioramento dell’intelligenza emotiva e della collaborazione di gruppo, i valori etici, ecologici e scientifici orientati alla cittadinanza globale. Le logiche e le pratiche delle quattro aree educative Come appare negli schemi il Progetto Gaia, al fine di sviluppare una reale consapevolezza globale di Sé, prevede un protocollo articolato in quattro principali aree educative che corrispondono alle principali dimensioni neuro psicologiche umane: 1) Educazione alla consapevolezza corporea: le tensioni neuro-muscolari corporee sono il primo sintomo dello stress, si manifestano come ansia, irrequietezza e irritazione, peggiorano la capacità di concentrazione mentale e distolgono l’attenzione dai compiti scolastici o

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lavorativi. Le semplici pratiche di consapevolezza corporea, gli esercizi di energetica e di percezione, riconoscimento e scioglimento delle tensioni, utilizzate nel Protocollo Gaia, hanno una documentata efficacia nel ridurre lo stress, l’ansia e l’agitazione e nel migliorare il rilassamento e la stabilità corporea e nervosa. 2) Educazione alla consapevolezza emotiva: l’intelligenza emotiva è uno degli elementi di maggior importanza dei processi educativi degli ultimi anni. Attraverso il body scan psicosomatico, che permette una profonda consapevolezza dei blocchi fisici ed emotivi, il disegno psicosomatico, e una serie di pratiche di consapevolezza, riconoscimento, espressione e condivisione delle emozioni il Protocollo Gaia permette di migliorare l’empatia, la fiducia, la sensazione di unità, la collaborazione e i rapporti interni del gruppo-classe. 3) Educazione alla consapevolezza psicologica e sociale: il Protocollo Gaia trasmette, anche con i video didattici, semplici ma basilari conoscenze psicologiche sul funzionamento del cervello, delle emozioni, delle relazioni, e informazioni scientifiche, ecologiche e sociali che aiutano a sviluppare una migliore comprensione psicologica di se stessi e degli altri, e realizzare con consapevolezza il proprio ruolo di cittadinanza attiva nella società globale. 4) Giallo – Educazione alla consapevolezza globale di sé: le pratiche di consapevolezza utilizzate nel Protocollo, che rappresentano il vero cuore del Progetto Gaia, sono state al centro della ricerca scientifica internazionale egli ultimi dieci anni, che ha convalidato la loro efficacia nel ridurre lo stress, l’ansia e la depressione e nel migliorare l’autostima, le performance scolastiche e lavorative, l’empatia e la qualità della vita. Queste aree educative che incrementano la consapevolezza globale di Sé sono riassunte nello “Schema Operativo del Protocollo Mindfulness Psicosomatica”.

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GLI INCONTRI E I MODULI

Il Protocollo Mindfulness Psicosomatica stabilisce le modalità di organizzazione, gli argomenti e lo sviluppo degli incontri del Progetto Gaia. Durata del Progetto Gaia: il periodo minimo di tempo da programmare per svolgere il Progetto Gaia e ottenere risultati apprezzabili per lo sviluppo della consapevolezza e favorire il rendimento scolastico, il miglioramento dell’attenzione, della concentrazione, la riduzione dello stress, dell’ansia e della depressione; è di 12 incontri distribuiti in circa 3-4 mesi. In classi molto problematiche sarà necessario estendere a 24 il numero degli incontri del Progetto Gaia per ottenere risultati consistenti e stabili. Prolungando il percorso didattico gli incontri migliorano e si stabilizzano anche i risultati. Gli incontri e i moduli del Progetto Gaia Il Progetto Gaia è formato da “incontri” settimanali organizzati in moduli tematici. Ogni incontro è un’unità didattica funzionale, con un suo tema, un suo schema di svolgimento e una sua finalità. I moduli raggruppano gli incontri settimanali secondo una certa sequenza logica. In particolari casi il protocollo può essere adattato alle differenti situazioni e necessità dei docenti e degli allievi, anche se si consiglia di rispettare la sequenza proposta specie se il conduttore è alle prime esperienze. Tempi e modalità dell’intervento: ogni incontro ha una durata complessiva di circa un’ora alla settimana e può essere fatto sia durante l’attività didattica che in orari extra scolastici. Per i bambini/e delle primarie (materne) inizialmente possono essere sufficienti 15-20 minuti, magari ripetuti durante la settimana e poi lentamente si prolunga l’esperienza fino a circa 30 minuti. Per i bambini/e delle prime classi delle elementari inizialmente possono essere sufficienti 30-40 minuti, magari ripetuti due volte durante la settimana, e poi lentamente si prolunga l’esperienza fino a circa 50-60 minuti. Quando l’operatore è un insegnante della materna i sessanta minuti di intervento settimanali possono essere distribuiti in due o tre momenti di consapevolezza di 20-30 minuti ciascuno, suddivisi durante la settimana. Quando l’operatore è uno psicologo, educatore o counselor, esterno alla classe è comunque conveniente fare un’ora intera (prolungabile fino ad un ora e mezza). Struttura degli incontri Normalmente ogni incontro è strutturato nei seguenti tempi: • 5-10 min. per la “presentazione” del tema dell’incontro, per la visione del video e per le eventuali spiegazioni teoriche • 10-15 min. di “preparazione” all’esperienza di consapevolezza (energetica, body scan, ecc.) • 10-15 min. di “esperienza” di consapevolezza mindfulness e “riconoscimento” dei valori. • 10-15 min. di “condivisione” • 10-20 min. di “realizzazione” pratica: disegno o tema in classe. • 5 min. conclusione, rimettere le sedia a posto e prepararsi per un’altra lezione. Per la scuola materna e per le prime classi delle elementari è necessaria una riduzione dei tempi, ad esempio due incontri di mezz’ora.

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LA LOGICA DEGLI INCONTRI Ogni incontro è formato da una serie di momenti che sono riassunti nello schema sottostante:

1. PRESENTAZIONE DELL’ARGOMENTO: il docente all’inizio di ogni incontro propone il tema che verrà sviluppato nell’incontro stesso. L’argomento può essere semplicemente la spiegazione delle pratiche che saranno sperimentate o un tema principale attraverso una spiegazione teorica o presentando del materiale multimediale: video, articoli, testi ecc. 2. PREPARAZIONE – ATTIVAZIONE: attraverso le pratiche di “esplorazione del corpo” o “body scan”, gli esercizi di energetica, di suono e di movimento si attiva la percezione corporea interna, che prepara e aiuta ad approfondire l’esperienza della consapevolezza di sé. 3. CONSAPEVOLEZZA DI SÉ: questo momento costituisce il punto più importante del lavoro in cui si sperimenta uno spazio di consapevolezza interiore, presente, silenziosa, delicata e rilassata. In questo stato di nel cervello e nel sistema PNEI (psico, neuro, endocrino, immunitario) avvengono positivi cambiamenti che portano a miglioramenti nella sfera cognitiva e psicofisica. 4. RICONOSCIMENTO - COMPRENSIONE (da cum prehendere: prendere in Sé): abitualmente nella parte finale delle pratiche di consapevolezza - ma anche durante gli esercizi di preparazione (energetica e body scan psicosomatico prima della mindfulness) - si invitano i partecipanti a portare la consapevolezza all’interno e riconoscere le qualità profonde dell’esperienza del momento, ad esempio: “Sentite la qualità e le sensazioni (piacevoli o spiacevoli) che emergono in questo momento dall’esperienza di consapevolezza interiore: i dolori, le sensazioni profonde o i valori che sentite dentro di voi”, ”Senti di essere parte del gruppo.” e normalmente i partecipanti esprimono valori come: pace, silenzio, integrità, amorevolezza, pienezza, ecc... Si invitano i partecipanti a sviluppare una loro personale comprensione del tema proposto, a sperimentare internamente l’argomento del modulo, a sentire dove risuona fisicamente e a sviluppare una differente percezione del tema iniziale, passando dalla comprensione di “testa” all’”essere”. Come un vissuto diretto, sentito e riconosciuto dentro di sé. Al termine delle esperienze di consapevolezza si cerca di sviluppare “il senso di unità del gruppo”, l’empatia, la comunicazione, la cooperazione, basi di un reale senso di cittadinanza e di consapevolezza globale. 5. CONDIVISIONE E REALIZZAZIONE: sviluppare la capacità di esprimere se stessi, di manifestare i propri vissuti efficacemente è alla base di una relazionalità funzionale, elemento fondante della possibilità dell'individuo di esprimere le proprie potenzialità nel contesto sociale in cui vive. Questi semplici momenti di condivisione permettono di imparare a vincere la timidezza e la vergogna, a superare la paura delle critiche, a trovare le giuste parole e le espressioni che corrispondono realmente al proprio sentire, al fine di condividere e dare valore ai propri vissuti. In questo senso consideriamo questo esercizio essenziale per sviluppare l'“intelligenza emotiva” dei partecipanti. Le esperienze e le comprensioni infine si realizzano e si concretizzano in disegni, lavori, temi individuali o di gruppo secondo una logica di cooperative learning. SCHEMA DEI MODULI E DEGLI INCONTRI DEL PROGETTO GAIA Lo schema dettagliato del Protocollo PMP relativo alla struttura dei corsi, all’ordine degli argomenti trattati, all’uso delle specifiche pratiche di consapevolezza e lavoro sul corpo e le emozioni, nonché le informazioni relative alla risoluzione dei problemi più comuni e alla gestione dei casi difficili, che permettono di realizzare il Progetto Gaia nelle scuole o nei centri extrascolastici, sarà spiegato nei Corsi di Formazione che si terranno al Villaggio Globale

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I VIDEO EDUCATIVI DEL PROGETTO GAIA I Video del Progetto Gaia sono brevi filmati di 6-8 minuti sviluppati al fine di facilitare la comprensione dei principi etici universali, ecologici e scientifici da parte di tutti, sia bambini che adulti. Questi video permettono agli educatori di trasmettere una sintesi di informazioni, immagini e concetti agli allievi al fine di far sviluppare loro una migliore conoscenza scientifica, etica e umana e farli sentire parti attive e creative di una società globale, interetnica, multiculturale e orientata alla pace e alla sostenibilità. È consigliato ai docenti di vedere i video prima di presentarli in modo da poter poi spiegare gli argomenti agli allievi con un linguaggio adeguato alle loro specifiche esigenze linguistiche, emotive e cognitive. 1. VIDEO: PRESENTAZIONE PROGETTO GAIA (lungo per docenti e corto per studenti) Questo video di presentazione permette di comprendere le basi scientifiche, etiche e sociali del Progetto Gaia in una forma semplice e accessibile a tutti. 2. VIDEO: BASI SCIENTIFICHE DELLA CONSAPEVOLEZZA DI SE’ (per superiori e università). In questo video si evidenziano le caratteristiche neurofisiologiche della coscienza di Sé e come la coscienza possa risvegliarsi e svilupparsi da un’armonica relazione tra corpo, emozioni e pensieri. Si pone in risalto il ruolo della consapevolezza e in particolare del respiro come strumento previlegiato per questa evoluzione verso una coscienza globale e una più profonda realizzazione personale. 3. VIDEO: LA SALUTE PSICOFISICA E TRE CERVELLI. In questo video si evidenzia come la consapevolezza di Sé sia formata dall’armonica funzione dei tre cervelli e come quando istinti, emozioni e pensieri sono in conflitto tra loro si creano i blocchi psicosomatici. La consapevolezza e la mobilizzazione psicosomatica (energetica, danza e meditazioni attive) sono le pratiche per sciogliere i blocchi e ristabilire l’equilibrio fisico. 4. VIDEO: EMOZIONI E INTELLIGENZA EMOTIVA. In questo video si espongono i sette sistemi emotivi del cervello e il loro ruolo nella nostra vita. Gli animali più associati alle sette neuropersonalità. Imparare a riconoscere le emozioni dentro di noi, esprimerle e condividerle rappresenta la base dell’Intelligenza Emotiva, della relazione e della socializzazione. Le emozioni tuttavia spesso sono inibite e bloccate (alessitimia), ma con la consapevolezza e l’esplorazione psicosomatica è possibile liberarle e riaprire il cuore. 5. VIDEO: GAIA, LA RETE DEI SISTEMI VIVENTI. In questo video si evidenzia come la Terra sia un gigantesco sistema vivente, una rete di relazioni che collega ogni essere vivente. Lo scopo del video è stimolare in ogni persona la consapevolezza di essere parte del “grande cerchio della vita” e che ogni nostra azione si riflette sull’intero equilibrio Globale. 6. VIDEO: ETICA E PRINCIPI UNIVERSALI. In questo video sono presentate le tre principali fonti etiche internazionali: la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo sancita dalle Nazioni Unite e dall’UNESCO, i principi etici ecologici e umani sulla sostenibilità espressi dalla Carta della Terra, sostenuta dalle Nazioni Unite e dall’UNESCO. 7. VIDEO: CONSAPEVOLEZZA GLOBALE. Questo video sulla globalizzazione mette in evidenza come i disastri ecologici, sociali ed umani possono essere risolti grazie a una nuova consapevolezza globale, che genera un nuovo modello di sé e del mondo, e come ogni cittadino della Terra può fare un salto di consapevolezza e diventare un protagonista attivo del cambiamento verso una società più etica, sostenibile e pacifica. Si espone la necessità di un’evoluzione della consapevolezza espressa nel Manifesto della Coscienza Planetaria sottoscritto dal Premio Nobel Dalai Lama, dal filosofo Ervin Laszlo e da personalità della cultura etica internazionale.

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LE TECNICHE DOLCI DI CONSAPEVOLEZZA PSICOSOMATICA DI SE’ Le tecniche di primo livello Le tecniche di primo livello sono pratiche che partono dalla consapevolezza di Sé o mindfulness che è la pratica più validata dalle ricerche scientifiche internazionali, e si sviluppano in differenti direzioni per migliorare l’essere umano nelle sue dimensioni fisiche, emotive e psicologiche. Queste tecniche sono state scelte tra centinaia di tecniche simili per le loro caratteristiche di: 1) semplice presentazione, 2) facile sperimentazione pratica da parte di tutte le persone, 3) provata efficacia in ambito preventivo e clinico, scientificamente dimostrata da un vasto numero di ricerche internazionali, 4) assenza di effetti collaterali e controindicazioni. Queste tecniche possono quindi essere proposte, con le modalità da noi indicate, ad ogni tipo di persone come bambini e ragazzi, ma anche alle persone più a rischio come: disabili, malati gravi o terminali, pazienti psichiatrici, carcerati e anziani. Si utilizza come base la consapevolezza del respiro o mindfulness a cui abbiamo aggiunto il nome psicosomatica in quanto sono state apportate leggere e non sostanziali modifiche per adattarla allo spirito dei nostri tempi e alle esigenze di un intervento sul benessere psicofisico globale. Parallelamente a questa pratica di consapevolezza di Sé abbiamo aggiunto e integrato nel protocollo PMP che prevede una serie di pratiche di consapevolezza corporea come: l’“esplorazione corporea” o “body scan”, gli esercizi di energetica, di danza e movimento, orientati a sciogliere le tensioni corporee e riequilibrare squilibri fisici-energetici. Abbiamo aggiunto le pratiche di Intelligenza Emotiva e di “esplorazione dei blocchi psicosomatici” o “body scan psicosomatico” e le “condivisioni”. Quest’ultime permettono di prendere maggiore coscienza delle tensioni e delle emozioni trattenute o inibite. Abbiamo anche inserito pratiche di consapevolezza psicologica, etica, scientifica ed ecologica, più orientate agli aspetti cognitivi al fine di sviluppare le direttive internazionali dell’UNESCO e del Ministero dell’Istruzione. Mindfulness, errori da evitare: no giudizi, no visualizzazioni, no induzioni, no controllo La consapevolezza mindfulness è uno stato naturale e spontaneo dell’essere e richiede solo la percezione della realtà, senza giudizi, accettando e osservando ciò che si sperimenta dentro di Sé. Ogni forma di visualizzazione o immaginazioni guidate (es: immagina di essere su un prato…) ostacola la percezione diretta della realtà corporea o interiore e quindi è da evitare. Va evitata anche ogni forma di “induzione positiva” come usare una voce suadente e melliflua per indurre uno stato forzatamente positivo: nella mindfulness non si cerca di “essere positivi” o “buoni” ma si accetta senza giudizi la realtà del proprio vissuto, sia piacevole che spiacevole. Il risultato di questa consapevolezza non giudicante porta poi ad uno stato spontaneo e

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autentico di integrità, di pace e amorevolezza, non indotto. La consapevolezza mindfulness non è un “controllo” del respiro (come nello yoga o nel training autogeno) ma è una osservazione consapevole del respiro spontaneo e senza nessun controllo. Ogni forma di controllo, anche sottile, del respiro, del corpo o del vissuto emotivo è quindi da evitare. Dominanza neuropsichica e “controllo della mente”: le logiche del vecchio paradigma Le scoperte delle neuroscienze evidenziano che la salute psicofisica è il frutto di un armonico “equilibrio di rete” tra le funzioni istintive-corporee mediate del cervello rettile, dalle funzioni emotive-affettive mediate dal cervello mammifero e dalle funzioni cognitive-intellettive superiori mediate dai due emisferi della corteccia. Il neurofisiolgo Paul MacLean, che propose la teoria dei tre cervelli, evidenziò che a volte esistono conflittualità tra gli istinti rettili (rabbia, paura e sessualità), le emozioni (amore e cura) e la mente superiore (pensieri). A volte uno dei tre cervelli (o un emisfero sull’altro) prende il comando del sistema e lo squilibra (“dominanza neuropsichica”). In ogni scuola, in ogni ambiente vi sono ragazzi o adulti con comportamenti aggressivi o iperattivi (bullismo, reattività, violenza) o con manifestazioni di eccessiva paura (isolamento, evitamento, paura) in cui la componente istintiva più primitiva del cervello rettile non è regolata dalla dimensione affettiva-relazionale mammifera o dai valori etici e sociali del cervello superiore. Altre volte le emozioni prendono il comando, come nelle persone che piangono spesso o sono troppo timide e non hanno la capacità di regolare le loro emozioni. In queste situazioni sono utili le pratiche energetiche e relazionali presenti nel Progetto Gaia. Più frequentemente invece assistiamo ad una “dominanza” del cervello cognitivo in cui la mente, il “capo”, controlla e inibisce l’espressione spontanea delle emozioni e dei comportamenti fisici istintivi. Alla base di questo eccessivo controllo troviamo una serie di strutture psicologiche (super-io, giudizi sociali) che si manifestano come: esagerata paura di esprimere se stessi e i propri pensieri, eccessiva timidezza, vergogna a mostrare le prorie emozioni, sproporzionato timore del giudizio dei compagni e degli adulti. Questo atteggiamento nasce dal modello “piramidale” di potere caratteristico del vecchio paradigma, su cui era ed ancora è fondata la società, patriarcale, dittatoriale, basata sul potere e la sottomissione, sul comando e l’ubbidienza, che corrisponde al vecchio modello sia famigliare che didattico dove il padre/docente impone nozioni alla classe, dove le informazioni o i comandi vengono dati “dall’alto al basso”. Dentro di noi questo vecchio modello si manifesta come: “la testa comanda, il corpo ubbidisce”, e viene applicato, anche se in modo più moderato, nei normali esercizi di ginnastica, nello stare in posizioni difficili (danza classica, yoga), nel controllo del respiro (pranayama) o imponendo al corpo di rilassarsi (training autogeno e simili). Questo eccessivo controllo, molto frequente nella società contemporanea, può essere alleggerito e regolato dalle pratiche del protocollo PMP, che aiutano a passare dal controllo della mente alla consapevolezza globale di sé: dall’autorità all’autorevolezza. La RETE UNITARIA della “consapevolezza globale”: il nuovo paradigma della saggezza È fondamentale comprendere che la consapevolezza (mindfulness) genera un’attitudine a NON CONTROLLARE ma ad osservare e ACCETTARE il respiro, il corpo, le emozioni e i propri pensieri così come sono: piacevoli o spiacevoli che siano, riducendo i giudizi e le paure che sottostanno al controllo e all’inibizione. L’esperienza della consapevolezza (mindfulness) è un’esperienza di unità dell’essere, in cui ci si sente consapevoli di Sé in modo spontaneo e naturale, in cui non c’è separazione tra testa e corpo, in cui tutto respira liberamente e senza sforzo alcuno. Per questo tecnicamente chiamiamo questo stato: “Consapevolezza Globale“ o “Esperienza del Sé Psicosomatico”.

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La consapevolezza di Sé genera un senso di spontaneità, unità e integrità dell’essere che rappresenta la base umana del nuovo paradigma scientifico o paradigma olistico-sistemico (dal greco Olos: il tutto, l’intero) che si basa sull’esperienza e sulla comprensione dell’unità delle cose e della loro profonda interrelazione. Questo è il modello di una possibile società globale, più umana, etica e sostenibile. La pratica della consapevolezza produce anche una “presenza empatica” che risulta essenziale nel generare il senso di appartenenza e di fiducia nella comunicazione e collaborazione tra persone (docente, allievi) che forma il gruppo-classe e che poi si proietta nel processo di socializzazione e di cittadinanza globale. Il Protocollo PMP del Progetto Gaia prevede un’atmosfera di fondo basata sul rispetto, la gentilezza, l’ascolto e il non giudizio. Questo paradigma genera una nuova dimensione di rilassamento e accettazione nella classe. Il docente passa dall’essere autoritario, rigido e distaccato, ad essere una presenza autorevole, empatica e presente. Questo atteggiamento di base si trova in ogni pratica del Progetto Gaia, dagli esercizi di energetica, al disegno psicosomatico, all’esplorazione dei blocchi fino alle condivisioni finali.

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MINDFULLNESS PSICOSOMATICA

La pratica base del respiro consapevole per un’esperienza unitaria del “sé psicosomatico”

Mindfulness, letteralmente “pienezza della coscienza”, è uno stato di consapevolezza del presente senza giudizi. Nel Progetto Gaia e nel Protocollo Mindfulness Psicosomatica viene utilizzata la mindfulness come tecnica base per sviluppare una consapevolezza globale di Sé da cui parte l’intero percorso di benessere psicofisico, orientato alla liberazione dei blocchi e alla crescita personale. La mindfulness è una tecnica semplice ed essenziale per sperimentare una consapevolezza psicosomatica di Sé in cui scompare la divisione tra corpo, emozioni e mente ed emerge la coscienza unitaria dell’essere. 1° Fase: Preparazione-attivazione: “esplorazione del corpo” o “body scan” leggero o “samatha”. La prima fase di preparazione, attraverso l’“esplorazione del corpo” porta a una differente consapevolezza del respiro, ad una più profonda percezione interiore, migliorando la consapevolezza di Sé. Questa prima fase può durare circa 10-15 minuti per chi inizia. Si invitano i partecipanti a sentire il proprio respiro in modo consapevole, sensibile, non automatico e meccanico, come se l’aria fosse un’energia viva, intelligente e delicata, che accade momento per momento! Si porta la consapevolezza alle sensazioni del respiro nel corpo dall’alto al basso. Si inizia con la consapevolezza del respiro inalante ed esalante dal naso alla fronte e poi si invita la persona a sentire tutta la testa che respira fino alla nuca, come prima di dormire. Successivamente si invita la persona ad aprire un po’ la bocca e a sentire testa e gola che respirano insieme. Poi si porta la consapevolezza al respiro sul petto, alla sensazione dei polmoni che si riempiono e si svuotano e infine al cuore. Il cuore richiede un’attenzione particolare, e si invita la persona a respirarci dentro per un po’ e a sentire il piacere di respirare in quella zona. Poi dal cuore si estende la consapevolezza alle spalle, alle braccia, fino alle mani. Dopo si porta la consapevolezza al respiro nella pancia, davanti, dietro e in basso, fino giù alle gambe e ai piedi. A questo punto dalla pancia si invita la persona a sentire tutto il corpo che respira in modo globale, a 360°, come una sfera (come un palloncino a forma di pelle) che si espande e si rilassa ad ogni respiro, ascoltando anche le zone dove non si respira bene o dove si sente tensione o dolore. 2° Fase. Consapevolezza globale. La fase più importante! Si resta in uno stato di consapevolezza globale, silenziosa e profonda, da alcuni minuti (nelle prime sessioni) fino a circa 30-40 minuti. 3° Fase. Riconoscimento e realizzazione. Al momento di concludere la sessione si invitano delicatamente le persone a prendere consapevolezza della loro unità/totalità e a realizzare le sensazioni profonde di silenzio/pace/leggerezza/libertà/amorevolezza/soddisfazione che sono emerse: “Senti tutto il corpo! Senti la tua energia. Quale percezione hai del tuo essere? Che qualità è emersa dentro di te. Realizza chi sei, questa è la tua natura profonda.” Infine si invitano le persone a stiracchiarsi dolcemente e consapevolmente per poi tornare ad aprire lentamente gli occhi. Nelle sessioni più avanzate si invita a percepire il profondo spazio di silenzio come se i partecipanti si fondessero in un unico campo di energia collettiva: Senti tutta la stanza. Senti che sei qui insieme a tutto il gruppo.” È molto utile portare la consapevolezza su questa percezione di campo, di espansione e di essere tutti uniti (vedi esperimenti di coerenza eeg collettiva).

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Testimonianza: In ogni momento della pratica si invita la persona, nel caso emergessero pensieri, emozioni, dolori o blocchi, a prendere consapevolezza di essi senza interagire, senza giudizi, senza cercare di liberarsene o di cambiare nulla, ma solo osservarli e ritornare alla consapevolezza del respiro. Si resta in osservazione fino a che non cambia la percezione-identificazione. 4° Condivisione e consapevolezza della presenza e dei blocchi. Al termine della sessione si invitano le persone a condividere le loro esperienze e descrivere sia le difficoltà che le esperienze piacevoli. Entrambe sono importanti. Con la pratica lo spazio di consapevolezza diventa sempre più profondo, silenzioso ed espanso, come un sonno ristoratore, rilassato ma consapevole. È utile focalizzare i partecipanti su queste percezioni sottili e particolarmente benefiche per la salute psicofisica e per le relazioni con gli altri. Per quanto riguarda le difficoltà, noi chiamiamo genericamente “blocchi psicosomatici” i problemi fisici, emotivi o mentali che bloccano, ostacolano o limitano l’intensità e la profondità dell’esperienza della consapevolezza globale di sé. Per risolvere questi blocchi utilizziamo il body scan psicosomatico e le tecniche ad approccio facilitato, gli esercizi di energetica e le tecniche collaterali di attivazione psicosomatica. I blocchi sono energie fisiche, emotive e mentali congelate che, se liberate, possono diventare importanti risorse umane che ci permettono di realizzare le nostre potenzialità. CONDIVISIONE, “CIRCLE TIME”: La condivisione in gruppo o circle time è uno prezioso e importante strumento di espressione e di comunicazione che nel Progetto Gaia e nel Protocollo Mindfulness Psicosomatica viene utilizzato come strumento primario per lo sviluppo dell’“intelligenza emotiva”. Nel Progetto Gaia la condivisione si può fare in un unico cerchio o in gruppi di 4 o in coppia. Ci si guarda negli occhi. Una persona parla per 3-5 minuti e gli altri ascoltano. Si invitano le persone ad ascoltare senza giudizio e a sentire se le parole o le emozioni espresse dagli altri risuonano dentro di loro. Si spiega che non si dibatte, non c’è chi ha torto o ragione. Si invitano le persone ad essere molto sincere ed autentiche. Si chiede di esplorare un argomento, con curiosità e senza cadere nei soliti preconcetti, è una ricerca della verità che ci apre a nuove prospettive e comprensioni.

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BODY SCAN PSICOSOMATICO

Tecnica di esplorazione consapevole dei blocchi psicosomatici Nel Progetto Gaia e nel Protocollo Mindfulness Psicosomatica la pratica del “bodyscan psicosomatico” viene utilizzata come tecnica base per sviluppare una consapevolezza di Sé dei propri blocchi fisici o psicofisici. Partendo dalla tecnica base di “mindfulness psicosomatica” e dopo aver preso coscienza dei più evidenti ostacoli, si inizia questa seconda tecnica di “consapevolezza respiratoria dei blocchi psicosomatici” orientata a prendere coscienza e a sciogliere i blocchi fisici ed energetici più leggeri così da permettere alla persona una consapevolezza di Sé più globale, integra e libera. (vedi presentazione body scan). 1° Fase: Esplorazione dei blocchi psicosomatici o “body scan psicosomatico”. Dopo alcune esperienze di consapevolezza (mindfulness) si inizia invitando i partecipanti ad approfondire l’ “esplorazione del corpo” portando l’attenzione sulle difficoltà, i disagi le resistenze che chiamiamo “blocchi psicosomatici”. Si respira consapevolmente e senza giudizi nelle varie zone tese e si descrivono i “blocchi” come ostacoli al fluire dell’energia-piacere, ossia la sensazione di tensione o resistenza o dolore. 2° Fase. Esplorazione e descrizione energetica dei blocchi. Da seduti, si invitano i partecipanti a portare consapevolezza al blocco psicosomatico che si ritiene più accessibile. Normalmente il cuore o la gola o lo stomaco, e ad entrare con sempre maggiore sensibilità nella percezione del blocco, sempre senza giudicare o cambiare nulla. Si invita la persona a “sentire” il blocco, a creare “uno spazio aperto” respirandoci dentro senza cercare di alterarlo o curarlo, ma lo osserviamo e descriviamo così come lo si percepisce. Che sensazione ci dà? Che forma ha? È chiaro o scuro? Che colore sembra avere? Di che materiale sembra fatto? È caldo o freddo? È grande o piccolo? Ha un colore piacevole o spiacevole? Più altre eventuali sensazioni. I più comuni blocchi psicosomatici si manifestano somaticamente ma hanno spesso origine da problemi emotivi o psicologici. Se nella pratica emergono emozioni, ricordi o immagini, si prende coscienza di esse ma si resta in uno spazio di presenza e contatto col corpo. Si invitano le persone a ricordare queste sensazioni cromatiche e le sensazioni-emozioni ad esse collegate per disegnarle eventualmente al termine della meditazione. Questa seconda fase è da proporre a chi ha già sperimentato bene la 1° fase. 3° Fase. Scioglimento fisico-energetico dei blocchi: Nella pratica di questa tecnica di consapevolezza psicosomatica si osserva che, semplicemente respirando nel blocco senza fare nulla, spesso il blocco si scioglie, si modifica o si riduce di intensità, soprattutto se è recente o solo fisico. La tecnica più semplice di scioglimento del blocco è quindi quella del respiro consapevole: si respira nel blocco e si lascia che eventualmente il blocco si trasformi o si muova. Si descrive come cambia il colore, la forma, la sensazione, l’emozione. Se il blocco è molto resistente nei successivi incontri si possono utilizzare le tecniche di psicosomatica di primo livello: si percepisce la tensione e si cerca di mobilizzarla e scioglierla con gli “esercizi di energetica” o con i “suoni”, o con un “massaggio dolce respiratorio” o con la “danza consapevole”. Spesso si lavora sui punti chiave (blocco di stomaco, nodo in gola, peso sul cuore, tensione alla pancia, ecc.).

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4° Fase. Consapevolezza globale / mindfulness (osservazione). Dopo il lavoro sui blocchi si entra in mindfulness, in consapevolezza globale, portando i partecipanti a sentire un unico respiro che abbraccia tutto il corpo. Raggiunta questa consapevolezza si invitano le persone ad “osservare” senza giudizi le proprie esperienze appena vissute come una parte dell’intero sistema, mantenendo consapevolezza del respiro. Si invitano i partecipanti a sentire i dolori, le emozioni spiacevoli o pensieri disturbanti emersi nella sessione, non con la solita identificazione (es: “io sono triste”, “io sono arrabbiato”), ma come fenomeni che possiamo accettare con più distacco, senza l’”io”: (es: “osservo che c’è del dolore”, “osservo che c’è rabbia o tristezza”, “ho coscienza di pensieri e ricordi spiacevoli”). Quest’ultima fase è particolarmente importante e riequilibrante perché facilita la capacità di osservazione distaccata dei blocchi, ossia di “disidentificazione” con i propri dolori fisici, con le emozioni spiacevoli e i pensieri disturbanti ad essi associati. Al termine della pratica si invita la persona a sgranchirsi dolcemente e consapevolmente, e a riaprire lentamente gli occhi. 5° Fase. Condivisione in gruppo dell’esperienza dei blocchi e della loro osservazione (testimonianza): Parallelamente a queste tecniche di body scan psicosomatico e di mindfulness, al fine di migliorare e accelerare lo scioglimento e la liberazione dei blocchi psicosomatici, si possono utilizzare anche: gli esercizi di energetica o le tecniche di meditazione di primo livello: che lavorano sui blocchi sciogliendo le tensioni muscolari, facendo fluire le energie e risvegliando la coscienza globale. DISEGNO PSICOSOMATICO: il “corpo di arcobaleno” Il disegno psicosomatico è un prezioso e importante strumento di espressione e di comunicazione che nel Progetto Gaia e nel Protocollo Mindfulness Psicosomatica viene utilizzato con ottimi risultati. Il disegno psicosomatico è un modo grafico/artistico che permette di esprimere sensazioni di blocchi corporei, di disagi psicosomatici e di emozioni vissute spesso difficili da tradurre in parole, ma più facilmente esplicabili con un linguaggio intuitivo grafico e non verbale. Il disegno psicosomatico, parallelamente alla pratica della condivisione, è uno dei principali strumenti per prendere consapevolezza dei propri disagi e per sviluppare l’”intelligenza emotiva” che permette di comunicarli agli altri. Questa pratica è risultata molto efficace sia nei bambini che negli adulti. Il disegno psicosomatico anche se spesso si manifesta in modo molto “artistico”, non è un “compito” artistico, e quindi non deve essere giudicato come tale. Il disegno psicosomatico anche se spesso evidenzia aspetti interiori della persona, non è un test psicologico proiettivo e non deve quindi essere interpretato e commentato come tale. Noi tutti, anche se non ce ne rendiamo pienamente conto, percepiamo il nostro corpo e le nostre emozioni interiori come “sensazioni colorate e luminose”, che abbiamo chiamato “il corpo di arcobaleno” o “di luce”, che cambiano in relazione ai mutamenti di umore o salute.

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ESERCIZI DI ENERGETICA Nel Progetto Gaia e nel Protocollo Mindfulness Psicosomatica gli esercizi di energetica sono utilizzati come tecnica base per sviluppare una più profonda e dinamica consapevolezza corporea di Sé. Gli esercizi di energetica sono una “esplorazione dinamica del corpo”, un “body scan attivo”, e portano consapevolezza del corpo e delle sue energie fluide o bloccate. Chiamiamo “energia” la semplice sensazione corporea interna (scientificamente energia elettromagnetica, elettroencefalografica, elettromiografica, elettrocardiografica, ecc.), che sentiamo fluire nel corpo e che nel tempo diventa sempre più sensibile e intensa dandoci il senso energizzante e piacevole dello scorrere della vitalità nel corpo. Nelle antiche medicine tradizionali sostenute dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questi esercizi erano chiamati “pratiche di lunga vita” in quanto migliorano la vitalità e la salute psicofisica delle persone. ESERCIZI DI ENERGETICA DOLCE (che attivano il sistema parasimpatico): Basati sulla consapevolezza e il piacere della lentezza dei movimenti, di sentire il corpo, la fluidità del respiro, il rilassamento e il senso di pace e leggerezza. Stimolano il sistema nervoso parasimpatico. • Energia fluida: all’inizio degli esercizi di energetica eventualmente si spiega che chiamiamo “energia” la sensazione corporea interna (scientificamente energia elettromagnetica, elettroencefalografica, ecc.), che sentiamo fluire nel corpo. Possiamo eventualmente fare ad occhi chiusi l’esercizio di sentire gli occhi (o la parte destra e sinistra della testa) dall’interno e dire se si sentono uguali o se si sente un occhio più grande/piccolo o chiaro/scuro dell’altro. Si può eventualmente fare anche l’esercizio di sentire l’energia della mano destra portandola ad occhi chiusi all’altezza del viso poi stringerla e rilassarla 2 volte e poi portare la sinistra a fianco della destra e sentire se sono uguali o se una mano ha un’energia più grande e calda dell’altra. • Presenza, centratura e rilassamento: In piedi, ad occhi chiusi, portare i partecipanti a sentire le energie-sensazioni del corpo e il respiro nel momento presente. • Sincronizzazione e fluidità. Si invitano i partecipanti a non fare gli esercizi comandandoli dalla testa (testa comanda corpo ubbidisce) ma sentendo di “essere nel corpo” che fa il movimento e per facilitare questo si inizia a suggerire di percepire ogni movimento fisico in modo energetico, sincronizzato con il respiro. • Radicamento (grounding): si invita la persona a sentire il corpo fisico, le gambe e i piedi come sono (tesi, deboli, instabili, ecc.) e poi a trovare una posizione stabile con il bacino e le gambe, sciogliendo le tensioni e portando energia in basso fino a sentire sempre di più il radicamento a terra, la stabilità, l’appoggio dei piedi al suolo, la sicurezza “di stare sulle proprie gambe”. • Tensioni e rilassamenti: è l’esercizio base dell’equilibrio e della regolazione del sistema simpatico-parasimpatico. Si invitano le persone a percepire la tensione in inspirazione e il rilassamento in espirazione. Prolungare ed accentuare la tensione stringendo i pugni, schiena, faccia, natiche, gambe, e poi in espirazione sentire il rilassamento progressivo del corpo e del sistema nervoso e muscolare. Si focalizza la sensazione sul rilassamento. • Mobilizzazioni delle giunture: stiracchiamenti respiratori nei vari muscoli e zone: piedi, gambe avanti e dietro, bacino rotazioni e spinta, slalom, lombari: piegamenti in avanti e indietro, diaframma: stiramento, torace: mani avanti, indietro, rotazione delle spalle e allungamento, torsione, stiramento braccia e mani, avanti-indietro e in alto, rotazione dolce del collo, avanti e indietro, colonna come un serpente. • Aperture orizzontali: con le mani sincronizzate al respiro si “apre” la pancia, il cuore e la testa. • Respirazione globale della “fontana”: al termine degli esercizi, accompagnando con le mani, in inspirazione si sente l’energia che sale dalla terra, alla pancia, al cuore, alla testa e poi si apre come una fontana dalla cima della testa verso il cielo, scendendo poi in espirazione, verso terra. • Consapevolezza, silenzio e vuoto al termine degli esercizi si entra in uno spazio di consapevolezza/mindfulness. Si invitano le persone a rallentare e a fermare consapevolmente i movimenti. A restare immobili e sentire tutta l'energia e il respiro che si dilatano intorno, fino a sentire che i contorni del corpo sfumano e ci si sente uniti alla grande Vita della Terra.

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ESERCIZI DI ENERGETICA FORTE (che attivano il sistema simpatico): Sono basati sulla consapevolezza del piacere della propria forza corporea e del sentire l’energia maschile/attiva del corpo. Stimolano il sistema nervoso simpatico. Sono molto utili per migliorare la sensazione di potere personale, per vincere la paura, la timidezza e il senso di debolezza e lasciare esprimere la propria forza difensiva-protettiva, la fluidità del respiro e il senso di pienezza. Gli esercizi forti sono fatti in piedi, sono intensi, caricano di energia, e si consiglia di farli dopo sufficiente pratica di esercizi dolci. • Radicamento (grounding): si invita la persona a sentire il corpo fisico, le gambe e i piedi come sono (tesi, deboli, instabili, ecc.) e poi a trovare una posizione stabile con il bacino e le gambe, sciogliendo le tensioni e portando energia in basso fino a sentire sempre di più il radicamento a terra, la stabilità, l’appoggio dei piedi al suolo, la sicurezza “di stare sulle proprie gambe”. • Tensioni e rilassamenti: è l’esercizio base dell’equilibrio e la regolazione del sistema nervoso simpatico-parasimpatico. Si invitano le persone a percepire la tensione in inspirazione e il rilassamento in espirazione. Prolungare ed accentuare la tensione stringendo i pugni, schiena, faccia, natiche, gambe, e poi in espirazione sentire il rilassamento progressivo del corpo e del sistema nervoso e muscolare. Si focalizza la sensazione sulla forza e la tonicità dei muscoli e del respiro. • Fare salire l’energia: si invitano i partecipanti ad usare il respiro e le mani per fare salire l’energia forte dalla terra alla pancia (e poi rilassarla a terra), poi al cuore-gola (e poi rilassarla a terra). • Liberare l’energia difensiva: quando con il movimento delle mani l’energia da terra sale bene al petto e si percepisce più forza nel cuore, nel torace e nel respiro si invitano i partecipanti a spingerla con forza all’esterno. 1) Prima spingendo le mani con forza ai lati (destra e sinistra) poi ritirando con forza indietro le mani come per “tirare una fune” al petto e poi rilassarsi e lasciare le mani scendere lungo il corpo. 2) Poi si possono spingere le mani (o tirare pugni) in avanti anche utilizzando la voce (il “kiai” delle arti marziali), o il “vai via” o il “NO!”. 3) poi si può tirare delle gomitate indietro come se ci si difendesse da un’aggressione alle spalle. • La dignità: al termine dell’esercizio si invitano i partecipanti a percepire la forza e la dignità dicendo il proprio nome “io sono …”. • Respirazione globale della “cascata”: al termine degli esercizi di energetica si entra nello stato di consapevolezza globale. Nella “cascata” si sente l’energia, accompagnata dalle mani, che risale all’esterno (in inspirazione) fino al cielo e che poi scende dall’alto e attraversa tutto il corpo come una doccia rilassante (in espirazione). • Consapevolezza, silenzio e vuoto al termine degli esercizi si entra in uno stato di consapevolezza/mindfulness. Si invitano le persone a rallentare e a fermare consapevolmente i movimenti. A restare immobili e sentire tutta l'energia e il respiro che si dilatano intorno, fino a sentire che i contorni del corpo sfumano e ci si sente uniti alla grande Vita della Terra.

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CONSAPEVOLEZZA GLOBALE: ETICA E SOSTENIBILITA’ Nel Progetto Gaia e nel Protocollo Mindfulness Psicosomatica i temi dell’etica e della sostenibilità sono sviluppati nel quarto modulo di tre incontri abbinati a pratiche vissute direttamente per sviluppare una più profonda consapevolezza globale di Sé e del mondo in cui viviamo. ESERCIZIO: “L’ALBERO DELLA VITA”. Questo è il primo esercizio del quarto modulo e riprende quello che Joseph Campbell riteneva il più antico mito dell’umanità: l’essere umano come albero. L’esercizio si fa in piedi, dopo un breve body scan, chiedendo ai partecipanti di sentirsi un albero con le gambe-piedi come radici nella Terra, con il busto come tronco, le braccia come rami, le mani come foglie aperte verso il cielo, e con la testa come bocciolo che poi si apre e si illumina di luce solare. Ognuno sente e descrive il suo specifico colore e profumo. Al termine dell’esercizio si invitano le persone a sentire di essere parte della rete della vita, di essere insieme ai compagni come un “bosco” e di aprire la sensazione di contatto e gratitudine verso la Terra. Poi si suggerisce di aprire gli occhi e di disegnare le sensazioni percepite. Ottimo per sviluppare “radicamento” a terra e l’apertura del “fiore” sulla testa. ESERCIZIO: ESSERE UN PIANETA. L’esercizio è molto significativo e importante per lo sviluppo dii una consapevolezza globale e per sentire che il cambiamento verso una società globale inizia dentro di Sé. Si inizia con un leggero body scan per entrare in una consapevolezza interna, poi si invitano i partecipanti a sentire di “Essere un Pianeta” vivo che respira col polo nord (cima della testa) e sud (piedi), equatore. Si invita a girare su se stessi come se la fonte di luce fosse il sole e sentire il giorno e la notte. Poi si chiede di sentire di essere il re/regina del nostro piccolo mondo/essere: un buon governo genera benessere, gioia e piacere di esistere, un cattivo governo malessere, dolori nel corpo, depressione, ansia e sconforto. nel cuore e nella mente. Il nostro mondo è in pace o in conflitto interiore? Che conflitti e stress abbiamo? È ecologico o inquinato? Cosa mangiamo, respiriamo, leggiamo o guardiamo che ci inquina? Quanto la mente (testa) domina il terzo mondo (corpo ed emozioni)? Quante volte la mente ci fa andare a letto tardi e ci fa mangiare male o ci stressa? Proviamo a cambiare modello di governo sul nostro pianeta: passiamo dalla dominanza della mente al governo della consapevolezza, dalla testa al cuore. Si entra in una consapevolezza più profonda ci si mette la mano sul cuore e si sente come potremmo governare il nostro mondo con più consapevolezza, amorevolezza e saggezza. Che cosa cambierebbe? I partecipanti rispondono ad occhi chiusi. Poi suggerire di essere consapevoli di come questo cambiamento potrebbe influenzare positivamente la società in cui viviamo Aprire gli occhi e sentire di essere parte di un gruppo e che collaborando insieme possiamo migliorare il mondo. I creativi culturali. Nel quarto modulo vengono date specifiche informazioni sulle direzioni etiche positive che le ricerche sociologiche evidenziano nella società. Le società contemporanee si stanno muovendo verso una sempre maggiore globalizzazione, interculturalità e interconnessione. I programmi televisivi satellitari, Internet, i cellulari, i film e le musiche stanno creando una rete di comunicazioni senza confini nazionali o culturali. Le ricerche sociologiche internazionali svolte in molte nazioni (USA, Italia, Giappone, Germania, Francia Ungheria, ecc..) evidenziano come la popolazione che si interessa all’ecologia, ai diritti umani, alla pace, all’alimentazione e alle cure naturali, alla crescita personale e ad uno stile di vita più equo e sostenibile sia in continuo aumento. La percentuale di queste persone,

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chiamate “creativi culturali” da Paul Ray, che negli anni 70’ era del 1-2% è cresciuta oggi fino al 40-42% della popolazione, e rappresenta un tangibile segno dell’evoluzione dei valori etici e dei comportamenti consapevoli più utili allo sviluppo di una società globale più umana e sostenibile. (per maggiori informazioni vedi http://www.creativiculturali.it/creativi.php?id=ricerca ). Sei gradi di separazione (tema da proporre nel 4° modulo). Per sostenere la consapevolezza che il cambiamento di ogni singola persona, giovane o adulta che sia, può realmente contribuire al cambiamento globale della società, nel Progetto Gaia diamo un accenno alle molte ricerche scientifiche (Science, 2003, ecc.) che hanno dimostrato che ogni persona del mondo è collegata ad ogni altra attraverso “sei gradi di separazione” ossia solo cinque persone (vedi figura). In altri termini, come suggeriscono grandi personaggi della cultura etica, come i Nobel per la Pace Mikail Gorbachov, il Dalai Lama e Ervin Laszlo nel libro “Tu puoi cambiare il mondo” (Riza, ed). Lo sviluppo della propria consapevolezza, il miglioramento dello stato di benessere psicofisico e della propria intelligenza emotiva, genera un cambiamento positivo nelle persone con cui siamo in relazione che si riflette attivamente nel cambiamento della società verso una direzione positiva e sostenibile.

UNESCO: CONSAPEVOLEZZA INDIVIDUALE DEI DIRITTI UMANI

L’esercizio della dichiarazione personale dei diritti umani La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite rappresenta un momento storico dell’evoluzione umana e un elemento fondamentale per sviluppare una reale consapevolezza globale di Sé e del Mondo in cui viviamo. I diritti umani vengo calpestati ogni giorno in ogni parte del pianeta. Per questo i diritti umani non devono restare delle idee teoriche e utopistiche ma devono diventare un vissuto diretto e sentito da parte ogni persona. Per questo il Progetto Gaia prevede prima un Video dedicato ai diritti e l’etica globale e poi l’esercizio della dichiarazione personale dei diritti umani. ESERCIZIO DELLA DICHIARAZIONE PERSONALE DEI DIRITTI UMANI. In questo esercizio ogni partecipante - bambino o adulto - esprime in modo diretto e personale i suoi diritti, leggendoli ad alta voce. L’esercizio è molto significativo e importante per lo sviluppo di una consapevolezza globale dei diritti umani e per sentire che il cambiamento verso una società globale inizia dentro di Sé dalla propria dignità. Prima di iniziare l’esercizio si danno le fotocopie con i testi degli articoli e si spiega che si leggeranno, uno alla volta, ad alta voce, le parti del testo in maiuscolo. Si inizia in piedi ad occhi chiusi, con un leggero body scan per entrare in una consapevolezza più profonda, si invitano le persone a sentire la sensazione di presenza e dignità sperimentata negli esercizi di energetica forti, di mettere una mano sul cuore. Poi si invitano i partecipanti ad aprire gli occhi e a leggere gli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Normalmente si muovono emozioni profonde. Poi si chiede di chiudere di nuovo gli occhi e di sentire questi sentimenti profondi da dove emergono dentro di Sé. Si condividono queste emozioni ad occhi chiusi. Si suggerisce di mettere ancora la mano sul cuore e di cogliere il senso di dignità e della forza dentro di noi per fare rispettare questi fondamentali diritti umani. Al termine si condivide in cerchio

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LA CARTA DELLA TERRA La Carta della Terra è il documento più condiviso della storia umana. Questo Preambolo è stato scritto e sostenuto da tutte le Organizzazioni Non-Governative in occasione dell'Earth Summit, il "Summit della Terra", organizzato dall'ONU, a Rio De Janeiro, nel Giugno 1992. Questi concetti poetici e di profonda umanità possono essere letti in classe o in gruppo e poi espressi a voce dalle persone. 1. NOI SIAMO LA TERRA, LA GENTE, PIANTE E ANIMALI, PIOGGE ED OCEANI, RESPIRO

DELLA FORESTA E FLUSSO DEL MARE.

2. NOI ONORIAMO LA TERRA COME CASA DI TUTTI GLI ESSERI VIVENTI.

3. AMIAMO LA BELLEZZA DELLA TERRA E LA DIVERSITÀ’ DELLA VITA.

4. ACCOGLIAMO LA CAPACITÀ’ DELLA TERRA DI RINNOVARSI COME BASE DELLA VITA.

5. RICONOSCIAMO IL POSTO SPECIALE DEI POPOLI INDIGENI DELLA TERRA, I LORO TERRITORI, I LORO COSTUMI ED IL LORO RAPPORTO UNICO CON LA TERRA.

6. SIAMO SCONVOLTI DALLA SOFFERENZA UMANA, POVERTÀ E DANNI ALLA TERRA

CAUSATI DALL’INEGUAGLIANZA DI POTERE.

7. ACCETTIAMO DI CONDIVIDERE LA RESPONSABILITÀ’ DI PROTEGGERE E RESTAURARE LA TERRA E DI PERMETTERE L'USO SAGGIO ED EQUO DELLE RISORSE PER OTTENERE UN EQUILIBRIO ECOLOGICO E NUOVI VALORI SOCIALI, ECONOMICI, E SPIRITUALI.

8. IN TUTTE LE NOSTRE DIVERSITÀ’, SIAMO UNO. La nostra comune casa è in crescente pericolo. Perciò ci impegniamo ad aderire ai seguenti principi, prendendo nota in ogni momento dei bisogni di donne, popoli indigeni, il Sud, i disabili, e tutti coloro che sono svantaggiati: “La Terra è la nostra casa e la casa di tutti gli esseri viventi. Siamo parti di un universo in evoluzione. Gli esseri umani sono parte di una comunità interdipendente di vita con una magnifica diversità di forme viventi e culture. Diventiamo umili di fronte alla bellezza della Terra e condividiamo una riverenza per la vita e le fonti del nostro essere. Siamo grati per l'eredità che abbiamo ricevuto dalle generazioni passate e abbracciamo le nostre responsabilità verso le generazioni presenti e future. La Comunità della Terra è in un momento decisivo. La biosfera è governata da leggi che ignoriamo a nostro rischio. Gli esseri umani hanno acquisito l'abilità di alterare radicalmente l'ambiente ed i processi evolutivi. La mancanza di visione del futuro e l'uso errato della conoscenza e del potere minacciano la trama della vita e le fondamenta della sicurezza locale e globale. Nel nostro mondo c'è grande violenza, povertà e sofferenza. E' necessario un cambiamento di percorso fondamentale. Abbiamo di fronte la scelta: prenderci cura della Terra o partecipare alla sua distruzione e alla distruzione di noi stessi e della diversità della vita. Dobbiamo re-inventare una civiltà industriale-tecnologica, trovando nuovi modi di equilibrare individui e società, avere ed essere, diversità e unione, a breve e lunga scadenza, usare e nutrire. Nonostante le nostre diversità, siamo un'unica umanità ed una famiglia terrestre con un comune destino. Le sfide che affrontiamo richiedono una visione inclusiva ed etica. Dobbiamo incoraggiare la cooperazione a livello locale, bioregionale, nazionale ed internazionale, in solidarietà fra di noi e con le comunità esistenti, noi gli abitanti del mondo ci impegniamo ad agire guidati dai seguenti principi.” Dal Preambolo della Carta Della Terra

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CAPITOLO TERZO – LE VALIDAZIONI SCIENTIFICHE

DEL PROTOCOLLO GAIA

- PARTE PRIMA –

Analisi preliminare di efficacia del protocollo GAIA -Mindfulness Psicosomatica nella scuola Italiana

Silvia Ghiroldi

Introduzione

Numerose evidenze scientifiche stanno confermando l'efficacia dei programmi mindfulness

based nel trattamento di una varietà di problemi fisici e psicologici come dimostrano studi

clinici svolti a riguardo (Baer 2003; Kabat - Zinn et al. 1992; Teasdale et al. 2000, Ghiroldi e

Montecucco 2013 ).

Il promettente panorama scientifico ha stimolato i ricercatori a considerare che questi

interventi basati sulla mindfulness, opportunamente modificati, possano essere impiegati

efficacemente anche in bambini ed adolescenti. Come afferma Kabat-Zinn i bambini, vivendo

spontaneamente nel momento presente, sono naturalmente “mindfull”. E' particolarmente

utile che l'ambito scolastico sostenga e favorisca lo sviluppo di competenze quali la capacità di

percepirsi e di percepire i propri vissuti interni. Sapersi ascoltare, accogliere le esperienze e

sensazioni interne, sia corporee che emozionali o di pensiero è alla base della capacità di

“sentirsi” e riconoscersi con accoglienza. Il sentirsi e accogliere se stessi è poi basilare per lo

sviluppo di capacità relazionali e competenze sociali come l’empatia e l'ascolto. Queste

competenze creano condizioni favorevoli al benessere psicofisico e favoriscono la qualità

delle relazioni, sfavorendo fenomeni di aggressività e bullismo, oltre che problemi di

comportamento, valorizzando i sentimenti positivi e migliorando le capacità attentive.

L’entusiasmo relativo alle tecniche di Mindfulness ha prodotto diversi studi anche nei ragazzi,

dimostrando un interesse crescente. La ricerca però rimane a tutt’oggi piuttosto limitata e

sono auspicabili ulteriori approfondimenti scientifici (Black et al. 2009; Burke, 2010;

Greenberg et al. 2012).

Il Progetto GAIA

Il “Progetto Gaia” è un programma di educazione alla consapevolezza globale e alla salute

psicofisica sviluppato per rispondere alle necessità educative di una società sempre più

globale, espresse nelle linee educative internazionali dell’UNESCO, l’agenzia delle Nazioni

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Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, e nelle “Indicazioni Nazionali per il Curriculo

dell’Infanzia e del primo ciclo di Istruzione” del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e

della Ricerca. E' stato approvato e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

ed è sostenuto dall’UNESCO.

L'intervento ha portato a formare più di 300 tra insegnanti, psicologi e operatori scolastici al

fine di permetter loro di acquisire la capacità di proporre il Protocollo Gaia nelle classi. La

partecipazione alla formazione era su base volontaria e sono stati selezionati principalmente i

partecipanti che avessero già esperienze di pratica di consapevolezza in modo che potessero

più celermente acquisire il protocollo.

Il nucleo del Progetto Gaia è rappresentato dalla consapevolezza di Sé come base per lo

sviluppo della dignità umana e della responsabilità di cittadinanza globale, per il

miglioramento del benessere psicofisico, della funzionalità emozionale dell'individuo e per

stimolare nei giovani un ruolo attivo e creativo nel mondo contemporaneo.

I destinatari finali del Progetto Gaia sono i bambini, ragazzi e giovani (fino ai 30 anni) ed il

progetto quest'anno raggiungerà circa 4000 ragazzi distribuiti nelle venti regioni italiane. Il

progetto non si è rivolto direttamente ai ragazzi perché si è ritenuto di impiegare le risorse

disponibili per formare una competenza che rimanesse all'interno del mondo scolastico,

protraendo gli effetti del progetto stesso nel tempo.

Le finalità perseguite dal Progetto Gaia, sono riassunte nei seguenti punti:

1. Sviluppare una maggiore consapevolezza psicosomatica di Sé (corpo ed emozioni);

2. Migliorare il benessere psicofisico;

3. Migliorare il rendimento scolastico;

4. Gestione delle emozioni e riduzione di comportamenti disfunzionali;

5. Migliorare il clima e la cooperazione del gruppo classe;

6. Offrire informazioni etiche, scientifiche e culturali per una cittadinanza globale;

7. Educazione all’interculturalità e ai diritti per una cittadinanza globale (UNESCO).

Il protocollo

Il Protocollo Gaia nasce dall'esperienza pluridecennale di alcuni medici psicologi, counselor e

psicoterapeuti che da tempo lavorano con differenti tecniche allo sviluppo della

consapevolezza intesa come elemento fondante l'integrazione funzionale dei piani

dell'individuo (fisico, emozionale, cognitivo, relazionale e spirituale vedi OMS).

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La capacità di portare l'attenzione all'interno e di riconoscere le proprie esperienze interne

fisiche, di sensazioni, emozioni e pensieri e la capacità di non reagire ad esse in maniera

automatica e/o disfunzionale è un primo indispensabile elemento di autoconoscenza

dell'individuo. Sentirsi e riconoscere le proprie modalità, i propri schemi interni e di

comportamento sono elementi indispensabili al riconoscimento emotivo e quindi anche anche

al 'sentire l'altro', per sviluppare una funzionalità nelle relazioni.

Nel Protocollo Gaia l'enfasi delle esperienze pratiche è sulla capacità di sentire il corpo, tale

esperienza infatti costituisce il nucleo primario del Sè individuale (Stern 1987, Schore 2008) e

spesso durante lo sviluppo viene mal integrata con altre funzioni dell'individuo stesso,

portando ad una frammentazione dei piani funzionali della persona (emotivo, cognitivo,

relazionale). Sviluppare la consapevolezza, e farlo partendo da un piano corporeo, permette di

reintegrare funzionalmente le componenti corporee, emotive e cognitive stesse, migliorando il

benessere della persona e la sua funzionalità.

Durante il 2013 sono stati sviluppati alcuni interventi che hanno costituito un progetto pilota

del Progetto Gaia. Tale progetto pilota aveva riguardato cinque plessi in 4 regioni italiane

(Lazio, Lombardia, Liguria e Toscana) attraverso 17 insegnanti e 6 conduttori di diversa

formazione (psicologi, educatori, counselor, psicoterapeuti).

Questa esperienza ha permesso di strutturare un protocollo di intervento con una specifica

sequenza di tecniche che consentisse, ad operatori appositamente formati attraverso un corso

tenuto presso l'APS Villaggio Globale, di proporre nelle scuole il protocollo stesso.

Sono state individuate una serie di esperienze che facilitassero lo sviluppo della capacità di

mindfulness nei ragazzi in maniera progressiva e coinvolgente. E' stato inoltre, prodotto

materiale multimediale che affiancava la parte esperienziale del protocollo integrandolo ed

andando a costituire parte integrante del protocollo stesso.

La durata del Protocollo Gaia prevede 12 incontri distribuiti in circa 3-4 mesi, con una

sequenza specifica di esercizi e video da proporre ai partecipanti. La scelta di impiegare 12

moduli è vincolata a motivi logistici del calendario scolastico, più che ad una scelta funzionale

all'efficacia del protocollo stesso. In classi molto problematiche il protocollo prevede di

estendere a 24 il numero degli incontri. E' comunque prevista in ogni caso la possibilità di

ripetere i moduli prolungando il percorso didattico, facilitando, ampliando e stabilizzando

maggiormente i risultati.

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Obbiettivo della sperimentazione

L'obiettivo del disegno sperimentale relativo al progetto Gaia era quello di dare fondamento

scientifico maggiore alle rilevazioni attuate attraverso un questionario di gradimento

impiegato nel progetto pilota del 2013, che mostrava pareri assai promettenti da parte del

corpo insegnante, relativamente agli esiti sul repertorio comportamentale ed emotivo dei

ragazzi.

Il protocollo Gaia ha obbiettivi molto ampi e non era possibile monitorare una così ampia

gamma di aspetti.

Il fulcro centrale del progetto però, mira a sviluppare la capacità di consapevolezza

(Mindfulness), intesa come base dell'integrazione degli aspetti di consapevolezza corporea,

cognitiva ed emotiva dell'individuo.

Un elemento fondante è quindi quello di sviluppare la capacità di Mindfulness nei

partecipanti. Il livello di questa competenza risulta per altro legato alla riduzione di una serie

di aspetti sintomatologici e comportamentali disfunzionali riportati in letteratura e riscontrati

anche nelle popolazioni di bambini e ragazzi, oltre che dalle rilevazioni degli insegnanti nel

progetto pilota.

Materiali e metodi

Attualmente non esistono scale di valutazione della capacità di mindfulness validate in Italia

su bambini. Si è pertanto ritenuto di misurare l'efficacia del protocollo Gaia attraverso la

misurazione dei suoi possibili effetti sui ragazzi valutando le variazioni nel repertorio emotivo

comportamentale dei soggetti coinvolti.

Le risorse disponibili e la dimensione della popolazione coinvolta dal progetto Gaia

permettevano solo l'impiego di strumenti self report e report form.

Si è così pensato di individuare dei test che rilevassero, a seguito dell'intervento, variazioni in

una ampia gamma di manifestazioni emotive e comportamenti dei ragazzi.

La disponibilità di versioni italiane di strumenti di questo tipo è modesta.

Sono state individuati i test della batteria di Achenbach & Rescorla, e specificamente il CBCL

per la scuola dell'infanzia, il TRF per la scuola primaria, l'YSR nella scuola secondaria di primo

grado.

Dalla letteratura internazionale è emerso poi che tali strumenti sono stati impiegati in diversi

studi di efficacia di protocolli mindfulness based su popolazioni infantili e adolescenziali.

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Al momento della sperimentazione non erano disponibili strumenti validati in Italia per

misurare la capacità di Mindfulness nei ragazzi.

Per tutti gli ordini scolastici è stato inoltre proposto un questionario alle insegnanti ed ai

conduttori alla fine del percorso.

In questa analisi preliminare sono riportati i risultati relativi ai dati disponibili a Maggio 2015,

che non rappresentano la totalità delle rilevazioni effettuate, ma ne costituiscono un'ampia

quota.

Il sistema di valutazione multiassiale su base empirica -Achembac System of Empiricaly Based

Assesment- ASEBA, è stato elaborato dall'autore per ottenere informazioni sulle competenze,

sui problemi comportamentali ed emotivi dei bambini ed adolescenti' individuabili in

situazioni diverse e derivanti da fonti multiple( Achenbach McConaughy 1997). L'approccio di

tipo multiassiale ha permesso di costruire strumenti valutativi sotto forma di questionari

autodescittivi compilati dall'adolescente (Self report) e questionari di valutazione (Report

Form) per raccogliere informazioni fornite da persone a lui vicine (insegnati, genitori ecc.). La

possibilità di rilevare problemi e competenze a partire da differenti informatori è la

caratteristica fondamentale di questo sistema il quale consente di inquadrare aspetti

problematici in insiemi sindromici, costruendo un profilo psicologico del soggetto. Tale

profilo si ottiene confrontando i punteggi agli item con i punteggi normativi di campioni di

riferimento della stessa età e sesso.

Lo Youth Self Report (YSR/11-18 - Achenbach & Rescorla, 2001) è pensato al fine di disporre

di uno strumento autodescrittivo per ottenere informazioni dirette dai soggetti nella fascia

d’età di 11-18 anni, su competenze e problemi comportamentali ed emotivi.

Rispondendo a 113 item, che si presentano sotto forma di affermazioni relative a

comportamenti in vari ambiti e a problemi emozionali, gli adolescenti forniscono un

resoconto su di sé, sul loro funzionamento adattivo e sulle loro caratteristiche emotivo -

comportamentali. Le alternative di risposta sono 0= non vero, 1= in parte o qualche volta

vero, 2= molto vero o spesso vero.

Analogamente il Teacher Report Format (TRF/6-18 Achenbach & Rescorla, 2001), raccoglie le

risposte a 113 item da parte degli insegnati del soggetto da valutare. Anche in questo caso

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vengono presentate affermazioni relative a comportamenti in vari ambiti e a problemi

emozionali e l'insegnante sceglie tra le tre alternative di risposta già riportate.

Questi strumenti paralleli sono in grado di registrare repertori emotivi e comportamentali dei

ragazzi.

Vengono valutate otto scale derivate dalla valutazione incrociata – cross-informant – di

popolazioni normali e cliniche di bambini e adolescenti.

Le otto scale sono le seguenti:

Ritiro/Depressione,

Lamentele Somatiche,

Ansia/Depressione,

Problemi Sociali,

Problemi del Pensiero,

Problemi di Attenzione,

Comportamento trasgressivo delle regole,

Comportamento Aggressivo.

I punteggi rilevati per le diverse scale sono poi aggregati, in base alla loro appartenenza ad

una dimensione clinica, in tre principali scale sindromiche in grado di fornire una misurazione

dimensionale e quantitativa della sindrome stessa, di cui possono essere registrate situazioni

intermedie, nei quadri di normalità e nei quadri clinici:

-la Scala dei Problemi Internalizzanti (Ritiro, Lamentele Somatiche, Ansia/Depressione),

-la Scala dei Problemi Esternalizzanti (Comportamento trasgressivo delle regole,

Comportamento Aggressivo).

-la Scala dei Problemi nè internalizzanti né esternalizzanti (Problemi Sociali,

Problemi del Pensiero, Problemi di Attenzione).

Si aggiunge a queste una scala di Punteggio Totale.

Le Scale Internalizzanti e le Scale Esternalizzanti, sebbene siano opposte, non si escludono a

vicenda, in quanto in alcuni soggetti possono co-occorrere problematiche che interessano

entrambe le scale. I punteggi globali normativi e devianti si ottengono solo sulle due scale

principali.

L’emergere di divergenze nella descrizione dei comportamenti non necessariamente riflette

una scarsa attendibilità della misurazione.

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La Child Behavior Checklist (CBCL/1,5-5 - Achenbach & Rescorla, 2001) è un questionario,

compilato dai genitori, che fa parte dello stesso sistema di valutazione impiegato con gli altri

due reattivi, che valuta le competenze sociali e i problemi emotivo - comportamentali di

bambini. Esso prevede la possibilità di valutare i problemi comportamentali attraverso scale

‘empiricamente derivate’, capaci di fornire indicazioni su diversi quadri sindromici (come, ad

esempio, i problemi di attenzione, l’ansia, la depressione, l’aggressività etc.) .

Contiene 113 item che si presentano sotto forma di affermazioni relative a comportamenti in

vari ambiti e a problemi emozionali. Il genitore risponde a ciascun item attribuendo un

punteggio di frequenza relativo al comportamento evidenziato: punteggio 0= raramente-mai,

punteggio 1=qualche volta, 2=spesso.

Le scale sindromiche per l’età prescolare sono:

Reattività emotiva,

Ansia/Depressione,

Lamentele somatiche,

Ritiro/Depressione,

Problemi del sonno,

Comportamento aggressivo.

Le scale di problematicità globale sono suddivise in :

Problemi Internalizzanti

Problemi Esternalizzanti.

Vi è infine una scala totale che somma i Problemi del sonno con la scala Altri Problemi.

Sono stati somministrati il TRF alle insegnanti, CBCL ai genitori e lo YSR direttamente ai

ragazzi, nella settimana precedente l'inizio del Protocollo Gaia e nella settimana successiva al

termine del protocollo stesso (12 incontri).

In aggiunta sono state raccolte le valutazioni delle insegnati a fine protocollo attraverso un

questionario apposito.

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Scuola dell'Infanzia

Dati

Nel corso del primo quadrimestre dell'anno scolastico 2014, hanno volontariamente aderito

alla sperimentazione 2 classi del secondo circolo didattico del comune di Conversano (Bari),

per un totale di circa 43 bambini di cui 21 appartenenti alla classe trattata con protocollo

GAIA e 22 della classe dello stesso plesso, di pari età e tipologia. Le femmine sono risultate

essere 23 e 20 i maschi. L'età dei soggetti era di 5 anni.

Nella settimana precedente l'inizio dell'intervento sono stati valutati i bambini di entrambe i

gruppi attraverso somministrazione del test CBCL ai genitori. Tale valutazione si è ripetuta

nella settimana seguente la fine dell'intervento.

L'intervento è stato eseguito da uno psicologo appositamente formato presso l'APS Villaggio

Globale con apposito corso.

Risultati

In tabella 1 sono riportate i livelli medi per le scale del Child Behavior Checklist (CBCL/6-18 -

Achenbach & Rescorla, 2001) . Si può notare come le medie ai punteggi siano confrontabili nei

due gruppi analogamente alle deviazioni standard. Si evidenzia anche come la riduzione dei

punteggi medi sia maggiore nei soggetti trattati rispetto alla riduzione avvenuta nel gruppo di

controllo (tabella 2, grafico1), anche se entrambe le classi vedono un miglioramento dei

punteggi nel corso dei mesi, come atteso anche in relazione alla crescita dei bambini che porta

con se un miglioramento fisiologico delle registrazioni per i repertori comportamentali. Il

punteggio che nella classe trattata subisce la riduzione più ampia è Altri problemi (che va a

comporre anche la scala Problemi Totali data da Altri Problemi + Problemi del sonno), seguita

dal Comportamento Aggressivo . Tutte le scale migliorano maggiormente nei trattati ad

eccezione della scala Altri Problemi.

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TABELLA 1 medie per le scale del CBCL nei soggetti trattati (N=21) e nel gruppo di controllo (N=22) e variazione

dei punteggi

GRAFICO 1 Variazioni di punteggio per le scale del CBCL nei soggetti trattati (N=21) e nel gruppo di controllo

(N=22)

Le variazioni CBCL sono state analizzate attraverso un’analisi multivariata per misure

ripetute con un fattore between (gruppo trattato vs. gruppo di controllo), un fattore within

(rilevazione precedente il trattamento vs. rilevazione post trattamento), otto variabili

dipendenti (le scale del CBCL) e una interazione tra gruppo e variazione pre-post. Sono state

effettuate anche le rispettive analisi univariate.

Il campione in questa fascia di età è piuttosto esiguo, ciò nonostante l'analisi univariata ha

evidenziato variazioni significative per le scale di Ansia/Depressione, Ritiro, Problemi del

sonno (tabella 1).

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Tabella 1 Analisi Univariata: significatività della variazione di punteggi del CBCL

Scala F Significatività

Ansi/Depressione 6,91 0,012

Ritiro 6,54 0,014

Problemi sonno 4,59 0,038

L'interazione tra gruppo (trattati vs controllo) e punteggi pre post è però al limite della

significatività per le tre scale, anche se come abbiamo già sottolineato i trattati hanno in media

miglioramenti maggiori dei soggetti del controllo. Ciò lascia pensare alla necessità di disporre

di un campione di dati maggiore.

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Scuola Primaria

Dati

Sono stati analizzati i dati relativi a 242 bambini frequentanti 12 classi della scuola primaria

in Italia, raccolti attraverso la valutazione con TRF da parte delle insegnanti degli alunni.

Sei delle 12 classi hanno ricevuto un intervento di 12 incontri secondo il Protocollo Gaia, le

altre 6 classi hanno costituito il gruppo di controllo.

Le sei classi del controllo erano classi parallele dello stesso istituto, per lo più con modalità

WL (waiting list).

Nella settimana precedente l'inizio dell'intervento sono stati valutati i bambini di entrambe i

gruppi, tale valutazione si è ripetuta nella settimana seguente la fine dell'intervento.

L'intervento è stato eseguito da operatori appositamente formati presso l'APS Villaggio

Globale con apposito corso.

In questa analisi preliminare sono stati analizzati i dati disponibili delle classi che ad Aprile

2015 avevano completato il protocollo. Sono stati raccolti 242 record completi di test e ritest

(5 valutazioni sono state escluse per assenza dell'alunno al test o al ritest) per un totale di 12

classi. Le 6 scuole coinvolte sono in 5 regioni italiane ed in 6 città diverse.

127 soggetti costituivano il gruppo dei trattati e 115 il gruppo di controllo. Le femmine sono

risultate essere 110 e 132 i maschi. L'età dei soggetti era ovviamente riferibile alla scuola

primaria, con soggetti tra 6 e 10 anni più un soggetto di 12.

23 soggetti risultavano essere segnalati ed 8 bambini disabili.

Tutti gli alunni frequentano regolarmente.

Le insegnati che hanno compilato i test conoscono i bambini da più di 12 mesi per la maggior

parte dei soggetti, solo 13 alunni conoscono l'insegnante da meno di 12 mesi e le insegnanti

stesse trascorrono con loro dalle 11 alle 27 ore a settimana, con l'eccezione di 8 bambini che

frequentano l'insegnante per 7 ore.

Risultati

In tabella 1 sono riportate i livelli medie iniziali per le scale del Teacher Report Format

(TRF/6-18 Achenbach & Rescorla, 2001). Si può notare come le medie ai punteggi siano

confrontabili nei due gruppi analogamente alle deviazioni standard. Si evidenzia anche come

la riduzione dei punteggi medi sia maggiore nei soggetti trattati rispetto alla riduzione

avvenuta nel gruppo di controllo (tabella 2, grafico1), anche se entrambe le classi vedono un

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miglioramento dei punteggi nel corso dei mesi, come atteso anche in relazione alla crescita dei

ragazzi che porta con se un miglioramento fisiologico delle registrazioni per i repertori

comportamentali. I punteggi per le scale singole che nella classe trattata subiscono la

riduzione più ampia sono rispettivamente: problemi di attenzione, comportamento aggressivo

e iperattività impulsività.

TABELLA 1 medie al test per le scale del TRF nei soggetti trattati (N=127) e nel gruppo di controllo (N=115)

TABELLA 2 variazioni di punteggio per le scale del TRF nei soggetti trattati (N=127) e nel gruppo di controllo

(N=115)

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GRAFICO 1 Variazioni di punteggio per le scale del TRF nei soggetti trattati (N=127) e nel gruppo di controllo

(N=115)

Sono poi state calcolate le medie delle tre principali scale sindromiche e del punteggio totale:

-la Scala dei Problemi Internalizzanti (Ritiro, Lamentele Somatiche, Ansia/Depressione);

-la Scala dei Problemi Esternalizzanti (Comportamento trasgressivo delle regole, Comportamento

Aggressivo);

-la Scala dei Problemi nè internalizzanti né esternalizzanti (Problemi Sociali, Problemi del

Pensiero, Problemi di Attenzione);

TABELLA 3 Riduzione di punteggi nei soggetti trattati (N=127) e nel gruppo di controllo (N=115)

E' possibile notare come inizialmente il punteggio totale medio della classe trattata sia

analogo al punteggio registrato per gli alunni del gruppo di controllo. Nella classe che ha

ricevuto l'intervento, però la media da un punteggio di circa 15 punti scende a meno di 9 punti

con un significativo miglioramento.

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Le variazioni TRF sono state analizzate attraverso un’analisi multivariata per misure ripetute

con un fattore between (gruppo trattato vs. gruppo di controllo), un fattore within

(rilevazione precedente il trattamento vs. rilevazione post trattamento), dieci variabili

dipendenti (le scale del TRF) e una interazione tra gruppo e variazione pre-post. Sono state

effettuate anche le rispettive analisi univariate.

Un'analisi per misure ripetute è stata applicata anche al punteggio totale come variabile

dipendente, con un fattore between (gruppo trattato vs. gruppo di controllo), un fattore

within (rilevazione precedente il trattamento vs. rilevazione post trattamento)

L’analisi sui dati TRF ha mostrato che il miglioramento dei punteggi corrisponde a differenze

altamente significative tra le rilevazioni all’inizio e fine del protocollo (F(10,231)=4,628;

P=0.001) e come questa variazione dei punteggi per le scale differisca significativamente

dalla variazione avvenuta nel gruppo di controllo (F(10,231)=2,704; P=0.004), mostrando

l’efficacia del trattamento stesso.

Le analisi univariate (TABELLA 4) hanno mostrato differenze altamente significative tra

prima e seconda rilevazione per le scale di Ritiro/depressione, Problemi sociali, Disattenzione,

Iperattività/impulsività, Comportamento aggressivo e Altri problemi.

Anche la scale Ansia/Depressione e Trasgressione delle regole risultano avere differenze

significative.

Le scale per le Lamentele somatiche, Problemi di pensiero subiscono riduzioni di punteggio, ma

non nell'ambito della significatività.

Tabella 4 Analisi univariata significatività della variazione di punteggi del TRF al test-ritest

scala F Sig.

Ansia/depressione 5,163 ,024

Ritiro/depressione 12,688 ,001

Lamentele somatiche 3,417 ,066

Problemi sociali 22,485 ,001

Problemi di pensiero 1,221 ,270

Disattenzione 25,884 ,001

Iperattività impulsività 14,125 ,001

Trasgressione delle regole 7,464 ,007

Comportamento aggressivo 20,819 ,001

Altri problemi 10,335 ,001

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Tabella 5 Analisi univariata di punteggi del TRF; interazione tra gruppo (trattai vs controllo) e variazione di

punteggio al test-ritest

scala F Sig.

Ansia/depressione 11,703 ,001

Ritiro/depressione 5,167 ,024

Lamentele somatiche 1,391 ,239

Problemi sociali 4,796 ,029

Problemi di pensiero 8,147 ,005

Disattenzione 4,154 ,043

Iperattività impulsività 3,679 ,056

Trasgressione delle regole 5,661 ,018

Comportamento aggressivo 5,217 ,023

Altri problemi 0,631 ,428

In tabella 5 sono riportate le significatività delle interazioni tra gruppo (trattati vs. controllo)

e le variazione di punteggio al test-ritest, si può notare come queste risultino significative per

la maggioranza delle scale. Il gruppo trattato quindi consegue una riduzione del punteggio

significativamente diversa dal gruppo di controllo .

Osservando le medie stimate, infatti (tabella 6), vediamo che il punteggio dell’ansia nei trattati

subisce un calo mentre nel controllo è addirittura in aumento. Alla stessa maniera si spostano

i punteggi della scala per i Problemi di pensiero. Nelle alte scale le riduzioni conseguite dai

soggetti trattati sono maggiori di quelli del controllo.

Tabella 6 analisi multivariata di punteggi del TRF – medie stimate e intervallo di confidenza

95% Confidence Interval

Measure Mean Std. Error

Lower Bound Upper Bound

pre 1,983 ,244 1,502 2,463 Controllo

post 2,148 ,235 1,685 2,610

pre 1,945 ,232 1,487 2,402

ansia

Trattati post 1,126 ,223 ,686 1,566

pre 1,235 ,156 ,928 1,542 Controllo

post 1,139 ,154 ,836 1,442

pre ,819 ,148 ,527 1,111

ritiro

Trattati post ,386 ,146 ,098 ,674

pre ,217 ,071 ,078 ,357 Lamentele somatiche

Controllo

post ,191 ,058 ,078 ,305

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pre ,291 ,067 ,159 ,424 Trattati post ,173 ,055 ,065 ,281

pre 1,226 ,181 ,870 1,582 Controllo

post 1,026 ,149 ,733 1,319

pre 1,283 ,172 ,945 1,622

Problemi sociali

Trattati post ,740 ,142 ,461 1,019

pre ,626 ,114 ,401 ,852 Controllo

post ,713 ,117 ,483 ,943

pre ,299 ,109 ,085 ,514

Problemi di pensiero

Trattati post ,102 ,111 -,116 ,321

pre 4,461 ,495 3,486 5,436 Controllo

post 3,922 ,468 3,000 4,843

pre 4,094 ,471 3,166 5,023

Disattenzione

Trattati post 2,835 ,445 1,958 3,712

pre 2,487 ,402 1,695 3,279 Controllo

post 2,209 ,314 1,589 2,828

pre 2,433 ,383 1,679 3,187

Iperattività impulsività Trattati

post 1,575 ,299 ,985 2,164

pre ,826 ,149 ,533 1,119 Controllo

post ,800 ,136 ,532 1,068

pre ,866 ,141 ,588 1,145

Trasgressione delle regole

Trattati post ,488 ,129 ,233 ,743

pre 2,687 ,476 1,749 3,625 Controllo

post 2,304 ,374 1,568 3,041

pre 2,118 ,453 1,226 3,011

Comportamento aggressivo

Trattati post ,969 ,356 ,268 1,669

pre ,670 ,085 ,502 ,837 Controllo

post ,461 ,083 ,298 ,624

pre ,520 ,081 ,360 ,679

Altri problemi

Trattati post ,394 ,079 ,239 ,549

L'analisi sul Punteggio totale con un'ANOVA per misure ripetute con un fattore between

(gruppo trattato vs. gruppo di controllo), un fattore within (rilevazione precedente il

trattamento vs. rilevazione post trattamento), il punteggio totale come variabile dipendente e

una interazione tra gruppo e variazione pre-post, ha mostrato come il miglioramento di questo

punteggio complessivo sia altamente significativo tra le rilevazioni all’inizio e fine del protocollo

(F(1,240)=38,23; P=0.001) e come questa variazione differisca in maniera altamente

significativamente dalla variazione avvenuta nel gruppo di controllo (F(1,240)=13,43;

P=0.001), mostrando l’efficacia complessiva del trattamento stesso nella scuola primaria.

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Scuola Secondaria di Secondo Grado

Dati

Sono stati analizzati i dati relativi agli YSR compilati da 105 ragazzi frequentanti 6 classi

seconde e terze della scuola secondaria di secondo grado, in 2 Plessi scolastici di due

differenti città italiane: Liceo Artistico Statale 'B. Munari' di Crema (CR) e il Liceo

SocioPedagogico 'De Titta' di Lanciano (CH).

Tre delle sei classi hanno ricevuto un intervento di 12 incontri secondo il Protocollo Gaia, le

altre 3 classi hanno costituito il gruppo di controllo.

Nella settimana precedente l'inizio dell'intervento sono stati somministrati i test YSR e tale

valutazione si è ripetuta nella settimana seguente la fine dell'intervento.

L'intervento è stato eseguito da operatori appositamente formati presso l'APS Villaggio

Globale con apposito corso.

54 soggetti costituivano il gruppo dei trattati e 51 il gruppo di controllo. Le femmine sono

risultate essere 88 e 17 i maschi. L'età dei soggetti era compresa tra i 15 ed i 17 anni con 4

soggetti di 18 e uno di 14. Cinque soggetti riportano di avere un handicap di cui 3 lo

descrivono come Dislessia.

In tabella 1 e 1B vengono riportate le medie iniziali per i punteggi complessivi previsti dal test

impiegato. E' possibile notare che i gruppi trattato e controllo hanno medie simili anche se il

gruppo trattato parte da punteggi modestamente meno favorevoli.

In tabella 2 troviamo le variazioni di punteggio medio dei soggetti, nei trattati e controllo, tra

test e ritest. Analizzando i punteggi complessivi, è possibile notare come il punteggio per

l'internalizzazione, abbia una riduzione di quasi due punti nei trattati mentre nel gruppo di

controllo subisce un peggioramento se pur modestissimo. Anche l'esternalizzazione che ha un

modestissimo peggioramento nei trattati e peggiora di più di 2 punti nel controllo.

I maniera più evidente il punteggio totale vede un miglioramento pari a circa 15 punti nei

trattati ed un peggioramento di circa 3 nel controllo.

Le variazioni alle singole scale riportate in tabella 2 mostrano miglioramenti nei trattati che si

manifestano in variazioni inferiori ai due punti per quasi tutte le scale. Tra le singole scale

quella con miglioramento maggiore è Lamentele somatiche che cala di 1,13 punti. Il gruppo di

controllo, per contro mostra molti segni negativi indicando che il punteggio della rilevazione

finale era maggiore dell'iniziale con un qualche peggioramento seppur modesto.

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Tali andamenti sono rappresentati graficamente nel grafico 1 e grafico 2, dove si può

considerare come complessivamente i trattati abbiano autovalutazioni che migliorano mentre

il controllo è prossimo allo zero o con qualche modesto peggioramento. Il Grafico 2 mostra le

variazioni di punteggio nelle scale complessive e nell'andamento del Punteggio Totale

conferma il miglioramento realizzato nei soggetti trattati e non nel controllo.

TABELLA 1 medie iniziali per le scale del YSR nei soggetti trattati (N=54) e nel gruppo di controllo (N=51)

TABELLA 1B medie per le scale del YSR nei soggetti trattati (N=54) e nel gruppo di controllo (N=51)

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TABELLA 2 variazioni di punteggio per le scale YSR nei soggetti trattati (N=54) e nel gruppo di controllo (N=51)

GRAFICO 1 Variazioni di punteggio per le scale del YSR nei soggetti trattati (N=54) e nel gruppo di controllo

(N=51)

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GRAFICO 2 Variazioni di punteggio per le scale complessive del YSR nei soggetti trattati (N=54) e nel gruppo di

controllo (N=51)

E' stata effettuata un'analisi multivariata sulle singole scale che, non raggiunge la

significatività.

E' stata poi realizzata l'analisi per misure ripetute sul Punteggio totale come variabile

dipendente, con un fattore between (gruppo trattato vs. gruppo di controllo), un fattore

within (rilevazione precedente il trattamento vs. rilevazione post trattamento).

L’analisi sui dati YSR ha mostrato che il miglioramento dei punteggi totali corrisponde a

differenze altamente significative tra le rilevazioni all’inizio e fine del protocollo

(F(1,103)=24,57; P=0.001) e come questa variazione dei punteggi per le scale differisca

significativamente dalla variazione avvenuta nel gruppo di controllo (F(1,103)=24,5704;

P=0.001), mostrando l’efficacia del trattamento stesso.

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Conclusioni

Questo studio rappresenta un'analisi preliminare relativa ad un intervento Mindfulness Based

sul territorio italiano, riguardante un originale protocollo nato in Italia. Sono stati indagati

ambiti scolastici differenti ed in particolare risultano rilevanti i risultati conseguiti nella scuola

primaria che rappresenta anche il campione più numeroso. Si evidenzia infatti come il

repertorio comportamentale ed emozionale dei bambini e ragazzi che ricevono l'intervento

migliori . In particolare vediamo che nella scuola primaria i punteggi migliorano in maniera

altamente significativa tra inizio e fine del protocollo (F(10,231)=4,628; P=0.001) e questa

variazione dei punteggi per le scale differisce significativamente dalla variazione avvenuta nel

gruppo di controllo (F(10,231)=2,704; P=0.004), mostrando l’efficacia del trattamento stesso. In

particolare nell'analisi Univariata migliorano le scale di Ritiro/depressione, Problemi sociali,

Disattenzione, Iperattività/impulsività, Comportamento aggressivo e Altri problemi. Anche le

scale Ansia/Depressione e Trasgressione delle regole risultano avere differenze significative.

Analogamente il punteggio totale migliora in modo altamente significativo tra le rilevazioni

all’inizio e fine del protocollo (F(1,240)=38,23; P=0.001). Questa variazione differisce in

maniera altamente significativa dalla variazione avvenuta nel gruppo di controllo

(F(1,240)=13,43; P=0.001), mostrando l’efficacia complessiva del trattamento stesso nella

scuola primaria.

Anche l'analisi sui dati YSR nella scuola secondaria di secondo grado ha mostrato che il

miglioramento dei punteggi totali corrisponde a differenze altamente significative tra le

rilevazioni all’inizio e fine del protocollo (F(1,103)=24,57; P=0.001) e che questa variazione

dei punteggi per le scale differisce significativamente dalla variazione avvenuta nel gruppo di

controllo (F(1,103)=24,5704; P=0.001), mostrando l’efficacia del trattamento stesso.

Il numero di osservazioni incluse in questo studio è buono e sembra presentare una efficacia

del protocollo Gaia nella popolazione scolastica, in particolare nella scuola primaria che

rappresenta anche il set di dati più consistente.

Questa ricerca da un primo riscontro di fattibilità ed efficacia alla sequenza di tecniche proposte

nel protocollo Gaia. Il set di dati complessivo di cui questo studio rappresenta una quota a oggi

disponibile, consentirà ulteriori approfondimenti sui dati stessi, ponendo le basi per lo sviluppo

di ulteriori approfondimenti e considerazioni.

Questionario di gradimento GAIA

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Sono stati analizzati i dati relativi a 88 questionari di gradimento compilati da insegnanti e

operatori del progetto gaia. Questi questionari costituiscono una parte delle rilevazioni

effettuate alla fine di ciascun protocollo GAIA attuato nel corso del 2014-2015, che erano

disponibili alla metà di Aprile 2015. Questi 88 questionari rappresentano all'incirca la metà

degli interventi totali.

Il questionari si divideva in tre parti, la prima relativa a dati generali sugli incontri tenuti, la

seconda monitorava il gradimento ricevuto dall'intervento e gli effetti osservati a seguito

dell'intervento, la terza parte era riferita al gradimento relativo alla formazione ricevuta dagli

operatori stessi.

Grazie a questo strumento è' stato possibile indagare alcuni aspetti dell'attuazione del protocollo

sul territorio, facendo emergere aspetti della valutazione data al progetto da operatori ed

insegnanti.

Gli incontri monitorati si sono tenuti tra settembre 2014 e d aprile 2015 in 43 comuni italiani. I

questionari si riferivano a 58 conduttori per un totale di 88 interventi effettuati.

La distribuzione regionale (grafico1)vede coinvolte 14 regioni. Tra esse la Toscana risulta

essere quella con maggior numero di protocolli svolti pari a 32, seguita dal Lazio con 13

interventi che si concentrano solamente nel comune di Roma.

La vicinanza geografica degli istituti toscani ha sicuramente favorito l'attuazione del protocollo

in quest'area, ma ricordiamo che in questa analisi mancano numerosi questionari non ancora

consegnati e perciò attualmente non inclusi nello studio.

Grafico 1 distribuzione regionale degli 88 interventi

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I questionari sono stati compilati per il 32% da insegnanti che hanno condotto l'intervento; per

il 18% da conduttori esterni al corpo insegnante e per il 50% da insegnanti delle classi con

intervento che però non sono i conduttori dell'intervento.

Il 95,5 % degli interventi si è tenuto nella scuola e solo il 4.5 % fuori dalla scuola.

Il 66% degli interventi è stato realizzato da conduttori che non erano insegnanti (59 soggetti)

ed il 34% da docenti (29 soggetti).

Nel grafico 2 sono riportate le qualifiche dei conduttori. E' possibile notare che gli interventi

effettuati si dividono tra insegnanti (28 interventi), seguiti a breve distanza dagli psicologi e

psicoterapeuti(26). Altri 21 interventi vengono svolti da counselor. Queste tre categorie

coprono la maggioranza degli interventi.

Grafico 2 qualifica conduttori per gli 88 interventi analizzati

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Il grafico 3 riporta la durata degli interventi. Si evidenzia come la gran parte di essi sia riferibile

alla durata standard del protocollo di 12 incontri. Alcuni protocolli sono inferiori ai dodici

incontri poiché erano ancora in corso al momento della compilazione.

Grafico3 durata degli 88 interventi analizzati

Nel grafico4 compaiono ordine e grado degli istituti in cui è stato applicato il protocollo.

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Possiamo notare una buona distribuzione in tutti gli ordini scolastici con una modesta

prevalenza di scuola dell'infanzia e scuola primaria.

Grafico4 ordine e grado Istituti per gli 88 interventi

Analizzando la modalità con cui il progetto GAIA è stato inserito nell'offerta formativa scolastica

emerge che il 46% degli interventi era inserito nel POF (Piano dell'Offerta Formativa)

dell'istituto, mentre 54% era fuori dal POF. 81 interventi, inoltre, sono stati tenuti in orario

scolastico, la restante parte fuori dell'orario scolastico. Una quota così ampia di

programmazione del protocollo nel POF e in orario scolastico testimonia del notevole

coinvolgimento degli istituti che hanno investito su questo intervento ritenendolo significativo

per la formazione dei ragazzi.

Gli interventi qui analizzati hanno riguardato 1954 soggetti di cui: 987 maschi e 967 femmine.

L'età dei partecipanti andava da un minimo di 3 anni ad un massimo di 30.

La frequenza dell'età media del gruppo è riportata nel grafico 5. Si conferma evidente come la

maggior parte degli interventi sia avvenuta in bambini della scuola primaria, ma anche come sia

ampio il range di età interessate dall'applicazione del protocollo.

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Grafico5 Numerosità degli interventi in funzione della fascia di età dei partecipanti

I grafici 6, 7 e 8 mostrano come l'intervento sia risultato comprensibile (grafico7), gradito ai

ragazzi (grafico 8) e come complessivamente l'attuazione del protocollo sia ritenuta

ampiamente soddisfacente (grafico 6).

Più nel dettaglio il 97 % dei compilatori si ritiene abbastanza o molto soddisfatto del protocollo.

I ragazzi lo gradiscono abbastanza o molto nel 93% dei casi e lo comprendono abbastanza o

molto nell'89% dei gruppi effettuati.

Grafico 6 Frequenza delle risposte su scala Likert alla domanda del questionario di gradimento: 'Sei

complessivamente soddisfatto dell'attuazione del Protocollo GAIA?'

Grafico7 Frequenza delle risposte su scala Likert alla domanda del questionario di gradimento: 'Nel complesso i

contenuti del progetto GAIA sono risultati comprensibili agli studenti?'

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Grafico 8 Frequenza delle risposte su scala Likert alla domanda del questionario di gradimento: 'L'intervento GAIA

è risultato gradito agli allievi?'

Il grafico 9 segnala le attività che sono state preferite dai partecipanti e possiamo notare come

l'energetica, i momenti di disegno, la condivisione e gli esercizi di Mindfulness siano le attività

preferite . Queste vengono seguite a breve distanza dalla visione dei filmati. Da notare che tutte

le attività vengono indicate da alcuni soggetti come tra le preferite. Anche quelle con minor

consenso come la spiegazione dei concetti teorici. Quest'ultimo dato conferma anche che la

fattibilità e trasferibilità dei contenuti del Protocollo GAIA si lega fortemente alla sua

componente esperienziale come auspicato nella creazione del progetto stesso.

Grafico 9 Attività preferite dai partecipanti al Protocollo GAIA

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Ciò si conferma anche analizzando per quali tipi di attività i partecipanti abbiano richiesto la

ripetizione (grafico 10).

Grafico 10 Attività di cui è stata chiesta la ripetizione

Risulta evidente come la maggior parte dei ragazzi abbia piacere di ripetere principalmente le

parti esperienziali (grafico 10) che sono state richieste abbastanza o molto in circa il 65% dei

casi . Meno richieste risultano le ripetizioni di parti teoriche che vengono comunque chieste

abbastanza o molto nel 32% circa dei gruppi di ragazzi.

Si è poi cercato di avere riscontro sugli effetti che il protocollo ha sui partecipanti (grafico 11).

Il 48% dei valutatori ritiene che vi siano alcuni effetti positivi, ma ben il 50% circa ritiene che ve

ne siano molti o moltissimi (grafico 11).

Grafico 11 Effetti positivi riscontrati nei partecipanti a GAIA

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Si è poi cercato di indagare quali fossero gli effetti positivi percepiti nei ragazzi con domande a

scelta multipla.

Il grafico 12 mostra il parere dei compilatori e mostra come le tra caratteristiche con maggior

incremento sano riferibili alle componenti della 'capacità di mindfulness psicosomatica', con

miglioramento nella percezione corporea descrizione di questa e con miglior capacità di

percepire le emozioni. Seguono la percezione di un miglioramento nella comunicazione e

nell'ascolto. Anche in questo caso si conferma come i miglioramenti percepiti siano consoni

agli obbiettivi del protocollo.

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Grafico12 Effetti positivi percepiti nei ragazzi

Attraverso una domanda a scelta multipla, sono successivamente rilevate anche le difficoltà

incontrate dagli operatori nel proporre il protocollo (grafico 13) ed il momento in cui sono

intervenute (grafico14).

Grafico 13 Difficoltà segnalate dagli operatori

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Grafico 14 Momento in cui sono intervenute le difficoltà

E' evidente come le difficoltà intervengano maggiormente all'inizio del protocollo e risulta

evidente che imparare a stare ad occhi chiusi ed a rivolgere l'attenzione all'interno rappresenti

proprio un'acquisizione sostenuta nell'intervento.

Allo stesso modo il fatto che nel tempo diminuiscano il disturbo verso i compagni o l'intralcio al

lavoro è intrinseco al percorso del protocollo stesso.

Grafico 15 Utilità della prosecuzione del Progetto GAIA

Molti compilatori indicano che riterrebbero la prosecuzione del progetto GAIA molto utile

(67%)(grafico 15) e molti istituti l'hanno già programmata: 47 compilatori dichiarano che la

prosecuzione è già prevista di cui 30 nel POF.

Il 64 % dei compilanti riterrebbe utile disporre di nuovi moduli aggiuntivi. Di questi la grande

maggioranza chiederebbe di aggiungere moduli esperienziali e 16 chiedono sia moduli

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esperienziali che teorici solo una persona aggiungerebbe moduli teorici. Ciò conferma

l'appetibilità di un intervento caratterizzato dal proporre esperienze attive ai ragazzi e come

sia gradita la natura esperienziale del protocollo.

E' stata in fine analizzata la formazione ricevuta dai conduttori con poche domande (grafici 16

17 18).

Grafico 16 La formazione è ritenuta complessivamente adeguata

Grafico 17 La formazione è ritenuta complessivamente adeguata per le tecniche esperienziali

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Grafico 18 La formazione è ritenuta complessivamente adeguata per le pati teoriche.

Emerge che l'88% degli operatori gradirebbe ulteriori approfondimenti. Il 66% vorrebbe

approfondimenti di tipo sia esperienziale che teorico, il 25% solo di tipo esperienziale. Esiste

una precisa domanda e volontà di acquisire ulteriori competenze rispetto alle tecniche proposte

e la volontà di proseguire l'applicazione delle stesse.

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Conclusioni

I dati analizzati testimoniano una prima applicazione già ampia nelle scuole italiane del

Protocollo GAIA.

Gli istituti, inoltre, hanno integrato il protocollo nella propria proposta formativa ufficiale,

testimoniando la funzionalità del protocollo GAIA rispetto agli obbiettivi del curricolo per la

scuola italiana.

Il questionario di gradimento applicato, conferma un buon riscontro dell'efficacia del protocollo

secondo insegnanti ed operatori. Questi riscontrano miglioramenti nella percezione corporea,

descrizione di questa e nella miglior capacità di percepire le emozioni. Migliorano anche

comunicazione e ascolto. Tali miglioramenti sono congrui all'obbiettivo di migliorare le

componenti della 'capacità di Mindfulness Psicosomatica' prevista da protocollo.

Si evidenziano applicabilità e gradimento delle tecniche proposte, soprattutto nella loro

caratteristica di esperienza vissuta dai partecipanti. Ciò ha portato alla volontà di proseguire

l'esperienza ed al desiderio di ulteriori approfondimenti formativi degli operatori ed insegnanti

stessi. Questi elementi permettono di pensare all'utilità di un'ulteriore estensione del protocollo

nel contesto scolastico nazionale.

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Ringraziamenti

Si ringraziano tutte le persone a seguire, senza la cui preziosa collaborazione questo studio non

sarebbe stato possibile. Un particolare ringraziamento va ad Arianna Gaglio della Segreteria del

Villaggio Globale. Un grazie anche ai genitori dei ragazzi ed a tutti coloro che hanno dato il loro

contributo. L'ampio numero di persone testimonia dello sforzo occorso.

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Appendice 1 Il questionario di gradimento GAIA

PROGETTO GAIA

QUESTIONARIO DI GRADIMENTO

COMPILARE IL PRESENTE QUESTIONARIO AL TERMINE DI OGNI CICLO DI INCONTRI (al 4° modulo o all’ultimo incontro se il protocollo è più breve dei 4 moduli previsti)

VERSIONE CONDUTTORI E INSEGNANTI

Attraverso il presente questionario si raccolgono alcune informazioni generali e le valutazioni relative agli incontri del Progetto Gaia, registrando l’opinione degli insegnanti e dei conduttori

coinvolti nel progetto.

REGISTRAZIONE DATI GENERALI INCONTRI GAIA La compilazione di questa sezione è a cura del conduttore, sia esso docente o

altra figura professionale. Nome___________________________ Cognome ________________________________ ☐ Docente ☐ Non Docente Se non docente specificare la qualifica del conduttore ________________________________________________________________ Insegnante di riferimento (se esiste): Nome____________________________Cognome________________________________ Durata totale in ore di tutti gli incontri: ☐ 12 ore ☐ diverso da 12 (specificare il numero di ore) _____________ Data di inizio Progetto Gaia ___/ __ / ______ Data di fine Progetto Gaia ___/ __ / ______ Regione in cui si sono tenuti gli incontri _________________________________ Provincia in cui si sono tenuti gli incontri ________________________________ Comune in cui si sono tenuti gli incontri ________________________________ Gli incontri si sono tenuti: ☐ in una scuola ☐ presso un altro ente Se altro ente specificare il tipo di ente in cui si sono tenuti gli incontri: _________________________________________________________________________ Se gli incontri si sono tenuti in una scuola indicare: nome dell'istituto:__________________________________________ grado e ordine dell'istituto: ☐infanzia ☐primaria ☐secondaria di primo grado ☐secondaria di secondo grado ☐università classe in cui si sono tenuti gli incontri: _____________ se hanno partecipato studenti di più classi specificarle tutte a seguire: _________________________________________________________________________

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Il progetto è stato: ☐ parte integrante del POF ☐ non è stato parte integrante del POF L'intervento è avvenuto: ☐ in orario scolastico ☐ in orario extra scolastico Durata dell'intervento (nel formato ora.minuti, es.13.30): dalle ore_______ alle ore________ Numero di partecipanti:______ Numero di maschi: ____________ Numero di femmine: ____________ Età dei partecipanti in anni all'inizio del modulo, se partecipanti di più età specificarne il range (es 10-13):_____________________________________

REGISTRAZIONE DATI DI GRADIMENTO La compilazione di questa sezione è a cura dell'insegnante di riferimento (sia esso conduttore del gruppo no); in mancanza dell'insegnante di riferimento

compilare a cura del conduttore. La sezione di registrazione dei dati di gradimento è compilata a cura di:

☐ insegnante conduttore

☐ conduttore con altra qualifica professionale

☐ insegnante di riferimento non conduttore

Si prega di compilare ciascuna delle seguenti domande indicando con una crocetta la casella che descrive meglio la propria opinione. Sei complessivamente soddisfatto dell'attuazione del protocollo Gaia? PER NIENTE SODDISFATTO

POCO SODDISFATTO

ABBASTANZA SODDISFATTO

MOLTO SODDISFATTO

Nel complesso i contenuti del progetto Gaia sono risultati comprensibili agli studenti? PER NIENTE COMPRESI

POCO COMPRESI

ABBASTANZA COMPRESI

CHIARAMENTE COMPRESI

L’intervento è risultato gradito agli allievi? PER NIENTE GRADITO

POCO GRADITO

ABBASTANZA GRADITO

MOLTO GRADITO

Indicare con una o più crocette quali delle seguenti parti sono state preferite dai partecipanti: ☐ la visione dei filmati ☐ la spiegazione frontale dei concetti teorici ☐ l’esperienza della mindfulness ☐ l’esperienza degli esercizi di energetica ☐ l’esperienza di esplorazione dei blocchi ☐ l’esperienza diretta dei diritti umani ☐ l’esperienza di sentire il contatto con la Terra e la natura ☐ la condivisione

☐ il disegno

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Gli allievi hanno richiesto la ripetizione delle tecniche pratiche (esperienziali) proposte? PER NIENTE RICHIESTO

POCO RICHIESTO

ABBASTANZA RICHIESTO

MOLTO RICHIESTO

Gli allievi hanno richiesto la ripetizione delle parti teoriche proposte? PER NIENTE RICHIESTO

POCO RICHIESTO

ABBASTANZA RICHIESTO

MOLTO RICHIESTO

Nel complesso gli incontri hanno prodotto effetti positivi sugli allievi? NON HO RISCONTRATO NESSUN EFFETTO POSITIVO

HO RISCONTRATO ALCUNI EFFETTI POSITIVI

HO RISCONTRATO MOLTI EFFETTI POSITIVI

HO RISCONTRATO MOLTISSIMI EFFETTI POSITIVI

Indicare con una o più crocette quali delle seguenti capacità si ritiene siano migliorate negli allievi a seguito degli incontri del Progetto Gaia:

☐ miglior capacità di percezione del corpo (es. sensazioni positive, tensioni, etc.)

☐ miglior capacità nel descrivere verbalmente le percezioni del corpo (es. chiaro-scuro;

caldo-freddo, etc.)

☐ miglior capacità di percezione delle proprie emozioni (es. provo amorevolezza, tristezza

rabbia ecc.)

☐ miglior capacità nel descrivere verbalmente le proprie emozioni

☐ minore irrequietezza nel corpo

☐ maggior capacità di mantenere l’attenzione sui compiti e attività da svolgere

☐ miglior capacità di ascolto

☐ miglior capacità di rispettare il proprio turno

☐ miglioramento dell’umore

☐ miglioramento della comunicazione tra i partecipanti

☐ miglior capacità di coesione del gruppo (il gruppo è più unito)

☐ miglior integrazione del gruppo (i componenti partecipano maggiormente alle attività

del gruppo)

☐ altro (descrivere):_____________________________________________________

Indicare con una o più crocette eventuali difficoltà riscontrate negli allievi a seguito degli incontri del Progetto Gaia:

☐ uno o più alunni non erano interessati al tipo di attività proposta

☐ uno o più alunni hanno manifestato difficoltà a tenere gli occhi chiusi

☐ uno o più alunni hanno manifestato difficoltà a stare fermi

☐ uno o più alunni hanno manifestato difficoltà a partecipare ad esercizi che prevedono

movimento

☐ uno o più alunni si sono isolati dal gruppo

☐ uno o più alunni hanno intralciato l’esecuzione degli esercizi (es. facendo rumore)

☐ uno o più alunni hanno infastidito i compagni

☐ Altro (descrivere):____________________________________________________________________________

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Le difficoltà incontrate in che momento del ciclo di incontri si sono presentate?

☐ Maggiormente all'inizio del ciclo di incontri

☐ Maggiormente alla fine del ciclo di incontri

☐ Con la stessa intensità all'inizio ed alla fine del ciclo di incontri

Ritiene utile la prosecuzione nel tempo delle tecniche proposte dal Progetto Gaia?

PER NIENTE UTILE

POCO UTILE

ABBASTANZA UTILE

MOLTO UTILE

E’ prevista una prosecuzione nel tempo degli incontri del Progetto Gaia? ☐ Sì ☐ No

Se sì in che maniera: ☐ nel POF ☐ fuori dal POF ☐ in orario scolastico ☐ fuori dall'orario scolastico Riterresti utile aggiungere nuovi moduli al Progetto Gaia? ☐ Sì ☐ No Se sì in che ambito: ☐ esperienziale ☐ teorico ☐ entrambi

REGISTRAZIONE DATI DI GRADIMENTO SULLA FORMAZIONE RICEVUTA DAI CONDUTTORI

La compilazione di questa sezione è a cura del conduttore. Si prega di compilare ciascuna delle seguenti domande indicando con una crocetta

la casella che descrive meglio la propria opinione. Ritieni che la formazione che hai ricevuto sia stata complessivamente adeguata per proporre il Progetto Gaia? PER NIENTE ADEGUATA

POCO ADEGUATA

ABBASTANZA ADEGUATA

MOLTO ADEGUATA

Ritieni di essere stato formato in maniera adeguata per le tecniche pratiche del Progetto Gaia? PER NIENTE ADEGUATA

POCO ADEGUATA

ABBASTANZA ADEGUATA

MOLTO ADEGUATA

Ritieni di essere stato formato in maniera adeguata per le parti teoriche del Progetto Gaia? PER NIENTE ADEGUATA

POCO ADEGUATA

ABBASTANZA ADEGUATA

MOLTO ADEGUATA

Riterresti utili ulteriori approfondimenti formativi? ☐ Sì ☐ No Se sì in che ambito: ☐ esperienziale ☐ teorico ☐ entrambi

Riferimenti Bibliografici

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- PARTE SECONDA –

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LE VALIDAZIONI CLINICHE DI EFFICACIA MEDICA E PSICOLOGICA DEL “PROTOCOLLO MINDFULNESS

PSICOSOMATICA” Le ricerche per la validazione dell’efficacia clinica delle tecniche di consapevolezza psicosomatica del PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA sono state condotte dall’equipe di medici, neuropsicologi e psicoterapeuti del nostro Istituto di Psicosomatica PNEI e coordinate dalla Dott.ssa Silvia Ghiroldi per il disegno sperimentale, l’analisi statistica e la valutazione clinica dei dati. Queste ricerche hanno convalidato e incrementato i promettenti risultati delle ricerche internazionali, in particolare per il miglioramento dello stress, dell’ansia e della depressione. Riportiamo di seguito gli abstract degli studi che abbiamo condotto. Le ricerche complete possono essere visionate o scaricate dal sito www.psicosomaticapnei.com cliccando il bottone dell’area: “Le nostre ricerche scientifiche”. Studio sull’Efficacia di un Gruppo di Terapia ad Orientamento Corporeo con Simptom Questionnaire, di Silvia Ghiroldi: Dr.ssa in Psicologa Clinica, Genetista e di Federico Montecucco: Medico, Docente di Psicosomatica, Univ. di Milano.

Abstract. Questo studio analizza i dati raccolti in un gruppo di terapia di nove mesi ad orientamento corporeo condotto secondo il PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA, che si è svolto presso l’associazione Villaggio Globale APS di Bagni di Lucca. L’obbiettivo della ricerca era approfondire l’andamento dello stato sintomatologico e dello stato di benessere dei partecipanti al gruppo, impiegando il Symptom Questionnaire (SQ). Il trattamento, approfondito in questo studio, consente di ridurre significativamente i punteggi al SQ e più specificamente di migliorare in maniera altamente significativa i punteggi per le sottoscale di ansietà, sintomi somatici e disponibilità verso gli altri. Sono risultate significative anche le differenze nella sottoscala di contentezza. Studio sull’efficacia di un Gruppo di Crescita Personale tramite Rilevazioni Elettroencefalografiche e Simptom Rating Test, Dr.ssa Silvia Ghiroldi dott.sain Psicologia Clinica, Genetistae di Federico Montecucco: Medico, Docente di Psicosomatica, Univ. di Milano.

Abstract. Questo studio analizza i dati di 95 soggetti raccolti in un gruppo di terapia ad orientamento corporeo condotto secondo il PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA, che hanno partecipato a seminari svolti presso l’associazione Villaggio Globale di Bagni di Lucca. Obbiettivo della ricerca era approfondire l’andamento dello stato sintomatologico dei partecipanti al gruppo, impiegando il Symptom Rating Test (SRT) e le rilevazioni EEG elettroencefalografiche dei soggetti. Il trattamento, approfondito in questo studio, consente di ridurre significativamente i punteggi al SRT e di aumentare l’ampiezza dei valori EEG delle onde alfa e tetha, più specificamente di migliorare in maniera significativa i punteggi per le sottoscale di ansietà, depressione, somatizzazione e senso di inadeguatezza. Il miglioramenti dei punteggi del SRT è significativamente legato all’aumento delle onde alfa. Le ricerche sugli effetti della meditazione sulla coerenza cerebrale individuale intesa come parametro di benessere psico-fisico, Dott. Federico Montecucco: Medico (Docente di

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Psicosomatica, Univ. di Milano), Dr.ssa Silvia Ghiroldi (Psicologa Clinica, Genetista), Dott. Manuel Chiaruttini (neuropsicologo), Dott. Giuseppe Pagliaro (psicologo).

Abstract: L’Istituto di Psicosomatica PNEI, utilizzando le metodiche del PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA, ha studiato il fenomeno della coerenza cerebrale tra le varie parti del cervello evidenziando una relazione statisticamente significativa tra la coerenza elettroencefalografica (EEG) e il benessere psicologico e psicofisico dell’individuo. Queste ricerche che hanno inizio alla fine degli anni 80 hanno trovato negli ultimi anni anche un riscontro a livello di studi scientifici internazionali, condotti da diversi laboratori ed Università in tutto il mondo. La coerenza eeg si candida quindi come valido supporto per lo studio indiretto della coscienza in relazione ai diversi stadi di benessere-malessere e di consapevolezza individuale validando in particolare il ruolo fondamentale della meditazione come strumento di consapevolezza e di salute psicosomatica. Ricerche neuropsicologiche sulla coerenza EEG di coppia come parametro di quantificazione dell’empatia tra terapeuta e paziente e come strumento di formazione didattica all’approccio psicoterapeutico: Dott. Federico Montecucco: Medico (Docente di Psicosomatica, Univ. di Milano), Dr.ssa Silvia Ghiroldi (Psicologa Clinica, Genetista), Dott. Manuel Chiaruttini (neuropsicologo), Dott. Giuseppe Pagliaro (psicologo).

Abstract: L’Istituto di ricerche di Psicosomatica PNEI, utilizzando le metodiche del PROTOCOLLO MINDFULNESS PSICOSOMATICA, ha studiato il fenomeno della sincronizzazione cerebrale o risonanza neuropsichica (EEG specchio) tra i cervelli di due persone senza diretto contatto fisico o elettrico tra loro, evidenziando una evidente relazione, statisticamente significativa, tra la coerenza elettroencefalografica (EEG) dei loro cervelli. Questa è la prima ricerca a livello internazionale che dimostra come l’empatia possa essere quantificata come coerenza EEG o “risonanza neuropsichica” di coppia. In particolare il nostro Istituto di ricerca ha evidenziato come questa risonanza neuropsichica possa essere sviluppata e migliorata attraverso tecniche di consapevolezza corporea e meditazione, e rappresenti un fattore essenziale nella relazione empatica tra terapeuta-paziente e anche come essa possa essere utilizzata, all’interno del percorso di formazione quadriennale in psicoterapia, per facilitare un adeguato training di consapevolezza empatica. La risonanza neuropsichica è un fenomeno fondamentale per comprendere l’empatia e le dinamiche tra madre e figlio e famigliari, base dei disturbi affettivi, delle relazioni sentimentali e di coppia, delle relazioni e delle dominanze, scolastiche o lavorative.

- PARTE TERZA -

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LE RICERCHE INTERNAZIONALI SULLE PRATICHE DI CONSAPEVOLEZZA

Negli ultimi anni, sul sito PubMed, oltre 1450 ricerche sulla mindfulness sono state pubblicate su riviste scientifiche ufficiali ((peer review) e oltre 84.000 articoli e pubblicazione divulgative (da Google Scholar). In queste ricerche sono dimostrati statisticamente, con analisi biochimiche, analisi elettrofisiologiche (EEG, HRV, GSR), test psicologici e gruppi di controllo, follow-up, i rilevanti effetti clinici, fisiologici, emotivi, relazionali e psicologici della meditazione nelle sue varie forme antiche e moderne: mindfulness, vipassana, yoga, tai chi, qi gong, MT, ecc. Dopo le prime ricerche sugli effetti neurofisiologici e cognitivi dello Yoga, del Tai Chi e della MT, ora la cognitivo della vipassana buddhista proposto da Kabat Zin, Segal, Williams e Teasdale come Mindfulness Based Cognitive Therapy. Questa semplicissima tecnica di respirazione consapevole, che rappresenta il cuore del nostro progetto, è diventata in pochi anni una delle più studiate ed efficaci pratiche di consapevolezza corporea, emozionale e psicologica. Molti studi evidenziano la sensibile differenza della meditazione che mostra una superiore efficacia e durata nel tempo rispetto alle tecniche di rilassamento, antistress e training autogeno. La meditazione agisce risvegliando la coscienza di Sé, il senso profondo della nostra individualità, che si ripercuote simultaneamente su tutti i livelli: fisico, emotivo e psicologico. In relazione al “Progetto Gaia” per favorire la cura dello stress, dell’ansia e della depressione, le ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato l’efficacia della meditazione, e della mindfulness in particolare, nelle tre maggiori malattie psicosomatiche del nostro tempo: lo stress, l’ansia e la depressione. Le ricerche cliniche sulla meditazione evidenziano anche notevoli risultati nella cura delle patologie psicologiche come crisi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post traumatico da stress e disturbi dell’umore. In particolare nello stress si è dimostrata l’efficacia della meditazione nella riduzione del cortisolo (l’ormone dello stress e dell’ansia) e del testosterone (aggressività e violenza), nella riduzione dell’ansia, della tensione muscolare e della tensione psichica (diminuzione del nervosismo, insonnia, ipereccitazione, ecc.). Ricordiamo che con il termine meditazione intendiamo uno stato di consapevolezza vigile, nel presente e non mentale. Uno stato di consapevolezza globale di Sé, silenziosa e naturalmente integra, non disturbata dal consueto chiacchiericcio mentale di parole, immagini, giudizi, concetti, distrazioni che ci riportano o alle memorie del passato o alle fantasie e alle aspettative sul futuro. La meditazione è uno stato di presenza, di consapevolezza del momento presente. Miglioramento del benessere, delle emozioni positive e della soddisfazione della vita Le prove scientifiche indicano che la meditazione del respiro produce un aumento dei livelli di benessere nei partecipanti attraverso un aumento di consapevolezza. Shapiro, Oman, Thoresen, Plante, e Flinders (2008) [34] hanno rilevato che la riduzione dello stress utilizzando la Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) e il programma di otto punti (PPE) produce un aumento dei livelli di benessere nei partecipanti. La meditazione può aumentare il benessere grazie ad un miglioramento delle risorse personali. Barbara Fredrickson nel 2008 ha studiato e valutato statisticamente una meditazione orientata alla gentilezza e all’amorevolezza e ha trovato un aumento di emozioni

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positive e di soddisfazione di vita per le risorse personali. [36] Questi risultati indicano che le attività quotidiane, come specifiche forme di meditazione, possono solo aumentare la soddisfazione di vita e anche sviluppare le risorse personali. Risorse che possono essere migliorate con la meditazione (Fredrickson, 2008) preparando le persone ad affrontare situazioni pericolose e stressanti. La meditazione può fortemente influenzare benessere futuro, e migliorare le risorse personali, è quindi una pratica importante da intraprendere. Cohen et al. (1983) sostengono che le persone valutano immediatamente le proprie risorse personali prima di rispondere a situazioni di minaccia. Pertanto, un praticante di meditazione si comporterà in modo più efficace in caso di crisi grazie alla consapevolezza della sue maggiori risorse personali, aumentando potenzialmente la sua felicità futura. Per quanto riguarda la letteratura, gli individui che aumentano le proprie risorse personali attraverso la meditazione o altre attività possono sperimentare livelli più elevati di soddisfazione. Neurofisiologia e PNEI Neurofisiologicamente l’effetto della meditazione tende a ridurre la carica del sistema nervoso simpatico (eccitatorio-attivante) che genera tensione muscolare, nervosa e psicologica e a migliorare l’azione del sistema nervoso parasimpatico (rilassante-calmante), che riduce la frequenza del respiro, l’ipertensione sanguigna e il battito del cuore, prevenendo o migliorando lo stato delle malattie cardiache in generale. Sempre in relazione allo stress, la meditazione facilita l’aumento del piacere di vivere e di sentirsi soddisfatti: con miglioramento degli ormoni del benessere come l’endorfina (l’ormone della soddisfazione e della pace), la serotonina (l’ormone del piacere fisico), la dopamina (l’ormone dell’entusiasmo e del gioco), l’ossitocina (l’ormone dell’amorevolezza e della cura) e il DEHA. La meditazione migliora la stabilità emotiva, promuove una migliore capacità di percezione ed espressione delle emozioni, migliora l’empatia, l’affettività, la comprensione reciproca e la comunicazione, e quindi le relazioni umane in generale. Permette, grazie all’aumento dell’endorfina di sentire meno la fatica e il dolore (anche il dolore cronico e da cancro) e quindi di essere più adatti alle prove della vita. A livello neurofisiologico la meditazione aumenta la sincronizzazione tra le aree del cervello (coerenza elettroencefalografica) che si manifesta come migliore stato di consapevolezza di sé, centratura, presenza, chiarezza del pensiero e capacità di concentrazione. In generale migliora le attività cognitive, dell’apprendimento, della creatività e dell’intuizione a tutte le età. Le nostre ricerche sulla coerenza cerebrale al pari delle ricerche internazionali evidenziano che la meditazione permette un notevole aumento della comunicazione empatica, ossia della percezione delle emozioni e dei feeling che vive la persona o le altre persone vicino a noi, migliorando le relazioni a tutti i livelli, tra madre-padre e figli (dai neonati ai ragazzi), nelle relazioni di coppia, nelle relazioni scolastiche e nelle organizzazioni lavorative. Grazie a queste ricerche è ora possibile superare i nostri problemi di timidezza, vergogna delle proprie emozioni, rigidità, chiusura e imparare a migliorare sia le proprie capacità psicofisiche interiori sia le nostre capacità relazionali e comunicative che rappresentano un fondamentale ostacolo per la maggioranza delle persone. La meditazione diminuisce l’infiammazione (diminuisce le citochine infiammatorie) che sono la prima causa di disturbi fisici come: gastriti, bronchiti, tonsilliti, vaginiti, tendiniti, coliti, cistiti, appendiciti, ecc. La meditazione aumenta l’attività del sistema immunitario e ci permette di ammalarci di meno o di superare più facilmente infezioni e tumori. I dati fisiologici delle ricerche

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Molte ricerche attestano consistenti effetti clinici medici e psicologici dovuti alle diverse tecniche di consapevolezza di Sé, e mostrano un’assenza di effetti collaterali (G.M. Manzoni, F. Pagnini et al. 2008) . Le ricerche hanno anche rilevato la consistente differenza tra gli effetti dovuti alla meditazione e quelli dovuti al rilassamento (training autogeno ecc..). La meditazione mostra una decisa maggiore efficacia. (G.M. Manzoni, F. Pagnini et al. 2008; P. Subramanya e S. Telles 2009; R. L. Brearley, A. M. Forsythe, 1978) Gli effetti della meditazione si sono dimostrati mantenersi nel tempo, con un miglioramento dello stato di benessere e con un maggiore stato di consapevolezza anche al di fuori dallo spazio di meditazione. (C. F. Justo 2009; W. Lazara, Catherine E. Kerrb, et al. 2005) I dati delle ricerche provano che la meditazione agisce su più livelli: · Fisico (neurofisiologico, endocrino, immunitario, organico.) · Emozionale, affettivo · Cognitivo, psicologico · Relazionale, famigliare · Sociale, lavorativo Effetti sul sistema PNEI: neurofisiologico, endocrino e immunitario. · Bilanciamento del sistema simpatico/parasimpatico; · Diminuzione della HRV, diminuzione della pressione sanguigna, diminuzione della frequenza respiro, diminuzione della conduttanza della pelle (> GSR) (F. Travis, R.K. Wallace. 1999; M.B. Ospina, K. Bond et al. 2007; Schneider et al., 1995; Patel et al., 1985; Schmidt, Wijga, Von Zur Muhlen, Brabant, & Wagner, 1997; Sudsuang, Chentanez, & Veluvan, 1991; Benson, Rosner, Marzetta, & Klemchuk, 1974; Wenneberg et al., 1997; Jerving R., Wallace R. K., Beidebach M. 1992) · Miglioramento della risposta immunitaria (C.Y. Fang, D.K. Reibel et al. 2010; C. F. Justo 2009; R. J. Davidson, J. Kabat-Zinn et al. 2003; E.L. Olivo 2009; L.E. Carlson, M. Speca 2007) che si è dimostrata efficace anche in esperimenti su pazienti con cancro (M. Ando, T. Morita et al.. 2009) · Aumento della coerenza EEG ed in particolare a livello delle onde alpha (Shin Yamamoto, Yoshihiro Kitamura et al. 2008) Miglioramento nell’espressione emozionale e nella relazione affettiva · Miglioramento della stabilità emotiva (Y.H. Yung, D.H. Kang et al. 2010, A. B. Newberg, J. Iverson. 2003) · Miglioramento del relax e della sensazione di benessere (Y.H. Yung, D.H. Kang et al. 2010, A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; E.L. Olivo 2009; L.E. Carlson, M. Speca et al. 2004; Jerving R., Wallace R. K., Beidebach M. 1992) · Insight di soluzioni e creatività (correlato con attività theta) Miglioramento cognitivo e psicologico · Funzionalità cognitiva anche con l’età · Migliora la funzionalità e la flessibilità cognitiva con risposte agli stimoli più coerenti ed efficaci e con un miglioramento dell’attenzione. (F. Zeidan, S.K. Johnson et al. 2010; C. F. Justo 2009) · Miglioramento nell’apprendimento · Miglioramento delle relazioni famigliari, lavorative e sociali · Cambiamenti nei pattern di attività cerebrale (Lou et al., 1999; Lazar et al., 2000; Newberg et al., 2001; Jevning, Anand, Biedebach, & Fernando, 1996; Benson, Malhotra, Goldman, Jacobs, & Hopkins, 1990) · Effetto sullo stress: Diminuzione della adrenalina e della noradrenalina e aumento della dopamina, (Y.H. Yung, D.H. Kang et al. 2010; B. Vandana, K. Vaidyanathan et al. 2011; T.W

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Kjaer, C. Bertelsen et al. 2002; J.R. Infante, M. Torres-Avisbal et al. 2001; M. Bujatti, P. Riederer, 1976) · Diminuzione della produzione di NA noradrenalina, ormone dello stress che diminuisce la produzione di CRH - riduzione ACTH e diminuzione del cortisolo (K.J. Watson, N.D. Pugh et al.1995; J.L. Harte, G.H. Eifert, R. Smith, 1994; R.Sudsuang, V. Chetanez et al. 1991; Jerving R., Wilson A. F., Davidson J.M. 1978; A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; J.R. Infante, F. Peran et al. 1998) · Diminuzione dell’inibizione del GABA che dà rilassatezza, emozioni positive, minor senso di fatica e migliore memoria ed apprendimento (A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; A.N. Elias, A.F. Wilson, 1994) · Aumento delle beta-endorfine e degli oppioidi che generano un minor senso di dolore e di paura; e più elevate sensazioni di gioia ed euforia (J. R. Infante, F. Peran et al. 1998; A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; J.L. Harte, G.H. Eifert, R. Smith, 1994) · Aumento produzione di serotonina e dopamina che possono aumentare l'effetto benessere (M. Bujatti, P. Riederer, 1976) e anche la melatonina (G.A. Tooley, S.M. Armstrong et al. 2000; A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; L.E. Carlson, M. Speca et al. 2004) · Azione su cortisolo e testosterone (B. Vandana, K. Vaidyanathan et al. 2011; C.R, MacLean, K.G. Walton et al, 1997 Jevning, Wilson, & Davidson, 1978; Sudsuang et al., 1991; Infante et al., 1998; Walton, Pugh, Gelderloos, & Macrae, 1995; Schneider et al., 1998) La PNEI o Psiconeuroendocrinoimmunologia La PNEI è una branca delle neuroscienze che sta rivoluzionando la comprensione dell’essere umano che viene compreso come una rete psicosomatica che collega il corpo, le emozioni, la mente e la consapevolezza. La PNEI sostenuta da migliaia di ricerche scientifiche permette una comprensione unitaria dell’essere umano, superando la frammentazione tra corpo, mente e coscienza. Secondo la PNEI le malattie sono influenzate da fattori fisici, ma anche da disagi emotivi e psicologici. Le ricerche scientifiche sulla PNEI e la salute globale condotte anche dal Dott. Montecucco dal 1990, hanno rivoluzionato le basi della psicosomatica, promuovendo nuove tecniche di guarigione e di crescita umana, e sono state pubblicate su riviste, presentate a numerosi convegni nazionali e internazionali e su reti televisive. Vedi in fondo al capitolo: “RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI PRIMA PARTE”

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- PARTE QUARTA – LE RICERCHE SCIENTIFICHE DI

EFFICACIA DELLA MINDFULNESS Le validazioni sull’efficacia della mindfulness La moderna psicologia clinica e la psichiatria dal 1970 ad oggi hanno sviluppato una serie di applicazioni terapeutiche orientate alla mindfulness. La ricerca sulle applicazioni delle pratiche di mindfulness è in costante aumento. [4] [5]. Negli ultimi 30 anni c'è stato un notevole aumento del numero di studi pubblicati sulla mindfulness. [22] Il corpo attuale della letteratura scientifica sugli effetti delle pratiche di consapevolezza è promettente e in rapida crescita. [4] [23] Le ricerche evidenziano che le pratiche di mindfulness sono utili nella gestione dello stress, [4] nella riduzione del disturbo d’ansia generalizzato [4],nel trattamento della depressione maggiore e delle sue ricadute [4], nei disturbi da attacchi di panico, nei disturbi alimentari (binge-eating), nella riduzione della sintomatologia del disturbo ossessivo-compulsivo, del dolore, [4] e delle dipendenze [6] [7]. Negli Stati Uniti e nel mondo una vasta gamma di organizzazioni offrono formazione in presenza mentale. La pratica mindfulness di consapevolezza migliora il sistema immunitario [26] e altera simmetriche attivazione nella corteccia prefrontale, un cambiamento precedentemente associato con un aumento degli effetti positivi e di veloce recupero da esperienze negative e traumatiche. [26] In questo panorama la MBCT (Mindfulness Based Cognitive Therapy) di Kabat-Zinn e il protocollo mindfulness sulla cura della depressione di Segal, Williams e Teasdale rappresentano gli esempi più noti tra i tanti. Mindfulness: Dati sulla riduzione dello stress e sul miglioramento del benessere Jon Kabat-Zinn è il medico statunitense che ha sviluppato il protocollo di riduzione dello stress, chiamata Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR), nel corso di un periodo di dieci anni presso la University of Massachusetts Medical School. Kabat-Zinn (1990:11) definisce così l'essenza della MBSR: "Questo lavoro coinvolge soprattutto la regolare e disciplinata pratica di consapevolezza del respirare, momento per momento o presenza mentale, la completa accettazione di ogni momento della vostra esperienza, buono o cattivo che sia." Kabat-Zinn spiega l'universalità non-buddista della mindfulness e della MBSR: “Anche se la meditazione mindfulness è più comunemente insegnata e praticata nel contesto del buddismo, la sua essenza è universale. Eppure non è un caso che la mindfulness emerge dal Buddismo, che ha come sue preoccupazioni dominanti il sollievo della sofferenza e il dissipare le illusioni. (2005:12-13). MBSR è clinicamente dimostrata essere utile per le persone con depressione e disturbi d'ansia. Questa psicoterapia basata sulla mindfulness viene praticata come una forma di medicina complementare in oltre 200 ospedali, ed è attualmente al centro di numerosi studi di ricerca finanziati dal il Centro Nazionale per le Medicine Complementari e Alternative degli Stati Uniti.” Origini della mindfulness Mindfulness, letteralmente “pienezza della consapevolezza” o “pienezza della mente” o “consapevolezza globale”, deriva dal termine Pali sati o dal sanscrito smrti tradotto come “consapevolezza” o “presenza”. Secondo il maestro vietnamita Thich Nhat Hanh la mindfulness “è l'energia di essere consapevole e sveglio al momento presente”. La mindfulness è comunemente intesa come pratica di consapevolezza “psicosomatica” del respiro nel corpo. La mindfulness o vipassana è una meditazione che il Buddha considerò di grande importanza sul cammino della realizzazione e l’elemento finale e forse più importante

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dei “sette fattori di illuminazione”. La pratica della mindfulness sviluppa l’attenzione e porta alla saggezza e alla chiara comprensione della realtà. La consapevolezza del respiro è una pratica presente in molte tradizioni spirituali come l’Hinduismo, lo Zen, le Upanishad. La mindfulness è stata resa popolare in occidente da Jon Kabat-Zinn. [1] che la definisce come "la consapevolezza non giudicante, momento per momento". Nonostante le sue radici nel buddismo, la consapevolezza non è intrinsecamente religiosa e viene spesso insegnata indipendente dalla religione. [2] [3] Definizioni Diverse definizioni di mindfulness sono state utilizzate nella psicologia moderna. Secondo varie definizioni psicologiche importanti, Mindfulness si riferisce ad una qualità psicologica che comporta: portare la propria completa attenzione all’esperienza presente, momento per momento, [8]. Oppure: prestare attenzione in un modo particolare: di proposito, nel momento presente, e in modo non giudicante, [8]. Oppure: una sorta di consapevolezza presente non-elaborativa e non-giudicante, in cui ogni pensiero, sentimento o sensazione che emerge nel campo attenzionale è riconosciuto e accettato così com'è. [9] Il vescovo Lau e colleghi (2004) [10] hanno proposto un modello a due componenti della consapevolezza: Il primo componente [della mindfulness] comporta l'autoregolamentazione dell’attenzione in modo che sia mantenuta sull'esperienza immediata, consentendo in tal modo un maggiore riconoscimento degli eventi mentali nel momento presente. La seconda componente riguarda l'adozione di un particolare orientamento verso le proprie esperienze nel momento presente, che è caratterizzata da curiosità (ricerca, indagine), apertura e accettazione [10]. Lo stato di presenza mentale e non giudizio caratterizza la pratica della mindfulness. Praticare la consapevolezza può aiutare le persone a cominciare a riconoscere i loro schemi mentali abituali, che si sono sviluppati inconsapevolmente [12] e questo permette alle persone di rispondere in modi nuovi e non abituali alle sfide della loro vita. [12] Sviluppo storico Nel 1979 il Dr. Jon Kabat-Zinn ha ideato e strutturato il Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) un programma di “medicina complementare” sviluppato presso l'Università del Massachusetts, utilizzando la consapevolezza per aiutare le persone ad affrontare meglio ed essere più a loro agio nella vita per curare i malati cronici [13]. La MBSR ha scatenato un crescente interesse e l'applicazione di pratiche di consapevolezza nel mondo medico [14](: 230-1) per il trattamento di una varietà di condizioni di disagio in soggetti sani e malati. Il programma Mindfulness-Based Stress Reduction utilizza la consapevolezza corporea del respiro da seduti (body scan) per gestire lo stress, l’ansia, la depressione e il dolore. Il body scan deriva da una tradizionale pratica di meditazione birmana chiamata “samata”, che le scuole di U Ba Khin e di S N Goenka insegnano nei loro ritiri di dieci giorni di Vipassana. Molto di questo è stato ispirato dagli insegnamenti Orientali, e in particolare dalle tradizioni buddiste, dove la consapevolezza è uno degli otto componenti del Nobile Sentiero divulgati da Siddhartha Gautama, il Buddha, che ha fondato il buddismo quasi 2500 anni fa. Sebbene in Occidente sia stata originariamente associata al buddismo, non vi è nulla di intrinsecamente religioso nella mindfulness, infatti essa viene spesso insegnata indipendentemente da ogni connotazione religiosa o filosofica. [15] [16] Thich Nhat Hanh [17] ha portato la mindfulness all'attenzione degli occidentali. È stato in un ritiro di vipassana condotto da Thich Nhat Hanh negli Stati Uniti che il medico americano Jon Kabat-Zinn realizzò l'opportunità di utilizzare la mindfulness nel trattamento di malattie mediche croniche. Kabat-Zinn utilizza gli insegnamenti di Thich Nhat Hanh sulla mindfulness

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adattandoli nel corso Mindfulness-Based Stress Reduction di otto settimane; da allora si è diffuso in tutto il mondo occidentale. [18] La Mindfulness e altre tecniche di meditazione buddista hanno ricevuto ampio sostegno in Occidente da figure di spicco nel mondo delle neuroscienze, della biologia, della medicina e della psicologia, come lo stesso Kabat-Zinn, lo psicologo Tara Brach, lo scrittore Alan Clements, Jack Kornfield, Joseph Goldstein, e l'educatore Sharon Salzberg, che si sono ampiamente prodigati a svolgere un ruolo significativo per l'integrazione degli aspetti curativi delle pratiche di meditazione mindfulness con il concetto di consapevolezza psicologica e guarigione. Psicoterapeuti hanno adattato e sviluppato tecniche di consapevolezza in una promettente integrazione con le terapie cognitivo-comportamentali e con altre psicoterapie ad integrazione corporea e psicosomatica. Riduzione dello stress La risposta umana ai fattori di stress nell'ambiente produce cambiamenti emotivi e fisiologici. [28] Questo processo si è probabilmente evoluto per aiutare gli animali e gli esseri umani primitivi a superare le sofferenze immediate della vita e migliorare le nostre possibilità di sopravvivenza, ma nella società moderna gran parte della reazione da stress è del tutto inutile e potenzialmente pericolosa per la salute psicofisica. Lo stress ha dimostrato di avere diversi effetti negativi sulla salute, sulla felicità (soddisfazione) e sul benessere psicofisico in generale. Le indagini scientifiche sulle tecniche psicologiche basate sulla mindfulness (MBSR) hanno evidenziato una evidente azione sulla riduzione dello stress. Diversi studi hanno prodotto risultati rilevanti: Brown (2003) [29] ha trovato una diminuzione nei disturbi dell'umore e dello stress a seguito di interventi di mindfulness. Jain e Shapiro (2007) [30] hanno condotto uno studio per dimostrare che la tecnica mindfulness di consapevolezza può essere specifica nella sua capacità di "ridurre i pensieri e i comportamenti di distrazione e di rimuginazione", e che può fornire un "meccanismo unico per la riduzione del disagio". Arco (2006) [31] ha trovato una migliore regolazione emotiva a seguito della respirazione consapevole. Garland (2009) [32] ha trovato una riduzione dello stress dopo interventi mindfulness, che sono potenzialmente la causa dei positivi effetti di miglioramento dei fattori di stress. Jha (2010) [33] ha trovato che una sufficiente pratica di meditazione può proteggere contro menomazioni funzionali associate a contesti ad alto stress. Miglioramento del benessere e delle emozioni positive: i risultati delle meditazioni Le prove indicano che la meditazione del respiro porta al benessere attraverso un aumento di consapevolezza. Shapiro, Oman, Thoresen, Plante, e Flinders (2008) [34] hanno rilevato che la riduzione dello stress utilizzando la Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) e il programma di otto punti (PPE) produce un aumento dei livelli di benessere nei partecipanti. È anche importante notare che gli effetti di queste meditazioni possono diventare poco significanti una volta che cessa la pratica. In relazione a questo concetto di uso continuato, Diener, Lucas, e Scollon (2006) hanno sostenuto che le tecniche psicologiche ed emozionali utilizzate con successo in gruppo possono non realizzarsi nella vita, se i partecipanti non continuano la pratica quotidiana. Diversi tipi di meditazioni influenzano il benessere dei praticanti in modo differente. Schoormans e Nyklicek (2011) [35] rispetto al benessere hanno misurato due gruppi che avevano ciascuno praticato un diverso tipo di meditazione: la meditazione mindfulness (MM) o la meditazione trascendentale (TM). La MM mira esplicitamente a migliorare la consapevolezza, mentre TM utilizza la ripetizione di un mantra. Gli autori ritengono che MM

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aumenta la consapevolezza e benessere psicologico più della TM. Questi studi dimostrano comunque che MM e TM sono entrambi associati ad miglioramento del benessere. La meditazione può aumentare il benessere grazie ad un miglioramento delle risorse personali. Barbara Fredrickson nel 2008 ha valutato una meditazione mindfulness orientate alla gentilezza e all’amorevolezza e ha trovato un aumento di emozioni positive e di soddisfazione della propria vita e delle proprie risorse personali. [36] Questi risultati indicano che le attività quotidiane, con la pratica della mindfulness, possono solo aumentare la soddisfazione di vita e anche sviluppare le risorse personali. Le risorse personali possono essere migliorate con la meditazione mindfulness (Fredrickson, 2008), e preparare le persone ad affrontare situazioni pericolose e stressanti. La meditazione può fortemente influenzare il benessere futuro, e migliorare le risorse personali, e quindi rappresenta una pratica importante da intraprendere. Cohen et al. (1983) sostengono che le persone che praticano la mindfulness valutano velocemente le proprie risorse personali prima di rispondere a situazioni di minaccia. Pertanto, un praticante di meditazione si comporterà in modo più efficace in caso di crisi grazie alla consapevolezza della sue maggiori risorse personali, aumentando potenzialmente la sua felicità futura. Per quanto riguarda la letteratura scientifica si evidenzia che gli individui che aumentano le proprie risorse personali attraverso la meditazione o altre attività possono sperimentare livelli più elevati di soddisfazione. Vedi: “RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI SECONDA PARTE”. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI PRIMA PARTE 1. "Il programma di riduzione dello stress, fondata dal dottor Jon Kabat-Zinn nel 1979 ..." - Http://www.umassmed.edu/cfm/stress/index.aspx 2. "Kabat-Zinn (2000) suggerisce che la pratica della consapevolezza potrebbe essere utile a molte persone nella società occidentale che potrebbero essere disposti ad adottare le tradizioni buddiste o di vocabolario. Così, i ricercatori occidentali e clinici che hanno introdotto la pratica della consapevolezza nei programmi di trattamento di salute mentale di solito insegnano queste abilità indipendentemente delle tradizioni religiose e culturali dei loro origini (Kabat-Zinn, 1982; Linehan, 1993b)." - Formazione Mindfulness come intervento clinico: una rassegna concettuale ed empirica di Ruth A. Baer 3. "Storicamente una pratica buddista, mindfulness può essere considerata una capacità umana universale con il proposito di favorire la chiarezza di pensiero e apertura di cuore. Come tale, questa forma di meditazione non richiede alcun particolare sistema di credenze religiose o culturali." - Mindfulness in Medicine da Ludwig e Kabat-Zinn, disponibile presso http://jama.ama-assn.org/cgi/content/short/300/11/1350 4. "La letteratura empirica sugli effetti della formazione mindfulness contiene molte debolezze metodologiche, ma suggerisce che gli interventi mindfulness possono portare a riduzioni di una varietà di condizioni problematiche, tra cui il dolore, lo stress, l'ansia, la ricaduta depressiva e disturbi alimentari (ad esempio, Kabat-Zinn, 1982; Kabat-Zinn et al, 1992; Kristeller & Hallett, 1999; Shapiro, Schwartz, e Bonner, 1998; Teasdale et al, 2000). ". - Formazione Mindfulness come intervento clinico: una rassegna concettuale ed empirica di Ruth A. Baer 5. "In secondo luogo, la maggior parte degli studi esaminati soffrivano di carenze metodologiche." - Mindfulness-base di riduzione dello stress e benefici per la salute: una meta-analisi di Grossman et. al, disponibile presso http://www.uniklinik-freiburg.net/iuk/live/forschung/publikationen/MBSR_MA_JPR_2004.pdf 6. "I potenziali benefici dal trattamento di comportamenti di dipendenza [con il non-rifiuto e principi consapevoli della presenza mentale] è stata riconosciuta (Marlatt & Kristeller 1999), e DBT [terapia comportamentale dialettica] è stato recentemente valutato per curare tossicodipendenti (Linehan et ala , 1999). " - Un'analisi di elaborazione delle informazioni di Mindfulness: implicazioni per la prevenzione delle ricadute nel trattamento di abuso di sostanze, da Breslin, Zack, e McClain, disponibili presso http://home.earthlink.net/ ~ wendylliles / articoli / breslin.pdf 7. Dall’ abstract, "Dati preliminari a sostegno della mindfulness-meditazione come trattamento per i

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comportamenti di dipendenza sono forniti e direzioni per la ricerca futura sono discussi." - Mindfulness-Based Prevention Relapse per l'alcool e le sostanze da abuso di Witkiewitz et. al, disponibile presso http://www.ingentaconnect.com/content/springer/jcogp/2005/00000019/00000003/art00003 8. Ab "Mindfulness è un modo di prestare attenzione che ha avuto origine in pratiche di meditazione orientali. E 'stata descritta come" portare la propria attenzione completa al presente, esperienza vissuta momento per momento "(Marlatt & Kristeller, 1999, p. 68 ) e come "prestare attenzione in un modo particolare: di proposito, nel momento presente, e nonjudgmentally" (Kabat-Zinn, 1994, p 4) "- Mindfulness Training come un intervento clinico:. Una rassegna concettuale ed empirica, da Ruth R. Baer, disponibile presso http://www.wisebrain.org/papers/MindfulnessPsyTx.pdf 9. "Una sorta di consapevolezza incentrata sul presente, non elaborativa e non giudicante, in cui ogni pensiero, sentimento o sensazione che si pone nel campo attenzionale è riconosciuto e accettato così com'è" - Mons. et al. (2004:232) 10. Abc Scott R. Vescovo, Marco Lau, Shauna Shapiro, Linda Carlson, Nicole D. Anderson, James Carmody, Zindel V. Segal, Susan Abbey, Michael Speca, Drew Velting & Gerald Devins (2004). "Mindfulness: una definizione operativa proposta". Psicologia Clinica: Science & Practice 11 (3): 230-241. doi: 10.1093/clipsy.bph077. ISSN 0969-5893. (Vedi anche bibliografia di questa pagina) 11. Teasdale, John D. (1999). "Metacognizione, Mindfulness e la modifica dei disturbi dell'umore". Rivista Psychiatric (PDF). Psicologia Clinica e Psicoterapia. p. 10. Estratto 27 novembre 2012. 12. "Mindfulness e Psicoterapia Integrativa" ab. Estratto 25 Marzo 2012. 13. "Il programma di riduzione dello stress, fondata dal dottor Jon Kabat-Zinn nel 1979 ..." - Http://www.umassmed.edu/cfm/stress/index.aspx 14. "Gran parte dell'interesse per le applicazioni cliniche della mindfulness è stato scatenato dall'introduzione di riduzione dello stress Mindfulness-Based (MBSR), un programma di trattamento manualizzato originariamente sviluppato per la gestione del dolore cronico (Kabat-Zinn, 1982; Kabat-Zinn , Lipworth, e Burney, 1985; Kabat-Zinn, Lipworth, Burney, e Sellers, 1987) ". - Bishop et al, 2004, "Mindfulness: Una definizione operativa proposta" 15. "Storicamente una pratica buddista, mindfulness può essere considerata una capacità umana universale che si propone di favorire la chiarezza di pensiero e apertura di cuore. Come tale, questa forma di meditazione non richiede alcun particolare sistema di credenze religiose o culturali." - Mindfulness in Medicine da Ludwig e Kabat-Zinn, disponibile presso http://jama.ama-assn.org/cgi/content/short/300/11/1350 16. Thich Nhat Hanh, Il miracolo della presenza mentale (1975), Beacon Books, ISBN 0-8070-1239-4 17. Thompson, Sylvia (10 aprile 2012). I tempi irlandesi http://www.irishtimes.com/newspaper/health/2012/0410/1224314560853.html | url = titolo mancante (aiuto). 18. Steven C. Hayes, Uscire dalla tua mente e nella vostra vita (2004) New Harbinger Press 19. Russ Harris, The Trap Happiness (2008) Trombettista Libri 20. Disponibile presso http://nrepp.samhsa.gov/ViewIntervention.aspx?id=191 il 3/9/2011 (luglio 2010) 21. "Negli ultimi 30 anni, l'interesse per gli usi terapeutici della consapevolezza è aumentata, con più di 70 articoli scientifici sull'argomento pubblicato nel 2007." - Mindfulness in Medicine da Ludwig e Kabat-Zinn, disponibile presso http://jama.ama-assn.org/cgi/content/short/300/11/1350 22. A b Rapgay, L, e Bystrisky, A. (2009). Mindfulness classica: una introduzione alla sua teoria e pratica per l'applicazione clinica. Atti del Convegno sulla longevità, la rigenerazione e la salute ottimale: l'integrazione orientale e occidentale prospettive Phoenicia, NY 23. Http://deepblue.lib.umich.edu/bitstream/2027.42/49484/2/cortisolpulseLightman.pdf 24. Brown KW, Ryan RM (2003). "I vantaggi di essere presenti: Mindfulness e il suo ruolo nel benessere psicologico". Journal of Personality and Social Psychology 84 (4): 822-48. doi: 10.1037/0022-3514.84.4.822. PMID 12703651. 25. Jain S et al. (2007). "Uno studio randomizzato controllato di meditazione contro il rilassamento formazione mindfulness: Effetti sul disagio, stati d'animo positivi, ruminazione, e la distrazione". Annals of Behavioral Medicine 33 (1): 11-21. doi: 10.1207/s15324796abm3301_2. PMID 17291166. 26. Arch JJ, Craske MG (2006). "Meccanismi di mindfulness: regolazione delle emozioni a seguito di una induzione di respirazione concentrata". Behaviour Research and Therapy 44 (12): 1849-1858. doi:

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Pubblicazioni relative alle ricerche cliniche sulla mindfullness e sulla meditazione 1. Chiesa, A., Serretti, A. 2010. A systematic review of neurobiological and clinical features of mindfulness meditation. Psychol. Med. 40(8):1239-1252 2. Davidson, R.J., Kabat-Zinn, J., Schumacher, J. 2003. Alterations in brain and immune function produced by mindfulness meditation. Psychosom. Med. 65:564-570 3. Grossman, P., Nieman, L., Schmidt, S., Walach, H. 2004. Mindfulness-based stress reduction and health benefits: a meta-analysis. J. Psychosom. Res. 57:35-43 4. Hofmann, S.G., Sawyer, A.T., Witt, A.A., Oh, D. 2010. The effect of mindfulness-based therapy on anxiety and depression: a meta-analytic review. J. Consult. Clin. Psychol. 78(2):169-183 5. Kabat-Zinn, J., Massion, A.O., Kristeller, J., Peterson, L.G., Fletcher, K.E., Pbert, L., Lenderking, W.R., Santorelli, S.F. 1992. Effectiveness of a meditation-based stress reduction program in the treatment of anxiety disorders. Am. J. Psychiatry. 149(7):936-943 6. Matchim, Y., Armer, J.M. 2007. Measuring the psychological impact of mindfulness meditation on health among patients with cancer: a literature review. Oncol. Nurs. Forum. 34( 5):1059-1065 7. Praissman, S. 2008. Mindfulness-based stress reduction: A literature review and clinician’s guide. J. Am. Acad. Nurse Pract. 20:212–219 8. Reibel, D.K., Greeson, J.M., Brainard, G.C., Rosenzweig, S. 2001. Mindfulness-based stress reduction and health-related quality of life in a heterogeneous patient population. Gen. Hosp. Psych. 23:183–192 9. Shapiro, S.L., Oman, D., Thoresen, C.E., Plante, T.G., Flinders, T. 2008. Cultivating mindfulness: effects on well-being. J. Clin. Psychol. 64(7):840-62. 10. Herbert, James D., and Evan M. Forman. Acceptance and Mindfulness in Cognitive Behavior Therapy: Understanding and Applying New Theories. Hoboken: John Wiley & Sons, 2011. Print. 11. Segal, Z., Teasdale, J., Williams, M. (2002). Mindfulness-Based Cognitive Therapy for Depression. New York: Guilford Press. p.73 12. Herbert, James D., and Evan M. Forman. Acceptance and Mindfulness in Cognitive Behavior Therapy: Understanding and Applying New Theories. Hoboken: John Wiley & Sons, 2011. Print.p.62 13. Fulton, P., Germer, C., Siegel, R. (2005). Mindfulness and Psychotherapy. New York: Guilford Press. 14. Zindel V., Segal, J., Mark G., Williams, John D. Teasdale, (2002), Mindfulness-based cognitive therapy for depression: a new approach to preventing relapse,. Guilford Press, ISBN 1-57230-706-4. 15. Mark W., Penman D., (2011), Mindfulness: Finding Peace in a Frantic World " Rodale Books US Piatkus UK (5 May 2011) 16. Ruth A. Baer, (2006. ), Mindfulness-based treatment approaches: clinician's guide to evidence base and applications, Academic Press, ISBN 0-12-088519-0. 17. Mindfulness-Based Cognitive Therapy for Anxious Children: A Manual for Treating Childhood Anxiety, by Randye Semple, Jennifer Lee. New Harbinger Pubns Inc, 2010. ISBN 1-57224-719-3. 18. Mindfulness Practice in the Treatment of Traumatic Stress, U.S. Department of Veterans Affairs. 19. Piet, J., Hougaard, E. (2011). The Effect of Mindfulness-Based Cognitive Therapy for Prevention of Relapse in Recurrent Major Depressive Disorder: a Systematic Review and Meta-Analysis. Clinical Psychology Review, 31 (6), 1032–1040. 20. Manicavasgar, V., Parker, G., Perich, T. (2011). Mindfulness-Based Cognitive Therapy Vs. Cognitive Behaviour Therapy as a Treatment for Non-Melancholic Depression. Journal of Affective Disorders. 130 (1–2), 138–144. (http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0165032710006087?) 21. Felder, J. N., Dimidjian, S., & Segal, Z. (2012). Collaboration in Mindfulness-Based Cognitive Therapy. Journal of Clinical Psychology, 68(2), 179–186. 22. Ma, S. H., Teasdale, J. D. (2004). Mindfulness-Based Cognitive Therapy for Depression: Replication and Exploration of Differential Relapse Prevention Effects. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 72 (1), 31–40. 23. Aftanas, L.I., Golocheikine, S.A., 2001. Human anterior and frontal midline theta and lower alpha reflect emotionally positive state and internalized attention: high-resolution EEG investigation of meditation. Neurosci. Lett. 310:57– 60 24. Aftanas, L.I., Golocheikine, S.A., 2002. Impact of regular meditation practice on EEG activity at rest and during evoked negative emotions. Int. J. Neurosci. 115(6):893-909 25. Arias, A.J., Steinberg, K., Banga, A., Trestman, R.2006. Systematic Review of the Efficacy of Meditation Techniques as Treatments for Medical Illness. J. Altern. Complement. Med. 8:817–832

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26. Cahn, B.R., Polich, J., 2006. Meditation States and Traits: EEG, ERP, and Neuro Immaging Studies. Psychol. Bull. 2006;132(2):180-211 27. Dillbeck, M.C., Bronson, E.C., 1981. Short-term longitudinal effects of the transcendental meditation technique on EEG power and coherence. Internat. J. Neurosci. 14:147–151 28. Gaylord, C., Orme-Johnson, D., Travis, F. 1989. The effects of the transcendental meditation technique and progressive muscle relaxation on EEG coherence, stress reactivity, and mental health in black adults. Internat. J. Neurosci. 46: 77–86 29. Takahashi, T., Murata, T., Hamada, T., Omori, M., Kosaka, H., Kikuchi, M., Yoshida, H., Wada, Y. 2005. Changes in EEG and autonomic nervous activity during meditation and their association with personality traits. Int. J. Psychophysiol. 55(2):199-207 30. Tang, Y.Y., Ma, Y., Fan, Y., Feng, H., Wang, J., Feng, S., Lu, Q., Hu, B., Lin, Y., Li, J., Zhang, Y., Wang, Y., Zhou, L., Fan, M. 2009. Central and autonomic nervous system interaction is altered by short-term meditation. Proc. Natl. Acad. Sci. USA. 106(22):8865-8870 31. Travis, F., Arenander, A. 2006. Cross-sectional and longitudinal study of effects of transcendental meditaton practice on interhemispheric frontal asymmetry and frontal coherence. Internat. J. Neurosci. 116:1519-1538 32. Travis, F., Tecce, J., Arenander, A., Wallace, R.K. 2002. Patterns of EEG coherence, power, and contingent negative variation characterize the integration of transcendental and waking states. Biol. Psychol. 61:293-319 33. Ramaratnam, S., Sridharan, K. 2000.Yoga for epilepsy. Cochrane Database Syst Rev. (3):CD001524. Review 34. Murata, T., Takahashi, T., Hamada, T. 2004. Individual trait anxiety levels characterizing the properties of zen meditation. Neuropsychobiology. 50(2):189-194 35. Pilkington, K., Kirkwood, G., Rampes, H., Richardson, J. 2005. Yoga for depression: The research evidence. J. Affect. Disord. 89:13–24.

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- CAPITOLO QUARTO –

LE TESTIMONIANZE DEL PROGETTO GAIA

In questo capitolo abbiamo riportato alcune delle testimonianze, tra le tante che ci sono pervenute, che parlano dell’efficacia del Protocollo Gaia - Mindfulness Psicosomatica su soggetti di

differenti età anche in situazioni geografiche, cultuali e umane difficili. SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO - LICEO ARTISTICO ‘MUNARI’ DI CREMA’ Classe 2^B di Cremona-Lombardia Relazione di Fernanda Frassi Efficacia del Progetto Gaia in situazione ‘problematiche’ V., 16 anni con disabilità e ritardo, si esprime con grave balbuzie, è seguito 12 ore settimanali da assistente alla persona e 8 ore da insegnante di sostegno prevalentemente fuori dalla classe; con la classe V. ha una relazione parziale e risulta scarsamente integrato. I primi due incontri Gaia sono alla prima ora e l'allievo non partecipa al gruppo: i docenti mi informano successivamente che l'allievo entra sempre in aula alla seconda ora. Al terzo incontro, in altro orario, V. è in classe con l'assistente che si propone di accompagnarlo fuori dall'aula "per consentire al gruppo di lavorare". Propongo a V., incuriosito, di partecipare ed egli mostra il timore di 'non essere capace'; rassicuro V. e l'assistente proponendomi di affiancarlo, affinché possa provare l'attività che i compagni svolgeranno e, solo successivamente, scegliere di continuare. V. partecipa sperimentandosi e seguendo l'attività fino al disegno psicosomatico che è particolarmente dettagliato. Al termine dell'incontro V. chiede di partecipare agli incontri successivi perché l'attività gli è piaciuta e racconta di essersi sentito a suo agio. Prendiamo insieme accordi con l'assistente perché lui possa partecipare agli incontri successivi anche quelli che si svolgeranno alla prima ora. V. chiede di spostare una verifica fissata per essere presente. Al 6° incontro, V. svolge gli esercizi e realizza il disegno; interviene per condividere la sua esperienza ed espone senza esitazione e senza alcun balbettio le sensazioni sperimentate. I compagni ascoltano il suo intervento evitando risate, aiuti e commenti; la docente partecipante all'incontro interviene sottolineando a V. che nell'intervento si è espresso senza balbuzie. Il percorso terminerà il 30 di marzo, ma V. ci tiene ad essere presente e a 'regalarmi' ogni disegno. G. è un allievo dall'andatura piuttosto goffa, spesso ciondolante, con movimenti lenti e ad ogni incontro Gaia fatica a mantenere gli occhi chiusi e ad entrare nella pratica di mindfulness. Nel disegno psicosomatico G. fatica a rappresentare le sensazioni sperimentate e nelle condivisioni riferisce una difficoltà a sentire il proprio corpo e a riferirne le sensazioni. Alla "meditazione dell'albero della vita", dopo aver "ascoltato" il busto come tronco e le braccia come rami, G. assume una postura cadente e vacillante; al disegno psicosomatico rappresenta un 'salice piangente'. Al termine della sessione G. commenta di sentire il suo corpo proprio come questo albero: cascante, ciondolante, faticando a mantenere una postura eretta. Sente che solitamente trascina stancamente il suo corpo lasciando gli arti ciondolanti, trovando appoggi nell'ambiente e faticando a reggersi. Al 10° incontro e per la prima volta G. sembra percepire il suo corpo esattamente come appare riacquistando consapevolezza di sé senza giudizio alcuno.

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ITIS “G. FERRARIS” SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO CLASSE 3^N di Napoli-Campania Relazione di Mario Borrelli L'Analisi del contesto L'I.T.I.S. “G. Ferraris” è una scuola secondaria superiore con circa 1600 alunni, 70 classi e più di 200 docenti, situata in una zona di estrema periferia nord di Napoli in cui si manifestano diverse problematiche: povertà, bassa scolarizzazione, genitorialità precoce, alto tasso di dispersione scolastica, carenza nelle capacità genitoriali e di cura degli anziani. Si tratta infatti, in maggioranza di una popolazione residente nei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica della cosiddetta 167, la cui configurazione architettonica alimenta l’occultamento di attività illecite e di gruppi dediti alla malavita organizzata, e non consente facilmente la penetrabilità, soprattutto degli operatori, che a qualsiasi titolo si pongono a sostegno e/o controllo dei nuclei familiari. Scampia è uno dei quartieri più popolosi della città, nonostante il numero di residenti vada visto pesantemente al rialzo per via delle occupazioni abusive, non registrate all'anagrafe del Comune di Napoli e che secondo alcune stime raggiungono l'ordine di alcune migliaia di unità. Tali occupazioni abusive interessano finanche gli scantinati e i ballatoi. Infatti, malgrado l’edilizia pubblica, che in quest’area della città assume caratteri esponenziali, resta aperto il problema dei senza tetto, che, al solo titolo emergenziale, occupano strutture fatiscenti o strutture scolastiche dismesse, poiché, il libero mercato degli affitti e delle vendite immobiliari, impedisce la realizzazione autonoma dei nuclei familiari o delle persone sole a basso reddito o con reddito inesistente. La genitorialità precoce colpisce spesso genitori dallo scarso livello di istruzione, che si unisce, in modo deleterio alla immaturità psichica rispetto alla funzione di educatore, legata all’età. Ciò determina l’esistenza di una quota di bambini con scarse opportunità di accudimento nel processo di crescita corporea e di sviluppo psico-affettivo. Un altro problema, endemico, è dato dalla mancanza di serie e legali prospettive lavorative, rese ancor più esigue dallo scarso livello culturale e di specializzazione, che rallenta, o impedisce fortemente l’immissione nel mercato del lavoro rendendo, soprattutto i giovani, dipendenti dalle risorse della famiglia di origine. Un dato su tutti: a Scampia c'è uno dei tassi di disoccupazione più alti d'Italia, pari al 60-75% della popolazione attiva. L'iniziativa, le scelte e gli operatori coinvolti L'iniziativa di condividere la proposta educativa del “Progetto Gaia” nella classe III sezione N dell'I.T.I.S. “G. Ferraris”di Napoli si è rivelata una sfida molto entusiasmante e motivante, ma anche tanto impegnativa, sin dal principio. Infatti, anche solo far deliberare l'approvazione dell'iniziativa dal collegio dei docenti ha richiesto molta pazienza, fiducia, tempo, lavoro di relazioni e di comunicazione in quanto, pur se il Dirigente scolastico e tutti i docenti del Ferraris condividono le finalità che muovono la proposta “Gaia”, la stragrande maggioranza di essi non ha alcuna esperienza diretta di mindfulness né di strumenti-discipline per lo sviluppo della consapevolezza e del benessere, e tra i colleghi c'è molto scetticismo e pregiudizio, producendo spesso un atteggiamento di chiusura come forma di protezione. La scelta di preferire la III N, tra le otto classi che mi sono state assegnate nell'anno scolastico in corso, è nata da due ragioni: la prima, fondamentale, è che in questo consiglio di classe vi è un collega, Vincenzo, che coltiva da più di trent'anni la pratica e l'insegnamento del taijiquan - qi gong; la seconda è che, Vincenzo ed io, insegnanti compresenti di Telecomunicazioni e Laboratorio, dopo un'osservazione degli studenti durata circa un mese, abbiamo riconosciuto in questa classe - rispetto ad altre - maggiori problematiche motivazionali e sociali. Quali condizioni migliore potevamo auspicarci per “testare” il protocollo Gaia? La classe, infatti, era molto frammentata. Molti studenti mostravano atteggiamenti di apatia e demotivazione allo studio, alcuni scarsa partecipazione al dialogo educativo-didattico e difficoltà relazionali. Si sono anche verificati alcuni lievi casi di difficoltà comportamentali.

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Nelle ore di Telecomunicazioni vi era in aula anche, Elina, la collega di sostegno, essendo nella classe presente anche uno studente diversamente abile e DSA. Tempi e modi Gli incontri sono stati svolti in orario curriculare, nella consueta aula assegnata alla classe, e seguendo a pieno l'organizzazione modulare nei contenuti e nei tempi suggerite dal “Protocollo Gaia”, per il quale abbiamo deciso di prender parte alla “validazione sperimentale”. All'uopo la classe III M ha avuto funzione di “controllo” nella sperimentazione. Quasi mai siamo però riusciti a concludere gli interventi nei 60 minuti previsti, sia per motivi gestionali-organizzativi (incombenze burocratiche quali registro delle presenze, annotazioni, ecc con sistemi telematici spesso non efficienti, altre esigenze didattiche, ecc) sia per l'inesperienza e l'entusiasmo del conduttore e di tutti gli attori. Sostanzialmente entrambe le ore settimanali previste dal quadro orario ministeriale per la materia Telecomunicazioni e Laboratorio sono state dedicate a “Gaia” sino alla seconda settimana di gennaio 2015 (praticamente tutto il I° quadrimestre). L'esperienza L'iniziativa è stata accolta da molti studenti in modo scettico, da alcuni con curiosità e da pressoché tutti con gioia, non appena hanno compreso che non occorreva studiare e non ci sarebbe stata alcuna valutazione. I primi 4-5 incontri sono serviti agli allievi per accettare e superare le prime difficoltà manifeste: occhi aperti, agitazione, imbarazzo. Già dal terzo incontro le ritualità del cerchio e della condivisione sono stati riconosciuti dai ragazzi come dei punti di forza. I giovani che normalmente in classe erano isolati ed impauriti, piano piano hanno cominciato a prendere coraggio e gusto alla partecipazione, attraverso domande, racconti e confidenze molto interessanti. Invece, gli allievi il cui consueto atteggiamento in classe evidenziava esuberanza, aggressività, leadership anche nel parlare, hanno espresso maggiore difficoltà a condividere e ad entrare intimamente in contatto col gruppo classe. Con l'introduzione degli esercizi di energetica seguiti dalla Mindfulness alcuni studenti hanno cominciato ad avere degli insight e la motivazione al “capire” gli aspetti scientifici loro proposti è aumentata. Sono nate domande e discussioni molto profonde e proficue per la crescita di tutti. Un considerevole numero di allievi si è “aperto” ad un rapporto di maggiore fiducia col sottoscritto, facendo confidenze, domande, condividendo riflessioni. Nel contempo la classe cominciava ad essere un po’ più coesa e si registrava un clima più rilassato. In molti casi sono nate discussioni aperte, belle, profonde, sul nostro consueto “vivere quotidiano a scuola” e “nel mondo”. Nella classe si è come creato uno “spazio” per percepire e accogliere gli altri e le cose così come si manifestavano volta per volta. Il tema dei diritti di tutti, dei valori profondi dell'essere, ha prodotto la partecipazione più alta di tutti i componenti della classe, innescando anche discussioni molto vivaci. Dopo i 12 incontri, l'insieme degli studenti della III N cominciava ad essere un “gruppo classe vivo”. Osservazioni e riflessioni Le osservazioni immediate sull'impatto delle pratiche svolte assieme ai giovani della III N sono tante. E molte sono le mie riflessioni sull'esperienza fatta. Un'esperienza forte. Un'esperienza che mi dice che è fondamentale che lo studente trovi un suo cammino di apprendimento sereno e riconosciuto, all'interno di un clima complessivo di accoglienza e di accettazione sia da parte dei docenti che dei compagni. E questo clima occorre che ciascuno impari a trovarlo dentro di sé. Al termine di uno degli incontri uno studente mi ha detto: “Professor Borrelli, che bello!!” Gli ho risposto “Che bello, cosa?”. E lui: “E' bello trovare uno spazio di pace nel quale rifugiarsi”. Per qualche studente, due in modo particolare, ci sono stati evidentissime evoluzioni personali con immediate ricadute nelle capacità comunicative e di conseguenza nei risultasti scolastici.

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Molti studenti hanno condiviso la sensazione di un bisogno di “più tempo” e maggiore continuità delle attività “Mindfulness”. Ciò è in linea con la mia osservazione che occorre una maggiore sinergia e compartecipazione attiva di tutti: studenti, docenti, non docenti nel consiglio di classe e fuori. Alcune condivisioni di più di uno studente hanno messo in risalto il fatto che “appena costruito un clima cooperativo, inclusivo e silenzioso” è necessario “proteggerlo”, “nutrirlo”, altrimenti non solo lo si perde quasi subito ma poi “il perderlo è più doloroso di non averlo mai avuto”. Ciò mette in luce che l'attitudine “Mindfulness” occorre coltivarla in ogni istante e, scolasticamente parlando, in ogni materia, in qualunque ora di lezione, con chiunque. Ciò significa che occorre una “disseminazione” dentro la scuola dell'attitudine “Mindfulness” e delle informazioni scientifiche sulla salute globale dell'essere umano. Di seguito riporto una griglia di osservazione sistematica che abbiamo utilizzato durante il percorso per meglio riconoscere il processo educativo degli studenti:

Autostima e immagine di sé Alcuni studenti hanno mostrato evidenti miglioramenti

Rapporti con le istituzioni e con i docenti

Molti allievi hanno più fiducia negli insegnanti e nei processi educativi

Motivazione all'apprendimento Quasi tutti gli allievi hanno aumentato la propria partecipazione in classe. Alcuni oltre a mostrare più interesse hanno evidenziato maggiore impegno.

Socializzazione/Collaborazione nei rapporti interpersonali

Alcuni studenti sono più inseriti nel gruppo classe ed hanno superato un atteggiamento di isolamento

Rapporti con la famiglia I genitori di tre studenti riferiscono di un maggior senso di responsabilità e voglia di venire a scuola

Effetti sull'andamento del profitto scolastico

Per almeno tre allievi vi sono stati evidenti miglioramenti

Clima e la cooperazione del gruppo classe

Notevoli sono gli effetti sul clima della classe che è diventato positivo, accogliente, sicuro e maggiormente cooperativo

Effetti sul comportamento, gestione delle emozioni e contenimento della reattività e degli impulsi (autoregolazione)

Il clima più distensivo stabilito nella classe ha stemperato gli eccessi di aggressività che talvolta in precedenza erano emersi dando vita a comunicazioni vivaci e aperte ma più contenute nei toni.

La condivisione finale Le attività del Progetto Gaia sono terminate nel mese di gennaio 2015. All'inizio del mese di maggio, quindi dopo circa tre mesi, abbiamo invitato gli studenti ad osservare se le attività “Mindfulness” avessero prodotto degli effetti individuali e collettivi, e quali. Attraverso una riflessione individuale, seguita poi da un lavoro a coppie, poi ancora a gruppi di 5 studenti ed infine tutti assieme, gli studenti hanno condiviso i seguenti aspetti riguardo il Progetto Gaia:

· Riconoscere ed esternare le emozioni;

· Imparare nuove tecniche di comprensione;

· Provare sensazioni di maggiore benessere e stabilità nella propria vita;

· Maggiore consapevolezza delle emozioni;

· Miglioramento dei rapporti sociali e scolastici;

· Spontaneità nel dialogo;

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· Incremento dell’attenzione;

· Maggiore empatia;

· Maggiore consapevolezza di sé e più profondo con-tatto con se stessi.

Alcune condivisioni degli studenti Giuliano: Dopo ogni esperienza mi sentivo in qualche modo diverso rispetto a prima. Era però un diverso positivo, perché mi sentivo più rilassato, più in pace con me. Quindi ho percepito che prima c'era qualcosa che ostacolava maggiormente questo flusso positivo. L'aspetto negativo sta nel fatto che gli incontri, molto brevi, non mi hanno permesso di far durare questa sensazione per molto. Avrei fatto quindi durare per più mesi gli incontri perché questo mi avrebbe permesso di comprenderne meglio i benefici. Simone: Ho trovato un po' di armonia in me, dentro la classe e nel mio modo di studiare. Anche nella mia vita privata è successo che prima ero in genere più cupo, invece adesso a volte riesco a vedere le cose anche in un altro modo. Gli aspetti negativi sono le poche ore che abbiamo avuto disponibili e l'ambiente un po' chiuso. Sarebbe preferibile fare alcune pratiche immersi nella natura. Alessandro: Il progetto ha avuto una ricaduta sull'apprendimento della classe e anche nei rapporti sociali e scolastici. Io stesso all'inizio ero molto scettico, non ci credevo. Prima del progetto non andavo molto bene a scuola. Adesso non so se è stata una mia impressione, se mi sono auto-convinto, però dopo il progetto ho creduto più in me stesso e sono migliorato notevolmente. Volevo concludere che il progetto Gaia è utile per conoscere se stessi. Non dobbiamo aspettarci che fa dei miracoli. Io ho notato che dentro di me c'era qualcosa che non andava, qualcosa che mi bloccava. Quindi penso che in un futuro, continuando le pratiche proposte in questo progetto, riuscirò ad imparare come riuscire a risolvere questo problema dentro di me. Conclusioni Sperimentare il “Progetto Gaia” in una “mia classe” è contestualmente un grande successo ma anche solo un piccolo seme. Ritengo sia indispensabile un sempre maggiore coinvolgimento di più docenti, più classi, ecc., fino a che queste attività non saranno inserite nel contesto vitale della scuola italiana. Soprattutto quelle inserite in territori ad alto rischio nei quali la dispersione e l'insuccesso scolastico sono molto elevati. E' un cammino difficile, ma da compiere....e come dice Lao Tzu, “ogni viaggio inizia con un piccolo passo”. ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE BERNARDO PASQUINI SCUOLA PRIMARIA ‘AMICIZIA’ di Massa-Toscana Relazione di Sabrina Cecconi Scuola Primaria “Amicizia” due prime classi con un numero totale di 42 bambini, il progetto è stato realizzato in due tempi, quindi 21 bambini per classe. Gli insegnanti prima di iniziare le attività segnalano classi con alcuni soggetti molto irrequieti e difficilmente gestibili. I primi 6 incontri sono stati svolti in classe poiché non erano disponibili altri spazi, successivamente ci è stata resa disponibile una stanza all’interno dell’istituto. L’inizio devo ammetterlo è stato piuttosto difficoltoso, ho dovuto molto adattare il protocollo alla situazione senza stravolgerlo e cercando di mantenere la struttura originaria. I bambini che disturbavano non sono stati esclusi dalle classi e questo ha penalizzato un po’ i bimbi che avevano interesse per l’attività, almeno inizialmente, successivamente e a conclusione delle attività ho potuto verificare che i bambini avevano acquisito una significativa capacità nell’identificare ed esprimere le proprie

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percezioni corporee ed emozionali, inoltre sono riusciti a trovare un equilibrio di gruppo. Alcuni bambini che presentavano forte inquietudine motoria hanno compreso che possono utilizzare le semplici strategie imparate per contenere e sciogliere i loro vissuti, a momenti sono anche riusciti a restare ad occhi chiusi e in silenzio. Cosa molto interessante, che sono riusciti anche a darsi uno spazio di riflessione sui temi dell’ecologia e della possibilità di fare piccole scelte per migliorare l’ambiente dove vivono. Presso la scuola “Giano Giani” di Massa Capoluogo il progetto è stato realizzato con un numero di 89 bambini, dalla 1 classe alla 5, la suddivisione operata dagli insegnanti è stata: 1 e 2 classe, 4 classe, 3 e 5 classe. La scelta di lasciare la 4 classe da sola era dato dal fatto che veniva ritenuta difficoltosa. Per quanto mi riguarda ho trovato piena partecipazione da parte di alunni ed insegnanti, le quali mi hanno sostenuta durante l’attività, confrontandosi costantemente e fornendomi indicazioni precise. L’esperienza è stata molto significativa, i risultati eccellenti. I bambini fin dall’inizio hanno partecipato attivamente mettendosi molto in gioco anche nei momenti più complessi, la classe ritenuta difficoltosa è risultata con sorpresa anche dell’insegnante la più partecipe e ricettiva. Benché vi siano stati alcuni soggetti disturbanti, già dopo pochi incontri si sono integrati nell’attività. Gli effetti sulla competenza nel percepire ed esprimere i propri vissuti fisici ed emozionali è stata molto evidente, così anche la comprensione delle informazioni scientifiche, di come utilizzare le semplici tecniche sperimentate, per migliorare alcuni stati d’animo che vivevano quotidianamente. Interessante è stato osservare come sia stato recepito e l’interesse rispetto al modulo sui “Diritti Umani e la Società Globale”, evidente il piacere che vivevano nel confrontarsi e nella comprensione dei loro diritti, del diritto di scegliere una qualità della vita dignitosa per sé, per l’umanità, e per il pianeta. Sicuramente questi risultati sono stati possibili grazie ad una serie di fattori*, che rendono la scuola una delle più ambite sul territorio, ma qui è rapidamente evidente la potenzialità del protocollo. *i fattori sono: insegnanti molto motivati, famiglie presenti, un comune che ha una particolare attenzione alla scuola intesa come “opportunità per valorizzare il capitale umano del domani”. ISTITUTO COMPRENSIVO PEGLI: RIZZO - ALESSI SCUOLA PRIMARIA di Genova-Liguria Relazione di Patrizia Minetto e Matteo Simonitti Osservazioni generali: in questa fase di sperimentazione dell’efficacia del Progetto Gaia e dell’applicazione del suo protocollo, abbiamo individuato attraverso osservazioni e considerazioni alcuni punti di forza e di criticità che ci sembrano fondamentali per la buona riuscita del progetto ed altri come elementi facilitatori od ostacoli alla corretta implementazione nelle diverse fasi di attuazione.

1. Presentazione del progetto:

• Oltre a presentare e verificare la sostenibilità, la motivazione e l’interesse, risulta prezioso il coinvolgimento già dall’inizio, degli insegnati referenti che si occuperanno del progetto. Esso diviene elemento facilitatore per la lettura del contesto in cui ci troveremo ad operare ed una forma di compliance che riduca deleghe, aspettative irrealistiche ecc. i

docenti coinvolti potranno a questo proposito divenire fondamentali alleati.

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• Prima dell’applicazione del protocollo con gli studenti, proponiamo di dedicare un tempo di 1-2 incontri di preparazione per gli insegnanti che parteciperanno agli incontri in classe. L’obiettivo è quello di rendere la loro presenza in classe parte integrante del progetto sperimentando con operatori e ragazzi gli effetti di esercizi e attività condividendo le emozioni . Un coinvolgimento attivo oltre a produrre effetti positivi sul clima di classe riduce contemporaneamente i rischi di ostacolare e diminuire l’efficacia degli interventi

con interventi giudicanti ed inappropriati.

2. Ambiente:

• La preparazione dell’ambiente che sia accogliente ed attrezzato è importante: temperatura dell’aula/stanza che ospita i ragazzi, spazi adeguati di libero movimento per gli esercizi, riduzione degli elementi prevedibili di disturbo , strumenti tecnici funzionanti.. L’ambiente facilita la creazione del campo per raggiungere uno stato di mindfulness ed un

clima di serenità e benessere.

3. Conduzione:

• Abbiamo avuto la possibilità di sperimentare la conduzione in due con la consapevolezza (confrontata da due incontri in cui ognuno di noi ha dovuto condurre da solo) dell’opportunità di aumentare la qualità e l’efficacia del progetto. Necessaria la sintonia tra operatori che intervenendo a momenti alterni rendono più vario e piacevole lo stile di conduzione e mantengono l’attenzione sul gruppo costantemente potendo avvicinarsi o

aiutare i ragazzi che hanno bisogno.

Efficacia su situazioni problematiche. Abbiamo individuato una situazione della classe prima media ed una classe terza meritevoli di considerazioni. Nella classe prima della scuola secondaria di primo grado abbiamo capito dopo i primi incontri che le docenti avevano proposto per l’intervento la loro classe in particolare per la presenza di un ragazzino che disturbava e spesso non seguiva le lezioni didattiche. Abbiamo ben presto osservato che si erano già instaurate delle dinamiche di isolamento e di pregiudizio negativo verso il ragazzo che chiameremo “E.” che effettivamente teneva un atteggiamento e dei comportamenti difficili da gestire all’interno del gruppo classe. Per tutti i primi 6 incontri E. non riusciva a rimanere fermo né tantomeno a chiudere gli occhi e nemmeno a non creare confusione nei momenti degli esercizi: toccava continuamente qualcuno, attirava l’attenzione parlando in tutti i momenti di silenzio in modo inadeguato tentando di suscitare risate e attrarre a sé tutta l’attenzione possibile. Alla fine del sesto incontro abbiamo avuto un colloquio con le docenti che scoraggiate e infastidite dal comportamento di E. faticavano a non intervenire e mostravano irritazione aumentando i comportamenti negativi di E. senza riuscire a leggere il disagio evidente del ragazzo. Dal colloquio è emerso che erano presenti tutti i tratti tipici di una diagnosi di ADHD. Abbiamo invitato le docenti a segnalare la situazione in quanto E. stava esprimendo tutte le difficoltà delle sue caratteristiche e le forti emozioni sperimentate. La comprensione da parte delle

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docenti di ciò che stava avvenendo con apertura e consapevolezza ha modificato radicalmente la situazione. Dal settimo incontro, è stato commuovente vedere E. riuscire a rimanere disteso ad occhi chiusi per circa 10 minuti ed iniziando a sviluppare la consapevolezza di se stesso. Altra situazione in una scuola primaria: A. è un bambino con una situazione famigliare fatta di privazione e deprivazione, il suo disagio è noto alle insegnanti ed è espresso con una forte incapacità ad esprimere le emozioni e mantenere un comportamento adeguato nelle relazioni con gli altri. Evidenti manifestazioni di iperattività, con uno sguardo triste, un sofferenza profonda espressa come poteva. Anche con lui, a partire dall’accoglienza e dalla comprensione del suo poter stare così come è, accompagnato da interventi costanti, puntuali e precisi con le insegnanti, ha portato dal sesto incontro ad un cambiamento di A. e di tutto il gruppo. I suoi disegni parlano da soli. In generale l’efficacia della mindfulness e del progetto Gaia produce risultati sorprendenti aprendo un nuovo campo per la scuola di “oggi” iniziando a poter vedere il gruppo classe e i singoli alunni da una prospettiva del tutto nuova e sorprendente. SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO Testimonianza di alunni della Classe 3^B

"Abbiamo scoperto sensazioni che non avevamo mai provato: siamo riusciti a porci in condizione di ascolto della nostra corporeità. Un flusso di emozioni ci ha pervasi: forti, positive, di leggerezza, impulsive, a volte anche insolite ed inaspettate. La paura dell'oscurità, del buio nel tenere gli occhi chiusi e nel cercare di concentrarci, ha lasciato il posto alla capacità di affrontare con coraggio anche i timori più radicati e profondi, nella consapevolezza che siamo diventati più coscienti e sensibili nei riguardi di noi stessi. Grazie!"Gli alunni della classe III B

SCUOLA DELL’INFANZIA Stresa Verbania-Piemonte Relazione di Marcella Locatelli Nella scuola materna di Stresa Verbania con bambini dai 3 ai 5 anni gli incontri sono stati progressivi: inizialmente i bambini facevano fatica a stare fermi e con gli occhi chiusi, progressivamente siamo riusciti a respirare, entrare in contatto con il corpo e l'ascolto dell'altro e di tutto il gruppo. Il lavoro è stato proposto attraverso il gioco e l'uso di suoni: tamburo e campane vibrazionali in supporto agli esercizi di energetica dolce e forte. I bimbi più grandi hanno mostrato interesse e partecipazione al progetto Gaia cogliendo le proposte con entusiasmo ed entrando nello spirito del Progetto Gaia consolidando la coesione del gruppo classe, consapevolezza di sé e degli altri. SCUOLA BAIOCCO 84 SCUOLA PRIMARIA di Roma-Lazio Relazione di Francesca Sanchietti e Salvatore di Costanzo Percorsi di consapevolezza nella periferia di Roma. La mia esperienza nasce così un po’ per caso visionando uno dei tanti annunci di seminari convegni che ogni giorno affollano la mia posta elettronica. Poi non so, quella parola ancora

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poco conosciuta, sentita, ma mai compresa appieno: “Mindfulness”. Da lì la curiosità e la partenza verso Lucca al convegno del 2014. Poi il progetto Gaia, la voglia di partecipare a quest’esperienza e il fascino di essere insieme dai più disparati luoghi d’Italia per un’impresa comune: portare la mindfullness nei contesti educativi, istituzionali e non, sperimentarla nelle scuole con i bambini e gli adolescenti. La decisione quindi di partecipare alla formazione al Villaggio Globale, sperimentare una dimensione di consapevolezza così semplice e forse anche per questo così affascinante, provare ad imparare ad ascoltare ed ad accettare la nostra dimensione più profonda ed autentica. L’avventura comincia così, portandomi a coinvolgere un collega che da anni lavora con me nei contesti più disagiati di Roma nei suoi meandri più nascosti e dimenticati. La proposta trova subito accoglienza da parte di una classe quinta della scuola Baiocco 84, in un quartiere di periferia Casalotti dove diverse realtà residenziali diverse condizioni sociali ed economiche contengono una considerevole diversificazione etnico culturale. L’accoglienza delle maestre e dei bambini, l’iniziale imbarazzo e la progressiva fiducia reciproca, ci hanno consentito di accompagnare diciannove bambini in un viaggio verso la “consapevolezza”, che ha consentito loro di sentirsi forse meno “sbagliati” e per questo meno bisognosi di utilizzare l’altro come contenitore di dimensioni di sé non accettabili. La partecipazione di un bambino con difficoltà relazionali, il suo essere presente dapprima fuori dal cerchio ma sempre attento anche se da un angolo della palestra, il suo progressivo avvicinarsi ed entrare, fino alla possibilità di realizzare anche lui il suo bodyscan ha rappresentato il riflesso della progressiva capacità del gruppo di entrare in uno spazio di consapevolezza e sincronizzazione. I racconti dei bambini sono poi arrivati nelle case e hanno portato le famiglie a partecipare ad un evento organizzato per la chiusura del progetto nel quale le foto dei momenti vissuti hanno preso vita in un video riepilogativo del percorso. Ritrovarsi con i genitori, nessuno escluso, sapere che i bambini e le maestre avevano fatto in modo che tutti i genitori potessero esser presenti nonostante le innumerevoli difficoltà organizzative, sentire di esser riusciti ad entrare in una profonda connessione reciproca e sentire le maestre e i genitori emozionarsi per questo, sentire la voglia dei bambini di testimoniare l’entusiasmo per la possibilità sperimentata, ci ha restituito il senso del potere creativo della consapevolezza in grado di accettare le differenze come specificità nello sperimentare una comune umanità. STUDIO PRIVATO CON GIOVANI DAI 23 AI 30 ANNI Bologna-Emilia Romagna Relazione di Dario Costa

I partecipanti sono stati puntuali ed hanno seguito tutte le attività proposte con grande impegno e dedizione. E' stato veramente piacevole e interessante, come conduttore ed anche “sperimentatore” allo stesso tempo, trovare una così grande sintonia con e tra i membri del gruppo! In particolare, gli esercizi di eneregetica forte del 2° modulo hanno creato una condizione di grande complicità tra i ragazzi.

Alla fine tutti abbiamo percepito un'evoluzione e ci siamo “portati a casa” qualcosa di utile e prezioso. Qualcuno ha scoperto la capacità di attenuare tensioni corporee con la respirazione, qualcun altro, sempre attraverso il respiro, ha trovato un potente strumento di distacco dai pensieri e dalle emozioni disturbanti e quindi di centratura, ed anche un beneficio nella qualità del sonno. Qualcun altro ha trovato il nesso tra altre esperienze svolte precedentemente, come yoga e teatro, sentendo meglio cos'è la consapevolezza, e sentendo

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una spinta a praticare maggiormente la “mindfulness” per il proprio benessere. Anch'io, attraverso la pratica, ho sperimentato delle sensazioni fisiche molto intense, più di quelle che sperimentavo precedentemente con la pratica del Qi Gong, e una grande pace mentale, pur utilizzando la mia voce per guidare il processo. Anche la mia respirazione era estremamente tranquilla, riflettendo il bellissimo stato in cui mi trovavo.

Ho trovato molto utile anche il disegno psicosomatico, perché ha aiutato ad utilizzare un linguaggio a cui poco siamo abituati, quello creativo in cui dar spazio a forme e colori. E’ stato bello integrare la mindfulness guidata con le parole a sagome, frecce e simboli. Il disegno psicosomatico ha reso più completa e “artistica” l'esperienza e la sua descrizione. A proposito del disegno, ho anche notato un fatto che mi ha molto colpito, e voglio riportare qui. Subito dopo l'esperienza degli esercizi di energetica dolce, tutti abbiamo utilizzato dei colori tenui (in particolare, l'azzurro era sempre presente); subito dopo aver svolto quelli di energetica forte, invece, i colori condivisi erano decisamente più accesi (in particolare, il rosso era ben evidente). Questo mi ha fatto capire l'importanza e l'universalità del colore come linguaggio che va oltre le parole, e trasmette sensazioni e impressioni a prescindere dalle forme linguistiche utilizzate per esprimerci. E' stata davvero una scoperta interessante, per me, considerando che non mi sono mai occupato più di tanto di studiare il significato dei colori nelle varie tradizioni.

Ci tengo anche a precisare che il “manuale” del Protocollo PMP che ci è stato dato durante la formazione è stato veramente utile e completo, trovandolo un ottimo strumento nel dare un ordine preciso, coerente e sensato alle esperienze e pratiche di consapevolezza proposte durante gli incontri. SCUOLA PRIMARIA Massa Carrara-Toscana Relazione di Eulalia Marsiglia-Franca Orlandi Abbiamo svolto il progetto GAIA in una quinta della scuola primaria. Un aspetto emozionante e anche gratificante è stato osservare i cambiamenti, inizialmente impercettibili che sono poi diventati sempre più evidenti soprattutto in alcuni bambini che nei momenti di condivisione parlavano molto poco o niente. Abbiamo sempre sottolineato con i bambini uno degli aspetti più importanti del progetto Gaia: uno spazio tutto per loro, di non giudizio e accettazione, in cui essere se stessi. Alcuni bimbi inizialmente si tenevano a distanza e non intervenivano, anche se traspariva il loro interesse per le attività che venivano svolte. Nel corso degli incontri si sono avvicinati, anche fisicamente, e hanno fatto i loro interventi. E' stato un momento emozionante osservare la nascita di una loro nuova sicurezza e consapevolezza! SCUOLA PRIMARIA ISTITUTO COMPRENSIVO DI SPEZZANO ALBANESE Cosenza-Calabria Relazione di Audrey Chessebeuf Scuola Primaria con una classe di quarta elementare in collaborazione con l’insegnante d’Italiano. Luogo : aula di studio. Esercizi di energetica: in palestra

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Si è verificata una vera evoluzione nel percorso di ciascun bambino/a anche a livello di coesione del gruppo classe. Si tratta di un’evoluzione, una trasformazione che opera in silenzio, nel tempo e nell’invisibile. All’ inizio, i bambini avevano difficoltà a chiudere gli occhi, si agitavano, si davano fastidio tra di loro, il tempo di mindfulness era molto breve e piano piano ha lasciato naturalmente più spazio a questa dimensione di silenzio individuale e collettivo, perché qualcosa è cambiato in ciascuno dei partecipanti e quindi anche nel gruppo e nelle sue dinamiche. Certi di loro hanno espresso l’idea di creare un quinto modulo di “sperimentazioni, di pratiche in contatto con la natura”. Il progetto ha funzionato anche grazie alla presenza e il coinvolgimento dell’insegnante che continuava a far esistere il progetto durante le sue lezioni e che riutilizzava le informazioni dei filmati anche durante le ore didattiche ricordando agli alunni le esperienze sperimentate durante le ore del Progetto Gaia. E’ stato un percorso molto ricco fatto di riflessioni e confronto-condivisione-aperture con i ragazzi , gli insegnanti, la Dirigente, amici e tutte le persone che hanno seguito anche la formazione durante il periodo estivo al Villaggio Globale di Bagni di Lucca. L’esperienza diretta proposta nelle tecniche e nella condivisione del Progetto Gaia permette di integrare l’informazione in modo diretto, una componente essenziale per un’istruzione reale ed efficace assolutamente da sviluppare nella nostra scuola nazionale. SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA ISTITUTO COMPRENSIVO CURTAROLO Padova-Veneto Relazione di Raffaella Garavello L'esperienza "Progetto Gaia" è stata svolta durante i primi incontri nella palestra scolastica e i bambini che avevano maggiori difficoltà comportamentali erano anche quelli che non riuscivano ad effettuare le attività previste durante lo svolgimento del lavoro. Piano piano il comportamento di questi alunni è migliorato, tanto che, durante lo svolgimento della mindfulness, pur non partecipando attivamente all'attività, facevano attenzione a non disturbare gli altri. Quando poi ho deciso di fare gli incontri solo nell’aula della classe, il comportamento di quegli alunni è risultato più contenuto e hanno iniziato a chiedere che si facesse mindfulness anche all'inizio delle altre ore di lezione, specie se erano nervosi o in caso di leggeri malesseri (mal di testa e di pancia), questo anche a distanza di mesi dalla fine del Progetto. Dopo la mindfulness risultavano più tranquilli e i piccoli malesseri passavano. Alcuni bambini hanno detto di "ascoltare il respiro" anche a casa e di trarne beneficio. In classe l'argomento dei tre cervelli è risultato acquisito e spesso i bambini facevano riferimento al "cervello rettile" quando qualcuno aveva accessi di rabbia ("Guarda che stai usando il cervello rettile!"). L'esperienza del Progetto Gaia è pienamente positiva, raccogliendo anche a distanza di mesi i frutti del progetto stesso. COMUNE DI PRADAMANO Udine-Friuli Venezia Giulia Relazione di Federica Menosso-Luca Menosso-Manuele Menosso

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Il Progetto Gaia è stato da noi proposto al Comune di Pradamano e, con l’Assessore alle Pari Opportunità, abbiamo prospettato due possibilità: contattare le scuole locali (elementari e medie) e aprirlo “al pubblico”. Abbiamo aperto l’adesione alla proposta del Progetto Gaia sul nostro territorio a chiunque ne fosse interessato, realizzando così il ciclo di incontri previsto dal Protocollo nell’auditorium scolastico di Pradamano, in provincia di Udine, con un gruppo di giovani adulti. La caratteristica principale del gruppo che si è formato è stata la disomogeneità, che è stata davvero un valore aggiunto per il percorso. Diversificate le età dei partecipanti, dai 10 agli 83 anni, diverse le esperienze di crescita personale: per molte persone è stata la prima esperienza, diverse altre avevano già fatto del lavoro su di sé in varie modalità. Hanno partecipato anche alcune coppie: fidanzati, marito e moglie, padre e figlio in età scolare, madre e giovane figlio, madre e figlia adulte. Un bellissimo gruppo di una cinquantina di persone, con una frequenza sempre molto alta, che ha stupito anche chi temeva l’esperienza in un gruppo così numeroso, facendo emergere il sentire comune di non giudizio, di libertà e di forte condivisione esperienziale e di apertura verso la Possibilità di procedere nella propria vita consapevolmente. SCUOLA DELL’INFANZIA Savona-Liguria Relazione di Pier Nicola Ninci Pensieri su progetto gaia proposto in una scuola dell'infanzia con bambini di 5/6 anni Nel proporre il progetto gaia ai bambini di una scuola dell'infanzia si è riscontrato quanto questi abbiano risposto meglio alle parti più esperienziali e agli esercizi di energetica, i bambini riuscivano meglio ad entrare in uno stato di ascolto dopo una buona attivazione a livello corporeo. La richiesta di rappresentare col disegno quello che avevano sentito nel corpo è piaciuto molto ai bambini specie il rappresentare quello che avevano provato durante le esperienze proposte, mostrando una buona consapevolezza corporea. Anche i bambini che mostravano maggiori difficoltà a stare nel compito quando entravano nell'esercizio avevano risposte attentive più accurate. Anche l'esercizio del mangiare consapevolmente è piaciuto molto ai bambini, che hanno chiesto più volte di rifarlo. I momenti in cui la gestione del gruppo diventava più difficoltosa era appena questo iniziava e si provava a partire subito con un po' di mindfulness, cosa che non accadeva se prima si facevano esercizi più attivi e si proponeva la mindfulness dopo questi. La parte teorica tendeva a renderli più irrequieti le occasioni in cui sono stati più attenti era quando ho parlato delle emozioni e dei tre cervelli costruendo storie e facendogli rappresentare con il corpo le diverse emozioni e gli animali che corrispondevano al cervello rettile e mammifero, anche nel rappresentare la terra e l'albero si sono molto divertiti. Molto utile nella gestione del gruppo è stata la presenza dell'insegnante di riferimento che nella gestione dei bambini più irrequieti manteneva un atteggiamento empatico al fine di agevolare l’attuazione del Progetto Gaia. Il gruppo si è mostrato sempre molto unito e divertito nel lavorare insieme, e i momenti di distrazione anche se presenti non sono stati tali da incidere sul clima di lavoro. CON UTENTI DEL CSM E LORO FAMIGLIARI

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Rimini-Emilia Romagna Relazione di Nicola Galetta Ho proposto il progetto Gaia ad una associazione di famigliari di sofferenti psichici seguiti dal CSM di Rimini. I risultati sono stai incredibili al punto che mi è stato richiesto di programmare un nuovo ciclo di incontri. Hanno partecipato ai gruppi utenti seguiti dal CSM e alcuni loro famigliari. Inizialmente sono partito pensando che sarebbe stata una cosa azzardata coinvolgerli entrambi ma con il progredire degli incontri i mie timori sono stati dissipati da quello che osservavo. Molti dei famigliari hanno riportato che già dopo alcune settimane in cui applicavano costantemente le tecniche insegnate hanno iniziato a rendersi conto di come il loro mondo interno e di riflesso l’ambiente che li circonda ha iniziato ad assumere aspetti più sani ed equilibrati. L’ episodio più eclatante e secondo me più significativo che dà il metro di giudizio dell’efficacia della Mindfulness Psicosomatica e del Progetto Gaia è stato quello di P. un utente molto difficile affetto da un forma di depressione maggiore resistente al trattamento farmacologico. P. è una persona magra con un corpo che è espressione materiale della sua sofferenza psichica. Quando lo vedo non sorride mai, alle domande sul suo stato di salute lui risponde sempre: “va male, anzi malissimo, sempre peggio” il messaggio che traspare è “non ho le forze per vivere e il diritto di farlo”. Ebbene P. dopo alcuni incontri del progetto gaia ha iniziato ad ammettere che fare quel tipo di lavoro lo fa stare meglio, che riesce ad allentare la morsa dei pensieri e soprattutto al termine di ogni incontro P. lascia il gruppo sorridendo… Lungi dall’ essere una guarigione miracolosa, ma una cosa è certa, P. ha scoperto di avere un corpo ancora in grado di esperire emozioni e soprattutto, ha compreso che può esserci un modo qualitativamente differente di rapportarsi alla sua malattia. SCUOLA DELL’INFANZIA Conversano-Puglia Relazione di Nicola Tricase Martedì 31 marzo alle ore 12:00 si è conclusa la bellissima sperimentazione del Progetto Gaia presso la “Scuola d’infanzia del Secondo Circolo Didattico” di via Guglielmi a Conversano, provincia di Bari. Pur vivendo in Romagna ormai da più di vent’anni, ho sentito forte il desiderio di far conoscere questo Progetto alla mia città natale che dista più di 600km dalla bella Cesena. Grazie alla collaborazione di mia madre, mi sono messo in contatto con genitori potenzialmente interessati e tra Settembre e Ottobre ho organizzato degli incontri nel salotto di casa, occasioni in cui ho condiviso gli obiettivi della sperimentazione proiettando i video del Progetto Gaia. Una volta protocollato il Progetto in tutte le scuole di Conversano e presso lo stesso comune, ho pazientemente atteso la richiesta da parte di qualche dirigente scolastico. Finalmente, si fa viva una preside che mi chiede un appuntamento, sembra interessata al Progetto. Sono le ore 10 del 17 Novembre quando la dott.ssa Guillermina De Gennaro mi accoglie, le mostro il video relativo della “Presentazione Scuole Primarie” e poi quello su “Etica e diritti “. La sua prima risposta è: “Bellissimo, procediamo” … e la mia avventura ha inizio! Lo scorso 9 Gennaio parte la sperimentazione, i genitori compilano diligenti il questionario CBCL (Child Behavior Checklist for Ages 1 ½- 5 ) ed io presento gli ambiziosi obiettivi del Progetto Gaia. Non mi sembrano troppo convinti, ma mi danno fiducia lo stesso … evviva il coraggio!

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Tempo sette giorni e comincia la realizzazione del Progetto: per dodici settimane, ogni venerdì, dopo un’odissea notturna in treno che, appena stacco dal lavoro a Cesena, mi permette di essere a Conversano alle prima luci dell’alba, applico il Protocollo Gaia rispettando i bisogni e i desideri dei bambini in due differenti classi. Sfodero un invidiabile repertorio di filastrocche, canzoncine sul corpo umano, esercizi fisici con l’ausilio di musiche dolci e forti, bolle di sapone, bandierine, piume colorate … tutti strumenti che utilizzo per comunicare con i bambini e per permettere loro di fare esperienze di percezione corporea e respiro consapevole. Per i momenti di silenzio ho a disposizione una bellissima e candida trapunta matrimoniale che apro sul pavimento dando la possibilità ai bambini di stendersi e vivere qualche minuto senza grida e rumori. Alle emozioni riservo tre incontri attraverso l’ascolto di audio-favole supportate da disegni. Alla fine di ogni incontro i bambini si esprimono liberamente disegnando cosa li aveva colpiti: ne sono venuti fuori disegni particolarmente interessanti. L’ultimo incontro, quello del 31 Marzo, lo dedico esclusivamente alla nostra Madre Terra, realizzando un mappamondo col feltro colorato steso per terra; letta una storiella dal titolo “Per chi è il mondo?” di Pow e Ingpen, i bambini sono poi liberi di muoversi. Concludo con una pergamena contenente la “Dichiarazione dei diritti del fanciullo”, consegnata a ciascun bambino chiamandolo per nome. Dai loro sorrisi, abbracci e baci intuisco che i bambini hanno apprezzato tutto quello che abbiamo fatto insieme, compreso questo “regalo” che il Progetto Gaia ci ha permesso di portare a casa. Quello stesso giorno, compilato il questionario CBCL, i genitori mi raccontano come hanno visto “trasformarsi” i loro bambini in questi tre mesi. Una sorprendente e piacevolissima condivisione. Sono le 18.30, ringraziati genitori e maestre mi incammino verso l’auto. Fuori piove a dirotto, ho poca visibilità, così, mentre attendo che spiova, cerco di godermi il lieto fine della mia prima “impresa” con i bambini. Sento un po’ di stanchezza fisica, ma il cuore è pieno di soddisfazione: tante ore di sonno perse, tanto impegno profuso nella realizzazione degli incontri, tanti soldi investiti, tante rinunce fatte sono servite per realizzare un buon Progetto, mi dico tra me e me. Rimembro le calorose strette di mano dei genitori, i ringraziamenti commossi delle insegnanti, la gioiosa partecipazione dei bambini e mi rendo conto che ho fatto bene a seguire il desiderio di far conoscere “Gaia” nel mio comune natale. Come scriveva il grande Antoine de Saint –Exupéry, “Non si vede bene che con il cuore”. P.S.: Le mamme che avevano partecipato agli incontri nel salotto di mia madre e che, per ragioni formali, erano rimaste fuori dalla sperimentazione, non sono state ferme a guardare: con una lettera firmata da tutti i genitori e consegnata alla dirigente hanno chiesto ed ottenuto l’autorizzazione a realizzare il Progetto Gaia in orario scolastico, autofinanziandolo. E il Comune di Conversano non è stato da meno: verso la metà di maggio aprirà le porte della Sala Consigliare per invitare la cittadinanza a conoscere l’esperienza del Progetto Gaia. Evviva il Progetto Gaia …. e chi lo creò! Viva la Puglia! SCUOLA CHELINI DI SAN VITO SECONDARIA DI PRIMO GRADO Toscana-Lucca Relazione di Federica Angioli e Lisa Carrara

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Dove le professoresse ci hanno espresso la loro soddisfazione per i risultati ottenuti con la classe e, cosa ancora più bella, si è sparsa la voce in tutta la scuola. Il che lascia sperare in bene per l'anno prossimo. i risultati più rilevanti ottenuti con i ragazzi, che abbiamo in parte potuto osservare noi direttamente, ma che in maniera più evidente hanno riscontrato le professoresse sono i seguenti:

- uno sviluppo delle competenze emotive (i ragazzi parlano in termini di "io sento" ed esprimono le loro emozioni)

- una maggiore coesione del gruppo classe ed un maggior riconoscimento del disagio dei soggetti più fragili emotivamente, con conseguente verbalizzazione dell'affetto e della disponibilità all'aiuto.

- Hanno imparato una diversa modalità di gestione dei conflitti (verbalizzazione del dolore, del disagio, richiesta di ascolto, motivazione e spiegazione da entrambe le parti - attaccante e attaccato - perdono e abbracci collettivi!)

- una maggiore consapevolezza etica - un miglioramento nel rapporto insegnanti-alunni.

Da segnalare, il netto miglioramento di un alunno con diagnosi di patologia bipolare che ha cominciato a gestire meglio le sue esplosioni di rabbia, ad esprimerla a parole invece che con agiti aggressivi, e a chiedere aiuto ai compagni. Un altro ragazzo che all'inizio del percorso era oppositivo, distaccato, non partecipativo... dopo il 7 incontro ha cominciato a partecipare, ad intervenire... a sorridere. Abbiamo chiesto ai ragazzi due righe sulle loro impressioni e abbiamo ricevuto dimostrazioni di affetto, ringraziamenti e apprezzamento per il lavoro fatto con il Progetto Gaia e per quello che avevano scoperto di possedere. Stiamo facendo un cartellone con i loro biglietti, ne faremo una copia per il dirigente, e ....ci terremo l'originale!!! Concludiamo con un grande ringraziamento al Villaggio Globale per averci dato la possibilità di formarci e trasmettere questa bellissima esperienza professionale e umana. SCUOLA PRIMARIA Villafranca di Verona-Veneto Relazione di Elena Sarina Ho condotto il Progetto in una classe elementare (seconda). La particolarità principale di questa classe è la presenza numerosa di bambini con origine straniera: 9 bambini su 22. Più volte ho avuto la forte sensazione che in qualche modo la cultura originaria di questi bambini li influenzasse (nel modo in cui fare Mindfulness, nei modi di agire ed esprimersi) differenziandoli in parte dai bambini di origine italiana. In particolare, poi, c'era un bambino di origine araba (l'unico nella classe) che sembrava un po' emarginato, per via di alcuni comportamenti "fuori controllo", e la mia impressione era che questa singolare indole da parte del bambino fosse dovuta in parte alla sua cultura. Escludendo assolutamente qualsiasi forma di discriminazione, ho dunque semplicemente riconosciuto con i miei occhi che la cultura (italiana o straniera) di una persona abbia molta rilevanza, già da piccoli e come attraverso il Progetto Gaia si sia verificata un’integrazione e coesione di gruppo transculturale. ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE ‘B. LUINI’ SCUOLA PRIMARIA 4^A Milano-Lombardia Relazione di Milena di Guida

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I bambini di cui presenterò i casi frequentano la classe 4a della scuola elementare dell’Istituto Comprensivo Statale “B. Luini” di Luino Voldomino. M. è un bambino con scarsissima concentrazione, disturbato nel comportamento che risulta iperattivo. E’ un bambino che in campo logico matematico è buono mentre nel campo linguistico rileva notevoli difficoltà espressive, quando espone un vissuto lo fa in modo contorto, confuso che a volte non si comprende e ha tendenza a negare l’evidenza della realtà. Quando è iniziata la sperimentazione, per diversi incontri, ha avuto difficoltà a chiudere gli occhi, trovando in ogni momento una scusante per non farlo, sollecitava con battute o con gesti a far ridere i compagni, le sue manifestazioni sono state una segnalazione di disagio profondo e molto disturbante per l’intera classe. Durante il body-scan è riuscito a verbalizzare i blocchi (in gola, nel cuore) e nel disegno ha rappresentato una saetta che gli usciva dal braccio e ha sentito come un fulmine che c’era in tutto il corpo dandogli dolore. Dopo circa 14 incontri M ha incominciato a dimostrare più partecipazione controllata e contribuendo con condivisioni più mirate. Durante l’attività scolastica non si sono verificati per ora cambiamenti rispetto al suo comportamento e rendimento. A. è un bambino con un atteggiamento apatico, mostra spesso un’espressione del viso interrogativa come se fosse nel presente solo quando lo si richiama. Non comprende le consegne, durante gli incontri non partecipa, non vuole condividere, sbaglia continuamente gli esercizi, non è in contatto con il corpo e l’atteggiamento è di colui che si annoia. Anche quando gli si chiede di disegnare se stesso dopo l’esperienza, disegna l’omino preistorico, per ben tre volte non disegna se stesso. Solo dopo 15 incontri durante la proiezione di un filmato alza spontaneamente la mano per intervenire in modo appropriato sull’argomento del filmato ed inoltre sembra molto più presente e partecipativo alle proposte. In classe aveva un atteggiamento totalmente “assente” e poco attivo anche riguardo la risoluzione di piccoli problemi concreti, si è notato un sostanziale miglioramento: interviene in modo pertinente, manifesta una maggior determinazioni nelle situazioni quotidiane mostrando meno paura nell’ammettere le proprie mancanze, dimostra più responsabilità. DIREZIONE DIDATTICA SECONDO CIRCOLO DI ALBA SCUOLA PRIMARIA di Cuneo-Piemonte Relazione di Luisa Aimasso

Ho iniziato a condurre la sperimentazione del progetto Gaia nel secondo quadrimestre, in una classe seconda di una scuola primaria di Alba (CN). Il progetto viene portato avanti da me in qualità di psicologa dell'età evolutiva. La classe, 24 bambini fra maschi e femmine, è piuttosto eterogenea per “tipologia”. Molti sono i bambini che, pur non essendo mai stati segnalati ai servizi, presentano modalità comportamentali e relazionali disfunzionali al benessere loro e degli altri (ad es. tratti iperattivi o oppositivo-provocatori, grossa ansia). Alcuni sono in fase di valutazione psicologica o appena presi in carico. È presente un solo caso certificato, piuttosto grave (grossa compromissione del linguaggio, ritardo cognitivo importante, condizioni di salute scadenti). Il bambino partecipa alle sessioni di Mindfulness psicosomatica perlopiù come osservatore ben inserito poichè non è in grado di interagire al pari degli altri. La collaborazione con le insegnati è soddisfacente, hanno recepito molto bene il significato del progetto, ne sono contente e mi supportano nella prosecuzione dello stesso. Io mi sento molto

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ben inserita nel contesto classe e ricevo apprezzamento ed affetto da tutti i bambini ad ogni mio arrivo; gli stessi tengono memoria del progetto da una volta all’altra e ne hanno compreso il significato. Ad oggi, a detta delle insegnanti ma anche per mia stessa constatazione, alcuni dei bambini che presentavano tratti emotivo-comportamentali di disagio hanno migliorato il loro comportamento. Questo è stato palesemente evidenziato dall’aumento dei tempi di attenzione e dalla maggiore collaborazione alle attività del progetto stesso (disegno psicosomatico minormente discordante dalla consegna, postura adeguata etc…). Il progetto ha influito anche sulle famiglie. Una mamma ha infatti riferito alle insegnanti che, per aiutare la figlia molto emotiva, ha iniziato in privato un percorso di mindfulness per sé. Il progetto si concluderà a metà aprile, mi aspetto con le insegnanti ulteriori cambiamenti positivi.

LICEO PEDAGOGICO SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO di Lanciano-Abruzzo Relazione di Eleonora di Federico e Francesco di Cocco Io e Francesco Di Cocco abbiamo seguito tre classi (due terze ed una quarta) del liceo pedagogico di Lanciano. In particolare una terza di 34 ragazzi di circa 16 anni inizialmente risultava problematica perché era scissa in due gruppi: uno voleva cogliere l'opportunità del progetto, l'altra non ne aveva nessuna intenzione, in quanto riteneva di non aver bisogno di mindfulnes o consapevolezza, e disturbava inesorabilmente, ridendo, facendo foto con il telefono, prendendo in giro noi ed i compagni. Abbiamo tentato per 7 incontri di ricompattare, ma invano. Forse anche la nostra costanza ha fatto la sua parte, ma ciò che ci ha permesso di dare una svolta alla situazione è stato l'ottavo incontro, per il quale abbiamo chiesto ai ragazzi di portare 5 brani di musica a loro scelta. I ragazzi hanno risposto bene, hanno portato anche l'amplificatore, ma quando abbiamo proposto di ballare, di 34 adolescenti, 10 son rimasti seduti in panchina rifiutandosi di partecipare all'attività, ed i restanti son rimasti immobili ed inibiti nel bel mezzo della palestra. Non riuscivano a muoversi! Dicevano di sentirsi osservati, di non riuscire a lasciarsi andare. Questo ci ha permesso di mettere in evidenza quante inibizioni e censure sia necessario superare. I ragazzi stessi hanno fatto proposte per risolvere l'empasse. Siamo giunto poi all'accordo che avrebbero portato, all'incontro successivo cuffiette e bende per gli occhi. Tutti hanno rispettato l'accordo. Al nono incontro erano in cerchio, con le loro cuffiette e gli occhi coperti. L'indicazione era:'Sentite la musica nel corpo, come risuona, cosa suscita, come il vostro corpo la vive'. Alla fine della sessione erano entusiasti! Qualcuno ha detto:'Non sentivo più la testa' o 'Non ho mai sentito la musica con così tanto trasporto' o 'Sentivo il mio cuore che batteva a ritmo con la musica' o 'Mi sono sentito nella quarta dimensione'. Andremo ancora avanti, ma questa inaspettata svolta ci ha dato modo di vedere quanto lo spazio di presenza e la relazione facciano da pavimento poi a quel coraggio di ascoltarsi che a molti adolescenti e adulti non riesce. SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO Novara-Piemonte Relazione di Claudia Rampi Ho applicato il protocollo Gaia in una prima liceo scientifico. Il gruppo classe non aveva elementi con disabilità. Abbiamo notato con il prosecuzione del progetto un miglioramento

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generale delle relazioni tra gli studenti e del clima nel gruppo classe. Sono emerse alcune fragilità e di conseguenza a ciò uno studente ha deciso di farsi seguire da uno psicologo. La fascia di età (14-15 anni) è particolarmente difficile, ma sono riuscita piano piano a fare entrare gli studenti in un'ottica nuova e tutti hanno raggiunto l'obiettivo di fare scansione corporea e di raccontarsi. Il momento più significativo è stato nella condivisione dei diritti fondamentali, momento in cui i ragazzi hanno partecipato al di sopra di ogni aspettativa aprendo se stessi e il gruppo classe a una nuova consapevolezza globale. ISTITUTO COMPRENSIVO DI ALTOPASCIO SCUOLA PRIMARIA Lucca-Toscana Relazione di Camilla Palandri Classe quarta scuola primaria di Marginone (Istituto Comprensivo di Altopascio) Alunni 24.Difficile sintetizzare l’esperienza in poche righe, comunque i punti che voglio mettere in risalto sono i seguenti: -la naturalezza con cui i bambini hanno accolto il Progetto e il fatto che sia diventa quasi subito un momento integrante di vita scolastica, cioè considerato come le altre attività; -il rispetto della ritualità dei vari momenti; -il riconoscimento delle proprie emozioni, sentirle, definirle attraverso forme, colori e sensazioni e il disegno psicosomatico; - l’ascolto degli altri nel momento della condivisione evitando di “giudicare” ciò che veniva detto; -la capacità di stare per tempi sempre più prolungati in “mindfullness” in completo silenzio; -le riflessioni scritte dagli alunni al termine dell’esperienza (ne riporto alcune per esempio: “Il Progetto Gaia mi ha insegnato a entrare dentro di me con il respiro, nel silenzio ho provato una bellissima sensazione di felicità con me stesso.” “ In questo progetto ho imparato che se i tre cervelli sono in armonia anch’io lo sono. E’ molto bello entrare nel mio corpo perché posso scoprire una parte di me stessa che non conosco.” “Quando faccio questo progetto sto nella consapevolezza e quando torno in classe mi sento in armonia.”); -il fatto che alcuni concetti come “i tre cervelli”, “l’interconnessione” ritornino continuamente nella prassi quotidiana attraverso i bambini stessi; -il miglioramento del clima all’interno della classe “dopo” aver fatto le pratiche.

Ho lavorato in una classe senza problematiche di rilievo pur essendoci alunni un po' irrequieti e con difficoltà ad interiorizzare le regole e i risultati sono stati molto positivi, rilevando l’importanza di continuare ad applicare le pratiche nel tempo per consolidare quanto si è raggiunto. SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA Prato-Toscana Relazione di Lucia Costucci L’esperienza del progetto Gaia che è appena terminata, è stata una scoperta continua, lavorando sia nelle classi elementari ( Fabrizio de Andre’ Prato) che superiori ( liceo scientifico di Prato e artistico di Montemurlo ), ho avuto riscontri totalmente differenti ma estremamente favorevoli; mente i ragazzi della terza elementare si sono subito immersi a capofitto nelle pratiche ed esercizi, quelli più grandi hanno avuto inizialmente una fase di diffidenza, dopodiché hanno iniziato a divertirsi, sperimentando i vantaggi immediati degli

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esercizi di mindfullness e pratiche di consapevolezza , perché verificavano di riuscire a sentire meglio se stessi in ogni circostanza. In particolare, ho raccolto durante l’arco del corso, molte testimonianze dai ragazzi delle elementari che spontaneamente mi raccontavano di avere utilizzato il gioco ‘’dell’albero’’, della ‘’mongolfiera o del palloncino’’ o dell’ ‘’orco o della tigre ‘’ o delle ‘’vocali ‘’come li hanno chiamati loro, soprattutto quando hanno avuto paura di giocare una partita di calcio, prima di essere interrogati da una insegnante, per affrontare i genitori e parlare del proprio stato d’animo in merito a alcune vicende, alcune ragazze si sono messe in gruppetto per allenarsi a sentire il cuore per aiutare la mamma o il padre che erano stati ricoverati in ospedale per un mal di testa o per partorire! Nella scuola del liceo artistico, alcuni ragazzi mi hanno riferito che sentono la classe molto compatta adesso e comprendono meglio le risorse ed il contributo che ciascuno di loro può dare al gruppo, riescono ad essere più ispirati nelle attività plastiche o di disegno che sono materie del loro studio, mi hanno riferito che con le pratiche del progetto Gaia riescono a essere più creativi, un gruppo di loro ha deciso di continuare a fare altri incontri insieme anche dopo la fine dei dodici incontri. Questa esperienza mi ha arricchito ogni giorno, mi ha dato sempre carica e commozione, ed ha rafforzato in me la consapevolezza che se queste pratiche fossero inserite come materia stabile nei percorsi di studio delle scuole, assisteremmo a trasformazioni rapide di situazioni anche molto complesse, in particolare mi riferisco anche ad un caso di un ragazzo che è autolesionista, e che siamo riusciti a coinvolgere nel gruppo di ‘’lavoro del progetto Gaia’’ ed ha partecipato attivamente dando anche segni di cambiamento rapidi in alcune sue modalità di comportamento. SCUOLA DELL’INFANZIA ST. GEORG Trentino Alto Adige Relazione di Paola Majocchi Il gruppo è costituito da bimbi di età compresa fra i 4 e 6 anni. Non sono da segnalare situazioni di disagio. La particolarità di questo gruppo è l’appartenenza a gruppi linguistici differenti. La maggior parte dei bimbi è di madre lingua tedesca, i rimanenti sono di madre lingua italiana. L’insegnante quindi aveva l’importante ruolo di tradurre in tedesco tutte le indicazioni man mano fornite durante gli incontri, comprese le fasi di mindfulness. Questo ha reso necessario semplificare e ridurre al massimo il parlato, mettendo ulteriormente in primo piano l’aspetto corporeo ed esperienziale degli incontri, e quella che poteva apparire come una difficoltà si è in realtà rivelata una via privilegiata per entrare con il giusto approccio nello spazio di lavoro. I bambini hanno mostrato fin dai primi incontri interesse e curiosità. L’esperienza di chiudere gli occhi e percepire le parti del corpo via via nominate ha generato effetti notevoli riscontrabili in maniera evidente nei disegni dei bambini. La proposta era di disegnare se stessi, prima e dopo l’esperienza. Alcuni bambini a fronte di un primo disegno talvolta totalmente astratto, composto da tratti spezzati, o da figure rappresentate solo da una grande testa senza ulteriori dettagli (da ricordare la giovane età e quindi la difficoltà oggettiva nel disegnare la figura umana), dopo l’esperienza, sono riusciti a disegnare una figura che rappresenta un corpo, utilizzando un ovale o un cerchio per rappresentare la pancia, e disegnando all’interno del busto un cuoricino rosso. Da segnalare l’osservazione dell’insegnante sui cambiamenti riscontrati in due bambini. Di norma erano particolarmente irrequieti e poco disponibili a stare seduti per più di pochi minuti per svolgere le attività didattiche proposte durante il normale svolgimento della giornata scolastica. Nel procedere

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degli incontri del Progetto Gaia, l’insegnante ha riscontrato maggior serenità nello stare seduti, partecipazione attiva e calo della necessità di alzarsi continuamente.

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RINGRAZIAMENTI

Ringraziamo profondamente tutti i conduttori che hanno partecipato attivamente e creativamente al Progetto Gaia, che hanno generosamente prestato la loro energia, il loro tempo, la loro professionalità, la loro sensibilità e intelligenza per realizzare questo innovativo e avanzato programma di educazione alla consapevolezza globale di Sé. Grazie a tutti i docenti, gli psicologi, i counselor e gli operatori che si sono dedicati a questo primo grande esperimento educativo, il Progetto Gaia si è potuto realizzare con questi grandi risultati formativi, umani e profondi che testimoniamo in questo libro. Ci auguriamo che il Progetto Gaia si sviluppi e possa offrire ad altri bambini, giovani e adulti una nuova consapevolezza dei Sé e del mondo in cui viviamo. Insieme possiamo fare una differenza che possa orientare la società globale verso un futuro più umano, consapevole e sostenibile. ABRUZZO - Federica Melchiorre -Eleonora Di Federico e Francesco di Cocco -Laura Catullo -Maria Grazia Tosti -Clorinda Chiavelli TRENTINO ALTO ADIGE -Paola Majocchi

BASILICATA - Concetta Festa - Menzella Nicolina CALABRIA -Francesca De Rose -Audrey Chessebouf -Daniele Siciliano -Chiara Perri CAMPANIA -Fiorenzo Carlino -Ilaria Carlino -Mario Borrelli -Alfonso Damiano EMILIA ROMAGNA -Dario Costa -Paolo Svegli -Francesca Radoni -Nicola Tricase

-Simona Rossi -Andrea Ditadi -Tullio Matteo Fanti -Emanuela Poggioli - Annalisa De Ruvo - Raffaella Pruneri - Francesca Baldini - Nicola Galetta - Annalisa Filippi -Alessandra Di Berardino -Germana Scafetta -Franca Porchia -Maria Impicciatore -Grazia Ferramosca -Giovanna Rossetti -Nydia Esperanza Otiz -Silvia Magnani -Silvia Bedeschi -Faolisi Giuseppa -Angelo Marino - Gian Massimiliano Mereu - Serenella Zechini - Beatrice Montanari - Barbara Montanari - Eleonora Ghinelli - Claudia Poppi - Patrizia Concetta Scardilli - Pablo Vignoni - Agnese Carini

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FRIULI VENEZIA GIULIA - Laura Prosdocimo - Federica Menosso - Luca Menosso - Manuela Menosso LAZIO - Giustina Di Monda - Monica Bettin - Gina Filippi - Cristina Mastrolorenzi - Francesco Cartei - Ursula Atman - Gioele D'Ambrosio - Simonetta Chiaretti - Ornella Gianin - Cristiana Milla - Paola Fraschetti - Francesca Sanchietti - Salvatore Di Costanzo - Piero Martini - Anna Cirigliano - Luciano Dottarelli -Barbara Salati -Mara Abbati LIGURIA - Maria Grazia Tardito -Patrizia Minetto -Antonella Dezzani -Piero Germini - Daniela Liaci -Loredana Giacosa -Fulvia Magnanelli -Matteo Simonitti -Chiara Spinetti -Pier Nicola Ninci -Roberta Fava -Mara Giunta LOMBARDIA - Cinzia Zannier - Umberto Mazzoni - Milena Di Guida - Daniele Garozzo - Sonia Bertola - Maria Carmela Apicella - Diego Zani - Donata Lotito

-Fernanda Frassi -Laura Barazzetta -Monica Zilianti -Antonella Ziglioli -Chiara Bazza -Marta Paleari -Carla Esposito - Valentina Frunza - Casali - Silvia Boiocchi - Marika Martinelli - Valeria Baglivi - Paolo Praticò - Laura Pernice MARCHE -Alessia Paponi - Monica Guidotti - Luca Fiordaliso -Vittorio Zampaloni -Paola Pela MOLISE Elisa Ricchiuti Palmerino Capaldi PIEMONTE - Patrizia Pastori - Simona Scarsi - Sara Forte - Nicoletta Scotti - Paola Benzi - Giuseppe Parodi - Katia Achino - Marcella Locatelli - Luisa Aimasso - Claudia Rampi - Gabriella Gravili - Margherita Cardano - Claudia Marenco - Carla Olivieri - Nevina Traverso - Tiziano Furlanetto PUGLIA Nicola Tricase SARDEGNA - Maria Antonietta Liori - Sibilla Pirastru

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-Maria Gabriella Aru -Luisella Carrares -Vanna Ciampi -MariaRossana Pittau TOSCANA - Papini Sandra - Graziella Lessio - Gianni Cipriani - Sabrina Cecconi - Eulalia Marsiglia - Susanna Comparini - Franca Orlandi - Silvia Fruzza - Marcella Zani - Giusi Formichella - Fabrizio Buccianti - Sonia Borghesi - Giovanna Faucci - Stefano Bocci - Francesco Lamioni - Serena Sodini - Elisabetta Diadori - Valeria Lucii - Federica Angioli - Genny Valdrighi - Maria Francesca Tarsitano - Teresa Mannori - Alessandra Liuni - Monica Cecconi - Marzia Del Chiaro - Giancarlo Gambula - Patrizia Napoleone - Anna Arrighi - Camilla Palandri - Fabio Rodaro - Barbara Schiavetti - Beatrice Ginesi - Raffaella Di Natale - Cinzia Pasquini - Francesco Bicchi - Michelangelo Menicagli - Lisa Carrara - Simone Bassoli - Daniela Bartolini - Patrizia Farnocchia - Lucia Costucci - Giada Buchignani - Giuseppe Savino - Elisabetta Giannelli

- Giuliano Avanzati - Brunella Venturini -Susanna Menicucci -Monica Milani -Nila Nannini -Alberto Cammelli -Luciano Barsetti -Silvia Matteucci -Lucia Vaselli -Luca Petrini -Felicità Dell'Aquila -Giada Perini -Sandra Di Sacco -Diana Castelfranco -Valentina Cangi -Elena Boccaletti -Fabio Pratesi -Bruno Zaccarelli -Chiara Bonaiti UMBRIA - Stefano Francoia -Cecilia Camillini

-Vittoria Pirrello

VENETO -Pasquelena Anelli -Elena Sarina -Lucia De Pieri -Francesco frison -Raffaella Garavello -Veronica Venturi -Matteo Benedetti -Luca Flesia -Martina Cavaletto -Elisa Bellamoli -Michela Villa -Flavia Girolami -Raffaella Ratti -ALBERTA PONTE -Francesca Garanzini SICILIA -Caterina Bono

VAL D’AOSTA -Osvaldo Perrone

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