Ass. Franco Casetta - 2010-2011

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Associazione Franco Casetta 2 Anno 2 num. 1 A giugno 2010, a seguito dell’incontro sull’archivistica con il Prof. Boccalatte dell'Istituto Storico della Resistenza di Torino (Istoreto), ab- biamo chiuso l’anno associativo nella prospettiva di occuparci dell’archivio di Paulin. Ad un anno di distanza il progetto di riordino e catalogazione dei documenti sulla sto- ria della Resistenza roerina e in particolare della 23a Brigata Canale, ha mosso i suoi primi passi concreti grazie al lavoro volontario degli associati, ma soprattutto grazie alla costante disponibilità e ospitalità di Paolo. L’archivio, che copre l’arco cronologico che va dalla II Guerra Mondiale ai giorni nostri, comprende sia scritti, testimonianze, fotografie, oggetti del periodo compreso tra il 1941 e il 1945 sia documenti volti alla conservazione della me- moria della Resistenza raccolti fino ad oggi. Da una prima fase di indagine, l’archi- vio risulta avere una consistenza notevole ed è composto da materiali eterogenei così sommaria- mente suddivisi: 1500 libri (di cui parte dedicati) 100 videocassette 27 audiocassette 46 portafotografie ciascuno con 20-30 fotografie 50 fotografie circa in cornice 3 scatole di dimensioni varie con fotografie vari oggetti tra cui proiettili, bomba a mano, cappello da alpino, bandiere, fazzoletti, binocolo etc. 3 serie di documenti per un totale di 59 faldoni con raccolta di testimonianze, testi, documenti ufficiali, scritti di cui: - I serie volumi 1-38 (con inventario e sommario) - II serie volumi 1-11 (con inventario e somma- rio) - III serie volumi 1-10 tesi di laurea documenti vari, riviste, estratti etc. giornali con articoli selezionati sulle tematiche inerenti alla Resistenza dal 1985 al 1994, per gli anni seguenti fino ad oggi, giornali completi con articoli ancora da selezionare. Il progetto, che propone la sche- datura dei materiali conservati nell’archi- vio, ha come obiettivo la conservazione e la tutela di un patrimonio inestimabile sulla Resistenza e sulla custodia della memoria che Paolo ha concretizzato attraverso la raccolta di documenti durante tutta la sua vita. Grazie alla consulenza del Prof. Boccalatte sono state redatte tre griglie di catalogazione in formato excel che corri- spondono alle 3 diverse tipologie di mate- riali individuati nell’archivio: documenti e testi scritti, fotografie, oggetti. Il lavoro preliminare svolto da volontari dell’Associazione insieme a Paolo è servito a rilevare l’importanza dei docu- menti. A seguito di una ricognizione gene- rale del materiale, si è deciso di porre attenzione alla documentazione sia in for- mato cartaceo attraverso una prima som- maria schedatura su computer dei docu- menti originali e inediti sia in formato foto- grafico attraverso una prima schedatura grezza su carta. Le attività si svolgono con il costante aiuto di Paolo sempre pronto a fornire le informazioni necessarie a com- prendere e meglio definire i materiali cata- logati. La capacità di Paolo di rendere udibile ciò che gli scritti spesso sussurrano, ha portato a spostare l’attenzione sulle fotografie, documenti comprensibili ed apprezzabili solo attraverso la testimonian- za diretta del testimone privilegiato. Durante i mesi recenti si è deciso così di concentrare le energie sulla docu- mentazione fotografica attraverso la regi- strazione audio in formato mp3 dei ricordi di Paolo e di sfruttare le informazioni di ogni singola fotografia per contestualizzare l’immagine. L’intento è di ampliare lo sguar- do sul periodo e, attraverso domande ricorrenti come ad esempio chi è fotografa- to, dove, quando, come, perché, stimolare ricordi e racconti indispensabili non solo per la ricostruzione della memoria fotografica, ma anche a delineare un quadro quanto più possibile completo sulla storia della Resisten- za nel Roero. Imprescindibile dal lavoro di cata- logazione dei materiali è la conoscenza della biografia di colui che ha raccolto e custodito i documenti che compongono l’archivio. In questo senso un socio sta procedendo a intervistare Paolo e a registrare i racconti della sua vita. Le attività finora svolte dai soci hanno riguardato solo una minima parte del vasto archivio di Paolo e si sono concentrate sugli aspetti più generali dei suoi contenuti. L’unicità e l’originalità di molti documenti sia scritti sia fotografici, però, insieme alla con- sapevolezza di un lavoro di catalogazione complesso e lungo se affidato alle sole forze dei volontari dell’Associazione, porta a valu- tare la possibilità di presentare quanto finora fatto attraverso la realizzazione di una picco- la mostra inerente una delle tematiche indi- viduate. Scopo dell’iniziativa, oltre al rico- noscimento del valore storico dell’archivio, è la possibilità di far conoscere il progetto ad un pubblico più ampio e poter accedere a bandi per la richiesta di contributi. A tal proposito la domanda avanzata alla Fonda- zione CRC è stata accolta, sebbene in misura ridotta di quanto richiesto, confermando l’interesse che l’archivio di Paolo suscita in enti che promuovono la tutela e la valorizza- zione del patrimonio storico presente sul territorio. Apriamo dun- que questo anno associa- tivo con lo spirito di co- minciare a fare il neces- sario, poi ciò che è possibi- le nella spe- ranza di sor- prenderci a raggiungere l’impossibile. L’Archivio personale di Paolo Pasquero Annata 2010 – 2011 Il presente giornaletto interno viene redatto in occasione della festa di fine annata 2010-2011 dell’associazione Franco Casetta per ricordare le tante iniziative che abbiamo organizzato, o collaborato, in questa densa e importante annata dell’associazione. A pag. 4 parliamo del luogo in cui ci troviamo con particolare attenzione al ricordo dell’eccidio del 29 agosto 1944, commesso dai tedeschi e fascisti in questi luoghi. 4 SETTEMBRE 2011 Associazione Franco Casetta

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Giornaletto interno sulla annata 2010-2011

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Associazione Franco Casetta 2

Anno 2 num. 1

A giugno 2010, a seguito dell’incontro sull’archivistica con il Prof. Boccalatte dell'Istituto Storico della Resistenza di Torino (Istoreto), ab-biamo chiuso l’anno associativo nella prospettiva di occuparci dell’archivio di Paulin.

Ad un anno di distanza il progetto di riordino e catalogazione dei documenti sulla sto-ria della Resistenza roerina e in particolare della 23a Brigata Canale, ha mosso i suoi primi passi concreti grazie al lavoro volontario degli associati, ma soprattutto grazie alla costante disponibilità e ospitalità di Paolo.

L’archivio, che copre l’arco cronologico che va dalla II Guerra Mondiale ai giorni nostri, comprende sia scritti, testimonianze, fotografie, oggetti del periodo compreso tra il 1941 e il 1945 sia documenti volti alla conservazione della me-moria della Resistenza raccolti fino ad oggi.

Da una prima fase di indagine, l’archi-vio risulta avere una consistenza notevole ed è composto da materiali eterogenei così sommaria-mente suddivisi:

1500 libri (di cui parte dedicati) 100 videocassette 27 audiocassette 46 portafotografie ciascuno con 20-30 fotografie 50 fotografie circa in cornice 3 scatole di dimensioni varie con fotografie vari oggetti tra cui proiettili, bomba a mano, cappello da alpino, bandiere, fazzoletti, binocolo etc.

3 serie di documenti per un totale di 59 faldoni con raccolta di testimonianze, testi, documenti ufficiali, scritti di cui:

- I serie volumi 1-38 (con inventario e sommario) - II serie volumi 1-11 (con inventario e somma-rio) - III serie volumi 1-10 tesi di laurea documenti vari, riviste, estratti etc. giornali con articoli selezionati sulle tematiche

inerenti alla Resistenza dal 1985 al 1994, per gli anni seguenti fino ad oggi, giornali completi con articoli ancora da selezionare.

Il progetto, che propone la sche-datura dei materiali conservati nell’archi-vio, ha come obiettivo la conservazione e la tutela di un patrimonio inestimabile sulla Resistenza e sulla custodia della memoria che Paolo ha concretizzato attraverso la raccolta di documenti durante tutta la sua vita. Grazie alla consulenza del Prof. Boccalatte sono state redatte tre griglie di catalogazione in formato excel che corri-spondono alle 3 diverse tipologie di mate-riali individuati nell’archivio: documenti e testi scritti, fotografie, oggetti.

Il lavoro preliminare svolto da volontari dell’Associazione insieme a Paolo è servito a rilevare l’importanza dei docu-menti. A seguito di una ricognizione gene-rale del materiale, si è deciso di porre attenzione alla documentazione sia in for-mato cartaceo attraverso una prima som-maria schedatura su computer dei docu-menti originali e inediti sia in formato foto-grafico attraverso una prima schedatura grezza su carta.

Le attività si svolgono con il costante aiuto di Paolo sempre pronto a fornire le informazioni necessarie a com-prendere e meglio definire i materiali cata-logati.

La capacità di Paolo di rendere udibile ciò che gli scritti spesso sussurrano, ha portato a spostare l’attenzione sulle fotografie, documenti comprensibili ed apprezzabili solo attraverso la testimonian-za diretta del testimone privilegiato.

Durante i mesi recenti si è deciso così di concentrare le energie sulla docu-mentazione fotografica attraverso la regi-strazione audio in formato mp3 dei ricordi di Paolo e di sfruttare le informazioni di ogni singola fotografia per contestualizzare l’immagine.

L’intento è di ampliare lo sguar-do sul periodo e, attraverso domande ricorrenti come ad esempio chi è fotografa-to, dove, quando, come, perché, stimolare

ricordi e racconti indispensabili non solo per la ricostruzione della memoria fotografica, ma anche a delineare un quadro quanto più possibile completo sulla storia della Resisten-za nel Roero.

Imprescindibile dal lavoro di cata-logazione dei materiali è la conoscenza della biografia di colui che ha raccolto e custodito i documenti che compongono l’archivio. In questo senso un socio sta procedendo a intervistare Paolo e a registrare i racconti della sua vita.

Le attività finora svolte dai soci hanno riguardato solo una minima parte del vasto archivio di Paolo e si sono concentrate sugli aspetti più generali dei suoi contenuti. L’unicità e l’originalità di molti documenti sia scritti sia fotografici, però, insieme alla con-sapevolezza di un lavoro di catalogazione complesso e lungo se affidato alle sole forze dei volontari dell’Associazione, porta a valu-tare la possibilità di presentare quanto finora fatto attraverso la realizzazione di una picco-la mostra inerente una delle tematiche indi-viduate.

Scopo dell’iniziativa, oltre al rico-noscimento del valore storico dell’archivio, è la possibilità di far conoscere il progetto ad un pubblico più ampio e poter accedere a

bandi per la richiesta di contributi. A tal proposito la domanda avanzata alla Fonda-zione CRC è stata accolta, sebbene in misura ridotta di quanto richiesto, confermando l’interesse che l’archivio di Paolo suscita in enti che promuovono la tutela e la valorizza-zione del patrimonio storico presente sul territorio.

Apriamo dun-que questo anno associa-tivo con lo spirito di co-minciare a fare il neces-sario, poi ciò che è possibi-le nella spe-ranza di sor-prenderci a raggiungere l’impossibile.

L’Archivio personale di Paolo Pasquero

Annata 2010 – 2011

Il presente giornaletto interno viene redatto in occasione della festa di fine annata 2010-2011 dell’associazione Franco Casetta per ricordare le tante iniziative che abbiamo organizzato, o collaborato, in questa densa e importante annata dell’associazione. A pag. 4 parliamo del luogo in cui ci troviamo con particolare attenzione al ricordo dell’eccidio del 29 agosto 1944, commesso dai tedeschi e fascisti in questi luoghi.

4 SETTEMBRE 2011 Associazione

Franco Casetta

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Un nuovo interessante appuntamen-to con la dott.ssa Nicoletta Fasano dell’ Israt di Asti che ha presentato il suo ultimo lavoro di ricerca, confluito nella pubblicazione: “1914 – 1918 – L’ inutile massacro”. Il libro parte da una mostra itineran-te partita nel 2007 – e ancora dispo-nibile – per ricordare il novantesimo anniversario di Caporetto perché la Grande Guerra rimane ancora oggi una presenza molto più viva di quan-to non si pensi. La mostra, tematiz-zata alla ricerca degli aspetti meno conosciuti di questa guerra unica in Europa, parte soprattutto dal punto di vista dei soldati.

Un conflitto unico, innanzitutto, per il numero spropositato di morti e feriti ma anche la mobilitazione di uomini tra trincee e lavoro bellico all’interno delle fabbriche. Infatti, proprio quest’ ultimo, è uno degli aspetti nuovi di questa guerra che, però, dall’ altro lato porterà come conseguenza un fortissimo tasso di disoccupazione al termine del conflitto. Un’altra carat-teristica è l’utilizzo, in chiave bellica e distruttiva, degli ultimi . rovati dei processi scientifici e tecnologici che, proprio per questo, verranno forte-mente incentivati in questo perio-do. Per oltre quattro anni progresso e arcaicità si scontrano fino a modifi-care nel profondo lo stesso modo di fare guerra portando, per esempio, alla fine della cavalleria e alla supre-

mazia dell’ artiglieria pesante. Immensi paesaggi vengono trasfor-mati e devastati per sempre insieme ai corpi e alle anime di uomini, quasi sempre impreparati e mal equipag-giati, che per anni lasceranno le loro famiglie spesso senza farvi più ritorno. Quan-do invece riusciranno a farlo, sovente saranno ridotti a “larve”, privi di arti, in preda ad alluci-nazioni che impediran-no loro di riprendere una vita normale. Una messe di giovani falci-diati sotto una terribile scure di cui, talvolta,

non comprendevano neppure il motivo. Ma il libro parla anche della vergogna del nostro esercito. Dalle dotazioni dei nostri uomini: divise che non mimetizzavano e proteggevano, armi che non sparavano, cesoie per tagliare il filo spinato che non tagliavano, maschere antigas che erano semplici garze, cibo scarso e avariato e poi decimazioni, punizioni, accuse di tra-dimento per i disgraziati fatti prigionieri. Per questo molte morti, tra i soldati italia-ni, non furono dovute al fuoco nemico ma alla mano dei loro stessi comandanti. Un capitolo triste e oscuro della nostra storia che solo recentemente sta emer-gendo anche tra l’opinione pubblica e che la dott.ssa Fasano ha indagato con acu-me ma anche con un linguaggio com-prensibile e appassionante che ha susci-tato numerosi interventi tra il pubblico (tra cui alcuni giovanissimi) intervenuto alla serata. Ma il vero auspicio è che questo “inutile massacro”, almeno in futuro, riesca a trasmettere maggiori insegnamenti di quanto non sia riuscito a fare nel nostro recente passato.

14 gennaio 2011

L ’ INUTILE MASSACRO

31 gennaio 2011 VITTIME E CARNEFICI: L ’ONDA Possono ripetersi – e in quali forme – certi tragici eventi storici che hanno segnato il recente passato? Questo interrogativo ha mosso il 5^ incontro del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, che vede la Direzione Didattica di S. Damiano d’Asti come scuola capofila. L’incontro, tenutosi il 31 gennaio 2011, è stato organizzato in collaborazione con il Cinecircolo “400 colpi” e la Biblioteca Civica di Canale d’Al-ba e l’Associazione Franco Casetta.

Ha introdotto la serata la dott.ssa Maria Teresa Milano (dottore di ricerca in ebrai-stica e musicista, ha seguito un corso di perfezionamento su “Musica e Shoah” all’Università di Tel Aviv) che, con Sarah Kaminski (docente di ebraico moderno presso l’Università di Torino, specializzata in Didattica della Shoah presso la presti-giosa Scuola di Yad Vashem a Gerusalem-me), è autrice del testo: “Il libro della shoah. Ogni bambino ha un no-me” (Editrice Sonda). A seguire la proie-

zione del film: “L’Onda” del regista tedesco Dennis Gansel.

Cosa spinge gruppi di persone, e non singo-li individui, a commettere crimini legalizzati dalle leggi di uno Stato? Proprio di questo si è occupato il film: “L’Onda”. Dopo le atroci-tà ormai ben note dell’Olocausto e la cecità inspiegabile di una generazione che ha accettato le follie del Führer, sarebbe possi-bile il formarsi di una nuova simile dittatu-ra? Potrebbe accadere anche oggi, soprat-tutto in Germania? E come potremmo esse-re ancora fuorviati? Queste sono le doman-de che si è posto il regista che si è ispirato ad un fatto realmente accaduto nel 1967 in California. Qui un professore sperimentò in classe, per spiegare ai suoi allievi la genesi del nazismo, forme di cameratismo attra-verso l’uso della disciplina, dell’uniforme, di un gesto di riconoscimento (l’onda, appun-to). L’esperimento, però, gli sfuggì di mano causando eccessi, violenze in tutta la scuola tanto da costringere il professore a sospen-derlo per gli effetti devastanti prodotti. Nel

film l’ambientazione si sposta nella Germania dei nostri giorni dove un professore “alternativo” propone un laboratorio opzionale a classi aperte di “autocrazia”. Inizialmente ragazzi problematici vengono coinvolti e si appassionano alla proposta ma, nel giro di poco tempo, il gruppo si trasforma in una va-langa che sembra quasi impossibile fermare con un tragico finale (che, fortunatamente non corrisponde all’ esito reale dell’ esperimento del 1967).Il film, spinge a chiedersi: “Io da che parte sarei stato? Cosa avrei fatto? Cosa avrei ritenuto giusto?” perchè i contesti sociali e ambientali, modificano i comportamenti delle persone in modo sconvolgente ed è proprio per questo che occorre lavorare su di essi evitando di cadere in una facile retorica a po-steriori.

Associazione Franco Casetta 2 Annata 2010 – 2011

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Massimo Ottolenghi ha raccon-tato la sua vita negli anni delle leggi razziali.

Una delle iniziative organizzate ad Alba in occasione del Giorno della Memoria è stato l’incontro di sa-bato 29 gennaio, alle ore 10, a Palazzo Mostre e Congressi, sul tema delle leggi razziali e della persecuzione degli ebrei.

Ospite, con la sua preziosa testi-monianza, l’avvocato Massimo Ottolenghi, autore del libro: “Per un pezzo di patria – la mia vita negli anni del fascismo e delle leg-gi razziali”, in cui il racconto di una vita si fonde con la storia col-lettiva ed i protagonisti della lotta di liberazione sfilano nella precisa ricostruzione di fatti, ambienti e personaggi.

L’iniziativa è stata del Comune d Alba, dell’A.N.P.I. Sezione di Alba, Langhe e Roero e delle associazio-ni “Franco Casetta” e “Padre Giu-seppe Girotti”

La presentazione curata dal Sinda-co di Alba Maurizio Marello e da Lorenzo Paglieri; la relazione in-troduttiva da parte dell’avvocato Alessandro Re.

Massimo Ottolenghi nato a Torino nel 1915 da famiglia mista ebrea e cattolica, si è laureato in legge a Torino, ha prestato servizio militare in fan-teria, ha subìto con la famiglia la persecuzione razziale contro gli ebrei, ha militato nel movi-mento partigiano “Giustizia e Libertà” tra Torino e Valli di Lanzo e, nel dopo-guerra, è stato per circa un anno redattore ed amministra-tore del quotidiano torinese “GL” del Partito d’Azione.

Già magistrato (Pretore a Tori-no, Ceva e Savigliano), dal 19-51 esercita la professione di avvocato civilista.

E’ stato per molti anni Consi-gliere dell’Ordine degli Avvocati di Torino sotto la presidenza degli avvocati Parella e Fulvio Croce ed è decano degli avvo-cati torinesi.

29 gennaio 2011, L’AVV. Massimo Ottolenghi racconta la sua vita negli anni delle leggi razziali

Nel libro l’autore ricorda: “…ancora negli anni ’39 e ’40 gli ebrei, nonostante il grande vuoto che si era fatto intorno, special-mente negli ambienti della bor-ghesia benpensante, non voleva-no accettare che fosse accaduto qualcosa di atroce e di irrimedia-bile. La loro fiducia era ispirata, non solo da un’istintiva disperata rimozione del proble-ma ma, soprattutto, dal sentirsi italiani da sempre.

Con entusiasmo e con coraggio avevano partecipato alle lotte del Risorgimento, alla Grande Guer-ra, all’Unità d’Italia. E se ne sen-tivano parte. Non potevano rite-nersi diversi né tantomeno pen-sare che la propria vita potesse essere messa in gioco da un pro-gramma di pulizia etnica…”

La sua sensibile, accorata e forte partecipazione all’iniziativa è possibile seguirla nelle registra-zioni video effettuate

a questo indirizzo trovate tut-te le parti insieme (da sceglie-re)

http://associazionefrancocaset-ta.blip.tv/posts?view=archive&nsfw=dc

Annata 2010 – 2011 Associazione Franco Casetta 3

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La guerra, ogni guerra, è fatta di atti orribili compiuti anche contro la popola-zione inerme, formata da individui senza difesa, colpevoli solo di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Sono appunto queste le tematiche trattate nel volume:“La domenica che anche Dio stava nascosto” di Donato Bosca (ed. Araba Fenice) che parte dalla storia di un emigrante, Angelo Vigoroso che, sbandato durante gli ultimi mesi della seconda guerra mondiale, perde la vita e non sul campo di battaglia. Il racconto prosegue con un efferato guerra rastrel-lamento compiuto il 19 novembre 1944 in un paesino delle Langhe

Se ne è parlato durante l’ incontro che si è tenuto il 24 febbraio 2011 a Canale presso la Biblioteca Civica con l’autore e Guido Boffa, regista del documentario: “L’urlo soffocato”. La serata era inserita all’ interno degli incontri di sensibilizza-zione organizzati dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese (che vede come capofila la DD di S. Damiano d’Asti) con l’ Associazione Franco Casetta .

Donato Bosca, padre dell’ Associazione Arvangia, autore di numerosi volumi di cultura e storia locale, ha sottolineato come, in questa sua ultima opera, abbia voluto documentare da un’ottica diversa una strage di civili. L’ opera nasce come sviluppo di un progetto nato nella Scuola

Secondaria di Primo Grado di Diano d’Alba partendo da una ricerca sulla lapide murata nella frazione Chiarle che riporta i nomi delle vittime ed una data errata: il 22 novembre 1944 che, in realtà, non indica la data dell’eccidio.

Dei poveri ragazzi, alcuni poco più che bambini, avvisati dalla popo-lazione dell’ arrivo dei nazifascisti, decide di scappare e di nascon-dersi per timore di essere depor-tati nei campi di concentramento in Germania come accaduto ad alcuni giovani dei paesi vicini.

Non sono partigiani ma contadini ingenui che, nella foga di trovare un luogo idoneo dove attendere il passaggio dei soldati, prima si dividono in due gruppi uno dei quali decide di torvare rifugio in una depressione del terreno che si trasformerà nella loro tomba.

Purtroppo i nazifascisti sono in possesso di una vecchia carta militare che segnala proprio quella strada che conduce al loro rifugio e che non appare più nelle mappe recenti poiché in disuso. Inconsapevolemente finiscono diretta-mente nelle fauci del nemico che, senza remo-re di alcun tipo, ne fucila sette a sangue fred-do. Tre sono fratelli e, senza alcun rimorso, gli assassini stazionano dopo gli omicidi per gior-ni proprio nella cascina della loro famiglia devastandola e portando con sé, alla partenza,

ogni mezzo di sostentamento per i superstiti.

Il video: “L’urlo soffocato” documenta proprio le testimonianze dei testimoni diretti e indiretti: i parenti, i vicini di casa, i partigiani, i nipoti… e costituisce, come affermano sia il prof. Boffa che l’autore del libro, una documentazione uni-ca anche per le generazioni future.

Il prof. Boffa ha proprio sottolineato che questo tipo di materiale, costruito con i ragazzi, pro-muove la riflessione su tutto ciò che nella vita, porta di individui ad un bivio, alla scelta della strada migliore… aspetti senza tempo che coin-volgono prima o poi, la storia individuale di ciascuno di noi.

24 febbraio 2011

La domenica che anche Dio stava nascosto Annata 2010 – 2011

Il posto che ci ospita, grazie ai nostri Renzo e Bruna, ci ricorda l’ormai lontana giornata del 29 agosto 1944 quando imponenti distac-camenti fascisti e tedeschi partiti da Alba, Gallo d’Alba, Pollenzo e Cherasco risalirono le pendici di La Morra per accerchiare i partigia-ni della divisione autonoma “Bra” e della 48ima brigata Garibaldi. Già in mattinata vi furono scontri con vittime e feriti da entram-be le parti ma fin dall’inizio fu evidente che ad avere la peggio sarebbero stati i partigia-ni. Importanti informazioni su questa luttuosa giornata sono reperibili sia nella memoria di un testimone oculare, l’allora parroco di La

Morra don Giovanni Grasso, sia nei “Ricordi di un partigiano” di Icilio Ronchi Della Roc-ca. Proprio una ventina di partigiani auto-nomi da poco entrati nelle file della divisio-ne “Bra” furono intercettati in località Cere-quio. Fidandosi dalla promessa del sottote-nente fascista Pei che garantì loro l’incolu-mità in cambio della resa i partigiani si arresero. Venendo meno alla parola data gli uomini di Pei trascinarono i partigiani che si erano arresi nel cortile dalla vicina cascina Averame ove, piazzata una mitragliatrice, furono falciati. Morirono in diciotto. Fino a pochi anni fa nel muro erano ancora ben visibili i segni delle pallottole. Nel pomeriggio, in quella che oggi si chia-ma piazza Martiri furono fucilati un’altra decina di giovani, in maggioranza apparte-nenti al distaccamento “Attilio” della 48ima

L’ Ecc id io d i Cerequio del 29 agosto 1944

brigata Garibaldi. Altri ancora furono uccisi per rappresaglia nel territorio di La Morra e di Verduno.

Vittime di quella giornata furono anche alcuni civili e numerosi giovani del terri-torio che, renitenti alla leva, prima furo-no costretti ad assistere all’eccidio in piazza e poi condotti ad Alba e avviati alla deportazione in Germania.

Così si concludeva quella tragica gior-nata. Alla sera del 29 agosto 1944 tutto era compiuto. Al calare della notte sce-se su La Morra un silenzio irreale men-tre si spegnevano le fiamme dell’alber-go dell’Angelo che i fascisti avevano incendiato fin dal loro arrivo al mattino.

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Lunga serie di iniziative quelle legate alla 66^ Commemo-razione della Battaglia di Cisterna e Santo Stefano Roero che, per l’anno in corso, hanno avuto sede a Cisterna d’Asti e sono state promosse dal Comune di Cisterna d’A-sti, dal Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese (Direzione Didattica di San Damiano d’Asti) e dall’ Associazione “Franco Casetta” di Canale.

Primo appuntamento, presso il teatro parrocchiale di Ci-sterna d’Asti – venerdì 4 marzo 2011 alle 21,00 con lo spettacolo: “Come un silenzioso slow” ideato e proposto dall’ Associazione Culturale Fuori dal Coro di Fossano partendo da alcune riflessioni che collegano il nostro passato all’attualità. Come dicono gli autori: “A più di sessant’anni dalla Seconda Guerra Mondiale, anche gli ultimi testimoni vanno scomparendo e acquisiscono via via maggiore importanza temi e modalità di trasmissione di quel passato. Allora, come oggi, la musica ha avuto un ruolo di primo piano per la costruzione delle mentalità degli individui. Pertanto, come scrive Stefano Pivato, (docente di storia contemporanea e Rettore dell’Università di Urbino): “Il canto risulta essere un ‘documento’ utile per capire la storia… che altri documenti tradizionali utiliz-zati dallo storico non sempre posseggono”. ‘Come in un silenzioso slow’, dunque, non intende essere una storia della musica del Ventennio, quanto piuttosto la musica che racconta quella storia: si ascoltano le composizioni di appoggio al regime e quelle di satira più o meno velata, quale protesta e dileggio al potere in auge, ma anche i brani che raccontano della società e dei suoi sogni. Ma anche testi in italiano di grande ironia, pilastri della prote-sta politica”. Un pubblico folto ed eterogeneo – formato anche da bimbi molto piccoli, famiglie, anziani – ha segui-to assorto e partecipe a questo recital coinvolgente grazie alla voce solita di Maria Teresa Milano, alle letture di Mat-teo Brancaleoni ed alle musiche di Andrea Stefenell (pianoforte), Francesco Bertone (contrabbasso) e Giuliano Scarso (batteria).

Sabato 5 marzo 2011 si è tenuta invece la com-memorazione ufficiale che ha preso l’avvio davanti al Mo-numento ai Caduti posto davanti al Comune di Cisterna d’Asti alla presenza delle autorità locali, degli amministra-tori dei Comuni limitrofi e delle organizzazioni partigiane. Dopo un breve saluto del Sindaco hanno preso la parola gli alunni della Scuola dell’Infanzia e Primaria che hanno inaugurato la mostra:”PRO –MUOVI – AMO – LA COSTI-

TUZIONE: 288 ETICHET-TE DELLA COSTITUZIO-NE IN MOSTRA” realiz-zata dai bambini delle due scuole che, a partire dalle regole, hanno ana-lizzato la Carta Costitu-zionale reinterpretando-ne i Principi Fondamentali e alcuni altri articoli in chiave grafica. Da questo lavo-ro sono nate le Etichette della Costitu-zione con il proposito di rendere “quotidiana” la Costituzione pubbliciz-zandola su oggetti comuni che tutti i giorni ci circondano come, ad esempio, i vini di alcuni produttori locali che hanno aderito all’ iniziativa nei mesi scorsi. Da questo complesso lavoro è stata realiz-zata la mostra, composta da 12 banner (2m x 1m), contenente tutti questi pre-ziosi elaborati che, idealmente, sono dedicati a tutti coloro che, come Rino Rossino terminaro-no precocemente ed in modo cruento le proprie esisten-ze. I bambini han-no letto, per ogni sezione e classe, le motivazioni per le quali hanno poi adottato degli articoli in particola-re ai quali si sono ispirati per realizza-re dei costumi e dei cartelli pubblicitari per mettere veramente “in moto” la Costituzione. Successivamente è stata anche inaugurata la mostra: “1914/1918: l’inutile massacro” dalla dott.ssa Nicoletta Fasano dell’Israt che con, il dott. Mario Renosio, ne ha curato l’allestimento presso il Comune di Cister-na d’Asti,

Il corteo, poi, è partito verso Piazza Rino Rossino dove il Sindaco di Cisterna Peletto ha ricordato la figura di Rino Rossino cui è seguito il ricordo dal titolo: “Rino Rossino, un ragazzo come noi” dove gli alunni della classe 5^ della Scuola Primaria di Cisterna d’Asti hanno trasposto dal loro punto di vista questa triste vicenda. E’ seguita la benedizione di don Urbano, parroco di Cisterna d’Asti

e l’atteso discorso di Gino Cattaneo, storico capo partigiano. Quest’ultimo ha ricordato l’orrore di quei giorni, lo sfor-zo, la paura, il coraggio ma anche il dispiacere da parte di molti partigiani che, di fronte alla realtà italiana dei giorni nostri, ritengono che questo non sia il Paese che volevano costruire in quei tristi anni di lotta. Un Paese nel quale davvero tutti gli uomini fossero liberi ed uguali. Un discorso, come sempre, toccante e vivo che ha sicura-mente lasciato un segno, specialmente

nei più piccoli che Cattaneo ha invitato a difendere e tutelare i valori costituzio-nali per i quali tanti giovani di allora sacrificarono la vita. Al termine i bambi-ni e tutti i presenti hanno intonato, accompagnato dai giovani chitarristi delle cl. 4^ e 5^, “Bella Ciao” e “L’inno d’Italia”: un monito davvero a non di-menticare le nostre radici, la nostra storia, il nostro presente.

A questo indirizzo è possibile vedere e sentire i bambini:

BELLA CIAO: http://blip.tv/file/4848561 FRATELLI D’ITALIA: http://blip.tv/file/4846512

4-5 marzo 2011 66° anniversar io de i Combatt iment i de l Marzo '45 - C is terna d ’Ast i

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Un gruppo di insegnanti uniti dall’amicizia e dalla passione per la storia recente, la colla-borazione con l’ Amministrazione del Comune e l’Anpi di Alba sono riusciti nei mesi scorsi a portare ad un importante risultato: la prima di una serie di pubblicazioni sul tema degli itinerari partigiani nelle Langhe. Il primo volu-me dal titolo: “STRADE DELLE MEMORIE PARTIGIANE – ITINERARIO PININ BAL-BO” è stato presentato venerdì 1 aprile 2011 presso la Biblioteca Civica di Canale d’Alba. L’incontro è stato organizzato dall’ Associazio-ne Franco Casetta di Canale in collaborazione con il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese – di cui la Direzione Didattica di San Damiano d’Asti è capofila.

Marco Castella, nella veste del moderatore, ha aperto la serata seguito dai saluti del par-tigiano Pasquero e della dott.ssa Barberi dell’ Anpi di Alba che ha portato anche i saluti del dottor Enzo Demaria che non ha potuto pren-dere parte all’appuntamento. La Dott.ssa

STRADE DELLE MEMORIE PARTIGIANE – ITINERARIO PININ BALBO

Annata 2010 – 2011

Barberis ha sottolineato l’importanza di pubbli-cazioni come questa in un momento storico molto delicato nella quale sempre più spesso appare evidente l’afflizione della democrazia. Proprio per questo l’Anpi tempo fa, ha aperto le iscrizioni non solo a coloro che hanno vissuto i tristi giorni della seconda guerra mondiale ma anche a tutti coloro che, con modalità diverse, “resistono” ancora oggi per salvaguardare tutto ciò per cui i partigiani hanno strenuamente lottato in quegli anni. Il presidente dell’ Anpi di Alba, in considerazione di tutto ciò, ha ritenuto doveroso ricordare con una pubblicazione che documenti i luoghi dove, per zone omogenee, si sono svolti alcuni fatti molto importanti dell’ulti-ma guerra. Una sorta di guida, anche turistica, per promuovere i valori costituzionali.

Dopo la proiezione di un video che ben ha do-cumentato il senso del percorso, hanno preso la parola alcuni degli autori: Daniela Gonella, Michelangelo Caponetto e Daniele Ferrero che hanno sotto-

lineato i tratti salienti e le motivazioni più profonde della pubblicazione. Innanziutto uno dei punti di partenza è stata la necessità di trovare un approccio per presentare la Resistenza ai ragazzi attraverso, però, uno strumento che le restituisse vita e vigore. Una delle idee che si è sviluppata a questo proposi-to è stata quella di una “Passeggiata Partigiana” per visitare in prima persona, i luoghi che hanno fatto la storia. Ma anche un modo per “mettersi in movi-mento azionando corpo, mente ente e passione”.

Successivamente è stato ha rilanciato il progetto collegando a tutto ciò anche le parole ai luoghi. Il testo, infatti, raccoglie otto tappe significative, rac-contate attraverso diverse fonti che vanno dal lette-rario, ai diari, alle lettere…. Il primo volume è dedi-cato a Pinin Balbo, caduto a Valdivilla nel 1945, Medaglia d’Oro. Il secondo volume verrà dedicato alla memoria della Medaglia d’Oro Cocito. Il deside-rio è proprio quello di portare a contatto dei luoghi:

1° aprile 2011

Il 26 giugno, dopo un rinvio causato dal mal-tempo di inizio mese, abbiamo organizzato una gita sociale in quel di Paraloup piccola magnifica borgata del comune di Rittana (CN) situata a 1400 mt. di altitudine, sul crinale che divide la valle Stura dalla Val Grana. Completamente abbandonata da molti decen-ni ha però un importante significato storico e simbolico perchè qui, nel 1943, si insediò la prima banda partigiana di Giustizia e Libertà, capitanata da Duccio Galimberti. Qui passarono quel terribile inverno perso-

naggi come Dante Livio Bianco, Nuto Revelli, Leo Scamuzzi, Italo Berardengo, destinati a diventare protagonisti della lotta di liberazione.

Con loro, 149 giovani e giovanissimi: 86 operai, 26 studenti, 18 contadini, 6 profes-sionisti, 5 impiegati, 4 tra commercianti e artigiani, 3 ufficiali, 1 industriale. Uomini che avevano deciso di fare la guerra ai tedeschi, di contribuire con le armi in pu-gno alla liberazione dell’Italia dal fascismo. La Fondazione Nuto Revelli vuole fare di Paraloup il luogo di una doppia memoria: quella della guerra partigiana e quella della vita contadina che si svolgeva qui prima dell’abbandono.

Grazie alla nostra guida Chiara Gribaudo, gentilmente messa a disposizione dalla Fondazione. La sua presen-tazione della storia, dei luoghi e delle idee che hanno dato forza al progetto sono stati per tutti noi una bella iniezione di memoria, entusiasmo e di fiducia.

Grazie a Bruno e Ivano che hanno accompagnato con la loro musica questa bella giornata insieme.

26 giugno 2011 Visita a PARALOUP

Associazione Franco Casetta 6

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30 apri le 2011

A CANALE SI ANTICIPA LA MANOVRA DEL GOVERNO

Forse precorrendo (ma la speranza è l’ulti-ma a morire) i tempi, che vorrebbero spo-stare ai giorni festivi alcune ricorrenze tra cui il 25 aprile, a Canale, l’Anniversario 2011 della Liberazione, è stato festeggiato sabato… 30 aprile.

Il cambio della data, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale pena le numerose defezioni istituzionali è stato dal nostro gruppo un poco subìto, ma accetta-to di buon grado. Stupore fu perchè, no-

nostante ciò, alla fin fine, defezioni istitu-zionali e non (Sindaco, Banda Musicale, Scuole, cittadini) ci son comunque sta-te…. Da parte nostra recriminiamo di aver lasciato forse il nostro Paolo troppo solo

nel gestire la situazione. Col senno di poi una “merendina resistente” non sarebbe

stata male. Il nostro Presidente, a differenza d’altri, nonostante la data infausta è come sempre riuscito a coinvolgere i soliti ed indispensabili “noti” che hanno portato la loro te-stimonianza tangibile. Un grazie all’oratore ufficiale dott. Marco Ruzzi dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, studioso e autore di nu-merosi scritti su Storia e Cultura delle Comunità del Cuneese. Una giornata comunque nel com-plesso riuscita (l’ottimismo non deve mai mancare), conclusasi con il pranzo dei “Fedelissimi” al Leon d’Oro che ha sancito per alcuni di noi l’impegno ad organizzare d’ora in poi con maggiore coinvolgimento ed incisività questo fondamentale momento di Libertà, Indipendenza e Democrazia.

13 maggio 2011

UNA STORIA PARTIGIANA

ne di un estratto del filmato ha aperto la serata. Sono seguiti gli interventi del no-stro Dante Faccenda che ha introdotto l’ampissimo tema della Resistenza nel Roero, riportando anche alcune perso-nali testimonianze di famiglia, e di Don Renzo Costamagna che ha parlato del contributo fondamentale del clero albe-se nella lotta al fascismo, leggendo anche alcuni documenti dell’epoca, di recente messi alla luce dopo anni di oblio. Il moderatore della serata è stato Roberto Savoiardo, giornali-sta di Gazzetta d’Alba e appassiona-to di storia della Resistenza. La se-rata è stata voluta ed organizzata dalla biblioteca di Vezza, in partico-lare da Roberto Savoiardo, Enrico Grasso e Letizia Scarsi, curatori

Il 13 maggio 2011 nella biblioteca civica di Vezza d’Alba si è svolta una serata dedicata alla memoria della Resistenza. Il protagoni-

sta era Lorenzo Battaglio, detto Renzo, no-me di battaglia “Trenu”, una delle ultime voci partigiane di Vezza. Renzo ha gentil-mente concesso un po’ del suo tempo per realizzare una video-intervista nella quale ha raccontato la sua esperienza da partigia-no nella zona di Pralormo e Montà. La visio-

dell’intervista e del montaggio, e ha riscosso parecchio interesse tra i Roeri-ni, con una buona presenza di giovani.

Associazione Franco Casetta 7

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Ringraziamo per i testi Giovanna Cravanzola, Paolo e Beppe Pasquero, Laura Cordera, Marco Castella, Luca Sibona, Letizia Scarsi

http://liberidiresistere.wordpress.com/

http://www.facebook.com/profile.php?ref=name&id=100000469114568 o cercare Liberi di Resistere

E’ Morto Dedo Bellero

Si sono svolti a San Damiano d’Asti il 9 febbraio 2011 i funerali di Chiaffredo Bel-lero (detto Dedo), (17/08/1926 – 6-/02/2011), uno dei personaggi più noti della lotta partigiana. Nel 1944 entrò a fare parte

del Sesta Divisione Alpina "Asti" comandata dal padre, Capitano Francesco Bellero ferito gravemente in uno scontro a fuoco con i tedeschi a Cisterna.

Di seguito potete leggere e ve-dere quanto abbiamo preparato per ricordarlo (cliccando sugli indirizzi sottostanti)

In ricordo di Dedo Bellero il testo della commemorazione scritta e let-ta dall’amico Alessandro Cerrato per i funerali di Dedo Bellero. http://liberidiresistere.wordpress.com/2011/02/14/in-ricordo-di-dedo-bellero/

Commosso ricordo del nostro Dante Faccenda con testo di una mail di Dedo del maggio 2009.

http://liberidiresiste-re.wordpress.com/2011/02/08/e-morto-dedo-bellero/

Video

“I Banditi di Cisterna" ricordo di Bellero

http://blip.tv/associazione-franco-casetta/estratto-i-banditi-di-cisterna-ricordo-di-bellero-4761705

Il 10 agosto scorso è mancato Vittorio Caset-ta fratello di Franco a cui abbiamo intitolato la nostra Associazione.

In sua memoria e ricordo riportiamo la lettera che Paolo Pasquero ha inviato ai figli.

Carissimo Franco,

sono sconvolto e smarrito dalla tua telefonata di Giovedì scorso in cui mi annunciavi la scomparsa del tuo carissimo Papà.... Qualco-sa, dentro di me, ancora si rifiuta di crederci.

IIo vedevo in Lui l'uomo forte, la roccia eterna che poteva reggere a tutte le intem-perie, non avrei potuto mai nemmeno im-maginare una sua dipartita.

Vittorio, nella sua vita, ha saputo superare delle prove durissime arrivando alla soglia dei 100 anni lucido e forte dei suoi principi e per questo non ci resta che ringraziare il Signore che lo ha sempre protetto.

Nel nostro egoismo noi a-vremmo sicuramente desi-derato di averlo sempre

accanto in quanto la sua presenza in mezzo a noi era molto importante ed è per questo che, nonostante il Signore gli abbia concesso di vivere così a lungo, non eravamo ancora pronti a ....lasciarlo andare via.

Sono sicuro che per te e tutta la sua numerosa famiglia Vittorio sia stato un'infaticabile Guida.

Il mio Papà non ha avuto questa fortuna, ci ha lasciati a 39 anni colpito da una improvvisa pol-monite fulminante lasciando mia mamma sola con 4 figli maschi di 13, 6, 5 e 1 anno.

Il prezioso ed indimenticabile ricordo di Vittorio rimarrà sempre scolpito nella memoria mia e dei miei famigliari che l’hanno fortemente apprezzato durante le sue visite a Canale.

Vittorio, infatti, ha lasciato e lascerà per sempre un ricordo indelebile in tutti coloro che lo hanno conosciuto.

In quanto a me continuerò a fare teso-

ro delle nostre interminabili telefo-nate in cui vicendevolmente "caricavamo le pile" della nostra vita quotidiana.

Non finirò mai di ringraziarlo per quei momenti "solo nostri" che ho avuto la fortuna di condividere con lui.

Grazie Vittorio, grazie di essere esistito anche per me ! ! ! !

E’ mancato Vit tor io Casetta

Associazione Franco Casetta 8

La tirannia dei cosiddetti social network, face-book in primis, ma volendo forzare la loro defi-nizione, dei blog, impongono una presenza costante sul web finalizzata al loro aggiorna-mento pena le migliaia di amicizie “sulla carta” ma solo su questa. La nostra associazione è consapevole di non poter stare al passo con tutto ciò, le risorse umane disponibili e il fatto-re tempo ci impediscono di navigare alla ricer-

ca di contatti e relazioni mediati dall’-ausilio elettronico.

Se è pur vero che il nostro facebook vanta oltre 300 amicizie e a cadenza regolare qualcuno ci chiede di fare parte del nostro clan (“liberidiresistere”, in questo senso è un nickname geniale e accattivante), scarse sono le postate (e già, così si dice) presenti da terzi nel nostro profilo. Un doveroso ringraziamento a Beppe P. che si è addossato questo fardello nell’annualità in corso. Visto che molti di noi hanno familiarità con il mez-zo, perché non inoltrare sulle nostre pagine qualche impressione, qualche “mi piace” (o meno), qualche commento? Attendiamo fiduciosi…

Di altra sostanza è fatto il nostro blog. An-che se prevede commenti a tergo di ogni articolo, lo aggiorniamo, grazie al contributo di Giò e Tizi di San Damiano e Cisterna

(leggi anche Cittadinanza Attiva Astigiana, che ringraziamo di cuore per il costante supporto all’associazione), soprattutto in occasione degli eventi che ci vedono coin-volti. La sua funzione è soprattutto legata al mantenere la memoria di ciò che propo-niamo e abbiamo realizzato negli anni, una sorta di archivio cronologico di eventi, video e (più scarse) riflessioni, sul nostro percorso. Le oltre diecimila visite ci lusingano, co-raggio, il lavoro non è certo inutile.

La “Franco Casetta” sul web