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Associazione “Insieme Senza Confini” – SVDP ’87 Via Sospello, 124 - 10147 Torino www.arpnet.it/insieme mail [email protected] Torino, 12/12/2008 Carissimi, desideriamo aggiornarvi sulla situazione dei paesi nei quali operiamo e delle attività svolte dall’associazione questo anno. Come saprete abbiamo organizzato una “Serata di sostegno a distanza” il 5 novembre scorso. In tale occasione Don Ermis ci ha riferito quanto ha visto durante i sui periodi di permanenza in Vietnam, Birmania e India, mentre Massimo Pinna che da parecchi anni mantiene i rapporti con i nostri referenti in El Salvador, ci ha aggiornato sulla situazione del paese, e Anna Manzone ci ha descritto un progetto scolastico avviato in Vietnam. Vi riportiamo di seguito una sintesi degli interventi. Monica Francone ci ha fatto pervenire un aggiornamento sul progetto Morning Star (India). Inoltre riportiamo l’articolo che Luigia Storti ci ha fatto pervenire sulla situazione dei cristiani in Iraq. Infine troverete il bilancio economico ed alcune comunicazioni di segreteria. Vietnam, il paese La società presenta un fenomeno di “benessere e sviluppo”, come lo chiameremmo noi occidentali, di tipo esplosivo e incontrollato. Questo perché anche a chi si ritrova praticamente in una condizione di miseria o quasi, si prospetta una sorta di benessere, cioè un livello di vita che và ben al di là della soddisfazione dei bisogni elementari; per di più in tempi rapidi, saltando tutti i passi intermedi. In parallelo viene messo a dura prova anche tutto il sistema educativo. In presenza di questo sviluppo irrompono iniziative private (asili, scuole, università), patrocinate dalla politica governativa delle “porte aperte”. Il governo sponsorizza l’intervento dei privati provenienti, nella maggior parte dei casi, dall’estero, dal mondo occidentale, in particolare dall’Australia favorita anche dalla posizione geografica. Vi è un duplice risvolto di questa situazione: a) una differenziazione che discrimina coloro che non possono permettersi di pagare le scuole private; b) una “migrazione” di insegnati verso queste scuole, con ulteriore impoverimento degli insegnamenti delle scuole pubbliche. La campagna poi, analogamente alla Cina, è ancora più penalizzata; essa rappresenta ancora il 50-60% della popolazione, ma è ormai luogo di disisnvestimento. Il governo non se ne cura e i contadini migrano verso le grandi città con la prospettiva di un maggiore benessere (in questo contesto si inserisce il progetto “Classes d’Amour” di cui si parlerà più avanti) Il regime effettua ancora un forte controllo, ma ora è cointeressato. L’importanza della componente ideologico- politica è oggi ridotta a favore dell’interesse economico, accompagnato dalla corruzione. Purtroppo tutto ciò non è accompagnato da uno stato sociale e da forze equilibratrici che possano cercare di compensare e difendere le fasce di popolazione più deboli. Birmania, il paese In questo momento vi si trova una pace sociale imposta. Le proteste sono state placate con la forza dal regime. Vi sono un totale controllo e manipolazione dell’informazione. I buddisti e la loro rivoluzione sono stati apparentemente annientati. La popolazione non dimenticherà, ma in questo momento non si vedono altre prese di iniziativa. In una situazione già difficile si è aggiunta l’irruzione del ciclone Nargis che ha compiuto disastri riversandosi su una costa senza difese naturali o artificiali. Le cifre, pur approssimate, che sintetizzano il disastro parlano di circa 250.000 morti, un numero elevato di feriti e 2,5 milioni di profughi. Alcune fotografie mostrate a Ermis si possono definire solo raccapriccianti. Il bisogno di aiuto in quell’area è altissimo e durerà a lungo nel tempo; basti pensare che l’acqua salata, che ha invaso il territorio, impedirà per anni le coltivazioni. Non sono facilitate le iniziative di sostegno, in particolare se arrivano dall’estero, perché il regime le considera come intrusioni e come occhi indiscreti su una realtà imbarazzante. E’ più realistico sostenere iniziative locali, ed Ermis ne ha personalmente individuate 3 che ispirano e rassicurano per serietà, fiducia e concretezza. Dove ci sono le nostre adozioni si trovano le scuole di ispirazione religiosa, che hanno ottenuto il riconoscimento del loro livello di insegnamento, similmente a quelle private. In questo paese la forza motrice è la voglia di emigrare per andare a cercare fortuna, guadagnare di più, e questo vale anche per gli insegnanti. Vi è dunque un problema per i sostenitori e le scuole: quello di formare persone che in futuro potrebbero emigrare altrove.

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Associazione “Insieme Senza Confini” – SVDP ’87 Via Sospello, 124 - 10147 Torino www.arpnet.it/insieme mail [email protected]

Torino, 12/12/2008

Carissimi, desideriamo aggiornarvi sulla situazione dei paesi nei quali operiamo e delle attività svolte dall’associazione questo anno. Come saprete abbiamo organizzato una “Serata di sostegno a distanza” il 5 novembre scorso. In tale occasione Don Ermis ci ha riferito quanto ha visto durante i sui periodi di permanenza in Vietnam, Birmania e India, mentre Massimo Pinna che da parecchi anni mantiene i rapporti con i nostri referenti in El Salvador, ci ha aggiornato sulla situazione del paese, e Anna Manzone ci ha descritto un progetto scolastico avviato in Vietnam. Vi riportiamo di seguito una sintesi degli interventi. Monica Francone ci ha fatto pervenire un aggiornamento sul progetto Morning Star (India). Inoltre riportiamo l’articolo che Luigia Storti ci ha fatto pervenire sulla situazione dei cristiani in Iraq. Infine troverete il bilancio economico ed alcune comunicazioni di segreteria.

Vietnam, il paese

La società presenta un fenomeno di “benessere e sviluppo”, come lo chiameremmo noi occidentali, di tipo esplosivo e incontrollato. Questo perché anche a chi si ritrova praticamente in una condizione di miseria o quasi, si prospetta una sorta di benessere, cioè un livello di vita che và ben al di là della soddisfazione dei bisogni elementari; per di più in tempi rapidi, saltando tutti i passi intermedi. In parallelo viene messo a dura prova anche tutto il sistema educativo. In presenza di questo sviluppo irrompono iniziative private (asili, scuole, università), patrocinate dalla politica governativa delle “porte aperte”. Il governo sponsorizza l’intervento dei privati provenienti, nella maggior parte dei casi, dall’estero, dal mondo occidentale, in particolare dall’Australia favorita anche dalla posizione geografica. Vi è un duplice risvolto di questa situazione:

a) una differenziazione che discrimina coloro che non possono permettersi di pagare le scuole private; b) una “migrazione” di insegnati verso queste scuole, con ulteriore impoverimento degli insegnamenti delle scuole pubbliche.

La campagna poi, analogamente alla Cina, è ancora più penalizzata; essa rappresenta ancora il 50-60% della popolazione, ma è ormai luogo di disisnvestimento. Il governo non se ne cura e i contadini migrano verso le grandi città con la prospettiva di un maggiore benessere (in questo contesto si inserisce il progetto “Classes d’Amour” di cui si parlerà più avanti) Il regime effettua ancora un forte controllo, ma ora è cointeressato. L’importanza della componente ideologico-politica è oggi ridotta a favore dell’interesse economico, accompagnato dalla corruzione. Purtroppo tutto ciò non è accompagnato da uno stato sociale e da forze equilibratrici che possano cercare di compensare e difendere le fasce di popolazione più deboli.

Birmania, il paese

In questo momento vi si trova una pace sociale imposta. Le proteste sono state placate con la forza dal regime. Vi sono un totale controllo e manipolazione dell’informazione. I buddisti e la loro rivoluzione sono stati apparentemente annientati. La popolazione non dimenticherà, ma in questo momento non si vedono altre prese di iniziativa. In una situazione già difficile si è aggiunta l’irruzione del ciclone Nargis che ha compiuto disastri riversandosi su una costa senza difese naturali o artificiali. Le cifre, pur approssimate, che sintetizzano il disastro parlano di circa 250.000 morti, un numero elevato di feriti e 2,5 milioni di profughi. Alcune fotografie mostrate a Ermis si possono definire solo raccapriccianti.

Il bisogno di aiuto in quell’area è altissimo e durerà a lungo nel tempo; basti pensare che l’acqua salata, che ha invaso il territorio, impedirà per anni le coltivazioni. Non sono facilitate le iniziative di sostegno, in particolare se arrivano dall’estero, perché il regime le considera come intrusioni e come occhi indiscreti su una realtà imbarazzante.

E’ più realistico sostenere iniziative locali, ed Ermis ne ha personalmente individuate 3 che ispirano e rassicurano per serietà, fiducia e concretezza. Dove ci sono le nostre adozioni si trovano le scuole di ispirazione religiosa, che hanno ottenuto il riconoscimento del loro livello di insegnamento, similmente a quelle private. In questo paese la forza motrice è la voglia di emigrare per andare a cercare fortuna, guadagnare di più, e questo vale anche per gli insegnanti. Vi è dunque un problema per i sostenitori e le scuole: quello di formare persone che in futuro potrebbero emigrare altrove.

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Vietnam, il nostro progetto "Classes d'Amour"

Obiettivo : L’idea nacque dalle suore della Congregazione delle “Filles de Notre Dame de la Visitation”, di cui fa parte Sr. Agnès Nguyen Thi Loi. Le classi sono state istituite, nel 2007/08, in luoghi di campagna e di montagna, nella provincia di Hué, dove le famiglie non hanno i mezzi per mandare a scuola i loro figli. In queste zone la scuola è troppo lontana dai piccoli villaggi: Hoa Da Dong, Phu Thu, Phu Vang, Thua Thien. Sono state create 4 classi, frequentate da bambini dai 7 ai 15 anni. Quest’anno i bambini frequentanti sono 144, l’anno scorso erano 100. In particolare gli alunni di: Hoa Da Dong sono 20 BUONG TAM sono 45 KIM DOI sono 55 AN TRUYEN sono 24 Nelle “Classes d'Amour” non sono presenti bambini da noi aiutati col progetto “adozioni a distanza”. Il progetto prevede di pagare lo stipendio ai quattro insegnanti, per 6 mesi di attività didattica: dal 15 settembre alla fine di maggio, comprese le vacanze.

Durata: Ogni classe copre la durata della scuola elementare, fino alla 5a. In seguito i bambini possono, se le famiglie ne hanno i mezzi, continuare alla scuola media. Finanziamento: Lo stipendio mensile di un’insegnante è di 50 euro/mese. Il totale della cifra, per la quale ci siamo impegnati, è di 1200 euro. Coloro che desiderano sostenere il progetto possono versare una o più quote corrispondenti allo stipendio di un mese.

El Salvador, il paese

Innanzi tutto ci è arrivata una lettera di ringraziamento affettuoso da parte di Padre Carlos, per il sostegno che continuiamo a dare e per il prestito di 5.000$ che avevamo dato un paio d’anni fa per l’apertura di un centro informatico. Prestito che stanno terminando di restituire nei tempi previsti. Tale centro si è ben avviato ed è previsto che la gestione passi dalla Parrocchia ai privati nel 2009, anche se verrà mantenuta una sorta di supervisione. La situazione nel Salvador diventa sempre più critica. Il governo del partito di Arena, che ormai governa da 20 anni ha privatizzato tutti i servizi importanti ed ha investito molto nelle grandi infrastrutture. Ne consegue che i benefici per la gente comune sono minimi, mentre il costo della vita è cresciuto. Rispetto a 10 anni fa il livello di vita è addirittura diminuito; il reddito medio pro capite è sceso da circa 200$ a circa 160$ al mese. Vi sono divergenze tra la popolazione civile e le società minerarie, che vengono favorite dal governo con le infrastrutture citate sopra, mentre di nuovo le ricadute per la popolazione non ci sono o sono negative (inquinamento, degrado del territorio). L’agricoltura che dovrebbe essere ancora una componente importante viene trascurata. Non ci sono opportunità e prospettive per i giovani. I giovani non hanno più sogni, o tutt’al più sognano di emigrare negli Stati Uniti, sborsando 5-6.000$ e rischiando. L’anno scorso ne sono partiti circa 40.000. La moneta locale, il Colòn non esiste praticamente più, al suo posto c’è il Dollaro USA. Il paese è ormai in balia delle grandi multinazionali.

Il livello di violenza è molto alto, e sta crescendo anche in vista delle elezioni previste per il 2009. C’è un nuovo candidato nel quale molti ripongono le speranze: un uomo appartenente al partito di opposizione erede del Fronte Faraburdo Martì. L’arcivescovo di S. Salvador ha però chiesto espressamente al clero di non coinvolgersi nelle pre-elezioni, di non politicizzarsi e di non esprimere posizioni di partito pubblicamente. Parlando di violenza occorre ricordare il crescente fenomeno delle “maras”: bande criminali di ragazzini tra i 12 ed i 17 anni. Due sono le bande principali con moltissimi affiliati. Sono organizzazioni con criteri di tipo mafioso che gestiscono commerci illeciti, assumono droghe e usano violenza, assaltando e derubando, soprattutto le donne. Vi è una forte identità di gruppo e chiusura verso l’esterno. Pescano nelle maggiori sacche di emarginazione giovanile. Questo soprattutto a causa di un totale disinteresse dei politici. Per quanto riguarda le adozioni (e dal contesto di sopra si capisce quanto siano importanti), esse sono in diminuzione in alcune comunità, per sopraggiunti limiti di età degli adottati o perché alcuni hanno interrotto gli studi per aiutare la famiglia con un po’ di lavoro oppure per emigrare. Però ci è stato proposta da Catalina, nostra referente locale che segue attentamente la gestione, di ampliare il sostegno garantendo la copertura di un certo numero di ragazzi in una comunità nel dipartimento di Cuscatlán, dove opera il parroco Leonel Antonio Mora, molto attivo, persona di fiducia e ben noto a Padre Carlos.

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India, il paese

Innanzi tutto non si può evitare di parlare dell’intolleranza che caratterizza alcune sue regioni (Orissa,…). L’informazione scarseggia. Si parla di 100 morti e 15 feriti, ma i morti potrebbero essere anche 5 volte tanto. Molti sono i profughi. L’intolleranza è verso i cristiani, ma anche verso musulmani e buddisti, perché queste religioni o filosofie non concepiscono distinzioni di classe o casta e quindi mettono in crisi la suddivisione in caste propria dell’India. Come noto, anche se la costituzione indiana lo considera illegale, la società indiana è tradizionalmente divisa in quattro classi o caste oltre ai paria, gli “intoccabili”. Questa suddivisione proviene dalla religione induista, la più diffusa in India. I cristiani in India rappresentano solo il 2-3%, ma il fatto che in una comunità cristiana i paria vengano trattati allo stesso modo degli appartenenti a classi più elevate è in qualche modo rivoluzionario e dirompente, in particolare per alcuni gruppi di induisti fondamentalisti. Sono queste organizzazioni/partiti radicali che rivendicano un induismo nazionalista violento: “gli indiani devono essere indù”. Essi propugnano un forte

governo teocratico e un nazionalismo ideologico. Sono organizzati con sistemi paramilitari e indottrinati da intellettuali molto preparati. Tutto ciò in piena contraddizione con la fede induista che tra i suoi principi prevede lo spirito di tolleranza. I ripetuti atti di intolleranza costituiscono una grave minaccia per gli appartenenti ad altre fedi e pare siano in aumento. Si spera che il governo indiano non trascuri il fenomeno; fenomeno che per altro verso mette in evidenza una lunga trascuratezza dell’organizzazione della società indiana. Occorre come minimo fare in modo da diffondere la conoscenza di quanto avviene e suscitare mobilitazione, movimenti di opinione. Purtroppo sul piano della persecuzione religiosa l’Europa si ritrova debole e disunita, non reattiva, a causa di una tradizione laica che consente di difendere i diritti di tutti meno che dei cristiani nel mondo. E purtroppo il martirio dei cristiani è forte in almeno 5 o 6 paesi nel mondo, tra i quali l’Iraq.

India, il nostro progetto Morning Star

Morning Star si sta ingrandendo. La comunità ha raggiunto più di 60 ragazzi. Insieme a loro c’è una Lady, una che segue in particolar modo le ragazze della comunità. In aiuto a John e Joy, ci sono dei nuovi amici. Daniel non è più in comunità con loro. Alcuni dei ragazzi che frequentano l’università, vivono nel centro della città. La costruzione, come si può vedere dalla foto, sta procedendo molto bene, il 2° piano è terminato con le relative stanze e bagni. Continua a mancare la terza parte del progetto, che riguarda la costruzione per i bambini non abili. E’ una comunità meravigliosa e chiunque desidera andare a trovarli è sempre il benvenuto.

L’amaro passato e l’amaro futuro degli iracheni cristiani.

Se guardo indietro a 10 anni fa, quando per la prima volta ho varcato la soglia di una chiesa in Iraq, mi rendo conto che in tutto questo tempo quando mi è stato chiesto della situazione degli iracheni cristiani le mie risposte sono variate di poco: da brutta a pessima. Certo a volte qualche buona notizia sono riuscita a darla ma era, col senno del poi, insignificante rispetto alla tragedia che sta colpendo la comunità cristiana. E’ bello sapere che la facoltà di teologia di Baghdad occupata nel 2007 dagli americani è stata restituita alla chiesa caldea, ma quanto vale questa notizia in un 2008 che ha visto, tra i tanti episodi, la morte del vescovo di Mosul, Mons. Faraj P. Raho, rapito e deceduto forse per mancanza di cure mediche? O le migliaia di famiglie che lo scorso ottobre sono fuggite sempre da Mosul sull’onda di attacchi mirati che hanno fatto 17 vittime, e che ancora adesso stentano a tornarvi per timore

che possano ripetersi? O la sorte di chi da anni vive come profugo nei paesi che confinano con l’Iraq nella disperata attesa di un visto verso una vita nuova, “normale”? Parlare della situazione degli iracheni cristiani non è solo elencare le violenze cui sono stati e sono sottoposti, ma anche del loro futuro. Come sarà per chi non ha più una casa dove tornare, un lavoro da ricominciare, degli affetti da coltivare? Ma soprattutto “dove” sarà? Proprio il dove sarà l’ennesimo scoglio che la comunità dovrà superare, prigioniera com’è tra il desiderio del ritorno e la realtà del futuro incerto. Gli iracheni cristiani sono gli eredi di una tradizione antichissima ed è ad essa che le chiese locali si appellano per convincerli a non disperderla nei mille rivoli della diaspora. La “chiesa dei martiri”, ripetono i vescovi, deve essere preservata da chi solo tornando in patria testimonierà ad essa la propria fedeltà.

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Desiderio legittimo, certo, che si scontra però con quello, altrettanto legittimo, di poter vivere in un paese, un qualsiasi paese, dove la vita quotidiana è fatta di normalità, dove assicurare ai figli non solo la sopravvivenza ma anche un futuro. Così, la decisione europea di novembre di accogliere 10000 profughi iracheni attualmente in Siria e Giordania - e tra essi anche i membri delle minoranze religiose - se è stata accolta con speranza dalle donne che a Damasco sono costrette a prostituirsi per vivere e dagli uomini che ad Amman lavorano per una paga da fame, ha suscitato invece vibrate proteste dalle chiese locali, anche quella latina, che la definiscono un incentivo alla fuga in grado di accelerare lo svuotamento del paese della sua comunità cristiana.

“Legittimi” ho definito entrambi i desideri: far tornare e fuggire. Certo però la comunità cristiana irachena non meritava di dover affrontare anche questo dilemma. Viva e sicura all’estero ma con la responsabilità morale di tradire il proprio passato, o fedele ad esso tanto da accettare di rischiare ancora la vita in un paese che gli stessi vescovi che la richiamano in patria definiscono insicuro ed ancora a rischio di violenze. La persecuzione della comunità è anche questo: non trovare pace in nessun luogo e mai. Non nel passato e non nel futuro. Amari entrambi.

Luigia Storti

Comunicazioni di segreteria

Bilancio economico al 30 novembre 2008

SALDO C/C al 1-1-2008 12.385,00 DONAZIONI RICEVUTE 55.620,00

USCITE TOTALI 60.429,22

DETTAGLIO DELLE USCITE • per i sostegni a distanza:

- VIETNAM (N° adozioni 229) 30.610,00 - SALVADOR(N° adozioni 87) 16.194,06 - INDIA 1.920,00 - BIRMANIA(N° adozioni 36) 2.567,06

Sub tot 51.291,12 • per i progetti:

- INDIA Morning Star 4.000,00 - BIRMANIA (aiuto ai profughi) 1.060,00 - CINA 1.000,00 - AIUTO RAGAZZO DISABILE 1.500,00 - Suor Franca in Salvador 657,00

Sub tot 8.217,00

SPESE BANCARIE e di SEGRETERIA 921,10

SALDO ATTIVO AL 30/11/2008 7.575,78

Particolarmente importante per il gruppo è il Fondo Lidia che ha la finalità di ricordare e proseguire quelli che erano gli intenti di Lidia: "aiutare là dove c'è bisogno". E' con il Fondo Lidia che riusciamo a garantire l'invio delle quote ad inizio d'anno, quando i fondi a disposizione non sono sufficienti. Nel 2008 è stato utilizzato per un totale di euro 3.217,46 come di seguito riportato: • 1.060,00€ per i profughi in Birmania; • 657,46€ per l'aiuto negli studi universitari di un catechista che collabora con Suor Franca in Salvador; • 1.500,00€ per l'aiuto ad un ragazzino che rischia la sordità.

Al Fondo Lidia si può contribuire con un importo libero.

Ricordiamo che per sostenere i progetti è necessario effettuare sempre il versamento della quota entro il mese di giugno. Chi non avesse ancora provveduto per quest’anno, può far riferimento alla segreteria (vedere foglio allegato con il cambio degli orari di apertura) o tramite bonifico bancario, specificando la causale. Quote annuali per le adozioni: Birmania: 120 € Salvador 230 € Vietnam 140 € Ricordiamo infine che vi è ancora la possibilità di partecipare ad altre adozioni oltre che, con quote libere, ai progetti di sostegno a distanza. Questo per chi avesse terminato la propria adozione o per coloro che avessero amici o conoscenti “disponibili” oppure ancora per coloro che desiderano incrementare la propria partecipazione alle nostre iniziative. Le adozioni disponibili in Vietnam sono 26, in Salvador 15. Sono previsti interventi di sostegno per i superstiti del ciclone Nargis in Birmania, per le Classes d’Amour in Vietnam e per il progetto Morning Star in India. E’ gradito l’indirizzo di posta elettronica per chi la possiede, per facilitare le comunicazioni e ridurre costi di spedizione; lo si può inviare in segreteria o sulla casella di posta dell’associazione [email protected] . E’ sempre valido l’invito a tutti i “padrini” di scrivere ai ragazzi con i quali sono in contatto e far pervenire le lettere in segreteria. Periodicamente vengono inviate nei vari paesi.

PER VERSAMENTI ALL’ASSOCIAZIONE: BANCA INTESA – SAN PAOLO codice IBAN: IT 27 M 03069 01120 002778130119 Intestato a: Insieme Senza Confini - SVDP ‘87

AUGURIAMO A TUTTI

BUON NATALE E UN SERENO 2009